Messina
News ed informazioni periodiche al personale di Posteitaliane
“ Il Punto . . . su .Poste ” - Organo ufficiale del SLC -CGIL - Anno III - nr.09/2007
Messina 24/10/2007
SI PAGANO OGGI GLI ERRORI DI IERI
Profondo Rosso !
Bisogna farsene una ragione, riconoscendo le colpe di chi ha
fatto gli interessi del momento o forse, ancor meglio, i propri
Come sembrano lontani i tempi in
cui le due Filiali messinesi primeggiavano nelle graduatorie di redditività
di Poste S.p.A. Era un susseguirsi di
successi, premi, coppe di campioni e
convention in cui i responsabili delle
due unità produttive peloritane venivano additati ad esempio per
bravura e capacità organizzative.
Erano i ruggenti anni fotiani
e cerretani-laviolani, quelli
delle vacche grasse e di luminosissime e fulminee progressioni di carriera per tanti “adepti”.(Non sempre
meritate !!!!)
Oggi tutto è cambiato.
Messina è passata dalle stelle
alle stalle. Da luminosa cometa dei successi aziendali a
pesante palla ai piedi dell’area
Country.
Oggi i campioni sono Trapani
ed Enna (sic..!!!).
Quali le cause di questo crollo?
Perché Messina non “tira” più ?
Noi, in proposito, abbiamo le nostre idee e cercheremo qui di illustrarle, senza per questo voler assurgere a detentori del verbo assoluto,
ma sulla scorta delle esperienze di
chi, per scelta e per ruolo, quotidianamente incontra colleghi e si confronta con il diffuso malessere che
oggi
si vive
i n
tutti
gli uffici
postali della
nostra città e della provincia.
E il primo problema è proprio que-
Speciale: Orario di Lavoro
Ala luce delle conclusioni dell’Ispettorato del
Lavoro di Ragusa, di un anno fa, e di Enna dello
scorso 15 Ottobre, non possiamo ancor oltre attendere il riscontro su Messina, da noi richiesto a
suo tempo ed in pari data.
A nulla può valere, ora, il richiamo alla non presenza in Ufficio, fuori orario, se non autorizzati.
Serve solo ad evidenziare code di paglia e vigliaccheria che offendono quanti sono in attesa
della reale e definitiva risoluzione del problema.
a PAGINA 5-6-7
Riscopri insieme a noi i tuoi diritti
sto: la motivazione del personale.
Nelle Aziende di servizio, in special
modo se delle dimensioni e delle
complessità gestionali di Poste S.p.A,
la condivisione dei percorsi di crescita
con le risorse che poi devono mettere
in pratica e raggiungere determinati
obiettivi, è premessa essenziale per
il successo.
Entrando in un ufficio postale
di Messina, qualunque esso sia
e fatte le debite proporzioni,
non si ha proprio l’impressione che il personale abbia voglia, ma soprattutto conoscenza, degli obiettivi e delle
strategie aziendali.
Le prime due domande che
puntualmente ci sentiamo
rivolgere sono sempre le stesse:
1) quando mi chiamano per il
Fondo di Solidarietà ?
2) non c’è l’ho fatta ad entrare
nel fondo. Quando potrò andare in
pensione?
Un desiderio di “scappare”, di
lasciare un’Azienda di cui non si condividono più né le modalità gestionali
né gli obiettivi.
segue a PAGINA 2
UR - CPD
di Via Torino
Una ristrutturazione del recapito
partita male e proseguita ancora peggio, per problemi di impostazione, di
valutazione ed anche di merito.
Un conflitto di lavoro, una riperequazione delle zone di recapito impossibile, problemi che difficilmente
possono trovare soluzione in margini
assolutamente insostenibili.
Adesso però con l’aiuto delle pulci !
a PAGINA 8
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P AGINA 2
(Dalla I° pagina) attentamente se quel cliente che avevano di fronte era proprio adatto ad
Molti altri, oggi si trovano di fronacquistare quel determinato stru- te clienti che forse meno fiduciosi e
mento finanziario?
meno ingenui del passato sono divenOppure,
è
umano,
l’aspetto
pertati più disincantati quando entrano
L’ansia di fuggire è palese anche in
sonale
e
inquadramentale
ha
avuto
la
in un ufficio postale.
quelle risorse meno anziane (parlare
A queste responsabilità tutte
di giovani in Poste S.p.A. è puro meglio sui comportamenti eticamente
corretti?
“interne”
si aggiunge un quadro ecoeufemismo. . . !!!) che dovrebbero
Quanti clienti sono usciti da un nomico complessivo della famiglia
viceversa essere più pronte al camufficio postale convinti di aver acqui- media italiana (i nostri primi clienti)
biamento.
A voler scappare, sono quei stessi stato un BPF e viceversa avevano in che non è dei più rosei.
Recentemente l’ISTAT ha disegnalavoratori che avevano decretato il saccoccia un obbligazione a cinque
anni
o
un
prodotto
di
Poste
vita?
to
uno scenario inquietante sul livelsuccesso di Messina e che all’imLasciamo perdere, non è questa la lo di povertà delle famiglie italiane,
provviso non possono essere divensede idonea, se poi questi prodotti con oltre sette milioni di indigenti.
tati tutti fannulloni o imbecilli .
Sono sempre più numerosi i nuclei
Quelle stesse risorse che avevano abbiano reso di più del tradizionale
buono
postale.
E’
l’impostazione
di
familiari,
anche del tradizionale ceto
creduto al messaggio aziendale:
”basta raccomandati, vanno avanti principio che contestiamo. La man- medio, che non riescono a raggiuncanza di chiarezza nei confronti di gere la fine del mese. L’euro ha forsolo i più bravi.”
Sulla politica meritocratica di Po- una clientela, quella postale, in gran temente inciso sulla capacità d’acquiste S.p.A., potremmo scrivere un parte costituita da persone non in sto dei salari. C’è in Italia, ma nessulibro. Il livello di raccomandati (sia grado di valutare appieno le caratte- no sembra accorgersene, una queda politici che dai sindacati) ha ab- ristiche e i “rischi” di un determinato stione irrisolta di stipendi e tassazione sul lavoro dipendente abnorme.
bondantemente superato il limite strumento di investimento.
Ma
i
direttori
e
gli
SSC
avevano
la
Questa sofferenza, si ripercuote
massimo consentito. Ininevitabilmente anche sui
fatti si sono aggiunti i racrisultati degli uffici postacomandati del dirigente di
li.
turno.
L’imprenditore di sucLa nostra Azienda, oggi
cesso, il ricco professiopiù di ieri, è alla mercè di
nista raramente fanno
“suggerimenti” trasversali
parte del portafoglio
da parte di tutti gli schieclienti di un ufficio, se
ramenti politici. Uno
non per prodotti tipicastrumento per acquisire e
mente postali.
consolidare il consenso.
Quei pensionati INPS e
Questo il “misero” ruolo
INPDAP che prima riuin cui è stata relegata un’scivano ad avere un miniAzienda di 150.000 permo di capacità di risparsone.
mio con cui costruirsi un
E a Messina, stante le
“gruzzoletto” da mettere
note vicende amministraEcco la banca che raccoglie i risparmi dei penin Posta, oggi sono alla
tive e l’ennesimo com- sionati e di molti lavoratori. Con i prezzi alle
“canna” dovendo in molti
missariamento del comu- stelle, pere, mele e quant’altro, stanno diventancasi aiutare con la prone, con le elezioni del
pria pensione figli o niSindaco e del Presidente do le nuove obbligazioni degli italiani.
poti in difficoltà.
della Provincia alle porte,
A questo punto, comprendiamo
il tema “consenso” è molto forte. necessità non di vendere ma di
Oscuri personaggi tramano dietro le “piazzare” un determinato quantitati- quale potrebbe essere la risposta alle
nostre critiche: se ci sono delle diffiquinte, sfruttando le personali vo di “quel prodotto”.
coltà complessive, riguardano anche
C’era
chi
lo
faceva
per
meri
inte“entrature” in Azienda per la propria
ressi
personali
(la
carriera),
chi
sotto
quelle province siciliane che oggi,
personale compagna elettorale. Oggi
la pressione spasmodica e la leva del- invece, mietono successi.
come e più di ieri.
Premesso che ogni provincia ha
Altro capitolo quello della gestio- la paura abilmente utilizzata dal redelle caratteristiche assolutamente
sponsabile di filiale di turno.
ne commerciale.
Non raggiungere gli obiettivi era peculiari, riteniamo possibile, salvo
L’Azienda Poste anche recentemente ha ribadito la necessità di premessa a: distacchi, mortificazioni, che i fatti ci smentiscano, che in quemettere in atto dei comportamenti provvedimenti disciplinari. Insomma ste realtà locali in passato non sia
eticamente corretti nei rapporti con una crescita “drogata” con il drenag- stata fatta in profondità quell’opera
la clientela. Il cliente al centro di gio e lo spostamento di ingenti som- di drenaggio e spostamento di denatutto. Dobbiamo vendere solo quei me di denaro già presenti in Azienda ro all’interno di Poste e su determiprodotti finanziari che meglio si ad- e semplicemente spostati ad esempio nati prodotti.
Non si è insomma “raschiato il badicono alle esigenze e alle aspettati- da un libretto di risparmio. La favola
rile”
com’è stato fatto scientemente a
della
clientela
rubata
alle
banche
ve dei nostri clienti.
Belle parole. Ma è stato sempre (assolutamente marginale) è appunto Messina.
L’aspetto paradossale è che, ancora
fatto così? Oppure, si pagano oggi una favola.
Alcuni privilegiati, in virtù di tale una volta, a pagare per delle scelte
scelte dissennate fatte in passato?
Quanti direttori, in progressione successo, hanno cambiato funzione, scellerate rischiano di essere quei
di carriera e momentaneamente al- sede di lavoro e livello inquadramen- lavoratori non protagonisti ma vittilocati in un ufficio postale dove do- tale ed oggi sbandierano ai quattro me (chi consapevoli, chi meno) di un
vevano “dimostrare” la loro bravura, venti la necessità di comportamenti sistema perverso di cui oggi si stanno
pagando le conseguenze.
si sono fatti lo scrupolo di valutare eticamente corretti (alla faccia….).
Profondo Rosso ! !
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P AGINA 3
Certamente dall’alto il panorama è sempre stato dei migliori;
un colpo d’occhio che sicuramente affascina e incanta tutti.
Il volo alto
del Gabbiano
Abbiamo ricevuto tutti l’ultimo
numero de: “il gabbiano”, il mensile
che Posteitaliane fa recapitare ai
propri dipendenti in servizio ed al
personale in pensione.
Non è la prima volta, infatti, che
lo citiamo, per quelle che sono le
sensazione che a prima vista ci trasmette, magari a seconda dell’umore che in quel momento abbiamo.
Ci rendiamo anche perfettamente
conto che come organo di informazione aziendale non può che esprimersi in un determinato modo, usando un linguaggio attinente al proprio ruolo e soprattutto andare, perché no, ad enfatizzare determinati
avvenimenti che si sviluppano nel
corso di un determinato periodo,
facendo si che essi stessi arrivino ai
destinatari nella forma e nella maniera più luminosa possibile.
Ed è proprio su questo numero,
sul contenuto trattato, che vogliamo
fare una semplice riflessione. E non
perché gli argomenti siano più particolari di altri o esposti in maniera
particolarmente diversa, ma solo
perché, magari, coincidono con un
Crediamo sia capitato a tutti di prendere un aereo.
Ed è quando l’altezza e la limpidezza del cielo ti consentono di ammirare il panorama, che la tua mente si
estranea sino a sentirsi parte del volo di un gabbiano.
Ma se stacchi gli occhi dall’oblò, ritrovi accanto a te
tutta la tua realtà e la tua fragilità.
certo stato d’animo nato dalla nostra
semplice e modesta quotidianità
Leggiamo del nuovo contratto,
“un passo decisivo verso il mercato,
un passo avanti nello sviluppo . . .,
uno sforzo importante”.
Leggiamo che con Mistral Air (la
società aerea del gruppo Poste) volano anche i passeggeri.
Nasce la figura dello Specialista
Sviluppo PMI, per la conquista
del mercato delle Piccole e Medie
Imprese.
Dell’impegno di Posteitaliane per
la Sicurezza sul Lavoro.
Ed ancora del meeting
“Community HR, una tavola rotonda con i Responsabili Risorse
Umane Regionali. E veramente tanto, tanto, tanto altro ancora.
Ora, senza alcuna polemica, se
bisogna rispettare, per come è giusto, i ruoli ed i compiti di chi vola
alto, essendone a ciò demandato,
crediamo di contro nella consapevolezza che ve ne sia ogni diritto, che
debbano essere rispettati, in egual
In un oceano di notizie
misura, i ruoli ed i compiti di chi
cammina con i piedi per terre perché altrettanto a ciò demandato.
In buona sostanza il rispetto, la
considerazione e la valorizzazione,
all’interno di una Azienda o si hanno
per tutti o il meccanismo non va
avanti. Non può andare avanti
Oggi abbiamo un front-end abbandonato a se stesso, vuoi per incapacità, per incompetenza o per arroganza, ma è in grossissime difficoltà.
Volare alto anche, ma ogni tanto
guardare in basso . . . anche !
Che ci piaccia o no e lo andiamo
dicendo da troppo tempo, in questa
Azienda marciano troppi Caporali,
che sanno solo dare ordini dai loro
piedistalli senza alcuna umiltà di
affrontare problemi e difficoltà, perché esula o sminuisce la loro immagine e/o vanità.
Talmente stupidi da non capire, a
fronte di quanto la storia ci ha ampiamente insegnato, che poi saranno
i primi ad essere decapitati.
La tua crociera nel mondo
dell’informazione
Prossimo, il traguardo dei 3.000 ingressi al mese
Tutto ciò che ruota attorno all’universo postale
www.slccgilmessina.it
Entra nel nostro sito
Per avere la consapevolezza dei tuoi diritti,
Per essere libero e convinto delle tue scelte.
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Ritiro anticipato
per i lavori
usuranti
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L’accordo governo-sindacati del 20 luglio scorso prende, tra l’altro, l’impegno di risolvere anche l’annosa
questione dei lavori usuranti, dei quali sarà disegnata
una nuova mappa che avrà come base la tabella “Salvi”
del 99.
Un elenco, stilato dall’allora ministro del lavoro, che
comprende alcune mansioni particolarmente pesanti
come i lavori in galleria, cava e miniera, attività svolte
ad alte temperature o in spazi ristretti, palombari, ecc.
Ad essi si aggiungeranno, tra gli altri, secondo criteri
che saranno definiti da un’apposita commissione, i lavoratori notturni, gli addetti alla catena di montaggio, alle lavorazioni in serie dell’industria e i conducenti
di mezzi pubblici pesanti.
Le agevolazioni previste dalla normativa vigente, rimaste finora praticamente sulla carta, sono sostituite da
uno sconto di tre anni sull’età minima per la pensione di
anzianità, fermo restando il limite dei 57 anni al di sotto
del quale non si potrà scendere
Il ritiro anticipato è subordinato, inoltre, allo svolgimento di un’attività usurante e di almeno 7 anni negli
ultimi 10 durante il periodo transitorio (2008- 2013),
ovvero per almeno la metà del periodo di lavoro complessivo successivo.
Ai nuovi benefici sono interessati potenzialmente un
milione 400 mila lavoratori. .
Condizioni agevolate per l’uscita con la pensione anticipata, saranno stabilite anche per un certo numero di
lavoratori in mobilità
(5000) e per coloro che sono stati autorizzati ai versamenti volontari entro il 20/09/07.
Riscatto della
LAUREA
Decisamente più ampio e articolato si presenta il capitolo che l’accordo dedica alla materia del riscatto dei
periodi di studio.
Un tempo il ricorso a questa forma di copertura era
pressoché generalizzato, in quanto il lavoratore poteva
contare su una serie di agevolazioni che rendevano l’operazione conveniente sotto tutti i punti di vista.
Il costo era più che abbordabile e il ritorno in termini
di pensione garantito soprattutto per chi con l’incremento di anzianità assicurativa poteva arrivare al traguardo
della pensione con qualche anno di anticipo.
Negli ultimi anni l’interesse nei confronti del riscatto
laurea è decisamente calato soprattutto tra i giovani, scoraggiati dall’alto costo e dal fatto che gli anni di studio, a
differenza di quanto avviene nel sistema retributivo e
misto, non sono utilizzabili per il pensionamento anticipato, anche se si hanno 40 anni di contributi.
Le proposte presentate dal governo prevedono la totale computabilità dei periodi riscattati per il raggiungimento dei requisiti contributivi per il diritto alle diverse
forme di pensionamento.
A ciò si aggiunge la possibilità, oggi non ammessa, di
presentare la richiesta anche nel periodo che precede
l’inizio dell’attività lavorativa con un contributo stabilito
dalla legge per ogni anno di studio.
Diventano più ampie anche le agevolazioni per il pagamento che potrà essere dilazionato nell’arco di 10 anni
(120 rate mensili) senza aggravio di interessi.
Il vantaggio è evidente se si considera che oggi l’INPS
concede al massimo 60 rate mensili maggiorate di interessi al tasso Legale
C’è da considerare poi che in futuro le somme versate
per il riscatto potranno essere portate in detrazione dal
reddito imponibile anche dai genitori o dalla persona di
cui l’interessato risulta fiscalmente a carico.
Novità sono previste anche per i lavoratori che rientrano nel sistema retributivo o misto.
Saranno infatti uniformate le regole previste dai diversi enti in materia di pagamento per consentire anche a
costoro di beneficiare della dilazione a lungo termine
articolata in 120 rate mensili.
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P AGINA 5
Speciale:
Orario di lavoro . . .
Alle disposizioni di servizio inapplicabili e contraddittorie eravamo
abituati. Ma a quelle paradossali ancora no.
Che in Poste Italiane S.p.A in generale e a Messina in particolare ci
sia una problematica connessa al
rispetto dell’orario di lavoro, contrattualmente previsto e a migliaia di
ore di straordinario non pagate, è
chiarissimo.
In merito ci sono autorevoli interventi da parte dei competenti Ispettorati Provinciali del Lavoro tra i
quali : Ragusa e quello recentissimo
di Enna, che hanno accertato pesanti
violazioni retributive e contributive
(solo l’Ispettorato Provinciale di
Messina pare non si accorga di quanto stia accadendo, nonostante le nostre ripetute denunce . . . ! ! !).
E l’Azienda cosa fa ? Invece di riconoscere il problema e cercare di
risolverlo rispettando quelli che sono i dettami e i paletti contrattuali,
pensa bene di scaricare la patata bollente sulle spalle dei “soliti noti”: i
direttori degli uffici.
Qui di seguito, il messaggio pegasus pervenuto in data 13 c.m. a tutti
i DUP della Filiale di Messina 1 a
firma del responsabile Dott. A. Donato.
Se abbiamo letto bene, il messaggio è il seguente: cari direttori, allo
scadere dell’orario di servizio, dovete cacciare fuori dall’ufficio tutti i
vostri collaboratori, a meno che non
siano stati espressamente e preventivamente autorizzati dalla
Filiale.
Se non lo fate, vi assumete in toto
la responsabilità.
Dietro il grigio burocratese del
pegasus, ci appare chiaro il tentativo
di addossare ad altri responsabilità
gestionali ed organizzative e l’eventuale violazione di norme di legge e
contrattuali in materia di prestazione aggiuntiva o straordinaria.
Facciamo un esempio.
Il Direttore dell’ufficio postale X
si accorge che alle 13,10, mentre si
avvicina l’orario di chiusura al pubblico, ancora ci sono in fila venti
persone (caso non raro) . Rispettando un preciso ordine di servizio
(ecco la contraddittorietà..!!!) che
prevede l’obbligo di servire tutti i clienti ancora presenti all’interno dell’ufficio alle 13,30,
invita lo sportellista a completare il lavoro di front-end.
Quest’ultimo, per ottemperare
alla richiesta, protrae la sua prestazione al pubblico e di conseguenza
sfora le
ore 14,00
per completare
tutte le attività di back office:
(stampe, mod XXI, scarico assegni ,quadratura host, sistemazione
titoli, note giornaliere etc, etc.).
Cosa deve fare, alla luce del summenzionato messaggio pegasus il
direttore?
Dal momento che, per motivi meramente temporali, il collega sportellista non è stato espressamente
e preventivamente autorizzato
dalla Filiale alle ore 14,00, indipendentemente dallo stato dell’arte,
deve obbligatoriamente abbandonare tutto e andare a casa. Il lavoro si
completa l’indomani? E in questo
caso, si è autorizzati ad aprire in ritardo lo sportello al pubblico ?
Ma alla Filiale di Messina 1, non
sanno che negli uffici postali molto
spesso si sfora l’orario d’uscita?
Che cosa abbiamo speso a fare milioni di euro per dotare gli uffici di
tracciatura elettronica dell’orario
d’ingresso e d’uscita?
Perché non analizzare il problema
per capirne le ragioni (forse carenza
di personale ? ? ?), invece di coprirsi
gli occhi con il prosciutto o nascondersi dietro la classica foglia di fico?
Ma, noi che siamo malpensanti,
riteniamo che ci sia dell’altro.
Il discorso è chiaro: c’è un problema, non lo possiamo o vogliamo
risolvere, allora facciamo in modo di
toglierci ogni responsabilità e di addossare ad altri eventuali colpe.
Un atteggiamento “pilatesco” e “
omissivo”, scorretto non solo aziendalmente ma anche e soprattutto
eticamente.
Facile prevedere che in caso di
controlli (paura davvero aleatoria
visto l’andazzo a Messina) degli organi di controllo esterni, sarà il direttore di turno a dover spiegare
perché quel tale sportellista è ancora
in ufficio magari alle 15,00.
La Filiale, poveretta, l’aveva
detto: alle 14,00 tutti a casa.
Un solo commento e ci limitiamo
solo a questo:
“MA CHE BELLA
FACCIA TOSTA ! ! ! ! !
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P AGINA 6
Speciale:
Orario di lavoro . . .
. . . e . . a Messina ?
Non possiamo e non
intendiamo ancor oltre
attendere passivamente
il reale risultato, a Messina, di una battaglia
che in prima persona ci
appartiene e che ci ha
visti protagonisti dell’iniziativa sul territorio
regionale.
Nel luglio del 2005, questa Segreteria Provinciale, in concerto con la Segreteria Regionale e la condivisione di
tutto il territorio di pertinenza, inoltrava denuncia all’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Messina, e di altre
Province, per la palese e reale inosservanza dell’orario di lavoro cui erano
costretti i lavoratori di Posteitaliane su
tutto il territorio regionale.
I più ricorderanno gli effetti che detta iniziativa ebbe a provocare in seno
all’Azienda e tra, non solo i colleghi
ma, quanti, in regime di assoluta e totale connivenza, acconsentivano al perdurare di tale stato, facendo subire, di
conseguenza, ai colleghi una palese ed
abnorme situazione di illegalità diffusa,
mortificante per gli addetti ma altamente redditiva e produttiva per la
parte datoriale.
Detta all’uso dei carmelitani scalzi,
tanto per intenderci: “una situazione di
comodo” che conveniva e favoriva il
responsabile provinciale di turno, che
così riusciva nell’intento di produrre al
di sopra delle possibilità, realmente
disponibili.
Certo l’Azienda subì un bel trauma,
in quanto si trovò spiazzata su un terreno nel quale aveva cercato sino ad allora, di operare a proprio piacimento.
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Rimane famosa la frase di un certo
Dirigente che “proponeva” o meglio
“obbligava”, “sportelli aperti a
canna lunga, anche sino a sera”.
E badate bene, non stiamo inventando nulla, molti di coloro che ci leggono lo sanno e lo ricordano bene.
Così come, qualche tempo dopo, si è
stati costretti ad uscire affermando
per iscritto, che ogni prestazione
fuori orario doveva essere preventivamente autorizzata dalla Filiale e
che nessuno era autorizzato a trattenersi in ufficio oltre l’orario di lavoro.
Come potete capire, cominciano
così le vergognose azioni di scarico
delle proprie responsabilità in previsione di un fuoco che avvicinandosi
poteva lambire o bruciare la propria
persona. Meglio scaricarsi ed eventualmente fare bruciare gli altri.
Il coraggio dei vigliacchi comincia
ad emergere.
Ebbene, a dicembre del 2005 siamo chiamati a Palermo, nella sede
dell’Ispettorato Regionale del Lavoro per chiarire i termini della nostra
denuncia e da li far partire un serio e
razionale piano di ispezioni, su tutto
il territorio regionale che potesse
appurare la veridicità o meno delle
nostre affermazioni.
A dir la verità, qualche provincia
aveva già iniziato il proprio percorso,
appurando la reale esistenza di un
andazzo diffuso, su prestazioni fuori
orario non remunerate dall’Azienda,
infatti la prima a depositare le proprie conclusioni è stata proprio Ragusa con una verifica conclusasi con
una multa a Posteitaliane di 79.000
€uro a seguito del palese riscontro
su quanto da noi denunciato.
E Messina ???
A Messina tutto taceva.
Ricordiamo che a Palermo il Funzionario messinese faceva appello
alla carenza di personale sul suo territorio, sicuramente fatto di assoluta
rilevanza, che ci può trovare solidali, ma sicuramente un problema che
non ci sfiora, tanto meno può e/o
intendiamo possa essere causa giustificativa del corretto e tempestivo
riscontro da noi richiesto.
Nel 2006, infatti, inoltriamo nota
al suddetto Ispettorato di Messina
per dare una spinta alle verifiche
che, per quanto giuntoci, si erano
mosse, sino ad allora, in maniera
alquanto lenta ed anomala.
Ebbene, oggi (vi riproponiamo il
testo integrale nella pagina accanto),
anche l’Ispettorato Provinciale
di Enna conclude le sue verifiche, facendo uscire dalla Filiale di
Enna 9.500 ore di straordinario non
pagato a 118 lavoratori dipendenti,
oltre alla mancata concessione di
ferie, ecc, ecc,.
Per opportuna conoscenza di chi ci
legge, se sulla Provincia di Enna
stiamo parlando di 118 dipendenti
per 9.500 ore, con un semplice calcolo proporzionale, che sicuramente
ha solo carattere puramente indicativo, rapportando il numero dei dipendenti di Enna a quelli di Messina
ed ipotizzando una similitudine di
comportamenti, potremmo arrivare
ad una conclusione, per la nostra
Provincia, che vede come minimo
P AGINA 7
600 dipendenti con 47.500 ore non
pagate.
E Messina ???
A Messina, ancora, tutto tace. La
seconda Provincia della Regione,
conclude, ma a Messina ???
Vuoi vedere che nella nostra Provincia è tutto regolare.
Vuoi vedere che proprio noi che
abbiamo sollevato il polverone abbiamo tutto a posto, e che non vi è
alcun riscontro negativo.
E si, magari a Ragusa ed Enna sarà
stato un caso. O magari saranno stati
gli stessi Ispettori che si sono sbagliati.
Chissà cosa hanno controllato.
Vedete cari colleghi, a questo punto è meglio dire le cose come stanno, e meglio essere chiari, se per
qualcuno ancora non lo siamo stati.
Noi abbiamo pazienza, molta pazienza, ma l’Ispettorato Provinciale
del Lavoro di Messina è bene che
sappia che o prima o dopo i riscontri
debbono essere fatti e ce li deve dare. Ed è proprio per questo, ve lo
possiamo assicurare, che non staremo con le mani in mano aspettando
sino all’infinito.
L’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Messina ”deve” portare a
termine questo lavoro nel rispetto
del proprio ruolo e nel contestuale e
parallelo rispetto della dignità di
quei lavoratori o rappresentanti dei
quali, ad esso si sono rivolti per le
dovute e spettanti garanzie di legge,
inerenti al proprio rapporto di lavoro, senza alcun condizionamento da
parte di chicchessia. Speriamo ! ! !
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P AGINA 8
U NO SGUARDO SUL RECAPITO :
CI MANCAVANO SOLO LE PULCI . . .
A NCHE IL TENTATIVO DI RIPEREQUAZIONE DELLE ZONE DI RECAPITO ,
FAT TO DA PORTALET TERE , RIPARTITORI E DIRIGENZA DELL ’ UFFICIO , È
FALLITO . C HISSÀ , MAGARI ADESSO , CON L ’ AIUTO DELLE PULCI ! ! !
Se qualcuno ci chiedesse quali vi, sia stato, in realtà,un taglio per conda fase ed alla dirigenza dell’uffisiano stati, ai fini del miglioramento così dire “politico”, derivante, per- cio, ad un tentativo (poiché di quedel settore, i benefici derivanti dalla tanto dalla necessità di operare, co- sto si è trattato) di riperequazione
recente riorganizzazione del recapi- munque, una riduzione delle zone di della zone di recapito, hanno dovuto
to non avremmo dubbi nel rispon- recapito che, nella provincia di Mes- gettare la spugna, consapevoli che
dere che, fino ad adesso, nessun sina, doveva essere tale e quale quel- col numero delle zone sulle quali
miglioramento è rilevabile nei due lo che è stato; di conseguenza il nu- operare, vi è ben poco da perequaU.R. cittadini. Ciò, naturalmente, mero delle zone oggi presenti non re.
evitando di mettere il naso nei conti corrisponderebbe alle effettive neNé,tantomeno sul piano della fundell’Azienda Poste, nel merito dei cessità degli uffici interessati.
zionalità, si possono in alcun modo
quali non è nostro compito
apprezzare aspetti positientrare.
vi ,come peraltro ci si aspetta
Ma, perfino sull’ipotesi di
di vedere a due mesi e più
un maggior incremento di
dall’implementazione del proquesti ultimi, ci permettiamo
getto.
di riservarci qualche dubbio.
Nessun passo avanti è stato
La sensazione comune è
fatto sul terreno dell’eliminasimile a quella avuta ai tempi
zione dell’ inaccettabile quandel passaggio da Ente Pubblitità di prodotto disguidato,
co Economico a S.p.A. del
che perviene quotidianamente
nostro datore di lavoro e,
in ufficio, né per ciò che ricioè, quella che, pur facendo
guarda la fornitura del matepresagire un po’ a tutti, un
riale indispensabile alle lavoraforte giro di vite, l’avvento
zioni; tanto che, a tutt’oggi, le
della meritocrazia e la fine dei
ormai famose reggitrici, pormiglioramenti in carriera sulla
tate alla ribalta da questo giorsola base dell’anzianità del
nale, sono inutilizzabili enservizio: sappiamo, però, poi
trambe, così come è ormai
com’è andata a finire!
diventata cronica la carenza di
Facciamo questa analogia,
buste e ricevute necessarie
poiché, pur ben consapevoli
(mai quanto oggi) per la comche un taglio delle zone di
pilazione delle CAD, ormai
recapito così imponente quale
eseguite in quantità industriale
quello subito dalla nostra Prodai portalettere dei due uffici.
vincia, avrebbe comportato
Per quanto riguarda poi
una maggior mole di lavoro
l’immagine finale, quella,
per tutti, nessuno avrebbe
cioè, che ne deriva alla cliensospettato che, a questo, atela, non vi consigliamo di
vrebbe fatto da contraltare, il
farne un’indagine: rischiereste
totale disinteresse dei respon- Certo che più tempo passa e più siamo
davvero per la vostra incolusabili per un servizio che an- indotti a credere che tutto ciò non può
mità !
cor oggi è tutt’altro che effi- essere un caso. Non si può arrivare a
Ci chiediamo chi ha la reciente e si regge soltanto cotanto vergognoso stato se non con una
sponsabilità di tutto questo!
sull’elargizione di un massiccia dose di connivenza.
Possiamo,però, con sicurezquantitativo abnorme di
za dirvi a chi non spetta tale
ore di straordinario, non- Adesso ci mettiamo anche le pulci ! ! !
responsabilità: ai postini.
ché sull’ impiego non
Ed intanto la posta giace in
propriamente ortodosso
ufficio.
della cosiddetta flessibilità
Ma anche dalle peggiori realtà c’è
Ma, si sa, non tutte le ciambelle
operativa.
riescono col buco; e così le ciambel- chi ne trae beneficio.
Già, perché oggi il sistema, senza le sfornate per i CPD cittadini, con
Nel caso nostro a godere (forse
la “disponibilità” di colleghi di un “occhio di riguardo” per il CPD non da sole) di tutto questo sono le
“buona volontà”, da solo non riusci- di Via Torino, dove, comunque cer- pulci, della cui presenza non manrebbe a camminare, perché zoppo.
chi di sistemare la coperta, c’è sem- cano certo testimonianze e che oggi
Diciamo questo,in quanto oltre- pre una parte che rimane scoperta.
regnano incontrastate al CPD di via
modo convinti che quello che doveLo sanno bene quei portalettere, Torino a far buona compagnia alle
va essere un taglio “tecnico”, effet- che, chiamati a partecipare per stampe che cominciavano a sentirsi
tuato, cioè sulla base di dati oggetti- gruppi, insieme ai ripartitori di se- ormai troppo sole.
“I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .09/2007
C’ ERA
P ERSONAGGI ,
UNA VOLTA
UFFICI ED APPARATI
Questo mese, usciremo in
parte dai personaggi, uffici ed
apparati della nostra storia
postale, ma proprio perché
Messina è di per se la nostra
storia, la nostra terra, il palcoscenico naturale della nostra vita, non possiamo che
dare spazio ad alcune immagini che ci riportano indietro
nel tempo ed a quell’evento,
che più di tutti, ebbe a segnare profondamente ed indelebilmente la vita della nostra
Città e della nostra Provincia.
Siamo nel 1908, le monete
del Regno d’Italia con l‘effige
di Vittorio Emanuele III segnavano e supportavano la
nostra economia nel contesto
di una città che come tante
altre viveva il suo tempo.
Ma ecco come “l’evento”,
un enorme boato e la terra
che trema in quel 28 dicembre, ne mutano profondamente il destino e la sorte
distruggendo nella quasi totalità tutto ciò che, di essa, ne
. . .
P AGINA 9
. . .
DELLA NOSTRA STORIA .
era parte.
La cartolina pervenutaci
della distruzione del Duomo,
è emblematica per tutto quello che quel terremoto rappresentò per l’intera città.
Oltre 100.000 furono le
vittime ad esso ascritte ed una
città in ginocchio.
Sicuramente ebbe molti
Vediamo qui in alto la moneta da 1 lira, datata 1908, mentre in basso
una medaglia commemorativa, terremoto calabro-siculo 28/12/2008.
Qui sotto l’immagine di ciò che rimase del Duomo di Messina
subito dopo il sisma, insieme all’etichetta triangolare, emessa proprio per il terremoto siculo-calabro del 28 dicembre del 1908, a
sostegno e per l’aiuto ai superstiti e la ricostruzione della città.
aiuti. Molti corsero in
soccorso per affrontare
quell’emergenza.
E una delle tante fonti
di aiuto fu proprio l’emissione di una etichetta triangolare, datata
1908, del valore di 10c,
con cui si raccolsero dei
fondi per aiutare i superstiti e la ricostruzione della città.
“I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .09/2007
IL
Il cav. Ernesto Piccolomini, direttore dell’ufficio postale di Vigata aveva gana di iarmare turilla con i suoi
superiori. Tra pensionamenti, malattie e distacchi gli erano rimasti in
ufficio due soli collaboratori: Turi
Spitaleri e la signorina Grazia Stornello. Appassionata di musica lirica e
mancata soprano, la donna cantava
nel coro parrocchiale ed era solita
scassare sonoramente i cabbasisi ai
colleghi abbandonandosi in fantastici
duetti tratti dalla “Boheme”.
La sua voce aveva la stessa gradevolezza e armonia di una marmitta rotta
e più volte lo Spitaleri fu sul punto di
strangolarla, con i clienti in fila all’ufficio che battevano le mani acclamandolo e il cav. Piccolomini che,
alla stregua dei vecchi imperatori romani, stava rigido
con il pollice in giù .
Ripetutamente il
preposto dell’ufficio
postale di Vigata si
era rivolto, verbalmente e per iscritto, alla Filiale di
Montelusa, per chiedere l’invio di qualche unità in aiuto, ma
l’ineffabile dott. D’Aquì
se ne era sonoramente stracafottuto.
Una domenica mattina, mentre
stava assistendo alla Messa, donna
Grazia Stornello, inebriata dal piacere di cantare in pubblico, non vide lo
scalino che separava il coro dall’organo e vi inciampò. Gli esiti furono
disastrosi. La donna ci rimise l’intera
arcata dentaria superiore; lo strumento musicale fu più fortunato e
perse solo due tasti: un do maggiore
e un sol minore. L’organista, Gaetano La Macchia, n’tiso dodici dita per
una malformazione congenita alle
mani, distrusse un paio di occhiali
nuovi di zecca e non riuscì più a trovare il “diamantino” che per vezzo si
era fatto incastonare sulla narice destra.
Il giorno dopo, il cav. Piccolomini
ebbe praticamente dimezzata la sua
dotazione di sportellisti.
Ricordava con rimpianto gli anni in
cui l’ufficio postale di Vigata
“brulicava” di personale come un
grande magazzino nei giorni degli
sconti. Vedere le stanze silenziose e
gli sportelli desolatamente vuoti gli
metteva tanta di quella tristezza che
fu sul punto di suicidarsi tagliandosi
le vene.
P AGINA 10
CONTROCANTO
Intanto, il “superstite”, don Turi
Spitaleri, cercava di fronteggiare la
clientela sempre più incazzata e bestemmiava coinvolgendo i più alti
livelli del Consiglio D’Amministrazione delle volte celesti.
Inattesa, giunse una comunicazione
dalla Filiale di Montelusa che recitava: “per inderogabili esigenze logistico-organizzative si dispone l’applicazione per i giorni di LunedìMercoledì e Venerdì della prima settimana del mese di tre risorse del
progetto scuola da applicare ai servizi
di sportelleria”.
Che minchia fosse, questo progetto
scuola, il cav. Piccolomini non aveva
la più pallida idea, ma si confortò speranzoso dall’arrivo di forze “fresche”
anche se precarie , a tempo determinato e senza alcuna esperienza lavorativa .
La mattina dopo arrivarono all’uffi-
cio postale di Vigata tre vintini .
Il primo, tale Calogero Imposimato
indossava un paio di jeans a vita bassa
strappati in 147 punti. Il secondo,
Ernesto La Bua aveva tatuato sul petto villoso una gigantografia di Che
Guevara con il motto: “Hasta la
revolution”. La terza, una ragazza
gracilina si chiamava Preziosa di nome e Materia di cognome (i genitori e
l’ufficiale di stato civile che la registrarono all’anagrafe avrebbero dovuto essere condannati ai lavori forzati).
“Cosa fare di questi sbarbatelli ?”pensò il cav Piccolomini. Ligio agli
ordini impartiti dalla Filiale li applicò
agli sportelli attendendo gli eventi
che non tardarono a manifestarsi in
tutta la loro virulenza.
Materia Preziosa, fu la prima a perire sul campo.
Afferrato il guller, cercò di bollare
con decisione e precisione un avviso
di ricevimento di una raccomandata
AR. Il grido si elevò altissimo. Si
era stracafottuta il bollo sull’anulare della mano sinistra riportando la
frattura scomposta della prima falange .
Per Ernesto la Bua gli inconvenienti furono, per così dire, di natura politica. Il primo cliente che si
presentò allo sportello fu infatti il
cav. Benito La Monaca, 97 anni
suonati.
Era conosciuto a Vigata e dintorni
per essere stato avanguardista della
prima ora e per aver preso parte
alla marcia su Roma . Da buon nostalgico del “ventennio”, si era arredato la casa con fasci, gagliardetti
e busti del DUCE. Aveva chiamato
le due figlie una Rachele e l’altra
Edda e ricordava a tutti che durante il fascismo i treni arrivavano puntuali.
Alzati gli occhi e trovandosi viso a
viso con il tatuaggio di Che Guevara, fu colto da una crisi apoplettica
che lo mandò repentinamente all’altro mondo. Con somma gioia del
Presidente dell’INPS che finì , finalmente, di pagargli il sostanzioso
trattamento di quiescenza.
Calogero Imposimato, dopo aver
strappato per la 148° volta i pantaloni urtando contro il roller cash,
cercava di rendersi utile, ma non
sapendo che pesci pigliare continuava a tempestare lo Spitaleri di domande e richieste d’aiuto.
Alla 9936° domanda, don Turi si
alzò di scatto dal suo sportello è in
piena crisi mistica, sentendosi una
sorta di angelo vendicatore di biblica memoria, afferrò il vintino per
la camicia e lo stracatafuttio fuori
dall’ufficio senza tralasciare un ricco contorno di ben assestati calci in
culo.
PS- leggiamo cosa prevede testualmente il vigente CCNL in tema di inquadramento e declaratoria
del personale sportellista di fascia
C: “Lavoratori che in possesso di conoscenze specifiche qualificate svolgono
attività di carattere tecnico- amministrativo-commerciale, di coordinamento
di lavoratori o particolari incarichi di
responsabilità. Nell’ambito di tali attività effettuano operazioni complesse in
piena autonomia e con potere di iniziativa nell’ambito di procedure definite e
disposizioni dei responsabili gerarchici”.
Che cosa ce ne facciamo di ragazzi
senza esperienza mandati allo sbaraglio con contratti a tempo anche di
appena un mese ?
Non si tratta dell’ennesimo sperpero di risorse aziendali ? ? ?
“I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .09/2007
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. . . il mio . . . Punto!
Periodico del
SLC-CGIL Messina
Sindacato lavoratori
comunicazione
Autorizzazione Tribunale di Messina
Nr. 2/06 - R.S. del 25/01/06
Levis est Fortuna: cito reposcit quod dedit
(La fortuna è leggera: presto chiede indietro ciò che ha dato
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Capo Redattore N. Caminiti
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LUNEDÌ, MERCOLEDÌ E VENERDÌ
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I nostri numeri a portata di mano:
Oriti
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Stancampiano
(Segr.) 333-1190868
Caminiti
(Pres. C.D.) 349-3294761
Spesso i vicoli sono senza uscita e magari ti toccherà ritornare indietro . . . chissà ! ! !
Questa massima di Publilio Siro,
costituisce una variazione sull’ampio tema della volubilità e aleatorietà della fortuna, la quale è in grado
di provocare cambiamenti più radicali, di trasformare un retore in
console e un console in retore; di
portare ora alle stelle e un momento dopo nelle profondità delle stalle.
In un’altra massima di Siro, troviamo ancora: “la fortuna toglie
pochissimo a colui cui ha dato
pochissimo”; ma soprattutto riscontriamo in Seneca una esortazione a non preoccuparsi delle alterne
sorti della vita, perché appunto la
fortuna può riprendersi solo ciò che
ha donato, cioè tutto ciò che ci è
caduto dal cielo o accaparrato per
grazia ricevuta, ma giammai ciò che
si è costruiti col sudore, i sacrifici e
le proprie forze.
La fortuna potrà toglierti ciò che
eri diventato, mai quello che realmente sei.
“La fortuna:
essa è mutevole come la luna”.
Non amiamo fare commenti alle
sentenze latine che ogni mese pubblichiamo, ed anche questo mese
manteniamo questa nostra riservatezza. Ad ognuno l’interpretazione
di cui è capace; cui meglio si addice.
Solo un’esortazione a chi, spesso
accecato dal presente trascura la
storia coi suoi corsi e ricorsi: meditare, meditare, meditare.
C’è . . . Poste per te - . . . Pensioni, . . . un universo in continuo subbuglio
Ancora sul . . .
Calcolo della
Pensione !
Slitterà al 2010 la revisione dei
coefficienti utilizzati per il calcolo
delle pensioni contributive.
Si tratta di valori che trasformano in
pensione il cosiddetto montante ossia
quanto è stato versato durante tutta la
vita lavorativa.
Secondo la riforma Dini del ‘95,
ogni 10 anni i coefficienti devono
essere rivisti per adeguarli all’andamento della vita media.
Per cui, se si vive più a lungo, devono essere corretti verso il basso in
quanto diventa più ampio il periodo
in cui si potrà beneficiare della pensione.
Ma nel 2005 il governo di allora
non se l’è sentita di intervenire, perché ciò avrebbe comportato una riduzione dei coefficienti del 6-8% su
pensioni come quelle contributive
che in prospettiva si presentano molto più povere di quelle liquidate con
il sistema retributivo e misto.
L’intesa di luglio fa slittare la revisione dei coefficienti al 2010 ed affida ad una commissione di esperti
l’incarico di individuare correzioni
che tengano conto non solo dell’andamento della vita media, ma anche
dell’incidenza sui trattamenti pensio-
nistici dei diversi percorsi lavorativi (precariato, ecc).
I nuovi valori saranno aggiornati
automaticamente ogni tre anni e in
più saranno messi a punto meccanismi tali da garantire per le pensioni più basse una copertura non
inferiore al 60 % dell’ultima retribuzione.
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Sindacato lavoratori
comunicazione
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24-10-2007 - slc