Anno 3 numero 1 gennaio 2004 Bollettino del Centro Servizi Immigrati Profughi e Rifugiati - Città di Potenza Coop. Punto & a capo - Coop. Iskra SEDE: Piazza Gianturco n. 9 - 85100 Potenza Tel. 0971-601233 email: [email protected] Attività della Città dei Colori Il Centro Servizi Immigrati, Profughi e Rifugiati della Città di Potenza svolge attività di:Sportello informativo, per il disbrigo delle pratiche burocratiche (conversione di patenti di guida, informazioni, azioni in merito alle pratiche relative alla ORARI DI SPORTELLO: Lunedì ore 10,00-13,00 Martedì: ore 15,30-18,30 Giovedì: ore 10,00-13,00 Sabato: ore 10,00-13,00 BANCA DATI inerente alla frequenza degli stranieri nel centro SERVIZI DI CONSULENZA LEGALE ASSISTENZA PSICO-SOCIALEMEDIAZIONE CULTURALE CORSI di alfabetizzazione e cultura italiana per stranieriregolarizzazione, informazione sui permessi di soggiorno, ricongiungimento familiare ecc.) Il Centro è attivo anche la DOMENICA POMERIGGIO, giorno nel quale si creano, attraverso la proiezione di film e documentari, momenti di aggregazione e socializzazione. Sognando Casablanca "Mi chiamo Nadia, ho 14 anni, vivo a Potenza da 13 anni; avevo un anno quando sono venuta dal Marocco con i miei genitori. Frequento la scuola media Giacomo Leopardi; abito a Bucaletto." Con questa presentazione ha inizio l'intervista, o forse sarebbe meglio chiamarla conversazione. Nadia è di casa a Città dei Colori, dallo scorso anno frequenta le nostre attività scolastiche ed ha partecipato a diverse iniziative del centro. E' il nostro punto di riferimento più vicino quando ci muoviamo sulle tematiche relative alla seconda generazione. Ed è appunto della seconda generazione che vogliamo parlare. I figli degli immigrati esistenzialmente si collocano in una zona di confine: possono assumere due modelli culturali, sincretizzarli, optare per uno; ma rischiano anche di ritrovarsi alla fine né carne e né pesce. Ma Nadia, senza dar cenni di dubbio, afferma sicura "mi sento sia marocchina che italiana", però poi aggiunge subito "a scuola, durante l'ora di religione, mettiamo a confronto le diverse religioni; in questi momenti è chiaro che mi sento più araba e sono orgogliosa di essere musulmana. Nadia sa di essere anche italiana, ma ostenta tutto l'orgoglio di essere marocchina, araba e musulmana. Afferma che non le è mai capitato di essere costretta a dover mimetizzare questa sua identità: "quando mi trovo in mezzo ad amiche ed amici italiani sono ancora più convinta di essere marocchina, e questo mi fa piacere: Non mi è mai capitato di avvertire una barriera tra me e gli italiani; anche in Italia mi sento a mio agio…però mi manca un po' di Casablanca, ed ho nostalgia". "Quando vado in Marocco durante le vacanze mi ambiento subito. Però cerco di non affezionarmi troppo a questo posto perché ho paura che poi il distacco sarebbe troppo doloroso". E mentre parla negli occhi e nel volto sempre più si avvertono i segni della nostalgia, come se i suoi occhi vedessero le case e le vie di Casablanca ed avvertisse sulla pelle il vento dell'oceano. "A Potenza frequento ragazze e ragazzi marocchini della mia età. Sono cinque o sei. E sinceramente mi trovo meglio con loro che con gli italiani". "Sarebbe una bella cosa conoscere altri ragazzi miei connazionali che vivono qui in Basilicata. Con loro potrei parlare più del Marocco e soprattutto potrei parlare nella mia lingua". "Certamente questi ragazzi che vivono in Italia hanno abitudini e modi di pensare più vicini a me di quanto non l'abbiano quelli di Casablanca". Cogliamo lo spunto per chiedere a Nadia come va il suo arabo: "non so scrivere in arabo, però penso di parlarlo correttamente e devo ringraziare soprattutto mia madre che me lo ha insegnato". La conversazione le ha preso la mano, quasi la costringe a scegliere: "da grande voglio essere marocchina. Finiti gli studi voglio ritornare a Casablanca, trovare lì un lavoro e farmi una casa. Vorrei incontrare un arabo da sposare". Queste ultime battute stimolano l'introduzione di altri argomenti, ma, almeno per il momento, decidiamo di fermarci qui. Nadia si alza e va ad imporre un po' di disciplina ai suoi due fratellini che scorazzano per le stanze di Città dei Colori, nell'attesa che finisca la riunione dell'associazione scuola cui sta partecipando la madre. Mimmo Guaragn Mediazione culturale e formazione in Basilicata: prove tecniche di comunicazione A cura di Giuseppe Romaniello (vicepresidente AIF Basilicata) A Città dei Colori si respira sempre aria di minoranza. Sono minoranza gli immigrati quando chiedono agli operatori del centro sostegno e consulenza nelle loro scelte lavorative, spesso indistinguibili da quelle personali; sono minoranza gli operatori, quando prendono parte alle iniziative promosse direttamente dagli immigrati; siamo ancor di più minoranza noi consulenti, quando ci interroghiamo su tematiche e scelte istituzionali che tanto possono incidere sulla qualità delle scelte individuali che gli immigrati si trovano a fare. Mi spiego. Un po' di giorni fa, lo staff di Città dei Colori mi ha richiesto una riflessione sulla legge regionale n.33/2003, che delinea il "Riordino del sistema formativo integrato" in Basilicata. Quali opportunità e quali scenari si aprono? Tecnicamente l'analisi è semplice. Il provvedimento disciplina le azioni per la promozione dell'orientamento, dell'istruzione e formazione professionale e delle politiche attive del lavoro. Fra le novità più interessanti, vale la pena segnalare l'istituzione del Libretto formativo personale, l'istituzione della Carta dei diritti degli utenti e del contratto individuale di partecipazione formativa, l'ampliamento di un più ampio decentramento alle province. Ma è un punto che ha da subito attirato la mia attenzione, l'art.3, laddove vengono descritti i destinatari degli interventi. Non è certo la prima volta che in Basilicata una legge di politiche attive del lavoro si preoccupa del tema dell'immigrazione e degli stranieri (ad es. identicamente l'art.3 della precedente legge quadro di settore, la L.R.7/1990); ma è sicuramente assai interessante che la Regione Basilicata promuova "l'adeguamento dell'offerta formativa alle specifiche esigenze degli stranieri "attraverso attività di mediazione culturale". Innanzi tutto, va un plauso personale al legislatore regionale, che ha donato rilevanza ad un tema così essenziale per le politiche di integrazione sociale e lavorativa sul territorio. Se poi si coniuga questa innovazione con l'accelerazione impressa al processo di coinvolgimento attivo delle amministrazioni provinciali sui temi della formazione, nonché con il tema della riconoscibilità sociale dei crediti formativi, si intuisce quanto ci sta da fare sia per gli operatori di settore che per le istituzioni che si occupano di questo tema. Avverto impellente una esigenza: che sulla mediazione culturale si apra un tavolo di confronto affinché non si limiti l'incidenza di quanto legiferato ad una mera esecuzione di attività formative per un target di immigrati; il capitale esperienziale e la qualità che il sistema formativo regionale ha espresso in questi anni meritano risposte migliori e maggiormente sistemiche. Il concetto di mediazione presenta numerose difficoltà dovute anche al fatto che essa si presenta come un fenomeno eterogeneo, relativo ad ambiti sociali diversi e caratterizzato da una molteplicità di oggetti, finalità e tecniche operative. È tuttavia possibile tentare di circoscrivere sotto un'unica definizione le svariate realtà di mediazione citando quanto affermato da Bonafé-Schmitt per il quale la mediazione può essere considerata "un processo, il più delle volte formale, con il quale un terzo neutrale tenta, mediante scambi fra le parti di permettere a queste ultime di confrontare i loro punti di vista e cercare, con il suo aiuto, una soluzione al conflitto che le oppone". Presupposto fondamentale al buon funzionamento di questo delicato strumento di intervento è un serio percorso formativo dei mediatori che, cogliendo le competenze professionali e psicopersonologiche, educhi alla neutralità di fronte alle parti ampliando le capacità empatiche e comunicative di ascolto, di risoluzione dei problemi e di negoziazione. Presupposto ineludibile ad una corretta azione sistemica degli interventi è che in Basilicata si persegua un modello univoco di mediazione culturale, in grado di attivare processi per la ricostituzione di luoghi di aggregazione, sollecitando persone e gruppi a sviluppare interazioni sociali significative, nonché capace di generare nuove forme di solidarietà. Centro Servizi Immigrati, Profughi e Rifugiati ATI Iskra - Punto & a Capo Coordinatore: Domenico Guadagna Mediatrice culturale: ing. Ligia Suarez Sanz Coordinatrice servizi educativi: prof.ssa Elvira Cavallo Consulente legale: avv. Giuseppe Giacomino Sede: Piazza Gianturco n. 9 - 85100 Potenza Tel. /Fax 0971-601233 Per contributi al Bollettino scrivere a: [email protected] specificando nell'oggetto "per bollettino" Città dei colori per la Scuola Tutti i pomeriggi, escluso il sabato, dalle 15,30 alle 18,00 circa, presso Città dei Colori si svolgono attività scolastiche e educative rivolte agli alunni figli di immigrati o stranieri e a quanti altri abbiano difficoltà nello svolgimento dei compiti, nel seguire le lezioni o abbiano bisogno di approfondimenti personalizzati. L'attività è indirizzata ad alunni di tutte le scuole, è gratuita ed è progettata e seguita da docenti di scuole elementari, medie e superiori e studentesse universitarie. Si svolge per piccoli gruppi omogenei per età ma attiva momenti di scambio didattico e culturale e ludico. Al gruppo partecipano anche alcuni genitori immigrati che forniscono suggerimenti e conoscenze sulle culture di origine dei ragazzi stranieri aiutandoci a comprendere meglio i loro bisogni formativi. Il gruppo educativo istituisce inoltre costanti raccordi con le Scuole di provenienza di questi alunni con rapporti di collaborazione e scambio sia con i loro docenti che con i Dirigenti Scolastici che si sono mostrati piuttosto attenti alle nuove problematiche poste dall'immigrazione a scuola. Oltre al sostegno-recupero scolastico sono poi previste attività di laboratorio, di animazione, di lettura e scrittura, di gioco, che oltre a momenti di creatività e svago concorrano a potenziare e rafforzare le abilità dei ragazzi. Per i ragazzi che parlino l'arabo partirà a giorni un corso di lingua araba tenuto da un insegnante madrelingua. Quanti fossero interessati, sia alunni, sia insegnanti che volessero impegnarsi in questo servizio, possono rivolgersi al Centro, o alla prof.ssa Cavallo coordinatrice dei servizi educativi a questi numeri 0971 601233; 0971 57197. La Coordinatrice, Elvira Cavallo