CORSO DI FORMAZIONE PER I DIRIGENTI Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 MODULO 3 Individuazione e valutazione dei rischi 1. Criteri e strumenti per l’individuazione e la valutazione dei rischi; 2. Il rischio da stress lavoro-correlato; 3. Il rischio ricollegabile alle differenze di genere, età, alla provenienza da altri paese e alla tipologia contrattuale; 4. Il rischio interferenziale e la gestione del rischio nello svolgimento di lavori in appalto. 5. Le misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione in base ai fattori di rischio; 6. La considerazione degli infortuni mancati e delle risultanze delle attività di partecipazione dei lavoratori e dei preposti; 7. I Dispositivi di protezione individuale; 8. La sorveglianza sanitaria. Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Criteri e strumenti per l’individuazione e la valutazione dei rischi; IL PERICOLO: Definizione di Pericolo art. 2, lettera r, D.Lgs. 81/08 Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (sostanza, attrezzo, metodo di lavoro) avente la potenzialità di causare danni.(Orientamenti CEE riguardo alla valutazione dei rischi di lavoro). LE VARIE CATEGORIE DI PERICOLO: Organizzativi: sono legati a carenze di figure specifiche nell'organigramma aziendale. Ordinari: connessi all'attività di lavoro, alle apparecchiature ed ai luoghi di lavoro. Specifici: sono legati a specifici procedimenti di lavorazione o relativi al ciclo tecnologico Ergonomici: derivati da errati criteri ergonomi che possono anche non essere correlati al ciclo di lavoro. Di processo: specifici del ciclo tecnologico adottato nell'ambiente di lavoro. IL RISCHIO Definizione di Rischio art. 2, lettera s, D.Lgs. 81/08 Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione Il rischio è un concetto probabilistico, è la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno alle persone. La nozione di rischio implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno. IL DANNO Qualunque conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’evento (UNI 11230 – Gestione del rischio) Lesione fisica o danno alla salute (UNI EN ISO 12100-1) Una qualunque alterazione, transitoria o permanente, dell'organismo, di una sua parte o di una sua funzione 3/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 I RISCHI PER LA SICUREZZA • • • • • • • • • • • • • • ambienti di lavoro rischi connessi alle vie di circolazione, pavimenti e passaggi spazi di lavoro e zone di pericolo presenza di scale rischi derivanti dagli ambienti di lavoro rischi derivanti dall'utilizzo di attrezzature di lavoro manipolazione di oggetti immagazzinamento rischi elettrici apparecchiature a pressione ascensori e montacarichi mezzi di trasporto segnaletica altri rischi Va sottolineato che: • L’evento lesivo in questo caso è traumatico (avviene in un breve tempo); • È semplice identificare la causa lavorativa perché la lesione si verifica nell’ambiente e nell’orario di lavoro; • riconoscimento delle cause è agevole. I RISCHI PER LA SALUTE • • • • • • • • • • • • • • • • • • • esposizione ad agenti chimici esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni esposizione ad agenti biologici aerazione naturale e forzata esposizione al rumore esposizione alle vibrazioni esposizione a radiazioni ottiche artificiali esposizione a campi elettromagnetici esposizione alle radiazioni microclima illuminazione naturale ed artificiale carico di lavoro fisico carico di lavoro mentale uso dei videoterminali differenza di genere differenza di età provenienza da altri paesi lavoratrici gestanti altri rischi per la salute 4/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Va sottolineato che: • L’evento lesivo, malattia professionale, in questo caso non è traumatico ma matura in un prolungato periodo di esposizione al rischio; • È difficile ricostruire il rapporto di causa tra malattia e lavorazione perché la patologia si può sviluppare a distanza di tempo dall’esposizione e perché spesso tali rapporti di causa sono ancora dibattute a livello scientifico; • L’iter di riconoscimento è molto difficile tranne i casi in cui la correlazione tra lavoro e malattia è particolarmente evidente I RISCHI TRASVERSALI • • • • • • organizzazione del lavoro stress lavoro-correlato carico di lavoro mentale differenza di genere differenza di età provenienza da altri paesi Va sottolineato che: • L’evento lesivo va dimostrato con opportune perizie o visite specialistiche; • È difficilissimo ricostruire il rapporto di causa tra malattia e lavoro svolto perché le reazioni a questo tipo di stimoli sono molto soggettive; • L’iter di riconoscimento è molto difficile tranne i casi in cui la correlazione tra lavoro e patologia è particolarmente evidente (esempio: eventi stressogeni documentati nel tempo come il protrarsi di una situazione lavorativa in emergenza per un tempo circoscritto – un esempio potrebbe essere quello di un addetto delle squadre di soccorso in caso di terremoto). LA PREVENZIONE Definizione di Prevenzione art. 2, lettera n, D.Lgs. 81/08 Il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità' dell'ambiente esterno Le misure di prevenzione sono di tipo strutturale o organizzativo, come: 1. L'informazione, la formazione e l'addestramento dei lavoratori; 2. La progettazione, costruzione e corretto utilizzo di ambienti, strutture, macchine, attrezzature e impianti; 3. L'evitare situazioni di pericolo che possano determinare un danno probabile (rischio); 4. L'adozione di comportamenti e procedure operative adeguate. 5/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 LA PROTEZIONE La protezione attiva: è quella che gli stessi operatori devono attivare 1. Attivare (Estintori, Arresti di emergenza) 2. Indossare (caschi, scarpe) D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale) La protezione passiva interviene anche senza il comando umano (impianto rilevazione incendio). Nella normativa la prevenzione ha priorità rispetto alla protezione IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI (DVR) La valutazione dei rischi e le relative misure di miglioramento sono indicate nel DVR, il documento di valutazione dei rischi (art. 17 co. 1 del D.Lgs. 81/2008). Il DVR è firmato da DL, RSPP, MC e consegnato al RLS. Il DVR è il documento fondamentale per la gestione dell’igiene e della sicurezza dell’azienda. Il DVR deve contenere: a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa. La scelta dei criteri di redazione del documento è rimessa al datore di lavoro, che vi provvede con criteri di semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la completezza e l’idoneità quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione; b) l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati, a seguito della valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a); c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; d) l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri; e) l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio; f) l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento. 6/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Misure di tutela ed attuazione: Secondo il D.Lgs. 81/08 per ogni misura di prevenzione/ protezione conseguente alla VDR devono essere individuate le risorse per l’attuazione. La sede per la discussione e pianificazione delle misure conseguenti alla valutazione è la riunione periodica DL, RSPP, RLS, MC Cosa si trova nel DVR • • • • • • Descrizione ambienti; Organizzazione di SSL; Cicli produttivi; Fattori di rischio e loro valutazione; Profili di rischio per mansioni; Programma di miglioramento. LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Cosa si intende per valutazione dei rischi ? Analisi SISTEMATICA delle lavorazioni realizzata per: • • • • • individuare i pericoli (fattori di rischio); individuare le persone potenzialmente esposte; valutare (stimare) i rischi; individuare i possibili effetti sulle persone; individuare soluzioni per eliminare o ridurre i rischi a un livello accettabile. L’insieme di tutte le operazioni conoscitive e operative che devono essere attuate per ottenere una STIMA DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE ai fattori di pericolo per la salute e sicurezza dei lavoratori in relazione allo svolgimento delle lavorazioni. Obiettivo della “VALUTAZIONE DEI RISCHI” Consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori Per raggiungere tale obiettivo bisogna: • • • identificare le sorgenti di rischio presenti nel ciclo lavorativo individuare i conseguenti potenziali rischi di esposizione in relazione allo svolgimento delle lavorazioni Stimare l’entità dei rischi di esposizione 7/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Identificazione delle sorgenti di rischio descrizione del ciclo lavorativo • Finalità delle lavorazioni (informazioni sul processo tecnologico, macchine, impianti, sostanze impiegate e prodotte) • Raccolta info (pulizie, manutenzioni, trattamento e smaltimento rifiuti, eventuali lavorazioni concomitanti) • Destinazione ambiente di lavoro (reparto, laboratorio…) • Caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro • N. di lavoratori addetti alla lavorazione • Info specifiche rilasciate dalla sorveglianza sanitaria Individuazione dei rischi Il rischio rilevato costituisce un rischio per l’attività? • Analisi delle modalità operative (manuale, automatica, strumentale) o dell’operazione (a ciclo chiuso, segregato, protetto) • Entità delle lavorazioni (tempi e materiali impiegati nell’arco della giornata lavorativa) • Organizzazione dell’attività (tempi di permanenza nell’ambiente di lavoro, lavorazioni contemporanee) • Presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione previsti per lo svolgimento delle lavorazioni Stima dei rischi di esposizione Stima del rischio ai fattori di pericolo residui • • • • Verifica del rispetto alle norme di sicurezza macchine, impianti Verifica dell’accettabilità delle condizioni di lavoro (in relazione alle modalità operative, ai tempi di esposizione) Verifica delle condizioni di sicurezza ed igiene (acquisizione di certificazioni, documentazioni esistenti in azienda) Misura dei parametri di rischio (quantificazione dei parametri di rischio per poterli confrontare con i parametri di riferimento) Risultati Il processo di valutazione • • • Assenza di rischio di esposizione non sussistono problemi per lo svolgimento delle lavorazioni Presenza di esposizione controllata entro i limiti di accettabilità previsti dalle norme la situazione deve essere mantenuta sotto controllo Presenza di un rischio di esposizione, si dovranno attuare misure di prevenzione e protezione 8/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Metodologia della Valutazione dei Rischi • • • Non esistono norme fisse riguardo alle modalità di realizzazione della valutazione dei rischi La valutazione deve comunque tener conto di tutti i rischi degni di nota Per ogni rischio che si valuta occorre anzitutto chiedersi se non sia possibile eliminarlo completamente. CRITERI DI RIFERIMENTO CUI ATTENERSI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Le leggi • • • Le norme di buona tecnica e gli standards scientifici Le linee guida I PRINCIPI GERARCHICI della prevenzione dei rischi Con quali strumenti si effettua la “VALUTAZIONE”? • • • • • • • • • Se necessari, dati di letteratura Osservazione diretta Analisi degli infortuni, dei “near accidents”, delle malattie professionali Analisi della documentazione Acquisizione, se necessaria, di ulteriori informazioni Analisi dei compiti e delle mansioni Analisi delle procedure operative Recupero dell’esperienza, del vissuto, dei pareri dei lavoratori Se necessari, campionamenti e rilevazioni ambientali. 9/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 2 . Il rischio da stress lavoro-correlato Rischi trasversali organizzativi • Questi rischi si individuano nel rapporto tra l’operatore e “l’organizzazione del lavoro” in cui questo è inserito. • Le interazioni tra l’individuo e l’organizzazione possono essere di tipo ergonomico, psicologico e organizzativo. • Questi rapporti possono determinare ripercussioni sulle condizioni di rischio per la sicurezza e per la salute. Alcuni esempi di attività a rischio • Processi di lavoro usuranti come i lavori in continuo, il sistemi a turni, il lavoro notturno; • Incarichi di responsabilità, manutenzione e controllo di impianti a rischio; • Lavoro in comparto sanitario a contatto giornaliero con situazioni critiche; • Incarichi di responsabilità in condizioni di scarse risorse disponibili; • lavoro ai VDT, data entry. FATTORI PSICOLOGICI • Intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro; • carenze di contributo al processo decisionale e situazioni di conflittualità; • complessità delle mansioni e carenza di controllo; • reattività anomala a condizioni di emergenza. FATTORI ERGONOMICI • Sistemi di sicurezza e affidabilità delle informazioni; • conoscenze e capacità del personale; • norme di comportamento; • soddisfacente comunicazione e istruzioni corrette; • Alcuni esempi CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI • Lavoro con animali; • lavoro in atmosfere a pressione superiore o inferiore al normale; • condizioni climatiche esasperate; • lavoro in acqua: in superficie (es. piattaforme) e in immersione. • conseguenze di variazioni ragionevolmente prevedibili dalle procedure di lavoro in condizioni di sicurezza; 10/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 • ergonomia delle attrezzature di protezione personale e del posto di lavoro; • carenza di motivazione alle esigenze di sicurezza. Stress Lavoro-Correlato D.Lgs. 81/08 art. 28 la valutazione dei rischi “… deve riguardare tutti i rischi… tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’Accordo europeo dell’8 ottobre 2004…” D.Lgs. 106/09, comma 1-bis dell’art. 28 “la valutazione dello stress lavoro-correlato… è effettuata nel rispetto delle indicazioni elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, e il relativo obbligo decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque… a far data dal 1 agosto 2010” Lettera circolare 18/11/2010 del Ministero del Lavoro indicazioni per la valutazione del rischio approvate il 17 novembre dalla Commissione Consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro. Sono previsti due momenti di valutazione: • • indagine preliminare basata su indicatori oggettivi; valutazione approfondita più complessa qualora i risultati della prima ne indichino la necessità Alcuni indicatori • • • • • • • • Reiterate assenze dal lavoro, Scarsa motivazione al lavoro e ridotta produttività, Elevato turn-over (konw-how e capitale umano), Maggiore incidenza infortuni “tradizionali” Squilibri di pressione, Alterazioni del metabolismo, Disordini affettivi, Disordini comportamentali. Le due fasi della valutazione: Valutazione Preliminare: Indicatori oggettivi dello stress lavoro correlato: • • • Eventi sentinella; fattori di contenuto del lavoro; fattori di contesto del lavoro Valutazione Approfondita: Percezione soggettiva dei lavoratori: • • questionari, focus group ecc. 11/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 3. Il rischio ricollegabile alle differenze di genere, età, alla provenienza da altri paese e alla tipologia contrattuale; Genere Definizione: Dall'inglese gender, termine che fa riferimento a un sistema di ruoli e di relazioni fra donne e uomini determinate dal contesto sociale, politico ed economico. Il genere è una costruzione sociale e può essere definito come il processo attraverso il quale individui che nascono di sesso femminile o maschile entrano nelle categorie sociali di donne ed uomini. Differenze di genere - Le differenze tra uomini e donne che fanno capo al genere, per esempio nell'approccio al lavoro, l'utilizzo di capacità diverse (di controllo, ascolto, comando, relazione, direzione, comunicazione). Discriminazione di genere - Trattamento che privilegia fortemente gli appartenenti ad un sesso (può essere diretta o indiretta, cioè apparentemente neutrale). Disparità di genere - Divario tra donne e uomini per quanto riguarda partecipazione, accesso alle risorse, diritti, remunerazione o benefici. Analisi di genere - Analisi dei ruoli, delle relazioni e dei processi, focalizzato sulle disuguaglianze tra uomini e donne, nel reddito, nel lavoro, nel potere. Azione positiva - Misura studiata per gruppi specifici, mirata e finalizzata ad eliminare o prevenire ogni discriminazione o a compensare gli svantaggi derivanti da atteggiamenti, comportamenti e strutture esistenti. Barriere invisibili - Atteggiamenti e mentalità tradizionali, norme e valori che frenano l'accesso delle donne alle risorse e allo sviluppo e ne impediscono la piena partecipazione alla società. Occorre fare in modo che nei luoghi di lavoro vi siano: • Pari Opportunità per donne e uomini • Assenza di barriere, basate sul sesso, alla partecipazione alla vita economica, politica e sociale. • Parità retribuzione per lavoro di pari valore • Eguaglianza di retribuzione (relativa a tutti gli aspetti e le condizioni della retribuzione) per lavori ai quali si attribuisce uguale valore senza alcuna discriminazione in base al sesso o allo stato civile • Partecipazione equilibrata di uomini e donne • Distribuzione equilibrata di potere e di posizioni in ruoli decisionali (con percentuali dal 40 al 60% per ciascun sesso). 12/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Rischio e differenze di genere L’articolo 28 del D.Lgs. 81/08 prescrive di tenere conto delle differenze di genere all’atto della valutazione dei rischi. L’obbligo è ricollegabile al principio generale dell’art. 18 secondo il quale il Datore di Lavoro nell’affidare i compiti ai lavoratori, (deve) tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza. Quanto alle differenze di genere alcune differenze che influenzano l’esposizione al rischio sono insite nella diversa fisiologia dei due sessi. Tra i rischi per i quali si accertano differenze significative figura senz’altro il sovraccarico biomeccanico. Le norme applicabili prescrivono limiti differenti in funzione del genere. Per gli altri rischi, per i ritmi e i carichi di lavoro così come per gli agenti chimici. Ove necessario, occorre approfondire la valutazione con l’aiuto del medico competente. Rischio derivante da differenze di età L’articolo 28 del D.Lgs. 81/08 prescrive di tenere conto delle differenze di età all’atto della valutazione dei rischi. L’obbligo è ricollegabile al principio generale dell’art. 18 secondo il quale il Datore di Lavoro nell’affidare i compiti ai lavoratori, (deve) tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza. Quanto all’età va senz’altro considerato il sovraccarico biomeccanico, il rumore e gli agenti chimici. Ove necessario, occorre approfondire la valutazione con l’aiuto del medico competente. Rischio derivante dalla provenienza L’articolo 28 del D.Lgs. 81/08 prescrive di tenere conto delle differenze di provenienza all’atto della valutazione dei rischi. L’obbligo è ricollegabile al principio generale dell’art. 18 secondo il quale il Datore di Lavoro nell’affidare i compiti ai lavoratori, (deve) tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza. Quanto alla provenienza vanno senz’altro considerate le difficoltà di comprensione e le abitudini oltre che l’acclimatazione, il fuso orario ecc. Ove necessario, occorre approfondire la valutazione con l’aiuto del medico competente. La norma prevede anche di considerare le differenze legate all’inquadramento contrattuale per il quale i fattori più importanti sono legati ai fattori organizzativi e alla formazione. 13/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 4. Il rischio interferenziale e la gestione del rischio nello svolgimento di lavori in appalto. 14/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 4.1 RISCHI GENERALI DA INTERFERENZE I rischi da interferenze indicati in questa sezione, sono di ordine generale e si applicano a tutti gli appalti. AFFIDAMENTO DI LAVORI A IMPRESE ESTERNE Conseguenze: urti, schiacciamenti, scivolamenti, esposizione ad agenti fisici. RISCHI DA INTERFERENZE Contatto “rischioso” tra il personale del committente e quello dell’appaltatore o tra il personale di imprese diverse che operano nella scuola con contratti d’opera differenti. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Le imprese devono attenersi scrupolosamente alle disposizioni contenute nel presente DUVRI e a quelle indicate nel relativo verbale di cooperazione e coordinamento. • Non si potrà iniziare alcuna attività in regime di appalto o subappalto, se non a seguito di avvenuta approvazione del DUVRI e sottoscrizione dell’apposito Verbale di Cooperazione e Coordinamento. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE • Il Dirigente scolastico promuove la cooperazione e il coordinamento effettuando prima dell’inizio dei lavori la riunione di coordinamento. • Nel corso dell’incontro il Dirigente scolastico provvederà a informare le imprese sulle misure adottare per eliminare i rischi da interferenze. • L’attività delle varie imprese e quella scolastica dovrà essere organizzata in modo tale da non generare (per quanto possibile) sovrapposizioni né tra le imprese (es. lavori in orari diversi), né tra imprese e personale scolastico (in aree separate). TRANSITO, MANOVRA E SOSTA DI AUTOMEZZI NELLE AREE ESTERNE. Conseguenze: Impatti tra autoveicoli, investimenti di pedoni. RISCHI DA INTERFERENZE Presenza nelle aree interessate alla circolazione di altri veicoli e di pedoni (personale scolastico, allievi e personale dell’impresa appaltatrice). LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Le imprese devono concordare preventivamente con la scuola, le modalità di accesso e i percorsi interni da utilizzare. • Nelle aree esterne, durante la manovra o transito con automezzi è obbligatorio procedere lentamente. • Parcheggiare il veicolo in modo che sia ridotto al minimo l’ingombro della via di transito. In caso di scarsa visibilità accertarsi che l’area sia libera da pedoni anche facendosi aiutare da persona a terra. • Prima delle operazioni di carico/scarico assicurarsi cheil veicolo sia a motore spento e con freno a mano inserito. • E’ vietato effettuare le operazioni di scarico e carico in prossimità delle uscite 15/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 dell’edificio scolastico, durante l’ingresso e l’uscita degli allievi. Qualora le suddette operazioni siano già stata iniziate devono essere immediatamente sospese e riprese solo dopo aver avuto esplicita autorizzazione da parte del personale scolastico preposto al controllo delle uscite. • E’ assolutamente vietato stazionare, anche temporaneamente, in prossimità delle uscite di emergenza o ostruire le stesse con qualsiasi materiale o mezzo. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE Il personale scolastico è tenuto a rispettare i divieti e la segnaletica presente. • CIRCOLAZIONE DEI PEDONI ALL’ESTERNO DELLA SCUOLA. Conseguenze: investimenti, urti RISCHI DA INTERFERENZE Presenza di veicoli in fase di manovra o circolazione. Movimentazione di carichi con mezzi meccanici o manuale LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Non transitare o sostare dietro autoveicoli in fase di manovra. • Qualora sia necessario depositare momentaneamente i carichi all’esterno della scuola in apposita area riservata, appoggiarli su superfici piane verificando che gli stessi siano stabili e sicuri in modo che non si verifichi il loro rovesciamento, scivolamento o rotolamento. • Qualora siano impilate scatole o pallets l’altezza raggiunta non deve essere eccessiva e comunque tale da non comportare rischi di rovesciamento o caduta. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE Il personale scolastico è tenuto a: • non transitare o sostare dietro autoveicoli in fase di manovra. • non transitare o sostare in prossimità di materiali depositati. ACCESSO ALLE AREE OGGETTO DI LAVORI. Conseguenze: urti, schiacciamenti, scivolamenti, rischio elettrico, rischi fisici RISCHI DA INTERFERENZE Presenza di personale scolastico e allievi nelle aree oggetto dei lavori di appalto. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE L’impresa, laddove le lavorazioni oggetto di appalto lo richiedano, provvede a delimitare/confinare le aree di lavoro e a porre specifica segnaletica informando il referente della scuola fornendogli informazioni sui rischi introdotti (es. rischio elettrico, sostanze pericolose, ecc.). MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE Il personale scolastico è tenuto a: • rispettare le delimitazioni e la segnaletica collocata dall’impresa. • non utilizzare le attrezzature di proprietà dell’impresa. 16/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 SMALTIMENTO RIFIUTI Conseguenze: tagli, abrasioni RISCHI DA INTERFERENZE Presenza di materiale di rifiuto sul luogo di lavoro LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • E’ obbligo dell’impresa provvedere allo smaltimento di tutti i rifiuti delle lavorazioni e forniture di materiali (es. imballaggi). • Terminate le operazioni il luogo va lasciato pulito e in ordine. • Lo smaltimento di residui e/o sostanze pericolose deve avvenire secondo la normativa vigente. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE EMERGENZA Conseguenze: ustioni, intossicazioni, asfissia RISCHI DA INTERFERENZE Mancata conoscenza del piano di emergenza e delle relative procedure da parte del personale di imprese esterne. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Prima di iniziare l’attività ciascun lavoratore dell’impresa che opera nella scuola deve prendere visione delle planimetrie esposte nei corridoi ed individuare in modo chiaro i percorsi di emergenza, le vie di uscita ed i presidi antincendio. Deve inoltre conoscere le procedure di emergenza ed il segnale di allarme (evacuazione). • Durante un’emergenza i lavoratori dell’impresa si dovranno attenere alle disposizioni impartite dagli addetti della scuola incaricati alla gestione dell’emergenza. • Qualora presenti partecipano alle prove di evacuazione. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE Il Dirigente scolastico mette a disposizione delle imprese il piano di emergenza, le istruzioni per l’evacuazione e l’indicazione degli addetti alla squadra di emergenza. Conseguenze: contusioni, traumi ustioni, intossicazioni, asfissia RISCHI DA INTERFERENZE Ingombro vie di esodo e rimozione presidi antincendio. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Non ingombrare le vie di esodo e i corridoi ma lasciarli sempre liberi in modo da garantire il deflusso delle persone in caso di evacuazione. • Non spostare o occultare i mezzi di estinzione e la segnaletica di emergenza che devono sempre essere facilmente raggiungibili e visibili. 17/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Qualora per motivi inderogabili sia necessario rendere impraticabili temporaneamente delle vie o uscite di emergenza, informare preventivamente il Servizio di Prevenzione e Protezione della scuola affinché siano trovati percorsi alternativi e data comunicazione a tutti gli occupanti la scuola delle nuove disposizioni. • Solo successivamente e con il consenso scritto del Dirigente scolastico si può provvedere a interdire la via di esodo o uscita di emergenza. Tale condizione deve comunque essere protratta per il minor tempo possibile. • Tutto il materiale rimosso (cartelli, segnali, ecc.) deve essere consegnato alla scuola. • E’ onere dell’impresa porre apposita cartellonistica provvisoria indicante i percorsi di esodo alternativi. • I lavoratori dell’impresa, in presenza di situazioni di pericolo, devono immediatamente darne comunicazione agli addetti alla squadra di emergenza della scuola. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE • Il Servizio di Prevenzione e Protezione provvede, su richiesta dell’impresa, qualora ricorrano condizioni inderogabili che rendano necessaria la chiusura di una uscita di emergenza o di una via di esodo, ad individuare i percorsi di esodo alternativi e ad informare, sulle nuove procedure, tutti gli occupanti la scuola. • Conseguenze: contusioni, traumi ustioni, intossicazioni, asfissia RISCHI DA INTERFERENZE Mancanza di informazioni su eventuali persone presenti nella scuola LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE I lavoratori dell’impresa informano il personale scolastico posto all’ingresso al momento dell’ingresso e dell’uscita, ogni qual volta che operano all’interno della scuola, della propria presenza e del piano/zona di lavoro. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE Conseguenze: contusioni, traumi ustioni, intossicazioni, asfissia RISCHI DA INTERFERENZE Assenza impianto di illuminazione di emergenza; LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Laddove lo svolgimento delle attività di appalto avvengano fuori dell’orario di lavoro, l’Impresa appaltatrice dovrà fornire il proprio personale di mezzi telefonici, verificando precedentemente che tali mezzi di comunicazione funzionino correttamente (captazione del segnale) • Nel caso invece di svolgimento dell’attività in locali privi di illuminazione d’emergenza o non funzionante, l’Impresa Appaltatrice, dovrà fornire il proprio personale di idonea lampada di illuminazione d’emergenza portatile. 18/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 4.2 Allestimento di laboratori, arredi aule informatiche, arredi tecnici e per ufficio Rischi specifici da interferenze BREVE DESCRIZIONE DELLE FASI DI LAVORO 1. Trasporto e consegna della fornitura da parte dell’impresa aggiudicataria. Scarico del materiale. 2. Trasporto, del materiale fino al locale interessato dai lavori. Deposito dello stesso in luoghi idonei e apertura degli imballaggi. 3. Montaggio del materiale e collaudo. 4. Smaltimento rifiuti e/o imballaggi. AREE DI LAVORO INTERESSATE • Laboratorio di informatica • Uffici • Laboratorio di scienze • Aula magna INSTALLAZIONE E INTERVENTO SU ATTREZZATURE Conseguenze: schiacciamenti, scivolamenti, inciampamenti, urti, tagli. RISCHI DA INTERFERENZE Presenza di attrezzature sul luogo di lavoro Presenza di cavi liberi LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Ogni intervento su attrezzature riguardante l’installazione o la manutenzione deve essere effettuato, in orari concordati con la scuola, in assenza di personale scolastico e di studenti. • Qualora si riscontrino anomalie sulle macchine queste vanno messe in sicurezza e immediatamente segnalato il guasto all’incaricato della scuola. • L’allacciamento delle macchine deve avvenire su prese adeguate, con l’interruttore di manovra e quello posto a monte, in posizione aperta. • Si deve aver cura di disporre i cavi per l’alimentazione in modo che non costituiscano intralcio al passaggio o che possano essere danneggiati. • Le attrezzature di lavoro non devono mai essere lasciate incustodite senza prima essere state messe in sicurezza. • Sulla apparecchiatura deve essere posto apposito avviso che ne vieti l’utilizzo. • L’impresa appaltatrice utilizza per i lavori da eseguire solo attrezzature di sua proprietà. • Qualora queste possano comportare rischi per gli occupanti il plesso scolastico (rumore, polvere, ecc.) avvisa il referente della scuola e adotta tutte le misure atte ad eliminare o ridurre il rischio. • L’impresa deve fornire i manuali d’uso delle attrezzature nella lingua richiesta. • La disposizione degli arredi deve essere tale da garantire l’esodo in caso di emergenza. 19/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 INSTALLAZIONE E INTERVENTI SULL’IMPIANTO ELETTRICO Conseguenze: elettrocuzioni, ustioni. RISCHI DA INTERFERENZE Rischi legati alla presenza di impianti elettrici. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Qualsiasi intervento sull’impianto elettrico deve essere eseguito da personale qualificato e per quelli che non siano di semplice manutenzione deve essere rilasciata la dichiarazione di conformità. • Qualora sia necessario interrompere l’erogazione di energia elettrica l’impresa deve darne preavviso al referente della scuola. • Non sovraccaricare le prese. • Qualora si riscontrino anomalie sull’impianto elettrico questo va messo in sicurezza e immediatamente segnalato il guasto all’incaricato della scuola. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE • Chiudere i quadri elettrici e verificare periodicamente l’impianto elettrico. • Il Dirigente scolastico informa l’impresa appaltatrice riguardo il divieto di manovra dei quadri elettrici. 20/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 4.3 Installazione e gestione di distributori automatici di bevande calde/fredde e di prodotti alimentari preconfezionati BREVE DESCRIZIONE DELLE FASI DI LAVORO 1. Trasporto e consegna del materiale da parte dell’impresa aggiudicataria. Scarico del materiale. 2. Trasporto, dei distributori (la prima volta) fino al raggiungimento del punto di installazione e messa in servizio del macchinario. 3. Rifornimento dei distributori. 4. Pulizia (secondo un programma della ditta) interna ed esterna. 5. Verifica del funzionamento generale dei distributori. AREE DI LAVORO INTERESSATE • Uffici • Corridoi • Atrio INSTALLAZIONE E INTERVENTO SU ATTREZZATURE Conseguenze: schiacciamenti, scivolamenti, inciampamenti, urti, tagli. RISCHI DA INTERFERENZE Occultamento presidi di emergenza Ostruzione vie di esodo LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Le macchine per la distribuzione di bevande e prodotti alimentari andranno installate in ambienti o corridoi che non siano vie di fuga e comunque in posizione tale da non ostacolare il deflusso delle persone in caso di emergenza. • Non devono essere assolutamente ubicate in posizioni tali da nascondere estintori, idranti, cassette di primo soccorso, o altri presidi di emergenza e comunque in modo da impedire un loro facile utilizzo. • La loro ubicazione deve essere lontana da fonti di calore o da possibili contaminazioni. • Ogni distributore deve avere indicato il nome della ditta e il numero di telefono e fax. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE 21/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 INSTALLAZIONE E INTERVENTI SULL’IMPIANTO ELETTRICO Conseguenze: rischio di elettrocuzione. RISCHI DA INTERFERENZE Rischi legati alla presenza di impianti elettrici. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Tutte le macchine devono essere conformi alle vigenti normative sulla sicurezza ed alla normativa CEE. • L’impresa dovrà utilizzare accessori e componenti (spine, prese, conduttori, ecc.) rispondenti alla regola dell’arte (marchio CE, o altro tipo equivalente di certificazione) ed in buono stato di conservazione; • Al momento dell’installazione, l’impresa deve verificare, che la potenza della macchina sia compatibile con l’impianto elettrico. • Per gli interventi sugli impianti elettrici che non siano di semplice manutenzione ordinaria, dovrà essere rilasciata dichiarazione di conformità. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE SITUAZIONI DI PERICOLO • Presenza di germi oltre i limiti consentiti • Presenza di sostanze chimiche non consentite dovute a residui di sostanze utilizzate per la pulizia • Pulizia non efficiente • Temperatura di conservazione inadeguata Conseguenze: Esposizione a batteri, virus, miceti RISCHI DA INTERFERENZE Rischi legati alla presenza di batteri o germi LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Ad ogni carico l’operatore provvederà: • al controllo dei prodotti, eliminando quelli che non presentano la confezione integra; • alla pulizia del distributore; • al controllo della temperatura interna. • Nelle operazioni di caricamento si avrà cura di disporre i prodotti più vecchi in modo da essere consumati prima. • L’uso della mascherina igienica è obbligatoria in caso di influenza o comunque di tosse o raffreddore da parte dell’operatore. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE 22/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 4.4 Servizio di assistenza tecnica di fotocopiatrici BREVE DESCRIZIONE DELLE FASI DI LAVORO 1. Trasporto e consegna del materiale da parte dell’impresa aggiudicataria. Scarico del materiale. 2. Trasporto, delle fotocopiatrici (la prima volta) fino al raggiungimento del punto di installazione e messa in servizio del macchinario. 3. Manutenzione periodica con il controllo, pulizia, lubrificazione, riparazione. 4. Mantenimento in efficienza ed aggiornamento del software operativo di sistema. AREE DI LAVORO INTERESSATE • Uffici • Corridoi INSTALLAZIONE E INTERVENTO SU ATTREZZATURE Conseguenze: intossicazione; nausea; cefalea. RISCHI DA INTERFERENZE Presenza di polveri negli ambienti di lavoro Contatto con sostanze caustiche, nocive, irritanti, tossiche LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • L’ubicazione della macchine fotocopiatrici deve avvenire, in accordo con il referente della scuola, lontano da postazioni di lavoro e in locali ben areati. • Quando si sostituiscono le cartucce di stampa e durante la pulizia e la manutenzione degli apparecchi, qualora si tema l’emissione abbondante di polvere allontanare il personale presente nel locale e indossare mascherina del tipo FFP2, guanti e occhiali di protezione. • E’ opportuno effettuare la pulizia degli apparecchi con un aspirapolvere e utilizzare un panno umido al termine della manutenzione. • Non indirizzare le bocchette di scarico dell’aria verso postazioni di lavoro. • Sottoporre gli apparecchi a regolare manutenzione. INSTALLAZIONE E INTERVENTI SULL’IMPIANTO ELETTRICO Conseguenze: elettrocuzioni, ustioni RISCHI DA INTERFERENZE Rischi legati alla presenza di impianti elettrici. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Tutte le macchine devono essere conformi alle vigenti normative sulla sicurezza ed alla normativa CEE. • L’impresa dovrà utilizzare accessori e componenti (spine, prese, conduttori, ecc.) rispondenti alla regola dell’arte (marchio CE, o altro tipo equivalente di certificazione) ed in buono stato di conservazione; 23/47 Corso di formazione per i Dirigenti • • MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Al momento dell’installazione, l’impresa deve verificare, che la potenza della macchina sia compatibile con rete elettrica. Per gli interventi sugli impianti elettrici che non siano di semplice manutenzione ordinaria, dovrà essere rilasciata dichiarazione di conformità. 24/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 4.5 Servizio di assistenza e manutenzione tecnica computer BREVE DESCRIZIONE DELLE FASI DI LAVORO 1. Trasporto e consegna/ritiro del materiale, da parte dell’impresa aggiudicataria. 2. Carico/scarico del materiale (es. apparecchiature non funzionanti). 3. Trasporto, del materiale fino al raggiungimento del punto di installazione e messa in servizio del macchinario. 4. Manutenzione periodica con il controllo, riparazione e manutenzione. 5. Mantenimento in efficienza ed aggiornamento del software operativo di sistema. AREE DI LAVORO INTERESSATE • Laboratorio di informatica • Uffici INSTALLAZIONE E INTERVENTO SU ATTREZZATURE Conseguenze: elettrocuzioni, ustioni; nausea; cefalea. RISCHI DA INTERFERENZE • Rischi legati alla presenza di impianti elettrici. • Contatto con sostanze caustiche, nocive, irritanti, tossiche • Rischi di caduta per inciampo LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Non staccare le spine dalle prese tirando il cavo. • Assicurarsi che i cavi elettrici non rappresentino una fonte di rischio, in particolare per la circolazione. • Non posizionare i computer in modo che venga limitato l’accesso alle prese (interruzione dell’alimentazione in caso di emergenza). • Assicurare una buona ventilazione del computer, del monitor e di eventuali periferiche. • Quando si sostituiscono le cartucce di stampa e durante la pulizia e la manutenzione delle stampanti, qualora si tema l’emissione abbondante di polvere allontanare il personale presente nel locale e indossare mascherina del tipo FFP2, guanti e occhiali di protezione. 25/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 INSTALLAZIONE E INTERVENTI SULL’IMPIANTO ELETTRICO Conseguenze: elettrocuzioni, ustioni RISCHI DA INTERFERENZE Rischi legati alla presenza di impianti elettrici. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Prima di aprire il contenitore del computer e delle apparecchiature periferiche accertarsi che il cavo di alimentazione sia distaccato dalla rete di alimentazione. • L’impresa dovrà utilizzare accessori e componenti (spine, prese, conduttori, ecc.) rispondenti alla regola dell’arte (marchio CE, o altro tipo equivalente di certificazione) ed in buono stato di conservazione. • Tutte le macchine devono essere conformi alle vigenti normative sulla sicurezza ed alla normativa CEE. • Non sovraccaricare le prese. In caso di anomalia di funzionamento, spegnere il computer e darne comunicazione al responsabile della scuola. 26/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 4.6 Servizio di mensa con cucina BREVE DESCRIZIONE DELLE FASI DI LAVORO 1. Trasporto della merce con mezzi propri e scarico del materiale. 2. Trasporto del materiale fino al locale cucina. Preparazione dei pasti. 3. Pulizia dei piani dei tavoli, apparecchiatura, distribuzione dei pasti. 4. Sparecchiamento, rassettamento dei locali adibiti a mensa. AREE DI LAVORO INTERESSATE • Mensa RISCHIO PER USO ATTREZZATURE/IMPIANTI Conseguenze: elettrocuzioni, ustioni; incendio; esplosioni. RISCHI DA INTERFERENZE Rischi legati alla presenza di impianti (elettrico, gas) LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Effettuare la manutenzione periodica delle attrezzature e impianti e le verifiche previste dalla normativa. • In particolare effettuare (una volta al mese) la verifica degli interruttori differenziali (presenti nel quadro elettrico del locale cucina) premendo il tasto di prova. • Prendere visione della localizzazione della chiavi di arresto del gas (cucina), dell’acqua e della fornitura elettrica e delle modalità di chiusura delle stesse. • Chiudere la chiave di intercettazione del gas al termine dell’attività di preparazione dei cibi. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE • Vietare l’accesso dei propri dipendenti al locale cucina. EMERGENZA Conseguenze: contusioni, traumi ustioni, intossicazioni, asfissia RISCHI DA INTERFERENZE • Ingombro vie di esodo • Mancata conoscenza del piano di emergenza e delle relative procedure da parte del personale di imprese esterne. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Non ingombrare i corridoi e le vie di fuga con carrelli porta vivande o altro materiale che ostacoli il deflusso delle persone in caso di emergenza. • Partecipare alle prove di evacuazione. 27/47 Corso di formazione per i Dirigenti • • MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 In presenza di un pericolo grave e immediato (es. incendio) all’interno del locale cucina segnalare immediatamente l’emergenza al personale della scuola e abbandonare il locale seguendo le vie di esodo, dopo aver messo (se la cosa non rappresenta un pericolo per la propria incolumità) in sicurezza le apparecchiature e impianti presenti. In caso di evacuazione generale (segnale di allarme): ◦ mettere in sicurezza tutte le attrezzature e impianti (es. spegnere i fornelli della cucina e le apparecchiature elettriche in funzione); ◦ liberare i passaggi da eventuali attrezzature che ostacolino l’accesso alla cucina; ◦ abbandonare il locale seguendo le vie di esodo; ◦ raggiungere il punto di raccolta dove un incaricato della ditta effettuerà l’appello; ◦ attendere il cessato allarme per rientrare nei locali. SITUAZIONI DI PERICOLO • Pavimento umido; • Presenza di sostanze chimiche, di parti taglienti o superfici calde • Conseguenze: scivolamenti, inciampamenti, urti, tagli, esposizione ad agenti chimici e fisici. RISCHI DA INTERFERENZE • Rischi di caduta per inciampo, pavimento bagnato, scivolamento. • Contatto con prodotti chimici o sostanze. • Contatto con parti taglienti. • Contatto con parti a temperatura elevata. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Durante le distribuzione dei pasti può capitare che questi cadano accidentalmente a terra. • Non transitare su aree rese umide a causa del lavaggio delle stesse per la rimozione del materiale caduto. • Qualora si renda necessario depositare temporaneamente (lontano delle uscite di emergenza) del materiale nei locali ad uso della scuola, appoggiarli su superfici piane verificando che gli stessi siano stabili e sicuri in modo che non si verifichi il loro rovesciamento, scivolamento o rotolamento. • Qualora vengano preparati cibi o bevande a temperatura elevata (es. caffè) adottate tutte le misure di sicurezza affinché nessuno venga a contatto con le superfici calde o sostanze (es. versamenti di liquidi). • Non lasciare mai incustoditi oggetti con parti taglienti (es. lame di coltelli), prodotti chimici (anche i contenitori vuoti), o altri tipi di attrezzature. • Qualora le pulizie vengano effettuate dall’impresa con propri materiali è obbligatorio reperire le schede di sicurezza relative alle sostanze utilizzate e detenerle nel luogo di lavoro. • E’ fatto divieto travasare sostanze o prodotti in contenitori non correttamente etichettati. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE 28/47 Corso di formazione per i Dirigenti • • • MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Effettuare la pulizia e il lavaggio dell’area. Segnalare la presenza di superfici bagnate mediante adeguata cartellonistica (prima e dopo la superficie bagnata). La pulizia e il lavaggio dell’intera superficie dei locali adibiti a mensa deve essere effettuata lontano dalla distribuzione dei pasti. PRESENZA DI GERMI OLTRE I LIMITI CONSENTITI Conseguenze: Esposizione a batteri, virus, miceti RISCHI DA INTERFERENZE • Rischi biologici • Dovuti alla presenza di agenti patogeni, funghi, ecc.. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE Durante l’attività utilizzare la normale prassi igienica personale. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE 29/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 4.7 Servizio di mensa senza cucina BREVE DESCRIZIONE DELLE FASI DI LAVORO 1. Trasporto della merce con mezzi propri e scarico del materiale. 2. Trasporto del materiale fino al locale cucina. Preparazione dei pasti. 3. Pulizia dei piani dei tavoli, apparecchiatura, distribuzione dei pasti. 4. Sparecchiamento, rassettamento dei locali adibiti a mensa. AREE DI LAVORO INTERESSATE • Mensa EMERGENZA Conseguenze:contusioni, traumi ustioni, intossicazioni, asfissia RISCHI DA INTERFERENZE • Ingombro vie di esodo • Mancata conoscenza del piano di emergenza e delle relative procedure • da parte del personale di imprese esterne. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Non ingombrare i corridoi e le vie di fuga con carrelli porta vivande o altro materiale che ostacoli il deflusso delle persone in caso di emergenza. • Partecipare alle prove di evacuazione. • In caso di evacuazione generale (segnale di allarme): ◦ liberare i passaggi da eventuali attrezzature che ostacolino l’esodo; ◦ abbandonare i locali seguendo le vie di esodo; ◦ raggiungere il punto di raccolta dove un incaricato della ditta effettuerà l’appello; ◦ attendere il cessato allarme per rientrare nei locali. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE • Effettuare la pulizia e il lavaggio dell’area. • Segnalare la presenza di superfici bagnate mediante adeguata cartellonistica (prima e dopo la superficie bagnata). • La pulizia e il lavaggio dell’intera superficie dei locali adibiti a mensa deve essere effettuata lontano dalla distribuzione dei pasti. 30/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 SITUAZIONI DI PERICOLO • Pavimento umido; • Presenza di sostanze chimiche, di parti taglienti o superfici calde Conseguenze: scivolamenti, inciampamenti, urti, tagli, esposizione ad agenti chimici e fisici. RISCHI DA INTERFERENZE • Rischi di caduta per inciampo, pavimento bagnato, scivolamento • Contatto con prodotti chimici o sostanze • Contatto con parti taglienti • Contatto con parti a temperatura elevata LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE • Durante le distribuzione dei pasti può capitare che questi cadano accidentalmente a terra. • Non transitare su aree rese umide a causa del lavaggio delle stesse per la rimozione del materiale caduto. • Qualora si renda necessario depositare temporaneamente (lontano dalle uscite di emergenza) del materiale nei locali scolastici, appoggiarli su superfici piane verificando che gli stessi siano stabili sicuri in modo che non si verifichi il loro rovesciamento, scivolamento o rotolamento. • Qualora vengano preparati cibi o bevande temperatura elevata (es. caffè) adottate tutte le misure di sicurezza affinché nessuno venga a contatto con le superfici calde o sostanze (es. versamenti di liquidi). • Non lasciare mai incustoditi oggetti con parti taglienti (es. lame di coltelli), prodotti chimici (anche contenitori vuoti) o altri tipi di attrezzature. • Qualora le pulizie vengano effettuate dall’impresa con propri materiali è obbligatorio reperire le schede di sicurezza relative alle sostanze utilizzate. • E’ fatto divieto travasare sostanze o prodotti in contenitori non correttamente etichettati. MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DEL COMMITTENTE • Effettuare la pulizia e il lavaggio dell’area. • Segnalare la presenza di superfici bagnate mediante adeguata cartellonistica (prima e dopo la superficie bagnata). • La pulizia e il lavaggio dell’intera superficie dei locali adibiti a mensa deve essere effettuata lontano dalla distribuzione dei pasti. PRESENZA DI GERMI OLTRE I LIMITI CONSENTITI Conseguenze: Esposizione a batteri, virus, miceti RISCHI DA INTERFERENZE Rischi biologici dovuti alla presenza di agenti patogeni, funghi, ecc.. LIVELLO DI RISCHIO Moderato MISURE DA ADOTTARE DA PARTE DELL’ IMPRESA APPALTATRICE Durante l’attività utilizzare la normale prassi igienica personale 31/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 5. Le misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione in base ai fattori di rischio; Piano programmatico delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza (esempio) VIE DI CIRCOLAZIONE, PAVIMENTI E PASSAGGI Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione È prevista un’attività di sorveglianza visiva periodica della Coll. scolastici giornaliera pavimentazione, allo scopo di verificare la presenza di eventuali sostanze spante a terra. Sono previste azioni correttive immediate in caso di necessità. È prevista una sorveglianza visiva giornaliera del suolo esterno, allo Coll. scolastici giornaliera scopo di verificare la presenza di eventuali ostacoli, buche o dissesti. SPAZI DI LAVORO E ZONE DI PERICOLO Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione È stata predisposta un’attività periodica di controllo visivo mirata a SPP verificare la presenza di ostacoli o ingombri negli spazi di lavoro ed eventuali zone di pericolo. giornaliera E’ previsto un controllo visivo in merito alla presenza ed allo stato di SPP conservazione delle strutture atte alla delimitazione degli spazi. giornaliera PRESENZA DI SCALE Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ previsto un monitoraggio periodico delle scale fisse presenti SPP nell’edificio. In particolare viene verificato lo stato di mantenimento delle strisce antiscivolo installate sui gradini e lo stato di ancoraggio del corrimano con interventi di manutenzione tempestivi all’occorrenza. giornaliera E’ prevista una valutazione visiva preliminare ad ogni utilizzo della scala portatile, in merito allo stato di conservazione e manutenzione dell’attrezzatura. SPP Al momento dell'utilizzo Incaricati Tempi di attuazione Elettrocuzione, specie nel caso di contatti indiretti con parti Preposto divenute in tensione a seguito di un guasto d’isolamento Ispezione periodica del registro delle manutenzioni delle attrezzature di lavoro. Da libretto di uso e manutenzione Altri rischi per la sicurezza determinati dall’uso improprio o vietato SPP delle attrezzature o da rotture improvvise Redazione periodica di un programma di formazione ed informazione rivolto agli operatori Annuale ovvero al momento dell'assunzione o cambio di mansione USO DI ATTREZZATURE DI LAVORO Sorveglianza e misurazioni 32/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 IMMAGAZZINAMENTO Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ prevista la verifica periodica delle modalità di stoccaggio del materiale sulle scaffalature/strutture. E’ fatto obbligo di registrare i dati verificati al fine di facilitare la successiva analisi delle azioni correttive e preventive. Preposto SPP annuale Incaricati Tempi di attuazione RISCHI ELETTRICI Sorveglianza e misurazioni E’ prevista la verifica periodica degli impianti da effettuarsi ogni due o cinque anni a seconda della tipologia d’impianto. L’esito di tali Comune verifiche dovrà essere registrato in apposito registro e tenuto a SPP disposizione presso l’istituto. Registrazione entro otto giorni dalla ricezione del verbale ASCENSORI E MONTACARICHI Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ prevista un’attività informativa, da effettuarsi periodicamente, al fine di rendere sufficientemente edotto il personale utilizzatore. SPP All'inizio dell'a.s. Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ prevista un’attività di sorveglianza visiva avente come scopo il rispetto dell’ordine e della pulizia. Viene effettuato inoltre un controllo periodico sulle misure di sicurezza adottate. Addetto giornaliera anitncendio SPP RISCHIO D’INCENDIO E/O D’ESPLOSIONE ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ prevista una verifica quotidiana all’interno dei locali del corretto utilizzo dei prodotti chimici di pulizia. SPP giornaliera E’ prevista una verifica visiva quotidiana all’interno dei locali in cui sono collocati i fotocopiatrici. Tale verifica è finalizzata a controllare il grado di ventilazione dei locali. Preposto giornaliera ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E' prevista la sorveglianza visiva in merito alla pulizia ed igienizzazione degli ambienti di lavoro e all’aerazione dei locali. SPP giornaliera 33/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 ESPOSIZIONE AL RUMORE Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ prevista un’attività di informazione annuale, rivolta al personale esposto, relativa ai rischi derivanti all’udito dall’esposizione al rumore. Preposto Annuale ovvero al momento dell'assunzione o cambio di mansione Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ prevista un’attività di informazione annuale, rivolta al personale esposto, relativa ai rischi legati alla movimentazione dei carichi SPP Annuale ovvero al momento dell'assunzione o cambio di mansione Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ prevista un’attività di informazione annuale, rivolta al personale esposto, relativa ai rischi legati alle attività protratte per tempi prolungati. SPP Annuale ovvero al momento dell'assunzione o cambio di mansione Sorveglianza e misurazioni Incaricati Tempi di attuazione E’ prevista un’attività di informazione annuale, rivolta al personale esposto, relativa ai rischi legati alle attività protratte per tempi prolungati al videoterminale. SPP Annuale ovvero al momento dell'assunzione o cambio di mansione Incaricati Tempi di attuazione CARICO DI LAVORO FISICO CARICO DI LAVORO MENTALE LAVORO AI VIDEOTERMINALI LAVORATRICI GESTANTI Sorveglianza e misurazioni E’ prevista un’attività di informazione annuale, rivolta al personale SPP esposto, relativa ai principali fattori di rischio rilevati riconducibili ad agenti fisici (sforzo fisico, posture incongrue) e biologici (rischio esposizione ad agenti infettivi delle tipiche malattie infantili (morbillo, rosolia, etc.) 34/47 Annuale ovvero al momento dell'assunzione Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 6. La considerazione degli infortuni mancati e delle risultanze delle attività di partecipazione dei lavoratori e dei preposti; “NEAR MISS” o QUASI INFORTUNIO Definizione: Si definisce near miss o quasi infortunio qualsiasi evento, correlato al lavoro, che avrebbe potuto causare un infortunio o danno alla salute (malattia) o morte ma, solo per puro caso, non lo ha prodotto: un evento quindi che ha in sé la potenzialità di produrre un infortunio. (A. Selbmann) Near miss, mancato infortunio, mancato incidente o quasi infortunio fanno parte di tale categoria anche quegli infortuni che restano fuori dall'obbligo legislativo di registrazione, cioè quegli eventi infortunistici lievi che non portano a giorni di assenza da lavoro, oltre quello in cui si è verificato l'evento. (A. Selbmann) Il verificarsi di un evento dannoso significativo è sempre associato al verificarsi di numerose anomalie che producono danni solo lievi o nulli: gli studi dimostrano che su 1000 incidenti, 3 sono infortuni con conseguenze rilevanti, 88 con effetti minori e i restanti sono cosiddetti quasi infortuni o near misses o ancora "near loss" ossia episodi che, pur avendone il potenziale, non hanno prodotto danni.(A. Selbmann) L'origine: i quasi infortuni (proporzionalmente molto più numerosi degli infortuni) vanno considerati, al pari degli infortuni veri e propri, indicatori di rischio. Stessa importanza deve essere data anche a quegli infortuni che non hanno prodotto giorni di assenza dal lavoro (assenza superiore a un giorno oltre a quello del verificarsi dell'evento) perché con conseguenze lievi, quindi non registrati nell'apposito registro né compresi nella raccolta di dati ai fini della commisurazione degli indici.(A. Selbmann) Proprio in virtù della natura stessa del near miss o quasi infortunio, non è possibile stabilire a priori se un evento può rientrare in tale categoria. Definire una serie di eventi come near miss o quasi infortuni comporterebbe ingabbiare un concetto che ha un solo criterio di definizione: la potenzialità. (A. Selbmann) INFORTUNIO – definizione post UNI 7249 Infortunio sul lavoro: comprende ogni evento fortuito, avvenuto in occasione di lavoro, che abbia comportato una lesione fisica o psichica e comprende (EUROSTAT): • Intossicazione acuta • Atti intenzionali da parte di altre persone 35/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 • Infortuni occorsi durante il lavoro all’esterno dell’impresa anche se provocati da terzi, escludendo le lesioni deliberatamente autoprovocate, gli infortuni in itinere, le malattie professionali e gli infortuni esclusivamente • dovuti a cause mediche. post UNI 7249 Medicazione, l’infortunio sul lavoro che abbia comportato la sola medicazione con una ripresa immediata del lavoro e con il suo abbandono per la parte restante del turno lavorativo. Infortunio in itinere: verificatosi nei tragitti da e per il posto di lavoro, includendo anche gli spostamenti per esigenze di mensa se questa è posta all’esterno dell’azienda stessa. L'infortunio in itinere viene riconosciuto come tale anche con l’uso di mezzi di trasporto privati solamente se "necessitato", ovvero venga dimostrata l'assenza o insufficienza di mezzi pubblici di trasporto nel normale percorso tra la propria abitazione e il luogo di lavoro (ad es.: orari incompatibili con il proprio orario di lavoro, lontananza eccessiva dalla fermata bus, ecc.) e/o la non percorribilità a piedi del tragitto stesso. INCIDENTE E INFORTUNIO L’analisi di un incidente o infortunio mostra spesso la concorrenza di molteplici cause. Quindi (fortunatamente!) non sempre un solo errore, o una singola circostanza, determinano l’incidente. Analisi del fenomeno infortunistico D.Lgs. 81/08 - art. 18 Il Dirigente Scolastico comunica all’INAIL i dati relativi agli infortuni che comportino un’assenza di almeno 1 giorno di assenza dal lavoro, escluso quello dell’evento, e, ai fini assicurativi, informazioni relative a quelli che comportino almeno 3 giorni di assenza. UNI 7249 - Statistiche degli infortuni sul lavoro. Indice di incidenza - I.I. quanti ogni 100 lavoratori? (n° infortuni/n° lavoratori) x 100 Indice di frequenza - I.F. quanti ogni milione di h di lavoro? (n° infortuni/n° ore lavorate) x 1.000.000 Indice di gravità - I.G. quanto sono gravi? (n° giornate perse/ore lavorate) x1000 Indice di durata - I.D. quanti gg di assenza per infortunio? (giornate perse/n° infortuni) 36/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO Tecniche di analisi: l’albero delle cause Near miss, mancato infortunio, mancato incidente o quasi infortunio va segnalato da parte del preposto perché è il soggetto che supervisiona il lavoro alla sua fonte e la segnalazione va fatta al Dirigente, al RSPP e al MC in modo che verifichino l'evento e di conseguenza adottino gli opportuni provvedimenti. Si ritiene necessario intervenire con azioni correttive e azioni preventive. PROCEDURE PER LA DENUNCIA DEGI INFORTUNI DEGLI ALUNNI Obblighi da parte dell’infortunato (e/o del Genitore) 1. Dare immediata notizia di qualsiasi infortunio accada, anche lieve, al DS o, in sua assenza, a chi ne fa le veci 2. Far pervenire, con urgenza, in segreteria il referto medico originale relativo all’infortunio 3. In caso di prognosi, se l’alunno dovesse riprendere le lezioni, deve farne richiesta al DS Obblighi da parte del Docente 1. Prestare assistenza all’alunno e avvisare il DS o, in sua assenza, a chi ne fa le veci 2. Fare intervenire l’ambulanza ove necessario 3. Avvisare sempre i familiari 4. Accertare la dinamica dell’incidente 5. Stilare urgentemente una relazione consegnandola in segreteria * 6. In caso di richiesta di rientro in vigenza di prognosi, accertarsi che i genitori abbiano ottenuto l’autorizzazione da parte del DS * Nella relazione devono essere riportate, oltre alla denominazione della scuola, le generalità complete dell'infortunato, il giorno e l'ora in cui è avvenuto l'infortunio, le cause e le circostanze che lo hanno determinato anche in rapporto ad eventuali deficienze strutturali ed organizzative, la natura e la precisa sede anatomica della lesione, dell'incidente, i soccorsi prestati e tutti quegli elementi che permettano poi di valutare l'esistenza di responsabilità, cognome, nome ed indirizzo di eventuali testimoni. Relazione circostanziata con l’indicazione di accidentalità o dolo, ora di consegna al genitore o 118 37/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Infortuni durante le visite guidate , viaggi di istruzione, soggiorno bianco, verde, azzurro Obblighi da parte dell’infortunato (e/o del Genitore) 1. Dare immediata notizia di qualsiasi infortunio accada, anche lieve, al DS o, in sua assenza, a chi ne fa le veci 2. Far pervenire, con urgenza, in segreteria il referto medico originale relativo all’infortunio 3. In caso di prognosi, se l’alunno dovesse riprendere le lezioni, deve farne richiesta al DS Obblighi da parte del Docente 1. Prestare assistenza all’alunno 2. Fare intervenire l’autoambulanza o la guardia medica, ove necessario o provvedere all’eventuale accompagnamento dell’alunno (ad accompagnare l’alunno) in ospedale e richiedere la certificazione medica con prognosi 3. Avvisare il DS o in sua assenza chi ne fa le veci 4. Informare la famiglia ed invitare, in subordine, il genitore al ritiro dell’alunno/a per l’eventuale assistenza o accompagnamento in ospedale; 5. Trasmettere con la massima urgenza all’ufficio segreteria della scuola la relazione ed il certificato medico con prognosi, da consegnare al rientro in originale alla Segreteria della scuola INFORTUNI DEL PERSONALE IN SERVIZIO Obblighi dell’Assicurato 1. Dare immediata notizia di qualsiasi infortunio al DS o, in sua assenza, a chi ne fa le veci 2. Stilare urgentemente, se ne è in grado, una relazione sull’infortunio 3. Se l’infortunio avviene durante le visite guidate o viaggi di istruzione: - recarsi in ospedale e richiedere la certificazione con prognosi - trasmettere con la massima urgenza all’ufficio si segreteria della scuola la relazione ed il certificato medico con prognosi, da consegnare al rientro alla Segreteria della scuola. INFORTUNI IN AMBIENTE SCOLASTICO La comunità scolastica è un ambiente a elevato rischio di infortuni cui possono incorrere il Personale e gli alunni, in quanto nell’ambiente scolastico oltre alla possibilità del verificarsi di situazioni di trascuratezza o disattenzione dovute al comportamento umano (possibilità presente in tutti gli ambienti di lavoro), vi è la presenza di alunni che per l’età e l’esuberanza giovanile facilmente si comportano in maniera imprudente. 38/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 A ciò si aggiungano le deficienze strutturali presenti nella stragrande maggioranza delle scuole, che sono spesso causa infortuni. Gli infortuni a scuola sono tanti e diverse sono le occasioni in cui essi si possono verificare; una veloce disamina di ciò ci porta a considerare, tra le più ricorrenti, le seguenti occasioni: • in aula durante le lezioni curriculari ed extracurriculari; • in aula o nei corridoi durante la ricreazione; • in aula durante i cambi dei docenti; • durante l’ingresso a scuola o l’uscita da essa; • durante lo spostamento tra gli edifici della scuola; • in palestra o negli impianti sportivi nel corso delle lezioni di educazione fisica; • durante le gare sportive autorizzate; • durante le esercitazioni pratiche di laboratorio; • nelle aziende annesse alla scuola; • durante le visite guidate o i viaggi di istruzioni; • in occasione di stage formativi rientranti nell’attività curriculare. È evidente che ci sono occasioni in cui gli infortuni possono essere più ricorrenti, come durante le esercitazioni di laboratorio o durante le lezioni di educazione fisica. 39/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 7. I Dispositivi di protezione individuale; Definizione: Per DPI si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro. E’ quindi indispensabile che le attrezzature in oggetto abbiano una funzione specifica in materia della protezione della salute e della sicurezza del lavoratore . DPI - Obblighi d’uso (D.Lgs. 81/08 art. 75) Devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da: • Misure tecniche di prevenzione • Da mezzi di protezione collettiva • Da misure e metodi riorganizzativi del lavoro DPI - Requisiti (D.Lgs 81/2008 Art. 76) • • • • • • I DPI devono: Essere conformi alle norme del D.Lgs.475/92 Essere adeguati a prevenire i rischi Essere adeguati alle condizioni esistenti sui luoghi di lavoro Tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore Poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità In caso di rischi multipli che richiedono l’uso di piu’ DPI essere tra loro compatibili DPI - Obblighi del datore di lavoro (D.Lgs 81/2008 Art. 77) • • • • • Effettua analisi e valutazione dei rischi Individua caratteristiche D.P.I adeguati ai rischi Valuta informazioni fornite dal fabbricante dei dispositivi Aggiorna scelta D.P.I ogni qualvolta intervenga una variazione negli elementi di valutazione Individua le condizioni in cui un DPI deve essere usato IL Datore di lavoro è responsabile dell’efficienza dei DPI e ne assicura le condizioni d’igiene, mediante: • Manutenzione • Riparazioni • Sostituzioni 40/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 DPI - Adempimenti del datore di lavoro (D.Lgs 81/2008 Art. 77) • • • • • Destina ogni D.P.I ad uso personale Provvede che il D.P.I sia utilizzato solo per gli usi previsti Assicura una formazione/informazione adeguata al lavoratore sull’utilizzo dei D.P.I Organizza uno specifico addestramento se necessario Fornisce istruzioni comprensibili per il lavoratore DPI - Obblighi del preposto (D.Lgs 81/2008 art. 19) • • • • Effettua la vigilanza sull’uso dei D.P.I da parte dei lavoratori Osserva che le protezioni siano idonee per ogni lavorazione Gli viene segnalato ogni inconveniente dei D.P.I Induce il lavoratore all’utilizzo dei D.P.I motivandolo DPI - Obblighi del lavoratore (D.Lgs 81/2008 art. 78) • • • • • • • Partecipa alla formazione/informazione e addestramento Utilizza i D.P.I messi a sua disposizione secondo le informazioni fornite Provvede alla cura dei DPI Non apporta modifiche ai D.P.I di sua iniziativa Rileva difetti o inconvenienti nei D.P.I Applica procedure aziendali per la riconsegna dei DPI Segnala al DdL al dirigente o al preposto difetti e inconvenienti DPI - D.Lgs 475/92 PRIMA CATEGORIA: D.P.I di progettazione semplice per danni fisici di lieve entità (guanti, occhiali e visiere e scarpe antinfortunistiche, elmetti e caschi) • marchiati con il marchio CE • dichiarazione di conformità del costruttore • documentazione tecnica di costruzione del fabbricante Proteggono da azioni lesive di lieve entità provocate da: • Strumenti meccanici o prodotti detergenti • Urto con oggetti caldi (>50°) • Fenomeni atmosferici • Vibrazioni o urti lievi • Azione lesiva da raggi solari SECONDA CATEGORIA: Non appartengono alle altre due categorie (scarpe antinfortunistiche) • attestato di certificazione di un organismo di controllo certificato 41/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 TERZA CATEGORIA: D.P.I di progettazione complessa per rischi di morte o lesione grave (apvr, calzature totalmente polimeriche, guanti e d.p.i per cadute dall’alto) • certificazione sistema qualità del produttore Rientrano: • Apparecchi di protezione respiratoria filtranti • Apparecchi di protezione isolanti • D.P.I contro le aggressioni chimiche • D.P.I per ambienti con T > 100°C • D.P.I per ambienti con T<-50°C • D.P.I per salvaguardare le cadute dall’alto • D.P.I per attività che espongono a tensioni elettriche I vari dispositivi di protezione individuale: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Calzature antinfortunistiche Elmetto Protezione vie respiratorie Occhiali Guanti Cuffie antirumore Imbracatura Indumenti ad alta visibilità Calzature antinfortunistiche Calzature di sicurezza Hanno la peculiarità di presentare in punta un puntale rigido capace di resistere senza rompersi alla caduta di un peso di circa 20 chilogrammi (200 Newton) da 1 metro di altezza (200 Joule di energia trasmessa). Calzature di protezione Hanno la peculiarità di presentare in punta un puntale rigido capace di resistere senza rompersi alla caduta di un peso di circa 20 chilogrammi (200 Newton) da mezzo metro di altezza (100 Joule di energia trasmessa). Calzature da lavoro Hanno la peculiarità di non presentare in punta un puntale. I vari tipi di elmetti Il dispositivo di protezione per il capo è uno solo: l’Elmetto. Elmetto - norme di conformità EN397 Esso è composto dalle seguenti parti: Calotta di protezione, Bardatura, Fascia antisudore. L’elmetto deve avere i seguenti requisiti: • sufficiente resistenza alla perforazione adeguato grado di assorbimento agli urti • buona aerazione • Il casco o elmetto deve essere compatibile con l'utilizzo di altri DPI (es. cuffie o 42/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 visiera); inoltre la bardatura deve essere regolabile in altezza e in larghezza. In un cantiere edile, in prossimità dei ponteggi, è necessario alzare la calotta rispetto alla bardatura per aumentare il grado di assorbimento di eventuale materiale che cada dall'alto. Gli occhiali protettivi Gli occhi sono soggetti a diversi rischi: • schegge, • materiali roventi o caustici o corrosivi, • radiazioni, che possono portare a tre tipi di lesioni: • meccaniche, • ottiche • termiche. Per proteggere questi organi delicati si usano DPI del tipo: • Occhiali - norme di conformità EN166 • Maschere - norme di conformità EN166 • Visiere - norme di conformità EN166 • Schermi - norme di conformità EN166 eventualmente abbinati a: • Filtri per saldatura - norme di conformità EN169 • Filtri per raggi ultravioletti - norme di conformità EN170 • Filtri per raggi infrarossi - norme di conformità EN171 • Filtri di protezione solare per uso industriale - norme di conformità EN172 I diversi tipi di guanti protettivi I dispositivi per la protezione degli arti superiori riguardano in particolare le mani, maggiormente esposte ai rischi, che possono essere di varia natura: Guanti - norme di conformità EN420 • Rischi meccanici ed elettrostatici - norme di conformità EN388 • Rischi elettrici/folgorazione - norme di conformità EN60903 • Rischi chimici e microbiologici - norme di conformità EN374 • Rischi da freddo - norme di conformità EN511 • Rischi da calore e fuoco - norme di conformità EN407 • Rischi da vibrazioni - norme di conformità EN420 • Palmari di sicurezza • Paramaniche e sopramaniche I guanti possono essere fatti in diversi materiali: • plastica • gomma • cuoio • materiale dielettrico (isolamento elettrico) 43/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 In particolare, i guanti ad isolamento elettrico devono essere un pezzo solo senza cuciture, in materiale speciale e con spessore unico e costante. Devono essere accompagnati tassativamente da una manichetta che copre l'avambraccio. Le cuffie anti rumore Il danno all'udito (detto ipoacusia professionale) è grave perché non rimarginabile: le cellule uditive, infatti, se danneggiate non possono più rigenerarsi. I DPI per proteggere l'udito sono obbligatori quando non è possibile ridurre il rumore con misure tecniche e quando esso supera i 90 decibel istantanei o gli 85 decibel medi giornalieri; essi sono: Cuffie - norme di conformità EN 352-1 • abbinate ad elmetto (EN 352-3) • attive, con radio incorporata (EN 352-4) • Tappi auricolari - norme di conformità EN 352-2 • inserti (filtri) • tappi con catenella • Archetti EN 352-2 I DPI per proteggere l'udito recano una sigla in base alla frequenza che attenuano: • L da 65Hz a 250Hz • M da 250Hz a 2000Hz • H da 2000Hz a 8000Hz Le imbracature I DPI anticaduta rientrano tutti nella III categoria, dati i rischi elevati che derivano dalla caduta, e sono soggetti a particolari procedure di certificazione CE; essi si dividono in: • • • Imbragatura - norme di conformità EN361 Cintura con imbracatura - norme di conformità EN358 Cordino d'aggancio - norme di conformità EN355 Questi dispositivi, come dal D.P.R. 547/55 art.386, sono obbligatori non solo per lavori in quota o con pericolo di caduta dall'alto, ma anche per lavori entro pozzi, cisterne e simili. Infatti in caso di infortunio del lavoratore, esso deve poter essere estratto il più velocemente possibile dal pozzo/cisterna o simile. Protezione del corpo e della pelle Sono DPI di vario tipo, appartenenti alla I, II e III categoria: • Indumenti di protezione (contro aggressioni meccaniche, chimiche, calore, radiazioni, ecc.) • Dispositivi di protezione di tronco e addome (giubbotti o grembiuli) • Dispositivi di protezione della pelle (creme protettive, pomate) 44/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 Visibilità Indumenti ad alta visibilità Indumenti ad alta visibilità - norme di conformità EN471 Protezione vie respiratorie DPI a protezione delle vie respiratorie, detti anche APVR, servono a proteggere da sostanze aeriformi potenzialmente nocive (gas, polveri, vapori) e a permettere la normale respirazione quando il livello d'ossigeno è comunque superiore al valore-limite del 17%. Essi vengono classificati come segue: • a filtro • mascherine antipolvere (facciale filtrante) monouso - norme di conformità EN149 • semimaschere - norme di conformità EN140 • maschere a pieno facciale - norme di conformità EN136 • isolanti autonomi (autorespiratori) EN137 • non autonomi (a circuito d'aria respirabile) EN139 • con presa d'aria esterna • non assistito • assistito manualmente • assistito con motore • ad aria compressa • a flusso continuo • ad erogazione a domanda con pressione positiva. 45/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 8. La sorveglianza sanitaria. Sorveglianza sanitaria. Definizione Insieme di atti medici finalizzati alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa la sorveglianza sanitaria è un’attività che COMPORTA la partecipazione del medico alla valutazione del rischio Articolo 25 - Obblighi del medico competente (se nominato) 1. Il medico competente: a) collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi, anche ai fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, all’attività di formazione e informazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e alla organizzazione del servizio di primo soccorso considerando i particolari tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalità organizzative del lavoro. Collabora inoltre alla attuazione e valorizzazione di programmi volontari di “promozione della salute”, secondo i principi della responsabilità sociale; b) programma ed effettua la sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici e tenendo in considerazione gli indirizzi scientifici più avanzati; c) istituisce, aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilità, una cartella sanitaria e di rischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria; tale cartella è conservata con salvaguardia del segreto professionale e, salvo il tempo strettamente necessario per l’esecuzione della sorveglianza sanitaria e la trascrizione dei relativi risultati, presso il luogo di custodia concordato al momento della nomina del medico competente; d) consegna al datore di lavoro, alla cessazione dell’incarico, la documentazione sanitaria in suo possesso, nel rispetto delle disposizioni di cui al Decreto Legislativo del 30 giugno 2003 n.196 , e con salvaguardia del segreto professionale; e) consegna al lavoratore, alla cessazione del rapporto di lavoro, copia della cartella sanitaria e di rischio, e gli fornisce le informazioni necessarie relative alla conservazione della medesima; l’originale della cartella sanitaria e di rischio va conservata, nel rispetto di quanto disposto dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, da parte del datore di lavoro, per almeno dieci anni, salvo il diverso termine previsto da altre disposizioni del presente decreto; f) Lettera soppressa dall’art. 15 del D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 g) fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza sanitaria cui sono sottoposti e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta l’esposizione a tali agenti. Fornisce altresì, a richiesta, informazioni analoghe ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; 46/47 Corso di formazione per i Dirigenti MODULO 3 Accordo Stato Regioni 21/12/11 – 25/07/12 h) informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 e, a richiesta dello stesso, gli rilascia copia della documentazione sanitaria; i) comunica per iscritto, in occasione delle riunioni di cui all’articolo 35, al datore di lavoro, al responsabile del servizio di prevenzione protezione dai rischi, ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, i risultati anonimi collettivi della sorveglianza sanitaria effettuata e fornisce indicazioni sul significato di detti risultati ai fini della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori; l) visita gli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno o a cadenza diversa che stabilisce in base alla valutazione dei rischi; la indicazione di una periodicità diversa dall’annuale deve essere comunicata al datore di lavoro ai fini della sua annotazione nel documento di valutazione dei rischi; m) partecipa alla programmazione del controllo dell’esposizione dei lavoratori i cui risultati gli sono forniti con tempestività ai fini della valutazione del rischio e della sorveglianza sanitaria; n) comunica, mediante autocertificazione, il possesso dei titoli e requisiti di cui all’articolo 38 al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente Decreto. Accertamenti sanitari: • Stabilire lo stato di salute all’assunzione • Individuare fattori individuali che aumentano il rischio • Evidenziare malattie o sintomi in corso e prevenirne l’insorgenza • Giudizio di idoneità: Sulla base degli accertamenti effettuati il MC rilascia: • Idoneità alla mansione specifica • Idoneità alla mansione con prescrizioni (DPI, limitazioni temporali ecc.) • Non idoneità alla mansione (giusta causa, possibilità di ricorso) Il giudizio di idoneità definisce la compatibilità o meno tra il lavoro svolto e le condizioni di salute del lavoratore. Cartella sanitaria e di rischio : Ogni lavoratore ha una cartella sanitaria e di rischio aggiornata dal MC, la cartella viene consegnata anche al lavoratore alla cessazione del rapporto di lavoro e costituisce la “carta di identità” del lavoratore dal punto di vista della salute in relazione alla attività lavorativa svolta. 47/47