DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE PROSSIMO VENTURO
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DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE PROSSIMO VENTURO
n. 5 settembre 2008
Che cosa è e a cosa serve questo Regolamento? Perché si è data la precedenza a questo
strumento rispetto al PUC? Cominciare dal Regolamento non è po’ come cominciare dalla coda? A queste domande, che ogni cittadino ha il diritto di porsi, l’Amministrazione
si è ben guardata dal rispondere e dal dare un minimo di informazione.
Intanto: il Regolamento edilizio è importante. Prima del PRG comprendeva addirittura
il Piano di fabbricazione ovvero l’indicazione dei limiti di ciascuna zona, la definizione dei tipi edilizi e le eventuali “direttrici di espansione” (Legge n. 1150 del 1942). Di
fatto, il Regolamento edilizio che il Comune di Pieve si è dato nel 1961 comprendeva
anche le direttrici di espansione. I nostri lettori devono sapere che queste direttrici
erano assai più assennate di quelle che sono venute dopo. In una prossima pubblicazione ve lo dimostreremo con tutti i dati necessari che smentiscono la prosopopea dei
tecnici che sono venuti dopo. In questa sede ci limitiamo a mostrarvi quanto sia ancora
condivisibile la premessa firmata dal Sindaco Angelo De Camillis il 15 Ottobre 1963:
L’Amministrazione Comunale, con il seguente Regolamento, ha perseguito il fine di disciplinare e di armonizzare l’edilizia locale, senza con ciò mortificarla, a tutela delle
bellezze di questo superbo tratto della Riviera ligure, delle tradizioni ambientali e dei
sentimenti affettivi che legano alla propria terra la Popolazione.
Nell’editoriale del n. 3 di Creuze, gennaio 2008 fra i “buoni propositi” di cui abbiamo
accreditato la nuova Amministrazione abbiamo inserito anche il PUC, (il piano urbanistico comunale), che deve sostituire il PRG (il Piano Regolatore Generale) vecchio
di oltre 10 anni. A distanza di 8 mesi torniamo su questo punto. Perché? La risposta
è in quanto già allora dicevamo: “Il PUC nasce con uno spirito del tutto diverso dal
PRG, in quanto prevede il massimo della trasparenza nella scelta degli obiettivi che
l’Amministrazione intende dare ai tecnici incaricati e un costante coinvolgimento della
popolazione”. Il PUC può rappresentare un punto di svolta per quanti credono in questi
valori. Trasparenza delle procedure nei vari passaggi dell’iter (a partire dalla nomina
dei tecnici) e coinvolgimento della popolazione nella elaborazione e discussione degli
obiettivi sono il minimo che la cittadinanza deve aspettarsi da un’Amministrazione che
voglia collocarsi nel solco della Costituzione e della democrazia nata dalla Resistenza.
La partecipazione democratica alle scelte è infatti una conquista che data da allora e
che da subito venne estesa anche all’urbanistica che nel nostro Comune è invece materia che in genere rimane chiusa nelle stanze dei tecnici, del Sindaco e della Giunta.
Qualche giorno fa, scartabellando fra le carte di un vecchio professore che aveva partecipato alla Resistenza (nelle file cattoliche), ci è capitato sotto gli occhi un numero
dell’Unità del 23 marzo 1946. Ci ha colpito un trafiletto nella pagina della cronaca
genovese. Sul suo contenuto farebbero bene a riflettere oggi gli amministratori e i
tecnici. Ne riportiamo il titolo e il breve testo.
COLLABORAZIONE DELLA CITTADINANZA PER IL PIANO REGOLATORE
L’amministrazione comunale invita tecnici, professionisti e pubblico a esprimere il
loro pensiero sui problemi del piano regolatore e ad esporre le loro idee e proposte
sia su problemi particolari che in generale sull’aspetto urbanistico di Genova in
relazione a problemi ferroviari, industriali, commerciali e turistici ecc. Gli studi
potranno essere presentati – dattilografati – eventualmente con grafici alla segreteria generale del comune entro il 31 maggio.
Sono passati 62 anni da allora. Siamo più democratici e avanzati oggi? Si direbbe
proprio di no. La verità che la storia ci insegna è che la partecipazione o quella che i
tecnici chiamano la pianificazione partecipata si praticavano quando non esistevano
queste parole; oggi, che esistono le parole e che i tecnici e gli amministratori ne fanno
un grande uso, il coinvolgimento e la partecipazione non si praticano più. Nell’Italia
di Berlusconi vige infatti un altro principio: non disturbare il manovratore! Ovvero:
lasciamo lavorare i tecnici che sono così competenti e che vogliono il bene della collettività! Che siano così competenti ci mancano le prove, che vogliano il bene comune
è tutto da dimostrare. A noi per ora basta constatare che non esiste una prassi e un
principio più lontano dallo spirito della Resistenza e della Costituzione. Nessuno e nulla ci convinceranno ad accettare questo principio. Abbiamo dalla nostra parte la legge:
dalla Costituzione alle norme regionali. Aspettiamo perciò con fiducia di essere presto
coinvolti nella costruzione del documento, il PUC, che deve stabilire che cosa dovrà
essere Pieve nei prossimi 10 anni. In fondo, non chiediamo più di quanto abbiano
avuto i nostri nonni e padri.
A che punto siamo? Dopo il tentativo, compiuto a fine legislatura e stornato da
Creuze di Pieve e dalla minoranza consigliare, di affidare agli architetti Franca Balletti,
Bruno Giontoni e Gianni Peruggi un incarico non ben precisato di revisione del PRG
(cfr. il numero di Creuze, di dic. gennaio 2008), tutto tace, tranne che per un aspetto.
A maggio, da Vivi Pieve informa abbiamo infatti saputo che la Giunta ha assegnato
all’arch. Peruggi l’incarico di predisporre un nuovo Regolamento Edilizio Comunale.
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A rendere ancora più esplicito il messaggio, l’Amministrazione di allora rivolgeva ai
cittadini “la più calda raccomandazione affinché, in sede di progettazione e di esecuzione, oltre all’osservanza delle norme del presente Regolamento, sia posto il più amorevole
studio al fine di evitare che l’inserimento delle opere stesse in questa terra tanto generosamente favorita dalla Natura, venga a turbarne la dolce armonia”.
Chiediamoci. Quante opere approvate da queste ultime Amministrazioni hanno saputo
inserirsi nel paesaggio pievese armoniosamente e nel rispetto di norme che per esempio impongono la tutela del verde pubblico e privato? Fra queste non c’è certamente
il progetto che a firma dell’arch. Peruggi ha trasformato la piazza S. Michele, il luogo
più simbolico e più caro ai Pievesi, nell’arida piattaforma di cemento che fa orrore a
tutti. Eppure a questo progettista l’attuale Amministrazione ha affidato l’incarico
di rifare il regolamento edilizio!
Basterebbe questo particolare per misurare tutta la distanza che separa l’attuale Amministrazione da quella di 50 anni fa! Per misurare anche la differenza fra i tecnici
che sedevano allora nella Commissione edilizia e che prestarono la loro collaborazione
al Regolamento di allora “nell’esclusivo interesse della collettività” e i tecnici che
per tre legislature hanno, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, pilotato la
Commissione edilizia, interpretato le norme e guidato i Sindaci che si sono succeduti.
I nomi di questi tecnici li conosciamo già, li abbiamo appena fatti. In questo quindicennio hanno lavorato molto a
Pieve: nella pianificazione, nella disciplina paesistica e anche
con progetti che li riguardavano
più o meno da vicino. Mi pare
giusto che ora si riposino un po’
e diano ad altri tecnici la possibilità, come richiede la legge,
di valutare obiettivamente la
gestione del vecchio PRG, i suoi
esiti e insufficienze: tutte cose
che dobbiamo agli stessi tecnici
che ora avrebbero dovuto valutarle e porvi rimedio!
ª
Perché cominciare dal regolamento edilizio e non dal PUC? L’abbiamo già detto: cominciare dal Regolamento significa cominciare dalla coda. O meglio significa in qualche
modo precostituire i risultati finali del PUC. Lo dice anche il testo della determinazione
o incarico all’arch. Peruggi: “Predisposizione di un nuovo regolamento edilizio comunale
da compilarsi sulla base dell’aggiornato quadro legislativo nazionale e regionale in materia, con esplicito raccordo alle disposizioni del PRG vigente e propedeutico alla futura
stesura del prossimo PUC”.
Il senso è ben chiaro: raccordandosi alle disposizioni del vecchio PRG, il nuovo Regolamento deve definire l’insieme di principi e norme che alla fine devono ispirare e rendere
operativo un PUC che dovrebbe nascere alla fine di un percorso nuovo e di ampio respiro
che secondo la Legge urbanistica regionale della Liguria prevede una serie di passaggi
anche molto impegnativi per i tecnici e per l’Amministrazione.
Con questo atto, che è un atto politico, la Giunta ha voluto affermare la continuità con il
vecchio PRG e la vecchia prassi urbanistica, facendo finta di non vedere la contraddizione
che esiste con “il quadro legislativo nazionale e regionale in materia”. Inizia qui il nostro
compito e quello della minoranza. Vigilanza perché non si eluda né la lettera né lo spirito
delle leggi che regolano la materia.
Il primo passo è quello dell’affidamento dell’incarico. Abbiamo saputo dal Sindaco che
verrà fatto con un pubblico concorso. Noi vigileremo affinché chi si trova in situazione di
conflitto di interessi non possa partecipare. Ma non vogliamo neppure possa essere condizionato in maniera scorretta e non prevista dall’ordinamento regionale il lavoro dei tecnici
incaricati. È troppo importante che un PUC nasca senza inquinamenti.
Ma perché è importante? Qualche Pievese, magari fra i più giovani, potrebbe domandarcelo. Non abbiamo difficoltà a raccontarlo ancora una volta. In una comunità come Pieve i
flussi economici ovvero i redditi sono in gran parte determinati dalla ricchezza immobiliare, non esistendo grosse attività nel settore commerciale e tanto meno in quello agricolo
e industriale. Certo molti lavorano a Genova nel settore impiegatizio o terziario. Ma ciò
non toglie che la ricchezza prodotta localmente sia rappresentata dalla valorizzazione del
settore immobiliare, come indica anche la residenza di qualificati imprenditori del ramo.
Non occorre fare complicate inchieste per capire che il vero circuito economico che a Pieve
determina tutto il resto è quello che deriva dalla rendita edilizia percepita in forma di
affitti e di ricavi dalla costruzione, ristrutturazione e vendita di nuove unità abitative o
anche di box e posti macchina. Attività questa oggi ancor più remunerativa della precedente dati i minori costi e i prezzi alle stelle, come ciascuno può rendersi conto vedendo
quanti cantieri di questo genere si sono aperti e ancora si apriranno in questa martoriata
Riviera, da Nervi a Camogli.
È ben comprensibile che quando si è costretti a cambiare le regole del gioco, perché le
vecchie regole del PRG sono scadute, l’intero settore entra in fibrillazione, gli interessi
economici più forti e vicini al potere si mobilitano per ottenere il massimo. Tutti a Pieve
sanno che l’ombra minacciosa del nuovo Piano urbanistico ha deciso l’ultima contesa elettorale e ha compattato i più forti interessi immobiliari, locali e non, attorno alla attuale
Amministrazione.
L’alternativa era e rimane decisiva e la domanda è sempre la stessa: riuscirà la nuova Amministrazione a fare un PUC per migliorare la vita dell’intera cittadinanza, per difendere il
bene comune e conservare insieme al paesaggio anche il valore dei beni particolari (che
senza il paesaggio che a costo di molte battaglie si è fino ad oggi conservato non varrebbero più molto)? Oppure accadrà anche a Pieve ciò che nei mesi scorsi è successo a Recco
dove le minacce di nuove colate di cemento sulla collina si sono alternate alle esplosioni
di bombe-carta sulla porta del Comune? Ma, sia ben chiaro, non da parte dell’opposizione
al PUC che ha usato le stesse “armi” che anche noi continueremo a usare: trasparenza e
continua richiesta di democrazia.
Massimo Quaini

Marco Preve - Ferruccio Sansa
Il partito del Cemento. Politici, imprenditori, banchieri.
La nuova speculazione edilizia.
Prefazione di Marco Travaglio
Chiarelettere, 14,60 euro
Una strana coppia si aggira per la Liguria, in questa mezza
estate del 2008. Due giornalisti, di due quotidiani “avversari”
sempre in lotta per qualche copia in più hanno unito le loro
competenze per un reportage che a volte sembra un giallo, si
legge tutto di seguito e del giallo ha i protagonisti e i moventi. Ferruccio Sansa e Marco Preve si occupano di giudiziaria,
di scandali e di abusi edilizi rispettivamente per La Stampa e
per Repubblica a Genova. Si conoscono da tanto e si ritrovano nella redazione di Micromega. Discutono di ambiente, di
etica calpestata, di regole infrante regolarmente e mettono assieme le loro conoscenze per
dipanare la rete di relazioni che unisce i politici locali e nazionali, di destra e di sinistra,
gli imprenditori, gli alti prelati, i banchieri, che stanno da anni “riqualificando” a modo
loro la nostra Regione.
Il Partito del Cemento, edito da un coraggioso Chiarelettere (www.chiarelettere.it, del
bravo Lorenzo Fazio, ex Einaudi) ci pone di fronte a ciò che vediamo quotidianamente,
aumentare i metri cubi di cemento dappertutto, nei giardini cittadini (se vogliamo solo
accennare alla lotta degli abitanti per difendere il parco dell’Acquasola a Genova), nei
parchi (che dovrebbero essere i più protetti e una nostra preziosa risorsa di salute e di turismo) nelle zone ex demanio di fronte al mare, sulle colline in fasce straprotette da piani
regolatori ormai scaduti, aggirati, scavalcati senza ritegno.
E se questa strana coppia non le manda a dire, assistere a qualche presentazione del libro
la dice lunga sul resto. Il pubblico si compone, dappertutto, di cittadini indignati, che
rivelano altre nefandezze, magari super corrette, che sfruttano i cavilli, le varianti, (siamo
tutti variati, ormai), gli ampliamenti. Ogni caso preso in esame (molti sembrano la fotocopia gli uni degli altri) presenta aspetti poco chiari, passaggi procedurali come minimo
sbalorditivi. E non importa quanto importanti siano i personaggi citati, e quanto apparentemente di correnti politiche opposte. E’ soprattutto lo spirito che conta, il metro cubo che
rende come non mai, la vista miope che non procede oltre il tornaconto personale anche se
si hanno figli che dovranno viverci, qui. Giustamente citato il Calvino della Speculazione
edilizia degli anni ’50.
La prefazione di Marco Travaglio aggiunge il solito peperoncino, e il capitolo finale dedicato ad un breve Prontuario anticemento è stato stilato seguendo i consigli dei presidenti
liguri delle tre principali associazioni ambientaliste: Italia Nostra, Legambiente e il Wwf.
Ma la drammatica conclusione non lascia molte speranze: le leggi ci sono, semplicemente
spesso non vengono applicate da chi è deputato per farlo. E’ il singolo cittadino che si
deve trasformare in detective ambientale, spesso correndo rischi personali e spendendo
soldi di tasca sua, con la magra soddisfazione di vedere (rarissime volte) arginare un abuso
di qua mentre ne spuntano altri dieci di là. D’altra parte, che altro si può fare? Dice bene
Sansa nella presentazione di se stesso: “Sono arrivato al punto in cui devi decidere se
rassegnarti perché intanto non cambierai niente o se provarci ancora”.
Carla Scarsi
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VIOLENZA A PIEVE
EDITORIALE
Il fatto.
Siamo spesso accusati di essere pericolosi “sovversivi” e se foresti di non amare Pieve e la
sua storia. Con questo numero vogliamo invece dimostrare che il nostro radicalismo ideale
- che certo ci distingue dal moderatismo interessato di alcuni nostri interlocutori - nasce
al contrario dal riconoscerci nella memoria storica di Pieve e dalla convinzione che per
affrontare correttamente i problemi sociali, ambientali e urbanistici di questo territorio
basterebbe adottare un po’ del buon senso dei
vecchi Pievesi.
Nella notte fra martedì 27 e mercoledì 28 maggio ignoti hanno danneggiato l’auto parcheggiata in Via Roma del segretario della nostra Associazione memorie & progetti e redattore del nostro giornale, come potete vedere nelle foto qui sotto. Nulla è stato rubato
nonostante ci fossero una televisione, una cornice d’argento, un portachiavi d’argento,
l’autoradio, il libretto di circolazione.
L’intero contenuto è stato gettato per strada, tutte i sacchetti aperti, frugato completamente l’interno dei cruscotti e delle tasche laterali. Non si è trattato di un gesto di
balordi o di un tentato furto, bensì di un gesto intimidatorio di stampo mafioso.
Una lunga lista.
Nello stesso giorno e nei giorni successivi parlando con tanti Pievesi, sono emerse molte
altre situazioni simili che si sono verificate negli anni. In molti avevano da raccontare
qualcosa di simile capitato a un amico, a un parente, a se stesso, al vicino di casa. Ne
ricordiamo alcune: la ruspa bruciata a Pieve Alta durante i lavori del rifacimento della
piazza; le roulotte bruciate alla Piccola diversi anni fa in seguito all’incendio di un mucchio di fieno; un carretto di legno con le ruote asportate e le stanghe segate; mattoni
o pietroni lanciati in casa o in cortile dalla strada nelle ore notturne per lunghi periodi;
moltissime le macchine con le fiancate o il cofano rovinato dalle striature di chiavi, specchietti laterali distrutti e tantissime le gomme tagliate.
Possibile che tutto questo faccia parte della vita quotidiana di un paesino ritenuto un
angolo di “paradiso”? Perché non si è mai fatto nulla contro questi atti di delinquenza?
Chi sono i mandanti? E perché? Forse si vuol colpire chi denuncia o semplicemente parla
di fatti poco leciti?
La nostra risposta.
Abbiamo segnalato il fatto al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Attilio Lugli, in quanto
lesivo della liberà di stampa sancita dalla Costituzione. Il 30 giugno, Lugli ha inviato una
lettera al Sindaco Adolfo Olcese in cui ribadiva che: “se l’episodio avvenuto si inserisce in
atti di intimidazione nei confronti di un collega e dell’Associazione, memorie & progetti,
nonché del periodico Creuze di Pieve, la gravità di tale gesto occorre sia stigmatizzata
dalle più alte cariche cittadine. Confido quindi in un suo intervento”.
Una delegazione di memorie & progetti e di Creuze di Pieve ha incontrato il 2 luglio in
Comune il Sindaco e i capigruppo consiliari delle tre liste, che hanno accolte le richieste
avanzate dai rappresentati di memorie & progetti:
- votazione nel prossimo Consiglio Comunale di un documento in cui si dichiari che “tale
episodio va contro la libertà di stampa e d’espressione sancite dalla Costituzione e in
quanto comportamento antidemocratico e delittuoso va solennemente condannato”
- pubblicazione del documento approvato dal Consiglio Comunale sul prossimo numero
del Çéivesìn.
Nel Consiglio Comunale del 1 agosto è stato approvato all’unanimità il documento in
questione che sarà pubblicato però non sul prossimo numero del Çéivesìn, “in quanto già
in fase di stampa- come ha detto il Sindaco - ma in quello successivo”.

Per questo siamo andati a rileggere i racconti,
i documenti e i giornali della generazione che
ha ricostruito la nostra Regione e Pieve dopo le
distruzioni della guerra e siamo lieti che uno di
loro, Enrico Provera, assessore fin dai primi anni
Settanta e membro della nostra Associazione,
sia stato premiato dalla Regione Liguria per un
racconto che ricostruisce quell’atmosfera storica, (pubblicato dalla Regione e da Diabasis nel
volume Parlami d’Aurelia).
Sottolineiamo l’importanza di queste testimonianze per i cittadini Pievesi e soprattutto per le
generazioni più giovani che talvolta, convinte di
impersonare il progresso e la modernità, danno
l’impressione di voler rompere con le regole e gli
equilibrî che più hanno contribuito a mantenere
quanto ancora oggi – ma fino a quando? – rende
Pieve un luogo ambìto di vita e di residenza.
Ci rivolgiamo anche agli attuali Amministratori nella convinzione che molto abbiano da imparare dalle generazioni che
ci hanno lasciato un patrimonio di risorse
ambientali, valori, idee, paesaggi e pratiche urbanistiche che vanno difesi e mantenuti con cura, se non si vuole passare dalla
parte di quanti con le loro disinvolte operazioni immobiliari dimostrano di disprezzare e sperperare in maniera irreversibile
il patrimonio comune. Sperperare i beni
comuni per i privati interessi e i profitti
di pochi.
Un patrimonio che – si badi – non è fatto
solo di risorse e paesaggi dei quali e nei
quali tutti amiamo vivere, ma è fatto anche e soprattutto di relazioni e solidarietà
sociali e culturali.
Le lettere che abbiamo ricevuto ci confortano e anche gli eventi più preoccupanti di cui parliamo in questo numero sono per noi di
stimolo a continuare nelle nostre battaglie per una Pieve più vivibile. Domani più ancora
di quanto lo sia oggi. Nonostante le intimidazioni violente.
La Redazione

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Creuze di Pieve Direttore responsabile Pietro Tarallo - Redazione: Loredana Albieri, Sandro Lombardo,
Massimo Quaini, Piero Rosagni, Carla Scarsi, Laura Sezzi.
Creuze di Pieve, trimestrale, n 5 - 2008 Aut. Trib. di Genova n 6- 2007 - Finito di stampare nel mese di
Settembre 2008 - Editore, redazione e amministrazione: memorie & progetti, via Roma 74, 16030 Pieve
Ligure. Stampato da Erga Edizioni via Biga 52, Genova, www.erga.it.
L E T T E R E . . . L E T T E R E . . .
Il sacco di Pieve continua
Signor Sindaco, questa critica
molto dura non è un disprezzo né una calunnia e neanche
una maldicenza, ma è solo la
verità di una persona che è
nata e sempre vissuta a Pieve
da quasi novant’anni e quello
che scrivo è alla vista di tutti i
Pievesi; parlo del modo in cui
avete ridotto e distrutto questo sacro e caratteristico paese della Liguria e continuate a
distruggerlo in maniera sciagurata e senza pietà.
È diventato così opaco, scialbo e soprattutto triste e malinconico! Prima era semplice,
antico ma efficace, gioioso, amato e sentito da tutti. Oggi la cosa grave è che sperperate i nostri soldi in enormi lavori inutili, in grandi opere faraoniche poco servibili e
criticate da tutti e non so spiegarmi il motivo di questo spreco. Perché invece non spendete il denaro per riparare Pieve ed aiutarla a tornare ad essere un paese caratteristico
e dignitoso?
Signor Sindaco, creda è una cosa
molto pietosa, ma purtroppo
devo segnalarLe questa vera e
triste immagine di amarezza e di
vero sgretolamento del paese.
Cominciamo dalla Casa Comunale, c’era un’entrata con un bel
viale pianeggiante in mezzo ad
un prato tutto panoramico, vista
mare, con la cornice di vecchi alberi di arancio che in primavera
emanavano un profumo delizioso
e frutti che avevano un sapore
paradisiaco, si poteva definire
un paesaggio poetico. Oggi è divenuto un caruggio che passando quando piove bisogna
chiudere l’ombrello, e poi sotto… quel garage in curva, quando poteva essere costruito
davanti ai nuovi posteggi come vi aveva progettato la proprietaria di Villa Betania.
Le luci sempre accese e spente mezz’ora prima e dopo 1’alba e il tramonto. I pluviali
che gettano acqua sulle strade facendole divenire fiumi. Le ringhiere tutte marce dalla
ruggine e divelte, le crose prive di passamano e piene di rovi che passando ti graffiano
il viso o ti strappano gli abiti, targhe delle strade malposte e con i nomi storpiati, i
numeri civici posti alla rovescia, le strade tutte dissestate, alcune delle quali impraticabili, come Via Milite Ignoto, Via Besso, Via Alla Chiesa, Via Consiglieri, Via Pollaiola
e Via Schioppi da anni impraticabile, così romantica con quel ponticello di oltre cinque
secoli che il vandalismo sta demolendo a poco a poco, 1’inizio del Crosino con quella
parte fatta nuova già tutta storpia e tante altre ancora.
Signor Sindaco, con grande cortesia Le chiedo, quando piove, di partire da casa sua;
dopo venti metri comincia Via Alla Chiesa, la percorra sino all’asilo, vedrà laghi, laghetti, rigagnoli piccoli e grandi in cui bisogna continuamente saltellare, quando arriva
dai garage da poco costruiti lì inizia la rumba, è una vera vivagna fra quella che arriva
dai pluviali della casa e quella dal di sopra, per un passante è una cosa veramente
straziante, e pure c’e una bocchetta delle acque bianche a due metri di distanza, ma il
menefreghismo continua.
Signor Sindaco, il colmo dei colmi deve ancora arrivare e cioè quando giunge all’inizio
di Via Sassi, proprio li è da anni che si forma un grosso lago ogni volta che piove e per
passare occorre togliersi le scarpe; vedo le mamme le nonne e forse anche Lei che quando prendono i bimbi dall’asilo li prendono in braccio però loro si riempiono le scarpe
d’acqua, eppure Via Alla Chiesa è la strada mulattiera più importante e principale del
paese.
Signor Sindaco, in paese ci sono sedici fontane che gettano acqua tutto l’anno e sono:
Bossio, Cane, Fontanette, Pozzi, Scarpe, Mei, Bon, Schioppi, Scarpano, Salita Torre,
Besso, Braga, Terri, Chiappa, Fontanin, Torre. In certe ci sono ancora i trogoli onde i
vecchi andavano a lavare i panni di cui oggi in parte sono vandalmente divelti, tolti i
rubinetti, dove i viandanti non si possono più lavare le mani ed il viso dopo una passeggiata, tubi rotti e quasi tutte queste fontane si vedono prese dai privati, chi per
annaffiare i prati delle ville al mare, chi per la coltivazione dei fiori e via di seguito,
i viottoli per arrivarci sono ostruiti da franette, rovi ed erbe irritanti: vorrei sapere in
che modo questi privati si sono impossessati di queste vivagne. Il principale, sarebbe
che queste fontane scendessero a mare, per mezzo dei fossati si potrebbero incanalare
nei quattro posti balneari e farne delle docce; la spesa sarebbe minima e per il Comune
sarebbe un gran risparmio.
Signor Sindaco, noi Pievesi in Paese abbiamo dei vecchi manovali che con pochi studi ma
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con molto gusto, talento
ed esperienza, dovrebbe
prenderli come consulenti
volontari ed emarginare
un poco gli scienziati,
vedrà che Pieve rifiorirà.
Le quattro aziende che
sovente scavano per le
nostre strade, le lasciano
tutte sconnesse e rovinate, perché al termine dei
lavori non le controllate
al fine di avere delle strade a regola d’arte.
Signor Sindaco, continuiamo il nostro cammino ed andiamo a vedere il marciapiede
che da oltre dieci anni in Via Roma al civico 161 termina con quaranta centimetri di
altezza, quante persone vedo cadere! Anche Lei vedo che ci passa, fermandosi per dare
la precedenza alle altre macchine, anche due volte al giorno, e si ferma ad un metro di
distanza da questo marciapiede, ma senza mai curarsene, nonostante sia da vent’anni
nell’Amministrazione Comunale. Queste sono le cose utili che servono alla comunità,
non le fatiscenti e faraoniche opere che continuate a costruire nel paese.
Signor Sindaco, fossi in Lei, mi vestirei da viandante e inizierei a girare tutte le strade
del paese, anche quelle che non conosce e non sa come si chiamino, per vedere il degrado in cui versano.
Signor Sindaco, un tenero sentito - funesto - ricordo: un giorno percorrendo e arrivando, alla fine di Via alla Chiesa davanti al negozio di merceria, c’era il Signor F.... con
un piede poggiato a metà della ringhiera, il gomito poggiato sul ginocchio ed il viso
poggiato sul palmo della mano; era molto triste, mi sentii chiamare: “Guarda Danilo
come stanno mutilando questa piazza, vedi al cedro hanno tagliato le barbue e vedrai
che seccherà, gli altri sono stati atterrenati e così marciranno i ceppi. La soletta della
piazza ha la pendenza sbagliata, è verso la Società e 1’acqua penetra dentro il muro.
Guarda questa pavimentazione, fredda, tetra, orribile, non si vede neanche più nelle
caserme. Danilo, quando penso al gusto dei nostri vecchi senza studi e ora vedo questa
gente con tante scuole e lauree mi vengono in mente gli asini di Bacin”.
Oggi posso dire che il Signor F... aveva ragione, onorando il suo spirito da vero critico,
legato all’anima della sua Pieve che amava con nobile sentimento perché la sentiva nel
profondo del suo cuore. II Signor F.... mancò improvvisamente e con lui si staccò una
preziosa perla dalla collana del paese. Povera Piazza della Chiesa di San Michele, servivi
tutti i Pievesi quando eri circondata da comodi, belli e ricchi sedili di granito bianco e
nero, vera caratteristica ligure e posti macchina. Oggi d’estate servirai solo come zona
balneare, avrai modo di conoscere, bikini, topless, mutandine ricamate col pizzo e la
carioca. Ti hanno giocato per un miliardo e più di lire, lasciandoti sul lastrico, nuda,
povera e straziante. Non lacrimare: c’è il paese a farti compagnia, è da vent’anni che
piange con te. Coraggio, coraggio, anche se vedo quei tuoi amari lacrimoni scendere giù
dalle tue gote e il tuo cuore sanguinante. Sappi che tu confini con la Chiesa, dentro la
Chiesa c’è il tabernacolo e dentro il tabernacolo c’è Dio; non lacrimare, vedrai che Dio ti
rifarà rifiorente, bella, gioiosa e ridente come ti avevano fatto i tuoi vecchi senza studi.
Ahi, serva Pieve di profondo dolore, nave senza nocchiere in gran tempesta non più un
meraviglioso paese ma un vero disordine.
Signor Sindaco, termino dicendoLe che in Voi non c’è una umana comprensione all’altezza delle Vostre funzioni, vedo tanta incompetenza e incapacità generale. Signor
Sindaco, se non dovesse accettare le mie vere critiche sul devastamento del paese che
sembra ormai da vent’anni un gomitolo che adagio adagio si sfila, Le porgo e chiedo le
mie più sentite scuse e i miei più cordiali saluti.
Daniele Danilo Montobbio
Signor Danilo la sua lettera ci ha colpito profondamente perché va dritta al cuore e fa
pensare per le verità che contiene. Ne condividiamo l’accorata denuncia. Speriamo che gli
Amministratori Comunali ne facciano tesoro e i Pievesi sappiano opporsi con fermezza al
sacco di Pieve.

Rettifica
Lo Studio del Guasta ci ha scritto: “Vogliate pubblicare sul prossimo numero del Vostro
giornale una smentita relativa all’articolo (cfr. Creuze n. 4 aprile 2008, “Di tutto di più”)
in quanto non è il nostro studio immobiliare ad occuparsi della “difficile” vendita degli
appartamenti dell’ex-Picco. Teniamo inoltre a precisarVi che il sopraccitato articolo per
il suo contenuto, è risultato denigratorio per il nostro studio, che ripetiamo totalmente
estraneo a tale vendita, danneggiando la nostra immagine nei confronti della Clientela”.
Ci scusiamo per l’errore fatto. A trattare la vendita è Garaventa Spa, promuovendola con
grandi annunci sul Il Secolo XIX, ma (ci pare) non con grande esito. La crisi economica si
fa sentire anche a Pieve. Sono molte le case in vendita che non trovano acquirenti. Forse
sarebbe il caso di costruire un po’ meno?

L E T T E R E . . . L E T T E R E . . . L E T T E R E
Risposta impossibile
Il Priore della Confraternita di Sant’Antonio Abate, Luigi Gianni Mezzano, ci ha scritto una
lettera a cui però non possiamo rispondere in quanto in fondo è scritto in piccolissimi caratteri che “Il contenuto della presente lettera è riservato e non potrà essere riprodotto
e/o pubblicato integralmente od in forma parziale. Ogni eventuale violazione, potrà essere oggetto di azione legale per il risarcimento dei danni ex d.lgs 196/2003 e successive
modifiche”. Peccato. Rispondiamo solo alle lettere che si possono pubblicare. Non capiamo
perché il signor Mezzano abbia messo questa postilla da azzeccagarbugli. Gli segnaliamo
intanto che l’Oratorio di Pieve è stato citato a pag. 36 della Guida Liguria, allegata al
Corriere della Sera e alla rivista Oggi, curata dal nostro direttore. Con la speranza di avere
fatto cosa gradita.

di velocità (diciamo 40 km/h) fatto rispettare, gioverebbe non poco al fegato dei Pievesi e dei
foresti.
Se è meritorio poi permettere la costruzione di quanti più boxes possibili per togliere le auto
dalla strada, non credo sarebbe difficile richiedere che gli stessi si adeguino a due o tre modelli
proposti dal Comune. Oggi, ognuno presenta un suo progetto ed il risultato è che non ci sono
due boxes uguali in tutta Pieve, con tanti saluti alla tutela del paesaggio.
Alberto Blasi
Concordiamo con lei, caro Blasi, e giriamo la Sua lettera all’Amministrazione Comunale. Con
la speranza che le/ci risponda.

Dobbiamo ricrederci
Nello scorso numero di Creuze nel box DI TUTTO E DI PIÙ avevamo inserito una segnalazione di alcuni “Alberi annegati sotto metri di terra perché dov’erano davano fastidio,
allora… meglio seppellirli.” pubblicandone la foto.
Dobbiamo fare ammenda perché ci è stato riferito che il proprietario avrebbe avuto la segnalazione di abbattere quei bellissimi ulivi e invece - per salvarli - ha preferito scegliere
la soluzione di “annegarli” nella terra per realizzare alcuni parcheggi. A noi pareva una scelta a
dir poco discutibile, mentre ci hanno garantito
che le piante non dovrebbero ricevere alcun danno. Ci scusiamo quindi con il proprietario perché
non sapevamo che questa di inglobare i fusti di
ulivo nella terra fosse una pratica compatibile con
la salvaguardia delle piante. Al contrario, quindi,
complimenti per la scelta contro corrente.

ULTIME NOTIZIE
Piazza e box, che tormentone!
Piazza, bella piazza
è passata una lepre pazza
il pollice l’ha vista!
l’indice l’ha ammazzata!
il medio l’ha scorticata!
l’anulare l’ha cucinata!
e il mignolino, che è il più piccino,
l’hanno mandato in cantina a prendere il pane
e il vino...
e non gliene hanno lasciato neanche un pezzettino!
La bella piazza c’è, o meglio c’era, ed era a Pieve Alta, con i cedri del libano ed i carrubi che
facevano ombra ai giochi dei bambini nei giorni d’estate. Qualche saggio aveva pensato di piantarli tanti anni fa e gli alberi erano diventati il simbolo di quella Pieve che nella bella piazza
aveva trovato un punto di ritrovo, cosa rara per un paese che è disperso dal mare ai monti e
non ha un vero centro. Poi è passata la lepre pazza, cioè un’idea peregrina venuta alla Giunta
Comunale di qualche anno fa, per cui la bella piazza doveva essere cambiata. Adesso il soggetto
della filastrocca è la bella piazza; non so chi abbia fatto la parte del pollice che l’ha vista (la
bella piazza), ne quella delle altre dita fino all’anulare. Ognuno può scegliere a piacere ed assegnare un nome a chi l’ha ammazzata, scorticata e cucinata, perché le filastrocche hanno questo
di bello, possono essere diverse per ciascuno di noi. Però, come in tutte le filastrocche che si
rispettino, c’è sempre una morale alla fine che è uguale per tutti e quindi sono sicuro chi è il
mignolino. L’avete indovinato anche voi? Il mignolino siamo noi, gli abitanti di Pieve!
Oltre alla piazza, mi piacerebbe che l’Amministrazione Comunale pensasse a come razionalizzare
il problema traffico e posteggi, selvaggi e/o autorizzati. Due piccoli suggerimenti: transitare in
via Roma sta diventando sempre più spesso un esercizio di libero arbitrio con risvolti personali
di chi si sente in diritto di avere la precedenza o per grazia ricevuta o per nascita o per pura
prepotenza. Mi è stato
spiegato che non è possibile segnare una riga di
mezzeria sulla strada per
non penalizzare i mezzi
pubblici che sarebbero
giocoforza costretti ad
invadere la corsia opposta. Allora si faccia di
necessità virtù e si metta una regola chiara, per
esempio “Chi è in salita
ha la precedenza”. Questo, assieme ad un limite
3
Info sulla piazza. Il 25 settembre è arrivato a tutti i Pievesi l´ultimo numero del Çéivesìn. Leggiamo a pagina 4 l’articolo “Sistemazione della Piazza S. Michele”, firmato da Bruno Buzzo.
L’Amministrazione si appresta a rimettere a posto la piazza e soprattutto a mettere a dimora nuovi
alberi “ossia due lecci…. di 6 metri, con l’impalcatura a circa 2 metri… che possono raggiungere
fino a 25 m d’altezza”.
Finalmente! Non possiamo che esserne soddisfatti! Siamo stati i primi a sollevare il problema
della piazza San Michele, i primi a far notare (ancora in corso d’opera) come malamente fossero
eseguiti i lavori e quale grave rischio stessero correndo gli alberi di alto fusto (e ricordiamo che
a Pieve ce ne sono di molto più vecchi che non se lo sognano nemmeno di morire...) e siamo
anche stati i primi a proporre di rifarla come era prima, con le panchine intorno agli alberi che
sostituissero i glaciali ciambelloni di cemento. Ma come sempre abbiamo da porre alcune critiche
e domande, considerato che quasi ogni numero di Creuze di Pieve conteneva un articolo sulla
piazza. Intanto notiamo che l’articolo sul Ceivesin è sotto la voce Lavori Pubblici. Il responsabile
dei Lavori Pubblici, nonché dell’Urbanistica e del Personale è il Sindaco Adolfo Olcese, che fa
parlare però qui l’Assessore alla Finanza, Bilancio e Patrimonio Bruno Buzzo.
Inoltre non siamo mai riusciti a sapere quanto siano costati ai Pievesi gli errori commessi finora.
Quanto ci costerà questa nuova ristrutturazione?
Come è stata scelta l’impresa incaricata dei nuovi lavori, è forse la stessa che ci ha regalato il
“bel” risultato precedente? E chi è il nuovo progettista?
Sono anni che sentiamo parlare di democrazia partecipata e l’articolo di Massimo Quaini in questo
numero di Creuze a pagina 6 ne rammenta ulteriormente l’importanza. Ma è possibile scoprire
dall’ultimo numero del Çéivesìn che è stato studiato un nuovo progetto per il rifacimento della
Piazza, senza mostrare alcuna intenzione di provare a recuperare i soldi del danno subito dai lavori eseguiti con notevole imperizia dalla ditta alla quale detti lavori erano stati appaltati nel 2005,
e soprattutto senza aver comunicato nulla alla cittadinanza? Un argomento così sentito, così nel
cuore della gente, non avrebbe dovuto essere oggetto quanto meno di un’assemblea cittadina
organizzata dall’Amministrazione per ascoltare cosa vogliano i Pievesi?
Il nostro Comune si fregia della Certificazione ambientale ISO 14001 e fa parte dell’Agenda 21
della Provincia. Tra le “buone pratiche” previste da tale certificazione è inclusa la frequente
convocazione di una consulta dei cittadini, in modo che essi possano esprimere il loro parere
direttamente, oltre che attraverso le numerose associazioni presenti sul territorio. Sentiamo fortemente la mancanza di questo organismo di democrazia, la cui attivazione darebbe un segnale
di volontà di trasparenza e partecipazione.
Non ci piacciono infine le frasi sibilline come “nonostante ciò che alcuni dicono o scrivono...”. Il
nostro giornale e l’associazione memorie & progetti hanno sempre denunciato in maniera chiara
e trasparente gli errori che riteniamo siano stati fatti nei lavori di sistemazione della piazza ed i
loro alti costi ed era sempre indicato con nome e cognome l’autore dell’articolo.
Finanziamenti.
L’Amministrazione comunale ha stanziato per l’associazione memorie & progetti 1200 euro per
finanziare le attività del 2008, pervenutici nel mese di agosto. Ringraziamo per il contributo, anche se unito all’autofinanziamento dei soci è nettamente inferiore a quello necessario a finanziare
le iniziative programmate. Con questo finanziamento stiamo realizzando i numeri della rivista
Creuze, organizzeremo alcuni incontri con personaggi di spicco in autunno e nella prossima
primavera. Abbiamo inoltre previsto di partecipare ad una giornata ecologica in collaborazione
con la Lega Ambiente. Utilizzeremo questo contributo per proseguire nella nostra opera di informazione sul territorio, come sempre affidata al volontariato dei nostri soci e simpatizzanti.
La Redazione
ª
N E W S . . . N O T I Z I E . . .
92 anni. Auguri, Architetto Ghilardi!
Fino a qualche decennio fa ogni Comunità si riconosceva, rispettava e rendeva omaggio
ai suoi membri più anziani. La società attuale, sempre più frenetica e disumana, non
ha più il tempo né la voglia di ascoltarne la saggezza ed il sapere. Anzi spesso non si
riconosce neanche più come appartenente ad una “Comunità”. Siamo sempre più lanciati verso un individualismo ed egoismo esasperato, spacciato spesso come sinonimo
di libertà e quindi felicità. Per questo gli ultimi i “grandi vecchi saggi”, come Norberto
Bobbio, Indro Montanelli ed Enzo Biagi, danno fastidio in quanto - fuori dal coro e
al di sopra delle parti - non risparmiano critiche a nessuno.
Mi riconosco sempre meno in una società che ha perso il senso di appartenenza ad una
Comunità e non riconosce più il valore del bene e dell’interesse comune, che dovrebbe
prevalere sul particolarismo e il miope interesse privato.
Questi pensieri e queste riflessioni mi affollavano la mente mentre, insieme ad un
gruppo di soci di memorie & progetti, ascoltavo con estremo interesse l’architetto
Francesco Ghilardi che quest’anno ha compiuto 92 anni. Memoria storica di Pieve,
l’architetto Ghilardi, con il suo costante e attivo impegno in Italia Nostra e con la sua
attività professionale, ha accumulato un grande sapere e una vasta conoscenza del territorio ligure. Prezioso patrimonio culturale da condividere, tramandare e salvaguardare
in modo che non vada disperso.
Le sue idee, i suoi ricordi, le sue analisi, sempre precise ed attualissime, ci hanno
affascinati. Soprattutto per la passione con cui ci ha raccontato la sua esperienza
professionale, il suo impegno nel difendere il paese che ama e la sua costanza nel
continuare a perseguire ideali di equità e rispetto delle regole, con la determinazione
e la caparbietà di sempre.
Grazie, architetto Ghilardi, per essere stato il protagonista di tante battaglie con
tenacia, lucidità ed impegno encomiabili contro tutto e tutti, per il bene di Pieve e
della Liguria.
Grazie per tutto quello che ha fatto fino ad ora e farà, ci auguriamo ancora per molti
anni. Speriamo di riuscire, anche se con modalità e mezzi diversi, a continuare la sua
opera e il suo impegno in difesa del territorio pievese.
Loredana Albieri
Votiamo le brutture d’Italia!
Guarire ogni atto di incuria che ferisce il nostro patrimonio artistico, architettonico
e naturale. Questo l’obiettivo di I Luoghi del Cuore 2008, la quarta edizione del
censimento nazionale promosso dal FAI che quest’anno si focalizza sulle brutture da
cancellare: dai ripetitori che impediscono la vista di un paesaggio alle piazze storiche
trasformate in parcheggi, dalle insegne pubblicitarie invasive agli scheletri di cemento
che sporcano la Bellezza dei tesori del nostro Paese. È possibile votare fino al 30 ottobre 2008 sul sito www.iluoghidelcuore.it e presso le Delegazioni FAI. Noi l’abbiamo
fatto, avendo nel cuore quanto avviene a Pieve. Fatelo anche voi. Votate.
Di tutto e di più
- Box che passione. Passione per chi li costruisce e spera di venderli a caro prezzo.
Non certo per il povero territorio pievese bucherellato come una forma di gruviera. Ne
stanno costruendo altri sull’Aurelia, dopo il semaforo per Pieve Alta. Un’altra voragine.
Chissà se comprometterà la staticità della case a monte? Ma sono necessari? Visto che
sono invenduti alcuni dei box di Villa Betania...
- Raccolta differenziata? Sì grazie. Ma come? L’Amministrazione non fa nulla per incentivarla. Anzi. Pochi i bidoni specialistici e in luoghi scomodi. Mancano quelli delle
pile, dei medicinali e delle lattine. Perché non premiare i comportamenti virtuosi come
fanno in molti Comuni? Basta andare sul sito www.comunivirtuosi.it per scoprire che
esistono molti modi per incentivare la popolazione e recuperare parecchi soldi.
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- Tutta buche. È Via Roma, il cui manto stradale è stato gravemente compromesso dai
camion che da alcuni anni vanno su e giù da Pieve Alta trasportando carichi pesantissimi. Chi ne pagherà il rifacimento? Se mai lo si farà. Perché non chiedere che sia fatto
a spese delle imprese costruttrici?
- Verde pubblico e aiuole. Nonostante il contributo degli sponsor (segnalati dai cartelli) per tenerle pulite, alcune aiuole sembrano in abbandono e piene di immondizia.
Forse potremmo tutti insieme occuparcene un po’ di più e sorvegliare sull’educazione
di tutti.
Dal Consiglio Comunale del 1 agosto…
Muti come pesci. Hanno parlato a lungo e con passione e competenza i Consiglieri di
minoranza. Ha risposto con distacco e brevemente alle loro interpellanze il Sindaco.
Tutti i Consiglieri di maggioranza hanno osservato un silenzio da monastero di clausura. Anche se non è uno spettacolo divertente, consigliamo a tutti di assistere alle
sedute del Consiglio Comunale. Se ne vedono delle belle e si capiscono tante cose.
Colpo grosso. Ma per chi? Il Comune cederà per 90 anni alla Società Pieve Ligure
Srl, con sede a Bulgarograsso, Como, che ha lottizzato Villa Betania, la superficie di
90 mq sotto l’area dei parcheggi prospicienti Via Roma, per 100.000 euro. Ci faranno
5 box pertinenziali. Dicono loro. Ma noi che siamo mal pensanti ci chiediamo: come
mai il parcheggio è stato fatto in modo così bizzarro… forse per ampliare la superficie
sottostante? I box saranno proprio 5? Non si allargheranno ulteriormente e ci faranno
stare più auto? Non sfrutteranno quest’area per farci un bell’appartamento? Siamo
assolutamente d’accordo con le parole con le quali il capogruppo di Vivipieve Simone
Galeazzi ha concluso il suo intervento “Ci sembra quindi che per tutte queste ragioni
non vi siano elementi per ritenere congrua la somma indicata e sufficientemente tutelato l’interesse pubblico”. Si sa come vanno le cose a Pieve. Un bel condono, una bella
variante e si sana tutto. Si sa come vanno le cose a Pieve. Un bel condono, una bella
variante e si sana tutto.
Sarebbero soldi spesi bene. È in vendita l’ex-locale dove c’era il ricevimento del medico di base in Piazzale San Michele, (a fianco del Panificio). La popolazione anziana
fatica ad andare in via Teriasca (nei locali del Comune, la ex-camera mortuaria, la exsede dei Consigli Comunali), dove tutto si è trasferito insieme ad alcuni servizi sanitari.
Il problema è la salita e scendere dal bus, fare due passi e andare nel precedente locale
era più comodo per gli anziani. Marco Merli nell’ultimo Consiglio Comunale ha invitato
il Comune ad acquistare il locale chiarendo come segue la sua proposta… “Come direte
voi? Siamo senza soldi e con Sommariva alle calcagna. Semplice. Poiché si deve scoperchiare il manto della Piazza (disastro urbanistico nel cuore di Pieve Ligure) basterà
fotografare le radici tagliate per capire finalmente la causa dei danni (oltre 100.000
euro ad oggi, ma saranno molti di più che pagheremo noi cittadini). Quali sono state
le responsabilità del progettista e delle imprese che hanno eseguito il lavoro? Facciamo
immediata richiesta di danni. Così smetteremo di avere periti che dicono che la causaeffetto fra i lavori in piazza e la moria degli alberi non è possibile stabilirla. Periti che
sono pagati per dire che crolla un albero e poi ne crolla uno a fianco che era completamente marcio! Si, se avete visto il tronco era marcio!!! E questo Comune anziché tagliare in fretta e furia i resti dell’albero caduto (con gravi problemi di incolumità pubblica
come già da noi denunciato) e portare via tutto, dovrebbe occuparsi di registrare le
prove e verificare responsabilità interne ed esterne. E farsi rimborsare, anche dai periti.
Altro che dare loro nuovi incarichi a pagamento, come è stato fatto”.
Ristorante vista cimitero. Riportiamo alcuni passi significativi e illuminanti dell’intervento di Aldo Bertocchi in merito alla RETTIFICA VARIANTE PRG PER SISTEMAZIONE
VIABILITA’ E PARCHEGGI AREA A MONTE DEL CIMITERO. “…Il 12/12/2005 veniva portata e fatta approvare in Consiglio Comunale una variante di PRG che prevedeva contemporaneamente a una variante del tracciato di via Teriasca, la destinazione dell’area
a monte del cimitero a servizi di ristorazione con nuova costruzione di volumetria oltre
la realizzazione di box interrati. Questo intervento ricade su terreni di proprietà del
comune di Pieve Ligure (donati a suo tempo da un lungimirante concittadino per il
possibile ampliamento cimiteriale) e dell’allora Consigliere di maggioranza Maggiolo,
imprenditore edile, al quale, al momento, era stato attribuito in data 13/10/2004, dal
Sindaco in carica, il ruolo di “Consigliere incaricato” alla valorizzazione del territorio
in relazione all’attuazione del programma “Circolo virtuoso” (inerente tra l’altro le aree
in questione). Allo stesso Consigliere proprietario è stata poi affidata, la realizzazione
del nuovo tracciato pubblico di via Teriasca nel rispetto di un capitolato estimativo
a scomputo dei contributi concessori… In sede di esecuzione dell’opera sono sorte
perplessità sulla corrispondenza tra “lo stato attuale” e quanto previsto nel “progetto”; peraltro segnalate alla Provincia in data 13/03/2008. In particolare i nostri dubbi
hanno riguardato non solo l’errata larghezza indicata negli elaborati progettuali della
strettoia all’ingresso di via Olcese, ma anche per l’accessibilità carrabile futura verso via
Massone che conseguentemente al minor raggio di curvatura previsto e nuova pendenza, creerà non pochi disagi di innesto alla stessa (abbiamo già segnalato alla Provincia
di Genova, che in detta zona sono state verificate gravi omissioni progettuali).”
Insomma un bel pasticciaccio molto ingarbugliato che ha provocato una nuova ferita
nel territorio pievese e mentre “si continua a configurare una variante al PRG (di incerta validità in quanto esso scaduto) in cui l’interesse privato sembra prevalere rispetto
all’interesse pubblico”.
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