24 LA VOCE DEL POPOLO Sabato, 19 dicembre 2009 ESULI & RIMASTI| L’Arena e l’Arco dei Sergi in un presepe tutto istriano No, questa della foto non è quella vera. È una riproduzione dell’Arena di Pola, fatta ad opera d’arte da Giancarlo Stival. Gian- carlo dedica la sua vita a ricostruire l’Istria in miniatura: le sue opere sono sempre fedelissime alla realtà, tanto che a volte, quando si ve- ciacolade | dono in fotografia, sembrano quasi l’originale. Giancarlo Stival è veneto di nascita e come tale ha assorbito tutta la storia istro-veneta. Ma l’ha assorbita nella forma più sublime, in quel modo che passa prima nel cuore per poi arrivare all’intelletto. Ha cominciato a conoscere la storia istriana al fianco di Graziella, sua moglie, esule fiumana. Oggi, dopo una vita trascorsa con lei, Giancarlo vede ancora e sempre più, l’Istria e Fiume con gli occhi di sua moglie, ama queste terre perché ha amato lei e lei, con l’amore struggente, corrosivo ed infinito dell’esule, gliel’ha inculcata nel sangue. E la sua Arena, della quale oggi vi proponiamo questa bella foto che l’autore ci ha fatto arrivare per posta (“In attesa dell’entrata in Europa della Croazia, che ci permetterà più facilmente di organizzare una mia mostra a Fiume, vi mando questa foto” – ci ha scritto), è stata esposta in questi giorni a Spinea, in provincia di Venezia, alla quinta edizione della Mostra dei presepi che raccoglie più di 140 opere provenienti da numerose località del Veneto, ma anche dal Trentino Alto Adige, dalla Lombardia e dalle Marche. Giancarlo Stival, che fa parte del direttivo ANVGD di Venezia, partecipa infatti a questa singolare rassegna con un presepe del tutto particolare, interamente ispirato all’Istria. Lo ha realizzato in colla- di Alfredo Fucci I tempi del impero e quela grande civiltà de rispeto dele identità Sbisigando fra le carte de casa, me xe capità soto i oci el libretto militar del mio nono de la marina austroungarica e sfoiandolo trovo una pagina del “Probeschrift”, dove che scive in italian: “Sotto subordinazione s’intende il dovere dell’assoluta obbedienza che ogni sottoposto deve prestare al suo superiore diretto,per il bene del servizio. Pola .20 ottobre”. El documento xe controfirmado dal comandante Scarpa. Ecco nela mia infanzia go dovù imparar a scola che sotto Francesco Giuseppe i italiani era perseguitadi.Go studià dele lotte risorgimentali, dele fucilazioni, dele impiccagioni, de Oberdan e de Silvio Pellico. Era de leger e studiar “Le mie prigioni”. Tuto vero. Tuto sacrosanto. Le nostre era terre cosidette “irredente”, la mia mama in colegio, a Graz, la sognava l’Italia ciacolando sottovoce con le compagne dalmate e istriane come i carbonari del risorgimento. Leggendo el libretto de navigazion del nono: “Land-Ungarn”, vedo scrite bilingui in ungherese e in italian. Zerto a scola da le Benedettine la mama doveva studiar el ungarese e el tedesco. Ma in giro se parlava italian. El libretto del catechismo, stampado a Budapest nel 1914, xe scrito in italian (imprimatur Pro scholis Flumine praescribitur) con citato”l tempo di Pasqua prescritto per fare la s.comunione a Fiume comincia di solito la prima domenica di quaresima e finisce la domenica della Ss.Trinità”-ve par poco? Una citazion cussi specifica su un libretto stampado a Budapest, editrice la Società Santo Stefano. borazione con Delia Strano, presidente dell’Associazione “Amici dei presepi” di Spinea e Alessandro Cuk, presidente dell’ANVGD di Venezia. Nell’opera è rappresentata la fuga in Egitto della Sacra Famiglia per sfuggire alle persecuzioni, che vuole essere una metafora dell’esodo giuliano-dalmata del secolo scorso dalle terre istriane e dalla Dalmazia. Nel presepe, oltre all’Arena, Stival ha inserito pure una fedelissima riproduzione dell’Arco dei Sergi, secondo monumento simbolo di Giancarlo Stival Pola. Sullo sfondo ha collocato poi i numerosi rustici istriani che costruisce con grande perizia. A cura di Roberto Palisca brevi dal mondo degli esuli| ● Esce un nuovo numero del foglio «Lussino» È appena uscito un nuovo numero del foglio della Comunità di Lussinpiccolo “Lussino”. In prima pagina un testo e una foto sulla bella mostra di modellini di velieri e piroscafi organizzata in settembre a Trieste in occasione del 56.esimo raduno dei Dalmati. All’interno, come al solito tanti servizi e notizie interessanti. In quarta pagina monsignor Nevio Martinoli augura a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo e ricorda l’atmosfera che caratterizzava le due importanti ricorrenze a Lussino, quando lui era bambino. Doretta Martinoli ricorda Berta Stuparich Cosulich che in settembre ha compiuto 105 anni e Nora Cosulich Rossetti parla di Marco Vlacancich. Benito Bracco dedica un testo a Ossero e Rita Cramer Giovannini rammenta le peripezie che Antonio Knesich passò prima di arrivare in Australia. Tullio Pizzetti ricorda invece i capitani e gli armatori lussignani del periodo napoleonico. Altri contributi sono di Marì Rode, Maria Stampalia, Riri Gellusich Radoslovich (I Carnevali di Lussino), Enrico Gladulich, Livia Martinoli, Neera Hreglich, Carmen Palazzoli Debianchi, Marina Parladori, Giovanna Stuparich Criscione, Claudio Deliase, Noyes Piccini Abramich (presidente della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo), Stelio Cappelli, Marina Nicolich Tomasini, Alessandro Giadrossi (San Pietro dei Nembi). Le pagine centrali sono infine dedicate alla festa di Artatore del luglio scorso. ● A Varese incontro di fine anno del Comitato ANVGD con lotteria natalizia Domenica scorsa il direttivo del Comitato di Varese dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, ha organizzato a Villa Recalcati un incontro di fine anno con lotteria natalizia, per i suoi soci e simpatizzanti. Erano presenti pure i consiglieri nazionali Pietro Cerlienco (Monza) e Pier Maria Morresi (Varese) il segretario nazionale Fabio Rocchi, i sindaci di Saltrio, Giuseppe Franzi, e di Busto Arsizio, Gianluigi Farioli, entrambi molto vicini alla comunità giuliano-dalmata del varesotto. A fare gli onori di casa è stata la presidente del Comitato ANVGD di Varese, Sissy Corsi. A contribuire alla riuscita della lotteria natalizia sono stati numerosi imprenditori di Varese e gli esuli zaratini Ottavio Missoni e Franco Luxardo. Una foto scattata a fine ‘800, in occasione di una delle visite che l’imperatore Francesco Giuseppe fece a Fiume Insomma sudditi de la Corona, ma riconossudi nei diritti de la la nazionalità specifica.Un Grande Impero che dominava tanti popoli, riconosseva le identità, non se insegnava forsi nel collegio dei Gesuiti de Fiume la nautica in italian.Ecco questo per mi era vero rispetto de le identità. Ogi in Italia semo travolti de tante etnie diverse che sbarca coi gommoni attraversando i mari. Basta girar per i mercati o a le stazioni dei treni o dele coriere e se sente parlar le lingue più diverse. Soto casa mia un mendicante, scuro de pele, ogni giorno a le cinque del pomeriggio el se inzinocia su un carton e el prega rivolto a la Mecca. Per mi cattolico che prego quando me ricordo, xe squasi una specie de rimprovero. I tempi cambia. Una volta non erimo abi- tuadi a gaver tanti foresti intorno de noi. Ogi i ghe xe dapertuto. E ne le classi a scola ogi tanti scolareti xe stranieri ma nati in italia e a le volte i xe più bravi a scola dei nostri. Ogi penso che el grande “Aulico Impero” de la “defonta” gaveva a la base una grande civiltà de rispetto dele identità. Ma capisso però anca che la vigilia del suo crollo ga avudo come conseguenza el sbejarse dei irredentismi ligadi a sogni, per esempio , come che era quel de una Italia madre della cultura per i sui poeti e i grandi artisti rinascimentali, che ga segnà la storia dell’Europa. Ecco voltandome indrio oggi faccio atto de rispetto per quel spirito mitteleuropeo de alora, che era capace de riconosser tute le identità etniche. Eppur sui libri de scola i ne imparava a disprezzar el imperator. ● Ricordato San Tommaso, patrono di Pola Il Comitato ANVGD di Imperia, presieduto da Pietro Chersola, ha voluto ricordare con una santa messa e un pranzo conviviale, domenica scorsa, ad Arma di Taggia, in provincia di Imola, la ricorrenza di San Tommaso Apostolo, patrono di Pola (21 dicembre). A officiare la funzione religiosa, svoltasi nella chiesa di San Francesco Saverio e Santa Paola Romana, è stato il parroco don Thomas Le Bourhis. Quindi tutti i presenti si sono recati al ristorante “Roma”, nei pressi della vecchia stazione. Lo stesso giorno a ricordare il patrono della città dell’Arena sono stati anche gli esuli associati all’ANVGD di Venezia, con una messa celebrata da monsignor Angelo Centenaro nella chiesa di San Girolamo, a Mestre. La liturgia è stata accom- pagnata dal Coro polifonico di Crea. In vista delle festività natalizie il tutto si è concluso con un pranzo sociale con lotteria presso l’albergo “Venezia”.