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LA VOCE DEL POPOLO
Sabato, 19 dicembre 2009
ESULI & RIMASTI|
L’Arena e l’Arco dei Sergi
in un presepe tutto istriano
No, questa della foto non è
quella vera. È una riproduzione
dell’Arena di Pola, fatta ad opera
d’arte da Giancarlo Stival. Gian-
carlo dedica la sua vita a ricostruire l’Istria in miniatura: le sue opere
sono sempre fedelissime alla realtà, tanto che a volte, quando si ve-
ciacolade |
dono in fotografia, sembrano quasi
l’originale.
Giancarlo Stival è veneto di nascita e come tale ha assorbito tutta
la storia istro-veneta. Ma l’ha assorbita nella forma più sublime, in quel
modo che passa prima nel cuore per
poi arrivare all’intelletto. Ha cominciato a conoscere la storia istriana al
fianco di Graziella, sua moglie, esule fiumana. Oggi, dopo una vita trascorsa con lei, Giancarlo vede ancora e sempre più, l’Istria e Fiume con
gli occhi di sua moglie, ama queste
terre perché ha amato lei e lei, con
l’amore struggente, corrosivo ed infinito dell’esule, gliel’ha inculcata
nel sangue.
E la sua Arena, della quale oggi
vi proponiamo questa bella foto che
l’autore ci ha fatto arrivare per posta (“In attesa dell’entrata in Europa della Croazia, che ci permetterà
più facilmente di organizzare una
mia mostra a Fiume, vi mando questa foto” – ci ha scritto), è stata esposta in questi giorni a Spinea, in provincia di Venezia, alla quinta edizione della Mostra dei presepi che raccoglie più di 140 opere provenienti
da numerose località del Veneto, ma
anche dal Trentino Alto Adige, dalla
Lombardia e dalle Marche.
Giancarlo Stival, che fa parte
del direttivo ANVGD di Venezia,
partecipa infatti a questa singolare rassegna con un presepe del tutto particolare, interamente ispirato
all’Istria. Lo ha realizzato in colla-
di Alfredo Fucci
I tempi del impero e quela grande
civiltà de rispeto dele identità
Sbisigando fra le carte de casa,
me xe capità soto i oci el libretto militar del mio nono de la marina austroungarica e sfoiandolo trovo una pagina del “Probeschrift”, dove che scive in italian:
“Sotto subordinazione s’intende il
dovere dell’assoluta obbedienza
che ogni sottoposto deve prestare
al suo superiore diretto,per il bene
del servizio. Pola .20 ottobre”. El
documento xe controfirmado dal
comandante Scarpa.
Ecco nela mia infanzia go
dovù imparar a scola che sotto
Francesco Giuseppe i italiani era
perseguitadi.Go studià dele lotte risorgimentali, dele fucilazioni, dele impiccagioni, de Oberdan
e de Silvio Pellico. Era de leger
e studiar “Le mie prigioni”. Tuto
vero. Tuto sacrosanto. Le nostre
era terre cosidette “irredente”, la
mia mama in colegio, a Graz, la
sognava l’Italia ciacolando sottovoce con le compagne dalmate e
istriane come i carbonari del risorgimento.
Leggendo el libretto de navigazion del nono: “Land-Ungarn”,
vedo scrite bilingui in ungherese e
in italian. Zerto a scola da le Benedettine la mama doveva studiar
el ungarese e el tedesco. Ma in
giro se parlava italian. El libretto
del catechismo, stampado a Budapest nel 1914, xe scrito in italian
(imprimatur Pro scholis Flumine
praescribitur) con citato”l tempo di Pasqua prescritto per fare la
s.comunione a Fiume comincia di
solito la prima domenica di quaresima e finisce la domenica della
Ss.Trinità”-ve par poco? Una citazion cussi specifica su un libretto
stampado a Budapest, editrice la
Società Santo Stefano.
borazione con Delia Strano, presidente dell’Associazione “Amici
dei presepi” di Spinea e Alessandro Cuk, presidente dell’ANVGD
di Venezia.
Nell’opera è rappresentata la
fuga in Egitto della Sacra Famiglia
per sfuggire alle persecuzioni, che
vuole essere una metafora dell’esodo giuliano-dalmata del secolo scorso dalle terre istriane e dalla Dalmazia. Nel presepe, oltre all’Arena,
Stival ha inserito pure una fedelissima riproduzione dell’Arco dei Sergi, secondo monumento simbolo di
Giancarlo Stival
Pola. Sullo sfondo ha collocato poi i
numerosi rustici istriani che costruisce con grande perizia.
A cura di Roberto Palisca
brevi dal mondo degli esuli|
● Esce un nuovo numero del foglio «Lussino»
È appena uscito un nuovo numero del foglio della Comunità
di Lussinpiccolo “Lussino”. In
prima pagina un testo e una foto
sulla bella mostra di modellini di
velieri e piroscafi organizzata in
settembre a Trieste in occasione del 56.esimo raduno dei Dalmati. All’interno, come al solito
tanti servizi e notizie interessanti.
In quarta pagina monsignor Nevio Martinoli augura a tutti Buon
Natale e Felice Anno Nuovo e ricorda l’atmosfera che caratterizzava le due importanti ricorrenze
a Lussino, quando lui era bambino. Doretta Martinoli ricorda
Berta Stuparich Cosulich che in
settembre ha compiuto 105 anni
e Nora Cosulich Rossetti parla di
Marco Vlacancich. Benito Bracco dedica un testo a Ossero e Rita
Cramer Giovannini rammenta le
peripezie che Antonio Knesich
passò prima di arrivare in Australia. Tullio Pizzetti ricorda invece
i capitani e gli armatori lussignani del periodo napoleonico. Altri contributi sono di Marì Rode,
Maria Stampalia, Riri Gellusich
Radoslovich (I Carnevali di Lussino), Enrico Gladulich, Livia
Martinoli, Neera Hreglich, Carmen Palazzoli Debianchi, Marina Parladori, Giovanna Stuparich
Criscione, Claudio Deliase, Noyes Piccini Abramich (presidente della Comunità degli Italiani di
Lussinpiccolo), Stelio Cappelli,
Marina Nicolich Tomasini, Alessandro Giadrossi (San Pietro dei
Nembi). Le pagine centrali sono
infine dedicate alla festa di Artatore del luglio scorso.
● A Varese incontro di fine anno del Comitato
ANVGD con lotteria natalizia
Domenica scorsa il direttivo del Comitato di Varese dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, ha organizzato a Villa Recalcati un incontro di fine anno con lotteria natalizia, per i suoi soci e
simpatizzanti. Erano presenti pure i consiglieri nazionali Pietro Cerlienco (Monza) e Pier Maria Morresi (Varese) il segretario nazionale
Fabio Rocchi, i sindaci di Saltrio, Giuseppe Franzi, e di Busto Arsizio,
Gianluigi Farioli, entrambi molto vicini alla comunità giuliano-dalmata del varesotto. A fare gli onori di casa è stata la presidente del Comitato ANVGD di Varese, Sissy Corsi. A contribuire alla riuscita della
lotteria natalizia sono stati numerosi imprenditori di Varese e gli esuli
zaratini Ottavio Missoni e Franco Luxardo.
Una foto scattata a fine ‘800, in occasione di una delle visite che
l’imperatore Francesco Giuseppe fece a Fiume
Insomma sudditi de la Corona, ma riconossudi nei diritti de la
la nazionalità specifica.Un Grande Impero che dominava tanti popoli, riconosseva le identità, non
se insegnava forsi nel collegio dei
Gesuiti de Fiume la nautica in italian.Ecco questo per mi era vero
rispetto de le identità.
Ogi in Italia semo travolti de
tante etnie diverse che sbarca coi
gommoni attraversando i mari.
Basta girar per i mercati o a le stazioni dei treni o dele coriere e se
sente parlar le lingue più diverse.
Soto casa mia un mendicante, scuro de pele, ogni giorno a le cinque
del pomeriggio el se inzinocia su
un carton e el prega rivolto a la
Mecca. Per mi cattolico che prego quando me ricordo, xe squasi
una specie de rimprovero. I tempi
cambia. Una volta non erimo abi-
tuadi a gaver tanti foresti intorno
de noi. Ogi i ghe xe dapertuto. E
ne le classi a scola ogi tanti scolareti xe stranieri ma nati in italia
e a le volte i xe più bravi a scola
dei nostri. Ogi penso che el grande
“Aulico Impero” de la “defonta”
gaveva a la base una grande civiltà
de rispetto dele identità. Ma capisso però anca che la vigilia del suo
crollo ga avudo come conseguenza el sbejarse dei irredentismi ligadi a sogni, per esempio , come che
era quel de una Italia madre della cultura per i sui poeti e i grandi
artisti rinascimentali, che ga segnà
la storia dell’Europa. Ecco voltandome indrio oggi faccio atto de rispetto per quel spirito mitteleuropeo de alora, che era capace de riconosser tute le identità etniche.
Eppur sui libri de scola i ne imparava a disprezzar el imperator.
● Ricordato San Tommaso, patrono di Pola
Il Comitato ANVGD di Imperia, presieduto da Pietro Chersola, ha voluto ricordare con una
santa messa e un pranzo conviviale, domenica scorsa, ad Arma
di Taggia, in provincia di Imola, la ricorrenza di San Tommaso Apostolo, patrono di Pola (21
dicembre). A officiare la funzione religiosa, svoltasi nella chiesa
di San Francesco Saverio e Santa
Paola Romana, è stato il parroco
don Thomas Le Bourhis. Quindi
tutti i presenti si sono recati al ristorante “Roma”, nei pressi della
vecchia stazione. Lo stesso giorno a ricordare il patrono della città dell’Arena sono stati anche gli
esuli associati all’ANVGD di Venezia, con una messa celebrata
da monsignor Angelo Centenaro
nella chiesa di San Girolamo, a
Mestre. La liturgia è stata accom-
pagnata dal Coro polifonico di
Crea. In vista delle festività natalizie il tutto si è concluso con un
pranzo sociale con lotteria presso
l’albergo “Venezia”.
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