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Martedì 12 Novembre 2013
Gruppo associazioni Cnai
La conferma dal Centro studi Cnai. I due strumenti a confronto
Bocciato l’apprendistato
Gli imprenditori preferiscono il tirocinio
di
Manola Di Renzo
F
ormazione e occupazione dei giovani, ecco
l’obiettivo principale da
raggiungere attraverso
gli strumenti di lavoro messi a
disposizione delle aziende.
Tra le forme più idonee per
creare opportunità al giovane,
che deve inserirsi nel mercato
del lavoro, vi sono apprendistato e tirocinio formativo.
Tuttavia tra le due le aziende
preferiscono di gran lunga il tirocinio. In entrambe le tipologie
il datore di lavoro si impegna
a fornire un addestramento
professionale con la differenza
sostanziale che nel tirocinio, al
contrario dell’apprendistato, il
percorso formativo non implica
l’instaurazione di un rapporto
di lavoro subordinato.
Questo ha permesso una
drastica riduzione dell’applicazione dei contratti di apprendistato, in luogo dei tirocini.
Le ricerche del Centro studi
Cnai lo confermano, l’apprendistato non piace alle aziende,
mostra diversi lati ostili e le
prime statistiche di quest’anno
2013 già parlano di una netta
diminuzione degli apprendisti
in azienda.
Ad accentuare un simile fenomeno ha contribuito il tirocinio. Mentre con un contratto di
apprendistato l’azienda si impegna ad assumere un giovane,
con limitazioni alla risoluzione
del contratto, a retribuirlo come
un lavoratore vero e proprio, a
garantirgli un idoneo percorso
formativo, con la consapevolezza di poter incappare in accertamenti finalizzati a verificare
la corretta applicazione della
norma che a sua volta, potrebbero sfociare nel regime
sanzionatorio e di recupero
retributivo contributivo, con il
rapporto di tirocinio tutto questo non accade. È sufficiente
una convenzione stipulata tra
il soggetto promotore e il soggetto ospitante, stipulare una
polizza assicurativa di responsabilità civile e corrispondere
un’indennità di partecipazione
che il tirocinio è avviato.
Chiaramente non mancano
i casi di abuso, ovvero aziende
che ospitano tirocinanti per
svolgere compiti a scarso contenuto formativo, che celano
precisi rapporti di lavoro.
Sicurezza in cantina, così
si fa prevenzione
La prevenzione dei rischi nelle cantine vitivinicole è il
nuovo convegno a firma CnaiForm che si svolgerà a Pescara
il 29 novembre prossimo nel Museo delle Genti D’Abruzzo.
L’intento è di sensibilizzare quanti operano nel campo della salute e sicurezza e gli stessi lavoratori, sui principali
aspetti e problematiche legate all’utilizzo delle macchine
e alla presenza di agenti biologici in precisi ambienti confinati. I relatori esamineranno l’organizzazione del lavoro
nelle cantine, le precauzioni da attivare per prevenire gli
infortuni e i fattori che possono favorire lo sviluppo e la diffusione di agenti biologici, in particolare la fase lavorativa,
le materie utilizzate il contatto con i fluidi, il microclima,
l’ambiente di lavoro e coloro che lo occupano. La scelta di
un luogo di lavoro come la cantina riteniamo riesca ad accomunare la cultura del nostro paese in maniera trasversale,
la cultura del vino ha la forza di unire l’Italia da nord a sud.
Raccogliere le uva, trasformarle in vino è uno dei mestieri
più antichi che fa parte della nostra storia, un lavoro che
subisce l’evoluzione dei nostri costumi della nostra società
e che ci permettere di comprendere il radicamento della
cantina in un territorio e in una tradizione produttiva.
Detto con le parole del presidente del Cnai, Orazio Di
Renzo: «Ogni vino racconta una storia fatta di luoghi e di
uomini, di radici e di culture, di sacrifici e di soddisfazioni.
Il vino racchiude in sé le tradizioni del posto in cui nasce,
rappresenta una lingua tra i popoli. La cultura vitivinicola
cambia nel tempo così come si evolvono i modelli vita, economici e sociali dei paesi ed ecco che al centro della storia
del vino c’è sempre l’uomo. La vite è da sempre considerata
una pianta sacra proprio come la vita di un individuo. È
lo stesso lavoro, la stessa dedizione spesa per fare buone
cose, che ci porta a riflettere sull’importanza della salute e
della sicurezza delle persone che si dedicano a creare quel
vino che oggi rappresenta una bandiera di eccellenza del
made in Italy nel mondo».
Pagina a cura di Cnai - Coordinamento
nazionale associazioni imprenditori
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Apprendistato professionalizzante
e tirocinio a confronto
Apprendistato professionalizzante
Tirocinio
Assunzione
Convenzione
Durata da 6 mesi a 3/5 anni
Durata massima 6/12 mesi
Piano formativo individuale
Progetto formativo
Retribuzione
Indennità di partecipazione
Contribuzione
Nessuna contribuzione
Assicurazione Inail
Assicurazione Inail
Nessuna polizza civile
Polizza responsabilità civile
Nomina del tutor
Nomina del tutor
Formazione di base o trasversale
Nessuna formazione di base
Formazione professionalizzante
Formazione insita nel tirocinio
Libretto formativo
Attestazione competenze acquisite
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Bocciato l`apprendistato