Sondaggi informati Formazione e deliberazione Il Pd a Cortona prova nuove tecniche di partecipazione Il Deliberative Forum applicato ai problemi del lavoro di Mauro Buonocore Quando un partito accetta una sfida innovativa di Annamaria Parente 81 Sondaggi informati Il Deliberative Forum applicato ai problemi del lavoro di Mauro Buonocore l tema è delicato, anzi delicatissimo, di quelli che scatenano ansie, preoccupazioni, speranze frustrate e vive incertezze perché, oggi più che mai, parole come flessibilità e precarietà toccano corde essenziali di un diritto fondamentale. Il tema del lavoro sembra troppo caldo per costruirvi intorno un dibattito ben ragionato, in cui l’analisi di lungo periodo possa superare le impressioni e le emozioni infervorate dalle cronache. Eppure la democrazia deliberativa ci riesce. L’ennesima dimostrazione (che si aggiunge alle numerose applicazioni dei deliberative polls di James Fishkin raccontate sulle pagine di «Reset» e su «Caffè Europa») l’abbiamo avuta a Cortona, all’edizione 2010 della Scuola politica del Partito democratico dove il Dipartimento formazione del Pd ha realizzato in collaborazione con «Reset» un Deliberative Forum in cui i partecipanti hanno discusso di flessibilità, ammortizzatori sociali e contrattazione collettiva. I momenti degni di essere raccontati sono stati molti (come il dialogo che ha visto per protagonisti i ragazzi che partecipavano alle giornate di formazione ed esperti come gli ex ministri Tiziano Treu e Cesare Damiano) ma, su ogni altra cosa, un dato va rilevato: i metodi della deliberative democracy si dimostrano proficui in un contesto formativo, anche – e soprattutto – su argomenti così delicati. Anzi, su questi temi la democrazia deliberativa riesce a mostrare tutto il suo potenziale perché non solo i partecipanti sono andati via da Cortona sapendo di più del mondo del lavoro di quanto non ne sapessero prima, ma soprattutto perché alle fine la loro opinione sul mondo del lavoro, e sugli argomenti con cui cambiarlo, non si basava più solamente sull’esperienza individuale di ciascuno, sulle proprie esigenze di trovare e mantenere un’occupazione. Dopo I 82 aver attraversato un percorso complesso che li ha portati in profondità nel tema e ha offerto loro una prospettiva più ampia sulle politiche del lavoro, i partecipanti si sono espressi in maniera ponderata (assai ragionata, verrebbe da dire), collocandosi in una prospettiva sociale e politica dei problemi posti, analizzandone la dimensione collettiva, considerando la fattibilità di alcune scelte rispetto ad altre, per cui l’esperienza individuale nel mercato del lavoro, le personali esigenze di ogni singolo, sono risultate alla fine solo uno dei tanti fattori che hanno concorso alla formulazione della risposta. I metodi della democrazia deliberativa sono molti e ognuno si adatta alla situazione in cui viene applicato, ma tutti mirano allo stesso risultato: mettere le persone nella condizione di migliorare la propria conoscenza su un dato argomento ed esprimere un’opinione competente, rafforzata dal confronto con altre opinioni. Per raggiungere questo obiettivo ci sono strumenti che, anche questi, rimango costanti in ogni applicazione della deliberative democracy: un argomento ben delineato e delimitato, informazione appropriata e bilanciata sull’argomento scelto, partecipanti che discutono tra di loro, si scambiano idee e opinioni, si confrontano con esperti della materia e infine esprimono una scelta. Ciascuno di questi aspetti ha trovato spazio a Cortona. L’attenzione è stata concentrata su tre argomenti specifici e molto importanti nel dibattito del Pd sul lavoro, e cioè la flessibilità, le tutele e il salario minimo. A questi tre argomenti sono state dedicate delle pagine di approfondimento in un libretto che conteneva anche informazioni dettagliate sul mercato del lavoro in Italia e le proposte emerse dal dibattito interno al Pd. A garantire che le informazioni contenute in questo testo Sondaggi informati Le parole chiave che hanno fatto registrare il maggior apprezzamento dei partecipanti sono state: «formazione permanente», «ammortizzatori sociali», «pari opportunità tra uomo e donna», «sicurezza del posto di lavoro». E dopo le discussioni e la «deliberazione» le opinioni sono cambiate fossero bilanciate, il testo è stato visionato da esperti che incarnavano diversi punti di vista. I partecipanti alla Scuola di Cortona hanno così avuto un punto di partenza per le discussioni che hanno affrontato in piccoli gruppi di lavoro nei quali hanno potuto confrontare le loro idee, le loro esperienze, le loro proposte, con quelle di altri. Inoltre, il dibattito è stato sostenuto da esperti (insieme a Treu e Damiano anche Marco Leonardi, Michele Raitano e Rita Ghedini) che hanno presentato i diversi temi e risposto alle domande dei partecipanti. L’obiettivo finale del Deliberative Forum era quello di capire quali parole, da una lista di quindici, sarebbero state considerate prioritarie, nell’opinione dei partecipanti, in prospettiva di una riforma delle politiche del lavoro. Infine, per capire quanta parte avrebbe giocato il metodo deliberativo nella scelta delle risposte, lo stesso questionario è stato somministrato due volte, all’inizio del processo (prima ancora che i partecipanti leggessero il materiale informativo) e alla fine della giornata di lavoro. I risultati emersi dal confronto dei due questionari hanno mostrato indicazioni assolutamente interessanti. Innanzitutto lo spostamento d’opinione. Le parole chiave che hanno fatto registrare il maggior apprezzamento dei partecipanti sono state: «formazione permanente», «ammortizzatori sociali», «pari opportunità tra uomo e donna», «sicurezza del posto di lavoro». Ma il dato più interessante da notare è che nel corso del Deliberative Forum molte valutazioni sono cambiate, tanto che oltre il 70% dei partecipanti ha espresso nel questionario finale una risposta diversa da quella iniziale. In particolare, come si vede dalla tabella, «flessibilità del posto di lavoro» ha fatto registrare la più alta percentuale di persone che hanno aumentato il voto di preferenza, «posto fisso» è l’espres- sione che ha fatto registrare il cambiamento generale di opinione più marcato (70,5%) e il più alto numero di persone che hanno diminuito il punteggio, affermando che l’importanza assegnata al posto fisso dopo la giornata del Deliberative Forum è scesa fino a collocare il «posto fisso» all’ultima posizione della graduatoria formata dalle 15 parole-chiave proposte. Questa osservazione sembra avere maggior valore se analizzata alla luce del confronto tra gli esiti registrati per la «sicurezza del posto di lavoro» e «posto fisso»: entrambe erano, nel primo questionario, nelle prime posizioni della classifica. Nel questionario finale, invece, la sicurezza del posto di lavoro è rimasta in vetta, mentre il posto fisso è scivolato in fondo alla gerarchia. Sembrerebbe che, collocando queste due espressioni agli estremi della classifica, i partecipanti alla fine del Deliberative non considerassero più queste due espressioni dei sinonimi, cosa che invece non risultava dalle risposte iniziali. 83 Sondaggi informati Quando un partito accetta una sfida innovativa di Annamaria Parente ormazione politica di un grande partito, qualità della nostra democrazia, mezzi e strumenti per ridarle anima. È in questo collegamento che risiedono le ragioni della scelta di realizzare alla Scuola di politica annuale di Cortona un Forum deliberativo su «democrazia e lavoro». F La formazione politica del Partito democratico Dopo tre anni di esperienza possiamo fissare dei punti fermi. Tutte le nostre iniziative, dalle scuole di politica all’animazione del sito «in buone mani» sulle pratiche amministrative, sono ispirate al criterio della partecipazione. Per intercettare il desiderio delle persone di essere coinvolte non solo per votare alle primarie e per un’idea della politica fondata sulla costruzione di comunità. Comunità di apprendimento nel caso della formazione, interpretando così la nostra «sfida educativa», titolo di un interessante Rapporto della Conferenza episcopale italiana. Nell’introduzione alla pubblicazione di qual- che anno fa «Democrazia deliberativa: cosa è», Giancarlo Bosetti e Sebastiano Maffettone analizzano la crisi dei «facilitatori», partiti, sindacati, parrocchie, come organizzatori dell’opinione pubblica dei loro aderenti, capaci di veicolare fino a qualche decennio fa informazioni, conoscenze che altrimenti non sarebbero circolate. A perdere prestigio e attrattiva negli ultimi decenni sono stati soprattutto i partiti politici, per l’impatto della televisione che riduce drasticamente la capacità argomentativa della politica. Ma anche, continuano gli autori, il «facilitatore» è messo fuori uso dal progresso culturale degli individui, dal loro maggiore livello di istruzione, dal rifiuto di sottostare a un’ideologia con i suoi vincoli e dal collasso dei paternalismi di partito. È su questa stessa analisi che abbiamo fondato il sistema di formazione politica del nascente partito democratico, consapevoli che l’abbandono di processi formativi strutturati aveva messo in crisi definitivamente la funzione «pedagogica» dei partiti, cui fa riferimento anche la Costituzione italiana. Chi è Annamaria Parente Annamaria Parente è responsabile nazionale della formazione del Partito democratico. In passato è stata responsabile del Coordinamento nazionale donne della Cisl confederale e ha rappresentato il sindacato in diversi organismi tra cui il Comitato pari opportunità presso il Ministero del lavoro, il Comité des femmes della Confederazione europea dei sindacati (Ces), il Comité des femmes della Confederazione internazionale dei sindacati liberi e la Commissione nazionale parità dove è stata nominata anche vice presidente. L’8 marzo 2004 è stata nominata Ambasciatrice di cace dal Centro di pace tra i popoli di Assisi. 84 Sondaggi informati La formazione politica del Partito democratico è un’operazione culturale, ma non è trasferimento accademico di contenuti, tanto meno un think tank, piuttosto esige un forte impegno intellettuale, pratico ed esistenziale. Soprattutto in un momento di crisi di senso e di valori In tale contesto e nel fare formazione in un partito in formazione, abbiamo intercettato, soprattutto nei giovani, un grandissimo bisogno di approfondimento, di analisi, di conoscenza, accogliendo anche però una pressante richiesta di spazi e luoghi di espressione libera, in cui portare bagagli culturali e di esperienze maturati a livello individuale. Il punto di equilibrio è rappresentato nei nostri percorsi formativi dalla continua offerta di chiavi di lettura della realtà, di strumenti di interpretazione dei cambiamenti economici, sociali e politici per sviluppare quel «senso critico» che troppe volte sembra smarrito nel nostro tempo e contribuire a sviluppare un’intelligenza collettiva. La formazione politica del Partito democratico è un’operazione culturale, ma non è trasferimento accademico di contenuti, tanto meno un think tank, esige un forte impegno intellettuale, pratico e addirittura esistenziale. Soprattutto in un momento di crisi di senso e di valori, nei processi formativi contano molto gli elementi relazionali, che consentono la creazione di un «noi» che è il fondamento dell’esperienza politica. Ci esercitiamo continuamente a costruire ambienti favorevoli allo scambio e alla relazione tra i vari soggetti interessati. L’obiettivo di una formazione e di un partito contemporanei è la costruzione di reti, da cui far discendere anche la proposta politica. Come nel caso della nostra raccolta di pratiche di buon governo dove amministratori, cittadine e cittadini, relatori costituiscono comunità di saperi ed esperienze, mettendo in comunicazione i territori tra loro attraverso uno spazio internet e la realizzazione di laboratori nazionali e locali. La sfida educativa e pedagogica del tempo che viviamo è per noi l’animazione di una democrazia partecipata nel partito e nella società. La qualità della nostra democrazia Le ragioni della crisi della nostra democrazia sono varie e non è il caso di riprenderle. Interessante è capire come noi possiamo agire per contrastarla. Gustavo Zagrebelsky sostiene che la democrazia è spesso in bilico perché essa è il regime delle possibilità, non della rassicurazione. La democrazia è una cornice che deve essere riempita da un ethos conforme, come ci insegnano anche i classici. Del resto, egli dice che l’articolo 1 della Costituzione è, da una parte, la descrizione della forma politica delle istituzioni democratiche, dall’altra è una norma programmatica che invita all’azione per la democrazia. Ethos e azione per la democrazia. Non basta dunque difendere la forma democratica, ma occorre agire con passione per sostenerla. Altrimenti il rischio è quello che già prefigurava Tocqueville nel 1840 «se il dispotismo si affermasse nelle nazioni democratiche di oggi, avrebbe altre caratteristiche: sarebbe più esteso 85 Sondaggi informati Le indicazioni dei partecipanti a Cortona sulle priorità rispetto al lavoro sono state: la formazione permanente, la sicurezza del posto di lavoro e le pari opportunità. Si tratta di dati che saranno preziosi per continuare il percorso intrapreso dal Pd in questi anni L’esperienza di Forum deliberativo alla Scuola di politica del Partito democratico, in collaborazione con «Reset», ha rappresentato un approfondimento importante dei contenuti e della metodologia dei nostri percorsi formativi. E una pratica di dibattito politico informato. Tanto è vero che nelle prossime settimane replicheremo l’iniziativa in alcuni territori. Il forum deliberativo alla Scuola di politica e più mite e avvilirebbe gli uomini senza tormentarli». L’avvilimento delle coscienze del nostro tempo consiste, a mio avviso, in quello che Hannah Arendt descriveva come contesto di menzogne che non riguarda solo i regimi totalitari, ma anche la «fabbricazione di immagini» delle democrazie di massa, quando vengono negati fatti generalmente conosciuti che contraddicono l’immagine pubblicizzata. E quindi la qualità della democrazia si misura anche con la possibilità per le società di avere un’opinione pubblica informata in grado di esercitare i diritti di partecipazione alle decisioni a ogni livello. Lo stato della democrazia oggi ci fa pensare quasi al mito della caverna di Platone. Come quegli uomini potevano vedere solo immagini riflesse dal riverbero del fuoco, credendo che quella fosse la realtà, così noi troppo spesso riteniamo che la pubblicità, i racconti televisivi possano essere la vita vera. Il Partito democratico oggi deve contribuire a «svelare la realtà» e agevolare la formazione di un’opinione pubblica razionale. 86 È stata anche una prova della complessità degli argomenti intorno al tema del lavoro, della necessità di saper leggere dati, di prendere in considerazione diversi punti di vista, di comunicare le proposte del partito. Ma soprattutto abbiamo vissuto la bellezza di uno scambio vero tra le persone, non urlato, non falsato da retoriche sul tema, effettivamente guidato da esperti che non imponevano verità, ma aiutavano un dialogo informato. E infine i partecipanti hanno imparato che si può cambiare opinione con il supporto di conoscenze e il conforto di condividere con gli altri la libertà di prendere una decisione. «Non a caso i grandi cultori della democrazia hanno sempre posto al centro della loro attenzione i modi per rendere libera, e accrescere l’informazione del cittadino» scrive Giuliano Amato nell’introduzione al libro di James Fishkin La nostra voce sulla democrazia deliberativa. Infine, le indicazioni dei partecipanti a Cortona sulle priorità rispetto al lavoro, con ai primi posti la formazione permanente, la sicurezza del posto di lavoro e le pari opportunità saranno preziose per continuare il percorso intrapreso dal Partito democratico di darsi un progetto per il paese in grado di cogliere e interpretare esigenze reali, soprattutto delle giovani generazioni.