Potere e politica
La politica: concetti generali
POTERE: tra due individui o piccoli
gruppi, rappresenta “qualsiasi possibilità
di far valere entro una relazione sociale,
anche di fronte ad un’opposizione, la
propria volontà” (Weber, 1922)
Rispetto a gruppi più grandi o società, il
potere è “la capacità di una società di
mobilitare le proprie risorse in vista di
determinati obiettivi” (Parsons, 1969)

3 forme di POTERE
 Potere economico
 Potere ideologico
 Potere politico

FORZA: è l’uso della coercizione fisica per
imporre ad altri la propria volontà
 AUTORITÀ:
è la possibilità di trovare
obbedienza ad un comando, presso certe
persone (Weber, 1922). L’autorità ha
caratteristiche di istituzionalizzazione e
legittimità (vedi 3 tipi di autorità). Vale a
dire che l’autorità è un forma di potere
legittima
 STATO: è una struttura politica che
esercita il monopolio legittimo della forza
fisica su un determinato territorio. Ha il
potere di allocare le risorse e i servizi del
sistema sociale
Tipi di regime politico
REGIMI TOTALITARI
I detentori del potere mirano ad un controllo
assoluto della società. Tratti comuni:
 Uso su vasta scala dell’ideologia
 Partito unico
 Ricorso al terrore
 Controllo dei mezzi di comunicazione
 Controllo delle armi
 Controllo dell’economia
1.
2. REGIMI AUTORITARI
 Sistemi a pluralismo politico parziale
 Si basano non tanto su un’ideologia rigida,
quanto su una particolare mentalità, su un
insieme di credenze ambigue
 Si basano su una mobilitazione
temporanea (ad es. nel momento
dell’instaurazione)
 La leadership (di un individuo o di un
gruppo) esercita un potere relativamente
prevedibile
3. REGIMI DEMOCRATICI
Democrazia = Governo del popolo
Ma il popolo in che misura governa?
Dahl: “la legge del tempo e del numero”
“più è alto il numero di cittadini di un
insieme democratico, minore è la
possibilità per i cittadini di partecipare
direttamente alle decisioni di governo e
più essi devono delegare l’autorità ad altri”
La democrazia moderna è necessariamente
una DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA
Caratteristiche delle democrazie
rappresentative:
 Individualismo, inteso come centralità
della persona
 Governo costituzionale: le carte
costituzionali definiscono la distribuzione
e i limiti dell’autorità politica; ogni potere
è circoscritto e bilanciato da altri poteri
 Consenso dei governati (elezioni
periodiche)
 Confronto politico regolato (lealtà tra
governo e opposizione)
La democrazia globale
“Nell’epoca attuale la democrazia è divenuta
lo standard di riferimento della legittimità
politica” (Held, 1996)
La democrazia si sarebbe dimostrata come il
sistema politico “migliore”, perché si fonda
 su un’economia di mercato
 sulla partecipazione politica
 sulla libera circolazione delle informazioni
(diffusione dei nuovi mezzi di
comunicazione)
Il paradosso della democrazia
Fukuyama, “Fine della storia”: la democrazia
occidentale si universalizza e resterà
l’unica forma di governo
Ma la democrazia è in crisi?
Secondo Bell (1973), i governi nazionali sono
troppo piccoli per occuparsi della
questioni globali e troppo lontani dalle
questioni locali
I sondaggi mostrano che la partecipazione e
l’interesse per la politica sono piuttosto
limitati nella popolazione
Partecipazione politica in Italia (Istat)
I partiti politici
È l’intermediario tra governo e individui:
elabora programmi politici e li propone
all’elettorato; designa i propri candidati e
li sostiene con campagne elettorali;
partecipa alla produzione legislativa
attraverso i propri rappresentanti; offre
personale per ricoprire ruoli di governo o
di opposizione.
Nel corso del tempo, i partiti hanno subito
molte trasformazioni.

Alla fine dell’Ottocento si verifica il passaggio
dal partito dei notabili al partito di massa
PARTITO DI
NOTABILI
PARTITO DI
MASSA
Base
sociale
Borghesia
Lavoratori
Funzione
Eleggere un
candidato
Integrare i membri
nella società
Sistema
elettorale
Competizione
elettorale
ristretta
Suffragio elettorale
allargato
Personale
di partito
Personalità
dotate di risorse
autonome
Politici di
professione che
vivono di politica

Dagli anni 50, si fa avanti il PARTITO
PIGLIATUTTO
Caratteristiche del partito pigliatutto:
 Cerca di espandere quanto più possibile il
proprio seguito elettorale (recluta elettori
tra la popolazione generale)
 Legami più deboli verso una specifica
classe sociale o gruppo confessionale
 Si riduce il bagaglio ideologico del partito
 Si rafforzano i gruppi dirigenti di vertice
 Si indebolisce il ruolo riconosciuto al
singolo membro del partito
 Apre l’accesso a diversi gruppi di interesse
 Secondo
alcuni autori, dagli anni ’70 si
sarebbe sviluppato il CARTEL PARTY.
Caratteristiche:
- accentuata interpenetrazione con lo stato
- Ruolo crescente del finanziamento
pubblico
- Allentamento dei rapporti con la base
sociale
I gruppi di pressione
I gruppi di pressioni (o lobbies) difendono
interessi e che esercitano pressioni allo
scopo di influenzare il governo.
Possono avere una base socioeconomica,
professionale, religiosa, etnica, ecc.
Possono seguire forme d’azione
convenzionali o forme di pressioni più
forti (campagne verso l’opinione pubblica,
finanziamenti elettorali di alcuni
candidati, corruzione…)
I movimenti sociali
Si tratta di un gruppo che promuove
un’azione collettiva finalizzata a perseguire
un interesse o un obiettivo comune,
attraverso iniziative esterne alle istituzioni
(movimenti di protesta, contro-movimenti,
nuovi movimenti sociali)
Le tecnologie informatiche accentuano lo
sviluppo dei movimenti sociali. Si parla di
NETWARS, ovverosia di conflitti
internazionali in grado di diffondere
informazione e richiamare l’attenzione
dell’opinione pubblica
Il nazionalismo
Secondo Gellner (1985), è il desiderio di
omogeneità a creare il nazionalismo. Quindi
la lettura per cui il nazionalismo sorge perché
si recupera una storia, una cultura, una
lingua - spesso considerata "pura" e
"originaria” va capovolta.
Il nazionalismo è frutto della società di massa,
dell'industrializzazione, della mobilità e
dell'omogeneizzazione della cultura
superiore. L’istruzione generalizzata è lo
strumento principale per mezzo del quale la
società di massa può restare unita.
Tuttavia, Gellner non considera la capacità
di creare identità che va attribuita al
nazionalismo.
In alcuni casi, il nazionalismo si riconosce in
un’appartenenza etnica o regionale.
Nazioni senza stato
- Paesi Baschi
- Fiandre
- Curdi, ceceni, tibetani
Il comportamento collettivo
È il comportamento relativamente
spontaneo e non strutturato di un gruppo
di individui che reagiscono ad una
situazione di incertezza o di minaccia
(Smelser, 1991)
Nel comportamento collettivo si individuano
3 emozioni fondamentali:
Paura, ostilità, gioia
Folla/Massa
Folla: numero relativamente grande di
persone che si trovano in una situazione di
compresenza
 Massa: numero relativamente grande di
persone che condividono uno stesso
oggetto di attenzione, ma non si trovano in
una situazione di compresenza

Tipi di comportamento collettivo
Stati emotivi
FOLLA
MASSA
Paura
Fuga da edificio in
fiamme
Attentato aereo
Calamità naturali
Allarme criminalità
Ostilità
Raduni e marce di
protesta
Manifestazioni razziste
Caccia alle streghe
Ricerca del capro
espiatorio
Panico morale
Gioia
Concerti
Eventi sportivi
Consumi culturali (mode
musicali, modalità di
fruizione del tempo
libero, ecc.)
Dinamiche della folla
Assembramento: come si forma una folla? Serve
avere la consapevolezza che qualcosa di insolito
sta accadendo
 Comunicazione: i partecipanti comunicano tra di
loro (voci, dicerie) e attraverso ciò attribuiscono
un significato agli avvenimenti. Le voci
sollecitano le persone all’azione e giustificano il
comportamento della folla (es. soldati in guerra
che tornano nelle retrovie)
 Convenzionalità: il comportamento della folla
corrisponde ad aspettative consolidate (es.
funerale, partita di calcio)

Perche le persone prendono parte a
movimenti collettivi?
Le teorie
Teoria del contagio:
Nelle folle si sviluppano e si trasmettono per
suggestione emozioni e comportamenti
irrazionali
LE BON: nella folla si crea un’anima collettiva;
il senso di anonimato dà all’individuo una
sensazione di potere;
gli individui sono vittime della suggestione;
Le emozioni si trasmettono come il contagio di un
virus

I movimenti sociali
I movimenti sociali nascono per la tendenza degli
individui ad unirsi per produrre o impedire dei
mutamenti. I movimenti sociali possono aver un
carattere generale (ad esempio il movimento
abolizionista, che ha attraversato varie nazioni e
generazioni) o un carattere specifico (ad esempio
il movimento femminista). Ogni movimento
sociale ha poi un proprio orientamento
ideologico: possiamo distinguere tra movimenti
reazionari, riformisti, rivoluzionari e utopistici
Teoria della convergenza
Nelle folle si riuniscono e agiscono soltanto
individui dotati di particolari
predisposizioni

Teoria della norma emergente:
Il comportamento collettivo è dettato da
norme che emergono progressivamente
all’interno di un gruppo attraverso un
processo di accettazione, diffusione,
rinforzo, sanzione

Teoria della protesta politica:
Il comportamento collettivo esprime
consapevolezza politica e insoddisfazione per lo
status quo

Teoria del valore aggiunto:
Il comportamento collettivo è il risultato di un
processo cumulativo prodotto da 6 fattori:
propensione strutturale, tensione strutturale,
credenza generalizzata, fattori precipitanti,
mobilitazione attiva, controllo sociale

I movimenti sociali hanno un ciclo vitale
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