Anno 39°
luglio - agosto 2013
N. 7
Comunità Pastorale Santissima Trinità di Gavirate e Comerio
SS. Ippolito e Cassiano, S. Giovanni Evangelista, S. Michele,
SS. Vitale e Agricola
Provincia: Varese - Diocesi di Milano
Un corpo ci hai dato… e la parola per raccontarlo
raccontarlo!!
Stiamo vivendo l’esperienza bella e sempre emozionante dell’Oratorio estivo dei ragazzi. Quest’esperienza riempie di gioia, perché stare con i ragazzi è bello, libera dalla preoccupazione di essere
sempre i migliori e ci chiede di coinvolgerci totalmente per quello che noi siamo. Ed è un’esperienza
di grande libertà: impegnativa, ma profondamente
appagante.
Ma questa esperienza pone anche una domanda:
che cosa noi comunichiamo ai nostri ragazzi, che
cosa raccontiamo loro? E la domanda fa emergere
la povertà di tante nostre comunicazioni. Spesso le
nostre parole insegnano soltanto delle tecniche,
aprono delle possibilità, ma non danno i contenuti
con cui riempire le possibilità che doniamo. Ci sono
infinite possibilità di dialogo, ma alla fine si parla di
niente o quasi. La parola non è più un luogo di vero
incontro, ma soltanto uno strumento, che rimane
tutto sommato inutilizzato nella sua verità.
Questi bambini, spesso come noi ripiegati sui loro
telefonini, o su altri mezzi, sono profondamente
soli perché non ricevono quella parola che può
riempire la loro vita. Nessuno gliela dona ed essi
rimangono tutto sommato poveri e soli.
Questi ragazzi sono un po’ come il sordomuto del
Vangelo chiuso in se stesso, che non ha ancora incontrato chi con il suo amore e con la sua parola
vera gli abbia aperto gli orecchi e sciolto la lingua.
Essi ascoltano nella loro vita tante proposte, tra cui
quella dei genitori e degli educatori, ma come individuare le parole vere, quelle a cui bisogna credere,
che aprono i significati profondi delle cose, la verità
della vita e stabiliscono una comunione davvero
significativa?
Nessuno forse ha ancora avuto la pazienza e l’amore di fermarsi accanto a loro e raccontare, come
faceva Gesù, la storia dell’amore infinito di Dio, che
si prende cura di ogni uomo, gli mette dentro il suo
Spirito, lo apre all’esperienza della libertà e della
gioia, lo rende un uomo nuovo appassionato della
vita e capace di fare scelte coraggiose. Questo accade solo con il miracolo e con la forza di una parola pronunciata in un incontro di volti, una parola
che provoca, che chiama ad uscire per incontrarsi
veramente e per imparare a fidarsi dell’altro che ci
parla così. Il racconto esige parole vere, vissute in
prima persona, parole che hanno toccato la carne
ed hanno lasciato in essa una traccia indelebile.
Non si può raccontare ciò che non si è vissuto, ciò
che non ha segnato la nostra vita.
Ed allora uno racconta con molta umiltà e stupore,
sapendo che ciò che gli è accaduto è soltanto un
dono e un privilegio e sapendo anche che, in fondo,
ciò di cui si parla è l’ineffabile, perché per la sua
grandezza non potrà mai essere espresso totalmente nelle parole che si pronunciano.
Proprio per questo oltre che con la parola si racconta necessariamente con il segno: il segno dello
sguardo, il gesto dell’ affetto e della tenerezza, il
coraggio di credere nella novità e nella forza sorprendente della parola che si racconta. Soprattutto
si è convinti che il racconto non può mai essere portato fino alla fine. In altre parole che la pienezza
della parola è il silenzio commosso e rapito della
contemplazione.
Forse abbiamo dimenticato la parola che racconta
perché non abbiamo più la pazienza di dare tempo
ai doni di esprimersi in tutta la loro potenza, e ci
rimane solo la parola sterile e angosciante delle nostre mille raccomandazioni inutili, delle nostre tecniche di comunicazione: strumenti tristi e disarmati,
giganti senza contenuto…
L’oratorio è la sfida a ritrovare questa capacità di
raccontare. Altrimenti perché inviteremmo i ragazzi! E’ la sfida a ritrovare la parola vera capace di raccontare e di trasmettere non una tecnica, ma la vera sapienza della vita.
E quest’anno la sfida è ancora più intrigante. Che
cosa possiamo raccontare del nostro corpo, dato
che questo è il tema dell’oratorio feriale. Che cosa
possiamo raccontare quando il corpo è spesso sol-
tanto un idolo muto, che impone il suo vuoto potere su tutto, oppure è un peso mal sopportato perché è il luogo in cui emergono i limiti, l’inesorabile
fine di ogni cosa. Potremo raccontare di come con il
nostro corpo abbiamo incontrato il nostro limite e
fatto esperienza della nostra debolezza, ma anche
di come nel nostro corpo abbiamo visto la forza di
quell’amore che risolleva l’uomo dal suo errore e lo
rende davvero grande? Potremo raccontare le bellissime storie di redenzione vissute nella nostra carne, che ci hanno fatto passare dalla povertà alla
pienezza, dalla “terrestrità” alla spiritualità, dal corpo destinato alla morte al corpo glorioso destinato
a durare per sempre? Potremo raccontare la storia
affascinante degli incontri veri che abbiamo vissuto
con il nostro corpo o ancora la faticosa, ma straordinaria avventura di ricerca di un corpo che spinto
dal desiderio ha saputo avvicinarsi davvero alle stelle e penetrare nel Mistero?
E’ la sfida determinante. Senza la parola che racconta, tutto resterebbe vuoto, un’esperienza passeggera come tante destinata a scivolare via presto
senza lasciare tracce. Che la nostra Comunità accetti la sfida e torni ad essere, come la Comunità
dei discepoli, il luogo dove si intrecciano racconti
veri che sorreggono il corpo e aiutino la vita di tutti
ad aprirsi alla sua piena verità.
Don Piero
Evangelium Vitae - Roma 15 -16 giugno 2013
All’uscita della Messa Domenicale ad Oltrona, sovente ci si ferma sul sagrato per parlarsi e scambiarsi impressioni e pensieri. Fra le tante aspettative
espresse, ne nasce una subito accolta all’unanimità:
organizzare un fine settimana a Roma per vedere di
persona il Papa. Il viaggio si organizza per il 15 e 16
Giugno. In questi due giorni è previsto un grande
evento nell’Anno della Fede; la Giornata dell’Evangelium Vitae. Si parte alla mattina di sabato. All’arrivo a Roma ci accoglie il primo caldo estivo ed iniziamo la visita nel centro storico, in attesa di partecipare alla Celebrazione della Messa del S. Padre.
La domenica mattina ci si prepara presto per trasferirsi in piazza S. Pietro. La folla presente riempie la
piazza e via della Conciliazione. L’arrivo di Papa
Francesco è una grande emozione; fa il giro della
piazza sopra l’auto ed arriva fino in via della Conciliazione per salutare tutti. Noi lo vediamo bene; si
ferma ad una cinquantina di metri dall’obelisco nella piazza per abbracciare dei bambini che gli vengono porti da oltre le transenne. Inizia la S. Messa;
tutti i timori di non vedere la cerimonia da seduti
svaniscono perché tutta la gente nella piazza ripone
gli ombrelli che usava per proteggersi dal sole, avvolge e ritira bandiere e striscioni che venivano prima agitati. Nella piazza sono presenti anche tanti
appassionati, riuniti nel loro raduno mondiale, tutti
proprietari di moto Harley Davidson, che indossano
i caratteristici giubbotti in pelle decorati. La giornata dell’Evangelium Vitae è, per i fedeli di tutto il
mondo qui presenti, l’opportunità di riunirsi, insieme al Santo Padre, in una comune testimonianza
del valore sacro della vita: quella degli anziani, degli
ammalati, degli agonizzanti, dei non ancora nati, di
coloro che vivono afflitti fisicamente e mentalmente, di tutti coloro che si trovano nella sofferenza. E’
anche l’occasione per celebrare ed incoraggiare coloro che provvedono ai bisogni fisici e psicologici
degli anziani, dei disabili, dei sofferenti. La S. Messa
dà la dimensione dell’universalità del momento,
proprio a partire dalle letture (la prima proclamata
in lingua francese, la seconda in lingua inglese); dal
salmo e dal Vangelo interamente cantati. Nella sua
omelia il S. Padre esprime subito che la celebrazione ha un nome molto bello: il vangelo della vita e
con la celebrazione dell’Eucaristia si vuole ringraziare il Signore, nell’anno della fede, per il dono della
vita e nello stesso tempo si vuole annunciare il vangelo della vita. Il Pontefice propone tre riflessioni
come spunto di meditazione: la Bibbia ci rivela il Dio
vivente, il Dio che è vita e fonte della vita. La seconda riflessione: Gesù Cristo dona la vita e lo Spirito
Santo ci mantiene nella vita; in terzo luogo seguire
la via di Dio conduce alla vita, mentre seguire gli
idoli conduce alla morte. Queste riflessioni prendono spunto dalle letture appena ascoltate. La nostra
personale testimonianza è che, durante l’omelia, il
Pontefice ha la capacità di attirare comunque a sé
gli sguardi e le attenzioni dei fedeli, che ignorano le
immagini del Papa più grandi e chiare, proiettate sui
maxi-schermi presenti nella piazza. Una grande
emozione si prova quando Papa Francesco chiede a
tutti di dire insieme: “Dio il vivente è misericordioso” e poi di ripeterlo ancora tutti insieme.
Dio è il vivente, è il misericordioso; Gesù ci porta la
vita di Dio; lo Spirito Santo ci introduce e ci mantiene nella relazione vitale di veri figli di Dio. Dopo
queste parole del Papa il pensiero corre alla nostra Comunità Pastorale, che è proprio
dedicata alla Santissima Trinità. Papa Francesco ricorda poi
come spesso l’uomo non sceglie la vita ma si lascia guidare
da ideologie e logiche che
mettono ostacoli alla vita. E’
la costante illusione di voler
costruire la città dell’uomo
senza Dio, senza la vita e l’amore di Dio; una nuova torre
di Babele. Il risultato è che al
Dio vivente vengono sostituiti
idoli (egoismo, interesse, profitto, potere, piacere) porta-
tori alla fine di nuove schiavitù e morte. L’invito di
Papa Francesco a tutti è allora quello di guardare a
Dio come al Dio della vita, di guardare alla sua legge ed al messaggio del Vangelo come a una via di
verità e di vita. Dobbiamo dire si alla vita e no alla
morte, si alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli
del nostro tempo. Solo la fede nel Dio vivente ci salva; nel Dio che in Gesù Cristo ci ha donato la sua
vita con il dono dello Spirito Santo e fa vivere da
veri figli di Dio con la sua misericordia. Questa fede
ci rende liberi. L’omelia di Papa Francesco finisce
con questa preghiera: “chiediamo a Maria, madre
della vita, che ci aiuti ad accogliere e testimoniare
sempre il Vangelo della vita. Così sia.”. L’eucaristia,
distribuita nella piazza ai fedeli dai sacerdoti che si
recano nei vari punti dà ancora un forte messaggio
di unità della Chiesa. Alla fine della Messa il messaggio dell’Arcivescovo Rino Fisichella che ringrazia il S.
Padre per le sue parole e ricorda la raccolta di firme
che è stata fatta per dare sostegno e voce alle istanze sulla vita della Chiesa Cattolica. La gente lascia la
piazza ed anche noi ci avviamo verso la stazione per
il ritorno a casa, stanchi ma contenti per questa
esperienza che ci ha arricchiti.
Paolo Brugnoni
Parole e parolacce
La parola non è mai stata così abbondante e forse
per questo non è mai stata così svalutata. Sono ormai tanti che non sanno più esporre un discorso e si
limitano a una sequenza di parolacce e di slogan che
altro non sono che la fotografia di quello che hanno
dentro: il nulla. Sentire sparlare i così detti vip, incapaci di usare il congiuntivo e il condizionale e parlare per frasi fatte, lascia preoccupati sul futuro della
nostra civiltà prima ancora di quello della nostra
cultura. Solo riflettendo sulle parole può nascere il
pensiero e la ricerca delle cose giuste da fare evitando la violenza di chi non ha argomenti per dimostrare le sue ragioni. Proprio a questo si era ispirato il
corso sulla fede di quest’anno liturgico appena terminato e dedicato all’anno della fede. Com’è possibile coltivare la fede senza meditare sulla Parola del
Signore per renderla attuale nella vita di ogni giorno? Eppure sono in tanti che non sentono questa
esigenza!
Quest’anno è stato scelto come testo di riferimento
il bel libretto di Ugo Sartorio il francescano direttore
del Messaggero di sant’Antonio che può essere anche un’interessante lettura per le vacanze. Tra gli
argomenti affrontati ci sono: la crisi del nostro tempo e il comportamento del cristiano; il senso della
fede nell’uomo moderno; come trasmettere la fede;
Dio non è morto; la gioia della continua ricerca e
della conversione; la religiosità popolare; saper leggere i segni. Le riunioni si sono tenute in un’atmosfera fraterna in cui tutti hanno partecipato con
spontaneità e franchezza senza paura di esprimere
le proprie idee contribuendo a rafforzare quello spirito di comunità di cui si ha più che mai bisogno nel
nostro tempo.
Estate, tempo di vacanza
L’estate è tempo di vacanza, ma non per questo
tempo “vuoto”. È invece un periodo di tranquillità,
di incontri, di calma. Indipendentemente dai programmi fatti, dai luoghi prescelti per trascorrere le
agognate “ferie”, non dovrebbe essere difficile ritagliare alcuni momenti di solitudine e di riflessione
per ritrovare noi stessi e per ascoltare la “voce” del
Signore. Infatti la Parola di Dio, meditata nei momenti di raccoglimento, indicherà le mete reali del
nostro vivere.
Ciò che conta, come sempre dovremmo fare, è
mettere Dio al primo posto in modo di godere pienamente del dono della vita e dei valori del Vangelo.
Facciamo allora in modo che la vacanza sia un’occasione di contemplazione e di incontro con Dio, Padre di tutti ed essere così corroborati nel servizio
alla giustizia e alla pace in fedeltà a Colui che ha
promesso cieli nuovi e terra nuova.
La vacanza è un periodo da dedicare anche agli altri
e soprattutto alla propria famiglia in un’atmosfera
di tranquillità. Per chi viaggia è inoltre un’occasione
per conoscere luoghi e culture diverse che permettono di vivere una più grande fraternità, amicizia e solidarietà.
Auguriamo a tutti serene e felici vacanze.
La redazione di Oltrona
Grazie Fabio
Dal mese di Agosto p.v. il ns. amatissimo Organista
non ci accompagnerà più nelle S. Messe e Concerti,
come ogni essere umano, arriva il momento di fare
delle scelte di Vita per salvaguardarla e preparare il
proprio futuro, Fabio seppur con tanta amarezza e
rimpianto dovendo spostare il domicilio in un paese
più vicino ai suoi impegni lavorativi ma lontano da
Gavirate, ha dovuto fare un scelta forzata, Lasciarci!
Sperava tanto di poter rimanere a Cocquio, ma purtroppo non avendo la possibilità di costruire la sua casa in questo Comune ha
dovuto scegliere un’alternativa.
Fabio è con noi dal 2007 e sempre ha dato alla Corale ed alla Parrocchia disponibilità, passione e bravura. Doti che oggi
purtroppo sono sempre più rare.
Per anni mi sono permessa di lanciare
gridi di allarmismo a tutti i miei concittadini affinché la Corale non debba chiudere per mancanza di coristi, speravo che
qualcuno raccogliesse la mia richiesta e si
presentasse per unirsi a Noi, purtroppo…
Oggi che perdiamo un grosso “braccio”
guardò lassù e lascio a Lui la scelta!
E’ doveroso prima di chiudere questo
breve ma sofferto articolo di sensibilizzare ancora
una volta i miei concittadini e non solo, chi desidera
accostarsi alla ns. Corale anche come aiuto organista, la porta è aperta e non solo la porta ma soprattutto il nostro Cuore. Dicasi la stessa cosa per i
cantori. Ed infine un grazie Fabio con l’augurio che
la Tua scelta sia Vincente e possa trovare la gioia e
la fortuna che un Grande Uomo e Professionista
come Te, merita!
Emanuela Albè Lalia
Andare in vacanza con Maria
Quando nel 2009 stavo scrivendo il libro sulla Beata
Vergine Addolorata approfittai di alcune mie brevi
vacanze per andare a raccogliere notizie ed immagini sui riti e le devozioni a Maria. Ebbi occasione allora di avvicinare i custodi di chiese, cappelle e santuari in Sicilia, Calabria, Friuli e Lombardia che poi
sono state riportate nei due e-book disponibili gratuitamente sul sito www.decanati.it: Storia di una
lunga fede, dedicato al rapporto tra Maria e la Passione; e Maria nella grande storia, dedicato a tutte
le sue forme di venerazione anche fuori della chiesa
cattolica.
Fu una sorpresa scoprire che il nome di Maria funzionava da chiave per aprire posti chiusi, e accessibili ai più solo in pochi periodi dell’anno, e riusciva
ad avviare interessanti conversazioni con i suoi custodi.
Ora, che è iniziato un nuovo periodo di vacanza,
non ho potuto non ricordare questa bella esperienza e provare a suggerirla a chi si appresta a partire.
Il primo suggerimento è quello di cercare di individuare i titoli di Maria, particolarmente venerati nei
luoghi da cui si transita, per documentarsi prima
della partenza in modo da non fare la figura del comune turista incapace di cogliere l’anima delle cose
che vede.
Dovunque ognuno pensa che l’immagine, statua,
cappella, chiesa o santuario, che venera sia una sua
esclusiva ed è orgoglioso di parlarne a chi ne vuole
approfondire la conoscenza.
Che la storia di Maria sia appassionante è dimostrato dal fatto che ha inizio proprio agli albori del cristianesimo malgrado che di lei si parli sui testi canonici veramente poco. Essa è senza dubbio la donna
più famosa di tutti i tempi e continua ad attirare
decine di milioni di fedeli nei suoi santuari di tutto il
mondo. Le emittenti a lei dedicate registrano record
di ascolto e gli oltre 200 mila libri a lei dedicati godono di buona lettura.
Il primo cenno sulla sua importanza dopo la morte
di Gesù la si ha negli Atti degli apostoli quando è
citata presente tra gli apostoli. Poi più nulla.
Ma è l’archeologia che ci fornisce le informazioni
più antiche. Secondo la tradizione ebraica si riteneva che Elia non fosse morto, ma che fosse stato assunto in cielo per poi riapparire sulla terra per aiu-
tare il popolo ebraico in difficoltà, come indica l’ultimo versetto dell’Antico Testamento del profeta Malachia:
Ecco io invierò il profeta Elia prima che giunga il
giorno grande e terribile del Signore, perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei
figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio (3.23-24)
Che ribadisce i versetti del libro del Siracide:
Fosti designato a rimproverare i tempi futuri per
placare l’ira prima che divampi, per ricondurre il
cuore dei padri verso i figli e ristabilire le tribù
d’Israele (48,10)
In attesa del suo ritorno alcuni eremiti si stabilirono
sul Monte Carmelo (giardino di Dio) presso la fontana del profeta Elia ritenuta il luogo della sua riapparizione. A loro si aggiunsero degli eremiti cristiani
che avevano interpretato la visione del servo di Elia
che pregava sul monte Carmelo per ottenere la
pioggia:
Ecco una nuvoletta come una mano d'uomo (1Re
18,44).
un simbolo della vergine feconda come la pioggia.
Nel 93 essi erano chiamati Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e avevano costruito la
prima cappella dedicata alla Vergine.
Ma in tutta la storia Maria ha continuato ad ispirare
numerosi scrittori che l’hanno indicata come modello delle vergini, Madre di tutti e Regina del Cielo.
Una storia esemplare è quella del Santuario della
Madonna del Colle di Lenola in provincia di Latina
che narra che, dove gli Apostoli Pietro e Paolo in
viaggio verso Roma avevano fondato delle comunità cristiane, nel 250 d.C. l'Imperatore Decio scatenò
una persecuzione che fece migliaia di martiri. Alcuni
di loro si rifugiarono in una caverna sul Colle di Lenola dove eressero un’edicola con un'immagine della Madonna col Bambino. Ma furono scoperti, uccisi
e lasciati insepolti. Il monaco egiziano Paterno, diretto a Roma, avutane notizia, si recò con alcuni fedeli sul Colle, per darne una degna sepoltura e accanto alla loro tomba pose una pietra con la scritta:
"Qui giace Onorio, Livio e altri, morti per la Fede
nella metà del terzo secolo".
Passarono i secoli, il colle era stato chiamato di Santa Croce, perché nel 319 era stato usato come luogo di crocifissione dei condannati a morte. Sulla ci-
ma un tempio pagano era stato trasformato in una
chiesa dedicata alla Santissima Croce.
Era il 14 settembre 1602 e nella Chiesa stavano celebrando i Vespri quando Gabriele Mattei e due
suoi amici, si misero a disturbare la funzione. Un
anziano uscì e li fece allontanare. Questi giurarono
di ammazzarlo il giorno dopo.
Nella notte Gabriele non riusciva a dormire e allora
con la chitarra si avviò su un sentiero, si sedette e
cercò di suonare. Ma le corde non emisero alcun
suono. Allora gettò via la chitarra e invocò il diavolo
che subito appare. Spaventato fece il segno della
croce e invocò la Madonna che gli apparse e gli disse di costruirle un tempio in cima dove c’era una
grotta. Gabriele convinse gli amici riluttanti ad aiutarlo a cercare questa grotta e cominciò a disboscare. Improvvisamente apparve loro la pietra con
l’antica immagine della Vergine, lasciata da Paterno, col Bambino che grondava sangue dal labbro
inferiore. Grande fu il clamore. Venne persino il
vescovo, ma con i pochi soldi raccolti si riuscì solo a
costruire una capanna di legno.
Gabriele allora si fece pellegrino, vestì il saio, si
riempì una bisaccia delle bacche dell’antico cipresso, girò con un disegno dell’immagine della Madonna sul petto per tre anni sulle strade di Italia, Francia, Spagna e Portogallo bussando a ogni porta.
Con un infuso delle bacche del cipresso a Napoli
guarì un giovane e a Roma diede la vista a un altro
giovane. Le loro nobili famiglie furono generose e
con i soldi raccolti poté così costruire il santuario
consacrato nel 1610 e chiamato della Madonna del
Colle.
Questa breve e singolare storia, che inizia addirittura dagli apostoli, è un esempio di come si può rendere interessante una meta che altrimenti al visitatore non direbbe un granché e può fornire occasione per scoprire tesori di fede dialogando con i custodi anche di un piccolo santuario come questo.
Luciano Folpini
Santuari Santa Maria in san Giovanni e in Groppello
Calendario mariano e dei santi
Le feste mariane
Luglio
16 B.V.M. del Carmelo, del Carmine o del Suffragio
18 Santa Maria Greca
Agosto
5 Dedicazione basilica di Santa Maria Maggiore
15 Assunzione della Beata Vergine Maria
22 Beata Vergine Maria Regina dell’universo
26 Madonna di Czestochowa
29 Nostra Signora della Guardia
29 Madonna delle Lacrime di Siracusa
30 Maria del Pozzo - Capurso (Ba)
Un santo al mese
Tommaso apostolo - 3 luglio
Il suo nome significa gemello, nacque in Israele e
morì a Mailapur, nel sud dell’India. È patrono di architetti, geometri, agrimensori e dell'India e ha come emblema la lancia. Le sue ossa riposano nella
Basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona. È ricordato da tutti i quattro evangelisti con 10 citazioni e
una volta anche negli Atti degli Apostoli. La sua fama è collegata alla sua incredulità sulla resurrezione
di Gesù e alla sua esclamazione: Mio Signore e mio
Dio; pronunciata quando fu invitato a mettere la
sua mano nel costato. Si trattava di un coraggioso
come evidenzia il
suo incitamento
agli altri apostoli:
Andiamo anche
noi a morire con
lui; pronunciato
quando Gesù decise di tornare a
Gerusalemme per
andare da Lazzaro.
Secondo
un'antica tradizione, Tommaso si
recò a evangelizzare la Siria, Edessa, Babilonia e
successivamente fino all'India, dove operò anche
l’apostolo Bartolomeo, che raggiunse via mare.
Nell'anno 52 sbarcò a Muziris dove viveva una colonia ebraica. Qui convertì ebrei e indiani delle caste
superiori. E poi si recò in Cina ma al suo ritorno fu
ucciso il 3 luglio 72 con una lancia. Quando nel III
secolo scoppiò la persecuzione anti-cristiana le sue
ossa furono trasportate prima a Edessa, poi sull'Isola di Chio, nell'Egeo ed infine nel 1258 in Abruzzo.
Della sua opera esistono molte tracce. Eusebio di
Cesarea (265-340) affermò che Panteno aveva visi-
tato una comunità cristiana in India nel II secolo, come pure scrittori del III e IV secolo, tra cui Sant'Ambrogio, Gregorio di Nazianzo, San Girolamo ed
Efrem il Siro. A metà del VI secolo, un mercante egiziano scrisse di aver trovato nell'India meridionale
gruppi di cristiani che si vantavano di essere seguaci
di Tommaso apostolo. Ancor oggi esistono in India
comunità di cristiani di san Tommaso di differenti
chiese. Attualmente i luoghi centrali della sua devozione in India sono la cattedrale cattolica a lui intito-
lata di Madras nella Diocesi di São Tomé e la cosiddetta casa di san Tommaso, a Mailapur dove i portoghesi, nel 1523 hanno trovato resti di una chiesa
costruita sulla sua prima tomba del I secolo.
A lui sono attribuiti i vangeli apocrifi dell'infanzia di
Gesù; il quinto Vangelo, il libro di Tommaso che
conterrebbe una rivelazione segreta di Gesù risorto
all'apostolo. Infine esiste anche un'Apocalisse apocrifa di Tommaso.
Anagrafe giugno
Battesimi
Oltrona
Sono realmente figli di Dio
Tartaini Francesco
Comerio
Matrimoni
Formentin Enea
Gerigk Czoma Charlotte
Pozzi Francesco
Fusaro Lorenzo
Scarpazza Viola
Scarpazza Giacomo
Curreri Mattia
Gavirate
Bucciarelli Vittoria
Corsano Federico
Dalseno Riccardo
Gioia Azzurra Kristel
Morino Tommaso
Pederzani Sara
Lule Riccardo
L’amore è benedetto da Dio se onorato ogni giorno
Gavirate
Bolzoni Andrea con Manzalini Sonia
Voltorre
Gavarini Alberto con Rodà Emanuela
Funerali
Volarono anni corti come giorni, ma la casa è
nell’eterno
Gavirate
Albizzati Giuseppina (83)
Ciarciello Antonio
(50)
Calendario Luglio – agosto
Luglio
7
Domenica - 11,30 santa Messa al lazzaretto -Festa degli alpini
28
Domenica - ore 10,30 - Santa Messa al Lago -Festa della proloco - (sospesa in san Giovanni)
Agosto
1
Giovedì - Ore 8 Santa messa per prevosti di Gavirate defunti
Indulgenza plenaria della Porziuncola ai fedeli che visitano la chiesa parrocchiale o una chiesa
francescana e viene estesa, per concessione del Vescovo diocesano, secondo l’utilità dei fedeli, alla
domenica antecedente o seguente. È richiesta la confessione, la comunione e le preghiere secondo
le intenzioni del Papa.
15
22
Giovedì - Assunzione della Beata Vergine Maria– sante messe secondo l’orario festivo
Giovedì - ore 21—santa messa a Ca’ de monti—Beata Maria Regina
Comunicare con la parrocchia
don Piero Visconti
Casa parrocchiale
tel. 0332.74.30.40
don Elia Salvadore
via Roma 1
don Andrea Gariboldi via Marconi 14
don Mario Papa
diac. Angelo Vanini
via alla Chiesa 10
tel. 0332 743624
via Unione 11 - Oltrona al Lago
Piazza san Giovanni 1
[email protected]
tel. 0332.74.35.25
tel. 0332.743405 - 339.1277771
[email protected]
Oltrona al Lago
[email protected]
tel. 0332 745134
Segreteria Comunità Pastorale: tel. 0332.74.30.40 - [email protected]
Gavirate
Oltrona al Lago e Groppello
ore 10 - 12 dal lunedì al venerdì
Comerio
ore 10-12 dal lunedì al sabato
lunedì 9-11, giovedì, 9-10.30 e martedì 15-17 e sabato 11-12
Don Piero salvo imprevisti è disponibile al: giovedì 16,30-18.30 e sabato 15,15-16.15
Orario delle celebrazioni
Messe feriali
8
Gavirate (da lunedì a venerdì)
9
Groppello (mercoledì)
Voltorre (da lunedì a venerdì )
17
18
16.30
17.00
18.00
Comerio
Gavirate
Comerio
Groppello
Gavirate
18,30
Casa di riposo
Casa di riposo
Comerio (lunedì, martedì, giovedì e venerdì)
Comerio casa di riposo (mercoledì)
Festive
Gavirate casa di riposo (mercoledì )
8.00
9.00
10.00
10.30
11.00
11.30
18.00
18.30
Armino (lunedì)
18.15 Oltrona (lunedì, martedì, giovedì, venerdì)
21
Prefestive
Gavirate oratorio (giovedì))
Abbonamento annuale 2013
Il costo dell’abbonamento per gli 11 numeri:
 Segno + inserto (22 €)
Solo Inserto: (11 €)
Per ulteriori informazioni contattare:
segreteria della comunità:
[email protected] - 0332.74.30.40
Centro culturale: [email protected]
Paolo Leoni: [email protected], per Comerio
Moja Gianfranco: [email protected], per Oltrona
Claudio Lunardi: [email protected], per Voltorre
Luciano Folpini: [email protected] - per Gavirate
Gavirate
Comerio
Voltorre
Gavirate
Oltrona
Comerio
Gavirate
Voltorre
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luglio - agosto 2013 - Decanato di Besozzo