Anno 39° luglio - agosto 2013 N. 7 Comunità Pastorale Santissima Trinità di Gavirate e Comerio SS. Ippolito e Cassiano, S. Giovanni Evangelista, S. Michele, SS. Vitale e Agricola Provincia: Varese - Diocesi di Milano Un corpo ci hai dato… e la parola per raccontarlo raccontarlo!! Stiamo vivendo l’esperienza bella e sempre emozionante dell’Oratorio estivo dei ragazzi. Quest’esperienza riempie di gioia, perché stare con i ragazzi è bello, libera dalla preoccupazione di essere sempre i migliori e ci chiede di coinvolgerci totalmente per quello che noi siamo. Ed è un’esperienza di grande libertà: impegnativa, ma profondamente appagante. Ma questa esperienza pone anche una domanda: che cosa noi comunichiamo ai nostri ragazzi, che cosa raccontiamo loro? E la domanda fa emergere la povertà di tante nostre comunicazioni. Spesso le nostre parole insegnano soltanto delle tecniche, aprono delle possibilità, ma non danno i contenuti con cui riempire le possibilità che doniamo. Ci sono infinite possibilità di dialogo, ma alla fine si parla di niente o quasi. La parola non è più un luogo di vero incontro, ma soltanto uno strumento, che rimane tutto sommato inutilizzato nella sua verità. Questi bambini, spesso come noi ripiegati sui loro telefonini, o su altri mezzi, sono profondamente soli perché non ricevono quella parola che può riempire la loro vita. Nessuno gliela dona ed essi rimangono tutto sommato poveri e soli. Questi ragazzi sono un po’ come il sordomuto del Vangelo chiuso in se stesso, che non ha ancora incontrato chi con il suo amore e con la sua parola vera gli abbia aperto gli orecchi e sciolto la lingua. Essi ascoltano nella loro vita tante proposte, tra cui quella dei genitori e degli educatori, ma come individuare le parole vere, quelle a cui bisogna credere, che aprono i significati profondi delle cose, la verità della vita e stabiliscono una comunione davvero significativa? Nessuno forse ha ancora avuto la pazienza e l’amore di fermarsi accanto a loro e raccontare, come faceva Gesù, la storia dell’amore infinito di Dio, che si prende cura di ogni uomo, gli mette dentro il suo Spirito, lo apre all’esperienza della libertà e della gioia, lo rende un uomo nuovo appassionato della vita e capace di fare scelte coraggiose. Questo accade solo con il miracolo e con la forza di una parola pronunciata in un incontro di volti, una parola che provoca, che chiama ad uscire per incontrarsi veramente e per imparare a fidarsi dell’altro che ci parla così. Il racconto esige parole vere, vissute in prima persona, parole che hanno toccato la carne ed hanno lasciato in essa una traccia indelebile. Non si può raccontare ciò che non si è vissuto, ciò che non ha segnato la nostra vita. Ed allora uno racconta con molta umiltà e stupore, sapendo che ciò che gli è accaduto è soltanto un dono e un privilegio e sapendo anche che, in fondo, ciò di cui si parla è l’ineffabile, perché per la sua grandezza non potrà mai essere espresso totalmente nelle parole che si pronunciano. Proprio per questo oltre che con la parola si racconta necessariamente con il segno: il segno dello sguardo, il gesto dell’ affetto e della tenerezza, il coraggio di credere nella novità e nella forza sorprendente della parola che si racconta. Soprattutto si è convinti che il racconto non può mai essere portato fino alla fine. In altre parole che la pienezza della parola è il silenzio commosso e rapito della contemplazione. Forse abbiamo dimenticato la parola che racconta perché non abbiamo più la pazienza di dare tempo ai doni di esprimersi in tutta la loro potenza, e ci rimane solo la parola sterile e angosciante delle nostre mille raccomandazioni inutili, delle nostre tecniche di comunicazione: strumenti tristi e disarmati, giganti senza contenuto… L’oratorio è la sfida a ritrovare questa capacità di raccontare. Altrimenti perché inviteremmo i ragazzi! E’ la sfida a ritrovare la parola vera capace di raccontare e di trasmettere non una tecnica, ma la vera sapienza della vita. E quest’anno la sfida è ancora più intrigante. Che cosa possiamo raccontare del nostro corpo, dato che questo è il tema dell’oratorio feriale. Che cosa possiamo raccontare quando il corpo è spesso sol- tanto un idolo muto, che impone il suo vuoto potere su tutto, oppure è un peso mal sopportato perché è il luogo in cui emergono i limiti, l’inesorabile fine di ogni cosa. Potremo raccontare di come con il nostro corpo abbiamo incontrato il nostro limite e fatto esperienza della nostra debolezza, ma anche di come nel nostro corpo abbiamo visto la forza di quell’amore che risolleva l’uomo dal suo errore e lo rende davvero grande? Potremo raccontare le bellissime storie di redenzione vissute nella nostra carne, che ci hanno fatto passare dalla povertà alla pienezza, dalla “terrestrità” alla spiritualità, dal corpo destinato alla morte al corpo glorioso destinato a durare per sempre? Potremo raccontare la storia affascinante degli incontri veri che abbiamo vissuto con il nostro corpo o ancora la faticosa, ma straordinaria avventura di ricerca di un corpo che spinto dal desiderio ha saputo avvicinarsi davvero alle stelle e penetrare nel Mistero? E’ la sfida determinante. Senza la parola che racconta, tutto resterebbe vuoto, un’esperienza passeggera come tante destinata a scivolare via presto senza lasciare tracce. Che la nostra Comunità accetti la sfida e torni ad essere, come la Comunità dei discepoli, il luogo dove si intrecciano racconti veri che sorreggono il corpo e aiutino la vita di tutti ad aprirsi alla sua piena verità. Don Piero Evangelium Vitae - Roma 15 -16 giugno 2013 All’uscita della Messa Domenicale ad Oltrona, sovente ci si ferma sul sagrato per parlarsi e scambiarsi impressioni e pensieri. Fra le tante aspettative espresse, ne nasce una subito accolta all’unanimità: organizzare un fine settimana a Roma per vedere di persona il Papa. Il viaggio si organizza per il 15 e 16 Giugno. In questi due giorni è previsto un grande evento nell’Anno della Fede; la Giornata dell’Evangelium Vitae. Si parte alla mattina di sabato. All’arrivo a Roma ci accoglie il primo caldo estivo ed iniziamo la visita nel centro storico, in attesa di partecipare alla Celebrazione della Messa del S. Padre. La domenica mattina ci si prepara presto per trasferirsi in piazza S. Pietro. La folla presente riempie la piazza e via della Conciliazione. L’arrivo di Papa Francesco è una grande emozione; fa il giro della piazza sopra l’auto ed arriva fino in via della Conciliazione per salutare tutti. Noi lo vediamo bene; si ferma ad una cinquantina di metri dall’obelisco nella piazza per abbracciare dei bambini che gli vengono porti da oltre le transenne. Inizia la S. Messa; tutti i timori di non vedere la cerimonia da seduti svaniscono perché tutta la gente nella piazza ripone gli ombrelli che usava per proteggersi dal sole, avvolge e ritira bandiere e striscioni che venivano prima agitati. Nella piazza sono presenti anche tanti appassionati, riuniti nel loro raduno mondiale, tutti proprietari di moto Harley Davidson, che indossano i caratteristici giubbotti in pelle decorati. La giornata dell’Evangelium Vitae è, per i fedeli di tutto il mondo qui presenti, l’opportunità di riunirsi, insieme al Santo Padre, in una comune testimonianza del valore sacro della vita: quella degli anziani, degli ammalati, degli agonizzanti, dei non ancora nati, di coloro che vivono afflitti fisicamente e mentalmente, di tutti coloro che si trovano nella sofferenza. E’ anche l’occasione per celebrare ed incoraggiare coloro che provvedono ai bisogni fisici e psicologici degli anziani, dei disabili, dei sofferenti. La S. Messa dà la dimensione dell’universalità del momento, proprio a partire dalle letture (la prima proclamata in lingua francese, la seconda in lingua inglese); dal salmo e dal Vangelo interamente cantati. Nella sua omelia il S. Padre esprime subito che la celebrazione ha un nome molto bello: il vangelo della vita e con la celebrazione dell’Eucaristia si vuole ringraziare il Signore, nell’anno della fede, per il dono della vita e nello stesso tempo si vuole annunciare il vangelo della vita. Il Pontefice propone tre riflessioni come spunto di meditazione: la Bibbia ci rivela il Dio vivente, il Dio che è vita e fonte della vita. La seconda riflessione: Gesù Cristo dona la vita e lo Spirito Santo ci mantiene nella vita; in terzo luogo seguire la via di Dio conduce alla vita, mentre seguire gli idoli conduce alla morte. Queste riflessioni prendono spunto dalle letture appena ascoltate. La nostra personale testimonianza è che, durante l’omelia, il Pontefice ha la capacità di attirare comunque a sé gli sguardi e le attenzioni dei fedeli, che ignorano le immagini del Papa più grandi e chiare, proiettate sui maxi-schermi presenti nella piazza. Una grande emozione si prova quando Papa Francesco chiede a tutti di dire insieme: “Dio il vivente è misericordioso” e poi di ripeterlo ancora tutti insieme. Dio è il vivente, è il misericordioso; Gesù ci porta la vita di Dio; lo Spirito Santo ci introduce e ci mantiene nella relazione vitale di veri figli di Dio. Dopo queste parole del Papa il pensiero corre alla nostra Comunità Pastorale, che è proprio dedicata alla Santissima Trinità. Papa Francesco ricorda poi come spesso l’uomo non sceglie la vita ma si lascia guidare da ideologie e logiche che mettono ostacoli alla vita. E’ la costante illusione di voler costruire la città dell’uomo senza Dio, senza la vita e l’amore di Dio; una nuova torre di Babele. Il risultato è che al Dio vivente vengono sostituiti idoli (egoismo, interesse, profitto, potere, piacere) porta- tori alla fine di nuove schiavitù e morte. L’invito di Papa Francesco a tutti è allora quello di guardare a Dio come al Dio della vita, di guardare alla sua legge ed al messaggio del Vangelo come a una via di verità e di vita. Dobbiamo dire si alla vita e no alla morte, si alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo. Solo la fede nel Dio vivente ci salva; nel Dio che in Gesù Cristo ci ha donato la sua vita con il dono dello Spirito Santo e fa vivere da veri figli di Dio con la sua misericordia. Questa fede ci rende liberi. L’omelia di Papa Francesco finisce con questa preghiera: “chiediamo a Maria, madre della vita, che ci aiuti ad accogliere e testimoniare sempre il Vangelo della vita. Così sia.”. L’eucaristia, distribuita nella piazza ai fedeli dai sacerdoti che si recano nei vari punti dà ancora un forte messaggio di unità della Chiesa. Alla fine della Messa il messaggio dell’Arcivescovo Rino Fisichella che ringrazia il S. Padre per le sue parole e ricorda la raccolta di firme che è stata fatta per dare sostegno e voce alle istanze sulla vita della Chiesa Cattolica. La gente lascia la piazza ed anche noi ci avviamo verso la stazione per il ritorno a casa, stanchi ma contenti per questa esperienza che ci ha arricchiti. Paolo Brugnoni Parole e parolacce La parola non è mai stata così abbondante e forse per questo non è mai stata così svalutata. Sono ormai tanti che non sanno più esporre un discorso e si limitano a una sequenza di parolacce e di slogan che altro non sono che la fotografia di quello che hanno dentro: il nulla. Sentire sparlare i così detti vip, incapaci di usare il congiuntivo e il condizionale e parlare per frasi fatte, lascia preoccupati sul futuro della nostra civiltà prima ancora di quello della nostra cultura. Solo riflettendo sulle parole può nascere il pensiero e la ricerca delle cose giuste da fare evitando la violenza di chi non ha argomenti per dimostrare le sue ragioni. Proprio a questo si era ispirato il corso sulla fede di quest’anno liturgico appena terminato e dedicato all’anno della fede. Com’è possibile coltivare la fede senza meditare sulla Parola del Signore per renderla attuale nella vita di ogni giorno? Eppure sono in tanti che non sentono questa esigenza! Quest’anno è stato scelto come testo di riferimento il bel libretto di Ugo Sartorio il francescano direttore del Messaggero di sant’Antonio che può essere anche un’interessante lettura per le vacanze. Tra gli argomenti affrontati ci sono: la crisi del nostro tempo e il comportamento del cristiano; il senso della fede nell’uomo moderno; come trasmettere la fede; Dio non è morto; la gioia della continua ricerca e della conversione; la religiosità popolare; saper leggere i segni. Le riunioni si sono tenute in un’atmosfera fraterna in cui tutti hanno partecipato con spontaneità e franchezza senza paura di esprimere le proprie idee contribuendo a rafforzare quello spirito di comunità di cui si ha più che mai bisogno nel nostro tempo. Estate, tempo di vacanza L’estate è tempo di vacanza, ma non per questo tempo “vuoto”. È invece un periodo di tranquillità, di incontri, di calma. Indipendentemente dai programmi fatti, dai luoghi prescelti per trascorrere le agognate “ferie”, non dovrebbe essere difficile ritagliare alcuni momenti di solitudine e di riflessione per ritrovare noi stessi e per ascoltare la “voce” del Signore. Infatti la Parola di Dio, meditata nei momenti di raccoglimento, indicherà le mete reali del nostro vivere. Ciò che conta, come sempre dovremmo fare, è mettere Dio al primo posto in modo di godere pienamente del dono della vita e dei valori del Vangelo. Facciamo allora in modo che la vacanza sia un’occasione di contemplazione e di incontro con Dio, Padre di tutti ed essere così corroborati nel servizio alla giustizia e alla pace in fedeltà a Colui che ha promesso cieli nuovi e terra nuova. La vacanza è un periodo da dedicare anche agli altri e soprattutto alla propria famiglia in un’atmosfera di tranquillità. Per chi viaggia è inoltre un’occasione per conoscere luoghi e culture diverse che permettono di vivere una più grande fraternità, amicizia e solidarietà. Auguriamo a tutti serene e felici vacanze. La redazione di Oltrona Grazie Fabio Dal mese di Agosto p.v. il ns. amatissimo Organista non ci accompagnerà più nelle S. Messe e Concerti, come ogni essere umano, arriva il momento di fare delle scelte di Vita per salvaguardarla e preparare il proprio futuro, Fabio seppur con tanta amarezza e rimpianto dovendo spostare il domicilio in un paese più vicino ai suoi impegni lavorativi ma lontano da Gavirate, ha dovuto fare un scelta forzata, Lasciarci! Sperava tanto di poter rimanere a Cocquio, ma purtroppo non avendo la possibilità di costruire la sua casa in questo Comune ha dovuto scegliere un’alternativa. Fabio è con noi dal 2007 e sempre ha dato alla Corale ed alla Parrocchia disponibilità, passione e bravura. Doti che oggi purtroppo sono sempre più rare. Per anni mi sono permessa di lanciare gridi di allarmismo a tutti i miei concittadini affinché la Corale non debba chiudere per mancanza di coristi, speravo che qualcuno raccogliesse la mia richiesta e si presentasse per unirsi a Noi, purtroppo… Oggi che perdiamo un grosso “braccio” guardò lassù e lascio a Lui la scelta! E’ doveroso prima di chiudere questo breve ma sofferto articolo di sensibilizzare ancora una volta i miei concittadini e non solo, chi desidera accostarsi alla ns. Corale anche come aiuto organista, la porta è aperta e non solo la porta ma soprattutto il nostro Cuore. Dicasi la stessa cosa per i cantori. Ed infine un grazie Fabio con l’augurio che la Tua scelta sia Vincente e possa trovare la gioia e la fortuna che un Grande Uomo e Professionista come Te, merita! Emanuela Albè Lalia Andare in vacanza con Maria Quando nel 2009 stavo scrivendo il libro sulla Beata Vergine Addolorata approfittai di alcune mie brevi vacanze per andare a raccogliere notizie ed immagini sui riti e le devozioni a Maria. Ebbi occasione allora di avvicinare i custodi di chiese, cappelle e santuari in Sicilia, Calabria, Friuli e Lombardia che poi sono state riportate nei due e-book disponibili gratuitamente sul sito www.decanati.it: Storia di una lunga fede, dedicato al rapporto tra Maria e la Passione; e Maria nella grande storia, dedicato a tutte le sue forme di venerazione anche fuori della chiesa cattolica. Fu una sorpresa scoprire che il nome di Maria funzionava da chiave per aprire posti chiusi, e accessibili ai più solo in pochi periodi dell’anno, e riusciva ad avviare interessanti conversazioni con i suoi custodi. Ora, che è iniziato un nuovo periodo di vacanza, non ho potuto non ricordare questa bella esperienza e provare a suggerirla a chi si appresta a partire. Il primo suggerimento è quello di cercare di individuare i titoli di Maria, particolarmente venerati nei luoghi da cui si transita, per documentarsi prima della partenza in modo da non fare la figura del comune turista incapace di cogliere l’anima delle cose che vede. Dovunque ognuno pensa che l’immagine, statua, cappella, chiesa o santuario, che venera sia una sua esclusiva ed è orgoglioso di parlarne a chi ne vuole approfondire la conoscenza. Che la storia di Maria sia appassionante è dimostrato dal fatto che ha inizio proprio agli albori del cristianesimo malgrado che di lei si parli sui testi canonici veramente poco. Essa è senza dubbio la donna più famosa di tutti i tempi e continua ad attirare decine di milioni di fedeli nei suoi santuari di tutto il mondo. Le emittenti a lei dedicate registrano record di ascolto e gli oltre 200 mila libri a lei dedicati godono di buona lettura. Il primo cenno sulla sua importanza dopo la morte di Gesù la si ha negli Atti degli apostoli quando è citata presente tra gli apostoli. Poi più nulla. Ma è l’archeologia che ci fornisce le informazioni più antiche. Secondo la tradizione ebraica si riteneva che Elia non fosse morto, ma che fosse stato assunto in cielo per poi riapparire sulla terra per aiu- tare il popolo ebraico in difficoltà, come indica l’ultimo versetto dell’Antico Testamento del profeta Malachia: Ecco io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio (3.23-24) Che ribadisce i versetti del libro del Siracide: Fosti designato a rimproverare i tempi futuri per placare l’ira prima che divampi, per ricondurre il cuore dei padri verso i figli e ristabilire le tribù d’Israele (48,10) In attesa del suo ritorno alcuni eremiti si stabilirono sul Monte Carmelo (giardino di Dio) presso la fontana del profeta Elia ritenuta il luogo della sua riapparizione. A loro si aggiunsero degli eremiti cristiani che avevano interpretato la visione del servo di Elia che pregava sul monte Carmelo per ottenere la pioggia: Ecco una nuvoletta come una mano d'uomo (1Re 18,44). un simbolo della vergine feconda come la pioggia. Nel 93 essi erano chiamati Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e avevano costruito la prima cappella dedicata alla Vergine. Ma in tutta la storia Maria ha continuato ad ispirare numerosi scrittori che l’hanno indicata come modello delle vergini, Madre di tutti e Regina del Cielo. Una storia esemplare è quella del Santuario della Madonna del Colle di Lenola in provincia di Latina che narra che, dove gli Apostoli Pietro e Paolo in viaggio verso Roma avevano fondato delle comunità cristiane, nel 250 d.C. l'Imperatore Decio scatenò una persecuzione che fece migliaia di martiri. Alcuni di loro si rifugiarono in una caverna sul Colle di Lenola dove eressero un’edicola con un'immagine della Madonna col Bambino. Ma furono scoperti, uccisi e lasciati insepolti. Il monaco egiziano Paterno, diretto a Roma, avutane notizia, si recò con alcuni fedeli sul Colle, per darne una degna sepoltura e accanto alla loro tomba pose una pietra con la scritta: "Qui giace Onorio, Livio e altri, morti per la Fede nella metà del terzo secolo". Passarono i secoli, il colle era stato chiamato di Santa Croce, perché nel 319 era stato usato come luogo di crocifissione dei condannati a morte. Sulla ci- ma un tempio pagano era stato trasformato in una chiesa dedicata alla Santissima Croce. Era il 14 settembre 1602 e nella Chiesa stavano celebrando i Vespri quando Gabriele Mattei e due suoi amici, si misero a disturbare la funzione. Un anziano uscì e li fece allontanare. Questi giurarono di ammazzarlo il giorno dopo. Nella notte Gabriele non riusciva a dormire e allora con la chitarra si avviò su un sentiero, si sedette e cercò di suonare. Ma le corde non emisero alcun suono. Allora gettò via la chitarra e invocò il diavolo che subito appare. Spaventato fece il segno della croce e invocò la Madonna che gli apparse e gli disse di costruirle un tempio in cima dove c’era una grotta. Gabriele convinse gli amici riluttanti ad aiutarlo a cercare questa grotta e cominciò a disboscare. Improvvisamente apparve loro la pietra con l’antica immagine della Vergine, lasciata da Paterno, col Bambino che grondava sangue dal labbro inferiore. Grande fu il clamore. Venne persino il vescovo, ma con i pochi soldi raccolti si riuscì solo a costruire una capanna di legno. Gabriele allora si fece pellegrino, vestì il saio, si riempì una bisaccia delle bacche dell’antico cipresso, girò con un disegno dell’immagine della Madonna sul petto per tre anni sulle strade di Italia, Francia, Spagna e Portogallo bussando a ogni porta. Con un infuso delle bacche del cipresso a Napoli guarì un giovane e a Roma diede la vista a un altro giovane. Le loro nobili famiglie furono generose e con i soldi raccolti poté così costruire il santuario consacrato nel 1610 e chiamato della Madonna del Colle. Questa breve e singolare storia, che inizia addirittura dagli apostoli, è un esempio di come si può rendere interessante una meta che altrimenti al visitatore non direbbe un granché e può fornire occasione per scoprire tesori di fede dialogando con i custodi anche di un piccolo santuario come questo. Luciano Folpini Santuari Santa Maria in san Giovanni e in Groppello Calendario mariano e dei santi Le feste mariane Luglio 16 B.V.M. del Carmelo, del Carmine o del Suffragio 18 Santa Maria Greca Agosto 5 Dedicazione basilica di Santa Maria Maggiore 15 Assunzione della Beata Vergine Maria 22 Beata Vergine Maria Regina dell’universo 26 Madonna di Czestochowa 29 Nostra Signora della Guardia 29 Madonna delle Lacrime di Siracusa 30 Maria del Pozzo - Capurso (Ba) Un santo al mese Tommaso apostolo - 3 luglio Il suo nome significa gemello, nacque in Israele e morì a Mailapur, nel sud dell’India. È patrono di architetti, geometri, agrimensori e dell'India e ha come emblema la lancia. Le sue ossa riposano nella Basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona. È ricordato da tutti i quattro evangelisti con 10 citazioni e una volta anche negli Atti degli Apostoli. La sua fama è collegata alla sua incredulità sulla resurrezione di Gesù e alla sua esclamazione: Mio Signore e mio Dio; pronunciata quando fu invitato a mettere la sua mano nel costato. Si trattava di un coraggioso come evidenzia il suo incitamento agli altri apostoli: Andiamo anche noi a morire con lui; pronunciato quando Gesù decise di tornare a Gerusalemme per andare da Lazzaro. Secondo un'antica tradizione, Tommaso si recò a evangelizzare la Siria, Edessa, Babilonia e successivamente fino all'India, dove operò anche l’apostolo Bartolomeo, che raggiunse via mare. Nell'anno 52 sbarcò a Muziris dove viveva una colonia ebraica. Qui convertì ebrei e indiani delle caste superiori. E poi si recò in Cina ma al suo ritorno fu ucciso il 3 luglio 72 con una lancia. Quando nel III secolo scoppiò la persecuzione anti-cristiana le sue ossa furono trasportate prima a Edessa, poi sull'Isola di Chio, nell'Egeo ed infine nel 1258 in Abruzzo. Della sua opera esistono molte tracce. Eusebio di Cesarea (265-340) affermò che Panteno aveva visi- tato una comunità cristiana in India nel II secolo, come pure scrittori del III e IV secolo, tra cui Sant'Ambrogio, Gregorio di Nazianzo, San Girolamo ed Efrem il Siro. A metà del VI secolo, un mercante egiziano scrisse di aver trovato nell'India meridionale gruppi di cristiani che si vantavano di essere seguaci di Tommaso apostolo. Ancor oggi esistono in India comunità di cristiani di san Tommaso di differenti chiese. Attualmente i luoghi centrali della sua devozione in India sono la cattedrale cattolica a lui intito- lata di Madras nella Diocesi di São Tomé e la cosiddetta casa di san Tommaso, a Mailapur dove i portoghesi, nel 1523 hanno trovato resti di una chiesa costruita sulla sua prima tomba del I secolo. A lui sono attribuiti i vangeli apocrifi dell'infanzia di Gesù; il quinto Vangelo, il libro di Tommaso che conterrebbe una rivelazione segreta di Gesù risorto all'apostolo. Infine esiste anche un'Apocalisse apocrifa di Tommaso. Anagrafe giugno Battesimi Oltrona Sono realmente figli di Dio Tartaini Francesco Comerio Matrimoni Formentin Enea Gerigk Czoma Charlotte Pozzi Francesco Fusaro Lorenzo Scarpazza Viola Scarpazza Giacomo Curreri Mattia Gavirate Bucciarelli Vittoria Corsano Federico Dalseno Riccardo Gioia Azzurra Kristel Morino Tommaso Pederzani Sara Lule Riccardo L’amore è benedetto da Dio se onorato ogni giorno Gavirate Bolzoni Andrea con Manzalini Sonia Voltorre Gavarini Alberto con Rodà Emanuela Funerali Volarono anni corti come giorni, ma la casa è nell’eterno Gavirate Albizzati Giuseppina (83) Ciarciello Antonio (50) Calendario Luglio – agosto Luglio 7 Domenica - 11,30 santa Messa al lazzaretto -Festa degli alpini 28 Domenica - ore 10,30 - Santa Messa al Lago -Festa della proloco - (sospesa in san Giovanni) Agosto 1 Giovedì - Ore 8 Santa messa per prevosti di Gavirate defunti Indulgenza plenaria della Porziuncola ai fedeli che visitano la chiesa parrocchiale o una chiesa francescana e viene estesa, per concessione del Vescovo diocesano, secondo l’utilità dei fedeli, alla domenica antecedente o seguente. È richiesta la confessione, la comunione e le preghiere secondo le intenzioni del Papa. 15 22 Giovedì - Assunzione della Beata Vergine Maria– sante messe secondo l’orario festivo Giovedì - ore 21—santa messa a Ca’ de monti—Beata Maria Regina Comunicare con la parrocchia don Piero Visconti Casa parrocchiale tel. 0332.74.30.40 don Elia Salvadore via Roma 1 don Andrea Gariboldi via Marconi 14 don Mario Papa diac. Angelo Vanini via alla Chiesa 10 tel. 0332 743624 via Unione 11 - Oltrona al Lago Piazza san Giovanni 1 [email protected] tel. 0332.74.35.25 tel. 0332.743405 - 339.1277771 [email protected] Oltrona al Lago [email protected] tel. 0332 745134 Segreteria Comunità Pastorale: tel. 0332.74.30.40 - [email protected] Gavirate Oltrona al Lago e Groppello ore 10 - 12 dal lunedì al venerdì Comerio ore 10-12 dal lunedì al sabato lunedì 9-11, giovedì, 9-10.30 e martedì 15-17 e sabato 11-12 Don Piero salvo imprevisti è disponibile al: giovedì 16,30-18.30 e sabato 15,15-16.15 Orario delle celebrazioni Messe feriali 8 Gavirate (da lunedì a venerdì) 9 Groppello (mercoledì) Voltorre (da lunedì a venerdì ) 17 18 16.30 17.00 18.00 Comerio Gavirate Comerio Groppello Gavirate 18,30 Casa di riposo Casa di riposo Comerio (lunedì, martedì, giovedì e venerdì) Comerio casa di riposo (mercoledì) Festive Gavirate casa di riposo (mercoledì ) 8.00 9.00 10.00 10.30 11.00 11.30 18.00 18.30 Armino (lunedì) 18.15 Oltrona (lunedì, martedì, giovedì, venerdì) 21 Prefestive Gavirate oratorio (giovedì)) Abbonamento annuale 2013 Il costo dell’abbonamento per gli 11 numeri: Segno + inserto (22 €) Solo Inserto: (11 €) Per ulteriori informazioni contattare: segreteria della comunità: [email protected] - 0332.74.30.40 Centro culturale: [email protected] Paolo Leoni: [email protected], per Comerio Moja Gianfranco: [email protected], per Oltrona Claudio Lunardi: [email protected], per Voltorre Luciano Folpini: [email protected] - per Gavirate Gavirate Comerio Voltorre Gavirate Oltrona Comerio Gavirate Voltorre L’informazione cristiana è sulla stampa cattolica, segui ogni settimana le attività della tua comunità su www.decanati.it — Iscriviti alla lista della posta elettronica scrivendo a [email protected] —–- Bollettino della Comunità pastorale Santissima Trinità inserto del Segno Rivista ufficiale della Diocesi di Milano