Mensile gratuito della Pro‐Loco di Cese dei Marsi
Anno V Numero 51 – 22 agosto 2010
Roberto Cipollone DOLCEAMARA Dolce e amara insieme, anche così sa essere l’estate. Nonostante l’immaginario collettivo. Nonostante il clima di festa, le vacanze, nonostante la libertà. Anzi, forse proprio per questo. Dolce, come il ricordo dell’estate da bambini, o i giorni della festa a Cese… quei giorni a cui nessuno vorrebbe mai rinunciare, quelle facce che rivedi quasi sempre uguali, quei riti e quelle consuetudini che ti porti dentro tutto l’anno, almeno nel desiderio, nelle sensazioni che quelle evocano ovunque tu sia. Dolce come stringere una mano, raccontarsi delle proprie vite sempre troppo veloci, leggere nei sorrisi come alcune cose non cambino mai; vivere il paese con occhi diversi, a volte nuovi, a volte vecchi di anni e mai stanchi. Amara com’è a volte la vita stessa, come il dover salutare un affetto, un amico che se n’è andato troppo presto e non sapere perché. L’estate, come la vita, è fragile e sfuggente, e come la vita gioca continuamente col tempo, senza poter vincere mai. Amara come l’ultimo bicchiere, come l’abbraccio che divide. Eppure neanche quel gusto amaro riesce a sopraffare il tempo, si ferma in bocca solo pochi istanti e poi evapora in un nuovo sorso di vita, nella consapevolezza delle piccole cose che tornano a riempirti i giorni. Quella sensazione dolce che la vita, come l’estate, ti lascia in qualche modo negli occhi, nei ricordi, anche nell’attesa… nei giorni che verranno, con poca estate, è vero, ma con la stessa voglia, lo stesso sapore che tornerà ancora dolce. Il prossimo appuntamento della Pro‐Loco Sabato 29 Agosto presso il complesso ricreativo dell’Associazione torna la Festa del Socio, per gli attuali tesserati della Pro Loco e per chi intende diventare socio. In programma cena con serata musicale e stand della Riserva del Salviano. VI ASPETTIAMO TUTTI! Tutto qui parla di te, dopo una vita passata assieme ogni luogo racchiude un tuo ricordo. Ne abbiamo fatte tante e tante altre avremmo dovuto ancora farne, di te ci rimane solo il ricordo, e quel ricordo in me rimarrà indelebile per sempre. Ci manchi missile. Fernando e Loretta Ciao Nannolo, fratellone mio… vorrei dirti tante cose, ma non basterebbe neanche un libro per scrivere quello che sei per me! Mi fermo sempre a pensare a tutti i momenti condivisi con te: quando eravamo piccoli e dormivamo nel lettone insieme io tu e zia… non ci siamo mai divisi e con il passare del tempo non è mai cambiato niente, quando eravamo insieme tornavamo ad essere due bambini… sul muro della tua cameretta ci sono ancora i segni delle nostre “lotte”… quante risate, quante battute, quant’era bello vederti sorridere! Sei sempre stato la mia roccia, il mio sole… ci tengo a dirti che ti sento sempre vivo, SEMPRE! In ogni momento della giornata ti sento sempre vicino a me e so che ora mi proteggi da lassù! Con la mente e con il cuore sono sempre con te! Ti voglio bene Nannolo mio! Miriam Ciao Norby, sei sempre stato un grande e so per certo che anche lassù ti distinguerai… persone come te non se ne trovano in giro! Sei e sarai sempre una fiamma ardente nel mio cuore. “Ora che sei lassù proteggici tu”. Su ogni cosa che farò ci sarà sempre il riflesso del tuo sguardo e ogni qualvolta mi sentirò in difficoltà lancerò i miei occhi al cielo affinché tu possa consigliarmi cosa è giusto fare; perché tu sei sempre stato vero, buono, eternamente giusto! Ti voglio bene amico mio… sei il nostro angelo! Diletta Ciao Norberto!!! Sono passati pochi giorni da quel bruttissimo mercoledì, ma il dolore è sempre vivo dentro di me! Sappi che sono onorato di aver avuto la possibilità d’incontrarti. Dirti che sei speciale sarebbe un insulto perché penso che il solo aggettivo che può rappresentarti è: UNICO! Unico perché la tua voglia di vivere e il tuo sorriso non li potrò mai trovare in un’altra persona, perché ti distinguevano dalla massa! Avevi il potere di rendere felici tutti coloro che ti erano vicini. A noi hai sempre dato il cuore ed è proprio li che ti porterò per sempre!! Ci manchi da far paura, però so che vivi su ognuno di noi… proteggici e veglia su di noi! PS. COME TE NESSUNO MAI! Nicola 2 CIAO NORBY!
A volte il destino è crudele… insieme a te se n’è andata una parte del cuore di tutti noi, oggi Cese ha qualcosa in meno. Ci mancherai piccola stella, mancheranno a tutti le tante volte che ci hai fatto sorridere e divertirci, mancherà vederti arrivare con la tua Saxo… Norberto, instancabile e esilarante compagno di sempre… mi viene in mente solo una domanda: “perché lui??”. Lui che con il suo carattere e con il suo cuore si è fatto amare da tutti, ancora non ci credo che se ne sia andato, però penso che in un modo o nell’altro lui è qui vicino ad ognuno di noi per aiutarci come hai sempre fatto… grazie!! Grazie per tutto, per tutti i sorrisi, per l’allegria, per la forza che ci dai tutti i giorni, grazie per tutti i momenti grigi che hai trasformato in ore indimenticabili… ti ricorderemo sempre con un grande sorriso perché è questo che tu hai sempre fatto: sorridere anche nei momenti peggiori… non ci dimenticheremo mai di te perché dovremmo dimenticare la persona che ci ha fatto crescere e maturare, ma soprattutto l’Amico, quello vero, che c’è sempre stato! Ciao Norby, sarai sempre dentro di noi!! Maria Cristina Ciao Norbè, a distanza di un mese è inutile dire quanto abbiamo sentito la tua mancanza. Sei sempre stata una persona solare e pronta ad aiutare chiunque te lo chiedesse. Il vuoto che hai lasciato dentro di noi è indescrivibile e mai verrà colmato perché sei stato come un fratello per tutti noi. Le cose da dire sono tante ma speriamo di riuscire a racchiuderle tutte in queste poche parole: “vogliamo però ricordarti come eri, pensare che ancora vivi, vogliamo pensare che ancora ci ascolti e come allora sorridi”. Rimarrai sempre nei nostri cuori e siamo certi che anche da lassù non ci abbandonerai!! Ti vogliamo bene! Lorenzo, Sofia, Maria Laura, Enrica e Ilaria Ciao Norberto, anche se sono stati pochi gli anni in cui ti ho conosciuto, ti ho voluto e ti vorrò bene come un fratello!! Ti voglio ricordare per la bella persona che eri, per le grandi risate che ci facevi fare e per l’amico che eri, sempre pronto ad ascoltare se avevamo bisogno di sfogarci… in questi pochi anni sono riuscita a capire questo di te, avrei voluto conoscerti di più e farmi altre due risate con te!! Vivrai in eterno nei nostri cuori e nei nostri ricordi!! Ci manchi tanto… ti voglio un mondo di bene! Annamaria UN AMICO NON MUORE MAI Marco Ciao amico mio… scriverti in questo momento non è per niente facile… troppe sono le cose da dirti e poche le parole per farlo… mi vengono in mente momenti passati con te che rimangono per sempre nel mio cuore e che ora, mentre scrivo, fanno anche scendere una lacrima! È indescrivibile il vuoto che hai lasciato nella nostra vita… di ricordi ne ho tanti… ti ho amato come amico… come “il mio ragazzo”… e ora ti amavo come un fratello, perché tu sei sempre stato un fratello per tutti… pronto a dare consigli… quante chiacchierate e quante parole che in questi giorni tornano alla memoria… e sai una cosa?? Mi manchi, anzi CI MANCHI! È difficile esprimere quello che ho dentro in questo momento, in così poche righe, ma penso che ora nessuno meglio di te sa come mi sento e cosa penso! Spero che da lassù continuerai a proteggerci e a darci la forza di andare avanti senza di te! “ Stella incantevole brilla perla tra le lacrime, torna che mi manchi e mi sembra impossibile, stella torna qui da me”. Stella mi sembra davvero impossibile tutto ciò… vorrei avere la capacità di allungare la mano e arrivare lì fino a te per salutarti almeno per l’ultima volta… ciao Norb, rimarrai sempre nel mio cuore e nel cuore di tutti quelli che ti hanno conosciuto! Ti voglio bene amico mio! Sonia 3
14 AGOSTO 2010 … pò èsse ‘ita cosçì… di Eugenio Cipollone Vajjò, ma che ‘olarrèste fa’ oji? Iateci a fa’ na camminata a che atra parte, ssù! Apperò steng’a dice! Non ve sete fatte vede’ pe’ no meso (e quijo martedì sete fatto cala’ puri la ranera), e dovèste rescì propia oggi? Se non ve nne jate sòle ve sciollo ì co’ no menùto! Ve llo sete scordato che oji ci sta la Sagra dejji cici? Ma vidi ppo’! V’anno sete lassato perde’ puri quiji de Cappelle (che pe’ disperazione hao dovuto puri sposta’ la festa de San Nicola). E ppo’, manco pe’ da’ soddisfazione a quiji delle previsiuni. Non c’azzeccano mai, e vu propia oggi ci ‘ólete fa’ sto regalo?! E so’ i vajjóli e le vajjòle delle vajjòle e dei vajjóli
delle Cese. Sete visto quanto so’ bravi? È puri quesso lo bejjo: tutta ggente pronta a da’ na mani. Ma po’ che ve penzete, che è solo da stammatina che vao girenne? Jamme su, è mesanotte. Facete sse ddu gocce se ll’atete fa’, e iatecenne. E che ve penzèste!? Quissi so’ tosti! E se non se fao le trè, trè e mesa non se retirano. Ess’è, comenzano a remette i tavoli. Ma la fratta è longa… Adema da’ na ‘mpossa, ca’ so’ trè settimane che non jettemo na cria d’acqua! A parte che quelo che facemo cala’ lo decidemo nu! Ma po’, pecché sta’ ddice quesso? Che ci sta oji, ca non potemo fa’ piove na cria? Ah, té raggione. Ma mó non ci nne potemo i’, ca stao a arriva’ puri l’atre… Mó ci sta a fa’ senti’ ‘n colpa. Ma nu adema puri fa’ jo lavoro nostro. … Acchiapo’ quanta ggente che va girenne stammatina. Ma ci sta puri cacuno che non semo mai visto. Chi so’ tutti quissi che stao a commatte alla Pro‐Loco, ‘nzemmia ajji vajjóli e alle vajjòle delle Cese? Vabbò, ji lassemo perde’ pe’ mo. Ma ‘nnanzi che vè mesanotte ‘na botta l’adema fa’. Ca sennora che ci dicemo a tutte ss’atre nuvole? Jammo vajjò! Scarechete!
….. Ma comm’è, quiji stao ancora a servi’? Quij’atri stao ancora a còce? E la ggente sta ancora a balla’, puri che la cantante j’è salutati?
Semo capito va. Vajjò, iamocenne! Lassemoji perde’ quissi.
… Senti ppo’ n’atra cosa, chi è quijo che ancora non se posa? Quijo loco? E è jo presidente della Pro‐Loco. E quanno jo pari? Non s’apposa ‘n attimo e sta sempre a commatte vicino a ssi vajjóli. E’ sempre j’urdimo a ìresenne. E già: c’atissero fa no monumento! 4 Manuela Cipollone LA PRESENTAZIONE DI "UN’ECO DI NOTE E DI PASSI", IL NUOVO LIBRO DI OSVALDO CIPOLLONE Si intitola "Un’eco di note e di passi" il nuovo libro di Osvaldo Cipollone che è stato presentato a Cese martedì scorso (17) durante una serata promossa dal Comitato festeggiamenti 2010 e dalla Pro Loco. Come sempre accurato nei dettagli e nelle fonti, così come nelle immagini e nei racconti di Cese, le sue tradizioni e i suoi personaggi illustri, il volume è stato illustrato dagli interventi di Roberto Cipollone, don Emidio e dal poeta Romolo Liberale. La serata, diretta dallo stesso Osvaldo, è stata animata dalla musica di Stefano, dai canti dei ragazzi di Cese e da quelli del coro "Caput Castrorum" di Capistrello. Sul palco anche i festaroli e i loro amici ‐ che hanno recitato scene d’altri tempi ‐ così come Angelo Torge ed Emanuele Cipollone, che hanno riproposto al pubblico un dialogo di fine ‘800 riportato dallo scrittore‐viaggiatore Nicola Marcone. Un tuffo nella memoria e nel nostro passato, insomma, che ci ha fatto scoprire dettagli nuovi sul nostro paese, ma che ha avuto anche il pregio di coinvolgere tanti di noi nella preparazione della serata. Anche di questo invito a mettersi in gioco dobbiamo rendere merito ad Osvaldo, alla sua instancabile voglia di mettere nero su bianco la nostra storia perché – come ci si dice fin da scuola – solo conoscendo il nostro passato siamo in grado di comprendere il presente. P.s. Un post scriptum importante. Come ricordato dal Presidente della Pro Loco, Giuseppe, acquistando il libro si contribuisce al finanziamento di un progetto di solidarietà curato dal nostro Francesco Buccini. L’alluce verde 31^ puntata ‐ di Roberto Cipollone Credevo di averle viste proprie tutte... e invece, grazie alla segna‐
lazione di Alessandra e Walter, ho potuto constatare come non ci sia limite alla fantasia ed all’inciviltà umana: non solo buste, cartacce, plastica e rifiuti, ma addirittura due bei tavolini ancora piazzati in mezzo al prato (e oggi è il 20 Agosto!), tra il fontanile e la Rafia alla Madonna delle Grazie. Che dire?!? Buon ferragosto a tutti! E il giro continua...
DUE BORSE DI STUDIO IN RICORDO DI ALESSIO DI PASQUALE L'Associazione giovanile e culturale “Ciao TUTU”, nata in ricordo di Alessio Di Pasquale, studente universitario vittima del terremoto del 6 aprile 2009, in collaborazione con l'Università di L'Aquila, emana il bando per l'assegnazione di n° 2 borse di studio per seimila euro. Le borse sono destinate agli studenti della Facoltà di Ingegneria (dove Alessio era iscritto al secondo anno accademico) che siano immatricolati alla Laurea Magistrale in Ingegneria Elettrica o Elettronica nell'anno accademico 2009/2010. Le borse sono destinate all'incentivazione della frequenza universitaria degli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi. Saranno pertantio conferite sulla base del merito e del reddito ISEE. Il bando, che può essere scaricato dal sito della Facoltà di Ingegneria di L'Aquila, ha scadenza 15 ottobre 2010. L'Associazione ringrazia quanti hanno contribuito alla raccolta dei fondi. Per informazioni: www.ing.univaq.it ‐ www.ciaotutu.org 5
Giochi e relax
PER I GRANDI Quiz sulle Cese PER I PIÙ PICCOLI
Indica ad Hansel il percorso giusto per ritrovare Gretel. 1. Secondo quanto scritto da Leone Marsicano, nel 774 d. C. il Duca di Spoleto Ildebrando concesse ai benedettini le terre che andavano da Paterno al: a) “Fosso Cesano” b) “Bosco Cesano” c) “Gualdo Cesano” 2. Nel 1940 il dott. Giocondo Cipollone scriveva che in quegli anni l’agricoltura a Cese era tornata “discretamente redditizia” in seguito a:
a) i lavori di bonifica del primo tratto della Rafia
b) lo sviluppo del vitigno “’mericanéjjo” c) la diffusione dei pesticidi chimici 3. Attorno al 1200 era adibito a “posta”, ossia luogo di riposo ed intescambio, anche: a) il casale di San Basilio b) il monastero benedettino c) “l’ospitale delle Cese” 4. In passato veniva riservato soprattutto a vedovi e vedove che si risposavano: a) tiribbìllio b) tirintósto c) tiripitìna 5. Per indicare una persona particolarmente fortunata, in dialetto si potrebbe dire: a) “Se jetta ‘nnanzi pe’ non remani’ arrète!” b) “Ha fatto cama pe’ ccénto cavajji!” c) “A quijo ci feta puri jo vallo!” 6. Le foto di Cese presenti sul sito de “La Voce” www.lavocedellecese.it sono attualmente: a) 40 b) 200 c) 120 7. È una delle località più prossime al territorio di Capistrello: a) Santo Martino b) Santo Basile c) Le Tre Sauci Faccènne sucCESE... nell’ultimo mese • Auguri ai novelli sposi di questo mese: a Giuseppe e Roberta, che hanno celebrato le loro nozze lo scorso 1° Agosto, a Paolo e Francesca e a Valerio ed Enrica, uniti in matrimonio il 21 Agosto. • Nuove nascite anche in questo mese: auguri sentiti a Maurizio ed Eleonora per l’arrivo di Sandro (6 Agosto), a Walter ed Alessandra per Miriam (9 Agosto) e ad Ottavio e Eliane per Edmondo Lorenzo (13 Agosto). • Complimenti al nostro Alessandro Bianchi, appuntato scelto in forza al nucleo radiomobile di Tagliacozzo, per aver sventato un’esplosione per fuoriuscita di gas nella notte di ferragosto, intervenendo insieme al brigadiere Francesco Di Gaetano presso un’abitazione (sempre di Tagliacozzo) in cui due anziani avevano inavvertitamente lasciato aperta la manopola di un fornello della cucina prima di andare a dormire. • I tornei di pallavolo e calcetto da quest’anno sono dedicati a Norberto. Per la cronaca, il torneo di calcetto è stato vinto dalla squadra di Andrea, Angelo, Eugenio, Fabio, Francesco, Luigi, Marco e Roberto; il torneo di pallavolo è stato invece vinto dalla squadra di Chiara, Diletta, Ettore, Gabriele, Maria Cristina e Roberto. • Negli ultimi giorni si sono sviluppati diversi incendi nelle zone vicine (uno dei più critici a Civita D’Antino), e lo scorso 18 Agosto un focolaio ha interessato anche l’area di Monte Salviano vicino alla “cava róscia”. L’intervento dei Vigili del fuoco e di qualche volontario ha comunque scongiurato in breve ulteriori rischi e danni. 6 Manuela Cipollone ABRUZZESI SI DIVENTA Abruzzesi si nasce o si diventa? Tutto quel dire su quanto siamo testardi e leali, e forti, ma gentili, è un "pacchetto" che riceviamo alla nascita o no? Se lo è chiesto Costantino Felice, docente di storia all’università "D’Annunzio" di Pescara e Chieti, nel suo ultimo libro: "Le trappole dell’identità. L’Abruzzo, le catastrofi, l’Italia di oggi", edito da Donzelli. Intervistato per il portale "il capoluogo.it", Felice spiega che ha sentito il bisogno di scrivere sui clichè che circondano gli abruzzesi dopo che, in seguito al terremoto dell’anno scorso, in molti hanno cominciato ad "abusare di slogan" che veicolano una nostra immagine non vera. Nel calderone mediatico è finito pure Croce – critica Felice – con il suo "discorso di Pescasseroli" ("Quando c’è bisogno non solo di intelligenza agile e di spirito versatile, ma di volontà ferma e di persistenza e resistenza, io mi son detto spesso a bassa voce, tra me e me, e qualche volta l’ho detto anche a voce alta: ‐ Tu non sei napoletano, sei abruzzese!"). Per Felice, il discorso di Croce è stato "decontestualizzato e quindi travisato" visto che "si è fatto passare il filosofo per ciò che non era, sia per concezione che per temperamento: filius locis e non, come amava invece definirsi, filius temporis". Insomma, Felice scardina il mito dell’Abruzzo "forte e gentile" e spiega perché: «"Abruzzo forte e gentile" è il titolo di un denso e suggestivo libretto uscito nel 1882, opera di Primo Levi, che nel sottotitolo significativamente recitava "impressioni d’occhio e di cuore". Dietro c’era una lunga tradizione di "miti" identitari la cui genesi letteraria nel libro ricostruisco sia pure per grandi linee (si comincia con Guinizzelli e Boccaccio). Ma si tratta, appunto, di impressioni. Proficuamente se ne sono alimentate la letteratura e l’antropologia. Ben altro dovrebbe fare l’indagine storica. La fortuna di quello slogan probabilmente dipende dal suo contenuto edificante e consolatorio: forse ha funzionato e funziona in termini di marketing. Ma la realtà è ben più complessa e articolata». E ancora: «l’abruzzesità è un "mito", una invenzione mitopoietica che, come tutti i miti (una solida letteratura sociologica e storiografica ne chiarisce ampiamente l’eziologia), risponde a esigenze psicologiche di autoriconoscimento della comunità. I suoi referenti con la realtà sono scarsi o nulli. Farvi ricorso può diventare anzi mistificante. Ha ragione Croce: ciascuno di noi è filius temporis non filius loci. Il resto è chiacchiera. Non esiste un’identità predefinita. Le identità si costruiscono attraverso processi storici: sono obiettivi da conseguire. Gli abruzzesi non sono questo o quello: sono ciò che in un determinato contesto mostrano di essere. Le identità ridotte a stereotipi diventano trappole, come recita il titolo del mio libro. E le trappole si possono evitare solo tenendo alto lo spirito critico». «L’Abruzzo – prosegue il docente – non è mai stato una regione chiusa e appartata rispetto al resto del mondo, un’"isola", come in tanti hanno ripetuto. Se per definire il profilo della nostra regione occorre per forza rintracciarne qualche tratto distintivo e peculiare, questo lo si può cogliere piuttosto nella "centrifugità": non tanto nel senso in cui ne parla Piovene ("istinto dissociativo", tendenza alla "disgregazione interna"), quanto invece come propensione degli abruzzesi a riversarsi oltre confine, a cercare risorse e occasioni d’impiego in terre diverse da quelle d’origine. Secondo linee d’evoluzione destinate con il tempo ad accentuarsi, l’Abruzzo è andato infatti caratterizzandosi – soprattutto nell’interno montano, ma in certa misura anche sul versante marittimo – per un intenso irraggiamento verso altri mondi, ora vicini (transumanza e migrazioni periodiche) ora lontani (grandi esodi dell’età giolittiana e del secondo dopoguerra). Le "spinte centrifughe" – l’opposto cioè della chiusura e dell’isolamento – hanno lasciato segni profondi su qualità e cadenze di vita, oltre che, specificamente, sulle forme della crescita economica. Gli stereotipi letterari del "pastore" dannunziano e del "cafone" siloniano, stilizzazioni idealtipiche che hanno antichissime ascendenze, rimandano a un universo agropastorale arcaico e immobile. Ben diversa è la realtà storica. La dura geografia dell’Appennino nel passato imponeva, a causa delle sue ridotte suscettività agricole, un’assidua ricerca di fonti alternative (o integrative) di sostentamento. Di qui il modularsi di molteplici strategie produttive: pastorizia transumante e stanziale, migrazioni periodiche, pluriattività rurale, e soprattutto iniziative protoindustriali. Sulle montagne abruzzesi, oltre che sul versante litoraneo, ha potuto in tal modo germinare e consolidarsi una varietà di economie che per secoli, pur tra alterne congiunture, sono riuscite a tenere saldamente in equilibrio i delicati rapporti tra uomo e ambiente. L’Abruzzo come oggi si presenta ai nostri occhi non è soltanto il risultato di fenomeni recenti. In realtà il "miracolo" del secondo Novecento affonda alcune sue radici in processi di lunga durata. L’Abruzzo storico che emerge dalle indagini più approfondite è molto diverso da quello agropastorale di derivazione antropologica e letteraria: un Abruzzo permeato anche da cultura industrialista, da spirito d’impresa e volontà di riscatto, secondo moderne logiche di profitto capitalistico. Non c’è solo l’Abruzzo degli etnologi, dei letterati e degli umanisti. C’è anche un Abruzzo – ai fini dello sviluppo moderno sicuramente più decisivo – dei tecnici, degli scienziati, degli imprenditori. È a questo Abruzzo operoso e innovativo, attento a valorizzare risorse ed energie locali (acque dei fiumi e legna dei boschi nei tempi passati, qualità del paesaggio, minerali e gas del sottosuolo nei tempi odierni), sempre pronto a cogliere le opportunità di mercato in ambito nazionale e internazionale (si pensi all’età giolittiana), che in buona parte si deve ciò che la regione è attualmente». 7
Le case del corso Comm’era: 1965, corteo nuziale di Crocifissa Cipollone Com’è: Agosto 2010, prima della festa
Il prossimo numero de “La Voce” uscirà domenica 26 settembre 2010. Chi è interessato può consegnare gli articoli o inviarli a [email protected] entro il 19 settembre. Articoli e rubriche curati da Eugenio, Manuela, Roberto Cipollone e i ragazzi di Cese. Grazie ad Alfredo ed Eugenio per le foto ed ai “consulenti” per il prezioso supporto. Per informazioni, proposte, commenti e suggerimenti scrivete a: Redazione “La Voce delle Cese”, Pro Loco Cese dei Marsi, Via C.Cattaneo 2, 67050 Cese di Avezzano (AQ) oppure a: [email protected] . Sito web: www.lavocedellecese.it . 
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Numero 51