Periodico di informazione di Humanitas Gavazzeni Anno XV Numero 1 Maggio 2015 La salute inizia a tavola Il cibo è nutrimento e un valido supporto per il nostro benessere Architetture alimentari Mani e piedi ischemici, l’arte di rimuovere gli ostacoli Cuore: esperienza, ingegno, innovazione e mini-invasività Tumore del colon-retto, diagnosi precoce e terapie avanzate Cellule tumorali al centro del bersaglio Obesità, dopo la chirurgia un corpo funzionale e armonico I mille disturbi della schiena Donna, la variabile tempo Insufficienza renale, curare anche con il sorriso Architetture alimentari S Mangiare in modo sano aiuta il nostro organismo a stare in salute. La piramide alimentare ci guida nel ripensare alle nostre abitudini e nel fare una spesa corretta dal punto di vista nutrizionale. Cucinando poi a casa piatti equilibrati e gustosi. 2 HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 iamo quello che mangiamo. E’ un messaggio che traduce in modo semplice e diretto la relazione tra salute e alimentazione, e ci dice quanto sia importante per il buon funzionamento del nostro organismo mangiare in modo sano. Non significa solo saper tenere sotto controllo quantitativo le calorie giornaliere che ognuno di noi, a seconda del proprio fisico e del proprio stato di salute, ha come fabbisogno energetico, bensì anche saperle scegliere dal punto di vista qualitativo, verificando le proprietà dei nutrienti. E sulla base di questi, costruire il nostro personale ‘puzzle’ alimentare. Iniziando dalla spesa, che dal carrello del supermercato si trasferisce nelle nostre dispense e poi in tavola. Difficile? No, però non è nemmeno facile perché si tratta di acquisire e fare proprie alcune nozioni di alimentazione, e concedersi più tempo per leggere le etichette alimentari e nutrizionali che tanto raccontano di cibi e bevande. LA PIRAMIDE ALIMENTARE, MY PLATE E HEALTHY EATING PLATE Il sogno sarebbe avere a disposizione cibi che contengano tutti i nutrienti positivi per il nostro organismo, come magari vediamo in qualche film di fantascienza. Ma la realtà è diversa, e non può che responsabilizzare la singola persona. “La dieta è stile di vita e per questo il messaggio ‘siamo quello che mangiamo’ è importante – spiega Sabrina Oggionni, dietista di Humanitas Gavazzeni –. Il sovrappeso c’entra poco. Possiamo infatti consumare la giusta quo- Sabrina Oggionni ta di calorie che l’organismo richiede, essere quindi in linea, ma avere i trigliceridi alti o il fegato grasso perché non abbiamo fatto attenzione alla loro qualità”. La guida per andare a fare una buona spesa è la famosa Piramide Alimentare, che nel 2011 è stata affiancata dal My Plate, lanciato dal Diparti- mento dell’Agricoltura degli Stati Uniti con il supporto di Michele Obama, e dalla sua evoluzione, lo Healthy Eating Plate, messo a punto dalla Scuola di Salute pubblica di Harvard. “Il piatto stilizzato in 4 gruppi alimentari, impostato nelle proporzioni, funziona perché è semplice dal punto di vista comunicativo: ci dice che la metà di un pasto deve essere di verdura e frutta (più verdura che frutta), e l’altra metà di cereali e proteine (più cereali che proteine). Ma non specifica il tipo di cereali e proteine. L’evoluzione di questo piatto aggiunge invece indicazioni sui condimenti e qualche consiglio nutrizionale. Infine c’è la piramide alimentare, la prima guida in questo ambito che, alla fine, è quella che meglio aiuta a organizzare una spesa sana perché, oltre a identificare gli alimenti giusti per comporre una dieta corretta, indica anche le proporzioni che devono essere assunte”. RIEMPIRE IL CARRELLO Assunta quindi come guida la Piramide alimentare, andiamo a fare la spesa e mettiamo nel carrello: verdura, frutta, cereali integrali pane, pasta, riso, crackers, latticini magri e con pochi grassi, latte scremato o di soia o riso, pesce, olio di oliva, proteine vegetali come fagioli, ceci, lenticchie, carne bianca, pane fresco e non in cassetta, uova, succhi di frutta al 100% e non bevande ricche di zucchero; vanno limitati i piatti pronti che hanno un elevato contenuto di sodio, surgelati e non. Sì invece a verdure e pesce surgelato. I cibi surgelati infatti sono tutt’altro che poveri di sostanze nutritive rispetto a Stefania Setti quelli freschi. “Il discorso vale per tutti gli alimenti e soprattutto per le verdure: l’industria le surgela appena raccolte e questo permette di ridurre al minimo la perdita di vitamine – spiega Stefania Setti, medico nutri- zionista, responsabile del Servizio di nutrizione clinica e dietetica di Humanitas Gavazzeni –. Per il mantenimento delle caratteristiche nutrizionali, se le verdure possono passare direttamente dal freezer alla padella, alimenti come carne e pesce, prima di essere cucinati, vanno scongelati in frigorifero o sotto un getto di acqua fredda dopo essere stati chiusi ermeticamente all’interno di un sacchetto di plastica. E’ molto importante che lo scongelamento non avvenga a temperatura ambiente perché può favorire la proliferazione batterica”. IMPARARE A LEGGERE LE ETICHETTE ALIMENTARI Se la Piramide ci guida nell’acquisto, l’altro aiuto ci arriva dalle etichette alimentari che ci consentono di conoscere i prodotti che stiamo acquistando, gli ingredienti che li compongono e dove e da chi sono stati prodotti. Permettono inoltre di scegliere quelli più vicini alle nostre esigenze (legate, ad esempio, alle allergie). “Le etichette riportano innanzitutto la quantità del prodotto, indicata al netto della tara, cioè del peso dell’involucro o della confezione, e gli ingredienti; se si tratta di un solido immerso in un liquido deve essere indicata la quantità di prodotto sgocciolato – sottolinea Sabrina Oggionni –. Gli ingredienti non sono indicati a caso, ma in ordine di quantità: quelli più presenti sono riportati per primi per poi procedere in ordine decrescente. La legge prevede che siano indicati gli ingre- Dolci, snack occasionalmente GUIDA ALLE TABELLE NUTRIZIONALI Alcuni prodotti insieme all’etichetta alimentare riportano anche le tabelle nutrizionali dando indicazioni su un quantitativo di 100 grammi o di una porzione media. Possono essere tabelle semplici, cioè indicare solo calorie, zuccheri, grassi e proteine, oppure più dettagliate con le quantità di alcuni sali minerali e vitamine; o possono specificare la tipologia di zuccheri e grassi presenti (zuccheri semplici e complessi, grassi saturi). Le tabelle nutrizionali sono utili perché danno un’idea dei diversi apporti forniti dai prodotti della stessa categoria, apparentemente simili, ma che possono essere diversi in calorie, grassi e apporto negli zuccheri.E poi attenzione a “come” sono scritte le indicazioni. La grammatica non è un optional neanche in questo contesto. Un esempio? Scrivere “crostini all’olio d’oliva” è diverso da scrivere “crostini con olio d’oliva”. Nel primo caso si dice che quello d’oliva è l’unico olio presente, nel secondo questo tipo di olio è mischiato con altri, di diversa qualità. dienti che possano provocare allergie. Per essere sicuri della qualità del prodotto bisogna scorrere l’elenco fino in fondo, perché i conservanti e i coloranti, di solito presenti in minime dosi, occupano le ultime posizioni della lista; meglio scegliere prodotti con il minor numero di sostanze extra”. Grassi da limitare Olio soprattutto di oliva con moderazione Salumi non più di 2 volte a settimana Formaggi non più di 2-3 volte a settimana Legumi almeno 2 volte a settimana Latte e yogurt 1-2 porzioni al giorno Carne preferibilmente bianca 2-3 volte a settimana Pesce almeno 2 volte a settimana Uova 2 a settimana Frutta 2-3 porzioni al giorno Verdura 3-4 porzioni al giorno Cereali e derivati tutti i giorni in ogni pasto Patate in sostituzione ai cereali Attività fisica moderata tutti i giorni Bere almeno 1,5/2 litri di acqua al giorno Pesarsi una volta alla settimana HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 3 Il paziente diabetico è un malato molto complesso e richiede un trattamento multidisciplinare. “Il malato va inquadrato innanzitutto dal punto di vista metabolico, a partire dal controllo della glicemia, per capire se ci sono altre patologie come ad esempio neuropatie o cardiopatie – prosegue il responsabile del Laboratorio di Emodinamica interventistica periferica di Humanitas Gavazzeni –. Chiarito il quadro clinico è necessario affrontare la lesione del piede, capire quanto tessuto è compromesso in modo definitivo, se c’è o no infezio- Mani e piedi ischemici, l’arte di rimuovere gli ostacoli L L’Emodinamica interventistica periferica ha l’obiettivo di “liberare” le arterie più periferiche del corpo per far scorrere nuovamente il sangue in modo fluido e ripristinare la funzionalità dell’organismo. 4 HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 e arterie sono come un albero: il tronco role, cerca di riaprire i ‘tubi’ chiusi usando è l’aorta e da essa originano i rami che raffinati strumenti che riescono a liberare distribuiscono il sangue a ogni singola l’arteria e rivascolarizzare l’arto”. regione del corpo. Le prime arterie che nasco- Le ostruzioni dei vari segmenti dell’albero no dall’aorta sono le coronarie, dedicate a nu- vascolare sono causate principalmente dal trire il cuore, cui seguono le carotidi che irro- fumo che colpisce la parte più alta delle arrano il cervello. L’aterosclerosi, ossia la malat- terie (aorta, iliache e femorali), e dal diabete tia che provoca la chiusura di questi ‘tubi’, può che colpisce sia le arterie femorali sia quelle però colpire anche altre arterie, più periferi- più sottili al di sotto del ginocchio. che, che portano il sangue agli arti inferiori e superiori. Quindi ai piedi e alle mani. Per libe- IL PIEDE DIABETICO ISCHEMICO rare i ‘tubi’ e rivascolarizzare gli arti viene in “Soprattutto nei pazienti diabetici o dializaiuto l’Emodinamica interventizati le ostruzioni interessano le stica periferica; si affianca quindi arterie più lontane e più piccole, all’emodinamica tradizionale che ad esempio della gamba e del si occupa delle arterie coronariche piede – sottolinea il dottor Ferra(angioplastica nell’infarto e nelresi, che prima di concentrare la l’angina) e di altre malattie struttusua attenzione in questa branca rali del cuore (valvole stenotiche, della medicina ha lavorato molti Roberto Ferraresi ‘buchi’ tra le diverse cavità). anni sul cuore –. Soprattutto nel “L’Emodinamica interventistica periferica paziente diabetico si può verificare una sofapplica gli stessi principi dell’angioplastica ferenza del piede legata all’occlusione di coronarica alle arterie periferiche – spiega queste arterie che richiede un intervento Roberto Ferraresi, responsabile del Labo- tempestivo e coordinato, senza il quale il riratorio di Emodinamica interventistica peri- schio di amputazione dell’arto diventa una ferica di Humanitas Gavazzeni –. In altre pa- drammatica possibilità”. tate anche le mani ischemiche. Fortunatamente si tratta di una malattia poco comune, che colpisce prevalentemente pazienti con diabete di lunga durata in emodialisi, o altri affetti da forme rare di malattia ostruttiva arteriosa. “I dializzati purtroppo hanno problemi vascolari severi dovuti a molte cause concomitanti: la fistola per dialisi può ‘rubare’ il sangue alla mano e la malattia dei piccoli vasi può impedire il flusso alle dita. Trattiamo questi pazienti con angioplastiche delle arterie dell’avambraccio e della mano e interventi mirati sulla portata della fistola – aggiunge Roberto Ferraresi –. In Humanitas Gavazzeni, grazie ai professionisti che vi lavorano, abbiamo creato l’Angio Team Dialisi, una squadra di esperti dedicati a tutti i problemi vascolari del paziente dializzato”. MIGLIORI MATERIALI A sinistra: le arterie della gamba e del piede sono chiuse. A destra: dopo l’angioplastica, il sangue può finalmente arrivare sino al piede ne, come il piede potrà tornare a sopportare tutto il carico della deambulazione una volta guarito e, soprattutto, capire quale sia il miglior trattamento per questo paziente. A seconda della lesione (ulcera, ascesso, gangrena) si pratica un’accurata pulizia o l’asportazione dei tessuti necrotici; successivamente bisogna rivascolarizzare, ossia riportare un’adeguata perfusione di sangue. Qui interviene l’Emodinamica interventistica periferica, al fine di riaprire i ‘tubi’ occlusi sino al piede e consentire il ripristino del flusso: sangue significa ossigeno, nutrimento e antibiotici. Solo dopo queste terapie il piede potrà finalmente guarire”. LA MANO ISCHEMICA Oltre ai piedi, nel Laboratorio di Emodinamica interventistica periferica vengono trat- Come in tutti i settori della medicina, anche in questo ambito i risultati della ricerca non possono che migliorare i risultati dei trattamenti. “Possiamo contare su materiali sempre più raffinati, con risultati sempre più duraturi nel tempo. Quando si iniziò a fare emodinamica periferica, una ventina di anni fa, avevamo a disposizione solo dei cateteri a palloncino, ossia dispositivi che dilatano le arterie chiuse, grossolani e corti. Si entrava nelle arterie delle gambe, lunghe 30 centimetri, con palloncini coronarici lunghi solo 2 centimetri: è facile immaginare quante volte dovevamo gonfiarli per riaprire il vaso e come fosse irregolare il risultato. Oggi esistono palloncini dedicati a basso profilo, lunghi anche 30 centimetri, capaci di sopportare pressioni elevate (18 atmosfere), e in grado di ottenere in brevissimo tempo un risultato omogeneo e efficace. Una delle più importanti novità sono i cosiddetti ‘drug eluting balloon’, cioè cateteri a palloncino che, oltre ad aprire il vaso, depositano sulla sua parete un farmaco che arresta la malattia e riduce in modo consistente la possibilità di riocclusione”. ATEROSCLEROSI, I SEGNALI DA NON SOTTOVALUTARE La manifestazione più semplice della malattia periferica è la cosiddetta ‘claudicatio’: dopo alcuni metri di cammino compare un dolore al polpaccio che costringe a fermarsi. Il dolore quindi sparisce e il cammino può riprendere, sino allo stop successivo. La claudicatio non è una malattia grave, in genere si mantiene stabile per molti anni e col tempo può anche migliorare; rappresenta tuttavia un marker importante di aterosclerosi, cioè indica una probabilità più elevata di avere in futuro un infarto o un ictus. Quando l’aterosclerosi è invece ormai avanzata, soprattutto nei diabetici o nei dializzati, può manifestarsi in modo drammatico con dolore a riposo e lesioni delle dita. E’ il quadro denominato ‘ischemia critica d’arto’. In questi casi l’aspettativa di vita del paziente è spesso paragonabile a quella di una persona affetta da malattia neoplastica. difficili e delicati utilizzando strumenti che arrivano al cuore attraverso piccoli tagli cutanei, percorrendo i vasi sanguigni. Una procedura multidisciplinare attuata di routine che riguarda sia l’approccio in ministernotomia sulla valvola aortica e aorta ascendente, sia in minitoracotomia per riparare la valvola mitrale. Per quanto riguarda la chirurgia per gli aneurismi aortici, la mortalità, soprattutto per le patologie che necessitano interventi in urgenza/emergenza, è ancora alta sia in Italia sia in Europa (circa il 25%). Negli ultimi tre anni nel nostro ospedale siamo riusciti a dimostrare che si possono ottenere grandi risultati grazie alle competenze legate alle conoscenze anestesiologiche, chirurgiche L’Heart Team di Humanitas Gavazzeni interviene 24 ore su 24 su situazioni cardiovascolari molto critiche, utilizzando tecniche all’avanguardia e sempre meno invasive per risolvere patologie dell’aorta, a partire dagli aneurismi, e della valvola mitrale. Cuore: esperienza, ingegno, innovazione e mini-invasività I TECNICA LUPIAE, RICONOSCIMENTI IN TUTTO IL MONDO A undici anni dal suo primo utilizzo, Lupiae – la protesi vascolare ideata dal dottor Giampiero Esposito per trattate le patologie dell’aorta toracica e toraco-addominale con un approccio ibrido – ha ottenuto due riconoscimenti a livello mondiale. Negli Stati Uniti, la rivista “The journal of Thoracic and Cardiovascular Surgery”, organo ufficiale dell’Associazione Americana di Chirurgia Toracica, nel febbraio 2015 le ha dedicato un ampio articolo in un supplemento interamente dedicato alle tecniche chirurgiche cardiovascolari più innovative e sicure tra quelle utilizzate nel mondo. Non solo: l’immagine che riproduce la protesi vascolare italiana è stata scelta per la copertina. E buone notizie arrivano anche dal Giappone: l’utilizzo della protesi è stato autorizzato nello scorso febbraio anche nel Paese del Sol Levante, a riprova della validità di questa tecnica riconosciuta a livello mondiale. 6 HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 l cuore, un meccanismo perfetto, fonda- guardano soprattutto il cosiddetto aneurimentale per la nostra esistenza. Dal cuo- sma, un processo dilatativo del grosso vaso re transita il sangue, la linfa vitale che che parte dal cuore e conduce il sangue a viene distribuita attraverso i vasi sanguigni tutti gli organi, che può portare a rottura o fino alle più lontane estremità del corpo. E dissezione dell’aorta stessa con problematiquando si ‘inceppa’, deve essere che irreversibili e quasi sempre curato con la maggior attenzione mortali. Nella maggior parte dei possibile da un team che sappia casi ci troviamo di fronte a situavalutare e intervenire su tutte le zioni di emergenza, tanto che il problematiche che possono prenostro team è disponibile a intersentarsi. venire 24 ore su 24, utilizzando In Humanitas Gavazzeni fin dal tecniche all’avanguardia e sem1967, quando l’ospedale si chia- Giampiero Esposito pre meno invasive. Lo stesso dimava ancora Cliniche Gavazzeni, la chirur- scorso può essere fatto per gli interventi che gia del cuore è una specializzazione di ec- riguardano la valvola mitrale che regola il cellenza. Oggi la chirurgia cardiovascolare flusso del sangue dai polmoni al ventricolo vanta un gruppo di lavoro formato da più sinistro: eseguiamo interventi di riparazione specialisti: cardiologi clinici, cardiologi in- o sostituzione della valvola utilizzando tecterventisti, cardiochirurghi, chirurniche che ci permettono ghi vascolari, emodinamisti, anestedi non ‘aprire’ il torace sisti e radiologi. Un vero e proprio Hedel paziente”. art Team, di cui fa parte GiamLa mini-invasività è la piero Esposito, responsabile vera rivoluzione della dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia di questi ultichirurgia di Humanitas Gavazmi anni. Anche nel zeni. cuore. Come funziona Dottor Esposito, quali sono gli e quali risultati conambiti di intervento dell’Heart sente di ottenere? Team di Humanitas Gavazzeni? “Le tecniche mininvasi“Siamo specializzati nella chirurgia ve di chirurgia cardiodell’aorta e della valvola mitrale. Gli vascolare permettono interventi di chirurgia dell’aorta ridi compiere interventi e interventistiche e a tecniche che fanno oramai parte del bagaglio professionale dell’Heart Team”. Per l’aorta, l’innovazione non riguarda solo la tipologia di trattamenti ma anche le protesi utilizzate. “L’intervento si compie spesso in due stadi: nel primo, chirurgico, si opera l’aorta ascendente alla sua origine nel cuore; nel secondo, endovascolare, si cura la parte restante di aorta colpita da aneurisma, quella toracica e addominale, con l’applicazione di un’endoprotesi. Noi utilizziamo la tecnica Lupiae, che ci permette di riparare un’aorta con diffusa patologia dilatativa con una ridotta invasività. Questa tecnica ibrida – chirurgica prima e endovascolare poi – permette di evitare un secondo intervento chirurgico; questo riduce molto i rischi per il paziente”. Interventi complessi possono quindi essere eseguiti con sempre maggiore sicurezza? “Direi di sì. Lo dimostra un caso recente. Un paziente si è rivolto al nostro ospedale in una situazione di assoluta emergenza: aveva in corso una dissezione aortica partita dall’aorta toracica discendente e progredita verso l’ascendente e i vasi carotidei, con un ‘cammino’ inverso rispetto a quello che, in genere, caratterizza queste patologie. La sua situazione era molto grave. Il nostro intervento ha previsto, in un’unica procedura, la sostituzione dell’aorta ascendente, dei vasi arteriosi del collo, dell’arco aortico e Un ‘monster case’. A sinistra: l’aorta toracica presenta un enorme aneurisma; a destra: l’aorta dopo l’intervento, ricostruita grazie alla tecnica Lupiae dell’aorta discendente. Un intervento complesso perfettamente riuscito. La nostra grande soddisfazione è sapere che questo paziente, così come tanti altri trattati con questa tecnica, potrà tornare presto a una vita normale e dopo un periodo di recupero tutto sommato breve, vista la gravità del suo stato di salute prima dell’intervento”. Per saperne di più sul Centro Cardio www.humanitasgavazzeni.it UNA NUOVA PALESTRA PER LA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA Humanitas Gavazzeni ha attivato una nuova palestra interamente dedicata alla riabilitazione cardiologica, attigua al reparto di Cardiologia. Uno spazio raccolto, con una bella vista su Bergamo Alta, in cui ogni giorno una decina di pazienti degenti possono seguire il programma di riabilitazione impostato dai medici e seguito, passo dopo passo, dai fisioterapisti. Nella nuova palestra sono stati posizionati 4 cicloergometri/cyclette e 1 tapis roulant sul quale è possibile praticare una corsa sul posto, simulando il gesto atletico con differenti carichi. Queste macchine possono essere impostate e monitorate dal fisioterapista da una postazione esterna, per tenere sotto stretto controllo le condizione di salute del paziente. Nella palestra sono presenti inoltre: barre parallele per ricominciare a camminare, 4 stepper per simulare la camminata per le scale, fasce pettorali per rilevare l’elettrocardiogramma durante gli esercizi che i pazienti effettuano su cyclette e tapis roulant trasmettendo i dati via bluetooth, un box riservato per visita medica, prelievi e eventuali trattamenti specifici di fisioterapia oltre agli spogliatoi per uomini e donne. La palestra viene anche utilizzata per i MAC (Macroattività Ambulatoriale Complessa) cardiologici e per riunioni divulgative aperte al pubblico come, ad esempio, gli incontri “Ho a cuore il mio cuore”. HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 7 PREVENZIONE, TRA SCREENING E ALIMENTAZIONE dannoso per l’organismo. Questo significa poter scegliere con maggiore tranquillità la terapia farmacologica da adottare per ogni singolo paziente, in base alle caratteristiche molecolari a livello cellulare”. Tumore del colon-retto, diagnosi precoce e terapie avanzate I I dati sulla sopravvivenza sono in miglioramento. Un cammino fatto di prevenzione, diagnosi precoce, terapie farmacologiche, trattamenti radioterapici e interventi chirurgici sempre più mirati. Per saperne di più sull’Area Oncologica www.humanitasgavazzeni.it 8 HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 l tumore del colon-retto è un big killer. Nella classifica delle neoplasie si pone in terza posizione tra gli uomini dopo polmone e prostata, e in seconda tra le donne dopo quella della mammella. I dati dicono che ogni anno ci sono 52.000 casi, con un incidenza in aumento dai 60 anni e un picco massimo attorno agli 80: numeri impressionanti ma contrastati dal fatto che di questa neoplasia si muore sempre meno. La sopravvivenza è del 64% considerando tutti gli stadi. E nei pazienti con malattia metastatica che, purtroppo, nella maggior parte dei casi non è guaribile, la sopravvivenza è quadruplicata negli ultimi 20 anni. Giordano Beretta “La contraddizione tra i due dati è solo apparente – spiega Giordano Beretta, responsabile dell’Unità Operativa di Oncologia medica di Humanitas Gavazzeni –. Oggi l’informazione e la diagnosi precoce consentono di intervenire prima che la situazione diventi drammatica. E anche quando è troppo tardi per intervenire in maniera preventiva, disponiamo di terapie farmacologiche e interventi chirurgici in grado di aumentare la sopravvivenza dei pazienti”. NOVITA’ NELLA TERAPIA FARMACOLOGICA Il tumore al colon-retto è guaribile se viene individuato in fase precoce, precisa il dottor Beretta: “Nella maggior parte dei casi questa neoplasia si determina attraverso l’iniziale formazione di polipi adenomatosi, lesioni benigne dovute a una proliferazione cellulare alterata che, con il passar del tempo, possono trasformarsi in maligne e quindi in cellule cancerose. L’esecuzione di un accertamento di screening può consentire di rimuovere le lesioni pre-cancerose prima che si trasformino in tumori”. Un contributo importante viene dalle recenti scoperte nel campo della biologia molecolare. “Oggi riusciamo a individuare alcune caratteristiche delle cellule – aggiunge il dottor Beretta – che sono in grado di dire se un farmaco è adatto a una specifica situazione o se, al contrario, può risultare addirittura L’IMPORTANZA DELLA COLONSCOPIA I numeri in discesa sono legati anche all’evoluzione delle tecniche endoscopiche e, in particolare, ai risultati che si ottengono dalla colonscopia. Un esame diagnostico di secondo livello, capace di fornire risposte chiare e esaustive sul tipo di patologia; e che permette anche di intervenire se, nel corso della seduta, vengono individuati polipi, tumori benigni che si formano per il proliferare delle cellule nella mucosa intestinale. “Le tecniche di polipectomia endoscopica sono in continuo miglioramento – afferma Nicola Gaffuri, responsabile dell’Unità di Gastroenterologia e Endoscopia digestiva di Humanitas Gavazzeni –. Oggi possiamo procedere alla rimozione dei polipi benigni utilizzando strumenti che passano attraverso gli stessi canali operativi del colonscopio. Questo ci consente di ridurre gli interventi chirurgici: anche polipi adeno- Nicola Gaffuri matosi di una certa dimensione possono essere eliminati in questa fase”. Sul tavolo chirurgico arrivano dunque le situazioni in cui è già avvenuta una trasformazione maligna del polipo. I DUE VOLTI DELLA CHIRURGIA La funzione della chirurgia è quella di asportare il tratto di colon o di retto interessato dal tumore. L’intervento varia a seconda che si parli di tumore al colon o di tumore al retto. “Nei tumori al colon – sottolinea Paolo Ubiali, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia generale di Humanitas Gavazzeni – la chirurgia è eseguibile quasi sempre in laparoscopia, con tecnica mininvasiva. Anche nelle loro fasi più avanzate i tumori al colon offrono buone possibilità di riuscita dell’intervento chirurgico, sia per quanto riguarda il tumore principale sia in relazione a eventuali metastasi al fegato”. Il discorso cambia, invece, nel tumore del retto: “È un tumore che ha un comportamento diverso, e la chiPaolo Ubiali rurgia spesso non è l’opzione per il suo trattamento. Soprattutto nelle forme più avanzate, la radioterapia e la chemioterapia rappresentano oggi il primo step e solo successivamente si arriva al trattamento chirurgico – aggiunge il dottor Ubiali –. Operare in laparoscopia in questo caso è più difficile anche se possibile, essendo migliorate di molto le tecniche che consentono la conservazione dello sfintere, la cui demolizione una volta era la conseguenza quasi obbligata di questi tumori. Adesso con terapie pre-operatorie e interventi chirurgici mirati si riesce a ridurre di molto il numero di pazienti che avranno una cosiddetta stomia definitiva, cioè la creazione di un ano artificiale, e questo è davvero un grande risultato”. IL RUOLO DELLA RADIOTERAPIA La radioterapia viene poco o per nulla utilizzata nel tumore del colon mentre offre un contributo indispensabile nel tumore del retto che ha un’elevata propensione a recidivare localmente. “La radioterapia viene prevalentemente utilizzata prima della chirurgia piuttosto che dopo, in genere in associazione con la chemioterapia – aggiunge Vittorio Vavassori, responsabile dell’Unità Operativa di Radioterapia di Humanitas Gavazzeni –. Questa strategia, altrettanto efficace dal punto di vista oncologico, è però in grado di riconvertire a una chirurgia più conservativa una larga quota di pazienti altrimenti inizialmente candidati a una chirurgia demolitiva”. Lo screening che monitora la popolazione sopra i 50 anni sta fornendo ottimi risultati nella diagnosi precoce del tumore del colon-retto: i polipi adenomatosi impiegano dai 7 ai 15 anni per svilupparsi, offrendo un ampio lasso di tempo in cui è possibile intervenire. Sono inoltre facilmente individuabili perché sporgono dalla mucosa in maniera evidente e provocano una presenza di sangue nelle feci: ecco spiegati gli esami base dello screening, vale a dire la ricerca del sangue occulto. La colonscopia viene effettuata in un secondo tempo, nel caso in cui gli esami base abbiano evidenziato criticità; può essere indicata invece fin dall’inizio in caso di pazienti con familiarità. La prevenzione passa però anche attraverso l’adozione di stili di vita sani, dove l’alimentazione ha una importanza rilevante. Una dieta con alto contenuto di proteine e grassi di origine animale e con basso contenuto di fibre aumenta il rischio di contrarre questa patologia. Un’alimentazione corretta deve prevedere invece portate ricche di frutta, verdura e cereali e povera di carni rosse. Senza dimenticare altri piccoli accorgimenti: limitare il vino a un bicchiere a pasto, evitare l’abuso di sale, consumare con moderazione cibi affumicati o con conservanti. HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 9 La radiochirurgia è una sofisticata tecnica radioterapica che, in alcuni casi selezionati, permette di somministrare la dose necessaria a colpire le cellule tumorali in un unica seduta, in modo estremamente preciso e accurato. Permettere all’organismo, dopo un intervento di chirurgia bariatrica cui si è ricorsi per perdere chili importanti, di tornare a essere in forma. Obesità, dopo la chirurgia un corpo funzionale e armonico Cellule tumorali al centro del bersaglio È M una necessità non puramente estetica ma, soprattutto, funzionale. Dopo un intervento di chirurgia bariatrica, che consente a una persona obesa di perdere peso in modo considerevole e tornare ad avere un BMI a livelli spesso nella norma, il corpo richiede spesso un rimodellamento. Si tratta di un intervento chirurgico che si effettua a una certa distanza temporale da quello di chirurgia bariatrica, e che interessa in particolare l’addome, nelle donne le cosce, le braccia e il pube, negli uomini il dorso e la schiena. “La pelle in eccesso impedisce di vestirsi, flettere le braccia correttamente, lavarsi bene, ma può anche provocare disturbi alla pelle come infezioni micotiche che causano prurito e arrossamenti – spiega Antonio Corapi, chirurgo plastico, responsabile dell’Unità funzionale di Chirurgia post bariatrica di Humanitas Gavazzeni –. La finalità degli interventi non è quasi mai pura- 10 HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 mente estetica, ma è motivata da un recupero funzionale del tronco e degli arti, anche se non si può prescindere dal raggiungimento di un’armonia generale del corpo”. minale oltre che dei tessuti superficiali, cute e sottocute”. TECNOLOGIE DI ULTIMA GENERAZIONE Per ottenere risultati estetici e funzionali ottimali, sempre riAntonio Corapi spettando le condizioni generali IL SUPPORTO DEL dei pazienti, vengono utilizzate tecnologie CENTRO OBESITÀ I pazienti interessati a questo tipo di inter- di ultima generazione che facilitano il tratvento vengono seguiti dall’équipe multidisci- tamento chirurgico in tempi brevi e riducoplinare del Centro Obesità di Humanitas Ga- no le perdite di sangue. “Utilizziamo struvazzeni e giungono al chirurgo dopo aver menti a ultrasuoni che facilitano le sezioni controllato lo stato nutrizionale e valutato le dei tessuti agendo con temperature molto condizioni generali. Si tratta di persone spes- più basse rispetto alle metodiche tradizioso giovani, per le quali la richiesta del ripristi- nali, e rispettando l’integrità dei tessuti no di un ‘contorno corporeo adeguato’ è adiacenti – spiega Antonio Corapi –. Questo significa dimissioni più rapide per il paziensempre più frequente. “La scelta del tipo di intervento viene deci- te, un utilizzo più semplice dei drenaggi so sulla base delle condizioni del singolo (minore secrezione, calibri minori e rimopaziente. Bisogna aver perso peso, essere zione precoce), una ripresa delle attività fisistabili da almeno 6 mesi, essere dimagriti che immediate e il ritorno alla consueta vita in buona salute – ag- quotidiana in meno di un mese”. giunge il dottor Corapi –. Il compito di noi meI TRATTAMENTI CHIRURGICI dici è spiegare l’interGli interventi di rimodellamento vento, gli obiettivi che si postbariatrico effettuati in Humanitas vogliono raggiungere e Gavazzeni sono: ‘quanti ritocchi’ servo Dermolipectomie e lifting dell’addome no, perché può essere Dermolipectomie degli arti superiori necessario intervenire e inferiori su uno stesso distretto Mammoplastiche riduttive e mastopessi associando sempre un Liposuzioni, liposculture e trattamento di ripristimegalipoaspirazioni no dell’integrità funzionale della parete addo- aggior precisione, minori danni ai tessuti sani, sempre meno sedute. E’ la realtà oggi della radioterapia, che permette di erogare la necessaria dose di radiazioni al tumore in maniera sempre più precisa grazie a una migliore capacità diagnostica (TC, RM, Pet), e a piani di cura sempre più accurati e selettivi. In Humanitas Gavazzeni si utilizzano tecniche radioterapiche tra le più sofisticate quali la radioterapia stereotassica e la radiochiurgia. “La radioterapia moderna evolve sempre più verso l’applicazione di tecniche selettive, in grado di depositare la dose sul bersaglio e ridurre l’irradiazione delle strutture sane circostanti con la massima precisione e accuratezza possibili – spiega Vittorio Vavassori, responsabile dell’Unità Operativa di Radioterapia di Humanitas Gavazzeni –. D’altro canto le nuove conoscenze radiobiologiche orientano sempre più verso l’utilizzo di una diminuzione del numero di sedute di trattamento che, in casi particolari, possono essere ulteriormente ridotte a una o poche frazioni. La radiochirurgia è da tempo utilizzata nel trattamento di lesioni cerebrali spazialmente ben definite, sfrutmentre la radioterapia stereotastando la presenza di un elevato sica (SBRT) o, come più recentegradiente di dose tra la lesione da mente viene chiamata, SABR (rairradiare e i tessuti sani circostandioterapia stereotassica ablativa), ti; di fatto si comporta come un sta diventando terapia di elezione vero e proprio bisturi ma senza gli per pazienti selezionati, sia per svantaggi della chirurgia”. tumori primitivi sia per lesioni Vittorio Vavassori metastatiche in diversi distretti anatomici. Si tratta di tecniche complesse LA METODICA STEREOTASSICA che richiedono un’elevata conoscenza delle La metodica stereotassica, oltre che in radiochiproblematiche e un’ottimale sinergia tra le rurgia, viene utilizzata anche per irradiare lesiodiverse figure professionali coinvolte”. ni di dimensioni maggiori e di forma più irregolare, sia nell’encefalo sia in altri distretti anatomici. “Questa metodica necessita di più sedute LA RADIOCHIRURGIA ma comunque limitate (da 3 a 8). Si utilizza, ad NEL DETTAGLIO La radiochirurgia è una sofisticata tecnica ra- esempio, per la cura di piccoli tumori polmonadioterapica, non invasiva, ambulatoriale e di ri quando la chirurgia è controindicata o peribreve durata, che permette di irradiare in mo- colosa; indicazioni molto selezionate sono do estremamente preciso e accurato piccole quelle per il trattamento di metastasi e tumori lesioni, tipicamente all’interno del cervello, primitivi del fegato, metastasi surrenaliche, resomministrando la dose necessaria in un’uni- cidive linfonodali addominali o pelviche”. ca seduta. “Viene utilizzata per il tratta- RADIOTERAPIA, UN TRATTAMENTO HI-TECH mento di piccoli tu- PER LA CURA DEI TUMORI La radioterapia viene utilizzata nel trattamento della maggior parte mori primitivi e metadei tumori. Può essere impiegata da sola o integrata alle altre statici cerebrali ma modalità terapeutiche (chirurgia, chemioterapia, etc.). In alcuni casi si anche per piccoli me- esegue dopo la chirurgia; nel tumore mammario ad esempio, per ningiomi e neurinomi evitare di asportare tutta la mammella e ridurre il rischio di dell’acustico – aggiun- ricomparsa della malattia. Può essere utilizzata prima di un intervento ge il dottor Vavassori chirurgico per facilitare l’asportazione della massa tumorale, come –. Sfrutta la metodica nei tumori del retto o dell’esofago. Viene utilizzata in alternativa alla stereotassica per indi- chirurgia per preservare la funzione di un organo o quando viduare il bersaglio e l’intervento non sia fattibile, come avviene nel tumore del polmone in può somministrare stadio precoce, nel cancro della prostata, in alcuni tumori dosi molto elevate a ginecologici, nei tumori della laringe. In alcune situazioni, come i tumori della rino-faringe e del canale anale, è la terapia di scelta. lesioni piccole ma HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 11 Invecchiare bene si può, anzi, si deve! L’evoluzione della medicina e della ricerca e una cultura crescente degli stili di vita sani consentono sempre di più a uomini e donne di trascorrere la terza età fisicamente, culturalmente e socialmente in maniera positiva. Tre adulti su quattro soffrono di problemi alla colonna vertebrale per numerosi motivi. Diagnosi e trattamenti, perché siano efficaci, richiedono sempre più un approccio multidisciplinare. I mille disturbi della schiena QUANDO IL DOLORE È INSOSTENIBILE T utti o quasi soffriamo di mal di schiena. Lo dicono i numeri: il 75% delle persone adulte dichiara di avere avuto almeno una forma di mal di schiena (lombalgia, lombosciatalgia, dorsalgia, cervicalgia) nell’arco di tre mesi. Ma se l’auto diagnosi è immediata – oggi ho un mal di schiena tremendo! – non è altrettanto facile risalire alla causa di quel dolore. Nel 95% dei casi è provocato da un utilizzo scorretto della colonna vertebrale, ma non sempre è facile capire se questo cattivo utilizzo abbia provocato disturbi di natura ossea, articolare, muscolare o nervosa. Il dolore alla schiena può essere così intenso da essere invalidante. Le procedure di terapia del dolore possono, in molti casi, restituire una buona qualità di vita. “Sono trattamenti – spiega Giambattista Villa, responsabile della Terapia del dolore di Humanitas PIÙ SPECIALISTI PER UN UNICO Giambattista Villa Gavazzeni – PROBLEMA eseguiti per via percutanea, quindi non Per comprendere le cause del problema alla invasivi, che hanno l’obiettivo di colonna l’approccio è multidisciplinare. Hueliminare il dolore persistente alla manitas Gavazzeni ha attivato un Centro del schiena. Variano a seconda mal di schiena proprio per risolvere disturbi dell’intensità e della causa del dolore. e problemi, più o meno seri. Il Piccoli aghi, cateteri o elettrodi primo passo è la visita multivengono posizionati fino a specialistica. raggiungere e trattare i punti “La prima visita è fondamentada cui origina il dolore. le perché ‘crea’ il percorso che In alcuni casi, come nella dovrà essere seguito dal padecompressione discale ziente per la cura del suo specimeccanica, utilizziamo anche Lucio Genesio fico problema – sottolinea Luun piccolo ago rotante che ci cio Genesio, medico specialista della Riabilipermette di asportare piccole quantità tazione Ortopedica e Sportiva di Humanitas di disco invertebrale, così da alleviare Gavazzeni –. Nell’Ambulatorio il paziente inla pressione all’origine del dolore”. contra diversi medici: lo specialista della riabilitazione, il chirurgo della colonna e il terapista del dolore. Insieme formulano una diagnosi e decidono il trattamento che può consistere, se il caso in questione non è grave, in una terapia antidolorifica e antinfiammatoria o in sedute di massaggi e manipolazioni coadiuvati, se necessario, anche da un chiropra- 12 HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 tico”. Non sempre però il dolore è leggero e passa, e quindi è necessario effettuare un approfondimento diagnostico. “In genere nelle persone adulte – dice Regina Barbò, neuroradiologa di Humanitas Gavazzeni – esami radiologici come la Risonanza Magnetica, la TC o la radiografia della colonna, andrebbero richiesti subito solo in presenza di deficit Regina Barbò neurologici progressivi o in concomitanza di gravi condizioni cliniche: in tutti gli altri casi soltanto dopo alcune settimane, fino a sei, di terapia antidolorifica e fisica senza effetti. Sono esami che precedono sempre un eventuale intervento chirurgico alla colonna, nei rari e selezionati casi in cui questa sia l’unica soluzione al problema”. Più che di intervento chirurgico è corretto parlare di interventi dato che le variabili, anche quando si parla di schiena, sono diverse. “La necessità e la tipologia dell’intervento è legato alla causa del mal di schiena – precisa il dottor Corrado Musso, responsabile della Chirurgia della colonna di Humanitas Gavazzeni –: erniectomia, vertebroplastica o artrodesi sono i più diffusi interventi sulla colonna; vengono eseguiti con tecniche mininvasive, accessi laterali percutanei di artrode- Corrado Musso si e sostituzione discale con protesi, quindi con accessi chirurgici limitati e guidati da apparecchi radiologici. Questo significa minor tempo e rischi e, nel post operatorio, tempi più rapidi di recupero per i pazienti”. Donna, la variabile tempo S e per gli uomini l’avanzare dell’età e i capelli grigi sono sempre stati stato sinonimo di fascino maturo, per le donne è solo da pochi anni che superare ‘gli anta’ non è più una dichiarazione di ‘uscita di scena’. Ma perché questo accada è centrale ‘mettere fieno in cascina’ e dai 40 anni porre maggiore attenzione all’attività fisica, all’alimentazione, alla nostra psiche. “Per essere sane e belle nella cosiddetta terza età bisogna iniziare a fare prevenzione su noi stesse fin da giovani e soprattutto quando si arriva ai 40 anni – dice Maria Elena Abati, fisiatra di Humanitas Gavazzeni –, quando si sta ancora bene e non bisogna combattere con mal di schiena, Maria Elena Abati cervicalgia, mal di gambe, sovrappeso, ipertensione che, negli anni successivi, inesorabilmente arrivano. Esistono studi scientifici, progetti e ricerche che ci dicono che mettere in pratica uno stile di vita corretto fin da giovani adulti è fondamentale per invecchiare bene”. LA PREVENZIONE INIZIA SIN DA GIOVANI Oltre 30 anni fa il professor Francesco Maria Antonini, padre della gerontologia e geriatria italiana, scrisse il ‘Decalogo del buon invecchiamento’ che, ricorda la dottoressa Abati, continua a essere valido: muoversi, mangiare bene, essere sociali e socievoli, allenare la mente, perseguire i nostri obiettivi e non lasciarsi andare, continuare a essere creativi. Ovviamente uno stile di vita corretto non può prescindere da una sana e atten- ta alimentazione. “Pochi grassi limitando i saturi, molta acqua (1,5/2 litri), pochi zuccheri semplici che innalzano la glicemia – aggiunge Stefania Setti, medico nutrizionista di Humanitas Gavazzeni –; essenziale è assumere il calcio, attraverso latte e yogurt (meglio magri). Vanno invece ridotti caffeina, the, cioccolato e bevande alcoliche che disturbano il sonno”. E bisogna comunque saper accettare le trasformazione del proprio corpo. “C’è un contesto di pregiudizi socioculturali nella nostra società occidentale che pesano sulla donna non più giovane, soprattutto nel momento in cui arriva la menopausa – spiega Agnese Rossi, psicologa di Humanitas Gavazzeni –, perché la fine della fertilità viene associata a una minore femminili- Agnese Rossi tà. Invece tempo cronologico e tempo interiore sono cose diverse e le donne devono saper ascoltare il proprio ritmo interiore e utilizzare questo momento, spesso critico, come un’occasione di rinascita personale. Avere un buono rapporto con il proprio corpo dopo l’adolescenza, accettare i vari cambiamenti nel corso degli anni permette di ‘fare prevenzione’ per il futuro”. LE 10 REGOLE PER UNA PELLE MATURA, BELLA E SANA Dormire 7/8 ore per notte Bere 1,5/2 litri di acqua al giorno: dobbiamo idratare l’organismo che è composto al 70% di acqua Non fumare per non ridurre l’apporto vascolare e l’ossigenazione cellulare Idratare la pelle scegliendo cosmetici in grado di supplire alle diverse esigenze e/o carenze ormonali Supportare gli strati profondi della pelle con trattamenti medici per migliorare il trofismo cellulare Proteggere la pelle dal sole con uno schermante protezione 50 tutti i giorni, anche quando si è in città Utilizzare antiossidanti che rallentano il processo di invecchiamento: è importante rafforzare il sistema immunitario della pelle Utilizzare prodotti che rafforzano e integrano le carenze di capelli e unghie Evitare alcune sostanze contenute nei cosmetici come nichel, parabeni, petrolati che rendono la pelle irritabile e più fragile Sorridere: la muscolatura mimica del volto attenua le rughe di espressione (ginnastica facciale). A cura di Marzia Baldi, responsabile Ambulatori di Dermatologia di Humanitas Gavazzeni Marzia Baldi HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 13 Humanitas Gavazzeni Informazioni utili MOVIMENTO È SALUTE Insufficienza renale, curare anche con il sorriso P Quattro ore per tre giorni alla settimana. È l’appuntamento fisso che un malato di insufficienza renale ha con la macchina di Dialisi che depura il sangue dalle scorie tossiche e consente di tenere pulito l’organismo. Viaggio in un reparto speciale in cui la relazione tra personale e paziente ha caratteristiche uniche. L’équipe dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi di Humanitas Gavazzeni 14 HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 uò succedere che i reni che il malato trascorre nel reparto. smettano di funzionare “Il dializzato fa una vita molto sacorrettamente e non riecrificata per il tipo di trattamento scano più a mantenere in equilia cui è sottoposto e per le consebrio l’organismo. Diventano quinguenze che apporta alla sua vita di necessarie le macchine di dialiquotidiana – dice Giulio Mingarsi che depurano il sangue dalle di, responsabile dell’Unità Opescorie tossiche e consentono di Giulio Mingardi rativa di Nefrologia e Dialisi di eliminare anche i liquidi che, altrimenti, con- Humanitas Gavazzeni –. Per questo è importinuerebbero ad accumularsi nel corpo. Hu- tante da una parte favorire la comunicazione, manitas Gavazzeni dispone di un reparto de- la relazione e il miglioramento della consadicato alla cura dell’insufficienza renale dove pevolezza dei pazienti in merito ai problemi ogni giorno, su 5 turni complessivi, i pazienti della loro salute per il successo della cura, vengono attaccati ai reni artificiali per 4 ore dall’altro creare in ospedale, nel reparto in tre volte la settimana, per tutta la vita a meno cui il malato trascorre diverse ore della proche non sopraggiunga la possibilità di effet- pria giornata, un clima il più possibile sereno tuare un trapianto. Questo significa che tra la in cui si possano fare anche diverse attività”. persona che si sottopone al trattamento di emodialisi e l’équipe del reparto si sviluppi UN’EQUIPE AFFIATATA una relazione che ha caratteristiche uniche E l’équipe della dialisi su questo fronte non è sia per la durata della cura, sia per il tempo seconda a nessuno. Data per scontata la possibilità di leggere, guardare programmi televisivi, ascoltare musica in cuffia, seguire i propri interessi su pc o tablet grazie al collegamento wi-fi, ci sono poi le occasioni per impegnare il tempo in attività creative o fisiche. “Lo scorso dicembre abbiamo realizzato un libretto che raccoglieva le poesie che i nostri pazienti avevano scritto durante il trattamento e attualmente, ad esempio, uno dei nostri pazienti utilizza questo tempo per dipingere – aggiunge il dottor Mingardi –. Siamo inoltre tra i pochi Centri in Italia a dare la possibilità di effettuare, durante il trattamento di dialisi, una leggera attività fisica come quella di simulare una passeggiata in bicicletta”. Nella prime due ore della seduta infatti, il paziente può servirsi di una semplice e comoda pedaliera che, appoggiata alla sponda del letto, funge da bicicletta e permette alle gambe di fare ginnastica. FAI TESORO DEL TUO TEMPO Diversi studi dicono che questo tipo di movimento dolce, oltre a far bene al fisico del paziente, ha benefici anche sulla seduta di dialisi migliorandone la capacità depurativa. “Purtroppo i dializzati fanno pochissimo movimento, per un pregiudizio mentale. Invece una ginnastica dolce si può fare quasi sempre – chiarisce il responsabile di Nefrologia e dialisi di Humanitas Gavazzeni –. Sono azioni che, grazie all’impegno di tutta l’équipe, portiamo avanti per far sì che il paziente conviva con la sua malattia quanto meglio possibile e, parallelamente, accresca la propria ‘competenza per la salute’. Ampliare la comunicazione sulla malattia, sui piccoli e grandi problemi che essa comporta permette di ottenere risultati clinici migliori”. Purtroppo i dializzati in Italia, circa 50.000, sono ancora gravati da un’alta mortalità e da una bassa qualità di vita rispetto alla popolazione sana. La media dell’età in dialisi è comunque di 70 anni e più del 70% dei nuovi pazienti ha un’età superiore ai 60 anni. “Un tempo pazienti così avanti negli anni non potevano essere dializzati – conclude il dottor Mingardi –. Oggi si può ed è necessario che, oltre alla ricerca scientifica e tecnica, ci sia un impegno comune per creare nuove modalità di approccio al problema dell’informazione-formazione sanitaria. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale la sintonia di tutta l’équipe e l’apporto prezioso di tutte le figure professionali coinvolte, medici, infermieri e assistenti”. F tes ai de oro teml tuo po Meno di 5 minuti e pochi semplici click per prenotare da pc, tablet o smartphone visite mediche o esami diagnostici in privato tramite web, effettuando il pagamento con carta di credito. Basta andare sulla home page di PRE www.humanitasgavazzeni.it e cliccare il bottone NOT ON A E PA Ap “prenota e paga on line (pazienti privati)” per essere dei profitta LINE GA van tagg i accompagnati in un’area dedicata in cui, in pochi click, è possibile selezionare prestazione, giorno e orario ww w. h um ani tas disponibile entro 20 giorni a partire da quel momento, e gav azz eni .it effettuare il pagamento con carta di credito. Una volta confermata la prestazione e andato a buon fine il pagamento, l’utente riceve sulla sua posta elettronica un pro-memoria di prenotazione, in formato pdf, che contiene le informazioni per accedere alla visita o esame e che va consegnato all’accettazione previo il ritiro del biglietto dalla postazione “coda web”. Per ogni visita o esame sono indicate le informazioni generali e le eventuali norme di preparazione da osservare. Con questa modalità di prenotazione si accede a diversi vantaggi: promozioni mensili su alcune visite specialistiche e esami, corsia preferenziale per l’accettazione, parcheggio gratuito. • Po ch via w i minu • Pro eb visiteti e poch i m • Co ozioni e esami click per m d rs p • Par ia prefe ensili ded iagnosticrenotare re i cheg ic gio g nziale per ate alla ratu tu l’acc ito ettazi a salute one Centralino Tel. 035.4204.111 Ambulatori, Laboratorio e Radiologia Senza appuntamento Laboratorio di analisi cliniche ed elettrocardiogramma Servizio Sanitario Nazionale Edificio C – piano terra: da lunedì a sabato: 7 -10.30 Privati: Edificio D – piano terra: da lunedì a sabato: 7 -10.30 Su appuntamento Visite ambulatoriali, esami strumentali e di radiologia Accettazione da lunedì a venerdì: 8-18; sabato: 8-12 Per prenotazioni Servizio Sanitario Nazionale: Edificio C – piano terra: da lunedì a venerdì: 8-16 Privati: Edificio D – piano terra: da lunedì a venerdì: 9-19; sabato: 9-12 Radiologia:Edificio C – primo piano: prenotazione da lunedì a venerdì: 8-16 accettazione da lunedì a venerdì: 8-19 accettazione sabato: 8-12, edificio C – piano terra Tel. 035.4204.300 - Fax 035.4204.330 Prenotazioni on line Compila il modulo disponibile sul sito www.humanitasgavazzeni.it cliccando in home page “Prenotazioni on line”. Per annullare appuntamenti e prenotazioni Telefonare al numero 035.4204.004 e lasciare un messaggio nella segreteria telefonica. Prenota e paga on line È possibile prenotare in autonomia, scegliendo giorno e ora, prestazioni in regime privato effettuando il pagamento con carta di credito. Seguire il percorso sul sito www.humanitasgavazzeni.it Referti Referti Online Il servizio, sicuro, semplice, veloce e gratuito, permette di consultare e stampare i referti dei propri esami di laboratorio via web o e-mail. Per info: www.humanitasgavazzeni.it Ritiro Referti Servizio Sanitario Nazionale: Edificio C – piano terra: da lunedì a venerdì: 8-16; sabato: 9-12 Privati: Edificio D – piano terra: da lunedì a venerdì: 8-19; sabato: 9-12 È importante ricordare che per la prima data di disponibilità degli esami indicata sul pro-memoria in possesso di ogni paziente, il referto potrà essere ritirato solo a partire dal pomeriggio di quello stesso giorno (dalle ore 14), o dal mattino del giorno seguente. Medicina Nucleare e Radioterapia Informazioni, prenotazioni e accettazione Edificio D: piano –1 Medicina Nucleare: da lunedì a venerdì: 8-16 Tel. 035.4204.420 - Fax. 035.4204.440 E-mail: [email protected] Radioterapia: da lunedì a venerdì: 8-16 Tel. 035.4204.315 - Fax. 035.4204.440 E-mail: [email protected] Servizio Check-up Informazioni, prenotazioni e accettazione Edificio D – piano terra: da lunedì a venerdì: 8-16 Tel. 035.4204.364 - Fax 035.4204.499 E-mail: [email protected] Servizio di odontoiatria Edificio D: piano -1, da lunedì a venerdì: 8-20 Tel. 035.4204900. Accettazione Ricoveri Servizio Sanitario Nazionale: Edificio C: piano –1: da lunedì a venerdì: 7-15; sabato: 8-12 domenica, presso il Pronto Soccorso: 8-12 Privati: edificio D – piano terra: da lunedì a venerdì: 8-16 Accettazione Pre ricoveri Servizio Sanitario Nazionale: Edificio C - piano –1: da lunedì a venerdì: 7-15 Privati: edificio A– piano terra: da lunedì a venerdì: 8-16 URP Da lunedì a venerdì: 9-12.30 Tel. 035.4204.261 - Fax 035.4204.328 E-mail: [email protected] Via M. Gavazzeni 21 - 24125 Bergamo Ufficio stampa: Tatiana Debelli [email protected] Anno XV - numero 1 - Maggio 2015 Autorizzazione del Tribunale di Bergamo N.42 del 27 settembre 2001 Direttore responsabile: Mario Galli Direttore comunicazione: Walter Bruno Redazione: Tatiana Debelli, Monica Florianello, Luca Palestra Grafica: Pierluigi Nava, G&R Associati Immagini: Archivio Humanitas Gavazzeni, Sergio Agazzi, Gianfranco Rota, Shutterstock Stampa: Litostampa Istituto Grafico Srl, Bergamo HUMANITASGAVAZZENI - MAGGIO 2015 15 C’è Humanitas nella tua scelta? 5x 1000 RICERCA SCIENTIFICA 97408620157 Sostieni medici e ricercatori di Humanitas per offrire a tutti cure SL LQQRYDWLYH HG HI´FDFL. w w w. h u m a n i t a s r i c e r c a . o r g