Anteprima Estratta dall' Appunto di Psicologia della formazione e dell'orientamento Università : Università La Sapienza Facoltà : Psicologia Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame ABCtribe.com e' un sito di knowledge sharing per facilitare lo scambio di materiali ed informazioni per lo studio e la formazione.Centinaia di migliaia di studenti usano ABCtribe quotidianamente per scambiare materiali, consigli e opportunità Più gli utenti ne diffondono l'utilizzo maggiore e' il vantaggio che ne si può trarre : 1. Migliora i tuoi voti ed il tempo di studio gestendo tutti i materiali e le risorse condivise 2. Costruisci un network che ti aiuti nei tuoi studi e nella tua professione 3. Ottimizza con il tuo libretto elettronico il percorso di studi facendo in anticipo le scelte migliori per ogni esame 4. 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Chiunque si avvicina a queste tematiche troverà subito una difficoltà perché ci sono diversi termini per designare la formazione (il Prof. Avallone parla solo della Formazione, mentre per quanto riguarda l’Orientamento se ne occupa la Prof.ssa Pombeni, lezz. 8/15); i più utilizzati sono: Addestramento è il termine più antico e stava ad indicare l’intera formazione; in genere viene inteso per i lavori manuali (artigiani, contadini) o per l’insegnamento di nuove procedure informatiche (es. il training). Aggiornamento noi sappiamo che il mondo sta cambiando e le diverse conoscenze che abbiamo nell’ambito tecnico e disciplinare sono conoscenze acquisite nell’ambito del ventesimo secolo; tuttavia il ritmo di evoluzione della conoscenza è molto elevato e da questo si comprende bene il bisogno che abbiamo di aggiornare continuamente le nostre conoscenze (v.di ECM in campo Medico). Riqualificazione è un termine con il quale ci si riferiva, in modo particolare, al lavoro operaio e al suo passaggio, attraverso l’acquisizione di nuove competenze, da un lavoro di tipo “attivo” ad un lavoro di tipo “passivo” con l’aiuto dei macchinari. Altre volte il linguaggio della formazione assume altri aspetti: per es. noi possiamo usare il termine “formazione” con degli aggettivi che ci indicano il contesto in cui questa si applica, e così possiamo parlare di: Formazione scolastica riferendoci alle conoscenze acquisite durante il nostro percorso scolastico. Formazione professionale conoscenze e competenze acquisite in ambito professionale. Abbiamo poi degli altri casi in cui la formazione viene individuata e definita in relazione all’età delle persone, e così possiamo parlare di: Formazione dei giovani (riferendoci al loro iter scolastico) e formazione degli adulti ( riferendoci ai processi di apprendimento e di evoluzione delle conoscenze che avvengono in età adulta per motivi legati principalmente al lavoro – v.di anche riqualificazione -). Formazione operaia e formazione e formazione manageriale; qui in base al ruolo professionale svolto si etichetta il tipo di formazione. Formazione sui contenuti e formazione sui processi. È chiaro quindi che abbiamo vari modi di descrivere la formazione e,dato che nella tradizione italiana, utilizziamo il termine formazione per designare tutti questi tipi di attività, per cui dobbiamo essere attenti a comprendere di che situazione si tratta. Adesso entriamo nel merito di quello che è il rapporto tra formazione e organizzazione. Fino a circa un decennio fa le organizzazioni potevano contare su un tipo di conoscenza solida, ma ora la maggior parte delle organizzazioni non hanno più solo bisogno di conoscenze tecniche, ma di altri tipi di conoscenze quali quelle sui gusti e sulle preferenze del pubblico dei consumatori o quelle sulle tecnologie di mercato. 1 ABCtribe.com - [Pagina 3] rib e.c om Poi vi è un secondo punto fondamentale da chiarire: la stragrande maggioranza dell’attività umana è di tipo relazionale e ciò vale anche nell’ambito lavorativo (oltre che per quello umano, sociale, culturale e familiare) e le organizzazioni hanno bisogno che le persone sappiano gestire le relazioni. Questo discorso vale anche per l’organizzazione in quanto deve mantenere la relazione con i suoi contesti; un tempo non era così perché le organizzazioni erano più chiuse, ma ora invece devono gestire vari ambiti relazionali: con le altre parti del globo, con il pubblico, con i clienti, coi i fornitori, con i concorrenti, con l’ambiente esterno, con i dipendenti, con la politica, ecc. sono, insomma, dei sistemi aperti e hanno bisogno di acquisire delle competenze che gli permettano di gestire al meglio queste relazioni. Se prendiamo questi due elementi, da un lato l’esigenza delle organizzazioni di disporre di conoscenze aggiornate nei diversi ambiti del sapere, dall’altro il fatto che la vita lavorativa delle organizzazioni si sostanzia nella tenuta di relazioni tra gli individui e da parte delle organizzazioni stesse, possiamo comprendere immediatamente che la formazione può essere uno strumento privilegiato per intervenire su queste esigenze di carattere organizzativo. Passiamo ora a quelli che sono i paradigmi della formazione. Che cos’è un paradigma? È un modello di attività formative in cui mettiamo insieme una serie di elementi: Una concezione dell’uomo Uomo Apprendimento Una concezione dell’apprendimento Paradigma Un tipo di esigenze dell’organizzazione Un ruolo del formatore Esigenze org. Formatore Parametri di valutazione dell’intervento formativo AB Ct Il problema della formazione dell’uomo al lavoro è un problema vecchio quanto il mondo: anticamente un ragazzo veniva iniziato all’attività da una persona più esperta che gli insegnava ad utilizzare gli “attrezzi del mestiere”. Questo tipo di formazione si chiama imitativa e consiste nell’imitazione di un modello. Inizialmente questa formazione era vista solo in termini di formazione manuale, ma in seguito si è notato che può essere più approfondita, in quanto non si impara solo come utilizzare gli attrezzi del mestiere, ma si apprendono anche i valori, come quello della gerarchia, i valori legati a quel lavoro. Dunque l’imitazione è importante perché da un lato riguarda le tecniche e le manualità, ma dall’altro riguarda i valori. Ora, ad un certo punto c’è stato l’avvento dell’informatica e la formazione imitativa, che sembrava del tutto esaurita in termini storici perché riguardava il mondo agricolo e artigianale, è ritornata in auge: noi spesso, infatti, sappiamo usare il pc o una nuova procedura informatica, perché li abbiamo appresi per imitazione e, anche se non ce ne rendiamo conto utilizziamo, non voglio dire proprio dei valori, anche delle modalità di organizzazione e di pensiero che abbiamo appreso per imitazione (si chiamano dimensioni implicite). Per quanto riguarda la formazione colmativa dobbiamo partire da un’esigenza molto antica: la conoscenza deve essere trasmessa. Pensiamo alla trasmissione della conoscenza di tipo scolastico: dal Docente (depositario della conoscenza) ai discenti (contenitori vuoti da riempire); in questa situazione va inserito un secondo elemento, l’elemento “gruppo” che è uno strumento potentissimo 2 ABCtribe.com - [Pagina 4] AB Ct rib e.c om per l’apprendimento, sia per gli individui che per le attività relazionali legate allo stare insieme; da questo punto di vista vedremo che l’attività formativa deve puntare sul gruppo per valorizzare determinati altri tipi di apprendimento. Poi c’è il fatto che il sapere specialistico tende ad evolversi rapidamente e la formazione colmativa parla di un uomo in evoluzione, nel senso che possiamo farlo progredire nel suo percorso di conoscenza. L’apprendimento è molto centrato sulla conoscenza che si riferisce ad ambiti specifici ma che può essere in qualche modo incrementata, colmata. Passiamo ora alla formazione integrativa; per comprenderla bene bisogna tener presente che il mondo cambia. Storicamente possiamo collocare il suo avvento nel secondo dopoguerra perché si è avuta anche una forte evoluzione delle tecnologie e si è sentita la necessità di integrare i diversi saperi. In ultimo parliamo della formazione maturativi che è quella più vicina ai nostri tempi. La parola “maturativi” serve a sottolineare uno stacco dagli altri tipi di formazione; l’idea fondamentale è che questa formazione non serva tanto a trasmettere modelli, conoscenza o ad integrare, ma a creare un setting che consenta all’uomo di maturare. Anche qui dobbiamo comprendere che cambia il contesto: ogni paradigma è legato ad un certo contesto storico e culturale. Cosa è accaduto negli ultimi venti anni? Abbiamo un fenomeno di grande complessificazione della realtà e della conoscenza che, tradotto, vuol dire consapevolezza del fatto che le diverse manifestazioni del reale non sono mai riconducibili a poche variabili e che le variabili in gioco sono sempre interconnesse tra di loro. E abbiamo poi questo grande fenomeno di globalizzazione dei mercati e dei prodotti del lavoro che comporta dei modi di rapportarsi con la realtà e con la sua complessità molto maggiore; ma abbiamo anche una nuova esigenza nei lavoratori perché, in fin dei conti, le tecnologie sono disponibili ovunque nel mondo. Ciò che fa la differenza è la capacità ideativi e creativa. Si comincia a parlare addirittura di lavoratori della conoscenza, nel senso di persone che riescono ad elaborare la conoscenza pregressa e a produrne di nuova e a trasformare tutto questo in attività che siano rilevanti. Riassumendo… Formazione Imitativa Colmativa Integrativa Maturativa Esigenze Ruolo del Concezione formatore apprendimento organizzazione Disporre di Da guidare Centratura sugli apporti Modello da stimoli standardizzati imitare Disporre di Centratura sulle sapere tecnico Esperto dei Da coltivare conoscenze specialistico contenuti aggiornato Centratura sulle Integrazione e Da integrare dinamiche del appartenenza Animatore gruppo all’organizzaz. Da Centratura Pensiero critico Analista della responsabilizzare sull’individuo e creativo complessità e rendere che analizza ed autonomo elabora Concezione uomo Parametri di valutazione dell’intervento formativo Rispondenza al modello Verifica dell’apprendimento Socializzazione e partecipazione al gruppo Capacità di analisi e diagnosi 3 ABCtribe.com - [Pagina 5] Lez. 2 Formazione e contesto organizzativo. Prof. F. Avallone L’obiettivo di questa lezione è quello di comprendere bene quali sono le connessioni tra le diverse modalità di realizzazione dei piani di attività formativa nel contesto organizzativo di riferimento. A tal fine la lezione verrà articolata in 4 punti: 1. rapporto tra i paradigmi della formazione (lez.1) e il contesto organizzativo; le organizzazioni sono sempre animate da istanze di mantenimento e conservazione e istanze, invece, di innovazione e cambiamento e questo dà vita ad attività formative diverse. 2. istanze di mantenimento e istanze di cambiamento; 3. definizione di Formazione; 4. fasi del processo formativo; AB Ct rib e.c om Noi abbiamo già visto che esistono quattro tipi di formazione: imitativa, colmativa, integrativa e maturativa. Si tratta ora di fare un approfondimento e di vedere come ognuna di queste possa essere inserita nel contesto organizzativo; per evitare che questa parola rimanga troppo generica dobbiamo definire cosa intendiamo per contesto organizzativo. Anzitutto dobbiamo vedere il clima organizzativo, cioè l’aria che si respira, il clima che effettivamente si realizza in un’organizzazione in un determinato momento. In secondo luogo dobbiamo vedere quelli che sono gli slogan organizzativi i quali, presi letteralmente non significano molto, ma che spesso in termini simbolici ci indicano chiaramente qual è la strada che l’organizzazione vuole prendere. Infine, la centratura nella lettura dei fenomeni organizzativi; cosa significa “centratura”? si riferisce al grado di apertura che ha un’organizzazione nei confronti dei membri esterni, ma anche nei confronti dei suoi dipendenti. Proviamo a vedere, dunque, il rapporto tra contesto organizzativo e formazione: Formazione imitativa: essa trova particolare accoglienza e sviluppo nelle situazioni in cui il clima dell’organizzazione è centrato sull’efficienza attraverso la standardizzazione, in cui gli slogan organizzativi sono fedeltà, controllo, riproduzione del modello. In pratica siamo all’interno di un contesto molto stabile, in cui le attività sono sufficientemente standardizzate, in cui alle persone viene chiesto di aderire ad un modello di comportamento sufficientemente predefinito. Ovviamente la centratura nella lettura dei fenomeni organizzativi è sull’interno dell’organizzazione. In questo contesto organizzativo la concezione della formazione è basata sulla scissione fare operativo-pensare e sulla riproduzione del modello proposto con la certezza delle sue conoscenze; il ruolo del formatore è quello di una persona che propone modelli e che si anima nel dispensare rinforzi e, ovviamente, prevalgono l’imitazione, l’addestramento e l’operatività. Formazione colmativa: trova una grande accoglienza dove c’è una concezione di organizzazione come una comunità omologata e omologante; una comunità che ha le sue certezze fondate su alcuni elementi di sapere consolidato e in cui gli slogan organizzativi sono norme, procedure, gerarchia e fedeltà. 4 ABCtribe.com - [Pagina 6] Questo documento e' un frammento dell'intero appunto utile come anteprima. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. 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