Che cos'è uno tsunami? Tsunami è una parola giapponese che significa onda di porto Il termine tsunami è entrato in uso nella lingua italiana corrente, come sinonimo di maremoto, ma è doveroso segnalare che tale uso non è precisamente corretto perché con tsunami ci si riferisce alle onde, mentre con maremoto, si indica prettamente un evento sismico avvenuto al di sotto di un fondale marino e percepito sulla terraferma. Oggi il termine Tsunami è utilizzato in tutto il mondo per descrivere onde anomale generate, per la maggior parte, da terremoti sottomarini che provocano un violento spostamento della massa d’acqua oceanica. Solitamente uno tsunami si produce con notevole violenza. L’evoluzione di uno tsunami avviene in tre stadi: generazione, propagazione ed inondazione. Un disturbo del fondo marino, come il movimento lungo una faglia, provoca un dislocamento verso l’alto di un certo volume d’acqua. iPOCENTRO Nell'oceano profondo le onde si propagano alla velocità di circa 800 km/h e hanno un'altezza di poche decine di centimetri. La lunghezza d'onda è un fattore che contraddistingue i maremoti dalle normali onde marine generate dal vento: infatti per gli tsunami essa è molto maggiore e può superare anche i 200 km. Man mano che la profondità del mare diminuisce, anche la lunghezza d'onda diminuisce e contemporaneamente l'altezza dello tsunami aumenta. Si può formare un muro d'acqua alto anche decine di metri che ha un forte potere distruttivo. L’11 marzo 2011 il Giappone è stato investito dalla potenza distruttiva di uno Tsunami Forza distruttiva di uno tsunami I Soccorsi