cop_freddo_03_12 23-04-2012 10:13 Pagina 1 N° 357 ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione PUBBLICATO IN GAZZETTA IL PATENTINO ITALIANO DPR N° 43/2012 Dal XV Convegno Europeo al Patentino Italiano e Europeo Frigoristi - PEF La Commissione Europea sui refrigeranti a Bruxelles Il PEF in Mostra Convegno Expocomfort a Milano XV Convegno Europeo, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulle nuove tecnologie con particolare riferimento al Patentino Italiano ed Europeo Frigoristi PEF organizzato in MCE con Nazioni Unite (UNEP, UNIDO) e i massimi esperti mondiali La Commissione Europea sulla revisione dei refrigeranti HFC a Bruxelles: da sinistra O. Janin segretario AREA, C. Rhein, B. Tranholm-Schwarz, M. Buoni vicepresidente AREA, A. Kaschl. Foto a destra: esami pratici PEF e conclusione corsi Lezione di premessa ai Patentini in MCE. Foto a destra ATFpoint: da sinistra Marco Buoni, lʼispettore UK Kelvin Kelly, terza foto il docente CSG in Turchia Marcello Collantin e la delegazione dellʼAssociazione Nazionale Frigoristi della Turchia Anno XXXVI - N. 3 - 2012 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato cop_freddo_03_12 21-04-2012 7:56 Pagina 2 Chiedilo a Castel o sito r t s o Dal n aricare otti sc puoi logo prod ta vo ca li nuo N E E R OG G www.castel.it/gogreen.html www.castel.it Mettiamo la soddisfazione del cliente al primo posto e per ottenerla siamo pronti a tutto. Scopri con noi come non porre limiti al tuo business e godere i vantaggi di un servizio all’altezza delle tue esigenze. Castel è l’azienda italiana leader nella produzione di componentistica di qualità per la refrigerazione e il condizionamento. Dal 1961. pubb_03_12 22-04-2012 10:21 Pagina 3 MAKING MODERN LIVING POSSIBLE OPTYMA PLUS™ con compressori Scroll Listen to the sound of efficiency Danfoss introduce sul mercato la nuova gamma di unità condensatrici OPTYMA PLUS™ con compressori Scroll per applicazioni di refrigerazione. La nuova gamma va a completare l’attuale con compressori ermetici alternativi. Grazie all’impiego della tecnologia scroll, Danfoss è stata in grado di ridurre ulteriormente il livello di rumorosità e incrementare l’efficienza. L’isolamento acustico, lo speciale design interno e la riduzione di velocità del ventilatore durante i periodi di lavoro a basso carico garantiscono un livello sonoro estremamente basso. Danfoss sempre la scelta giusta per la vostra applicazione. REFRIGERATION & AIR CONDITIONING DIVISION www.danfoss.it pubb_03_12 22-04-2012 10:21 Pagina 4 pubb_03_12 22-04-2012 10:21 Pagina 5 pubb_03_12 22-04-2012 10:22 Pagina 6 GENERATORI DI GAS OSSIDRICI per brasare Rame, Ottone, Alluminio, Acciaio ECOLOGICI Non inquinano, perchè il prodotto della combustione è vapore acqueo. SICURI Eliminati i rischi legati all’utilizzo di bombole contenenti gas ad alta pressione. ECONOMICI Contattaci per una dimostrazione www.oweld.com - [email protected] Oxyweld snc via Mezzomonte 20, 33077 Sacile (PN) Italy +39 0434 737001, fax +39 0434 737002 Il costo di utilizzo è ridotto al solo consumo di energia elettrica e acqua distillata. pubb_03_12 22-04-2012 10:22 Pagina 7 È ora di cambiare aria HFO, i refrigeranti di quarta generazione pensati per il rispetto dell’ambiente Rivoira e Praxair pongono la sostenibilità ambientale sempre in primo piano. Con i nuovi gas HFO, a bassissimo effetto serra, contribuiscono insieme ad un futuro migliore! I nuovi refrigeranti HFO rappresentano un cambiamento epocale, riducendo drasticamente l’impatto delle applicazioni di refrigerazione e condizionamento sul riscaldamento globale del pianeta. • HFO-1234yf in sostituzione del R134a, per la climatizzazione delle auto. • HFO-1234ze in sostituzione del R134a, per l’utilizzo nei “chiller” e nei refrigeratori a temperature positive. Rivoira S.p.A. - Gruppo Praxair Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428 [email protected] * il costo della chiamata è determinato dall’operatore utilizzato. www.rivoiragas.com Altre miscele a base di HFO sono allo studio per differenti applicazioni di refrigerazione e condizionamento. Affidati a Rivoira! Ti accompagnerà passo passo verso la refrigerazione del futuro. pubb_03_12 22-04-2012 10:26 Pagina 8 SE VUOI UN RISCALDAMENTO CHE PENSI A TUTTO, PENSA A ROTEX. Soluzioni avanzate di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria: pompe di calore aria-acqua, impianti solari, sistemi radianti a pavimento, caldaie a condensazione. Rotex è un’azienda tedesca nata nel 1973, specializzata nella produzione di sistemi di riscaldamento completi. È presente in 21 paesi e da più di trent’anni investe nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie uniche sul mercato, innovative e altamente efficienti. I sistemi Rotex, che si distinguono per facilità d’installazione e d’uso, sfruttano fonti di energia rinnovabile. Rotex è il marchio della Divisione Riscaldamento di pubb_03_12 22-04-2012 10:22 Pagina 9 Il contesto Bureau Veritas Italia S.p.A., Organismo di Verifica che propone servizi di controllo, ispezione e certificazione per la Qualità, Salute e Sicurezza, Ambiente e Responsabilità Sociale, ha sviluppato un’approfondita comprensione delle tematiche di Climate Change e desidera segnalare alle aziende coinvolte nell’utilizzo di gas fluorurati ad effetto serra un importante adempimento. Nel periodo intercorso tra il 2006 ed il 2008 la Commissione Europea, con l’intento di proseguire nell’impegno a contrastare i cambiamenti climatici, ha emanato regolamenti con lo scopo di normare l’utilizzo dei gas ad effetto serra contemplati dal Protocollo di Kyoto ed elencati nell’Allegato 1 del Regolamento (CE) 842/06, i quali hanno un potenziale di riscaldamento globale (GWP) pari, in media, a oltre 1.000 volte quello della CO2. Un adempimento obbligatorio per il personale e le aziende coinvolte Il D.P.R. firmato il 27 Gennaio 2012 e disponibile sul sito del Ministero dell’Ambiente attua quanto previsto dal Regolamento (CE) n. 842/06 e dal Regolamento (CE) 303/2008 che richiedono agli stati membri di attivare un sistema di certificazione del personale e delle aziende coinvolte nell’utilizzo dei gas fluorurati (certificato definito familiarmente “Patentino del Frigorista”) In mancanza della certificazione, il personale e le aziende non potranno più svolgere attività quali l’installazione, la manutenzione, la riparazione, il recupero o il controllo di sistemi di tenuta delle apparecchiature contenenti tali gas vedendo compromesso, in questo modo, il proprio lavoro. In attesa che il sistema elaborato dalle Autorità Competenti sia ufficiale ed a regime Bureau Veritas Italia S.p.A. ha definito procedure e regolamenti per soddisfare le esigenze del mercato italiano relativamente alla registrazione del personale, alla certificazione degli organismi di valutazione e delle aziende produttrici, fornitrici ed utilizzatrici, dei servizi di gestione e manutenzione delle apparecchiature contenti gas fluorurati. Bureau Veritas Italia S.p.A. possiede già dal 2010 l’accreditamento secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024 per la Certificazione del Personale ed ha già certificato personale che opera nel settore della refrigerazione secondo la norma UNI EN 13313 utile per dimostrare la competenza del personale che progetta, costruisce, installa, ispeziona, sottopone a prova e mette in servizio, mantiene in efficienza, ripara, mette fuori servizio e smaltisce gli impianti di refrigerazione e le pompe di calore, in relazione ai requisiti di igiene, sicurezza, di protezione ambientale e di conservazione dell’energia. Per maggiori informazioni: Bureau Veritas Italia SpA Divisione Certificazione - Settore Fgas Viale Monza, 261 - 20126 Milano Tel. 02/27091307 - Fax 02/27006815 [email protected] www.bureauveritas.it/certificazione Bureau Veritas è azienda leader a livello mondiale nei servizi di controllo, verifica e certificazione per Qualità, Ambiente, Salute, Sicurezza e Responsabilità Sociale (QHSE-SA). Nato nel 1828, il Gruppo opera in 140 paesi con 50 000 dipendenti ed un volume d’affari di oltre 3 miliardi di Euro (dati 2010). Bureau Veritas Certification, divisione del Gruppo, è ai vertici mondiali nel settore della certificazione. Il Gruppo, riconosciuto e accreditato dai più importanti Enti ed Organismi internazionali, è quotato dall’ottobre 2007 alla borsa di Parigi. In Italia, Bureau Veritas conta più di 400 dipendenti e 21 uffici dislocati su tutto il territorio nazionale e affianca oltre 20.000 Clienti nazionali e internazionali. pubb_03_12 22-04-2012 10:22 Pagina 10 pubb_03_12 22-04-2012 10:22 Pagina 11 pubb_03_12 22-04-2012 10:22 Pagina 12 dal 1982 specialista nella distribuzione di ricambi anche per refrigerazione commerciale, abbattitori di temperatura, produttori di ghiaccio, guarnizioni, griglie e molto altro Nuova edizione 2012 La più vasta e completa gamma di ricambi per cucine professionali e attrezzature catering Visitate il potentissimo portale www.lfricambi724.it e il primo Mobile shop del settore in Europa www.lfricambi724.mobi Scaricate l’applicazione gratuita per iPad LF Group interactive Catalogues disponibile su App Store Spedizioni in Italia entro 24h (per ordini ricevuti entro le 13 invio in giornata) LF SpA Via Voltri 80, 47522 CESENA (FC) • Tel. 0547 34 11 11 • Fax 0547 34 11 10 • [email protected] H2 Ref. CO2 Tecnici specializzati PEF e negli ultimi corsi ad hoc e nei convegni CSG I tecnici di 3 generazioni in più di 36 anni di corsi con una media di oltre 3000 all’anno si sono specializzati ai corsi CSG GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO PURE UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ Sede corsi CSG di Bologna, nella foto momento dello svolgimento dellʼesame pratico alla presenza dellʼispettore dellʼente certificatore inglese: il dott. Boscain con la giacca e il candidato durante la prova di verifica della capacità della bombola, seguirà la prova di recupero del refrigerante HFC. TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO EUROPEO FRIGORISTI A BOLZANO Steiger Lorenz ALASKA KUHLUNG snc Varna Egger Norberto EGGER NORBERT & ERNA snc Lana DʼAdige Egger Michael EGGER NORBERT & ERNA snc Lana DʼAdige Raffaelli Mirco EGGER NORBERT & ERNA snc Lana DʼAdige Schwienbacher Toni EGGER NORBERT & ERNA snc Lana DʼAdige L’elenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi”) DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE Videoesempi e foto dei corsi su www.centrogalileo.it Barbieri Lukas FRIGOPLAN snc Andriano Andergassen Alexander NIEDERBACHER PROSTAHL srl Caldaro Duso Davide FRIGOTHERM FERRARI srl Lana March Jeco NIEDERBACHER PROSTAHL srl Caldaro Mazzei Michele FRIGOTHERM FERRARI srl Lana Uberegger Gunther KUHLANLAGEN UBEREGGER Fortezza Widmann Florian KUHLANLAGEN UBEREGGER Fortezza Menghin Martin MENGHIN JOHANN Lagundo Mair Andreas MENGHIN JOHANN Lagundo Olivieri Patrick NIEDERBACHER PROSTAHL srl Caldaro Wirth Matthias NIEDERBACHER PROSTAHL srl Caldaro Unterweger Christoph Lagundo Carmona Alberto Josè ZORZI FRIGOTECNICA srl Merano Toneguzzo Roberto ZORZI FRIGOTECNICA srl Merano CORSO AD HOC NATIONAL OZONE UNIT, EPA ACCRA-GHANA A CASALE MONFERRATO Emmanuel Fianko Danquah Johnson Bennett HasfordʼS Emmanuel QuansahʼS CORSO AD HOC PRESSO CHEMIDRO AD UDINE Bronca Gabriele Coletti Alessandro Colmari Marco De March Raffaela Della Bianca Marco Foschiatti Anna Ghironi Tommaso Greco Antonello Guastalli Yuri Ultimo esame per lʼottenimento del Patentino Europeo Frigoristi svolto nel Sud Tirolo presso lʼassociazione degli artigiani APA. Sulla sinistra il Presidente Oskar Zorzi e lʼispettore dellʼente certificatore inglese Kelvin Kelly, mentre sulla destra i Tecnici del Freddo, i cui nomi sono in questo elenco, che hanno affrontato lʼesame teorico superandolo egregiamente. 13 REQUISITI MINIMI DI CONOSCENZA PER OTTENERE IL PATENTINO FRIGORISTI ARGOMENTI DEI CORSI CSG DA REGOLAMENTAZIONE N° 303/2008 P richiesto esame pratico T richiesto esame teorico CAT. Termodinamica elementare Conoscere le unità di misura ISO standard di base per la temperatura, la pressione, la massa, la densità e l’energia Conoscere la teoria di base degli impianti di refrigerazione: termodinamica elementare (terminologia, parametri e processi fondamentali quali surriscaldamento, lato alta pressione, calore di compressione, entalpia, effetto frigorifero, lato bassa pressione, sottoraffreddamento), proprietà e trasformazioni termodinamiche dei refrigeranti, compresa l’identificazione delle miscele zeotropiche e gli stati fluidi Utilizzare le tabelle e i diagrammi pertinenti e interpretarli nell’ambito di un controllo delle perdite per via indiretta (in cui rientra anche la verifica del buon funzionamento dell’impianto): diagramma log p/h, tabelle di saturazione di un refrigerante, diagramma di un ciclo frigorifero a compressione semplice Descrivere la funzione dei principali componenti dell’impianto (compressore, evaporatore, condensatore, valvole di espansione termostatica) e le trasformazioni termodinamiche del refrigerante Conoscere il funzionamento di base dei seguenti componenti utilizzati in un impianto di refrigerazione, nonché il loro ruolo e l’importanza da essi rivestita nella prevenzione e nel rilevamento delle perdite di refrigerante: a) valvole (valvole a sfera, diaframmi, valvole a globo, valvole di sicurezza), b) dispositivi di controllo della temperatura e della pressione, c) specole visive e indicatori di umidità, d) dispositivi di controllo dello sbrinamento, e) dispositivi di protezione dell’impianto, f) strumenti di misura come il termometro a bracciale, g) sistemi di controllo olio, h) ricevitori, i) separatori di liquidi e olio Impatto dei refrigeranti sull’ambiente e relativa normativa ambientale Avere una conoscenza di base dei cambiamenti climatici e del Protocollo di Kyoto Avere una conoscenza di base del concetto di “potenziale di riscaldamento globale” (GWP), dell’uso dei gas fluorurati ad effetto serra e di altre sostanze quali refrigeranti, degli effetti prodotti sul clima dalle emissioni di gas fluorurati ad effetto serra (ordine di grandezza del loro GWP), nonché delle disposizioni pertinenti del regolamento (CE) n. 842/2006 e dei regolamenti che attuano il presente regolamento. Controlli da effettuarsi prima di mettere in funzione l’impianto, dopo un lungo arresto, una manutenzione o una riparazione o durante il funzionamento Eseguire una prova di pressione per controllare la resistenza dell’impianto Eseguire una prova di pressione per controllare la tenuta dell’impianto Utilizzare una pompa a vuoto Svuotare l’impianto per evacuare aria e umidità secondo la prassi consueta Annotare i dati nel registro di impianto e redigere un rapporto sulle prove e sui controlli eseguiti durante la verifica Controlli per la ricerca di perdite Conoscere i potenziali punti di perdita delle apparecchiature di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore Consultare il registro di apparecchiatura prima di iniziare una ricerca di perdite e individuare le informazioni inerenti ad eventuali problemi ricorrenti o a aspetti problematici cui prestare particolare attenzione Effettuare un controllo manuale e a vista di tutto l’impianto in base al regolamento (CE) n. 1516/2007 della Commissione, del 19 dicembre 2007, che stabilisce, conformemente al regolamento (CE) n. 842/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, i requisiti standard di controllo delle perdite per le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra Controllare l’impianto per individuare le perdite utilizzando un metodo di misurazione indiretta in conformità al regolamento (CE) n. 1516/2007 della Commissione e al libretto delle istruzioni dell’impianto Utilizzare strumenti di misurazione portatili quali manometri, termometri e multimetri per misurare volt/ampere/ohm nell’ambito dei metodi di misurazione indiretta per la ricerca di perdite, e interpretare i valori rilevati Controllare l’impianto per individuare le perdite utilizzando uno dei metodi di misurazione diretta in conformità al regolamento (CE) n. 1516/2007 della Commissione Utilizzare un dispositivo elettronico per il rilevamento di perdite Compilare il registro dell’apparecchiatura Gestione ecocompatibile del sistema e del refrigerante nelle operazioni di installazione, manutenzione, riparazione o recupero Collegare e scollegare i manometri e le linee con emissioni minime Svuotare e riempire una bombola di refrigerante sia allo stato liquido che gassoso Utilizzare un’apparecchiatura per il recupero del refrigerante, collegandola e scollegandola con emissioni minime Spurgare l’impianto dall’olio contaminato dai gas fluorurati Individuare lo stato del refrigerante (liquido, gassoso) e la sua condizione (sottoraffreddato, saturo o surriscaldato) prima della carica, per poter scegliere il metodo adeguato e il corretto volume della carica. Riempire l’impianto con il refrigerante (sia in fase liquida che vapore) senza provocare perdite Usare una bilancia per pesare il refrigerante Compilare il registro dell’apparecchiatura annotando tutte le informazioni concernenti il refrigerante recuperato o aggiunto Conoscere le prescrizioni e le procedure per trattare, stoccare e trasportare refrigeranti e oli contaminati Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di compressori alternativi, a pistoni e di tipo “scroll”, a semplice e doppio stadio Illustrare il funzionamento di base di un compressore (ivi compresi la regolazione della potenza e il sistema di lubrificazione) e i rischi di perdita o fuoriuscita di refrigerante connessi Installare correttamente un compressore, comprese le apparecchiature di controllo e sicurezza, in modo che non si verifichi alcuna perdita o fuoriuscita una volta messo in funzione l’impianto 1 T T T T T T P T T T P P P P P T P P P P P T T P P P P P P T T P P P P P T T P P P T P P ATTIVITÀ DEL TECNICO DEL FREDDO P 1 T 2 Controllo Perdite Manutenzione e degli impianti di Recupero dagli Installazione di riparazione degli refrigerazione, impianti di impianti di impianti di condizionamento e refrigerazione, refrigerazione, refrigerazione, pompa di calore condizionamento e condizionamento e e pompa di calore senza entrare nel pompa di calore condizionamento pompa di calore circuito frigorifero Tutte le applicazioni Tutte le applicazioni T 3 Non può effettuare questa operazione 4 Tutte le applicazioni T P 1 CATEGORIE DEI TECNICI DEL FREDDO P P CATEGORIE (testo completo su www.associazioneATF.org) CAT. Regolare gli interruttori di sicurezza e controllo Regolare le valvole di aspirazione e scarico Controllare il circuito di ritorno dell’olio Avviare e arrestare un compressore e verificarne il buon funzionamento, anche rilevando i dati di misura durante il funzionamento Redigere un rapporto sulle condizioni del compressore, indicando eventuali problemi di funzionamento che potrebbero danneggiare l’impianto e a lungo termine, in assenza d’intervento, produrre perdite o fuoriuscite di refrigerante Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di condensatori con raffreddamento ad acqua o ad aria Illustrare il funzionamento di base di un condensatore e i rischi di perdita connessi Regolare la pressione di scarico di un condensatore Installare correttamente un condensatore, comprese le apparecchiature di controllo e sicurezza, in modo che non si verifichi alcuna perdita o fuoriuscita una volta messo in funzione l’impianto Regolare gli interruttori di sicurezza e controllo Controllare le linee di scarico e di liquido Spurgare il condensatore dai gas non condensabili utilizzando un dispositivo di spurgo per impianti di refrigerazione Avviare e arrestare un condensatore e verificarne il buon funzionamento, anche rilevando i dati di misura durante il funzionamento Controllare la superficie del condensatore Redigere un rapporto sulle condizioni del condensatore, indicando eventuali problemi di funzionamento che potrebbero danneggiare l’impianto e a lungo termine, in assenza d’intervento, produrre perdite o fuoriuscite di refrigerante Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di evaporatori con raffreddamento ad acqua o ad aria Illustrare il funzionamento di base di un evaporatore (compreso il sistema di sbrinamento) e i rischi di perdita connessi Regolare la pressione di evaporazione di un evaporatore Installare correttamente un evaporatore, comprese le apparecchiature di controllo e sicurezza, in modo che non si verifichi alcuna perdita o fuoriuscita una volta messo in funzione l’impianto Regolare gli interruttori di sicurezza e controllo Verificare che i tubi del liquido e di aspirazione siano nella posizione corretta Controllare la linea di sbrinamento a gas caldo Regolare la valvola di regolazione della pressione di evaporazione Avviare e arrestare un evaporatore e verificarne il buon funzionamento, anche rilevando i dati di misura durante il funzionamento Controllare la superficie dell’evaporatore Redigere un rapporto sulle condizioni dell’evaporatore, indicando eventuali problemi di funzionamento che potrebbero danneggiare l’impianto e a lungo termine, in assenza d’intervento, produrre perdite o fuoriuscite di refrigerante Componente: installazione, messa in funzione e riparazione di valvole di espansione termostatica e di altri componenti Illustrare il funzionamento di base dei vari tipi di regolatori di espansione (valvole termostatiche, tubi capillari) e i rischi di perdita connessi Installare valvole nella posizione corretta Regolare una valvola di espansione termostatica meccanica ed elettronica Regolare un termostato meccanico ed elettronico Regolare una valvola a pressione Regolare un limitatore di pressione meccanico ed elettronico Controllare il funzionamento di un separatore d’olio Controllare le condizioni di un filtro essiccatore Redigere un rapporto sulle condizioni di questi componenti, indicando eventuali problemi di funzionamento che potrebbero danneggiare l’impianto e, a lungo termine, in assenza d’intervento, produrre perdite o fuoriuscite di refrigerante Tubazioni: allestire una tubazione tenuta ermetica in un impianto di refrigerazione Eseguire saldature e brasature a tenuta stagna sui tubi metallici utilizzati negli impianti di refrigerazione, condizionamento d’aria o pompe di calore Approntare e controllare i sostegni delle tubazioni e dei componenti Applicazioni con meno di 3kg di carica di gas refrigerante ad effetto serra (6kg per impianti sigillati ermeticamente) Applicazioni con meno di 3kg di carica di gas refrigerante ad Non può effettuare questa operazione effetto serra (6kg se sigillati ermeticamente) Non può effettuare questa operazione CORSO AD HOC PRESSO C&G DEPURAZIONE A RIGNANO SULLʼARNO Barni Damiano Ciabatti David Conti Manolo Gallorini Lorenzo Mantegna Fabio Maradei Mauro Salvatori Mauro Pinzaglia Mario Corso di specializzazione svolto nel mese di marzo nella sede di Casale Monferrato, gli argomenti servono pure alla preparazione allʼesame pratico del PEF. Al centro il docente del corso Fabio Braidotti. Moratti Paolo Vidoni Omar Zanini Marco CORSO AD HOC PRESSO MELFORM BONETTO GROUP A MONASTEROLO DI SAVIGLIANO Boaglio Enzo Botta Pierpaolo Gavatorta Domenico Talora Antonio CORSO AD HOC PRESSO MIELEPIÙ AD ATRIPALDA (AV) AG IMPIANTI DI POLCARO Polcaro Gaetano AMATO IMPIANTI Amato Giannantonio ASX SERVICE Schisano Angelo CLIMACENTER Crisci Angelo DELLA PIA ANTONIO Ferraro Pellegrino DVS DI SCIALOIA Scialoia Vincenzo FUTURE ENERGY Ferrara Carlo G&G IMPIANTI Pierro Gerardo IANDOLO CARLO srl Iandolo Orlando IMP. TECNOLOGICI DI CITRO Citro Antonio LA TERMOIMPIANTI Grasso Elio NATALE PAOLO Natale Paolo PROTOSTILE Proto Vincenzo Apostoli Narciso Ballini Bruno Buzzoni Simone Dondi Guglielmo Laffranchi Domenico Lardelli Leonardo Pedretti Davide Savardi Renato Togni Aldo Benedetti Manuele Biancucci Daniele Capecci Vincenzo Massicci Mirko Spurio Matteo CORSO AD HOC PRESSO AERONAUTICA MILITARE A BORGO PIAVE Altavilla Angelo Ciccozzi Andrea Cristiano Giuseppe De Romanis Massimiliano Di Monaco Mario Panella Sergio SARNO MARIO Sarno Enrico SATI GAS Genovese Luigi SITERM Roma Fabrizio Capasso Castrese TECNO IMP. sas Cozzo Giuseppe TECNO IMPIANTI snc Grieco Alessandro TERMOSERVICE DI GUERRIERO Guerriero Giuliano ECO IMPIANTI GROUP srl Santelia Giuseppe TORELLO IMPIANTI Torello Armando EUROIMPIANTI snc Petrizzo Alfonso VIP DI VIVONE Vivone Pasquale EDIL F.D.F. Del Franco Mario CORSO AD HOC PRESSO ISTITUTO ZOOPROFILATTICO “BRUNO UBERTINI” A BRESCIA CORSO AD HOC PRESSO CONFARTIGIANATO SERVIZI AD ASCOLI PICENO VIGNOLA TERMOIDRAULICA Vignola Agostino Esame per lʼottenimento del Patentino PEF svolto nel mese di marzo a Bologna con impianto didattico per lʼesaminazione delle conoscenze del candidato sul controllo della pressione, temperatura e parametri di funzionamento. Sulla destra Gianfranco Cattabriga durante la verifica, a sinistra il candidato. 15 Ai tecnici del Freddo risulta di maggior difficoltà la prova teorica, in quanto sono argomenti non sempre conosciuti in maniera corretta. Nella foto presso il laboratorio CSG di Casale Monferrato sono presenti tecnici della base aeronautica NATO di Aviano. Sulla destra, presso il CSG, invece il tecnico della base Nato in Olanda, sig. Chianese, che ha ottenuto lʼattestato di partecipazione al corso e la settimana successiva ha superato il PEF. Paponetti Antonio Rufo Gabriele Settembre Luigi De Santis Gianluca Voglino Angelo ELENCO ISCRITTI XV CONVEGNO EUROPEO – Milano MOSTRA CONVEGNO EXPO COMFORT 30 marzo 2012 ABC CONSULTING srl Grassi Giulia ABDOULAYE DIALLO Abdoulaye Diallo AC CLIMA Cenerini Adriano Cenerini Andrea ACQUA NOVARA De Lucia Roberto ACR IMPIANTI sas Inzitari Rocco AERLAGI srl Lagi Pier Luigi AFEC AIR CONDITIONING EQUIPMENT Budì Pilar Ortiz Josè AGENZIA BUEVI Bertin Paolo AHRI Aykut Yilmaz AIR BONAITA srl Bonaita Attilio Carsana Franco ALBAFRIGOR srl Donadel Massimo Venturini Enrico ALESSIO IMPIANTI Usai Diego ANGELANTONI INDUSTRIE spa Molinari Giuseppe Luca BIVIANO FRANCESCO Biviano Francesco Biviano Gabriele AREA - ATF Buoni Marco BOTTARO MICHAEL Bottaro Michael AS SYSTEM PROJECT Amente Stefano Di Santo Luigi Ferrante Paola Letizia Carlo BRAIDOTTI FABIO Braidotti Fabio ARISTON THERMO GROUP Bugliosi Francesco ASSISTAL Merrone Mariangela AZ srl Zangrando Daniele BERNARDI UMBERTO Bernardi Umberto BETTIOL srl Bettiol Enrico BOTTARO PATRICK Bottaro Patrick BRANDT ITALIA spa Parati Carolina Ponzoni Agostino BUREAU VERITAS Alboreo Damiana Dutto Massimo Norcia Cristina BUSINESS EDGE Kelly Kelvin C&B SOLARO soc. coop. Cocuzza Giancarlo Allʼinterno della 38ª Mostra Convegno Expocomfort si è tenuto il 15° Convegno Europeo sulle Ultime Tecnologie del Freddo e del da diversi Paesi europei. Argomento di particolare importanza è stato il recente decreto sullʼuso dei refrigeranti HFC colpevoli dellʼeffetto serra 16 CANTIERI ITALIANI srl Mantini Paolo Maresca Fabio CAREL Lamanna Biagio CAST snc Raccosta Giovanni Pietro CASTEL srl Farina Alessandro Monaca Giorgio CASTELLAZZI DAVIDE Castellazzi Davide CATTABRIGA GIANFRANCO Cattabriga Gianfranco CENTRO STUDI GALILEO Buoni Enrico CESBRON Merle Jean-Pierre CFM srl Govoni Pier Luigi CHECCHINATO ANDREA Checchinato Andrea CHIMERE CHARLES NWOKEUKWU Chimere Charles Nwokeukwu CLABO GROUP srl Gresti Ivano CLIMAVENETA spa Fadigà Francesco COEL soc. coop. Vercesi Enea COGITO SYSTEMS srl Bronzino Massimo Ratti Paolo COLD CAR Deambrosis Mario In 3 dei 4 giorni di Fiera Expocomfort lʼAssociazione dei Tecnici del Freddo con il Centro Studi Galileo ha organizzato oltre 10 incontri formativi che trattavano tutti gli argomenti di maggiore attualità nei settori della refrigerazione, condizionamento e pompe di calore. Hanno partecipato oltre 120 tecnici. Gli argomenti di maggior interesse sono stati tra gli altri: il Patentino Europeo Frigoristi, gli idrocarburi negli impianti di refrigerazione, i nuovi refrigeranti a basso impatto ambientale HFO, i refrigeranti naturali, le pompe di calore, la certificazione degli edifici, le torri evaporative, lʼattrezzatura per i tecnici del freddo. COLLANTIN MARCELLO Collantin Marcello COSTAN spa Montanari Carlo COTTI GINO Cotti Gino CPC UK Pilotti Alberto DAIKIN AIR CONDITIONING ITALY Germagnoli Stefano Miotti Valerio DAIKIN EUROPE N.V. Dhont Hilde DATCOR srl Richelli Angelo DEHON SERVICE BELGIUM CLIMALIFE Lelievre-Damit Alain ENGINEERING CONSULTANTS GROUP - ECG Elewemry Sayed Hussien EBRILLE srl Musso Ezio Ricci Enrico EPEE Voigt Andrea DIDACTA ITALIA Medina Garcia Lorena Maria Spena Antonio ELETTRO CLIMA SERVICE DI MORMILE Mormile Ciro ELIWELL Losso Alberto ELWAFI KARIM Elwafi Karim EMBRACO Bassi Marino ENGITEC Bergamaschini Alberto Nava Paola ESSIAD Gel Aylin EUROCOIL Ganzaroli Marco Prencipe Giovanni EUROELETTRONICA Testa Enzo EUROKLIMAT spa Gaggianese Matteo Condizionamento, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Allʼevento hanno partecipato più di 200 tecnici, provenienti e la relativa implementazione del patentino frigoristi, per cui solo personale qualificato potrà utilizzare tali refrigeranti, molto diffusi in Italia. 17 EUROPEAN ENERGY CENTRE Buoni Paolo EUROSISTEMI COMMERCIALI srl Conti Fabio FIC spa Feci Walter FORTUNATO ERNESTO Fortunato Ernesto FOTI MICHELANGELO Foti Michelangelo FRIGO 2000 SERVICE srl Giassi Costantino Palazzini Marco FRIGO EPOREDIA Gedda Livio FRIGOMAR srl Cerrai Bernardo FRIMONT spa Romagnoli Guido FT FUTURE TECHNOLOGIES srl Dondoli Marco FUJITSU GENERAL (EURO) GMBH Ichihara Kenichi FUSARIMPIANTI Bonfà Deni Luca Fusari Giorgio Vona Cristian ATFpoint: allʼATFpoint sono passati a trovare lo staff ATF i moltissimi tecnici del freddo, anche soci dellʼassociazione, per conoscere gli ultimi aggiornamenti legislativi e novità tecniche del settore che vengono pure comunicati periodicamente ai Tecnici del Freddo italiani e europei tramite lʼAir Conditioning and Refrigeration European Association AREA (19 associazioni di 16 Paesi a cui appartengono 125.000 tecnici) di cui lʼATF ha la vicepresidenza. Da sinistra: Marco Buoni, VicePresidente dellʼAir conditioning and Refrigeration European Association AREA, Kelvin Kelly, ispettore UK, Enrico Buoni, direttore Centro Studi Galileo. FUSARTEKNOLOGICA srl Fusar Poli Aldo Gallicchio Giuseppe Mezzanotti Mario Schirinzi Antonio GAMMA FRIGO snc Zanni Giovanni GANDELLI IVANO Gandelli Ivano GIFRA SERVICE sas Francese Giancarlo GLOBAL TECNICA srl DellʼOglio Luigi GM DI GIAMMATTEO Giammatteo Massimo GRECO GIOVANNI Greco Giovanni GREEN AND CLOUD TECHNOLOGIES CONSULTING Lavanga Vito GRICINI ENNIO Gricini Ennio HEINEKEN Ferrari Luciano Zanutto Carlo Fiori Alessandro HELIANT srl Vavalà Raffaele HI SERVICE srl Stangalino Marco HONEYWELL Achaichia Nacer Matteo Giancarlo Nel nuovo laboratorio attrezzato CSG vengono effettuate le operazioni tipiche del Tecnico del Freddo come il Recupero, il Vuoto, la Carica, il controllo perdite del refrigerante con millebolle e cercafughe elettronico su impianti appositamente adibiti. Operazioni pure oggetto dellʼesame pratico del PEF. 18 HUDSON TECHNOLOGIES EUROPE Binotti Stefano Indovino Gianluca IL DISGELO sas DI DAVIDE MODICA Modica Davide IMQ Aiello Vincenzo Caraccio Enrico INDUSTRIAL FRIGO srl Agus Fabio Moratti Matteo Gamba Fabio Gamba Marco IRCA spa Buriola Ivan ISTITUTO INTERNAZIONALE DEL FREDDO Coulomb Didier JKT ENERGY SOLUTIONS Tiryaki Jason KLAS ISTIMA SOGUTMA KLIMA SANAYI VE TICARET LTD - KLS Unsal Tunc KNVVK Havenaar Dick KOR-AZ CONSULTING ENGINEERS LTD Hanan Bareli KOSOVA Shaqir Elezaj KW APP. SCIENTIFICI Fabiani Stefano LOMBARDI OSCAR Lombardi Oscar LOMBARDI SERVICES Scopel Francesco Morino Sandro Siciliano Federico LP TECNO SERVICE Peren Zin Luca LUPIANO IMPIANTI Lupiano Alessandro Montefusco Daniele LUVATA ITALY srl Di Barbora Umberto LUVE spa Perfetti Carlo MACCIO ANTONELLO Maccio Antonello MANUTENFRIGO srl Cappi Gastone Ielpo Mario Rubini Fabio MARIANI CARLO Mariani Carlo MARINARSEN - TA Caretta Ciro Paumgardhen Mauro RICCARDI DAVIDE Riccardi Davide MINGHINI ANDREA Minghini Andrea RIVOIRA Campagna Ennio Paradiso Vincenzo MARTINO sas Socrate Martino MITSUBISHI Hideaki Kasahara MOSCA MASSIMO Mosca Massimo NATOLI MARIO Natoli Mario NEW COLD SYSTEM Sakande Madi NEWTEC snc Formica Livio Giraudo Luca OGECHI N. OBIBI Ogechi N. Obibi ORCA sas DI MARIO ENRICO ZUCCA & C. Zucca Mario Enrico ORELLANA JULIO ENRIQUE Orellana Julio Enrique PARKER HANNIFIN srl Benedetti Alberto Favero Chiara Polenta Mario PE GIOVANNI snc Pe Marco PERALES B. LUIS RAUL Perales B. Luis Raul PL MODENA Lelli Mauro POLITECNICO DI MILANO DIPARTIMENTO DI ENERGIA Macchi Ennio Alberti Mauro POLITECNICO DI TORINO - ATF Masoero Marco PRADO EDOARDO Prado Edoardo PRETTE LIVIO Prette Livio R744.COM Topley Lira Jana RCD CLIMA snc Daldossi Riccardo Rota Conti Giancarlo Rota Conti Pietro RENEWABLE ENERGY NIGERIA Nwosuocha Felix RIVACOLD Barilari Marco Del Prete Leonardo ROAR COMPANY Plett Dimitri Plett Ivan ROSSETTI CLAUDIO Rossetti Claudio ROTASPERTI MAURIZIO Rotasperti Maurizio SANHUA Hans-Dieter Kupper SANTI PAOLO IMPIANTI TECNOLOGICI snc Santi Paolo SC GROUP BIN STAL srl Bideaua Nita Catalin THERMOKEY spa Perin Giovanni TRANSFER OIL spa Grasso Michele TUV INTERCERT ITALIA srl Moreno Justo UJDENICA BRANKO Ujdenica Branko UNEP Clark Ezra UNGERER CHRISTIAN & C. snc Ungerer Christian UNIDO Aledo Raquel Savigliano Riccardo UNIFLAIR spa Girardi Stefano UNIVERSITÀ DI GENOVA Tagliafico Luca Tagliafico Giulio Valsuani Federico SCEO Hegazy Amin UNIVERSITÀ DI PADOVA Cavallini Alberto Corradi Marco SEST spa Maman Maurizio VAKMEDIANET Gejo Flierman SERVICES COM Carrara Emilio SGOBBO MAURIZIO Sgobbo Maurizio SICOND srl Negroni Giovanna SISTEMA FEE - EUROGEO SRL - V-ENERGY srl Torri Roberto SL IMPIANTI Lussana Stefano SOL spa Riboldi Massimo SOLANTI DAVIDE Solanti Davide SPREAFICO Veronese Luca STUDIOCERT Magna Roberto SVILUPPO SOLARE srl Salaris Massimo TECNOCLIMA DʼINTINO DʼIntino Bruno TERMAL GROUP Frau Francesco TESTO Mastromatteo Fabio UNIVERSITÀ DI PALERMO Panno Giuseppe VERALDI GABRIELE Veraldi Gabriele VIESSMANN srl Ronca Simone VOLTA EGYPT Elgawady Mohtady Ramzy Gamal VORTICE ELETTROSOCIALI spa Ferrara Alessandro VURCHIO LEONARDO Vurchio Leonardo WIGAM Mozzato Sergio ZOPPELLARO AIR HANDLING SOLUTION Zoppellaro Francesco ZORZI FRIGOTECNICA srl DʼErman Marco Gstrein Daniel Haniger Michael Hoelz Martha Zorzi Oskar Zorzi Petra 19 Direttore responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato scientifico Marco Buoni, Enrico Girola, PierFrancesco Fantoni, Luigi Nano, Alfredo Sacchi Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato tel. 0142/452403 fax 0142/525200 Pubblicità tel. 0142/453684 Grafica e impaginazione A.Vi. Casale M. Fotocomposizione e stampa A. Valterza - Casale Monferrato E-mail: [email protected] www.centrogalileo.it continuamente aggiornato Sommario Tecnici specializzati PEF e negli ultimi corsi ad hoc e nei convegni CSG Editoriale Risultati del XV Convegno Europeo: il PEF M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF 24 I refrigeranti HFO nei sistemi di condizionamento e refrigerazione stazionari N. Achaichia – Honeywell Belgium; G. Matteo – Honeywell Italy 28 Principi di base del condizionamento dellʼaria 32 I refrigeranti naturali M. Chasserot – Shecco 35 I refrigeranti idrocarburi D. Colbourne – GIZ Proklima “Guideline for the safe use hydrocarbon refrigerants” 38 Apparecchi fissi di rilevazione delle fughe di refrigerante 42 Sistemi di raffreddamento del compressore ermetico L. Nano – Coordinatore pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo 45 Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento 50 Météo France, Toulouse F. E. Meunier, B. Tréméac, P. Bousquet – CNAM-LGP2ES(EA21), Parigi M. Merchat, P. Poeuf – Climespace, Parigi Scenari di condizionamento dellʼaria – Scenari delle temperature delle vie cittadine – Metodologia – Descrizione del Modello – Impatto sulle temperature delle vie – Impatto sullʼisola di calore di Parigi – Conclusioni e prospettive. Proprietà fisiche dei refrigeranti – Stabilità termica – Miscele refrigeranti a pressione più elevata – Conclusioni. www.EUenergycentre.org per lʼattività in U.K. e India Corrispondente in Argentina: La Tecnica del Frio Un quadro generale – Lʼanidride carbonica (ODP=0;GWP=1) – Lʼammoniaca – Idrocarburi – Applicazioni per il trasporto – Macchine e veicoli elettrici – Autobus, camion e treni – Pescherecci e navi portacontainer. Corrispondente in Francia: CVC La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati. N. 357 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00. 52 21 Come gli impianti di condizionamento influiscono sulle temperature di Parigi C. de Munck, G. Pigeon, V. Masson, C. Marchadier – CNRM/GAME, Pompe di calore ad anello aperto con pozzo singolo P.F. Fantoni - 132ª lezione Introduzione – Vantaggi dei sistemi ad anello aperto – Problemi alla falda freatica – Sistemi a pozzo singolo – Vantaggi dei sistemi a pozzo singolo. www.associazioneATF.org per lʼattività dellʼAssociazione dei Tecnici del Freddo (ATF) 13 Test di simulazione delle perdite per potenziali fonti di ignizione – Installazione delle tubazioni. Verifiche per il corretto funzionamento P.F. Fantoni - 152ª lezione Introduzione – Procedura di controllo – Controllo dei sensori di rilevazione – Controllo della gestione dei ventilatori – Controllo degli allarmi visivi e sonori – Controllo degli allarmi telefonici – Sostituzione del microprocessore. Sistemi d raffreddamento del compressore ermetico. Sicurezza e salute dei lavoratori: la formazione obbligatoria M. Carobba - (parte seconda) (Parte centosedicesima) - A cura di P. Fantoni Aggiungi su Facebook centrogalileo Aggiungi su Twitter centrogalileo 48 Aggiungi su YouTube marcobuoni Editoriale RISULTATI DEL XV CONVEGNO EUROPEO: IL NUOVO DECRETO ITALIANO DPR N. 43/2012 E IL PEF Il XV Convegno Europeo in relazione al Patentino Italiano (appena uscito in gazzetta) e Europeo Frigoristi-PEF ha avuto lʼintroduzione in MCE. La seconda e terza parte saranno in UK e nuovamente in Italia. MARCO BUONI PATENTINO EUROPEO FRIGORISTI, LA QUALIFICA PROFESSIONALE DEL TECNICO CHE, IN QUESTO PERIODO DI CRISI, CONTRIBUISCE ALLA CRESCITA OCCUPAZIONALE Il Centro Studi Galileo e l’Associazione dei Tecnici italiani del Freddo hanno proposto 3 importanti eventi alla Mostra Convegno Expocomfort, svoltasi a Milano dal 27 al 30 marzo ed alla quale sono intervenuti 155.000 visitatori, ossia gli incontri formativi di aggiornamento e di premessa ai patentini-PEF, una sessione di esami per il rilascio del Patentino Europeo Frigoristi ed il XV Convegno Europeo. Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA Segretario Associazione dei Tecnici italiani del Freddo - ATFCoordinatore pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo I risultati del XV Convegno Europeo sono legati infatti all’importanza del Patentino Europeo Frigoristi (PEF) finalizzato quest’ultimo a verificare la competenza dei tecnici nell’evitare perdite di refrigerante e all’ottimizzazione energetica dell’impianto. L’esame è stato svolto insieme ad altri 2 importanti eventi europei CSG – ATF – EEC, all’interno della Mostra Convegno Expocomfort dal 27 al 30 marzo. Il XV Convegno Europeo, nella cornice della Mostra Convegno, si è presentato come un’introduzione generale a quanto seguirà nelle altre due sedi, in HK e in Italia, dove si terrà il proseguimento dello stesso Convegno: una prima parte sulle nuove tecnologie delle energie rinnovabili a Edimburgo e una seconda sulle nuove tecnologie sul freddo e condizionamento presso il Politecnico di Milano. Nel XV Convegno Europeo, patrocinato come avviene già da decenni dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero dell’Ambiente, è stato illustrato il decreto italiano sui gas refrigeranti fluorurati di ultimissima emanazione e il futuro dei gas refrigeranti in Italia ed in Europa, ed il Patentino Frigoristi. Al Convegno sono intervenute le Nazioni Unite (United Nations Environment Programme e United Nations International Development Organization), i maggiori enti a livello europeo e mondiale, e le università italiane specializzate in questo settore. Per visionare i RISULTATI dettagliati dell’introduzione della XV conferenza europea in Milano (Mostra Convegno All’interno della 38a Mostra Convegno Expocomfort si è tenuto il 15° Convegno Europeo sulle Ultime Tecnologie del Freddo e del Condizionamento, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’evento hanno partecipato più di 200 tecnici, provenienti da diversi Paesi europei e dall’Italia. Argomento di particolare importanza è stato il recente decreto (appena uscito in Gazzetta Ufficiale) sull’uso dei refrigeranti HFC colpevoli dell’effetto serra e la relativa implementazione del patentino frigoristi, per cui solo personale qualificato, che verrà inserito in apposito registro telematico, potrà utilizzare e acquistare tali refrigeranti, molto diffusi in Italia. 21 Presso la sede CSG di Bologna: momento dell’esame pratico alla presenza dell’ispettore Kelvin Kelly per ottenere il patentino europeo frigoristi PEF. A sinistra Madi Sakande che ha partecipato a molte edizioni dei corsi e dei convegni CSG e che ha superato e ottenuto brillantemente il PEF. Il candidato invece sta eseguendo una prova di recupero del refrigerante HFC a cui seguiranno le prove di vuoto e carica dell’impianto. Expocomfort 30 Marzo): prendere visione del sito internet www.associazioneATF.org Per maggiori informazioni e il programma della XV Conferenza Europea in UK (Edinburgo) e in Italia (Milano) vedere su www.centrogalileo.it A questo proposito il segretario ATF (Associazione Tecnici italiani del Freddo) e direttore tecnico Centro Studi Galileo-CSG aveva incontrato a Bruxelles la Commissione Europea proprio sui nuovi gas refrigeranti a basso impatto ambientale: vedi foto di copertina. Nel dettaglio allʼinterno della MCE sono stati proposti: ● un punto di incontro ATFpoint in cui i nostri esperti e colleghi hanno risposto alle domande su questi importanti argomenti che si stanno susseguendo velocemente in queste settimane ● una serie di incontri formativi e informativi di aggiornamento e approfondimento sulle nuove tecnologie e normative, di premessa pure ai patentini ● una SESSIONE di ESAMI teorici per il rilascio del PATENTINO EUROPEO FRIGORISTI – PEF con la sessione pratica svolta nella sala corsi CSG di Milano zona Palmanova ● il XV Convegno Europeo per spiegare il presente e il futuro dei gas refrigeranti HFC, la revisione della regolamentazione 842/06, e il futuro dei refri22 geranti naturali: ammoniaca, anidride carbonica e idrocarburi, oltre che i nuovi refrigeranti HFO di ancora non completa commercializzazione. La sessione di esame del Patentino Europeo Frigoristi si è svolta come sempre con la presenza dellʼente certificatore inglese e si è conclusa con successo, con la promozione di tutti gli allievi che si sono rivelati molto preparati, anche a detta dellʼente certificatore. Pure gli incontri formativi svolti dai nostri docenti ed esperti che si sono susseguiti nellʼarco delle giornate del 27 e 29 marzo hanno riscosso notevole interesse e partecipazione. Al convegno, al quale hanno assistito circa 200 persone, sono intervenuti relatori di primo piano del settore provenienti dallʼindustria, dal mondo accademico, dalle associazioni italiane ed europee, tra gli altri: International Institute of Refrigeration (IIR), United Nations (UNIDO e UNEP), Ministero dellʼAmbiente, Air Conditioning and Refrigeration European Association (AREA), lʼEuropean Partnership for the Energy and the Environment (EPEE), Università di Padova, Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università di Genova, Associazione Provinciale dellʼArtigianato di Bolzano. Al termine si è svolta una Tavola Rotonda con le aziende e gli enti certificatori Daikin - Bureau Veritas - IMQ Rivoira - Honeywell - Carel – Testo. Il VicePresidente dellʼAssociazione europea dei Tecnici del Freddo AREA durante il convegno per quanto riguarda il Patentino Frigoristi ha ricordato che è recentemente uscito il decreto anche nel nostro Paese, lʼItalia, che individua le modalità di attuazione del regolamento europeo 842/06, in materia di riduzione dellʼutilizzo dei gas fluorurati a effetto serra, diffusissimi in tutti gli impianti del nostro settore, ma dannosi in quanto potenti gas serra. Il cosiddetto Patentino Frigoristi sarà pertanto obbligatorio, non appena sarà concluso lʼiter legislativo, per poter lavorare su condizionatori, sistemi di refrigerazione, pompe di calore, contenenti i refrigeranti HFC (R134a, R404, R407c, R507, R410a etc..). Tale patentino risulterà inoltre come una vera e propria qualifica legata alla persona che anche nel momento di cambio attività potrà utilizzare per ricercare lavoro, soprattutto in questo periodo di crisi in cui si richiedono figure professionali. Nel lasso di tempo intercorrente fra lʼuscita del decreto e la possibilità di proporre concretamente il Patentino italiano (nellʼattesa cioè di svolgere lʼesaminazione secondo lo schema italiano di certificazione per maneggiare i gas refrigeranti HFC che il Centro Studi Galileo realizzerà con gli enti certificatori italiani, appena questi saranno pronti presumibilmente tra 3 mesi), il Centro Studi Galileo propone fin dʼora il Patentino Europeo Frigoristi PEF che, in base allʼarticolo 14 del decreto, viene riconosciuto automaticamente in tutti gli altri stati membri, quindi anche in Italia. Questo punto è importante perché chiunque abbia letto con attenzione il decreto (disponibile sul sito www.associazioneATF.org) avrà notato che, una volta istituito il registro online e telematico, i tecnici avranno solamente 60 giorni di tempo per mettersi in regola, oppure dovranno richiedere il Certificato provvisorio con validità di 6 mesi. Soluzione a questi tempi ristretti è fin dʼora portarsi avanti e ottenere il Patentino Europeo Frigoristi che già da fine 2010 il CSG organizza in tutta Italia e che già 500 tecnici del freddo per svariate ragioni hanno ottenuto presso le varie strutture attrezzate in tutta Italia. In un recente incontro con la Commissione europea è stato prean- nunciato che una riduzione nellʼuso dei gas refrigeranti HFC in tutta Europa è inevitabile e che quindi avverrà un graduale passaggio ai refrigeranti maggiormente “amici” dellʼambiente. Però è utile evidenziare che tali refrigeranti necessitano ancora di più di una particolare qualificazione dei tecnici che vengono ad utilizzarli in quanto pericolosi non allʼambiente ma invece per la salute degli operatori che vanno ad utilizzarli, in quanto infiammabili, tossici o con pressioni di funzionamento elevate. Tutte le associazioni e la stessa Commissione sono quindi inclini ad un adeguamento della certificazione sugli HFC estendendola anche ai futuri refrigeranti impiegati. Il relatore del XV Convegno Europeo Oskar Zorzi, Presidente dellʼLVH-APA di Bolzano sezione Kälte- und Klimatechniker, e pure vicepresidente onorario dallʼassociazione ATF, ha parlato anche della sessione di esami del Patentino Europeo Frigoristi che ha avuto luogo presso lʼLVH-APA di Bolzano nel mese di gennaio. La provincia autonoma di Bolzano, da sempre molto attenta ai problemi energetici e ambientali, per favorire i propri tecnici ha richiesto che tutti i suoi Tecnici del Freddo più sensibili a questi temi venissero certificati. Bolzano sin dai primi anni dello scorso decennio con lo schema KlimaHouse di risparmio energetico negli edifici è stato un precursore e capofila di questo movimento. Ora si aggiunge pure il risparmio energetico degli impianti controllati, installati e riparati solo da personale qualificato e competente in possesso del Patentino Frigoristi rilasciato da ente certificatore inglese durante la sessione di esame Centro Studi Galileo. Per cui il Sud Tirolo è la prima zona in Italia ad avere quasi tutti i propri tecnici già in regola con le disposizioni italiane, disposizioni che in Europa, ed in particolare nella vicina Austria, erano già attive da circa 4 anni e che impedivano loro di poter lavorare nel vicino stato confinante e legato anche per cultura e tradizioni. Sempre riguardo al patentino particolare interesse è stato rilevato per il fatto che nel nostro Paese instaurando un registro telematico pubblico ciascun utente finale, dal singolo privato al grande utente, potrà verificare che la CORSI DI PREPARAZIONE CONSIGLIATI PER RAGGIUNGERE I REQUISITI MINIMI PATENTINO EUROPEO FRIGORISTI ■ Tecnico che si affaccia ora al settore: Corso Base Tecniche Frigorifere 5 giorni per coprire la preparazione teorica. Corso Specializzazione Teorico-Pratico 3 giorni per coprire la preparazione pratica. Corso Brasatura 2 giorni per prepararsi alle operazioni di brasatura. Durata 10 giorni – Luogo Casale Monferrato. ■ Tecnico con almeno 2 anni di esperienza sul campo: Corso Base intensivo Tecniche Frigorifere 3 giorni per coprire la preparazione teorica. Corso Specializzazione intensivo 2 giorni per coprire la preparazione pratica. Durata 5 giorni – Casale Monferrato, Padova (CNR), Pordenone, Cesena, Roma, Bari, Napoli, Palermo, Bologna, Cagliari, Agliana. ■ Tecnico con elevata e dimostrata esperienza: accesso diretto alla sessione dʼesame. ■ Disponibili anche lezioni individuali tecniche e pratiche. COFANETTO DVD DI PREPARAZIONE CONSIGLIATO PER RAGGIUNGERE I REQUISITI MINIMI PATENTINO EUROPEO FRIGORISTI ■ 9 DVD (15 ore circa) ■ 6 DVD di preparazione Teorica Dallʼesperienza del sig. Nano, esperto decennale del settore, tutte le nozioni di Base delle Tecniche Frigorifere per conoscere i componenti, il ciclo termodinamico, pressioni e temperature, i nuovi refrigeranti, le attrezzature del frigorista. ■ 3 DVD di preparazione Pratica Operazioni Pratiche di Carica, Vuoto, Recupero Refrigerante e Ricerca Perdite. Per approfondire tutte le informazioni visitare www.centrogalileo.it oppure www.associazioneATF.org oppure www.Euenergycentre.org oppure telefonare a 0142452403 chiedendo delle sig.re Chiara o Marisa. persona che sta installando la macchina, ad esempio split o grande chiller, sia competente ed in regola con la legge e che sappia compilare correttamente il libretto dʼimpianto, obbligatorio sulle macchine con più di 3 kg di refrigerante. Il refrigerante verrà venduto solamente a tecnici (imprese) in possesso di tale patentino. Inoltre le imprese dovranno possedere lʼattrezzatura e le procedure corrette e indispensabili al loro lavoro. Le 2 particolarità (refrigerante solo a persona qualificata e registro telematico) che attualmente riguardano il decreto italiano, verranno sicuramente anche estese in tutta Europa con la prossima revisione della regolamentazione europea. Eʼ emerso inoltre che si stanno diffon- dendo sempre più i refrigeranti naturali a basso impatto ambientale. I refrigeranti alternativi agli HFC non sono nuovi, sono infatti stati utilizzati per molti anni in passato e sono poi stati lasciati da parte a causa dei loro aspetti negativi di sicurezza. Ma questi refrigeranti sono ottimi nelle rispettive applicazioni. Per esempio lʼammoniaca nei grandi impianti, gli idrocarburi nei piccoli impianti domestici e commerciali, lʼanidride carbonica nei sistemi a cascata. Lʼesperienza europea sullʼeliminazione dei gas dannosi insegna che i nuovi refrigeranti alternativi e naturali, oltre ad essere a basso impatto ambientale, portano a importanti risultati dal punto di vista del risparmio energetico. ● 23 Come gli impianti di condizionamento influiscono sulle temperature di Parigi Speciale tecnologie sul microclima di Parigi LUIGI NANO Cécile de Munck, Grégoire Pigeon, Valéry Masson, Colette Marchadier - CNRM/GAME, Météo France, Toulouse Francis-Emile Meunier, Brice Tréméac, Pierre Bousquet - CNAM-LGP2ES(EA21), Parigi Michèle Merchat, Pierre Poeuf - Climespace, Parigi Durante l’ondata di calore verificatasi in Europa nel 2003, che potrebbe essere rappresentativa di un’estate normale di fine secolo, l’isola di calore urbana osservata a Parigi, con temperature fino a 8 °C più alte nel centro di Parigi rispetto alle zone limitrofe, aggravò la situazione di stress da calore. Esposta a un aumento della popolazione urbana, a un micro clima specifico, e a recenti episodi di alte temperature estive, le richieste di raffreddamento per la città di Parigi sono aumentante per raffreddare o mantenere costanti le temperature dei beni mobili e delle persone per rispondere a motivi di salute, commerciali, industriali e di comfort. Partendo dal fatto che l’uso dei sistemi di condizionamento dell’aria, mentre raffreddano l’interno degli edifici, rilasciano delle ondate di calore (come calore latente e sensibile) nella parte più bassa dell’atmosfera urbana, diventa legittimo porsi le seguenti domande: Qual è l’effetto dei sistemi di raffreddamento sul clima della città? Questo effetto viene percepito dalle persone? Si verifica maggiormente durante il giorno o la notte? È localizzato o è esteso? Dipende dalla densità delle installazioni di AC? Alcune tipologie di sistemi AC (che generano calore sensibile versus calore latente, ad aria o ad acqua) influenzano il clima urbano di più 24 di altri? Queste sono le domande trattate dal progetto CLIM (climatisation et Climat Urbain) e presentate da questo studio. SCENARI DI CONDIZIONAMENTO DELLʼARIA SCENARIO NO-AC AC Reali presenti Aria secca degli AC presenti Aria secca dei futuri condizionatori dʼaria 2 (doppio) DESCRIZIONE Base di rilevamento, assenza di condizionamento dellʼaria. Prende in esame i modelli correnti di sistemi dʼaria condizionata coesistenti nella città: • Individuale: unità AC autonome, scaricano ondate di calore nellʼaria come calore sensibile. • Collettivo: (per gruppi di edifici collegati dalle reti di acqua fredda): torri ad umido, scaricano ondate di calore nellʼaria principalmente come calore latente, e senza raffreddamento usando lʼacqua proveniente dalla Senna. 5,16 GW è lʼenergia totale del calore rilasciata al di sopra del campo di simulazione Aria secca degli AC presenti. Si basa sullo scenario degli AC reali, con conversione di rilascio di calore latente in rilascio di calore sensibile (tutto convertito in unità autonome). Lʼenergia totale del calore rilasciato al di sopra del campo di simulazione è lo stesso dello scenario dei condizionatori dʼaria reali presenti. Futura progettazione dei dispositivi dʼaria condizionata in scala della città: basato sullo scenario dei condizionatori presenti ad aria secca, con raddoppio dellʼenergia totale del calore rilasciato. Lʼenergia totale di rilascio di calore sensibile (10,32 GW) è distribuita con un 68% nel centro di Parigi e un 32 % fuori del centro di Parigi. SCENARI DELLE TEMPERATURE DELLE VIE CITTADINE AC - ad aria Futuri AC 2 - ad AC - reali attuali secca attuali aria secca A 250m x 250m 0,5 °C 1 °C 2 °C A 1 km x 1 km 0,25 °C 0,5 °C 1 °C METODOLOGIA Un modello accoppiato formato da un modello meteorologico a mesoscala (MESO-NH) e un modello di bilancio energetico urbano è stato implementato con un modulo dʼaria condizionata e usato in unione ai dati reali di superficie spazializzata per capire e quantificare gli impatti potenziali sul livello della temperatura delle strade dovuti ai tre scenari di condizionamento dellʼaria per la città di Parigi. Le condizioni metereologiche sono quelle dellʼondata di caldo verificatasi in Europa nel 2003 - valutata rappresentativa per lʼintensità e la durata delle temperature estive previste per la seconda metà del 21° secolo secondo lo scenario A2 e il modello francese di ricerca climatica. DESCRIZIONE DEL MODELLO • MESO-NH, il modello meteorologico di ricerca francese venne usato per riprodurre le aree meteorologiche interessate dallʼondata di calore del 2003 (8-13 Agosto). Una combinazione di 3 modelli nidificati permise di passare alla risoluzione spaziale – fino a 250 m (Fig. 2). • Nel TEB, il paesaggio urbano è semplificato come una rete di canaloni stradali. Il modello TEB simula gli scambi di calore e dʼacqua nelle tre superfici generiche (strada, parete, tetto). Un database specifico è stato sviluppato in questo studio per caratterizzare i parametri urbani, basati su inventari di superfici (risorsa: APUR & CSTB). Lʼimplementazione dellʼAria Condizionata nel TEB si è basata sul rilascio di calore generato dallʼAria Condizionata a livello del tetto e su un target di temperatura interna di 26 °C (Fig.3). Figura 1. Metodologia generale. Figura 2. Campi di simulazione: France, Île-de-France, Paris. IMPATTO SULLE TEMPERATURE DELLE VIE Tutti gli scenari mostrano un aumento nelle temperature delle vie cittadine, maggiore di notte che di giorno. Per i primi due scenari, questo innalzamento delle temperature delle vie è localizzato vicino alle sorgenti di rilascio di calore dei condizionatori dʼaria, mentre lo scenario futuro di condizio25 namento dellʼaria mostra un impatto su zone più ampie della città. Lʼampiezza dellʼaumento nelle temperature varia la scala spaziale e lo scenario (Fig.5) Figura 3. Descrizione schematica del modello TEB. IMPATTO SULLʼISOLA DI CALORE DI PARIGI Dai risultati ottenuti per il livello delle temperature delle vie cittadine, si sono osservate tendenze rilevanti per lʼisola di calore urbana durante il periodo notturno. I profili di temperatura notturna rappresentati nella figura 6 (per il campione mostrato sulla cartina) dimostrano che il tipo di dispositivo AC ha un impatto sullʼespansione spaziale e sullʼintensità dellʼisola di calore (UHI Urban Heat Island). Per unʼ ampiezza della base di rilevamento UHI di 3.75 °C, lʼaumento nellʼ ampiezza si osserva in particolar modo per AC ad aria secca attuali e il Future AC aria secca 2 (rispettivamente di +0.75 °C e 1.75 °C). Il presente scenario degli AC-reali mostra in particolar modo una leggera diffusione delle zone più calde nel centro di Parigi con nessun effetto significativo sullʼampiezza dellʼUHI. Figura 6. Profili di temperatura che mostrano lʼUHI di Parigi per una sezione da Ovest a est passando attraverso i distretti 8, 9 e 10. 26 CONCLUSIONI E PROSPETTIVE Questo studio mostra che gli strumenti usati per rispondere ai bisogni di raffreddamento degli edifici parigini durante unʼondata di calore possono aumentare le temperature delle vie cittadine e conseguentemente lʼintensità dellʼisola di calore. Questo potrebbe condurre a un aumento di richiesta di raffreddamento dellʼaria (e di conseguenza del consumo energetico), mentre al tempo stesso si potrebbe verificare un abbassamento dellʼefficienza delle unità dʼaria condizionata. Miglioramenti si stanno producendo nel TEB per modellare il feedback delle temperature esterne su richieste di raffreddamento interne e prevedere meglio lʼimpatto sulle temperature della città. Studi futuri punteranno anche a prevedere impatti combinati di AC sulla temperatura e sullʼumidità, questʼultimo di importanza fondamentale per le città umide. Figura 4. Rilascio di calore sensibile (sopra) e latente (sotto) per lo scenario dei sistemi dʼaria condizionata reali presenti. Figura 5. Aumento nel livello delle temperature delle vie cittadine (2) stimato di giorno (sopra) e di notte (sotto). 27 I refrigeranti HFO nei sistemi di condizionamento e refrigerazione stazionari Speciale nuove tecnologie nei refrigeranti NACER ACHAICHIA Honeywell Belgium Argomento tratto dalla 14ª Conferenza Europea 10-11 giugno 2011 Politecnico di Milano A causa di una sempre maggiore preoccupazione globale in merito al crescente impatto dell’uomo sul riscaldamento dell’atmosfera, i refrigeranti che sono stati utilizzati come principali fluidi di lavoro per applicazioni di condizionamento e refrigerazione sono nuovamente sotto esame. Molti enti regolatori di tutto il mondo si stanno concentrando sull’impatto diretto che questi fluidi hanno sul riscaldamento globale. Ne è un esempio la direttiva europea che eliminerà gradualmente l’utilizzo del R134a negli impianti di condizionamento delle automobili a partire dal 2011, per giungere all’eliminazione totale prevista per il 2017. Recentemente Stati Uniti, Canada e Messico hanno proposto di aggiungere al protocollo di Montreal l’eliminazione graduale degli idrofluorocarburi (HFC) pari al 10% da parte dei paesi sviluppati a partire dal 2013, con l’obiettivo di giungere all’eliminazione dell’85% entro il 2033. 28 GIANCARLO MATTEO Honeywell Italy Come risultato della ricerca di validi sostituti dei refrigeranti a più elevato riscaldamento globale, sono state identificate due nuove molecole refrigeranti a basso riscaldamento globale: HFO1234yf e HFO1234ze. Queste molecole sono idrofluoroolefine (HFO) che hanno tempi di vita nell’atmosfera molto brevi di 11 e 18 giorni (rispetto a 12 anni di R134a) e un potenziale di riscaldamento globale (GWP) estremamente basso compreso tra 4 e 6 (rispetto a 1410 di R134a). Oltre a questi due refrigeranti a componente singolo, sono state sviluppate miscele refrigeranti a basso riscaldamento globale con proprietà prossime ai refrigeranti a più elevate pressioni esistenti quali R404A, R407C e R410A. Nel presente documento verranno discusse le proprietà e le applicazioni di queste potenziali opzioni sostitutive in sistemi di condizionamento e refrigerazione stazionari. Refrigerante R-134a 1234ze(E) 1234yf R-600a R-744 GWP 1410 6 4 ~5 1 Punto di ebollizione normale (°C) -26 -19 -30 -12 -78,4 PROPRIETÀ FISICHE DEI REFRIGERANTI Nella tabella qui sotto sono indicate le proprietà di HFO1234yf e HFO1234ze, insieme ad altri refrigeranti anchʼessi proposti in sostituzione di R134a in applicazioni stazionarie. Le proprietà dei fluidi proposti li rendono validi sostituti del R134a. Nella tabella vengono inoltre mostrati il limite di esposizione consentito (PEL, Permissible Exposure Limit) e i livelli inferiore e superiore di infiammabilità (LII e LSI). Tutti i fluidi HFO hanno un bassissimo livello di tossicità e sono classificati “A” da ASHRAE. È anche importante notare che HFO1234ze non mostra limiti di infiammabilità quando testato in conformità con ASTM E-681 o EU A11. HFO1234ze, tuttavia, mostra limiti di infiammabilità a temperature elevate (sopra i 30 °C). STABILITÀ TERMICA Le valutazioni di stabilità termica sono state condotte utilizzando i metodi di test ASHRAE standard 97. In questa Temperatura critica (°C) 101 110 94 135 31 PEL (ppm) 1000 1000 500 800 4000 LII / LSI (vol. %, 23 °C) 6,2 - 12,3 1,8 - 8,5 Figura 1. Rapporto pressione-temperatura. valutazione, è stato utilizzato un tipico olio POE a bassa viscosità ISO 10 (Proeco 10S). Sia HFO1234yf che HFO1234ze sono stati testati in condizioni estreme: elevata umidità (1000 ppm), elevata temperatura (200 °C) e lunga durata (due settimane). Lʼesame visivo della tubazione sigillata non ha mostrato alcun cambiamento nellʼaspetto del refrigerante e dellʼolio (figura 2). I risultati dellʼanalisi dellʼolio mostrano valori di acidità bassissimi. Inoltre, le misurazioni gas-cromatografiche e del peso molecolare del refrigerante effettuate prima e dopo i test non mostrano alcun cambiamento nella purezza del materiale. Da questa valutazione è dunque possibile concludere che HFO1234yf e HFO1234ze sono molto stabili con oli utilizzati in queste applicazioni. Applicazioni refrigeranti a media pressione: HFO1234yf è stato selezionato dalle case produttrici di automobili per sostituire lʼR134a in MAC. HFO1234yf e/o HFO1234ze, sia come fluidi puri che miscelati con altri prodotti, possono anche offrire soluzioni per sostituire R134a in molte altre situazioni in cui sono necessarie, tra le altre proprietà, una buona efficienza e un basso GWP. La figura 3 presenta una panoramica delle opzioni future nellʼambito della Figura 2. Test tubo sigillata. ti incoraggianti in test transitori e statici in base allo standard ASHRAE 32.1. Questi risultati suggeriscono che HFO1234yf abbia il potenziale per sostituire R-134a in tali applicazioni. Un altro ambito in cui la tecnologia HFO sembra essere promettente grazie alla sua efficienza e a i suoi benefici ambientali è quello delle applicazioni di raffreddamento. Sono in corso svariate convalide in cui HFO1234ze sembra promettere bene come sostituto di R134a in tali applicazioni. Molte altre applicazioni in cui oggi è utilizzato R134a vengono testate con il nuovo fluido. Per esempio, sono attualmente sotto esame le applicazioni nel condizionamento per autobus, mezzi pesanti e treni. Per applicazioni in cui non sono autorizzati o desiderati fluidi anche solo leggermente infiammabili, esiste una soluzione non infiammabile N13 per sostituire lʼR134a. Questa soluzione è una miscela azeotropica, con caratteristiche simili a R134a ma con un GWP pari a circa 600. Come mostrato in figura 3, le miscele in considerazione con un GWP inferiore a 500 tendono a essere leggermente infiammabili. MISCELE REFRIGERANTI A PRESSIONE PIÙ ELEVATA refrigerazione per vari livelli di capacità volumetrica. Sono in valutazione con il settore svariate applicazioni. Come già accennato, le molecole HFO possono sostituire R134a in molte applicazioni attuali. La capacità volumetrica di HFO1234yf è simile a quella del R134a, ma con una riduzione del 99,7% dellʼimpatto diretto sullʼambiente. HFO1234ze ha dʼaltro canto una capacità volumetrica compresa tra il 15 e il 20% inferiore rispetto a R134a. A ciò si può rimediare mediante varie modifiche al sistema. Entrambi i fluidi, HFO1234yf e HFO1234ze, sono potenziali sostituti di R134a, mentre sono in corso varie prove sul campo. La figura 4 mostra un distributore automatico valutato utilizzando HFO1234yf. Sono stati ottenuti risulta- Esistono molte applicazioni in cui sono necessari refrigeranti con pressione e capacità volumetrica più elevate. Alcune di queste sono i sistemi di refrigerazione di dimensioni maggiori nonché la maggior parte delle applicazioni di condizionamento. Stiamo valutando refrigeranti comprendenti miscele che offrano un equilibrio tra una maggiore capacità e un basso potenziale di riscaldamento globale pur mantenendo lʼefficienza dei sistemi attuali, senza risultare in un aumento significativo dei costi di sistema. Ovviamente, ciò non deve comportare cambiamenti significativi per quanto riguarda la sicurezza di questi sistemi. Sono attualmente in sviluppo varie miscele refrigeranti con un potenziale di riscaldamento globale (GWP) significativamente più basso rispetto ai refrigeranti attuali. Queste miscele hanno caratteristiche di funzionamento prossime a R404A, R407C e R410A. 29 Figura 3. Panoramica opzioni in refrigerazione. Nonostante le miscele possano essere formulate con un GWP inferiore a 150, per ottenere questi risultati è necessario scendere a compromessi in termini di prestazioni. Altre miscele con GWP superiore a 150, ma che offrono una riduzione del GWP compresa tra il 75% e il 95% rispetto ai refrigeranti esistenti, possono offrire una migliore corrispondenza delle prestazioni con i refrigeranti esistenti. R404A con un GWP prossimo a 4000 è ampiamente utilizzato nella refrigerazione commerciale. La sua sostituzione con un fluido a GWP ridotto apporterebbe un importante contributo nella riduzione delle emissioni ambientali delle applicazioni commerciali. Sono stati identificati due fluidi in fase di sviluppo: N40 e N20. Sono state effettuate diverse prove sulla cella frigo di un supermercato. Le prove sono state effettuate con varie miscele HFO e R404A come base di riferimento. Le applicazioni erano a bassa e a media temperatura. N40 può essere utilizzato in apparecchiature R404A esistenti con modifiche lievi o nulle. Le sue prestazioni si sono dimostrate migliori in entrambi gli intervalli di temperatura, con una riduzione del GWP del 65% rispetto a R404A. 30 Figura 4. Distributore automatico, test di valutazione. Figura 5. Confronto delle prestazioni. N20 è destinato alle nuove installazioni. Con un GWP inferiore a 1000, rappresenta una riduzione del GWP di oltre il 75% rispetto a R404A, con un aumento dellʼefficienza per applicazioni sia a bassa che a media temperatura. Sono state testate anche altre opzioni a basso GWP ma leggermente infiammabili. L40 con un GWP inferiore a 300 offre prestazioni migliori rispetto a R404A in applicazioni sia a bassa che a media temperatura, con una riduzione del GWP di oltre il 90% rispetto a R404A. Unʼaltra miscela L20 con un GWP inferiore a 150 che presenta una riduzione di oltre il 96% rispetto a R404A è quella attualmente testata. Per le pompe di calore reversibili, L41 è identificato come la potenziale miscela per sostituire R410A in tali applicazioni. Questa miscela, con un GWP inferiore a 500, è stata testata in una pompa di calore ductless split. La figura 5 mostra i risultati della pompa calore ductless split in condizioni di temperatura ambiente pari a 35° C per il raffreddamento e di temperatura ambiente pari a 7° C per il riscaldamento. I risultati di L41 mostrano una migliore efficienza sia in raffreddamento che in riscaldamento rispetto al refrigerante R410A base; tuttavia, la capacità alla velocità nominale del compressore era inferiore. Per una corrispondenza della capacità con il refrigerante base, è necessario aumentare leggermente il volume del compressore.Per valutare le prestazioni con un compressore di volume maggiore, è stata aumentata la velocità del compressore di circa il 10% e sono stati ripetuti i test. Riportiamo i risultati in termini di capacità ed efficienza, i quali indicano che le prestazioni ora riescono quasi a eguagliare quelle di R410A. In generale, L41 mostra il potenziale per sostituire R410A grazie alla sue prestazioni prossime a quelle di R410A. Alle differenze di prestazioni, rispetto a R410A, si può rimediare mediante modifiche del sistema. È possibile raggiungere queste prestazioni senza problemi in termini di elevata temperatura di scarico e con un GWP inferiore a 500; lʼelevata riduzione rispetto a R410A supera il 75%. CONCLUSIONI La tecnologia HFO (idrofluoro-olefina) offre importanti prospettive in termini di efficienza energetica per una varietà di applicazioni che vanno dai piccoli frigoriferi a uso domestico ai grandi sistemi di condizionamento e refrigerazione. Anche i miglioramenti nel consumo energetico possono essere supportati con facilità e sicurezza sia nellʼambito del funzionamento produttivo che dal punto di vista dellʼutente finale. HFO1234yf è stato scelto da svariate case produttrici di automobili, dopo numerosi test, come fluido per sostituire lʼ R134a in MAC. HFO1234yf e HFO1234ze hanno ULTIME NOVITÀ ■ AREA CHIEDE CHE LA FORMAZIONE SIA OBBLIGATORIA PER I REFRIGERANTI NATURALI AREA, l’associazione europea dei Tecnici del Freddo e del Condizionamento, ha condotto recentemente un sondaggio che ha rilevato che in Europa i Tecnici non sono pronti ad un possibile aumento dell’uso dei gas refrigeranti cosiddetti naturali. Infatti nonostante attualmente il 6% abbia avuto formazione sulla CO2, l’11% sugli idrocarburi e il 16% sull’ammoniaca, corsi che la nostra associazione propone da molti anni, se la Commissione europea costringerà ad una limitazione nell’uso dei refrigeranti HFC, i refrigeranti naturali necessiteranno di molti più installatori che al momento non sono stati propriamente formati e addestrati. Articolo completo su rivista inglese: http://bit.ly/HXSXOp Alleghiamo un articolo su un incidente provocato si presume da ammoniaca o idrocarburi avvenuto ad Asolo lo scorso 2 Aprile http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=188721&sez=NORDEST ■ I NUOVI REFRIGERANTI A BASSO GWP-HFO SONO COMMERCIALIZZATI HFO 1234yf • La nuova Subaru XV è tra le prime vetture commercializzate nel 2012 ad essere equipaggiata con il sistema di climatizzazione che impiega il nuovo gas refrigerante HFO R1234yf in sostituzione del gas R-134a. potenzialità in applicazioni quali piccoli sistemi di refrigerazione commerciale e residenziale e altre aree in cui sia possibile impiegare in maniera efficiente un refrigerante a media pressione e in cui sia necessario o auspicabile lʼuso di refrigeranti a basso riscaldamento globale. A differenza di quanto accade per gli altri fluidi, il confronto delle prestazioni con i refrigeranti esistenti nelle applicazioni testate fino a oggi mostra che tali risultati possono essere raggiunti senza sostanziali modifiche ai componenti. Mentre sono in corso ulteriori studi e valutazioni sulle applicazioni di questi due refrigeranti a componente singolo, si sta lavorando anche allo sviluppo di refrigeranti a pressioni più elevate. I risultati delle valutazioni iniziali lasciano ben sperare sia per le applicazioni di condizionamento che per quelle di refrigerazione. Ulteriori test per queste applicazioni comprendono valutazioni di prestazioni aggiuntive nonché valutazioni del rischio di infiammabilità se necessario. ● La nuova XV di Subaru è una vettura che ha ottenuto l’omologazione dopo il 1 gennaio 2011: di conseguenza deve ottemperare alla Direttiva 2006/40/CE per essere commercializzata. La Direttiva 2006/40/CE, in particolare, si applica : - ai veicoli destinati al trasporto di persone aventi al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente; - ai veicoli per trasporto di merci con massa non superiore a 3,5 tonnellate; e impone che, a partire dall’ 1/1/2011, TUTTI i Veicoli di NUOVA Omologazione (inferiori a 3,5 tonnellate) NON potranno più adottare come refrigerante l’ R134a come gas negli impianti di climatizzazione. Inoltre, sempre nel corso del 2012, è già noto che saranno commercializzate le nuove MAZDA CX-5 e le nuove TOYOTA Prius + equipaggiate con il nuovo gas A/C HFO R1234yf La SUBARU XV (nuova versione dell’ Impreza) farà quindi da “battistrada” all’introduzione di diverse nuove vetture equipaggiate con l’R1234yf. HFO 1234ze • La prima installazione Chiller al mondo con questo nuovo refrigerante che non è infiammabile. L’articolo mostra che a seguito di una caduta delle potenza refrigerante si ha però un COP migliore. http://www.geoclima.com/company/news/detail.php?ID=587 Honeywell venderà il prodotto HFO con il nome di Solstice 1234yf. DuPont userà invece il nome Opteon yf 31 Principi di base del condizionamento dellʼaria Speciale corso di climatizzazione per i soci ATF 132ª lezione Pompe di calore ad anello aperto con pozzo singolo (Continua dal numero precedente) PIERFRANCESCO FANTONI CENTOTRENTADUESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELLʼARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 15 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti. È ORA DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni 0142.452403 È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. 32 INTRODUZIONE La scelta del tipo di circuito di captazione incide sui costi iniziali di investimento per lʼinstallazione della pompa di calore funzionante con acqua di falda. Inoltre permette di ovviare ai ridotti spazi che si hanno talvolta a disposizione per lʼinstallazione, soprattutto nelle aree urbane. I sistemi ad anello aperto con pozzo singolo presentano notevoli vantaggi in questo senso anche se, di contro, richiedono attenzione nella stima della capacità della falda a garantire le dovute portate di acqua con le richieste caratteristiche di temperatura. VANTAGGI DEI SISTEMI AD ANELLO APERTO Uno dei più evidenti vantaggi di una pompa di calore a circuito aperto è quello che la captazione del calore risulta essere particolarmente agevole. Come si vede in figura 1 la pompa idraulica, sommersa al di sotto del livello di falda, è in grado di prelevare lʼacqua dal sottosuolo è di inviarla alla pompa di calore. Tale acqua può trovarsi ad una temperatura variabile, mediamente di circa 10-12 °C, e costituisce la fonte da cui attingere la quantità di calore che risulta essere basilare per il funzionamento della pompa di calore stessa. La potenza termica che è possibile ricavare risulta dipendere dalla portata di acqua che la pompa è in grado di veicolare dal sottosuolo. Dopo che tale acqua è transitata allʼin- terno dello scambiatore della pompa di calore, provocando in tal modo lʼevaporazione del refrigerante, lascia lo scambiatore stesso ad una temperatura inferiore a quella che possedeva al momento della captazione allʼinterno del pozzo di produzione. Ora, essa deve essere riconsegnata al terreno: per evitare di modificare le caratteristiche dellʼacqua che si trova in falda e che si intende prelevare, lʼacqua che si trova ad una temperatura più bassa (circa 5-6 °C, ma tale valore dipende dalla quantità di calore che si riesce a scambiare nellʼevaporatore della pompa di calore) non può sempre essere rigettata nel pozzo di produzione: in tale caso va smaltita in altro modo. Come si vede in figura, è possibile impiegare un secondo pozzo (pozzo di iniezione) che si trova ad una certa distanza da quello a cui si attinge lʼacqua per non variarne le sue caratteristiche, oppure, nel caso sia presente nelle vicinanze, è necessario ricorrere allʼutilizzo di un corso dʼacqua superficiale in grado di accettare le portate dʼacqua impiegate. PROBLEMI ALLA FALDA FREATICA La problematicità di tale soluzione è legata alle portate di acqua emunta che, in caso siano eccessive, sono in grado di provocare eccessivi e non accettabili abbassamenti della falda freatica o modifiche alle caratteristiche dellʼacqua stessa (ad esempio di temperatura). Per tale motivo le portate di Figura 1. Modalità di captazione e di diverso rigetto dellʼacqua necessaria al funzionamento di una pompa di calore (fonte: RCT - Gruppo Trevi). ~ ~ acqua re-immesse nel sottosuolo devono sempre tenere conto della capacità della falda freatica di ripristinare il campo termico che in maniera inevitabile viene alterato dalla presenza dei pozzi. Ulteriore aspetto che va attentamente valutato è che lʼacqua impiegata dalla pompa di calore che si re-immette nel sottosuolo o che viene smaltita nei corsi dʼacqua vicini non risulti essere contaminata da eventuale presenza di sostanze inquinanti. Infine, va valutata la portata dʼacqua che la falda è in grado di garantire nel tempo, dato che anche il solo abbassamento del livello della stessa può portare ad una riduzione delle portate di acqua prelevabili e quindi ad una diminuzione della potenza termica ricavabile dalla pompa di calore. Può capitare, che in particolari periodi dellʼanno caratterizzati da scarsa piovosità, oppure da emungimento dalla falda in luoghi prossimi a quello del pozzo di produzione, si possa registrare un abbassamento della falda o compunque, più in generale, una riduzione delle portate di acqua. Si vedrà, in tali casi, diminuire la potenza termica della pompa di calore senza apparente motivo, dato che la causa che provoca tale inconveniente risulta essere difficilmente immaginabile. La mancata consapevolezza di tale fatto può anche portare ad attribuire ad altri fattori lʼimprovvisa inadeguatezza dellʼimpianto, comportando ~ Figura 2. Schematizzazione di un pozzo sia per lʼattingimento che per il rigetto dellʼacqua. inutili quanto costosi interventi per cercare di ripristinare il corretto regime di funzionamento. Il tecnico preparato è in grado di condurre una precisa analisi della situazione e di individuare la corretta causa del malfunzionamento. SISTEMI A POZZO SINGOLO In alcune occasioni, per ovviare alla necessità di eseguire due perforazioni distinte per il pozzo di iniezione e quel- lo di produzione, si può pensare di impiegare un solo pozzo. In tale modo si ovvia anche agli eventuali divieti ambientali di rigettare le acque surriscaldate in corsi dʼacqua superficiali e si ottiene un certo risparmio economico in fase di costruzione del circuito di captazione. Inoltre non si provoca alcuna variazione del livello della falda sotterranea, dato che la quantità di acqua estratta risulta essere pari alla quantità di acqua che 33 si restituisce alla falda. Può capitare, anche, lʼopportunità di poter sfruttare pozzi già predisposti per altri scopi, abbattendo in questo modo ulteriormente i costi di messa in opera, anche se, cʼè da dire, che i normali pozzi dedicati allʼestrazione di acqua per usi domestici residenziali risultano avere solitamente portate troppo piccole per quelle necessarie ad alimentare una pompa di calore. Come mostra la figura 2, sia lʼacqua attinta che quella rigettata fanno capo ad un unico pozzo. Lʼacqua viene prelevata dalla parte inferiore del pozzo mentre quella di ritorno dalla pompa di calore (più fredda) interessa la parte superiore del pozzo. In tale modo tutta lʼacqua che viene emunta viene totalmente restituita alla falda, evitando, così, la possibilità di pericolosi abbassamenti della stessa. Tale situazione risulta accettabile se le portate di acqua prelevate e riversate sono ridotte rispetto alla capacità del pozzo ed alla portata della falda, dato che i moti convettivi che si instaurano consentono allʼacqua fredda di venire riscaldata dallʼacqua che si trova allʼinterno della falda. Quando, invece, le portate dʼacqua in gioco sono molto elevate può rendersi necessario non rigettare tutta lʼacqua allʼinterno del pozzo. Questo è il caso, ad esempio, in cui la richiesta di caldo risulta essere molto elevata (in pieno inverno) oppure la richiesta di freddo risulta essere molto elevata (in estate). In tali situazioni una parte dellʼacqua di ritorno dalla pompa di calore può essere rigettata in corsi dʼacqua 34 ULTIME NOVITÀ ■ 5° CONTO ENERGIA FOTOVOLTAICO Secondo il Governo, si è puntato troppo sulle rinnovabili elettriche (più semplici da sviluppare) rispetto a quelle termiche e all’efficienza energetica (economicamente più efficienti). Non si è tenuto conto che i costi delle tecnologie sono in forte diminuzione e, quindi, uno sviluppo più graduale avrebbe consentito di installare oltre il doppio degli impianti a parità di spesa. Si attendono sviluppi e incentivi sulle FER Fonti di Energie Rinnovabili elettriche come le Pompe di Calore. Documento di sintesi rilasciato e diffuso dai Ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e dell’Agricoltura per illustrare il quinto Conto Energia che può essere consultato: http://www.casaportale.com/public/uploads/26959_Slide_MISE.pdf ■ EPA APPROVA 3 REFRIGERANTI IDROCARBURI PER L’USO DOMESTICO E COMMERCIALE SPINTA DALLA GRANDE DISTRIBUZIONE E DAI GRANDI PRODUTTORI La US Environmental Protection Agency (EPA) ha aggiunto 3 idrocarburi come alternative accettabili in frigoriferi e congelatori domestici, con i limiti di carica ammessa. • I frigoriferi e congelatori domestici: 57 grammi (2,0 once), pari a circa il valore del contenuto di due accendini usa e getta, e ben al di sotto del frigorifero domestico internazionale e standard che ha limite di carica di 150 grammi (5,3 once) • refrigerazione alimentare al dettaglio in unità stand-alone: 150 grammi (5,3 once), pari a circa il valore del contenuto di cinque accendini usa e getta o meno http://bit.ly/HMVIAw ■ NUOVO IMPIANTO PER SPLIT A IDROCARBURI Articolo che spiega che dopo la Cina (azienda Gree) anche l’India ha iniziato la produzione di Impianti di condizionamento Split utilizzando idrocarburi come gas refrigerante (in particolare in questo caso con R290 propano), refrigeranti infiammabili ma di alta efficienza energetica e soprattutto amici dell’ambiente in quanto con basso potere di surriscaldamento della terra, contrariamente agli HFC che hanno un potere 1000 volte superiore. In Europa invece si stanno ancora studiando gli standard normativi per capire se questa soluzione sia priva di rischi per gli utilizzatori e per i tecnici di manutenzione. http://www.hydrocarbons21.com superficiali oppure in zone circostanti al pozzo, in corrispondenza dello strato costituito dalle rocce fratturate, in modo tale che essa possa progressivamente riscaldarsi (o raffreddarsi nel periodo estivo) grazie allʼopera di filtrazione che subisce nel terreno prima di giungere nuovamente allʼinterno del pozzo di captazione. Con tale accorgimento i picchi di richiesta di caldo o di freddo vengono superati senza dover procedere alla predisposizione di pozzi con profondità molto maggiori. VANTAGGI DEI SISTEMI A POZZO SINGOLO Oltre agli aspetti positivi dei sistemi ad anello aperto, quelli a pozzo singolo consentono di ridurre ulteriormente i costi iniziali di scavo per la predisposizione del circuito di captazione dato che richiedono la predisposizione di un solo pozzo. Inoltre possono essere posti in opera anche quando i terreni per la posa del circuito di captazione sono di ridotta superficie. Tale fatto risulta essere particolarmente vantaggioso nelle aree urbane, dove la disponibilità di spazi è contenuta e viene preferita rispetto ad altre soluzioni tecnologiche a patto che le condizioni del sottosuolo siano idonee allo scopo. ● I refrigeranti naturali Speciale nuove tecnologie nei refrigeranti MARC CHASSEROT Shecco UN QUADRO GENERALE Secondo una classificazione generale, “i refrigeranti naturali” sono quelle sostanze che esistono secondo un processo naturale nellʼambiente, mentre “i refrigeranti non naturali” o “refrigeranti sintetici” sono prodotti chimicamente dallʼuomo, non generati dalla natura. Il termine refrigerante “naturale” è stato a volte messo in discussione, poiché non ne preciserebbe lʼesatta natura- infatti anche lʼammoniaca e lʼanidride carbonica attraversano una purificazione industriale e un processo di lavorazione prima di essere usati come refrigeranti. In qualsiasi caso, oggi è presente una distinzione ben netta tra quelle sostanze le cui proprietà chimiche e gli aspetti inerenti alla sicurezza sono stati studiati dagli uomini nella loro interezza, e quei gas fluorurati - data la loro complessità in relazione al loro breve periodo di utilizzo - il cui contributo negativo, confermato e/o ancora sconosciuto, alla riduzione dellʼozono, al riscaldamento globale e alla sicurezza ecologica continua a essere oggetto di studio. I refrigeranti naturali più comunemente usati sono lʼammoniaca (NH3, R717), lʼanidride carbonica (CO2, R744), e gli idrocarburi (HCs), come il propano (R290), lʼisobutano (R600a), e il propilene conosciuto anche come propene (R1270). Sono state sviluppate delle miscele di ammoniaca e di etere dimetilico (R723), oltre a miscele varie di idrocarburi con prestazioni ottimizzate e proprietà di sicurezza (isobutano/propano; R441 etc.). Sono usate anche lʼacqua e lʼaria in minor misura, come nei chiller ad assorbimento e nelle applicazioni di congelamento. Data la loro non tossicità e non infiammabilità, oltre alle loro imbattibili credenziali ambientali in unione alla loro più vasta reperibilità, questʼultime due hanno di nuovo diviso oggi lʼattenzione delle attività di ricerca e sviluppo. I refrigeranti naturali non più in uso sono il biossido di zolfo (SO2) e il cloruro di metile (CH3 Cl). LʼANIDRIDE CARBONICA (ODP=0;GWP=1) Lʼanidride carbonica (il suo simbolo chimico CO2, la sua classificazione come refrigerante R744) è senza colore, inodore e anche più pesante dellʼaria. Con un potenziale di riscaldamento globale=1, la CO2 è il valore di riferimento per comparare un impatto diretto del refrigerante sul riscaldamento globale. Lʼanidride carbonica possiede una classificazione di sicurezza A1 (lo stesso valore dei maggiori refrigeranti con fluorocarburi), che indica una bassa tossicità e non infiammabilità. La CO2 come refrigerante è generata da diversi metodi di produzione come un sottoprodotto. Nonostante la sua non tossicità, se si accumula parecchia anidride carbonica in uno spazio chiuso, essa comincerà a togliere ossigeno provocando lʼasfissia di chiunque si mantenga oltre un certo periodo di tempo allʼinterno dello spazio. Con una lunga vita nellʼatmosfera, la CO2, non genera la formazione di nessun sottoprodotto o di prodotti di decadimento con seri impatti ambientali. Quando viene usata come refrigerante, lʼanidride carbonica funziona generalmente a una pressione più alta rispetto ai fluorocarburi e agli altri refrigeranti. Mentre questo rappresenta una sfida nel campo della progettazione può di solito essere superato nei sistemi progettati specificatamente per lʼuso dellʼanidride carbonica. Lʼanidride carbonica è compatibile con alcuni, ma non tutti, i lubrificanti più comuni usati nei sistemi di refrigerazione. In particolare, non è adatta con il poliestere (POE) e i lubrificanti di etere polivinilico (PVE), e soltanto ha limitate applicazioni con i lubrificanti a base di glicole polialchilene (PAG). È generalmente conosciuta come un refrigerante economico e di facile reperibilità. LʼAMMONIACA Lʼammoniaca (simbolo chimico NH3, classificazione come refrigerante R717) è un gas senza colore a pressione atmosferica. Con zero riduzione dellʼozono e zero potenziale di riscaldamento globale, oltre alla sua breve durata atmosferica, non produce alcun composto o prodotto di decomposizione con impatto ambientale negativo. Generata da una varietà di risorse è compatibile con alcuni, ma non tutti, i lubrificanti più comuni usati nei sistemi di refrigerazione. In particolare, non è adatta con il poliolestere (POE) e i lubrificanti a base di etere polivinilico (PVE), e mostra anche applicazioni limitate con lubrificanti a base di glicole polialchilene (PAG). 35 CARATTERISTICHE DEI REFRIGERANTI NATURALI Refrigerante Ammoniaca Anidride carbonica Propano Isobutano Propilene Acqua Aria Numero refrigerante R717 R744 R290 R600a R1270 R718 R729 Formula chimica NH3 CO2 C3H8 C4H10 C3H6 H2O - Nonostante i suoi indiscussi benefici di efficienza energetica, lʼuso dellʼammoniaca è limitato a certe applicazioni e regioni geografiche, a causa della sua più alta tossicità e delle sue caratteristiche di bassa infiammabilità. Di conseguenza, è assolutamente proibito lʼuso dellʼR717 in spazi chiusi occupati, ma può essere usata in zone non occupate o esterne. In ogni caso, sono stati fatti molti passi in avanti negli ultimi anni per diminuire i rischi per la salute dellʼuomo, particolarmente per le installazioni di ammoniaca nelle zone abitate. Queste misure includono lʼuso dellʼammoniaca in unione ad altri refrigeranti per ridurre e isolare il carico dʼammoniaca, come nei sistemi secondari; usando dispositivi di sicurezza avanzati; utilizzando apparecchiature di contenimento; sistemi di assorbimento ad ammoniaca. È importante notare che lʼammoniaca ha un forte odore tanto da poterne rintracciare con facilità le perdite. Il dispositivo di sicurezza aggiuntivo richiesto aumenterà ovviamente i costi, tuttavia, i produttori dichiarano che sul lungo periodo il risparmio di energia per il funzionamento e i risparmi nella manutenzione avranno maggior peso rispetto al maggior costo inziale. IDROCARBURI Con nessuna caratteristica di riduzione dellʼozono e un impatto di riscaldamento globale bassissimo, il gruppo degli idrocarburi non genera composti e prodotti di decomposizione nellʼatmosfera; i refrigeranti HC possono essere anche usati nei sistemi progettati specificatamente per il loro uso, oppure come sostituto in un sistema progettato per un refrigerante fluorocarburo, rendendolo competitivo a livello di costi persi36 GWP (100 anni) 0 1 3.3 4 1.8 0 0 ODP 0 0 0 0 0 0 0 Punto Temperatura normale di critica ebollizione (°C) (°C) -33.3 -56.6 -42.1 -11.8 -48 100 -194.5 132.4 31.1 96.7 134.7 91 373.9 - no nei paesi in via di sviluppo. Se i refrigeranti idrocarburi possono essere usati in quei sistemi progettati per altri refrigeranti, bisogna segnalare che saranno richieste alcune modifiche per assicurarne la compatibilità, includendo la compatibilità del lubrificante, e trattare le questioni legate allʼinfiammabilità degli idrocarburi. Comunque, le maggiori potenzialità per i refrigeranti idrocarburi si trovano nei nuovi sistemi. I refrigeranti idrocarburi sono infiammabili, e per questo hanno una classificazione di sicurezza A3, ciò significa che hanno una bassa tossicità, ma sono nella scala dei refrigeranti più infiammabili. Gli idrocarburi sono spesso oggetto di severe richieste di sicurezza per quel che riguarda le quantità permesse nelle zone occupate. I refrigeranti idrocarburi sono pienamente compatibili con quasi tutti i lubrificanti più comuni usati nei sistemi di refrigerazione e di condizionamento dʼaria. Unʼunica grande eccezione a questa regola è data da quei lubrificanti contenenti silicone e silicato (additivi che sono comunemente usanti come agenti anti-schiuma). APPLICAZIONI PER IL TRASPORTO MACCHINE E VEICOLI ELETTRICI HC: oltre 20 milioni di condizionatori mobili hanno usato in modo sicuro i refrigeranti idrocarburi, molti trasformati per via dellʼalto riscaldamento globale del refrigerante HFC-134a. Un produttore di veicoli australiano è stato il primo nel mondo a usare gli idrocarburi nella gamma dei veicoli su e fuori strada. Oggi si stima che la quantità di idrocarburi (HC) supera il 10% nel ser- Pressione critica (BAR) 114.2 73.8 42.5 36.48 46.1 217.7 - Peso Categoria molecolare di sicurezza (G/MOL) B2 A1 A3 A3 A3 A1 - 17,03 44.0 44.10 58.12 42.08 18.0 28.97 vizio del settore australiano dei condizionatori dʼaria per i veicoli a motore. Nel 2011, un fornitore australiano di refrigeranti idrocarburi riportò una crescita delle vendite di circa il 12%. Gli idrocarburi possono funzionare come un refrigerante primario nei sistemi MAC (automobili), o nei sistemi con circuito secondario, per un uso più sicuro. Per la loro convenienza economica, i sistemi HC costituiscono un mercato promettente nei paesi in via di sviluppo, nuovamente sarà prioritaria la formazione sullʼinstallazione e la manutenzione. Inoltre, con lʼadozione dei refrigeranti sintetici infiammabili nelle autovetture, i sistemi di sicurezza progettati attualmente potrebbero accelerare lʼuso degli HC. Si dovrebbe notare che gli idrocarburi sono particolarmente utilizzati nei climi caldi e nelle applicazioni con spazio limitato come i sistemi di condizionamento dʼaria portatili. CO2: lo sviluppo dei sistemi MAC con CO2 come modo efficiente dal punto di vista energetico per combinare il condizionamento dellʼaria con le capacità di riscaldamento ha subito un progresso soprattutto in Europa, Giappone e Stati Uniti. Nonostante che tutti i componenti per i sistemi con CO2 siano stati pienamente completati, la commercializzazione nelle autovetture ha subito un ritardo per via dellʼindustria automobilistica. Sono stati ampiamente testati dei prototipi, includendo una macchina della German Federal Environment Agency (UBA). Di particolare interesse per lʼadozione futura di sistemi MAC con CO2 combinati con la funzione a pompe di calore potrebbe essere lʼintroduzione di veicoli elettrici, dove una minore dispersione di calore del motore può essere usata per il riscaldamento del compartimento dei passeggeri. Nuovi impulsi APPLICAZIONI PER IL TRASPORTO PESCHERECCI/PESCHERECCI DA TRAINO CAMION AUTOBUS In prova Ricerca In uso NAVE MERCANTILE NAVE FRIGORIFERA In prova Ricerca In prova AUTOVETTURE In uso VEICOLI ELETTRICI In prova Ammoniaca TRENI Ricerca Anidride carbonica per lʼuso dellʼanidride carbonica come refrigerante si potrebbero avere nei prossimi 5 anni. AUTOBUS, CAMION E TRENI CO2/ HC: finora i sistemi a CO2 per MAC sono stati venduti per circa 30 autobus- tra questi due sono autobus ibridi e elettrici e un altro dotato di un funzionamento reversibile per il riscaldamento combinato- che hanno percorso più di 3,3 milioni di Km in Germania e Lussemburgo. I sistemi CO2 per i treni, che operano come moderne pompe di calore ariaaria, si stanno attualmente testando in Germania, questa volta dalla società ferroviaria Deutsche Bahn. Si attendono potenziali futuri più elevati dalla CO2 e dagli idrocarburi per i sistemi dʼaria condizionata nei veicoli più lunghi. Ci si aspetta un periodo di tempo di tre anni per una commercializzazione più ampia dei sistemi MAC CO2 negli autobus e treni, ciò dipende in larga misura dalle (improbabili) richieste di basso-GWP per il settore dei mezzi di trasporto, oltre ai segnali complessivi mandati dallʼindustria automobilistica e dagli impegni dei In prova Idrocarburi Refrigerazione singoli fornitori del pubblico trasporto. La US Environmental Protection Agency vede la CO2 come lʼunica alternativa a lungo termine percorribile per gli autobus e i treni. I principali fornitori di sistemi hanno annunciato scelte di prodotti con refrigeranti naturali per camioncini, camion e autoarticolati per un futuro prossimo. La CO2 e lʼHC sono anche usati nei trasporti refrigerati. PESCHERECCI E NAVI PORTACONTAINER CO2/NH3: sebbene non venga esercitata attualmente nessuna pressione legislativa sullʼindustria navale, lʼuso dei refrigeranti con basso GWP è destinato a crescere. Sia lʼammoniaca sia lʼanidride carbonica, da sole o in unione, e i sistemi indiretti per le applicazioni a bassa temperatura, sono state usate nei dispositivi di refrigerazione marittima per refrigerare o per congelare la pesca in mare. Insieme, la quota del loro mercato globale si stima essere ancora sotto il 5%. Più recentemente, i sistemi transcritici con CO2 per i container navali sono stati sottoposti a completi test di durata Riscaldamento Aria condizionata attraverso una compagnia di carico delle merci, leader nel mondo, per provarne lʼefficienza e lʼaffidabilità a tutte le temperature ambientali. Il potenziale di risparmio di emissioni potrebbe essere considerevole, dato che il 65% di tutto il trasporto refrigerato avviene attraverso i container navali. RIVISTA DIGITALE La rivista può essere pure sfogliata online in formato digitale. Al seguente link: http://bit.ly/rivista2-2012 può prendere visione della bozza del Decreto Patentino Frigoristi, la sintesi commentata e le competenze di conoscenza minime richieste. 37 I refrigeranti idrocarburi Speciale nuove tecnologie nei refrigeranti DANIEL COLBOURNE Corso del Centro Studi Galileo sugli idrocarburi per le Nazioni Unite UNDP - delegazione del Ghana: sulla sinistra il docente ing. Claudio Zilio dell’Università di Padova. GIZ-Proklima: “Guideline for the safe use hydrocarbon refrigerants” More information: www.gtz.de/proklima ESEMPIO DI TEST PER LA SIMULAZIONE DI UNA PERDITA Lʼimmagine sottostante mostra i risultati della simulazione di una perdita in un vano refrigerato su un termostato. Il metodo è quello qui descritto. Da una bombola regolata elettronicamente in una vaschetta dellʼacqua a 32°C, è stato introdotto lʼR600a a un “punto critico” nello scomparto nellʼarea schiumata attraverso un tubo capillare. Punti di campionamento collegati a un analizzatore del gas a infrarossi sono stati posizionati vicino al termostato e un altro in mezzo al vano frigo. Sono stati introdotti 30 grammi (che sono lʼ80% della carica nominale) di R600a ad ogni giunto critico. A seconda delle condizioni, il tempo di rilascio era approssimativamente di sette minuti. Durante il primo test, dal primo “punto critico” unʼirrilevante quantità di gas è penetrata nel vano (dato non mostrato perché concentrazione <0,1% di LFL). Il secondo test dal secondo “punto critico” ha mostrato che cʼè stata una notevole crescita di concentrazione di gas. Comunque, si può notare che cʼè un ritardo tra il tempo di rilascio e la formazione del gas – questo è dovuto alla graduale migrazione del refrigerante attraverso la schiuma allʼinterno delle pareti dello scomparto. Comunque né la concentrazione allʼinterno del vano, né, importante, la concentrazione allʼinterno del recinto si sono avvicinate alle minime concentrazioni dei principi del test (ad es., 40%, 50% o 75% del LFL). Quindi, in questo esempio, la scatola del termostato non è considerata come una potenziale fonte di ignizione. allʼinterno del vano frigo allʼinterno della scatola del termostato % di LFL 50% di LFL 40% di LFL Tempo dallʼinizio del rilascio (min) 38 80% di LFL TEST DI SIMULAZIONE DELLE PERDITE PER POTENZIALI FONTI DI IGNIZIONE Quando si usano i refrigeranti HC, potrebbe essere necessario effettuare un test per determinare se i componenti elettrici sono potenziali fonti di ignizione, e questo riguarda un campione per ogni sistema di refrigerazione. Questo tipo di test è descritto nella maggior parte delle relative norme, nonostante ci siano delle variazioni, che dipendono da quale tipo di impianto le norme comprendono. I test inclusi nel EN 378, EN60335-224, EN60335-2-40 e EN 60335-2-89 sono esposte in modo dettagliato qui di seguito. Ci sono delle differenze tra i test dettagliati di alcune norme, in parte dovute alle caratteristiche dellʼimpianto, e in parte dovute allʼincoerenza nella redazione dei requisiti. La metodologia generale è la condizione che viene applicata a tutti i test, e le variazioni in base al tipo di impianto sono identificate nella Tabella 1. In generale ci sono due tipi di impianto: lʼimpianto di refrigerazione per la conservazione (es. i refrigeratori domestici e commerciali, i congelatori, ecc.), e tutti gli altri impianti. Nonostante i requisiti dei test esposti in precedenza derivino dalle norme che vengono applicate ad apparecchi di refrigerazione domestici e commerciali che usano più di 150 g di refrigerante HC, i metodi per i test, dal EN 378 che si applica agli altri impianti, non sono così adatti per Tabella 1. SCHEMA DEI REQUISITI DEI TEST EFFETTUATI SU DIVERSI TIPI DI IMPIANTI. Scomparto refrigerato/congelatore Criterio Tutti gli altri sistemi Sistema di raffreddamento protetto Sistema di raffreddamento non protetto Dimensione della perdita 50% della carica ±1.5 g → Per i componenti all’interno dello spazio confinato 80% della carica di refrigerante nominale ±1.5 g o il massimo che può essere immesso in 1 ora, qualsiasi sia la più bassa Frequenza della perdita quantità costante sopra all’ora → Per i componenti all’interno dello spazio confinato Secondo la quantità di rilascio, questa viene fatta attraverso un tubo capillare del diametro di 0.7 mm ± 0.05 mm e una lunghezza tra i2e3m Localizzazione del rilascio Nel punto di accesso più vicino ai punti critici nelle parti esterne del circuito di raffreddamento → Per i componenti all’interno dello spazio confinato Nella direzione più sfavorevole Modalità di funzionamento Apparecchio spento o che funziona in condizioni normali, a seconda di quale dia il risultato meno favorevole 80% della carica di refrigerante nominale ±1.5 g La quantità di rilascio totale in un tempo che non eccede i 10 minuti Il più vicino possibile al centro della parete posteriore dello scomparto, un terzo di altezza verso il basso Vengono effettuati due test: (a) dove 30 minuti dopo che l’iniezione è completata, la porta o il coperchio viene aperto ad una frequenza costante in un tempo tra i 2 s e i 4 s, ad un’angolazione di 90° o al massimo, a seconda di quale sia il minore; (b) così come (a), eccetto l’avvio, la porta o coperchio è sottoposto ad una sequenza di apertura/chiusura ad una frequenza costante tra i 2 s e i 4 s. Per più di una porta o coperchio, viene usata la sequenza o combinazione di apertura dei coperchi o porte meno favorevole. Se attrezzato con i motori della ventola, il test viene svolto con la combinazione di funzionamento del motore meno favorevole La quantità totale di rilascio è la carica nominale totale o la quantità massima che perde basata su test Condizionatori d’aria, pompe di calore, ecc (sopra i 5 kg): Quantità totale di rilascio ±5% in quattro minuti Altri sistemi: Quantità totale di rilascio a 0.0017 kg/s (100 g/m) per 1 m3 del volume interno confinato dell’impianto Nella direzione più sfavorevole Apparecchio spento o che funziona in condizioni normali, a seconda di quale dia il risultato meno favorevole (a meno che un prespurgo sia attivato prima di dare energia a qualsiasi carico, nel qual caso il test viene svolto mentre l’apparecchio è in funzione) → Per i componenti all’interno dello spazio confinato L’apparecchio è testato con porte e coperchi chiusi, ed è spento o funziona normalmente, a seconda di quale dia il risultato più sfavorevole. Durante un test in cui l’apparecchio è in funzione, l’immissione di gas viene avviata all’accensione dell’apparecchio. Temperatura della bombola del refrigerante 32 °C ± 2 K per la simulazione della perdita su circuiti nella parte di bassa pressione, o 70 °C ± 2K per la simulazione della perdita su circuiti nella parte di alta pressione. 20-25°C Dimensione della stanza del test Non specificata Volume ≥ 4 x M / LFL, altezza ≥ 2.2 m Durata del test Fino a quando le concentrazioni cominciano a scendere → Per i componenti all’interno dello spazio confinato Almeno 1 h dopo che l’immissione del gas si è fermata lʼimpianto di refrigerazione per la conservazione che usa cariche più grandi. Comunque, questi test sono sensibili anche al modello dellʼimpianto (al momento del test) e ovviamente allʼapproccio adottato da chi compie il lavoro. Quindi, vengono fornite qui di seguito altre opzioni che permetteranno di effettuare una serie di test ancora più efficaci. INSTALLAZIONE DELLE TUBAZIONI Fino a quando le concentrazioni iniziano a scendere Quando i sistemi sono installati allʼinterno, allʼesterno o in una sala macchine, possono essere necessarie ulteriori tubazioni, cosa a cui si dedica questa sezione e che si può applicare a tutte le situazioni. Inoltre, i requisiti per lʼinstallazione sul posto delle tubazioni sono identici a quelli per le tubazioni nei sistemi monoblocco. Ci sono alcuni requisiti generali per le Non indicato (fino a quando le concentrazioni iniziano a scendere) tubazioni usate per qualsiasi tipo di refrigerante, a cui i manuali pertinenti dovrebbero far riferimento. Qui, sono fornite le linee guida in particolare per tubazioni destinate a refrigeranti HC: ● Le tubazioni installate non devono rappresentare un pericolo per le persone, e il passaggio per vie di fuga e di accesso non deve essere ristretto ● Nessuna valvola o giunto smontabile deve essere collocata in zone accessibili al pubblico 39 SVILUPPO DI UN IMPIANTO A R290 PER I SISTEMI DI UN SUPERMERCATO Si possono considerare varie opzioni per i sistemi di refrigerazione di un supermercato, e una di queste possibilità è quella di adottare un impianto speciale ventilato che comprende lʼintero sistema di refrigerazione, che offre raffreddamento ad un circuito di trasferimento di calore secondario, che è inserito in unʼarea di vendita. La principale possibilità di progetto per lʼimpianto di refrigerazione è un sistema autonomo collocato in un involucro a tenuta di gas. Posizionando le parti che contengono il refrigerante al di fuori (ad es. sul tetto), molti degli elementi essenziali delle relative norme (ad es. la Direttiva ATEX) possono essere rispettati. Quindi, bisogna prestare una particolare attenzione alla progettazione dellʼimpianto così che quando si considerano le norme per unʼarea pericolosa, è possibile usare componenti che non siano da regolare, cioè che siano efficienti economicamente. Riassumendo: ● Tutte le tubazioni, come connessioni tra diversi componenti di circuito, come lo scambiatore di calore, le valvole, il pressostato, le unità di controllo, il compressore, le pompe, ecc, sono create con connessioni brasate, perciò viene esclusa quasi del tutto la possibilità di una perdita. Tutti i componenti e le linee di collegamento sono collocate allʼinterno dellʼimpianto. ● Visto che lʼR290 è più denso dellʼaria, questa si raccoglierà alla base dellʼimpianto in caso di perdita, per questo la base è costruita a prova di perdita in modo che ogni emissione sarà trattenuta allʼinterno dellʼimpianto. ● Dentro allʼinvolucro a tenuta di gas, viene posizionato almeno un sensore di gas, che al momento di una Allʼinterno di spazi occupati, le giunzioni non permanenti non sono consentite eccetto nel caso di unità divise in cui lʼubicazione crea delle giunzioni collegando direttamente lʼu- ● concentrazione preimpostata eccessiva isola lʼalimentazione di elettricità dai componenti elettrici. ● Cʼè una ventola supplementare nella parete dellʼimpianto che non deve essere già regolata; questa ventola arieggia lʼimpianto diverso da quello a prova di gas verso lʼambiente, principalmente con lo scopo di dissipare il calore derivante dai componenti del sistema (ad es. compressori). ● Nel caso di un rilascio di refrigerante, lʼalimentazione di elettricità alla ventola supplementare viene bloccata, prima che la ventola già regolata inizi a scaricare il refrigerante rilasciato. ● Inoltre, la cabina di controllo elettrico allʼinterno dellʼimpianto che alimenta i componenti del circuito, è del tutto separata (dal terreno aperto) dallʼimpianto di refrigerazione – questa totale separazione è necessaria perché in caso di emergenza, la cabina di controllo rimane operativa. ● Questa cabina remota controlla anche la ventola già regolata e altri componenti nellʼarea fuori dallʼimpianto, come quelli associati al circuito secondario. Un ulteriore vantaggio a questa soluzione è che i macchinari per il circuito secondario come le pompe, ecc. sono anchʼesse montate allʼinterno dellʼimpianto, cosa che si dimostra utile in termini di versatilità di posizionamento e montaggio di tutti i componenti, e che richiede solo di agganciarsi alle linee principali del circuito secondario seguendo la sua installazione. Inoltre, visto che lʼintero sistema di refrigerazione è sigillato in fabbrica, non è necessario un test di robustezza, tenuta e ricarica sul posto, in tal modo viene migliorato il controllo totale sulla qualità e viene ridotto il potenziale di errore. nità interna alle tubazioni. Qualsiasi collegamento brasato, saldato o meccanico deve essere completato prima dellʼapertura delle valvole per permettere al refrigerante ● SOCIETÀ LEADER NEL SETTORE REFRIGERAZIONE INDUSTRIALE ZONA NORD MILANO RICERCA TECNICO/FRIGORISTA DA INSERIRE PROPRIO SERVIZIO ASSISTENZA POST-VENDITA/ESTERNO GRADITA CONOSCENZA INGLESE E/O TEDESCO INVIARE CURRICULUM Mail: [email protected] Fax: 0261296819 40 di fluire tra le parti del sistema refrigerante ● Il sistema deve essere fornito di una valvola di accesso per evacuare le tubature interconnesse e/o qualsiasi parte scarica del sistema refrigerante, anche se almeno una parte del sistema è pre-caricata e dovrebbe, quando possibile, essere collocata allʼesterno ● Non si dovrebbero usare connessioni a cartella, ma dove è assolutamente necessario le giunzioni a cartella dovrebbero essere usate solo con tubi ricotti e per tubi della misura non superiore ai 19 mm e non inferiore ai 9 mm di diametro esterno, e per luoghi in cui le giunture possano essere esposte a controlli ● I tubi del refrigerante e i connettori flessibili devono essere protetti o rinchiusi per evitare danni meccanici ● Leghe saldate a bassa temperatura, come leghe di stagno/piombo, non sono consentite per la connessione dei tubi ● Se la tubatura passa attraverso canali di servizio, luoghi di passaggio, questi devono avere una presa dʼaria perché il luogo sia sicuro per evitare pericolosi accumuli, cioè, se la concentrazione supera lʼLFL ● I canali o i condotti non dovrebbero contenere cavi elettrici o potenziali fonti di ignizione ● Nei luoghi in cui le tubazioni passano attraverso spazi occupati, la carica massima di refrigerante permessa non deve superare la carica di refrigerante ammessa (vedi Industria & Formazione), o se la misura della carica del sistema supera lʼ1.5 kg di refrigerante, il sistema di tubature non deve passare attraverso spazi occupati ● È possibile far passare le tubature attraverso il condotto di ventilazione così che se ci fosse una perdita di refrigerante, questo passerà lungo il condotto verso lʼuscita; in questo caso il condotto deve essere rigido, chiuso ermeticamente, continuo, resistente al fuoco e sufficientemente protetto da avarie meccaniche esterne cause di disconnessioni e non deve essere possibile per altri alterarlo in qualsiasi altro modo ● Le tubazioni del refrigerante non devono essere collocate nelle trombe degli ascensori, ingressi pubblici, corridoi, scale, pianerottoli, entrate o uscite, escluse le seguenti eccezioni, cioè che le tubazioni non abbiano giunture, valvole o controlli meccanici al loro interno e siano protetti da danni accidentali SVILUPPO DI UN IMPIANTO R290 PER I SISTEMI DI UN SUPERMERCATO Questa figura mostra la visione dallʼalto di un impianto di sistema di refrigerazione connesso con la cabina di controllo e il condensatore raffreddato ad aria. Cabina di controllo Impianto Sensore di gas Condensatore di refrigerante HC R290 (raffreddato ad aria) Ventilatore ATEX Componenti del sistema di refrigerazione Ventilatore Connessioni per i circuiti di liquido incongelabile Dovrebbero essere applicati dei segnali alle tubazioni o degli isolanti che indichino la presenza di gas infiammabile In particolare in riferimento alle tubazioni con valvole di sfogo o tubazioni che contengono punti di carica refrigerante: ● Le tubazioni con dispositivi di sicurezza valvole di sfogo devono essere scaricate in un luogo sicuro ● Se lo scarico è verso lʼatmosfera, il refrigerante deve essere fatto sfoga● Direzione del flusso dʼaria Installazione di scarico re attraverso un tubo della corretta misura (come richiesto dagli standard pertinenti), e ad unʼaltezza sufficiente in modo da prevenire pericoli locali, inclusa la possibilità di unʼignizione del vapore di scarico; una equazione può essere usata per fare una stima della distanza di sicurezza ● Segnali che indichino la presenza di gas infiammabile devono essere posizionati alle uscite di sfogo di sicurezza ● Dove sia ragionevolmente effettuabile, i punti di carica per i sistemi di refrigerazione che contengono più di 1.5 kg di refrigerante HC dovrebbero essere posizionati allʼaria aperta ● Dei segnali di avvertimento della presenza di refrigerante infiammabile dovrebbero essere applicati nei punti di ricarica Bisogna prestare attenzione a emarginare i refrigeranti HC dai luoghi in cui si stanno effettuando saldature o brasature. Questo si può ottenere recuperando refrigerante e spurgando la sezione del tubo con azoto secco senza ossigeno (OFDN). ● 41 Apparecchi fissi di rilevazione delle perdite Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF 152ª lezione di base Verifiche per il corretto funzionamento ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI CENTOCINQUANTADUESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 15 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alla voce “articoli” e inoltre alla voce “organizzazione corsi” 1) calendario corsi 2012, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica. È ORA DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni 0142.452403 42 PIERFRANCESCO FANTONI Introduzione La componentistica dei rilevatori fissi delle fughe di refrigerante è, oramai, prevalentemente basata sulla tecnologia elettronica. In caso di cattivo funzionamento dellʼapparecchiatura è possibile eseguire alcune semplici verifiche attraverso misure di tensione, resistenza e corrente che consentono di stabilire se i vari componenti riescono a dialogare correttamente tra loro. Nei casi peggiori può anche essere necessario ricorrere alla sostituzione del microprocessore che gestisce lʼoperatività delle varie funzioni. Per tutte le operazioni di controllo o sostituzione di componenti ci si deve sempre riferire alle indicazioni che fornisce il costruttore dellʼapparecchiatura ed ai relativi schemi elettrici: quanto viene riportato di seguito, quindi, va inteso come metodologia generale di approccio per la soluzione delle problematiche di funzionamento. Procedura di controllo e ricerca guasti Per verificare il funzionamento di un dispositivo di controllo fisso delle perdite di refrigerante ci si può riferire, in prima battuta, a quanto riportato in figura 1. Generalmente ogni apparecchiatura è corredata di un proprio schema elettrico in cui vengono evidenziati i principali componenti ed i relativi col- legamenti da eseguire. È possibile, però, che nel tempo tali informazioni possano andare smarrite o non accompagnino più lʼapparecchiatura nel luogo in cui è installata. Sostanzialmente possiamo pensare ad una serie di schede elettroniche che gestiscono tutti i componenti elettrici che fanno parte del sistema di rilevazione delle perdite, il sistema di ventilazione e gli allarmi visivi e sonori. Il tutto viene coordinato da una scheda madre principale. La prima verifica da compiere è che la scheda principale sia correttamente alimentata (tensione nominale di funzionamento). Controllo dei sensori di rilevazione La scheda madre riceve il segnale dai sensori di rilevazione che, in base a quanto rilevato, inviano un segnale elettrico in bassa tensione alla scheda. Solitamente i sensori lavorano con basse tensioni, dellʼordine dei 5 V e particolare attenzione va posta nel fatto che cavi di collegamento troppo lunghi tra scheda e sensori assieme ad una inadeguata scelta della sezione del conduttore possono portare a cadute di tensione troppo elevate, compromettendo il corretto funzionamento delle sonde. Così, uno dei controlli principali da compiere è che se si hanno 5 V allʼuscita della scheda tale tensione la si ritrovi anche al termine del cavo di collegamento, allʼingresso della sonda di rilevazione. Figura 1. Schema a blocchi dei componenti elettrici/elettronici di un rilevatore fisso delle perdite. mente il funzonamento delle ventole stesse. È anche possibile che taluni rilevatori siano provvisti di unʼopzione che arresta il funzionamento delle ventole VL in maniera periodica in modo tale da favorire lʼopera di rilevazione da parte dei sensori: in caso di fughe di piccola entità, infatti, lʼazione continua delle ventole può rendere la concentrazione del refrigerante nellʼaria talmente diluita da essere più difficilmente rilevabile. Controllo degli allarmi visivi e sonori Sono possibili anche delle tolleranze, generalmente dellʼordine del 4÷5% rispetto al valore nominale, cosicchè anche tensioni di 4,7÷4,8 V possono essere tollerate. Per i valori specifici occorre sempre riferirsi a quanto indica il costruttore dellʼapparecchiatura. A seconda della tipologia di sensore è possibile anche misurare un ben determinato valore della resistenza elettrica. Controllo della gestione dei ventilatori La scheda principale può gestire anche il controllo dei ventilatori del locale. In alcuni casi la ventilazione viene distinta in due tipologie: quella che garantisce la corretta aerazione della sala macchine durante il normale funzionamento dellʼimpianto (VL) e quella che viene attivata in caso di emergenza (VE) per evitare situazio- ni di pericolo in caso di grosse fughe di gas (soprattutto se il refrigerante impiegato è infiammabile o tossico). Per quanto riguarda le ventole, innanzitutto va verificata la corretta alimentazione elettrica (220-230 V) delle stesse, oltre ad accertarsi del regolare funzionamento dei relè che comandano il loro funzionamento che sono collocati allʼinterno della relativa scheda per la gestione delle ventole. Lʼalimentazione della bobina generalmente avviene in bassa tensione (12 o 24 V) mentre i contatti gestiscono lʼalta tensione (contatti di potenza). Sugli appositi morsetti della scheda vanno verificati i corretti valori delle tensioni appena indicati. Inoltre, durante il funzionamento delle ventole, va appurato che lʼassorbimento di corrente da parte di queste ultime non superi i valori massimi indicati dal costruttore, altrimenti la scheda non è in grado di gestire corretta- Anche le eventuali lampade di allarme che vengono collegate esterneamente allʼapparecchiatura costituiscono, come i ventilatori, un carico che va alimentato solitamente a 220230 V. Parimenti a quanto detto precedentemente, quindi, sulla scheda di gestione degli allarmi visivi vanno misurate due tipi di tensioni. Questʼultima, infatti, comunica con la scheda principale attraverso un collegamento a bassa tensione (12 V ad esempio) attraverso il quale la scheda principale provvede a comandare la bobina del relè che aziona i contatti per lʼaccensione e lo spegnimento delle lampade di allarme. Tali contatti funzionano ad alta tensione e quindi dovrà essere verificata una tensione di 220-230 V quando sono aperti e di 0 V quando invece sono chiusi. Sul libretto di istruzioni dellʼapparecchiatura dovrebbe anche essere riportato il valore massimo dellʼintensità di corrente che la scheda può sopportare per lʼalimentazione delle lampade. Per quanto riguarda gli allarmi sonori valgono le medesime considerazioni e vengono richiesti gli stessi controlli sulle tensioni in uscita dalla scheda principale ed in ingresso alla scheda di controllo specifica. Controllo degli allarmi telefonici Quando lʼapparecchio fisso di rilevazione delle fughe è dotato della possibilità di avvisare a distanza di una situazione di allarme deve essere col43 legato ad una presa telefonica. Anche in questo caso verificare la presenza della corretta alimentazione della scheda, solitamente in bassa tensione (12 V cc). Sostituzione del microprocessore Quando la gestione degli allarmi risulta essere non conforme alle specifiche del costruttore la causa dellʼinconveniente può essere il cattivo funzionamento del microprocessore. Alcuni modelli di rilevatori permettono anche facilmente la sua sostituzione. Il microprocessore si trova generalmente nella scheda principale e contiene in memoria anche tutti i parametri che regolano il funzionamento dellʼapparecchiatura. Il microprocessore è il “cervello” del sistema e consente di attivare le varie azioni di allarme previste confrontan- 44 do i dati che sono situati in memoria con quelli che provengono dai sensori di rilevazione. La procedua di sostituzione non risulta generalmente difficoltosa, dato che consiste principalmente nellʼestrarre il componente dalla sua sede e di reinserirlo nella medesima posizione. Va posta attenzione a non piegare gli eventuali piedini presenti che assicurano normalmente la continuità delle connessioni elettriche. Uno degli accorgimenti cui si deve porre particolare attenzione è quello di essere sicuri, prima di iniziare lʼoperazione di sostituzione, di non essere fonte di elettricità statica, in quanto essa può scaricarsi durante le lavorazioni e danneggiare irrimediabilmente i componenti elettronici. Per tale motivo prima di iniziare il lavoro conviene toccare la massa dellʼapparecchiatura in modo da portarsi al suo medesimo potenziale elettrico. Una volta sostituito il componente va riprogrammata lʼapparecchiatura procedendo allʼinserimento dei dati necessari al suo funzionamento. In particolare, va impostato il tipo di gas che deve essere monitorato, i valori a cui lʼapparecchiatura deve segnalare la presenza di fughe, deve eventualmente comandare lʼavvio della ventilazione supplementare del locale macchine, deve azionare gli allarmi acustici e visivi. Inoltre vanno impostati gli intervalli di tempo secondo i quali lʼapparecchio deve registrare i dati ed altre funzioni opzionali, come ad esempio la temperatura e la pressione media del locale in cui sono posizionate le sonde. ● È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. I problemi del frigorista Sistemi di raffreddamento del compressore ermetico LUIGI NANO Coordinatore pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo ASSISTENZA TECNICA AGLI ABBONATI-ASSOCIATI Dietro richiesta di numerosi abbonati-associati riprendiamo una serie di argomenti riguardanti la manutenzione dei compressori con un ciclo di articoli curati da Luigi Nano. Invitiamo gli abbonati, che hanno già preso visione delle videolezioni o hanno già partecipato ai corsi nazionali del Centro, a telefonare alla segreteria generale (tel. 0142/452403) per qualunque problema tecnico che desiderano risolvere. Saranno messi direttamente in contatto con i maggiori esperti del settore (3040 anni di esperienza) collegati con la rivista. I lettori per qualunque problema commerciale potranno inoltre mettersi in contatto loro direttamente con i nominativi (di industrie e relativi tecnici), elencati periodicamente. La vita di un motore elettrico convenzionale dipende dalla classe di isolamento dei materiali usati e dalla sua temperatura di funzionamento. La temperatura di funzionamento gioca un ruolo determinante nella durata di vita dei motori elettrici dei compressori ermetici perché è in presenza di alte temperature che si formano nel sistema frigorifero quegli acidi che distruggono lʼisolamento del motore. Gli acidi si formano principalmente per decomposizione termica e catalitica del fluido refrigerante. Attualmente, quasi tutti i costruttori di compressori ermetici adottano, per i conduttori degli avvolgimenti, smalti isolanti di tipo sintetico di elevatissima qualità, adatti a sopportare temperature continuative dellʼordine dei 140° C. Anche la tensione di alimentazione influenza la temperatura del motore e quindi quella del compressore. Una tensione di alimentazione più bassa di quella di targa provoca un aumento dello scorrimento e un elevato assorbimento, quindi un aumento di temperatura nellʼavvolgimento. Provoca inoltre problemi di partenza e un forte riscaldamento durante le fasi di spunto. Nel funzionamento ad alta tensione il rendimento diminuisce e di conseguenza le perdite sono maggiori. Perciò la temperatura negli avvolgimenti risulta sovente più elevata anche in presenza di tensioni di alimentazione più alte di Sistemi di raffreddamento dei compressori ermetici Circolazione dʼaria a convezione naturale (S) A mezzo raffreddamento dʼolio (OC) Circolazione dʼaria forzata a mezzo motoventilatore (V) A mezzo refrigerante aspirato fino a 200 W (LBP) quelle di targa. Nel caso di motori trifase è necessario che il carico sulle tre fasi sia bilanciato. Uno sbilanciamento del 3% su di una fase può causare uno sbilanciamento della corrente del 25% e un surriscaldamento in quella fase superiore al 50%. Per mantenere entro i limiti fissati la temperatura degli avvolgimenti si fa ricorso a uno dei sistemi di raffreddamento indicati in tabella. Qualunque sia il sistema di raffreddamento previsto tra i primi tre indicati in tabella (S-OC-V), si considera come implicito che il refrigerante aspirato dal compressore partecipi sempre al raffreddamento del compressore stesso. Per ottenere un adeguato raffreddamento del compressore, la temperatura del refrigerante allʼaspirazione non deve superare i valori prescritti o comunque tali da consentire che la Potenza assorbita oltre 200 W (LBP) oltre 400 W (HBP) oltre 1.000 W (AC) ● ● oltre 5.000 W (AC) ● ● ● ● ● LBP: dallʼinglese Low Back Pressure (compressori per basse pressioni di aspirazione) HBP: dallʼinglese High Back Pressure (compressori per medie e alte pressioni di aspirazione) AC: dallʼinglese Air Conditioning (compressori per condizionamento dʼaria) 45 SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO DEL COMPRESSORE ERMETICO Raffreddamento dei compressori ermetici con potenza assorbita compresa tra 200 e 400 W a mezzo di raffreddatore dʼolio. Il condensatore dispone di due circuiti indipendenti. Raffreddamento di un compressore ermetico a mezzo di circolazione dʼaria forzata assicurata dal ventilatore del condensatore ad aria. Raffreddamento dei compressori ermetici con potenza fino a 200 W assorbiti con circolazione dʼaria a convezione naturale. 46 Raffreddamento di un compressore ermetico a bassa temperatura, montato su condensatore ad acqua, a mezzo di ventilatore supplementare. temperatura di scarico, rilevata con un termometro applicato a contatto della tubazione di scarico, a circa cm 10 di distanza dal compressore, non superi 90-100°C. La possibilità di raffreddare adeguatamente il compressore, per mezzo del refrigerante aspirato, dipende dalla temperatura di evaporazione, dalla temperatura di condensazione e conseguentemente dal carico del motore elettrico. Un abbassamento della temperatura di evaporazione provoca una riduzione del carico del motore e un probabile abbassamento della temperatura del refrigerante aspirato dal compressore. Quasi sempre questi vantaggi si rivelano inadeguati a compensare la riduzione di portata del refrigerante del compressore. Un aumento della temperatura di condensazione non provoca soltanto una riduzione di portata di refrigerante del compressore ma anche un aumento del carico del motore e un innalzamento della temperatura del refrigerante nel cilindro del compressore. Un condensatore ben dimensionato riduce i carichi del compressore e, in qualche caso, può addirittura consentire lʼimpiego di un compressore di minore capacità. La portata di refrigerante del compressore è espressa in Kg/h ed è correlata alla temperatura di evaporazione e alla temperatura di condensazione. È la differenza tra la pressione di condensazione e quella di evaporazione che determina la portata del compressore. Più alta è questa differenza (ovvero questo rapporto, che è detto rapporto di compressione e che corrisponde alla pressione assoluta di scarico diviso la pressione assoluta di aspirazione), minore è la portata del compressore. Per comprendere lʼinfluenza che il gioco di queste pressioni ha sulla portata del compressore, e quindi sulla sua capacità, occorre rifarsi alla sequenza illustrata nelle figure A-B-C-D. La figura A rappresenta il pistone in movimento, nel momento in cui ha appena superato il punto morto esterno. La pressione nello spazio nocivo coincide praticamente con quella esistente nel condotto di scarico. Entrambe le valvole a lamelle, il cui movimento è automatico e viene determinato dalle differenze di pressione Figura A Figura B Figura C Figura D che si generano tra i condotti e il cilindro, sono chiuse. Nella figura B il pistone ha compiuto il tratto della sua corsa verso il punto morto interno necessario sia per far espandere il gas compresso intrappolato nello spazio nocivo, sia per ridurre ulteriormente la pressione nel cilindro a un valore più basso di quello esistente nel condotto di aspirazione. È in corrispondenza di questo punto della corsa del pistone che la valvola di aspirazione inizia ad aprirsi. Il punto in cui ha inizio lʼapertura della valvola di aspirazione dipende dalla pressione di scarico e da quella di aspirazione: più alta è la pressione di scarico e più bassa quella di aspirazione, maggiore è il ritardo nellʼapertura della valvola di aspirazione e minori risulteranno sia la portata sia la capacità del compressore. Più alta è la pressione di scarico maggiore sarà la quantità di refrigerante che resta intrappolata nello spazio nocivo. La riduzione di portata, che si accompagna alle basse temperature (e quindi basse pressioni) di aspirazione e alle alte temperature (e quindi alte pressioni) di condensazione, impone lʼuso di un sistema di raffreddamento integrativo (S-OC-V) su tutti i compressori di bassa temperatura e su quelli che lavorano a elevate temperature ambiente. ● 47 Sicurezza e salute dei lavoratori: la formazione obbligatoria Su www.centrogalileo.it corsi obbligatori sulla sicurezza PARTE SECONDA MATTEO CAROBBA Due parole sul D.lgs. 81\2008: La formazione come diritto dei Lavoratori. Il TU (testo unico di Sicurezza sul lavoro) ha rafforzato il principio dell’AUTOTUTELA, secondo il quale ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza in quanto la sua integrità fisica, cioè la sua salute, è il bene più prezioso che lo riguarda. Da qui l’interesse per la sua sicurezza individuale nella tutela della sicurezza collettiva. Le disposizioni del TU, agli articoli 36 e 37, hanno inoltre posto l’accento sui concetti dell’informazione e della formazione, definendo i contenuti minimi obbligatori per i lavoratori. Il Legislatore, considerato il ruolo centrale dell’informazione e formazione nell’ambito del progetto “cultura sicurezza”, stabiliva nel TU severe sanzioni sia per il datore di lavoro e per il dirigente, in caso di mancato rispetto dell’obbligo di formazione dei lavoratori, sia per il lavoratore stesso, qualora questi non partecipasse ai programmi informativi e formativi organizzati dall’azienda. Il 21 Dicembre 2011, sono stati approvati gli Accordi Stato-Regioni relativi alla formazione sulla sicurezza dei lavoratori, dei dirigenti e dei preposti, nonché dei Datori di lavoro RSPP. Detti accordi sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 8 dell’11 gennaio 2012 e sono quindi entrati in vigore il 26 Gennaio 2012. Sebbene vi siano alcuni nodi da sciogliere (prossimamente sarà emanata un’ulteriore nota esplicativa), gli accordi definiscono la durata, i contenuti e le modalità della formazione da svolgere. La novità principale riguarda l’individuazione della durata della formazione in base al 48 L’ATTIVITÀ DI INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI FRIGORIFERI E DI CLIMATIZZAZIONE: IL RUOLO CENTRALE DELLA FORMAZIONE ALLA SICUREZZA. * * * GLI ACCORDI STATO REGIONI ENTRATI IN VIGORE IL 26/01/2012 DEFINISCONO I CONTENUTI E LE MODALITÀ DELLE FORMAZIONI OBBLIGATORIE INERENTI LA SICUREZZA SUL LAVORO. rischio dell’attività aziendale: basso, medio, alto. Ne risulta che per le attività di installazione e manutenzione di impianti frigoriferi e di climatizzazione sono obbligatorie 16 ore di formazione. Gli accordi Stato-Regioni approvati il 21 dicembre 2011 hanno infatti cominciato a disciplinare quelle modalità formative che prima erano distribuite ed attribuite a tutti i lavoratori in modo generico, al di là dell’effettivo livello di rischio della loro attività lavorativa. Il percorso formativo si articola in due moduli distinti (formazione generale e formazione specifica) i cui contenuti sono individuabili alle lettere a) e b) del comma 1 e al comma 3 dell’articolo 37 del D.Lgs. n° 81/08. Nella parte generale si trattano i concetti generali in tema di prevenzione e sicurezza sul lavoro, tra i quali: - concetti di rischio - danno - protezione - organizzazione della prevenzione aziendale - diritti, doveri e sanzioni per i vari soggetti aziendali - organi di vigilanza, controllo e assistenza Durata minima: 4 ore per tutti i settori. Nella parte specifica invece, si trattano quei rischi caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda, quale risultanza della valutazione del rischio; ad esempio: - rumore e rischi derivanti all’udito - rischio da temperature ambientali critiche (esempio celle frigo e tetti in estate) - rischi da saldatura e brasatura - rischi da riempimento, stoccaggio e trasporto bombole di gas refrigerante - rischio elettrico - rischio da uso di gas refrigerante in spazi confinati - rischio da impianti a pressione - rischio cantiere (titolo IV dlgs 81\08 ex 494\96) - rischio da lavori in quota e caduta dall’alto - rischio da carichi sospesi - rischio da movimentazione manuale dei carichi - rischio da interferenza - rischio da contaminazione (es. legionellosi) - valutazione rischio incendio - analisi incidenti e infortuni mancati - emergenze e procedure di pronto soccorso - procedure di esodo e incendi Durata minima: 4, 8, oppure 12 ore in funzione dei rischi riferiti alle mansioni (per il settore manutenzione e installazione degli impianti frigoriferi e di climatizzazione 12 ore). Per i preposti, cioè per coloro che, in ragione delle competenze professionali e nei SI RICORDA A TUTTE LE IMPRESE CHE, SALVO ULTERIORI PROROGHE, SECONDO QUANTO PREVISTO DAL D.LGS 81/2008, A PARTIRE DAL PROSSIMO GIUGNO 2012 NON SARÀ PIÙ POSSIBILE PER I DATORI DI LAVORO AUTOCERTIFICARE L’AVVENUTA VALUTAZIONE DEI RISCHI AZIENDALI. I DATORI DI LAVORO DOVRANNO PERTANTO PREDISPORRE UN DOCUMENTO COMPLETO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI (DVR), CHE VALUTI I RISCHI AZIENDALI E NE PRESCRIVA LE PROCEDURE IN SICUREZZA. limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico loro conferito, sovrintendono alla attività lavorativa e garantiscono l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte di lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa (definizione all’art. 2 comma 1 lettera e, del TU), è prevista una formazione integrativa di altre 8 ore finalizzata a creare nel preposto un’impostazione metodologica adeguata per coordinare in sicurezza persone o processi produttivi qualsivoglia. Si è già detto quanto complessa sia la funzione dei tecnici frigoristi e climatizzazione, che svolgono in un certo senso il ruolo specialistico di idraulico- tubista, ma anche di meccanico, elettromeccanico-elettronico e che sono chiamati anche ad interventi da “elettricista”. Si è compreso conseguentemente quanto questi tecnici siano esposti ad una moltitudine di pericoli sul lavoro che necessita di una valutazione del rischio ed una imposta- zione mentale\organizzativa e formativa adeguate. D’altra parte, il contributo che anche la formazione può dare al miglioramento delle condizioni di sicurezza e di salute nei luoghi di lavoro si traduce direttamente ed indirettamente in un miglioramento della qualità delle condizioni di lavoro, della qualità delle prestazioni fornite e, di conseguenza, della qualità del prodotto/servizio con la relativa soddisfazione del cliente finale a cui esso è destinato. Si intuisce, quindi, il duplice rapporto che lega la sicurezza e la salute alla qualità: da una parte, le buone condizioni di lavoro portano a un miglioramento di tutto il processo produttivo; dall’altra, vi sono ovvie ragioni etiche, ma anche economiche se si considera il costo che le aziende devono sostenere per far fronte al fenomeno infortunistico. Si riportano le sanzioni previste nel testo unico D.Lgs 81\08 qualora fosse appurata dagli organi di controllo la mancanza di formazione e informazione alla sicurezza. CAPO IV DISPOSIZIONI PENALI - SEZIONE I SANZIONI Articolo 55 Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente Comma 5. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: Lettera c) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.200 a 5.200 euro per la violazione dell’articolo 18, comma 1, lettere c), e), f) e q) dell’articolo 36, commi 1 e 2, articolo 37, commi 1, 7, 9 e 10, articolo 43, comma 1, lettere d) ed ebis), articolo 46, comma 2. Articolo 56 Sanzioni per il preposto 1. Con riferimento a tutte le disposizioni del presente decreto, i preposti, nei limiti delle proprie attribuzioni e competenze, sono puniti: a) con l’arresto fino a due mesi o l’ammenda da 400 a 1.200 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere a), c), e) ed f); b) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 800 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere b), d) e g). Articolo 59 Sanzioni per i lavoratori 1. I lavoratori sono puniti: a) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 600 euro per la violazione degli articoli 20, comma 2, lettere b), c), d), e), f), g), h) e i), e 43, comma 3, primo periodo; b) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 300 euro per la violazione dell’articolo 20 comma 3. ● Segue su prossimo numero di I&F Il Centro Studi Galileo propone i seguenti corsi per adempiere agli obblighi di legge sulla sicurezza: Sicurezza sugli impianti di refrigerazione e climatizzazione 24-25 maggio 2012 Corso sulla gestione della catena del freddo 26 maggio 2012 Corso su igiene alimentare Sistema autocontrollo e HACCP (personale operativo) 18 maggio 2012 Corso su igiene alimentare Sistema autocontrollo e HACCP (personale OSA e addetti produzione alimentare) 23 maggio 2012 Per informazioni telefonare allo 0142452403 Sig.re Chiara o Marisa 49 GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centosedicesima) A cura dellʼing. PIERFRANCESCO FANTONI Acido: Qualsiasi sostanza in grado di donare un protone (H+) quando disciolta in una soluzione. Lʼindicazione dellʼacidità di una sostanza avviene tramite un indice, il pH, che ha un valore tanto più inferiore a 7 quanto più la sostanza è acida. Lʼacido solforico è lʼacido che viene più comunemente usato per regolare il pH dellʼacqua di raffreddamento impiegata negli impianti frigoriferi. Allʼinterno di un circuito frigorifero la formazione degli acidi è favorita dalla presenza di umidità e dalle alte temperature: il luogo dove si possono più facilmente formare gli acidi è il compressore. Una volta formatisi essi hanno la capacità, attraverso opportune reazioni chimiche, di sciogliere il rame che riveste gli avvolgimenti dei motori elettrici e quello che costituisce le tubazioni frigorifere. Brushless: Tipologia di motori elettrici impiegati in alcuni tipi di compressori frigoriferi ermetici e semiermetici. Essi si caratterizzano per lʼassenza di spazzole e permettono una cospicua riduzione dei consumi elettrici e della rumorosità di funzionamento del motore. Tali tipi di motori possono venire controllati mediante opportune schede elettroniche che permettono la regolazione della velocità e della coppia di funzionamento (DC Brushless). Alcune tipologie di motori brushless si caratterizzano per lʼavere una bassa inerzia di funzionamento. Cella ad avanzamento: Cella frigorifera che presenta due aperture, situate alle estremità opposte della cella stessa, che permettono lʼentrata e lʼuscita senza soluzione di continuità dei prodotti alimentari da congelare. Tali prodotti generalmente vengono disposti su dei pallet che vengono movimentati da opportuni carrelli. EN: Sigla con la quale si identifica una norma europea armonizzata, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, che è stata ratificata dal CEN, Comitato Europeo di Normazione. Fuga: Nella tecnologia delle prove non distruttive, per fuga si intende un buco, una porosità, un elemento permeabile o altra struttura nelle pareti di un oggetto in grado di far passare del gas da un lato della parete allʼaltro per effetto di una differenza di pressione o di concentrazione attraverso la parete stessa (dalla norma UNI EN 1330-8). Un tasso di fuga uguale a zero è praticamente impossibile, e quindi non deve mai essere posto in specifica di alcun componente. Insiemi: Secondo la direttiva PED per insiemi si intendono varie attrezzature a pressione montate da un fabbricante per costituire un tutto integrato e funzionale. 5° Forum Europeo sulle pompe di calore, Milano 8 maggio 2012 Questo convegno di alto livello verterà sul mercato Europeo delle pompe di calore con una speciale attenzione all’implementazione della legislazione europea in uno dei mercati in cui è in espansione la richiesta di pompe di calore per il riscaldamento e la refrigrazione, quale: l’Italia! 50 Pressione relativa: La pressione relativa è la pressione di un fluido misurata a partire dal valore della pressione atmosferica. Questʼultima viene, quindi, considerata come riferimento per la misurazione: quindi le pressioni di un refrigerante inferiori a quella atmosferica assumono valori negativi, mentre un refrigerante che si trova alla stessa pressione dellʼaria atmosferica risulta avere una pressione relativa pari a zero. La misura della pressione relativa non tiene conto, di conseguenza, della pressione dellʼaria atmosferica. Data la pressione relativa di un refrigerante, per ottenere la sua pressione assoluta è necessario aggiungere il valore della pressione atmosferica (1,013 bar). Nel campo frigoristico, generalmente si è soliti esprimere in termini relativi le pressioni dei fluidi refrigeranti misurate con il manometro. Per tale ragione la pressione relativa viene anche chiamata pressione manometrica o effettiva. Tra tutti gli strumenti analogici normalmente utilizzati per misure di pressione, solamente i vacuometri forniscono una misura in termini di pressione assoluta e non di pressione relativa. Regolazione continua: Sistema di regolazione secondo il quale si riesce a mantenere il valore di una data grandezza nellʼintorno di un valore prefissato. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso la modulazione continua della grandezza regolante. Tale tipo di regolazione può avvenire grazie allʼimpiego di organi elettrici, elettronici, pneumatici o meccanici. Termoregistratori: Apparecchiature per la misura automatiche della temperatura dellʼaria allʼinterno delle celle frigorifere. I termoregistratori vengono normalmente piombati per garantire la non manomissione dei dati che tengono in memoria e che essi registrano ad intervalli regolari al fine di costruire un tracciato nel tempo di tutte le temperature che si sono avute allʼinterno della cella. I dati possono venire poi utilizzati per attestare che le derrate contenute allʼinterno della cella sono state correttamente conservate nel tempo. ● E’ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario. cop_freddo_03_12 21-04-2012 7:56 Pagina 51 cop_freddo_03_12 21-04-2012 7:56 Pagina 52