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N° 357
ORGANO UFFICIALE
CENTRO STUDI GALILEO
per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione
PUBBLICATO IN GAZZETTA IL PATENTINO ITALIANO DPR N° 43/2012
Dal XV Convegno Europeo al
Patentino Italiano e Europeo Frigoristi - PEF
La Commissione Europea sui refrigeranti a Bruxelles
Il PEF in Mostra Convegno Expocomfort a Milano
XV Convegno Europeo, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulle nuove tecnologie con particolare riferimento
al Patentino Italiano ed Europeo Frigoristi PEF organizzato in MCE con Nazioni Unite (UNEP, UNIDO) e i massimi esperti mondiali
La Commissione Europea sulla revisione dei refrigeranti HFC a Bruxelles: da sinistra O. Janin segretario AREA, C. Rhein,
B. Tranholm-Schwarz, M. Buoni vicepresidente AREA, A. Kaschl. Foto a destra: esami pratici PEF e conclusione corsi
Lezione di premessa ai Patentini in MCE. Foto a destra ATFpoint: da sinistra Marco Buoni, lʼispettore UK Kelvin Kelly, terza
foto il docente CSG in Turchia Marcello Collantin e la delegazione dellʼAssociazione Nazionale Frigoristi della Turchia
Anno XXXVI - N. 3 - 2012 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato
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Il contesto
Bureau Veritas Italia S.p.A., Organismo di Verifica che propone servizi di controllo, ispezione e certificazione per la
Qualità, Salute e Sicurezza, Ambiente e Responsabilità Sociale, ha sviluppato un’approfondita comprensione delle
tematiche di Climate Change e desidera segnalare alle aziende coinvolte nell’utilizzo di gas fluorurati ad effetto serra un
importante adempimento.
Nel periodo intercorso tra il 2006 ed il 2008 la Commissione Europea, con l’intento di proseguire nell’impegno a
contrastare i cambiamenti climatici, ha emanato regolamenti con lo scopo di normare l’utilizzo dei gas ad effetto serra
contemplati dal Protocollo di Kyoto ed elencati nell’Allegato 1 del Regolamento (CE) 842/06, i quali hanno un potenziale
di riscaldamento globale (GWP) pari, in media, a oltre 1.000 volte quello della CO2.
Un adempimento obbligatorio per il personale e le aziende coinvolte
Il D.P.R. firmato il 27 Gennaio 2012 e disponibile sul sito del Ministero dell’Ambiente attua quanto previsto dal
Regolamento (CE) n. 842/06 e dal Regolamento (CE) 303/2008 che richiedono agli stati membri di attivare un sistema
di certificazione del personale e delle aziende coinvolte nell’utilizzo dei gas fluorurati (certificato definito familiarmente
“Patentino del Frigorista”)
In mancanza della certificazione, il personale e le aziende non potranno più svolgere attività quali l’installazione,
la manutenzione, la riparazione, il recupero o il controllo di sistemi di tenuta delle apparecchiature contenenti
tali gas vedendo compromesso, in questo modo, il proprio lavoro.
In attesa che il sistema elaborato dalle Autorità Competenti sia ufficiale ed a regime Bureau Veritas Italia S.p.A. ha
definito procedure e regolamenti per soddisfare le esigenze del mercato italiano relativamente alla registrazione del
personale, alla certificazione degli organismi di valutazione e delle aziende produttrici, fornitrici ed utilizzatrici,
dei servizi di gestione e manutenzione delle apparecchiature contenti gas fluorurati.
Bureau Veritas Italia S.p.A. possiede già dal 2010 l’accreditamento secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024 per
la Certificazione del Personale ed ha già certificato personale che opera nel settore della refrigerazione secondo la
norma UNI EN 13313 utile per dimostrare la competenza del personale che progetta, costruisce, installa, ispeziona,
sottopone a prova e mette in servizio, mantiene in efficienza, ripara, mette fuori servizio e smaltisce gli impianti di
refrigerazione e le pompe di calore, in relazione ai requisiti di igiene, sicurezza, di protezione ambientale e di
conservazione dell’energia.
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Bureau Veritas Italia SpA
Divisione Certificazione - Settore Fgas
Viale Monza, 261 - 20126 Milano
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Bureau Veritas è azienda leader a livello mondiale nei servizi di
controllo, verifica e certificazione per Qualità, Ambiente, Salute,
Sicurezza e Responsabilità Sociale (QHSE-SA).
Nato nel 1828, il Gruppo opera in 140 paesi con 50 000
dipendenti ed un volume d’affari di oltre 3 miliardi di Euro (dati
2010). Bureau Veritas Certification, divisione del Gruppo, è ai
vertici mondiali nel settore della certificazione. Il Gruppo,
riconosciuto e accreditato dai più importanti Enti ed Organismi
internazionali, è quotato dall’ottobre 2007 alla borsa di Parigi.
In Italia, Bureau Veritas conta più di 400 dipendenti e 21 uffici
dislocati su tutto il territorio nazionale e affianca oltre 20.000
Clienti nazionali e internazionali.
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dello svolgimento dellʼesame pratico alla
presenza dellʼispettore dellʼente certificatore
inglese: il dott. Boscain con la giacca e il
candidato durante la prova di verifica della
capacità della bombola, seguirà la prova di recupero
del refrigerante HFC.
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CORSO AD HOC
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Bronca Gabriele
Coletti Alessandro
Colmari Marco
De March Raffaela
Della Bianca Marco
Foschiatti Anna
Ghironi Tommaso
Greco Antonello
Guastalli Yuri
Ultimo esame per lʼottenimento del Patentino Europeo Frigoristi svolto nel Sud Tirolo presso lʼassociazione degli artigiani APA.
Sulla sinistra il Presidente Oskar Zorzi e lʼispettore dellʼente certificatore inglese Kelvin Kelly, mentre sulla destra i Tecnici del Freddo, i cui
nomi sono in questo elenco, che hanno affrontato lʼesame teorico superandolo egregiamente.
13
REQUISITI MINIMI DI CONOSCENZA PER OTTENERE IL PATENTINO FRIGORISTI
ARGOMENTI DEI CORSI CSG
DA REGOLAMENTAZIONE N° 303/2008
P richiesto esame pratico
T richiesto esame teorico
CAT.
Termodinamica elementare
Conoscere le unità di misura ISO standard di base per la temperatura, la pressione, la
massa, la densità e l’energia
Conoscere la teoria di base degli impianti di refrigerazione: termodinamica elementare (terminologia, parametri e processi fondamentali quali surriscaldamento, lato alta pressione,
calore di compressione, entalpia, effetto frigorifero, lato bassa pressione, sottoraffreddamento), proprietà e trasformazioni termodinamiche dei refrigeranti, compresa l’identificazione delle miscele zeotropiche e gli stati fluidi
Utilizzare le tabelle e i diagrammi pertinenti e interpretarli nell’ambito di un controllo delle
perdite per via indiretta (in cui rientra anche la verifica del buon funzionamento dell’impianto): diagramma log p/h, tabelle di saturazione di un refrigerante, diagramma di un ciclo frigorifero a compressione semplice
Descrivere la funzione dei principali componenti dell’impianto (compressore, evaporatore,
condensatore, valvole di espansione termostatica) e le trasformazioni termodinamiche del
refrigerante
Conoscere il funzionamento di base dei seguenti componenti utilizzati in un impianto di
refrigerazione, nonché il loro ruolo e l’importanza da essi rivestita nella prevenzione e nel
rilevamento delle perdite di refrigerante: a) valvole (valvole a sfera, diaframmi, valvole a
globo, valvole di sicurezza), b) dispositivi di controllo della temperatura e della pressione, c)
specole visive e indicatori di umidità, d) dispositivi di controllo dello sbrinamento, e) dispositivi di protezione dell’impianto, f) strumenti di misura come il termometro a bracciale, g)
sistemi di controllo olio, h) ricevitori, i) separatori di liquidi e olio
Impatto dei refrigeranti sull’ambiente e relativa normativa ambientale
Avere una conoscenza di base dei cambiamenti climatici e del Protocollo di Kyoto
Avere una conoscenza di base del concetto di “potenziale di riscaldamento globale” (GWP),
dell’uso dei gas fluorurati ad effetto serra e di altre sostanze quali refrigeranti, degli effetti
prodotti sul clima dalle emissioni di gas fluorurati ad effetto serra (ordine di grandezza del
loro GWP), nonché delle disposizioni pertinenti del regolamento (CE) n. 842/2006 e dei
regolamenti che attuano il presente regolamento.
Controlli da effettuarsi prima di mettere in funzione l’impianto, dopo un lungo arresto,
una manutenzione o una riparazione o durante il funzionamento
Eseguire una prova di pressione per controllare la resistenza dell’impianto
Eseguire una prova di pressione per controllare la tenuta dell’impianto
Utilizzare una pompa a vuoto
Svuotare l’impianto per evacuare aria e umidità secondo la prassi consueta
Annotare i dati nel registro di impianto e redigere un rapporto sulle prove e sui controlli eseguiti durante la verifica
Controlli per la ricerca di perdite
Conoscere i potenziali punti di perdita delle apparecchiature di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore
Consultare il registro di apparecchiatura prima di iniziare una ricerca di perdite e individuare
le informazioni inerenti ad eventuali problemi ricorrenti o a aspetti problematici cui prestare
particolare attenzione
Effettuare un controllo manuale e a vista di tutto l’impianto in base al regolamento (CE) n.
1516/2007 della Commissione, del 19 dicembre 2007, che stabilisce, conformemente al
regolamento (CE) n. 842/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, i requisiti standard
di controllo delle perdite per le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra
Controllare l’impianto per individuare le perdite utilizzando un metodo di misurazione indiretta in conformità al regolamento (CE) n. 1516/2007 della Commissione e al libretto delle
istruzioni dell’impianto
Utilizzare strumenti di misurazione portatili quali manometri, termometri e multimetri per
misurare volt/ampere/ohm nell’ambito dei metodi di misurazione indiretta per la ricerca di
perdite, e interpretare i valori rilevati
Controllare l’impianto per individuare le perdite utilizzando uno dei metodi di misurazione
diretta in conformità al regolamento (CE) n. 1516/2007 della Commissione
Utilizzare un dispositivo elettronico per il rilevamento di perdite
Compilare il registro dell’apparecchiatura
Gestione ecocompatibile del sistema e del refrigerante nelle operazioni di installazione, manutenzione, riparazione o recupero
Collegare e scollegare i manometri e le linee con emissioni minime
Svuotare e riempire una bombola di refrigerante sia allo stato liquido che gassoso
Utilizzare un’apparecchiatura per il recupero del refrigerante, collegandola e scollegandola
con emissioni minime
Spurgare l’impianto dall’olio contaminato dai gas fluorurati
Individuare lo stato del refrigerante (liquido, gassoso) e la sua condizione (sottoraffreddato,
saturo o surriscaldato) prima della carica, per poter scegliere il metodo adeguato e il corretto volume della carica. Riempire l’impianto con il refrigerante (sia in fase liquida che vapore) senza provocare perdite
Usare una bilancia per pesare il refrigerante
Compilare il registro dell’apparecchiatura annotando tutte le informazioni concernenti il
refrigerante recuperato o aggiunto
Conoscere le prescrizioni e le procedure per trattare, stoccare e trasportare refrigeranti e oli
contaminati
Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di compressori alternativi, a pistoni e di tipo “scroll”, a semplice e doppio stadio
Illustrare il funzionamento di base di un compressore (ivi compresi la regolazione della potenza e il sistema di lubrificazione) e i rischi di perdita o fuoriuscita di refrigerante connessi
Installare correttamente un compressore, comprese le apparecchiature di controllo e sicurezza,
in modo che non si verifichi alcuna perdita o fuoriuscita una volta messo in funzione l’impianto
1
T
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T
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ATTIVITÀ DEL TECNICO DEL FREDDO
P
1
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2
Controllo Perdite
Manutenzione e
degli impianti di
Recupero dagli
Installazione di
riparazione degli
refrigerazione,
impianti di
impianti di
impianti
di
condizionamento e
refrigerazione,
refrigerazione,
refrigerazione,
pompa di calore condizionamento e
condizionamento e
e pompa di calore
senza entrare nel
pompa di calore condizionamento
pompa di calore
circuito frigorifero
Tutte le applicazioni
Tutte le applicazioni
T
3
Non può effettuare
questa operazione
4
Tutte le applicazioni
T
P
1
CATEGORIE DEI TECNICI DEL FREDDO
P
P
CATEGORIE
(testo completo su www.associazioneATF.org)
CAT.
Regolare gli interruttori di sicurezza e controllo
Regolare le valvole di aspirazione e scarico
Controllare il circuito di ritorno dell’olio
Avviare e arrestare un compressore e verificarne il buon funzionamento, anche rilevando i
dati di misura durante il funzionamento
Redigere un rapporto sulle condizioni del compressore, indicando eventuali problemi di
funzionamento che potrebbero danneggiare l’impianto e a lungo termine, in assenza d’intervento, produrre perdite o fuoriuscite di refrigerante
Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di condensatori con raffreddamento ad acqua o ad aria
Illustrare il funzionamento di base di un condensatore e i rischi di perdita connessi
Regolare la pressione di scarico di un condensatore
Installare correttamente un condensatore, comprese le apparecchiature di controllo e sicurezza, in modo che non si verifichi alcuna perdita o fuoriuscita una volta messo in funzione
l’impianto
Regolare gli interruttori di sicurezza e controllo
Controllare le linee di scarico e di liquido
Spurgare il condensatore dai gas non condensabili utilizzando un dispositivo di spurgo per
impianti di refrigerazione
Avviare e arrestare un condensatore e verificarne il buon funzionamento, anche rilevando i
dati di misura durante il funzionamento
Controllare la superficie del condensatore
Redigere un rapporto sulle condizioni del condensatore, indicando eventuali problemi di
funzionamento che potrebbero danneggiare l’impianto e a lungo termine, in assenza d’intervento, produrre perdite o fuoriuscite di refrigerante
Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di evaporatori con raffreddamento ad acqua o ad aria
Illustrare il funzionamento di base di un evaporatore (compreso il sistema di sbrinamento)
e i rischi di perdita connessi
Regolare la pressione di evaporazione di un evaporatore
Installare correttamente un evaporatore, comprese le apparecchiature di controllo e sicurezza,
in modo che non si verifichi alcuna perdita o fuoriuscita una volta messo in funzione l’impianto
Regolare gli interruttori di sicurezza e controllo
Verificare che i tubi del liquido e di aspirazione siano nella posizione corretta
Controllare la linea di sbrinamento a gas caldo
Regolare la valvola di regolazione della pressione di evaporazione
Avviare e arrestare un evaporatore e verificarne il buon funzionamento, anche rilevando i
dati di misura durante il funzionamento
Controllare la superficie dell’evaporatore
Redigere un rapporto sulle condizioni dell’evaporatore, indicando eventuali problemi di funzionamento che potrebbero danneggiare l’impianto e a lungo termine, in assenza d’intervento, produrre perdite o fuoriuscite di refrigerante
Componente: installazione, messa in funzione e riparazione di valvole di espansione
termostatica e di altri componenti
Illustrare il funzionamento di base dei vari tipi di regolatori di espansione (valvole termostatiche, tubi capillari) e i rischi di perdita connessi
Installare valvole nella posizione corretta
Regolare una valvola di espansione termostatica meccanica ed elettronica
Regolare un termostato meccanico ed elettronico
Regolare una valvola a pressione
Regolare un limitatore di pressione meccanico ed elettronico
Controllare il funzionamento di un separatore d’olio
Controllare le condizioni di un filtro essiccatore
Redigere un rapporto sulle condizioni di questi componenti, indicando eventuali problemi di
funzionamento che potrebbero danneggiare l’impianto e, a lungo termine, in assenza d’intervento, produrre perdite o fuoriuscite di refrigerante
Tubazioni: allestire una tubazione tenuta ermetica in un impianto di refrigerazione
Eseguire saldature e brasature a tenuta stagna sui tubi metallici utilizzati negli impianti di
refrigerazione, condizionamento d’aria o pompe di calore
Approntare e controllare i sostegni delle tubazioni e dei componenti
Applicazioni con meno di 3kg di carica di gas refrigerante ad
effetto serra (6kg per impianti sigillati ermeticamente)
Applicazioni
con meno di 3kg
di carica di gas
refrigerante ad
Non può effettuare questa operazione
effetto serra
(6kg se sigillati
ermeticamente)
Non può effettuare questa operazione
CORSO AD HOC
PRESSO C&G
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RIGNANO SULLʼARNO
Barni Damiano
Ciabatti David
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Gallorini Lorenzo
Mantegna Fabio
Maradei Mauro
Salvatori Mauro
Pinzaglia Mario
Corso di specializzazione svolto nel mese di marzo nella sede di Casale Monferrato, gli argomenti servono
pure alla preparazione allʼesame pratico del PEF. Al centro il docente del corso Fabio Braidotti.
Moratti Paolo
Vidoni Omar
Zanini Marco
CORSO AD HOC
PRESSO MELFORM
BONETTO GROUP
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Gavatorta Domenico
Talora Antonio
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PROTOSTILE
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Laffranchi Domenico
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Benedetti Manuele
Biancucci Daniele
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Massicci Mirko
Spurio Matteo
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AERONAUTICA MILITARE
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Altavilla Angelo
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Petrizzo Alfonso
VIP DI VIVONE
Vivone Pasquale
EDIL F.D.F.
Del Franco Mario
CORSO AD HOC
PRESSO ISTITUTO
ZOOPROFILATTICO
“BRUNO UBERTINI”
A BRESCIA
CORSO AD HOC PRESSO
CONFARTIGIANATO
SERVIZI
AD ASCOLI PICENO
VIGNOLA TERMOIDRAULICA
Vignola Agostino
Esame per lʼottenimento del Patentino PEF svolto nel mese di marzo
a Bologna con impianto didattico per lʼesaminazione delle
conoscenze del candidato sul controllo della pressione, temperatura
e parametri di funzionamento. Sulla destra Gianfranco Cattabriga
durante la verifica, a sinistra il candidato.
15
Ai tecnici del Freddo risulta di maggior difficoltà la prova teorica, in quanto sono argomenti non sempre conosciuti in maniera corretta. Nella foto
presso il laboratorio CSG di Casale Monferrato sono presenti tecnici della base aeronautica NATO di Aviano. Sulla destra, presso il CSG, invece il
tecnico della base Nato in Olanda, sig. Chianese, che ha ottenuto lʼattestato di partecipazione al corso e la settimana successiva ha superato il PEF.
Paponetti Antonio
Rufo Gabriele
Settembre Luigi
De Santis Gianluca
Voglino Angelo
ELENCO ISCRITTI
XV CONVEGNO
EUROPEO – Milano
MOSTRA CONVEGNO
EXPO COMFORT
30 marzo 2012
ABC CONSULTING srl
Grassi Giulia
ABDOULAYE DIALLO
Abdoulaye Diallo
AC CLIMA
Cenerini Adriano
Cenerini Andrea
ACQUA NOVARA
De Lucia Roberto
ACR IMPIANTI sas
Inzitari Rocco
AERLAGI srl
Lagi Pier Luigi
AFEC AIR CONDITIONING
EQUIPMENT
Budì Pilar
Ortiz Josè
AGENZIA BUEVI
Bertin Paolo
AHRI
Aykut Yilmaz
AIR BONAITA srl
Bonaita Attilio
Carsana Franco
ALBAFRIGOR srl
Donadel Massimo
Venturini Enrico
ALESSIO IMPIANTI
Usai Diego
ANGELANTONI
INDUSTRIE spa
Molinari Giuseppe Luca
BIVIANO FRANCESCO
Biviano Francesco
Biviano Gabriele
AREA - ATF
Buoni Marco
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Bottaro Michael
AS SYSTEM PROJECT
Amente Stefano
Di Santo Luigi
Ferrante Paola
Letizia Carlo
BRAIDOTTI FABIO
Braidotti Fabio
ARISTON THERMO GROUP
Bugliosi Francesco
ASSISTAL
Merrone Mariangela
AZ srl
Zangrando Daniele
BERNARDI UMBERTO
Bernardi Umberto
BETTIOL srl
Bettiol Enrico
BOTTARO PATRICK
Bottaro Patrick
BRANDT ITALIA spa
Parati Carolina
Ponzoni Agostino
BUREAU VERITAS
Alboreo Damiana
Dutto Massimo
Norcia Cristina
BUSINESS EDGE
Kelly Kelvin
C&B SOLARO soc. coop.
Cocuzza Giancarlo
Allʼinterno della 38ª Mostra Convegno Expocomfort si è tenuto il 15° Convegno Europeo sulle Ultime Tecnologie del Freddo e del
da diversi Paesi europei. Argomento di particolare importanza è stato il recente decreto sullʼuso dei refrigeranti HFC colpevoli dellʼeffetto serra
16
CANTIERI ITALIANI srl
Mantini Paolo
Maresca Fabio
CAREL
Lamanna Biagio
CAST snc
Raccosta Giovanni Pietro
CASTEL srl
Farina Alessandro
Monaca Giorgio
CASTELLAZZI DAVIDE
Castellazzi Davide
CATTABRIGA GIANFRANCO
Cattabriga Gianfranco
CENTRO STUDI GALILEO
Buoni Enrico
CESBRON
Merle Jean-Pierre
CFM srl
Govoni Pier Luigi
CHECCHINATO ANDREA
Checchinato Andrea
CHIMERE CHARLES
NWOKEUKWU
Chimere Charles Nwokeukwu
CLABO GROUP srl
Gresti Ivano
CLIMAVENETA spa
Fadigà Francesco
COEL soc. coop.
Vercesi Enea
COGITO SYSTEMS srl
Bronzino Massimo
Ratti Paolo
COLD CAR
Deambrosis Mario
In 3 dei 4 giorni di Fiera Expocomfort lʼAssociazione dei Tecnici del Freddo con il Centro Studi Galileo ha
organizzato oltre 10 incontri formativi che trattavano tutti gli argomenti di maggiore attualità nei settori della
refrigerazione, condizionamento e pompe di calore. Hanno partecipato oltre 120 tecnici. Gli argomenti di
maggior interesse sono stati tra gli altri: il Patentino Europeo Frigoristi, gli idrocarburi negli impianti di
refrigerazione, i nuovi refrigeranti a basso impatto ambientale HFO, i refrigeranti naturali, le pompe di
calore, la certificazione degli edifici, le torri evaporative, lʼattrezzatura per i tecnici del freddo.
COLLANTIN MARCELLO
Collantin Marcello
COSTAN spa
Montanari Carlo
COTTI GINO
Cotti Gino
CPC UK
Pilotti Alberto
DAIKIN AIR CONDITIONING
ITALY
Germagnoli Stefano
Miotti Valerio
DAIKIN EUROPE N.V.
Dhont Hilde
DATCOR srl
Richelli Angelo
DEHON SERVICE BELGIUM CLIMALIFE
Lelievre-Damit Alain
ENGINEERING CONSULTANTS
GROUP - ECG
Elewemry Sayed Hussien
EBRILLE srl
Musso Ezio
Ricci Enrico
EPEE
Voigt Andrea
DIDACTA ITALIA
Medina Garcia Lorena Maria
Spena Antonio
ELETTRO CLIMA SERVICE
DI MORMILE
Mormile Ciro
ELIWELL
Losso Alberto
ELWAFI KARIM
Elwafi Karim
EMBRACO
Bassi Marino
ENGITEC
Bergamaschini Alberto
Nava Paola
ESSIAD
Gel Aylin
EUROCOIL
Ganzaroli Marco
Prencipe Giovanni
EUROELETTRONICA
Testa Enzo
EUROKLIMAT spa
Gaggianese Matteo
Condizionamento, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Allʼevento hanno partecipato più di 200 tecnici, provenienti
e la relativa implementazione del patentino frigoristi, per cui solo personale qualificato potrà utilizzare tali refrigeranti, molto diffusi in Italia.
17
EUROPEAN ENERGY
CENTRE
Buoni Paolo
EUROSISTEMI
COMMERCIALI srl
Conti Fabio
FIC spa
Feci Walter
FORTUNATO ERNESTO
Fortunato Ernesto
FOTI MICHELANGELO
Foti Michelangelo
FRIGO 2000 SERVICE srl
Giassi Costantino
Palazzini Marco
FRIGO EPOREDIA
Gedda Livio
FRIGOMAR srl
Cerrai Bernardo
FRIMONT spa
Romagnoli Guido
FT FUTURE
TECHNOLOGIES srl
Dondoli Marco
FUJITSU GENERAL (EURO)
GMBH
Ichihara Kenichi
FUSARIMPIANTI
Bonfà Deni Luca
Fusari Giorgio
Vona Cristian
ATFpoint: allʼATFpoint sono passati a trovare lo staff ATF i moltissimi tecnici del freddo, anche soci
dellʼassociazione, per conoscere gli ultimi aggiornamenti legislativi e novità tecniche del settore che vengono
pure comunicati periodicamente ai Tecnici del Freddo italiani e europei tramite lʼAir Conditioning and
Refrigeration European Association AREA (19 associazioni di 16 Paesi a cui appartengono 125.000 tecnici) di
cui lʼATF ha la vicepresidenza. Da sinistra: Marco Buoni, VicePresidente dellʼAir conditioning and Refrigeration
European Association AREA, Kelvin Kelly, ispettore UK, Enrico Buoni, direttore Centro Studi Galileo.
FUSARTEKNOLOGICA srl
Fusar Poli Aldo
Gallicchio Giuseppe
Mezzanotti Mario
Schirinzi Antonio
GAMMA FRIGO snc
Zanni Giovanni
GANDELLI IVANO
Gandelli Ivano
GIFRA SERVICE sas
Francese Giancarlo
GLOBAL TECNICA srl
DellʼOglio Luigi
GM DI GIAMMATTEO
Giammatteo Massimo
GRECO GIOVANNI
Greco Giovanni
GREEN AND CLOUD
TECHNOLOGIES CONSULTING
Lavanga Vito
GRICINI ENNIO
Gricini Ennio
HEINEKEN
Ferrari Luciano
Zanutto Carlo
Fiori Alessandro
HELIANT srl
Vavalà Raffaele
HI SERVICE srl
Stangalino Marco
HONEYWELL
Achaichia Nacer
Matteo Giancarlo
Nel nuovo laboratorio attrezzato CSG vengono effettuate le operazioni tipiche del Tecnico del Freddo
come il Recupero, il Vuoto, la Carica, il controllo perdite del refrigerante con millebolle e cercafughe
elettronico su impianti appositamente adibiti. Operazioni pure oggetto dellʼesame pratico del PEF.
18
HUDSON TECHNOLOGIES
EUROPE
Binotti Stefano
Indovino Gianluca
IL DISGELO sas
DI DAVIDE MODICA
Modica Davide
IMQ
Aiello Vincenzo
Caraccio Enrico
INDUSTRIAL FRIGO srl
Agus Fabio
Moratti Matteo
Gamba Fabio
Gamba Marco
IRCA spa
Buriola Ivan
ISTITUTO INTERNAZIONALE
DEL FREDDO
Coulomb Didier
JKT ENERGY SOLUTIONS
Tiryaki Jason
KLAS ISTIMA SOGUTMA
KLIMA SANAYI VE TICARET
LTD - KLS
Unsal Tunc
KNVVK
Havenaar Dick
KOR-AZ CONSULTING
ENGINEERS LTD
Hanan Bareli
KOSOVA
Shaqir Elezaj
KW APP. SCIENTIFICI
Fabiani Stefano
LOMBARDI OSCAR
Lombardi Oscar
LOMBARDI SERVICES
Scopel Francesco
Morino Sandro
Siciliano Federico
LP TECNO SERVICE
Peren Zin Luca
LUPIANO IMPIANTI
Lupiano Alessandro
Montefusco Daniele
LUVATA ITALY srl
Di Barbora Umberto
LUVE spa
Perfetti Carlo
MACCIO ANTONELLO
Maccio Antonello
MANUTENFRIGO srl
Cappi Gastone
Ielpo Mario
Rubini Fabio
MARIANI CARLO
Mariani Carlo
MARINARSEN - TA
Caretta Ciro
Paumgardhen Mauro
RICCARDI DAVIDE
Riccardi Davide
MINGHINI ANDREA
Minghini Andrea
RIVOIRA
Campagna Ennio
Paradiso Vincenzo
MARTINO sas
Socrate Martino
MITSUBISHI
Hideaki Kasahara
MOSCA MASSIMO
Mosca Massimo
NATOLI MARIO
Natoli Mario
NEW COLD SYSTEM
Sakande Madi
NEWTEC snc
Formica Livio
Giraudo Luca
OGECHI N. OBIBI
Ogechi N. Obibi
ORCA sas
DI MARIO ENRICO ZUCCA & C.
Zucca Mario Enrico
ORELLANA JULIO ENRIQUE
Orellana Julio Enrique
PARKER HANNIFIN srl
Benedetti Alberto
Favero Chiara
Polenta Mario
PE GIOVANNI snc
Pe Marco
PERALES B. LUIS RAUL
Perales B. Luis Raul
PL MODENA
Lelli Mauro
POLITECNICO DI MILANO DIPARTIMENTO DI ENERGIA
Macchi Ennio
Alberti Mauro
POLITECNICO DI TORINO - ATF
Masoero Marco
PRADO EDOARDO
Prado Edoardo
PRETTE LIVIO
Prette Livio
R744.COM
Topley Lira Jana
RCD CLIMA snc
Daldossi Riccardo
Rota Conti Giancarlo
Rota Conti Pietro
RENEWABLE ENERGY
NIGERIA
Nwosuocha Felix
RIVACOLD
Barilari Marco
Del Prete Leonardo
ROAR COMPANY
Plett Dimitri
Plett Ivan
ROSSETTI CLAUDIO
Rossetti Claudio
ROTASPERTI MAURIZIO
Rotasperti Maurizio
SANHUA
Hans-Dieter Kupper
SANTI PAOLO IMPIANTI
TECNOLOGICI snc
Santi Paolo
SC GROUP BIN STAL srl
Bideaua Nita Catalin
THERMOKEY spa
Perin Giovanni
TRANSFER OIL spa
Grasso Michele
TUV INTERCERT ITALIA srl
Moreno Justo
UJDENICA BRANKO
Ujdenica Branko
UNEP
Clark Ezra
UNGERER CHRISTIAN & C. snc
Ungerer Christian
UNIDO
Aledo Raquel
Savigliano Riccardo
UNIFLAIR spa
Girardi Stefano
UNIVERSITÀ DI GENOVA
Tagliafico Luca
Tagliafico Giulio
Valsuani Federico
SCEO
Hegazy Amin
UNIVERSITÀ DI PADOVA
Cavallini Alberto
Corradi Marco
SEST spa
Maman Maurizio
VAKMEDIANET
Gejo Flierman
SERVICES COM
Carrara Emilio
SGOBBO MAURIZIO
Sgobbo Maurizio
SICOND srl
Negroni Giovanna
SISTEMA FEE - EUROGEO
SRL - V-ENERGY srl
Torri Roberto
SL IMPIANTI
Lussana Stefano
SOL spa
Riboldi Massimo
SOLANTI DAVIDE
Solanti Davide
SPREAFICO
Veronese Luca
STUDIOCERT
Magna Roberto
SVILUPPO SOLARE srl
Salaris Massimo
TECNOCLIMA DʼINTINO
DʼIntino Bruno
TERMAL GROUP
Frau Francesco
TESTO
Mastromatteo Fabio
UNIVERSITÀ DI PALERMO
Panno Giuseppe
VERALDI GABRIELE
Veraldi Gabriele
VIESSMANN srl
Ronca Simone
VOLTA EGYPT
Elgawady Mohtady
Ramzy Gamal
VORTICE
ELETTROSOCIALI spa
Ferrara Alessandro
VURCHIO LEONARDO
Vurchio Leonardo
WIGAM
Mozzato Sergio
ZOPPELLARO AIR
HANDLING SOLUTION
Zoppellaro Francesco
ZORZI FRIGOTECNICA srl
DʼErman Marco
Gstrein Daniel
Haniger Michael
Hoelz Martha
Zorzi Oskar
Zorzi Petra
19
Direttore responsabile
Enrico Buoni
Responsabile di Redazione
M.C. Guaschino
Comitato scientifico
Marco Buoni, Enrico Girola,
PierFrancesco Fantoni, Luigi Nano,
Alfredo Sacchi
Redazione e Amministrazione
Centro Studi Galileo srl
via Alessandria, 26
15033 Casale Monferrato
tel. 0142/452403
fax 0142/525200
Pubblicità
tel. 0142/453684
Grafica e impaginazione
A.Vi. Casale M.
Fotocomposizione e stampa
A. Valterza - Casale Monferrato
E-mail: [email protected]
www.centrogalileo.it
continuamente aggiornato
Sommario
Tecnici specializzati PEF e negli ultimi corsi ad hoc e nei convegni CSG
Editoriale
Risultati del XV Convegno Europeo: il PEF
M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European
Association - AREA e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del
Freddo – ATF
24
I refrigeranti HFO nei sistemi di condizionamento
e refrigerazione stazionari
N. Achaichia – Honeywell Belgium; G. Matteo – Honeywell Italy
28
Principi di base del condizionamento dellʼaria
32
I refrigeranti naturali
M. Chasserot – Shecco
35
I refrigeranti idrocarburi
D. Colbourne – GIZ Proklima “Guideline for the safe use hydrocarbon refrigerants”
38
Apparecchi fissi di rilevazione delle fughe di refrigerante
42
Sistemi di raffreddamento del compressore ermetico
L. Nano – Coordinatore pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo
45
Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento
50
Météo France, Toulouse
F. E. Meunier, B. Tréméac, P. Bousquet – CNAM-LGP2ES(EA21), Parigi
M. Merchat, P. Poeuf – Climespace, Parigi
Scenari di condizionamento dellʼaria – Scenari delle temperature delle vie cittadine – Metodologia – Descrizione del Modello – Impatto sulle temperature
delle vie – Impatto sullʼisola di calore di Parigi – Conclusioni e prospettive.
Proprietà fisiche dei refrigeranti – Stabilità termica – Miscele refrigeranti a
pressione più elevata – Conclusioni.
www.EUenergycentre.org
per lʼattività in U.K. e India
Corrispondente in Argentina:
La Tecnica del Frio
Un quadro generale – Lʼanidride carbonica (ODP=0;GWP=1) –
Lʼammoniaca – Idrocarburi – Applicazioni per il trasporto – Macchine e veicoli elettrici – Autobus, camion e treni – Pescherecci e navi portacontainer.
Corrispondente in Francia:
CVC
La rivista viene inviata a:
1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di:
A) impianti frigoriferi industriali,
commerciali e domestici;
B) impianti di condizionamento e
pompe di calore.
2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione.
3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.
N. 357 - Periodico mensile - Autorizzazione
del Tribunale di Casale M. n. 123 del
13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo
(10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp
10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.
52
21
Come gli impianti di condizionamento influiscono
sulle temperature di Parigi
C. de Munck, G. Pigeon, V. Masson, C. Marchadier – CNRM/GAME,
Pompe di calore ad anello aperto con pozzo singolo
P.F. Fantoni - 132ª lezione
Introduzione – Vantaggi dei sistemi ad anello aperto – Problemi alla falda
freatica – Sistemi a pozzo singolo – Vantaggi dei sistemi a pozzo singolo.
www.associazioneATF.org
per lʼattività dellʼAssociazione dei
Tecnici del Freddo (ATF)
13
Test di simulazione delle perdite per potenziali fonti di ignizione –
Installazione delle tubazioni.
Verifiche per il corretto funzionamento
P.F. Fantoni - 152ª lezione
Introduzione – Procedura di controllo – Controllo dei sensori di rilevazione –
Controllo della gestione dei ventilatori – Controllo degli allarmi visivi e sonori
– Controllo degli allarmi telefonici – Sostituzione del microprocessore.
Sistemi d raffreddamento del compressore ermetico.
Sicurezza e salute dei lavoratori: la formazione obbligatoria
M. Carobba - (parte seconda)
(Parte centosedicesima) - A cura di P. Fantoni
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48
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Editoriale
RISULTATI DEL XV CONVEGNO
EUROPEO: IL NUOVO DECRETO
ITALIANO DPR N. 43/2012 E IL PEF
Il XV Convegno Europeo in relazione al Patentino Italiano
(appena uscito in gazzetta) e Europeo Frigoristi-PEF ha
avuto lʼintroduzione in MCE. La seconda e terza parte
saranno in UK e nuovamente in Italia.
MARCO BUONI
PATENTINO EUROPEO
FRIGORISTI, LA QUALIFICA
PROFESSIONALE DEL
TECNICO CHE, IN QUESTO
PERIODO DI CRISI,
CONTRIBUISCE ALLA
CRESCITA OCCUPAZIONALE
Il Centro Studi Galileo e l’Associazione
dei Tecnici italiani del Freddo hanno
proposto 3 importanti eventi alla
Mostra Convegno Expocomfort,
svoltasi a Milano dal 27 al 30 marzo ed
alla quale sono intervenuti 155.000
visitatori, ossia gli incontri formativi
di aggiornamento e di premessa ai
patentini-PEF, una sessione di
esami per il rilascio del Patentino
Europeo Frigoristi ed il XV Convegno Europeo.
Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA
Segretario Associazione dei Tecnici italiani del Freddo - ATFCoordinatore pratico
dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo
I risultati del XV Convegno Europeo
sono legati infatti all’importanza del
Patentino Europeo Frigoristi (PEF)
finalizzato quest’ultimo a verificare
la competenza dei tecnici nell’evitare perdite di refrigerante e all’ottimizzazione energetica dell’impianto.
L’esame è stato svolto insieme ad
altri 2 importanti eventi europei CSG
– ATF – EEC, all’interno della Mostra
Convegno Expocomfort dal 27 al 30
marzo.
Il XV Convegno Europeo, nella cornice della Mostra Convegno, si è
presentato come un’introduzione
generale a quanto seguirà nelle altre
due sedi, in HK e in Italia, dove si terrà
il proseguimento dello stesso Convegno: una prima parte sulle nuove
tecnologie delle energie rinnovabili a
Edimburgo e una seconda sulle nuove
tecnologie sul freddo e condizionamento presso il Politecnico di Milano.
Nel XV Convegno Europeo, patrocinato come avviene già da decenni
dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri e dal Ministero dell’Ambiente,
è stato illustrato il decreto italiano
sui gas refrigeranti fluorurati di ultimissima emanazione e il futuro dei
gas refrigeranti in Italia ed in Europa,
ed il Patentino Frigoristi.
Al Convegno sono intervenute le
Nazioni Unite (United Nations Environment Programme e United Nations
International Development Organization), i maggiori enti a livello europeo
e mondiale, e le università italiane
specializzate in questo settore.
Per visionare i RISULTATI dettagliati
dell’introduzione della XV conferenza
europea in Milano (Mostra Convegno
All’interno della 38a Mostra Convegno Expocomfort si è tenuto il 15° Convegno Europeo sulle Ultime Tecnologie del Freddo e del
Condizionamento, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’evento hanno partecipato più di 200 tecnici, provenienti da
diversi Paesi europei e dall’Italia. Argomento di particolare importanza è stato il recente decreto (appena uscito in Gazzetta Ufficiale) sull’uso dei refrigeranti HFC colpevoli dell’effetto serra e la relativa implementazione del patentino frigoristi, per cui solo personale qualificato, che verrà inserito in apposito registro telematico, potrà utilizzare e acquistare tali refrigeranti, molto diffusi in Italia.
21
Presso la sede CSG di Bologna: momento dell’esame pratico alla presenza dell’ispettore
Kelvin Kelly per ottenere il patentino europeo frigoristi PEF. A sinistra Madi Sakande che ha
partecipato a molte edizioni dei corsi e dei convegni CSG e che ha superato e ottenuto brillantemente il PEF. Il candidato invece sta eseguendo una prova di recupero del refrigerante HFC a cui seguiranno le prove di vuoto e carica dell’impianto.
Expocomfort 30 Marzo):
prendere visione del sito internet
www.associazioneATF.org
Per maggiori informazioni e il programma della XV Conferenza Europea in
UK (Edinburgo) e in Italia (Milano)
vedere su www.centrogalileo.it
A questo proposito il segretario ATF
(Associazione Tecnici italiani del
Freddo) e direttore tecnico Centro
Studi Galileo-CSG aveva incontrato
a Bruxelles la Commissione Europea proprio sui nuovi gas refrigeranti a basso impatto ambientale:
vedi foto di copertina.
Nel dettaglio allʼinterno della MCE
sono stati proposti:
● un punto di incontro ATFpoint in cui
i nostri esperti e colleghi hanno risposto alle domande su questi importanti
argomenti che si stanno susseguendo
velocemente in queste settimane
● una serie di incontri formativi e informativi di aggiornamento e approfondimento sulle nuove tecnologie e normative, di premessa pure ai patentini
● una SESSIONE di ESAMI teorici per
il rilascio del PATENTINO EUROPEO
FRIGORISTI – PEF con la sessione
pratica svolta nella sala corsi CSG di
Milano zona Palmanova
● il XV Convegno Europeo per spiegare il presente e il futuro dei gas refrigeranti HFC, la revisione della regolamentazione 842/06, e il futuro dei refri22
geranti naturali: ammoniaca, anidride
carbonica e idrocarburi, oltre che i
nuovi refrigeranti HFO di ancora non
completa commercializzazione.
La sessione di esame del Patentino
Europeo Frigoristi si è svolta come
sempre con la presenza dellʼente certificatore inglese e si è conclusa con
successo, con la promozione di tutti gli
allievi che si sono rivelati molto preparati, anche a detta dellʼente certificatore. Pure gli incontri formativi svolti dai
nostri docenti ed esperti che si sono
susseguiti nellʼarco delle giornate del
27 e 29 marzo hanno riscosso notevole interesse e partecipazione.
Al convegno, al quale hanno assistito
circa 200 persone, sono intervenuti
relatori di primo piano del settore provenienti dallʼindustria, dal mondo accademico, dalle associazioni italiane ed
europee, tra gli altri: International
Institute of Refrigeration (IIR), United
Nations (UNIDO e UNEP), Ministero
dellʼAmbiente, Air Conditioning and
Refrigeration European Association
(AREA), lʼEuropean Partnership for the
Energy and the Environment (EPEE),
Università di Padova, Politecnico di
Torino, Politecnico di Milano, Università
di Genova, Associazione Provinciale
dellʼArtigianato di Bolzano.
Al termine si è svolta una Tavola
Rotonda con le aziende e gli enti certificatori Daikin - Bureau Veritas - IMQ Rivoira - Honeywell - Carel – Testo.
Il VicePresidente dellʼAssociazione
europea dei Tecnici del Freddo AREA
durante il convegno per quanto riguarda il Patentino Frigoristi ha ricordato
che è recentemente uscito il decreto
anche nel nostro Paese, lʼItalia, che
individua le modalità di attuazione del
regolamento europeo 842/06, in materia di riduzione dellʼutilizzo dei gas fluorurati a effetto serra, diffusissimi in tutti
gli impianti del nostro settore, ma dannosi in quanto potenti gas serra.
Il cosiddetto Patentino Frigoristi sarà
pertanto obbligatorio, non appena sarà
concluso lʼiter legislativo, per poter
lavorare su condizionatori, sistemi di
refrigerazione, pompe di calore, contenenti i refrigeranti HFC (R134a, R404,
R407c, R507, R410a etc..). Tale patentino risulterà inoltre come una vera e
propria qualifica legata alla persona
che anche nel momento di cambio attività potrà utilizzare per ricercare lavoro,
soprattutto in questo periodo di crisi in
cui si richiedono figure professionali.
Nel lasso di tempo intercorrente fra lʼuscita del decreto e la possibilità di proporre concretamente il Patentino italiano (nellʼattesa cioè di svolgere lʼesaminazione secondo lo schema italiano di
certificazione per maneggiare i gas
refrigeranti HFC che il Centro Studi
Galileo realizzerà con gli enti certificatori italiani, appena questi saranno
pronti presumibilmente tra 3 mesi), il
Centro Studi Galileo propone fin
dʼora il Patentino Europeo Frigoristi
PEF che, in base allʼarticolo 14 del
decreto, viene riconosciuto automaticamente in tutti gli altri stati membri,
quindi anche in Italia.
Questo punto è importante perché
chiunque abbia letto con attenzione il
decreto
(disponibile
sul
sito
www.associazioneATF.org) avrà notato che, una volta istituito il registro online e telematico, i tecnici avranno solamente 60 giorni di tempo per mettersi
in regola, oppure dovranno richiedere
il Certificato provvisorio con validità di
6 mesi. Soluzione a questi tempi
ristretti è fin dʼora portarsi avanti e
ottenere il Patentino Europeo
Frigoristi che già da fine 2010 il CSG
organizza in tutta Italia e che già 500
tecnici del freddo per svariate ragioni
hanno ottenuto presso le varie strutture attrezzate in tutta Italia.
In un recente incontro con la
Commissione europea è stato prean-
nunciato che una riduzione nellʼuso dei
gas refrigeranti HFC in tutta Europa è
inevitabile e che quindi avverrà un graduale passaggio ai refrigeranti maggiormente “amici” dellʼambiente.
Però è utile evidenziare che tali refrigeranti necessitano ancora di più di
una particolare qualificazione dei tecnici che vengono ad utilizzarli in quanto
pericolosi non allʼambiente ma invece
per la salute degli operatori che vanno
ad utilizzarli, in quanto infiammabili,
tossici o con pressioni di funzionamento elevate. Tutte le associazioni e la
stessa Commissione sono quindi inclini ad un adeguamento della certificazione sugli HFC estendendola anche ai
futuri refrigeranti impiegati.
Il relatore del XV Convegno Europeo
Oskar Zorzi, Presidente dellʼLVH-APA
di Bolzano sezione Kälte- und
Klimatechniker, e pure vicepresidente
onorario dallʼassociazione ATF, ha
parlato anche della sessione di esami
del Patentino Europeo Frigoristi che
ha avuto luogo presso lʼLVH-APA di
Bolzano nel mese di gennaio. La provincia autonoma di Bolzano, da sempre molto attenta ai problemi energetici e ambientali, per favorire i propri
tecnici ha richiesto che tutti i suoi
Tecnici del Freddo più sensibili a questi temi venissero certificati.
Bolzano sin dai primi anni dello scorso
decennio con lo schema KlimaHouse
di risparmio energetico negli edifici è
stato un precursore e capofila di questo movimento.
Ora si aggiunge pure il risparmio energetico degli impianti controllati, installati e riparati solo da personale qualificato e competente in possesso del
Patentino Frigoristi rilasciato da ente
certificatore inglese durante la sessione di esame Centro Studi Galileo.
Per cui il Sud Tirolo è la prima zona in
Italia ad avere quasi tutti i propri tecnici già in regola con le disposizioni italiane, disposizioni che in Europa, ed in
particolare nella vicina Austria, erano
già attive da circa 4 anni e che impedivano loro di poter lavorare nel vicino
stato confinante e legato anche per
cultura e tradizioni.
Sempre riguardo al patentino particolare interesse è stato rilevato per il fatto
che nel nostro Paese instaurando un
registro telematico pubblico ciascun
utente finale, dal singolo privato al
grande utente, potrà verificare che la
CORSI DI PREPARAZIONE CONSIGLIATI PER RAGGIUNGERE
I REQUISITI MINIMI PATENTINO EUROPEO FRIGORISTI
■ Tecnico che si affaccia ora al settore:
Corso Base Tecniche Frigorifere 5 giorni per coprire la preparazione teorica.
Corso Specializzazione Teorico-Pratico 3 giorni per coprire la preparazione
pratica.
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Corso Base intensivo Tecniche Frigorifere 3 giorni per coprire la preparazione teorica.
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dʼesame.
■ Disponibili anche lezioni individuali tecniche e pratiche.
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I REQUISITI MINIMI PATENTINO EUROPEO FRIGORISTI
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■ 6 DVD di preparazione Teorica
Dallʼesperienza del sig. Nano, esperto decennale del settore, tutte le nozioni di
Base delle Tecniche Frigorifere per conoscere i componenti, il ciclo termodinamico, pressioni e temperature, i nuovi refrigeranti, le attrezzature del frigorista.
■ 3 DVD di preparazione Pratica
Operazioni Pratiche di Carica, Vuoto, Recupero Refrigerante e Ricerca Perdite.
Per approfondire tutte le informazioni visitare www.centrogalileo.it oppure
www.associazioneATF.org oppure www.Euenergycentre.org oppure telefonare a 0142452403 chiedendo delle sig.re Chiara o Marisa.
persona che sta installando la macchina, ad esempio split o grande chiller,
sia competente ed in regola con la
legge e che sappia compilare correttamente il libretto dʼimpianto, obbligatorio
sulle macchine con più di 3 kg di refrigerante. Il refrigerante verrà venduto
solamente a tecnici (imprese) in possesso di tale patentino. Inoltre le imprese dovranno possedere lʼattrezzatura e
le procedure corrette e indispensabili al
loro lavoro. Le 2 particolarità (refrigerante solo a persona qualificata e registro telematico) che attualmente riguardano il decreto italiano, verranno sicuramente anche estese in tutta Europa
con la prossima revisione della regolamentazione europea.
Eʼ emerso inoltre che si stanno diffon-
dendo sempre più i refrigeranti naturali
a basso impatto ambientale. I refrigeranti alternativi agli HFC non sono
nuovi, sono infatti stati utilizzati per
molti anni in passato e sono poi stati
lasciati da parte a causa dei loro aspetti negativi di sicurezza. Ma questi refrigeranti sono ottimi nelle rispettive applicazioni. Per esempio lʼammoniaca nei
grandi impianti, gli idrocarburi nei piccoli impianti domestici e commerciali,
lʼanidride carbonica nei sistemi a
cascata. Lʼesperienza europea sullʼeliminazione dei gas dannosi insegna
che i nuovi refrigeranti alternativi e
naturali, oltre ad essere a basso impatto ambientale, portano a importanti
risultati dal punto di vista del risparmio
energetico.
●
23
Come gli impianti di
condizionamento influiscono
sulle temperature di Parigi
Speciale tecnologie sul microclima di Parigi
LUIGI NANO
Cécile de Munck, Grégoire Pigeon, Valéry Masson, Colette Marchadier - CNRM/GAME, Météo France, Toulouse
Francis-Emile Meunier, Brice Tréméac, Pierre Bousquet - CNAM-LGP2ES(EA21), Parigi
Michèle Merchat, Pierre Poeuf - Climespace, Parigi
Durante l’ondata di calore
verificatasi in Europa nel 2003, che
potrebbe essere rappresentativa
di un’estate normale di fine secolo,
l’isola di calore urbana osservata a
Parigi, con temperature fino a 8 °C
più alte nel centro di Parigi rispetto
alle zone limitrofe, aggravò la
situazione di stress da calore.
Esposta a un aumento della
popolazione urbana, a un micro
clima specifico, e a recenti episodi
di alte temperature estive, le
richieste di raffreddamento per la
città di Parigi sono aumentante per
raffreddare o mantenere costanti le
temperature dei beni mobili e delle
persone per rispondere a motivi di
salute, commerciali, industriali e di
comfort. Partendo dal fatto che
l’uso dei sistemi di
condizionamento dell’aria, mentre
raffreddano l’interno degli edifici,
rilasciano delle ondate di calore
(come calore latente e sensibile)
nella parte più bassa
dell’atmosfera urbana, diventa
legittimo porsi le seguenti
domande:
Qual è l’effetto dei sistemi di
raffreddamento sul clima della
città? Questo effetto viene
percepito dalle persone? Si
verifica maggiormente durante il
giorno o la notte? È localizzato o è
esteso? Dipende dalla densità
delle installazioni di AC? Alcune
tipologie di sistemi AC (che
generano calore sensibile versus
calore latente, ad aria o ad acqua)
influenzano il clima urbano di più
24
di altri? Queste sono le domande
trattate dal progetto CLIM
(climatisation et Climat Urbain) e
presentate da questo studio.
SCENARI DI CONDIZIONAMENTO DELLʼARIA
SCENARIO
NO-AC
AC Reali presenti
Aria secca degli AC
presenti
Aria secca dei futuri
condizionatori dʼaria
2 (doppio)
DESCRIZIONE
Base di rilevamento, assenza di condizionamento
dellʼaria.
Prende in esame i modelli correnti di sistemi dʼaria
condizionata coesistenti nella città:
• Individuale: unità AC autonome, scaricano ondate
di calore nellʼaria come calore sensibile.
• Collettivo: (per gruppi di edifici collegati dalle reti
di acqua fredda): torri ad umido, scaricano ondate
di calore nellʼaria principalmente come calore
latente, e senza raffreddamento usando lʼacqua
proveniente dalla Senna.
5,16 GW è lʼenergia totale del calore rilasciata al di
sopra del campo di simulazione
Aria secca degli AC presenti.
Si basa sullo scenario degli AC reali, con
conversione di rilascio di calore latente in rilascio di
calore sensibile (tutto convertito in unità
autonome). Lʼenergia totale del calore rilasciato al
di sopra del campo di simulazione è lo stesso dello
scenario dei condizionatori dʼaria reali presenti.
Futura progettazione dei dispositivi dʼaria
condizionata in scala della città: basato sullo
scenario dei condizionatori presenti ad aria secca,
con raddoppio dellʼenergia totale del calore
rilasciato. Lʼenergia totale di rilascio di calore
sensibile (10,32 GW) è distribuita con un 68% nel
centro di Parigi e un 32 % fuori del centro di Parigi.
SCENARI DELLE TEMPERATURE DELLE VIE CITTADINE
AC - ad aria
Futuri AC 2 - ad
AC - reali attuali
secca attuali
aria secca
A 250m x 250m
0,5 °C
1 °C
2 °C
A 1 km x 1 km
0,25 °C
0,5 °C
1 °C
METODOLOGIA
Un modello accoppiato formato da un
modello meteorologico a mesoscala
(MESO-NH) e un modello di bilancio
energetico urbano è stato implementato con un modulo dʼaria condizionata e usato in unione ai dati reali di
superficie spazializzata per capire e
quantificare gli impatti potenziali sul
livello della temperatura delle strade
dovuti ai tre scenari di condizionamento dellʼaria per la città di Parigi.
Le condizioni metereologiche sono
quelle dellʼondata di caldo verificatasi
in Europa nel 2003 - valutata rappresentativa per lʼintensità e la durata
delle temperature estive previste per
la seconda metà del 21° secolo
secondo lo scenario A2 e il modello
francese di ricerca climatica.
DESCRIZIONE DEL MODELLO
• MESO-NH, il modello meteorologico
di ricerca francese venne usato per
riprodurre le aree meteorologiche
interessate dallʼondata di calore del
2003 (8-13 Agosto). Una combinazione di 3 modelli nidificati permise di
passare alla risoluzione spaziale –
fino a 250 m (Fig. 2).
• Nel TEB, il paesaggio urbano è semplificato come una rete di canaloni stradali. Il modello TEB simula gli scambi
di calore e dʼacqua nelle tre superfici
generiche (strada, parete, tetto). Un
database specifico è stato sviluppato
in questo studio per caratterizzare i
parametri urbani, basati su inventari di
superfici (risorsa: APUR & CSTB).
Lʼimplementazione dellʼAria Condizionata nel TEB si è basata sul rilascio di
calore generato dallʼAria Condizionata
a livello del tetto e su un target di temperatura interna di 26 °C (Fig.3).
Figura 1.
Metodologia generale.
Figura 2.
Campi di simulazione: France, Île-de-France, Paris.
IMPATTO SULLE TEMPERATURE
DELLE VIE
Tutti gli scenari mostrano un aumento
nelle temperature delle vie cittadine,
maggiore di notte che di giorno.
Per i primi due scenari, questo innalzamento delle temperature delle vie è
localizzato vicino alle sorgenti di rilascio di calore dei condizionatori dʼaria,
mentre lo scenario futuro di condizio25
namento dellʼaria mostra un impatto
su zone più ampie della città.
Lʼampiezza dellʼaumento nelle temperature varia la scala spaziale e lo scenario (Fig.5)
Figura 3.
Descrizione schematica del modello TEB.
IMPATTO SULLʼISOLA DI CALORE
DI PARIGI
Dai risultati ottenuti per il livello delle
temperature delle vie cittadine, si
sono osservate tendenze rilevanti per
lʼisola di calore urbana durante il
periodo notturno.
I profili di temperatura notturna rappresentati nella figura 6 (per il campione mostrato sulla cartina) dimostrano che il tipo di dispositivo AC ha
un impatto sullʼespansione spaziale e
sullʼintensità dellʼisola di calore (UHI
Urban Heat Island).
Per unʼ ampiezza della base di rilevamento UHI di 3.75 °C, lʼaumento nellʼ
ampiezza si osserva in particolar
modo per AC ad aria secca attuali e il
Future AC aria secca 2 (rispettivamente di +0.75 °C e 1.75 °C). Il presente scenario degli AC-reali mostra
in particolar modo una leggera diffusione delle zone più calde nel centro
di Parigi con nessun effetto significativo sullʼampiezza dellʼUHI.
Figura 6.
Profili di temperatura che mostrano lʼUHI di Parigi per una sezione
da Ovest a est passando attraverso i distretti 8, 9 e 10.
26
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
Questo studio mostra che gli strumenti usati per rispondere ai bisogni di raffreddamento degli edifici parigini
durante unʼondata di calore possono
aumentare le temperature delle vie
cittadine e conseguentemente lʼintensità dellʼisola di calore.
Questo potrebbe condurre a un
aumento di richiesta di raffreddamento dellʼaria (e di conseguenza del consumo energetico), mentre al tempo
stesso si potrebbe verificare un
abbassamento dellʼefficienza delle
unità dʼaria condizionata.
Miglioramenti si stanno producendo
nel TEB per modellare il feedback
delle temperature esterne su richieste
di raffreddamento interne e prevedere
meglio lʼimpatto sulle temperature
della città.
Studi futuri punteranno anche a prevedere impatti combinati di AC sulla
temperatura e sullʼumidità, questʼultimo di importanza fondamentale per le
città umide.
Figura 4.
Rilascio di calore sensibile (sopra) e latente (sotto) per lo scenario
dei sistemi dʼaria condizionata reali presenti.
Figura 5.
Aumento nel livello delle temperature delle vie cittadine (2) stimato di giorno (sopra) e di notte (sotto).
27
I refrigeranti HFO nei sistemi
di condizionamento e refrigerazione
stazionari
Speciale nuove tecnologie nei refrigeranti
NACER ACHAICHIA
Honeywell Belgium
Argomento tratto dalla
14ª Conferenza Europea
10-11 giugno 2011
Politecnico di Milano
A causa di una sempre maggiore
preoccupazione globale in merito
al crescente impatto dell’uomo
sul riscaldamento dell’atmosfera, i
refrigeranti che sono stati utilizzati
come principali fluidi di lavoro
per applicazioni di
condizionamento e refrigerazione
sono nuovamente sotto esame.
Molti enti regolatori di tutto il
mondo si stanno concentrando
sull’impatto diretto che questi
fluidi hanno sul riscaldamento
globale. Ne è un esempio la
direttiva europea che eliminerà
gradualmente l’utilizzo del R134a
negli impianti di condizionamento
delle automobili a partire dal 2011,
per giungere all’eliminazione totale
prevista per il 2017.
Recentemente Stati Uniti, Canada e
Messico hanno proposto di
aggiungere al protocollo di
Montreal l’eliminazione graduale
degli idrofluorocarburi (HFC) pari
al 10% da parte dei paesi
sviluppati a partire dal 2013, con
l’obiettivo di giungere
all’eliminazione dell’85% entro il
2033.
28
GIANCARLO MATTEO
Honeywell Italy
Come risultato della ricerca di
validi sostituti dei refrigeranti a più
elevato riscaldamento globale,
sono state identificate due nuove
molecole refrigeranti a basso
riscaldamento globale: HFO1234yf
e HFO1234ze.
Queste molecole sono idrofluoroolefine (HFO) che hanno tempi di
vita nell’atmosfera molto brevi di
11 e 18 giorni (rispetto a 12 anni di
R134a) e un potenziale di
riscaldamento globale
(GWP) estremamente basso
compreso tra 4 e 6 (rispetto a 1410
di R134a).
Oltre a questi due refrigeranti a
componente singolo, sono state
sviluppate miscele refrigeranti a
basso riscaldamento globale con
proprietà prossime ai refrigeranti a
più elevate pressioni esistenti
quali R404A, R407C e R410A.
Nel presente documento verranno
discusse le proprietà e le
applicazioni di queste potenziali
opzioni sostitutive in sistemi di
condizionamento e refrigerazione
stazionari.
Refrigerante
R-134a
1234ze(E)
1234yf
R-600a
R-744
GWP
1410
6
4
~5
1
Punto di
ebollizione
normale
(°C)
-26
-19
-30
-12
-78,4
PROPRIETÀ FISICHE
DEI REFRIGERANTI
Nella tabella qui sotto sono indicate le
proprietà di HFO1234yf e HFO1234ze,
insieme ad altri refrigeranti anchʼessi
proposti in sostituzione di R134a in
applicazioni stazionarie. Le proprietà
dei fluidi proposti li rendono validi
sostituti del R134a. Nella tabella vengono inoltre mostrati il limite di esposizione consentito (PEL, Permissible
Exposure Limit) e i livelli inferiore e
superiore di infiammabilità (LII e LSI).
Tutti i fluidi HFO hanno un bassissimo
livello di tossicità e sono classificati “A”
da ASHRAE. È anche importante
notare che HFO1234ze non mostra
limiti di infiammabilità quando testato
in conformità con ASTM E-681 o EU
A11. HFO1234ze, tuttavia, mostra
limiti di infiammabilità a temperature
elevate (sopra i 30 °C).
STABILITÀ TERMICA
Le valutazioni di stabilità termica sono
state condotte utilizzando i metodi di
test ASHRAE standard 97. In questa
Temperatura
critica
(°C)
101
110
94
135
31
PEL
(ppm)
1000
1000
500
800
4000
LII / LSI
(vol. %, 23 °C)
6,2 - 12,3
1,8 - 8,5
Figura 1.
Rapporto pressione-temperatura.
valutazione, è stato utilizzato un tipico
olio POE a bassa viscosità ISO 10
(Proeco 10S). Sia HFO1234yf che
HFO1234ze sono stati testati in condizioni estreme: elevata umidità (1000
ppm), elevata temperatura (200 °C) e
lunga durata (due settimane).
Lʼesame visivo della tubazione sigillata non ha mostrato alcun cambiamento nellʼaspetto del refrigerante
e dellʼolio (figura 2).
I risultati dellʼanalisi dellʼolio mostrano
valori di acidità bassissimi. Inoltre, le
misurazioni gas-cromatografiche e del
peso molecolare del refrigerante effettuate prima e dopo i test non mostrano alcun cambiamento nella purezza
del materiale. Da questa valutazione è
dunque possibile concludere che
HFO1234yf e HFO1234ze sono molto
stabili con oli utilizzati in queste applicazioni.
Applicazioni refrigeranti a media
pressione:
HFO1234yf è stato selezionato dalle
case produttrici di automobili per sostituire lʼR134a in MAC. HFO1234yf e/o
HFO1234ze, sia come fluidi puri che
miscelati con altri prodotti, possono
anche offrire soluzioni per sostituire
R134a in molte altre situazioni in cui
sono necessarie, tra le altre proprietà,
una buona efficienza e un basso
GWP.
La figura 3 presenta una panoramica
delle opzioni future nellʼambito della
Figura 2.
Test tubo sigillata.
ti incoraggianti in test transitori e statici in base allo standard ASHRAE 32.1.
Questi risultati suggeriscono che
HFO1234yf abbia il potenziale per
sostituire R-134a in tali applicazioni.
Un altro ambito in cui la tecnologia
HFO sembra essere promettente grazie alla sua efficienza e a i suoi benefici ambientali è quello delle applicazioni di raffreddamento. Sono in corso
svariate convalide in cui HFO1234ze
sembra promettere bene come sostituto di R134a in tali applicazioni.
Molte altre applicazioni in cui oggi è
utilizzato R134a vengono testate con
il nuovo fluido. Per esempio, sono
attualmente sotto esame le applicazioni nel condizionamento per autobus, mezzi pesanti e treni.
Per applicazioni in cui non sono autorizzati o desiderati fluidi anche solo
leggermente infiammabili, esiste una
soluzione non infiammabile N13 per
sostituire lʼR134a. Questa soluzione è
una miscela azeotropica, con caratteristiche simili a R134a ma con un
GWP pari a circa 600. Come mostrato
in figura 3, le miscele in considerazione con un GWP inferiore a 500 tendono a essere leggermente infiammabili.
MISCELE REFRIGERANTI
A PRESSIONE PIÙ ELEVATA
refrigerazione per vari livelli di capacità volumetrica. Sono in valutazione
con il settore svariate applicazioni.
Come già accennato, le molecole
HFO possono sostituire R134a in
molte applicazioni attuali. La capacità
volumetrica di HFO1234yf è simile a
quella del R134a, ma con una riduzione del 99,7% dellʼimpatto diretto sullʼambiente. HFO1234ze ha dʼaltro
canto una capacità volumetrica compresa tra il 15 e il 20% inferiore rispetto a R134a. A ciò si può rimediare
mediante varie modifiche al sistema.
Entrambi i fluidi, HFO1234yf e
HFO1234ze, sono potenziali sostituti
di R134a, mentre sono in corso varie
prove sul campo.
La figura 4 mostra un distributore
automatico
valutato
utilizzando
HFO1234yf. Sono stati ottenuti risulta-
Esistono molte applicazioni in cui
sono necessari refrigeranti con pressione e capacità volumetrica più elevate. Alcune di queste sono i sistemi di
refrigerazione di dimensioni maggiori
nonché la maggior parte delle applicazioni di condizionamento. Stiamo
valutando refrigeranti comprendenti
miscele che offrano un equilibrio tra
una maggiore capacità e un basso
potenziale di riscaldamento globale
pur mantenendo lʼefficienza dei sistemi attuali, senza risultare in un
aumento significativo dei costi di sistema. Ovviamente, ciò non deve comportare cambiamenti significativi per
quanto riguarda la sicurezza di questi
sistemi.
Sono attualmente in sviluppo varie
miscele refrigeranti con un potenziale
di riscaldamento globale (GWP) significativamente più basso rispetto ai refrigeranti attuali. Queste miscele hanno
caratteristiche di funzionamento prossime a R404A, R407C e R410A.
29
Figura 3.
Panoramica opzioni in refrigerazione.
Nonostante le miscele possano essere
formulate con un GWP inferiore a 150,
per ottenere questi risultati è necessario scendere a compromessi in termini
di prestazioni. Altre miscele con GWP
superiore a 150, ma che offrono una
riduzione del GWP compresa tra il 75%
e il 95% rispetto ai refrigeranti esistenti, possono offrire una migliore corrispondenza delle prestazioni con i refrigeranti esistenti.
R404A con un GWP prossimo a 4000
è ampiamente utilizzato nella refrigerazione commerciale.
La sua sostituzione con un fluido a
GWP ridotto apporterebbe un importante contributo nella riduzione delle
emissioni ambientali delle applicazioni commerciali. Sono stati identificati
due fluidi in fase di sviluppo: N40 e
N20. Sono state effettuate diverse
prove sulla cella frigo di un supermercato. Le prove sono state effettuate
con varie miscele HFO e R404A come
base di riferimento. Le applicazioni
erano a bassa e a media temperatura.
N40 può essere utilizzato in apparecchiature R404A esistenti con modifiche lievi o nulle. Le sue prestazioni si
sono dimostrate migliori in entrambi gli
intervalli di temperatura, con
una riduzione del GWP del 65%
rispetto a R404A.
30
Figura 4.
Distributore automatico,
test di valutazione.
Figura 5.
Confronto delle prestazioni.
N20 è destinato alle nuove installazioni. Con un GWP inferiore a 1000, rappresenta una riduzione del GWP di
oltre il 75% rispetto a R404A, con un
aumento dellʼefficienza per applicazioni sia a bassa che a media temperatura. Sono state testate anche altre
opzioni a basso GWP ma leggermente infiammabili. L40 con un GWP inferiore a 300 offre prestazioni migliori
rispetto a R404A in applicazioni sia a
bassa che a media temperatura, con
una riduzione del GWP di oltre il 90%
rispetto a R404A.
Unʼaltra miscela L20 con un GWP
inferiore a 150 che presenta una riduzione di oltre il 96% rispetto a R404A
è quella attualmente testata.
Per le pompe di calore reversibili, L41
è identificato come la potenziale
miscela per sostituire R410A in tali
applicazioni. Questa miscela, con un
GWP inferiore a 500, è stata testata in
una pompa di calore ductless split.
La figura 5 mostra i risultati della
pompa calore ductless split in condizioni di temperatura ambiente pari
a 35° C per il raffreddamento e di temperatura ambiente pari a 7° C per il
riscaldamento.
I risultati di L41 mostrano una migliore
efficienza sia in raffreddamento che in
riscaldamento rispetto al refrigerante
R410A base; tuttavia, la capacità alla
velocità nominale del compressore
era inferiore.
Per una corrispondenza della capacità
con il refrigerante base, è necessario
aumentare leggermente il volume del
compressore.Per valutare le prestazioni con un compressore di volume
maggiore, è stata aumentata la velocità del compressore di circa il 10% e
sono stati ripetuti i test. Riportiamo i
risultati in termini di capacità ed efficienza, i quali indicano che le prestazioni ora riescono quasi a eguagliare
quelle di R410A.
In generale, L41 mostra il potenziale
per sostituire R410A grazie alla sue prestazioni prossime a quelle di R410A.
Alle differenze di prestazioni, rispetto
a R410A, si può rimediare mediante
modifiche del sistema. È possibile raggiungere queste prestazioni senza
problemi in termini di elevata temperatura di scarico e con un GWP inferiore
a 500; lʼelevata riduzione rispetto a
R410A supera il 75%.
CONCLUSIONI
La tecnologia HFO (idrofluoro-olefina)
offre importanti prospettive in termini
di efficienza energetica per una
varietà di applicazioni che vanno dai
piccoli frigoriferi a uso domestico ai
grandi sistemi di condizionamento e
refrigerazione. Anche i miglioramenti
nel consumo energetico possono
essere supportati con facilità e sicurezza sia nellʼambito del funzionamento produttivo che dal punto di vista dellʼutente finale.
HFO1234yf è stato scelto da svariate
case produttrici di automobili, dopo
numerosi test, come fluido per sostituire lʼ R134a in MAC.
HFO1234yf e HFO1234ze hanno
ULTIME NOVITÀ
■ AREA CHIEDE CHE LA FORMAZIONE SIA OBBLIGATORIA
PER I REFRIGERANTI NATURALI
AREA, l’associazione europea dei Tecnici del Freddo e del
Condizionamento, ha condotto recentemente un sondaggio che
ha rilevato che in Europa i Tecnici non sono pronti ad un possibile aumento dell’uso dei gas refrigeranti cosiddetti naturali.
Infatti nonostante attualmente il 6% abbia avuto formazione
sulla CO2, l’11% sugli idrocarburi e il 16% sull’ammoniaca,
corsi che la nostra associazione propone da molti anni, se la
Commissione europea costringerà ad una limitazione nell’uso
dei refrigeranti HFC, i refrigeranti naturali necessiteranno di
molti più installatori che al momento non sono stati propriamente formati e addestrati.
Articolo completo su rivista inglese: http://bit.ly/HXSXOp
Alleghiamo un articolo su un incidente provocato si presume da
ammoniaca o idrocarburi avvenuto ad Asolo lo scorso 2 Aprile
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=188721&sez=NORDEST
■ I NUOVI REFRIGERANTI A BASSO GWP-HFO SONO
COMMERCIALIZZATI
HFO 1234yf • La nuova Subaru XV è tra le prime vetture commercializzate nel 2012 ad essere equipaggiata con il sistema di
climatizzazione che impiega il nuovo gas refrigerante HFO R1234yf in sostituzione del gas R-134a.
potenzialità in applicazioni quali piccoli sistemi di refrigerazione commerciale e residenziale e altre aree in cui sia
possibile impiegare in maniera efficiente un refrigerante a media pressione e in cui sia necessario o auspicabile lʼuso di refrigeranti a basso
riscaldamento globale.
A differenza di quanto accade per gli
altri fluidi, il confronto delle prestazioni
con i refrigeranti esistenti nelle applicazioni testate fino a oggi mostra che
tali risultati possono essere raggiunti
senza sostanziali modifiche ai componenti.
Mentre sono in corso ulteriori studi e
valutazioni sulle applicazioni di questi
due refrigeranti a componente singolo, si sta lavorando anche allo sviluppo di refrigeranti a pressioni più elevate. I risultati delle valutazioni iniziali
lasciano ben sperare sia per le applicazioni di condizionamento che per
quelle di refrigerazione. Ulteriori test
per queste applicazioni comprendono
valutazioni di prestazioni aggiuntive
nonché valutazioni del rischio di
infiammabilità se necessario.
●
La nuova XV di Subaru è una vettura che ha ottenuto l’omologazione dopo il 1 gennaio 2011: di conseguenza deve ottemperare
alla Direttiva 2006/40/CE per essere commercializzata.
La Direttiva 2006/40/CE, in particolare, si applica :
- ai veicoli destinati al trasporto di persone aventi al massimo otto
posti a sedere oltre al sedile del conducente;
- ai veicoli per trasporto di merci con massa non superiore a 3,5
tonnellate;
e impone che, a partire dall’ 1/1/2011, TUTTI i Veicoli di NUOVA
Omologazione (inferiori a 3,5 tonnellate) NON potranno più adottare come refrigerante l’ R134a come gas negli impianti di climatizzazione.
Inoltre, sempre nel corso del 2012, è già noto che saranno commercializzate le nuove MAZDA CX-5 e le nuove TOYOTA Prius +
equipaggiate con il nuovo gas A/C HFO R1234yf
La SUBARU XV (nuova versione dell’ Impreza) farà quindi da
“battistrada” all’introduzione di diverse nuove vetture equipaggiate con l’R1234yf.
HFO 1234ze • La prima installazione Chiller al mondo con questo
nuovo refrigerante che non è infiammabile.
L’articolo mostra che a seguito di una caduta delle potenza refrigerante si ha però un COP migliore.
http://www.geoclima.com/company/news/detail.php?ID=587
Honeywell venderà il prodotto HFO con il nome di Solstice
1234yf. DuPont userà invece il nome Opteon yf
31
Principi di base
del condizionamento dellʼaria
Speciale corso di climatizzazione per i soci ATF
132ª lezione
Pompe di calore ad anello aperto
con pozzo singolo
(Continua dal numero precedente)
PIERFRANCESCO FANTONI
CENTOTRENTADUESIMA LEZIONE
DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO
DELLʼARIA
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni di base semplificate
per gli associati sul
condizionamento dell’aria, così come
da 15 anni sulla nostra stessa rivista
il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni
tiene le lezioni di base sulle tecniche
frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it.
Il prof. Ing. Fantoni è inoltre
coordinatore didattico e docente del
Centro Studi Galileo presso le sedi
dei corsi CSG in cui periodicamente
vengono svolte decine di incontri su
condizionamento, refrigerazione e
energie alternative.
In particolare sia nelle lezioni in aula
sia nelle lezioni sulla rivista vengono
spiegati in modo semplice e
completo gli aspetti teorico-pratici
degli impianti e dei loro componenti.
È ORA DISPONIBILE
LA RACCOLTA COMPLETA
DEGLI ARTICOLI
DEL PROF. FANTONI
Per informazioni 0142.452403
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
32
INTRODUZIONE
La scelta del tipo di circuito di captazione incide sui costi iniziali di investimento per lʼinstallazione della pompa
di calore funzionante con acqua di
falda. Inoltre permette di ovviare ai
ridotti spazi che si hanno talvolta a
disposizione per lʼinstallazione,
soprattutto nelle aree urbane. I sistemi
ad anello aperto con pozzo singolo
presentano notevoli vantaggi in questo senso anche se, di contro, richiedono attenzione nella stima della
capacità della falda a garantire le
dovute portate di acqua con le richieste caratteristiche di temperatura.
VANTAGGI DEI SISTEMI
AD ANELLO APERTO
Uno dei più evidenti vantaggi di una
pompa di calore a circuito aperto è
quello che la captazione del calore
risulta essere particolarmente agevole. Come si vede in figura 1 la pompa
idraulica, sommersa al di sotto del
livello di falda, è in grado di prelevare
lʼacqua dal sottosuolo è di inviarla alla
pompa di calore. Tale acqua può trovarsi ad una temperatura variabile,
mediamente di circa 10-12 °C, e costituisce la fonte da cui attingere la
quantità di calore che risulta essere
basilare per il funzionamento della
pompa di calore stessa. La potenza
termica che è possibile ricavare risulta
dipendere dalla portata di acqua che
la pompa è in grado di veicolare dal
sottosuolo.
Dopo che tale acqua è transitata allʼin-
terno dello scambiatore della pompa
di calore, provocando in tal modo lʼevaporazione del refrigerante, lascia lo
scambiatore stesso ad una temperatura inferiore a quella che possedeva
al momento della captazione allʼinterno del pozzo di produzione.
Ora, essa deve essere riconsegnata
al terreno: per evitare di modificare le
caratteristiche dellʼacqua che si trova
in falda e che si intende prelevare,
lʼacqua che si trova ad una temperatura più bassa (circa 5-6 °C, ma tale
valore dipende dalla quantità di calore
che si riesce a scambiare nellʼevaporatore della pompa di calore) non può
sempre essere rigettata nel pozzo di
produzione: in tale caso va smaltita in
altro modo.
Come si vede in figura, è possibile
impiegare un secondo pozzo (pozzo
di iniezione) che si trova ad una certa
distanza da quello a cui si attinge lʼacqua per non variarne le sue caratteristiche, oppure, nel caso sia presente
nelle vicinanze, è necessario ricorrere
allʼutilizzo di un corso dʼacqua superficiale in grado di accettare le portate
dʼacqua impiegate.
PROBLEMI ALLA FALDA
FREATICA
La problematicità di tale soluzione è
legata alle portate di acqua emunta
che, in caso siano eccessive, sono in
grado di provocare eccessivi e non
accettabili abbassamenti della falda
freatica o modifiche alle caratteristiche
dellʼacqua stessa (ad esempio di temperatura). Per tale motivo le portate di
Figura 1.
Modalità di captazione e di diverso rigetto dellʼacqua necessaria al funzionamento di una pompa
di calore (fonte: RCT - Gruppo Trevi).
~
~
acqua re-immesse nel sottosuolo
devono sempre tenere conto della
capacità della falda freatica di ripristinare il campo termico che in maniera
inevitabile viene alterato dalla presenza dei pozzi.
Ulteriore aspetto che va attentamente
valutato è che lʼacqua impiegata dalla
pompa di calore che si re-immette nel
sottosuolo o che viene smaltita nei
corsi dʼacqua vicini non risulti essere
contaminata da eventuale presenza di
sostanze inquinanti.
Infine, va valutata la portata dʼacqua
che la falda è in grado di garantire nel
tempo, dato che anche il solo abbassamento del livello della stessa può
portare ad una riduzione delle portate
di acqua prelevabili e quindi ad una
diminuzione della potenza termica
ricavabile dalla pompa di calore.
Può capitare, che in particolari periodi
dellʼanno caratterizzati da scarsa piovosità, oppure da emungimento dalla
falda in luoghi prossimi a quello del
pozzo di produzione, si possa registrare un abbassamento della falda o
compunque, più in generale, una riduzione delle portate di acqua.
Si vedrà, in tali casi, diminuire la
potenza termica della pompa di calore
senza apparente motivo, dato che la
causa che provoca tale inconveniente
risulta essere difficilmente immaginabile. La mancata consapevolezza di
tale fatto può anche portare ad attribuire ad altri fattori lʼimprovvisa inadeguatezza dellʼimpianto, comportando
~
Figura 2.
Schematizzazione di un pozzo sia per lʼattingimento
che per il rigetto dellʼacqua.
inutili quanto costosi interventi per cercare di ripristinare il corretto regime di
funzionamento. Il tecnico preparato è
in grado di condurre una precisa analisi della situazione e di individuare la
corretta causa del malfunzionamento.
SISTEMI A POZZO SINGOLO
In alcune occasioni, per ovviare alla
necessità di eseguire due perforazioni
distinte per il pozzo di iniezione e quel-
lo di produzione, si può pensare di
impiegare un solo pozzo. In tale
modo si ovvia anche agli eventuali
divieti ambientali di rigettare le acque
surriscaldate in corsi dʼacqua superficiali e si ottiene un certo risparmio
economico in fase di costruzione del
circuito di captazione. Inoltre non si
provoca alcuna variazione del livello
della falda sotterranea, dato che la
quantità di acqua estratta risulta
essere pari alla quantità di acqua che
33
si restituisce alla falda.
Può capitare, anche, lʼopportunità di
poter sfruttare pozzi già predisposti
per altri scopi, abbattendo in questo
modo ulteriormente i costi di messa in
opera, anche se, cʼè da dire, che i normali pozzi dedicati allʼestrazione di
acqua per usi domestici residenziali
risultano avere solitamente portate
troppo piccole per quelle necessarie
ad alimentare una pompa di calore.
Come mostra la figura 2, sia lʼacqua
attinta che quella rigettata fanno capo
ad un unico pozzo. Lʼacqua viene prelevata dalla parte inferiore del pozzo
mentre quella di ritorno dalla pompa di
calore (più fredda) interessa la parte
superiore del pozzo. In tale modo tutta
lʼacqua che viene emunta viene totalmente restituita alla falda, evitando,
così, la possibilità di pericolosi abbassamenti della stessa.
Tale situazione risulta accettabile se le
portate di acqua prelevate e riversate
sono ridotte rispetto alla capacità del
pozzo ed alla portata della falda, dato
che i moti convettivi che si instaurano
consentono allʼacqua fredda di venire
riscaldata dallʼacqua che si trova allʼinterno della falda.
Quando, invece, le portate dʼacqua in
gioco sono molto elevate può rendersi
necessario non rigettare tutta lʼacqua
allʼinterno del pozzo.
Questo è il caso, ad esempio, in cui la
richiesta di caldo risulta essere molto
elevata (in pieno inverno) oppure la
richiesta di freddo risulta essere molto
elevata (in estate).
In tali situazioni una parte dellʼacqua
di ritorno dalla pompa di calore può
essere rigettata in corsi dʼacqua
34
ULTIME NOVITÀ
■ 5° CONTO ENERGIA FOTOVOLTAICO
Secondo il Governo, si è puntato troppo sulle rinnovabili elettriche (più semplici da
sviluppare) rispetto a quelle termiche e all’efficienza energetica (economicamente più
efficienti). Non si è tenuto conto che i costi delle tecnologie sono in forte diminuzione e,
quindi, uno sviluppo più graduale avrebbe consentito di installare oltre il doppio degli
impianti a parità di spesa. Si attendono sviluppi e incentivi sulle FER Fonti di Energie
Rinnovabili elettriche come le Pompe di Calore.
Documento di sintesi rilasciato e diffuso dai Ministeri dello Sviluppo economico,
dell’Ambiente e dell’Agricoltura per illustrare il quinto Conto Energia che può essere
consultato: http://www.casaportale.com/public/uploads/26959_Slide_MISE.pdf
■ EPA APPROVA 3 REFRIGERANTI IDROCARBURI PER L’USO DOMESTICO E
COMMERCIALE SPINTA DALLA GRANDE DISTRIBUZIONE E DAI GRANDI PRODUTTORI
La US Environmental Protection Agency (EPA) ha aggiunto 3 idrocarburi come
alternative accettabili in frigoriferi e congelatori domestici, con i limiti di carica ammessa.
• I frigoriferi e congelatori domestici: 57 grammi (2,0 once), pari a circa il valore del
contenuto di due accendini usa e getta, e ben al di sotto del frigorifero domestico
internazionale e standard che ha limite di carica di 150 grammi (5,3 once)
• refrigerazione alimentare al dettaglio in unità stand-alone: 150 grammi (5,3 once), pari a
circa il valore del contenuto di cinque accendini usa e getta o meno
http://bit.ly/HMVIAw
■ NUOVO IMPIANTO PER SPLIT A IDROCARBURI
Articolo che spiega che dopo la Cina (azienda Gree) anche l’India ha iniziato la
produzione di Impianti di condizionamento Split utilizzando idrocarburi come gas
refrigerante (in particolare in questo caso con R290 propano), refrigeranti infiammabili
ma di alta efficienza energetica e soprattutto amici dell’ambiente in quanto con basso
potere di surriscaldamento della terra, contrariamente agli HFC che hanno un potere
1000 volte superiore. In Europa invece si stanno ancora studiando gli standard normativi
per capire se questa soluzione sia priva di rischi per gli utilizzatori e per i tecnici di
manutenzione. http://www.hydrocarbons21.com
superficiali oppure in zone circostanti
al pozzo, in corrispondenza dello strato costituito dalle rocce fratturate, in
modo tale che essa possa progressivamente riscaldarsi (o raffreddarsi nel
periodo estivo) grazie allʼopera di filtrazione che subisce nel terreno prima
di giungere nuovamente allʼinterno del
pozzo di captazione.
Con tale accorgimento i picchi di
richiesta di caldo o di freddo vengono
superati senza dover procedere alla
predisposizione di pozzi con profondità molto maggiori.
VANTAGGI DEI SISTEMI
A POZZO SINGOLO
Oltre agli aspetti positivi dei sistemi
ad anello aperto, quelli a pozzo singolo consentono di ridurre ulteriormente i costi iniziali di scavo per la
predisposizione del circuito di captazione dato che richiedono la predisposizione di un solo pozzo. Inoltre
possono essere posti in opera anche
quando i terreni per la posa del circuito di captazione sono di ridotta superficie. Tale fatto risulta essere particolarmente vantaggioso nelle aree
urbane, dove la disponibilità di spazi è
contenuta e viene preferita rispetto ad
altre soluzioni tecnologiche a patto
che le condizioni del sottosuolo siano
idonee allo scopo.
●
I refrigeranti naturali
Speciale nuove tecnologie nei refrigeranti
MARC CHASSEROT
Shecco
UN QUADRO GENERALE
Secondo una classificazione generale, “i refrigeranti naturali” sono quelle
sostanze che esistono secondo un
processo naturale nellʼambiente, mentre “i refrigeranti non naturali” o “refrigeranti sintetici” sono prodotti chimicamente dallʼuomo, non generati dalla
natura. Il termine refrigerante “naturale” è stato a volte messo in discussione, poiché non ne preciserebbe lʼesatta natura- infatti anche lʼammoniaca e
lʼanidride carbonica attraversano una
purificazione industriale e un processo
di lavorazione prima di essere usati
come refrigeranti.
In qualsiasi caso, oggi è presente una
distinzione ben netta tra quelle sostanze le cui proprietà chimiche e gli aspetti inerenti alla sicurezza sono stati studiati dagli uomini nella loro interezza, e
quei gas fluorurati - data la loro complessità in relazione al loro breve periodo di utilizzo - il cui contributo negativo,
confermato e/o ancora sconosciuto,
alla riduzione dellʼozono, al riscaldamento globale e alla sicurezza ecologica continua a essere oggetto di studio.
I refrigeranti naturali più comunemente
usati sono lʼammoniaca (NH3, R717),
lʼanidride carbonica (CO2, R744), e gli
idrocarburi (HCs), come il propano
(R290), lʼisobutano (R600a), e il propilene conosciuto anche come propene
(R1270). Sono state sviluppate delle
miscele di ammoniaca e di etere dimetilico (R723), oltre a miscele varie di
idrocarburi con prestazioni ottimizzate
e proprietà di sicurezza (isobutano/propano; R441 etc.). Sono usate
anche lʼacqua e lʼaria in minor misura,
come nei chiller ad assorbimento e
nelle applicazioni di congelamento.
Data la loro non tossicità e non infiammabilità, oltre alle loro imbattibili credenziali ambientali in unione alla loro
più vasta reperibilità, questʼultime due
hanno di nuovo diviso oggi lʼattenzione
delle attività di ricerca e sviluppo. I refrigeranti naturali non più in uso sono il
biossido di zolfo (SO2) e il cloruro di
metile (CH3 Cl).
LʼANIDRIDE CARBONICA
(ODP=0;GWP=1)
Lʼanidride carbonica (il suo simbolo chimico CO2, la sua classificazione come
refrigerante R744) è senza colore, inodore e anche più pesante dellʼaria. Con
un potenziale di riscaldamento globale=1, la CO2 è il valore di riferimento
per comparare un impatto diretto del
refrigerante sul riscaldamento globale.
Lʼanidride carbonica possiede una
classificazione di sicurezza A1 (lo stesso valore dei maggiori refrigeranti con
fluorocarburi), che indica una bassa
tossicità e non infiammabilità.
La CO2 come refrigerante è generata
da diversi metodi di produzione come
un sottoprodotto. Nonostante la sua
non tossicità, se si accumula parecchia
anidride carbonica in uno spazio chiuso, essa comincerà a togliere ossigeno
provocando lʼasfissia di chiunque si
mantenga oltre un certo periodo di
tempo allʼinterno dello spazio. Con una
lunga vita nellʼatmosfera, la CO2, non
genera la formazione di nessun sottoprodotto o di prodotti di decadimento
con seri impatti ambientali.
Quando viene usata come refrigerante,
lʼanidride carbonica funziona generalmente a una pressione più alta rispetto
ai fluorocarburi e agli altri refrigeranti.
Mentre questo rappresenta una sfida
nel campo della progettazione può di
solito essere superato nei sistemi progettati specificatamente per lʼuso dellʼanidride carbonica.
Lʼanidride carbonica è compatibile con
alcuni, ma non tutti, i lubrificanti più
comuni usati nei sistemi di refrigerazione. In particolare, non è adatta con il
poliestere (POE) e i lubrificanti di etere
polivinilico (PVE), e soltanto ha limitate
applicazioni con i lubrificanti a base di
glicole polialchilene (PAG). È generalmente conosciuta come un refrigerante
economico e di facile reperibilità.
LʼAMMONIACA
Lʼammoniaca (simbolo chimico NH3,
classificazione come refrigerante
R717) è un gas senza colore a pressione atmosferica. Con zero riduzione
dellʼozono e zero potenziale di riscaldamento globale, oltre alla sua breve
durata atmosferica, non produce alcun
composto o prodotto di decomposizione con impatto ambientale negativo.
Generata da una varietà di risorse è
compatibile con alcuni, ma non tutti, i
lubrificanti più comuni usati nei sistemi
di refrigerazione. In particolare, non è
adatta con il poliolestere (POE) e i lubrificanti a base di etere polivinilico (PVE),
e mostra anche applicazioni limitate
con lubrificanti a base di glicole polialchilene (PAG).
35
CARATTERISTICHE DEI REFRIGERANTI NATURALI
Refrigerante
Ammoniaca
Anidride carbonica
Propano
Isobutano
Propilene
Acqua
Aria
Numero
refrigerante
R717
R744
R290
R600a
R1270
R718
R729
Formula
chimica
NH3
CO2
C3H8
C4H10
C3H6
H2O
-
Nonostante i suoi indiscussi benefici di
efficienza energetica, lʼuso dellʼammoniaca è limitato a certe applicazioni e
regioni geografiche, a causa della sua
più alta tossicità e delle sue caratteristiche di bassa infiammabilità. Di conseguenza, è assolutamente proibito lʼuso
dellʼR717 in spazi chiusi occupati, ma
può essere usata in zone non occupate o esterne. In ogni caso, sono stati
fatti molti passi in avanti negli ultimi
anni per diminuire i rischi per la salute
dellʼuomo, particolarmente per le installazioni di ammoniaca nelle zone abitate. Queste misure includono lʼuso dellʼammoniaca in unione ad altri refrigeranti per ridurre e isolare il carico dʼammoniaca, come nei sistemi secondari;
usando dispositivi di sicurezza avanzati; utilizzando apparecchiature di contenimento; sistemi di assorbimento ad
ammoniaca.
È importante notare che lʼammoniaca
ha un forte odore tanto da poterne rintracciare con facilità le perdite. Il dispositivo di sicurezza aggiuntivo richiesto
aumenterà ovviamente i costi, tuttavia,
i produttori dichiarano che sul lungo
periodo il risparmio di energia per il funzionamento e i risparmi nella manutenzione avranno maggior peso rispetto al
maggior costo inziale.
IDROCARBURI
Con nessuna caratteristica di riduzione
dellʼozono e un impatto di riscaldamento globale bassissimo, il gruppo degli
idrocarburi non genera composti e prodotti di decomposizione nellʼatmosfera;
i refrigeranti HC possono essere anche
usati nei sistemi progettati specificatamente per il loro uso, oppure come
sostituto in un sistema progettato per
un refrigerante fluorocarburo, rendendolo competitivo a livello di costi persi36
GWP
(100 anni)
0
1
3.3
4
1.8
0
0
ODP
0
0
0
0
0
0
0
Punto
Temperatura
normale di
critica
ebollizione
(°C)
(°C)
-33.3
-56.6
-42.1
-11.8
-48
100
-194.5
132.4
31.1
96.7
134.7
91
373.9
-
no nei paesi in via di sviluppo. Se i refrigeranti idrocarburi possono essere
usati in quei sistemi progettati per altri
refrigeranti, bisogna segnalare che
saranno richieste alcune modifiche per
assicurarne la compatibilità, includendo la compatibilità del lubrificante, e
trattare le questioni legate allʼinfiammabilità degli idrocarburi. Comunque, le
maggiori potenzialità per i refrigeranti
idrocarburi si trovano nei nuovi sistemi.
I refrigeranti idrocarburi sono infiammabili, e per questo hanno una classificazione di sicurezza A3, ciò significa che
hanno una bassa tossicità, ma sono
nella scala dei refrigeranti più infiammabili. Gli idrocarburi sono spesso
oggetto di severe richieste di sicurezza
per quel che riguarda le quantità permesse nelle zone occupate.
I refrigeranti idrocarburi sono pienamente compatibili con quasi tutti i lubrificanti più comuni usati nei sistemi di
refrigerazione e di condizionamento
dʼaria. Unʼunica grande eccezione a
questa regola è data da quei lubrificanti contenenti silicone e silicato (additivi
che sono comunemente usanti come
agenti anti-schiuma).
APPLICAZIONI
PER IL TRASPORTO
MACCHINE E VEICOLI ELETTRICI
HC: oltre 20 milioni di condizionatori
mobili hanno usato in modo sicuro i
refrigeranti idrocarburi, molti trasformati per via dellʼalto riscaldamento globale del refrigerante HFC-134a. Un produttore di veicoli australiano è stato il
primo nel mondo a usare gli idrocarburi nella gamma dei veicoli su e fuori
strada. Oggi si stima che la quantità di
idrocarburi (HC) supera il 10% nel ser-
Pressione
critica
(BAR)
114.2
73.8
42.5
36.48
46.1
217.7
-
Peso
Categoria
molecolare
di sicurezza
(G/MOL)
B2
A1
A3
A3
A3
A1
-
17,03
44.0
44.10
58.12
42.08
18.0
28.97
vizio del settore australiano dei condizionatori dʼaria per i veicoli a motore.
Nel 2011, un fornitore australiano di
refrigeranti idrocarburi riportò una crescita delle vendite di circa il 12%. Gli
idrocarburi possono funzionare come
un refrigerante primario nei sistemi
MAC (automobili), o nei sistemi con circuito secondario, per un uso più sicuro.
Per la loro convenienza economica, i
sistemi HC costituiscono un mercato
promettente nei paesi in via di sviluppo,
nuovamente sarà prioritaria la formazione sullʼinstallazione e la manutenzione. Inoltre, con lʼadozione dei refrigeranti sintetici infiammabili nelle autovetture, i sistemi di sicurezza progettati
attualmente potrebbero accelerare
lʼuso degli HC. Si dovrebbe notare che
gli idrocarburi sono particolarmente utilizzati nei climi caldi e nelle applicazioni
con spazio limitato come i sistemi di
condizionamento dʼaria portatili.
CO2: lo sviluppo dei sistemi MAC con
CO2 come modo efficiente dal punto
di vista energetico per combinare il
condizionamento dellʼaria con le capacità di riscaldamento ha subito un progresso soprattutto in Europa,
Giappone e Stati Uniti. Nonostante
che tutti i componenti per i sistemi con
CO2 siano stati pienamente completati, la commercializzazione nelle autovetture ha subito un ritardo per via dellʼindustria automobilistica. Sono stati
ampiamente testati dei prototipi, includendo una macchina della German
Federal Environment Agency (UBA).
Di particolare interesse per lʼadozione
futura di sistemi MAC con CO2 combinati con la funzione a pompe di calore
potrebbe essere lʼintroduzione di veicoli elettrici, dove una minore dispersione di calore del motore può essere
usata per il riscaldamento del compartimento dei passeggeri. Nuovi impulsi
APPLICAZIONI PER IL TRASPORTO
PESCHERECCI/PESCHERECCI DA TRAINO
CAMION
AUTOBUS
In prova Ricerca
In uso
NAVE MERCANTILE
NAVE FRIGORIFERA
In prova Ricerca
In prova
AUTOVETTURE
In uso
VEICOLI ELETTRICI
In prova
Ammoniaca
TRENI
Ricerca
Anidride carbonica
per lʼuso dellʼanidride carbonica come
refrigerante si potrebbero avere nei
prossimi 5 anni.
AUTOBUS, CAMION E TRENI
CO2/ HC: finora i sistemi a CO2 per
MAC sono stati venduti per circa 30
autobus- tra questi due sono autobus
ibridi e elettrici e un altro dotato di un
funzionamento reversibile per il riscaldamento combinato- che hanno percorso più di 3,3 milioni di Km in
Germania e Lussemburgo.
I sistemi CO2 per i treni, che operano
come moderne pompe di calore ariaaria, si stanno attualmente testando in
Germania, questa volta dalla società
ferroviaria Deutsche Bahn. Si attendono potenziali futuri più elevati dalla
CO2 e dagli idrocarburi per i sistemi
dʼaria condizionata nei veicoli più lunghi. Ci si aspetta un periodo di tempo
di tre anni per una commercializzazione più ampia dei sistemi MAC CO2
negli autobus e treni, ciò dipende in
larga misura dalle (improbabili) richieste di basso-GWP per il settore dei
mezzi di trasporto, oltre ai segnali
complessivi mandati dallʼindustria
automobilistica e dagli impegni dei
In prova
Idrocarburi
Refrigerazione
singoli fornitori del pubblico trasporto.
La US Environmental Protection
Agency vede la CO2 come lʼunica
alternativa a lungo termine percorribile per gli autobus e i treni. I principali
fornitori di sistemi hanno annunciato
scelte di prodotti con refrigeranti naturali per camioncini, camion e autoarticolati per un futuro prossimo. La CO2
e lʼHC sono anche usati nei trasporti
refrigerati.
PESCHERECCI
E NAVI PORTACONTAINER
CO2/NH3: sebbene non venga esercitata attualmente nessuna pressione
legislativa sullʼindustria navale, lʼuso
dei refrigeranti con basso GWP è destinato a crescere. Sia lʼammoniaca sia
lʼanidride carbonica, da sole o in unione, e i sistemi indiretti per le applicazioni a bassa temperatura, sono state
usate nei dispositivi di refrigerazione
marittima per refrigerare o per congelare la pesca in mare. Insieme, la quota
del loro mercato globale si stima essere ancora sotto il 5%.
Più recentemente, i sistemi transcritici
con CO2 per i container navali sono
stati sottoposti a completi test di durata
Riscaldamento
Aria condizionata
attraverso una compagnia di carico
delle merci, leader nel mondo, per provarne lʼefficienza e lʼaffidabilità a tutte le
temperature ambientali. Il potenziale di
risparmio di emissioni potrebbe essere
considerevole, dato che il 65% di tutto
il trasporto refrigerato avviene attraverso i container navali.
RIVISTA DIGITALE
La rivista può essere pure sfogliata
online in formato digitale.
Al seguente link:
http://bit.ly/rivista2-2012
può prendere visione della bozza
del Decreto Patentino Frigoristi, la
sintesi commentata e le competenze di conoscenza minime richieste.
37
I refrigeranti idrocarburi
Speciale nuove tecnologie nei refrigeranti
DANIEL COLBOURNE
Corso del Centro Studi Galileo sugli idrocarburi per le Nazioni Unite UNDP - delegazione
del Ghana: sulla sinistra il docente ing.
Claudio Zilio dell’Università di Padova.
GIZ-Proklima: “Guideline for the safe use hydrocarbon refrigerants”
More information: www.gtz.de/proklima
ESEMPIO DI TEST PER LA SIMULAZIONE DI UNA PERDITA
Lʼimmagine sottostante mostra i risultati della simulazione di una perdita in un
vano refrigerato su un termostato. Il metodo è quello qui descritto. Da una
bombola regolata elettronicamente in una vaschetta dellʼacqua a 32°C, è
stato introdotto lʼR600a a un “punto critico” nello scomparto nellʼarea schiumata attraverso un tubo capillare. Punti di campionamento collegati a un analizzatore del gas a infrarossi sono stati posizionati vicino al termostato e un
altro in mezzo al vano frigo. Sono stati introdotti 30 grammi (che sono lʼ80%
della carica nominale) di R600a ad ogni giunto critico. A seconda delle condizioni, il tempo di rilascio era approssimativamente di sette minuti. Durante il
primo test, dal primo “punto critico” unʼirrilevante quantità di gas è penetrata
nel vano (dato non mostrato perché concentrazione <0,1% di LFL). Il secondo test dal secondo “punto critico” ha mostrato che cʼè stata una notevole crescita di concentrazione di gas. Comunque, si può notare che cʼè un ritardo tra
il tempo di rilascio e la formazione del gas – questo è dovuto alla graduale
migrazione del refrigerante attraverso la schiuma allʼinterno delle pareti dello
scomparto. Comunque né la concentrazione allʼinterno del vano, né, importante, la concentrazione allʼinterno del recinto si sono avvicinate alle minime
concentrazioni dei principi del test (ad es., 40%, 50% o 75% del LFL). Quindi,
in questo esempio, la scatola del termostato non è considerata come una
potenziale fonte di ignizione.
allʼinterno del vano frigo
allʼinterno della scatola del termostato
% di LFL
50% di LFL
40% di LFL
Tempo dallʼinizio del rilascio (min)
38
80% di LFL
TEST DI SIMULAZIONE
DELLE PERDITE PER POTENZIALI
FONTI DI IGNIZIONE
Quando si usano i refrigeranti HC,
potrebbe essere necessario effettuare un test per determinare se i componenti elettrici sono potenziali fonti
di ignizione, e questo riguarda un
campione per ogni sistema di refrigerazione.
Questo tipo di test è descritto nella
maggior parte delle relative norme,
nonostante ci siano delle variazioni,
che dipendono da quale tipo di
impianto le norme comprendono.
I test inclusi nel EN 378, EN60335-224, EN60335-2-40 e EN 60335-2-89
sono esposte in modo dettagliato qui
di seguito.
Ci sono delle differenze tra i test dettagliati di alcune norme, in parte
dovute alle caratteristiche dellʼimpianto, e in parte dovute allʼincoerenza nella redazione dei requisiti.
La metodologia generale è la condizione che viene applicata a tutti i test,
e le variazioni in base al tipo di impianto sono identificate nella Tabella 1.
In generale ci sono due tipi di impianto: lʼimpianto di refrigerazione per la
conservazione (es. i refrigeratori
domestici e commerciali, i congelatori, ecc.), e tutti gli altri impianti.
Nonostante i requisiti dei test esposti
in precedenza derivino dalle norme
che vengono applicate ad apparecchi
di refrigerazione domestici e commerciali che usano più di 150 g di
refrigerante HC, i metodi per i test,
dal EN 378 che si applica agli altri
impianti, non sono così adatti per
Tabella 1.
SCHEMA DEI REQUISITI DEI TEST EFFETTUATI SU DIVERSI TIPI DI IMPIANTI.
Scomparto refrigerato/congelatore
Criterio
Tutti gli altri sistemi
Sistema di raffreddamento protetto
Sistema di raffreddamento non protetto
Dimensione della perdita
50% della carica ±1.5 g
→ Per i componenti
all’interno dello spazio
confinato
80% della carica di refrigerante nominale ±1.5
g o il massimo che può essere immesso in 1
ora, qualsiasi sia la più bassa
Frequenza della perdita
quantità costante sopra all’ora
→ Per i componenti
all’interno dello spazio
confinato
Secondo la quantità di rilascio, questa viene
fatta attraverso un tubo capillare del diametro
di 0.7 mm ± 0.05 mm e una lunghezza tra
i2e3m
Localizzazione del rilascio
Nel punto di accesso più vicino ai punti critici nelle parti esterne del circuito di raffreddamento
→ Per i componenti
all’interno dello spazio
confinato
Nella direzione più sfavorevole
Modalità di funzionamento
Apparecchio spento o che funziona in condizioni normali, a seconda di quale dia il risultato meno favorevole
80% della carica di refrigerante nominale
±1.5 g
La quantità di rilascio totale in un tempo che
non eccede i 10 minuti
Il più vicino possibile al centro della parete
posteriore dello scomparto, un terzo di altezza
verso il basso
Vengono effettuati due test: (a) dove 30
minuti dopo che l’iniezione è completata, la
porta o il coperchio viene aperto ad una
frequenza costante in un tempo tra i 2 s e i 4 s,
ad un’angolazione di 90° o al massimo, a
seconda di quale sia il minore; (b) così come
(a), eccetto l’avvio, la porta o coperchio è
sottoposto ad una sequenza di
apertura/chiusura ad una frequenza costante
tra i 2 s e i 4 s. Per più di una porta o
coperchio, viene usata la sequenza o
combinazione di apertura dei coperchi o porte
meno favorevole. Se attrezzato con i motori
della ventola, il test viene svolto con la
combinazione di funzionamento del motore
meno favorevole
La quantità totale di
rilascio è la carica
nominale totale o la
quantità massima che
perde basata su test
Condizionatori d’aria,
pompe di calore, ecc
(sopra i 5 kg): Quantità
totale di rilascio ±5% in
quattro minuti
Altri sistemi: Quantità
totale di rilascio a 0.0017
kg/s (100 g/m) per 1 m3
del volume interno
confinato dell’impianto
Nella direzione più
sfavorevole
Apparecchio spento o
che funziona in
condizioni normali, a
seconda di quale dia il
risultato meno favorevole
(a meno che un prespurgo sia attivato prima
di dare energia a
qualsiasi carico, nel qual
caso il test viene svolto
mentre l’apparecchio è in
funzione)
→ Per i componenti
all’interno dello spazio
confinato
L’apparecchio è testato con porte e coperchi
chiusi, ed è spento o funziona normalmente, a
seconda di quale dia il risultato più
sfavorevole. Durante un test in cui
l’apparecchio è in funzione, l’immissione di
gas viene avviata all’accensione
dell’apparecchio.
Temperatura della
bombola del refrigerante
32 °C ± 2 K per la simulazione della perdita su circuiti nella parte di bassa pressione, o 70 °C
± 2K per la simulazione della perdita su circuiti nella parte di alta pressione.
20-25°C
Dimensione della stanza
del test
Non specificata
Volume ≥ 4 x M / LFL,
altezza ≥ 2.2 m
Durata del test
Fino a quando le concentrazioni cominciano a scendere
→ Per i componenti
all’interno dello spazio
confinato
Almeno 1 h dopo che l’immissione del gas si
è fermata
lʼimpianto di refrigerazione per la
conservazione che usa cariche più
grandi.
Comunque, questi test sono sensibili
anche al modello dellʼimpianto (al
momento del test) e ovviamente
allʼapproccio adottato da chi compie il
lavoro.
Quindi, vengono fornite qui di seguito
altre opzioni che permetteranno di
effettuare una serie di test ancora più
efficaci.
INSTALLAZIONE
DELLE TUBAZIONI
Fino a quando le concentrazioni iniziano a
scendere
Quando i sistemi sono installati allʼinterno, allʼesterno o in una sala macchine, possono essere necessarie
ulteriori tubazioni, cosa a cui si dedica
questa sezione e che si può applicare
a tutte le situazioni. Inoltre, i requisiti
per lʼinstallazione sul posto delle tubazioni sono identici a quelli per le tubazioni nei sistemi monoblocco.
Ci sono alcuni requisiti generali per le
Non indicato (fino a
quando le concentrazioni
iniziano a scendere)
tubazioni usate per qualsiasi tipo di
refrigerante, a cui i manuali pertinenti
dovrebbero far riferimento.
Qui, sono fornite le linee guida in particolare per tubazioni destinate a refrigeranti HC:
● Le tubazioni installate non devono
rappresentare un pericolo per le persone, e il passaggio per vie di fuga e
di accesso non deve essere ristretto
● Nessuna valvola o giunto smontabile deve essere collocata in zone
accessibili al pubblico
39
SVILUPPO DI UN IMPIANTO A R290 PER I SISTEMI DI UN SUPERMERCATO
Si possono considerare varie opzioni per i sistemi di
refrigerazione di un supermercato, e una di queste possibilità è quella di adottare un impianto speciale ventilato che comprende lʼintero sistema di refrigerazione, che
offre raffreddamento ad un circuito di trasferimento di
calore secondario, che è inserito in unʼarea di vendita.
La principale possibilità di progetto per lʼimpianto di
refrigerazione è un sistema autonomo collocato in un
involucro a tenuta di gas. Posizionando le parti che
contengono il refrigerante al di fuori (ad es. sul tetto),
molti degli elementi essenziali delle relative norme (ad
es. la Direttiva ATEX) possono essere rispettati. Quindi,
bisogna prestare una particolare attenzione alla progettazione dellʼimpianto così che quando si considerano le norme per unʼarea pericolosa, è possibile usare
componenti che non siano da regolare, cioè che siano
efficienti economicamente.
Riassumendo:
● Tutte le tubazioni, come connessioni tra diversi componenti di circuito, come lo scambiatore di calore, le valvole, il pressostato, le unità di controllo, il compressore,
le pompe, ecc, sono create con connessioni brasate,
perciò viene esclusa quasi del tutto la possibilità di una
perdita. Tutti i componenti e le linee di collegamento
sono collocate allʼinterno dellʼimpianto.
● Visto che lʼR290 è più denso dellʼaria, questa si raccoglierà alla base dellʼimpianto in caso di perdita, per
questo la base è costruita a prova di perdita in modo
che ogni emissione sarà trattenuta allʼinterno dellʼimpianto.
● Dentro allʼinvolucro a tenuta di gas, viene posizionato almeno un sensore di gas, che al momento di una
Allʼinterno di spazi occupati, le
giunzioni non permanenti non sono
consentite eccetto nel caso di unità
divise in cui lʼubicazione crea delle
giunzioni collegando direttamente lʼu-
●
concentrazione preimpostata eccessiva isola lʼalimentazione di elettricità dai componenti elettrici.
● Cʼè una ventola supplementare nella parete dellʼimpianto che non deve essere già regolata; questa ventola
arieggia lʼimpianto diverso da quello a prova di gas verso
lʼambiente, principalmente con lo scopo di dissipare il
calore derivante dai componenti del sistema (ad es.
compressori).
● Nel caso di un rilascio di refrigerante, lʼalimentazione
di elettricità alla ventola supplementare viene bloccata,
prima che la ventola già regolata inizi a scaricare il refrigerante rilasciato.
● Inoltre, la cabina di controllo elettrico allʼinterno dellʼimpianto che alimenta i componenti del circuito, è del
tutto separata (dal terreno aperto) dallʼimpianto di refrigerazione – questa totale separazione è necessaria perché in caso di emergenza, la cabina di controllo rimane
operativa.
● Questa cabina remota controlla anche la ventola già
regolata e altri componenti nellʼarea fuori dallʼimpianto,
come quelli associati al circuito secondario.
Un ulteriore vantaggio a questa soluzione è che i macchinari per il circuito secondario come le pompe, ecc.
sono anchʼesse montate allʼinterno dellʼimpianto, cosa
che si dimostra utile in termini di versatilità di posizionamento e montaggio di tutti i componenti, e che richiede
solo di agganciarsi alle linee principali del circuito secondario seguendo la sua installazione. Inoltre, visto che
lʼintero sistema di refrigerazione è sigillato in fabbrica,
non è necessario un test di robustezza, tenuta e ricarica
sul posto, in tal modo viene migliorato il controllo totale
sulla qualità e viene ridotto il potenziale di errore.
nità interna alle tubazioni.
Qualsiasi collegamento brasato,
saldato o meccanico deve essere
completato prima dellʼapertura delle
valvole per permettere al refrigerante
●
SOCIETÀ LEADER NEL
SETTORE REFRIGERAZIONE INDUSTRIALE
ZONA NORD MILANO
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DA INSERIRE PROPRIO SERVIZIO
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40
di fluire tra le parti del sistema refrigerante
● Il sistema deve essere fornito di una
valvola di accesso per evacuare le
tubature interconnesse e/o qualsiasi
parte scarica del sistema refrigerante, anche se almeno una parte del
sistema è pre-caricata e dovrebbe,
quando possibile, essere collocata
allʼesterno
● Non si dovrebbero usare connessioni a cartella, ma dove è assolutamente necessario le giunzioni a cartella
dovrebbero essere usate solo con tubi
ricotti e per tubi della misura non
superiore ai 19 mm e non inferiore ai
9 mm di diametro esterno, e per luoghi
in cui le giunture possano essere
esposte a controlli
● I tubi del refrigerante e i connettori
flessibili devono essere protetti o rinchiusi per evitare danni meccanici
● Leghe saldate a bassa temperatura,
come leghe di stagno/piombo, non
sono consentite per la connessione
dei tubi
● Se la tubatura passa attraverso
canali di servizio, luoghi di passaggio,
questi devono avere una presa dʼaria
perché il luogo sia sicuro per evitare
pericolosi accumuli, cioè, se la concentrazione supera lʼLFL
● I canali o i condotti non dovrebbero
contenere cavi elettrici o potenziali
fonti di ignizione
● Nei luoghi in cui le tubazioni passano
attraverso spazi occupati, la carica
massima di refrigerante permessa non
deve superare la carica di refrigerante
ammessa (vedi Industria & Formazione), o se la misura della carica del
sistema supera lʼ1.5 kg di refrigerante,
il sistema di tubature non deve passare attraverso spazi occupati
● È possibile far passare le tubature
attraverso il condotto di ventilazione
così che se ci fosse una perdita di
refrigerante, questo passerà lungo il
condotto verso lʼuscita; in questo caso
il condotto deve essere rigido, chiuso
ermeticamente, continuo, resistente al
fuoco e sufficientemente protetto da
avarie meccaniche esterne cause di
disconnessioni e non deve essere
possibile per altri alterarlo in qualsiasi
altro modo
● Le tubazioni del refrigerante non
devono essere collocate nelle trombe
degli ascensori, ingressi pubblici, corridoi, scale, pianerottoli, entrate o uscite, escluse le seguenti eccezioni, cioè
che le tubazioni non abbiano giunture,
valvole o controlli meccanici al loro
interno e siano protetti da danni accidentali
SVILUPPO DI UN IMPIANTO R290
PER I SISTEMI DI UN SUPERMERCATO
Questa figura mostra la visione dallʼalto di un impianto di sistema di refrigerazione connesso con la cabina di controllo e il condensatore raffreddato ad aria.
Cabina
di controllo
Impianto
Sensore
di gas
Condensatore di
refrigerante HC R290
(raffreddato ad aria)
Ventilatore
ATEX
Componenti del
sistema di refrigerazione
Ventilatore
Connessioni per i circuiti
di liquido incongelabile
Dovrebbero essere applicati dei
segnali alle tubazioni o degli isolanti
che indichino la presenza di gas
infiammabile
In particolare in riferimento alle tubazioni con valvole di sfogo o tubazioni che
contengono punti di carica refrigerante:
● Le tubazioni con dispositivi di sicurezza valvole di sfogo devono essere
scaricate in un luogo sicuro
● Se lo scarico è verso lʼatmosfera, il
refrigerante deve essere fatto sfoga●
Direzione del
flusso dʼaria
Installazione
di scarico
re attraverso un tubo della corretta
misura (come richiesto dagli standard
pertinenti), e ad unʼaltezza sufficiente
in modo da prevenire pericoli locali,
inclusa la possibilità di unʼignizione
del vapore di scarico; una equazione
può essere usata per fare una stima
della distanza di sicurezza
● Segnali che indichino la presenza di
gas infiammabile devono essere posizionati alle uscite di sfogo di sicurezza
● Dove sia ragionevolmente effettuabile, i punti di carica per i sistemi di
refrigerazione che contengono più di
1.5 kg di refrigerante HC dovrebbero
essere posizionati allʼaria aperta
● Dei segnali di avvertimento della
presenza di refrigerante infiammabile
dovrebbero essere applicati nei punti
di ricarica
Bisogna prestare attenzione a emarginare i refrigeranti HC dai luoghi in cui
si stanno effettuando saldature o brasature.
Questo si può ottenere recuperando
refrigerante e spurgando la sezione
del tubo con azoto secco senza ossigeno (OFDN).
●
41
Apparecchi fissi di rilevazione
delle perdite
Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF
152ª lezione di base
Verifiche per il corretto funzionamento
ARTICOLO DI
PREPARAZIONE AL
PATENTINO FRIGORISTI
CENTOCINQUANTADUESIMA
LEZIONE SUI CONCETTI
DI BASE SULLE TECNICHE
FRIGORIFERE
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni semplificate per i
soci ATF del corso teorico-pratico
di tecniche frigorifere curato dal
prof. ing. Pierfrancesco Fantoni.
In particolare con questo ciclo di
lezioni di base abbiamo voluto, in
questi 15 anni, presentare la
didattica del prof. ing. Fantoni, che
ha tenuto, su questa stessa linea,
lezioni sulle tecniche della
refrigerazione ed in particolare di
specializzazione sulla
termodinamica del circuito
frigorifero.
Visionare su www.centrogalileo.it
ulteriori informazioni tecniche
alla voce “articoli” e inoltre alla
voce “organizzazione corsi”
1) calendario corsi 2012,
2) programmi,
3) elenco tecnici specializzati negli
ultimi anni nei corsi del Centro
Studi Galileo divisi per provincia,
4) esempi video-corsi,
5) foto attività didattica.
È ORA DISPONIBILE
LA RACCOLTA COMPLETA
DEGLI ARTICOLI
DEL PROF. FANTONI
Per informazioni 0142.452403
42
PIERFRANCESCO FANTONI
Introduzione
La componentistica dei rilevatori fissi
delle fughe di refrigerante è, oramai,
prevalentemente basata sulla tecnologia elettronica.
In caso di cattivo funzionamento dellʼapparecchiatura è possibile eseguire alcune semplici verifiche attraverso misure di tensione, resistenza e
corrente che consentono di stabilire
se i vari componenti riescono a dialogare correttamente tra loro. Nei casi
peggiori può anche essere necessario ricorrere alla sostituzione del
microprocessore che gestisce lʼoperatività delle varie funzioni.
Per tutte le operazioni di controllo o
sostituzione di componenti ci si deve
sempre riferire alle indicazioni che
fornisce il costruttore dellʼapparecchiatura ed ai relativi schemi elettrici:
quanto viene riportato di seguito,
quindi, va inteso come metodologia
generale di approccio per la soluzione delle problematiche di funzionamento.
Procedura di controllo
e ricerca guasti
Per verificare il funzionamento di un
dispositivo di controllo fisso delle perdite di refrigerante ci si può riferire, in
prima battuta, a quanto riportato in
figura 1.
Generalmente ogni apparecchiatura
è corredata di un proprio schema
elettrico in cui vengono evidenziati i
principali componenti ed i relativi col-
legamenti da eseguire. È possibile,
però, che nel tempo tali informazioni
possano andare smarrite o non
accompagnino più lʼapparecchiatura
nel luogo in cui è installata.
Sostanzialmente possiamo pensare
ad una serie di schede elettroniche
che gestiscono tutti i componenti elettrici che fanno parte del sistema di rilevazione delle perdite, il sistema di
ventilazione e gli allarmi visivi e sonori. Il tutto viene coordinato da una
scheda madre principale.
La prima verifica da compiere è che la
scheda principale sia correttamente
alimentata (tensione nominale di funzionamento).
Controllo dei sensori di rilevazione
La scheda madre riceve il segnale dai
sensori di rilevazione che, in base a
quanto rilevato, inviano un segnale
elettrico in bassa tensione alla scheda. Solitamente i sensori lavorano con
basse tensioni, dellʼordine dei 5 V e
particolare attenzione va posta nel
fatto che cavi di collegamento troppo
lunghi tra scheda e sensori assieme
ad una inadeguata scelta della sezione del conduttore possono portare a
cadute di tensione troppo elevate,
compromettendo il corretto funzionamento delle sonde.
Così, uno dei controlli principali da
compiere è che se si hanno 5 V allʼuscita della scheda tale tensione la si
ritrovi anche al termine del cavo di collegamento, allʼingresso della sonda di
rilevazione.
Figura 1.
Schema a blocchi dei componenti elettrici/elettronici
di un rilevatore fisso delle perdite.
mente il funzonamento delle ventole
stesse.
È anche possibile che taluni rilevatori
siano provvisti di unʼopzione che arresta il funzionamento delle ventole VL
in maniera periodica in modo tale da
favorire lʼopera di rilevazione da
parte dei sensori: in caso di fughe di
piccola entità, infatti, lʼazione continua delle ventole può rendere la concentrazione del refrigerante nellʼaria
talmente diluita da essere più difficilmente rilevabile.
Controllo degli allarmi visivi
e sonori
Sono possibili anche delle tolleranze,
generalmente dellʼordine del 4÷5%
rispetto al valore nominale, cosicchè
anche tensioni di 4,7÷4,8 V possono
essere tollerate. Per i valori specifici
occorre sempre riferirsi a quanto indica il costruttore dellʼapparecchiatura.
A seconda della tipologia di sensore è
possibile anche misurare un ben
determinato valore della resistenza
elettrica.
Controllo della gestione
dei ventilatori
La scheda principale può gestire
anche il controllo dei ventilatori del
locale. In alcuni casi la ventilazione
viene distinta in due tipologie: quella
che garantisce la corretta aerazione
della sala macchine durante il normale funzionamento dellʼimpianto (VL) e
quella che viene attivata in caso di
emergenza (VE) per evitare situazio-
ni di pericolo in caso di grosse fughe
di gas (soprattutto se il refrigerante
impiegato è infiammabile o tossico).
Per quanto riguarda le ventole,
innanzitutto va verificata la corretta
alimentazione elettrica (220-230 V)
delle stesse, oltre ad accertarsi del
regolare funzionamento dei relè che
comandano il loro funzionamento
che sono collocati allʼinterno della
relativa scheda per la gestione delle
ventole.
Lʼalimentazione della bobina generalmente avviene in bassa tensione (12
o 24 V) mentre i contatti gestiscono
lʼalta tensione (contatti di potenza).
Sugli appositi morsetti della scheda
vanno verificati i corretti valori delle
tensioni appena indicati.
Inoltre, durante il funzionamento delle
ventole, va appurato che lʼassorbimento di corrente da parte di queste
ultime non superi i valori massimi indicati dal costruttore, altrimenti la scheda non è in grado di gestire corretta-
Anche le eventuali lampade di allarme che vengono collegate esterneamente allʼapparecchiatura costituiscono, come i ventilatori, un carico
che va alimentato solitamente a 220230 V.
Parimenti a quanto detto precedentemente, quindi, sulla scheda di gestione degli allarmi visivi vanno misurate
due tipi di tensioni. Questʼultima,
infatti, comunica con la scheda principale attraverso un collegamento a
bassa tensione (12 V ad esempio)
attraverso il quale la scheda principale provvede a comandare la bobina
del relè che aziona i contatti per lʼaccensione e lo spegnimento delle lampade di allarme.
Tali contatti funzionano ad alta tensione e quindi dovrà essere verificata
una tensione di 220-230 V quando
sono aperti e di 0 V quando invece
sono chiusi. Sul libretto di istruzioni
dellʼapparecchiatura dovrebbe anche
essere riportato il valore massimo
dellʼintensità di corrente che la scheda può sopportare per lʼalimentazione delle lampade.
Per quanto riguarda gli allarmi sonori
valgono le medesime considerazioni
e vengono richiesti gli stessi controlli
sulle tensioni in uscita dalla scheda
principale ed in ingresso alla scheda
di controllo specifica.
Controllo degli allarmi telefonici
Quando lʼapparecchio fisso di rilevazione delle fughe è dotato della possibilità di avvisare a distanza di una
situazione di allarme deve essere col43
legato ad una presa telefonica. Anche
in questo caso verificare la presenza
della corretta alimentazione della
scheda, solitamente in bassa tensione
(12 V cc).
Sostituzione del microprocessore
Quando la gestione degli allarmi risulta essere non conforme alle specifiche
del costruttore la causa dellʼinconveniente può essere il cattivo funzionamento del microprocessore. Alcuni
modelli di rilevatori permettono anche
facilmente la sua sostituzione. Il
microprocessore si trova generalmente nella scheda principale e contiene
in memoria anche tutti i parametri che
regolano il funzionamento dellʼapparecchiatura.
Il microprocessore è il “cervello” del
sistema e consente di attivare le varie
azioni di allarme previste confrontan-
44
do i dati che sono situati in memoria
con quelli che provengono dai sensori
di rilevazione.
La procedua di sostituzione non risulta generalmente difficoltosa, dato che
consiste principalmente nellʼestrarre il
componente dalla sua sede e di reinserirlo nella medesima posizione. Va
posta attenzione a non piegare gli
eventuali piedini presenti che assicurano normalmente la continuità delle
connessioni elettriche.
Uno degli accorgimenti cui si deve
porre particolare attenzione è quello di
essere sicuri, prima di iniziare lʼoperazione di sostituzione, di non essere
fonte di elettricità statica, in quanto
essa può scaricarsi durante le lavorazioni e danneggiare irrimediabilmente
i componenti elettronici. Per tale motivo prima di iniziare il lavoro conviene
toccare la massa dellʼapparecchiatura
in modo da portarsi al suo medesimo
potenziale elettrico.
Una volta sostituito il componente va
riprogrammata lʼapparecchiatura procedendo allʼinserimento dei dati
necessari al suo funzionamento. In
particolare, va impostato il tipo di gas
che deve essere monitorato, i valori a
cui lʼapparecchiatura deve segnalare
la presenza di fughe, deve eventualmente comandare lʼavvio della ventilazione supplementare del locale macchine, deve azionare gli allarmi acustici e visivi. Inoltre vanno impostati gli
intervalli di tempo secondo i quali lʼapparecchio deve registrare i dati ed
altre funzioni opzionali, come ad
esempio la temperatura e la pressione
media del locale in cui sono posizionate le sonde.
●
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
I problemi del frigorista
Sistemi di raffreddamento
del compressore ermetico
LUIGI NANO
Coordinatore pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo
ASSISTENZA TECNICA
AGLI ABBONATI-ASSOCIATI
Dietro richiesta di numerosi
abbonati-associati riprendiamo
una serie di argomenti riguardanti
la manutenzione dei compressori
con un ciclo di articoli curati da
Luigi Nano. Invitiamo gli abbonati,
che hanno già preso visione delle
videolezioni o hanno già
partecipato ai corsi nazionali del
Centro, a telefonare alla segreteria
generale (tel. 0142/452403) per
qualunque problema tecnico che
desiderano risolvere. Saranno
messi direttamente in contatto con
i maggiori esperti del settore (3040 anni di esperienza) collegati
con la rivista. I lettori per
qualunque problema commerciale
potranno inoltre mettersi in
contatto loro direttamente con i
nominativi (di industrie e relativi
tecnici), elencati periodicamente.
La vita di un motore elettrico convenzionale dipende dalla classe di isolamento dei materiali usati e dalla sua
temperatura di funzionamento.
La temperatura di funzionamento gioca
un ruolo determinante nella durata di
vita dei motori elettrici dei compressori
ermetici perché è in presenza di alte
temperature che si formano nel sistema frigorifero quegli acidi che distruggono lʼisolamento del motore.
Gli acidi si formano principalmente per
decomposizione termica e catalitica del
fluido refrigerante. Attualmente, quasi
tutti i costruttori di compressori ermetici
adottano, per i conduttori degli avvolgimenti, smalti isolanti di tipo sintetico di
elevatissima qualità, adatti a sopportare temperature continuative dellʼordine
dei 140° C.
Anche la tensione di alimentazione
influenza la temperatura del motore e
quindi quella del compressore. Una
tensione di alimentazione più bassa di
quella di targa provoca un aumento
dello scorrimento e un elevato assorbimento, quindi un aumento di temperatura nellʼavvolgimento. Provoca inoltre
problemi di partenza e un forte riscaldamento durante le fasi di spunto.
Nel funzionamento ad alta tensione il
rendimento diminuisce e di conseguenza le perdite sono maggiori. Perciò la
temperatura negli avvolgimenti risulta
sovente più elevata anche in presenza
di tensioni di alimentazione più alte di
Sistemi di raffreddamento
dei compressori ermetici
Circolazione dʼaria
a convezione naturale (S)
A mezzo raffreddamento
dʼolio (OC)
Circolazione dʼaria forzata
a mezzo motoventilatore (V)
A mezzo refrigerante
aspirato
fino a
200 W
(LBP)
quelle di targa. Nel caso di motori trifase è necessario che il carico sulle tre
fasi sia bilanciato. Uno sbilanciamento
del 3% su di una fase può causare uno
sbilanciamento della corrente del 25%
e un surriscaldamento in quella fase
superiore al 50%.
Per mantenere entro i limiti fissati la
temperatura degli avvolgimenti si fa
ricorso a uno dei sistemi di raffreddamento indicati in tabella.
Qualunque sia il sistema di raffreddamento previsto tra i primi tre indicati in
tabella (S-OC-V), si considera come
implicito che il refrigerante aspirato dal
compressore partecipi sempre al raffreddamento del compressore stesso.
Per ottenere un adeguato raffreddamento del compressore, la temperatura del refrigerante allʼaspirazione non
deve superare i valori prescritti o
comunque tali da consentire che la
Potenza assorbita
oltre
200 W
(LBP)
oltre
400 W
(HBP)
oltre
1.000 W
(AC)
●
●
oltre
5.000 W
(AC)
●
●
●
●
●
LBP: dallʼinglese Low Back Pressure (compressori per basse pressioni di aspirazione)
HBP: dallʼinglese High Back Pressure (compressori per medie e alte pressioni di aspirazione)
AC: dallʼinglese Air Conditioning (compressori per condizionamento dʼaria)
45
SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO DEL COMPRESSORE ERMETICO
Raffreddamento dei compressori ermetici con
potenza assorbita compresa tra 200 e 400 W a
mezzo di raffreddatore dʼolio. Il condensatore dispone di due circuiti indipendenti.
Raffreddamento di un compressore ermetico a
mezzo di circolazione dʼaria forzata assicurata dal
ventilatore del condensatore ad aria.
Raffreddamento dei compressori ermetici con
potenza fino a 200 W assorbiti con circolazione dʼaria a convezione naturale.
46
Raffreddamento di un compressore ermetico a
bassa temperatura, montato su condensatore ad
acqua, a mezzo di ventilatore supplementare.
temperatura di scarico, rilevata con un
termometro applicato a contatto della
tubazione di scarico, a circa cm 10 di
distanza dal compressore, non superi
90-100°C.
La possibilità di raffreddare adeguatamente il compressore, per mezzo del
refrigerante aspirato, dipende dalla
temperatura di evaporazione, dalla
temperatura di condensazione e conseguentemente dal carico del motore
elettrico. Un abbassamento della temperatura di evaporazione provoca una
riduzione del carico del motore e un
probabile abbassamento della temperatura del refrigerante aspirato dal
compressore. Quasi sempre questi
vantaggi si rivelano inadeguati a compensare la riduzione di portata del refrigerante del compressore.
Un aumento della temperatura di condensazione non provoca soltanto una
riduzione di portata di refrigerante del
compressore ma anche un aumento
del carico del motore e un innalzamento della temperatura del refrigerante nel
cilindro del compressore.
Un condensatore ben dimensionato
riduce i carichi del compressore e, in
qualche caso, può addirittura consentire lʼimpiego di un compressore di minore capacità.
La portata di refrigerante del compressore è espressa in Kg/h ed è correlata
alla temperatura di evaporazione e alla
temperatura di condensazione.
È la differenza tra la pressione di condensazione e quella di evaporazione
che determina la portata del compressore. Più alta è questa differenza
(ovvero questo rapporto, che è detto
rapporto di compressione e che corrisponde alla pressione assoluta di scarico diviso la pressione assoluta di
aspirazione), minore è la portata del
compressore. Per comprendere lʼinfluenza che il gioco di queste pressioni ha sulla portata del compressore, e
quindi sulla sua capacità, occorre
rifarsi alla sequenza illustrata nelle
figure A-B-C-D.
La figura A rappresenta il pistone in
movimento, nel momento in cui ha
appena superato il punto morto esterno. La pressione nello spazio nocivo
coincide praticamente con quella esistente nel condotto di scarico.
Entrambe le valvole a lamelle, il cui
movimento è automatico e viene determinato dalle differenze di pressione
Figura A
Figura B
Figura C
Figura D
che si generano tra i condotti e il cilindro, sono chiuse.
Nella figura B il pistone ha compiuto il
tratto della sua corsa verso il punto
morto interno necessario sia per far
espandere il gas compresso intrappolato nello spazio nocivo, sia per ridurre
ulteriormente la pressione nel cilindro a
un valore più basso di quello esistente
nel condotto di aspirazione.
È in corrispondenza di questo punto
della corsa del pistone che la valvola di
aspirazione inizia ad aprirsi.
Il punto in cui ha inizio lʼapertura della
valvola di aspirazione dipende dalla
pressione di scarico e da quella di aspirazione: più alta è la pressione di scarico e più bassa quella di aspirazione,
maggiore è il ritardo nellʼapertura della
valvola di aspirazione e minori risulteranno sia la portata sia la capacità del
compressore.
Più alta è la pressione di scarico maggiore sarà la quantità di refrigerante
che resta intrappolata nello spazio
nocivo.
La riduzione di portata, che si accompagna alle basse temperature (e quindi
basse pressioni) di aspirazione e alle
alte temperature (e quindi alte pressioni) di condensazione, impone lʼuso di
un sistema di raffreddamento integrativo (S-OC-V) su tutti i compressori di
bassa temperatura e su quelli che lavorano a elevate temperature ambiente.
●
47
Sicurezza e salute
dei lavoratori:
la formazione obbligatoria
Su www.centrogalileo.it corsi obbligatori sulla sicurezza
PARTE SECONDA
MATTEO CAROBBA
Due parole sul D.lgs. 81\2008: La formazione come diritto dei Lavoratori. Il TU
(testo unico di Sicurezza sul lavoro) ha
rafforzato il principio dell’AUTOTUTELA,
secondo il quale ciascun lavoratore deve
prendersi cura della propria sicurezza in
quanto la sua integrità fisica, cioè la sua
salute, è il bene più prezioso che lo riguarda. Da qui l’interesse per la sua sicurezza
individuale nella tutela della sicurezza collettiva.
Le disposizioni del TU, agli articoli 36 e 37,
hanno inoltre posto l’accento sui concetti
dell’informazione e della formazione, definendo i contenuti minimi obbligatori per i
lavoratori.
Il Legislatore, considerato il ruolo centrale
dell’informazione e formazione nell’ambito
del progetto “cultura sicurezza”, stabiliva
nel TU severe sanzioni sia per il datore di
lavoro e per il dirigente, in caso di mancato rispetto dell’obbligo di formazione dei
lavoratori, sia per il lavoratore stesso, qualora questi non partecipasse ai programmi
informativi e formativi organizzati dall’azienda.
Il 21 Dicembre 2011, sono stati approvati
gli Accordi Stato-Regioni relativi alla formazione sulla sicurezza dei lavoratori, dei
dirigenti e dei preposti, nonché dei Datori
di lavoro RSPP. Detti accordi sono stati
pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 8
dell’11 gennaio 2012 e sono quindi entrati
in vigore il 26 Gennaio 2012.
Sebbene vi siano alcuni nodi da sciogliere
(prossimamente sarà emanata un’ulteriore
nota esplicativa), gli accordi definiscono la
durata, i contenuti e le modalità della formazione da svolgere.
La novità principale riguarda l’individuazione della durata della formazione in base al
48
L’ATTIVITÀ DI INSTALLAZIONE E
MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI
FRIGORIFERI E DI CLIMATIZZAZIONE: IL RUOLO CENTRALE DELLA
FORMAZIONE ALLA SICUREZZA.
* * *
GLI ACCORDI STATO REGIONI
ENTRATI IN VIGORE IL 26/01/2012
DEFINISCONO I CONTENUTI E LE
MODALITÀ DELLE FORMAZIONI
OBBLIGATORIE INERENTI LA SICUREZZA SUL LAVORO.
rischio dell’attività aziendale: basso, medio,
alto.
Ne risulta che per le attività di installazione
e manutenzione di impianti frigoriferi e di
climatizzazione sono obbligatorie 16 ore di
formazione.
Gli accordi Stato-Regioni approvati il 21
dicembre 2011 hanno infatti cominciato a
disciplinare quelle modalità formative che
prima erano distribuite ed attribuite a tutti i
lavoratori in modo generico, al di là dell’effettivo livello di rischio della loro attività
lavorativa.
Il percorso formativo si articola in due
moduli distinti (formazione generale e formazione specifica) i cui contenuti sono
individuabili alle lettere a) e b) del comma
1 e al comma 3 dell’articolo 37 del D.Lgs.
n° 81/08.
Nella parte generale si trattano i concetti
generali in tema di prevenzione e sicurezza
sul lavoro, tra i quali:
- concetti di rischio
- danno
- protezione
- organizzazione della prevenzione aziendale
- diritti, doveri e sanzioni per i vari soggetti aziendali
- organi di vigilanza, controllo e assistenza
Durata minima: 4 ore per tutti i settori.
Nella parte specifica invece, si trattano
quei rischi caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda, quale
risultanza della valutazione del rischio; ad
esempio:
- rumore e rischi derivanti all’udito
- rischio da temperature ambientali critiche
(esempio celle frigo e tetti in estate)
- rischi da saldatura e brasatura
- rischi da riempimento, stoccaggio e trasporto bombole di gas refrigerante
- rischio elettrico
- rischio da uso di gas refrigerante in spazi
confinati
- rischio da impianti a pressione
- rischio cantiere (titolo IV dlgs 81\08 ex
494\96)
- rischio da lavori in quota e caduta dall’alto
- rischio da carichi sospesi
- rischio da movimentazione manuale dei
carichi
- rischio da interferenza
- rischio da contaminazione (es. legionellosi)
- valutazione rischio incendio
- analisi incidenti e infortuni mancati
- emergenze e procedure di pronto soccorso
- procedure di esodo e incendi
Durata minima: 4, 8, oppure 12 ore in funzione dei rischi riferiti alle mansioni (per il
settore manutenzione e installazione degli
impianti frigoriferi e di climatizzazione 12
ore).
Per i preposti, cioè per coloro che, in ragione delle competenze professionali e nei
SI RICORDA A TUTTE LE IMPRESE
CHE, SALVO ULTERIORI PROROGHE,
SECONDO QUANTO PREVISTO DAL
D.LGS 81/2008, A PARTIRE DAL
PROSSIMO GIUGNO 2012 NON SARÀ
PIÙ POSSIBILE PER I DATORI DI
LAVORO AUTOCERTIFICARE L’AVVENUTA VALUTAZIONE DEI RISCHI
AZIENDALI.
I DATORI DI LAVORO DOVRANNO
PERTANTO PREDISPORRE UN DOCUMENTO COMPLETO DI VALUTAZIONE
DEI RISCHI (DVR), CHE VALUTI I
RISCHI AZIENDALI E NE PRESCRIVA
LE PROCEDURE IN SICUREZZA.
limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico loro conferito,
sovrintendono alla attività lavorativa e
garantiscono l’attuazione delle direttive
ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte di lavoratori ed esercitando
un funzionale potere di iniziativa (definizione all’art. 2 comma 1 lettera e, del TU), è
prevista una formazione integrativa di
altre 8 ore finalizzata a creare nel preposto
un’impostazione metodologica adeguata
per coordinare in sicurezza persone o processi produttivi qualsivoglia.
Si è già detto quanto complessa sia la funzione dei tecnici frigoristi e climatizzazione, che svolgono in un certo senso il ruolo
specialistico di idraulico- tubista, ma anche
di meccanico, elettromeccanico-elettronico
e che sono chiamati anche ad interventi da
“elettricista”.
Si è compreso conseguentemente quanto
questi tecnici siano esposti ad una moltitudine di pericoli sul lavoro che necessita di
una valutazione del rischio ed una imposta-
zione mentale\organizzativa e formativa
adeguate. D’altra parte, il contributo che
anche la formazione può dare al miglioramento delle condizioni di sicurezza e di
salute nei luoghi di lavoro si traduce direttamente ed indirettamente in un miglioramento della qualità delle condizioni di lavoro, della qualità delle prestazioni fornite e,
di conseguenza, della qualità del prodotto/servizio con la relativa soddisfazione del
cliente finale a cui esso è destinato.
Si intuisce, quindi, il duplice rapporto che
lega la sicurezza e la salute alla qualità: da
una parte, le buone condizioni di lavoro
portano a un miglioramento di tutto il processo produttivo; dall’altra, vi sono ovvie
ragioni etiche, ma anche economiche se si
considera il costo che le aziende devono
sostenere per far fronte al fenomeno infortunistico.
Si riportano le sanzioni previste nel testo
unico D.Lgs 81\08 qualora fosse appurata
dagli organi di controllo la mancanza di
formazione e informazione alla sicurezza.
CAPO IV
DISPOSIZIONI PENALI - SEZIONE I
SANZIONI
Articolo 55
Sanzioni per il datore di lavoro
e il dirigente
Comma 5. Il datore di lavoro e il dirigente
sono puniti:
Lettera c) con l’arresto da due a quattro
mesi o con l’ammenda da 1.200 a 5.200
euro per la violazione dell’articolo 18,
comma 1, lettere c), e), f) e q) dell’articolo
36, commi 1 e 2, articolo 37, commi 1, 7, 9
e 10, articolo 43, comma 1, lettere d) ed ebis), articolo 46, comma 2.
Articolo 56
Sanzioni per il preposto
1. Con riferimento a tutte le disposizioni del
presente decreto, i preposti, nei limiti delle
proprie attribuzioni e competenze, sono
puniti:
a) con l’arresto fino a due mesi o l’ammenda da 400 a 1.200 euro per la violazione
dell’articolo 19, comma 1, lettere a), c),
e) ed f);
b) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 800 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere b),
d) e g).
Articolo 59
Sanzioni per i lavoratori
1. I lavoratori sono puniti:
a) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 600 euro per la violazione degli articoli 20, comma 2, lettere b),
c), d), e), f), g), h) e i), e 43, comma 3,
primo periodo;
b) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 300 euro per la violazione dell’articolo 20 comma 3.
●
Segue su prossimo numero di I&F
Il Centro Studi Galileo propone
i seguenti corsi per adempiere
agli obblighi di legge sulla
sicurezza:
Sicurezza sugli impianti di
refrigerazione e climatizzazione
24-25 maggio 2012
Corso sulla gestione della
catena del freddo
26 maggio 2012
Corso su igiene alimentare
Sistema autocontrollo e HACCP
(personale operativo)
18 maggio 2012
Corso su igiene alimentare
Sistema autocontrollo e HACCP
(personale OSA e addetti produzione alimentare)
23 maggio 2012
Per informazioni
telefonare allo 0142452403
Sig.re Chiara o Marisa
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GLOSSARIO
DEI TERMINI
DELLA
REFRIGERAZIONE
E DEL
CONDIZIONAMENTO
(Parte centosedicesima)
A cura dellʼing.
PIERFRANCESCO FANTONI
Acido: Qualsiasi sostanza in grado di
donare un protone (H+) quando
disciolta in una soluzione. Lʼindicazione
dellʼacidità di una sostanza avviene
tramite un indice, il pH, che ha un
valore tanto più inferiore a 7 quanto più
la sostanza è acida. Lʼacido solforico è
lʼacido che viene più comunemente
usato per regolare il pH dellʼacqua di
raffreddamento impiegata negli impianti
frigoriferi. Allʼinterno di un circuito
frigorifero la formazione degli acidi è
favorita dalla presenza di umidità e
dalle alte temperature: il luogo dove si
possono più facilmente formare gli acidi
è il compressore. Una volta formatisi
essi hanno la capacità, attraverso
opportune reazioni chimiche, di
sciogliere il rame che riveste gli
avvolgimenti dei motori elettrici e quello
che costituisce le tubazioni frigorifere.
Brushless: Tipologia di motori elettrici
impiegati in alcuni tipi di compressori
frigoriferi ermetici e semiermetici. Essi
si caratterizzano per lʼassenza di
spazzole e permettono una cospicua
riduzione dei consumi elettrici e della
rumorosità di funzionamento del
motore. Tali tipi di motori possono
venire controllati mediante opportune
schede elettroniche che permettono la
regolazione della velocità e della coppia
di funzionamento (DC Brushless).
Alcune tipologie di motori brushless si
caratterizzano per lʼavere una bassa
inerzia di funzionamento.
Cella ad avanzamento: Cella
frigorifera che presenta due aperture,
situate alle estremità opposte della
cella stessa, che permettono lʼentrata e
lʼuscita senza soluzione di continuità dei
prodotti alimentari da congelare. Tali
prodotti generalmente vengono disposti
su dei pallet che vengono movimentati
da opportuni carrelli.
EN: Sigla con la quale si identifica una
norma europea armonizzata, pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità
Europea, che è stata ratificata dal CEN,
Comitato Europeo di Normazione.
Fuga: Nella tecnologia delle prove non
distruttive, per fuga si intende un buco,
una porosità, un elemento permeabile o
altra struttura nelle pareti di un oggetto
in grado di far passare del gas da un
lato della parete allʼaltro per effetto di
una differenza di pressione o di
concentrazione attraverso la parete
stessa (dalla norma UNI EN 1330-8).
Un tasso di fuga uguale a zero è
praticamente impossibile, e quindi non
deve mai essere posto in specifica di
alcun componente.
Insiemi: Secondo la direttiva PED per
insiemi si intendono varie attrezzature a
pressione montate da un fabbricante
per costituire un tutto integrato e
funzionale.
5° Forum Europeo sulle pompe di calore, Milano 8 maggio 2012
Questo convegno di alto livello verterà sul mercato Europeo delle pompe di calore con una
speciale attenzione all’implementazione della legislazione europea in uno dei mercati in cui è in
espansione la richiesta di pompe di calore per il riscaldamento e la refrigrazione, quale: l’Italia!
50
Pressione relativa: La pressione
relativa è la pressione di un fluido
misurata a partire dal valore della
pressione atmosferica. Questʼultima
viene, quindi, considerata come
riferimento per la misurazione: quindi le
pressioni di un refrigerante inferiori a
quella atmosferica assumono valori
negativi, mentre un refrigerante che si
trova alla stessa pressione dellʼaria
atmosferica risulta avere una pressione
relativa pari a zero. La misura della
pressione relativa non tiene conto, di
conseguenza, della pressione dellʼaria
atmosferica. Data la pressione relativa
di un refrigerante, per ottenere la sua
pressione assoluta è necessario
aggiungere il valore della pressione
atmosferica (1,013 bar). Nel campo
frigoristico, generalmente si è soliti
esprimere in termini relativi le pressioni
dei fluidi refrigeranti misurate con il
manometro. Per tale ragione la
pressione relativa viene anche chiamata
pressione manometrica o effettiva. Tra
tutti gli strumenti analogici normalmente
utilizzati per misure di pressione,
solamente i vacuometri forniscono una
misura in termini di pressione assoluta e
non di pressione relativa.
Regolazione continua: Sistema di
regolazione secondo il quale si riesce a
mantenere il valore di una data
grandezza nellʼintorno di un valore
prefissato. Questo obiettivo viene
raggiunto attraverso la modulazione
continua della grandezza regolante.
Tale tipo di regolazione può avvenire
grazie allʼimpiego di organi elettrici,
elettronici, pneumatici o meccanici.
Termoregistratori: Apparecchiature
per la misura automatiche della
temperatura dellʼaria allʼinterno delle
celle frigorifere. I termoregistratori
vengono normalmente piombati per
garantire la non manomissione dei dati
che tengono in memoria e che essi
registrano ad intervalli regolari al fine di
costruire un tracciato nel tempo di tutte
le temperature che si sono avute
allʼinterno della cella. I dati possono
venire poi utilizzati per attestare che le
derrate contenute allʼinterno della cella
sono state correttamente conservate
nel tempo.
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E’ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.
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Dal XV Convegno Europeo al Patentino Italiano e Europeo