Brescia Notizie testimonianze proposte per gli amici dei missionari BURUNDI CAMERUN CIAD CONGO R. D. MOZAMBICO SIERRA LEONE BANGLADESH FILIPPINE GIAPPONE INDONESIA TAIWAN THAILANDIA AMAZZONIA BRASILE COLOMBIA MESSICO CSAM Centro Saveriano Animazione Missionaria Via Piamarta, 9 - 25121 Brescia Tel. 030.3772780 – Fax 030.3772781 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore: Marcello Storgato Redazione: Diego Piovani Direttore responsabile: Marcello Storgato Regist. Trib. di PR 07-03-1967 - n. 400 Fruisce di contributi statali (legge 270/1990) Stampa: Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio P. T. Brescia C.M.P., detentore conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa La misericordia è speranza F orse le prime brume autunnali ci hanno già fatto dimenticare il caldo torrido della scorsa estate e la sete che l’accompagnava. A me basta ricordarmene per far rivivere quel disagio prolungato che mi pare sia stato come il simbolo di tutti i bisogni profondi che abitano l’uomo, e davanti ai quali misuriamo tutta la nostra insufficienza. Di cosa abbiamo bisogno? I nostri veri bisogni Certamente abbiamo bisogno di salute, ma anche di compagnia, di attenzione, di serenità e di armonia attorno a noi. Abbiamo sete di pace, in mezzo a tanti conflitti più o meno dichiarati e a tanta litigiosità. Abbiamo bisogno di giustizia e di lavoro, di solidarietà e di compassione. E non solo per noi, ma anche per quei nostri fratelli e sorelle che, fuggendo dalla loro terra, a rischio della vita cercano qui da noi ciò che a casa loro non possono avere. In quest’autunno, alla ripresa delle attività, anche se ci dicono (con le statistiche) che va meglio e che la crisi è passata, ci siamo ritrovati davanti tutti i problemi irrisolti che, dopo la breve parentesi delle ferie, sono ancora lì ben visibili. Perché “presto o tardi i nodi vengono al pettine”, come dice il proverbio, insieme …alle trombe d’aria e alle inondazioni disastrose. Possiamo fare qualcosa! Con la sua ultima enciclica Laudato si’ papa Francesco ci ha invitato a prendere in considerazione il degrado ambientale, umano e sociale, aggravato dal problema ancora non risolto dei profughi, che in qualche modo si collega con il primo. E ci sollecita ad agire, per quanto possibile, per porvi rimedio. Saremo in grado di fare qualcosa? Ormai sappiamo che non saranno i soliti chiacchieroni, che tentano di imbonirci con molte parole o spaventarci con le loro “sparate”, ad affrontare in modo efficace queste gravi emergenze. Le vicende del secolo scorso, il “secolo breve” che “A DOMANI DIO CI PENSA...” Vivere ogni giorno nella Misericordia di Dio p. MARCELLO STORGATO, sx Massimo, che A lgiàpiccolo da bambino partecipava volentieri all’economia della povera famiglia con lavoretti faticosi e compensi modesti, e mostrava preoccupazione per il borsello, già svuotato per le spese indispensabili, la buona mamma diceva: “Non te preoccupà guaglió, che a domani Dio ci pensa!”. Il cantante napoletano, grato alla sua città e alla sua famiglia, lo ha candidamente raccontato al pubblico del TG (martedì 27 ottobre) e ha aggiunto: “Perché lassù Uno c’è che pensa a noi: è importante pensarci!”. Il calendario è il semplice elenco di 365 giorni, di tanti ieri, tanti oggi e tanti domani. E per chi vuole e ci crede, è anche un elenco di 365 giorni, a cui “ci pensa Dio”: ogni ieri ogni oggi - ogni domani. E ci pensa con infinita misericordia. Il 2016, infatti, iniziando dal prossimo 8 dicembre 2015, festa dell’Immacolata, sarà l’anno della Misericordia, a tutti gli effetti, grazie all’intuizione di papa Francesco, al quale siamo profondamente riconoscenti. “Abbiamo tutti un disperato bisogno di misericordia”: afferma don Matteo Zuppi, neo eletto arcivescovo di Bologna. “È il vangelo che ci spinge a uscire per le strade per incontrare tutti, a cominciare dai poveri. Gesù è sempre in cammino, e così dobbiamo fare anche noi cristiani… Non bisogna avere paura di contaminarsi. Il cristiano non deve avere alcun timore di ciò che può venirgli da fuori. Deve temere solo il male che gli può uscire dal cuore”. Come vivere la Misericordia? Ascoltiamo i suggerimenti di papa Francesco: “È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli”. Abbiamo accolto l’invito e abbiamo impostato il calen- dario del 2016, che trovate in questo numero del nostro mensile, proprio sulle opere di misericordia, corporale e spirituale. Le abbiamo un po’ “aggiornate” alle situazioni nuove, che si sono create nel nostro mondo attuale, con i senza-tetto, i senza-terra, i senza-lavoro…, il bisogno di riconciliazione, di pace, di conversione dalla corruzione… Per ogni giorno dell’anno, abbiamo inserito una frase di papa Francesco come nostra riflessione quotidiana. Non è stato difficile trovare parole semplici e convincenti sulla Misericordia, perché - ormai l’abbiamo capito tutti! - questo è il pensiero forte e continuo del papa, ripreso direttamente dal cuore del vangelo: è la vera “buona notizia” portata da Gesù all’umanità di tutti i tempi e luoghi. Non ci resta che attuare, ogni giorno dell’anno, il desiderio di accogliere la Misericordia e il proposito di viverla praticamente, con noi stessi e con tutti, secondo il pensiero di Dio, che ci accompagna con infinita Misericordia. Ne guada■ gneremo in felicità! p. GABRIELE FERRARI, sx è ormai alle nostre spalle, continuano ancora nelle ingiustizie e nella povertà di troppi nostri fratelli e sorelle e nel degrado ambientale, umano e sociale che minaccia il nostro futuro. Il ricordo di quelle vicende dovrebbe farci “prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare”, dice il papa in Laudato si’ (n. 19). Non solo, ma dovrebbe far nascere nel nostro cuore quel sentimento di partecipazione e di solidarietà che i nostri padri hanno saputo avere e che invece sembra non attecchire più in noi, oggi. Meno pretese, più felicità Papa Francesco ci ricorda che solo la memoria di Dio e della sua misericordia può motivare la nostra azione per salvare questo mondo e prenderci cura del nostro prossimo che ha bisogno. C’invita a esaminare il nostro stile di vita e a chiederci se non sarebbe più umano vivere con sobrietà, giustizia e compassione, prendendo come bilancia il bene comune e la condizione dei poveri. Ci suggerisce di adottare l’atteggiamento del buon Samaritano che, passando accanto al malcapitato, lo vede, si ferma, scende da cavallo e gli si accosta, gli fascia le ferite e gli procura un alloggio. E ricorda che i poveri non devono solo essere aiutati, ma devono farci riflettere, perché il loro 2015 NOVEMBRE n. 9 punto di vista è quello giusto per giudicare il nostro standard di vita. Nessuno ci chiede di ridurci in povertà, ma di vedere se non esageriamo nelle pretese e attese e se non cediamo alle false offerte del consumismo. Non potremmo vivere con meno ed essere ugualmente felici? Ricordiamo l’ammonimento di Gesù: la qualità della vita “non dipende da quanto possediamo” (cf. Lc 12,15). Missione di misericordia Provvidenziale viene l’anno della misericordia indetto dal papa e che inizia con la prossima festa dell’Immacolata. La misericordia deve diventare la legge del mondo globale, che è stato unificato in molti aspetti esterni, ma che cerca ancora un cuore che veramente ne sia il centro. Solo Dio e il suo Cristo possono fare questo miracolo, anzi già l’hanno fatto lasciando ora a noi di “fare del mondo una sola famiglia”, come diceva san Guido Conforti. Egli ha fondato i missionari saveriani come famiglia per essere un piccolo nucleo di comunione, attorno al quale si coaguli la ricerca dell’unità del mondo nella solidarietà. È questa la missione dei saveriani e dei loro amici. Questo è l’invito che ci viene dalla festa del 5 novembre, memoria della nascita al cielo del nostro padre e fondatore, mentre il nuovo anno 2016 è ormai alle porte, per il quale vi anticipiamo con il calendario gli auguri più fraterni di grazia e pace. ■ Misericordia è ascolto e perdono. Padre Sergio Targa durante una confessione, in Bangladesh. 2015 novembre n. 9 ANNO 68° CALENDARIO 2016 Per una qualità di vita, accessibile a tutti Abbonamento annuo € 10,00 (€ 1 una singola copia) - Contiene I. R. Poste Italiane. Sped. A.P. D.L. 353 03 (conv. L.27/02/04 n° 46) art. 2, comma 2, DCB Brescia. Envoi par Abonnement Postal - Taxe Perçue 2015 NOVEMBRE MISSIONE E SPIRITO MISSIONE FAMIGLIA Grida ancora, Rachele Anche oggi i suoi figli “non sono più” la morte riesce a N eanche porre fine all’amore ma- terno di Rachele. È come se li portasse permanentemente in grembo, i figli e i figli dei figli. È dalla tomba che esce il pianto funebre, quando non c’è più nessuno per piangere, perché il Paese è devastato. Lei che ha generato per la vita resta inconsolabile, perché quei figli, anzitempo e in modo violento, ne sono stati privati: “non sono più”. Le armate straniere, dall’Assiria nel 722 e poi da Babilonia nel 587 a.C., hanno seminato devastazione e morte senza alcuna pietà. Quello che il libro delle Lamentazioni dice in modo più articolato, Rachele lo esprime con un grido di pianto che, dalla sua tomba a Efrata / Betlemme, si sente fino a Rama, al di là di Gerusalemme. Non c’è consolazione possibile: i suoi figli “non sono più”. Una Rachele di oggi, in Palestina Anche Matteo ha raccolto questo grido, al quale il ritorno dei superstiti nel 538 a.C. era stato solo una provvisoria consolazione. Infatti, i figli di Rachele continuano a morire, stavolta per mano del loro re. Chi ha viscere di madre in quest’umanità feroce deve disporsi al pianto. Matteo va ancora più lontano e ricorda di un bimbo sopravvissuto a un ordine dato dal Faraone di uccidere tutti i neonati maschi ebrei: Mosè, il quale ormai adulto, minacciato ancora di morte, dovrà fuggire nel deserto, per tornarne con una missione di liberazione per tutto il popolo ebreo. Gesù viene come antagonista al potere di versare sangue. E la vecchiaia non rende Erode più tollerante: ne uccide tanti per essere sicuro di averne ucciso uno, colui che viene come “re”. C’è ancora da piangere, Rachele! I gridi di Rachele si levano nell’aria, squarciano le nubi, ma non la pervicacia di chi cerca potere a ogni costo. Rachele piange in Iraq, piange in Afghanistan, piange MISSIONE BAMBINI EVANGELIZZARE... IN RETE p. MARCELLO STORGATO, sx di Gesù a Pietro è raccontato nel vangelo di Giovanni L’ invito (21,6). Si riferisce alla “pesca miracolosa” avvenuta dopo la resurrezione sul lago di Tiberiade. Pietro è con altri sei compagni. Tutti d’accordo, vanno a pescare, ma in quella notte non prendono niente. All’alba, si presenta Gesù e grida loro: “Gettate le reti sulla destra… e troverete”. Risultato: 153 grossi pesci! La pesca è copiosa perché Pietro ha “gettato la rete” come ha detto Gesù. Infatti, quando si vuol far da soli o si vuol far di testa propria, non si va molto lontano. Il Pietro moderno è innovativo: poco portato alla fatica del lavoro manuale, si rivolge ai nuovi mezzi di comunicazione, anche per predicare il vangelo: “entrare in rete”, fare un blog e chattare con tutti, fino ai confini del mondo! Pensa che sia più comodo e, forse, anche più efficace. Comodo, certamente sì! Efficace? Dipende. Per essere “pescatori di uomini”, comunque, è inevitabile la fatica e ci vuole tanta pazienza. ■ La vignetta è di Gioba (don Giovanni Berti), pubblicata sul sito www.gioba.it 2 LA PAROLA Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. 17Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18”Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più”. Matteo 2,16-18 16 sr. TERESINA CAFFI, mM in Siria, piange nella repubblica democratica del Congo, in Ruanda e in Burundi, piange fra le onde del Mediterraneo e sulle rotte senza fine dei Balcani. Piange nei Paesi dove non giunge più notizia del figlio o della figlia partiti. Piange ogni volta che il calcolo mette disinvoltamente sulla bilancia mucchi di morti. sce anche a noi la rivolta conto il male e l’urgenza di intervenire. Dio solo le darà la consolazione vera, in quel suo discendente sopravvissuto all’eccidio, che per dichiarare cominciato il tempo della consolazione darà la sua vita: “Beati coloro che sono nel pianto, perché saranno consolati” (Mt 5,4). Il pianto è un grido che toccò l’Altissimo spingendolo a intervenire per il suo popolo (Es 3,7). Ma è una palla che torna indietro, quando colpisce i muri cementati di indifferenza. Rachele non esulta perché sono nuovi martiri o futuri santi, piange per le loro vite spezzate. E restitui- Grida, Rachele, grida anche oggi, grida per squarciare la tranquillità di chi pensa che la morte sia un effetto collaterale tollerabile. Grida per chi pensa solo DUE VESCOVI SAVERIANI NUOVI TEOLOGI SAVERIANI In varie date della scorsa estate, in quattro noviziati saveriani (Hortolandia - Brasile; Jakarta - Indonesia; Salamanca - Messico; Kinshasa - rd Congo), 23 giovani hanno pronunciato la professione religiosa aggregandosi alla famiglia saveriana. Sono di otto nazionalità: 7 burundesi, 6 congolesi, 3 camerunesi, 3 indonesiani, 2 brasiliani e 1 colombiano e 1 italiano. Di questi, i tre saveriani indonesiani continuano per un Mons. Biguzzi con il neo vescovo saveriano anno gli studi di fimons. Paganelli, sotto lo sguardo di san Guido Conforti losofia; gli altri sono già a destinazione nelle 4 Il saveriano p. Natale Pagacomunità saveriane internazionelli, amministratore della dionali di teologia: 7 hanno ragcesi di Makeni in Sierra Leone, giunto Yaoundé (Camerun); 5 è stato ordinato vescovo. L’orsono a Città del Messico; 4 sono dinazione episcopale è avvenua Parma (Italia); 4 sono a Manita nel Centro pastorale di Mala (Filippine). In tutto, sono olkeni, alle ore 11 di sabato 31 tre 70 i saveriani studenti di teottobre 2015, con un’immensa ologia. Ringraziamo il Signoe commossa partecipazione di re della messe per questi nuovi fedeli e anche di musulmani giovani “operai” e auguriamo della regione. loro un buon cammino formaIl vescovo ordinante, mons. tivo in vista della missione nel Miroslaw Adamczyk, nunzio mondo. ■ apostolico in Sierra Leone, ha avuto come assistenti mons. Patrick Koroma, vescovo di Kenema, e il saveriano mons. Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni. Mons. Biguzzi è partito per la Sierra Leone mercoledì 28 ottobre da Linate con volo per la capitale Freetown. Sullo stesso aereo hanno viaggia- Studenti saveriani africani to cinque famigliari di p. Na- della teologia di Parma tale, tre amici di Parma e la PREPARARSI dott.ssa Martina Benelli. I noALLA TERZA ETÀ stri auguri sono accompagnaAnche i missionari invecti dalla preghiera per il nuochiano, e devono prepararsi vo vescovo e tutto il popolo di ad affrontare i vantaggi e le Makeni. ■ a come passare nuove vacanze. Grida per chi alimenta la guerra e poi si presenta come benefattore. Grida per chi ha trovato ideali per cui è disposto a uccidere. Grida anche per i buoni che vorrebbero circondarsi solo dei loro. Grida per i politici che non si chiedono da dove vengano gli esodi forzati e non mettono in causa le loro politiche. Grida per i giovani che stanno pensando dove possono guadagnare un po’ di più. Grida per noi tutti. Forse il tuo grido ci ricondurrà alla ragione. ■ difficoltà della cosiddetta “terza età”, come tutti gli esseri umani che, per grazia di Dio, ci arrivano. Per noi missionari, a volte, sembra difficile accettare i limiti che l’età avanzata inevitabilmente comporta: correre di meno, ridurre la frenesia del fare, concederci più riposo e precauzioni, controllare lo stato di salute… Anche perché sappiamo che non c’è un’età di pensionamento dalla missione, che è per tutta la vita. Rispondendo a questa esigenza di preparazione, dal 23 al 25 novembre, nella casa madre dei saveriani a Parma, è stata organizzata una “tregiorni di formazione per la terza età”, con due incontri giornalieri, al mattino e al pomeriggio. Relatori sono il dott. Carlo Toninello di Negrar (VR), la dott.ssa Zaira Esposito e due collaboratrici, il saveriano p. Gabriele Ferrari. ■ LE LETTERE DI PADRE DAGNINO Il superiore generale p. Luigi Menegazzo ha diffuso un invito a preservare “il patrimonio di corrispondenza tenuto con e dal confratello p. Amato Dagnino (nella foto), …un epistolario che può contenere preziose indicazioni per la vita religiosa e spirituale”. Si ritiene perciò opportuno catalogare e conservare le lettere e i messaggi da lui scritti. “Invito chi è in possesso di lettere o altro materiale riguardante p. Amato Dagnino, di mandarne copia a p. Gianni Viola” (Missionari Saveriani - Viale S. Martino 8 - 43123 Parma; Tel. 0521 920511; mail [email protected]). 2015 NOVEMBRE DIALOGO E SOLIDARIETÀ LETTERE AL DIRETTORE p. Marcello Storgato MISSIONARI SAVERIANI Via Piamarta 9 - 25121 Brescia E-Mail: [email protected] Pagina web: saverianibrescia.it/ FB: Missionari Saveriani “ACCETTO VOLENTIERI LA PROPOSTA” Caro direttore, mi rivolgo a te e a tutti gli amici saveriani. Molte e infinite grazie per tutti questi anni che mi avete inviato il vostro meraviglioso mensile missionario, e per il bene che ha fatto alla mia anima e a coloro che vi hanno letto, sacerdoti e laici. Per motivi di malattia, sono costretto a chiudere la casella postale, perciò vi prego, con dispiacere, di non inviare più il vostro giornale. Ricordiamoci a vicenda nella preghiera e nell’apostolato, e auguri per le feste di fine anno e per la vostra interessante missione nella chiesa e nel mondo. Vi abbraccio in Cristo, Francesco, via E-mail, Honduras Desidero portare alla vostra conoscenza che mio padre è deceduto da tempo e che l’abitazione è attualmente vuota. Questo al fine di evitare spreco di materiale e spese di spedizione. Con grande stima, un cordiale saluto, il figlio, Dario, via E-mail, Besana in Brianza Carissimi, ringrazio tutti coloro che ci informano circa aggiornamenti di indirizzo postale, anche per facilitare la consegna a domicilio, che comunque in molte località avviene con ritardi incomprensibili. Alcune volte, purtroppo, la posta ci torna indietro al mittente con motivazioni scritte a tavolino (in ufficio), come la crocetta su “sconosciuto”: al postino, forse, che non è più tenuto a “conoscere” i suoi destinatari… Ricevere richieste per annullare l’invio del nostro mensile per motivi di malattia, di anzianità, di morte… ci dispiace sempre, perché sono amiche e amici con cui abbiamo avuto un bel rapporto. All’amico Dario abbiamo fatto la proposta di “proseguire la tradizione del papà, per continuare a sentirci uniti come in una grande famiglia, per non perdere i contatti, perché le nostre testimonianze ed esperienze di missione possano continuare a diffondersi. Il nostro mensile è uno strumento idoneo per far questo: si legge velocemente e offre spunti per la vita di ogni giorno. Nella speranza di risentirti presto, cordiali saluti”. La risposta dell’amico Dario non si è fatta attendere e ci ha commosso: “Accetto volentieri la proposta di continuare la tradizione di mio padre, ed ecco il mio indirizzo…”. C’è anche un altro bel messaggio che desidero pubblicare. È rivolto alla saveriana Teresina Caffi, autrice delle riflessioni nella rubrica di pagina 2, “Missione e famiglia”. Cara sr. Teresina, sono da sempre amica dei saveriani e leggo sempre con piacere e profitto il giornale “Missionari Saveriani”; ma la pagina che tu scrivi mi è particolarmente gradita. E ti sono grata per la riflessione del mese di agosto, che mi ha fatto conoscere - a me che da brava prof. di religione mi vanto di aver letto tutta la bibbia - un episodio che mi era sfuggito: la famiglia di Paolo, il nipote affettuoso e intraprendente e la sorella, che compaiono e scompaiono, ma fanno parte della storia della salvezza che Dio ha scritto e continua a scrivere con le nostre storie. A te l’augurio di continuare a raccontare con le tue belle parole la grande storia di Dio. Un abbraccio, Stefania Felici, via E-mail, Ancona Sono convinto che il messaggio di Stefania sia condiviso da tanti lettori e lettrici, che saluto e ringrazio di cuore, p. Marcello, sx STRUMENTI D’ANIMAZIONE AVVENTO NELLA... MISERICORDIA “Il tempo della misericordia” Per il prossimo Avvento e Natale, proponiamo il libretto (pp. 95, € 3.50). Il sussidio per il 2015-2016 è curato da don Luciano Squizzato, missionario nelle Filippine e in Kenya. È un bel modo per vivere l’inizio del Giubileo della Misericordia, indetto da papa Francesco, riflettendo sulla Parola del giorno e rileggendo le parole che il papa ha pronunciato sul “messaggio più forte”, quello di Dio che ama e perdona. Il sussidio, infatti, propone ogni giorno due paginette con tre passi: l’ascolto della Parola; la riflessione personale o in famiglia; proposte per vivere il giubileo in sintonia con papa Francesco. 3 Richiedere a: EMI, Bologna (tel. 0521 326027, fax 051 327552, e-mail: [email protected], oppure direttamente dal sito internet www.emi.it). I MISSIONARI SCRIVONO I saveriani di Spagna salutano p. Gigi Signori, ora a Parma Sembra quasi che anche gli angeli del cielo abbiamo versato abbondanti lacrime per la partenza di p. Gigi, dopo più di dieci anni trascorsi in terra Spagnola. Nelle feste di addio celebrate a Cartagena e a Murcia, i numerosi amici e conoscenti hanno risposto numerosi sfidando la pioggia, scesa abbondante all’inizio di settembre. Abbiamo potuto condividere le ultime riflesPadre Gigi Signori, al centro con occhiali, è stato salutato con due belle feste sioni di p. Gigi sulla missione, dagli amici spagnoli; ora inizia l’avventura a Parma che in questi anni lo ha tanto arricchito. Animare una chiesa “distratta” non è un compito facile! Ora p. Gigi Signori è pronto per un’altra missione: non quella sognata dell’Africa, ma quella richiesta dall’obbedienza, alla casa madre di Parma, secondo il disegno di Dio. Coraggio, p. Gigi! Siamo riconoscenti a Dio per il regalo della tua presenza tra noi. Puoi contare sulla nostra preghiera e sul nostro affetto di missionari, che siamo ancora qui in Spagna per animare gruppi e parrocchie. E, appena puoi, torna a farci visita per gustare un buon piatto di riso e lumache! Confratelli di Spagna In Camerun le scuole si riempiono di bambini e di... genitori Sento il vociare degli allievi nel cortile della scuola. Le nostre P. Benigno Franceschetti tra i numerosi alunni scuole si riempiono di ragazzi perché, nonostante le difficoltà eco- della scuola nel quartiere nomiche, si crede alla vita. E perciò ogni anno si presenta l’esigen- di Songa, in Camerun za di nuove aule scolastiche. Il futuro del Camerun passa proprio da qui: dalle scuole e dalle giovani forze che irrompono. Ma si tratta anche di presentare a questi ragazzi dei modelli “credibili” e dei valori che costruiscono l’uomo e non lo distruggono. Cercheremo di assicurare una nostra maggiore presenza non solo nelle “nostre” scuole, ma anche nelle altre. Ho partecipato a una riunione dei genitori degli allievi del quartiere. Mi ha stupito la massiccia partecipazione e la vivacità degli interventi. Il direttore ha fatto presente le difficoltà dovute alla mancanza di strutture: non c’è acqua, non c’è elettricità, non ci sono ambienti adatti per le ricreazioni… Ma l’attenzione è stata attirata dalla disposizione del ministro: tutti gli allievi, anche delle scuole elementari, devono presentarsi con un cartellino appeso al collo, che manifesti la loro identità e devono essere “frugati” prima di entrare. Questa norma è dovuta al fatto che nel nord Camerun i Boko Haram hanno compiuto attentati servendosi di bambini… Siamo arrivati a questo punto! Ci vuole pazienza e coraggio. p. Benigno Franceschetti, sx - Bafoussam, Camerun Nella missione di Bongor, in Ciad, la Messa è alle 6 del mattino... Tutti i giorni celebriamo la Messa alle ore 6, all’alba. La missione è al centro della cittadina di Bongor, vicina al mercato, nel quartiere a maggioranza musulmana. In alcuni periodi dell’anno celebriamo la Messa anche in una sala in un quartiere più periferico, non molto distante da dove viviamo. Apriamo alle 5 del mattino e ci sono già persone che vengono a pregare. C’è un uomo e tre nipotini piccoli - tra i 5 e gli 8 anni - che arrivano alle 5 e un quarto e stanno lì, in silenzio e senza muoversi, per tutto il tempo fino alla Messa finita. È una cosa davvero sorprendente, anche per noi missionari! Antxon, sx - Bongor, Ciad SOLIDARIETÀ GIAPPONE: AULE ANTISISMICHE A OSAKA Oso scrivere per l’amore che sento per questa piccola comunità cristiana di Kaizuka, in Giappone. Le varie strutture, costruite nel dopo guerra, non sono più sicure; è necessario ricostruirle. Gli edifici attuali possono resistere ai “terremoti comuni” fino a 3-4 gradi, ma nella zona di Osaka siamo in forte allerta per scosse che possono causare gravi danni e vittime. Da novembre 2014 con gli architetti abbiamo studiato le norme antisismiche e tutti i problemi tecnici relativi al caso. Dopo mesi di ricerche e discussioni, si ritiene necessario un intervento radicale, ovvero abbattere e ricostruire la missione: la chiesetta per 100 posti, aule per incontri e gruppi di catechismo, la casa parrocchiale. La missione diventerebbe così un luogo sicuro per i fedeli e un rifugio anche per la gente del luogo. I cristiani da tempo stanno offrendo il loro generoso contributo, puntando a raccogliere almeno la metà della cifra necessaria. Ora oso bussare anche alla porta degli amici disposti ad aiutare la missione in questa terra giapponese, chiedendo un vostro contributo. Tante piccole gocce possono riempire il bicchiere! Le vostre offerte (fino a un massimo di € 20.000) aiuteranno a costruire sale antisismiche per gli incontri. A nome dei fedeli di Kaizuka, vi ringrazio, invocando la benedizione di Dio sulle vostre famiglie. p. Pier Giorgio Manni, sx PICCOLI PROGETTI 7/2015 - Giappone Aule antisismiche per Osaka La missione di Kaizuka-Osaka, costruita del dopo guerra, è a rischio crollo; è necessario ricostruire le strutture in modo sicuro, antisismico. La comunità sta contribuendo; si chiede un aiuto per avere aule sicure per gli incontri e la formazione, fino a un massimo di € 20mila. • Responsabile del progetto è il saveriano novarese p. Pier Giorgio Manni. 6/2015 - Congo RD Sala polivalente a Panzi A Panzi, i saveriani hanno bisogno di ultimare una sala polivalente per ospitare fino a mille persone. Sarà dedicata al saveriano p. Piergiorgio Lanaro. Cercano un contributo di € 45mila. • Responsabile del progetto è il saveriano p. Franco Bordignon. Per contribuire: - “Associazione Missionari Saveriani Onlus” IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281 C.f. 92166010345 (5 per mille) C/c postale 1004361281 Inviare copia dell’avvenuto bonifico via fax al n. 0521 960645 oppure via e-mail a [email protected] - con nome, cognome e indirizzo (per emettere documento valido ai fini della detrazione fiscale). Per offerte non detraibili utilizzare: - Conto corrente postale accluso - Bonifico a Procura delle Missioni Saveriane IBAN IT86 P062 3012 7060 0007 2443 526 2015 NOVEMBRE ALZANO 24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4 Tel. 035 513343 - Fax 035 511210 E-mail: [email protected] - C/c. postale 233247 IBAN - IT 82 K 05428 52520 000000000195 (UBI Banca Popolare Bergamo, Alzano L.) Tante tappe e tante storie... Sessant’anni di presenza saveriana ad Alzano S essant’anni fa, il 7 ottobre 1955, iniziava ad Alzano Lombardo la presenza stabile e continua dell’istituto saveriano per le missioni estere”, ovvero… i missionari saveriani. L’istituto è stato fondato dal santo vescovo di Parma, mons. Guido Conforti, che volle i suoi missionari nelle lontane terre dell’Asia, dove qualche secolo prima san Francesco Saverio era andato per portare a quelle genti il vangelo e la fede cristiana. Av e n doci affidato il Saverio c o m e patrono e modello, i suoi m i s P. Giovanni Castelli ha sionari avuto dal vescovo Piazzi sono coil permesso di aprire la nostra casa ad Alzano nosciuti, Lombardo nel 1955 appun- to, come “saveriani”. Da Grumone e Gromo San Marino La presenza saveriana ad Alzano, come già ha ben descritto nel numero di ottobre p. Franco Sottocornola, è stata preparata da numerosi interventi di animazione missionaria condotti dai saveriani che predicavano le “feste missionarie” nelle generose e accoglienti parrocchie della Bergamasca, provenendo da Grumone (CR). Da lì, dove i saveriani avevano intessuto rapporti cordiali con la famiglia del futuro papa Montini (Paolo VI), rifugiatasi nella vicina Verolanuova (BS), un gruppo di apostolini con alcuni educatori era sfollato nei pressi di Gromo San Marino nel 1943. Utilizzando le strutture allora esistenti - le scuole elementari, l’asilo e il salone parrocchiale - hanno vissuto per un certo tempo con quella popolazione cordiale e particolarmente accogliente. p. GERARDO CAGLIONI, sx La parentesi di Pedrengo A guerra finita, il 7 giugno 1945, i saveriani, si sono stabiliti nella Villa Sottocasa di Pedrengo che, per alcuni anni, ha accolto numerosi ragazzi bergamaschi desiderosi di vivere l’avventura missionaria. Qualcuno perfino ha sognato e sperimentato la “palma del martirio”, come p. Luigi Carrara di Cornale di Pradalunga, ucciso in Congo 51 anni fa. Molti di quei ragazzi sono diventati bravi missionari e da abili apostoli del vangelo hanno lavorato (e alcuni lavorano ancora oggi) nelle missioni sparse nei continenti d’Africa, Asia e America Latina. L’approdo finale Nel 1955, il vescovo mons. Giuseppe Piazzi, amico del bergamasco p. Giovanni Castelli, superiore generale dei saveriani, ci ha accolto ufficialmente nella diocesi di Bergamo. E da allora viviamo stabilmente nella citta- Fateci un regalo: venite a trovarci! Sessant’anni di presenza saveriana ad Alzano / 2 1994, quando i ragazzi N elerano quasi “scomparsi” e la casa sembrava troppo grande per così poche persone, qualcuno pensò bene di muoversi verso una nuova sede. Così, la casa dell’istituto saveriano per le missioni estere di Alzano Lombardo, fu trasferita dalla bella posizione in via Adobati a via Ponchielli, verso la valle del Serio. Il nuovo edificio è certamente più funzionale, ma situato in una zona meno popolosa della ex Villa Santa Maria. I vivaci ragazzi, lentamente, sono spariti e sono rimasti alcuni saveriani perlopiù anziani, spesso reduci da una lunga esperienza nelle missioni e con qualche problema di salute. 4 Luogo d’incontri aperto a tutti Attualmente, i missionari che vi risiedono (sette) si dedicano al servizio delle comunità parrocchiali più vicine e a poche giornate missionarie. Di tanto in tanto, accogliamo gruppi di catechesi che trascorrono una mezza giornata in preparazione ai sacramenti. C’è poi il Gams (Gruppo amici dei missionari saveriani), che si incontra regolarmente per la preghiera davanti all’Eucarestia, il terzo giovedì del mese alle 20 e 30, e il gruppo di fedeli che partecipa alla Messa missionaria del primo martedì del mese, alle ore 15. I rappresentanti dei gruppi missionari del vicariato di Alzano s’incontrano nella nostra casa per la programmazione mensile, ogni terzo martedì del mese, alle 20 e 30. Infine, tutti i sacerdoti del vicariato di Alzano si radunano qui per il loro ritiro spirituale mensile. Un grazie e una preghiera Quando si fa memoria di un evento del passato, per farlo rivivere e attualizzarlo oggi, si guarda anche al futuro. Dove non arriviamo noi con le nostre forze, ci affidiamo - con la preghiera - all’aiuto del Signore. E dato che il Signore ci è stato p. G. CAGLIONI, sx tanto vicino nel passato con la sua azione provvidente, oggi lo preghiamo di continuare a darci altri missionari e di soccorrerci ancora con la sua Provvidenza. Sono circa 120 i bergamaschi che sono diventati saveriani, e 20 sono le missionarie di Maria - Saveriane bergamasche, calcolando anche i defunti, che in questo mese commemoriamo. Devo esprimere un grazie sentito a tutti i nostri famigliari, amici e benefattori che in questi 60 anni di vita saveriana ad Alzano ci hanno sostenuto, spiritualmente e materialmente, e chiediamo loro di continuare perché possiamo restare ancora ad Alzano per tanto tempo e dare il nostro modesto contributo alla passione per la missione. ■ Alcuni saveriani bergamaschi nella casa di Alzano, subito dopo la loro ordinazione sacerdotale Gromo San Marino ha continuato a essere sede delle vacanze estive degli apostolini saveriani per alcuni anni dina di Alzano Lombardo. All’inizio, i saveriani era ospiti nella vecchia filanda, divenuta in seguito Villa Santa Maria. Era un robusto edificio situato lungo la Seriola, che inghiottiva di tanto in tanto i poveri palloni delle nostre partite a calcio. Molti ragazzi sono stati formati nella “scuola apostolica” di via Adobati e diversi saveriani si sono alternati per la loro formazione e il mantenimento di numerosi ragazzi, in tempi particolarmente difficili. Con l’aiuto della gente La Provvidenza di Dio e la generosità della gente ci hanno sempre accompagnato. In particolare, è stata fondamentale l’accoglienza di tanti buoni sacerdoti che ci hanno offerto - attraverso il ministero e le giornate missionarie - la possibilità di trovare aiuti concreti e di conoscere tanta buona gente, altrettanto disponibile al progetto missionario. L’animazione dei saveriani di allora è stata molto importante per il consolidarsi della fede in tante comunità cristiane bergamasche. Anche il nostro seminario è stato acquistato e ingrandito, e tante spese sono state sostenute con l’aiuto di generosa gente amica. ■ (continua a lato) TRA GLI INDIO MARACAXÌ p. ILARIO TRAPLETTI, sx Cari amici di “Missionari Saveriani”, sono felice di salutarvi. L’ultima comunità che ho “scoperto” in questi tempi è piccola, lontana e difficile da raggiungere. Si chiama “As Pedras”. Per arrivarci si deve percorrere una stradina stretta, tutta sali-scendi e pietre. Non c’è una chiesa, ma solo una tettoia tenuta su da quattro pali. Ma vi dico che ho incontrato gente cordiale e semplice; è stato bello andare là e stare con loro. La coordinatrice della comunità è anche maestra. Ma, per carità, non ditemi di farvi vedere la scuoletta! È uno stanzone di tavole, mangiate dalle termiti, tanto che vi crescono le erbacce e vi entrano anche i cavalli e... serpenti (due). Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo detti: se il governo non ci costruisce la scuola, la faremo noi. Infatti, stiamo lavorando. A parte la scuola e la mancanza di luce elettrica, il resto è bello: la natura, il silenzio, e soprattutto i bambini sempre allegri e chiassosi. Sono diventato loro amico distribuendo caramelle: più di così... Adesso ci stiamo organizzando per “costruire” la comunità. È difficile perché vivono isolati e lontani, ma vedo che quando arriviamo, tutti sopraggiungono numerosi. Sono indio della tribù dei maracaxì: vivono della loro povera agricoltura e con pochissimo bestiame. Così passiamo il tempo tra una visita e l’altra alle numerose comunità. Siamo tre saveriani anziani e facciamo ciò che possiamo. Conto sulle vostre preghiere: il Signore ci tenga sempre le mani sulla testa. Padre Ilario Trapletti con i bambini maracaxì della comunità As Pedras in Amazzonia 2015 NOVEMBRE BRESCIA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 IBAN - IT 45 Q 03500 11202 000000001607 (UBI Banco di Brescia, Brescia 2) Pioniere della missione in Ciad Intervista al saveriano p. Gianfranco Sana P adre Gianfranco Sana, saveriano bergamasco di Ponte San Pietro, è il nuovo economo della comunità saveriana di Brescia. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio. Come hai conosciuto i saveriani? Avevo espresso l’intenzione di diventare missionario al prete del mio paese. Lui, che aveva una sorella saveriana - Teresina Paiocchi - mi ha fatto conoscere i saveriani. Ma la vocazione nasceva anche dal mio interesse per l’Africa. Erano i tempi di “Africa 70”, un gruppo di laici bergamaschi che organizzava mostre per sostenere progetti in Burundi. Ho deciso a 22 anni e, dopo il cammino di formazione, sono stato ordinato prete a Parma nel 1980. Poi subito la partenza? Sì. Avrei dovuto andare in Congo, ma a Natale del 1981 i saveriani sono stati espulsi dal Burundi. Ero a Parigi per imparare il francese, quando arrivò p. Meo Elia e ci spiegò che stavano cercando volontari per aprire una nuova missione in Camerun e Ciad. Mi sono reso disponibile e nel 1982 sono partito per il Ciad con p. Sergio Favarin e p. Romano Vidal: tre pionieri! Cosa avete trovato? La missione era stata iniziata da poco dagli “Oblati di Maria”. Le comunità erano piccole, in ambienti di prima evangelizzazione. La località si chiamava Gunu-Gaya. I primi 5 anni sono stati duri: la zona affidataci era molto vasta (circa 100 villaggi) e abbandonata dal punto di vista dell’evangelizzazione. Era proprio una chiesa degli inizi. a cura di DIEGO PIOVANI Cosa avete fatto in quella situazione? Abbiamo organizzato il catecumenato con la gente che arrivava dalle varie comunità, sperimentando il metodo della trasmissione orale del vangelo per preparare i catechisti. Questo ci ha aiutato a imparare bene la lingua mussey. Poi? Sono andato in Camerun, appena al di là della frontiera, dove vive la stessa etnia con cui ho lavorato quattro anni. Poi sono sceso a sud nella città di Douala, vivendo prima in parrocchia e in seguito per dodici anni nella formazione degli studenti aspiranti saveriani. Infine, per sette anni mi sono dedicato alla pastorale in una parrocchia di Yaoundé, dove vive la comunità saveriana degli studenti di teologia. Due di loro sono ora animatori missionari in Italia: p. François a Sa- “Il popolo arrivato dal cielo” Al via la nuova mostra dei saveriani di Brescia R acconta il mito che gli esseri viventi abitavano in cielo. Un bel giorno un cacciatore inseguiva l’armadillo che, per sfuggirgli, bucò il tetto del cielo e scese in terra calandosi con una corda. Il cacciatore, attraverso lo stesso buco e con la stessa corda, venne giù in terra seguito dai suoi famigliari. Catturato l’armadillo, accese il fuoco e in quel luogo costruì una capanna. Nacque così il primo villaggio. 4 Kayapò, un popolo affascinante La leggenda scaturisce nella foresta tropicale brasiliana del Mato Grosso, a sud del Parà, polmone verde dell’intero pianeta, culla di migliaia di esseri viventi, ecosistema primordiale, armonia di suoni e colori, corsi d’acqua intrecciati. In questo ambiente, vive l’affascinante gruppo etnico dei kayapó. Essi ricoprono il proprio corpo di tatuaggi rossi e neri, usando pigmenti vegetali, con disegni che rappresentano la famiglia di appartenenza. In compagnia di questo popolo si snoda il percorso della mostra 2015-2016, allestita dai saveriani di Brescia a San Cristo, aperta dal 14 novembre al 6 marzo 2016, da mercoledì DIEGO PIOVANI a domenica (feriali 9-12.30, 1517.30; festivi: 14.30-18.30). Ha per titolo, “Il popolo che venne dal cielo”. Purtroppo, dai tempi della conquista europea c’è una strategia di sfruttamento dei loro territori che negli ultimi decenni si è intensificata, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza di flora, fauna e vite umane. i laboratori. Le classi in visita alla mostra potranno preparare degli elaborati su uno schema che verrà fornito e saranno oggetto di premiazione a conclusione della mostra. Come progetto da sostenere, proponiamo la missione saveriana di Redenção per aiutare un centro di “taglio e cucito” per le ragazze kayapó. Laboratori e un concorso Per le scuole sono allestiti laboratori di artigianato e arte kayapó con diversi gradi di difficoltà. Per informazioni e prenotazioni tel. 349 3624217, fax 030 3774965, e-mail [email protected]; la visita alla mostra è gratuita, mentre la partecipazione ai laboratori prevede un contributo di 2,50 € a partecipante. È necessario che i gruppi prenotino sia la visita sia Gli eventi culturali Siete invitati ai vari appuntamenti che fanno da corollario alla mostra: • sabato 14 novembre, alle 17: conferenza d’inaugurazione sul tema, “In difesa dei popoli indigeni”; • sabato 5 dicembre alle 20.30: concerto bandistico diretto da Giulio Piccinelli (ingresso libero); • venerdì 22 gennaio 2016 alle 20.30: conferenza di p. Pino Leoni sul tema, “Incontro con i kayapó”; • venerdì 19 febbraio 2016 alle 20.30: serata quattro cori (ingresso libero); • sabato 12 marzo 2016 alle 19.30: serata conviviale con cibi e sapori latino-americani, € 25 a persona (prenotazione entro il 20 gennaio 2016 al 349 3624217, e-mail kayapo@ saveriani.bs.it). ■ lerno e p. Serge ad Ancona. Ci sono differenze tra Ciad e Camerun? Enormi, così come ci sono grandi differenze all’interno del Camerun. A sud è Il bergamasco p. Gianfranco in atto la seconda Sana è il nuovo economo evangelizzazione; della comunità saveriana a nord si è più indi Brescia… Benvenuto! dietro. La stessa di essere a Brescia. Svolgerò il cosa vale dal punto di vista soruolo di economo, ma prefericiale ed economico. Anche nelle sco lavorare in ambito pastorale. città del sud ci sono situazioni Vado volentieri nelle parrocchie, difficili, dovute alla povertà e ad anche per incontrare i gruppi altri problemi, ma si vive meglio missionari. La chiesa bresciana e la gente arriva lì dalle montami sembra una realtà vivace. gne per trovare lavoro. Un bilancio della vita missionaria! A me è piaciuta molto l’attività pastorale, perché i rapporti con la gente sono intensi. Nella formazione c’è meno scambio, ma è un servizio importante per il futuro della missione. Com’è stato il rientro? Il rientro è stato positivo. Le forze iniziavano a diminuire, ma credo che in Italia posso ancora dare qualcosa. Sono contento Che Italia ha ritrovato? Dal punto di vista umano e religioso trovo cambiamenti molto forti: i rapporti umani si sono impoveriti e tanti fattori contribuiscono all’isolamento delle persone. Constato anche una diminuzione della fede religiosa. Non immaginavo un esodo di migranti di queste dimensioni, ma forse il problema è che tra la nostra gente fa fatica a passare l’idea di condividere i nostri beni con i poveri. ■ ANDREA: CUORE BUONO E FORTE ! p. MARCELLO STORGATO, sx Martedì 6 ottobre, la bella chiesa di Bussolengo (VR) era gremita, con tanta gente in piedi, per dare l’ultimo saluto ad Andrea, il fratello maggiore di p. Gianni Zampini. Operato per tumore al pancreas e all’intestino, ha trascorso un lungo e difficile periodo in sala di rianimazione all’ospedale veronese in Borgo Roma fino alla morte, avvenuta il 2 ottobre. Sono stato varie volte a trovarlo: era fiducioso, assistito continuamente dalla sposa Quintina, che ha voluto porre sulla bara una corona con 42 rose rosse, quanti sono stati gli anni della loro vita coniugale. A noi saveriani in modo particolare chiedeva una preghiera per la guarigione e la forza di sopportazione. Il fratello p. Gianni è venuto alcune volte a visitarlo da Cagliari, dove risiede e lavora, dopo aver lasciato il suo servizio alla Libreria dei popoli a Brescia. Durante l’omelia, p. Gianni ha ricordato Andrea e le sue belle doti umane: il buon umore e la simpatia, l’amore per le missioni e per i missionari, i rapporti amichevoli e la solidarietà con i sofferenti, cui offriva “un bicer de vin” per tirarsi su, la generosità e disponibilità verso tutti, soprattutto per l’associazione degli Alpini, di cui andava fiero. Alla fine, ho ringraziato Andrea - a nome dei saveriani e degli amici di Brescia - per i tanti viaggi in macchina, carica di pesche, kiwi e cachi, promovendo una “colletta” tra gli agricoltori amici al tempo del raccolto. Ho riportato le parole che il fratello Guglielmo mi ha confidato nell’ultima visita in ospedale: “Andrea ha un cuore buono e un cuore forte! Buono con tutti e forte di fronte alla morte”. Il suono di tromba e il coro degli Alpini hanno accompagnato verso il cielo l’anima bella di Andrea. Riposi in pace! Andrea Zampini, fratello di p. Gianni, è deceduto il 2 ottobre 2015 NOVEMBRE CAGLIARI 09121 CAGLIARI CA - Via Sulcis, 1 Tel. 070 290891 E-mail: [email protected] - C/c. postale 12756094 IBAN - IT 15 I 01015 04804 000000019850 (Banco di Sardegna, Cagliari) Comunità saveriana di Cagliari Siamo tutti reduci dalle missioni nel mondo L a comunità saveriana della Sardegna dal 10 settembre è tutta concentrata a Cagliari, nella sede di via Sulcis 5. Abbiamo iniziato timidamente l’anno scorso in aprile con tre confratelli e poco a poco si sono aggiunti gli altri cinque. La porta è sempre aperta… Vogliamo che la nostra casa diventi un luogo di spiritualità missionaria, dove le persone possano incontrarsi per conoscersi meglio e incontrare Gesù nella purezza del suo vangelo. Ogni missionario, nei tanti anni vissuti in missione, ha cercato di vivere il van- gelo e di incarnarlo nelle culture. Ora, destinati a lavorare nell’animazione missionaria delle parrocchie, portiamo con noi la nostra esperienza e ricchezza umana e cristiana. I missionari sono sempre disponibili e la porta è sempre aperta per accogliere chi desidera ricevere il sacramento della riconciliazione, oppure per la direzione spirituale. Attualmente sono due i “momenti forti” in casa: il martedì alle 16, l’incontro col GAMS, il gruppo amici dei missionari saveriani; e il giovedì alle 18, l’adorazione Eucaristica e la celebrazione della Messa. Siete tutti p. GIUSEPPE IBBA, sx invitati a partecipare personalmente, o almeno spiritualmente. Meno giovani, ma sempre entusiasti “Andate in tutto il mondo, predicate il mio vangelo a ogni creatura”. Noi saveriani della comunità di Cagliari siamo partiti giovanissimi con grande entusiasmo per le varie missioni. Abbiamo servito la missione del primo annuncio, portando il vangelo dove non era ancora annunciato. Ci siamo investiti nelle varie attività di promozione umana, dalle scuole, ai dispensari, ai progetti di sviluppo. La comunità saveriana di Cagliari, 2015 Anche il ballo è una terapia A Simaxis, nuova sede per i malati di Parkinson Centro polivalente N elcomunale di Simaxis, venerdì 9 ottobre è stata inaugurata ufficialmente la sede provinciale dell’associazione sarda malati di Parkinson. Numeroso il pubblico presente, tra cui autorità politiche, civili e militari. La sezione Oristanese, fortemente voluta e portata avanti dal delegato provinciale Ignazio Fadda, deve la sua realizzazione all’amministrazione comunale, che ha messo a disposizione dell’associazione un locale all’interno del Centro polivalente comunale. “Grazie” a Ignazio Fadda L’incontro, moderato dal presidente regionale Giorgio Rocca, ha visto l’alternarsi ai microfoni dei vari rappresentanti dell’associazione e delle istituzioni. Il sindaco Obinu ha fatto un breve 4 riassunto dell’operazione che ha portato a Simaxis la sede associativa. In seguito, ha preso la parola il neo delegato Ignazio Fadda che, dopo aver ringraziato tutti per la nascita della struttura, si è soffermato sull’importanza di avere a disposizione una sede per gli iscritti (ad oggi, oltre 140), dove è possibile non solo incontrarsi ma anche affrontare i problemi che i malati e le famiglie devono sopportare. Un plauso per la nascita del nuovo punto di riferimento dell’associazione è arrivato dal dottor Salaris, dell’ospedale S. Martino di Oristano, che ha ringraziato in particolare Ignazio Fadda per l’attivismo dimostrato, vero motore dell’operazione. Anche Antonio Sulis, si è complimentato con tutti per il grande impegno profuso, per agevolare i tanti malati. Il saveriano p. Salvatore Marongiu benedice i locali che ospitano la nuova sede provinciale dell’associazione sarda malati di Parkinson, a Simaxis (OR), fortemente voluta dal delegato Iganzio Fadda, nostro caro amico MARIO VIRDIS Un farmaco… speciale! Il Parkinson è un male subdolo, spesso latente per anni, con sintomi apparentemente leggeri che normalmente si sottovalutano. I sardi colpiti si aggirano tra i 1.500 e i 2.000. Il presidente Rocca, parlando della malattia, ha detto che “lo stare insieme” aiuta molto il malato, tanto che, anche se sembra strano, il ballo è risultato un’ottima terapia per questo male. Il ritmo, infatti, stimola il paziente a muoversi, rimuovendo così certi blocchi muscolari derivanti dalla malattia e conseguentemente migliorando la tonicità dei movimenti. La così detta “tango terapia” si è rivelata dunque un “farmaco” di buona efficacia, tanto che nella serata si è voluto dare una prova pratica di questo ausilio terapico. La benedizione di p. Tore Al termine si è proceduto all’inaugurazione dei locali con il taglio del nastro e la benedizione, affidata a p. Salvatore Marongiu, saveriano originario di Cabras. Dopo un breve intervallo, la serata è stata allietata, oltre che da un buon rinfresco, dal coro polifonico Santu Atzei di Simaxis, dal gruppo musicale “Area 51” di Oristano e dal gruppo folk “San Simaco” di Simaxis con l’intermezzo della “prova” di tango terapia. ■ Poi siamo tornati in patria, non più giovani e con qualche acciacco, ma carichi dell’esperienza missionaria. L’entusiasmo per la missione è intatto. Grande è la nostalgia per la missione e il desiderio di comunicare le meraviglie che il Signore ha realizzato in quelle nazioni dove abbiamo passato i nostri migliori anni: p. Gianni Zampini dalla Colombia, p. Luigi Caria dalla Sierra Leone, p. Giuseppe Veniero dal Congo, p. Giuseppe Marzarotto dall’Indonesia, p. Ezio Meloni da Burundi e Congo, p. Massimo Bartoli dall’Amazzonia, p. Giuseppe Ibba da Congo e Camerun, fratel Guglielmo Saderi dal Congo. In attesa di nuovi giovani Il missionario non va in pensione! Resta sempre impegnato. Se non gli è possibile nell’attività pastorale, lo è certamente nella preghiera e nell’offerta quotidiana della sua vita. Aspettiamo altri nuovi giovani che continuino il nostro lavoro! Preghiamo perché il Signore mandi nuovi missionari… Cari amici e benefattori, contiamo sempre sul vostro ricordo al Signore e la vostra simpatia. Il Signore ve ne ricompensi con la sua benedizione! ■ Andrea, cuore buono e forte p. MARCELLO STORGATO, sx 6 ottobre, la belM artedì la chiesa di Bussolen- go (VR) era gremita, con tanta gente in piedi, per dare l’ultimo saluto ad Andrea, il fratello maggiore di p. Gianni Zampini. Operato per tumore al pancreas e all’intestino, ha trascorso un lungo e difficile periodo in sala di rianimazione all’ospedale veronese in Borgo Roma, fino alla morte avvenuta il 2 ottobre. Sono stato varie volte a trovarlo: era fiducioso, assistito continuamente dalla sposa Quintina, che ha voluto porre sulla bara una corona con 42 rose rosse, quanti sono stati gli anni della loro vita coniugale. A noi saveriani in modo particolare chiedeva una preghiera per la guarigione e la forza di sopportazione. Il fratello p. Gianni è venuto alcune volte a visitarlo da Cagliari. All’omelia, p. Gianni ha ricordato Andrea e le sue belle doti umane: il buon umore e la simpatia, l’amore per le missioni e per i missionari, i rapporti amichevoli e la solidarietà con i sofferenti, cui offriva “un bicer de vin” per tirarsi su, la generosità e disponibilità verso tutti, soprat- tutto per l’associazione degli Alpini, di cui andava fiero. Alla fine, ho ringraziato Andrea - a nome dei saveriani e degli amici di Brescia - per i tanti viaggi in macchina, carica di pesche, kiwi e cachi, promovendo una “colletta” tra gli agricoltori amici al tempo del raccolto. Ho riportato le parole che il fratello Guglielmo mi ha confidato: “Andrea ha un cuore buono e forte! Buono con tutti e forte di fronte alla morte”. Il suono di tromba e il coro degli Alpini hanno accompagnato verso il cielo l’anima bella di Andrea. Riposi in pace! ■ Andrea, compianto fratello di p. Gianni Zampini, con p. Virginio Simoncelli... alpini doc! UNA CORSA ANCORA LUNGA ! ANITA SIMONCELLI Cari amici, vi informo che a fine ottobre p. Virginio è stato trasferito in un’altra struttura di riabilitazione (al momento di andare in stampa, non era ancora nota). Il lavoro di riabilitazione è tanto nell’arco della settimana, i risultati sono pochi, però ci sono. E dicono che si vedranno meglio molto più avanti. Il suo morale è sempre alto nonostante la febbre che torna tutte le sere. Come faccia non so. Penso che un po’ sia nel suo carattere e poi nella sua grande fede. È stato sottoposto a una scintigrafia per stabilire da dove è partita una nuova infezione evidenziata negli esami del sangue e per poter combatterla con antibiotici mirati. Il batterio è stato trovato e localizzato nel bacino e una nuova cura è partita. Mio fratello non si fa proprio mancare nulla! Continuo a ripetervi, e non mi stancherò mai di farlo, di stargli vicino con le preghiere, ma anche fisicamente, appena potete. Vi ringrazio per l’amicizia che dimostrate a noi, ma soprattutto a mio fratello: serve molto per andare avanti, perché la corsa è ancora molto lunga. Post scriptum: Visto che p. Virginio è predisposto a prendere infezioni, se andate a trovarlo vi chiediamo di attenervi ad alcune osservanze igieniche: lavarsi le mani, all’interno della sua stanza, con un flacone di disinfettante da usare prima di toccarlo; evitare di baciarlo; astenersi dall’andare a trovarlo quando si hanno raffreddamenti in corso. Grazie. 2015 NOVEMBRE CREMONA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 IBAN - IT 08 S 06230 12706 000081184943 (Cariparmapiacenza, PR) La vita consacrata è dono di Dio Da 30 anni saveriano missionario in Brasile I l documento delle chiese latino americane di Aparecida afferma che “la vita consacrata è un dono che Dio Padre offre alla sua chiesa; è un cammino di speciale sequela di Cristo per dedicarsi con il cuore indiviso e come lui, a servizio di Dio e dell’umanità…”. In questi 30 anni di vita religiosa saveriana mi sono accorto che c’è una pedagogia divina che alimenta e promuove la crescita e la maturazione personale. In questo senso anche la mia vita religiosa e missionaria, che ho cercato di vivere in cammino come discepolo di Cristo, è un dono e diventa anche un processo arricchente per la mia santità e per il bene dei popoli del mondo. Come in una fotografia… Nell’anno del mio noviziato (1985 ad Ancona) ricordo volentieri le ‘tesine’ che il nostro maestro dei novizi (oggi mons. Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni in Sierra Leone) ci faceva scrivere come ricerca e studio personale sui concetti e sulla bellezza della vita religiosa missionaria. Ricordo che tutto mi sembrava chiaro e definito, semplice e lineare. Sono passati trent’anni e guardandomi alle spalle posso rivedere come in fotografia le città e le realtà sociali, economiche e culturali in cui ho vissuto, le diocesi e le chiese locali che ho p. GABRIELE GUARNIERI, sx amato, e continuo a vivere il dono che Dio mi ha voluto regalare. Crescita umana e spirituale Scrivere il vangelo della mia consacrazione missionaria con la vita, le azioni, la fragilità e l’entusiasmo, non è uguale a scrivere alcune pagine scritte in noviziato e presentate al maestro dei novizi, con il titolo “La spiritualità dei voti religiosi e la bellezza della consacrazione alla vita missionaria”. La questione è molto più esistenziale, ecclesiale e anche affascinante. Le persone che incontriamo nella nostra vita e missione ci aiutano a essere quello che siamo, o meglio, ci aiutano e insegnano a diventare quello per cui “La sua vita mi fa da specchio” In memoria della mia cara sorella Fede S ono tornato dal Brasile per rivedere mia sorella Fede, salita al cielo il 31 agosto a Soncino. Per me è stato un vero dono di Dio stare con lei e con la sua famiglia nei suoi ultimi giorni. Mi è difficile però dire chi è stata mia sorella Fede. E se domando ai suoi cari, l’unica cosa che dicono è: “La sua porta era sempre aperta; nella sua casa c’era sempre gente; accoglieva tutti e tutti si sentivano amati personalmente da lei”. Il suo piccolo testamento Nelle loro angustie, i nipotini sapevano che dalla nonna erano accolti, potevano sfogarsi nel loro linguaggio, perfino con disegni e parole scritte; poi se ne andavano, sollevati e felici, avvolti nel suo abbraccio. Anche i cosiddetti “extra-comunitari” avevano 4 per lei amore e rispetto: percepivano che non stavano ricevendo un aiuto da qualcuno che volesse liberarsene. Nessuno mai si è sentito giudicato, nessuno vedeva in lei un’ombra di riserva e, meno ancora, di diffidenza. Entrando nella sua stanza, ho visto i suoi occhi brillare di gioia e mi ha abbracciato. È venuto a trovarmi un mio compagno che lavora con me in Brasile. Mia sorella non riusciva più a parlare. Appena siamo usciti dalla sua stanza, lei ha chiesto a un nipote di scrivere ciò che voleva dirci: “Luce dei miei passi sia la tua Parola, o Signore. Se il Signore non costruisce la città, invano noi mettiamo pietra su pietra. Se non è Cristo la nostra luce, nulla vale ciò che facciamo, e la chiesa cade. Vorrei che questo fosse il mio piccolo testamento. Chie- Padre Leone Occhio con la sorella Fede accanto a lui, in una foto di famiglia nel 2013 p. LEONE OCCHIO, sx do la vostra benedizione”. Lacrime sì, tristezza no Il giorno dopo, quando le dissi che il suo messaggio aveva già fatto il giro del mondo, mi diede uno sguardo di delusione. Le ho detto: “Cara Fede, la tua vita non ti appartiene; in Cristo, tu sei dono, pane per i tuoi figli e per le loro famiglie; adesso lo sei anche per me e per la mia missione”. Lei si rassegnò, ma ho percepito che si sentiva contrariata. Poi disse: “Al mio funerale non perdete tempo con discorsi inutili; celebrate per me la Messa della Misericordia”. E indicò lei stessa le letture e il salmo che desiderava fossero usate: quelle della Messa della Misericordia. Al suo funerale ho concelebrato con due nipoti, sacerdoti diocesani. La gente del paese, a Gallignano di Soncino, sembrava essere tutta lì. Mi hanno chiesto di dire due parole durante il funerale. Spontaneamente ho cominciato così: “Lacrime sì, tristezza no!”. La vita di questa mia sorella a me fa da specchio: non per vedere me stesso, ma per vedere ciò che dovrei essere come missionario e come dovrei agire nella mia missione. ■ (continua nel riquadro) Il cremonese p. Gabriele Guarnieri ha celebrato in Brasile i 30 anni di vita saveriana… Auguri! noi siamo nati. La nostra vocazione ha bisogno di camminare e maturare; la meta finale richiede la pedagogia della crescita, quotidiana e spirituale. La vita che viviamo non può essere solo un rimpiangere i bei tempi del noviziato, pensando che andando avanti con gli anni le crisi aumentano, le cose si complicano e invecchiando ci accorgiamo che abbiamo ricevuto un tesoro immenso conservato in vasi di argilla. Una grande scuola di vita Un giorno ho letto un proverbio brasiliano che dice: “Si invecchia senza volerlo, ma per maturare bisogna volerlo!”. Quindi, c’è una dimensione della consacrazione religiosa che dipende molto dal potere della nostra volontà di auto-formazione, dalla nostra umiltà e di- sponibilità, dalla solidità della nostra fede che illumina tutto, facendoci apprezzare ogni fatto e momento, ogni situazione e attività, come se fosse una grande scuola di vita. “Predicare bene e razzolare male” non è solo una tentazione o un rischio, ma è una strada arida e sterile che ci impedisce di vedere Dio nella nostra vita passata, di cercare Dio nelle situazioni che viviamo e di amare Dio nelle scelte che faremo. In questo cammino di discepolo, i voti di castità, di povertà, di obbedienza per la vita missionaria sono dimensioni di santità che posso e devo imparare, ricevere, amare, conquistare e vivere, oggi più di ieri e domani più di oggi, per crescere nella chiesa e dimostrare con la vita e con la parola che il vero missionario è solo il santo! ■ COME ESSERE MISSIONARI OGGI ? p. L. OCCHIO, sx Mia sorella Fede aveva la capacità di accogliere senza giudicare, di valorizzare ogni persona senza distinzione di cultura, religione o situazione, anche morale. Semplicemente amando, ha testimoniato quel Dio che non è venuto per giudicare, ma per comunicarci l’Amore e l’infinita Misericordia. Pensando a lei, riemerge sempre in me una domanda: “Come fare missione oggi?”. Se missione è opera del popolo di Dio, testimonianza di comunione, con disponibilità al servizio umile, perché in tanti aspetti siamo ancora e solo noi preti a decidere? In quei giorni, all’oratorio di Soncino si celebrava la “festa dei popoli”. Parlando con una signora brasiliana presente alla festa, le ho chiesto se tornerà in Brasile. Mi ha risposto: “Per una visita sì; per restarvi no: la mia patria è qui”. Per lei e per tanti altri la casa è l’Italia, è Soncino, è la comunità dell’oratorio. Non è un caso; è un segno sacramentale del Regno. La nuova Italia è proprio qui, frutto di un processo del popolo di Dio: un mondo nuovo che Dio sta creando per mezzo di voi. Il regno di Dio è in mezzo a voi: non lo vedete? È un mondo ricco di culture, fraterno, solidale, felice… Prendetene coscienza! Con gioia, perché questa è la vera ricchezza che il mondo aspetta e spera, e che voi potete donare a tutti. Fede Occhio, sorella del saveriano p. Leone, di Gallignano di Soncino (CR) 2015 NOVEMBRE DESIO 20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 IBAN - IT 71 F 06230 33100 000046222194 (Cariparma Credit Agricole, Desio) Alle radici della vocazione Storie, sogni e idee degli amici di p. Alessio qualcuno: “il bene D iceva contagia”. Ha funzionato anche a Santa Margherita, la parrocchia di Lissone da cui proviene p. Alessio Crippa. È stata una piacevole sorpresa scoprire tanti compagni di viaggio di Alessio che, quasi in concomitanza con il suo cammino di preparazione alla vita missionaria, hanno voluto dare un senso più profondo alla loro vita con scelte coraggiose e di consacrazione a Dio. Una bella squadra! Ci siamo ritrovati in un folto gruppo di amici nel cortile della parrocchia ad ascoltare alcuni racconti di vita: suor Monica, dell’istituto delle Misericordine, Alessandro, sacerdote da due anni nella diocesi di Perugia, Giovanni, sacerdote nella diocesi di Milano, Francesca, impegnata in una comunità di accoglienza per persone con disagio sociale, Chiara e Roberto Pallavicini, sposi fidei donum, da tre anni a servizio nella chiesa peruviana. Abbiamo scoperto le storie, i sogni, le idee degli amici di Alessio, che da giovani condivi- p. ANDREA GAMBA, sx devano gli spazi dell’oratorio e insieme svolgevano alcuni servizi in parrocchia. Il concerto della vita! Una prima serie di proposte erano legate alla radice della loro vocazione. Attraverso le relazioni di amicizia e di servizio con varie persone della parrocchia, sono stati trasmessi valori ed esperienze che hanno aiutato nel percorso di maturazione della fede: famiglia, amici, catechisti, animatori, sacerdoti, missionari… Una sinfonia di voci che hanno creato il La tavola rotonda a Santa Margherita di Lissone con p. Alessio Crippa e gli amici con cui ha condiviso valori ed esperienze di vita È stata grande festa per tutti Parole-chiave dell’ordinazione di Alessio Crippa F esta è la parola che descrive meglio la celebrazione della cerimonia di ordinazione presbiterale di p. Alessio Crippa, sabato 12 settembre, nella chiesa di S. Maria Assunta di Lissone. È stata festa per la grande famiglia saveriana; festa per la sua famiglia d’origine, a cominciare da papà Ettore e mamma Mariangela fino al nipotino Leonardo; festa per i numerosi amici conosciuti lungo il cammino; festa per la comunità Santa Teresa Benedetta della Croce di Lissone e in modo particolare per la sua parrocchia. Tanti “grazie” e uno più grande È stato un evento preparato 4 con cura, attraverso numerose serate di animazione missionaria che hanno fatto riflettere sulla vocazione cristiana e hanno testimoniato il carisma di Conforti e dei saveriani. La cerimonia dell’ordinazione è stata seguita dalla “prima Messa” di p. Alessio, celebrata nella parrocchia di Santa Margherita di Lissone, che lo ha visto crescere e compiere i primi passi nella fede. La parola pronunciata con insistenza da p. Alessio è stata “grazie!”. Grazie per il dono della sua famiglia, per l’accoglienza nei saveriani, per le tante amicizie, per chi ha preparato la celebrazione Eucaristica e la festa. Un ringraziamento pro- Padre Alessio Crippa riceve l’abbraccio di p. Marco Ballabio che, a conclusione della “prima Messa” a Santa Margherita di Lissone, gli ha donato una stola ricamata dalle donne della Colombia STEFANO SERRAINO nunciato innanzitutto al Signore, che gli ha permesso di scoprire l’entusiasmo di essere accolto e amato. Essere dono gratuito La gratitudine si è unita anche a un’altra parola, che ha trovato spazio nella sua vocazione: la gratuità. La scelta di Alessio è anche questo. La gratuità di un giovane che avrebbe potuto scegliere tante altre strade, ma che non lo avrebbero portato a spendersi gratuitamente, come lui stesso desiderava. Il sacerdozio per lui ha anche questo valore. Essere chiamato alla vita missionaria e presbiterale, fa venire in mente il gesto gratuito di Gesù che offre se stesso per amore del suo popolo. E nell’omelia, mons. Biguzzi ha richiamato questo aspetto importante: “Un sacerdote missionario deve vivere la dimensione dell’essere dono gratuito per la gente che incontra e soprattutto per chi tra il popolo è considerato scarto”. Ora il cammino di p. Alessio continua in terra di missione. La Thailandia lo attende per una sfida attraente: continuerà a testimoniare il vangelo e a donare se stesso alle persone che incontrerà, insieme agli altri confratelli saveriani che lì già lavorano per il regno di Dio. ■ L’ordinazione sacerdotale del saveriano brianzolo di Lissone, p. Alessio Crippa, avvenuta il 12 settembre, è ancora viva in noi. Non possiamo dimenticare facilmente ciò che ha toccato in profondità i nostri cuori. L’ordinazione è stata preparata da vari incontri ai quali hanno partecipato tante persone. Il giorno dell’ordinazione è stato davvero stupendo ed emozionante con la chiesa parrocchiale gremita di gente e la cerimonia presieduta dal vescovo emerito di Makeni (Sierra Leone), mons. Giorgio Biguzzi. Padre Alessio ora è pronto per la missione in Thailandia. E noi vogliamo accompagnarlo con la nostra preghiera. p. Domenico Meneguzzi, sx concerto delle scelte di vita. Sul senso della missione, Francesca ha detto: “Possiamo essere ottimi professionisti e non avere Dio; dobbiamo rimettere Dio al suo posto”. E don Alessandro ha aggiunto: “La missione fondamentale è vivere la vita che abbiamo ricevuto in dono, vivere il vangelo, voler bene a tutti e custodire il cuore; non siamo chiamati a vivere nell’isolamento, ma nella comunità come luogo della fede”. Secondo suor Monica la missione vuol dire raggiungere gli ultimi con la misericordia di Dio. La terza proposta era sulla chiesa che sogniamo. Tutti hanno parlato di una chiesa accogliente, allegra, inclusiva, dove c’è spazio per il dialogo e le differenze alimentano il dialogo. Un albero con tante fronde La parrocchia di Santa Margherita è il terreno fertile dove la piccola semente del Regno è diventata albero: ha prodotto tanti frutti buoni e sotto le sue fronde molte persone hanno trovato un’ombra ristoratrice. Una fronda di quest’albero, Alessio, arriverà fino in Thailandia per dare frutti di carità a tante persone in cerca di speranza. La comunità parrocchiale di Lissone è composta da tante famiglie che arrivano da diverse parti d’Italia e che sono riuscite a mettere insieme la ricchezza di tante tradizioni di fede. Le radici hanno così potuto crescere in profondità in questo terreno fecondo e l’albero si è sviluppato in modo meraviglioso. ■ DALLA BRIANZA A VICENZA p. ANDREA GAMBA, sx Rientrato dall’Amazzonia, ho avuto la grazia di avere a disposizione un po’ di tempo per inserirmi nuovamente nella realtà italiana. Nella comunità saveriana di Desio, ho avuto modo di conoscere la pastorale della diocesi di Milano, di studiare e partecipare a qualche attività di animazione missionaria, soprattutto nelle scuole. L’incontro con una chiesa vivace e ricca di iniziative ed esperienze a tutti i livelli mi ha bene impressionato e mi ha dato speranza, nonostante alcune voci pessimistiche che si sentono qua e là. Tra le attività nella nostra casa saveriana, ho avuto la lieta sorpresa di scoprire che ancora oggi gli indumenti usati possono essere fonte di solidarietà. La casa di Desio è come un cuore di mamma: accoglie tutti, anche i fratelli musulmani che si riuniscono il venerdì per celebrare la loro fede. Un’ala è usata per accogliere i migranti nel periodo estivo, e in inverno persone bisognose di assistenza. Le stanze a piano terra sono luogo di incontro con varie associazioni. Un’altra opportunità è il passaggio di tanti missionari: un’occasione per conoscere e amare le missioni saveriane e le esperienze di annuncio del vangelo. Quanti sacrifici e quanta fede nelle vite donate! Inoltre, ci sono i volontari, i laici saveriani, il gruppo di preghiera di san Padre Pio e altri amici, che con la loro presenza arricchiscono e completano il mosaico della comunità saveriana a Desio. Ringrazio confratelli e amici che hanno reso questo mio passaggio più gradevole e costruttivo. Ora mi rimbocco le maniche e guardo avanti, nella comunità di Vicenza. Padre Andrea Gamba (nella foto con alcune amiche di Desio), dopo un periodo di sosta in Brianza, è partito per Vicenza dove continuerà l’attività di animazione missionaria 2015 NOVEMBRE FRIULI 33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70 Tel. 0432 471818 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 210336 IBAN - IT 40 S 06340 12301 07404043235H (CARIFVG, Udine) Cinquant’anni fa... il Giappone È bello trasmettere la speranza cristiana Luisa Gori, saveriana friulana originaria di Tarcento, ha passato la maggior parte della sua vita in Giappone. Ci racconta un lungo cammino e la sua gioia nel ripartire. I l 1965 è stato l’anno della mia prima partenza. Il Concilio era appena concluso: un tempo di grandi attese e profondi cambiamenti. In una cultura secolare diversa dalla nostra, come quella giapponese, in un mondo ricco di tanti valori ma privo della luce della speranza cristiana, solo poco a poco abbiamo scoperto la novità e la freschezza che i documenti del Concilio donavano al nostro annuncio. Scambi, incontri e attività Oggi parto certamente con più coraggio ed entusiasmo di allo- ra, nella gioia di incontrare nuovamente tante persone amiche, molte delle quali hanno avuto la grazia di credere e desiderare il battesimo. La parrocchia in cui sono inserita fa parte di un’unità pastorale costituita da tre parrocchie, con la ricchezza di scambi e attività che questo comporta. Un’altra straordinaria occasione di annuncio è l’insegnamento a studentesse non cristiane che frequentano l’università Cattolica. Da molti anni posso trasmettere loro il fondamento della speranza cristiana, nei confronti dei problemi che nessuno può eludere, e cioè: il dolore, il male, la morte. La stima per la moglie L’amicizia è sempre qualcosa che ci arricchisce. È soprattutto nell’incontro con l’altro che si capiscono mentalità, tradizioni, modi di rapportarsi con gli altri, sr. LUISA GORI, mM stili di vita, valori... Quando poi si è con fratelli e sorelle cristiani, ci si sente in famiglia. Penso al signor Nogami, ora più che ottantenne. Ha curato la moglie malata per oltre otto anni. Dopo che il Signore la chiamò a sé, una domenica il sacerdote lo invitò a dire qualcosa di lei ai cristiani. Ne parlò con tanta stima e commozione che non ci accorgemmo del tempo che passava: più di quaranta minuti! Quando nasce qualche problema, ci viene spontaneo rivolgerci a lui, per la sua saggezza, modestia e bontà. Il fascino di Gesù! E il signor Nitta? Da bambino aveva frequentato una chiesa protestante. All’università aveva partecipato a un gruppo di studio della Bibbia, ma solo due o tre volte, perché sentiva che avvici- Il significato di un incontro Festa di genitori e parenti dei saveriani friulani L a tradizionale festa dei genitori e parenti dei saveriani friulani è stata caratterizzata quest’anno da una nota nuova per la nostra comunità: il superiore p. Antonio Guiotto lascia il posto a p. Giuseppe Pettenuzzo. La logica di questo cambiamento corrisponde esattamente a quella che è la finalità propria del nostro istituto, che è tutto ed esclusivamente rivolto alla missione. Il saluto di p. Antonio Padre Antonio Guiotto sta per tornare in Sierra Leone, dove riprenderà il suo lavoro apostolico che l’aveva già impegnato con entusiasmo e sacrificio per 33 anni. Ha comunicato questa bella notizia all’assemblea con voce vibrante e con gioia evidente, come realizzazione del suo più bel sogno. Noi, suoi confratelli, gli siamo profondamente grati per l’esempio della sua generosità, del suo zelo apostolico, per la serietà, la serenità e la cordiale testimo- 4 nianza fraterna che ci lascia: è un’eredità preziosa che non possiamo dimenticare. Lo accompagniamo con la consapevolezza che la sua lontananza geografica non ci separa, perché siamo tutti convinti di quella forza di coesione che in Cristo ci unisce. Il benvenuto a p. Giuseppe Padre Giuseppe Pettenuzzo, il nuovo rettore, ha maturato negli anni tanta conoscenza e capacità di gestire sapientemente situazioni anche difficili. Calma, pacatezza e determinazione sono qualità che garantiscono equilibrio ed efficacia anche alle nostre comunità. Con lui siamo in cordata sul sentiero che la Provvidenza ci segna, giorno dopo giorno. Ringraziamo Dio per quello che p. Antonio è stato e per quello che p. Giuseppe sarà per la nostra comunità saveriana. Sentirsi una sola famiglia A tutti i nostri parenti e amici, p. MARIO CRUDER, sx che ci hanno onorato con la loro presenza e hanno allietato di una gioia sentita e familiare le ore serene di questa giornata, va il nostro ricordo riconoscente e il “grazie” più vivo. Ciò conferma e intensifica quel legame incomparabile che ha la sua forza nella comune preghiera. L’incontro ha messo in risalto la presenza spirituale di tutti i missionari friulani dislocati nelle regioni più diverse del mondo. Ci siamo sentiti uniti e partecipi di una sola famiglia. Una sorpresa particolarmente gradita è stata la proiezione di un filmato realizzato da p. Fiorenzo Raffaini che ha illustrato in modo efficace e coinvolgente la figura del santo fondatore Guido Conforti. Tutti sono rimasti ammirati ed entusiasti. In questo contesto, nella semplicità e spontaneità, si è creato un clima di piacevole amicizia che continuerà ad alimentare di serenità le nostre giornate. ■ Intorno all’altare si trovano riuniti famigliari e amici dei saveriani friulani, a conclusione della Messa nella giornata di festa a loro dedicata Luisa Gori, prima da sinistra, saveriana del Friuli, con le consorelle del Giappone dov’è missionaria da 50 anni narsi a Gesù diventava “pericoloso”: troppo forte il fascino che emanava. Vent’anni dopo, cominciò a venire spesso alla Messa domenicale. Quando il parroco gli propose di studiare più profondamente il cristianesimo, Nitta aderì subito: è stato battezzato ed è tuttora per noi un punto di riferimento sicuro. Efficienza e sfide Tanti sono i problemi che la società e la chiesa in Giappone devono affrontare. La straordinaria efficienza di tutti i servizi sociali facilita un alto tenore di vita e un ottimo livello di sicurezza. Ma al contrario, produce un alto numero di persone che per motivi vari non riescono a stare al passo: persone senza fissa dimora, con problemi mentali, suicidi, bullismo, bambini e ragazzi che si rifiutano di andare a scuola, famiglie disgregate. Una sfida è anche la denatalità rispetto all’alto numero di anziani. Perché parto ancora In Giappone, si è soliti andare al tempio shintoista a chiedere una benedizione per i neonati, al tempio buddhista per i funerali, e magari sposarsi con un rito cristiano. Tutto questo però ha poco a che vedere con la fede: sono solo consuetudini. È per questo che riparto per il Giappone. Mi commuove sempre pensare che “vangelo” vuol dire “buona notizia”. Vado per portare questa novità assoluta, puro dono di Dio. Vado perché questa novità è sorgente di una speranza che “tiene” di fronte a qualsiasi traversia, ed è forza che ci dà la capacità di perdonare e amare perché abbiamo sperimentato che Dio ci ha amato e perdonato per primo. ■ RIPARTO PER LA SIERRA LEONE p. MARIO CRUDER, sx Cari lettori di “Missionari Saveriani”, Dio mi ha fatto la grazia di poter tornare in missione nella Sierra Leone, dove ho speso 33 anni di apostolato missionario. Domenica 27 settembre, ho salutato genitori e parenti dei saveriani friulani, presenti alla festa; ora estendo il mio saluto a tutti voi che ci seguite attraverso il nostro mensile. Ho vissuto tre anni belli qui in Friuli. Ho conosciuto le famiglie dei missionari, tanti sacerdoti, comunità cristiane, amici e benefattori che in varie occasioni ho incontrato in casa e nelle parrocchie. Ho apprezzato la bontà e cordialità della gente, la sua laboriosità, e anche la bontà di tanti prodotti tipici del Friuli e la bellezza dei paesaggi. Ho gustato le belle tradizioni cristiane della storia, passata da Aquileia con i suoi santi vescovi ai vari santuari sparsi sul territorio, che parlano della fede di questa popolazione. Torno in Sierra Leone con la gioia di incontrare, oltre ai miei confratelli, anche tanta gente che ho conosciuto, amato e a cui ho cercato di donare la speranza di una vita illuminata dal vangelo di Gesù. Sono consapevole che alla mia età non sarà facile affrontare le sfide della missione di questo nostro tempo in rapida evoluzione. Per questo vi chiedo di accompagnarmi con la vostra preghiera e di continuare la vostra collaborazione Padre Giuseppe Pettenuzzo, nuovo rettore nell’impegno di della comunità saveriana di Udine, e portare Cristo a p. Antonio Guiotto, rettore uscente, incontratutti i popoli delno i famigliari alla festa del 27 settembre la terra. Cercherò di farmi vivo con qualche esperienza vissuta da raccontare sul nostro mensile, strumento prezioso di collaborazione missionaria tra le nostre comunità cristiane in Italia e le nuove della missione. 2015 NOVEMBRE MACOMER 08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9 Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706 E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084 IBAN - IT 53 N 03069 85342 100000011073 (Banca Intesa S. Paolo, Macomer) Sacerdote saveriano da 50 anni Doppia vocazione di missionario e insegnante p. GESUINO PIREDDA, sx amo cerimonie e anniN onversari. Quando mi è stato proposto di celebrare a Borore (NU), mio paese natale, il 50° di ordinazione, ho fatto qualche resistenza. Poi, sapere che con me ci sarebbe stato don Nino Pilu, mio coetaneo e compagno d’infanzia, mi ha convinto. La celebrazione del 50° di due sacerdoti nello stesso anno sarebbe stato un evento straordinario per la comunità di Borore. A Borore una gran festa! Domenica 19 luglio 2015 era presente il vescovo mons. Morfino che ha presieduto la santa Messa. Non mi aspettavo tanta partecipazione: i sacerdoti della forania erano presenti al completo e poi la gente, che con i canti rendeva l’atmosfera ancora più esaltante. Non sono mancati i doni: una casula donata dalla comunità, un calice dal vescovo, una targa da parte dell’amministrazione comunale, una bella icona della Madonna donata dai sacerdoti. Non è mancata neppure la pergamena con la benedizione di papa Francesco. Tutto si è concluso nei saloni dell’oratorio con un rinfresco. La partenza dalla Sardegna È difficile dire il momento in cui è maturato il mio “sì” a Dio. Credo che non ci sia un momento preciso, ma è frutto di una disponibilità di mente e di cuore a quello che Dio poteva suggerirmi. Ho alcuni momenti fissi nella memoria. Uno è il 18 agosto 1952, giorno della mia prima partenza, a soli 13 anni. Ricordo la stazione animata allora da tanti giovani in partenza per il “continente” e per l’Europa in cerca di lavoro. Ricordo gli abbracci, le lacrime, un agitare di mani protese dal finestrino, quasi ad afferrare gli ultimi frammenti di quel mondo che stava scomparendo ai miei occhi. Poi la nave, una magia di luce, che ora diventava malinconica realtà, mentre si allontanava dal molo. Il viaggio per Nizza Monferrato durò 36 ore. Poi le altre tappe della mia formazione saveriana: Venezia, Ravenna, Desio, Roma, Milano, Parma dove, nel duomo, ho ricevuto il sacramento dell’Ordine il 17 ottobre 1965, dalle mani del card. Gonfalonieri. Cremona, città gentile Il resto è la storia di questi 50 anni. Affido a Dio il giudizio su come li ho vissuti, ma un punto fermo c’è. Sull’immaginetta ricordo di 50 anni fa avevo scritto in latino “Scio cui credidi” (So in chi ho creduto). L’ho riproposta anche oggi. Chi mi ha sostenuto in tutti questi 50 anni è stato proprio Gesù, sempre, anche nei momenti più difficili. “Mandati a portare il lieto annuncio” è il nucleo fondamentale del mandato missionario, sulla base di un atteggiamento di amore verso le persone. Il mio percorso esistenziale è stato caratterizzato soprattutto dall’impegno come insegnante nelle scuole saveriane, soprattutto a Cremona, città che ho amato anche per la sua gente gentile, accogliente, generosa e per l’attenzione che sempre ha dimostrato per i saveriani. La nostra missione continua... Il programma per l’anno 2015-2016 P untualmente, come promesso nella giornata di saluto alla città di Macomer, l’11 ottobre scorso, io e p. Giuseppe Marzarotto ci siamo presentati davanti alla ex-casa saveriana di via Toscana 9 e… abbiamo suonato il campanello. Abbiamo provato una strana sensazione nel non essere più i “proprietari”, ma anche una grande gioia interiore: la casa saveriana è ora diventata “Centro pastorale San Guido Conforti”. Ciò che con tanti sacrifici era stato costruito da tante anime generose e da numerosi benefattori, è diventato adulto: una casa, un nido, un alveare dove tante realtà giovanili, di volontariato e di solidarietà hanno trovato un luogo dove incontrarsi e crescere. 4 La nostra presenza mensile Come già annunciato, i saveriani saranno presenti a Macomer una settimana al mese (normalmente la seconda settimana) e questo è il calendario delle nostre prossime presenze: dall’8 al 15 novembre; dal 6 al 13 dicembre; dal 10 al 17 gennaio; dal 7 al 14 febbraio; dal 6 al 13 marzo; dal 3 al 10 aprile; dall’8 al 15 maggio; dal 5 al 12 giugno. Un saveriano rimarrà in casa per essere a disposizione della gente per i seguenti servizi: le confessioni e i colloqui; guidare il rosario missionario il martedì alle 15,30; celebrare la Messa comunitaria il mercoledì alle 19; guidare l’adorazione Eucaristica il giovedì alle 18,45. p. GIANNI ZAMPINI, sx L’altro saveriano visiterà le delegate saveriane del centro nord della Sardegna e terrà i contatti con i sacerdoti della zona. Tante altre attività Ricordiamo inoltre alcuni altri appuntamenti importanti: a novembre celebreremo gli “Otto dies a sas Animas”; in dicembre ci sarà il ritiro dell’avvento per tutte le zelatrici, per la durata di una giornata; in gennaio faremo visita alle delegate nei loro rispettivi paesi; in febbraio ci sarà il ritiro di quaresima e in marzo il ritiro della Pasqua; in aprile, maggio e giugno visitiamo le zelatrici e i loro parroci. Questa nostra presenza, anche fisica, garantirà la vicinanza e il continuo interesse per la gente e per le iniziative di animazione missionaria desideriamo continuare. Lo Spirito Santo ci illumini e ci aiuti a realizzare queste attività missionarie con la generosa partecipazione dei fedeli, che ringraziamo per la loro attenzione, sollecitudine e collaborazione. ■ Padre Gesuino Piredda, saveriano della comunità di Brescia, ha festeggiato in luglio nel paese natale di Borore il 50° di ordinazione sacerdotale… Auguri! Dall’Indonesia a Brescia Poi la prima esperienza missionaria in Indonesia sulle orme di san Francesco Saverio, che quelle terre aveva evangelizzato cinque secoli fa. E proprio là, alle isole Molucche, mi è stato ulteriormente chiaro il senso del mio mandato missionario. Alla fine della Messa, in uno sperduto villaggio della foresta equatoriale, un indigeno mi dice: “Grazie, padre, del dono di Gesù”. Aveva capito perfettamente il significato dell’annuncio missionario. Dopo il lungo periodo di insegnamento a Cremona, da alcuni anni mi trovo a Brescia, per dare una mano ai parroci nel servizio pastorale e nella redazione di qualche articolo per le riviste. Come assistente spirituale della onlus “Pro meninos de rua”, seguo in Brasile alcuni centri di accoglienza per i bambini di strada. Ora continuo a vivere al servizio della gioia e della speranza di ogni uomo, cercando di condividerne il peso delle tristezze e delle angosce, scegliendo la via della compassione e della misericordia nella predilezione per i più deboli, piccoli e poveri. ■ UNA CORSA ANCORA LUNGA ! ANITA SIMONCELLI Cari amici, vi informo che a fine ottobre p. Virginio è stato trasferito in un’altra struttura di riabilitazione (al momento di andare in stampa, non era ancora nota). Il lavoro di riabilitazione è tanto Andrea, compianto franell’arco deltello di p. Gianni Zampini la settimana, deceduto il 2 ottobre, con i risultati sono p. Virginio Simoncelli... alpini doc! pochi, però ci sono. E dicono che si vedranno meglio molto più avanti. Il suo morale è sempre alto nonostante la febbre che torna tutte le sere. Come faccia non so. Penso che un po’ sia nel suo carattere e poi nella sua grande fede. È stato sottoposto a una scintigrafia per stabilire da dove è partita una nuova infezione evidenziata negli esami del sangue e per poter combatterla con antibiotici mirati. Il batterio è stato trovato e localizzato nel bacino e una nuova cura è partita. Mio fratello non si fa proprio mancare nulla! Continuo a ripetervi, e non mi stancherò mai di farlo, di stargli vicino con le preghiere, ma anche fisicamente, appena potete. Vi ringrazio per l’amicizia che dimostrate a noi, ma soprattutto a mio fratello: serve molto per andare avanti, perché la corsa è ancora molto lunga. Post scriptum: Visto che p. Virginio è predisposto a prendere infezioni, se andate a trovarlo vi chiediamo di attenervi ad alcune osservanze igieniche: lavarsi le mani, all’interno della sua stanza, con un flacone di disinfettante da usare prima di toccarlo; evitare di baciarlo; astenersi dall’andare a trovarlo quando si hanno raffreddamenti in corso. Grazie. 2015 NOVEMBRE MARCHE 60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40 Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639 E-mail: [email protected] - C/c. postale 330605 IBAN - IT 84 E 08549 37491 000060192713 (BCC San Biagio di Osimo) SAVERIANI MARCHE Il mondo intero mi aspettava... Giovane anconetano a Yaoundé in Camerun C ari amici di “Missionari Saveriani”, sono originario della parrocchia Santa Maria Liberatrice di Posatora ad Ancona, e sono studente saveriano. Da quattro anni mi trovo a Yaoundé, capitale del Camerun, dove c’è la comunità internazionale degli studenti saveriani di teologia. L’attività principale di uno studente è lo... studio; perciò ogni mattina andiamo a scuola con il nostro pulmino e nel pomeriggio i “compiti” occupano gran parte del tempo. Ma oltre all’attività accademica, un’altra cosa importante è la vita comunitaria. Una comunità multiculturale Completati gli studi di filosofia, nel 2012 ho cominciato la teologia nella scuola SaintCyprien, dove si riuniscono gli studenti di varie congregazioni: siamo oltre 250 giovani religiosi provenienti da numerosi Paesi dell’Africa, alcuni dalle Filippine, e io sono l’unico europeo. Ciò che più colpisce in una comunità saveriana di teologia è la multi culturalità. Ricordo il giorno in cui sono arrivato. Era notte, esco dall’aeroporto e ad aspettarmi c’è p. Paolo Tovo, rettore della comunità, con una mia foto in mano per riconoscermi e altri confratelli dai volti uno diverso dall’altro: chi veniva dall’Indonesia, chi dal Brasile, chi dal Congo RD, chi dal Messico... Era come se il mondo intero mi stesse aspettando. DIEGO PIRANI, sx La città come un formicaio Siamo di nove nazioni diverse, ognuno con le proprie caratteristiche ed abitudini, ma tutti con lo stesso desiderio: portare la buona notizia del vangelo nel mondo. Yaoundé è un’immensa città dove si riuniscono più di due milioni di persone. È il centro amministrativo della nazione. L’attività principale è il piccolo commercio fatto in strada o nei piccoli negozi. La prima cosa che colpisce è la grande disparità che esiste tra i pochi ricchi e la stragrande maggioranza di persone che si batte ogni giorno per portare a casa qualche soldo per mangiare, per mandare i bambini a scuola e per curarsi quando la malattia arriva. E i soldi racimo- Quattro anni di belle scoperte Il 5 novembre la professione perpetua S ono passati già quattro anni dal giorno in cui ho detto per la prima volta il mio “sì” al Signore con i voti di povertà, castità, obbedienza per la missione nella famiglia saveriana. Il 5 novembre di ogni anno, giorno della festa del nostro santo fondatore Guido Conforti, ho rinnovato quel “sì” davanti al superiore, a Dio e alla chiesa. In realtà, tutti i giorni il Signore mi ha chiamato in mille modi a confermare il mio “sì”. “Sì” definitivo alla missione In quattro anni, la preghiera, la Parola di Dio, l’Eucaristia, lo studio, la vita comunitaria, l’incontro con tante persone mi hanno accompagnato, fatto crescere e maturare. Quattro anni di scoperte. Ma la più grande scoperta che si rinnova continuamente è 4 la presenza di Dio nella mia vita, e la convinzione che lui mi ama. Con questa certezza nel cuore mi preparo al momento più intenso del mio cammino di formazione: la professione perpetua! Il prossimo 5 novembre qui a Yaoundé sarà un giorno speciale, perché assieme ai miei confratelli Innocent del Congo e Dieudonné del Burundi quel “sì” pronunciato ogni anno diventerà un “sì” definitivo per tutta la vita, con il dono di tutta la mia vita al Signore. Ringrazio il Signore! In questi ultimi mesi di preparazione ho ripercorso la mia storia e ho visto quanti doni il Signore mi ha fatto. Non mi resta che ringraziarlo per il dono della mia famiglia, che mi è stata sempre vicina e mi ha dimo- Diego Pirani con il confratello camerunese Raoul durante un’uscita sulla collina dietro casa: insieme per abbracciare il mondo! 15 agosto: Diego Pirani porta la Comunione a questa famiglia “matriarcale”; l’anziana madre ha preso il diploma per i 64 anni di partecipazione al gruppo Mariano D. PIRANI, sx strato il suo amore. Un ricordo speciale va alla mia comunità parrocchiale di Santa Maria Liberatrice che mi ha accolto e cresciuto nella vita cristiana e nell’impegno pastorale, e un grazie particolare a don Antonio Recanatini. Grazie ai tanti saveriani incontrati fin dalla mia giovane età, quando facevo il chierichetto a Posatora: voglio ricordare p. Narciso, p. Aldo, p. Nando, p. Piergiorgio, p. Nicola, p. Emilio, p. Giuseppe, il benemerito Nino Cozzi… Ognuno mi ha testimoniato la bellezza del vangelo e la gioia nel donarlo agli altri. La ricerca di Dio continua Il cammino di fede non è un cammino solitario. Ha bisogno di compagni di viaggio e il Signore me ne ha dati tanti a partire dai formatori, i confratelli e le persone incontrate a Desio, ad Ancona e qui in Camerun. La ricerca di Dio continua, ma di fronte a tanta grazia ricevuta non posso che dire “sì” a Gesù, nella semplicità e nel servizio. Mi tuffo in questa meravigliosa avventura, incontro alle persone che il Signore mi farà incontrare sul mio cammino per far sapere loro che c’è un Dio misericordioso, pieno di amore che attende il nostro “sì”. Grazie per il vostro continuo sostegno. Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera. ■ lati non sono mai sufficienti. Di giorno i quartieri sono un grande formicaio con gente che va e viene, trasporta cose, s’incontra, vende, acquista, vive! Al tramonto il via-vai aumenta per la gente che rientra a casa e cerca di comprare qualcosa per la cena, fino a quando la notte diventa troppo pericolosa a causa dei banditi che cercano le loro “prede”, e tutto si calma. Ognuno ha un incarico La nostra comunità si trova in un quartiere della periferia. Come saveriani abbiamo la gestione della parrocchia da noi fondata più di trent’anni fa, quando ancora la foresta lasciava spazio alle poche case presenti; oggi è diventato un quartiere molto popolato, dove le case si sovrappongono le une sulle altre. In questo contesto svolgiamo il nostro apostolato. Ogni studente ha un incarico: catechismo, apostolato nella prigione, animazione missionaria e vocazionale, bambini di strada… Io facevo parte del “gruppo culturale” formato da giovani che animano la parrocchia con rappresentazioni teatrali e altre attività; in più mi sono dedicato al coordinamento delle comunità ecclesiali di base: ogni mercoledì i cristiani s’incontrano per condividere la Parola di Dio e per trattare i problemi della vita di ogni giorno alla luce della fede. Al centro della giornata… Dall’anno scorso sono catechista con i giovani e gli adulti; è un’esperienza molto bella e impegnativa con un gruppo di trenta giovani, papà e mamme che si preparano a ricevere il battesimo. La domenica è dedicata alla distribuzione della Comunione ai malati. È un momento molto importante per condividere la fede con le persone che soffrono e attendono di ricevere il Corpo di Cristo, unico consolatore nella sofferenza. Per fare tutto questo abbiamo bisogno di alimentarci ogni giorno all’unica sorgente di fede, speranza e carità, che è Gesù. Perciò la preghiera comunitaria, la Parola di Dio, l’Eucarestia rimangono il centro delle nostre giornate. ■ SPAZIO GIOVANI “MISSION POSSIBLE” VI ASPETTA ! p. ALBERTO PANICHELLA, sx Dopo l’estate missionaria, che ha visto il successo dei campi missionari di Ancona, Udine, Ceuta e Thailandia, il 18 ottobre ci siamo ritrovati in via del Castellano per lo scambio di opinioni sulle esperienze estive e altre iniziative, specialmente quelle riguardanti gli immigrati, gli ultimi, gli emarginati. Abbiamo fissato anche il programma per l’anno 2015 - 2016, tra riflessione e preghiera missionaria, presenza tra i non evangelizzati in Italia e nel mondo, ritiri spirituali, fraternità e incontri, adorazione, carisma saveriano… Ci accompagna come “guida” l’esortazione apostolica di papa Francesco, “La gioia del vangelo”. Il gruppo “Mission possible” aspetta anche voi… Nel prossimo numero vi aggiorneremo sul calendario degli incontri. Rimaniamo in contatto! (Mail: [email protected]; Cell. 333 8856374) P. Alberto nella sinagoga di Ceuta con i giovani che hanno partecipato al campo estivo 2015 2015 NOVEMBRE PARMA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 IBAN - IT 08 S 06230 12706 000081184943 (Cariparmapiacenza, PR) Cronaca di un’ordinazione “Sono diventato sacerdote a Mwenga” di questo articolo A ll’inizio la mia testa è confusa… Sono tanti gli eventi, le gioie, le emozioni. E tra le tante cose c’è sempre l’immancabile “grazie”. Grazie a Dio per aver fissato il suo sguardo misericordioso su di me, chiamandomi a essere sacerdote missionario. Non ha contato i miei peccati, ma ha avuto compassione di me e mi ha scelto per annunciare il vangelo. Grazie alla famiglia saveriana che mi ha accolto e fatto crescere nella fede. Grazie a tutti i formatori che mi hanno avuto come studente. Grazie ai miei genitori per l’esempio di vita cristiana e per l’ottima educazione che mi hanno dato. Una lunga preparazione Ho lasciato l’Italia per il Con- go il 9 luglio scorso. Ho poi partecipato agli esercizi spirituali predicati dal vescovo che mi ha ordinato sacerdote. Dopo questa settimana di grazia, sono andato a Mwenga per salutare i miei genitori. Sono andato anche a Kitutu, per salutare i confratelli e per rivivere l’esperienza fatta nel 2003 prima di entrare tra i saveriani. Dopo i saluti a genitori e amici, ho deciso di ritirarmi nella casa saveriana a Bukavu per dedicarmi di più alla preghiera. Venerdì 21 agosto sono partito per Mwenga con p. Faustino Turco, superiore dei saveriani in Congo. In viaggio abbiamo pregato, cantato, ballato anche stando seduti! Sento che ormai il momento dell’ordinazione sta arrivando: sono silenzioso, prego di più, chiedo alla Madonna di p. ADILI MWASSA EMMANUEL, sx aiutarmi, di intercedere per me. Tutta la parrocchia mobilitata A Mwenga siamo accolti dai seminaristi diocesani che svolgono il loro stage. La parrocchia è piena di ospiti. Alle 21 chiedo a p. Faustino di accompagnarmi a salutare i miei. Tutta la casa è in festa: lo è da tre giorni e io mi sento in imbarazzo. Ci vengono incontro. Parliamo un po’ e poi torniamo in parrocchia. Sabato mattina è giorno di ritiro spirituale, guidato da p. Faustino. È un momento bello, di amicizia, ma soprattutto di commozione. Pensavo: quanto è grande il sacerdozio, e io sono piccolo! Torniamo in parrocchia, ma io continuo il ritiro. Alle ore 15 arriva il vescovo. La Messa viene celebrata Cinquant’anni di vita saveriana “Senza il Signore, dove saremmo noi oggi?” C elebrare le date della vita passata è un’abitudine del nostro tempo. Il 3 ottobre scorso è toccato a coloro che hanno fatto i voti religiosi come saveriani nel 1965. Quell’anno ricorreva il centenario della nascita del nostro fondatore san Guido, e il superiore generale p. Giovanni Castelli aveva voluto fare le cose in grande. I nuovi professi dei due noviziati di Nizza Monferrato (AT) e San Pietro in Vincoli (RA) erano stati tutti convocati a Parma per fare insieme la professione religiosa. Eravamo sessanta: una cifra “astronomica” anche per allora! Una festa memorabile! Quella mattina la chiesa della casa madre dei saveriani era piena come un uovo. C’erano i sessantatre nuovi saveriani, gli studenti teologi di Parma; c’era anche un bel numero di parenti e i saveriani delle varie comunità in Italia. La solenne celebrazione fu “concelebrata” (allora era una vera novità conciliare!) dai superiori e dai nuovi saveriani già sacerdoti; essa fu segnata dalla commozione. In un refettorio zeppo di convitati scoppiò l’allegria tipica delle feste saveriane. Era giusto che fosse così: la famiglia cresceva. Finita la festa, tutti alla loro destinazione! La Messa di ringraziamento A distanza di cinquant’anni alcuni di noi ci siamo ritrovati. Dei sessantatre saveriani che eravamo, ancora vivi siamo solo diciotto. Il numero è stato sfoltito da vicende personali e da sorella morte, che è venuta a prendersene già alcuni. C’è ancora il maestro di Nizza Monferrato, p. Francesco Cavallo, arrivato inos- I saveriani Bertocchi, Ferrari, Lanaro e Tam hanno celebrato, insieme ad altri confratelli, il 50° di professione religiosa nel santuario San Guido Conforti a Parma 4 p. GABRIELE FERRARI, sx sidabile alla veneranda età di 95 anni, in piena forma, che ora vive nella nostra comunità di Salerno. Ci siamo trovati per iniziativa di p. Alberto Lanaro presso la casa madre di Parma; abbiamo condiviso le nostre storie, tutte interessanti. La sera del 3 ottobre abbiamo celebrato la Messa di ringraziamento, e dopo cena abbiamo celebrato ancora in fraternità la gioia di essere saveriani. Abbiamo attraversato un’epoca storica Guardando la foto di allora, i ricordi si sono fatti strada nella memoria ormai arrugginita… Ci troviamo ora invecchiati in fretta, dopo cinquant’anni di attività molto intensi e interessanti. Già questa è una grazia! Quante cose sono cambiate e passate in questi cinquant’anni, che costituiscono un’epoca storica: il concilio, il sessantotto, la caduta del muro di Berlino, cinque papi, la missione... Di queste vicende siamo stati protagonisti diretti o indiretti. Da esse siamo stati in qualche modo attraversati e cambiati. Certamente non siamo più quelli del 3 ottobre 1965. Quante volte abbiamo potuto vedere che le nostre forze non erano sufficienti, ma ogni volta ci siamo anche meravigliati del bene che Dio ha fatto attraverso di noi! Se non avessimo seguito la chiamata del Signore, dove saremmo oggi? ■ P. Adili Emmanuel, primo a sinistra, celebra la sua “prima Messa” nella parrocchia di Mwenga, in Congo; lavorerà come animatore nella comunità brianzola di Desio all’aperto. L’impianto si fa sentire, i cori hanno passato tutta la giornata a fare le prove. Si respira ovunque un’atmosfera particolare. Preghiera, confessione e… doccia La notte tra sabato e domenica 23 agosto è molto lunga. È una notte di stupore, di preghiera e ringraziamento. Alle 5 del mattino vado a pregare nella chiesa della parrocchia. Incontro un sacerdote e iniziamo a parlare. Mi dà qualche consiglio riguardante il sacerdozio e io lo ringrazio. Rimango in chiesa fin verso le 7, poi mi confesso, faccio la doccia e sono pronto per la processione. La Messa inizia alle ore 9. La piazza è stracolma, ma non saprei dire quante persone, forse più di duemila. Durante la celebrazione si canta e si balla con tutto il corpo. Nella sua omelia il vescovo spiega il senso del sacerdozio: il sacerdote è uomo di preghiera, umile, coraggioso, che mette al centro l’Eucaristia. Dio si fida di noi! Dopo l’omelia, arriva il momento culminante del rito. La grazia di Dio scende su di me, con l’imposizione delle mani del vescovo mons. Sebastien Muyengo. Dio mi rende sacerdote - missionario. Il giorno dopo celebro la prima Messa nella chiesa parrocchiale. Grazie a tutti i saveriani venuti a Mwenga, a tutti gli amici, alla parrocchia che ha partecipato e mi ha dimostrato il suo affetto. Dio si fida di noi, e si è fidato anche di me. Chiedo un cuore umile, comprensivo, aperto alla preghiera, che allontani da me la superbia e l’arroganza. ■ UN SORPRENDENTE POMERIGGIO PAOLA CURTI Sono andata a passare un po’ del mio tempo in compagnia dei saveriani ospiti del quarto piano, in casa madre a Parma. Anche lì succedono cose impreviste. Arrivata in portineria incontro Giò, triste e sconsolato. Mi siedo con lui su una panchina per capire i motivi, ma inutilmente. Lo convinco a salire con me al quarto piano. Nella sala TV, iniziamo a parlare dei campioni di calcio del passato (Rivera, Mazzola…) e della mitica squadra del tempo di Giò, delle partite giocate e dei ruoli (pare che lui fosse un “cannoniere”). Con noi ci sono i confratelli saveriani Luigi, Rolando, Michelangelo, Angelo, Pierino, Francesco. In un angolo della stanza Gino e Quartiglio giocano a dama, anche se ogni tanto si uniscono a noi per aggiungere qualche dettaglio. Giò ricorda la sua permanenza negli Stati Uniti, in Canada e forse anche in Africa (al quarto piano, gli “ex africani” in questo momento sono la maggioranza). Si unisce alla compagnia anche Lele Cimarelli, prossimo rettore della casa madre. S’intrecciano storie di vita passata, episodi curiosi, viaggi avventurosi, spostamenti, amicizie mai dimenticate, ricordi… Lele, piacevolmente sorpreso dalla riuscita dell’incontro, accoglie la proposta di una cartina del mondo da appendere alla parete, dove poter segnare i luoghi di cui abbiamo parlato. Sono quasi le 18: Vincenzo e Giampietro ci ricordano che è l’ora del rosario comunitario. Alla spicciolata raggiungiamo chi è già in cappella. Con la cena si conclude il pomeriggio. Quel giorno sono tornata a casa con il cuore pieno di gioia. 2015 NOVEMBRE PIACENZA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 IBAN - IT 45 Q 03500 11202 000000001607 (UBI Banco di Brescia, Brescia 2) Sacerdote saveriano da 50 anni Doppia vocazione di missionario e insegnante p. GESUINO PIREDDA, sx amo cerimonie e anniN onversari. Quando mi è stato proposto di celebrare a Borore (NU), mio paese natale, il 50° di ordinazione, ho fatto qualche resistenza. Poi, sapere che con me ci sarebbe stato don Nino Pilu, mio coetaneo e compagno d’infanzia, mi ha convinto. La celebrazione del 50° di due sacerdoti nello stesso anno sarebbe stato un evento straordinario per la comunità di Borore. A Borore una gran festa! Domenica 19 luglio 2015 era presente il vescovo mons. Morfino che ha presieduto la santa Messa. Non mi aspettavo tanta partecipazione: i sacerdoti della forania erano presenti al completo e poi la gente, che con i canti rendeva l’atmosfera ancora più esaltante. Non sono mancati i doni: una casula donata dalla comunità, un calice dal vescovo, una targa da parte dell’amministrazione comunale, una bella icona della Madonna donata dai sacerdoti. Non è mancata neppure la pergamena con la benedizione di papa Francesco. Tutto si è concluso nei saloni dell’oratorio con un rinfresco. La partenza dalla Sardegna È difficile dire il momento in cui è maturato il mio “sì” a Dio. Credo che non ci sia un momento preciso, ma è frutto di una disponibilità di mente e di cuore a quello che Dio poteva suggerirmi. Ho alcuni momenti fissi nella memoria. Uno è il 18 agosto 1952, giorno della mia prima partenza, a soli 13 anni. Ricordo la stazione animata allora da tanti giovani in partenza per il “continente” e per l’Europa in cerca di lavoro. Ricordo gli abbracci, le lacrime, un agitare di mani protese dal finestrino, quasi ad afferrare gli ultimi frammenti di quel mondo che stava scomparendo ai miei occhi. Poi la nave, una magia di luce, che ora diventava malinconica realtà, mentre si allontanava dal molo. Il viaggio per Nizza Monferrato durò 36 ore. Poi le altre tappe della mia formazione saveriana: Venezia, Ravenna, Desio, Roma, Milano, Parma dove, nel duomo, ho ricevuto il sacramento dell’Ordine il 17 ottobre 1965, dalle mani del card. Gonfalonieri. Cremona, città gentile Il resto è la storia di questi 50 anni. Affido a Dio il giudizio su come li ho vissuti, ma un punto fermo c’è. Sull’immaginetta ri- Il grande “regista” della troupe Padre Romano ha lasciato Brescia per Parma S ul finire dell’estate, una notizia ci ha rattristato tutti: padre Romano Didoné, decano della comunità saveriana di Brescia e storico “economo”, ha dovuto trasferirsi alla casa madre di Parma per essere seguito meglio, come merita un ottantaduenne che dopo tanto instancabile lavoro, vede i primi acciacchi dell’età affievolire un fisico asciutto e leggero. Ma se la salute inizia a fare i capricci, lo spirito di p. Romano rimane indomito. Fino all’ultimo giorno di permanenza a Brescia ha consegnato la posta nei vari uffici e ha “diretto” le operazioni in cucina. 4 Tutti, tranne lui! Padre Romano è un po’ un simbolo dei saveriani a Brescia. Qui dal 1992, conosceva tutti i sacerdoti di Brescia, che si riferivano a lui per avere un aiuto nel ministero delle confessioni e delle Messe, per offrire ai saveriani giornate missionarie e intenzioni di sante Messe da celebrare. Già da qualche mese i sacerdoti hanno trovato un sostituto per questo importante servizio in diocesi: è p. Salvatore Marongiu, sardo di origine, missionario in Congo ed esperto in computer e network (Cell. 331 2966416). Ma anche nella comunità saveriana il suo ruolo era così intenso, che si ha una sensazione strana non vederlo aggirarsi in refettorio, quando a pranzo e a cena controllava che tutto fosse in ordine… Era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo a prendere posto per consumare i pasti quotidiani. Per non parlare, delle grandi occasioni di festa: spingeva il carrello portastoviglie avanti indietro nella sala Romanino più e più volte, preoccupandosi che tutti fossero serviti… Tutti tranne lui! Era sempre lui a dettare i tempi di uscita delle portate e a guidare il team delle cameriere per una sera, come un regista cinematografico DIEGO PIOVANI che prima di un ciak si accerta che tutto sia a posto. Così, dalla fine di agosto anche il personale della casa e della cucina sì è trovato privo di un fondamentale punto di riferimento. Ha preso il suo posto p. Marco Vigolo, che lavora a Brescia già da vari anni. Un legame che rimane Sarà strano anche trovare vuoto il suo ufficio al primo piano, con le carte sempre ordinate sulla scrivania e i biglietti pronti per ringraziare personalmente benefattori e benefattrici delle nostre missioni. Mancherà la sua figura minuta e misurata, fatta di silenzi e poche parole, mai banali, che spesso coglievano nel segno per schiettezza. Mancheranno le sue passeggiate nei corridoi o fino alla portineria, quasi a misurare il tempo nei passi lenti attraverso il cortile. Per fortuna, Parma non è lontana, e p. Romano sarà felice di ricevere visite e telefonate dall’accento bresciano (Cell. 333 8599321). Ci auguriamo che riesca a portare nella nuova comunità un pizzico di tutti noi, che l’abbiamo conosciuto in questi anni, sicuri che i legami forti non si spezzano con un trasferimento. ■ P. Romano Didonè, ora a Parma, con Sonia Taglietti dell’Ufficio abbonamenti di Brescia Padre Gesuino Piredda, saveriano della comunità di Brescia, ha festeggiato in luglio nel paese natale di Borore il 50° di ordinazione sacerdotale… Auguri! cordo di 50 anni fa avevo scritto in latino “Scio cui credidi” (So in chi ho creduto). L’ho riproposta anche oggi. Chi mi ha sostenuto in tutti questi 50 anni è stato proprio Gesù, sempre, anche nei momenti più difficili. “Mandati a portare il lieto annuncio” è il nucleo fondamentale del mandato missionario, sulla base di un atteggiamento di amore verso le persone. Il mio percorso esistenziale è stato caratterizzato soprattutto dall’impegno come insegnante nelle scuole saveriane, soprattutto a Cremona, città che ho amato anche per la sua gente gentile, accogliente, generosa e per l’attenzione che sempre ha dimostrato per i saveriani. Dall’Indonesia a Brescia Poi la prima esperienza missionaria in Indonesia sulle orme di san Francesco Saverio, che quelle terre aveva evangelizzato cinque secoli fa. E proprio là, alle isole Molucche, mi è stato ulteriormente chiaro il senso del mio mandato missionario. Alla fine della Messa, in uno sperduto villaggio della foresta equatoriale, un indigeno mi dice: “Grazie, padre, del dono di Gesù”. Aveva capito perfettamente il significato dell’annuncio missionario. Dopo il lungo periodo di insegnamento a Cremona, da alcuni anni mi trovo a Brescia, per dare una mano ai parroci nel servizio pastorale e nella redazione di qualche articolo per le riviste. Come assistente spirituale della onlus “Pro meninos de rua”, seguo in Brasile alcuni centri di accoglienza per i bambini di strada. Ora continuo a vivere al servizio della gioia e della speranza di ogni uomo, cercando di condividerne il peso delle tristezze e delle angosce, scegliendo la via della compassione e della misericordia nella predilezione per i più deboli, piccoli e poveri. ■ TRA GLI INDIO MARACAXÌ p. ILARIO TRAPLETTI, sx Cari amici di “Missionari Saveriani”, sono felice di salutarvi. L’ultima comunità che ho “scoperto” in questi tempi è piccola, lontana e difficile da raggiungere. Si chiama “As Pedras”. Per arrivarci si deve percorrere una stradina stretta, tutta sali-scendi e pietre. Non c’è una chiesa, ma solo una tettoia tenuta su da quattro pali. Ma vi dico che ho incontrato gente cordiale e semplice; è stato bello andare là e stare con loro. La coordinatrice della comunità è anche maestra. Ma, per carità, non ditemi di farvi vedere la scuoletta! È uno stanzone di tavole, mangiate dalle termiti, tanto che vi crescono le erbacce e vi entrano anche i cavalli e... serpenti (due). Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo detti: se il governo non ci costruisce la scuola, la faremo noi. Infatti, stiamo lavorando. A parte la scuola e la mancanza di luce elettrica, il resto è bello: la natura, il silenzio, e soprattutto i bambini sempre allegri e chiassosi. Sono diventato loro amico distribuendo caramelle: più di così... Adesso ci stiamo organizzando per “costruire” la comunità. È difficile perché vivono isolati e lontani, ma vedo che quando arriviamo, tutti sopraggiungono numerosi. Sono indio della tribù dei maracaxì: vivono della loro povera agricoltura e con pochissimo bestiame. Così passiamo il tempo tra una visita e l’altra alle numerose comunità. Siamo tre saveriani anziani e facciamo ciò che possiamo. Conto sulle vostre preghiere: il Signore ci tenga sempre le mani sulla testa. Padre Ilario Trapletti con i bambini maracaxì della comunità As Pedras in Amazzonia 2015 NOVEMBRE PIEMONTE e LIGURIA 20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 IBAN - IT 71 F 06230 33100 000046222194 (Cariparma Credit Agricole, Desio) Una bella proposta per i saveriani Intervista al vescovo saveriano mons. Zon a cura di p. LINO MAGGIONI, sx P apa Francesco ha nominato vescovo della diocesi dell’Alto Solimões il saveriano p. Adolfo Zon Pereira. Questa nomina ci riempie di consolazioni. La prima viene dal fatto che un vescovo saveriano si ispira all’esempio di san Guido Conforti, vescovo e missionario. Una seconda consolazione è che il nuovo vescovo non è italiano, ma spagnolo, nato e cresciuto vicino a Santiago di Compostela. La gioia ci porta a dire: “Ora la missione dei saveriani di fare del mondo una sola famiglia segue una traccia internazionale”. Nella sua recente visita in Italia, mons. Zon è venuto a trovarci a Tavernerio (CO). Ci ha parlato del suo nuovo servizio nella chiesa missionaria, confidandoci ciò che gli è passato nella testa nei giorni in cui gli è stata comunicata la volontà del papa. 5 giorni per cambiare vita… Quando il 13 agosto 2014 il nunzio apostolico del Brasile mi ha comunicato che papa Francesco mi aveva nominato vescovo, sono rimasto attonito. Sono riuscito solo a dire: “Mi è concesso di riflettere, prima di dare una risposta?”. “Sì, hai cinque giorni!”. Ho pensato alla mia prima professione missionaria, quando ho detto al Signore un “sì”, che vale anche oggi. Il 18 agosto ho comunicato che avrei accettato e il nunzio mi ha detto: “Sarai vescovo dell’Alto Solimões”. Io che da vent’anni sono missionario lungo i fiumi del Parà, sempre in mezzo alla gente, non avevo mai sentito nominare quel luogo, al confine tra Brasile, Colombia e Perù! È molto distante… A tremila chilometri di di- stanza mi attendeva una diocesi grande come mezza Italia: otto parrocchie e sedici sacerdoti di nazionalità diversa. Ho preso le mie prime decisioni pastorali: comincerò con la visita alle 20 comunità distribuite sulle sponde del fiume Javari, lungo 1.200 chilometri, con distanze enormi. Non comprerò una barca; mi sposterò su barche del servizio pubblico. In ogni comunità sosterò cinque giorni. E così hai fatto? Sì! Ho incontrato gente semplice, che si vuol bene. Tutti mi dicevano di restare sempre con loro. Di fatto, sono privi di un’organizzazione: non hanno un coordinatore né ministri della Parola e dell’Eucarestia… Perciò ho deciso di passare da una formazione centralizzata alla formazione seguita da team itineranti. L’essenza della vera felicità Una particolare storia d’amore famigliare una volta una ragazC’ era za, Elena, che sognava di crescere presto. “Da grande farò il medico - pensava - andrò in Africa e mi occuperò dei figli degli altri”. Quella ragazza ha realizzato il suo sogno: si è laureata in medicina ed è partita per l’Africa, dove i poveri continuavano a rimanere poveri Elena arriva a Nairobi, in Kenya, poi a Meru e infine nel piccolo villaggio di Mikinduri. Là, insieme a Sergio, un altro medico italiano, i successi si alternavano a malattie che, seppur banali, mietevano tante vittime. Alla missione avevano adibito un edificio per accogliere i bambini malnutriti, abbandonati 4 dalle famiglie. I due volontari medici vi lavorano fino al giorno in cui Sergio rientra in Italia. Elena, invece, contro ogni previsione iniziale, decide di fermarsi a Mikinduri. Una strana bici-ambulanza Una sera, dopo cena, il guardiano invita la dottoressa a recarsi all’ambulatorio per un caso urgente. Fuori era parcheggiata una strana ambulanza: una bicicletta con un seggiolino posteriore capovolto, in grado di sorreggere una specie di “fagotto”. Alla luce della lampada, Elena nota sbigottita che quel fagotto era un bambino scheletrico. Gli occhietti erano infossati e tutto il corpicino appariva ricoperto di ferite e cicatrici. Anche il lobo di un orecchio era tagliato e il braccio destro era paralizzato. Elena lava il bimbo di nome Paul e gli fa mangiare qualche cucchiaio d’acqua e zucchero che il piccolo beve avidamente. Poi dorme tutta la notte e si sveglia Elena e Paul, in una fotografia del 2003, mamma e figlio all’arrivo della che si sono scelti in Africa all’inizio degli anni duemila dottoressa. p. L. MAGGIONI, sx “Mamma Elena” Pian piano il bambino recupera peso, ma quando la dottoressa non è presente, egli rifiuta il cibo. Con il tempo, anche le ferite guariscono, ma Paul ha qualche grave problema psichico. Malgrado ciò, i suoi occhi sono vivaci e il suo volto sorridente. Di lui si potrebbe dire che “è l’essenza della felicità!”. Il piccolo inizia a chiamare Elena mamma e lei d’improvviso si sente veramente realizzata! Un giorno, Paul riconosce suo padre fra i malati gravi dell’ambulatorio e gli va incontro. L’uomo racconta che la moglie era morta e confessa di aver abbandonato il figlio nella foresta. Qualche giorno dopo, l’uomo muore. L’amore fra Elena e Paul cresce e i due sono inseparabili. Arrivano in Italia per fare la diagnosi della disabilità e poi tornano in Africa. “Sono stata scelta…” Ora i due sono una famiglia… Paul ha una nuova mamma ed Elena un figlio. Da qualche anno vivono in Italia, perché qui il piccolo può recuperare alcune abilità. Quando qualcuno le chiede perché ha adottato un disabile rinunciando al suo sogno, Elena risponde: “Io non ho adottato un disabile, ma il bambino mi ha ■ scelta come madre!”. Mons. Adolfo Zon (terzo da destra), vescovo saveriano dell’Alto Solimões, ha incontrato i saveriani della comunità di Tavernerio Ci sono anche popoli indio? In diocesi vivono anche sei etnie di indio. Sono circa 76mila e non hanno mai avuto un contatto con il vangelo. Potrei dire che ci sono “poche possibilità”, ma questa non è tutta la verità. La situazione della mia diocesi mi fa apprezzare l’impostazione pastorale che i saveriani hanno dato ad Abaetetuba, nel Parà, in piena sintonia con la chiesa brasiliana. Un invito ai saveriani? Se il papa mi ha mandato ve- scovo nell’Alto Solimões, è stato anche per invitare i saveriani ad assumere una nuova area di primo annuncio. Nella mia diocesi c’è una regione estesa quanto le Marche e la Toscana, popolata da indio allo stato d’innocenza. I saveriani in Brasile potrebbero riposizionarsi grazie al “primo annuncio”. Ciò permetterebbe loro di approfondire la conoscenza degli indio e, insieme, tornare al Dio che vive con gli uomini, accompagnandoli in quel paradiso terrestre. ■ TRA GLI INDIO MARACAXÌ p. ILARIO TRAPLETTI, sx Cari amici di “Missionari Saveriani”, sono felice di salutarvi. L’ultima comunità che ho “scoperto” in questi tempi è piccola, lontana e difficile da raggiungere. Si chiama “As Pedras”. Per arrivarci si deve percorrere una stradina stretta, tutta sali-scendi e pietre. Non c’è una chiesa, ma solo una tettoia tenuta su da quattro pali. Ma vi dico che ho incontrato gente cordiale e semplice; è stato bello andare là e stare con loro. La coordinatrice della comunità è anche maestra. Ma, per carità, non ditemi di farvi vedere la scuoletta! È uno stanzone di tavole, mangiate dalle termiti, tanto che vi crescono le erbacce e vi entrano anche i cavalli e... serpenti (due). Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo detti: se il governo non ci costruisce la scuola, la faremo noi. Infatti, stiamo lavorando. A parte la scuola e la mancanza di luce elettrica, il resto è bello: la natura, il silenzio, e soprattutto i bambini sempre allegri e chiassosi. Sono diventato loro amico distribuendo caramelle: più di così... Adesso ci stiamo organizzando per “costruire” la comunità. È difficile perché vivono isolati e lontani, ma vedo che quando arriviamo, tutti sopraggiungono numerosi. Sono indio della tribù dei maracaxì: vivono della loro povera agricoltura e con pochissimo bestiame. Così passiamo il tempo tra una visita e l’altra alle numerose comunità. Siamo tre saveriani anziani e facciamo ciò che possiamo. Conto sulle vostre preghiere: il Signore ci tenga sempre le mani sulla testa. Padre Ilario Trapletti con i bambini maracaxì della comunità As Pedras in Amazzonia 2015 NOVEMBRE PUGLIA 74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15 Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558 E-mail: [email protected] - C/c. postale 10423747 IBAN - IT 71 Z 01030 15807 000000040579 (Monte Paschi Siena, Taranto) Il campo scout dai saveriani Siamo tutti uniti nell’unica missione F ra le caratteristiche missionarie della comunità saveriana di Taranto, abbiamo anche quella di accogliere i gruppi ecclesiali in cerca di una struttura adatta per la formazione dei loro membri. In questo modo, noi saveriani abbiamo l’occasione per aprire di più i nostri ospiti allo spirito missionario. Una bella invasione! Negli ultimi mesi, rilevante è stato il campo di formazione Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani). Essa è nata nel 1974 dalla fusione delle associazioni scout cattoliche ASCI (maschile) e AGI (femminile). L’associazione conta oggi circa 180mila aderenti. Il campo scout organizzato presso i saveriani di Taranto è stato uno degli otto che l’Agesci regionale organizza ogni anno per i bambini che stanno vivendo il penultimo anno di vita in branco / cerchio. Vi hanno partecipato 35 bambini (29 lupetti e 6 coccinelle) provenienti da tutta la regione, oltre a uno che veniva da Matera. In Puglia, gli scout sono forti e ben radicati: si pensi che degli scout provenienti da tutte le regioni d’Italia (circa 100mila) che hanno incontrato papa Francesco il 13 giugno scorso, in piazza San Pietro, quelli pugliesi erano quasi 10mila. Per potenziare la fantasia! Il campo di lupetti e coccinelle si proponeva di fornire ai bambini gli strumenti e le conoscenze utili a portare e ad accendere nei propri branchi il clima di gioia e di famiglia felice. Per raggiun- p. SANFELICE e SEMERARO gere tale obiettivo (sullo sfondo della storia e delle origini di Taranto) sono state proposte varie attività originali e sorprendenti, adatte a creare nei bambini stupore, sorpresa e meraviglia, al fine di sviluppare al massimo la loro fantasia. Gli obiettivi specifici sono stati i seguenti: educare alla creatività e allo sviluppo della fantasia, alla gioia e al clima di famiglia felice, al coraggio di esprimersi mettendo in gioco i propri talenti, all’animazione con le tecniche teatrali, alla conoscenza di sé e degli altri… Laboratori, gita e caccia… spirituale Il campo è iniziato con l’accoglienza e la conoscenza reciproca. Abbiamo subito chiesto ai bambini di prendere un impegno Una proposta senza paura Animatore missionario tra i giovani pugliesi anni sono rientraD atonove dal Bangladesh, dopo avervi lavorato per 27 anni: un Paese asiatico povero economicamente, ma ricco dal punto di vista culturale. Da tre anni sono a Lama - Taranto e, pur non essendo in missione nel senso “tradizionale” del termine, non mi sento e non voglio essere meno missionario di quando ero in Bangladesh. Cerco, con entusiasmo e amore di convincere i fedeli che incontro nelle parrocchie a far sì che il vangelo sia portato in tutto il mondo. Questo compito, infatti, fa parte della natura del cristiano, e quindi di tutti noi. Senza questo interesse non possiamo dirci cristiani, cioè seguaci di Gesù, come insegna in maniera chiara e inequivocabile papa Francesco nella sua esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”. La possibilità del raccolto È ovvio che non tutti possono partire, lasciare la propria terra e andare in “missione”. Questa decisione spetta a chi il Signore dà l’ispirazione e la vocazione di mettersi generosamente e coraggiosamente a totale disposizione per questo scopo. È per questo che considero mia priorità fare promozione vocazionale missionaria, invitando adolescenti e giovani a pensare che il Signore può chiamarli a diventare “operai missionari”. Con il consenso degli insegnanti di religione e dei direttori scolastici, ho iniziato a fare due incontri “missionari” annuali in molte classi di terza media e anche in qualche scuola superiore. Finora ho incontrato circa 600 alunni. Sono convinto che più si semina, più c’è la possibilità di un raccolto. “Raccolto”, che natural- Padre Claudio Mantovani, animatore missionario a Taranto, intrattiene con i suoi giochi di prestigio un gruppo di scout ospite dei saveriani 4 p. CLAUDIO MANTOVANI, sx mente, dipende dal Signore che ha modi e tempi che solo Lui conosce. Portare avanti l’opera missionaria Ma non mi fermo qui: invito sempre anche genitori e nonni a diventare promotori presso i figli e i nipoti, prospettando loro senza paura la vocazione missionaria. Una fede vera e sincera non può aver paura di farsi promotori vocazionali con la preghiera (Mt 9,37-39) e la formazione dei giovani, prima di tutto in famiglia. La chiesa del concilio Vaticano II, nel documento “Ad Gentes” (n° 7) dice: “La finalità dell’attività missionaria discende dalla volontà di Dio, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità... Benché Dio, attraverso vie a lui note, possa portare gli uomini, che senza loro colpa ignorano il vangelo, alla fede, senza la quale è impossibile piacergli, è tuttavia compito imprescindibile della chiesa portare avanti l’opera missionaria, che conserva in pieno, oggi come sempre, la sua validità e necessità”. Ripetiamo anche noi le parole del fondatore dei saveriani san Guido Conforti, esprimendo una preghiera e un augurio: “Sia da tutti conosciuto e amato Nostro Signore Gesù Cristo!”. ■ Gli scout in cerchio davanti alla casa saveriana di Taranto, sede di uno dei loro campi di formazione personale per il campo. Poi sono cominciati i laboratori sulla tecnica delle ombre cinesi, sulla costruzione di una maschera personalizzata e sulle tecniche di recitazione per lo spettacolino che abbiamo poi tenuto domenica mattina alla presenza dei genitori. Inoltre, sabato mattina tutto il gruppo è andato a visitare i resti della villa romana di Parco Saturo. Ci sono stati anche una “caccia spirituale” sulla figura di papa Giovanni Paolo II e due incontri di catechesi sui “talenti”, guidati da don Graziano. In una divertente serata, p. Claudio ha intrattenuto i ragazzi con alcuni suggestivi numeri del suo repertorio di giochi di prestigio… Le parole d’ordine Al termine della Messa di chiusura, p. Carmelo, rettore della comunità saveriana, è passato a salutare il gruppo, dando la parola d’ordine ai lupetti e alle coccinelle, secondo il loro saluto. Alle coccinelle ha raccomandato di “volare alto, verso le altezze interiori dove s’incontra Dio”. Ai lupetti ha augurato di diventare “cacciatori di altri ragazzi”. Nella formazione umano-cristiana dei bambini, l’Agesci ha presente ciò che papa Francesco esprime con il binomio “discepolo - missionario”. In particolare, il 13 giugno ha detto agli scout: “Siete preziosi per la chiesa!”. E il presidente dell’Agesci nazionale, Matteo Spanò, ha commentato: “Questa udienza per noi è il punto finale di un pellegrinaggio e di una riflessione sui temi cari al papa”. ■ TRA GLI INDIO MARACAXÌ p. ILARIO TRAPLETTI, sx Cari amici di “Missionari Saveriani”, sono felice di salutarvi. L’ultima comunità che ho “scoperto” in questi tempi è piccola, lontana e difficile da raggiungere. Si chiama “As Pedras”. Per arrivarci si deve percorrere una stradina stretta, tutta sali-scendi e pietre. Non c’è una chiesa, ma solo una tettoia tenuta su da quattro pali. Ma vi dico che ho incontrato gente cordiale e semplice; è stato bello andare là e stare con loro. La coordinatrice della comunità è anche maestra. Ma, per carità, non ditemi di farvi vedere la scuoletta! È uno stanzone di tavole, mangiate dalle termiti, tanto che vi crescono le erbacce e vi entrano anche i cavalli e... serpenti (due). Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo detti: se il governo non ci costruisce la scuola, la faremo noi. Infatti, stiamo lavorando. A parte la scuola e la mancanza di luce elettrica, il resto è bello: la natura, il silenzio, e soprattutto i bambini sempre allegri e chiassosi. Sono diventato loro amico distribuendo caramelle: più di così... Adesso ci stiamo organizzando per “costruire” la comunità. È difficile perché vivono isolati e lontani, ma vedo che quando arriviamo, tutti sopraggiungono numerosi. Sono indio della tribù dei maracaxì: vivono della loro povera agricoltura e con pochissimo bestiame. Così passiamo il tempo tra una visita e l’altra alle numerose comunità. Siamo tre saveriani anziani e facciamo ciò che possiamo. Conto sulle vostre preghiere: il Signore ci tenga sempre le mani sulla testa. Padre Ilario Trapletti con i bambini maracaxì della comunità As Pedras in Amazzonia 2015 NOVEMBRE REGGIO CALABRIA 89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze Santuario Madonna della Grazia Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 10444891 IBAN - IT 16 W 01030 81620 000001784033 (Monte Paschi Siena, Villa S. Giovanni RC) Storia di grande devozione La festa “Ra Razia” è sempre un successo C on l’ammaliante spettacolo dei fuochi pirotecnici anche quest’anno si sono svolti i festeggiamenti in onore della Madonna della Grazia ovvero “a festa ra Razia”, come viene definito dai gallicesi questo importante momento per il quartiere, che si ripete ogni anno il sabato successivo alla festività del 15 agosto. La tradizione, che affonda le sue radici in un lontano passato, è ancora avvertita con profonda devozione dagli abitanti, non solo di Gallico ma dell’intera vallata. Il percorso di formazione “Insieme consacrati in Maria”, è stato il tema che ha caratterizzato il consueto percorso di formazione e preparazione spirituale, durato sette sabati, durante i quali le varie chiese della vallata, a turno, hanno animato la liturgia vespertina. In occasione del sesto sabato si è svolta la tradizionale “discesa” della sacra effige della Madonna presso la chiesa di Maria di Porto Salvo in Gallico Marina, dopo la rituale consegna al parroco e la stesura del relativo atto. Quest’anno la processione si è svolta venerdì 14, per non farla coincidere con il ferragosto. Sabato 22, al suono dei mortaretti, sono stati dichiarati aperti i festeggiamenti e, in processione, la sacra icona è tornata al santuario di Gallico Superiore. Tanti eventi per ogni gusto Per quanto concerne l’aspetto religioso, oltre alle celebrazioni NANÀ BERTÈ Eucaristiche, si sono svolte altre due processioni, arricchite con canti e preghiere della nostra tradizione Mariana e accompagnati dalla banda del quartiere di Archi. A guidarle don Gaetano Galatti, parroco di San Biagio e di San Nicola di Bari, e p. Pierluigi Felotti, che vi ha partecipato per l’ultima volta in veste di rettore del santuario. La festa ha seguito la forma tradizionale e, accanto alle manifestazioni religiose, si sono svolte quelle civili. Sul palco allestito nella piazza antistante la chiesa si sono esibiti vari gruppi musicali, con la guest star Annalisa Minetti. Tutti hanno attirato e intrattenuto piacevolmente il numeroso pubblico accorso. Tra i vari eventi, ha avuto molto seguito il 90° giro ciclistico Ma- Accoglienza in tutte le sue forme Prima fiera del libro al parco della Mondialità L ibri, tanti libri, una montagna di libri per tutti. È accaduto il 4 e 5 luglio al parco della Mondialità di Gallico, in occasione della “Xénia Book Fair”, prima fiera del libro all’aperto a Reggio Calabria. Il principale tema discusso è stato “l’accoglienza”. L’encomiabile iniziativa ha messo a disposizione dei numerosi visitatori una vasta produzione libraria, grazie anche alla partecipazione delle case editrici calabresi che hanno aderito. Tra paura e ritardi L’accoglienza è stata il leitmotiv di tutti i dibattiti, gli incontri e gli spettacoli che hanno animato l’evento. Nei due incontri con 4 personalità istituzionali, accademiche e artistiche si è discusso molto di “Xénia” e di come essa sia stata concepita e vissuta dall’antica cultura greca fino ai giorni nostri. Durante la tavola rotonda sui progetti territoriali relativi a sviluppo e integrazione, moderata da Oreste Arconte, sono emersi due aspetti: la paura causata dai continui “esodi” di persone che si riversano sulle nostre coste e il ritardo da parte della politica, che lavora sempre sull’emergenza ma è in difficoltà quando deve elaborare piani di intervento risolutivi. Non mancano i buoni esempi L’accoglienza è un valore e una pratica che soltanto un’adeguata educazione può garantire. Infatti, ha affermato p. Giovanni La Manna, “essa non nasce spontaneamente; per questo occorre lavorare con i ragazzi”. Le alternative al rifiuto ci sono, solo che la politica e i media spesso sono restii a percorrere le strade giuste nel rispetto delle potenzialità La bancarella della mostra “Xénia Book Fair” che si è locali. tenuta al parco della Mondialità di Gallico a inizio luglio NANÀ BERTÈ Eppure gli esempi positivi non mancano, come hanno testimoniato Maria Antonietta Sacco, che ha esposto il progetto Albit per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati politici, e Bruna Labate Mangiola del Coordinamento emergenza migranti di Reggio Calabria. Per Cécile Kyenge, l’emigrazione è un fenomeno naturale, insito nell’uomo, che nessuno potrà mai fermare. Rifiutare chi emigra significa denunciare l’incapacità di capire e gestire il grave problema. Calabria, crocevia di culture “La Xénia dal mondo antico a oggi” è stato il tema affrontato dai rappresentanti del mondo accademico, Berlingò, Meliadò e Baglio. Hanno ripercorso la storia e la cultura classica declinando il valore dell’accoglienza attraverso i secoli. In ogni epoca tale valore ci ha interpellati e oggi, di fronte ad atteggiamenti ostili e non ospitali, lo fa ancora di più richiamandoci alle nostre responsabilità. Lavorare per l’integrazione è l’aspetto più arduo perché subentra il timore di veder contaminata o perduta la propria identità e i propri valori. D’altronde la nostra terra è stata sempre un crocevia di culture e civiltà diverse, che l’hanno contaminata e nel contempo arricchita e aperta a nuovi incontri culturali, sociali e umani… ■ L’immagine della Madonna della Grazia in santuario dopo la processione nella festa “ra Razia” donna della Grazia sull’abituale e impegnativo percorso. Non sono mancati gli elementi tipici delle sagre popolari: le classiche bancarelle di dolciumi calabresi con “nzuddha, ciciri e nucinni mericani”, i panini con la salsiccia, i giocattoli, il tiro a segno e le giostre che si pongono ogni anno come insostituibile polo di attrazione per i più giovani. Una valutazione per il futuro Finita la festa, per gli organizzatori inizia il tempo della verifica con un’accurata analisi di quanto è stato realizzato, per valutare i punti di forza e quelli di debolezza, affinché la tradizione non corra il rischio di trascinarsi stancamente. Forse occorre arricchire la “festa” con nuovi elementi culturali e ricreativi, che valorizzino meglio le peculiarità del nostro quartiere e attrarre soprattutto i giovani gallicesi perché, attraverso una conoscenza più approfondita dei costumi e delle tradizioni, essi possano rinsaldare il senso di appartenenza alla propria terra. Si potrebbe pensare a una formula più flessibile e aggiornata, che sia più rispondente alle trasformazioni socio-culturali che connotano il nuovo profilo del territorio di Gallico. ■ 60 ANNI DI MESSA DI P. CALARCO p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx Venerdì 9 ottobre, p. Domenico Calarco, saveriano di Bagnara Calabra, ha festeggiato 60 anni di sacerdozio missionario. I saveriani del collegio Conforti con p. Mula e p. Pegueiro della direzione generale, hanno condiviso con lui in questo giorno di gioia e gratitudine. Durante l’omelia p. Domenico ha ringraziato il Signore e la famiglia saveriana: “Il sacerdozio che Dio mi ha concesso in Cristo Gesù, è un dono che appartiene non a me, ma esclusivamente a Dio e all’umanità. A me è stato soltanto affidato l’incarico di predicare che il regno dei cieli è vicino e che Gesù è il Signore, l’Uomo-Dio della nostra salvezza, colui che costituisce il valore, la gioia e la speranza dell’umanità”. “Questi sessant’anni di sacerdozio missionario - ha proseguito p. Domenico - sono stati caratterizzati da liete e, a volte, da tristi memorie, ma sempre colme dell’amore e della misericordia di Dio. Sono pertanto molto felice che Dio mi abbia chiamato e iniziato al sacerdozio. Nel frattempo, mi rammarico di non aver sempre, nella mia lunga vita sacerdotale e missionaria, acclamato e testimoniato Cristo; e di questo chiedo fiduciosamente perdono a Dio e a voi tutti”. Anche noi saveriani abbiamo ringraziato p. Domenico per il suo amore alla missione, la sua testimonianza di vita e il “sì” generoso che egli silenziosamente offre ogni giorno, come servo buono e fedele. Dopo l’Eucaristia abbiamo proseguito la festa con la cena comunitaria. P. Domenico Calarco ha celebrato 60 anni di sacerdozio missionario insieme ai confratelli “romani”: Ad multos annos, professore! 2015 NOVEMBRE ROMA 00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287 Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925 E-mail: [email protected] - C/c. postale 45206000 IBAN - IT 30 P 02008 05008 000400097150 (UniCredit Banca Roma, Conciliazione B) Una bella festa a Santa Lucia P. Marcello è missionario saveriano da 50 anni 4 ottobre p. MarD omenica cello Storgato ha festeg- giato i suoi 50 anni di professione religiosa e missionaria nella sua comunità parrocchiale, dove vivono le famiglie dei fratelli e della sorella Maria. Dal collegio Conforti di via Aurelia abbiamo raggiunto Santa Lucia – Fonte- nuova, sulla via Palombarese, in cinque saveriani provenienti da Messico, Brasile, Italia, Indonesia e Giappone. La vocazione missionaria La chiesa era piena per una celebrazione molto partecipata e animata da un bel coro di giovani. Tutti abbiamo ringraziato Dio per il dono dei cinquant’anni di professione religiosa saveriana di p. Marcello. Durante l’omelia, p. Marcello ha parlato di come è nata la sua vocazione. Da giovane si preparava a diventare sacerdote nella diocesi Sabina. Studiava nel semiPadre Marcello Storgato durante la celebrazione per nario di Magliano e i 50 anni di professione religiosa nella chiesa in quello regionale di Santa Lucia, a Roma p. NICOLA MASI, sx di Anagni. Poi è arrivato un saveriano che ha scompigliato tutto e si è portato dietro cinque giovanotti, tra cui Marcello. Cinque nuovi missionari da inviare nel mondo! Come lui stesso ci ha ricordato durante l’omelia, tra famiglia e missione non c’è contrapposizione anzi: senza la prima non c’è neanche la seconda. Senza l’aiuto costante delle famiglie cosa potrebbero fare i missionari oggi? 21 anni in Bangladesh Padre Marcello chiese e ottenne di andare in Bangladesh, per sostituire un saveriano, p. Rota, morto sul campo in seguito a una grave forma di polmonite. Arrivato in missione, carico di Gesù e del suo vangelo, si è appassionato per quella gente, che considerava la sua nuova famiglia. Rimase in Bangladesh 21 anni. Soffrì quando lo richiamarono in Italia per dirigere il mensile “Missionari Saveriani”. Ma lo fa con passione, come servizio alla missione che i saveriani svolgono in tante nazioni del mondo. La chiesa di Santa Lucia ha vibrato al ricordo di questi avvenimenti. Durante la celebrazione i canti e le preghiere, i battimani e gli abbracci si sono intrecciati in continuazione. Poi ancora, dopo la Messa, ci siamo ritrovati in tanti per continuare la festa con il pranzo, cantando e mostrando tutta la nostra felicità. Dio infatti sceglie gente ordinaria come noi per realizzare il suo sogno e fare del mondo una sola famiglia. Tutti coinvolti! In due sessioni di animazione, guidate dal nipote Alberto e dall’amico Fabrizio, sono state mostrate foto e video che ripercorrevano i momenti più impor- tanti della vita di p. Marcello in questi 50 anni. Noi saveriani siamo rimasti meravigliati nel vedere tutto quello che famigliari e amici hanno organizzato per la festa, segno del loro grande affetto e sincera gratitudine per p. Marcello. Ci siamo sentiti come in una sola grande famiglia, dove tutti siamo stati coinvolti, con il desiderio di condividere con lui il dono della missione per tutta la vita. Alla fine della festa, p. Marcello ha dato a tutti i presenti un poster con l’immagine di papa Francesco e la scritta: “Ciao! Come va la gioia a casa tua?”. Con queste belle parole, che allo stesso tempo sono un interrogativo e un augurio, ci siamo lasciati, con l’impegno di far sì che la gioia del vangelo non rimanga chiusa nelle nostre case, ma sia condivisa con tutti. ■ Bella proposta per i saveriani Intervista al vescovo saveriano mons. Zon P apa Francesco ha nominato vescovo della diocesi dell’Alto Solimões il saveriano p. Adolfo Zon Pereira, che si ispira all’esempio di san Guido Conforti, vescovo e missionario. Questa nomina ci riempie di consolazioni. Nella sua recente visita in Italia, mons. Adolfo ci ha parlato del suo nuovo servizio nella chiesa missionaria. vale anche oggi. Il 18 agosto ho comunicato che avrei accettato e il nunzio mi ha detto: “Sarai vescovo dell’Alto Solimões”. Io che da vent’anni sono missionario lungo i fiumi del Parà, sempre in mezzo alla gente, non avevo mai sentito nominare quel luogo, al confine tra Brasile, Colombia e Perù! È molto distante… A tremila chilometri di distanza mi attendeva una diocesi grande come mezza Italia: otto parrocchie e sedici sacerdoti di nazionalità diversa. Ho preso le mie prime decisioni pastorali: comincerò con la visita alle 20 comunità distribuite sulle sponde del fiume Javari, lungo 1.200 chilometri, con distanze enormi. Non comprerò una barca; mi sposterò su barche del servizio pubblico. In ogni Mons. Adolfo Zon, vescovo saveriano comunità sodell’Alto Solimões, con altri sterò cinque vescovi “novelli”, a Roma giorni. 5 giorni per cambiare vita… Quando il 13 agosto 2014 il nunzio apostolico del Brasile mi ha comunicato che papa Francesco mi aveva nominato vescovo, sono rimasto attonito. Sono riuscito solo a dire: “Mi è concesso di riflettere, prima di dare una risposta?”. “Sì, hai cinque giorni!”. Ho pensato alla mia prima professione missionaria, quando ho detto al Signore un “sì”, che 4 E così hai fatto? Sì! Ho incontrato gente semplice, che si vuol bene. Tutti mi dicevano di restare sempre con a cura di p. LINO MAGGIONI, sx loro. Di fatto, sono privi di un’organizzazione: non hanno un coordinatore né ministri della Parola e dell’Eucarestia… Perciò ho deciso di passare da una formazione centralizzata a una formazione seguita da team itineranti. Ci sono anche popoli indio? In diocesi vivono anche sei etnie di indio. Sono circa 76mila e non hanno mai avuto un contatto con il vangelo. Potrei dire che ci sono “poche possibilità”, ma questa non è tutta la verità. La situazione della mia diocesi mi fa apprezzare l’impostazione pastorale che i saveriani hanno dato ad Abaetetuba, nel Parà, in piena sintonia con la chiesa brasiliana. Un invito ai saveriani? Se il papa mi ha mandato vescovo nell’Alto Solimões, è stato anche per invitare i saveriani ad assumere una nuova area di primo annuncio. Nella mia diocesi c’è una regione estesa quanto le Marche e la Toscana, popolata da indio allo stato d’innocenza. I saveriani in Brasile potrebbero riposizionarsi privilegiando il “primo annuncio”. Ciò permetterebbe loro di approfondire la conoscenza degli indio e, insieme, tornare al Dio che vive con gli uomini, accompagnandoli in quel paradiso terrestre. ■ Padre Marcello con le sorelle Caterina e Maria, alla festa per il 50° di professione religiosa e missionaria 60 ANNI DI MESSA DI P. CALARCO p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx Venerdì 9 ottobre, p. Domenico Calarco, saveriano di Bagnara Calabra, ha festeggiato 60 anni di sacerdozio missionario. I saveriani del collegio Conforti con p. Mula e p. Pegueiro della direzione generale, hanno condiviso con lui in questo giorno di gioia e gratitudine. Durante l’omelia p. Domenico ha ringraziato il Signore e la famiglia saveriana: “Il sacerdozio che Dio mi ha concesso in Cristo Gesù, è un dono che appartiene non a me, ma esclusivamente a Dio e all’umanità. A me è stato soltanto affidato l’incarico di predicare che il regno dei cieli è vicino e che Gesù è il Signore, l’Uomo-Dio della nostra salvezza, colui che costituisce il valore, la gioia e la speranza dell’umanità”. “Questi sessant’anni di sacerdozio missionario - ha proseguito p. Domenico - sono stati caratterizzati da liete e, a volte, da tristi memorie, ma sempre colme dell’amore e della misericordia di Dio. Sono pertanto molto felice che Dio mi abbia chiamato e iniziato al sacerdozio. Nel frattempo, mi rammarico di non aver sempre, nella mia lunga vita sacerdotale e missionaria, acclamato e testimoniato Cristo; e di questo chiedo fiduciosamente perdono a Dio e a voi tutti”. Anche noi saveriani abbiamo ringraziato p. Domenico per il suo amore alla missione, la sua testimonianza di vita e il “sì” generoso che egli silenziosamente offre ogni giorno, come servo buono e fedele. Dopo l’Eucaristia abbiamo proseguito la festa con la cena comunitaria. P. Domenico Calarco ha celebrato 60 anni di sacerdozio missionario insieme ai confratelli “romani”: Ad multos annos, professore! 2015 NOVEMBRE ROMAGNA 48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7 Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13591482 Tutti in marcia per la pace L’accoglienza nelle varie religioni mondiali I l 27 settembre si è svolta la quarta marcia della pace della Romagna “Forlì-Bertinoro” a piedi e in bicicletta da Forlì, Cesena e Forlimpopoli. Alla marcia hanno partecipato sette delegazioni europee del progetto “Migra.in”, per rendere il mondo un posto più accogliente per tutti. È stata anche un’occasione di incontro tra le varie opportunità di accoglienza sul territorio romagnolo: per i rifugiati, i richiedenti asilo, i disoccupati e i giovani in cerca di lavoro. All’arrivo, presso la Rocca Malatesta di Bertinoro, cittadina famosa per la colonna dell’ospitalità (vedi foto), è stata esposta una statua dello scultore Sandro Pagliuchi che rappresenta una giovane nell’atto di liberare tre colombe, simbolo di pace. Nel pomeriggio c’è stata la tavola rotonda “L’ospitalità di Abramo”, sul significato dell’ospitalità per lo straniero, il povero e l’afflitto nelle tre grandi religioni monoteiste. Abramo, modello di credente ospitale Al dibattito, nel teatro del centro universitario di piazza Novelli, hanno partecipato numerose personalità. Il domenicano padre Monge, responsabile del centro interculturale per il dialogo a Istanbul, città ponte tra Oriente e Occidente, ha detto che dopo dissidi e conflitti storici secolari occorre riscoprire l’autentico messaggio di pace proprio del- p. DINO MARCONI, sx le grandi religioni. Abramo è riconosciuto come “padre nella fede” da ebrei, cristiani e musulmani ed è considerato il modello del credente ospitale, sempre aperto all’incontro con l’altro. I testi sacri delle tre grandi religioni monoteiste ricordano l’incontro di Abramo con i tre angeli alla quercia di Mamre. L’incontro è sotto un albero, ma la tenda ha quattro porte aperte. Padre Claudio Monge ci ha ricordato che una piccola comunità di padri domenicani viveva già dal 1320 nel quartiere genovese di Istanbul sotto la torre Galata. Dialogo, ascolto e silenzio L’assessore alla cultura dell’Emilia Romagna, Massimo Mezzetti, ha parlato da credente Cappellani, Croce Rossa e la pace Il bene più importante per l’umanità A Galeata (FC), in piazza Gramsci, sotto il portico davanti al teatro comunale, trovo una lapide con la scritta di Bargellini in onore di don Giulio Facibene, cappellano militare durante la prima guerra mondiale. La “Madonnina del Grappa” Nel luglio 1916 don Giulio era sul fronte dell’Isonzo e poi sul monte Grappa, per assistere i morenti e i feriti negli ospedali da campo, portando il conforto della fede ai giovani soldati. Poi dal 1930 al 1936, don Giulio è stato rettore del santuario di Sant’Ellero, ma non dimenticando mai le sofferenze e la morte di tanti giovani soldati della cosiddetta “generazione perduta”. Don Giulio Facibeni, il povero facchino della Provvidenza 4 divina, ha fondato l’Opera della Divina Provvidenza “Madonnina del Grappa”, per ricordare le vittime della guerra sul Grappa. Qui il cardinale Giuseppe Sarto, poi papa Pio X, aveva collocato la statua della “Madonnina”, come la chiamavano i soldati. Morire o vivere per un ideale? L’istituto fu inaugurato il 4 novembre 1924 come famiglia degli orfani di guerra e di altre disgrazie, una piccola comunità caritativa nel rione operaio di Rifredi, sul modello del Cottolengo. Le due guerre mondiali ci hanno dato santi cappellani militari, come don Giulio Facibene, don Carlo Gnocchi, don Giovanni Minzoni… Al cappellano don Baronio Una delle formelle costruite dai ragazzi sul monumento ai caduti di Mezzano (RA) p. DINO MARCONI, sx i soldati sul monte Podgora affidavano i figli e lui, tornato a Cesena, iniziò l’accoglienza e l’assistenza dei ragazzi per rimediare ai disastri morali e materiali che la guerra aveva causato. I cappellani militari come don Minzoni sono stati accanto ai soldati per ricordare loro che il bene vince sul male e che (secondo la mentalità del tempo) “spendere la vita per un ideale non è morire, è vivere!”. La cosa più importante Occorre imparare un modo pacifico di fare memoria. Dalla storia risorgimentale chi ha confortato e aiutato i soldati feriti e morenti è stata anche la Croce Rossa, sorta con la disastrosa battaglia di Solferino e San Martino. L’idea del fondatore Henry Dunant era già di Ferdinando Palasciano che diceva: “Non è più un nemico il ferito di guerra”. Il motto della Croce Rossa è “Inter arma caritas” (carità tra le armi); poi si è giunti al simbolo della Mezzaluna islamica e alla Stella di Davide, segni delle tre religione monoteiste. A Mezzano ho visto, sul monumento ai caduti, la frase sulla pace del poeta cinese Li Tien Min: “Se ti chiedono qual è la cosa più importante per l’umanità rispondi prima, dopo e sempre... la pace”. Le formelle dei ragazzi delle medie sul monumento raffigurano molto bene la convivenza pacifica, in opposizione alla guerra. ■ valdese ricordando la frase di Panikkar: “il dialogo inevitabile e indispensabile non è solo un imperativo sociale, un dovere storico”. Il dialogo avviene tra persone, più che tra religioni. Al suo tavolo ci si siede educati, per superare i modelli culturali di identità e differenza, con l’ascolto e il silenzio che ci rivela l’altro. Maura De Bernart, docente di studi giudaici e socio religiosi presso la facoltà di scienze politiche dell’università di Bologna, ha invitato a rompere le tavole del Sinai (della vicinanza di Dio) e quelle di Auschwitz (della lontananza di Dio). Memoria e perdono La locandina della conferenza sul tema: sono importanti “L’ospitalità di Abramo”, che si è tenuta a In conclusione, è stato Bertinoro, in occasione della marcia della pace da Forlì-Bertinoro, edizione 2015 sottolineato che il dolore dell’altro serve per avere islamica di Bologna. Ma già a lenti con cui leggere la storia con Parma, il 24 agosto in una conla memoria degli anziani e l’eferenza, il prof. Francesco Zanroismo del bene. Bisogna smetnini aveva ammonito sul rischio tere di spolverare il proprio relidella riduzione dell’islam a idequiario per progettare il futuro. ologia se non si riesce a superare Per capire l’enigma del passato la paura con la conoscenza e il nella storia occorre la memoria dialogo, come fece san Francee il perdono, non l’oblio o la sco nell’incontro con il sultano vendetta. d’Egitto. ■ Era assente Yassine Lafram, (continua nel riquadro) coordinatore della comunità La marcia della pace della Romagna Forlì-Bertinoro, domenica 27 settembre LA COLONNA DELL‘ OSPITALITÀ Sulla piazza di Bertinoro, sotto la torre comunale, la colonna degli anelli simbolo dell’ospitalità. È chiamata così perché i viandanti, i passanti e i pellegrini vi legavano i cavalli e i giumenti, per essere ospitati dalla famiglia dell’anello; sotto, la torre comunale di Bertinoro (foto di Dino Marconi, settembre 2015). 2015 NOVEMBRE SALERNO 84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4 Tel. 089 792051 - Fax 089 796284 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00205849 Il gusto di una vita “matta” A Salerno ho incontrato tanta bella gente I l 12 settembre 2015 sono stato ordinato prete nella mia parrocchia di origine, Santa Maria Assunta in Lissone (MB). Da quel giorno non ho smesso di chiedere al Signore la grazia di diventare pane spezzato per gli altri mediante una vita donata, capace di compassione, pronta nel chinarsi al servizio dei poveri, forte nel denunciare i soprusi dei prepotenti, radicale nel provare a seguire Gesù, determinata nel camminare insieme con gli altri, certa che da solo non sia possibile assaporare e diffondere il profumo di Cristo. Un cammino esigente Questi sono gli aspetti che amo del missionario saveriano; aspetti che mi hanno “conquista- to” fin dagli anni in cui p. Giovanni Gargano (Giuà) mi accompagnava per capire quale potesse essere la mia vocazione. Li ho “sentiti dentro” negli anni della formazione saveriana e nell’ultimo periodo trascorso a Salerno. Nella “nostra” Salerno tutto questo mi è risuonato “dentro”, osservando il coinvolgimento di tante persone intorno alla casa saveriana. Ho incontrato tanta gente “bella”, che dona la sua vita senza paura, pronta ad andare incontro a chi è escluso, impoverito, lasciato da parte. Ho visto con i miei occhi il tentativo di proporre ai giovani un cammino esigente... Ricordo una preghiera composta da don Tonino Bello: “Santa Maria, compagna di viaggio..., aiutaci a scommettere con più p. ALESSIO CRIPPA, sx audacia sui giovani e preservaci dalla tentazione di blandirli con furbizia di sterili parole, consapevoli che solo dalle nostre scelte di autenticità e coerenza essi saranno ancora disposti a lasciarsi sedurre”. Andare oltre… A Salerno ho potuto ammirare da parte dei saveriani, dei laici saveriani e degli amici che collaborano all’accoglienza delle persone senza dimora, alla mostra interculturale, ai campi di lavoro estivi e alle altre attività, il tentativo di proporre scelte autentiche e coerenti. Questo mi ha fatto bene e mi ha aiutato a crescere verso l’ordinazione presbiterale con il cuore gonfio del desiderio missionario. I tanti martiri della missione Laici, religiosi o atei di ogni epoca e tempo farvi scoprire V ogliamo ciò che ha spinto uomini e donne del nostro tempo a essere martiri, ovvero testimoni. Il pensiero va ai primi martiri cristiani come san Massimiliano di Tebessa (295 d.C.), protettore degli “obiettori”. Condotto nel Foro dinanzi al proconsole Dione, fu da questi interrogato circa le ragioni del suo rifiuto a prendere le armi e con fermezza rispose: “Non mi è lecito fare il soldato, giacché sono cristiano”. Fari di luce per tutti! Ma non possiamo dimenticare tutti quei martiri dei nostri giorni, come Annalena Tonelli, Carlo Urbani e le tre saveriane che, nell’unicità della loro vita, hanno testimoniato l’amore per Cristo fino alla morte. Annalena ha testimoniato con semplicità ciò che aveva scelto: essere per gli altri, i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati… Voleva seguire solo Gesù. Una grande figura è stato anche Carlo Urbani, che ha dedicato la sua vita a proteggere e a salvare la vita degli altri, ucciso dalla SARS, che aveva contribuito a “scoprire”. Una sua amica lo ricordava con queste parole: “Eri un uomo che curava con l’animo e con la passione d’amore… Ora ti vedo nel cuore di Dio e sei un faro di Padre Ottorino Maule durante una lezione di catechismo, in Burundi 4 p. CARLO POZZOBON, sx luce per noi tutti”. Luigi Pintor, un cosiddetto “ateo”, aveva scritto che in un’intera vita non c’è cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi. “È nell’inginocchiarmi perché stringendomi il collo, loro possano rialzarsi e riprendere il cammino o addirittura camminare dove mai avevano camminato, che io trovo pace, carica, certezza che tutto è grazia”. Il vangelo nella vita Un altro testimone importante è stato il saveriano p. Ottorino Maule che, testimoniando il vangelo, aveva denunciato alcuni soldati tutsi che avevano assassinato una decina di giovani hutu innocenti. A causa di questa denuncia, il 30 settembre 1995 egli è stato ucciso da tre soldati, insieme a p. Aldo Marchiol e Catina Gubert. Padre Ottorino confidava a un amico: “Una sana igiene mentale consiglierebbe ogni tanto di staccare la spina, di uscire dal Paese e, per un po’ di tempo, di pensare ad altro; ma la gente non può permetterselo; perché dovremmo permettercelo noi?”. Tutte queste figure hanno incarnato le parole del vangelo nella loro vita quotidiana, hanno concretamente vissuto da discepoli e, come dice papa Francesco: “Il discepolo sa offrire la vita intera e giocarla fino al martirio come testimonianza di Gesù...” (Evangelii Gaudium n. 24). ■ Padre Alessio Crippa riceve l’abbraccio di p. Marco Ballabio che, a conclusione della “prima Messa” a Santa Margherita di Lissone, gli ha donato una stola ricamata dalle donne della Colombia Anche a Salerno ho potuto così assaporare il gusto di una vita “matta”, che prova a rischiare nel vivere ciò che crede, che non si accontenta di “rimanere a galla” in acque tranquille, sicure... La missione mi chiama e ci chiama tutti ad andare oltre, a uscire dal nostro piccolo orizzonte sporcandoci le mani! “Andate, senza paura!” L’ordinazione sacerdotale diventa per me la possibilità di spezzare il Pane e la Parola di Dio, distribuire la forza straripante e sovversiva della presenza di Gesù nella storia, attraverso il banchetto Eucaristico. Sovversiva perché non può lasciare le cose come stanno, provoca inquietudine, scardina la paura dell’uscire ad annunciare la novità del vangelo. Essa è l’unica realtà che cambia la vita, come il lievito nella farina. Proprio per questo, “Non abbiate paura... andate!” (Mc 16,6.7), sono state le parole guida della mia ordinazione. Le parole del Risorto che si rende presente nel pane e nel vino, sono un invito ad amare la missione: “Andate!”. Grazie per l’affetto! I saveriani, il parroco di Palomonte don Angelo, i giovani di Salerno hanno affrontato ben 12 ore di pullman per essere presenti alla mia ordinazione: è stata una cosa davvero commovente! Tanta gente che ha pregato per me e che mi ha accompagnato anche “da lontano”, tutto l’amore ricevuto gratuitamente, mi ha sollevato e sospinto, facendomi sentire come un bimbo in braccio alla mamma. Mi sono sentito immerso da tanto bene “irresistibile”! Davvero posso dire che l’amore di Dio si è reso presente! L’amore di Cristo mi precede, mi accompagna e mi segue. Ieri, oggi e domani. A Lissone, a Parma, a Salerno e... in Thailandia. Grazie di tutto! ■ DA BRESCIA A SALERNO, VIA MESSICO p. MARIO GALLIA, sx Dal 1° settembre sono a Salerno come rettore della comunità saveriana. Nato a Brescia, sono entrato dai saveriani in prima media nel 1968. Sono stato ordinato sacerdote nel settembre del 1982 a Parma. Dopo l’ordinazione avevo chiesto di partire per il Messico, ma i superiori hanno pensato di mandarmi a lavorare nella formazione degli aspiranti saveriani a Brescia. Finalmente nel ‘90 è arrivata la destinazione per il Messico. Ho lavorato per dodici anni nelle missioni saveriane di Santa Cruz e Acoyotla tra gli indio e ho imparato il nàhuatl, la lingua degli aztechi. Per visitare le comunità andavo a cavallo, giacché non c’era ancora la strada, ma solo sentieri di montagna. Pensavo di andare in Messico per insegnare il vangelo a quelle popolazioni, ma ho scoperto che gli indio avevano già una ricca tradizione di religiosità popolare, a volte intessuta da un po’ di sincretismo. C’è stato quindi un ricco scambio di valori umani e cristiani tra loro e noi missionari. Nell’estate del 2003 i superiori mi hanno chiesto di dedicarmi alla formazione degli studenti saveriani di teologia, nella comunità internazionale a Città del Messico, con giovani di otto diverse nazionalità. Dopo dieci anni, sono tornato in Italia, e mi è stato chiesto di svolgere il ruolo di rettore della comunità saveriana di Salerno. Lo faccio volentieri, mentre saluto e ringrazio p. Carlo Pozzobon per il servizio che ha svolto con grande dedizione in questi ultimi anni. Padre Mario Gallia, nuovo rettore dei saveriani di Salerno: benvenuto! 2015 NOVEMBRE 22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15 Tel. 031 426007 - Fax 031 360304 E-mail: [email protected] C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6 IBAN - IT 03 C 06230 51770 000046224782 (Cariparma, Tavernerio) TAVERNERIO Una bella proposta per i saveriani Intervista al vescovo saveriano mons. Zon a cura di p. LINO MAGGIONI, sx P apa Francesco ha nominato vescovo della diocesi dell’Alto Solimões il saveriano p. Adolfo Zon Pereira. Questa nomina ci riempie di consolazioni. La prima viene dal fatto che un vescovo saveriano si ispira all’esempio di san Guido Conforti, vescovo e missionario. Una seconda consolazione è che il nuovo vescovo non è italiano, ma spagnolo, nato e cresciuto vicino a Santiago di Compostela. La gioia ci porta a dire: “Ora la missione dei saveriani di fare del mondo una sola famiglia segue una traccia internazionale”. Nella sua recente visita in Italia, mons. Zon è venuto a trovarci a Tavernerio (CO). Ci ha parlato del suo nuovo servizio nella chiesa missionaria, confidandoci ciò che gli è passato nella testa nei giorni in cui gli è stata comunicata la volontà del papa. 5 giorni per cambiare vita… Quando il 13 agosto 2014 il nunzio apostolico del Brasile mi ha comunicato che papa Francesco mi aveva nominato vescovo, sono rimasto attonito. Sono riuscito solo a dire: “Mi è concesso di riflettere, prima di dare una risposta?”. “Sì, hai cinque giorni!”. Ho pensato alla mia prima professione missionaria, quando ho detto al Signore un “sì”, che vale anche oggi. Il 18 agosto ho comunicato che avrei accettato e il nunzio mi ha detto: “Sarai vescovo dell’Alto Solimões”. Io che da vent’anni sono missionario lungo i fiumi del Parà, sempre in mezzo alla gente, non avevo mai sentito nominare quel luogo, al confine tra Brasile, Colombia e Perù! È molto distante… A tremila chilometri di di- stanza mi attendeva una diocesi grande come mezza Italia: otto parrocchie e sedici sacerdoti di nazionalità diversa. Ho preso le mie prime decisioni pastorali: comincerò con la visita alle 20 comunità distribuite sulle sponde del fiume Javari, lungo 1.200 chilometri, con distanze enormi. Non comprerò una barca; mi sposterò su barche del servizio pubblico. In ogni comunità sosterò cinque giorni. E così hai fatto? Sì! Ho incontrato gente semplice, che si vuol bene. Tutti mi dicevano di restare sempre con loro. Di fatto, sono privi di un’organizzazione: non hanno un coordinatore né ministri della Parola e dell’Eucarestia… Perciò ho deciso di passare da una formazione centralizzata alla formazione seguita da team itineranti. C’ era una volta una ragazza, Elena, che sognava di crescere presto. “Da grande farò il medico - pensava - andrò in Africa e mi occuperò dei figli degli altri”. Quella ragazza ha realizzato il suo sogno: si è laureata in medicina ed è partita per l’Africa, dove i poveri continuavano a rimanere poveri Elena arriva a Nairobi, in Kenya, poi a Meru e infine nel piccolo villaggio di Mikinduri. Là, insieme a Sergio, un altro medico italiano, i successi si alternavano a malattie che, seppur banali, mietevano tante vittime. Alla missione avevano adibito un edificio per accogliere i bambini malnutriti, abbandonati 4 dalle famiglie. I due volontari medici vi lavorano fino al giorno in cui Sergio rientra in Italia. Elena, invece, contro ogni previsione iniziale, decide di fermarsi a Mikinduri. Una strana bici-ambulanza Una sera, dopo cena, il guardiano invita la dottoressa a recarsi all’ambulatorio per un caso urgente. Fuori era parcheggiata una strana ambulanza: una bicicletta con un seggiolino posteriore capovolto, in grado di sorreggere una specie di “fagotto”. Alla luce della lampada, Elena nota sbigottita che quel fagotto era un bambino scheletrico. Gli occhietti erano infossati e tutto il corpicino appariva ricoperto di ferite e cicatrici. Anche il lobo di un orecchio era tagliato e il braccio destro era paralizzato. Elena lava il bimbo di nome Paul e gli fa mangiare qualche cucchiaio d’acqua e zucchero che il piccolo beve avidamente. Poi dorme tutta la notte e si sveglia Elena e Paul, in una fotografia del 2003, mamma e figlio all’arrivo della che si sono scelti in Africa all’inizio degli anni duemila dottoressa. Ci sono anche popoli indio? In diocesi vivono anche sei etnie di indio. Sono circa 76mila e non hanno mai avuto un contatto con il vangelo. Potrei dire che ci sono “poche possibilità”, ma questa non è tutta la verità. La situazione della mia diocesi mi fa apprezzare l’impostazione pastorale che i saveriani hanno dato ad Abaetetuba, nel Parà, in piena sintonia con la chiesa brasiliana. Un invito ai saveriani? Se il papa mi ha mandato ve- L’essenza della vera felicità Una particolare storia d’amore famigliare Mons. Adolfo Zon (terzo da destra), vescovo saveriano dell’Alto Solimões, ha incontrato i saveriani della comunità di Tavernerio p. L. MAGGIONI, sx “Mamma Elena” Pian piano il bambino recupera peso, ma quando la dottoressa non è presente, egli rifiuta il cibo. Con il tempo, anche le ferite guariscono, ma Paul ha qualche grave problema psichico. Malgrado ciò, i suoi occhi sono vivaci e il suo volto sorridente. Di lui si potrebbe dire che “è l’essenza della felicità!”. Il piccolo inizia a chiamare Elena mamma e lei d’improvviso si sente veramente realizzata! Un giorno, Paul riconosce suo padre fra i malati gravi dell’ambulatorio e gli va incontro. L’uomo racconta che la moglie era morta e confessa di aver abbandonato il figlio nella foresta. Qualche giorno dopo, l’uomo muore. L’amore fra Elena e Paul cresce e i due sono inseparabili. Arrivano in Italia per fare la diagnosi della disabilità e poi tornano in Africa. “Sono stata scelta…” Ora i due sono una famiglia… Paul ha una nuova mamma ed Elena un figlio. Da qualche anno vivono in Italia, perché qui il piccolo può recuperare alcune abilità. Quando qualcuno le chiede perché ha adottato un disabile rinunciando al suo sogno, Elena risponde: “Io non ho adottato un disabile, ma il bambino mi ha ■ scelta come madre!”. scovo nell’Alto Solimões, è stato anche per invitare i saveriani ad assumere una nuova area di primo annuncio. Nella mia diocesi c’è una regione estesa quanto le Marche e la Toscana, popolata da indio allo stato d’innocenza. I saveriani in Brasile potrebbero riposizionarsi grazie al “primo annuncio”. Ciò permetterebbe loro di approfondire la conoscenza degli indio e, insieme, tornare al Dio che vive con gli uomini, accompagnandoli in quel paradiso terrestre. ■ GRAZIE PERCHÉ CI SIETE ! p. LINO MAGGIONI, sx Il 27 settembre abbiamo celebrato la festa degli amici svizzeri, che si sono regalati una bella fotografia nel nostro parco. Il 4 ottobre abbiamo replicato con la festa con gli amici italiani; p. Filippo Rondi ha celebrato l’Eucaristia con loro. Padre Paolo Gallo ha celebrato anche a Tavernerio il 25° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Il nostro bel mercatino missionario! 2015 NOVEMBRE VICENZA 36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119 Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13616362 IBAN - IT 71 V 02008 11897 000040071835 (Unicredit Banca, Vicenza) Un cammino con tre viaggi 50° di ordinazione nella comunità di Campiglia È bello rileggere la nostra vita con stupore, non per nostalgia del passato, non per lamentarsi del presente, ma per renderci conto delle tappe della vita, del filo rosso che l’ha guidata, degli interventi del Signore. È un riappropriarci del passato ed è crescere nell’ammirazione e nella riconoscenza verso Dio e a tante persone. Nell’Eucaristia per il 50° di ordinazione sacerdotale celebrata nel mio paese natale di Campiglia dei Berici il 20 settembre, ho fatto memoria della mia espe- p. GIUSEPPE DOVIGO, sx rienza sacerdotale missionaria, paragonando questi 50 anni a un cammino di tre viaggi. Il viaggio geografico Per alcuni anni ho vissuto in alcune regioni d’Italia: Emilia (a Parma), Piemonte (Nizza Mon- Padre Giuseppe Dovigo con i suoi famigliari al termine della celebrazione per il 50° di ordinazione sacerdotale, a Campiglia dei Berici Bella proposta per i saveriani Intervista al vescovo saveriano mons. Zon P apa Francesco ha nominato vescovo della diocesi dell’Alto Solimões il saveriano p. Adolfo Zon Pereira, che si ispira all’esempio di san Guido Conforti, vescovo e missionario. Questa nomina ci riempie di consolazioni. Nella sua recente visita in Italia, mons. Adolfo ci ha parlato del suo nuovo servizio nella chiesa missionaria. vale anche oggi. Il 18 agosto ho comunicato che avrei accettato e il nunzio mi ha detto: “Sarai vescovo dell’Alto Solimões”. Io che da vent’anni sono missionario lungo i fiumi del Parà, sempre in mezzo alla gente, non avevo mai sentito nominare quel luogo, al confine tra Brasile, Colombia e Perù! È molto distante… A tremila chilometri di distanza mi attendeva una diocesi grande come mezza Italia: otto parrocchie e sedici sacerdoti di nazionalità diversa. Ho preso le mie prime decisioni pastorali: comincerò con la visita alle 20 comunità distribuite sulle sponde del fiume Javari, lungo 1.200 chilometri, con distanze enormi. Non comprerò una barca; mi sposterò su barche del servizio pubblico. In ogni Mons. Adolfo Zon, vescovo saveriano comunità sodell’Alto Solimões, con altri sterò cinque vescovi “novelli”, a Roma giorni. 5 giorni per cambiare vita… Quando il 13 agosto 2014 il nunzio apostolico del Brasile mi ha comunicato che papa Francesco mi aveva nominato vescovo, sono rimasto attonito. Sono riuscito solo a dire: “Mi è concesso di riflettere, prima di dare una risposta?”. “Sì, hai cinque giorni!”. Ho pensato alla mia prima professione missionaria, quando ho detto al Signore un “sì”, che 4 E così hai fatto? Sì! Ho incontrato gente semplice, che si vuol bene. Tutti mi dicevano di restare sempre con a cura di p. LINO MAGGIONI, sx loro. Di fatto, sono privi di un’organizzazione: non hanno un coordinatore né ministri della Parola e dell’Eucarestia… Perciò ho deciso di passare da una formazione centralizzata a una formazione seguita da team itineranti. Ci sono anche popoli indio? In diocesi vivono anche sei etnie di indio. Sono circa 76mila e non hanno mai avuto un contatto con il vangelo. Potrei dire che ci sono “poche possibilità”, ma questa non è tutta la verità. La situazione della mia diocesi mi fa apprezzare l’impostazione pastorale che i saveriani hanno dato ad Abaetetuba, nel Parà, in piena sintonia con la chiesa brasiliana. Un invito ai saveriani? Se il papa mi ha mandato vescovo nell’Alto Solimões, è stato anche per invitare i saveriani ad assumere una nuova area di primo annuncio. Nella mia diocesi c’è una regione estesa quanto le Marche e la Toscana, popolata da indio allo stato d’innocenza. I saveriani in Brasile potrebbero riposizionarsi privilegiando il “primo annuncio”. Ciò permetterebbe loro di approfondire la conoscenza degli indio e, insieme, tornare al Dio che vive con gli uomini, accompagnandoli in quel paradiso terrestre. ■ ferrato), Lombardia (a Desio), Lazio (a Roma) e Campania (a Salerno). Poi il grande viaggio verso l’Africa, in Congo, che ho rifatto una decina di volte nei 33 anni di vita in missione. Il Congo è un immenso paese, dove la natura è esuberante e imponente per i grandi laghi Tanganika e Kivu, per le foreste e suoi vulcani, per le sue ricchezze minerarie e il mondo animale. Il viaggio dell’incontro Si arriva in Congo la prima volta come bambini, che imparano a parlare, a conoscere, a muoversi. E quando si sbaglia, e si pronuncia un vocabolo al posto di un altro, tutti ridono e tu ridi con loro. Ricordo, nel primo anno, il mio errore nel pronunciare la parola risurrezione (ufufuko) nella lingua locale… Ciò ha provocato una clamorosa risata generale nell’assemblea dei 500 alunni che partecipavano alla Messa. Il confronto con altre culture dà l’occasione di ammirare alcune cose che noi abbiamo perso: la semplicità, l’accoglienza, l’amore per la vita, la ricchezza di relazioni, la saggezza degli antenati, il senso del sacro, la fede in Dio. Certo, bisogna esercitare alcune virtù: l’adattamento, l’ascolto, il dialogo, la pazienza, la fraternità. La relazione cambia, si perfeziona con il passare degli anni. Se in un primo momento si lavora per migliorare le condizioni di vita della popolazione (scuole, ambulatori, sorgenti d’acqua, chiese…), poi s’impara a stare insieme, a collaborare accettando ritmi diversi e gusti differenti, e infine (è l’ideale) si arriva ad adottare le loro difficoltà, a sposare la loro causa, amando fraternamente. Il viaggio della crescita spirituale Sono stato ordinato sacerdote nell’ottobre 1965, che segnava la fine del Concilio Vaticano, il grande evento storico di rinnovamento e cambiamento epocale nella chiesa e nel mondo. Ho conosciuto il tempo prima del Concilio e il pensiero tradizionale della chiesa; ho seguito da giovane studente di teologia il Concilio durante le sue assemblee e discussioni e, infine, ho esultato e vissuto nel dopo Concilio Vaticano II. Tutto questo mi ha introdotto nello spirito di una continua ricerca che deve continuare nella vita. Dio, infatti, non è monotonia, ma è novità di vita ed è inesauribile. Il cammino di fede è faticoso, ed è segnato da tappe progressive. Il nostro filo di salvezza Si dice che la vita, con le sue difficoltà, dubbi e contraddizioni, sia un labirinto dove è difficile trovare la via d’uscita. Allora c’è bisogno di un filo conduttore per uscirne… Qual è il nostro filo di salvezza? Si scopre, con il passare del tempo, con l’approfondimento, l’esperienza e pure la fatica di trasmettere agli altri, che il vangelo nella sua semplicità e saggezza è sempre più luce, riferimento e consolazione. Necessita l’atteggiamento esemplare del bambino proposto da Gesù nel vangelo. Un bambino inerme, senza difesa, senza pretese, il più debole degli ultimi, che ci insegna fiducia e disponibilità. ■ (continua nel riquadro) LA TENTAZIONE DI FERMARSI p. G. DOVIGO, sx I tre viaggi (o meglio i tre profili di un unico viaggio) sono un invito a un esodo geografico, umano e spirituale dal piccolo al grande, dal ristretto allo spazio infinito, dal rapporto superficiale allo scambio profondo, per godere di un panorama sempre più vasto, per dare respiro maggiore alla vita, per gustare la bellezza dell’amore di Dio e dei fratelli! L’esodo non è finito; c’è sempre la tentazione di fermarsi, di chiudersi, di dire: “Ora basta!”. Kierkegaard scrive: “La vita deve essere capita solo all’indietro, ma va vissuta sempre e solo in avanti”. Così oggi, nella chiesa grande e bella dove sono stato battezzato il 17 febbraio del 1938, dove ho intravisto la mia vocazione, dove ho celebrato la prima Messa nel 1965, dove sono entrato tante volte nei periodi di riposo, vorrei usare le tre parole suggerite da papa Francesco agli sposi: “grazie, per favore, scusa”. E io, per favore, chiedo al Signore che mi dia il dono della riconoscenza e, per favore, chiedo a voi di continuare ad accompagnarmi con il ricordo affettuoso della preghiera. Padre Giuseppe Dovigo e il quadro di papa Francesco come dono per il 50° di sacerdozio 2015 NOVEMBRE ZELARINO 30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16 Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410 E-mail: [email protected] - C/c. postale 228304 IBAN - IT 33 Z 03359 01600 100000006707 (Banca Prossima, Zelarino) Padre Renato Trevisan ha raccontato la sua esperienza missionaria con il popolo kayapó in Amazzonia durante la festa con amici, famigliari e benefattori dei saveriani di Zelarino Tradizioni che fanno bene al cuore Festa con i nostri grandi amici e i benefattori L e buone tradizioni si tramandano con gioia e così, ogni anno, ci troviamo insieme: parenti dei missionari, amici e benefattori. Il 4 ottobre nella casa dei missionari a Zelarino eravamo almeno 250, insieme a un bel gruppo di volontari. Gli anni passano, i figli e i nipoti crescono; ne arrivano altri… Ma trovarsi per vivere con semplicità l’ideale caro a san Guido Conforti, di “fare del mondo un’unica famiglia”, non tramonta mai. Padre Trevisan e i kayapó La festa è cominciata con molta semplicità. Padre Renato Trevisan, che ha vissuto un bel pezzo della sua vita missionaria in Amazzonia, ci ha fatto conoscere, attraverso i copricapi con le piume di pappagallo e qualche passo di danza, come si vive, si lavora, si soffre e si gioisce insieme agli indio. In un territo- rio grande quasi come l’Italia, i missionari lavorano con diverse tribù, in particolare con i kayapó. Naturalmente, nel corso di 50 anni i saveriani hanno dovuto cambiare il modo di relazionarsi con loro. Partendo da lingua, usi e costumi, stanno cercando di aiutarli a non cadere nel tranello della “modernità”. Fanno anche i “mediatori culturali” tra diversi gruppi etnici e anche tra loro. La comunità missionaria ormai è internazionale e questo è un ottimo allenamento all’accoglienza e conoscenza reciproca. Ciò comporta che nel lavoro di evangelizzazione (annuncio del vangelo) e di promozione umana (valorizzazione delle culture locali e inserimento nel mondo moderno), il missionario non si stanca mai. Anzi è sempre entusiasta di essere in mezzo alle varie popolazioni, perché impara a donare e a ricevere. p. OLIVIERO FERRO, sx Tutti insieme alla Messa e al pranzo Subito dopo, abbiamo celebrato insieme l’Eucaristia, presieduta dal nuovo rettore, p. Giuseppe Cisco, attorniato dagli altri saveriani: p. Sergio Cambiganu, in partenza per San Pietro in Vincoli, p. Renato Trevisan, p. Mario Diotto, p. Franco Lizzit, p. Oliviero Ferro (new entry) e p. Paolo Gallo. Due brevi pensieri, tra i tanti ascoltati nell’omelia, meritano di essere conosciuti da tutti. “Permesso, grazie, scusa, sono parole scritte sulla porta della vita”, dice papa Francesco. “Io non posso temere un Dio che si è fatto così piccolo per me; io lo amo”, diceva santa Teresa del Bambin Gesù. Almeno una ventina di amici volontari di tutte le età, hanno preparato il pranzo per tutti, e noi abbiamo accettato l’invito Il saluto di chi va e chi arriva Padre Sergio Cambiganu ringrazia tutti termine della Messa, A lpadre Sergio Cambiganu, rettore uscente della Comunità saveriana, ha salutato tutti i presenti e, attraverso queste righe, saluta tutti gli amici e le amiche dei saveriani veneziani. “Questi tre anni a Zelarino, ha detto p. Sergio, sono volati come un lampo. Prima di tutto devo ringraziare il Buon Dio per avermi concesso questa espe- rienza tanto intensa. I rapporti che si sono costruiti nelle diocesi di Venezia e Padova sono stati molto profondi e certamente mi hanno aiutato a sviluppare l’amore per il regno dei cieli. Ringrazio chi mi ha voluto bene, ancor di più chi ha fatto fatica a volermi bene, e chi mi ha perdonato magari con un sorriso. Le partenze non sono mai indolori. Lascio amici sin- ceri con cui ho avuto veramente una profonda comunione di spirito. Questo distacco mi provoca inevitabilmente un dolore nel cuore. A Ravenna c’è la nostra casa di spiritualità e spero di continuare, anche là, a vivere l’ideale missionario del nostro fondatore san Guido Conforti. Vi saluto con affetto”, ha concluso p. Sergio Cambiganu. ■ Padre Oliviero Ferro si presenta S ono p. Oliviero Ferro, piemontese di nascita. Ho lavorato in Africa (Congo e Camerun) e in varie comunità saveriane in Italia (Sardegna, Calabria, Campania, Puglia, Lombardia). Ringrazio per l’accoglienza fra- terna. Ho visto che ci sono tante persone buone e sono contento di fare un pezzo di strada con voi. Mi occuperò della pagina di “Missionari Saveriani” di Zelarino, per questo vi chiedo gentilmente di aiutarmi con le vostre testimonianze, ricordi e altre cose belle che ritenete bene di far conoscere a tutti. Potete mandarle (insieme alle foto) all’indirizzo della casa o al mio indirizzo mail: [email protected] Grazie! ■ volentieri: lo faceva anche Gesù quando era su questa terra! E così, piano piano, le lingue si sono sciolte, si sono fatte nuove amicizie e i ricordi hanno cominciato a prendere posto nei cuori di tutti noi. E mentre p. Mario Diotto estraeva i biglietti della lotteria, qualcun altro “andava a caccia” di cose buone da raccontarvi. Ve ne proponiamo alcune. nari. Gino dice che è contento che quest’anno ci sia molta gente. Per finire, il pensiero di due volontari. Mariarosa è venuta per collaborare con i missionari, ma ha guadagnato gioia, allegria e conoscenza di altri volontari, insieme alla felicità di fare il bene. Farzad in questi dieci anni ha visto l’esempio di tanti volontari: si è reso conto che sono persone sincere. E chi lavora sa che la festa ha un prima, un durante e un dopo. Chi ama, non si ferma mai: va fino in fondo. ■ Chi ama non si ferma mai Maria Luisa viene alla festa da circa 25 anni. Ci dice che ha fatto nuove amicizie e si sente in famiglia. A Gordiano è piaDa sinistra, p. Renato Trevisan, p. Giuseppe Cisco (nuovo ciuta molto la Messa. rettore) e p. Sergio Cambiganu (rettore uscente) durante Manuel e Ilaria sono la Messa con famigliari, amici e benefattori di Zelarino contenti di vedere insieme giovani e anziani che fanno famiglia. Daniele e Gianfrancesco sono contenti di incontrare: li aiuta ad aprirsi al mondo, a conoscere altre culture e lo educa all’accoglienza. Anche Paulina e Giovanni sono felici di stare insieme ai missio- INCONTRI DI PREGHIERA IN CASA E FUORI Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento del giovedì con il Gams (Gruppo amici missionari saveriani), sempre nella cappella dei saveriani a Zelarino. Ci scambieremo tante informazioni e pregheremo per le vocazioni e per le missioni. Ecco il calendario degli incontri: segnate subito sulle vostre agende! 2015 19 novembre 17 dicembre 2016 21 gennaio 18 febbraio 17 marzo 21 aprile 19 maggio 16 giugno 15 settembre 20 ottobre 17 novembre 15 dicembre ore 15,30 ore 15,30 Padre Oliviero Ferro, new entry della comunità saveriana di Zelarino ore 15,30 ore 15,30 ore 15,30 ore 16,30 ore 16,30 ore 16,30 ore 16,30 ore 16,30 ore 15,30 ore 15,30 Ricordiamo anche gli incontri mensili di formazione per i gruppi missionari parrocchiali e simpatizzanti sul tema: “Abitare... abitando… abitiamo”, presso il Centro pastorale Card. Urbani, via Visinoni 4/C, a Zelarino, una domenica al mese, dalle 15 alle 17,30. Ecco il calendario. 4 Con alcuni saveriani di Zelarino, la parte più giovane dei volontari… Grazie! Una parte dello “staff” che rende possibile ogni anno le feste organizzate dai saveriani di Zelarino 15 novembre 13 dicembre 17 gennaio 21 febbraio 13 marzo 24 marzo 17 aprile 15 maggio - “Mettere al mondo il mondo” - “Non c’è due senza te” - “Il mondo che vorrei” - “Cristo abita il mondo” - “Mai senza l’altro” - Veglia per i missionari martiri (20,30-21,30) - “Parrocchia... gente che vive in tende!” - Festa dei popoli: “Abitare insieme un mondo più umano, più giusto” (dalle 9 alle 15) 2016 GENNAIO Opera di misericordia: accogliere e aiutare i profughi e i migranti da guerra e fame Profughi trattenuti dalla rete metallica al confine tra Ungheria e Serbia, sperando in un varco (foto A. Nimani / Afp) 1V 2S 3D 4L 5M 6M 7G 8V 9S 10 D 11 L 12 M 13 M 14 G 15 V 16 S PACE MONDIALE Madre di Dio Fare la pace è un lavoro artigianale 7 ss. Basilio e Gregorio 2a tempo di Natale La gioia di Dio è perdonare! Gesù è la vera luce che illumina ogni uomo + p. Giuseppe De Cillia, Parma s. Ermete La misericordia può salvare l’uomo e il mondo dal peccato s. Amelia Misericordia non è buonismo INFANZIA MISSIONARIA Epifania Oggi Gesù inaugura la fratellanza universale Natale ortodosso s. Luciano s. Massimo s. Alessia Solo l’amore riempie le voragini negative Dio non smette mai di aspettarci con amore Dio ha il cuore in festa per ogni figlio che ritorna Battesimo del Signore Quando i bambini sono tutelati, la società migliora s. Igino papa s. Modesto s. Ilario s. Felice s. Mauro s. Marcello Se non c’è misericordia, non siamo in comunione con Dio Non basta osservare i precetti, se non c’è misericordia È l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti L’amore dà compimento a tutti i comandamenti Solo la giustizia di Dio ci può salvare 17 D 18 L 19 M 20 M 21 G 22 V 23 S 24 D 25 L 26 M 27 M 28 G 29 V 30 S 31 D La giustizia di Dio si è rivelata nella Croce Preghiera missionaria della misericordia I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia Giornata del rifugiato Giornata ebraico-cristiana 2a tempo ordinario 5 Qualunque cosa vi dica Gesù, fatela 18-25 OTTAVARIO ECUMENICO s. Margherita s. Mario La misericordia deve essere la giustizia degli uomini Misericordia è pensare a una persona con cui non stiamo bene s. Sebastiano Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso s. Agnese s. Vincenzo La pazienza di Dio è la sua misericordia Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto s. Emerenziana Abbiamo bisogno di capire bene la misericordia di Dio 6 3 tempo ordinario a Le tue parole, Signore, sono Spirito e vita Conversione di s. Paolo ss. Tito e Timoteo Dio mai si stanca di perdonarci, mai! Noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono Giornata memoria - Shoà s. Angela Merici Il Padre amoroso ha un cuore di misericordia per tutti noi s. Tommaso d’Aquino Non c’è alcun limite alla misericordia + p. Gio Batta Mondin, Parma s. Costanzo 58° Mahatma Gandhi s. Martina Impariamo ad avere misericordia per chi soffre + p. Vinio Corda, Indonesia Dobbiamo avere misericordia per chi soffre GIORNATA LEBBRA 4a tempo ordinario Gesù, passando in mezzo a loro, si mise in cammino Signore Gesù Cristo, tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste. Il dialogo sincero tra uomini e donne di religioni diverse porti frutti di pace e di giustizia. 2016 FEBBRAIO Opera di misericordia: dar da bere agli assetati, da mangiare agli affamati Due donne fanno scorta d’acqua sul fiume Zambesi, in Mozambico, per i bisogni di famiglia (foto C. Girola / Archivio MS) 1L 2M 3M 4G 5V 6S 7D 8L 9M 10 M 11 G 12 V 13 S 14 D 15 L 16 M 7 s. Verdiana Nella misericordia c’è la gioia dell’incontro con Gesù Giornata della vita consacrata Presentaz. del Signore s. Biagio La misericordia è la parola-sintesi del vangelo La carezza della misericordia di Gesù perdona tutto s. Gilberto Misericordia è il “volto” di Cristo s. Agata Le mani che si stringono trasmettono calore umano ss. Paolo Miki e c. Comunicare la misericordia del Signore è la nostra missione Giornata per la vita 5a tempo ordinario Abbiamo faticato e non abbiamo preso nulla Capodanno cinese s. Girolamo La misericordia è incomprensibile per chi non si riconosce peccatore s. Apollonia Non abbiate paura di chiedere, anche di sfidare il Signore LE CENERI - QUARESIMA s. Scolastica Ricordo vittime foibe La croce di Cristo è amore, misericordia, perdono GIORNATA MALATI Madonna di Lourdes s. Modesto Lo sguardo misericordioso dà la forza per andare avanti Beato chi semina pace con azioni quotidiane s. Maura La preghiera è chiedere perdono ogni volta che si sbaglia 1a di Quaresima 17 M 18 G 19 V 20 S 21 D 22 L 23 M 24 M 25 G 26 V 27 S 28 D 29 L ss. Servi di Maria L’amore di Dio si attua nell’amore del prossimo s. Simeone vescovo s. Alvaro s. Eleuterio Tutti ricevono accoglienza nel cuore di Cristo Ognuno di noi può farsi prossimo verso chi incontra Nei problemi non perdiamo la speranza nella misericordia di Dio + p. Pio Mattevi, Parma 2a di Quaresima Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto 6 Cattedra s. Pietro Tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono s. Renzo Dio mostra la ricchezza della sua misericordia nei secoli s. Sergio Gesù ci spinge a non fermarsi alla superficie delle cose s. Cesario Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio s. Nestore Ogni fedele che si accosta al confessionale è “terra sacra” s. Gabriele dell’Addol. Solo ciò che è sottratto alla divina misericordia non è perdonato 1901 Martirio p. Caio Rastelli, Cina 3a di Quaresima s. Secondo d’Asti Se non vi convertite, perirete L’anzianità è una vocazione Non metterai alla prova il Signore Dio tuo 5 ss. Faustino e Giovita s. Giuliana A nessuno la chiesa chiude la porta in faccia La chiesa spalanca le sue porte a tutti perché è madre Signore Gesù Cristo, tu ci hai detto che chi vede te, vede il Padre. Mostraci il tuo volto e noi saremo salvi. Preghiera missionaria Abbiamo cura del creato, ricevuto come dono da della misericordia coltivare e proteggere per le generazioni future. I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 2016 MARZO Opera di misericordia: dare istruzione agli analfabeti, per un futuro migliore Padre Pier Giorgio Manni con i bambini della scuola materna di Kaizuka, in Giappone (foto Archivio MS) 1M 2M 3G 4V 5S 6D 7L 8M 9M 10 G 11 V 12 S 13 D 14 L 15 M 16 M s. Albino Il mondo si cambia a partire dalla conversione del proprio cuore 7 s. Basileo Chi è accarezzato dalla misericordia, conosce il Signore s. Camilla Grazie alla misericordia viene voglia di cambiare 4 -12 Novena della grazia a Saverio s. Lucio Grazie alla misericordia può scaturire una vita diversa s. Adriano La misericordia purifica e ricrea i nostri cuori 4a di Quaresima Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a Te ss. Perpetua e Felicita Siamo tutti peccatori, bisognosi di essere purificati Festa della donna s. Giovanni di Dio Le donne sanno incarnare il volto tenero di Dio s. Francesca Romana Dove non c’è onore per gli anziani, non c’è futuro per i giovani Padre Uccelli nasce (1874) a Barco (RE) s. Simplicio Gesù ci aspetta sempre con le braccia aperte s. Costantino Accogliere la chiamata del Signore non è questione privata s. Luigi Orione La chiamata del Signore è un impegno concreto, reale e totale 5a di Quaresima Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra s. Matilde È a partire dal nostro cuore che possiamo vedere Dio 5 s. Luisa Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe 17 G 18 V 19 S 20 D 21 L 22 M 23 M 24 G 25 V 26 S 27 D 28 L 29 M 30 M 31 G Unità Nazionale s. Patrizio La riconciliazione è occasione di incontro con la misericordia s. Cirillo La strada della chiesa è sempre quella di Gesù Festa del papà s. Giuseppe La strada della chiesa è quella della misericordia e dell’integrazione Le Palme Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte Giornata contro discriminaz. razziale santo Misericordia non vuol dire sottovalutare i pericoli Giornata mondiale dell’acqua santo Misericordia non vuol dire far entrare i lupi nel gregge 6 santo Misericordia è accogliere il figliol prodigo pentito MISSIONARI MARTIRI Memoria di Oscar Romero santo È bello essere missionari, per consolare e accompagnare santo La croce è il giudizio di Dio su tutti noi e su questo mondo! santo Sorridiamo con chi sorride e piangiamo con chi piange Pasqua di Resurrezione L’Innocente ha riconciliato noi peccatori con il Padre dell’Angelo Gesù colma l’abisso del peccato con l’abisso della sua misericordia s. Secondo I più piccoli, deboli e poveri hanno il “diritto” di prenderci il cuore s. Amedeo Con la sua vita, morte e risurrezione Gesù ci redime dal peccato 7 s. Beniamino s. Eriberto Luogo privilegiato dell’incontro è la carezza della misericordia di Gesù Misericordia è sanare le ferite del peccato Signore Gesù Cristo, il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro. Preghiera missionaria Le famiglie in difficoltà ricevano sostegno e della misericordia i bambini crescano in ambienti sani e sereni. I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 2016 APRILE Opera di misericordia: procurare il lavoro ai disoccupati, per la loro dignità A Bukavu, in Congo RD, giovani al lavoro per l’ampliamento della sala di preghiera dell’università (foto G. Dovigo / Archivio MS) 1V 2S 3D 4L 5M 6M 7G 8V 9S 10 D 11 L 12 M 13 M 14 G 15 V 16 S s. Ugo Non guardiamo passivamente la sofferenza del mondo s. Francesco di Paola Il Signore è presente anche in chi ha perso la fede 2a di Pasqua Gesù: Pace a voi! Ricevete lo Spirito Santo Memoria di Martin Luther King s. Isidoro Non scopriamo il Signore se non accogliamo l’emarginato! s. Vincenzo Ferrer s. Guglielmo Cristo combatte le sofferenze vincendoli con la misericordia Lasciamoci contagiare dal bene e contagiamo il bene! 1506 Natale del Saverio s. Giovanni B. de La Salle Giornata di rom e sinti s. Gualtiero La chiesa non condanna eternamente nessuno Capodanno hindu La chiesa dona misericordia a chi la chiede con cuore sincero s. Maria di Cleofa 3a di Pasqua La misericordia di Dio supera ogni barriera Gesù: Figlioli, non avete nulla da mangiare! s. Stanislao Gesù non si pone a distanza di sicurezza s. Giulio papa Gesù non agisce per delega s. Martino papa Gesù si espone direttamente al contagio del nostro male 5 s. Abbondio Un figlio lo si ama perché è figlio 17 D 18 L 19 M 20 M 21 G 22 V 23 S 24 D 25 L 26 M 27 M 28 G 29 V 30 S GIORNATA DELLE VOCAZIONI 4a di Pasqua Gesù: Le mie pecore ascoltano la mia voce s. Galdino Il vero amore è amare e lasciarsi amare s. Ermogene È più difficile lasciarsi amare che amare s. Adalgisa Bisogna trasmettere ai giovani la cultura dell’onestà s. Anselmo Il tempo passato accanto al malato è un tempo santo 6 Giornata della terra ss. Sotero e Caio s. Giorgio Gesù è Colui che avvicina le generazioni Servite Gesù crocifisso in ogni persona emarginata 5a di Pasqua Gesù: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi Anniversario della liberazione s. Marco La vita va affrontata con bontà e mansuetudine s. Marcellino Di fronte ad amore e misericordia si risponde con gratuità s. Zita C’è bisogno di testimoni della misericordia del Signore s. Pietro Chanel s. Caterina Siate donne e uomini di comunione… Siate presenti con coraggio laddove vi sono differenze e tensioni 1944 Martirio di p. Giovanni Botton, Cina s. Pio V Amore, giustizia, pace e misericordia sono inseparabili tra loro Inizio anno buddhista s. Annibale s. Lamberto La solidarietà costituisce un lievito di speranza Il cristiano è chi permette a Dio di rivestirlo della sua bontà Signore Gesù Cristo, il tuo sguardo pieno di amore fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicurò il paradiso al ladrone pentito. Preghiera missionaria I piccoli agricoltori ricevano il giusto compenso della misericordia per il loro prezioso lavoro. I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 7 2016 MAGGIO Opera di misericordia: dare alle donne la giusta dignità e il necessario ruolo sociale Le donne africane, con i loro colori, sfilano nelle strade per manifestare contro violenze e soprusi (foto G. Dovigo / Archivio MS) 1D 2L 3M 4M 5G 6V 7S 8D 9L 10 M 11 M 12 G 13 V 14 S 15 D 16 L Pasqua ortodossa Giornata del lavoro 6a di Pasqua Gesù: Se uno mi ama osserva la mia parola s. Atanasio Lasciamo che il perdono sprigioni la sua forza ss. Filippo e Giacomo s. Gottardo Lasciamo che il perdono faccia cadere muri Condividere vuol dire farsi prossimo a tutti gli esseri umani s. Irene Abbiate sempre cura di incontrare l’altro s. Giuditta Portiamo avanti la battaglia della fede, con umiltà e misericordia s. Flavia Domitilla Abbiamo bisogno di contemplare il mistero della misericordia Festa della mamma Ascensione Alzate le mani, li bendedisse; essi si prostrarono Giornata Europa unita s. Gregorio Misericordia è fonte di gioia, serenità e pace s. Antonino Misericordia è condizione della nostra salvezza s. Fabio s. Pancrazio Misericordia rivela il mistero della Trinità Misericordia è l’atto supremo con cui Dio ci viene incontro 5 Madonna di Fatima s. Mattia La misericordia è nel cuore di ogni persona Misericordia è la via che unisce Dio e l’uomo Giornata internazionale delle famiglie Pentecoste s. Ubaldo Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli 17 M 18 M 19 G 20 V 21 S 22 D 23 L 24 M 25 M 26 G 27 V 28 S 29 D 30 L 31 M Ascensione La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato s. Giovanni I Nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona s. Celestino V Chi entra dalla porta della misericordia, sperimenta l’amore di Dio s. Bernardino Il Signore effonde misericordia come la rugiada del mattino 6 s. Cristoforo Desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia Santissima Trinità s. Desiderio Lo Spirito vi guiderà a tutta la verità A tutti possa giungere il balsamo della misericordia s. Maria Ausiliat. Dio usa misericordia e in questo si manifesta la sua onnipotenza Giornata dell’Africa s. Urbano La misericordia divina non è un segno di debolezza s. Filippo Neri “Paziente e misericordioso” è il binomio dell’Antica Alleanza s. Agostino di Canter. Anche l’islam dice che il Creatore è “misericordioso e clemente” s. Emilio I salmi fanno emergere la grandezza dell’agire divino 7 Corpus Domini s. Felice Fede: vedere, cercare e amare Dio in tutti La misericordia di Dio non è idea astratta, ma realtà concreta Visitazione B.V.M Il ritornello della nostra preghiera: “Eterna è la sua misericordia” Signore Gesù Cristo, fa’ che ognuno di noi ascolti la parola che dicesti alla samaritana: La misericordia apre il cuore alla speranza di essere amati Se tu conoscessi il dono di Dio! Preghiera missionaria Le donne siano onorate e rispettate, e sia della misericordia valorizzato il loro contributo sociale. I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 2016 GIUGNO Opera di misericordia: aiutare i senza tetto ad avere una casa per la propria famiglia Progetto di edilizia popolare per i senza tetto nella missione di Turiaçu, in Amazzonia (foto F. Rota Martir / Archivio MS) 1M 2G 3V 4S 5D 6L 7M 8M 9G 10 V 11 S 12 D 13 L 14 M 15 M 16 G s. Giustino I prodigi di Gesù sono all’insegna della misericordia Anniversario della Repubblica ss. Marcellino e Pietro Sacro Cuore di Gesù Tutto in Lui parla di misericordia Nulla in Lui è privo di compassione Giornata dell’infanzia s. Francesco Caracciolo Ciò che muoveva Gesù non era altro che la misericordia Giornata dell’ambiente 10a tempo ordinario Gesù: Ragazzo, dico a te, alzati! Ramadan islamico s. Norberto Con la misericordia Gesù leggeva nel cuore s. Roberto Con la misericordia Gesù rispondeva al bisogno più vero s. Medardo Gesù rivela la natura di Dio come quella di un Padre s. Efrem La misericordia è la forza che tutto vince… s. Zaccaria La misericordia riempie il cuore di amore s. Barnaba La misericordia consola con il perdono Giornata contro lavoro minorile 11a tempo ordinario s. Antonio da Padova s. Eliseo s. Germana s. Aureliano 5 Gesù: Ho da dirti qualcosa La misericordia diventa criterio per capire chi sono i figli di Dio Siamo chiamati a vivere di misericordia 17 V 18 S 19 D 20 L 21 M 22 M 23 G 24 V 25 S 26 D 27 L 28 M 29 M 30 G s. Ranieri Il perdono è un imperativo da cui non possiamo prescindere s. Gregorio Barbarigo 12a tempo ordinario Come sembra difficile tante volte perdonare! Gesù: Voi, chi dite che io sia? Giornata del rifugiato Madonna Consolata Con il perdono raggiungiamo la serenità del cuore s. Luigi Gonzaga Evitare rabbia, violenza e vendetta è necessario per vivere felici s. Paolino da Nola s. Giuseppe Cafasso Natività del Battista s. Guglielmo La misericordia è un ideale di vita La misericordia è criterio di credibilità per la fede Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia La misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi Giornata per le vittime di tortura 13a tempo ordinario Gesù: Tu va’ e annuncia il regno di Dio 7 s. Cirillo Come è misericordioso Lui, così dobbiamo esserlo noi s. Ireneo L’architrave della chiesa è la misericordia ss. Pietro e Paolo La testimonianza della chiesa non può essere priva di misericordia Protomartiri di Roma La credibilità della chiesa passa per l’amore misericordioso A noi per primi è stata usata misericordia Il perdono è l’espressione più evidente dell’amore misericordioso Preghiera missionaria della misericordia I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 6 Signore Gesù Cristo, tu sei il volto visibile del Padre, che manifesta la sua onnipotenza con il perdono e la misericordia. Anziani, emarginati e persone sole trovino opportunità di incontro e di solidarietà. 2016 LUGLIO Opera di misericordia: consolare gli afflitti, aiutandoli a portare la loro croce In Camerun, l’anziano capo della tribù Gizey è costretto all’isolamento sociale (foto A. Melis / Archivio MS) 1V 2S 3D 4L 5M 6M 7G 8V 9S 10 D 11 L 12 M 13 M 14 G 15 V 16 S s. Ester Per tanto tempo abbiamo dimenticato di vivere la misericordia s. Urbano L’esperienza del perdono si fa sempre più diradata 14a tempo ordinario La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai s. Elisabetta di Portog. Senza perdono rimane solo una vita infeconda e sterile s. Antonio M. Zaccaria È giunto il tempo dell’annuncio gioioso del perdono s. Maria Goretti È il tempo del ritorno all’essenziale Aid al Fitr islamico s. Claudio Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova ss. Aquila e Priscilla s. Fabrizio Il perdono infonde coraggio per guardare al futuro con speranza La mentalità contemporanea sembra opporsi al Dio di misericordia 15a tempo ordinario s. Benedetto Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna? Oggi è emarginata dalla vita l’idea di misericordia 5 s. Fortunato Il concetto di misericordia sembra porre a disagio l’uomo s. Enrico La misericordia è dettata dall’amore verso l’uomo s. Camillo de Lellis La chiesa vive una vita autentica quando proclama la misericordia s. Bonaventura La chiesa vive una vita autentica quando avvicina alla misericordia 17 D 18 L 19 M 20 M 21 G 22 V 23 S 24 D 25 L 26 M 27 M 28 G 29 V 30 S 31 D Vergine del Carmelo La chiesa ha la missione di annunciare la misericordia Preghiera missionaria della misericordia I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 16a tempo ordinario Maria, seduta ai piedi del Signore, lo ascoltava Giornata per Nelson Mandela s. Federico La chiesa testimoni in prima persona la misericordia 6 s. Giusta Linguaggio e gesti della chiesa devono trasmettere misericordia s . Margherita La misericordia penetra nel cuore delle persone s. Daniele La misericordia fa ritrovare la strada per tornare al Padre s. Maria Maddalena Dove c’è la chiesa, deve essere evidente la misericordia s. Brigida Dove ci sono i cristiani, chiunque deve trovare un’oasi di misericordia 17a tempo ordinario s. Giacomo Signore, insegnaci a pregare Per essere capaci di misericordia dobbiamo ascoltare la Parola di Dio Inizio GMG, Cracovia ss. Gioacchino e Anna Gesù chiede di perdonare e di donare 7 s. Liliana Non giudicare significa cogliere ciò che di buono c’è in ognuno ss. Nazario e Celso Misericordiosi come il Padre è il “motto” dell’anno santo s. Marta s. Pietro Crisol. Nella misericordia abbiamo la prova di come Dio ama L’aiuto che invochiamo è il primo passo della misericordia di Dio 1976 Martirio p. Alberto Pierobon, Brasile 18a tempo ordinario Fine GMG, Cracovia La vita non dipende da ciò che si possiede Signore Gesù Cristo, fa’ che la chiesa sia nel mondo il volto visibile di te, risorto nella gloria. Vengano rispettati i popoli indigeni, minacciati nella loro identità ed esistenza. 2016 AGOSTO Opera di misericordia: sostenere i senza-terra nel diritto a possederla e a coltivarla I popoli indio del Brasile sono privati dei diritti alla casa e alla terra da violenti usurpatori (foto D. Pelizzari / Archivio MS) 1L 2M 3M 4G 5V 6S 7D 8L 9M 10 M 11 G 12 V 13 S 14 D 15 L 16 M s. Alfonso de’ Liguori Apriamo il cuore a chi vive nelle periferie esistenziali s. Eusebio La chiesa lenisca le ferite con consolazione, misericordia e solidarietà s. Lidia Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo s. Giovanni Vianney Insieme possiamo spezzare la barriera dell’indifferenza Olimpiadi Rio de Janeiro Dedic. S. Maria Maggiore Trasfigurazione Non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale 19a tempo ordinario s. Domenico Riscopriamo le opere di misericordia corporale Gesù: Siate pronti, con le lampade accese L’anno santo porta con sé la ricchezza della missione di Gesù Giornata popolazioni indigene s. Romano Poniamo di nuovo al centro il sacramento della riconciliazione 5 s. Lorenzo s. Chiara La riconciliazione permette di toccare con mano la misericordia La riconciliazione sarà per ognuno fonte di vera pace interiore Giornata internaz. gioventù s. Ercolano I confessori siano un vero segno della misericordia del Padre ss. Ippolito e Ponziano 20a tempo ordinario Assunta s. Rocco Non ci si improvvisa confessori Gesù: Sono venuto a gettare fuoco sulla terra La Madre del Risorto è entrata nel santuario della misericordia 17 M 18 G 19 V 20 S 21 D 22 L 23 M 24 M 25 G 26 V 27 S 28 D 29 L 30 M 31 M s. Giacinto Ogni confessore accoglierà i fedeli come il padre con figliol prodigo 6 s. Elena I confessori siano il segno del primato della misericordia + p. Mario Minuti, Parma s. Giovanni Eudes Tutti sono chiamati a cogliere l’appello alla misericordia 1980 Celestina Bottego, fondatrice delle saveriane s. Bernardo I missionari sono segno di come il Padre accoglle chi cerca perdono 21a tempo ordinario B. V. Maria Regina Gesù: Sforzatevi di entrare per la porta stretta I missionari siano annunciatori della gioia del perdono Memoria della schiavitù s. Rosa da Lima La parola del perdono possa giungere a tutti s. Bartolomeo La chiamata a sperimentare la misericordia non lasci nessuno indifferente 7 s. Giuseppe Calasanzio Dio non si stanca di ascoltare, così come vescovi e sacerdoti s. Alessandro s. Monica Giustizia e misericordia sono due dimensioni di un’unica realtà Giustizia e misericordia raggiungono l’apice nella pienezza dell’amore 22a tempo ordinario Offrì una cena ai poveri che non possono ricambiare Martirio del Battista A ciascuno deve essere dato ciò che gli è dovuto s. Tecla Giustizia è un abbandonarsi fiducioso alla volontà di Dio s. Aristide Gesù punta a mostrare il grande dono della misericordia Signore Gesù Cristo, hai voluto che i tuoi ministri fossero rivestiti di debolezza, per sentire Facciamoci noi per primi penitenti in cerca di perdono compassione per chi è nell’errore. Preghiera missionaria Lo sport sia un’opportunità di incontro fraterno della misericordia tra i popoli, per la pace nel mondo. I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 2016 SETTEMBRE Opera di misericordia: costruire ponti di pace e denunciare la disonestà La festa dei popoli di Desio, ogni anno, è un’occasione di incontro, scambio e preghiera universale (foto Archivio MS) 1G 2V 3S 4D 5L 6M 7M 8G 9V 10 S 11 D 12 L 13 M 14 M 15 G 16 V Salvaguardia creato s. Egidio Misericordia ricerca i peccatori per offrire loro perdono e salvezza s. Elpidio Gesù ha affermato il primato della misericordia s. Gregorio Magno 23a tempo ordinario b. Teresa Calcutta La misericordia è un fondamento della missione di Gesù Il discepolo ama Gesù più della propria vita È la fede in Gesù che salva, non l’osservanza della legge s. Petronio La giustizia di Dio è il suo perdono 2014 Martirio sr. Pulici, sr. Raschietti e sr. Boggian, Burundi s. Regina La misericordia non è contraria alla giustizia GIORNATA DELL’ALFABETIZZAZIONE Natività di Maria La misericordia esprime il comportamento di Dio verso il peccatore 5 s. Pietro Claver La misericordia offre una possibilità per convertirsi e credere s. Nicola da Tolentino L’ira di Dio dura un istante, la sua misericordia in eterno 24a tempo ordinario Nome di Maria C’è gioia in cielo per un peccatore che si converte Se Dio si fermasse alla giustizia, non sarebbe Dio s. Giovanni Crisostomo Appellarsi solo alla giustizia rischia di distruggerla Esaltaz. santa Croce Maria Addolorata Dio va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono 17 S 18 D 19 L 20 M 21 M 22 G 23 V 24 S 25 D 26 L 27 M 28 M 29 G 30 V s. Roberto Bellarmino 25a tempo ordinario s. Gennaro Dio non rifiuta la giustizia, la ingloba e la supera Non potete servire Dio e la ricchezza L’amore è a fondamento di una vera giustizia ss. Andrea Kim e c. La giustizia di Dio è la misericordia concessa a tutti s. Matteo La croce di Cristo ci offre la certezza della vita nuova s. Maurizio Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini 7 s. Pio da Pietrelcina s. Pacifico Dio è sempre disponibile al perdono Dio offre il perdono in maniera nuova e inaspettata 26a tempo ordinario Un povero stava alla porta del ricco... ss. Cosma e Damiano Nella riconciliazione Dio perdona i peccati e li cancella s. Vincenzo de’ Paoli La misericordia di Dio è più forte del peccato Anniversario nascita Confucio s. Venceslao La misericordia abilita ad agire con carità 1995 Martirio p. Marchiol, p. Maule e Gubert, Burundi ss. Arcangeli s. Girolamo La misericordia fa crescere nell’amore Vivere l’indulgenza significa accostarsi alla misericordia del Padre La giustizia non è il fine, ma l’inizio della conversione 6 ss. Cornelio e Cipriano Nella conversione si sperimenta la tenerezza del perdono Preghiera missionaria della misericordia I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia Signore Gesù Cristo, fa’ che chiunque si accosti a un tuo sacerdote si senta atteso, amato e perdonato da Dio. Ciascuno contribuisca al bene comune, edificando una società che rispetti la persona. 2016 OTTOBRE Opera di misericordia: visitare i malati e gli anziani, specialmente i più abbandonati P. Girolamo Pistoni porta aiuti e conforto alle famiglie in isolamento per l’ebola che ha devastato la Sierra Leone (foto Archivio MS) 1S 2D 3L 4M 5M 6G 7V 8S 9D 10 L 11 M 12 M 13 G 14 V 15 S 16 D s. Teresina Il perdono di Dio si estende su tutta la vita del credente PREGHIERA Festa dei nonni 27a tempo ordinario Signore, accresci in noi la fede! Capodanno islamico 1437 s. Edmondo di Scozia Indulgenza è sperimentare la santità della chiesa 7 s. Francesco d’Assisi s. Placido La misericordia va oltre i confini della chiesa Nessuno può limitare la misericordia divina s. Bruno Le porte della misericordia sono sempre aperte s. Maria del rosario s. Pelagia L’anno giubilare ci renda più aperti al dialogo L’anno giubilare serva per meglio conoscerci e comprenderci SACRIFICIO 28a tempo ordinario Gesù: Alzati e va’, la tua fede ti ha salvato Giornata contro pena di morte s. Daniele Comboni s. Giovanni XXIII s. Serafino L’anno giubilare elimini chiusura e disprezzo L’anno giubilare espella ogni violenza e discriminazione Nella vita di Maria tutto è stato plasmato dalla misericordia s. Romolo La Madre del Risorto è entrata nel santuario della misericordia 1974 Martirio p. V. Cobbe, Bangladesh s. Callisto I Maria attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini s. Teresa d’Avila Maria non si stanchi mai di rivolgerci i suoi occhi misericordiosi 17 L 18 M 19 M 20 G 21 V 22 S 23 D 24 L 25 M 26 M 27 G 28 V 29 S 30 D 31 L s. Ignazio d’Ant. Maria ci renda degni di contemplare il volto della misericordia s. Luca Viviamo nella vita di ogni giorno la misericordia s. Laura In questo giubileo lasciamoci sorprendere da Dio 5 s. Maria Bertilla s. Orsola Per la chiesa annunciare la misericordia è un’urgenza Il primo compito della chiesa è introdurre nella misericordia s. Giovanni Paolo II La chiesa vive la misericordia come centro della rivelazione GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 30a tempo ordinario SOLIDARIETÀ Gesù: Chi si umilia, sarà esaltato Giornata Nazioni Unite s. Antonio M. Claret La fonte della misericordia non potrà mai esaurirsi s. Crispino Dal cuore della Trinità scorre il grande fiume della misericordia s. Evaristo Quando avremo bisogno, potremo accedere alla misericordia Dialogo cristiano-islamico s. Fiorenzo ss. Simone e Giuda s. Ermelinda La misericordia di Dio è senza fine È imperscrutabile il mistero della misericordia È inesauribile la ricchezza che proviene dalla misericordia RINGRAZIAMENTO 31a tempo ordinario Gesù: Oggi devo fermarmi a casa tua! + p. Elio Cosma, Vicenza s. Lucilla Non stanchiamoci mai di offrire misericordia VOCAZIONE 29a tempo ordinario È necessario pregare sempre, senza stancarsi mai Preghiera missionaria della misericordia I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia 6 Signore Gesù Cristo, manda il tuo Spirito perché il giubileo della Miserciordia sia un anno di grazia per tutti. Si rinnovi in tutte le comunità cristiane la gioia e la responsabilità di annunciare il vangelo. 2016 NOVEMBRE Opera di misericordia: testimoniare il vangelo della speranza a poveri ed esclusi Padre Andrea Facchetti annuncia il vangelo all’ombra di un albero, al confine tra Mozambico e Malawi (foto Archivio MS) 1M 2M 3G 4V 5S 6D 7L 8M 9M 10 G 11 V 12 S 13 D 14 L 15 M 16 M Tutti i Santi I santi sono eloquente testimonianza della nostra fede Fedeli Defunti Santi e beati hanno fatto della misericordia la loro missione s. Martino di Porres La chiesa si faccia voce di ogni uomo e ogni donna s. Carlo Borromeo Questo è il tempo di rimanere vigili s. Guido Conforti Risvegliamo in noi la capacità di guardare all’essenziale 32a tempo ordinario Gesù: Dio è dei viventi, perché tutti vivono con lui 5 s. Ernesto Sono tanti i segni di tenerezza che Dio offre al mondo s. Goffredo Il giubileo fa percepire il calore dell’amore di Dio Giornata contro antisemitismo s. Oreste Il giubileo ci renda trasformati dalla sua misericordia s. Leone Magno Diventiamo anche noi testimoni di misericordia s. Martino s. Giosafat Questo è il tempo della misericordia Offriamo a tutti la via del perdono e della riconciliazione Ringraziam. per frutti della terra 33a tempo ordinario + p. Piergiorgio Venturini, Parma 2014 Con la vostra perserveranza salverete la vostra vita 6 s. Giocondo Tanti sono in attesa di toccare i segni della vicinanza di Dio 17 G 18 V 19 S 20 D 21 L 22 M 23 M 24 G 25 V 26 S 27 D 28 L 29 M 30 M s. Elisab. d’Ungheria La malvagità umana apre vuoti di amore, di bene, di vita Basiliche Pietro e Paolo Solo Dio colma i vuoti aperti dal male nei cuori e nella storia s. Fausto Gesù colma l’abisso del peccato con l’abisso della misericordia Giornata dell’infanzia Conclusione Giubileo Cristo Re Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno 7 Present. B.V. Maria Il mondo si cambia a partire dalla conversione del cuore s. Cecilia Camminiamo mano nella mano con nostro Signore s. Clemente s. Andrea Dung-Lac La Divina Misericordia supera ogni limite umano La Divina Misericordia risplende nel male e nel peccato Giornata contro violenza sulle donne s. Caterina d’Alessandria s. Corrado 1a di Avvento (A) Teniamo lo sguardo rivolto a Gesù Gesù ci cerca, aspetta, perdona Cerca di capire: se sapessi a che ora viene il ladro... 1964 Martirio di p. G. Didoné, p. L. Carrara e fr. V. Faccin, Congo RD s. Caterina Labouré Gesù non si spaventa delle nostre miserie s. Saturnino s. Andrea Misericordia… È il meglio che possiamo sentire La misericordia cambia il mondo + p. Giancarlo Coruzzi, Parma 2014 s. Alberto Viviamo il giubileo con una testimonianza fedele e feconda s. Margher. di Scozia Quelle di Gesù sono piaghe di misericordia Preghiera missionaria della misericordia I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia Signore Gesù Cristo, la tua chiesa possa portare, con rinnovato entusiasmo, il lieto messaggio ai poveri. I Paesi che accolgono profughi e rifugiati siano sostenuti nel loro impegno di solidarietà. 2016 DICEMBRE Opera di misericordia: accogliere e accompagnare i bambini di strada Padre Giovanni Gargano con gli amici bambini di strada, lungo la ferrovia di Dhaka, in Bangladesh (foto Archivio MS) 1G 2V 3S 4D 5L 6M 7M 8G 9V 10 S 11 D 12 L 13 M 14 M 15 G 16 V Giornata Aids s. Eligio I laici portino la misericordia nei diversi ambienti sociali… avanti! Giornata per abolizione schiavitù s. Bibiana È bello sentire la misericordia GIORNATA MISSIONARIA SACERDOTI s. Francesco Saverio 2a di Avvento Misericordia è una parola che cambia tutto Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! s. Ada La misericordia cambia il mondo s. Nicola La misericordia è il meglio che possiamo sentire 5 s. Ambrogio Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo Immacolata Concez. Maria ha custodito nel suo cuore la divina misericordia s. Siro La misericordia rende il mondo più giusto Giornata dei diritti umani Vergine di Loreto 3a di Avvento Dobbiamo capire bene questa misericordia di Dio Beato colui che non trova in me motivo di scandalo! Madonna di Guadal. Dobbiamo conoscere questo Padre che ha tanta pazienza s. Lucia Parrocchie e comunità diventino isole di misericordia 6 s. Giovanni della croce La parabola del Padre misericordioso dà sempre speranza s. Cristina Gesù ci mostra la pazienza misericordiosa di Dio 17 S 18 D 19 L 20 M 21 M 22 G 23 V 24 S 25 D 26 L 27 M 28 M 29 G 30 V 31 S 16-24 Novena di Natale s. Adelaide La pazienza misericordiosa di Dio fa ritrovare Gesù Preghiera missionaria della misericordia I messaggi del giorno sono di papa Francesco da incontri e omelie; la domenica, sono della liturgia s. Lazzaro La misericordia divina è una luce di amore e tenerezza Giornata del migrante 4a di Avvento Gesù salverà il suo popolo dai suoi peccati s. Dario di Nicea Misericordia è la carezza di Dio s. Liberato La misericordia si posa sulle ferite dei nostri peccati 7 s. Pietro Canisio La misericordia è difficile da capire s. Francesca Cabrini La misericordia è il modo in cui perdona Dio s. Giovanni da Kety Con la misericordia il peccato è messo da parte ss. Irma e Adele La misericordia di Dio è una grande luce d’amore Natale del Signore Oggi è nato per voi un Salvatore: Cristo Signore s. Stefano Abbiamo la sorte di credere e ripetiamo: credo e adoro s. Giovanni apostolo La misericordia di Dio è tenerezza! ss. Innocenti martiri È grande la misericordia di Gesù! s. Tommaso Becket Santa famiglia s. Silvestro La misericordia ci perdona accarezzandoci! La misericordia si estende di generazione in generazione Anche l’islam dice che il Creatore è “misericordioso e clemente” Signore Gesù Cristo, la tua chiesa possa proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà. Sia eliminata in ogni parte del mondo la piaga dei bambini soldato.