1) 2) 3) 4) 5) 6 7) 8) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse: € 7 Distintivi dorati: piccoli: € 3, medi: € 3,50 grandi: € 4 Portachiavi: smaltato: € 7,50 Orologio: € 30 Crest grande: € 25 Labaretto: € 10 Emblema Araldico: € 20 Cartolina: € 0,30, cartoncino doppio: € 0,50, busta: € 0,10 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) Fermacarte in onice: € 9,50 Posacenere: € 9 Attestato di Benemerenza: € 20 Cravatta: lana: € 12 seta: € 15 Foulards in seta: € 28 Mug.: € 7,00 Fermacarte peltro: € 23,00 Bustina: € 35,00 Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza Nazionale dell’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale. PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALORE MILITARE ANNO XLIX - N. 2 - MAR./APR. 2010 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma INIZIATIVA DELLA CASA EDITRICE UTET A FAVORE DEL PERSONALE DELLA DIFESA IN SERVIZIO E IN QUIESCENZA Si rende noto, per la più ampia diffusione fra tutti i soci appartenenti alle Associazioni Combattentistiche e d'Arma in indirizzo, che gli Stati Maggiore della Difesa, dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica ed il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri hanno realizzato con la casa Editrice UTET la Grande Opera "Difesa e Forze Armate". Nell'ambito della convenzione sottoscritta con UTET è previsto uno sconto del 25% a tutti gli appartenenti alle Forze Armate in servizio ed in quiescenza. Per tutti coloro che stabiliranno un contatto con la rete vendita per la presentazione dell' opera al: Numero Verde 800923913 dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 18.30 e sul Sito http:/araldica.utetcultura.it sarà consegnata in omaggio, senza alcun impegno di acquisto, la Raccolta "L'Araldica Militare" contenente stampe pregiate degli emblemi delle Forze Armate e dello Stato Maggiore della Difesa. * * * DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO Come ormai di consueto è consentito destinare il "5 per mille" dell'IRPEF a sostegno delle attività delll'Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, come Associazione riconosciuta che opera nei settori di cui all'art.10, comma 1, lettera a, del D.Lgs. n.460/97. Pertanto, sia con il Mod. UNICO che con il 730 è possibile compiere tale scelta e vi invitiamo ad utilizzare questo strumento per sostenere gli impegni che il nostro Istituto si è assunto per diffondere, in particolare nelle giovani generazioni, il rispetto e l'amore per la Patria e la conoscenza dei doveri verso questa; assistere gli iscritti e salvaguardare gli interessi morali e materiali della categoria; mantenere vivi i contatti con le Forze Armate e con le Associazioni Combattentistiche e d'Arma. La scelta si può esprimere apponendo, nell'apposito spazio, la propria firma ed inserendo il Codice Fiscale dell'Istituto 80226830588 e non comporta alcun onere a carico del contribuente. * * * NUMERO SPECIALE PER IL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA Il n.° 1-2011 (gen. feb.) de “Il Nastro Azzurro” sarà costituito da uno speciale dedicato interamente al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Trattandosi di una pubblicazione particolarmente significativa per i valori e gli ideali propugnati dal nostro Istituto, le Federazioni potranno proficuamente utilizzarne copie anche a scopi promozionali. Si richiede pertanto ai presidenti che fossero intenzionati a procedere come indicato, di voler prenotare al più presto il numero di copie richiesto, affinché sia possibile conoscere per tempo l’esatta tiratura della rivista da produrre. Le copie aggiuntive saranno disponibili al prezzo di 5 Euro l’una, comprese le spese postali. • Comunicazioni Pag. • Tre ricorrenze di questo periodo “” • Lettere al Direttore “” • Volti nuovi alla Presidenza Nazionale “” • Il Museo storico del Nastro Azzurrro “” • Cambi al vertice della Difesa “” • Prima riunione della G.E.C. nel 2010 “” • Mentana ricorda i Caduti “” • Cartolina celebrativa in memoria del Generale Antonio Cantore “” • Enti e città Decorati al VM: provincia di Arezzo “” • La giornata della Memoria “” • Il giorno del Ricordo “” • Medaglie d’Oro Eccellenti: Cap. Oreste Salomone “” • Detto fra noi “” • Elenco delle Federazioni Provinciali “” • Notizie in Azzurro “” • La storia e la memoria: un eroe della terra di Bari “” • Ricordi della campagna di Grecia “” • Il Liceo Ginnasio italiano di Zara “” • Il “Ruggiero di Lauria”: da corazzata a deposito di carburante “” • Anche quest’anno “Terra sognata” organizza viaggi a prezzi scontati per gli “Azzurri” “” • Azzurri che si fanno onore “” • Cronache delle Federazioni “” • Potenziamento giornale “” • Consigli Direttivi “” • Recensioni “” • Oggettistica del Nastro Azzurro “” 2 3 4 6 10 12 12 14 14 16 18 19 20 22 23 27 28 32 34 36 38 39 40 46 46 47 48 In copertina: 27 gennaio e 10 febbraio: le giornate che riscattano l’umanità mai più genocidi “IL NASTRO AZZURRO” Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 (La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale dell’Istituto - Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Giorgio Zanardi, Antonio Teja, Francesco Maria Atanasio, Graziano Maron, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Federico Vido - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante - Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: marzo 2010 Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122 - C.F. 80226830588 Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre. Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana IL NASTRO AZZURRO TRE RICORRENZE DI QUESTO PERIODO do durante una visita alla frontiera orientale con la Scuola di Applicazione, un mio collega di Trieste ci portò, quasi di nascosto, a visitare la Foiba di Basovizza. Allora era un argomento vietato, da tenere nascosto. Oggi, che da alcuni anni siamo in grado di conoscere molti documenti dell'epoca, sappiamo chi era favorevole a certi metodi "democratici", nella folle idea di instaurare in quella parte d'Italia la stessa ideologia politica della Jugoslavia. C arissimi Azzurri, voglio ricordare tre ricorrenze che cadono in questo periodo dell'anno e che si riferiscono tutte allo stesso periodo storico. 26 gennaio 1945: le truppe sovietiche entrano nel campo di sterminio di Auschwitz. "Al mattino uscivamo fuori dalla baracca, in fila; dietro di noi c'era un militare SS che ci divideva: alcuni dovevano andare a destra, altri a sinistra. Quelli a sinistra erano messi a morte poco dopo, quelli a destra andavano a lavorare … i condannati a morte venivano indirizzati verso le camere a gas per essere eliminati. Il lavoro nella fabbrica di Breslao si svolgeva in due turni … la distanza fra il campo e la fabbrica era di circa un chilometro e lo percorrevamo … facendo sempre lo stesso percorso … incontravamo diverse botteghe fra cui una di maniscalco … capitava di poter raccogliere dei frammenti di unghia o di callo di cavallo … quando qualcuno riusciva a prendere un pezzetto di unghia … si succhiava avidamente fino a consumarlo. Dopo essere stati allineati per lungo tempo si presentò un ufficiale SS e ci passò in rivista … cominciò a contare i gruppi di cinque, al quinto gruppo i cinque uomini che lo componevano venivano fatti uscire … quelli che dovevano morire furono fatti denudare davanti a noi ... furono portati dietro il grande deposito … fui messo sulla bilancia e l'ago riuscì a malapena a superare i trenta chili compresi i pantaloni." Sono alcuni brani delle memorie che l'Azzurro Mauro Betti, radiotelegrafista della Marina Militare, ha voluto raccogliere in un piccolo diario "Buio e luce" per raccontare quanto aveva visto e subito nei campi di sterminio di GrosseRosen, Flossemburg e Buchenwald. È una cruda testimonianza ed il modo più giusto per ricordare tutti quegli Italiani deportati in Germania dopo l'armistizio dell'8 settembre per non aver aderito alla Repubblica Sociale o per la loro fede ebraica, ed in particolare per non dimenticare tutti coloro che non hanno avuto la fortuna e la forza di tornare in Patria. 25 Aprile Sono trascorsi oltre 60 anni da quel giorno di primavera del 1945. Dopo l'8 settembre, che segnò lo sfascio delle istituzioni, una larga parte di Italiani si ritrovò accumunata in comportamenti, diversi nelle modalità dell'impegno, ma convergenti nella condivisione dei valori e nella finalità di ridare alla Patria dignità, libertà, unità. La Patria non morì perché il popolo italiano non volle che morisse, perché ciò venne impedito dalla passione civile e dall'azione di tanti cittadini che vissero la Resistenza nelle sue diverse manifestazioni: dai militari di Porta San Paolo e di Cefalonia, da tutti coloro che non vollero cedere le armi, e poi dai partigiani, dai prigionieri dei campi di concentramento, da chi si rifiutò di collaborare. Furono mesi molto difficili per la nostra Italia, che divenne teatro di una vera e propria guerra civile, fratricida. Uno scontro senza esclusione di colpi tra Corpo Italiano di Liberazione, forze partigiane, Anglo-Americani da una parte, forze della Repubblica Sociale e Tedeschi dall'altra. Mignano Montelungo, Boves, Marzabotto, le Foibe Carsiche, S.Anna di Stazzema, i bombardamenti aerei sulle nostre città, le vendette e i massacri perpetrati dai vincitori dopo la fine della guerra sono solo alcune tappe tragiche di quel periodo della nostra storia. Il contributo degli AngloAmericani fu determinante, come nel resto d'Europa, nella sconfitta delle forze nasci-fasciste, ma fu anche decisivo nell'impedire che il nostro paese divenisse il satellite di un altro regime totalitario: quello comunista dell'Unione Sovietica. Nella guerra di Liberazione tutti (da una parte e dall'altra) erano animati da un'idea di nazione, di Patria, da un ideale comune che, fosse pure il più errato (come certamente era quello degli aderenti alla R.S.I.), li portò spesso fino all'estremo sacrificio. Ognuno di essi aveva una madre o una moglie trepidante per la loro sorte. Riporto, senza svelarvi gli autori, le ultime lettere di due condannati a morte: due Ufficiali, uno partigiano e l'altro appartenente alla Repubblica Sociale. Erano in fazioni contrapposte, ma accumunati da fede e ideali, tutti rispettabili anche se non tutti comprensibili. "Mamma adoratissima, quando riceverai queste righe io sarò già in cielo, da cui ti proteggerò. Sono stato travolto dall’odio di parte e sono colpevole solo di aver amato la mia grande Italia. Non piangere mamma, te ne supplico. Un figlio perso così non è da piangersi, devi andare orgogliosa di me. Sappi mamma che non ho ucciso, non ho fatto uccidere. Quindi non è giusta la mia condanna. Fino a poco fa non sapevo ancora quale missione mi avesse affidato Dio. Ora lo so: morire per la Patria. Ed io affronto questo supremo momento in piena serenità, con animo tranquillo, da alpino, come sempre sono stato. Con tanto affetto vi bacio. Eternamente vostro Pierluigi." "Mamma adorata, quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere mamma, il mio sangue non si verserà invano e l’Italia sarà di nuovo grande. Addio mamma, muoio per l’Italia. Ci rivedremo nella gloria celeste. Viva l’Italia. Achille." Rivolgiamo il nostro commosso pensiero e rendiamo onore ai Caduti di tutte le guerre e di tutti i campi di battaglia senza alcuna distinzione di parte. Carlo Maria Magnani 10 Febbraio: “Giorno del Ricordo" Parigi 10 febbraio 1947: Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia e Francia le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale firmano un trattato di pace con la sconfitta Italia. Fu così sancito il passaggio delle Province di Pola, Fiume e Zara sotto la sovranità della ex Jugoslavia. La legge 92/2004 ha stabilito che il 10 febbraio sia il "Giorno del Ricordo", in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. La tragedia consumatasi in più riprese in quei territori, ovvero lo sterminio e la pulizia etnica degli italiani che si rifiutavano di sottomettersi alla dittatura comunista, rappresenta una chiave di interpretazione per mettere in luce l'esistenza di un piano comune d'azione tra i comunisti italiani e quelli titini per l'instaurazione della dittatura del proletariato nei rispettivi paesi e soprattutto consente di spiegare il criminoso silenzio politico e dei mezzi di comunicazione che ha coperto quegli avvenimenti per oltre mezzo secolo. Spesso mi sono chiesto com'è possibile che l'uccisione di oltre ventimila italiani possa essere passata sotto silenzio per più di 50 anni. Com'è possibile che questo numero di morti non sia diventato, come le Fosse Ardeatine, simbolo dell'Italia in guerra. Ho cominciato a chiedermelo nell'estate del 1972, quan- 3 IL NASTRO AZZURRO Caro Generale, rallegramenti per la Rivista, che è diventata bella e con un bel respiro storico. Grazie per lo spazio che riesce a dedicare alla nostra Federazione. È un atto dovuto non a me, ma ai nostri Soci, soprattutto per i nostri Azzurri "veri" che, nonostante l'età, vivono con gioia il legame che la sua Rivista riesce a consolidare. Lo sapeva che da quando ho assunto l'onore della Presidenza, la Federazione di Biella segue e aiuta finanziariamente la vedova di un Decorato (85 anni) e una coppia (lui 92 anni con Alzheimer, medaglia d'Argento e lei 89)? Per me è più importante questo che fare andare in giro il Labaro alle manifestazioni più strane. Con molta cordialtà, dottor Tomaso Vialardi di Sandigliano (Presidente della Federazione di Biella e Vercelli) Caro Presidente Vialardi, il dinamismo e l'operosa fattività con cui Lei sta dirigendo la Federazione di Biella e Vercelli sono ben noti alla Presidenza Nazionale. Il Nastro Azzurro ha uno scopo davvero arduo nella società odierna: diffondere e sostenere i valori dell'amor di Patria e dell'onore militare. Oggi non è facile compiere tale opera senza il rischio di essere quantomeno fraintesi, eppure Lei ci riesce; e anche molto bene. Complimenti! La Sua lettera era giunta in redazione per posta elettronica già da diversi mesi, ma solo adesso mi son sentito libero di pubblicarla e risponderLe, perché, quando il presidente di una delle Federazioni più attive e prestigiose del nostro Istituto esprime con parole così semplici ed amichevoli un elogio per la nostra attività, mi creda, ne siamo davvero onorati e, pur sentendo la doverosa esigenza di ringraziare, temiamo il rischio di guastare tutto con ciò che potrebbe sembrare solo uno stucchevole scambio di cortesi complimenti. Grazie ancora sinceramente e di cuore. Cercheremo di continuare a non deluderLa. Antonio Daniele Gentile Redazione "Nastro Azzurro" Sono la figlia del maggiore Manlio Agabiti, nato il 2 giugno 1917, Decorato di una Medaglia di Bronzo al V.M. e di due Croci di Guerra al V.M. Il 29 ottobre scorso il mio caro papà ha lasciato questa terra lasciando nel pianto la moglie, i figli e i nipoti che lo adoravano. È stato una persona retta, onesta, esemplare. Ha sempre tenuto fede agli ideali della Patria e dell'Onore. Aveva frequentato l'Accademia Militare di Torino da giovane; ufficiale di Artiglieria, ha partecipato alla seconda guerra mondiale in Africa e in Grecia. Fu Decorato sul campo di battaglia. Ha subito due anni di prigionia dai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Reso invalido da una malattia, ha dovuto dire addio a malincuore alla vita militare e dal 1958 è stato collocato a riposo, in congedo assoluto. Ha formato una famiglia con la moglie Mafalda e i figli Nera, Ennio, Silvia, Barbara e Giulio. È stato un padre mite ed affettuoso. Ci ha trasmesso i valori dell'educazione, della cultura e dell'integrità morale. Volevo ricordarlo in queste vostre belle pagine. Grazie. Barbara Agabiti Gentilissima signora Agabiti, riporto integralmente il ricordo di Suo padre dal quale traspare quanto importante sia per tutti noi l'esempio più delle parole. Un uomo integerrimo e ricco di sentimenti ha trasmesso valori puri e profondi che saranno sempre luminoso riferimento per i suoi familiari, amici e conoscenti. La ringrazio per l'opportunità che, con la Sua bella lettera, ha dato a tutti noi lettori de "Il Nastro Azzurro" di meditare sul significato profondo dell'amore per la famiglia e per la Patria e sul senso dell'onore che contraddistingueva gli italiani di una volta. Nella speranza che questi valori siano davvero eterni e tornino ad albergare negli animi degli italiani, la ringrazio di cuore. Antonio Daniele Egregio Direttore, ho letto attentamente il nostro bimestrale. Lo ritengo un inno al nostro Presidente (Zanardi, n.d.r.), uomo di spicco per il Suo passato, dote granitica per il Suo Amor Patrio e fedele al giuramento fino al suo scioglimento. Ha saputo assolvere tutti gli impegni nel passato e nel presente che ci lascia testimonianze che mi auguro che tutti sappiano comprendere. Condivido pienamente quanto scrive il Segretario Generale dell'Istituto del Nastro Azzurro in "Considerazioni e Soddisfazioni". Posso assicurarvi che vissuta vicina ad un vostro socio, ho potuto rinscontrare tutte le qualità "azzurre" e nella famiglia e nella società. Credo in questi valori che sono il sale della vita. Mi permetto accludere a questa mia la fotocopia di uno scritto di un ragazzo tredicenne che poi in Grecia fu abbattuto con il suo aereo (Medaglia d'Oro al V.M.). Il fratello maggiore mi aiuta a trovare aderenti per riaprire una Sezione a Fabriano e mi auguro di godere la vista del nostro lavoro nelle cerimonie ufficiali. Fra qualche giorno invierò la lista dei nomi al Segretario Generale e, vi prego, mandatemi istruzioni precise. La ringrazio dell'attenzione che darà alla lettera ed invio un cordiale saluto. Lucia Polidori Tema: La crociera transatlantica Dodici apparecchi italianissimi tenteranno sotto la guida intelligente e saggia di S.E. il ministro dell'Aeronautica Balbo, la trasvolata dell'Atlantico del sud, da Bolama a Porto Natal. Quale sarà l'esito del superbo volo il cui ardire stupisce tutto il mondo? Il volo degli italiani è uno, una la sicurezza: riusciranno! Riusciranno perché una fede indomita sostiene i cuori dei 4 IL NASTRO AZZURRO nostri bravi avieri, riusciranno per la magnifica efficienza dei motori nostri, dei nostri apparecchi che han fin dai primordi dominato per la robustezza e per la genialità di costruzione che rispecchia l'insuperabile senso latino di armonia e di solidità. Ora, intanto gli apparecchi già sono in volo e: Italia, Italia urlano i motori sulla sterminata distesa di mare, sulle tracce del volo di Ferrarin e del Prete, verso una scia di gloria che finì in un saldo trionfo, in un esempio di fede, in una serena apoteosi che commosse le nostre anime e quelle delle nostre madri. Domani, appena le aquile tricolori appariranno in lontananza sull'orizzonte, i fratelli dell'ala brasiliana muoveranno incontro, voleranno intorno agli apparecchi che hanno per stemma il Littorio e per piloti i figli della gran madre Latina, dell'Italia degna ancora, come per il passato, come per il presente, così e specialmente per l'avvenire, di tener testa al mondo in tutto quello per cui l'uomo potrà andare a testa alta anche di fronte a Dio. E domani, quando all'apparire dei nostri apparecchi i cannoni dei forti di Porto Natal tuoneranno e le sirene delle navi lacereranno l'aria in esultante confusione col rombar dei motori, i nostri piloti, con lo sguardo fisso sul cielo azzurro, che ricorderà loro quello della Patria, vedranno i seicentomila che diranno loro che il sangue sparso ha fertilizzato il suolo d'Italia da dove sono nati, nascono e nasceranno i più bei frutti del genio umano. Gentilissima signora Polidori, aggiungere un commento a quanto Lei ha inviato mi sembra quasi un sacrilegio. Credo che i sentimenti profondi e gli ideali manifestati da quel ragazzo tredicenne, che poi immolerà col massimo onore la sua vita nell'infernale crogiolo della guerra, possano essere di esempio e monito a tutti noi. Il Nastro Azzurro ha un compito importante: preservare e diffondere gli ideali di amor di Patria e onore militare nella società. Si tratta di un compito reso viepiù difficile da una società stanca, distratta, chiusa su problemi puramente materiali, incapace di vedere la bellezza e la profondità dei valori morali come guida e riferimento nelle decisioni della vita. La Sua lettera, inoltre, mette il dito su an’altra piaga dell’Italia moderna: l'ignoranza in cui abbiamo cresciuto (dico "abbiamo" in senso sociale) la nostra attuale gioventù. Il tema svolto da quel ragazzo d'altri tempi ci fa riflettere, oltre che nella sostanza del suo pensiero, tutto amore per una Patria bella e trionfante, anche per l'eccellente capacità di scrivere in italiano corretto, indulgendo persino a stilemi lievemente D’Annunziani, tipici del periodo. I giovani di oggi non sono in grado neppure di rispettare le più elementari regole grammaticali, figuriamoci se possono imprimere ai loro scrivere un qualsiasi stile ... e questo è male. La ringrazio per l'opportunità che ha dato a tutti noi di poter meditare su un confronto tra generazioni che ci pone qualche severo interrogativo sulla nostra effettiva capacità di adulti di essere stati in grado di trasmettere quegli ideali e quei valori sui quali si è basata, tanto per tornare alla Sua lettera, l'azione dell'intera vita del nostro Comandante Zanardi. Con l'occasione, le auguro tramite la nostra rivista di riuscire davvero a fondare la sezione di Fabriano con un nutrito numero di soci affinché anche nella sua bella città il Nastro Azzurro sia ancora più presente. Antonio Daniele PIETRO ANTONIO COLAZZO: UN EROE ITALIANO Ci sarebbe Lashkar-e-Taiba, il gruppo terroristico pachistano responsabile degli attacchi di Mumbai nel novembre del 2008, dietro l'attentato di venerdì 26 febbraio a Kabul costato la vita a 17 persone, tra cui Pietro Antonio Colazzo, 48 anni. Taciturno e di notevole spessore intellettuale, inviato a Kabul nel 2008, era un agente operativo dell'AISE, l’Agenzia Investigativa per la Sicurezza Esterna, accreditato come consigliere diplomatico presso la locale ambasciata d'Italia. Subito dopo l'attacco talebano è stato tra i primi a reagire e, mentre telefonava i particolari dell'attacco alla polizia afghana, veniva raggiunto dai colpi mortali sparati dai talebani. "Era un uomo coraggioso. Ci ha fornito informazioni precise grazie alle quali la polizia è stata in grado di portare al sicuro altri quattro italiani". Così il capo della polizia afghana seguito dallo stesso presidente Karzai - ha reso omaggio a Pietro Antonio Colazzo. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, mentre esprimeva il proprio riconoscimento al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, durante la sua visita al quartier generale dell'Alleanza il 2 marzo a Bruxelles, per il contributo italiano allo "sforzo comune in Afghanistan", gli ha porto le sue condoglianze per l'uccisione di Pietro Antonio Colazzo a Kabul. Piero Antonio Colazzo era sposato, separato, non aveva figli e aveva casa a Roma. Aveva già svolto missioni all'estero e conosceva molto bene uno dei dialetti dell'Afghanistan. Colazzo raggiungeva Galatina, il suo paese di origine, ogni volta che aveva periodi di vacanza. Da quando erano morti entrambi i genitori, aveva un legame molto forte con sua sorella Stefania, 42 anni, avvocato. Svolgeva il suo servizio con coraggio, ma anche con la normalità di chi semplicemente fa bene un mestiere difficile. Un uomo normale, che ha rischiato ed è morto per l'Italia. E come tale merita il giusto omaggio del paese. Finalmente, non si sente più parlare di trame oscure e servizi deviati, ma si è visto tra la gente solo la "normale" gratitudine e il "normale" riconoscimento per chi ha perso la vita svolgendo un servizio rischioso per il proprio paese. Si diffonde una nuova cultura consapevole della sicurezza. 5 IL NASTRO AZZURRO VOLTI NUOVI ALLA PRESIDENZA NAZIONALE Il Gen. B. (r) Dott. Carlo Maria Magnani, già Vice Presidente Nazionale, Vicario del Presidente Nazionale e Presidente della Federazione Provinciale di Brescia, è stato eletto Presidente Nazionale Il Gen. B. (r) Arnaldo Cassano, Commissario Straordinario della Federazione Provinciale di Milano, è stato riconfermato nell’incarico di Vice Presidente Nazionale ed è divenuto anche Vicario del Presidente Nazionale. Il M.llo Aiut. S.UPS CC. Cav. Uff. Angelo Di Natale, Commissario Straordinario per la costituzione delle Federazioni Provinciale di Perugia e Viterbo, è stato eletto Vice Presidente Nazionale Il Cav. Stefano Mangiavacchi, già Presidente della Federazione Provinciale di Arezzo, è stato eletto Vice Presidente Nazionale. 6 IL NASTRO AZZURRO Il Rag. Cav. Giorgio Bulgarelli, già Presidente della Federazione Provinciale di Bologna e ottimo organizzatore dell’ultimo Congresso Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro, è stato confermato Consigliere Nazionale L’Avv. Francecso Atanasio, già Presidente della Federazione Provinciale di Siracusa, è stato confermato nell’incarico di Consigliere Nazionale Il Cav. Mauro Betti, già Consigliere della Federazione di Livorno e Presidente della Sezione di Cecina, è stato confermato Consigliere Nazionale Il Comm. Biagio Rossi, già Presidente della Federazione Provinciale di Chieti, è stato confermato Consigliere Nazionale Il Dott. Giuseppe Vuxani, già Presidente della Federazione di Trieste, è stato confermato Consigliere Nazionale 7 IL NASTRO AZZURRO Il C. Amm. (r.o.) Guido Natale, già Presidente della Federazione Provinciale di Pescara, è stato confermato Consigliere Nazionale Il Gen. B. (r) Dott. Giuseppe Picca, già Presidente della Federazione Provinciale di Bari, è stato confermato Consigliere Nazionale Il Dott. Aldo Ferretti, già Presidente della Federazione Provinciale di Pordenone, è stato eletto Consigliere Nazionale Il Sovrintendente Brig. Ca. CC. Lorenzo Brunetti, Socio della Federazione di Foggia, è stato eletto Consigliere Nazionale Il Cav. Alberto Vido, già Presidente della Fedrazione Provinciale di Sondrio, è stato eletto Consigliere Nazionale Il Dott. Comm. Antonio Valeri, già Presidente della Federazione Provinciale di Roma, è stato eletto Consigliere Nazionale 8 IL NASTRO AZZURRO La Sig.ra Anna Trimarelli, già Commissario straordinario della Federazione Provinciale di Teramo, è stata eletta Consigliere Nazionale Il Cav. Renzo Pedigi, già Presidente della Federazione Provinciale di La Spezia, è stato eletto Consigliere Nazionale Il S.T.V. (cn) co. Cav. Uff. Francesco Mascellani, già Consigliere della Federazione di Ferrara, è stato eletto Consigliere Nazionale L’Ing. Camillo Pariset, già Presidente del Collegio Centrale dei Sindaci, è stato confermato nell’incarico Il Dott. Federico Vido, Commissario straordinario della Sezione Monza-Brianza, è stato eletto membro del Collegio Centrale dei Sindaci Il Geom. Graziano Maron, già Presidente della Federazione Provinciale di Rovigo, è stato eletto membro del Collegio Centrale dei Sindaci 9 IL NASTRO AZZURRO Il MUSEO STORICO DEL NASTRO AZZURRO N el 1943 un Decorato al Valor Militare di Salò, il Grande Ufficiale Luigi Ebranati, raccogliendo numerosi documenti e cimeli esistenti nella città, fondò il Museo Storico del Nastro Azzurro che ebbe la sua sede per molti anni nel Palazzo del Municipio. Quando nel 1980 si rese necessaria la disponibilità di tutti i locali del pur grande edificio, l'Amministrazione Comunale, nella persona della Dott.ssa Annamaria Salvo de Paoli, Vice Sindaco della città ed attuale Direttrice del Museo, non volendo privare la cittadinanza di una realizzazione così importante che negli anni si era ulteriormente arricchita, riuscì a reperire una sede prestigiosa nel Palazzo Fantoni, vera e propria Casa della Cultura cittadina, in quanto ospita anche l'Ateneo di Salò, dotata di oltre 25 mila volumi con manoscritti duecenteschi, codici ed incunaboli, nonché la Biblioteca Civica e la Civica Raccolta del Disegno. Il Museo, di proprietà della Sezione del Nastro Azzurro di Salò, fu da questa donato alla Federazione Provinciale di Brescia dell'Istituto e, con D.P.R. 511/81, è stato riconosciuto quale "Fondazione". Nel 1983 il Museo è stato rinnovato ed ordinato con nuovi criteri museali nel rigoroso rispetto della obiettività storica, per offrire ai visitatori un valido contributo allo studio della documentazione storica. Unico del suo genere in Italia, raccoglie e documenta 200 anni di storia gloriosa del Soldato italiano, da quando cioè furono istituite da Vittorio Amedeo III di Sardegna il "distintivo d'onore" per militari che avessero compiuto "azioni di segnalato valore in guerra". Mediante Bandiere, Labari, Uniformi, Decorazioni, armi e documenti il Museo testimonia gli ideali, gli eroismi, i sacrifici e l'alto senso del dovere verso la Patria del Combattente italiano. È articolato su quattro sale alle quali si accede attraverso un corridoio dove, in quattro grandi bacheche, sono custoditi i gonfaloni di Province e Comuni Decorati al Valor Militare. La prima sala abbraccia il periodo storico che inizia con l'epopea napoleonica e termina alla vigilia del primo conflitto mondiale. Tra i documenti più significativi vi è un manoscritto di Emilio Dandolo ed un libretto-diario del volontario garibaldino Giorgio Pirlo. Di particolare valore due uniformi garibaldine complete ed una teca contenente la prima Bandiera italiana innalzata ad Homs nel 1912 dal salodiano Giulio Fantoni. Al centro della sala, a ricordo delle prime guerre coloniali, sono esposte antiche armi abissine ed una casacca da parata. Nella seconda sala, dedicata alla Prima Guerra Mondiale, le pareti sono ornate di numerose armi bianche e da fuoco italiane ed austriache, altre armi bianche (baionette - pugnali - mazze ferrate) sono conservate nelle bacheche. Manoscritti originali, stampe, decorazioni, copricapi, accessori di uniformi sono ampiamente presenti nelle numerose vetrine e ricordano sia gli eroi più noti quali Cesare Battisti, Nazario Sauro, Enrico Toti, Gabriele D'Annunzio, sia altri cari ai Bresciani: Giuditta Franzoni, Enea Guarnieri, Silvio Scaroni. Un'intera vetrina è dedicata al Generale Achille Papa, Medaglia d'Oro al V.M. caduto sul campo nel 1917; la documentazione relativa è ricchissima e comprende manoscritti, dattiloscritti, cartoline e non è certamente inferiore ai suoi cimeli esposti: berretti, spalline, cassetta per oggetti ed infine un busto in gesso e cera. Una menzione particolare va riservata ad alcuni braccialetti realizzati dai fanti italiani nelle trincee del Carso utilizzando le corone dei proiettili delle artiglierie austriache raccolte sul campo. La terza sala comprende gli anni fra le due guerre mondiali e quindi il Fascismo, la guerra d'Etiopia e quella civile spagnola. Oltre a numerose fotografie autografate di esponenti della Casa Reale e del Regime, si possono ammirare un antico corano in lingua tigrina manoscritto su pergamena, della cartamoneta etiopica, una cintura di capo abissino in metallo ageminato. L'attenzione dei visitatori e attirata dalle variopinte sciarpe dei diversi battaglioni coloniali, dai caschi coloniali e 10 IL NASTRO AZZURRO dalle cartoline dei diversi reparti. Di significativo interesse nel settore dedicato alla guerra civile spagnola sono due drappelle in tessuto policromo che recano sul recto la scritta "Agredir para vencer - Brigada de Asalto Flechas Nigras" e sul verso un'aquila, un trofeo di frecce legate e la scritta "Una grande libre" appartenute al Generale Sandro Piazzoni, pluridecorato al V.M. nonché Presidente della Federazione Bresciana. La sala dedicata alla Seconda Guerra Mondiale ed alla Guerra di Liberazione è sicuramente la più ricca di documenti, uniformi e cimeli. Dai rarissimi gradi di caporale d'onore, un fregio di berretto ed una spallina dell'uniforme di Benito Mussolini, alle numerose decorazioni ed onorificenze conferite al già citato Generale Piazzoni. In una grande vetrina sono esposte le uniformi del Decorato Gen. Ugo Montemurro, un suo ricordo, una forcella di bicicletta da bersagliere con una piccola targa "L'ottavo Bersaglieri al suo colonnello, 1974", e due uniformi fasciste della M.O.V.M. Eugenio Bravi. Seguono numerosi copricapi, un ricordo della carica del Savoia Cavalleria a Jasbuscensky guidata dal Col. Alessandro Bettoni, bresciano e M.A.V.M. Alle pareti sono appese sciabole, armi da fuoco, manifesti della R.S.I. , del "Comando Tedesco" e del "Fronte Clandestino di Liberazione". La bacheca riservata al periodo 1943-45 riporta senza alcuna divisione copricapi, pubblicazioni, accessori di uniforme delle due parti contrapposte. Non è facile riassumere in poche righe tutto ciò che è presente nel museo e soprattutto quello che vuole rappresentare. Credo che il significato morale sia ben sintetizzato nella scritta apposta in una targa di bronzo appesa all'ingresso (vds. Riquadro). Ribadisco infine un appello già fatto in altre occasioni. Nelle case dei nostri Decorati o dei loro congiunti sono certamente presenti ricordi, oggetti, docu- VISITA QUESTO MUSEO menti. Non CON ANIMO SERENO lasciate che ammuffiscano ED in un cassetto o AMERAI LA PATRIA in fondo ad un baule o, peg----------------gio, che finiscano in un banMOLTI SONO I MORTI chetto di un SUL CAMPO DELLA mercato di militaria o di antiGLORIA quariato. Lo AL GRIDO dobbiamo a coloro che si DI VIVA L'ITALIA sono sacrificati, che hanno -----------------donato il loro AI VIVI ED AI POSTERI sangue, la loro vita per Amor QUESTI CIMELI SIANO di Patria. Il Museo del MONITO DI PACE Nastro Azzurro SUPREMO DONO è pronto a riceverli e ad attriDELLA VITA buirgli il rispet-----------------to e l'onore che meritano. Carlo Maria Magnani (Presidente Nazionale) 11 PATRIA, PATRIA, PATRIA MIA PER TE L'AMORE NON HA CONFINI IL NASTRO AZZURRO CAMBI AL VERTICE DELLA DIFESA I l Generale di Corpo d'Armata Biagio Abrate è il nuovo Segretario Generale della Difesa - Direttore Nazionale degli Armamenti. è subentrato al generale di Corpo d’Armata Aldo Cinelli che ha lasciato il servizio per raggiunti limiti di età. Nato a S. Albano Stura (in provincia di Cuneo) l'8 novembre 1949, Biagio Abrate ha frequentato l'Accademia Militare di Modena dal 1969 al 1971 e, con il grado di Sottotenente, la Scuola di Applicazione di Torino, nel triennio 1971 - 1974. Promosso Tenente degli Alpini, ha ricoperto diversi incarichi presso reparti alpini tra i quali i più prestigiosi sono: – dal 1990 al 1992: Comandante del battaglione alpini "Bassano"; – vice Comandante della Brigata alpina "Taurinense" fino al 29 ottobre 1999 e poi, nel grado di Generale di Brigata, dal 30 ottobre 1999 all'11 novembre 2000, Comandante della Brigata. In tale periodo, e precisamente dal 3 luglio al 3 novembre 2000, è stato Comandante della "Multinational Brigade West" a Pec in Kosovo; – Il 1° gennaio 2003 è stato promosso Generale di Divisione e dall'8 febbraio 2006 ha ricoperto l'incarico di Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, incarico mantenuto anche nel grado di generale di Corpo d'Armata (On. Avv. Ignazio La Russa), fino all'assunzione dell'attuale incarico di Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti. Ha frequentato numerosi corsi formativi di sci e di alpinismo nonché di Stato Maggiore ed infine, nel 1995-1996, l'Istituto Alti Studi per la Difesa. Si è laureato ed ha altresì conseguito un Master di 2° livello in "Scienze strategiche" presso l'Università di Torino. Si è inoltre laureato in "Scienze politiche" presso l'Università di Trieste con Tesi in "Diritto internazionale". Il Generale Abrate è insignito di numerose medaglie militari e onorificenze, tra cui la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia e la Croce di Bronzo al Merito dell'Esercito, per i meriti acquisiti nel corso della missione in Kosovo nel 2000, quale Comandante della Multinational Brigade West. “Il Nastro Azzurro” formula al generale Abrate i più fervidi auspici di ben operare e di cogliere ancora significativi successi nel nuovo prestigioso incarico, nel contempo esprime al generale Cinelli le congratulazioni per l’ottimo lavoro svolto quale Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti in un periodo quanto mai critico soprattutto per la sempre più evidente carenza di risorse finanziarie che lo stato italiano può dedicare al comparto della Difesa. PRIMA RIUNIONE DELLA GIUNTA ESECUTIVA CENTRALE NEL 2010 Lunedì 8 febbraio 2010, presso la sede della Presidenza Nazionale sita in Roma, piazza Galeno n.° 1, ha avuto luogo la prima riunione dell’anno della Giunta Esecutiva Centrale. Molti gli argomenti all’ordine del giorno tra cui l’analisi ed il previsto parere sul progetto di bilancio 2010 che sarà portato all’approvazione del prossimo Consiglio Nazionale. La riunione ha dato soprattutto modo ai nuovi membri ed a quelli già esperti di approfondire la reciproca conoscenza e di vagliare insieme le procedure di gestione e controllo delle attività dell’Istituto. 12 IL NASTRO AZZURRO L’ Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte è il nuovo Capo di Stato Maggiore della Marina Militare. Subentra nell’incarico all’Ammiraglio Paolo La Rosa che ha lasciato il servizio attivo per raggiunti limiti di età. L'Ammiraglio Bruno Branciforte è nato a Napoli il 6 novembre 1947 e ha frequentato l'Accademia Navale di Livorno dal 1965 al 1969. È laureato in Scienze Marittime e Navali. I suoi primi incarichi dal 1969 al 1976 a bordo delle navi della Marina comprendono: Ufficiale di Rotta e Ufficiale Addetto alle Operazioni e Telecomunicazioni sulle corvette Grosso e Todaro, sul caccia Impavido e sull'incrociatore Duilio e Aiutante di Bandiera del Comandante della 2^ Divisione Navale. Nello stesso periodo ha conseguito la specializzazione superiore in Telecomunicazioni e frequentato la Scuola di Comando Navale. Dal 1976 al 1978 ha comandato la corvetta Aquila, dal 1977 al 1978 è stato Aiutante di Bandiera del Comandante in Capo della Squadra Navale e ha frequentato l'Istituto di Guerra Marittima. Nel 1979 è stato assegnato al 2° Reparto Intelligence dello Stato Maggiore della Marina, dove ha ricoperto fino al 1985, l'incarico di Direttore del centro Operativo Intelligence e successivamente di Capo del Settore Ricerca. Nel 1985, tornato a bordo con il grado di Capitano di Fregata, è stato prima Comandante in 2^ dell'incrociatore Vittorio Veneto e successivamente Comandante della fregata Aliseo. Nel 1987 è stato assegnato nuovamente allo Stato Maggiore della Marina come Capo dell'Ufficio Ricerca del 2° Reparto Intelligence, e nel 1989 è stato nominato Addetto Navale a Washington, USA, dove è rimasto fino al 1992. Tornato in Italia, dal settembre 1992 al settembre 1993 è stato Comandante della portaeromobili Giuseppe Garibaldi. Dopo il periodo di comando ha frequentato il Centro Alti Studi della Difesa ed è stato nuovamente imbarcato come comandante della portaeromobili Garibaldi per una dislocazione dell'unità negli USA, durante la quale la nave ha imbarcato i primi AV-8B PLUS dell'Aviazione Navale. Promosso Contrammiraglio nel 1995, egli ha ricoperto presso lo Stato Maggiore della Marina gli incarichi di Capo del 2° Reparto Intelligence dal 1995 al 1998 e contestualmente Capo del 3° Reparto Piani ed Operazioni dal 1996 al 1998, Capo del 3° Reparto Pianificazione Generale dal 1998 al 2000. Dall'ottobre 2000 al novembre 2001 è stato Comandante delle Forze di Altura (COMFORAL). Dal 15 dicembre 2001 al 12 febbraio 2002 è stato il Senior National Representative a Tampa (USA), presso USCENTCOM, durante l'Operazione "Enduring Freedom". Dal 2001 al 2004 ha ricoperto l'incarico di Capo di Stato Maggiore del Comando in Capo della Squadra Navale. Promosso Ammiraglio di Squadra a febbraio 2004, ha ricoperto l'incarico di "Comandante in Capo della Squadra Navale" dal 22 ottobre 2004 all’11 dicembre 2006. Il 12 dicembre 2006 ha assunto l'incarico di Direttore dell'AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna) e dal 23 febbraio 2010 è Capo di Stato Maggiore della Marina. L'Ammiraglio Branciforte è insignito delle seguenti onorificenze e decorazioni: – Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al "Merito della Repubblica Italiana"; – Medaglia Mauriziana al "Merito per dieci lustri di carriera militare"; – Croce d'oro per "anzianità di servizio; – Medaglia d'oro al "Merito di lungo Comando"; – Medaglia d'onore di lunga navigazione di 2° grado (Argento); – Croce commemorativa per l'Operazione "Enduring Freedom"; – Legione al Merito rilasciata dal Presidente degli Stati Uniti d'America; – Medaglia al merito "Tamandarè" conferita dal Presidente della Repubblica del Brasile. Il Nastro Azzurro augura all’Ammiraglio Branciforte di svolgere il suo nuovo prestigioso incarico in modo proficuo e ricco di soddisfazione personale, e rivolge all’Ammiraglio Paolo La Rosa un grato pensiero per l’ottimo lavoro svolto al vertice della nostra Marina Militare. 13 IL NASTRO AZZURRO MENTANA RICORDA I CADUTI I l 1 Novembre 2009 è stata una giornata storica per Mentana. Cinque Regioni, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Sicilia e Umbria, le Province di Roma, Viterbo, Frosinone e Rieti, i Comuni di Livorno, Terni, Velletri, Fonte Nuova, Monterotondo e Rieti erano a Mentana per testimoniare con le Forze Armate, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e le Associazioni Combattentistiche e d'Arma il rispetto per la memoria dei Caduti presso l’Ara-Ossario garibaldino, e i cippi eretti in memoria dei Caduti di Nassiriya e della MOVM Nicola Calipari. Per l’occasione sono pervenuti autorevoli messaggi dal Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa, da Presidenti di Regioni e Presidenti nazionali di Associazioni d’Arma. Le autorità intervenute CARTOLINA CELEBRATIVA IN MEMORIA DEL GENERALE ANTONIO CANTORE C entocinquanta anni fa nasceva a Sampierdarena di Genova il Generale Antonio Cantore, morto in combattimento sulle Tofane il 20 luglio 1915. Fu il primo generale italiano che immolò la vita combattendo ed il suo nome corre ancora oggi fra gli alpini come il simbolo di ogni virtù militare. In tale ottica, su iniziative della Federazione di Sondrio, l'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare ha deciso di dedicare la Giornata del Decorato 2010 alla figura di questo valoroso Ufficiale, con l'emissione di una cartolina celebrativa che un artista ha realizzato interamente a mano appositamente per l'Istituto. La cartolina sarà disponibile in tre versioni: – senza annullo al prezzo di € 1,00 cad. (oltre spese di spedizione); – con annullo filatelico dedicato alla Basilica della Madonna di Tirano (SO), al prezzo di € 1,80 cad. (oltre spese di spedizione); – con annullo "primo giorno" del 100° anniversario della Linea Ferroviaria Tirano- St.Moritz (Trenino Rosso del Bernina patrimonio UNESCO) - con annesso francobollo speciale al prezzo di € 2,00 cad. (oltre spese di spedizione). Per le Associazioni d'Arma e per i Circoli Filatelici: – – – – – – 20 cartoline senza annullo € 18,00 (oltre spese di spedzione); 50 cartoline senza annullo € 45,00 (spedizione gratuita); 100 cartoline senza annullo € 90,00 (spedizione gratuita); 20 cartoline con annullo € 30,00 (oltre spese di spedizione); 50 cartoline con annullo € 65,00 (spedizione gratuita); 100 cartoline con annullo € 145,00 (spedizione gratuita). Trattandosi di un’edizione limitata, è necessario prenotare la cartolina, possibilmente entro il giorno 15 aprile 2010. La consegna avrà luogo al più presto possibile, ma dopo il giorno 6 maggio per chi desidera l'annullo "primo giorno" che sarà disponibile solo in tale data contemporaneamente all'emissione del corrispondente francobollo. La prenotazione delle cartoline potrà essere eseguita via e-mail all'indirizzo [email protected] ovvero via fax al n° 06.44266814 inviando il modulo di richiesta riprodotto nella pagina accanto unitamente alla ricevuta dell'avvenuto bonifico sul conto corrente intestato a ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE presso CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA, SEDE DI ROMA - IBAN IT 69 A 06155 03200 000000002122. 14 IL NASTRO AZZURRO ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL V.M. PRESIDENZA NAZIONALE Piazza Galeno, 1 - 00161 Roma IL SOTTOSCRITTO: NELLA SUA QUALITÀ DI: DELL’ASSOCIAZIONE: CON SEDE IN: INDIRIZZO E-MAIL: RECAPITO TEL.: desidera ricevere n° __________ cartoline commemorative del 150° della nascita del Generale Antonio Cantore di cui: N° __________ senza annullo al prezzo di € 1,00 cadauna oltre spese di spedizione (€ 0,60), per un totale di € _____________________ N° __________ con annullo filatelico dedicato alla Basilica della Madonna di Tirano al prezzo di € 1,80 cadauna oltre spese di spedizione (€ 0,60), per un totale di € _____________ N° __________ con annullo “primo giorno” dedicato al 100° anniversario del Trenino Rosso del Bernina - patrimonio dell’UNESCO al prezzo di € 2,00 cadauna oltre spese di spedizione (€ 0,60), per un totale di € _______________ OVVERO N° 20 cartoline senza annullo € 18,00 (oltre spese di spedizione) N° 50 cartoline senza annullo € 45,00 (spedizione gratuita) N° 100 cartoline senza annullo € 90,00 (spedizione gratuita) ******* N° 20 cartoline con annullo € 30,00 (oltre spese di spedizione) N° 50 cartoline con annullo € 65,00 (spedizione gratuita) N° 100 cartoline con annullo € 145,00 (spedizione gratuita) Dichiara di aver effettuato il bonifico di € ____________ in data ___________ come da copia allegata DATA FIRMA 15 IL NASTRO AZZURRO ENTI E CITTÀ DECORATE DI MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE: PROVINCIA DI AREZZO Il Presidente della Repubblica Pertini consegna la MOVM alla Provincia di Arezzo L a provincia di Arezzo fu particolarmente colpita sotto l’occupazione nazista e dovette subire l'impressionante cifra di 3110 caduti fra combattenti e popolazione civile. Circa 3500 partigiani impegnarono, sottraendole al fronte Alleato, ingenti forze nazifasciste ed inflissero pesanti perdite: i morti nazifascisti furono un migliaio e altrettanti quelli fatti prigionieri. Le armi individuali sottratte alle forze di occupazione furono oltre 5000. Il movimento partigiano aretino occupò e liberò la città di Arezzo e tutti i più importanti centri della provincia, prima dell'arrivo dell'esercito anglo-americano. Il 16 settembre 1964 il Presidente della Provincia di Arezzo Andrea Guffanti (Decorato di CGVM e fino alla sua morte attivissimo responsabile della locale Federazione Provinciale del Nastro Azzurro) richiedeva al Ministro della Difesa di voler proporre al Parlamento il conferimento di Decorazione al Valor Militare alla Provincia di Arezzo. Il 29 settembre 1984 con una solenne e partecipata cerimonia, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini appuntò sul Gonfalone della Provincia di Arezzo la Medaglia d'Oro al Valor Militare, da lui stesso concessa con suo Decreto del 31 marzo 1984, presenti il Vescovo Mons. Giovanni D'Ascenzi, il Sindaco Aldo Ducci, il Presidente della Provincia Franco Parigi, il Ministro della Difesa Giovanni Spadolini. Nel pomeriggio per celebrare l'evento si tenne un edizione speciale della Giostra del Saracino, ed un concerto in Duomo del Maggio Musicale Fiorentino. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CON DECRETO 13 MARZO 1984 SU PROPOSTA DEL MINISTRO PER LA DIFESA HA CONCESSO LA MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE ALLA PROVINCIA DI AREZZO. "Territorio ove intensa si svolse la Resistenza antinazifascista, la Provincia di Arezzo - nel corso di 12 mesi - fu teatro di irriducibile opposizione al nemico occupante da parte di agguerrite formazioni armate e delle patriottiche popolazioni di città e campagne, sui monti e nelle valli. Le operazioni di dura guerriglia partigiana, alimentate e sorrette da coraggiosa e spesso cruenta ostilità popolare, comportarono l'impegno di ingenti forze nemiche, a controllo di una vasta zona delle retrovie e a protezione di importanti comunicazioni, sul tergo degli schieramenti germanici. Le gravi perdite umane e di beni, inflitte e subite, testimoniano di sacrifici, distruzioni e sofferenze immani di combattenti e popolazioni, di generoso sangue versato nell'Aretino, con eminente valore, in un periodo tragico per le sorti della Patria". Arezzo, 9 settembre 1943-3 ottobre 1944 COSÌ SI ESPRESSE IL PRESIDENTE DELLA FEDRAZIONE PROVINCIALE DEL NASTRO AZZURRO NEL 25° ANNIVERSARIO DELLA CONCESSIONE DELLA MOVM ALLA PROVINCIA DI AREZZO ... L'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, nel celebrare con solennità il 25° Anniversario del conferimento della Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Provincia di Arezzo e la sua iscrizione all'Istituto quale Socio d'Onore, rinnova l'impegno ad affermare ed esaltare, il Valore e le virtù militari italiane, tutelando il rispetto e l'amore per la Patria e diffondendo particolarmente nelle giovani generazioni, la coscienza dei doveri verso questa. Le decorazioni al Valor Militare sono concesse a coloro i quali, per compiere un atto di ardimento che avrebbe potuto omettersi senza mancare al dovere ed all'onore, abbiano affrontato scientemente, con insigne coraggio e con felice iniziativa, un grave e manifesto rischio personale in imprese belliche. La motivazione che accompagna l'alta onorificenza illustra, con la necessaria sintesi ma con l'estrema efficacia, il tributo di sofferenze e di sangue, la testimonianza del Valore, offerto dai combattenti e dal popolo aretino nel periodo che va dal 9 settembre 1943 al 3 ottobre 1944... Stefano Mangiavacchi 16 IL NASTRO AZZURRO IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI AREZZO IN OCCASIONE DEL 25° ANNIVERSARIO DELLA CONCESSIONE DELLA MOVM Il riconoscimento alla Provincia di Arezzo della Medaglia d'oro al Valor Militare, rappresenta il doveroso riconoscimento per una provincia che ha pagato un tributo di sangue altissimo per stragi, rappresaglie, impiccagioni e fucilazioni. Dai dati che emergoRoberto Vasai no da una ricerca che come amministrazione provinciale abbiamo condotto, risultano oltre 1100 vittime, un numero che rappresenta il 10% di tutti i caduti sul territorio nazionale per gli stessi motivi. Numeri che, mi preme ricordare, come quelli che testimoniano il tributo dato dalla nostra stessa provincia alla Liberazione: dieci Medaglie d'Oro, 28 d'Argento, 49 di Bronzo e 36 Croci di Guerra; Medaglia d'Oro per attività partigiana al gonfalone della Provincia di Arezzo, Medaglia d'Oro al Valor Civile ai Comuni di Bucine e Civitella della Chiana; Medaglia d'Argento al Valor Militare al Comune di Sansepolcro; Medaglia di Bronzo al Valor Militare al Comune di Cavriglia, Croce di Guerra al Valor Militare al Comune di Pieve Santo Stefano. Vorrei anche ricordare che nel territorio dalla provincia di Arezzo furono allestiti ben 4 campi di concentramento. Ferite che restano ancora oggi aperte e per le quali la sete di giustizia è davvero grande. Una giustizia tanto necessaria, quanto risarcitoria. Oggi, è giusto ricordare il 25° Anniversario della Concessione di quella Medaglia d'Oro, come tributo dovuto alla memoria di tutte quelle vittime innocenti. La recente condanna di uno dei boia tedeschi che hanno firmato le stragi compiute dalle SS in terra di Arezzo non è solo un piccolo risarcimento in termini di giustizia alle famiglie delle vittime di quei terribili giorni, ma soprattutto un atto dovuto. Cosi come è dovere di tutte le istituzioni continuare a lavorare per far si che la giustizia possa fare, sia pure con grande ritardo, il proprio corso e soprattutto per conservare e trasferire alle nuove generazioni la memoria di quei fatti. Oggi, a sessanta anni di distanza, ci interroghiamo ancora su come porre fine alle guerre che ancora provocano morte e sofferenza. Ebbene esiste un'unica strada da percorrere per uscire dal tunnel della violenza che genera violenza. Tenere salda la memoria di quella immane tragedia che fu la seconda guerra mondiale, di quei milioni di vittime innocenti della barbarie nazi-fascista e rafforzare la nostra convinzione che non vi è sconfitta più grande per l'umanità che dover prendere atto di come millenni di evoluzione della società civile non siano riusciti a far prevalere il principio espresso all'articolo 11 della nostra Costituzione, nel quale si ripudia la guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali. ROBERTO VASAI (Presidente della provincia di Arezzo) ALCUNE STRAGI AVVENUTE NELLA PROVINCIA 29 giugno 1944: San Pancrazio Alle prime luci dell'alba truppe tedesche invadono S. Pancrazio e circondano la Fattoria Pierangeli. Tutta la popolazione viene concentrata nella piazza del paese. Gli uomini, di ogni età, vengono rinchiusi nella Fattoria. Le case vengono date alle fiamme ed i tedeschi aprono il fuoco su quanti, nascosti nelle soffitte o nelle cantine, per non morire bruciati, tentano di salvarsi con la fuga. 162 uomini, dopo la cattura, vengono assassinati con un colpo alla nuca. I corpi vengono dati alle fiamme. 29 giugno 1944: Civitella in Val di Chiana All’alba, militari tedeschi e, pare, anche italiani, circondano il paese. Tutti gli uomini vengono strappati alle case e portati sulla piazza del paese, tra essi anche don Lazzeri che offre la sua vita in cambio di quella dei civili. Non viene ascoltato: sarà ucciso con un colpo alla nuca come tutti gli altri: 149 i morti. I corpi vengono gettati nelle case a cui i tedeschi hanno dato fuoco. Gonfalone della Provincia di Arezzo decorato di MOVM 16 luglio 1944: Arezzo San Polo Nella villa Mancini, flagellati a più riprese. I loro lamenti si odono per tutta la notte. Al mattino del 15 luglio un ufficiale del comando tedesco Villa Mancini, venne a comunicare all'Arciprete di S. Polo che "quarantasette uomini erano stati fucilati “ perché erano tutti “banditi confessi.” L'arciprete domandò le salme per poter dar loro sepoltura; gli fu risposto: "E' gente morta senza onore e quindi arrivati gli inglesi li seppellirete se li troverete; per ora no." 13 aprile 1944: Casentino All'alba reparti tedeschi e italiani investono la zona di Stia, Vallucciole, il Castagno (San Godenzo) e le località circostanti. Si ignora il numero complessivo delle vittime. Alla fine Vallucciole non esiste più. Intere famiglie distrutte,della le case incendiate e 108 cadaverialdiXXVII donne, vecchi e bambini sono sparsi fra le macerie Il Gonfalone Provincia di Massa-Carrara fumanti. Congresso Nazionale di Brescia 17 IL NASTRO AZZURRO LA GIORNATA DELLA MEMORIA Ovazione al termine dell’intervento di Wiesel inedite, oggetti provenienti dai ghetti e dal campo di Auschwitz-Birkenau, testimonianze e filmati, la mostra ha offerto al pubblico la possibilità di conoscere quanto vissuto da milioni di persone prima, durante e dopo il loro internamento nel campo di sterminio. Alle 12.15, dopo l'inaugurazione della mostra, la celebrazione della Giornata della Memoria si è spostata nell'aula di Montecitorio. L'intervento di apertura è stato pronunciato dal Presidente della Camera On. Gianfranco Fini, gli ha fatto seguito quello di Elie Wiesel. La cerimonia è stata trasmessa in diretta su numerosi canali televisivi. "… C'è solo una parola che definisce la mia vita - ha detto Elie Wiesel, sopravvissuto all'Olocausto, in un editoriale dedicato al Giorno della memoria trasmesso dal Tg5 - che definisce ciò di cui la nostra generazione ha più bisogno: è la memoria. Senza la memoria la speranza non potrebbe esistere. Senza di essa l'umanità non sarebbe quello che è. Senza il ricordo, ci sarebbe solo una storia di assoluta disperazione … Sia per coloro che ci parlano ancora, sia per quelli che sono morti, c'è solo una parola che li accomuna ed è: ricordare. L'appello alle generazioni che verranno è: ricordare, ricordateci …". Il 2010 celebra il decimo anniversario dall'entrata in vigore della legge che ha istituito il Giorno della Memoria per ricordare la Shoah. Dopo il leader dell'Olp Yasser Arafat il 15 settembre 1982 in occasione della Conferenza Interparlamentare Mondiale, Re Juan Carlos di Spagna il 29 settembre 1998 davanti ai deputati e Giovanni Paolo II il 14 novembre 2002 di fronte al Parlamento riunito, Wiesel è la quarta autorevole personalità a prendere la parola nell'aula di Montecitorio. L a Shoah è "… una tragica esperienza, ancora carica di insegnamenti e di valori per le nuove generazioni …". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la celebrazione, nel Salone dei Corazzieri al Quirinale, del 'Giorno della Memoria', alla presenza tra gli altri del presidente della Camera On. Gianfranco Fini, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, del sottosegretario al ministero dell'Istruzione Giuseppe Pizza, del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e di Elie Wiesel, Premio Nobel per la pace. Per il capo dello Stato - che prima dell'intervento ha premiato le scuole vincitrici del concorso 'I giovani incontrano la Shoah' - "… sentire le parole dei ragazzi che studiano le persecuzioni naziste, le sofferenze e la resistenza degli ebrei deportati nei campi di concentramento e l'epilogo tragico dello sterminio, è motivo di conforto per tutti noi. Non chiediamo di meglio che trasmettere loro il testimone, a nome dello Stato …". Rivolgendosi direttamente a Wiesel, Napolitano lo ha salutato come "… la voce più alta che potessimo aspirare di avere con noi in questa 'giornata' …" e ha ricordato al Premio Nobel per la pace quanto egli sia "… profondamente rispettato e apprezzato in Italia: ammiriamo il suo impegno incessante a trasmettere la memoria, a testimoniarla, a lottare per la causa della libertà, dei diritti umani, della mutua comprensione e della pacifica convivenza fra i popoli …". Al termine, Wiesel, insieme al Presidente Napolitano e all'Onorevole Fini, hanno inaugurato, nella Sala dei Busti della Camera, la mostra 'Auschwitz-Birkenau, 65° Anniversario della Liberazione, 27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2010'. Attraverso documenti, fotografie e lettere (Liberamente tratto dal web) 18 IL NASTRO AZZURRO IL GIORNO DEL RICORDO za, talvolta terroristica. Inoltre, dopo il 1924, il fascismo dette una i Foibe in Italia s'è sempre parlato poco; per tanti motivi, ricongrande accelerata ad un processo di italianizzazione forzata della ducibili spesso alle vicende politiche degli ultimi decenni. Solo parte slava di quelle popolazioni. Erano gli stessi anni in cui in altre da qualche anno, con la carneficina degli anni '90 dopo il crolzone d'Italia si limitava l'uso dei dialetti. lo della Jugoslavia, se ne riprese a parlare finchè si decise di istituire Nell'aprile 1941 arrivò la guerra anche in quelle zone, con l'atuna giornata dedicata alla memoria delle vittime della pulizia etnica tacco alla Jugoslavia. Dopo che la Germania, con l'Italia che si accodò, ed all'esodo delle popolazioni italiane dalla Venezia Giulia e dalla dichiarò guerra alla Russia, i comunisti jugoslavi insorsero contro le Dalmazia. Queste due regioni, che hanno vissuto vicende un po' autorità locali. Ovviamente la forza pubblica reagì. I valori di allora diverse da quelle delle altre regioni italiane, sono state luogo di rifuerano diversi da quelli di adesso e il governo, soprattutto in tempo gio delle popolazioni dell'interno dei Balcani sottoposte al duro di guerra, riteneva di dover difendere l'ordine e l'autorità in tutti i giogo della dominazione turca ottomana. Solo le città della costa modi, anche con la violenza estrema. Inoltre, come in tutte le guersotto il dominio veneto, in posizioni arroccate, si salvarono. Un po' re, qualcuno scatenò una violenza eccessiva ed incontrollata. Ma si alla volta Venezia cominciò a riprender possesso di territori che trotrattava pur sempre di una guervava quasi disabitati per cui ra che vedeva contrapposto il favoriva l'arrivo di contadini criRegio Esercito a dei ribelli che stiani in fuga dall'interno dei allora nessuno chiamava ancora Balcani. Con le epidemie, di partigiani e per i quali non valecolera in particolare, anche la vano le Convenzioni di Ginevra popolazione delle città veniva firmate solo nel 1948. falcidiata e Venezia faceva arriSfaldatesi le nostre FFAA vare famiglie della Lombardia dopo l’8 settembre 1943, le veneta (il bergamasco in particoforze partigiane titine presero il lare), dal Veneto e gente dall'indominio in tutta la Dalmazia e la terno. Venezia Giulia, scatenandosi L'Impero d'Austria, quando contro gli italiani, in particolare si affacciò sul mare conquistancontro coloro che rappresentado Trieste e Fiume, ebbe la vano lo Stato: maestri, Regi necessità di far crescere queste Carabinieri, poliziotti, sindaci due città che erano i porti con (podestà), imprenditori e procui si assicurava un commercio prietari terrieri, sacerdoti. libero dal predominio di Qualcuno sostiene che si trattasVenezia. se di vendette per i torti subiti, Quindi, pur trattandosi di in realtà sembrò più un disegno fenomeni lunghi e complessi, si teso a eliminare i gruppi dirigenpossono sintetizzare affermanti italiani locali in modo che la do che la maggior parte delle popolazione, privata di una campagne si riempirono di guida e impaurita, scappasse, popolazioni slave (più in ripulendo così etnicamente l’aDalmazia, che in Istria), mentre rea dagli italiani. Questo nei le città rimanevano abitate da mesi di settembre-ottobre finpopolazioni di lingua e cultura chè i tedeschi, insieme ad una ''italiana'' (l'Italia era ancora da parte degli Italiani che aveva unificare). Anzi qualche studioso aderito alla RSI, occuparono di parla di una koiné (cultura) nuove le regioni. Le violenze adriatica comune sulle due continuavano tuttasponde. Istria prima della 2^ guerra monbdiale: in aran- antitaliane via tramite gli attentati dei parDopo il 1815, tutto cione aree popolate da etnia di lingua italiana tigiani, particolarmente numel'Adriatico orientale divenne rosi. dominio austriaco, insieme al Fra il 1944 ed il 1945 i tedeLombardo-Veneto. Col Risorschi un po' alla volta abbandonarono le regioni che furono conquigimento italiano una parte della popolazione locale mostrò simpatie state dai Titini. Contrariamente agli episodi dell'autunno 1943 nel per il movimento nazionale italiano. quale operarono bande che sembravano slegate, ora l'organizzazioNegli stessi anni i popoli slavi iniziarono anche essi un rinascine della violenza antitaliana fu organizzata e metodica, con migliaia mento culturale, con una presa di coscienza della propria identità. Il di arresti, per la maggior parte notturni. Molti, fra cui donne e giomovimento sognava la costituzione di una unica nazione di Slavi del vani, tornavano dopo qualche giorno o settimana di carcere durissisud dalla Serbia alla Slovenia (comprendendoci anche Dalmazia e mo. Tanti non tornarono: spesso si sentivano scariche di fucile 10-15 Venezia Giulia). Chi in queste regioni si proclamava 'italiano' era minuti dopo che la persona era stata arrestata. Più spesso venivano denominato traditore della patria, al massimo un illuso. Iniziò quinportate ai bordi delle foibe, profonde cavità carsiche, e buttati giù. di una feroce lotta alla presenza della cultura e lingua italiana. Gli Posti sull'orlo della foiba, legati a gruppi con fil di ferro, i partigiani Italiani della Venezia Giulia e Dalmazia all'epoca ritenevano che le sparavano ad uno che cadendo si trascinava vivi gli altri. Abitanti dei due regioni dovessero essere autonome all'interno dell'Impero dintorni hanno sentito grida e lamenti per giorni, ma la paura era d'Austria, con il rispetto per ogni nazionalità. Questo rispetto però troppa per andare a vedere cosa fosse successo e dare una mano. mancò completamente nei confronti dei Dalmati e Giuliani di cultuPare che solo cinque persone siano riuscite a venire fuori vive dalle ra italiana. Dopo il 1866, con la perdita del Veneto, l'Austria iniziò a foibe. In Dalmazia, dove ci son poche foibe, venivano anche gettati ritenere non più affidabili i sudditi di lingua italiana (anche in a mare con una pietra al collo. Seduti sul bordo d'una barca, riceveTrentino) e prese ad appoggiare pesantemente i nazionalisti slavi vano il colpo che li mandava giù, trascinandosi un altro poveraccio al (con brogli e violenze o piazzando la flotta nel porto di Spalato il quale erano legati. Alcuni, accusati di vari crimini, processati in tribugiorno prima delle elezioni coi cannoni rivolti sulla città). Gli Italiani nali improvvisati dove non v'era garanzia alcuna, altri senza accusa. un po' alla volta iniziarono a perdere le amministrazioni comunali. Il tutto per instillare paura nella gente in modo che aderisse al moviUna delle conseguenze del passaggio dei comuni in mano agli Slavi mento partigiano, divenendo anch'essi aguzzini, o andasse via libeera che l'Italiano cessava di essere la lingua ufficiale del comune e le rando quelle terre dalla presenza italiana. scuole, comunali, passavano dall'insegnamento parte in croato, Si dice che le vittime delle foibe furono ventimila, forse qualche parte in italiano al solo in croato. Spesso italiani di quelle zone venimigliaio in meno, ma in circa 350.000 italiani scapparono, spesso col vano assaltati e percossi, in modo da convincerli a non dichiarasi più solo vestito che avevano indosso, andando incontro ad una sorte italiani o emigrare. Un po' alla volta gli Italiani da autonomisti divenincerta. E le fughe continuarono per decenni, anche in barca a remi nero irredentisti, avendo capito che l'unica possibilità di salvarsi attraverso l'Adriatico, con la prospettiva di morire in mare senza che come comunità etnico-nazionale era l'annessione al Regno d'Italia. nessuno li trovasse mai più. Profughi che arrivati in Italia trovavano Terminata la prima guerra mondiale l'Italia annettè la Venezia una nazione semidistrutta, che non aveva pane, casa, lavoro per Giulia e Zara. Dalla Dalmazia, passata alla Jugoslavia, andarono via molti. Eppure le violenze viste e subite erano tali che l'Italia distrutalmeno 20.000 esuli dei quali nessuno ha raccontato le vicende. Nel ta sembrava infinitamente più accogliente della Dalmazia e della 1924 fu annessa anche Fiume. Venezia Giulia sotto il tallone slavo-comunista di Tito e dei suoi accoNel primo dopoguerra la situazione, seppur contrastata, era liti nazionalisti. calma. Con l'avvento del Fascismo qualcosa cambiò. I fascisti della Una popolazione vittima di violenze inaudite perchè qualcuno Venezia Giulia erano particolarmente sensibili alla questione nazioaveva deciso che quei territori gli appartenevano e chi non la pensanale per cui, se nel resto d'Italia davano la caccia a comunisti e sociava come lui, anche fosse d'una famiglia che stava lì da secoli, non listi, in queste zone davano la caccia agli slavi, con purghe e bastonaaveva diritti. ture; alcuni gruppetti di slavi reagirono alla violenza con altra violenCarlo Cetteo Cipriani D 19 IL NASTRO AZZURRO IL CAPITANO ORESTE SALOMONE: PRIMO PILOTA DECORATO DI MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE O reste Salomone nasce a Capua il 20 settembre 1879, quarto di sei fratelli, quattro maschi e due femmine, da Michele Salomone (1830-1892) e Maria Giuseppa Valletta (1845-1916). A diciotto anni, il 2 dicembre 1897, arruolato volontario in Fanteria, è assegnato al 76° Reggimento. Allo scadere della prima ferma la rinnova e il 31 ottobre 1902, grazie alle spiccate qualità di intelligenza, di studio e militari, è ammesso a frequentare la Scuola Militare di Modena. Nominato Sottotenente Contabile il 3 settembre 1904, è assegnato al 7° Reggimento Fanteria. Trasferito al Magazzino Casermaggio di Gaeta il 24 gennaio 1907, il 19 settembre dello stesso anno è promosso Tenente; allo scoppio della Guerra di Libia è inviato a Tripoli, ove ha modo di osservare i voli di quegli audaci che osano sfidare il nemico sui fragili aeroplani del tempo, che prima di allora erano stati impiegati solo in esibizioni sportive. Sempre più ammirato dalle gesta di quei temerari, chiede di essere aggregato quale "Osservatore" al piccolo Nucleo Aeronautico di Tripoli. Nell'agosto 1912 è inviato a frequentare il corso di pilotaggio in Italia e già nel settembre dello stesso anno ottiene il "Brevetto di Pilota" sui piccoli monoplani Bleriot. Nel marzo 1913 è destinato al Corpo Aeronautico di Tobruk: temerarie ed eroiche sono le azioni aviatorie del neo pilota, voli isolati su fragili ali di piccoli velivoli. Far da pilota, osservatore e bombardiere sono i compiti che gli sono affidati fra le insidie nemiche, con un carico di bombe da lanciarsi a mano, strappando con i denti la sicura, mentre l'altra mano deve tenere ben saldi i comandi. Ed Oreste Salomone assolve con fede, passione ed eroismo il suo compito, né lo scuotono i colpi di "Mauser" degli Arabi, che non poche volte hanno Il cap. Salomone col suo Bleriot provato a colpire il suo aeroplano. La potenza dell’splosione Il suo coraggio trova alla fine il giusto riconoscimento nella Medaglia d'Argento al Valor Militare, fra le prime concesse ad un Aviatore. Terminata la guerra di Libia, Oreste Salomone è inviato in Francia per prendere conoscenza di nuovi aeroplani, rientrato in Italia, sul suo "Stato di Servizio" è registrato un encomio per “l'opera lodevole prestata in occasione di una rissa” a Roma e, con Decreto Luogotenenziale del 31 dicembre 1915 è nominato"Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, in considerazione di speciali benemerenze". Promosso Capitano con anzianità 31 marzo 1915, è assegnato al Battaglione Squadriglie Aviatori e successivamente trasferito nel Corpo Aeronautico Militare. Durante il Primo Conflitto Mondiale, il 18 febbraio 1916, "motu proprio del Re", gli viene conferita una seconda decorazione, la Medaglia d'Oro al Valor Militare, la prima in assoluto concessa ad un Aviatore. MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE "Con intelligente e ponderata audacia, nelle più svariate e sfavorevoli condizioni di navigazione aerea, pilotò per ben 25 volte il proprio aeroplano sul campo di Madmar. Durante i voli fu fatto, quasi sempre, segno a vivissime scariche di fucileria nemica, dalle quali l'apparecchio fu una volta colpito. Tobruk, marzo - agosto 1913". 20 IL NASTRO AZZURRO Promosso Maggiore "per merito eccezionale" con decorrenza 17 gennaio 1918, la notte tra il 2 e il 3 febbraio successivo, di ritorno da un'azione di guerra su Levico e Caldonazzo, mentre si apprestava ad atterrare sull'aeroporto di Padova avvolto dalla nebbia, si schiantava con il suo aeroplano nei pressi di Brusegana, decedendo nel corso della notte a seguito delle gravi ferite riportate. Gabriele D'Annunzio, suo compagno d'armi, nell'elogio funebre, declamava "con la sua vita restò mozza la cima di un bell'albero, accendetegli ogni anno un fuoco sul Vulture". I suoi resti mortali, inizialmente sepolti nel Cimitero di Padova, dopo la fine della Grande Guerra, sono trasferiti nella sua Città natale, che gli tributò, nella circostanza, onoranze funebri solenni. Questa l'epigrafe marmorea che ricorda, nel Cappellone del Cimitero di Capua, la sua vicenda terrena: di Lubjana è sepolto, accanto a tutte le Medaglie d'Oro al Valor Militare, native della Città. L'Aeronautica Militare, costituita come Forza Armata autonoma solo nel 1923, gli ha intitolato l'aeroporto di Capua ed ha voluto ricordarlo nel suo stemma araldico, con il "quadrifoglio" della X Squadriglia da Bombardamento Il cap. Oreste Salomone "Caproni", nelle cui file l'eroico Maggiore Oreste Salomone era stato protagonista di tante azioni di "bombardamento "MAGGIORE DI AMMINISTRAZIONE ORESTE diurno e notturno". SALOMONE Il 3 luglio 1986, a Vigna di Valle, sulle rive del ANIMA D'EROE lago di Bracciano, sede del Museo Storico dell'AeroLA MILIZIA DELL'ARIA SPOSO' CON INCONnautica, con una solenne cerimonia militare, orgaTENIBILE ENTUSIASMO, nizzata dal Corpo di Amministrazione del-l'Esercito CONSACRANDO ALLA PATRIA e dall'Aeronautica Militare, è stata scoperta una Ricevitore automobilistico IL SUO ARDIMENTO NELLA GUERRA LIBICA "stele GPS marmorea" in memoria del Maggiore Oreste E NEL CONFLITTO MONDIALE, Salomone, Prima Medaglia d'Oro al Valor Militare A TOBRUK LA MEDAGLIA D'ARGENTO NE concessa ad un Pilota Militare. CORONO' IL VALORE, Tutti i cimeli dell'eroico Maggiore M.O.V.M. AD AJDUSSINA, NEL RITORNO DA EPICA Oreste Salomone erano gelosamente custoditi a INCURSIONE, Capua dal fratello Arturo (1876-1953) e dalla sorelL'ITALIA EBBE IN LUI LA PRIMA MEDAGLIA la Mariangela (1874-1943). Tali cimeli vennero D'ORO AL V.M. sepolti dalle macerie della loro casa, colpita in PER ATTIVITA' AVIATORIA pieno da una bomba, durante il feroce bombardaE LA STORIA "L'EROE DI LUBJANA". mento anglo-americano del 9 settembre 1943, nel NACQUE A CAPUA IL 20 SETTEMBRE 1879, quale la sorella Mariangela era deceduta. Le decoMORI' PER INCIDENTE AEREO IN razioni di valore venivano trafugate, mentre il carPADOVA IL 3 FEBBRAIO 1918". teggio, considerato di minor valore, era restituito ai familiari superstiti, che successivamente hanno Capua gli ha intitolato una delle sue vie princivoluto fossero custoditi presso il Museo Storico Satellite della GPS pali e ogni anno, nellacostellazione ricorrenza della scomparsa, dell'Accademia Militare di Modena. ne ricorda le gesta con una sobria cerimonia religioColonnello A.A. Giovanni Battista Cersòsimo sa nel Cappellone del Cimitero cittadino, ove l'eroe (nipote del Magg.M.O.V.M. Oreste Salomone) MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE "Ferito al capo in una lotta aerea, benché il sangue gli offuscasse la vista ed il corpo inerte di uno dei suoi compagni gli rendesse difficile il governo del velivolo, rifiutava di arrendersi alle intimidazioni degli aviatori nemici e proseguiva la rotta, mentre le pallottole di mitragliatrice dell'aeroplano avversario gli grandinavano intorno. Col motore funzionante irregolarmente, manovrando a bassa quota in mezzo alle raffiche di artiglierie antiaeree nemiche, riusciva a discendere in uno dei nostri campi ove, con sentimento elevatissimo di cameratismo e con profonda coscienza del dovere, si occupava dei compagni e delle bombe ancora inesplose sotto l'apparecchio. Ajdussina, 18 febbraio 1916" 21 IL NASTRO AZZURRO D E T T O F R A N O I IL CONGRESSO DELLA SVOLTA Il XXVIII Congresso Nazionale di Bologna è stato bellissimo sia nella realizzazione che nei contenuti. Un Congresso decisamente innovativo che ha abbandonato vecchi principi normativi per aprire e sostenere una nuova cultura sociale di apartenenza, per porre in atto nuovi rapporti tra le generazioni, con una strategia di collaborazione univoca coinvolgente gli Organi Centrali e Periferici. Un Congresso che ha guardato in avanti, senza timori generazionali, nel rispetto assoluto tuttavia dei Soci Decorati al Valor Militare, ma aperto a tutte le categorie di cittadini che condividono i principi e le idealità del Nastro Azzurro, ne sostengano gli scopi e le attività. Ne è conseguito un rinnovo profondo degli Organi Centrali ai quali sono stati chiamati, con fiducia, le "giovani generazioni" affidando loro alte responsabilità direttive e organizzative e assicurando, nel contempo, la più aperta e forte collaborazione degli "anziani Decorati al Valor Militare" che così brillantemente ed efficacemente hanno tenuto, da soli, il campo per ben 86 (ottantasei) anni, dal 23 Marzo 1923. Luigi Turchi (Presidente della Federazione Provinciale di Alessandria) CONSIDERAZIONI Vorrei esprimere le mie "considerazioni" su questo esercito di elemosinanti, accattoni, venditori abusivi, clandestini, extracomunitari, e tutte quelle persone che chiedono elemosine, contributi, versamenti, e beneficenza. Volete una risposta sincera? Priva di qualsiasi remora? Non se ne può più! Sta diventando una situazione assillante! E le autorità di questo grande problema che assilla tutta la popolazione italiana non se ne interessano minimamente. La situazione è paradossale: se non ascolti tutte queste implorazioni di aiuto, ti viene il sospetto che hai il pelo sul cuore, devi ormai resistere a quest'ondata di assillanti richieste se non vuoi finire tu stesso a chiedere l'elemosina. Molti cittadini italiani viveno quasi di stenti, è sempre più difficile per essi conciliare nella stessa giornata il pranzo con la cena, si vive la sindrome della quarta settimana, cioè di come arrivare alla fine del mese e non serve una laurea in economia per intuire che senza una rapida riduzione dei prezzi stiamo scivolando verso l'indigenza. Intanto intorno a noi ci sono sempre i vecchi poveri, i mendicanti, le vittime delle zone colpite daIlo Tsunami, gli stranieri che premono in masse sempre più folte alle nostre frontiere: sono stranieri che una volta entrati in Italia devono impegnarsi per mangiare, trovare un posto dove dormire, garantirsi le cure se sono ammalati, inoltre esistono miriadi di associazioni di ricerca da finanziare, bambini da adottare, sia pure a distanza, le varie leghe per gli handicappati, i ciechi, i sordi, i casi pietosi da finanziare, e chi più ne ha più ne metta. Ormai gli italiani vivono un costante senso di colpa per tutti i soldi che non hanno e che dovrebbero destinare a chi avrebbe bisogno. Una volta a queste incombenze ci pensava la vecchia "Assistenza Sociale", oggi chiamata ampollosamente "Welfare". Oggi appena accendi il televisore c'è sempre un conduttore o una conduttrice che ti invita a mettere mano al portafoglio per un caso pietoso, e ti invita a digitare il tuo telefonino per destinare uno o due euro per i bisognosi di turno. Talvolta mi sorge un dubbio che ci sia un business della carità; un indotto molto remunerativo per lucrare sui poveracci. Andare in giro per la città a piedi o fermarsi ai semafori in automobile, significa condannarsi all'aggressione continua dei disperati, magari accompagnati da un bambino in fasce e da figli piccoli allo scopo di meglio impietosire, sui tram e sul metrò suonatori di fisarmonica ci rompono i timpani, per non dire qualcos'altro, sulle strade venditori di tutto senza alcuna licenza: pulitori di vetri, ed un esercito di storpi finti che implorano la carità. E voi direte: la Polizia? I Vigili Urbani? I Finanzieri? E tutti gli altri corpi da noi pagati per far rispettare la legge dove sono? E i Magistrati? Anche loro dove sono finiti? Mistero! Da ricordare che un clandestino alloggiato a nostre spese in un campo di accoglienza (non desiderata) costa al contribuente italiano circa 60.000 mila vecchie lirette al giorno, i carcerati invece costano quasi 800.000 lire al giorno, se va in ospedale sfiora quasi il milione. Chi Paga? Pantalone! A tutte queste persone incaricate di tutelare la nostra incolumità e pace io consiglio di leggere un bel libretto di Gaetano Tanzi intitolato: "Non rompete i coglioni al colonnello". Non è un testo politico, è semplicemente un problema di Polizia Giudiziaria. È la formula che potrebbe salvare l'Italia. P.S. Il colonnello in questione è il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri che, di fronte aI caos di chi più infrange le leggi, assume il comando e a tutte le autorità, grandi o piccole che siano, che non fanno rispettare le leggi, codice penale e civile alla mano, minaccia di arresto chiunque non fa il suo dovere. E se qualcuno cerca di intralciare il suo agire la risposta è: "Non rompete i coglioni al colonnello" Roberto Stocchi 22 IL NASTRO AZZURRO ELENCO DELLE FEDERAZIONI PROVINCIALI FEDERAZIONE ALESSANDRIA ANCONA RECAPITI PRESIDENTE O COMMISSARIO (*) Via Fiume 23 – 15100 Alessandria Tel.0131.231172 Gen. Luigi TURCHI APERTURA Mer/Sab h.10-12 Via XXIX Settembre 2/E – 60122 Ancona Magg. Maurizio MONDAINI – Tel. 071.2803132 Mar/Ven h.16-17.30 Via C. Chamonin 60 – 11100 Aosta Tel.0165.42124 [email protected] Via Ricasoli 21 – 52025 Montevarchi (AR) – Cell. 3395792396 – [email protected] Corso Vittorio Emanuele 58 – 63100 Ascoli Piceno – Cell.3471157983 Su appuntamento Cav. Stefano MANGIAVACCHI Lun/Ven. h.9-12 Cav. Franco Bruno CRUCIOLI Mar/Gio – h. 10-12 Su appuntamento Corso Einaudi 44 – 14100 Asti – Tel/Fax 0141.530408 Col.Comm. Filippo SCIRE’ RISICHELLA Su appuntamento AVELLINO Via S. Pietro 1 – 83012 Cervinara (AV) Tel. 0824836098 Augusto GENOVESE (*) Su appuntamento BARI Via Cardassi 50 – 70122 Bari – Tel. 080.5541443 – Cell.3401535050 [email protected] Via Mezzaterra 73 – 2° piano – 32100 Belluno – Tel.0437.30651 Gen. Giuseppe PICCA Mar/Gio/Sab h.10-12 Geom. Italo SAVASTA (*) Su appuntamento Via I.Polcari 7 – 82100 Benevento Cell.347 8334846 Bers.Cap. Gaetano TROTTA Su appuntamento Via Angelo Maj 28 – 24121 Bergamo – Tel.035.238745 [email protected] Via Roma 34 – 13876 Sandigliano (BI) Cell.3351475752 [email protected] http://vialardi.org/nastrazzuro/ Via Marsala 10 – 40126 Bologna – Tel./Fax 051.230670 Dott.Vito MIRABELLA Su appuntamento Conte Tomaso VIALARDI di SANDIGLIANO da Lun. a Ven. h.15-16 Cav. Giorgio BULGARELLI Mer/Gio h.9-11 Via Adamello 38 – 38100 Trento – Tel./Fax 0461.932174 – Cell.335.7042529 T.Col.pil.Dott. Francesco VOLPI Su appuntamento Via Moretto 79/A – 25125 Brescia – Tel.030.3751225 – [email protected] Via Spalato Box n.1 – 72100 Brindisi Tel.0831.590198 Dott.Raffaele RIVOLTA Martedi h.9-12 Giovedi h.15-18 C.te Comm. Vincenzo CAFARO Su appuntamento Via dei Giudicati 17 – 09131 Cagliari – Tel.070.402644 [email protected] Via Roma 68 – 86100 Campobasso – Tel.0874.413794 Cav.Uff. Antonio DI GIROLAMO Su appuntamento Comm. Pasquale MASTRANTUONI da Lun. a Ven. h.9-12 AOSTA AREZZO ASCOLI PICENO ASTI BELLUNO BENEVENTO BERGAMO BIELLA BOLOGNA BOLZANO BRESCIA BRINDISI CAGLIARI CAMPOBASSO Gen. Attilio POLITANO CASERTA Via Luigi Settembrini 14 – 81100 Caserta – Tel.0823.324695 – Cell.3385779632 Cav. Mario SCHERILLO(*) Su appuntamento CATANIA Via G. Oberdan 31/C – 95100 Catania - tel.095.932283 Dott. Raffaele MESSINA Lun/Gio h.16.30-19 Corso Mazzini 251 – 88100 Catanzaro Tel.0961.721022 [email protected] Avv. Giuseppe PALAJA Lun/Mer/Ven h.9.30-11.30 CATANZARO 23 IL NASTRO AZZURRO CHIETI Via Arniense 208 – 66100 Chieti – Tel.0871.348603 Comm. Biagio ROSSI Mar/Mer/Ven h.8.30-14 COMO Salita dei Cappuccini 18 – 22100 Como – Tel.031.308108 [email protected] www.istitutonastroazzurro.como.it Via Savinio 6 – 87036 Rende (CS) – Cell.3313551579 – 3289114679 [email protected] Via Chiese 17 – 26100 Cremona – Tel.0372.200372 - Cell.3356437616 Comm. Giuseppe REINA (*) Su appuntamento Rag. Alberino MAZZUCA Su appuntamento Prof. Tommaso DONATO (*) Su appuntamento CUNEO Frazione Loreto 48/a – 12045 Fossano (CN) - Cell.3385282456 Col.CC. Fortunato CUZZOCREA (*) Su appuntamento FERRARA Corso Giovecca 165 (C. Patria) – 44100 Ferrara – Tel.0532.203368 Avv. Giorgio ANSELMI Mar/Gio h.9.30-11.30 FIRENZE Via S.M. Maddalena 1 – 50010 Caldine (FI) Gen. Bruno STEGAGNINI – Tel.055.211087 Mercoledi h.16-18 FOGGIA Via Marchianò 46 – 71100 Foggia – Tel.0881.636341 T.Col. Giovanni Battista CORVINO Su appuntamento FORLI’ Viale Roma 18 – 47100 Forlì Cell.336788589 Prof. Vittorio ALVISI’ (*) Su appuntamento Via F.Brighindi 190 – 03100 Frosinone Tel..0775.250916 Cav. Alberto IANNACE Su appuntamento GENOVA Via Nizza 12 – sc.sinistra – 16145 Genova – Tel.010. Com.te Tullio PISACANE Mercoledi h.15-18 GORIZIA Via D. D’Aosta 143 – 34170 Gorizia – Tel. Sig. Rinaldo ROMANO 0481.520935 COSENZA CREMONA FROSINONE GROSSETO Lun/Ven h.10-12 Via dell’Appetito 226 58019 Porto S.Stefano (GR) Cav. Giovanni SCLANO (*) Su appuntamento Via Foce 3 – 18100 Imperia – Tel.0183.579301 - Cell.335.5826502 – [email protected] Viale Amendola 196 – 19100 La Spezia – Tel.0187.716204 – Cell.347.1990911 Cavaliere del Lavoro Giacomo ALBERTI Su appuntamento Mar.llo Renzo PEDRIGI Mar/Gio/Sab h.9-11 Piazza S. Marco 4 (c/o Casa del Combattente)– 04100 Latina – Tel.0773.693357 Via Flascassovitti 25 – 73100 Lecce – Tel.0832.308190 Cav. Luigi CASALVIERI Lun/Ven h.10-12 Cav. Luigi DELICATO da Lun. a Ven. h.9-11 Via Cavour 78 (c/o UNUCI) – 22900 Lecco – Tel.0341.364333 – [email protected] Via Piave 13 – 57123 Livorno – Tel.0586.896711 S.Ten. Giuseppe FACCINETTO Mar/Ven. h.17-19 Ing. Giovanni ANDREANI Martedi h.16-18 LUCCA Via Cascine 373 – 55100 Arliano -Lucca – Tel.0583.59612 C.A.(aus) Nunzio PELLEGRINO Sabato h.11-12 MACERATA Piazza Annessione 12 - 62100 Macerata – Tel./Fax 0733.232450 – Cell.360.369662 [email protected] Corso Vittorio Emanuele 35 – 46100 Mantova – Tel.0376.324404 Sig.ra Cav. Sandra VECCHIONI Su appuntamento Galleria Leonardo da Vinci 4/1 - 54100 Massa – Tel.0585.44796 Gr.Uff. PierPaolo BATTISTINI Mar/Gio h.16-18 Sabato h.10-12 IMPERIA LA SPEZIA LATINA LECCE LECCO LIVORNO MANTOVA MASSA-CARRARA 24 Cav.Uff. Leonardo SAVI Lun/Mer/Ven h.10-12 IL NASTRO AZZURRO MESSINA Viale Europa 162 – 98123 Messina - Cell. 3288972643 Magg. f. ris. Vincenzo RANDAZZO (*) Martedì 17.30-19.30 Giovedì su appuntamento MILANO Via S. Barnaba 29 – 20122 Milano – Tel.02.5512016 – [email protected] Via C.Battisti 85 – 41100 Modena Tel.059.237373 Gen. Arnaldo CASSANO(*) da Lun. a Ven. h.9.30-12.30 Avv. Odoardo ASCARI (*) Su appuntamento NAPOLI Piazza Plebiscito 28 – 80132 Napoli – Tel.081.7640758 Avv. Cav. Gr.Cr. Gennaro PERRELLA Mar/Giov h.9.30-11.30 NOVARA Via Mario Greppi 9 - c/o UNUCI – 28100 Novara – Tel. 0321.612130 [email protected] Riviera S. Benedetto 30/A – 35139 Padova – Cell.3351338090 [email protected] Piazza S.F. di Paola 2 (c/o Caserma Ruggero Settimo) – 90138 Palermo – Tel.091.308108 Via Cavour 28 (c/o UNUCI) – 43100 Parma – Tel.0521.233842 [email protected] Via A. Gazzaniga 2 – 27100 Pavia – Cell.335.6709322 – [email protected] Località Pitigliano 25 – 06016 San Giustino (PG) – Tel./Fax 075.8583470 – Cell.339.3425888 [email protected] Via dell’Arsenale 39 – 61100 Pesaro (PU) – Tel.0721.31542 http://www.portalememorie.it/ Piazza S. Caterina da Siena 4 – 65122 Pescara – Tel.085.4211990 [email protected] Via Romagnoli 41 – 29100 Piacenza – Tel.0523.711901 Gen.D.(ca) Delio COSTANZO (*) Su appuntamento Sig. Francesco SCAPOLO Mer h.10-11 MODENA PADOVA PALERMO PARMA PAVIA PERUGIA PESARO E URBINO PESCARA PIACENZA PISA PISTOIA PORDENONE RAVENNA REGGIO CALABRIA REGGIO EMILIA RIETI RIMINI ROMA Dott. Comm. Ugo FRASCONA’ Mar/Ven h.9-11.30 Gen.B (r) Alberto PIETRONI (*) da Lun. a Ven. h.10-12 Col. Raffaele BABUSCIO Mar/Mer/Sab h.9-12 Cav.Uff. Angelo DI NATALE (*) Lun/Mer h.16-18.30 Gio h.9.30-11.30 e 16-18 Ven h.8.30-10.30 T.Col. Luigi LEONARDI Giovedì Su appuntamento Amm. Guido NATALE Lun/Sab h.9.30-12 Gr.Uff. Mario BOSONI Mar/Sab h.10-12 Via Venezia 17 – 56030 Cevoli di Lari (PI) – Tel.0587.686010 Sig. Franco CITI (*) Su appuntamento Via F.Cilea 22 - 51100 Pistoia – Tel.0573.22725 Dr. Mario LIVI Sabato h.9-11 Via dell’Aviere 1 – 33170 Pordenone – Tel.0434.361611 [email protected] Via Ofanto 5 – 48100 Ravenna – Tel.0544.61001 [email protected] Salita Cappuccinelli dir. Zag.8 – 89123 Reggio Calabria – Tel.0965.22046 Dott. Aldo FERRETTI Martedì h.16-18 o su appuntamento Amm. Mauro CATTAROZZI (*) Su appuntamento Ten. Alberto CAFARELLI (*) Su appuntamento Via D. Alighieri 7 (c/o EDILGEO) – 42123 Reggio Emilia – Tel.0522435394 – Cell. 348.1522406 – 348.6048054 [email protected] Via A. Ghepardi 70 – 02100 Rieti – Tel./Fax 0746.203077 Geom. Giuseppe RONCHETTI Da Lun a Sab h.9-11 Avv. Francesco Maria PALOMBA (*) Via Castelfidardo 11 – 47900 Rimini – Cap. Aleardo Maria Tel.0541.22716 CINGOLANI [email protected] Dott. Comm. Antonio VALERI Piazza Galeno 1 – 00161 Roma – Tel.06.4402555 – Fax 06.44266814 [email protected] Http://decorativalormilitare.spaces.live.com/ 25 Su appuntamento Venerdi h.9-12 da Lun a Ven h.8.30-13.30 IL NASTRO AZZURRO ROVIGO SALERNO SASSARI SAVONA Via Levico 4 – 45100 Rovigo – Tel.0425.463350 – Fax 0425.663350 [email protected] Www.istitutonastroazzurrorovigo.it Via Carmine 101 – 84124 Salerno – Cell.334.8916507 Via Milano 19/a – 07100 Sassari – Tel.079.272524 – Cell. 3483489948 [email protected] Via Paleocapa 24 (c/o Hotel Suisse) – 17100 Savona – Tel.019.850853 – Cell. 335.6606885 Geom. Graziano MARON Da Lun a Ven h.15-19 Col. Mario PRIVITERA Su appuntamento Sig. Antonello TOLA Su appuntamento Geom. Costantino FACCO (Segretario) Da Lun a Dom h.24 Sig. Marco CETOLONI (*) Su appuntamento Avv. Francesco ATANASIO Mar/Gio h.17-19 Cav. Alberto VIDO Su appuntamento C.F. Luca BELLONE de GRECIS Da Lun a Ven h.9-11 Sig.ra Anna TRIMARELLI (*) Da Lun a Ven h.10-13 Dott. Marcello GHIONE Mar/Ven h.10-12 [email protected] SIENA Via Aretina Loc. Arbia 71 – 53041 Asciano ( Si9 – Tel.0577.364865 – Cell.333.7441888 – [email protected] Corso Gelone 7 – 96100 Siracusa – Tel./Fax 0931.24684 – [email protected] Via Fossati 7 – 23100 Sondrio Tel.0342.212520 - Cell.3336685617 [email protected] Via Cugini 1 – 74100 Taranto – Tel.099.7752829 [email protected] Via Gabriele D’Annunzio 89 – 64100 Teramo – Tel.0861.241179 Cell.348.8730235 [email protected] Via F. Cesi 22 – 05100 Terni – Tel./Fax 0744.549856 [email protected] Via S. Domenico 28 – 10122 Torino – Tel.011.5217733 – 011.6690309 – [email protected] Via Cosenza 193 – 91016 Casasanta (TP) Tel.0923.562556 Magg. Carlo BERTOLOTTI Mercoledi 15-18 Cav.Uff. Giuseppe MASCARI (*) Su appuntamento TRENTO Via Adamello 38 – 38100 Trento – Tel./Fax 0461.932174 – Cell.335.7042529 T.Col.pil.Dott. Francesco VOLPI Su appuntamento TREVISO Vicolo S. Pancrazio 7 – 31100 Treviso – Tel.0422.541983 Comm.Gino TESO da Lun. a Ven. h.8.30-11 TRIESTE Via XXIV Maggio 4 – 34133 Trieste – Tel.040.361737 – [email protected] Via Stabernao 2 – 33100 Udine – Cell.333.5731909 Dott. Giuseppe VUXANI da Lun a Ven h.10-11 Gr.Uff. Vittorio ZANUTTA Mer/Sab h.10-12 Via C. Battisti 21 – 21100 Varese – Tel.0332.240803 Sig. Rinaldo BINAGHI Lun/Gio h.9-11 VENEZIA San Marco 4147 – Calle Loredan 30124 Venezia – Tel.041.5236028 Comm. Arnaldo DARAI Giovedi h.10-12 VERCELLI Via Roma 34 – 13876 Sandigliano (BI) – Cell.3351475752 [email protected] – http://vialardi.org/nastrazzuro/ Largo Don Chiot 27/A – 37122 Verona – Tel.045.8402145 Conte Tomaso VIALARDI di SANDIGLIANO da Lun. a Ven. h.15-16 Gen. Amos SPIAZZI di CORTE REGIA Sabato h.10-12 SIRACUSA SONDRIO TARANTO TERAMO TERNI TORINO TRAPANI UDINE VARESE VERONA VICENZA Corso Palladio 98/A (Pal.Trissino) – 36100 Mons. Ezio Olivo BUSATO Vicenza – Tel.0444.221238 Mar/Gio h.10-11 VITERBO Località Pitigliano 25 – 06016 San Giustino (PG) Tel./Fax 075.8583470 – Cell.339.3425888 [email protected] Lun/Mer h.16-18.30 Gio h.9.30-11.30 e 16-18 Ven h.8.30-10.30 26 Cav.Uff. Angelo DI NATALE (*) IL NASTRO AZZURRO NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO NOTIZIE IN AZZURRO IL TRADIZIONALE PELLEGRINAGGIO A MONTPELLIER DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL MONTENEGRO E DELLE “GUARDIE D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON” NEL 2009 È STATA OCCASIONE PER DONARE DUE CAMPANE ALLA CHIESA ORTODOSSA RUSSA DI SAN REMO. A nche nel 2009, e precisamente iI 30 maggio, un gruppo di soci dell'Associazione "Amici del Montenegro O.N.L.U.S." si è recata a Montepellier per rendere omaggio alla Regina Elena di Savoia, ivi Sepolta. Al pellegrinaggio ha partecipato anche la delegazione de L'Aquila della Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Il successivo 31 Maggio i partecipanti al pellegrinaggio si sono spostati a Sanremo dove hanno preso parte alla cerimonia di Benedizione e Consegna delle Campane alla locale Chiesa Russa Ortodossa. Si tratta di un progetto fortemente voluto dall'Associazione che, dopo l'approvazione dell'Ambasciata del Montenegro in Italia e col supporto del Governo di tale paese, è stato concretizzato in collaborazione con il "Gruppo Savoia" e l'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon". Le due Campane in bronzo, di pregevolissima fattura, dedicate una ai Reali del Montenegro, l'altra alla Regina Elena di Savoia e del peso rispettivamente di Kg. 430 e 130 circa, sono state realizzate dalla Ditta "Merolla Campane" di Poggiomarino (NA). ABBANDONATI AL DEGRADO I RIFUGI ANTIAEREI MILANESI A l confine fra Milano e Sesto San Giovanni, entriamo nel rifugio di via Adriano, sessantasette anni dopo le bombe del ‘43. Nella massiccia torre di cemento armato alta 35 metri dove, durante la guerra, trovavano riparo gli operai della Magneti Marelli convertita alla produzione bellica, oggi regnano buio, silenzio e una strana atmosfera fatta di echi di violenza bellica, rigida organizzazione per le operazioni di evacuazione e ricovero, ma anche dei lasciti delle presenze abusive degli scorsi decenni. Poco dopo l´ingresso, un buco nella parete liscia, gli spazi che una volta venivano usati per la logistica e il sistema di guardia, sono un ammasso di ferraglia e spazzatura. All´interno, gli appendi abiti sono ricoperti di ruggine e molte delle manovelle per azionare l´impianto di depurazione dell´aria sono state danneggiate. Un bunker unico per struttura e dimensioni, quello di via Adriano, eppure abbandonato a se stesso. Ma non diverse sono le condizioni degli altri quattro ex rifugi antiaerei rimasti, con la Torre delle Sirene e la caverna artificiale sotto piazza Grandi i sotterranei dell´istituto Moreschi di via San Michele del Carso (destinato agli studenti ma anche ai cittadini della zona, 400 posti in tutto) e il rifugio più storico, nel giardino di Palazzo Isimbardi (destinato al Prefetto, alla sua famiglia e allo staff, ma adoperato anche da Mussolini nell´aprile del ´45, alla vigilia della fuga a Dongo). Avendo studiato tutti i bunker cittadini, documentazione storica della Provincia alla mano, gli speleologi della SCAM, l´associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano che dagli anni 80 esplora e cataloga i sotterranei e i più rari rifugi di superficie della città sono convinti di trovarsi davanti a testimonianze preziosissime che riguardano la vita dei civili sotto le bombe: "Decisamente un patrimonio da tutelare e da far conoscere alle scuole come alla cittadinanza - dice Maria Antonietta Breda, docente del Politecnico e appassionata di cavità artificiali - per questo, assieme alla Provincia stiamo pensando ad un modo per recuperalo e renderlo fruibile alla cittadinanza: come in un museo diffuso per la città, ogni bunker ha una storia da raccontare". LA FAMIGLIA BALBO DONA AL MUSEO STORICO DELL’AERONAUTICA MILITARE DI VIGNA DI VALLE LA SCIABOLA APPARTENUTA A GIUSEPPE GARIBALDI. I l 18 giugno 2009, nel corso della cerimonia svoltasi al Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica generale Daniele Tei e del Comandante delle Scuole A.M. generale Gianpiero Gargini per la riapertura al pubblico del padiglione "Skema" sottoposto a ingenti lavori di restauro e aggiornamento, l'avvocato Paolo Balbo ha fatto dono al Museo della sciabola di Giuseppe Garibaldi donata dal sindaco della Maddalena a Italo Balbo. Il 12 agosto 1933 si stava concludendo la Crociera Aerea del Decennale. Verso le cinque del pomeriggio la formazione di ventitrè, dei venticinque idrovolanti che componevano la Seconda Squadra Atlantica, sorvolava compatta la Sardegna Nord Orientale diretta al Lido di Ostia per ammarare all'idroscalo Carlo Del Prete. Sull' S.55 X in volo alla testa delle otto squadriglie, Italo Balbo, giovanissimo Ministro dell'Aeronautica che comandava la formazione, annotò laconicamente sul suo taccuino di volo, "..alle 17.04 passo tra La Maddalena e Caprera. Col binocolo vedo la tomba dell'eroe. Saluto dell'anima.." Queste poche parole, scarne e senza fronzoli, riportate poi sul libro “La Centuria Alata”, diario della grande impresa, sono testimonianza di come, in quelle ultime ore di volo, tra i mille pensieri che gli turbinavano in mente, Balbo non abbia dimenticato di rendere omaggio a quel masso di granito sferzato dal vento e corroso dalla salsedine, modestissima pietra tombale dell'Eroe dei Due Mondi. Quelle parole, molto sicuramente, non saranno passate inosservate al Sindaco di La Maddalena, quando decise di donare a Balbo un qualcosa che avesse un significato unico, particolare, esclusivo: la sciabola di Garibaldi. Col. Ovidio Ferrante 27 IL NASTRO AZZURRO LA STORIA E LA MEMORIA (Un Eroe di Terra di Bari) V i sono a Bari, in una zona abbastanza centrale, due strade quasi parallele distanti mediamente una cinquantina di metri: la più importante è dedicata a Francesco Crispi (1), la seconda, più piccola, è dedicata al Maggiore Turitto (2). Oltre allo stretto rapporto di vicinanza fra le strade ad essi dedicate, c'è qualche elemento in comune fra i due personaggi dianzi citati? Apparentemente no! Quei pochi residenti nelle due strade che ho potuto interrogare ritengono che fra i due non ci sia alcun legame. Si sbagliano! Crispi e Turitto furono accomunati in uno stesso tragico episodio: la battaglia di Adua della quale il 1° marzo è ricorso il 114° anniversario. Adua è una delle pagine più brutte dell'avventura coloniale italiana, caratterizzata dalla sottovalutazione dell'avversario, che non era quello che la propaganda del Governo Crispi faceva credere, L'Etiopia, alla quale Crispi voleva imporre il "protettorato" dell'Italia, disponeva di oltre 100.000 soldati, tutti profondamente galvanizzati dal proclama imperiale (3), e modernamente armati grazie all'Italia. Rappresentazione pittorica della battaglia di Adua Questa col Trattato di Uccialli (2 maggio 1889) si era impegnata a fornire armi e munizioni a Menelik imperatore di Etiopia (4). Ma quando questi denunziò il trattato e i rapporti con l'Italia cominciarono a deteriorarsi sino a sfociare in scontri armati (5), questa non solo non era più tenuta a rispettarne le clausole, ma per un minimo di pru- Cassano (BA) - via Maggiore Turitto 28 IL NASTRO AZZURRO avevano mostrato nelle lotte contro i colonizzatori europei (pur sapendo di combattere in condizioni di assoluta inferiorità tecnica). Gli italiani non furono da meno, si comportarono da eroi e scrissero pagine di autentico valore. Forse i 16.000 di Baratieri (7) avrebbero potuto avere la meglio, sui 100.000 dell'Imperatore di Etiopia, se solo si fosse potuto applicare il "principio della massa". Ma ciò non fu possibile perché le colonne in cui il gen. Baratieri aveva articolato il Corpo di Spedizione, a causa delle carte topografiche approssimate o in alcuni casi sbagliate, arrivarono nella conca di Adua alla spicciolata ed in tempi diversi da quelli previsti dall'ordine di operazione e furono facile preda dell'esercito del Negus che non credeva ai suoi occhi. A parte l'artiglieria della regina Taitù che cannoneggiava gli italiani con un micidiale fuoco di fianco da Abba Garima, i fucilieri etiopici, con i 4.000.000 di colpi, graziosamente offerti da Crispi, ebbero a disposizione ben 250 colpi per ogni soldato italiano. Anche per sbaglio almeno uno doveva andare a segno. E così morirono 7000 dei nostri (quanti ne erano caduti in tutte le battaLo scenario geografico glie del Risorgimento). Fra questi c'erano due dei quattro generali che comandavano le colonne in cui si articolava il denza e di buon senso, avrebbe dovuto interromnostro contingente ed il maggiore Galliano, il pere qualsiasi fornitura in atto, così come scongiureduce di Enda Jesus. rava da Addis Abeba il nostro rappresentante in Il contraccolpo in Italia fu violento (8): le piazze Etiopia Salimbeni. tumultuarono al grido di "Viva Menelik" e "Via L'Italia però, incomprensibilmente e incosciendall'Africa", e si cercarono i colpevoli. temente, fece sbarcare nella baia di Assab 4 milioCrispi, il maggior responsabile, che col famoso ni di cartucce per i fucili etiopici. Il Negus se le telegramma (9) aveva spinto il gen. Baratieri (che, aspettava così poco che non solo non aveva prediconoscendo la situazione, avrebbe preferito temsposto i trasporti (leggi "carovana di cammelli") poreggiare) a dare battaglia in condizioni di assoper portarsele all'interno, ma fece sottoporre le luta inferiorità numerica in territorio ostile e poco munizioni a vari test, convinto che gli italiani le avessero manomesse per far esplodere i suoi fucili. I comandanti etiopici, pur nei loro abbigliamenti folkloristici con pelli di leone e di leopardo, non erano affatto sprovveduti come si pensava. Oltre a battersi con la fermezza e il coraggio di chi difende il proprio territorio, essi ne avevano una perfetta conoscenza e vi si muovevano meglio di Maradona su un campo di calcio. Fra tutti merita di essere ricordata la regina Taitù, moglie dell'imperatore, che in più occasioni aveva mostrato sorprendenti virtù militari (6). Fu lei, ad esempio, a suggerite come far capitolare il Maggiore Galliano e, nella battaglia di Adua, comandò, coraggiosamente a cavallo, l'artiglieria etiopica. I guerrieri di Menelik si batterono col Il forte di Makallé consueto coraggio e con lo stesso disperato valore che gli altri fratelli africani 29 IL NASTRO AZZURRO le carte topografiche inesatte avevano voltato in basso il pollice del destino. I "colpevoli" furono cercati anche ai livelli inferiori, e tra questi ci fu il magg. Turitto, accusato di aver lanciato troppo presto la sua avanguardia contro gli avamposti abissini, dando cosi l'allarme al nemico. Occorreva trovare "capri espiatori" e Turitto, morto sul campo, non poteva certo difendersi. Ma ci restano però i rapporti e le deposizioni degli ufficiali che gli furono a più stretto contatto, tutti concordi nel ritenere che il maggiore si attenne scrupolosamente agli ordini ricevuti. Di lui ci piace riportare la testimonianza di un suo tenente (uno dei pochi scampati al massacro) che ce lo ricorda "… ritto sul suo cavallo a sfidare impavido la morte, esponendosi ai proiettili nemici (quelli giunti poco tempo prima ad Assab) ... riesce Turitto a respingere i furiosi assalti degli abissini, ripiega contrastando la marea nera. Dalle 6 del mattino alle 4 del pomeriggio, si oppone al turbine di ferro e di fuoco che annienta ogni tentativo di difesa. Ferito ad una coscia, raccoglie un gruppo di ascari e tenta nella valle di Jeha l'ultima quanto inutile resistenza". Turitto scomparirà nella polvere africana, nemmeno i suoi resti furono più ritrovati. Vere o no che siano le accuse, Turitto fu insignito di MAVM (10) per il suo comportamento ad Adua e i suoi conterranei non lo hanno dimenRitratto del maggiore Domenico Turitto ticato. Bari, come si è detto, gli ha dedicato una strada; Cassano, il suo conosciuto; non ebbe neanche il coraggio di paese natale, oltre ad avergli dedicato una strada, affrontare il Parlamento. Senza aspettare il voto conserva una sua effigie in un salone del municicontrario, diede le dimissioni e uscì definitivamenpio. te di scena. Il brillante statista, distrutto e profonRecentemente nel 110° anniversario della sua damente prostrato dal fallimento della sua politica morte, all'ufficiale di Cassano è stata dedicata, con coloniale, morì non molto tempo dopo. "Era ormai tanto di etichetta, una bottiglia di vino "Primitivo" un rudere gigantesco" disse di lui Giovanni DOC; è un vino pugliese, forte e generoso, rosso Amendola. come il sangue che Turitto e mille altri come lui verIl gen. Baratieri fu rimosso dal comando e subì sarono sulle zolle riarse del Tigrai (11). un processo davanti alla Corte Marziale, dal quale però uscì assolto. I suoi piani, infatti, e i suoi ordini gen. Giuseppe Picca furono giudicati corretti e adeguati alle circostan(Presidente della federazione di Bari ze, solo la schiacciante superiorità dell'avversario e e Consigliere Nazionale) Motivazione della Medaglia d’Argento al Valor Militare concessa alla memoria del maggiore cavalier Domenico Turitto, Comandante il 1° Battaglione “Indigeni”: “Comandante il battaglione d’avanguardia della brigata indigeni, sostenne da solo il primo urto delle masse nemiche, spiegando energia e coraggio esemplari. Lasciò la vita sul campo. Adua, 1 marzo 1896” 30 IL NASTRO AZZURRO NOTE 1. Statista (Ribeira, Girgenti 1818Napoli 1901) più volte al governo, fu uno dei più accesi fautori delle conquiste coloniali per dare terra ai contadini poveri e sbocco alla borghesia imprenditoriale. 2. Il Maggiore di fanteria Domenico Turitto, nato nel 1847 a Cassano in provincia di Bari, proveniva dall'Accademia Militare di Modena ed era stato uno dei pochi ufficiali ad aver comandato, in terra d'Africa nel grado di capitano, due diversi battaglioni indigeni. 3. "Nessuno deve rimanere a casa, tutti devono prendere parte alla difesa della loro terra e delle loro case. Io voglio vedere intorno a me tutti i miei guerrieri." 4. Menelik l° (Ancober, Scioa, 1844 Addis Abeba 1913), figlio del Negus dello Scioa Hayla Malakot, riuscì, grazie all'Italia, a farsi riconoscere successore dell'Imperatore di Etiopia Giovanni IV e salì sul trono imperiale nel 1889. In quello stesso anno stipulò con l'Italia il trattato di Uccialli, la cui controversa interpretazione diede origine alla guerra culminata nella battaglia di Adua. 5. Il 7 dicembre 1895 cadde l'Amba Alagi, difesa fino alla morte dal Maggiore Toselli; il 22 gennaio 1896 si arrese il forte di Makallé del maggiore Galliano, fortemente attestato con 1500 uomini sull'acrocoro di Enda Jesus. 6. In Etiopia, come nel resto dell'Africa, non era insolito che le donne combattessero a fianco dei loro uomini. "Per la terra combattono anche le donne": recita così un detto etiopico. "I Il tenente generale Oreste Baratieri nostri uomini sono morti sulle dune contro il nemico ... noi ci toglieremo la benda blu del dolore e correremo sulle dune contro il nemico". Era il canto delle donne nahil dell'Algeria nella lunga guerra contro i francesi. 7. Il gen. Oreste Baratieri (Condino,Trento 1841 - Vipiteno, Bolzano) partecipò alla spedizione dei Mille e alle guerre coloniali. Tenente Generale in Africa, divenne Governatore dell'Eritrea (1893). Fu il comandante del contingente italiano nella battaglia di Adua. 8. Adua rimane per gli etiopici, e per tutti gli africani, una data fondamentale ricordata come la prima vittoria dell'Africa contro il colonialismo e l'Europa. Per la prima volta un esercito africano aveva battuto sul campo un esercito europeo. 9. "Codesta è una tisi militare, non una guerra; piccole scaramucce nelle quali ci troviamo sempre inferiori dinanzi al nemico, sciupio di eroismo senza successo. Non ho un consiglio da dare perché non sono sul luogo, ma constato che la campagna è senza un preconcetto, e vorrei fosse stabilito. Siamo pronti a qualunque sacrificio per salvare l'onore dell'esercito e il prestigio della monarchia". 10. La prima concessa in terra d'Africa ("Gazzetta del Mezzogiorno" del 23 aprile 2006, pag. BARI 6). Il magg. Galliano 11. Il Tigrai (o Tigrè) è una regione dell'Etiopia settentrionale di 64.921 kmq con 3.593.000 abitanti (dati del 1999) al confine con l'Eritrea. Il capoluogo è Makallè; altri centri sono l'antica capitale Adua e Axum, culla della civiltà etiope. 31 IL NASTRO AZZURRO RICORDI DELLA CAMPAGNA DI GRECIA ci battaglioni greci contro cinque degli Alpini. Le due settimane che seguirono furono per la Julia le più tragiche dell'intera campagna: l'asprezza del cammino, il maltempo, la scarsità del cibo e del riposo, il cattivo equipaggiamento. Eravamo costretti a retrocedere a stretto contatto con il nemico, ad aprirci un varco con ripetuti assalti alla baionetta per alleggerire la pressione, con il rischio incombente di un accerchiamento totale. Il 16 novembre la difesa era praticamente ridotta a quella diretta ai ponti sulla Vojussa di Buonorozeni e sul ponte di Perati. Alla Julia fu affidato il settore di Perati. Li la divisione fece le sue Termopili ed il suo Piave. In quel grave frangente si distinse il battaglione Aquila. La letteratura, così ricca di contributi alla campagna di Russia, non ha dedicato altrettanta attenzione alla campagna di Grecia. Va ricordato che dopo appena due mesi di guerra, la Julia dovette essere completamente ricostituita. Queste vicende non furono meno drammatiche della ritirata del Don. Come dice lo storico Faldella: "Non sarà mai detto abbastanza e con efficacia, in tutto il loro aspetto, delle condizioni penose in cui le truppe agivano: estrema penuria di tutto, dai viveri al vestiario, alle salme- Le direttrici dell’attacco italiano I l 23 aprile partiva la guerra contro la Grecia, un guerra iniziata per bilanciare l'influenza tedesca nei Balcani, con l'occupazione della Romania. Attaccammo in ottobre con sei divisioni invece delle 20 necessarie, convinti, erroneamente, della corruzione dei generali greci in nostro favore, partimmo all'attacco il 28 ottobre, sotto un diluvio che durava già da parecchi giorni. Le colonne attaccanti sotto quello scatenamento degli elementi che trasformò i pochi sentieri in torrenti di fango, si trovarono subito in difficoltà; i fiumi Sarandporos e Vojussa con i loro affluenti, si presentarono come fiumane vorticose e mugghianti, praticamente inguadabili; in quelle condizioni l'avanzata dei battaglioni Alpini fra le montagne del Pindo fu lenta e faticosa, mentre i battaglioni greci (doppi per numero) concentrarono il tiro dei loro cannoni e mortai sui passi obbligati e sui tratti scoperti a rendere più massacranti le operazioni. Assoluta era la mancanza di rifornimenti. Tutto doveva essere portato a spalla, a causa dell'esiguo numero dei muli e la loro ostinata paura ad attraversare i torrenti sulle improvvisate passerelle gettate dai genieri. Il facile sfondamento previsto dal generale Visconti Prasca, si rivelò una velleitaria opinione, per compiacere Mussolini e guadagnarne la fiducia. Le divisioni di fanteria, impiegate al centro, erano costrette ad arrestarsi di fronte all'accanita resistenza dei greci. Le difficoltà dei collegamenti impedivano il coordinamento fra i reparti. Il 6 novembre la Julia si trovò premuta da una divisione greca infiltratasi sul fianco sinistro: undi- Il ponte di Perati 32 IL NASTRO AZZURRO rie, alle munizioni. Soltanto un logoro telo da tenda proteggeva dalle piogge alle bufere di neve. Le piene dei fiumi aggravarono le già gravi condizioni delle poche vie di comunicazione; i muli morivano di stenti e i pochi rifornimenti richiedevano sforzi sovrumani". Il nemico in quell'inverno voleva sfondare e chiudere definitivamente la partita. I nostri soldati seppero frenare quella valanga con immani sacrifici. Su quelle rupi dal Fresher, al fiume Osum, al monte Chiarista e sul Topojanit, all'addiaccio, con le divise a brandelli, senza scarpe, con poche armi. Era Natale, un Natale di sangue, non si mangiava, non si dormiva, con gli arti congelati si calpestava quella neve tutta arrossata. A dicembre, dei 9000 uomini della Julia ne erano rimasti 800. Aldo Rasero ricostruisce così la nascita della leggenda della Julia: “La fama della divisione correva da un punto all'altro del fronte; quando gli sparuti battaglioni Alpini si spostavano per tamponare la marea dei greci, incrociavano altri reparti. Nell'incrociarsi, un po' per curiosità e desiderio di conoscersi, si domandavano a quale reparto appartenessero e la risposta era sempre la stessa: incisiva, decisa, che denunciava un malcelato orgoglio frammisto ad innata modestia dell'alpino: JULIA!". La leggenda era nata non per retorica di inviati speciali, ma spontaneamente tra i combattenti; se ne parlava nelle trincee, nei ricoveri, nei magazzini, nei posti di ristoro di Valona, di Tirana, di Durazzo; era assurta a valore di simbolo, era una cosa che apparteneva a Alpini della Julia ciascuno di noi. al fronte greco - albanese Nelle nostre case, quando fossimo tornati al paese, non avremmo detto: "Ero in quel reggimento o in quel reparto, bensì ero con la Julia, combattevo a fianco della Julia, mi trovavo sul fronte della Julia". Altrettanto spontanea nacque, nei giorni della bufera, la famosa canzone che rievoca il sacrificio della Julia: Sul ponte di Perati, bandiera nera. È il lutto della Julia che va alla guerra. Quelli che son partiti non son tornati, sui monti della Grecia sono restati. Sui monti della Grecia, c'è la Vojussa, col sangue degli alpini s'è fatta rossa. Alpini della Julia in alto il cuore, sul ponte di Perati c'è il tricolore Ai battaglioni Alpini spettò l'onere maggiore per la loro adattabilità al terreno di quei luoghi, per la compattezza morale, per la capacità di improvvisare soluzioni nelle circostanze più imprevedibili. "Datemi un battaglione di Alpini e cercherò ancora di arginare". Lo disse il generale Geloso la notte del 31 gennaio 1941, dopo un pericoloso sfondamento della linea da parte del nemico. Quando si accorsero che erano veramente bravi, fu peggio di prima: furono chiamati ovunque, a riparare falle, a tamponare cedimenti, a riprendere posizioni. Il loro valore li portò al macello. GLORIA ETERNA A QUEGLI EROI! Roberto Stocchi (Nato a Roma, dove risiede, commerciante in pensione, è stato, nell'ultima guerra, "orgogliosamente" un Alpino della leggendaria Divisione Julia.) P.S.: Le perdite dei 6 mesi di campagna furono: 20.000 morti, 25.000 dispersi, 50.000 feriti, 12.000 congelati. Un costo altissimo per un'inutile aggressione, in una guerra assurda. 33 IL NASTRO AZZURRO IL LICEO GINNASIO ITALIANO DI ZARA emanò un decreto che introduceva in Dalmazia la leva miliià nel 1282, nella piccola Zara, in contrada Castello, esitare obbligatoria e costituiva la "Legione Reale Dalmatina" steva una scuola comunale di "umanità", alternativa composta di 4 battaglioni, di cui 3 furono inviati prima in alle funzioni di istruzione che fino ad allora erano svolItalia e poi nelle campagne di invasione dell'Austria e te esclusivamente dai conventi anche per i laici. In altre locadell'Ungheria. Ebbe la saggezza, in contrasto con il Vice-Re, lità, scuole pubbliche analoghe vengono menzionate appedi inviare a Zara, in luglio, quale Provveditore Generale per na nel XIV secolo. Nel 1570 fu istituita una scuola di "gramla Dalmazia (corrispondente a Governatore Civile) il conte matica" con il nome di "Gimnasium", nella quale si studiava Vincenzo Dandolo, un personaggio che venne poi ricordato grammatica, retorica, i classici latini, logica, filosofia ed elodai zaratini con affetto e ammirazione. Dandolo sciolse il quenza, per poter poi accedere alle università. Da Zara gli Consiglio dei nobili sostituendolo con la Municipalità. Con le studenti si recavano normalmente alla Università di Padova. rendite dei conventi soppressi istituì una fondazione per l'iGiacomo Gradenigo, Provveditore Generale della struzione pubblica. Repubblica Veneta per la Dalmazia, nel 1777 propose, al Già per l'anno scolastico 1806-07, in conformità con l'orSenato della Serenissima, di chiudere il convento di dinamento didattico del Regno d'Italia, trasformò il modesto S.Demetrio, ridotto a due sole monache, e con le rendite di Ginnasio di tre classi in un Liceo con alcune cattedre di studi esso, nonché con quelle di altri conventi in situazioni analosuperiori. Il Liceo era complessivamente formato da una ghe, istituire a Zara, capitale della Dalmazia, un "Collegio scuola normale (cioè elementare), un Ginnasio diviso in 3 Nazionale per l'educazione della gioventù nobile e civile classi (grammatica inferiore, grammatica superiore, umadella città". Il progetto venne nità) e gli studi superiori (giuriapprovato con "ducale" del 24 sprudenza, medicina, chirurgia, novembre 1781 ma la deputazioIl Liceo italiano di Zara distrutto dai agrimensura, disegno e architetne del "Consiglio Nobile" della bombardamenti tura, chimica generale, farmaceucittà, incaricata della esecuzione tica) che abilitavano all'esercizio del progetto, fu così lenta che la delle rispettive professioni. Fu Repubblica Veneta, già occupata dotato di una ricca biblioteca, di dai francesi nel maggio 1797, un gabinetto di fisica e di un orto cessò di esistere del tutto prima botanico. L'istruzione fu affidata che venissero iniziati i lavori. ad insigni docenti in parte dalmaLa prima dominazione austriati e in parte fatti venire dal Regno ca in Dalmazia subentrò alla effid'Italia. Dal nome del Vice-Re il mera Repubblica Veneta creata da Liceo prese il nome di "Regio Napoleone precedentemente al Liceo Eugenio". Aveva un sigillo Trattato di Campoformido (17 con impressa la dicitura "Scuole ottobre 1797) che cedette il superiori del Regio Liceo di Zara" Veneto e le sue provincie all'interno dello stemma del all'Austria. Infatti il Maggior Regno d'Italia napoleonico. Generale Mattia Rukavina sbarcò a Zara il 4 luglio 1797 e Con la Pace di Schoenbrunn (14 ottobre 1809) Napoleone prese possesso della Dalmazia. Due giorni dopo, con rito staccò l'Istria e la Dalmazia dal Regno d'Italia per unirle alle solenne, le insegne della Serenissima furono sepolte nella neo costituite "Provincie Illiriche": una fascia territoriale Cattedrale. multinazionale amministrata militarmente nell'ambito L'Amministrazione austriaca caldeggiò, in luogo del prodell'Impero francese con capitale Lubiana dove risedeva il gettato Collegio, l'apertura di un Ginnasio nell'ex convento Governatore generale Maresciallo Marmont. Avevano fundi San Grisogono, accanto alla omonima chiesa del Patrono zioni di difesa del Regno d'Italia e punto di appoggio verso della città, ed il 17 marzo 1803 il Consiglio dei nobili, ottenul'Europa centrale e i Balcani. Vi facevano parte: la Carniola to il permesso della Congregazione di Santa Giustina a con Lubiana, la Carinzia (distretto di Villaco), l'Istria con Padova, dalla quale dipendeva il convento, aprì provvisoriaTrieste, la Croazia civile con Karlstadt, la Dalmazia con capimente una classe di Grammatica. Il 26 novembre 1804 fu tale Zara, Ragusa e la Croazia militare. solennemente inaugurato il Ginnasio che constava di tre Nella breve e travagliata esistenza delle "Provincie illiriclassi: grammatica, retorica e filosofia. L'anno successivo fu che", il Maresciallo Marmont inizialmente trasformò il Liceo aggiunta la cattedra di fisica. di Lubiana e quello di Zara in "Scuole Centrali", cioè vere e Il 26 maggio 1805 Napoleone cinse la "Corona Ferrea" proprie Università con lingua d'istruzione per entrambe itadel Regno d'Italia, con capitale Milano, affidando le funzioliana o latina o francese. Nel periodo di vittorie napoleonini vicarie al principe Eugenio di Beauharnais. Dopo la vittoche e di baldanza delle guarnigioni francesi, il Generale ria di Austerlitz, con la Pace di Presburgo, unì il Veneto e la Montrichard, comandante civile e militare delle Provincie di Dalmazia al Regno d'Italia. Dalmazia e Ragusa, festeggiò, nel febbraio del 1810, il Il 19 febbraio 1806 il generale Dumas emanò il famoso Carnevale con un grandioso ballo che trovò la migliore proclama : ambientazione nella sala degli esami del Liceo. “Dalmati! L'Imperatore Napoleone, Re d'Italia, vostro Re, Durante l'aggregazione alle Province illiriche, il tricolore vi rende alla vostra Patria. Egli ha fissato i vostri destini; il del Regno d'Italia continuò a sventolare a Zara fino al marzo Trattato di Presburgo garantisce la riunione della Dalmazia 1810, epoca in cui fu sostituito dal tricolore francese. Si applial Regno d'Italia." cavano in Dalmazia le leggi del Regno d'Italia, quando ciò Il successivo 30 maggio si riunì a Zara il primo Congresso era espressamente previsto dal Re d'Italia (Napoleone) o generale dei deputati dalmati che, tra l'altro, chiese a altrimenti il Maresciallo Marmont ne autorizzava di volta in Napoleone l'istituzione a Zara, quale capitale della volta l'applicazione integrale o modificata. Dalmazia, di un Liceo a somiglianza di quelli del Regno Nel 1812 Marmont, assillato da problemi militari ed ecod'Italia. Napoleone era a Saint Cloud e pensava alla nomici, licenziò i docenti delle due Scuole centrali da lui Dalmazia per altri motivi. Il giorno successivo, 31 maggio, G 34 IL NASTRO AZZURRO create e le ridusse a semplici "Collegi" (studi para-universitari che conferivano il "baccalaurato"). Nell'ottobre 1813 Napoleone fu sconfitto a Lipsia ma il presidio franco-italiano di Zara continuò la resistenza fino al 6 dicembre, data in cui si arrese agli austriaci e agli inglesi, con l'onore delle armi, dopo la rivolta dei reparti croati che passarono dalla parte degli austriaci. L'inizio della seconda dominazione austriaca, con Zara capitale del Regno di Dalmazia, trovò il Liceo ridotto ad un simulacro di studi nel quale, alla fine della dominazione francese, si era insegnato soltanto il francese e l'uso delle armi. Il governo austriaco ricostituì un Ginnasio di cinque classi che nel 1818 fu visitato dall'Imperatore Francesco I. In seguito a tale visita l'edificio fu ampliato ed elevato, aggiungendovi inoltre un istituto filosofico di due classi. Poco più di una decina di anni dopo, la scuola annoverava tra i suoi allievi Francesco Ezechiele Ermenegildo de Suppè-Demelli che poi fu noto come Franz von Suppè. A Zara ha ricevuto anche la sua prima educazione musicale, rappresentò la breve opera "Il pomo" e nel 1835 fece eseguire una messa in fa maggiore chiamata "Missa dalmatica". Il 22 marzo 1848 giunse notizia a Zara dei moti liberali di Vienna che erano sfociati con l'insurrezione e la fuga di Metternich. Insorta era pure Venezia (17 marzo) che, con Daniele Manin e Nicolò Tommaseo, aveva instaurato la Repubblica di San Marco. L'insurrezione si era estesa pure a Milano (18 marzo) ed il 23 marzo il Re di Piemonte dichiarò guerra all'Austria. A Zara si costituì la "Guardia Nazionale" comandata dall'ex Podestà conte Borelli di Vrana, che assunse i poteri civili e militari adottando come insegna il tricolore italiano. Il 25 luglio dello stesso anno i piemontesi furono sconfitti a Custoza ma la "Guardia Nazionale" di Zara fu sciolta solo nel 1851, tre anni e mezzo dopo. Una prima proposta di annessione della Dalmazia alla Croazia fu respinta dai Comuni dalmati nel 1848 ed una successiva fu respinta nel 1861 dalla "Dieta dalmata", costituita dagli autonomisti che avevano vinto il confronto con gli annessionisti. Presidente della Dieta dalmata era il dottor Spiridione Petrovic, serbo italofilo, e Vice-Presidente era il dottor Antonio Bajamonti, famoso Podestà di Spalato. In quell'epoca hanno inizio, in Dalmazia le lotte politiche tra italiani e croati. Particolarmente accese si manifestarono nel Ginnasio di Zara che fu l'unica scuola di studi superiori frequentata anche da studenti croati fino al 1890, quando dopo decennali contrasti con il Comune fu istituito il Ginnasio croato. Nel frattempo, dopo i moti liberali del 1848, gli ordinamenti scolastici austriaci subirono una riforma che toglieva la tradizionale divisione tra Ginnasio e Liceo. Il Ginnasio di Zara fu elevato a otto anni di corso (quattro anni di Ginnasio inferiore e quattro anni di Ginnasio superiore), secondo il modello dei "Ginnasi superiori" di prima classe, istituiti nelle città sedi di Università. Il 10 aprile 1875 fu visitato dall'Imperatore Francesco Giuseppe che si soffermò in ogni classe parlando in italiano con insegnanti e allievi. Nel 1897 fu ricostituito il convitto soppresso nel 1849, che dopo prese il nome di "Convitto Nicolò Tommaseo". Fino a quando fu Luotenente generale della Dalmazia il barone de Mamula, che pur essendo croato rispettò i sentimenti italiani della città, anche il Ginnasio continuò le sue tradizioni. Il successivo Luogotenente Radic favorì invece smaccatamente i croati e nominò un Direttore croato della scuola (Pericic) che usò tutte le angherie possibili, dal trasferimento dei professori alla croatizzazione dei cognomi degli allievi. Gli successe Monsignor Luxic, anche lui croato ma profondo estimatore della cultura italiana e rispettoso delle tradizioni della scuola. Ne curò il rinnovamento dei locali ed il recupero culturale. In questa situazione il 26 novembre 1904 fu solennemente celebrato il centenario della fondazione della scuola con la pubblicazione del manifesto che poi fu scolpito in una lapide e affisso alla parete dell'ingresso (vds riquadro). Così, il Municipio di Zara, nel lontano 26 novembre 1904, sotto la dominazione austriaca, festeggiava con vigorosa italianità, il centenario della sua prestigiosa scuola che allora si chiamava "Imperial Regio Ginnasio Superiore". Il 4 novembre 1918, alle ore 15, la torpediniera "55" della Regia Marina italiana attraccò a Zara redenta. L'ex "Imperial Regio Ginnasio Superiore" divenne, secondo l'ordinamento italiano "Regio Liceo-Ginnasio Gabriele D'Annunzio" con cinque classi di Ginnasio (tre inferiori e due superiori) e tre classi di Liceo. Con la successiva istituzione del Liceo scientifico restò la sede di quello classico. Giuseppe Vuxani (Presidente della Fed.ne di Trieste e Cons.re Nazionale) OGGI XXIV NOVEMBRE MDCCCCIV PLAUDE ZARA FESTANTE ALLA SOLENNITA' SECOLARE CHE NEL VETUSTO TEMPIO DI SAN GRISOGONO GLORIOSO SUO GONFALONE GLI INIZI DEL PUBBLICO GINNASIO RICORDA GIA' PER DECRETO DEL VENETO SENATO DELLE CLAUSTRALI PREBENDE DI SAN DEMETRIO MUNIFICENTEMENTE FORNITO E A VANTAGGIO DELLA GIOVENTU' IADRENSE CON BENE AUSPICATA CONCORDIA DI POPOLO E DI OTTIMATI NUNZIA DI TEMPI NUOVI DEDICATO ---------------VINCENZO DANDOLO PROVVEDITORE ALL' OMBRA DELL' ITALICO REGNO COLL' ALTO INGEGNO COLLA DOTTRINA ILLUMINATA A LUSTRO INSIGNE A SOMMO DECORO BENEMERENTE LO ADDUSSE PER TAL MODO DONANDO ALLA GLORIA ALLA URBANITA' ALLE CONSUETUDINI ONESTE E GENEROSE DELLE REGIONI DALMATICHE I FAVORI DELLE ARTI GENTILI DELLE SCIENZE SEVERE DERIVATE DAL FONTE PERENNE DELLA CIVILTA' E DEL SERMONE D' ITALIA -------------------PER CENTO ANNI INCONCUSSO COME GRANITO AGLI INSULTI DISTRUGGITORI DEL TEMPO A STRANE VICENDE DI PRINCIPI E DI NAZIONI VALOROSAMENTE SI OPPOSE AGLI AVI AI PADRI AI FIGLI NOSTRI MITE CONFORTO DI SPERANZE MIGLIORI NELLE TRADIZIONI DEL SUOLO NATIO NE' INTERROTTE NE' MISCONOSCIUTE OFFERENDO -------------------SORRETTO DAI VOTI AFFETTUOSI DALLE RIMEMBRANZE RICONOSCENTI DI DISCEPOLI E MAESTRI IL MUNICIPIO DI ZARA FIDUCIOSAMEMTE AUGURANTE PREGA CHE ASSENZIENTI GLI IDDII DELLA PATRIA SPERDUTO OGNI NEFANDO CONATO PER LUNGA ETA' NEL LONTANO AVVENIRE PROSPERI FIORISCA CRESCA 35 IL NASTRO AZZURRO IL “RUGGIERO DI LAURIA” DA CORAZZATA A DEPOSITO CARBURANTE Il “Ruggeiro di Lauria” in navigazione L a corazzata “Ruggiero di Lauria” fu progettata dal Generale del Genio Navale Micheli, derivata dalle navi della classe Caio Duilio, costituiva una classe di 3 unità assieme alle gemelle “Andrea Doria” e “Francesco Morosini”. Il Generale Alfredo Ruggero Micheli - figlio di Giuseppe, ingegnere navale che aveva curato l'organizzazione dei principali Arsenali militari - nel progettare queste tre unità, pensò a delle “Duilio” modernizzate con artiglieria a retrocarica, corazze con acciai migliori ed apparati motori più efficienti. La costruzione di queste navi fu il frutto di un compromesso tra due scuole di pensiero nel campo delle corazzate: una (Saint Bon) propendeva per una flotta con grandi navi da battaglia, l'altra (Ferdinando Acton, ministro della Marina) per più unità di dislocamento limitato Su indicazioni di Gregorio Ronca, sulla nave fu applicato per la prima volta un motore elettrico ai proiettori, creando il primo proiettore di scoperta manovrabile a distanza. L'unità fu impostata nel cantiere navale di Castellammare il 3 agosto del 1881 e varata il 9 agosto del 1884. Come tutti vari dell'epoca, l'avvenimento suscitò vasta eco in Italia ed all'estero. L'“Illustrazione Italiana” del 24 agosto 1884 così scriveva a proposito "È verissimo che tutti i vari dal più al meno si rassomigliano; ma è pur vero che si è potuto assistere a cento vari ed al centesimo si prova sempre la stessa, eguale emozione. In quel momento solenne in cui il colosso immane, posato sul suo letto di legno, comincia a muoversi franchissimo per poscia aumentare Il varo di velocità finché giunge a tuffarsi nell'acqua, è impossibile rimaner freddi ed indifferenti. E l'impressione che fa il varo di un piroscafo qualunque; figurasi per una nave colossale sulla quale possono un giorno pesare i destini della Patria! La parola non osa uscire dal labbro, il cuore batte più violentemente, tutti i sensi son riuniti in uno, nella vista, ed ansiosi si segue la mossa della nave. Nel vederla cullarsi sulle onde, che amorosamente ne lambiscono i potenti fianchi, erompe spontaneo il grido di Viva l'Italia! E le mani automaticamente plaudono al valoroso costruttore. Ed in questo varo l'applauso non andava solo ad un vivo, l'egregio ingegnere Bigliati, ma anche ad un morto, il compianto Micheli che primo disegnò il Ruggiero e lo pose in costruzione. Non dirò delle varie cerimonie religiose e civili che precedono il momento solenne: la benedizione del sacerdote, la rottura della 36 tradizionale bottiglia di vino spumante sulla chiglia, eseguita da mano gentile. Non della folla che riempiva l'arsenale, dello spostarsi dei puntelli, dei tagli delle gomene. Basta per ciò aver veduto un varo per dire di averli veduti tutti. Ciò che non è eguale è il sito, e, francamente, non vi è rada che a tale operazione si presti meglio di quella di Castellamare. Natura par che l'abbia fatta apposta. L'incanto è da per tutto; le fantastiche curve del golfo di Napoli chiuso dalle isole s'uniscono in pittoresco insieme con le erborate montagne di Qusisana, e nel fondo col lumeggiante Vesuvio. Con Capri di fronte, Pompei vicino, i ricordi dell'epoca romana corrono numerosi alla memoria e spingendo oltre lo sguardo scorgesi Procida. (…) Il Ruggiero di Lauria è una nave da guerra di 1° classe per forma e dimensioni, ha molte analogie col Duilio…lo scafo tutto in acciaio è costrutto a sistema cellulare, le murate e le paratie trasversali sono corazzate e formano due ridotti l'uno sovrapposto all'altro, il ridotto superiore serve quasi esclusivamente a proteggere i 4 cannoni di grosso calibro che la nave è destinata a portar nonché gli uomini comandati per la manovra, il ridotto inferiore protegge le macchine, la Santa Barbara, ecc., ecc. Oltre alla corazzatura di questo ridotto per maggiore protezione di queste parti vitali della nave vi è un altro sistema di corazzatura che prolungatosi orizzontalmente giunge fino al primo ponte. Le corazze sono tutte a sistema compound e misurano dai 35 ai 45 centimetri di spessore. La nave è provvista di due macchine motrici, ognuna della forza di cavalli 5.000, costruite dalla ditta inglese Mondstay e figlio. La nave è armata di 4 cannoni da 100 tonnellate collocati a due a due sulle piattaforme giranti, di un cannone da 15 tonnellate a poppa ed un altro all'istesso calibro a prua, ed ai lati, cannoni e mitragliere disposti a batteria, nonché due lancia-siluri subacquei. Così potente è questo nuovo colosso guerresco dell'Italia moderna, esso porta il nome de un uomo cui sempre arrise la vittoria; possa seguirne le gloriose tradizioni e portare alta per il mondo l'itala bandiera". Il nome del condottiere, secondo l'autore dell'articolo Nicola Lazzaro è legato alla città di Castellammare. Egli, infatti, nel resto del suo scritto, asseriva che della corazzata “Ruggiero di Lauria” IL NASTRO AZZURRO Ruggiero, unitamente a Giovanni, l'autore dei Vespri siciliani, fuggì da Napoli dopo l'ucI possenti cannoni da 431 mm. pesanti cento cisione di Corradino di Svevia e vinse contro gli angioini: "La maggior vittoria di Ruggiero tonnellate di Lauria la riportò nelle acque stesse di Castellamare il 5 giugno 1284, e la storia l'ha registrata col nome di battaglia dei Comiti" Il dislocamento dell'unità a pieno carico era di 11.726 tonn. mentre le dimensioni erano: 105,90 metri di lunghezza, 19,80 di larghezza e 8,70 metri di immersione L'apparato motore era formato da 2 motrici alternative a cilindri verticali a triplice espansione di costruzione inglese alimentato da 8 caldaie cilindriche a loro volta alimentate da 850 tonnellate di carbone. Con una potenza di 10.591 cavalli applicata sulle due eliche, si otteneva una velocità di 16 nodi con un'autonomia di 2.800 miglia (a 10 nodi). Le protezioni erano le seguenti: verticale (cintura) era di 450 mm.; orizzontale (ponte) di 75 mm.; alle artiglierie di 25 mm.; al ridotto di 360 mm. ed al torrione di 250 mm.. Le piastre della corazzatura vennero fornicomando del Consiglio degli Ammiragli. Col consenso te dalle acciaierie nazionali Terni. Fu la prima volta che delle autorità ottomane, le potenze europee inviarono a una speciale Commissione di Collaudo della Regia Marina terra, ognuna, un distaccamento di 100 marinai. Il giudicò l'acciaio di Terni superiore ad ogni altro ed autoCapitano di Vascello Carlo Amoretti fu nominato rizzò il rivestimento anche delle navi “Re Umberto”, Comandante Militare Internazionale di La Canea, il prin“Sicilia”, “Sardegna” e “Marco Polo”. cipale porto di Creta; sbarcando egli prese possesso del L'armamento del “Ruggiero di Lauria” era così costiKonak (Quartier Generale della Gendarmeria) insieme tuto: agli ufficiali dei Carabinieri Reali che erano già sul posto. – 4 cannoni binati da 431/27 mm.; Alla fine dell'800 l'Impero Ottomano era ormai in crisi – 2 cannoni singoli da 152/32 mm.; profonda e le potenze europee tentavano di ereditarne i – 4 cannoni da 120/32 mm.; possedimenti. Creta dipendeva da Costantinopoli ed era – 2 cannoni da 74 mm.; un'isola molto appetibile per la sua posizione strategica. – 10 cannoni da 57 mm.; La popolazione era in parte greca ed in parte turco-mus– 17 pezzi da 37 mm.; sulmana per cui gli scontri erano frequenti ed inevitabili – 2 tubi lanciasiluri subacquei da 450 mm. ed il governatore turco dell'isola non era in grado di L'equipaggio normalmente era di 506 uomini ma mantenere la pace. Tra i greci, inoltre, forte era il desidepoteva superare anche le 1.000 unità. rio dell'Enosis cioè del ricongiungimento dell'isola con la La nave fu completata il 1° febbraio del 1888 e consemadre Patria. Per evitare una guerra tra la Grecia e la gnata alla Regia Marina. A maggio del 1890 si recò a Turchia, le potenze europee inviarono contingenti di Genova per i festeggiamenti per il 30° anniversario della truppe e navi a ristabilire il precario equilibrio socio-poliSpedizione dei Mille. Nel maggio 1896 in seguito all'intico e militare. surrezione cristiana di Creta contro l'Impero Ottomano, Dopo questa parentesi in Egeo, il “Ruggiero di la nave fu inviata a La Canea insieme alla corazzata Lauria” fu radiato l'11 novembre 1909 ed utilizzato come Stromboli. Al comando della squadra navale italiana era deposito carburante. Nello scafo dell'ex corazzata si l'ammiraglio conte Felice Napoleone Canevaro. Giunsero poteva stivare circa 9.000 tonnellate di nafta. a Creta anche navi di altre potenze europee. Nel 1926, anno della creazione della società AGIP, L'ammiraglio italiano, per l'anzianità nel grado, assunse il questa chiese alla Regia Marina di utilizzare a Napoli lo scafo del “Ruggiero di Lauria” e del “Procione” (nave ex austriaca preda bellica Trittico della corazzata della prima guerra mondiale). Nel porto della città partenopea c'era bisogno di aumentare il bunkeraggio in attesa della costruzione del deposito costiero di San Giovanni a Teduccio con il relativo collegamento con il pontile di Vigliena. Entrambi i depositi di nafta galleggianti venivano riforniti dalle navi dell'AGIP e da quelle noleggiate. A deposito costiero ultimato il “Ruggiero di Lauria” venne trasferito a Genova ed il “Procione” restituito alla Marina. Nel 1943, sempre in funzione di deposito galleggiante, lo scafo si trovava a La Spezia e venne bombardato dall'aviazione alleata. Affondato, si adagiò sui bassi fondali del porto. Recuperato nel 1947, venne definitivamente demolito. Così terminò la vita di una potente corazzata. Antonio Cimmino (Vice presidente della Federazione di Napoli) 37 IL NASTRO AZZURRO ANCHE QUEST’ANNO “TERRA SOGNATA” ORGANIZZA VIAGGI A PREZZI SCONTATI PER GLI “AZZURRI” CROCIERA FLUVIALE "L'INCANTO DEL RENO" - da Basilea ad Amsterdam - con la Motonave Poseidon Partenza 8 agosto 2010 - 8 giorni / 7 notti - Minimo 2 partecipanti. Tipologia di cabina: – Cabina doppia ponte superiore: Euro 1590 – Cabina tripla ponte superiore: riduzione tripla 10% per tutti gli occupanti. Le quote non comprendono: – Spese d'iscrizione: Euro 50 – Tasse aeroportuali a partire da un minimo di Euro 110 ad un massimo di Euro 180 (a seconda della compagnia aerea) – Assicurazione annullamento Euro 33 SCONTO SPECIALE SOCI NASTRO AZZURRO DA € 115 A € 150, A PERSONA. TERMINE ISCRIZIONI: 15 APRILE 2010 (con contestuale versamento di un acconto di Euro 150 p.persona. Saldo entro il 1° luglio 2010. CROCIERA FLUVIALE "DALLA TERRA DEI COSACCHI AL MAR NERO" - da Istanbul a Kiev - con la Motonave Marshall Koshevoy - Partenza 8 agosto 2010 - 15 giorni / 14 notti - Minimo 2 partecipanti. Tipologia di cabina: – Cabina doppia ponte principale Euro 2050 – Cabina doppia ponte superiore Euro 2250 – Cabina doppia ponte lance Euro 2400 – Cabina Junior Suite Euro 3150 – Cabina Tripla: su richiesta. Si trovano sul ponte inferiore, sulla linea di galleggiamento. Prevista una riduzione di Euro 100 a persona rispetto al ponte principale. Le quote non comprendono: – Spese d'iscrizione: Euro 50 – Tasse aeroportuali a partire da un minimo di Euro 110 ad un massimo di Euro 190 (a seconda della compagnia aerea) – Assicurazione annullamento Euro 41/52 SCONTO SPECIALE SOCI NASTRO AZZURRO DA € 180 A € 240 A PERSONA. TERMINE ISCRIZIONI: 15 APRILE 2010 (con contestuale versamento di un acconto di Euro 250 a persona. Saldo entro il 15 giugno 2010 . In entrambi i viaggi, il gruppo sarà seguito da un Accompagnatore di "Terra Sognata" al raggiungimento di un minimo di 25 partecipanti. Per un numero inferiore di partecipanti, il viaggio verrà comunque effettuato con l'assistenza del personale Giver. I PARTICOLARI SUL SITO DELL’ISTITUTO “www.istitutonastroazzurro.org” QUINTA EDIZIONE DEL LIBRO DI ZANARDI La segreteria della Presidenza Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro è finalmente in condizione di accontentare tutte le richieste, rivolteci al Congresso di Bologna, di acquistare il libro del Comandante Giorgio Zanardi che ad ottobre era esaurito e del quale è stata pubblicata una quinta edizione. Il libro potrà essere acquistato al prezzo di 15 (quindici) Euro con le stesse modalità previste per l’oggettistica del Nastro Azzurro pubblicata sulla quarta di copertina del nostro periodico. 38 IL NASTRO AZZURRO AZZURRI CHE SI FANNO ONORE La Federazione Provinciale di Ferrara, grazie all’indefessa opera di proselitismo posta in essere soprattutto dal Presidente Nazionale Onorario Com.te Giorgio Zanardi, ha molti nuovi soci simpatizzanti, tre dei quali hanno espresso la loro soddisfazione per l’appartenenza al sodalizio con le rispettive seguenti lettere: “Ricevo la tessera di Socio Simpatizzante e ringrazio dal profondo del cuore il Presidente Nazionale Com. Giorgio Zanardi per avermi concesso questo onore. È una grande emozione per me entrare a far parte di Codesto Istituto come mio padre, Virgilio Paglierini, che fu un grande marinaio, un ottimo padre congiuntamente a mia madre. Oggi i miei genitori non sono più su questa terra, ma vivono felici insieme come lo sono stati per oltre 50 anni. I Valori Morali ed i comportamenti di mio padre e di tutti i marinai d'Italia, sono oggi cosa rara, ma solo queste Persone che hanno affrontato la dura guerra con sacrifici dando anche la propria vita per l'Italia, hanno il merito immenso di aver costruito ciò che oggi noi abbiamo. Conserverò questa tessera con orgoglio ed amore e sarà mia cura rinnovare ogni anno questo momento molto importante per me. Mi permetto di ringraziare tutti coloro che non conosco e che hanno permesso di essere uno di Voi. Grazie L'augurio che mi sento di fare a tutti è ... arrivederci al prossimo anno. Ossequi Roberto Paglierini” Egr. Presidente, ricevo con grande piacere la tessera di socio dell'Istituto del Nastro Azzurro, che così cortesemente ha voluto consegnarmi personalmente. Mi onora profondamente l'attenzione e la considerazione che questo gesto dimostra nei miei confronti: un gesto capace di comunicare la stima personale, ma anche la vicinanza alle istituzioni. Nel ringraziarLa del gentile e graditissimo pensiero, Le invio i miei saluti più cordiali Il Prefetto di Ferrara Provvidenza Raimondo I l Socio Simpatizzante Ten.Col. Fulvio Bernabei, recentemente iscritto ad opera del Presidente Nazionale Onorario Comandante Giorgio Zanardi, ha voluto ringraziare con la lettera riprodotta qui accanto. Il Ten.Col. Bernabei è il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara ed ha conseguito brillantissimi risultati nella sua continua e decisa attività di contrasto al criminalità organizzata e non. L’attività di proselitismo per il Nastro Azzurro svolta dal Comandante Zanardi non conosce sote. Per questo merito continuo nel cercare sempre maggiori adesioni all’Istituto del “Valore”, la redazione ha ritenuto che la pagina di questo mese fosse a buon diritto da dedicarsi per intero al nostro amatissimo Giorgio Zanardi. 39 IL NASTRO AZZURRO CRONACHE DELLE FEDERAZIONI sede del Comune e ha raggiunto il Monumento ai Caduti dove la cerimonia si è conclusa con la deposizione di corone d'alloro mentre nell'aria echeggiavano le note del "silenzio d'ordinanza". BRINDISI Il 12 novembre 2009, nel piazzale antistante il Monumento al Marinaio d'Italia, è stata celebrata "la giornata del ricordo dei marinai periti in mare", istituita nel 2002 dall'allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per commemorare i marinai militari e civili che, nelle due guerre mondiali, hanno sacrificato la propria vita per la Patria in combattimento. Il Comandante in capo dello Ionio e del Canale d'Otranto, Ammiraglio Gian Maria Faggioni, ha ricordato che furono circa 6.000 nella guerra del 15-18 e 33.900 nella seconda guerra mondiale i marinai che alla fine non risposero all'appello. Le navi affondate furono 870 da guerra e 2.274 mercantili e con esse, non pochi comandanti, rimasti a bordo nel rispetto d'una vecchia tradizione marinara. Come l'Ammiraglio Faggioni, anche il celebrante, Monsignor Renato Pizzigallo, ha ricordato i caduti di Nassirya. Il Labaro della Federazione Provinciale di Brindisi dell'Istituto del Nastro Azzurro, sorretto dal vicepresidente CGVM Gianfranco Melfi e accompagnato dai soci comm. Antonio Martongelli e dal Comm. Salvatore Toma, ha fatto ingresso sul luogo della cerimonia unitamente al Medagliere della Marina Militare, scortato da un Ufficiale del Reggimento San Marco in tenuta operativa e due Sottufficiali in grande uniforme invernale. San Vito dei Normanni (BR) - Celebrazione del 4 novembre CATANZARO Nel bimestre, la Federazione Provinciale di Catanzaro ci ha comunicato la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie: – Celebrazione del 4 novembre con la deposizione di corone d'alloro ai piedi del monumento ai Caduti di tutte le guerre sito in Catanzaro - piazza Matteotti, e con una esposizione fotografica allestita presso la Caserma sede del Comando Legione Carabinieri "Calabria"; – la cerimonia, svoltasi il 7 novembre 2009 su iniziativa del Gen. di Brigata Pasquale Martinello e dall'Amministrazione Comunale, relativa all’intitolazione di una piazza di Soverato ai sei Militari della Folgore caduti a Kabul. Dinanzi alle massime autorità locali, alla popolazione Soveratese ed alle scolaresche, al ritmo della Fanfara della Brigata "Aosta", un plotone di Bersaglieri si è schierato al lato di un cippo marmoreo edificato a perenne memoria del Reparto della Folgore. Commovente il momento della benedizione curato dal Parroco don Pasquale Luciano Rondinelli e la deposizione di corone d'alloro alla presenza della Madre del Caporale Nigro. Presenti con l'Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra e l'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia, un folto numero di Soci e simpatizzanti della Federazione Provinciale "Gli Azzurri dei Due Mari" tra cui la N.D. Maria Antonietta di Tocco, la dott.ssa Elvira Fristachi la dott.ssa Simona Bitonti, a formare quadrato intorno al Labaro del nostro sodalizio il Presidente Cav. Avv. Giuseppe Palaja, il S.Ten. CC Pietro Vivone, l'avv. Antonio Palaja di Tocco (Alfiere) il M.C. G.d.F. dr. Elio Bonacci (Scorta); – il 12 novembre 2009, "Giornata del Ricordo dei Caduti Militari e Civili nelle Missioni Brindisi - Giornata del ricordo dei marinai periti in mare BRINDISI Sez. di San Vito dei Normanni La ricorrenza del 4 Novembre è stata celebrata a S. Vito dei Normanni con una solenne cerimonia alla quale hanno partecipato, oltre alle Autorità ed a numerosi cittadini, alcune classi di studenti elementari e medie della città accompagnate dai propri insegnanti. Il corteo, presenti il sindaco On. Antonello Trizza con il gonfalone del Comune, il Labaro del Locale Gruppo dell’Istituto del Nastro Azzurro, scortato dai Soci guidati dal M.llo Vincenzo Di Viesto, quello dell' A.A.A. e le bandiere delle locali Associazioni Combattentistiche, preceduto dalla Banda musicale cittadina, è partito dalla 40 IL NASTRO AZZURRO Vittorio Aiazzi per i Caduti militari e civili, onorati da un Bersagliere trombettiere con il "Silenzio" e dagli inni patriottici dei soldati dal cappello piumato. Internazionali per la Pace", si sono svolte presso la Caserma Pepe-Bettoja del Comando Militare Esercito Calabria e presso il Bioparco di Catanzaro davanti al Monumento "Roccia dei Caduti di Nassiriya" cerimonie solenni nel ricordo di tali vittime. Numerose autorità Militari, Civili e Religiose presenti tra cui il Gen. B. CC Marcello Mazzuca, il Gen. B. Pasquale Martinello, il Gen. B. G.d.F. Gaetano Giancane, il Comandante Regionale della Polizia Stradale Vincenzo Ortolano, il Prefetto ff Sebastiano Cento, il Questore Arturo De Felice, numerose Associazioni Combattentistiche e d'Arma; – il 21 novembre 2009 nella Basilica dell'Immacolata è stata celebrata dall'Arcivescovo di Catanzaro e Squillace, S.E. Mons. Antonio Ciliberti, la S. Messa in onore della "Virgo Fidelis" Patrona dell'Arma dei Carabinieri. Con il canto in sottofondo della "Virgo Fidelis" di Scotti-Fantini eseguito dal soprano Mimma Cacciatore, è stata benedetta l'icona delle Vergine Maria realizzata dall'Istituto d'Arte per il Mosaico di Monreale "Cap. CC M.O.V.C. Mario D'Aleo" per la Cappella del Comando Legione Carabinieri "Calabria". Presenti il Comandante Gen. B. Marcello Mazzuca, autorità Civili e Militari ed Associazioni Combattentistiche e d'Arma; intervenuto per il nostro Sodalizio il Presidente della locale Federazione "Gli Azzurri dei Due Mari" Cav. Avv. Giuseppe Palaja. LIVORNO Sabato 14 novembre il Gen. Rosario Castellano, Comandante la Brigata Paracadutisti Folgore appena rientrato con i suoi dalla missione in Afghanistan, ha celebrato la battaglia di El Alamein, alla presenza del Presidente del Senato, On. Renato Schifani, delle autorità Civili e Militari e di un forte concorso cittadino, che ha impegnato tutto lo stadio di calcio livornese. Il commovente appello dei parà Caduti in missione di pace ha preceduto il passaggio di consegne, testimone la Bandiera di Guerra Decorata di M.O.V.M., tra il Gen. Castellano e il Gen. Federico D'Apuzzo, nuovo Comandante. A conclusione, lo spettacolare lancio di paracadutisti con atterraggio di precisione. Il nostro Labaro ha aperto l'ingresso delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma alla testa della fila direttamente accompagnato dal presidente di Sezione Cav. Uff. Raniero Chelli, M.B.V.M.; portalabaro MMA Enzo Rossi. FIRENZE Sez. di Prato La Sezione pratese del Nastro Azzurro ha ricordato i nostri soldati Caduti in tre grandi celebrazioni di forte e patriottico richiamo: – mercoledì 4 novembre 2009 nella cattedrale di Prato una S. Messa è stata concelebrata da Mons. Gastone Simoni, Vescovo di Prato, dal Vicario Generale Mons. Eligio Francioni, nostro socio e Consigliere, e da Mons. Basilio Petrà con la partecipazione delle autorità e delle Associazioni d'Arma, presenti con i loro vessilli. Il Labaro della nostra sezione era portato dall'alfiere marinaio Boris Bassi. Ci si è poi recati in corteo, sotto una pioggia battente, a deporre una corona d'alloro al monumento ai Caduti, davanti al quale il vice prefetto dottor Grandesso ha pronunciato elevate parole all'indirizzo dei soldati schierati insieme alle crocerossine e alle Forze dell'Ordine; – la domenica successiva 8 novembre, nell'importante Pieve di Carmignano, che costituisce la famosissima Visitazione del Pantano, è stata celebrata una Santa Messa per i Caduti e nell'attigua cappella dei Caduti Carmignanesi è stata posta una corona di alloro per ricordare la Medaglia d'Oro al V.M. alla memoria il volontario Ippolito Niccolini, Caduto a Bir El Gobi e tutti gli altri militari Caduti per la Patria; – la celebrativa triade si è chiusa domenica 15 novembre con una Santa Messa celebrata nella parrocchia pratese del Sacro Cuore da Mons. Livorno - Cambio di consegne al Comando della Brigata Paracadutisti “Folgore” e commemorazione di “El Alamein” MACERATA Sez. di Recanati Recanati (MC) Commemorazione del 4 novembre La Sezione di Recanati della Federazione Provinciale di Macerata ha partecipato, il 1° novem- 41 IL NASTRO AZZURRO PARMA bre 2009, alla festività di Ogni Santi, con la quale la città di Recanati ha commemorato il 4 novembre, giorno della Vittoria, con una messa in suffragio dei Caduti e la deposizione di una corona di alloro alla presenza di autorità civili ed associazioni delle varie armi. Celebrata il 4 novembre "La Giornata dell'Unità Nazionale e la Festa delle Forze Armate" con una solenne cerimonia militare. In piazza Duomo erano schierati un reparto di formazione in armi, il Gonfalone della città, Decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare, quello della Provincia, Decorato di Medaglia d'Oro al Merito Civile e tutte le Associazioni Combattentistiche e d'Arma cittadine. La Federazione del Nastro Azzurro di Parma era presente con il proprio Presidente ed una rappresentanza con Labaro. Hanno partecipato anche alcune classi di studenti e un folto pubblico. Dopo l'alzabandiera al suono dell'Inno Nazionale e la lettura dei messaggi del Capo dello Stato e del Ministro della Difesa, il Presidente della Provincia di Parma ha rivolto il suo saluto a tutti i presenti. Quindi il Brig. Gen. Gennaro Di Lauro, rappresentante del Comandate Militare Regionale, ha pronunciato l'allocuzione ufficiale sottolineando, tra l'altro, i numerosi impegni internazionali cui le nostre Forze Armate sono chiamate a far fronte. MILANO Sez. Carate Brianza Linate (MI) - Rientro delle spoglie mortali del S.ten. Pil. Mario Longoni Parma: Celebrazione del 4 novembre Sono rientrati in Patria dopo 68 anni i resti del S. Ten. Pilota Mario Longoni del 51° Stormo della Regia Aeronautica, inviato con il C.S.I.R. in Russia dove ebbe come prima base operativa l'aeroporto di Krivoj-Rog, al confine tra la Romania e l'Ucraina. il 28 agosto, Mario Longoni, già Decorato di Medaglia d'Argento al V.M. nella campagna di Grecia-Albania, perì accidentalmente al rientro da una missione. Trattandosi del primo pilota della Regia Aeronautica Caduto nel corso della spedizione in Russia, Benito Mussolini dispose che i suoi resti venissero custoditi in un "Mausoleo" appositamente eretto presso il Cimitero Militare Italiano di Ghencea, non distante da Bucarest, per i Caduti italiani della prima Guerra Mondiale. Su iniziativa del Presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e dell'istituto del Nastro Azzurro, Sezione di Carate Brianza, Gen. B. Umberto Raza, un P.180 del 14° Stormo ha riportato in Italia la Salma dalla Romania venerdì 18 settembre 2009. L’Urna contenente le spoglie del Caduto è giunta a Linate avvolta nel Tricolore ed è stata accolta con gli Onori Militari resi dal picchetto armato del suo glorioso 51° Stormo di Istrana (TV) alla presenza delle più alte autorità militari e civili, del Sindaco di Carate Brianza, Avv. Marco Pipino, presente col Gonfalone, dei familiari del Caduto e delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma. L'Istituto del Nastro Azzurro era presente con i Labari della Federazione Provinciale di Milano e della Sezione di Carate Brianza. Al termine della cerimonia, l'Urna è stata portata a Milano, presso il Comando della 1^ Regione Aerea. Il giorno seguente, è stata portata a Carate Brianza, sua città natale, dove, dopo una solenne e partecipatissima funzione religiosa la cittadinanza in corteo, tra ali di folla e bandiere, ha accompagnato l'Urna fino al locale Cimitero per la tumulazione nella tomba di famiglia. PAVIA Sez. di Voghera A Voghera, nell'ambito della cerimonia in ricordo del Santo Patrono della Fanteria, svoltasi nel rinnovato Salone d'Onore del Museo Storico "Giuseppe Beccari", è stata inserita la Solenne benedizione del nuovo Labaro della Sezione di Voghera dell'Istituto del Nastro Azzurro, portatore delle 8 Medaglie d'Oro al Valor Militare cittadine. Alla cerimonia erano presenti anche molte Sezioni di Fanti della Lombardia e del Piemonte. Ospite d'Onore il Vice Presidente Nazionale del Nastro Azzurro Gen. Arnaldo Cassano. S.E. il Vescovo di Tortona Mons. Martino Canessa, unitamente alle Massime Autorità cittadine e a numerosi Sindaci d'Oltrepo, ha solennizzato la Cerimonia. Alfieri d'Onore gli Allievi della Scuola Militare Teulié di Milano. Madrina della benedizione, la Signora Gabriella Lanzuolo, portatrice della Medaglia d'Oro al V.M. del padre Col. di Cavalleria Luigi Lanzuolo. A seguire, la consegna della Bandiera Comunale al Sindaco di Cigognola. Successivamente, nel 30° della scomparsa di Mons. 42 IL NASTRO AZZURRO dalla missione Unifil in Libano "Leonte 6". L’evento si è svolto nella centrale piazza XX Settembre alla presenza del Sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello, del Presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, del Vice Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani, del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Gen. Giuseppe Valotto, e di numerosi cittadini che hanno salutato ed applaudito i 350 militari del 132° Ariete schierati con il Comandante Gen. B. Carmelo De Cicco, la Bandiera di Guerra e la Fanfara. È stato anche celebrato l’82° anniversario della costituzione della specialità carrista e, a conclusione della cerimonia, il Gen. Valotto ha appuntato sulla Bandiera di Guerra dell'11° Reggimento Bersaglieri la Croce al Valor Militare concessa per l'operato nella missione in Iraq "Antica Babilonia 3" e la Croce al Valore dell'Esercito al T.Col. Alessandro Santarpia, Comandante del Distaccamento del Battaglione Logistico "Ariete". Carlo Angeleri, Vescovo e Fante, nonché Cappellano della sezione, è stata benedetta una targa che sarà collocata nella cappella di famiglia a Silvano Pietra a sostituzione dello Stemma rubato da vandali. Infine ha avuto luogo la Commemorazione del Santo Patrono della Fanteria. L’evento si è chiuso, dopo i discorsi ufficiali, con la consegna di numerosi diplomi di Socio Benemerito, targhe commemorative e crest. Il Sindaco di Voghera ha consegnato la Croce di Cavaliere OMRI al Fante Domenico Burrone e l'onorificenza di Commendatore al Fante Giorgio Andreoni, Presidente della Sezione. PESCARA La celebrazione a Pescara del 4 novembre, "Giornata dell'Unità Nazionale - Festa delle Forze Armate", è iniziata con la Santa Messa in suffragio dei Caduti per la Patria, officiata dall'Arcivescovo mons. Tommaso Valentinetti nella Cattedrale di S. Cetteo, alla presenza delle Autorità civili e militari, delle Rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma e della Croce Rossa Italiana, di un nutrito gruppo di studenti e di numeroso pubblico. L’evento è proseguito nell’adiacente piazza Garibaldi, sede del Monumento ai Caduti, dove, dopo l'Alzabandiera, è stata data lettura dei messaggi del Capo dello Stato e del Ministro della Difesa. Il Presidente della nostra Federazione C. Amm. Guido Natale, come ormai consuetudine, ha tenuto il discorso commemorativo evidenziando che la ricorrenza del 4 novembre ha un significato e un valore tali che non a torto l'Istituto del Nastro Azzurro, e le Associazioni Combattentistiche e d'Arma, chiedono che torni ad essere "Festa Nazionale". Hanno fatto poi seguito gli interventi di S.E. il Prefetto dott. Paolo Orrei e del Sindaco avv. Luigi Albore Mascia. Infine, sono stati resi gli onori ai Caduti per la Patria con la deposizione di corone d'alloro al Monumento. Nel pomeriggio, la prof.ssa Franca Minnucci ha organizzato e realizzato un incontro-spettacolo inteso a rievocare la storica "impresa fiumana" di Gabriele D’Annunzio poeta di Pescara. PORDENONE Nuova Sezione di Maniago In occasione della Festa delle Forze Armate, è stata ricostituita la Sezione di Maniago dell'Istituto del Nastro Azzurro, sotto la guida di Roberto Centa, figlio del Ten. Col. Pilota Sergio Centa, Medaglia d'Argento al Valor Militare, compianto Presidente della Sezione stessa. Il Labaro ha partecipato alla cerimonia svoltasi l'8 novembre alla presenza del sindaco Dott. Alessio Belgrado, del comandante del 132° Reggimento Artiglieria Corazzata Ariete Col. Fulvio Giovanni Bellassai e delle altre Autorità civili e militari. Dopo la S. Messa celebrata nel Duomo di S.Mauro, il corteo, preceduto dal Gonfalone del Comune con i Labari delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma ed accompagnato dalla banda dell' Associazione Filarmonica della città di Maniago, si è recato al Monumento ai Caduti per la deposizione di una corona d'alloro. La cerimonia si è poi rinnovata al Monumento ai Caduti di Maniago Libero e di Campagna. Pescara: Celebrazione del 4 novembre ROMA L’11 novembre 2009, presso la Basilica di San Martino ai Monti, è stata celebrata l'annuale Messa in onore di San Martino, Vescovo di Tours, Patrono dell'Arma di Fanteria. Alla celebrazione, organizzata dall'Associazione Nazionale del Fante, erano presenti numerose Autorità Militari e le Associazioni Combattentistiche e d'Arma con i relativi Labari e Medaglieri. Per il nostro Istituto era presente il Presidente della Federazione e Consigliere PORDENONE Il 19 novembre 2009 il Labaro della Federazione con un gruppo di Soci ha partecipato alla cerimonia per il rientro della 132^ Brigata Corazzata Ariete 43 IL NASTRO AZZURRO Nazionale Dott. Comm. Antonio Valeri, il Vice Presidente Dott. Primo Verdi Rosi, il Sindaco s.ten. Cav. Roberto Stocchi e il Labaro provinciale portato dall'Alfiere Sig. Giuliano Fefè, figlio dell'Azzurro appena scomparso Serg.c. Cav. Uff. Adamo Fefè (M.B.V.M.) che era stato per lungo tempo Alfiere della Federazione. Afghanistan. Il Nastro Azzurro era rappresentato dal socio M.A.V.E. Mar. Giovanni Bozzini sottufficiale anziano di scorta alla Bandiera di Guerra del Reggimento, anch'egli di rientro dalla missione, da Enrico Ricci, che con il Labaro ha aperto la sfilata delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, e dal Commissario della Federazione Marco Cetoloni. La celebrazione, coinvolgente e davvero toccante, ha registrato, accanto alla gioia del ritorno dei militari, la tristezza per il ricordo dell'attentato di Kabul dell 17 settembre 2009, dove hanno trovato la morte sei paracadutisti della Brigata Folgore di cui quattro appartenenti al Reggimento di stanza a Siena. L'Arcivescovo di Siena, il comandante della Brigata Gen. Castellano ed il comandante del Reggimento Col. Zizzo insieme ai familiari dei Caduti hanno deposto una corona di fiori al monumento nella piazza della caserma alla memoria dei parà uccisi a Kabul. Il momento più commovente si è avuto quando un parà schierato ha chiamato i nomi delle vittime, e per ognuno di loro si alzava il grido di tutto lo schieramento "Presente!". ROMA Sez. Banca d’Italia Il 4 novembre 2009 si è svolto presso il cortile del Palazzo Koch, sede centrale della Banca d'Italia, la cerimonia di commemorazione dei colleghi Caduti di tutte le Guerre. Alla presenza di un picchetto d'Onore dei Carabinieri in alta uniforme, il Governatore Prof. Mario Draghi ha deposto una corona di alloro sulla stele in bronzo che li ricorda, con il Direttore Generale Dott. F. Saccomanni, i Vice Direttori Generali Dott. L. Visco e Dott.ssa A.M. Tarantola. Era altresì presente il decano della cerimonia, il Presidente dei Combattenti, Reduci ed Invalidi di Guerra della Banca d'Italia nonché il dr. Paolo Bugliani. Inoltre era presente con i due Labari della Sezione del Nastro Azzurro della Banca d'Italia e quello della Federazione di Roma, il Presidente dr. Antonio Valeri, che faceva gli onori di casa accogliendo le corone ed i rappresentanti istituzionali dell'Istituto. Un caloroso ringraziamento va a Mons. Ugo Borlenghi Cappellano Militare, che ha officiato e benedetto i presenti e i Caduti per la Patria, a tutti i Colleghi che hanno partecipato alla cerimonia, a CSR, CASPIE e a tutte le sigle sindacali presenti nell'Istituto, al picchetto d'onore del Gruppo Volontari CC della Protezione Civile che hanno deposto una corona ed al Suo responsabile in Banca d'Italia dr. R. De Simone e infine al Colonnello Comandante dei CC con il suo staff del Nucleo CC in Banca d'Italia. Siena: Cerimonia per il rientro del 186° Rgt. dall’Afghanistan Palazzo Koch (Roma): Celebrazione del 4 novembre SONDRIO Nel bimestre, la Federazione Provinciale di Sondrio ci ha comunicato i seguenti eventi e cerimonie: – una lezione tenuta dal segretario agli studenti delle quinte elementari delle scuole di Morbegno (SO) sul tema della "Guerra Bianca" in occasione della ricorrenza del IV Novembre; – ha presenziato con il Presidente, il Vice Presidente e numerosi soci alle celebrazioni del 4 novembre a Sondrio, Morbegno, Tirano, Bormio (ove il Vice Alfiere e la scorta erano presenti tutti in uniforme) ed Albosaggia; – ha presenziato con il Presidente, l'Alfiere ed altri Soci inquadrati nella Sezione di Sondrio dell'Associazione Nazionale Carabinieri, di cui è Presidente il Socio Filippo Zotti, alla commemorazione dei Caduti di Nassiriya; – ha presenziato il 21 novembre con il Presidente, l'Alfiere, il Segretario ed altri Soci inquadrati nella Sezione di Sondrio dell'Associazione Nazionale Carabinieri, di cui è Presidente il Socio Filippo Zotti, alla celebrazione della Virgo SIENA Il 5 novembre 2009 presso la caserma "Roberto Bandini" di Siena, sede del 186° Rgt. paracadutisti "Folgore", si è tenuta la cerimonia di rientro del Reggimento dopo sei durissimi mesi trascorsi in 44 IL NASTRO AZZURRO Fidelis, patrona dell'Arma a Sondrio e Morbegno, dove Alfiere è stato il Socio Ten. CC Camillo Bianchini. le più alte Autorità militari e civili della Città, della Provincia e della Regione ed un folto pubblico che ha partecipato con molto calore a tutte le cerimonie. La Federazione Provinciale di Torino del Nastro Azzurro era presente con il Labaro affiancato da alcuni Consiglieri e molti Azzurri unitamente a moltissime altre Associazioni combattentistiche con le loro insegne; – l’8 novembre 2009 è stato celebrato il 91° anniversario della vittoria della 1^ Guerra Mondiale con la cerimonia dell'Alzabandiera in piazza Castello a Torino con esposizione di mezzi militari nelle piazze della città. Numerosa l'affluenza sia dei Militari che dei civili tra cui molti Decorati al Valor Militare e alcuni rappresentanti della Presidenza della Federazione Provinciale di Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro e di alcune Associazioni Combattentistiche con i loro Labari; – il 14 novembre 2009 è stata celebrata, a cura dell'Opera Nazionale Caduti Senza Croce e il Gruppo Croce Bianca in gemellaggio di Ideali e Preghiera, una Santa Messa in suffragio di tutti i Caduti le cui spoglie sono disperse, nella Reale Militare Chiesa di San Lorenzo di Torino. Nel corso del Sacro Rito sono stati benedetti i Bracciali della Memoria di alcuni Caduti senza Croce e consegnati a congiunti e discendenti. Al termine della messa sono state recitate le Preghiere delle Armi e dei Corpi rappresentati. Sono seguiti brani di musica sacra, inni patriottici, marce militari e canzoni di guerra. La Chiesa era gremita di Militari, civili e molte Associazioni, tra cui la Federazione Provinciale di Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro rappresentati da Consiglieri. Sondrio: Celebrazione Virgo Fidelis TORINO Nel bimestre, la Federazione Provinciale di Torino ci ha comunicato la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie: – il 2 novembre 2009, nell'ambito della commemorazione dei Defunti si è tenuta una cerimonia militare in onore di tutti i Caduti Militari presso il Monumento dedicato ai Martiri di Nassiriya, nella Piazza d'Armi di Torino, con la deposizione di una corona d'alloro e benedizione. È seguita una Santa Messa di suffragio per tutti i Caduti. presso la Chiesa Militare dei Santi Patroni. Ad entrambe le cerimonie hanno partecipato le Autorità militari e civili, e la Federazione Provinciale di Torino era presente con il Labaro, con alcuni Consiglieri nonché con numerosi Azzurri. Erano pure presenti molte Associazioni combattentistiche con i loro Labari; – il 3 novembre 2009, l'Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Torino, con la partecipazione di tutti i Gruppi di Torino, nel ricordo dei Caduti Torinesi di tutte le guerre, ha promosso una manifestazione presso l'Ara votiva del Parco della Rimembranza di Torino, con un'alza Bandiera e una Santa Messa. La Federazione Provinciale di Torino era presente con il Labaro, affiancato dai Consiglieri e molti Azzurri. Numerosa la partecipazione di Associazioni con i Labari, dei militari e civili; – il 4 novembre 2009, celebrazione dell'Unità Nazionale, Giornata delle Forze Armate e del Combattente, del Decorato al Valor Militare e dell'Orfano di Guerra, con la cerimonia dell'Alzabandiera dove, di fronte allo schieramento dei reparti ed a una numerosa presenza di partecipanti, è stata deposta una corona d'alloro con benedizione. È seguita, in suffragio dei Caduti di tutte le Guerre, la celebrazione di una Santa Messa presso il Tempio della Gran Madre di Dio e successivamente sono state deposte delle corone d'alloro nella Cripta del Sacrario. Presenti TORINO Sez. di Castellamonte La Sezione di Castellamonte (Federazione di Torino) dell'Istituto del Nastro Azzurro, il 27 novembre scorso è intervenuta con il Labaro con Alfiere alla cerimonia di omaggio per il restauro della edicola funeraria del Generale Giacinto Pullino, progettista del primo sottomarino italiano, il quale nacque ad Alba nel 1837, da vecchia famiglia castellamontese. Si laureò in ingegneria idraulica, insegnò in vari istituti militari e ben presto passò a prestar servizio a Genova e Livorno a sorvegliare i cantieri navali per conto del Ministero della Marina. I suoi studi lo portarono a realizzare, primo al mondo, motori elettrici per sottomarini. Progettò e costruì la nostra prima unità subacquea: il "Delfino". Nel 1892, al termine della sua carriera, fu eletto in Parlamento, poi si ritirò a Baldissero, paese limitrofo a Castellamonte, dove morì nel 1898 e, per suo volere, fu seppellito nella tomba di famiglia nel cimitero di Castellamonte. Alla cerimonia sono intervenute le più alte cariche del Comune di Castellamonte e della Marina Militare Italiana e i rappresentanti della Fincantieri. L'omaggio al sacello è stato preceduto la sera del 26 novembre da una interessante conferenza congiunta degli Ammiragli che hanno illustrato l'opera e le moderne applicazioni degli studi geniali dell' illustre concittadino. 45 IL NASTRO AZZURRO ABBONAMENTI E POTENZIAMENTO GIORNALE - Federazione Provinciale di Macerata – SEZIONE DI RECANATI (MC) - Sig.ra Giuliana STRAZZONI – “in ricordo del marito Bruno” - Dott. Ugo FRASCONA’ – Palermo - Federazione Provinciale di MANTOVA - Sig.ra Anna Maria BRIGLIA -. Massa “in memoria di mio fratello Romolo (M.O.V.M.)” - Sig.ra Letizia Paola BOTTAZZI – Rovigo – “in ricordo di Bruno e Aida Bottazzi” - Ten.a. Dott. Cav.Uff. Marcello PETRAGLIA – Roma - Guardiamarina Cav. Attilio PILLADE – Roma - Prof.sa Wanda PALMIERI DELIPERI - Cagliari - Sig.ra Pinuccia BRESCIA – Verbania - Sig.ra Giovanna RICAGNO SCOZZAFAVA – Torino - Sig.ra Lea CIUCCI CERRAI – Piombino (LI) - Sig. Valerio PIRON - Padova - Sig. Giovanni TESCIONE – Caserta - Sig. Vittorio MENOTTI – Modena - Sig.ra Carla BORDOLI FEFE’ – Roma “in memoria dell’Alpino Giulio Bordoli Disperso in Russia e dell’Azzurro Serg.c. Cav.Uff. Adamo Fefè” - Sig. Pierino NONNA – Zavattarello (PV) - Sig.ra Elda FIORI MOSCATO – Voghera (PV) - Sig.ra Maria Luisa PETRUCCI – Roma “in memoria del Cap. 1° Rgt. G. di S. Cesare Savini e del Ten.Gen. Marcello Favretto, fiumani” - Sig. Luigi ZANIN – Gallarate (VA) - Sig. Domenico MANZINI – Mignanego (GE) - Sig. Omero MAROTTA – Cascia (PG) - Sig. Attilio VENEZIA – Avellino - Sig. Diacono SCARANO – Potenza - Sig. Salvatore PICCIONE – Treviso - Sig. Giovanni SPERNANZONI – Ciampino (RM) - Sig. Antonio MASSARONE – Forlì € € € € € € € € € € € € € € € 200,00 100,00 50,00 50,00 50,00 50,00 40,00 40,00 30,00 30,00 30,00 30,00 25,00 25,00 25,00 € € € 20,00 20,00 20,00 € € € € € € € € € 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 10,00 CONSIGLI DIRETTIVI Fed. BRESCIA: Presidente: Dott. Raffaele RIVOLTA - Vice Presidente: Comm. Alessandro ALBERTINI - Segretario-Tesoriere: Dott. Matteo BODEI - Consiglieri: Avv. Alessandra BENEVENTI, Dott. Gabriele FERRI, Cav. Uff. Annibale GABUSI, Cav. Enos RIZZIOLI, Dott.ssa Cav. Anna Maria SALVO de PAOLI, Cav. Filippo SCUNDI - Vice Presidente Zona Carrara: Roberto BUGGIANI - Vice Presidente Zona Lunigiana: Sergio SANTUNIONE - SegretarioTesoriere: Paolo CHIANESE - Consiglieri: Rodolfo BACCI, Franco BERTI, Paolo CIOLI (Zona Carrara), Luigi DE CARLI, Alvaro MARTINI (Zona Lunigiana) - Sindaci: E. Umberto BORGHINI, Mario GUIDOTTI, Sergio PELLEGRINI Fed. BRESCIA – Sezione di Brescia: Presidente: Comm. Alessandro ALBERTINI - Vice Presidente: Dott. Raffaele RIVOLTA - Consigliere: Cav. Filippo SCUNDI Fed. PAVIA: Presidente: Raffaele BABUSCIO - Vice Presidente: Francesco BRANDOLINI - Segretario-Tesoriere: Noemi MAESTRI Consiglieri: Giorgio ANDREONI, Ettore AVIETTI, Laura COCI, Umberto SAMBUSSETTI Fed. CATANIA – Sezione Acireale – COMITATO DAME AZZURRE: Presidentessa: Prof.ssa Lucia CATANZARO LIZZIO Vice Presidentessa: Prof.ssa Fernanda DONNARI TROVATO Segretaria-Tesoriera: Prof.ssa Daniela SIMON - Consigliere: Prof.ssa Valeria FRAGALA’ CALI’, Prof.ssa Cettina OLIVA SACCONI, Prof.ssa Lina PARADISO Fed. SIRACUSA - Sezione di Lentini: Presidente: Rag. Ivan GRANCAGNOLO - Vice Presidente: Geom. Vincenzo BOSCO Consiglieri: Sig. Luca FAZZINO, Sig. Fabrizio GRANCAGNOLO, Dott.ssa Francesca POLICASTRO BRIGANTI - Revisori dei Conti: Sig.ra Gabriella BRIGANTI, Sig.ra Maria CICIULLA APARO, Sig.ra Anna Maria GUERRA Fed. CATANIA – Sezione Giarre-Riposto – COMITATO DAME AZZURRE: Presidentessa: Sig.ra Teresa CARRAFFO CARBONE Vice Presidentessa: Sig.ra Sebastiana D’ANGELO QUATTROCCHI Segretaria-Tesoriera: Sig.ra Iolanda MARULLI MARANO Consigliere: Sig.ra Paolina CARUSO RISO, Sig.ra Domenica CANALE MESSINA, Sig.ra Giovanna ZAMBATARO LONGO Fed. VERONA: Presidente Emerito Onorario: N.H. Col. Vittorio ORGANO - Presidente: V.co Hpt Prof. Leone MAZZEO - Vice Presidente: S.E. Amm. Paolo TONEGUTTI - Segretario-Tesoriere: Cav. Luca LAITI - Consigliere Emerito: Co. Gen. Amos SPIAZZI di CORTE REGIA - Consiglieri: Dott. Roberto BARBETTA; Gr. Uff. Luciano BARTOLINI; MMA Sergio CINOTTI; Cav. Nicola FERRARA; Sig. Giuseppe TOFFANIN Fed. MASSA-CARRARA: Presidente: Gen. PierPaolo BATTISTINI 46 IL NASTRO AZZURRO RECENSIONI YOL - Prigioniero in Himalaya di Mainardo Benardelli Edizioni Arterigere - Esse Zeta - Dicembre 2006 - pp. 244 - € 17,00 - Illustrato con fotografie d'epoca in B/N e 8 illustrazioni a colori - Il ricavato di questo libro è destinato a favore dei bambini di Kitanga (Uganda) Bartolea di Montevarchi, è stato presentato, in occasione delle celebrazioni del "Giorno della Memoria", il volume "Non raggiunsero la libertà": un libro realizzato dal Comune di Montevarchi e dalla Federazione del Nastro Azzurro di Arezzo e curato da Gianluca Monicolini. Il volume riscopre una pagina meno nota della nostra storia, quella della deportazione e della prigionia nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Una storia raccontata tramite le vicende di due civili e nove militari che trovarono la morte dopo atroci sofferenze nei campi di prigionia tedeschi. Si tratta delle testimonianze e i documenti relativi alla tragica fine dell'ingegner Ivan Massini, nativo di Montevarchi, e di altri dieci concittadini, deportati in Germania dove finirono i loro giorni nella prigionia e i cui corpi spesso giacciono ancora lontani dalla loro terra di origine. Attraverso una scrupolosa indagine di tipo archivistico coordinata da Gianluca Monicolini, in collaborazione con Francesca Michelini, sono stati recuperati i pochi documenti ufficiali, atti dell'anagrafe del comune, dello stato civile, dei fogli matricolari, che attestano gli estremi biografici dei caduti, le pratiche per il riconoscimento delle pensioni di guerra, le notizie raccolte da varie fonti sulla morte dei vari deportati. Ma la ricerca si anima soprattutto con il ricordo dei familiari raccolto attraverso interviste che esprimono i sentimenti, gli stati d'animo, i legami del sangue e degli affetti troncati con la scomparsa delle persone care, come quello particolarmente toccante di Primetta Valentini. "In questo caso" ha scritto il sindaco di Montevarchi Giorgio Valentini nella sua prefazione al libro "al centro della ricerca vi è il dramma degli internati montevarchini vittime nei lager o nei campi di concentramento nazisti della Seconda Guerra Mondiale, raccontato attraverso la testimonianza di chi ha visto partire un fratello o un parente per il fronte che poi non ha più potuto riabbracciare. Non ce la fecero a tornare, "Non raggiunsero la libertà" come si legge fin dal titolo." Questo contributo si colloca significativamente accanto a una serie di ricerche provenienti dalle nuove generazioni, sviluppate soprattutto con lavori condotti nelle scuole, che non attingono più solo alla memoria diretta degli anziani, degli ultimi parenti sopravvissuti, ma ad una conoscenza mediata, attraverso gli studi e le pubblicazioni già esistenti e soprattutto attraverso le fonti biografiche in grado di restituire la storia dei singoli caduti. "È una pagina della nostra storia, scritta col sangue ed il valore di tanti nostri concittadini, ed affidata al ricordo dei figli, nipoti e congiunti, con l'impegno comune di non dimenticare …" è il pensiero espresso nella sua prefazione dal Presidente della Federazione Provinciale del Nastro Azzurro di Arezzo, Stefano Mangiavacchi, che poi aggiunge: "Molte volte è stata ignorata la resistenza senz'armi, che i militari e civili internati sostennero nei campi di concentramento, nelle fabbriche di guerra, nei campi di lavoro, dove migliaia di persone persero la vita, uccisi dalle armi dei carcerieri, dalle malattie, dalla denutrizione e dalle sevizie. Uomini e donne privati della libertà e del cibo, costretti a umiliazioni e fatiche, i prigionieri italiani avevano una sola rivalsa, quella morale: il rifiuto di combattere e lavorare per i tedeschi e, fedeli al giuramento verso la Patria, essi riscattarono, con il loro NO, l'onore dell'Italia … furono eroi senza enfasi. Di molti non si sa dove siano le tombe, di tanti si è perduto anche il nome: storie di uomini dimenticate. Per questo dovremo impegnarci maggiormente in futuro per documentare questa pagina di storia, ricercando nei nostri archivi e raccogliendo le testimonianze, ricordi e memoriali, dai congiunti dei Caduti e dagli ultimi Reduci dell'internamento e della prigionia, al fine di mantenere vivo il loro ricordo, evitando che con il passare del tempo si disperda questo immenso patrimonio …" E questo libro è un importante contributo proprio in tale direzione. L'autore del libro, Mainardo Benardelli (Gorizia 1964), è un diplomatico e docente universitario, attualmente Ambasciatore nel Guatemala. Soprattutto è un alpino, come il padre Gualtiero, che è stato un grande patriota e amante della montagna. L'opera contiene una raccolta di lettere che il padre, prigioniero degli inglesi in India, a Yol, ai piedi dell'Himalaya, ha scritto alla famiglia in più di cinque anni di prigionia. All'opera fanno da completamento i diari di tre ufficiali italiani che si trovavano nel medesimo campo. Il libro è inserito nella collana "L'Impronta degli Alpini" delle Edizioni Arterigere, precedentemente denominata "In Punta di Vibram", che ha lo scopo di rievocare opere e pensieri di persone che, ispirate da grandi ideali di umanità e libertà, hanno compiuto imprese poco note. Gualtiero Benardelli (Cormòns 1904 - Gorizia 1972), volontario con D'Annunzio nell'impresa di Fiume a soli 16 anni, ufficiale di complemento degli alpini, laureato a Firenze in Scienze sociali, economiche e politiche, entrato nel Ministero delle Colonie nel 1929, assunse servizio a Mogadiscio. Dopo l'inizio della guerra, costituì una Banda di 300 irregolari, denominata "Banda del Commissario Benardelli" con la quale combatté contro l'avanzata inglese meritandosi la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Dopo la perdita della sua Banda e la caduta di Harar si arruolò come volontario e Tenente degli Alpini nel IV Gruppo Bande e assunse il comando della Banda Tessenei, con la quale continuò i combattimenti fino al limite delle possibilità. Fatto prigioniero da parte degli inglesi, per il suo eroismo gli fu concesso l'onore delle armi. Internato nel campo di prigionia di Yol, in India, alle pendici dell'Himalaya, dopo l'8 settembre 1943, poté usufruire della concessione fatta ai prigionieri di uscire dal campo in permesso temporaneo sulla parola, per partecipare a spedizioni alpinistiche. Le lettere inviate ai familiari, sempre pregnanti di affetto, raccontano, dopo quella data, le imprese alpinistiche compiute, con qualche compagno di prigionia, non solo come appassionato amante della montagna, ma anche come esperto studioso. Rimpatriato nell'agosto 1946, riprese servizio a Mogadiscio con l'Amministrazione Fiduciaria Italiana per la Somalia, continuando successivamente in carriera diplomatica, nella quale prestò servizio da ambasciatore in Katanga, Yemen e Honduras. Dalle lettere di Gualtiero, al padre, alla madre, alla sorella Myriam e al fratello Bruno, traspare la sua profonda umanità, l'amore per la famiglia, per la Patria e per la montagna, con parole semplici ed essenziali, senza sbavature retoriche. La prefazione del libro è del noto scrittore, giornalista e amante della montagna Mario Rigoni Stern, scomparso l'anno scorso. Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare per il valore dimostrato combattendo in Russia con gli alpini. Alla fine del libro è pubblicata la post-fazione scritta da Giuseppe (Pino) Vuxani, Presidente della Federazione di Trieste dell'Istituto del Nastro Azzurro che descrive le testimonianze del fratello Giorgio sull' epopea dei prigionieri italiani di Yol. È un libro da leggere e consigliare. Giuseppe Vuxani NON RAGGIUNSERO LA LIBERTÀ a cura di Gianluca Monicolini - edito dal Comune di Montevarchi (AR) e dalla Federazione di Arezzo dell’Istituto del Nastro Azzurro - gennaio 2009 - pp. 80 Edizione fuori commercio: per ricevere il libro rivolgersi alla federazione Provinciale di Arezzo dell’Istituto del Nastro Azzurro Sabato 31 gennaio dello scorso anno 2009, nei saloni della 47