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NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO
EXPO 2015, L’ENNESIMA SCONFITTA:
McDONALD’S E COCA COLA SPONSOR
Non ce lo hanno venduto come un evento sulla sana e corretta alimentazione?
In principio fu così, poi si sa, il dio denaro ha un fascino
irresistibile e compra tutto e tutti. Quindi si arriva al punto
che un Paese come l’Italia, famoso in tutto il mondo tra le
altre cose anche per la dieta mediterranea, accetti che una
multinazionale come McDonald’s sia Official sponsor
dell’Expo 2015.
Le sorprese non finiscono qui: se andiamo sul sito ufficiale della manifestazione si legge:
“Coca-Cola è l’Official Soft Drink Partner di Expo Milano 2015. Il brand è stato scelto in
virtù del suo impegno sul fronte dell’innovazione e della crescita sostenibile, capace di
generare ricchezza per le comunità, tutelando le risorse utilizzate e incoraggiando consumi
e stili di vita equilibrati”.
In una società in cui l’obesità dilaga e secondo i dati del Ministero della Salute il
numero delle persone obese è raddoppiato rispetto agli anni ’80 come si fa ad
accettare che multinazionali dello “junk food” – il cosiddetto “cibo spazzatura” - siano
sponsor di un evento che mirava ad essere educativo sotto l’aspetto della nutrizione e
dell’alimentazione?
Sono una della Ambassador di We Women for Expo e sono stata scelta per l’impegno e
per le battaglie che porto nelle scuole assieme a medici nutrizionisti e psicologi
sull’educazione alimentare e sui disturbi alimentari. Otto anni di volontariato per
informare, educare, prevenire. Ho sperato fino ad oggi di poter essere orgogliosa di questa
Italia, ma questa è l’ennesima sconfitta di un Paese che davanti al denaro rinuncia alle sue
buone intenzioni e si fa comprare come una prostituta. Era un’occasione di rilancio, invece
rimane la solita “marchetta all’italiana”.
(scritto da Elisa D'Ospina su Il Fatto Quotidiano.it - marzo 2015)
BASTA DEROGHE AI PESTICIDI E ALLE SOSTANZE VIETATE IN
AGRICOLTURA !!!!
A PROPOSITO DI DEROGHE - Comunicato Stampa ISDE Italia
Arezzo, 30 Gennaio 2015
L'Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia esprime la più viva
preoccupazione in relazione alla pratica, divenuta ormai consuetudine,
di concedere deroghe a sostanze vietate in agricoltura. Proprio in
questi giorni, ad esempio, la Regione Veneto sta valutando se
concedere deroghe per 26 sostanze; inoltre risulta che ben 598 i
pesticidi siano stati autorizzati in deroga nel nostro Paese fino al 31
Maggio 2015.
Questo accade contemporaneamente alla diffusione dell'ultimo rapporto ISPRA sulla
presenza di pesticidi nelle acque italiane che evidenzia una "ampia diffusione della
contaminazione" ed il rilevamento di ben "175 sostanze diverse, un numero più elevato
degli anni precedenti". Nel suddetto rapporto viene trattato, come in passato, il tema delle
miscele di sostanze e vi si afferma che "la valutazione di rischio, infatti, nello schema
tradizionale considera gli effetti delle singole sostanze, e non tiene conto dei possibili
effetti delle miscele che possono essere presenti nell’ambiente.
C’è la consapevolezza, sia a livello scientifico, sia nei consessi regolatori, che il rischio
derivante dalle sostanze chimiche sia attualmente sottostimato. Maggiori attenzioni e
approfondimenti in relazione agli effetti della poliesposizione chimica sono auspicate in
particolare a livello di Unione Europea [Consiglio UE 17820/09]. Per questo si impone una
particolare cautela anche verso i livelli di contaminazione più bassi."
ISDE Italia ribadisce che è ormai assodato che l’esposizione a pesticidi comporta non solo
gravi ed irreversibili alterazioni a carico dell’ambiente e della biodiversità, ma può
correlarsi anche a gravi conseguenze sulla salute umana. Questi effetti, già evidenziati
nelle categorie di persone esposte professionalmente, riguardano oggi tutta la popolazione
umana, stante l’utilizzo sempre più massiccio e diffuso di questi agenti in ogni parte del
pianeta.
Le conseguenze di tali esposizioni possono rivelarsi particolarmente gravi - anche a basse
dosi -, in particolare se si verificano durante la vita embrio-fetale e nella prima infanzia,
aumentando il rischio di danni cerebrali e di malattie che possono manifestarsi anche nelle
fasi più tardive della vita. Vi è ormai evidenza di forte correlazione fra esposizione a
pesticidi e patologie quali cancro, malattie respiratorie, malattie neurodegenerative come
Parkinson, Alzheimer e sclerosi laterale amiotrofica (SLA), autismo, deficit di
attenzione ed iperattività, diabete, disordini riproduttivi, malformazioni fetali,
disfunzioni tiroidee.
La possibilità che alcune di queste malattie agiscano modificando alcune funzioni
fondamentali delle cellule, comprese le cellule della linea germinale, non può che
accrescere le preoccupazioni per la salute pubblica. E’ più che mai importante ormai
ricercare e promuovere pratiche agronomiche in grado di soddisfare i bisogni alimentari di
tutti……continua QUI la lettura del Comunicato
(da ISDE Italia – gennaio 2015)
TERRA NUOVA: AGRICOLTURA VEGANIC
Comincia a diffondersi anche in Italia la cosiddetta agricoltura veganic, che utilizza
solo concimi vegetali e minerali.
In altri paesi, soprattutto l’Inghilterra, questo approccio è già molto diffuso e vede vere e
proprie reti di agricoltori andare in questa direzione. Nel nostro paese siamo solo all’inizio,
ma ci sono tutte le premesse per una grande diffusione. Già nel Regno Unito sono stati
studiati i metodi dell’agricoltura veganic (definita stockless organic, cioè biologica e senza
bisogno di bestiame) allo scopo di stimarne il rendimento agronomico ed economico.
Gli esperimenti (uno della durata di 11 anni svolto dalla Elm Farm Association Centre e
l’altro durato 5 anni, a cura della Adas Terrington) hanno dimostrato che, a seguito
dell’uso prolungato di tecniche di coltivazione veganic e fertilizzazione a base vegetale, non
c’è stata evidenza di declino della produttività; questa è risultata equivalente a quella di un
terreno a coltivazione biologica, sebbene ci fossero variazioni significative nel rendimento
di anno in anno.
La disponibilità nel terreno di fosforo e potassio, due nutrienti essenziali in agricoltura, è
risultata sufficiente. Malattie delle piante e parassiti non hanno posto problemi significativi,
anche se le erbe infestanti perenni hanno creato difficoltà. Tali metodi fino ad ora si sono
rivelati validi se applicati su appezzamenti piccoli e medi, adatti a una distribuzione locale.
Occorrerebbe approfondire studi ed esperimenti per verificarne l’applicabilità anche su
larga scala.
Come fa l’agricoltura veganic a fare a meno di
fertilizzanti animali?
La Veganic Agriculture Network ha un motto: nutrendo il
suolo, questo a sua volta nutrirà le piante. Aggiungendo
al terreno fertilizzanti vegetali sotto forma di compost,
quando tradizionalmente si userebbe concime animale, si
ottiene un terreno ricco di nutrienti e microorganismi,
che a loro volta nutrono le piante creando fertilità a
lungo termine.
Oltre all’uso di fertilizzanti vegetali, i metodi veganic mantengono la fertilità grazie a
colture diversificate, rotazioni, e coprendo le radici delle piante.
Per approfondimenti il sito che offre maggiori informazioni è americano:
http://www.goveganic.net/?ang=en
(da Vegan OK – Network News di Promiseland - marzo 2015)
MARTEDÌ 10 MARZO
INCONTRO ALL’OSTERIA DI FUORI PORTA
“TTIP: QUALI CONSEGUENZE PER L’AGRICOLTURA?”
Dopo l’incontro sul TTIP (il Trattato transatlantico per gli
investimenti e il commercio tra USA e UE) di venerdì 20
febbraio, abbiamo organizzato una serata di approfondimento
sulle conseguenze
del
trattato
nei
confronti
dell’agricoltura, un aspetto che ci sta particolaremente a
cuore!
La serata, in collaborazione con AltrEuropa con Tsipras, si
terrà martedì 10 marzo alle ore 20,30 in sala Nassiriya (Piazza dei Signori,
sotto il volto dell’Orologio) e vedrà la partecipazione di Gianni Tamino (Biologo e
Docente all’Università di Padova), di Francesco Benciolini (Associazione
Rurale Italiana) e un intervento video della giornalista Monica Di Sisto, della
Campagna Stop TTIP Italia.
**scarica QUI il volantino dell’evento **
(da Il Fatto Quotidiano.it - marzo 2015)
SENSIABILITÀ
Il cambiamento trasforma l’intera esistenza. Non si tratta solo di ridurre, di fare
attenzione, di pensare, di guardarsi intorno.
Il cambiamento trasforma i nostri sensi.
Tutti: anche il sesto, il settimo e l’ottavo.
Per chi ci crede, certo. Perché quando
iniziamo a trasformare qualcosa nella
nostra vita credere è un verbo
importante che deve essere coniugato
giornalmente.
Perché all’inizio, diciamo la verità, non ci abbiamo creduto. Del resto viviamo nel mondo
della disillusione in cui non credere e non lasciarsi prendere va così di moda. Più disillusi
siamo, più increduli e sconfitti ci sentiamo in partenza e più saremo considerati forti e
sicuri di noi stessi, più duri ci mostreremo migliore sarà l’impatto con l’altro. Ci sentiremo
più potenti. Come minimo. In cambio di che andare verso un’altra direzione? Perché
dovremmo farlo? Oltre a quello, ovvio, che già sappiamo molto bene.
Primo motivo
In cambio delle emozioni che non provavate più. La vostra pelle percepirà cento volte
quello che pensavate di sentire, liberata da strati di ingombranti cellule morte e pesanti
che non vi appartengono più. Sarà come scoprire di essere più abili nel sentire. Una specie
di “sensiabilità”, come un nuovo senso che non sapevamo di avere. E così la sensazione
più frequente di essere stressati si trasformerà in altro: quella di essere emozionati. Si
vive in uno stato di una sorta di prontezza all’emozione, di apertura al sentire.
Che prima non c’era. Insieme a una nuova tenerezza e anche a una nuova vulnerabilità.
Bella, però. Vi butterete di più, oserete di più. Magari vi esporrete un po’ troppo. Può
succedere. Magari farete un po’ di confusione con i sensi così scoperti e scambierete fischi
per fiaschi ma il massimo che può accadervi è quello di essere stati troppo voi stessi.
Secondo motivo
In cambio di nuove e differenti relazioni. Le persone che ho conosciuto da quando ho
cambiato strada sono quelle che voglio valorizzare, quelle che mi hanno più stimolato a
riflettere sulla mia vita, quelle che mi hanno dato spunti per esprimermi al meglio e, molte
di queste, hanno capito o visto di me lati in modo completamente aperto, obiettivo e
generoso indicandomi altre strade che non avevo ancora visto.
Terzo motivo
In cambio di una vista sensibile. Scoprirete lo stupore che avevate sepolto in cose che
avete guardato milioni di volte ma mai davvero visto. Vi farete male più spesso, ve lo dico.
E vi farete bene più spesso, ve lo dico. Quello che vi piacerà vi piacerà di più e quello che
non vi piacerà vi farà più male al punto tale da voler provare a cambiarlo. Da subito,
adesso, a cominciare da voi stessi e da ciò che vi è vicino, da quello che potete fare ora a
un metro da voi, con chi è vicino a voi.
Quarto motivo
In cambio della libertà di liberamente sentire, esprimere e scambiare, del sentire e
mostrare interesse o disinteresse secondo quello che davvero siamo e non secondo quello
che altri ci dicono di dover sentire.
Quinto motivo
In cambio di nuovi spazi liberi dentro di voi. State facendo spazio. E in qualche momento
sentirete un vuoto che vi farà paura. E invece è solo lo spazio di libertà che non avete mai
sentito, sensazione sconosciuta per la maggior parte di noi. La libertà non è innocua,
certo, ma non ci siamo abituati e ci sembra più pericolosa di quella che è.
Sesto motivo
In cambio del coraggio che vi verrà di guardare in faccia le vostre passioni. Basta il primo
passo per capire che ci sono. Tutti ne abbiamo qualcuna. Magari sepolta sotto anni di
indifferenza, di sentimento di inadeguatezza, di centinaia di “figurati se io…” di “io non ce
la farei mai”, di “io non posso…” di “cosa diranno di me…”.
Settimo motivo
In cambio del fatto che la rinuncia si trasformerà in liberazione. Non solo con le cose, gli
oggetti, gli atteggiamenti, le abitudini, i consumi che vi seppelliscono sotto montagne di
inutilità. Anche con le persone. Qualcuno sceglie di allontanarsi. E il dolore diventa
un’altra, fecondissima risorsa. E una messa alla prova per lasciarsi andare con serenità:
noi stessi e gli altri.
(da Low Living High Thinking - marzo 2015)
“LA GIORNATA DEL SEME” - SABATO 14 MARZO 2015
Dalle 9.00 alle 18.00 presso il CSF Stimmatini, in Via Cavalcaselle
Giovanni Battista 20, a Verona (zona Ponte Crencano lato Adige)
Una giornata di formazione-informazione e contro-informazione sul
tema: ”Semi, Diritti e Giustizia”
I temi della giornata:
•
•
NELLA MATTINATA:
• SEMI, OGM E TTIP per decidere insieme cosa
mangeremo domani - con Riccardo Bocci, ricercatore
della Rete Semi Rurali;
• AGRICOLTURA E AGRIUSURA...bellezza della
diversità e geometrie di monocultura. La bruttezza
delle periferie sovietiche o dei ghetti metropolitani è la
più chiara prova che il sistema di vita, di economia, di gestione sociale che le
genera non è buono e in sé contiene un seme di falsità e di corruzione, perché tra
bellezza, bontà e verità esiste una unità profonda e totale, il cui scisma porta ad
alcune degenerazioni del nostro tempo...tra bellezza, bontà e verità esiste una
unità profonda e totale - con Massimo Angelini, filosofo e ruralista;
I SEMI DELLA VITA, PER BEN VIVERE INSIEME. Bisogna arrestare
l'appropriazione privata dei semi e la loro mercificazione fonti d'impoverimento nel
mondo. L'agricoltura deve unire e non dividere le comunità umane risanare e non
aggravare i rapporti tra gli esseri umani e la natura, arricchire e non impoverire la
vita della Terra. (Presentazione dell’azione DIP “Dichiariamo Illegale la Povertà”) con Riccardo Petrella, economista;
Pausa pranzo a base di cibi cucinati con cereali antichi e territoriali (gnocchi di
malga e polenta di mais Marano, contorni vari della biodiversità) a cura di Antica
Terra Gentile (Associazione Piccoli Contadini Biologici della montagna veronese) e
Locanda “La Piccola Europa” (cucina biologica a Santandrea di Badia Calavena).
NEL POMERIGGIO:
• QUELLO CHE L'EXPO DICE E QUELLO CHE NON DICE, a cura di ragazzi della
scuola media;
• Possibilità di partecipare alla Conversazione con i Relatori (Sala Conferenze) o
all'incontro sulla Costituzione del Gruppo Locale STOP TTIP (il Trattato
Transatlantico sul Commercio ed investimenti tra Europa e Stati Uniti) di Verona;
• Azioni collettive per la biodiversità:
• “Biodiversità agraria” le realtà contadine presentano il loro lavoro per la
riscoperta e la valorizzazione della biodiversità agraria. (Partecipazione libera a
tutte le realtà contadine che in qualche modo stanno lavorando per la riscoperta e
rivalorizzazione della biodiversità; (viene richiesta una pre-iscrizione Tel.
335256474);
• "Tegneme la somensa", libero scambio tra contadini e non solo, delle sementi
autoprodotte. (Lo scambio è aperto a tutti coloro che cercano o propongono semi
autoprodotti per scambiarli o regalarli e far si che i semi si espandano e si
conservino);
• “Grani Antichi”, mostra sui cereali antichi a cura di “Rete Semi Rurali”;
• Contadini Resistenti, attraverso foto e didascalie, viene presentata la situazione
di oppressione ed ingiustizia nei confronti di una comunità contadina palestinese;
• Le Associazioni e gruppi promotori della Giornata si presentano:
Monastero del Bene Comune, DIP, AVeProbi, Antica Terra Gentile, Terra Viva, Res
Le Matonele, Geoponika, GasStelle, CiVivi, La Folaga Rossa, GasP! Gigi Piccolo,
DGusto, Rivolta il debito, Coop. Ca’ Magre, Mov. Decrescita Felice, Laboratorio
Agricolo Bagolaro, Ass. La Casa di Tano, Arcoiris, Az. Agr. San Bonifacio, Az.
contadina biologica Vaioparadiso ...e tanti altri.
Sarà una giornata di informazione/formazione che abbiamo organizzato insieme ad altre
realtà del veronese. L'evento ha lo scopo principale di informare e formare i cittadini su
questioni nevralgiche per il nostro futuro poichè, se passano quelle leggi ed accordi che
sono in discussione attualmente a livello nazionale ed europeo, TTIP OGM, i primi a farne
le spese saranno proprio le aziende biologiche, (restrizione sulle leggi sementiere, ingresso
in massa di sementi e prodotti ogm, cibo spazzatura, ecc…).
Vi invitiamo quindi a partecipare alla giornata, sia per informarvi su quello che “bolle in
pentola”, (abbiamo la fortuna di avere tra i relatori Riccardo Bocci, ricercatore della Rete
Semi Rurali e profondo conoscitore di tutte queste tematiche, Massimo Angelini fondatore
del consorzio della Quarantina e Riccardo Petrella economista), sia per farvi conoscere per
quello che producete e per come lo producete. L’INGRESSO è LIBERO
**scarica QUI il volantino completo della Giornata**
(da A.Ve.Pro.Bi. - marzo 2015)
STRAGE DI INSETTI: LA TERRA APPASSISCE
Non ci piace mai usare toni tanto catastrofici.
Ma in questo caso non possiamo fare altro: gli
insetti spariscono e la terra appassisce, e la
colpa è nostra. E vi assicuriamo che non è
l’ennesimo allarme di apocalittici complottisti,
bensì il risultato di uno studio durato 5 anni e
portato avanti da un equipe di scienziati
europei impegnati a verificare lo stato degli
impollinatori nel Vecchio Continente.
Il programma si chiama Step, ed è un progetto
che coinvolge 15 Paesi e 21 istituzioni. Ora i ricercatori hanno pubblicato il loro ultimo
atlante sul declino dei bombi a causa del riscaldamento climatico sulla rivista Biorisk:
«L’84% delle specie agricole europee trae beneficio da questi insetti e il 78% dei fiori
selvatici nelle aree temperate ha bisogno di impollinazione». In una ricerca precedente gli
studiosi del progetto Step avevano calcolato che senza impollinatori scomparirebbe il 50%
della vitamina A consumata in alcune aree del mondo, il 15% della vitamina B e di ferro.
Il problema non si limita alle nostre amiche api, ma a tante specie di impollinatori che
stanno scomparendo: i bombi per esempio sono presenti in Europa in 56 diverse specie,
ma il riscaldamento climatico rischia nel peggiore dei casi di portarne 25 all’estinzione
entro il 2100 che tradotto vuol dire una perdita enorme per la nostra agricoltura:
«Gli impollinatori sono oggi essenziali per una produzione annua pari a 22 miliardi idi euro,
il 10% del valore delle coltivazioni in Europa. Nel mondo questa cifra raggiunge addirittura
190 miliardi di euro» spiegano Antonio Felicioli, biologo dell’Università di Pisa e Marino
Quaranta del Consiglio per la ricerca in agricoltura e membri italiani di Step. In Italia siamo
messi meglio che in altri Paesi, tipo Germania e Gran Bretagna, dove le specie degli
impollinatori sopravvissuti sono 250. Considerata che da noi sono circa un migliaio.
Cosa possiamo fare? Primo iniziare a pensarci: se si parla di specie in via di estinzione
pensiamo sempre ai mammiferi, ci fanno forse più tenerezza. «Ma anche gli insetti
impollinatori meritano tutta la nostra attenzione» proseguono Felicioli e Quaranta. Ma la
preoccupazione da sola non basta: «Un’agricoltura meno intensiva che usi meno pesticidi e
dia più spazio alle siepi e ai fiori selvatici aiuterebbe molto gli insetti» suggeriscono i due
studiosi italiani. E se avete un giardino potreste fare incetta di casette per ospitare api
selvatiche e procurarvi i semi specifici per nutrirle al meglio. Fateci un pensierino, dai.
Intanto noi a Slow Food cerchiamo di dare una mano agli amici apicultori. E abbiamo
preparato un dossier che speriamo possa essere d’aiuto per chi fa questo nobile mestiere.
Si tratta di uno studio – fatto con Bee Life e Pan Europe – molto approfondito della Pac per
capire come poter rispettare gli impollinatori attraverso la legge guida dell’Unione in
materia di agricoltura.
Il dossier parte dal presupposto che impollinatori e api sono al centro del sistema di
produzione alimentare e di si propone dare gli elementi per costruire un sistema agricolo
che risponda alle esigenze degli impollinatori, garantendo al contempo una produzione che
contribuisca al benessere dei cittadini europei. Vorremmo in questo modo sollecitare una
riflessione maggiore da parte delle istituzioni sulla sostenibilità dell’agricoltura moderna e
sulla difesa dell’ambiente, affinché le risorse comunitarie destinate al sostegno di questo
tipo di produzione aumentino.
E infatti questo documento rappresenta un primo sforzo d’elaborazione di alcune proposte
che invertano l’attuale corso del sistema agricolo in linea con le necessità degli
impollinatori. Le api e gli insetti sono uno dei migliori indicatori di qualità ambientale e la
proposta alla base di questo documento è di utilizzarle per valutare la sostenibilità della
nuova Politica Agricola.
Slow Food, Bee Life e Pan Europe presentano queste raccomandazioni alle varie realtà
agricole nazionali affinché siano prese in considerazione nell’attuazione della Pac 2014CLICCA QUI PER SCARICARE LO STUDIO
2020 da parte degli Stati membri.
(da Slow Food - marzo 2015)
* SCARICA QUI la scheda informativa sul Corso ABITAREBIO7 ECOCASA *
(da Legambiente Limena - marzo 2015)
TTIP:
TRATTATO TRANSATLANTICO DI PARTENARIATO TRA USA E UE
Ennesimo tentativo della lobby finanziaria multinazionale per attivare un processo di
privatizzazione di tutto ciò che è pubblico, di tutto ciò che è bene comune all’insegna del
profitto sopra ogni cosa. E’ molto probabile che il trattato si chiuderà sopra la testa di tutti
i cittadini statunitensi ed europei, per cui nel prossimo futuro le persone saranno misurate
in base al denaro che posseggono, ma se non ne hanno, devono vendersi come schiavi,
senza diritti.
Dovranno essere cambiate le leggi degli Stati, in modo da favorire gli interessi delle
multinazionali; qualora la legislazione crei difficoltà o mancato guadagno ad una ditta
sopranazionale, lo Stato sarà condannato a risarcire il mancato profitto.
Il trattato viene presentato come una discussione virtuosa per favorire lo scambio delle
merci tra Nordamerica ed Europa, ma sono esclusi dalla discussione i cittadini e i loro
rappresentanti, per cui gli unici che discutono, e alla fine decidono, sono le grandi
aggregazione finanziarie, sovrapponendosi ai Governi e alle politiche democratiche.
Gli argomenti trattati non hanno limiti merceologici, per cui si discute del commercio della
tecnologia, degli armamenti, dei farmaci, eccetera, riguarderà ogni forma di possibile e
immaginabile compravendita e in modo particolare nei settori dove è massimo il
guadagno: sanità e alimentazione.
Solo l’alimentazione rappresenta circa l’80% degli scambi commerciali dell’intero
pianeta, per cui è un grande affare possedere i brevetti OGM che marchiano in modo
indelebile la proprietà dei principali semi usati in agricoltura e poi trasformati dall’industria
in energia, materie prime, mangimi, pseudo cibo. Verrebbe spazzata via la resistenza, che
tuttora esiste nei governi dei paesi europei, a liberalizzare la coltivazione con semi OGM;
infatti questi paesi colgono l’enorme danno economico che ricadrebbe inevitabilmente nel
residuo di agricoltura e attività artigianali connesse, cancellando per sempre le produzioni
regionali di nicchia che rendono, ad esempio, l’Italia famosa nel mondo.
Quale “Parmesan” è possibile distinguere dal Parmigiano Reggiano se è comunque fatto
con latte marchiato Monsanto? Tutta la legislazione costruita, con gran fatica e comunque
tutt’altro che perfetta, per tutelare la salute dei cittadini e difendere l’ambiente dalla
distruzione verrebbe annullata perché crea limiti al profitto. La sanità privatizzata
dominata dalle assicurazioni; in caso di ricovero chiede, non il libretto sanitario, ma il
numero di Conto Corrente Bancario, che stabilisce se puoi essere ricoverato.
Finché non ci sarà un limite al profitto, finché il denaro non avrà un limite
insuperabile al suo accumulo per cui perderà la sua essenza divina, le masse
umane adoranti subiranno ogni offesa, ogni schiavitù.
Dobbiamo confidare su un numero relativamente piccolo di Persone onorevoli,
cioè oneste, quindi dignitose, libere e non alienate dalla natura, in grado di
contrastare disperatamente, caparbiamente non per vincere, ma per affermare la
propria umanità. Umani e non topi.
(da La Biolca - marzo 2015)
COMUNICATO STAMPA OPZIONE ZERO - 4 MARZO 2015
SICUREZZA IN ROMEA: PER LA REGIONE IL PROBLEMA NON ESISTE
La Romea è una delle strade più pericolose d’Italia, ma per la Regione Veneto a guida
leghista, questa non è una priorità; meglio continuare a spendere miliardi di euro per le
“grandi opere” distruttive e foriere di malaffare. Questo è quanto emerge da due recenti
delibere della Giunta Regionale: la prima di queste è la DGR 91 del 27 gennaio 2015: si
tratta di un atto di indirizzo attraverso il quale la Regione Veneto propone ad ANAS quali
devono essere le priorità di intervento tra il 2015 e il 2020 sui circa 740km di strade
statali che attraversano il territorio regionale.
Peccato che ancora una volta la messa in sicurezza della Romea, nonostante i continui
incidenti e le richieste di comitati e amministrazioni locali che da decenni chiedono risposte
a questo grave problema, non compaia nemmeno nell’elenco degli interventi migliorativi
della rete statale esistente. E certamente non si può più dire che il problema sia la
mancanza di soldi, visto che nella stessa delibera si indicano come prioritari altre 13 nuove
infrastrutture stradali, tra bretelle, varianti e tratti di collegamento.
D’altra parte si sa, il sistema dei “grandi appalti” è quello più appetibile per le
multinazionali del cemento e dell’asfalto. Alla Giunta Zaia poco importa degli scandali per
corruzione e malaffare che hanno coinvolto in pieno la sua stessa amministrazione e il PD
veneto, così come molte delle grandi ditte che per anni si sono accaparrate commesse da
centinaia di milioni di euro per opere inutili e distruttive.
Arresti o non arresti, e soprattutto prima che scada il mandato, meglio assicurarsi che i
“grandi affari” vadano avanti il più in fretta possibile, come confermato in modo
inequivocabile dall’altra delibera di Giunta, la DGR 159 del 13 febbraio 2015, con la quale
la Regione indica al Governo quali sono le opere ritenute “strategiche e indifferibili”.
Nella lista nera ci finiscono ovviamente tutti i progetti messi a punto dalla cricca veneta del
cemento durante la presidenza Galan-Chisso: Pedemontana, Valdastico nord, Nogare
mare, GRA di Padova, nuova Valsugana, TAV…; non poteva mancare poi la famigerata
Orte-Mestre, l’autostrada da 10 miliardi, spacciata furbescamente come la soluzione dei
problemi di sicurezza della Romea e che se tutto va male sarà realizzata non prima del
2030. In compenso la SS 309 è già oggi lasciata in stato di abbandono, e se per chi la usa
questo è un rischio poco importa.
Le elezioni regionali sono vicine, e Opzione Zero invita i
cittadini a tenere bene a mente le responsabilità politiche
di questa situazione.
Comitato "Opzione Zero" Riviera del Brenta aderisce alla Rete nazionale Stop
Orte-Mestre –- Web: www.opzionezero.org – Mail: [email protected]
DISASTRO AMBIENTALE IN VENETO /
ACQUE INQUINATE IN 59 COMUNI E
TUMORI IN CRESCITA: SARANNO GLI
STILI DI VITA?
Sarebbero ben 59 i Comuni – sparsi tra le province di
Vicenza,Verona e Padova – le cui falde acquifere
sembrerebbero inquinate da PFAS, sostanze perfluoroalchiliche, rilasciate illegalmente dalla fabbrica Miteni di
Trissino, nel vicentino, nata 40 anni fa come Rimar e
ora gestita dalla multinazionale ICIG.
Queste sostanze, prodotte per rendere impermeabili
stoviglie, carta e stoffe, da decenni inquinano le acque
sia dell’acquedotto che di fiumi e canali, comprese
quelle che vengono usate per l’irrigazione dei campi
agricoli con conseguente contaminazione del prodotto
alimentare finale.
Da Trissino a Montagnana, passando per Lonigo, Cologna Veneta e Vicenza, tanti
sarebbero i pozzi inquinati da queste sostanze che avrebbero una persistenza di ben 60
anni nell’acqua e di 5 nel sangue, secondo Vincenzo Cordiano, ematologo dell’associazione
Isde Medici per l’ambiente.
A sporgere denuncia per disastro ambientale presso le Procure di Verona e Vicenza sono
state 12 associazioni ambientaliste capeggiate da Legambiente. Nell’esposto in questione
si chiede il sequestro dei pozzi contaminati “la cui acqua, usata per raffreddare gli impianti
della Miteni, contiene alte percentuali di Pfas”.
Secondo l’avvocato Enrico Varari, firmatario dell’esposto, “l’inquinamento è irreversibile e
ha effetti disastrosi sulla salute umana”. “Il Veneto è al primo posto in Italia per quanto
riguarda l’incidenza di tumori – aggiunge l’ematologo Cordiano – ed i dati relativi alle Ulss
del Basso vicentino mostrano una situazione molto preoccupante per quanto riguarda
l’incidenza delle patologie cancerogene. Patologie che, secondo gli studi, si verificano
maggiormente in casi di assunzione di Pfas, come quelle al rene, ai testicoli o ai linfonodi,
che colpiscono soprattutto la popolazione in età adolescenziale”.
Strano che di questo “disastro” si sappia poco o nulla nel resto d’Italia, strano non si parli
di una sorta di “terra dei fuochi” veneta, strano non ci siano importanti catene di
supermercati e aziende alimentari a prendere le distanze dai prodotti di questi territori,
strano non vi siano ministri che parlino di “stili di vita” circa l’anomala incidenza tumorale
presente in queste zone. O forse no, non è strano. E’ italiano.
(da Identità Insorgenti - gennaio 2015)
SICURI CHE SIA GIÀ
PRIMAVERA?
Se le previsioni meteorologiche parlano di
un weekend all’insegna di un primo assaggio
di primavera in alcune zone del Paese –
mentre al Sud è già da un po’ ben più che
un assaggio – anche i banchi del mercato
iniziano a proporre prodotti che permettono
di “assaggiare” la bella stagione.
Sono le primizie, che dal Meridione
cominciano ad arrivare, come le fragole,
coltivate in serre non riscaldate. Si vedono anche le prime fave e i primi piselli, ma in
termini di qualità nulla di paragonabile a quello che avremo al momento corretto. Ci sono
alcune piccole eccezioni: questa settimana si affacciano sul mercato le fragole della varietà
candonga dalla Basilicata, ritenute un’eccellenza anche da molti ristoratori, e che non a
caso costano come un’eccellente primizia: dai 6 agli 8 euro al chilo.
È un po’ presto per le fragole, anche se ci sono già quelle nazionali (comprese le sicule),
ed è proprio fuori luogo affidarsi ai prodotti di “controstagione”, provenienti dall’emisfero
Sud e quindi estivi quando da noi è inverno. Una dicitura curiosa, che abbiamo già
spiegato in passato, che indica pesche, pere, susine, asparagi e altri prodotti che si
pongono esattamente all’opposto di ciò che si dovrebbe trovare in questo periodo.
Scontato dire che sono inutilmente costosi, hanno una qualità bassissima e sono anche
discretamente insostenibili per via dei viaggi che intraprendono per arrivare a noi.
Oltretutto i prezzi di questi prodotti in controstagione ora sono ancora più esosi del solito:
il cambio euro-dollaro, a sfavore della nostra moneta, ha fatto lievitare del 15% il costo
all’origine, visto che si paga con la valuta americana.
Lasciamo perdere, e invece, in attesa di una primavera reale, approfittiamo ancora di ciò
che sta finendo ed è convenientissimo. Abbiamo già parlato dei carciofi sardi nelle scorse
settimane, ma ora, grazie a condizioni climatiche molto favorevoli, se ne trovano ancora
tantissimi, decisamente belli a vedere e anche così teneri da prestarsi a molti consumi
diversi, primo fra tutti il crudo. Costano tra il 40 e i 60 centesimi l’uno: prezzi ridicoli, di
cui si può ancora copiosamente usufruire per qualche settimana, prima che arrivino sulle
nostre tavole le mammole, non spinose e con caratteristiche diverse.
Perché cercare la controstagione quando c’è ancora questa abbondanza e questo grado di
qualità nei prodotti invernali?
(da Slow Food - marzo 2015)
Notizie “concentrate”…..da assumere poco per volta……:
“Elimino amianto senza inquinare e guadagnando” - Prof. Norberto
Roveri
dal Blog di Beppe Grillo – marzo 2015
Il cibo del nostro cibo e
La nuova etichetta europea
da Altreconomia – marzo 2015
Isis, ecco le ragazze della jihad: “Romantiche, impressionabili e
sognano la famiglia”
da Il Fatto Quotidiano.it – marzo 2015
Tra Brusegana e Tencarola cola nuovo cemento
e
Esaurimento delle risorse: un sito internet fa chiarezza
da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – marzo 2015
Edo App: l'applicazione per sapere cosa mangiamo davvero
da Greenme.it – marzo 2015
Stiglitz: "O ci sarà l'Europa politica o non ci sarà più l'euro"
e
Pierfranco Pellizzetti - Gli anni della tracotanza inetta
da MicroMega di Repubblica – marzo 2015
§§§
…siamo arrivati alla fine di una lunga settimana…cosa di
meglio che sedersi a tavola, in compagnia delle Ricette
di Eleonora??
…per Marzo ci propone: Ricette con le fave novelle
Buon Appetito anche a Voi !!!!
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newsletter 10-2015