Memoria Eleonora Bilotta Introduzione Lo sviluppo della memoria è avvenuto insieme alle altre capacità cognitive, permettendo così agli organismi umani animali di affrontare la complessità dell’ambiente. La memoria diventa, dunque, la struttura psichica che organizza l’aspetto temporale del comportamento, che determina i legami per cui un evento attuale dipende da uno accaduto in precedenza. I processi di memoria: le diverse La memoria non consiste di un fasi singolo processo. Fasi nei processi di memoria: codifica (registrazione) Analogia computer: con il Inserire dati tramite la tastiera ritenzione Salvare files sul disco fisso recupero oblio (eventuale) Aprire i files e mostrare i dati sul monitor I meccanismi di codifica e di elaborazione Codifica = processo consistente di un insieme di regole e operazioni che convertono l’informazione proveniente dall’esterno in una traccia che può essere conservata. La ripetizione semplice non aiuta a codificare e mantenere informazioni nella memoria a lungo termine (reiterazione di mantenimento). E’ piu’ efficace ripetere l’informazione associandola a qualche forma di significato (reiterazione elaborativa). Particolarmente utili le associazioni con informazioni che: riguardano noi stessi. I meccanismi di codifica e di elaborazione Il modo di funzionare della memoria si riferisce a un insieme complesso di processi in cui sono coinvolte altre funzioni cognitive, come: attenzione, percezione, ragionamento, nonché tutte le abilità cognitive che hanno a che fare con l’intelligenza e le emozioni. Le informazioni che dobbiamo apprendere entrano nel sistema cognitivo attraverso dei meccanismi di codifica (Intenzionale o incidentale). Elaborazione intenzionale Es.: vi è mai capitato di fare una serie di commissioni e di tenerne a mente l’elenco? In questi casi come operate? Suddivisione per categorie. Rappresentazione sotto forma di immagini. In questi casi categorizzazione e formazione di immagini mentali sono due strategie di codifica. Entrambe attivate in modo intenzionale e con il controllo dei processi attentivi. Elaborazione incidentale L’apprendimento incidentale avviene in modo non volontario, non pianificato secondo strategie funzionali al ricordo. In questi casi l’efficacia della codifica dipende da quanto il materiale è stato elaborato. Se un gruppo di soggetti viene portato in laboratorio prima di iniziare un esperimento è molto probabile che ne memorizzino le proprietà degli strumenti La codifica delle informazioni Mentre leggiamo un libro o prendiamo parte a una conversazione o ammiriamo un paesaggio che si presenta ai nostri occhi durante una passeggiata, parte dell’informazione sensoriale entra nel deposito della Memoria a Lungo Termine, dal quale in seguito può essere richiamata. Perché solo una parte e non tutta La codifica delle informazioni La ripetizione aumenta la probabilità che una nuova informazione entri a far parte del deposito a lungo termine. Ma non tutti i tipi di ripetizione ottengono lo stesso risultato. Secondo alcuni ricercatori esistono almeno due tipi di ripetizione. Il primo viene definito come ripetizione di mantenimento e consiste nel ripetere più volte l’informazione senza pensare realmente ad essa. Questo permette di mantenere l’informazione nella Memoria a Breve Termine per un certo tempo, ma non produce il trasferimento nella MLT. La codifica delle informazioni Il secondo tipo, la ripetizione elaborativa, agisce sulla nuova informazione creando un qualche tipo di elaborazione, facendo delle associazioni, cercando di immaginarla o tentando di metterla in relazione con latri elementi presenti nella MLT. La ripetizione elaborativa è quindi il modo in cui l’informazione viene trasferita dal Profondità di elaborazione Un importante aspetto per l’efficacia della codifica con il conseguente miglioramento del ricordo è la profondità di codifica (Craik e Tulving, 1975), definita come la misura di quanto il fuoco dell’elaborazione si sposta dagli aspetti percettivi superficiali dell’informazione a quelli concettuali. Profondità di elaborazione Perché l’elaborazione del significato è più efficace? Probabilmente ciò comporta la rappresentazione di un numero considerevole di particolari relativi all’informazione che possono costituire altrettanti legami con le conoscenze che sono già in memoria. Evidenze sperimentali dimostrano che i soggetti ricordano meglio in funzione della ricchezza della loro codifica. Recupero Per il recupero dell’informazione il vantaggio maggiore si ha quando in fase di codifica ed in fase di recupero si usa la stessa chiave strategica … Ad es. se impariamo il materiale usando categorie sarà utile usare le stesse categorie per recuperare il materiale (c’erano cibi? Quali?…). Tale facilitazione è spiegata dalla Teoria della specificità della codifica Principio di specificità della codifica di Tulving Le tracce mnestiche sono “disposizioni” o “potenzialità”. Diventano efficaci solo in certe occasioni: recupero. Affinchè ci sia recupero deve essere presente un cue (indizio) che riattiva gli elementi da ricordare. Principio di specificità della codifica di Tulving Per il recupero compatibilità tra: è importante la Le caratteristiche della traccia mnestica. La caratteristica dell’informazione fornita al recupero. Il Ricordare oltre ad essere influenzato dal passato, da come abbiamo memorizzato, dipende anche dal presente … Principio di specificità della codifica di Tulving Se il contesto in cui abbiamo imparato (codificato) si ripresenta abbiamo una facilitazione. Quanto più contesto di codifica e contesto di recupero sono simili tanto più il recupero è facilitato. La codifica di un’informazione non è univoca ma specifica rispetto al contesto in cui è collocata. Teoria del doppio codice Modello del doppio codice di Paivio (1971; 1986) Prevede due sistemi di memoria semantica: un sistema verbale: specializzato per trattare le informazioni di tipo linguistico. un sistema non verbale: qualificato per elaborare stimoli non linguistici. Opera quindi in compiti come l’analisi di oggetti, di immagini e di scene. Il modello prevede che i due sistemi dialoghino tra loro attraverso connessioni referenziali. La critica più forte che si può muovere a questi modelli riguarda la ridondanza delle Teoria del doppio codice Stimoli verbali Stimoli non-verbali Sistema sensoriale Logogeni Immageni connessioni referenziali Sistema Verbale Risposte verbali Sistema Non Verbale Risposte non-verbali Organizzazione delle tracce mnestiche Il mantenimento è influenzato dal tipo di elaborazione delle informazioni. Un’altra strategia per migliorare il ricordo è l’organizzazione delle singole informazioni. Evidenze sperimentali dimostrano che: Il materiale organizzato è più facile da apprendere rispetto a quello disorganizzato Le persone a cui è presentato il materiale disorganizzato tendono ad organizzarlo L’uso di strategie per organizzare il materiale aumenta l’apprendimento. La codifica: come migliorarla Modalità di organizzazione del materiale che facilitano la codifica: chunking: gli items si ricordano meglio se in blocchi; associazione dell’informazione a rime o ritmi; mnemotecniche a carattere immaginativo. Caratteristiche che facilitano comprensione e codifica, ad es. di un brano: esempi esplicativi; figure; domande aggiunte; organizzatori anticipati: sommari in forma verbale o visiva che precedono il brano. Il ruolo del contesto Principio della specificità di codifica: la traccia dell’evento e il cue (indizio) devono essere compatibili per un recupero migliore. Effetto del contesto ambientale. Le informazioni possono essere apprese nella biblioteca dove studio, oppure a casa, ecc. Effetto del contesto situazionale. Gli elementi associati alla stimolo che non sono di natura ambeintale ma fanno parte del contesto, ad es.: l’abbigliamento, il colore dei capelli, sono appresi in modo unitario con i tratti della persona a Il ruolo del contesto Anche lo stato emotivo in cui ci si trova al momento dell’apprendimento influisce sul ricordo. Se sono allegro tenderò ad elaborare gli aspetti piacevoli delle situazioni, al contrario se sono triste e arrabbiato. Il contesto cognitivo si riferisce a tutte quelle conoscenze, associazioni, idee che sono attivati nel momento Elaborazione intensiva o distribuita nel tempo L’apprendimento tiene conto anche dei fattori quantitativi, ossia quanto riusciamo ad elaborare e apprendere in relazione al tempo e alla distribuzione del tempo che dedichiamo al compito. L’apprendimento dipende dal tempo e dalla attenzione che dedico all’argomento e da quanto gli effetti della stanchezza, incidono sull’efficienza delle operazioni Elaborazione intensiva o distribuita nel tempo Effetto della distribuzione nel tempo. studiare un argomento un’ora al giorno per quattro volte alla settimana, oppure due ore per due volte alla settimana. Posso È stato dimostrato che è meglio distribuire nel tempo l’apprendimento. Questo fenomeno è conosciuto come distribuzione della pratica. È stato studiato per la prima volta da Ebbinghaus (1895) sull’apprendimento di liste di sillabe. Elaborazione intensiva o distribuita nel tempo A tutt’oggi non è ancora chiaro il motivo per cui il ricordo è migliore se l’apprendimento è distribuito nel tempo. Un’ipotesi è quella delle risorse attentive. Queste ultime non sono sufficienti per affrontare compiti di apprendimento complessi, pertanto la quantità di tempo dovrebbe essere commisurata alla difficoltà delle informazioni da apprendere. L’immagazzinamento delle informazioni A conclusione del processo di elaborazione, l’informazione viene archiviata sotto forma di rappresentazione mnestica o traccia mnestica. Bisogna distinguere tra informazioni archiviate temporaneamente nella memoria a breve termine a seconda della modalità sensoriale e informazioni mantenute nella memoria a lungo termine. Modelli a rete I concetti sono organizzati in una struttura gerarchica a rete, che rispetta l'organizzazione logica di inclusione delle categorie (Collins e Quillian 1969). unità uccello animale ha la pelle si muove mangia respira ha le penne vola ha le ali canarino struzzo è alto squalo canta è giallo non vola ha zampe lunghe sottili Propagazione dell’attivazione Effetto priming proprietà puntatori pesce ha le squame nuota ha le branchie salmone è rosa morde è pericoloso si mangia Quillian (1969), Collins e Quillian (1972) organizzazione gerarchica delle conoscenze dal + concreto al + astratto I modelli a rete Organizzazione gerarchica: organizzati in modo gerarchico I concetti sono Ogni membro è collegato ad un solo nodo sovraordinato Ogni membro di categoria ha uguale status Principio di economia cognitiva: le proprieta’ sono codificate al livello piu’ alto possibile Verifiche sperimentali Effetto di grandezza di categoria: es. un pettirosso e’ un uccello / e’ un animale Economia cognitiva: es. un uccello ha le piume / ha la pelle Propagazione dell’attivazione Memoria BT Memoria sensoriale Associazione concetti tra Memoria LT i principio della propagazione dell’attivazione quando un nodo concettuale viene attivato l’attivazione si propaga agli altri nodi in burro pane croccante fame forno Il concetto di priming Paradigma del priming semantico: La presentazione di un dato stimolo attiva in memoria un gruppo di informazioni semanticamente associate (Collins e Loftus, 1975; Meyer e Schwaneveldt, 1971). La presentazione della parola “pane” rende veloce il processo dei concetti associati come “burro”. Il concetto di priming 200 ms prime 100 ms risposta PANE schermo bianco BURRO congruente PANE schermo bianco PIETRA incongruente Il ricordo Una volta che l’informazione è stata immagazzinata è, in linea di principio disponibile alla rievocazione. È chiaro che non è sempre così semplice. A volte informazioni note non riusciamo a ricordarle. In questo caso la traccia mnestica che è disponibile non è accessibile in quel momento o in quella situazione. Disponibilità e accessibilità Un’informazione è disponibile quando è stata codificata e immagazzinata in memoria. È accessibile quando si trova nelle condizioni di attivazione sufficiente a permettere la rievocazione. È evidente che se una traccia è accessibile è anche disponibile, ma non è sempre vero il contrario. L’accesso ai ricordi Quando ci serve un’informazione utilizziamo sempre una o più chiavi di accesso a quel ricordo. I processi di recupero prendono sempre avvio da un indizio che fornisce le chiavi di accesso all’informazione ricercata. Per sapere se un indizio è appropriato dobbiamo rifarci al concetto di specificità di codifica. L’accesso ai ricordi Un punto di partenza per una ricerca attiva delle informazioni nella memoria deve condividere alcuni aspetti con l’informazione da ricordare o con uno dei contesti in cui è stata appresa. Se mi devo ricordare di una persona conosciuta durante una cena, potranno essermi d’aiuto al ricordo diversi indizi. L’accesso ai ricordi Per esempio: Qualche notizia sulla persona: elementi connessi al contenuto da ricordare Il ristorante: contesto ambientale L’atmosfera: contesto emotivo Un certo tipo di riflessione: contesto cognitivo Come punto di partenza per la ricerca delle informazioni utilizzerò uno solo di questi indizi. Modello della memoria di Atkinson e Shiffrin (1968) Attenzione Codifica Recupero Alcune informazioni possono andare perdute col tempo Lo stimolo esterno Uno stimolo esterno al soggetto che può essere rappresentato, per es., da una frase (La psicologia è interessante!), descritta sotto forma di onde sonore che vanno colpire la membrana auricolare di un individuo. Il deposito sensoriale L’informazione entra per la prima volta nel sistema della memoria attraverso un organo di senso e viene immagazzinata nel primo deposito, il deposito sensoriale, che conserva per un breve spazio di tempo una registrazione quasi letterale dell’immagine sensoriale. In questo deposito l’informazione decade velocemente, dura meno di un secondo. Se vogliamo conservare l’informazione Struttura della memoria Memoria Sensoriale È specifica per ciascuna modalità sensoriale e conserva l’informazione per un tempo breve. – magazzino iconico < 1 sec Udito - magazzino ecoico ~ 2 sec Pre-attentivo Decadimento rapido Vista Il riconoscimento percettivo Evento di grande importanza. Permette di attribuire un significato allo stimolo registrato. Attraverso un confronto con le informazioni (di ordine fonologico, lessicale, sintattico) che il soggetto possiede (si trovano nella MLT), lo stimolo viene segmentato, ossia analizzato nei suoi componenti discreti (riconoscimento La memoria a breve termine La MBT è una memoria attiva, dove si elaborano i processi mentali coscienti. Essa presenta due caratteristiche principali: Non può conservare molte informazioni contemporaneamente Le informazioni decadono nel giro di 15-20 secondi, a meno che non si faccia qualcosa per impedirne il decadimento. La memoria a breve termine Se si presta costantemente attenzione oppure la si ripete, l’informazione verrà conservata per un tempo indefinito, come avviene quando si guarda un numero di telefono e lo si ripete mentre si attraversa la stanza per arrivare all’apparecchio. Ognuno di noi esercita un buon controllo su quello che vogliamo ripetere o su ciò cui dedichiamo l’attenzione. Gli interessi personali, i pregiudizi o i bisogni incideranno su quello che ricordiamo. Capacità del deposito a breve termine Esempio che permette di valutare la limitata capacità del deposito a Breve Termine (BT). Un raggruppamento è caratterizzato da uno stimolo con rappresentazione unitaria nel deposito a Breve Termine. La lettera A è un raggruppamento le lettere del Test 2 sono 11 raggruppamenti. Però se le leggiamo nell’ordine inverso costituisce un unico raggruppamento come nel Test 3. Capacità del deposito a breve termine CHUNKS = unità nota di informazione basata su precedenti esperienze e apprendimenti. Es. possibilità di codificare una sequenza di numeri ascoltati (5-3-7-4-1-9) in unità più ampie (53-74-19). Capacità del deposito a breve termine Questi risultati trovano una spiegazione nella limitata capacità del deposito a breve termine. Un ricercatore che ha svolto un ruolo determinante nella ricerca di questa capacità è George Miller (1956) che ha riportato i risultati del suo lavoro sperimentale in un articolo dal titolo: The magical number seve, plus or minus two. In questo lavoro Miller ha dimostrato che la MBT sembra contenere circa sette elementi o raggruppamenti indipendente dalle loro Capacità del deposito a breve termine La capacità della MBT è influenzata dalla capacità dei soggetti di “raggruppare in pezzi” o “ricodificare” l’informazione in unità di livello superiore. La capacità di costruire raggruppamenti di informazione consente di aumentare le capacità di contenimento dell’informazione. Struttura della memoria Memoria a Breve Termine (MBT) Numero magico 7 (+ o - 2) Capacità limitata Temporanea senza ripetizione Fragile, sensibile alle distrazioni Il recupero non è un problema Struttura della memoria Memoria a Breve Termine Può migliorare se: È possibile la ripetizione Aumenta l’intervallo fra i messaggi Diminuisce la confusione fra i messaggi Si segmenta il messaggio Si minimizza l’informazione – conservare l’informazione riduce l’abilità nello svolgere altri compiti Si minimizzano le interferenze La memoria a lungo termine È l’ultimo componente del sistema sensoriale, quello che conserva tutte le informazioni che abbiamo appreso, oltre alle regole per elaborarle. In questo parte della memoria noi custodiamo il nostro nome, quello degli amici, le parole e il loro significato, oltre alle esperienze felici ed infelici, la conoscenza delle capacità, come si va in bicicletta, ecc. Come fanno tutte queste informazioni a depositarsi nella memoria e lungo termine. La memoria a lungo termine Quanto più a lungo un evento resta nella MBT, tanto maggiori saranno le probabilità che passi nella MLT. Quando ripetiamo un elemento di una informazione nuova, lo trasferiamo nella MLT, processo che prende il nome di memorizzazione. Supponiamo che ci venga chiesto di recuperare un’informazione dalla MLT. Ad esempio, mentre state discutendo sulle possibilità di superare un esame con un docente, un vostro collega dice: La memoria a lungo termine In un primo momento noi controlleremo se l’informazione si trova nella MBT e, se non la troviamo, cominceremo a cercarla nella MLT. Recuperare un’informazione dalla MLT significa, essenzialmente, trasferire di nuovo l’informazione nella MBT, dove possiamo affrontarla a livello cosciente. Proprietà della MLT Memoria a Lungo Termine (MLT) L’informazione trasferita alla MLT vi resta per sempre Un accurato rehearsal consente un trasferimento più efficiente nella MLT I materiali nuovi devono essere codificati, strutturati ed interpretati per essere ritenuti. Il recupero dell’informazione è un problema Recuperare le informazioni dipende da come le si è codificate Tanto immagazzinare quanto richiamare informazioni richiede tempo/fatica Se immagazzinate sotto un significato può essere difficile recuperarle partendo da una diversa interpretazione Se il materiale ha un senso, è facile da immagazzinare e recuperare Il recupero delle informazioni L’efficacia dell’apprendimento dipende dalle risorse attentive a disposizione, dalla capacità di cogliere gli elementi rilevanti dell’informazione, dalla scelta della strategia, dalle condizioni emotive in cui avviene l’apprendimento. L’efficacia del recupero è legata alla capacità di cogliere indizi, di creare associazioni, di impiegare strategie di recupero complementari a quelle utilizzate in fase di codifica e dalla situazione emotiva del soggetto. MBT / MLT Evidenze a favore della separazione tra i due magazzini si riscontrano nel paradigma di rievocazione libera immediata di liste di parole, in cui è comune osservare i seguenti fenomeni: EFFETTO DI RECENZA (recency effect): rievocazione corretta e accurata degli ultimi elementi della lista (sostenuta dal sistema di MBT), EFFETTO DI PRIORITÀ (primacy effect): discreta rievocazione dei primi elementi (sostenuta dal sistema di MLT). 08_09 Fig7_9 1.0 Effetto recente 0.8 Effetto priorità Probabilità 0.6 del richiamo 0.4 0.2 1 5 10 15 Posizione seriale dell’input 20 Analisi del grafico Gli elementi che occupano una posizione centrale vengono invece rievocati in numero inferiore e con minor accuratezza. Se la rievocazione viene differita di pochi secondi in cui il soggetto viene occupato in compiti interferenti scompare l’effetto recency, mentre permane l’effetto primacy. Altre prove sperimentali Le varie componenti della memoria La memoria di lavoro La teoria originale di Atkinson e Shiffrin prevede un magazzino unico per la MBT. Studi successivi effettuati da Warrington e Shallice (1972) hanno mostrato che il magazzino a breve termine non è unitario. La memoria di lavoro A questo proposito Baddeley ha proposto di sostituire il concetto di MBT con quello, più articolato da lui proposto, di memoria di lavoro. Baddeley parla della memoria di lavoro come di un sistema gerarchico deputato al mantenimento e all’elaborazione temporanea delle informazioni durante l’esecuzione di vari compiti cognitivi. Ciclo fonologico Modello di Baddley (1986) Sistema esecutivo centrale Taccuino visuo-spaziale La memoria di lavoro La componente articolatorio-fonologica è deputata al mantenimento e all’elaborazione di informazioni verbali. E’ importante nei compiti di comprensione linguistica e nel fare i calcoli a mente. Baddeley ha distinto tra un magazzino fonologico passivo, connesso con la percezione del linguaggio, e un processo articolatorio, connesso con la produzione La memoria di lavoro La componente visuo-spaziale è deputata al mantenimento e all’elaborazione dell’informazione visiva e spaziale. E’ importante nella lettura, nella formazione di immagini mentali e nella pianificazione motoria. L’esecutore centrale è una sorta di controllore che pianifica le operazioni da svolgere e monitora quelle svolte. E’ una sorta di sistema attentivo che coordina Esecutore centrale Ha il compito di selezionare le strategie più adatte e programmare le sequenze operative più corrette per il tipo di compito in base alle esigenze contingenti e alle esperienze passate. Fornisce le risorse di elaborazione necessarie ai processi di codifica dell’informazione in entrata e nella selezione degli item in compiti di richiamo attivo dell’informazione essendo in MLT È possibile differenziare la memoria tra differenti sistemi specializzati: Esplicita (dichiarativa): è coinvolta nel richiamo e nel riconoscimento intenzionale e/o consapevole di esperienze e informazioni Implicita (procedurale): è una memoria di abilità percettive, motorie, cognitive, acquisite in modo implicito la cui rievocazione può verificarsi con un comportamento semiautomatico. Memoria dichiarativa Si divide in: Memoria episodica Memoria semantica Memoria episodica È responsabile dell’immagazzinamento e del richiamo di informazioni e avvenimenti esperiti direttamente dal soggetto collocabili nel contesto temporo-spaziale in cui si è realizzata l’acquisizione. Costituiscono sottosistemi della memoria episodica la: Memoria autobiografica. Memoria prospettica. Memoria episodica Memoria autobiografica: Aspetti personali riguardanti il passato (notizie personali, esperienze vissute) o il programma per il futuro (ciò che ci si è prefissi di fare, desideri, aspettative). Memoria Provvede prospettica: alla programmazione di azioni che dovranno essere compiute a distanza di tempo e alla rievocazione delle stesse. Memoria prospettica Il buon funzionamento prospettica richiede: della memoria Capacità di programmazione iniziale. Periodica verifica delle attività svolte e di quelle ancora da svolgere. Flessibilità per modificare il programma predisposto sulla base di informazioni impreviste e a nuove necessità. Recupero del programma Questa funzione complessa dipende sia dalla Memoria semantica Bagaglio di conoscenze (organizzate) sul mondo e sui simboli verbali (significati, relazioni, regole), svincolate da aspetti situazionali ovvero non direttamente riferibili al contesto spazio-temporale di acquisizione. Conoscenza enciclopedica Perché dimentichiamo La MLT è un magazzino a capacità illimitata. Tuttavia capita a tutti di dimenticare qualcosa: l’ampia capacità della nostra memoria non è garanzia di recupero dell’informazione. Dobbiamo innanzitutto distinguere fra dimenticare ciò che è stato realmente appreso e ciò che crediamo di avere appreso: solo nel primo caso parleremo di dimenticanza, mentre nel secondo caso si Perché dimentichiamo Sulle cause della perdita di informazione nella MLT si avanzano le seguenti ipotesi: 1. 2. 3. 4. Mancato utilizzo di certi contenuti della memoria (teoria del disuso, decadimento della traccia); Impiego di strategie di recupero non congruenti con quelle con le quali è stata effettuata la codifica; Presenza di grande quantità di informazioni in memoria (teoria dell’interferenza); Condizioni emotive in cui è avvenuto l’apprendimento e/o avviene il recupero (blocco emotivo, rimozione). Perché dimentichiamo Secondo la teoria del disuso, quanto meno rievochiamo una determinata conoscenza tanto più è probabile che vada perduta. Se apprendiamo una lingua straniera ma non abbiamo modo di parlare in quella lingua, sicuramente dimenticheremo buona parte del lessico. Perché dimentichiamo Esiste una stretta fra strategia di codifica e di recupero: se l’informazione è stata codificata con una strategia di classificazione, e in fase di recupero impieghiamo una strategia diversa, è probabile che non riusciremo a recuperarla. In questo caso non si dice che l’informazione sia stata cancellata dalla Teoria dell’interferenza Tale teoria afferma che le persone dimenticano un fatto o un evento perché altri fatti o eventi bloccano il ricordo di quello originale. In altre parole i ricordi interferiscono l’uno con l’altro nella MLT. Quando una persona impara materiali nuovi si possono avere due tipi di interferenza che determinano l’oblio. L’interferenza proattiva e l’interferenza retroattiva. Teoria dell’interferenza L’interferenza proattiva, si ha quando si dimentica un’informazione a causa di un’interferenza derivante da materiali appresi in precedenza. L’interferenza retroattiva, invece, si ha a che fare con l’oblio prodotto da un’informazione appresa in seguito. Il fenomeno sulla punta della lingua Gli studi sul fenomeno “sulla punta della lingua” riguardano le modalità con cui la memoria recupera le informazioni. Solitamente i soggetti che si trovano in tali situazioni pensano a parole diverse da quelle corrette. Una persona può recuperare un’informazione dal deposito a lungo termine usando il suono o il significato. I disturbi della memoria Disturbi della memoria compaiono frequentemente nei casi di lesione cerebrale; la perdita della memoria viene chiamata amnesia. L’amnesia si classifica prendendo come riferimento il momento in cui il danno cerebrale si è verificato. Si parla di amnesia anterograda quando l’incapacità di ricordare riguarda eventi che accadano dopo che il danno si è verificato. Mentre, l’amnesia retograda, riguarda gli eventi Percorso di autoverifica Aspetti generali della memoria Descrivere i meccanismi di elaborazione e codifica La teoria del doppio codice L’organizzazione delle tracce mnestiche I primi studi sulla memoria: gli esperimenti di Ebbinghaus I sistemi di memoria: differenze tra memoria sensoriale, a breve termine e memoria a lungo termine Distinzione tra memoria dichiarativa, procedurale, episodica e semantica Percorso di autoverifica Modelli a rete e rappresentazione dei concetti Il priming semantico ed il principio di propagazione dell’attivazione Aspetti del ricordo Perché dimentichiamo Sistemi di memoria breve termine e a lungo termine Differenze tra MBT e MLT