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E’ arrivata
l’estate
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Corleone,
la tradizione
dell’antico
pastificio Colletti
Il territorio del comune di Corleone è stato da
sempre caratterizzato da una tradizione fortemente legata alla coltivazione del grano per la
pastificazione e la panificazione.
Per tale ragione nel 1840 il Municipio di Corleone concesse all’associazione dei mugnai
del paese il terreno sul quale costruire il mulino ed il pastificio.
Da allora l’Antico Pastificio Colletti produce pasta artigianale di qualità superiore, sul solco di
questa antica e gloriosa tradizione.
Oggi l’azienda è condotta dalla società“LeTerre di Corleone srl” che ha ristrutturato gli ambienti ancora ubicati nel centro storico della
città, in quel sito assegnato nel 1840 ai mugnai
ed ha ammodernato i macchinari.
Il prodotto è da sempre conosciuto ed apprezzato nei mercati nazionali ed esteri ed è distribuito attraverso una capillare rete di agenti di
commercio.
In ambito internazionale è presente negli Stati Uniti, in Giappone, in Svizzera, in Francia, in
Germania, in Danimarca ed in Australia.
La lavorazione della pasta
L'Antico Pastificio Colletti produce e commercializza pasta secca usando esclusivamente
semole provenienti da miscele di grano du-
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ro coltivato nei terreni dell’area del corleonese e da quelli confiscati alla criminalità
organizzata.
La prima fase della lavorazione avviene nella vasca d’impasto della pressa Braibanti IV
serie dove vengono miscelati e dosati in
maniera minuziosa e precisa semola ed acqua a temperatura non superiore a 35°C.
L’impasto viene spinto a passo costante
verso la trafila bronzea di estrusione attraverso la quale assume la forma desiderata.
- La pasta lunga viene tagliata manualmente, stesa e rifilata prima di essere collocata
nel tunnel di preincarto in cui la temperatura è costante e non supera i 40° C..
In questa fase l’essiccazione avviene internamente.
- La pasta corta viene tagliata con i taglierini automatici e collocata in apposite griglie
di essiccazione.
Successivamente al preincarto la pasta viene trasferita nelle celle, ancora scrupolosamente in legno, dove permane per 40/50
ore.
Viene ridotta l’umidità a valori inferiori a
12,5% in maniera lenta, costante ed uniforme tale da evitare rotture, lesioni e deformazioni del prodotto.
Il confezionamento avviene ancora manualmente perché rappresenta l’ultima fase di controllo e garanzia di un prodotto di
alta qualità apprezzato da tutti.
www.anticopastificiocolletti.it
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Roberto G. Trapani della Petina
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Lorena Musotto
Franco Fiorentino - Aurelio Buono
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Massimo Di Martino
Aurelio Buono
Dario Carnevale
Valerio Tripi
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Pietro Ales
Anna Rosa Lupo
Pietro Ales
Anna Rosa Lupo
Vincenzo Tuzzolino
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COPERTINA
Foto
Archivio gulottacube.
Redattore Capo
Pietro Ales, Anna Rosa Lupo.
Redazione
Roberto Trapani Della Petina,
Aurelio Buono, Lucina Gandolfo.
Hanno collaborato
Vincenzo Tuzzolino, Dario Carnevale,
Massimo Di Martino, Franco Fiorentino,
Lorena Mosotto.
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Per comunicazioni di programmi, appuntamenti cittadini, conferenze, seminari, eventi
e altro contattare la segreteria redazionale
di PassPartù al tel. 091.9821391
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I programmi contenuti in PassPartù sono
suscettibili di variazione, la redazione si scusa anticipatamente se ciò dovesse accadere.
Alcune foto pubblicate non riportano il
nome dell’autore perchè a noi sconosciuto. Alcune fonti documentarie non sono
state citate. L’editore è pronto a menzionarli qualora vengano segnalati e a liquidarne gli eventuali diritti.
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Direttore responsabile
Valerio Tripi.
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Destino, Aurelio Buono, tecnica mista.
percorsidipace.org
Gulotta Editore
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Progetto grafico e Impaginazione
gulottacube
Concessionario per la pubblicità
Gulotta Progettazione
tel. 091.9821391 - fax 091.9821401
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Lia Scrivano
Segreteria
Matilde Scrivano
Stampa
Priulla - Palermo
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Verso
l’estate
tra certezze
e novità
di Gabriele Gulotta
La pausa dopo l’ultimo numero è
stata più lunga del solito. Ma tra
le difficoltà tipiche di questo periodo storico siamo riusciti a tornare tra le vostre mani anche stavolta. In questo numero di PassPartù che corre veloce verso
l’estate presentiamo due raccolte
che proprio dal nostro periodico
di informazione, spettacolo e
cultura hanno avuto origine. Abbiamo messo insieme tutti i “Racconti del marchese” di Roberto
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Trapani della Petina e “Un po’ di
storia, ma non troppo” di Pietro
Ales, una raccolta preziosa e interessante, che presto verrà distribuita dalla Gulotta Editore.
Parte importante di questo numero di PassPartù è quella che si
occupa del progetto Esther. Un
disegno per la riqualificazione e
la gestione integrata dei mercati
storici di Palermo. Un progetto
che sta particolarmente a cuore
alla Confederazione Nazionale
Artigiani che in particolare seguirà da vicino la rinascita di Borgo Vecchio. Parliamo anche di vino con il Principe di Corleone
prodotto dai Pollara che è reduce
dal doppio successo al Vinitaly e
al Prowein.
In tempo di crisi, ma anche di acquisti equi e solidali, presentiamo un interessante approfondimento sui GAS, Gruppi Solidali di
Acquisto, un fenomeno nuovo ed
estremamente innovativo che sta
approdando con sempre più
consensi a Palermo.
Non possono mancare anche in
questo numero le nostre rubriche. Quelle consuete e quelle
nuove che gettano un occhio sulla quotidianità cercando di spiegarcela: ad esempio “le parole
della politica”. Un glossario per
comprendere parole che spesso
sembrano lontane dalla nostra
realtà e che invece fanno parte
della nostra vita.
Buona lettura.
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Valerio Tripi
Principe
di Corleone,
l’eccellenza
continua a mietere
successi.
Tra le peculiarità dei vini Principe di Corleone c’è quella di raccontare al meglio la
propria terra d’origine. Il sole e le emozioni che solo quei luoghi riescono a esprimere. Ben 220 ettari di vigneti e poesia,
nel territorio di Corleone, ormai affermatosi come uno dei cuori dell'enologia siciliana. Una terra ricca di storia, cultura e
contraddizioni, una terra che riesce ancora ad offrire emozioni. I vini Principe di
Corleone raccontano la passione e il fascino della tradizione e l'infinita voglia di offrire in ogni bottiglia, in ogni sorso, la vera essenza della Sicilia.
Con l’intenzione di proporre anche fuori
dai suoi confini geografici le sue particolarità il Principe di Corleone ha partecipato al recente Vinitaly di Verona. Lo stand
Principe di Corleone è stato uno tra i più
visitati del padiglione Sicilia, ed è divenuto rapidamente punto di incontro per intenditori, addetti ai lavori o semplici appassionati del vino. Il Vinitaly quest’anno
si presentava con il tema “Il mondo che
amiamo: il vino prima di tutto, ma anche
la qualità, il territorio, l’ambiente e la sua
tutela, gli uomini e le loro sfide, i borghi e
la loro storia...”. Un argomento, quello del12
la rassegna veronese di quest’anno, che
sembrava tagliato apposta su misura per
il Principe di Corleone, coespositore con
la Regione Siciliana e l’Istituto regionale
della vite e del vino di Palermo.
Nello stand numero 168 esperti e semplici appassionati hanno fatto la fila per degustare i prodotti della famiglia Pollara.
Tra i vini più apprezzati, soprattutto dai
giovani, i bianchi autoctoni freschi e gradevoli. Vini ideali per la stagione estiva.
Tra i bianchi rimane protagonista assoluto
il Catarratto Chardonnay 2008, vino ricco
ed equilibrato. Altra etichetta particolarmente amata Zhara, recentemente insignita con il titolo di miglior vino dolce
dall'Almanacco del bere bene. Presentati
inoltre i nuovi prodotti da uve biologiche:
le grappe Sophia Nero d'Avola e Sophia Catarratto, gli ultimi arrivi tra i frutti de lavoro
del Principe di Corleone. Grappe nate per
completare il ventaglio di prodotti e per
soddisfare le nuove esigenze dei consumatori. Stesso motivo che ha portato la famiglia Pollara a produrre anche il Principe di
Corleone Spumante extra Dry.
Prima ancora del Vinitaly il Principe di Corleone ha riscosso un notevole successo anche al Prowein 2009. L’azienda della famiglia Pollara è stata tra le protagoniste, insieme ad altre venti aziende vitivinicole siciliane, della rassegna di Dusseldorf che ha
l’aspirazione di entrare in concorrenza proprio con il Vinitaly veronese. Anche oltreconfine il Principe di Corleone ha visto confermata la sua fama di prodotto che sa distinguersi con facilità per l'intensità dei colori, la gradevolezza dei profumi e il gusto
unico. Unico come la terra che lo produce.
Gli alti standard qualitativi riconosciuti al
Principe di Corleone alle diverse manife-
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stazioni in Germania e in Italia non fanno altro che rendere merito al lavoro
della famiglia Pollara e servire da sprone per continuare a lavorare al meglio.
Raggiungere l’eccellenza, del resto, è
sempre stato l’obiettivo principale sin
dalla nascita dell’etichetta corleonese.
Un traguardo verso il quale continuano
a lavorare enologi e addetti ai lavori del
Principe che hanno avuto la soddisfazione di vedere riconosciuti i propri
sforzi nel corso delle degustazioni e dei
seminari che hanno rappresentato il fulcro della fiera tedesca, appuntamento
che ha messo insieme i principali operatori del settore.
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Prowein e Vinitaly sono stati la definitiva
consacrazione stagionale del Principe di
Corleone. Soprattutto se si pensa ai segnali positivi già riscontrati all’inizio della stagione 2009. Quando il vino novello
Cupido Principe di Corleone era stato
premiato dalla sezione provinciale di Palermo dell'Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) al "Banco d'assaggio regionale dei vini novelli". Un
premio che era stato accolto come un
buon auspicio dall’enologo del Principe
di Corleone Enzo Pollara che ha visto così confermare le sue sensazioni per un
futuro che potrebbe essere se non proprio roseo, almeno rosè.
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Roberto G. Trapani della Petina
L’onore,
innanzi tutto!
La montagna era nera. Il paese era nato in
una valle circondata da quella montagna, a
cui tutti guardavano con rispetto e, talvolta,
con timore. Sarebbe stato bello osservare il
paese dall’alto e vedere quello spazio di valle illuminato da fioche luci e tutto intorno
nero. La piazza era stupenda, ciottoli e lastre
di pietra erano l’ultra secolare camminatoio
di infinite generazioni. Poi, su di un lato,
l’enorme fontana. Di pietra anch’essa, quella madre che aveva alleviato l’arsura a uomini e animali senza fare alcuna distinzione.
Poco distante dalla piazza, su per un pendio
che portava in una antica Chiesa medioevale, sorgeva la casa del Barone di Rocca
Ombrosa. Don Nicolò Drepano di Rocca
Ombrosa era un quarantenne molto serio e
di buon carattere. Per nulla altezzoso amava dedicarsi alla campagna ed alla famiglia.
Terzogenito, dopo due sorelle, donna Carmela e donna Anna, aveva preso moglie solo da pochi anni. Noemi Galeardi di Acqua
Chiara era una giovane donna di un paese vicino. Anch’essa di nobile famiglia. Quando Nicolò la vide la prima volta, se ne invaghì subito. Erano i primi giorni di Agosto e la vecchia
zia di Noemi, forse stanca del peso delle tante
pagine che componevano il libro della sua vita, decise di dimettersi da essa e chiese al buon
Dio di chiamarla presso di se e… Lui la ascoltò.
Per i funerali la chiesa era stracolma, gli Acqua
Chiara erano potenti ed anche rispettati.
Nicolò notò subito, seduta in prima fila, quell’esile figura fasciata da un abito nero che poneva in risalto un collo bianco, un volto aggraziato
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con due occhi azzurri che emanavano una luce meravigliosa.Tanto bella che faceva vergognare i pendenti di brillanti e zaffiri che lacrimavano sulle gote
pallide. Nicolò respirava a fatica, mai gli era successo, in quegli anni di scapolo impenitente, provare
una sensazione simile. Eppure la sua vita, sebbene
con estrema discrezione, era stata animata da copiosi eventi giovanili e innumerevoli viaggi all’estero, senza mai trascurare gli impegni derivanti dal
suo nome e dall’amministrazione delle sue proprietà che divideva con le due sorelle, specialmente
con Anna che gli aveva fatto da madre, essendo rimasti orfani in tenera età.
Al termine dell’ufficio funebre, Nicolò si congedò
dai parenti e dagli amici della defunta. Giunto dinanzi a Noemi, mormorando qualche frase di circostanza, avvicinò la sua mano destra alla bocca sfiorandola con le labbra e dilungandosi un attimo di
troppo. Noemi parve trasalire, non fece alcun movimento, solo i suoi occhi emisero una luce diversa, la
luce di una fiamma antica che ogni cuore, di maschio e femmina, innamorato emana.
Ritornato a casa, Rocca Ombrosa parlò con le sorelle e dichiarò l’amore per Noemi. Quell’incontro gli
aveva cambiato la vita. Carmelina, come al solito,
non proferì parola mentre Anna disse: <<Pensaci
bene Nicolò, è un pò giovane per te>>. Egli non
volle sentire ragioni e dopo qualche settimana pregò il notaio Eraclito D’Amico, intimo amico di famiglia, di recarsi a casa Galeardi per conferire con il padre di Noemi e conoscere se la famiglia poneva o
no obiezioni a quell’unione e se, principalmente,
quel sentimento era corrisposto dalla fanciulla. Nel
caso in cui tutto si sarebbe svolto come il suo cuore, si sarebbe recato presso di loro per ufficializzare
il fidanzamento.
Le nozze furono sontuose, come si addicevano a
gente del loro rango. All’entrata della Chiesa, trenta
campieri a cavallo, con le loro giacche di velluto nero e le camicie immacolate, scandirono il motto che
distingueva casa Drepano: <<L’onore innanzi tut-
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to>>. Furono mesi felici. Nicolò sembrava ringiovanito e pieno di energia. I lavori in campagna progredivano e si parlava di acquistare nuove terre. Il sole
splendeva sul blasone di Rocca Ombrosa, ma le nuvole e i corvi erano in agguato.
Un giorno donna Anna fu avvicinata dall’avvocato
Zava: <<Donna Anna - gli disse - mi concede un attimo?>>, <<Certo avvocato, mi dica>> rispose la
nobildonna e lui continuò <<Quello che ho da dirle è molto triste ed imbarazzante, arrivo dalla città e
in tribunale corre voce che stanno spiccando un
mandato di cattura per Nicolò>>. <<Per Nicolò?
Ma deve esserci uno sbaglio, lei conosce mio fratello sin da quando eravate piccoli, giocavate insieme,
è impensabile!>>. <<No, è possibile – continuò
l’avvocato – Nicolò è presidente del circolo della
caccia>>. <<E allora?>> lo interruppe Anna. <<Il
circolo della caccia è frequentato dai notabili della
zona, da tutti,… allora pensano che rappresenti
una forza parallela alle Istituzioni dei nostri paesi,
un potere determinante per la realizzazione di alcuni affari sia pubblici che privati e Nicolò, che è il presidente, non può non sapere>>. <<Ma…>> balbettò donna Anna, ormai bianca come un cencio.
<<Donna Anna – concluse Zava – avvisate Nicolò
che prenda immediatamente le sue decisioni, è solo questione d’ore>>. Anna corse a casa, fortunatamente incontrò il fratello e lo mise al corrente dell’atroce dramma che si abbatteva sulla loro famiglia. Lo consolò, come faceva da bambino, quando
lui subiva un’ingiustizia o gli pareva di averla subita.
Calmatosi, chiamò la moglie e le narrò l’accaduto,
concludendo che: <<…un Rocca Ombrosa non subirà mai l’onta di essere trascinato in caserma. Fate
preparare il mio cavallo e chiamate i nostri avvocati, sia quelli di qua che quelli della città. Gestisci tutto tu Anna, ne hai le capacità e la facoltà>>. Salutò
la moglie attonita e disperata, guardò intensamente la sorella negli occhi, un discorso di sguardi passò tra loro, una complicità atavica che nessuno poteva decodificare, montò a cavallo e s’allontanò per
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la strada di campagna, la strada che conduceva a
Rocca Ombrosa, la sua casa, il suo regno, quella per
cui viveva e che gli era stato affidato dai suoi maggiori.
I mesi trascorrevano ed i paesani facevano finta di
non accorgersi che ogni giorno verso le undici del
mattino Anna, Placido ed Eto, due campieri, uomini fidatissimi, montavano a cavallo portando una
grossa guantiera avvolta in una candida tela di lino
e spronavano per Rocca Ombrosa, verso il rifugio di
Nicolò. Egli, assiso su di una roccia li guardava arrivare scrutandoli con il binocolo, sentendosi appagato dell’affetto incondizionato della sorella e del
rispetto dei suoi amici-dipendenti.
Giunti sul luogo dell’appuntamento Anna abbracciò il fratello, stese la tovaglia di lino che nascondeva la pesante guantiera d’argento con su incise le
cifre della Famiglia ed il cui contenuto faceva invidia a qualsiasi ristorante di buona immagine. Il
pranzo era squisito e così il vino. Nicolò mangiava
con appetito e fra un boccone e l’altro si informava
degli accadimenti: <<Gli avvocati che dicono, Anna?. I paesani che mormorano?>>. La donna rispondeva con precisione e con amore, anche se un
filo di tristezza segnava la sua fronte. Mai un giorno
aveva mancato all’appuntamento con il fratello,
mai gli aveva fatto mancare il conforto della famiglia e la dignità del suo rango.
La guantiera, le posate d’argento, il buon vino, il
candido lino erano la preghiera quotidiana che Anna recitava a favore di Nicolò. Prima di ritornare in
paese, Anna guardò il fratello e gli disse:
<<Stai attento a queste tue visite notturne a Noemi, noi non sappiamo chi ci vuole bene e chi ci vuole male, il maresciallo è sempre all’erta. Nicolò, arrestare un Drepano di Rocca Ombrosa sarebbe da
prima pagina e da promozione>>. Nicolò l’abbracciò e sorridendo cercò di rincuorarla, poi si avvicinò
e le mormorò all’orecchio: <<Noemi è incinta>>.
Anna impallidì << Nicolò - ella disse - in paese nessuno sa di queste visite notturne a tua moglie.
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I carabinieri pattugliano ininterrottamente i dintorni di casa nostra, io stessa non so come fai a raggiungere non visto la tua camera da letto>>. Nicolò rise, alzò le spalle e montò a cavallo, senza prima
avere baciato la sorella e stretto la mano a Palcido
ed Eto. La gravidanza procedeva, ora era ben visibile e Noemi era felice, mentre Anna, pensierosa, la
osservava preoccupata. Il paese non tardò a mormorare: <<Donna Noemi è incinta. Non può essere, don Nicolò è latitante da circa un anno, i carabinieri lo cercano giorno e notte, non può certo avvicinarsi a casa sua, lo prenderebbero e Nicolò non lo
sopporterebbe. No, è impossibile, non è un pazzo.
Comu fu allura? C’u fu, ‘u Spiritu Santu?>>. Le comari non trovavano vero avere un argomento così
importante da commentare e spettegolare.
<<Ma… Poviru don Nicola>> continuavano a ripetere, la calunnia si spandeva a macchia d’olio. Un
mattino alla fine della Santa Messa, Anna fu avvicinata dal vecchio Parroco: <<Anna, che succede a
casa tua?>>. Anna diventò bianca come un cencio
e mormorando tra se un: A questo punto siamo arrivati! Gli disse: <<Niente Padre, chiacchiere inutili e
pericolose, voci senza senso>>.Tornata a casa, si diresse verso le scuderie, fece uscire il cavallo, lo sellò
e in silenzio, con un’espressione indefinibile ed incodificabile stampata sul viso, si avviò per Rocca
Ombrosa. Nicolò sentì gli zoccoli di un cavallo vicino al suo rifugio, si preoccupò e la sua mano subitaneamente si portò al fianco dove riposava il suo
pugnale. Alla vista della sorella si tranquillizzò e sorrise. Anna scese da cavallo e i due si abbracciarono
Nicolò, dall’intensità dell’abbraccio e dal viso di Anna capì che qualcosa di grave era avvenuto. <<Dove sono Placido ed Eto?>> domandò. Ella con un
segno della mano lo zittì dicendo: << Ascolatami
Nicolò, stamani in Chiesa mi ha avvicinato il Prete,
Don Calcedonio, tu sai che è molto vicino a noi. E’
una tragedia immensa, in paese e in provincia non
si parla d’altro se non del figlio che tua moglie
aspetta. Nessuno vuole e può credere che è tuo. I
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carabinieri chiacchierando al bar, giurano che è impossibile che tu ti sia potuto avvicinare a casa. Il tuo
nome e il nome della Famiglia è sulla bocca persino
dei ragazzini che cominciano a comporre rime irrispettose>>. Nicolò ascolto in silenzio, poi con voce
strozzata gridò: << Ma Noemi è innocente, immacolata e pura come la Madonna>>. Anna gli carezzò il viso con tanta tenerezza mista a compassione.
Rimontò a cavallo e mesta prese la trazzera per il ritorno a casa. Nei giorni a venire, Nicolò non si fece
trovare al consueto appuntamento. Anna, Palcido
ed Eto erano preoccupatissimi e immagini di lutto
riempivano i loro cuori e i loro pensieri. Poi, in una
notte come le altre, Nicolò rifece la strada che conduceva al paese. Con gli accorgimenti già usati nel
passato, riuscì a penetrare furtivamente a casa sua
e raggiunse Noemi in camera da letto. Lei quando
lo vide gli buttò le braccia al collo e cominciò a baciarlo. Nicolò con delicatezza la prese tra le sue braccia e la adagiò sul letto, il suo volto era rigato dalle lacrime e dall’angoscia, la strinse forte e posò la bocca
su quella dell’amata, poi estrasse furtivamente dal
fodero il pugnale dal manico d’argento con al centro
incastonata una pietra di corniola recante incisa l’arme della Famiglia Drepano, palesandone l’appartenenza ed al contempo l’orgoglio atavico ricordo di
secoli migliori, colpì la moglie al cuore tacitando così la sua giovane vita e il suo immenso amore. Un solocolpointrisodilacrimeeamarezza.Continuòabaciarla mormorando: <<L’onore innanzi tutto!>>, si
adagiò accanto a lei e senza pietà si pugnalò i polsi
squarciandone le vene e rimase lì, con l’unica donna
che aveva amato sino allo stremo, in quell’ultimo
amplesso che conduceva all’oblio. Le campane suonarono a morto, gli abitanti del paese uscirono dalle
loro case vestiti a lutto per recarsi alla Chiesa madre.
In silenzio le labbra serrate e gli occhi bassi, l’espressione tremula e vergognata, lo sguardo di chi aveva
concorso affinché si compisse l’atroce delitto. La calunnia, infame sorella delle genti, con secolare crudeltà aveva colpito ancora e duramente.
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Giugno - luglio 2009
Museo archeologico regionale
“A. Salinas”
VIA BARA ALL’OLIVELLA, 24 - PALERMO
TELEFONO: 091. 6116805
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA.
TIPOLOGIA: ARCHEOLOGICI
Museo della Zisa
PIAZZA ZISA - PALERMO
TELEFONO: 091.6520269
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA
TIPOLOGIA:
ARTISTICI
Catacombe dei Cappuccini
PIAZZA CAPPUCCINI, 1 - PALERMO
TELEFONO: 091.212579
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA
TIPOLOGIA: SPECIALIZZATI
Galleria Regionale della Sicilia
PALAZZO ABATELLIS, VIA ALLORO, 4 - PALERMO
TELEFONO: 091.6230011
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI,
VENERDI, SABATO, DOMENICA
TIPOLOGIA: ARTISTICI
Civica Galleria
d'Arte Moderna
Empedocle Restivo
VIA S. ANNA, 21 - PALERMO
TELEFONO: 091.588951
GIORNI DI APERTURA: MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA
TIPOLOGIA:
ARTISTICI
Museo d'Arte e Archeologia
Ignazio Mormino
VILLA ZITO - VIALE DELLA LIBERTÀ, 52 - PALERMO
TELEFONO: 091.6085972
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO
TIPOLOGIA: ARCHEOLOGICI
Casa museo Tre secoli di moda
PIAZZA ALBERIGO GENTILI, 6 - PALERMO
TELEFONO: 091.347709
GIORNI DI APERTURA: VISITABILE A RICHIESTA
TIPOLOGIA: NATURALISTICI
Tesoro della Cattedrale
CORSO VITTORIO EMANUELE - PALERMO
TELEFONO: 091.334373
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA
TIPOLOGIA:
ARTISTICI
Museo Internazionale
delle Marionette A. Pasqualino
PIAZZETTA NISCEMI, 5 - PALERMO
TELEFONO: 091/328060
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENI-
Museo del Costume R. Piraino
CA
LUOGO: PALERMO
INDIRIZZO: VIA DELL'UNIVERSITÀ, 54 - PALERMO
TELEFONO: 091/329335
GIORNI DI APERTURA: VISITABILE A RICHIESTA
SITO WEB: MUSEO DEL COSTUME R. PIRAINO
TIPOLOGIA: SPECIALIZZATI
Civico Museo Renato Guttuso
VIA CONSOLARE, 9 - S.S.113 - BAGHERIA (PA)
TELEFONO: 091.943904
GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, MERCOLEDI,
GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA
Spazio Espositivo Polivalente
VIA PAOLO GILI, 4 - PALERMO
TELEFONO: 091.6513431-6520814
GIORNI DI APERTURA
Museo del Mare
DAL MARTEDI ALLA DOMENICA
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Giugno - luglio 2009
Arsenale di Palermo
VIA CRISTOFORO COLOMBO, 142 - PALERMO
TELEFONO: 091.582049
GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, MERCOLEDI,
GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA
Museo Diocesano
VIA M. BONELLO, 2 - PALERMO
TELEFONO: 091.6077215-091
GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, MERCOLEDI,
GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA
Museo
di Palazzo Mirto
INDIRIZZO: VIA MERLO, 2 - PALERMO
TELEFONO: 091.6167541
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO, DOMENICA
Museo del Risorgimento
PIAZZA SAN DOMENICO, 1 - PALERMO
TELEFONO: 091.582774
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MERCOLEDI, VENERDI
TIPOLOGIA: STORICI
Museo
di Mineralogia
VIA ARCHIRAFI, 36 - PALERMO
TELEFONO: 091.6161516-091.6168122
GIORNI DI APERTURA: VISITABILE A RICHIESTA
Museo di Zoologia
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA ANIMALE
VIA ARCHIRAFI, 18 - PALERMO
TELEFONO: 091.6161603 - 091.6166080
GIORNI DI APERTURA: MARTEDI, GIOVEDI
TIPOLOGIA: NATURALISTICI
Museo Geologico
Gaetano Giorgio Gemmellaro
CORSO TUKORY, 131 - PALERMO
TELEFONO: 091.7041051
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, VENERDI, SABATO
TIPOLOGIA: NATURALISTICI
Museo Etnografico G. Pitrè
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‘VIA PERGOLE, 75 - PALERMO (SEDE PROVVISORIA)
TELEFONO: 091.7404890
GIORNI DI APERTURA: LUNEDI, MARTEDI,
MERCOLEDI, GIOVEDI, SABATO, DOMENICA
TIPOLOGIA: TERRITORIALI
Archivio storico comunale
ARCHIVIO STORICO COMUNALE
VIA MAQUEDA, 157, 90134 PALERMO
Palazzo Riso
Museo d’arte contemporanea
della Sicilia
C.SO VITTORIO EMANUELE, 365 - 90134 PALERMO
WWW.PALAZZORISO.IT
Chiesa Inferiore
di Santa Maria delle Grazie
P.ZZA DEL PARLAMENTO, 1 - PALERMO
LE PAGINE DI URANIA
mostra di libri antichi
visitabile dal lunedì al sabato
dalle h 8.30 alle 12
e dalle 14 alle 17
e domenica e festivi
dalle h 8.30 alle 12.30
DAL 18 APRILE AL 14 GIUGNO
Civitas tango
VIA ROSOLINO PILO 20/B
90139 PALERMO
Programma tango
Corso principianti A
LUNEDÌ E MERCOLEDÌ ORE 20.00
Corso principianti B
MARTEDÌ E GIOVEDÌ ORE 20.30
Corso intermedi I
LUNEDÌ ORE 21.15 (LEZIONE)
MERCOLEDÌ ORE 21.15 (PRATICA)
Corso intermedi II
GIOVEDÌ ORE 21.45 (LEZIONE)
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MERCOLEDÌ ORE 21.15 (PRATICA)
Corso avanzati
MARTEDÌ ORE 21.45 (LEZIONE)
MERCOLEDÌ ORE 21.15 (PRATICA)
Programma danza
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WWW.KURSAALTONNARA.IT
Opera in Piccolo (Ars Nova e Accademia Cantori Nuovi) Addio del passato.
Liberamente tratto da La Traviata di G.
Verdi e F.M. Piave
4 E 6 GIUGNO ORE 21,00
Contemporaneo:
insegn. Paola Cassarà
Alessandro Panicola e la Bossa Nova
MARTEDÌ E GIOVEDÌ DALLE 10.00 ALLE 11.30
VENERDÌ 5 GIUGNO ORE 22.00
Classico:
inseg. Ignazia Galante
PREDANZA: MARTEDÌ E GIOVEDÌ ORE 16.00
PRIMO CORSO: MARTEDÌ E GIOVEDÌ ORE 17.00
Opera in Piccolo (Ars Nova e Accademia Cantori Nuovi) Appunti su Bohème
11 E 13 GIUGNO ORE 21,00
Classico per adulti
A noi piace il vintage!
DOMENICA 14 GIUGNO ORE 22.00
MARTEDÌ E GIOVEDÌ ORE 19.30
Moderna
Cocò Gulotta in Bottega Retrò
LUNEDÌ 15 GIUGNO ORE 22.00
LUNEDÌ E MERCOLEDÌ ORE 18.30
Libreria
Kursaal Kalhesa
FORO UMBERTO I, 21 - PALERMO
TEL.091-6167630 - WWW.KURSAALKALHESA.IT
Orari dal martedì al sabato 13:00-15:30
e 17:30 fino a chiusura
domenica 11:30 - 18:00
Tutte le domeniche h. 12:00 - 17:00
letture, giochi, intrattenimento
per bambini dai 3 ai 12 anni
Ogni giovedì al Kursaal Kalhesa potrete
ascoltare musica dal vivo nello spazio caldo e accogliente del wine bar.
Orari di apertura del centro dal martedì
al giovedì dalle 12:00 alle 01:30
venerdì e sabato dalle 12:00 alle 02:00
domenica dalle 11:30 alle 18:30
lunedì chiuso
Kursaal Tonnara
Vergine Maria
VIA
BORDONARO, 9 - PALERMO
Swingers in “Swing Back In Town”
MERCOLEDÌ 17 GIUGNO ORE 22.00
Opera in Piccolo (Ars Nova e Accademia Cantori Nuovi) Bastiano e Bastiana
e l’Oca del Cairo di W. A. Mozart
GIOVEDÌ 18 GIUGNO ORE 21.00
Raices Flamencas
VENERDÌ 19 GIUGNO ORE 21.00
Marilia Vesco
LUNEDÌ 22 GIUGNO ORE 22.00
Summer Jazz 2009: Kurt Rosenwinkel
standards trio
MARTEDÌ 23 GIUGNO ORE 22.00
Serenella
MERCOLEDÌ 24 GIUGNO ORE 22.00
Lalla into the garden
VENERDÌ 26 GIUGNO
Summer Jazz 2009: Omer Avital and
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Giugno - luglio 2009
his band of the east
SABATO 27 GIUGNO ORE 22.00
Pop 84 Orchestra
DOMENICA 28 GIUGNO ORE 22.00
Teatro al Massimo
PIAZZA G. VERDI, 9 - 90138 PALERMO
TEL. 091.589575 - 091.589070
WWW.TEATROALMASSIMO.IT
Teatro Biondo Stabile
TEATRO BIONDO - VIA ROMA, 258
90133 PALERMO
TEL.0917434311
TEATRO BELLINI - PIAZZA BELLINI
90133 PALERMO
TEL.0917434312
WWW.TEATROBIONDO.IT
Teatro Lelio
VIA FURITANO, 5/A - 90145 PALERMO
TEL. 091.6819122
TEL. 091.682.8958
WWW.TEATROLELIO.IT
Teatro Libero
SALITA PARTANNA, 4 - 90133 PALERMO
TEL. 091.6174040
FAX 091.6173712
WWW.TEATROLIBEROPALERMO.IT
Teatro Massimo
PIAZZA G. VERDI – PALERMO
TEL. 091.6053111 - WWW.TEATROMASSIMO.IT
COSÌ FA TUTTE
ossia LA SCUOLA DEGLI AMANTI Kv. 588
Dramma giocoso in due atti diWolfgang
Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da
Ponte Israeli Opera diTel Aviv Orchestra e
Coro delTeatro Massimo Maestro del coro
Andrea Faidutti
10-17 GIUGNO
CAVALLERIA RUSTICANA
Melodramma in un atto
di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci dal
dramma omonimo di Giovanni Verga
PAGLIACCI Dramma in un prologo e
due atti, libretto e musica di Ruggero
Leoncavallo
5-9 LUGLIO AL TEATRO DI VERDURA
Palazzo Sant’Elia
VIA MAQUEDA 81 - PALERMO
Alberto Sughi - Dove va l’uomo
DAL 9 MAGGIO AL 2 AGOSTO
Orto Botanico
VIA LINCOLN, 2 - 90123 PALERMOY
TEL. 091.6238234
WWW.ORTOBOTANICO.PALERMO.IT
Hortus musicus
Il giardino musicale
Direttore artistico
M° Onofrio Claudio Gallina
DAL 15 MAGGIO AL 5 GIUGNO
Expa
VIA ALLORO, 97 - PALERMO
WWW.EXPA.ORG
Space Made Light
22 MAGGIO – 28 GIUGNO 2009
MARTEDÌ-DOMENICA 18-23
Expa, rimarrà aperto per tutta l'estate dal
venerdì alla domenica dalle 19 alle 23,
ideale per un aperitivo rinforzato, con
musica e videoarte (il programma su
www.expa.org) e dal 1 luglio al 15 settembre il Piano Nobile rimarrà aperto fino alle 24.
Ecovision edizione 2009
Festival Internazionale
di Ambiente e Cinema
PALAZZO STERI, CORTILE ABATELLI
WWW.ECOVISIONFESTIVAL.COM
3-9 Giugno 2009
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- PALERMO
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Alibi Club.
Tra storia,
spettacolo
e formazione
Alibi Club è un ente di formazione accreditato dalla regione siciliana che da oltre 20 anni
è protagonista della scena culturale e dello
spettacolo in Sicilia. Dietro all’Alibi Club c’è
una storia ricca di innovazioni, sperimentazioni, iniziative e attività che hanno segnato
profondamente negli scorsi decenni il panorama culturale palermitano.
La gloriosa storia dell’Alibi Club ha inizio nel
1979, quando, quasi per scommessa, il giovane professore Serafino Visalli e un piccolo ma combattivo gruppo di ragazzi palermitani decisero di rivoluzionare la scena
culturale in città. Una città fino ad allora legata a schemi e dinamiche antiche, scena
particolarmente arretrata, soprattutto nella
fruizione culturale giovanile, indietro anni
luce rispetto alle grandi realtà metropolitane italiane.
“Verso la fine degli anni ‘70, grazie anche alla
mia attività di insegnante – dice S. Visalli –
mi accorsi che i giovani non avevano nessun
luogo in cui entrare in contatto con la cultura,
la musica, il teatro, lo spettacolo. Decidemmo allora di aprire un locale per fare in modo
che anche a Palermo i ragazzi avessero la
possibilità di divertirsi in maniera intelligente
ed entrare a contatto con il meglio della cultura, dello spettacolo, della musica e dell’audiovisivo che la nostra città potesse offrire”.
Nel 1979 così, in Via Generale Arimondi, ha
inizio l’epopea.
Il gruppo di ragazzi incomincia ad allestire il
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locale: una discoteca che potesse accogliere all’interno un palco, l’attrezzatura e gli
strumenti per allestire spettacoli teatrali,
concerti, reading, incontri, proiezioni e dibattiti. Vede così la luce l’associazione culturale “Alibi Club”.
“La discoteca era un pretesto per attirare ragazzi. Il nostro obiettivo era quello di raggiungere il maggior numero di persone. Creare il
contatto. Fidelizzarle e renderle partecipi a tutte le iniziative dell’associazione”. Ecco, secondo Visalli, le motivazioni che hanno portato
alla scelta della soluzione Disco Club: un
mezzo per avvicinarsi ai giovani; creare momenti di sano divertimento, con musica di
un certo livello, e coinvolgerli in iniziative di
alto profilo che non erano per nulla marginali, ma anzi fondamentali, per l’attività del
Club e dell’associazione culturale.
L’Alibi Club, dopo una prima fase, nella quale la musica e il divertimento hanno costituito una attrattiva utile per aggregare e associare ragazzi più o meno giovani, grazie anche a una efficace strategia di tam tam e public relation, inizia la seconda fase, funzionale al raggiungimento dell’obiettivo iniziale:
unire giovani e cultura a Palermo.
Si incominciò con il teatro, la musica e i video. L’Alibi Club fu il primo locale di Palermo
dotato di un videoproiettore, una novità assoluta per quei tempi, uno strumento nuovo
per fruire di immagini e musica in un contesto particolare come quello di un Club e per
creare contaminazioni fra i diversi generi
dello spettacolo.
Vennero portate avanti diverse rassegne cinematografiche, che riscossero un grande
successo, e che offrirono importanti spunti
di discussione, confronto e riflessione.
All’inizio degli anni‘80 si incominciò inoltre a
mettere in scena rappresentazioni teatrali.
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Vennero allestiti spettacoli di Shakespeare o
Beckett, allora sconosciuti a un certo tipo di
fruitori o per lo più poco frequentati dai giovani palermitani.
Vennero organizzati concerti Jazz e incominciarono a muovere i primi passi Ciprì e
Maresco, che proprio all’Alibi Club presentarono le prime fasi della celeberrima
“Cinico TV”.
“Sarebbe molto difficile elencare tutte le iniziative e gli episodi che l’Alibi Club ha registrato nel corso della sua attività – afferma il professore Visalli – mi piace ricordare però il
grande successo della Notte dei pesci, che ci
proiettò a livello internazionale. E ancora le
cene teatro, le serate etniche, le proiezioni dei
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video originali BBC dedicati a Louis Armstrong e il Notamatch, la gara tra band scolastiche palermitane”. Andando con ordine: le
cene teatro erano delle cene, che all’inizio accoglievano 120 persone (poi 150 per il grande successo registrato), nelle quali importanti
attori palermitani, mentre i commensali mangiavano, recitavano testi importanti e interagivano con il pubblico, facendolo diventare
protagonista della serata. Questa idea di Franco Scaldati e Umberto Cantone che ebbe come protagonisti tra gli altri Gaspare Cucinella,
Eliana Lo Vai, Mariella Lo Sardo e tanti altri divenne uno dei grandi eventi delle serate palermitane. Le “messe in cena” diventarono
ben presto un vero must in città.
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Altro evento degno da ricordare è il Notamatch, una gara musicale fra le band delle
scuole superiori palermitane, che aveva come premio l’incisione del disco d’esordio
della band vincitrice, all’inizio vennero inciso
dei vinili, in seguito dei Cd. Questa gara, durata 7 edizioni, coinvolgeva migliaia di studenti, che accorrevano all’Alibi per ascoltare
buona musica e sostenere il gruppo della
propria scuola.
Molto importanti le serate etniche. Appuntamenti dedicati di volta in volta a una etnia
straniera. Vere e proprie feste multietniche
nelle quali era possibile conoscere le culture
di ogni singola etnia, i libri, le danze, le musiche, i loro usi e la loro gastronomia. Negli an-
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ni ottanta un evento del genere era assolutamente inedito per Palermo e contribuì
molto all’integrazione e al confronto multiculturale in città.
Altro evento storico per l’Alibi Club fu la serata jazz dedicata ad Luis Armstrong. Ecco la
testimonianza del professore Visalli “Ricordo
che, grazie ad alcuni amici, entrammo in possesso dei video originali della Bbc nelle quali
erano registrate alcune sessioni effettuate da
Louis Armostrong negli studi di Londra. Un
evento che ritenevamo importante, ma temevamo che fosse di non grandissimo richiamo.
La sera, quando arrivai nelle vicinanze del
Club, notai una grande calca di persone. Tantissime auto posteggiate in doppia fila e una
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gran confusione. Pensai che fosse successo
qualcosa in zona e invece erano persone che si
accalcavano per partecipare alla proiezione.
Nel TG1 nazionale, a ora di pranzo, era stato
trasmesso un servizio che parlava della serata
dedicata ad Armstrong e questo scatenò un
interesse eccezionale. Fu una grande serata,
che ci diede molte soddisfazioni, e che avvicinò molti giovani palermitani al jazz”.
Altra serata speciale fu la Notte dei pesci, organizzata in occasione del Primo Maxiprocesso di Palermo. L’Alibi Club invitò tutti i
giornalisti, provenienti da ogni parte del
mondo, un giorno prima dell’inaugurazione
del processo. Fu una serata memorabile,
giornalisti di ogni lingua parteciparono a
30
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questa festa, e ricordarono nei loro articoli
questo momento. Uscirono articoli sul testate tedesche, inglesi, americane e giapponesi. Un evento che a distanza di tempo viene
ancora ricordato periodicamente.
Va ricordata infine l’Aulularia di Plauto, che
l’Alibi Club mise in scena nella personalissima e originale traduzione/rivisitazione di
Franco Scaldati. Il testo di questa commedia
in latino venne tradotto in siciliano e interpretato da Scaldati. Fu un grandissimo successo, un messa in scena che tra il 1988 e il
1989 portò tantissimi spettatori, entusiasti
per lo spettacolo, assolutamente originale e
innovativo per la città.
Parallelamente all’attività dell’associazione,
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che era principalmente quella di intrattenimento e cultura, già dal 1983 l’Alibi Club
portava avanti corsi di formazione rivolti
ad attori e tecnici teatrali. Mossero i primi
passi all’Alibi Club i fratelli Lo Cascio, Costanza Quatriglio e tanti altri artisti e tecnici che oggi danno luce alla scena artistica
palermitana.
L’Alibi Club ha terminato la sua attività di intrattenimento e di associazione culturale
nel 1996, quando in città proliferarono tante altre associazioni culturali al punto che
divenne difficile portare avanti la mission
iniziale. Il locale di Via Generale Arimondi fu
chiuso e si scelse di continuare soltanto nell’attività di formazione, da sempre uno dei
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punti di forza dell’Alibi. Formazione seria, di
qualità, volta a creare un futuro solido agli
allievi che partecipano ai corsi.
Grazie al know-how acquisito nel tempo, alle esperienze innovative, alle reti di interazione che si sono create nel tempo, i corsi di
formazione di Alibi Club costituiscono uno
degli strumenti più efficaci per entrare preparati nel mondo dello spettacolo.
Ad oggi, con i corsi di alta formazione del
PROF 2009 “Progetto Palcoscenico”, l’Alibi
Club dà la possibilità ai giovani che vogliono lavorare nel mondo dello spettacolo, del
teatro e dell’audiovisivo, di entrarvi in maniera funzionale, per costruire un futuro
senza ostacoli.
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Alibi Club
presenta i corsi
Prof 2009,
progetto
palcoscenico
Sono aperte le iscrizioni ai corsi di formazione
professionale PROF 2009 promossi da Alibi
Club, ente di formazione accreditato presso la
regione siciliana. I corsi di lunga e breve durata
del“progetto Palcoscenico”sono rivolti a tutti i
residenti in Sicilia in possesso di licenza media,
giovani e adulti disoccupati o inoccupati, che
abbiano compiuto il sedicesimo anno di età alla
data di scadenza del bando. I corsi di Alibi Club
sono lo strumento ideale per entrare con successo nel mondo del cinema, del teatro, dello
spettacoloedellafotografia.Sonocorsidelladurata di 900 ore, tenuti sia dal personale interno
all’Alibi Club che da docenti esterni come i professionisti provenienti dal Teatrotre. Tra i nomi
che collaborano con Alibi Club: Antonio Raffaele Addamo, Luca D’Angelo, Roberto e Maurizio
Spicuzza, Sandro Dieri Danila Lo Giudice, Giorgio Lo Cicero, MaurizioVuturo e tantissimi altri. I
corsi promossi da Alibi Club sono volti alla formazione delle seguenti figure professionali:
ATTORE
AIUTOREGISTA
SCENOGRAFO
TECNICOAUDIO
TECNICOLUCI
MACCHINISTA
FOTOGRAFO
CAMERAMAN
COSTUMISTA
TRUCCATOREDISCENA
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Figure professionali altamente specializzate
per i profili lavorativi richiesti dal mercato del
lavoro. I corsi, come già detto, hanno una durata 900 ore, di cui 270 ore di teoria e 630 di
pratica (compreso stage aziendale di 180 ore
presso organismi e imprese del settore). Ciò
che caratterizza i corsi Alibi Club è il contatto
diretto con il mondo del lavoro. La possibilità
di svolgere attività pratiche e lavorare, durante il periodo di formazione, sul campo. Viene
data infatti molta attenzione alle attività pratiche, necessarie per acquisire professionalità e
presentarsi efficacemente al mondo del lavoro. Nelle precedenti edizioni di questi corsi il
placement è stato molto elevato. Ex allievi infatti hanno partecipato ad importi produzioni
teatrali e cinematografiche nazionali, ad importanti fiction e programmi televisivi, a spettacoli sia in qualità di tecnici altamente specializzati che in qualità di artisti. Tra le produzioni
che hanno accolto gli ex studenti dei corsi di
formazione Alibi ricordiamo la fiction Mediaset“I Cesaroni”,“X-Factor”, programma televisivo di Rai 2, “Diario di una siciliana ribelle” di
Marco Amenta e la serie prodotta dalla Rai
Agrodolce. Agli allievi che parteciperanno ai
corsi sarà riconosciuta una indennità di frequenza (pari a 620 euro) e verrà fornito, gratuitamente, il materiale didattico e di consumo.
Al termine del corso verrà inoltre rilasciato agli
allievi che avranno superato l’esame finale, un
attestato di qualifica riconosciuto dall’Ufficio
Provinciale del Lavoro. Opportunità di crescita
personale, possibilità di affrontare con maggiore sicurezza il mondo del lavoro, aumento
delle probabilità di trovare una prima occupazione o miglioramento di quella attuale. Ecco
la mission di Alibi Club Formazione.
per informazioni
www.alibiclubformazione.com
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Priulla
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Lorena Musotto
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La Sicilia
che vuole
cambiare…
Oggi si fa fatica a credere che ritornare ad
una più tradizionale gestione del territorio,
possa essere una delle condizioni fondamentali per la nostra qualità di vita e per
l’ambiente
Diversi studiosi molto noti nell’ambito dell’antropologia economica individuano nell’attuale modello sociale, basato sulla crescita economica illimitata e sul profitto, il
maggiore responsabile del progressivo decadimento e della perdita dei valori umani,
culturali, sociali, ambientali. Bisognerebbe
rovesciare questo modello e puntare sulla
“Decrescita”, ovvero, una società che misura il suo benessere sull’autoproduzione, attenta alle risorse di cui dispone, proiettata
verso una visione d’insieme e la rivalutazione del lavoro manuale e artigianale. Una
società in cui “sobrietà” e “lentezza” costituiscano i valori fondanti del nuovo paradigma culturale.
www.decrescitafelice.it
Siamo testimoni consapevoli e silenziosi di
un malessere collettivo, presi dalle difficoltà della vita quotidiana ci sforziamo di portare avanti quel brandello di valori e solidarietà che ancora sopravvive all’interno del
nucleo familiare. Il tempo libero e le occasioni di incontro si sono ridotte sempre di
più e la non conoscenza dell’Altro contribuisce ad alimentare il sospetto, l’isolamento e di conseguenza la paura di ciò che non
si conosce. Anche quei rari momenti di svago che il sistema società concede all’inter-
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no della sua logica capitalistica, sono sempre meno relazionali e subordinati ai meccanismi dei grandi numeri, del bussiness e
della mercificazione del divertimento (sale
gioco, empori commerciali multifunzionali,
cinema, centri di salute e benessere, ecc.).
Qualcosa nell’era di Internet tuttavia si sta
muovendo: la rete. I meccanismi complessi
del nostro sistema, i mezzi di comunicazione di massa che fanno sempre meno informazione, sono adesso contrastati dalla rete
di persone mosse dallo stesso spirito e dallo stesso disagio, che insieme fanno massa
critica. Nuclei di persone più sensibili, meglio informati e più motivati a proporre alternative rispetto l’attuale modello socioculturale ed economico, si fanno promotori attivi di iniziative non più soggette ai
meccanismi della grande distribuzione, ma
che al contrario mirano ad instaurare rapporti più diretti e semplificati tra produttori e utilizzatori/fruitori, reale domanda e offerta, secondo principi di equità, solidarietà, partecipazione, attenzione verso l’ambiente.
Diverse realtà di questa natura sono un po’
sparse ovunque, anche nella nostra regione. Energie nuove, linfa vitale, giovani e
meno giovani, che vogliono semplicemente connettersi tra loro.
Tra queste energie si inserisce, per esempio, la rete dei GAS (Gruppi d’Acquisto Solidale) che in poco più di una decina di anni
si è estesa in maniera considerevole. Sulla
homepage del loro sito www.retegas.org si
legge: I G.A.S. nascono da una riflessione
sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le
esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso
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un’economia che metta al centro le persone e le relazioni.
Anche quando si acquista al supermercato,
chi è più avveduto fa attenzione a ciò che è
scritto sulla confezione (provenienza, ingredienti) e cerca di scegliere il meno peggio fra tutti e con un rapporto qualità/prezzo convincente. Anche i GAS puntano sulla
qualità e sulla convenienza economica ma
propongono un altro modello di consumo
orientando le proprie scelte su prodotti coltivati in maniera naturale, rispettosa dell’ambiente, provenienti da produzioni locali (così da ridurre il più possibile le distanze
e di conseguenza l’inquinamento e gli sprechi di energia derivanti dal trasporto) e con
la sicurezza di non essere complici di coloro che sfruttano indiscriminatamente le risorse umane e ambientali dei paesi del sud
del mondo. I gruppi di acquisto sono formati, quindi, da persone e produttori locali
consapevoli e responsabili, che si incontrano in posti e giornate concordate per attuare la vendita/acquisto diretta dei prodotti, a
prezzi sensibilmente ridotti rispetto a quelli del mercato, e di qualità decisamente superiore. Sul sito della rete GAS è possibile
trovare alcune indicazioni utili per formare
o far parte di un GAS. Attualmente di gruppi e reti registrate sul sito, se ne contano
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575. In Sicilia 16 di cui 3 a Palermo, anche se
è certo che sono molte di più. Fare un GAS
non è complicato basta riunire un gruppo
di persone mosse dallo stesso spirito, che
condividono un modello e di stile di vita affine e che vogliono far di tutto per conseguirlo.
A tal proposito segnaliamo di visitare il sito
www.retegas.org per ottenere informazioni più dettagliate sulle manifestazioni e le
attività svolte.
Tra le manifestazioni c’e anche l’occasione
per raccogliere le firme per la proposta di
legge di iniziativa popolare che riconosca
l’agricoltura contadina su piccola scala
www.agricolturacontadina.org per far conoscere un’altra importante iniziativa che il
comune di Petralia Sottana si prepara ad
accogliere nelle date del 26/27/28 giugno
2009 relativo allo sbarco dei GAS in Sicilia.
Si terrà a Petralia il 9° Convegno Nazionale
dei GAS, un evento in cui GAS del Nord e
della Sicilia si confronteranno su esperienze e iniziative già consolidate o in progetto,
e un’occasione per chiarire e centrare meglio i punti cardine della loro attività e creare nuove reti e nuovi Distretti di Economia
Solidale (DES).
Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.siqillyah.it.
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Franco Fiorentino - Aurelio Buono
Una didattica
che si adatta
agli individui
Interefop (Ente di formazione Professionale) è tra i banchi dell’Istituto Tecnico
Commerciale “ Vilfredo Pareto”.
Si concretizzano cosi gli sforzi per l’avviamento del Corso OPERATORE GRAFICO
MULTIMEDIALE del progetto CRESCERE
E’ GIOVANE nell’ambito del “ Percorso
Sperimentale Triennale istruzione integrati con la formazione professionale, Tipologia B del triennio 2008 - 2011. La
scelta del percorso nasce dall’analisi sviluppata dal Servizio di Orientamento degli Sportelli Multifunzionali di Palermo
che, nel finalizzare i compiti istituzionali
alla creazione di percorsi integrati di processo per la programmazione integrata
dei sistemi formativi, hanno, unitamente
all’ITCS Pareto, valorizzato ed individuato
i profili professionali di maggiore interesse per l’integrazione tra formazione e istituzione scolastica.
Il nostro Programma si muove sulle peculiarità dell’Area Tecnico professionale dell’Industria Grafica. Nello specifico i contenuti sono indirizzati all’insieme delle procedure di produzione.
Esse vanno dalla classificazione degli
stampati, alla tipologia di carta e degli inchiostri da stampa, lo studio e l’osservazione dei caratteri da stampa e il loro utilizzo semantico ed ancora la composizione dei testi sulle griglie di composizione
e il trattamento delle immagine con i
software professionali.
Nello specifico il programma per il primo
anno di Tecnologia e Visual Design si avvale di quattro momenti che sono:
IL GESTO CREATIVO – TECNICA E TECNOLOGIA DELL’IMMAGINE – ESERCITAZIONI
E MATERIALI – TEORIA E COMUNICAZIONE
VISIVA – Questo programma di alto profilo è flessibile e dinamico per meglio adeguare il programma e i suoi momenti all’individuo e non viceversa per allineare il
discente ad un programma rigido ed anacronistico. Per ottenere i migliori risultati
con gli individui, i nostri discenti, quindi
procederemo in modo da rendere “easy”
ma completo il percorso didattico professionale che insieme abbiamo fissato.
L’Operatore Grafico Multimediale è una
figura professionale con conoscenze e
preparazione di base adeguata per inserirsi nei settori operativi della comunicazione editoriale e commerciale, in grado
di usare i mezzi e le tecniche più diffuse
per la produzione di messaggi visivi e di
collaborare all’ideazione e realizzazione
degli stessi.
E’ per questo, che sono stati individuati
fra i docenti della formazione, professionisti che svolgono la propria attività nell’ambito della grafica e che quindi permetteranno agli allievi di avere un contatto diretto con il mondo del lavoro,
previsto la visita ad un'agenzia di pubblicità e comunicazione integrata, la Gulotta Cube, per meglio assistere ai processi
creativi e di produzione, dall'idea alla
realizzazione commerciale. Molte delle
ore saranno svolte proprio presso laboratori grafici tipografici che permetteranno agli allievi di crescere e apprendere, dal punto vista della crescita personale e culturale.
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Massimo Di Martino
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A Palermo
il Cinema
in bocca
Cinematocasa, un laboratorio di idee,
una serie di iniziative interessanti legate
al cinema, alla cultura e alla gastronomia.
Cinematocasa è un portale on line che si
occupa dei film trasmessi in Tv, è approfondimento, è anche una sala con quindici posti per gli appassionati di cinema. La
piccola Salabim, allestita nella sede dell'associazione culturale Artesia in Via Maqueda a Palermo offre la possibilità a
quindici spettatori per ogni proiezione di
visionare film, di partecipare ad un dibattito sulla pellicola e di fare delle ottime
degustazioni enogastronomiche. Il nome
di questa iniziativa? Cinem(eat)ocasa: il
cinema in bocca.
In una esclusiva sala cinema per pochissimi invitati i film d'essai, i consigli dei
critici cinematografici di Cinematocasa
e suggestive proposte enogastronomiche con prodotti tipici siciliani (dal caprino girgintano, alla tuma persa, al pane nero, ed altro ancora). Tra i film che
verranno proposti in futuro da
Cinema(eat)ocasa Europa '51 di Roberto
Rosselini, Amanti di Vittorio De Sica,
Franco e Ciccio Superstar.
Acquistando il biglietto della serata sarà
possibile usufruire di un servizio Taxi. Cinema(eat)ocasa, un modo innovativo,
gustoso e divertente di fruire il cinema e
di apprezzare le prelibatezze della terra
siciliana.
www.cinematocasa.it
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I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Arenatocasa – Il cinema sotto le stelle.
cena e cinema a soli 20 euro
ai fornelli Lorenzo Carandino e Rosangela
Avanzato
Giovedì 11 giugno 2009, ore 20.30
Cinematocasa
Via Maqueda 129, Palermo
Telefono 091.6177559
333.2012439
Una serata dedicata a ciò che gli astri predispongono intorno a te con Giacomo
Maggio e il film di Ferzan Ozpetek, “Saturno Contro”.
Giacomo Maggio, 43 anni, originario di
Geraci Siculo, esercita la professione di avvocato dal 1996. Da sempre appassionato
e studioso di astrologia. Conduce una trasmissione radiofonica di successo su Radio Time, (a Palermo sui 94.00 MHz).
Saturno contro
Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Stefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, Ambra
Angiolini, Serra Yilmaz, Ennio Fantastichini, Isabella Ferrari, Filippo Timi, Michelangelo Tommaso, Milena Vukotic, Luigi Diberti, Lunetta Savino, Benedetta Gargari,
Gabriele Paolino.
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Aurelio Buono - www.myspace.com/auxdeejay
L’onda dei suoni
è il mio mondo
sonoro
La musica è la mia comprensione delle cose, le
mie emozioni, le mie e le tue idee sotto forma di
onde che si propagano. Sono Immagini dentro e
fuori di me.
L'articolo che Vi propongo è una riflessione sul
tema dei suoni e delle immagini per allestire
una esibizione a Palazzo Resuttano alla galleria
B and Art di Maria La Marca e Beatrice Feo Filangeri che si terrà a Palermo a ottobre.
Come molti di Voi, miei cari lettori, io vivo per la
maggior parte del tempo immerso nei suoni.
Suoni dal quotidiano in onde di suoni continui
senza interruzioni, musiche, melodie, armonie e
groove della nostra vita. Un'unica colonna sonora che ci accompagna dal concepimento, nei gemiti di piacere di coloro che ci generarono, fino
all'ultimo respiro nel suono dell'ultimo istante
che oltrepassa la barriera del suono/vita verso
un'altra dimensione cavalcando onde di “suoni
altri” dell'oltre. I suoni del quotidiano sono generati/vibranti/ascoltati dei nostri rituali quotidiani; dalla sveglia del cellulare al mattino e la
caffettiera sul fuoco, al suono del lenzuolo e del
guanciale del cuscino prima di addormentarsi.
Sono i suoni astrusi delle nostre macchine, dall'automobile ai ronzii dell'hard disk dei Pc.
Dalle forchette sui piatti a pranzo e le voci dei
bimbi al ritorno da scuola, ai cin cin dell'aperitivo al bar degli amici. Ci sono suoni estremi (i rumori sono solo un pregiudizio) e ci sono i suoni
del lavoro, come i gesti cibernetici di robot nelle
catene di montaggio alla sezione assemblaggio
di una fabbrica. Ed ancora i suoni dei campi coltivati e di una zappa che scava nella terra per la
coltivazione.
Ci sono suoni che generano il terrore, come quel
certo silenzio assordante, mai sentito prima, ne42
gli istanti prima di un terremoto 5.2 della scala
RICHTER. Il mondo dei suoni del quotidiano è
anche questo e oltre.
Per me il suono ha una suggestione pittorica,
come un colore, una sfumatura, un forte contrasto, una tinta unica vibrante in superficie. Il suono ha anche una valenza ecologica. Il suono
“ecologico” è una percezione legata all'ambiente in cui si propaga e ritorna. Il suono ecologico,
definisce quella qualità generata dall'ambiente
stesso, per cui la sua generazione da strumenti/oggetti/materie
cambia
la
qualità
percettiva/sensoriale... così in un teatro creeranno vibrazioni e assonanze emozionali diverse
dai suoni generati in una caverna, su un campo
di grano a giugno o nel deserto tra le dune... e
badate non è solo una questione di acustica in
senso stretto. Secondo questo principio si possono aprire finestre gia in parte sperimentate
dalla musica contemporanea per immaginare
nuovi suoni e nuovi strumenti per comporre
partiture di una nuova musica “ecologica”.
Così proviamo ad immaginare per esempio concerti di foglie di eucaliptus mosso dai venti
d'autunno sulla Palermo-Agrigento... la sabbia
che scorre tra le dita che si tuffa nella duna della terza spiaggia a San Leone... mixate ai suoni
dell'infradito sugli scogli bagnati nel calcare
bianco a Scala dei Turchi. Che dire delle partiture di ali di Aironi a Capo Passero su assoli di fotoni nell'impatto, alla velocità della luce, su pannelli fotovoltaici di un tetto nella provincia di Siracusa, sintonizzate al suono della neve nera a
1600 mt. slm sù nell'Etna.
Quale opera sublime il ritmo di un sasso piatto
lanciato sulla superficie del Simeto interfacciato
al suono del marmo di Alcamo in una assolata
domenica d'estate... quale concerto sarebbe
quello di cento salici piangenti e cicale al campeggio di Eraclea Minoa durante la siesta di un
pomeriggio d'agosto... remixate sulla partitura
della prima pioggia sopra le arance e limoni della Conca D'Oro a Palermo... ed ancora, il ronzio di
ali d'api presso un albero di fichi maturi nella
campagna della provincia di Trapani d'estate. I
suoni delle musiche si alternano a silenzi che
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pure suono è... come quel ronzio a basse frequenze molto vicino al silenzio ma piu viscerale delle
fabbriche ferme per la mancanza di produzione
industriale... suoni anomali, suoni della crisi.
Cambierà questo mondo così come lo conosciamo, sta già cambiando mentre scrivo, mentre
leggete. Cambieranno usi, rituali, consumi e in
conseguenza gli oggetti/strumenti del quotidiano e i loro suoni.
Possiamo, fin d'ora, immaginare ad un'ingegneria del suono per suoni del futuro, più umani,
meno invasivi e meno persuasivi, più naturali
ritmate da un groove lento come i battiti di un
cuore di un neonato che sugge, simbolicamente l'uomo nuovo. Musiche e suoni qualitativamente coinvolgenti ed armonici sintonizzate alle onde elettromagnetiche del cervello donandoci un armonia neuronale... un relax sound. I
suoni che possiamo immaginare e che vorrei è
oggi un portale aperto delle sinfonie nate da
musiche e suoni della crisi. L'apertura di questo
portale dei suoni dà la possibilità di reinventare
i suoni del futuro pensandolo in funzione di una
“ecologia” e una sobrietà, nell'uso di risorse e
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materie, quasi privi di qualità inquinanti e ricchi
di immaterialità, in e per tutti i sensi.
Come artista multimediale e ricercatore (visivo e
sonoro) sono sempre proiettato alla creazione
di nuovi linguaggi del mondo in mutazione e
assai complesso come il nostro, capace di raccogliere tutte le suggestioni generate dalla specie
umana e dalla natura del mondo sintetico da
noi generato.
L'esperimento / Live musicale programmato per
l'installazione a Palazzo Resuttano (cerca su FACEBOOK) è il tentativo di creare un SET sonoro
fruibile che rappresenta la “colonna sonora” di
una esibizione di alcune foto e di micro video
nati e girati con un comune telefono cellulare.
Questa “colonna sonora” mixata in diretta si avvale di commenti sonori e scritture sintetiche
generati da strumenti digitali ed analogici per
una fruizione mediata da immagini. Siete tutti
invitati a questa esibizione visiva e sonora. Passaparola e alzate il volume.
Aurelio Buono alias AuxDeeJay
TO FACEBOOK: Aurelio Naufrago Buono
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Dario Carnevale
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Galoppino
Dopo autoblu e peones, questa è la
volta del galoppino. Una parola che
non lascia scampo a tanti dubbi,
meritandosi uno spazio speciale
nella nostra rubrica. Escluso, ovviamente, il mondo dell’ippica, nell’accezione più ampia il termine galoppino è spesso sinonimo di portaborse o del tuttofare legato al politico
di turno. Il significato poi assume altre e più specifiche sfaccettature in
occasione delle campagne elettorali. Ad ogni elezione, infatti, il galoppino fa la sua comparsa. Un personaggio praticamente intramontabile
di cui un certo modo di far politica
proprio non riesce a fare a meno.
Non a caso alla domanda: «Chi è il
galoppino?», la risposta predominante è quella: «E’ chiddù ca stà cù i
santini in manu, quannù ci sunnu i
votazioni». Difatti il galoppino è colui che, sebbene sia proibito dalla
legge, aspetta pazientemente gli
elettori davanti ai seggi e suggerisce i suoi “cavalli vincenti”, vale a dire i propri candidati. Temerario, il
galoppino rischia e s’immola per
l’onorevole o per colui che deve ancora fare il grande salto nella politica. Non si sa né se né quanto venga
pagato per svolgere questa ormai
atavica prestazione. O se, invece, la
sua contropartita sia quella di un
ipotetico futuro posto di lavoro. Sotto il sole o con la pioggia è sempre
lì, non manca mai. Ci sono quelli di-
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screti e quelli invadenti che, presto
o tardi prima della chiusura delle urne, saranno artefici di scontri con le
forze dell’ordine o con qualche cittadino indignato. Sì perché, a seconda dei luoghi e dei contesti in cui
operano, ce ne sono di saccenti e fin
po’ troppo intimidatori. Il galoppino
è una figura troppe volte e in troppi
modi ambigua, utilizzata come radar. Una specie di antenna che registra gli umori e il clima di in un determinato seggio elettorale.
Un personaggio di cui non sentiremmo per nulla la mancanza se un
giorno sparisse dalle parole della
politica.
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Valerio Tripi
Nascono i Centri
Commerciali
Naturali
La Cna guida
la riqualificazione
di Borgo Vecchio
Un primo passo importante era già stato compiuto con la nascita del comitato
“Salviamo i mercati storici di Palermo”.
Ma quello decisivo per la riqualificazione di Ballarò, Capo, Vucciria e Borgo
Vecchio è stato compiuto il 22 settembre con la firma del protocollo d'intesa
fra la CNA provinciale di Palermo, l'Associazione culturale Esther e lo stesso comitato "Salviamo i mercati storici di Palermo". Un accordo che prevede l'attivazione e l'attuazione dello schema di
progetto per la rivitalizzazione e gestione integrata del sistema di attività miste
dei mercati storici di Palermo. Un modo
non solo per recuperare le antiche atmosfere dei mercati storici, ma per
coinvolgere tutte le imprese che operano negli stessi mercati. Un’iniziativa che
darà alla luce i Centri Commerciali Naturali. Un modo, in un’epoca sempre più
legata alla globalizzazione, per mantenere e divulgare le antiche tradizioni di
borgata.
La Cna, in particolare, si occuperà di
Borgo Vecchio. I lavori nella popolare
zona della città sono ormai sotto gli occhi di tutti. I cantieri sono ben visibili e
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interessano la piazza Alfano, il nucleo
vitale della borgata. Saranno create
nuove aree a verde, panchine e parcheggi funzionali sia all’interno del
mercato che nelle aree limitrofe che ricadono nelle vie Principe di Scordia,
Scinà, Xiemenes, Borgo Nuovo e Campanella. In totale i lavori interesseranno
un’area totale di 5.227 mq. Saranno rifatti i marciapiedi, le orlature e le caditoie per il deflusso delle acque piovane.
Inoltre sarà potenziata l’illuminazione
pubblica e saranno istallati nuovi arredi
tra cui palme e cestini portarifiuti. La
piazza Alfano sarà in parte chiusa al
traffico e sarà realizzata una nuova pavimentazione in basolato. Sarà mantenuta, però, una corsia stradale per l’attraversamento lungo l’asse Scordia - Ximenes.
Il progetto, elaborato dal settore urbanistica del comune di Palermo, è stato
finanziato con fondi statali. In totale sono stati erogati 1.501.000 euro nell’ambito dell’accordo previsto dal Prusst
(Programma di riqualificazione urbana
e sviluppo sostenibile del territorio).
I protagonisti di questa trasformazione
in positivo di Borgo Vecchio saranno,
ovviamente, i commercianti che negli
ultimi anni hanno tenuto in vita la borgata. In particolare la CNA ha incontrato
i proprietari delle attività di Borgo Vecchio per ascoltare le istanze di ognuno
di loro.
Inizialmente c’erano delle perplessità
perché il primo passo è stato quello di
smantellare le baracche e spostare, se
non chiudere in alcuni casi sia pur momentaneamente, l’attività. Alcuni commercianti dovranno sostenere anche
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dei sacrifici che, però, saranno fatti per
il bene della comunità di Borgo Vecchio.
Nella riqualificazione, infatti, è previsto
anche un ridimensionamento dell’area
dedicata alla vendita. Alcune botteghe
vedranno dimezzato momentaneamente la propria area di vendita, ma poi a
progetto ultimato godranno dei nuovi
posti in piazza Mulino a Vento.
Dopo una serie di incontri sotto lo
sguardo vigile della Cna tutti hanno
sposato il progetto che prevede per alcune attività l’emersione dal sommerso
e la regolarizzazione delle vecchie strutture con allacci più sicuri alla rete del
gas, dell’acqua corrente e dell’energia
elettrica.
Nell’accordo per il nuovo volto di Borgo
Vecchio sono previsti anche servizi non
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solo per i commercianti, ma anche per
chi quotidianamente fruirà della nuova
borgata. Saranno istallati bagni pubblici e nasceranno dei servizi di guide turistiche e baby parking. A fine giornata,
poi, il servizio di nebulizzazione contribuirà a mantenere pulita e fresca l’intera borgata. Sono allo studio anche
eventi socio culturali per fare vivere
Borgo Vecchio anche di notte e incrementare le vendite delle botteghe.
A eseguire i lavori per conto del Comune sarà la ditta I.Co.Ler. di Lercara Friddi,
che ha vinto la gara per un importo di
1.052.000 euro, al netto del ribasso
d’asta (7,3152 per cento) e delle somme
per spese e oneri accessori. Secondo gli
accordi i lavori dovranno essere eseguiti in un tempo massimo di 510 giorni.
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Pietro Ales
La chiesa
di Santa Maria
della Grazia
dei caldumai
I bombardamenti del 1943, che infuriarono sulla città Palermo durante il
secondo conflitto mondiale, ridussero
il centro storico, tra i più belli e grandi
d’Europa, in un ammasso di macerie.
Interi quartieri caddero al suolo, monumenti di rara bellezza vennero distrutti, chiese, conventi e palazzi nobiliari furono spazzati via dalla furia
delle incursione aeree americane.
L’opera di ripristino urbanistico e monumentale, che seguì la fine del conflitto mondiale è stata così lenta che
ancor oggi, a distanza di più di mezzo
secolo, è ancora facile individuare le
cosiddette “macerie di guerra”.
Eppure, nonostante l’accidia dei pubblici amministratori del tempo, alcuni
brani di edilizia di buona fattura,
scampati alla distruzione, vennero
riutilizzati e collocati in altra sede. Un
esempio di tale operazione è costituito dal portale della chiesa di Santa
Maria della Grazia dei caldumai allora
sita vicino il piano di Sant’Onofrio. La
chiesa venne bombardata e andò distrutta, ma rimase illeso il portale
d’ingresso che fu trasferito e collocato
nella chiesa di Santa Chiara.
La chiesa del monastero di Santa Chiara costruita nel 1654, rinnovando l’antica chiesa trecentesca preesistente,
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era ornata da un bellissimo portale barocco con colonne tortili disegnato da
Paolo Amato. In seguito ai bombardamenti del ‘43 l’intera facciata della
chiesa, insieme al retrostante coro
delle monache, fu distrutta. Nel 1950
si procedette al rifacimento della facciata, nella quale venne inserito il portale superstite della chiesa della Grazia, nel frattempo demolita. Pertanto,
della piccola chiesetta della Madonna
della Grazia dei caldumai, di cui si sarebbe persa la memoria, rimane il
semplice e decoroso portale che oggi
si può ammirare presso la chiesa del
monastero di Santa Chiara, oggi sede
di un centro sociale che opera a sostegno degli abitanti del quartiere albergheria e dei lavoratori extracomunitari.
La chiesetta di Santa Maria della Grazia fu costruita nel 1589 dalla maestranza dei macellai nella piazzetta
denominata dei caldumai, oggi raggiungibile dal vicolo dei candelai o da
piazza Sant’Onofrio.
I macellai svolgevano la loro attività
nel contiguo piano di Sant’Onofrio,
dove aveva sede il macello cittadino.
In un muro vicino al pubblico macello
e poco distante dalla Chiesa di S. Rocco, vi era dipinta una immagine di Maria Vergine, molto venerata dal popolo e, per permetterne un maggior culto, i macellai decisero di fabbricare
una chiesa e dedicarla a Maria Vergine. Pertanto nel 1543 chiesero ed ottennero dalla confraternita di S. Rocco di poter erigere la chiesa, ove vi
trasferirono l’immagine venerata. La
chiesa, che prese il nome di Santa
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Maria della Grazia dei macellai, in seguito passò al consolato dei caldumai,
venditori di interiora di vitello, da cui
prese il nome la piazzetta su cui la
chiesa prospettava. Come già detto la
chiesetta non esiste più, rimane in ricordo di essa la piazzetta intitolata ai
caldumai e il portale presso la chiesa
di Santa Chiara. Inoltre oggi delle industriose attività legate alla presenza
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del macello cittadino non c’è più traccia se non nei toponimi di alcune strade del quartiere come il vicolo dei giovenchi e la salita delle capre, che attestano il passaggio delle bestie dirette
al macello; la via Caldomai, la via Sanguinaccio, il vicolo Peduzzi attestano
invece che in tali vie si lavoravano le
interiora (a quarume), il sangue (sanguinaccio) ed i piedi degli animali.
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Anna Rosa Lupo
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Voglia
di Mountain
Bike !!!
Da parecchio tempo è facile incontrare
lungo le strade gruppi di ciclisti che arrancano, pedalando. Sono gruppi variegati, vestiti di tutto punto con i loro caschetti colorati, i calzoncini neri perfettamente aderenti, occhialini e scarpette. Danno allegria e inducono a considerare la possibilità di inforcare la vecchia bicicletta “appesa al chiodo”. Ovviamente è solo un momento di abbandono nostalgico, immediatamente superato dalla mancanza di tempo, dalla stanchezza e soprattutto dall’accidia. Gli italiani sono infatti sportivi da bar. Seduti
comodamente ai tavolini, cocktail alla
mano, blaterano di eventi sportivi come
se fossero loro i protagonisti o come se
avessero da poco finito di allenare il
Manchester United. In realtà hanno
mosso due passi: dal parcheggio al bar.
Ma qualcosa sta cambiando e in molti
hanno riscoperto il sano piacere di andare in bicicletta e in particolare in
mountain bike. La mountain bike, più
che una bicicletta, è un modo di intendere la vita. Andare in mountain bike
non è soltanto amore per la natura e per
una vita salubre, ma è anche coraggio e
ardimento, voglia di superare se stessi e
i propri limiti.
Il mite impiegato, la tenera mamma, il
rigoroso professore universitario, diventa irriconoscibile quando inforca una
mountain bike. Lo vedi inerpicarsi tra
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sassi e tortuosi sentieri, correre a rotta
di collo su ripide discese, guadare fiumi,
percorrere fitti boschi. I mountain biker
hanno però uno spirito poetico: possono restare incantati dinanzi a un tramonto o commuoversi sulle rive di un
lago di montagna, ammirando la bellezza del paesaggio.
Chi va in mountain bike non è soltanto
uno sportivo temerario e coraggioso è
anche un tenero fanciullo, un incantato
sognatore. Eppure l’antesignana della
mountain bike, la Schwinn Excelsior,
nacque per esigenze di lavoro negli Stati Uniti, nel lontano 1933. Fu prodotta
proprio come mezzo di trasporto veloce, sicuro e robusto per la distribuzione
di merce porta a porta.
Soltanto alla fine del 1970 la Schwinn
Excelsior venne adottata per partecipare alle gare ciclistiche in discesa, in
quanto si rivelò la bicicletta più adatta a
questo tipo di corse. Gary Fisher, uno
dei primi mountain biker, diventato un
industriale del settore, applicò alla sua
Schwinn i cambi di velocità e migliorò i
freni, aprendo così la strada alla moderna mountain bike.
In Italia la prima mountain bike, a cui fu
dato il nome di Rampichino, fu prodotta dalla ditta Cinelli, nel 1985. Gary Fisher fu il primo distributore negli USA
delle mtb Cinelli.
Oggi siamo molto lontani dalla vecchia
rampichino, le attuali mtb sono tecnologicamente dei veri gioielli di robustezza e leggerezza. Ne sanno qualcosa
un gruppo di amici mountain biker palermitani che, recentemente, hanno
fondato un’associazione ludico-sportiva, senza scopo di lucro, dal nome
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“NonSoloSterrato”. L’associazione, nata
dalla volontà di Alessandro Oliva, presidente e promotore di iniziative sportive
ed eventi culturali, intende coniugare la
passione per la bicicletta con l’amore
per la natura e per i luoghi suggestivi di
cui è ricca la nostra Sicilia. Passeggiate
in mountain bike alla volta delle riserve
naturali vicine alla città, ma poco conosciute, saranno le mete predilette della
neonata associazione, ma anche mete
fuori porta come il monte Cammarata, il
monte Inici nel territorio di Castellammare, il bosco di Ficarra nel messinese,
il territorio di Segesta, i Nebrodi vedranno i nostri amici cimentarsi in
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mountain bike. Ha riscosso successo la
prima manifestazione pubblica “Primavera in Bicicletta” organizzata dall’associazione NonSoloSterrato che, in una
bella domenica di marzo, ha condotto
tanti neofiti della mountain bike in una
allegra passeggiata lungo i sentieri del
Parco della Favorita.
Auguriamo pertanto ai nostri amici
mountain biker “Lunga vita in bicicletta” e “Tante, tante passeggiate in MBT!!”
Per chi volesse conoscere gli amici
mountain biker può collegarsi via internet al sito SoloSterrato oppure contattare il Presidente Alessandro Oliva al
cell. 3287556731. E buona pedalata!!!
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Pietro Ales
Acqua di rose
e notte cornuta
Nella città di Palermo, sino agli inizi del
novecento, si poteva assistere ad uno
spettacolo davvero insolito e straordinario. Durante la notte dell’Ascensione, ritenuta una notte magica e
soprannaturale, le strade
della città si riempivano
di armenti e greggi, pastori e mandriani, suoni
di flauti e cornamusa,
scampanio di campanellini e trilli. Le voci dei
pastori, dei mandriani e
dei mulattieri, che
giungevano in città da
ogni parte delle campagne circostanti, si
fondevano con i belati, i muggiti, i nitriti
degli animali..
Un’allegra e festante
processione di uomini e animali che si incolonnava lungo il
Cassaro, attraversava Porta Felice e
raggiungeva il mare
(l’attuale foro italico) per bagnarsi
nelle basse acque, allora cristalline.
Un bagno ritenuto purificatore e benedicente che avrebbe guarito gli animali affetti da malattie o li avrebbe preservati da
possibili incidenti e malanni. Infatti la notte
dell’Ascensione, secondo antiche credenze,
era considerata una notte fatata e divina,
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durante la quale avvenivano prodigi e miracolose guarigioni. Era credenza che l’acqua del mare a mezzanotte in punto si tramutasse da salata in dolce e che le persone e gli animali affetti da malattie guarissero dopo essersi immerse.
Il momento ideale era la mezzanotte in
punto e in quel momento, dopo la benedizione solenne impartita da un sacerdote in
cotta e stola, le greggi e le mandrie venivano spinte in acqua in un susseguirsi continuo sino alle prime luci dell’alba. Guerci,
storpi, malati, invocando la benedizione
del cielo, si immergevano nelle fredde acque nella speranza di guarire.
Il vasto marciapiede prospiciente la riva era
illuminato a festa, la gente passeggiava tra
baracche e fornelli ambulanti, dove si scaldavano focacce e si vendevano leccornie.
Le donne, nelle loro case, solevano esporre
sui balconi catini pieni d’acqua ricolmi di
petali di rose: credevano infatti che durante la notte l’acqua venisse benedetta e che
l’atto di tergersi il viso con quell’acqua garantisse loro la benedizione divina.
Questi riti cristiani, celebrati nella notte in
cui Gesù ascese al cielo quaranta giorni dopo la sua resurrezione, sono evidentemente intrisi di credenze pagane, mistiche e
magiche. Oggi di questa festa, allora chiamata dal popolo “la notte della sceusa”, non
rimane che il ricordo in un detto popolare
che identifica il giorno dell’ascensione come la “festa dei cornuti”.
Molti di coloro che credono di festeggiare
l’amico che ha subito qualche disavventura
coniugale non sa che le corna festeggiate
non sono quelle umane, bensì le corna degli animali che, nella notte dell’ascensione
di un secolo fa, si contavano copiose lungo
il Cassaro.
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Anna Rosa Lupo
Andrò
in Lapponia
a mangiare
luppini
con i lapponi
Si avvicina l’estate e inizia il rito
della vacanze a tutti i costi. Già
da marzo si naviga su internet alla ricerca della meta, del volo a
minor costo e di un B&B. Capitali
europee, città d’arte, fiordi norvegesi, savane. Qualunque cosa purché si possa rispondere alla domanda: < Che cosa farai quest’estate?>,
< Andrò in Lapponia a mangiare luppini con i lapponi>, salvo ovviamente
non conoscere dove è la Lapponia.
Ammettiamolo, forse conosciamo la
strada che da Parigi conduce ai castelli
della Loira (internet docet), ma rimaniamo basiti se ci chiedono dove è Ancona o
ancora peggio Potenza che spesso viene
confusa con Bolzano, forse per l’assonanza
delle parole.
La geografia non è il nostro forte!!!
Eppure ci fu un tempo in cui di vacanze
non se ne parlava proprio. Le famiglie
organizzavano, al massimo, un rientro
nei paesi d’origine a trovare i nonni, in
campagna o nei paesini di montagna.
Prendere l’aereo era poi come prendere lo shuttle, poteva capitare al massimo una volta nella vita e la meta designata era Roma dal Papa, sempre che ci
fosse un parente che abitasse a Roma e
che potesse ospitare la famigliola. L’albergo
era, infatti, un optional per i ricchi.
Ricordo ancora un permanenza in albergo
con la mia famiglia, decisione ineluttabile
per via di un invito ad un matrimonio celebrato fuori provincia, durante la quale io e
mio fratello restammo chiusi per tre giorni
nella toilette dell’hotel a lavarci le mani
e….. Scoprimmo, infatti, l’esistenza della
cellula fotoelettrica, che allora era sconosciuta, e ne rimanemmo affascinati. Oggi è
normale mettere le mani sotto il rubinetto
e aspettare pochi secondi che sgorghi l’acqua, oppure aspettare che lo sciacquone
faccia tutto da se. Allora era roba da fantascienza!! Così trascorremmo ore felici facendo la spola tra il lavandino e il water. Altro che video games!!!
Oggi i nostri figli hanno preso più volte l’aereo rispetto all’autobus, e parlano di recarsi
ad Amsterdam o Reykjavik come se fosse
Carini o Villabate. Conoscono alberghi, villaggi turistici, ostelli, e B&B.
Eppure, davanti al computer, collegata al sito “ Buoni Posti” o ”La vacanza che fa per te”
tra prezzi, moltiplicazioni, coincidenze di
voli, mi ritornano in mente con gran nostalgia le belle estati della mia gioventù, trascorse nel lido di Mondello a Lauria.
Era questa, parecchi anni fa, la vacanza della famiglia palermitana, e nessuno parlava
di viaggi, crociere e baite di montagna nel
sud Tirolo. Le cabine erano dotate di ogni
comfort, meglio di un albergo a cinque
stelle, il mare era cristallino, i cortili diventavano la tua casa di villeggiatura.
Lo zio Pippo intratteneva i bambini via radio con divertenti giochini, tanto cari ai più
piccoli che, quando “rompevano”, venivano
spediti dalle mamme dal “vecchietto”. Era
questi una sorta di elfo più scuro di un siga55
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ro toscano che, su uno sgangherato
tavolino, vendeva trecce di liquirizia,
biberon con dentro palline di zucchero coloratissime, pistole gommose, caramelle e infine catenelle
di plastica a forma di esse.
Non oso pensare quanti coloranti abbiamo ingurgitato. Un vero
cocktail di E 110 ed E 121!!
Le mamme parlottavano tra loro
di ricette culinarie e bucati e,
quando un’urgenza fisiologica le
distraeva dal chiacchiericcio,
s’immergevano in acqua quel
tanto necessario alla funzione da
espletare, facendo finta di richiamare il proprio pargolo, in acqua
da ore e ore e ormai rattrappito.
I costumi non si cambiavano. Si
asciugavano addosso. Non c’era la
frenesia delle mamme moderne che
al primo schizzo d’acqua cambiano, a
velocità supersonica, il costumino al
piccolo. Neanche se l’acqua di mare
fosse acido muriatico!!
Anche le mamme di un tempo erano
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molto più rilassate!!
L’aspetto gastronomico era assicurato alle
ore 9 dalla ciambella, modello ruota di
scorta, che si comprava presso il panificio
Alagna, seguita alle ore 11 dal bicchiere di
latte con menta corredato da odorosissime
brioche, acquistato in latteria e alle ore 12
dalle immancabili banane.
Le merendina industriali suscitavano sospetto nelle mamme degli anni ’70 che, ancora per poco, continueranno a seguire
questa sana dieta estiva
Nel frattempo, sulla spiaggia, passava un
variegato stuolo di venditori di generi alimentari. Si andava dalla “pollanca”, alias
pannocchia di mais, calda e croccante, all’
“Aranciata, birra, coca colaaaaa, tutto
ghiacciatoooo, nessuno ci credeeee” slogan pubblicitario casereccio, gridato dall’ambulante, intonando una malinconica
cantilena. L’unica nota esotica era costituita dalla vendita del cocco. “ Cocco, cocco
bello” , gridato a pieni polmoni dal venditore in pantaloncini e canottiera bianchissima , rimarrà un caro ricordo delle vecchie estati mondellane.
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SCOMMESSE
INTRATTENIMENTO
GIOCHI
GELATERIA
PASTICCERIA
ROSTICCERIA
Via Don Giovanni Colletto, 24
90034 Corleone
tel. 091.8467422
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Vincenzo Tuzzolino
B.C.E.
E’ la Banca centrale incaricata dell'attuazione della politica monetaria per i
sedici paesi dell'Unione europea che
hanno aderito all'euro e che formano
la cosiddetta "Zona euro".E’ stata istituita nel 1998 dal trattato sull’Unione
europea e ha sede a Francoforte (Germania). Una delle funzioni principali
della BCE è mantenere la stabilità dei
prezzi nell’area dell’euro, per garantire che il potere d’acquisto dell’euro
non sia eroso dall’inflazione.
Tasso di riferimento
E’ il tasso con cui la Banca centrale
concede prestiti alle altre banche. Esso è il termometro del mercato finanziario perché sulla sua base vengono
determinati il tasso d'interesse, applicato dalle banche ai propri clienti, e il
tasso interbancario, tasso che si appli-
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ca ai prestiti fra le banche.Quando il
tasso ufficiale di sconto aumenta, si è
in presenza di una stretta creditizia
cioè di una tendenza atta a ridurre i
crediti, in conseguenza dell'aumento
del costo del denaro. Quando, invece,
la Banca Centrale tende a ridurre il costo del denaro, si avrà una tendenza
all' aumento dei consumi e investimenti, in conseguenza del minor costo del denaro.
Inflazione
Indica propriamente un incremento
della quantità di moneta circolante.
Benché il termine non coincida in senso stretto con l'aumento dei prezzi dei
beni di consumo e dei servizi (rappresentandone semmai una delle possibili cause) viene comunemente impiegato per indicare proprio questo
fenomeno.
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La Consulenza
Personalizzata
Multibrand
Momento di svolta per il mondo dei
Promotori Finanziari,il Legislatore, infatti, a seguito dell’entrata in vigore della
MIFID, ha ridisegnato i modelli di relazione che gli Intermediari devono intrattenere con i risparmiatori. Affrontiamo
l’argomento con Vincenzo Tuzzolino,
iscritto all’Albo dei Promotori Finanziari
da 15 anni.
COSA È LA MIFID ?
E’ una direttiva dell’Unione Europea entrata in vigore lo scorso anno, volta a garantire una maggiore trasparenza ed efficacia nel rapporto tra il risparmiatore
ed il proprio Promotore Finanziario.
IN CHE MANIERA ?
Ogni investitore, al momento della sottoscrizione di qualsiasi prodotto di investimento finanziario, è tenuto a rispondere ad un questionario, in cui fornisce
informazioni molto dettagliate sulla
propria esperienza in materia di investimenti, sulla quantità di operazioni che
effettua durante l’anno e sui propri bisogni finanziari.
Dalle risposte viene fuori una classificazione per profili di rischio così dettagliata :
Prudente
Conservatore
Moderato
Bilanciato
Dinamico
Dinamico Evoluto
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BASTA QUESTO A DARE MAGGIORE TRASPARENZA ?
Assolutamente no! Ad ogni profilo, viene
abbinato un portafoglio modello che deve
risultare adeguato a quello del cliente.
Ad esempio, se un cliente prudente, intende sottoscrivere una quantità di titoli azionari, superiore a quella indicata sul portafoglio modello relativo al proprio profilo di
appartenenza, la normativa non consente
né all’investitore né al Promotore Finanziario di procedere con l’operazione, se non
attraverso la ridefinizione, dopo aver compilato nuovamente il questionario di profilatura MIFID, del proprio profilo di rischio.
MI SEMBRA UNA CHIUSURA A DOPPIA MANDATA ?
E’ esattamente così, naturalmente tutto a
garanzia della serenità del risparmiatore.
Questa modalità porta ad una relazione
sempre più profonda con il proprio Promotore Finanziario. Infatti, molti colleghi,
tra i quali il sottoscritto, cominciano ad utilizzare il “modello di consulenza personalizzata multibrand”.
COSA È ?
Immagini di entrare in un ristorante e trovare uno chef, a sua disposizione che la
aiuti a scegliere, non solo le pietanze, ma
anche gli ingredienti per condirle, potendo spaziare tra le tradizioni culinarie di tutto il mondo, ed avendo a disposizione gli
ingredienti più genuini già selezionati a
monte.
In questa analogia,il ristorante rappresenta l’Istituto di Credito, lo chef è il Promotore Finanziario che sceglie, in base alle esigenze del cliente, il giusto mix di prodotti e servizi finanziari già selezionati dall’ufficio studi della Banca in assoluta libertà
ed indipendenza.
Allora buon appetito a tutti e ricordate
che l’appetito vien mangiando !!!
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La Vitivinicola
Corleonese
In un contesto particolarmente vocato, grazie al contributo di 408 soci che coltivano
più di 650 ettari di vigneti, la Vitivinicola Corleonese porta avanti la sua missione: valorizzare le peculiarità del territorio e offrire prodotti qualitativamente importanti ma accessibili al grande pubblico, dai semplici bevitori ai wine lovers più appassionati.
La Cantina Sociale Vitivinicola Corleonese, è
una cooperativa di produttori agricoli. Si trova a pochi chilometri da Corleone, collocata
ai piedi della rocca Busambra che, maestosa,
domina il territorio. Situata in un contesto
scenografico è circondata da rigogliosi vigneti insistenti in terreni ad alta vocazione e
da una vasta estensione di campi di grano.
Due i mercati di riferimento: il canale
Ho.re.ca, e cioè Hotel, Ristoranti e Catering,
con la linea Feudi di Corleone, e la grande distribuzione organizzata.
“L'obiettivo che ci siamo posti è raggiungere
le seicentomila bottiglie entro i prossimi tre
anni” spiega il presidente Gaetano Di Carlo “il
nostro è un territorio altamente vocato, con
caratteristiche particolari che permettono
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una produzione ricca e assolutamente caratteristica. Un esempio: i nostri vigneti sono
dislocati su alture che vanno dai trecento ai
settecento metri sul livello del mare.”
Una azienda in continua espansione quindi,
che segue, e a volte anticipa, i trend del
mondo vitivinicolo, prediligendo alla resa
quantitativa la produzione di uve di alto pregio con basse rese per ettaro. È stata applicata infatti una riconversione dei vigneti, mirando alla produzione di vini di qualità, utilizzando tecniche enologiche innovative.
La Vitivinicola Corleonese sta riscuotendo
sempre più successo e sta catturando l'attenzione del mercato. Ne è esempio la recente partecipazione al Vinitaly. Lo stand,
ospitato nel padiglione Sicilia, ha accolto
tantissimi visitatori interessati, ed è stato palcoscenico della presentazione, in anteprima
nazionale, dei nuovi vini della linea Feudi di
Corleone: Lucenti, bland di Catarratto e Viognier; Nadim, rosso intenso prodotto con
uva di Sirah, Cabernet Sauvignon e Merlot, e
infine i due Torre Sovrana, bianco Chardonnay e rosso Cabernet Sauvignon.
Il Vinitaly è stata inoltre l'occasione per presentare ufficialmente il progetto per la valorizzazione della cultivar Catarratto, coltivata
nel territorio di Corleone da alcuni conferitori della cooperativa.
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giugno luglio 2009