ANNO 7 - NUMERO 02
1 FEBBRAIO 2014
MENSILE DEL TERRITORIO DI LERICI
a cura dell’Istituto Comprensivo di Lerici
Un pomeriggio con Clelia, la figlia di Garibaldi
Clelia Garibaldi (in basso al centro) a San
Terenzo il 12-9-1954 per l’inaugurazione
della lapide a Paolo Azzarini. La foto è sul
libro “San Terenzo” di Riccardo Bonvicini.
Laboratorio di
Giornalismo
delle scuole
medie F. Poggi
e P. Mantegazza
Lerici In… è un
allegato di Ameglia
Informa, registrato al
tribunale della Spezia
al n.2 del 4.2.1998
(stampato in proprio)
LERICI IN...
non ha alcun finanziamento pubblico e
si regge solo grazie
alla pubblicità degli
inserzionisti
che permettono la
DISTRIBUZIONE
GRATUITA
alla popolazione
Mio padre Francesco era sottufficiale della Marina Militare quando nel 1950 fu trasferito per lavoro
in Sardegna, nell’isola della Maddalena, e portò con sé la famiglia.
Nel corso di quell’anno ebbe l’opportunità di far visita di cortesia a
Clelia, ultima figlia ancora vivente
di Giuseppe Garibaldi, affabile ma
gelosa custode delle memorie e
delle vestigia dell’Eroe dei Due
Mondi nella vicina Caprera.
Donna Clelia, come veniva da
tutti chiamata, riceveva relativamente spesso gruppi di visitatori o
amici di vecchia data, mentre era
restia ad accogliere singoli estranei. Con mio padre fece eccezione
perché informata che proveniva da
San Terenzo, paese a lei caro, come in seguito si scoprì. E perché
desiderosa di novità sulla famiglia
Mantegazza, legata ai Garibaldi
da antichi ma mai sopiti vincoli
affettivi.
Nell’occasione ella donò a mio
padre un volume da lei stessa
scritto, intitolato: “Mio padre - Ricordi di Clelia Garibaldi” con la
dedica autografa: “Clelia Garibaldi al cavaliere Francesco - Caprera 4/6/1950”, che tuttora conservo
anche se un poco ingiallito nel
tempo.
Nel 1951, in un tiepido pomeriggio di sole settembrino, anch’io
ebbi il privilegio d’incontrare donna Clelia, con la mia manina di
bimbo cinquenne stretta tra la
sua, una lieve carezza sul capo e
un tenero bacio. Ci eravamo recati, mio padre, mia madre, una zia
che era con noi in Sardegna, la
mia sorellina Fanny e io, in visita
da donna Clelia che aveva espresso il desiderio di conoscere il resto
della famiglia. Facemmo il tragitto dalla Maddalena a Caprera in
carrozzella percorrendo una lunga
strada sterrata, con un ponte levatoio centrale, simile a uno stretto
budello che si allungava sul mare,
strada che era l’unica sorta di comunicazione via terra tra le due
isole.
Donna Clelia ci accolse nel
piazzale interno fiancheggiato dalle basse e bianche costruzioni che
componevano la sua residenzamuseo e chiacchierando cordialmente ci condusse all’ombra di un
ampio albero di fico dove erano
preparati un tavolo tondo con bevande, biscotti e comode sedie imbottite.
Ricordo perfettamente questa
figura di donna non alta, dall’aspetto apparentemente fragile, con
un che di distinto e fiero nel portamento e nel gesto, l’occhio vivo e
curioso, vestita di nero, con orecchini (i “dindini”, come lei li chia(Continua a pagina 2)
Visita il sito internet del Comune di Lerici, www.comune.lerici.sp.it o
quello della scuola, www.istitutocomprensivo-lerici.it con tutti i numeri di “Lerici In” a colori
(Continua da pagina 1)
mava) e capelli a crocchia sul
capo, ancora folti e scuri nonostante gli 84 anni, essendo nata a Caprera nel 1867. Raccontò che il giorno della sua nascita il padre aveva piantato
un pino e lo mostrò con orgoglio, sano e prosperoso nel suo
folto ombrello.
Con mia zia Giovanna, che
era in amicizia con i Mantegazza, ci furono scambi di notizie e di ricordi su questa famiglia e donna Clelia ci sor-
prese rivelando di conoscere
bene San Terenzo: era stata in
passato alcune volte nel paese,
ospite nella villa “La Serenella” o alloggiata in incognito in
locali situati presso l’attuale
ristorante “Nettuno”. Un suo
fratello, forse Manlio, ma il
ricordo è impreciso, ebbe da
giovanotto una storia amorosa, in seguito interrotta, con
una componente della famiglia
Mantegazza e lei lo accompagnava a San Terenzo nelle visite alla fidanzata. Disse, anzi,
“Auschwitz – Ero il numero 220543”
di Denis Avey e Rob Broomby
Newton Compton editori, 2011.
Per una sessantina d’anni
(un’intera vita) l’ing. Denis
Avey, tuttora vivente, ha dovuto convivere stretto fra una
realtà diurna (il lavoro, la famiglia) e una notturna che lo
faceva riprecipitare ad Auschwitz-Monowitz. Finché la
tenacia di un giornalista della
BBC, Rob Broomby, non ha
prevalso ricomponendo il vasto puzzle dell’esperienza estrema di quel giovane soldato
britannico sbalzato dall’inferno rovente del Sahara all’inferno ghiacciato delle Marce della
Morte.
A Monowitz, Avey si rende
subito conto delle inaudite atrocità commesse sui reclusi
ebrei e, per poter testimoniare
nel caso in cui lui - prigioniero
militare con qualche speranza
in più di sopravvivenza - fosse
riuscito a salvarsi, arriva per
due volte a sostituirsi a un ebreo olandese di nome Hans e
a oltrepassare il cancello con
la beffarda scritta "Arbeit
Macht Frei".
Nasce così un’amicizia con
un altro giovane ebreo, Ernst
Lobethal, che sopravvivrà grazie al fatto che Denis gli aveva
fatto da tramite con la sorella
Susanne, rifugiatasi in Inghilterra con un kindertransport
un paio di mesi prima dello
scoppio del conflitto. In questo
modo Ernst aveva potuto avere la merce di scambio più preziosa in un lager: pacchetti di
sigarette.
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LERICI IN… - febbraio 2014
che in un prossimo futuro sarebbe tornata nel paese e ne
rivelò le motivazioni: venne,
infatti, a San Terenzo nel
1952 per l’inaugurazione della
lapide in onore di Paolo Azzarini, il salvatore di suo padre
(nella foto a pagina 1).
Noi non assistemmo alla
cerimonia perché ancora alla
Maddalena, da cui rientrammo verso la fine del 1954.
(segue al prossimo numero)
Raffaele Cavaliere
Rientrato in patria Avey
restò convinto della morte di
Ernst per oltre mezzo secolo,
poi le ricerche del co-autore
del libro, Broomby, lo portarono a incontrare nuovamente
Susanne dopo sessantaquattro
anni e ad apprendere che
Ernst ce l’aveva fatta ed era
andato a vivere negli Stati Uniti dove aveva avuto una vita
piena e dove era da poco scomparso. Un libro scritto in tono
scabro, ma commovente.
Alcuni brani del libro:
«Mentre mia madre non mi
domandava mai della guerra,
gli abitanti del villaggio non
facevano altro. Non che fossero davvero interessati alla realtà dei fatti, naturalmente:
volevano solo sentire il racconto di imprese eroiche. Allora
dei campi di concentramento
(Continua a pagina 3)
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non si sapeva nulla, e se capitava che io li citassi, i miei interlocutori lasciavano cadere
l’argomento. Quei luoghi non
combaciavano con la loro visione del mondo, e loro in un certo senso si rifiutavano di accettarne l’esistenza.
La gente si sentiva a disagio davanti a certi discorsi, e
la reazione istintiva era quella
di ignorarli. Io la chiamavo la
“sindrome da sguardo vitreo”» (p.
227-228).
«Fui richiamato a Wincherster dai miei superiori: voleva-
no sapere se avessi qualcosa
da riferire in merito alla mia
esperienza di prigioniero di
guerra. Ce l’avevo, eccome, ma
da dove cominciare? Cercai di
parlare di Auschwitz, ma capii
subito che non mi stavano seguendo. Nel 1945 si sapeva
ben poco dei campi di concentramento, e per me quella era
una faccenda morta e sepolta.
Per quanto mi sforzassi, non
riuscivo ad aprirla.
Nel limite del possibile, cercai di spiegare il lavoro schiavistico, le violenze e le esecuzioni gratuite, le camere a gas
e i forni crematori, ma a quel
tempo in Inghilterra sembrava
tutto talmente surreale che mi
mancarono le parole. Se anche
i miei superiori sapevano dell’esistenza dei campi di lavoro, di
certo non avevano idea che ci
fossero dei soldati alleati costretti a lavorare fianco a fianco con gli internati. Il loro atteggiamento rivelava quanto
fossero a disagio nel sentirselo
dire, come gli abitanti del mio
villaggio, mi fissavano con lo
sguardo vitreo» (p. 234-235).
Maria Luisa Eguez
Grazie per la “bretella” del Senato
Auguri a tutti i lericini dall’Australia
Dopo otto anni di attesa, dopo morti e feriti,
dopo progetti avviati e cancellati, dopo estenuanti tavoli tecnici, conferenze di servizio, varianti,
intoppi, finalmente la strada provinciale 432 con
il suo traffico intenso e assordante non attraversa più la frazione del Senato ma la supera con
una moderna “bretella”.
Ringraziamo
il sindaco Emanuele Fresco e il sindaco Marco Caluri e le rispettive amministrazioni per aver
fatto loro il nostro problema e per averlo portato
a termine con tenacia e costanza. Ringraziamo i
tecnici e dirigenti della Provincia della Spezia e
in particolare l’ing. Laura Tamberi, martoriata da
noi ma che ci ha sempre ricevuto e ascoltato,
l’ex presidente del Comitato di Frazione Tore
Garau, l’ex vice presidente Marco Pedrelli, che
più di tutti noi si sono impegnati e battuti.
Carmela Bianchini, pres. Comitato di Frazione
Ai miei amici lericini,
dal fondo del mondo,
mando a tutti voi miei
migliori auguri per la
festa e per l'anno
2014.
Per me, vivendo qui
in Australia, Lerici/
Pugliola/Sarzana e la casa del mio cuore. Aspetto il mio viaggio prossimo con piacere.
Voi ringrazio per l'amicita e per vostra gentillezza con questo straniero.
Vaughan Bryers.
Direttore Responsabile
Sandro Fascinelli
Capo-redazione
Maria Luisa Eguez
redattore docente
Gabriella Molli
Redazione di San Terenzo
Matteo Basta, Alice Berlenghi, Nicolò Conti, Alessandra Guariglia, Annalisa Mencacci, Francesco Mencacci, Emmanuele Purpi, Gloria
Tassoni, Martina Bronzi.
Redazione di Lerici
Elia Brozzo, Irene Gennaro, Giulia
Cacopardo, Isabella Acosta, Ludovica Zambarda, Beatrice Rosati, Matilde Scorza, Lorenza Gianetti, Alessandro Galazzo, Elia Formato,
Fiamma Cattaneo, Olivia Barella,
Andrei Sima, Fabio Vassale, Amalia
Hreasca, Gianfranco Ciarlanti, Samuele Coniglio, Matteo Gironi, Margherita Gattoronchieri.
Questi auguri ci sono pervenuti dal nipote di
Cochrane che si trova in Australia. Ci sembra di
sentirli dalla sua viva voce e così li giriamo a voi.
Vaughan Bryers è il nipote del nobile inglese William Percy Cochrane che soggiornò a Pugliola
dal 1897 ed è ricordato per i suoi atti di generosità.
La redazione, a suo insindacabile giudizio, potrà modificare, rinviare o rifiutare
la pubblicazione di scritti e annunci se non conformi all’etica ed allo spirito
della presente pubblicazione o per mancanza di spazio.
Sino a diverso orientamento, le lettere non vengono pubblicate. Gli articoli devono essere concordati preventivamente con il direttore responsabile.
Gli scritti, le lettere e le richieste di pubblicità, complete di nome, indirizzo, telefono ed eventuale e-mail, dovranno essere indirizzate alla redazione c/o la
Direzione Didattica di Lerici piazza Bacigalupi, 5 o tramite e-mail a:
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Si avverte che la pubblicazione non ha fine di lucro, quindi gli scritti, gli
articoli e le collaborazioni sono accettate a titolo gratuito e di volontariato.
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più scrupolosa precisione e attenzione, poiché predisposte con largo anticipo,
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LERICI IN… - febbraio 2014
Pagina 3
Corsa campestre 2013 della scuola media
Anche quest'anno, come ormai da oltre 20 anni, la scuola
secondaria di Lerici e San Terenzo ha organizzato la gara di
corsa campestre, una competizione che richiede abilità, resistenza, costanza, e anche... tanta voglia di correre!
La campestre è solamente
l'anello finale di un lungo percorso iniziato a settembre, il risultato di un'intensa preparazione atletica proposta dalle insegnanti di educazione fisica.
Il 27 novembre 2013 è stato
il giorno fatidico. Molti sono stati gli iscritti, ma tanti anche gli
spettatori disposti lungo il percorso, che facevano il tifo e tenevano sgombro il passaggio.
Per colpa delle condizioni
meteorologiche molto sfavorevoli, la gara era già stata rimandata, perciò quel giorno, nonostante fosse il più freddo di tutto l'autunno, abbiamo deciso di
farci forza e chiudere un occhio
difronte al gelo. Purtroppo, però, chiudere un occhio non è stato poi così tanto facile e quale è
stato il risultato di quel tempo
infernale? Due ragazze finite in
ospedale perché faticavano a
respirare! Tranquilli... sono sopravvissute e hanno saltato
un'ora di lezione: tutto bene!
La competizione, comunque,
si è svolta regolarmente e si è
conclusa con la “corsa speciale”
per la nostra Concetta Giardina,
alla quale potevano partecipare
tutti, ma alla quale “Cetti” ha
vinto. Al termine le insegnanti
hanno assegnato le coppe di
classe. Tra le quattro terze ha
vinto la 3C, delle seconde ha
vinto la 2B, delle prime la 1ST
(San Terenzo).
Senza alcun dubbio è stata
una giornata spettacolare, trascorsa tra prof, amici, ghiaccio,
thermos e risate e che sarà ricordata come la campestre più
fredda in assoluto, ma la più
divertente per noi.
Ed ecco i risultati degli alunni e i tempi ottenuti:
Della categoria “cadetti” (i
primi a correre) del 2000-2001
su un percorso lungo 1800 m.,
su 40 iscritti, i primi tre classificati sono: Francesco Ferrante
(3C) 5'57'', Giacomo Fiori Cimati (3C) 6'24'', Matteo Meoni (3A)
6'27''.
Della categoria “ragazzi” del
2002-2003, su una distanza di
1300 m., su un totale di 25 ragazzi, hanno raggiunto i primi
tre posti: Alessandro Tronconi
(1B) 3'38'', Giorgio Grieco (2C)
5'09'', Guido Galli (2B) 5'12'',
Giuseppe Saisi (1A) 5'14''.
Della categoria “cadette” del
2000-2001, con un percorso di
1300 m. e con un totale di 30
ragazze, hanno ottenuto le prime tre postazioni: Viola Bacchini (2C), 5'21'', Beatrice Lucchetti (3C) 5'23'', Ambra Marsano
(3C) 5' 29'' (vedi foto).
Della categoria “ragazze”
del 2002-2003, su una distanza
di 850 m., su 25 partecipanti in
totale, si sono classificate tra le
prime tre: Anna Dato (1B) 3'38'',
Emma Ruppert (1A) 3'40, Annalisa Mencacci (1ST) 3'45''.
Aemi Desideri
Lirica all’Arca Auser
Presso l’Auser Arca di Lerici,
via Gerini 40, il progetto musicale “Vivere il bello” offre gratuitamente, agli amanti della “buona musica”, i seguenti appuntamenti nel mese di febbraio
2014:
•
1 febbraio ore 16 - “Cambiale
di matrimonio” di G. Rossini
•
8 febbraio ore 16 - “Les contes d’Hoffmann” di J. Offenbach
•
15 febbraio ore 16 - “La battaglia di Legnano” di G. Verdi
•
22 febbraio ore 16 - “Ascesa
e… di Mahagonny”di K. Weill.
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Carabinieri via XX Settembre 23 tel. 96 712 9
tutti i giorni, anche festivi dalle ore 8.00 alle 22.00 fax 967270
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La Valletta e i suoi segreti: la “Grotta dell’orso”
Sulla sinistra del canale di
Capodacqua, su in alto nel crinale, tra Zanego e la Rocchetta, ci sono ormai solo pini,
macchia mediterranea e qualche villa. Una volta alla Valletta trovavi vigneti, oliveti e
intorno il bosco e le cave dove
l’uomo arrotondava il già duro
lavoro del vivere quotidiano.
Fu proprio durante un lavoro nella cava di portoro di un
certo Giorgi di Carrara che,
nel 1924, venne alla luce una
piccola caverna. Gli operai che,
dalle notizie dell’epoca, dovevano essere di Serra e di Tellaro, fecero saltare l’entrata
per proseguire il lavoro.
La caverna consisteva in
due sale. La prima larga due
metri, scendeva per circa 14
metri e portava a una seconda
sala lunga circa 13 metri, lar42 anni di esperienza
ga 10 e alta 9 metri che terminava in un piccolo cunicolo.
Nell’interno furono rinvenuti
alcuni crani fossili che andarono dispersi e frantumati dagli
operai per recuperarne i denti.
Fortunatamente la notizia
del ritrovamento venne segnalata al geologo Carlo Caselli
che, recatosi nel luogo, tra le
concrezioni calcaree e i materiali di risulta, recuperò e classificò, dopo una difficile ricerca, ossa di Ursus speleus, Capreolus caprea, Felis silvestris
e, forse un dente di Felis leo.
Nel sito, conosciuto come
Grotta dell’orso, si recuperarono anche alcuni manufatti litici. Tra i reperti: un lisciatoio
silicico rossastro, lungo 11
centimetri per 6,5 e spesso 2,
del mesolitico, un raschiatoio
di selce grigia di centimetri
4,5 per 3,4, alto 1,5 centimetri
e una scheggia di selce rossopallida. Questo tipo di pietre
non hanno alcun corrispettivo
nella parte orientale del golfo
e nei monti della regione.
Il Caselli ritrovò anche un
piccolo nodulo di selce rossocupo, unico esemplare proveniente da un giacimento già
conosciuto nelle vicinanze di
Biassa. Tranne quanto de-
scritto, che è conservato ed
esposto presso il Museo Civico
della Spezia, il resto andò disperso. Alcuni anni fa, ho avuto la fortuna di vedere e di toccare parte di un cranio fossile
con mascella e denti dell’Ursus speleus in una abitazione privata. Il proprietario,
consanguineo di uno di quegli
operai, non mi consentì di fotografarlo e aggiunse che conosceva altre persone che possedevano altri reperti.
Alcune punte di freccia furono ritrovate alla Rocchetta
durante i lavori del Forte, e
un’ascia in giadeite, dal dott.
Ottorino Carletti, presso Capo
Corvo. Ancora oggi non si sa
quanto materiale sia andato
perduto ma se, come me, avrete la fortuna di vedere qualcosa di strano in casa di qualche
amico, probabilmente deriva
da quel sito.
Passeggiando, ultimamente
ho rivisitato l’area, oggi completamente ricoperta dai rovi e
dalla vegetazione, e ho scoperto che da un muro di sostegno
sono stati asportati alcuni
tronconi di stalattiti di rilevante peso e ingombro.
Chissà quanti reperti si potrebbero ancora trovare fra
quelle tonnellate di risulta!
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I consigli delle nostre nonne
Seguono dal n. 1/2014 i consigli di bisnonna
Dina Turchini di S. Stefano Magra: “Lucidare il rame se è scurito: con sale e aceto oppure
strusciare con mezzo limone o cipolla;
Caffè su stoffa: strusciare con acqua minerale gasata;
Per friggere senza odore: mettere per
ogni padellata un pezzo di buccia di limone e,
quando è arrostita, sostituirla con un'altra
buccia;
Vino sulla tovaglia: versare un po’ di
grappa, non toccare sino a che sarà asciutta,
sparirà;
Pidocchi: lavare i capelli e sciacquarli,
all’ultima sciacquatura mettere mezzo bicchiere di aceto bianco scaldato e i pidocchi stanno
lontani;
Oro e argento: per farli risplendere mettere nella mano un po’ di bicarbonato e insieme
nella mano l’oggetto d’oro o argento, strofinare
per qualche minuto e poi sciacquare e asciugare”. (segue)
Consiglio di nonna Luciana Sabbatini di
Ameglia, (molto utile dopo le feste, quando
qualche candela è sgocciolata sulla tovaglia o
su qualche vestito): per togliere le gocce di
cera su un tessuto procurarsi un pezzo di
carta da forno e, dopo averla messa sopra la
parte macchiata di cera, passarci sopra un ferro da stiro rovente.
Consigli di nonna Patrizia Ronchini di
Pugliola.
Due piccoli esempi di riciclo del cibo. Pane
raffermo: “Io lo grattugio sempre, meglio se,
prima di grattugiarlo, lo passate dieci minuti
in forno a 200 gradi. State attenti che non abbrustolisca troppo! Una volta grattugiato lo
Osteria
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setacciate e poi lo conservate in freezer. Ciò
che resta dal setaccio lo potete offrire agli uccellini.
Involtini di verza: per utilizzare qualsiasi
tipo di carne avanzata.
Tritare bene la carne, fate scottare le foglie
di verza e poi lasciatele asciugare su un canovaccio. Unire alla carne tritata, un uovo, del
pane bagnato nel latte e strizzato, prezzemolo
tritato, sale e pepe. Fate degli involtini con le
foglie e chiudete con uno stuzzicadenti. In un
tegame mettete olio e uno spicchio di aglio, un
cucchiaio di triplo concentrato di pomodoro
stemperato con un po' d'acqua, adagiate gli involtini e fate passare girandoli a fuoco basso
per mezz'ora”.
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Allestimenti per cerimonie
Pagina 6
Strategie contro la cellulite e la ritenzione idrica
mini di ingredienti indesiderabili.
La prima cosa da fare, quando si comperano dei cibi, è leggere l’etichetta per vedere il
contenuto di additivi chimici e
la data di scadenza (più lunga è
la durata di un prodotto, più
alte sono le quantità di sale,
grassi e additivi che contiene).
Carne, latticini, grassi, zucchero e sale sono i cibi da
consumare con moderazione.
Cerca di ridurre il consumo
di carne, in particolare quella
rossa, in quanto hanno un alto
contenuto di grassi, contengono
per lo più sostanze chimiche,
antibiotici, ormoni sintetici e
residui di pesticidi. Le carni già
cotte, in particolare, sono sovraccariche di additivi chimici
indesiderabili, oltre a contenere
molto sale.
Cerca di non mangiare troppo spesso la carne durante la
settimana (non più di quattro
volte), scegli i tagli più magri e
scarta tutto il grasso in vista,
usa la carne più come una sorta
di contorno che come piatto forte, cuoci la carne sulla graticola, in padella antiaderente, prepara dei bolliti ed evita tutti i
fritti. In linea di massima, cerca di sostituire alla carne anche
altre fonti di proteine: se possibile privilegia il pesce. (segue)
Cerca di bere molta acqua
Un’alimentazione sana e
ben equilibrata, a base di ali- durante il giorno: almeno dai
menti freschi e ricchi a livello sei agli otto bicchieri.
nutrizionale aiuterà a risolvere
Seguendo un’alimentazione
il problema, dissolvendo il cu- corretta:
mulo di bozzi e gonfiori.
(1) • si ripristinerà l’equilibrio sodioLa giusta alimentazione potassio nei tessuti;
• si correggeranno le carenze
La dieta deve essere intesa
nutrizionali che provocano la
come il modo giusto di mangiacellulite;
re. Non è qualcosa da seguire • si eliminerà la congestione nei
per qualche giorno: deve essere
tessuti intercellulari;
un modo di alimentarsi per • si nutrirà e purificherà l’orgasempre. La maniera corretta di
nismo;
nutrire il corpo significa sicura- • si ridurrà o eliminerà la ritenziomente una quantità di cibo giune dei liquidi;
sta nelle porzioni e nella quali- • verrà favorita la perdita di peso,
se necessaria;
tà. In questo non c’è niente di
•
si riuscirà a mantenere agevolmisterioso, ma per molte persomente il peso ideale;
ne significa abbandonare le cat• verrà mantenuto un livello alto
tive abitudini e sostituirle con
di energia.
quelle buone: i cambiamenti doLa dieta moderna è fatta di
vrebbero essere graduali, per
sostanze
raffinate, convenienti
lasciare alla mente e al corpo il
ma
alterate
e che somigliano
tempo di adattarsi.
solo
vagamente
a dei cibi. Molti
La prima cosa da fare, quindi, è smetterla di immettere nel sono ricchi di sali, grassi, zuccorpo sostanze che non vi fanno cheri, altre di sostanze chimibene. La seconda è cominciare che di cui il nostro organismo
a dare all’organismo le sostanze non sa che farsene. A ciò si agnutritive essenziali di cui ha giunge il fatto che di solito le
bisogno. Dare la priorità ai cibi sostanze nutritive vanno comfreschi, magri, molto nutrienti, pletamente perdute con la lavoe in particolare ai carboidrati razione o risultano molto ridotcomplessi, quali le fonti più ric- te. Sebbene ci offrano cibi “arricche di potassio: frutta, verdura, chiti” o “integrati”, in realtà ci
cereali integrali, legumi. Frutta portano ben poco in termini di
e verdura devono essere consu- sostanze nutritive e, molto più
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di quanto ci aspettiamo, in termate soprattutto crude.
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LERICI IN… - febbraio 2014
Pagina 7
I luoghi cari allo scrittore Bruce McAllister nei ricordi dei Lericini
na, cereali o pasta, venivano
vendute a peso (non confezionate), pertanto esposte alla
vendita in sacchi di tela o cassette appoggiate su opportune
pedane a pavimento. Per il
pane invece esistevano già gli
scaffali con piani espositivi
Il Panificio Moderno Ferrari dove si cominciavano a vedere
Nell’intervista pubblicata i primi prodotti confezionati
nel numero di dicembre 2013
di Lerici In lo scrittore americano Bruce Mc Allister fa riferimento al “panificio (pane
piuma) in fondo alla scalinata-sentiero da via San
Giuseppe” identificando così
uno storico panificio, impiantato in Lerici nel 1951 dalla
mia famiglia, con annessa Interno con le merci esposte sfuse
vendita di generi alimentari, (biscotti, pasta o altro).
Nel nostro locale, dietro al
in via Roma al civico 60, nominato “Panificio Moderno banco vendita, fu fatta una
Ferrari Savino” e successi- decorazione dal valente decovamente trasferitosi all’inizio ratore Codeluppi, quasi un
della Salita Canata. Separato affresco, che interpretava il
dalla vendita dei generi ali- golfo di Lerici. Con maestria
mentari cessò la propria atti- arricchiva le bianche pareti
vità nel 1985 mentre la vendi- murarie più che non le balze
ta di commestibili si protrasse delle tende esterne di molti
fino al 2005 nella sede iniziale negozi di allora.
La panificazione era un
di via Roma.
Per chi non ha vissuto negli procedimento quasi totalmenanni ‘50-’60 sarà difficile im- te manuale che esaltava la
maginare com’erano le “botte- maestria del manufatto. Credo
ghe” di allora: nei primi anni che molti ricordino ancora
’50 non c’erano gli arredi di quando alle prime luci dell’aloggi e alcune merci, tipo fari- ba si poteva acquistare il pane
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ancora caldo e profumato prima di prendere la “corriera di
Brun Caprini” per andare al
lavoro al Muggiano o in Arsenale; oppure, un po’ più tardi,
acquistare la focaccia appena
fatta prima di accompagnare i
figli a scuola.
Ricordo gli orari impossibili
che si dovevano adottare per
riuscire a produrre il pane fresco già fin dalle prime ore del
giorno e quando a volte, noi
ragazzi di allora, tornando dal
Lido dopo aver trascorso la
serata fra balli e musiche, ci si
fermava al forno per gustare il
pane appena sfornato magari
accompagnato da altre golosità. Tempi semplici quelli di
allora dove anche queste piccole cose avevano un loro valo-
Esterno del negozio anni ’80
re e importanza.
Arrivando agli anni ’60, in
pieno boom economico, il negozio si aggiornò negli arredi,
offrendo anche una migliore
(Continua a pagina 9)
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disponibile per suggerimenti,
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qualità e maggior scelta di
prodotti; nuovi macchinari furono introdotti nella panificazione per alleggerire e migliorare la lavorazione artigianale
che comunque abbisognava
sempre di costante attenzione
e presenza.
A quel tempo tutta la via
Roma era un fermento di attività, le più disparate, che sem-
pre con gentilezza e cortesia
si proponevano a un pubblico
che era come una grande famiglia dove tutti si conoscevano
e si apprezzavano. Solo nella
nostra parte di via Roma, verso nord, dopo i portici, c’era la
tabaccheria di Paolo ed Enrica, il bar Jolly con la lavanderia annessa, la fiorista Elena
Petacco, l’Oreficeria Fregni, il
bar La Perla, la profumeria
con Elisa e la Pupa e il fotografo Bardi. Per finire, mi piace ricordare come molti venissero volentieri in negozio per
scambiare due chiacchiere con
Maria, Zaira o Sara, sempre
sorridenti e pronte ad ascoltare quello scorcio di umanità
che di li si trovasse a passasse.
Quel profumo di pane che si sentiva in via Roma
irrinunciabile per veloci spuntini.
C’era sempre una coda terribile e quando arrivava il pane appena sfornato, era un
commento gioioso. Specialmente all’orario di chiusura del
mattino e della sera Maria e
Sara avevano un ritmo frenetico. Eppure ascoltavano, consigliavano con una gentilezza
rimaste nella memoria di tutti.
Maria e Sara sono due persone
che mi fa piacere di ricordare
per giovialità e professionalità.
Ma anche per quella lungimiranza nella selezione delle
eccellenze italiane, che faceva
associare il negozio a un’idea
di cibo di qualità grazie ai prodotti scelti con cura. E il forno
Ferrari per quell’arte bianca
attinta dalla cultura di Parma,
dove il pane è sempre stato
considerato una genuina fonte
primaria di vita.
Il mio ricordo del panificio
Ferrari di via Roma parte dagli anni Sessanta, quando per
matrimonio sono arrivata a
Lerici.
Abitavo in via Roma, esattamente a due passi dal grande rifornitissimo negozio dove
facevo ogni giorno la mia spesa
e dove trovavo le idee per
pranzo e cena. Erano “la signora Maria” e “la signorina Sara”
a consigliarmi su cosa e come
preparare. Ero una giovane
donna alle prese con una bambina e le mie esperienze erano
limitate alle poche cose imparate dalla mamma.
Ebbene, tante delle mie ricette le ho imparate da loro.
Avevo molta voglia di fare ogni
giorno qualcosa di diverso e
sottoponevo la signora Maria e
la signorina Sara a tante domande. Intanto devo dire che
le loro origini nella città di
Parma aveva permesso il contatto con una cucina molto ben
delineata nei gusti e nei prodotti. Devo a loro anche parecchie mie conoscenze nel campo
della enogastronomia: ricordo
che quando mi consigliavano
una pasta o un piatto, oppure
un vino era sempre un successo. Il loro pane, che nasceva a
due passi, all’inizio di Salita
Canata, dove ora è alloggiato il
Ristorante En Tragià, era stupendamente lievitato.
L’arte bianca del pane derivava dalla scelta di farine italiane e dalla lunga e accurata
preparazione. Ma anche i piatti pronti (i ripieni di verdure,
in particolare) venivano cotti
nel forno lì a due passi e venivano apprezzati specialmente
dai turisti con casa a Lerici. Le
grandi focacce al taglio, la
mortadella di Bologna con il
pistacchio, erano qualcosa di
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Attilio Bertolucci e Paolo Bertolani alla Serra
Questa foto ritrae Paolo
Bertolani in compagnia di Attilio Bertolucci ed è stata usata molte volte ma io oggi vorrei modificare così la scritta :
“Paolo Bertolani un poeta che continua a viaggiare
nei nostri cuori”.
Che Paolo sia sempre nei
nostri cuori e nei nostri pensieri a sette anni dalla morte,
che ricorreranno il 19 febbraio
prossimo, ne abbiamo avuto
conferma sabato 23 novembre
quando i cittadini della Serra
e tutti i suoi amici lo hanno
ricordato recitando le sue poesie sia in dialetto che in italiano e leggendo i suoi racconti.
In particolare Antonio Lombardi ha cantato, accompagnandosi con la chitarra, le
poesie tratte dal libro “Raità
da neve” ed è stato proiettato
il film di Beppe Mecconi con
Paolo Bertolani protagonista.
Paolo era con noi, è stato
con noi tutta la sera, sembrava di cogliere la sua ironia, di
sentire la sua voce calda e pastosa affascinarci con i suoi
versi. Erano presenti la moglie
Mariangela, le figlie Cecilia e
Laura e la nipote Francesca
che oggi è una bellissima giovane donna. Paolo, quando
parlava di Francesca che allora era soltanto una bambina,
si emozionava, gli luccicavano
gli occhi e sabato sera sarebbe
stato veramente orgoglioso di
essere suo nonno.
Mi sono accorto di scrivere
senza tener conto della giovane età dei nostri redattori e
dei nostri lettori delle scuole
che hanno tutto il diritto di
non aver mai sentito nominare
né Attilio Bertolucci né Paolo
Bertolani e vorrei rimediare
tracciando almeno un breve
profilo dei due poeti.
Attilio Bertolucci (San
Prospero Parmense 1911 - Roma 2000) è considerato uno
dei maggiori poeti italiani del
Novecento, ha scritto molti
libri di poesia ed ha collaborato con le maggiori riviste letterarie italiane. Nel 1966 scelse
Tellaro per le sue vacanze e si
integrò rapidamente con la
popolazione locale, tanto che
molti lo chiamavano confidenzialmente “Tilio”. Gli fu conferita la cittadinanza onoraria
del Comune di Lerici il 13 settembre 1991.
Purtroppo i poeti non sono
famosi come gli attori o i giocatori di pallone e tutte le vol-
te che, sia Paolo che io, dovevamo spiegare chi fosse Bertolucci dovevamo scomodare suo
figlio Bernardo, il regista di
“Novecento”, “Ultimo tango a
Parigi”, “L’ultimo imperatore”.
Anche il secondogenito Giuseppe, deceduto nel 2012, è
stato un buon regista, ha diretto film molto impegnati, ma
meno conosciuti dal grande
pubblico.
Paolo Bertolani (La Serra
di Lerici 1931 - Romito Magra
2007) si è interessato di poesia
fin da bambino, ha pubblicato
il suo primo libro “Trombe di
Carta” in lingua italiana nel
1960. Allora era conosciuto
come il “Vigile Poeta”, era stato assunto come vigile urbano
dal Comune di Lerici, nella
tasca della giacca non teneva
il libretto delle contravvenzioni, ma il taccuino per annotare
i suoi pensieri, i suoi versi. Ha
scritto poesie sia in lingua che
in dialetto o meglio, come amava dire lui, “nella lingua di
mia madre”.
Paolo conobbe Attilio appena giunto a Tellaro e tra i due
nacque presto una grande amicizia. Paolo considerava Tilio un suo grande maestro e
Tilio vedeva in Paolo la freschezza della poesia della sua
gioventù.
Paolo fu anche ospite, insie(Continua a pagina 11)
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me con Graziella la prima moglie prematuramente scomparsa, nella grande casa di
campagna dei Bertolucci a Casarola sull’Appennino parmense dove in seguito Bernardo
girò molte scene del film
“Novecento”. Paolo Bertolani
ha avuto nel 2002 la cittadinanza onoraria del Comune di
Castelnuovo Magra e nel 2006
quella del Comune di Lerici.
COME FUNZIONA
IL SERVIZIO
DELLE FARMACIE
macista presente in farmacia.
I turni delle farmacie iniziano alle ore 8.30 del lunedì per terminare
alle ore 8.30 del lunedì successivo.
Le farmacie sono aperte dalle
ore 8.30 alle 12.30 e dalle ore
15.30 alle 19.30 (s. 30-04); chiuse i
festivi e lunedì mattina. La farmacia
di turno effettua il seguente orario
di apertura: dalle ore 8.30 alle ore
13.00 e dalle ore 15.30 alle 21.
La farmacia di turno nelle ore
di chiusura, e facoltativamente
dalle ore 19.30 alle 21, garantisce
il servizio a battenti chiusi con il far-
Farmacie di turno a febbraio:
• Dal 27-01 al 3-02 e dal 24-02
al 3-03 farmacia Padre Pio di
Tellaro,
• Dal 3-02 al 10-02 farmacia
Bello di Lerici,
• Dal 10-02 al 17-02 farmacia
Ghigliazza di San Terenzo,
• Dal 17-2 al 24-02 farmacia
Giudici di Lerici.
Lawrence e l’ispirazione di “Lady Chatterley”
Posso sbagliare, ma sono
convinto che anche nella permanenza da queste parti, nella serena pace che qua Lawrence visse, risiede la matrice primigenia dell'idea che sta
alla base del libro che sarebbe
veramente sbagliato considerare un romanzo osé.
Sio-Ca’ (Alfredo Lupi)
Sfondo porte aperte a dire
che cento anni fa il romanziere
inglese David Herbert Lawrence soggiornò a Tellaro con
Frieda, la compagna che avrebbe presto sposato.
Del soggiorno restano alcune lettere che invia agli amici
descrivendo le sue attività e
soprattutto l'ambiente in cui
vive: una casetta di quattro
stanze immersa nel verde del
giardino e della campagna circostante dove a fare da colonna sonora sono il vento che
scende dagli Appennini e i
canti di contadine e bambini
che raccolgono le olive.
Il posto è un'immagine di
serenità che si riflette in chi vi
vive. Così non ci stupiamo che
Lawrence, quando cammina
per i campi, immagini di vedervi Gesù che discorre con i
discepoli.
Il libro più famoso dello
scrittore inglese è “L'amante
di Lady Chatterley” pubblicato
qualche anno dopo la permanenza da queste parti. Se per
l'argomento trattato il libro
fece scandalo, rappresentò anche una novità perché la relazione fra i sessi non crea, come
si legge nei romanzi del tempo, stati di frustrazione e nevrosi, ma costituisce invece un
momento positivo di liberazione e rasserenamento.
Se a quei tempi era corrente l'idea che alla passione d'amore si dovesse addebitare la
mancanza di equilibrio interiore, il libro la ribalta affermando invece che in quel sentimento si invera la personalità umana, finalmente libera,
anzi liberata.
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Un bassorilievo fatto dai ragazzi ad ornamento della scuola di San Terenzo
È stato recentemente posto
a parete nei locali della Scuola
primaria di San Terenzo il
bassorilievo intitolato “Paesaggio marino” (vedi foto sopra di A. Simoncini), realizzat o nell’ anno s colas tico
2010/2011 dalle classi 2ªA e
2ªB. Il progetto plurisettimanale di scultura è stato attuato sotto la guida dell’artista
fiorentina Stefania Gambardella - oggi vivente a Roma della quale nel nostro territorio si conservano, tra l’altro, la
“Madonna dell’Arena”, il busto
bronzeo di S. Gallerini e la
pala d’altare in terracotta
presso la chiesa di Pozzuolo,
descritta su Lerici In del maggio 2011 a pag. 15.
La scultrice è stata coadiuvata dalle insegnanti Paola
Ambrosino, Mimma Carro,
Annalisa Cozzolino e dall’educatrice Elisabetta Mazzoli. Gli
alunni si sono cimentati nell’esperienza plastica per allestire un fondale marino composito, poi ottenuto con l’assemblaggio di più formelle in
terracotta.
Il lavoro è stato realizzato
con la tecnica del bassorilievo
attraverso le seguenti fasi:
ciascun piccolo allievo, dopo
una scelta accurata di un soggetto ittico (una conchiglia, un
pesce, un mollusco, un granchio, un cavalluccio marino,
un anemone, un corallo o altro), si è servito di un telaio di
legno, all’interno del quale ha
preparato una piastrella in
argilla. Su questa ha cominciato a modellare la forma,
aggiungendo, via via, altra
argilla morbida, fino a realizzare la sua piccola creatura
marina in bassorilievo, precedentemente scelta e disegnata. Preparate tutte le piastrelle e liberate del suddetto telaio, ogni bambino ha proceduto
alla rifinitura con “vuotatura”
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del proprio manufatto.
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stata quindi sottoposta ad asciugatura per la successiva
cottura; a seguire si è provveduto all’assemblaggio di tutte
le singole opere su un robusto
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Un Lotario pittore e un Lotario editore a Lerici (1)
Avevo visto sul sito del circolo culturale “La Rotonda”, veramente prezioso per chi sia
interessato a notizie su vari
aspetti della storia lericina,
un’immagine relativa ad un
quadro raffigurante un suonatore di jazz (vedi foto sopra),
che mi aveva particolarmente
colpito.
Ho voluto approfondire e ho
contattato l’autore, il lericino
Lotario Farina, che ha acconsentito a mostrarmi le sue
opere. Ci conosciamo da ragazzi, da quando abitava “en sima
aa strada neva”; ricordo bene i
genitori, papà Salvatore, maresciallo di Marina, che camminava sempre impettito e
teneva molto all’onorificenza
di “cavaliere” e la mamma Paola, donna simpatica ed espansiva, della casata dei “Pelò”
rimasta celebre per la risposta
che dava sempre a chi le faceva i complimenti per l’abito
indossato “Non per vantame
ma a me fina en strasso me sta
ben”.
Il nome Lotario sembra sia
stata la nonna Giulia a volerlo, in ossequio al cognato Lotario Vecchi, titolare di numerose case editrici sparse per il
mondo e del quale quasi tutti
a Lerici conoscono la bella villa al Lido ma quasi nessuno sa
che fu praticamente il “nonno
dei fumetti”, per usare una
definizione del settimanale l’Europeo.
A lui si devono molti dei
personaggi che fecero impazzire i ragazzi dell’epoca, quali:
Jumbo, Ken il tamburino di
Drake, Fortunello e la Peppa,
Mandrake, Tarzan e molti altri. Un personaggio davvero
importante con una storia personale interessantissima.
Ma torniamo all’amico pittore: ha frequentato un corso
presso l’Istituto Cova di Milano, sotto la direzione del maestro Parsa, originario di Kabul, che in un primo tempo lo
indirizzò verso l’astrattismo. I
suoi quadri colpiscono per la
“cromaticità” piuttosto accesa,
quasi violenta, nella traccia,
Raimondo Pagano
come dice lui stesso, dei pittori
“fauves” Matisse, Derain ecc…
G UAR D I A M ED I C A
Mi dice: “La pittura deve Ore notturne dalle ore 20 alle ore 8
suscitare un’emozione in chi la dei giorni feriali e nei giorni prefeguarda, sia attraverso la figu- stivi e festivi tel. 0187-026198
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ra che, principalmente, mediante il colore”. A me profano
hanno colpito, fra le altre, alcune composizioni quali il suonatore di jazz, che mi ha immerso nell’atmosfera caratteristica del tempo e il clown,
nel quale ho sentito forte la
contraddizione fra la maschera che deve far ridere e la tristezza dell’io.
Mentre guardavo i quadri
con la coda dell’occhio ho intravvisto una canoa, piuttosto
malridotta; sorridendo mi ha
detto di essere stato uno dei
precursori a Lerici negli anni
’70 di tale sport, così come della pratica dello judo, arte marziale che abbandonò dopo una
batosta clamorosa, cui fece
seguito un diktat della moglie.
Per tornare alla pittura mi
mostra una locandina relativa
alla manifestazione “Piasseo
‘90” che comprendeva oltre a
una collettiva di pittori lericini, esposizione di modelli navali e altro. Sarebbe bello che
esposizioni di pittori lericini, e
ce ne sono diversi e di valore,
si potessero ammirare in occasione di qualche prossima manifestazione estiva. (segue)
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consegna a domicilio di prodotti per persone anziane o con gravi problemi di salute; le richieste
devono pervenire entro le ore 11, salvo urgenze
chiusa sabato pomeriggio aperta lunedì mattina
durante ora legale
Pagina 13
L’Oscar qualità/prezzo per i migliori vini liguri
La Liguria, che è quasi all’ultimo posto per la produzione di
vino non rappresentando infatti che lo 0,4 % della produzione nazionale, è tra i primi
posti per qualità proprio perché la ridotta produzione e le
difficili condizioni delle colture, molto spesso situate su
pendii scoscesi ma assolati,
spingono i viticoltori a una
maggiore cura dei vigneti e
della qualità delle uve. Sicuramente la Liguria, con l’85 %
della produzione, è al primo
posto per quantità imbottigliata. Questo indica che le produzioni vinicole sono molto curate e gestite quasi totalmente
da produttori professionisti.
E tra questi professionisti
Berebene 2014 del Gambero Rosso ha assegnato i due
oscar per la Liguria proprio a due vini del territorio della Val di Magra:
“Colli di Luni Vermentino”
dell’azienda agricola del conte
Picedi Benettini di Arcola e
“Leukotea” delle Cantine Lunae Bosoni di Ortonovo.
Con la rivista “Berebene” il
Gambero Rosso si propone di
descrivere, nel modo più chiaro, diretto e completo possibile, il vino italiano che troveremo sugli scaffali di enoteche e
supermercati a un costo accessibile, precisamente sotto i dieci euro, ma allo stesso tempo
di grande qualità.
Queste le motivazioni degli
Oscar qualità/prezzo:
“Colli di Luni
Vermentino”
8,29 euro
Conte Picedi
Benettini
via Mazzini, 57
Sarzana (SP)
tel. 0187-625147
www.picedibenettini.it
La famiglia
Picedi Benettini può a buon
diritto essere annoverata tra i
padri nobili della vitivinicoltura lunigianese, visto che la sua
attività nella splendida tenuta
del Chioso, un clos di circa tre
ettari, risale al XVII secolo.
La particolarità dei suoi
vini è che, ancora oggi, prodotti solo da vigneti autoctoni di proprietà.
Davvero bello il Colli di Luni Vermentino '12, dai profumi di mandorla, pesca, litchi
ed erbe aromatiche, mentre al
palato è equilibrato, fitto e molto sapido, di grande corpo e
con un finale lungo e piacevole.
“Leukotéa” 10,00 euro
www.cantinelunae.com
Cantine Lunae
Bosoni
Isola
di Ortonovo
via Bozzi,63
telefono
0187-669222
L’azienda della
famiglia Bosoni
si trova a Ortonovo, nei pressi
di quella che fu la città romana di Lunae, che dà il nome
alle cantine e al territorio circostante. 150 conferitori affiancati dallo staff tecnico
dell'azienda e 15 vigneti di
proprietà (per più di 50 ettari
complessivi), rendono l'azienda un punto di riferimento per
la denominazione Colli di Luni. Biend di Vermentino, Albarola, Greco e Malvasia di Candia, il Leukotéa '12 è piacevole
e fresco, dai profumi di mare,
di buona tenuta e grintoso nelle sue ricche note sapide.
SF
SO ST A E V I AB I L IT À
Nel mese di febbraio è sospesa
la zona a traffico limitato sia a Lerici che a San Terenzo. Tale sospensione non comporta però la
possibilità di sosta nell’ambito della
ZTL ad esclusione del parcheggio a
pagamento in loc. Erbetta e lungomare Venere Azzurra. La sosta nel
parcheggio La Vallata sopra alla
Venere Azzurra, da lunedì a venerdì,
se non festivo, è gratuita.
Ufficio viabilità tel 0187-960309.
GIORGIO
& GIANNI
di Conti Giorgio s.n.c.
SARZANA
VIA LUCRI, 33
tel. 0187-625873
Presso B O G G I A M O B I L I s.a.s.
Su a p p u n t a men t o d a ma rt ed ì a
venerdì ore 8.30-12.30 e 15.00-19.00
sabato orario continuato 8.30-19.00
Fiumaretta di Ameglia via Litoranea (sp 432)
cell. 349-5837642 - tel. 0187-64321
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non usi più. L’esposizione è gratuita. La valutazione della merce la concordiamo insieme.
E-mail: [email protected]
Orario - 9.30-12.30 e 15.30-19.30
Chiuso lunedì - aperto domenica pomeriggio
PARRUCCHIERI
LERICI IN… - febbraio 2014
Pagina 14
Gli sconosciuti nel piatto e le parole da non dire
Continua il piccolo viaggio
che abbiamo cominciato assieme per trovare come sono nati
i cibi che le mamme preparano
per voi e le storie dei prodotti
che mangiamo. Prodotti che
molto spesso vengono acquistati senza conoscerne le particolarità o la provenienza.
Quante volte siamo passati
davanti a un giardino dove
fiorisce e fruttifica un albero
comunissimo: il limone. Eppure questo agrume ci è quasi
sconosciuto. Se ne adopera il
succo o la scorza, ma voi avete
mai visto come è fatto dentro
il frutto del limone? Un altro
sconosciuto, che serve per cucinare saporiti piatti, è l’aglio.
Anch’esso è fuori della nostra
curiosità: non sappiamo da
dove viene e, quando lo incontriamo in mezzo alle patate al
forno, lo allontaniamo disgustati. Eppure l’aglio ha una
sua storia molto importante
per la lotta alle infezioni.
Bastano questi due esempi
(limone e aglio) per confermare che sono presenti nell’alimentazione dell’uomo (quindi
anche nella vostra) alcuni prodotti che vanno almeno una
volta guardati con curiosità.
Intanto cominciate a domandare a mamme e nonne
dove mettono il gusto del limo-
ne. E fate la stessa cosa con
l’aglio. E fate un esperimento:
prendeteli in mano e odorateli.
Sono sicura che la prima cosa
che direte per l’aglio sarà: che
puzza! Forse vi stupirà invece
il profumo della buccia di limone. Aglio e limone contengono ambedue sostanze medicamentose. Sono amici dell’uomo. Lo sapevate? Se aprite un
aglio, dentro vedrete come un
cuore. È lui il responsabile
maggiore del brutto odore. E
le mamme per attenuarlo, lo
eliminano con un coltellino.
Eppure ci sono persone che un
tempo hanno adottato l’aglio
come cura. Quindi un po’ di
rispetto. Cominciate a pensare
che se anche non vi piace, dovete eliminare due parole che
circolano troppo spesso: che
schifo. Parole comparse anche
in una recente nostra esperienza scolastica di degustazione di due dolci natalizi
(focaccia di Lerici e panettone
classico) con i due gruppi di
lavoro di Lerici e San Terenzo.
Ebbene, le due parole sono
comparse davanti all’uvetta,
ai pinoli, ai canditi. Che hanno
una loro ragion d’essere nei
due dolci. E meritano rispetto.
Sono entrate nei cibi dolci non
per caso. Pensateci.
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San Terenzo tel. 0187-952115
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Il meeting relativo al Progetto
Comenius “Explore and unite” si è
svolto lo scorso novembre in Inghilterra presso Leighswood School di Aldrige.
Vi hanno partecipato la dirigente Eliana Bacchini, la dr.ssa Minella Mosca, le insegnanti Marisa Pellegri, Anna Bardelli e Paola Domenici. Le nostre insegnanti si sono
incontrate con i partners inglesi e
spagnoli per organizzare le attività
inerenti al progetto. Cinque giornate di intenso lavoro che includevano le visite alle scuole e la partecipazione alle attività nelle diverse
classi.
Significativa è stata la visita al
Comune di Walsall dove il team
Comenius è stato ricevuto dal Sindaco (vedi foto).
Gli studenti saranno coinvolti in
attività creative e tutto verrà inserito in un blog.
Questo progetto promuoverà lo
sviluppo di forti legami tra i partner
e favorirà la consapevolezza di ciò
che significa essere un cittadino
europeo.
Gabriella Molli
c/o Piscina
•
Meeting
progetto Comenius
Corsi di nuoto per bambini, anche propedeutici alla pallanuoto
Nuoto libero
Corsi di nuoto per adulti
Acquagym e acquagym per gestanti
Aquagol e pallanuoto per ragazzi
LERICI IN… - febbraio 2014
Aperta da lunedì a venerdì ore 8-12.45 e 17-19.30
sabato ore 8-12.45 e 16 45-19.30
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tessera alla cassa dal 27 gennaio al 1° febbraio
Pagina 15
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AMPIO PARCHEGGIO PER LA CLIENTELA
La spesa intelligente
da lunedì a sabato orario continuato ore 8.00 - 20.00
la domenica ore 8.30 - 13.00
offerte speciali a rotazione ogni 15 giorni
.
nei nostri reparti trovate:
•gastronomia
•pane fresco e prodotti locali
•carne e preparati di carne
•pesce fresco
•frutta e verdura
•gelati e surgelati
•prodotti alimentari
• cibo per gli animali
• prodotti per la casa e per
l’igiene
• ...e tanto altro ancora
Superato San Terenzo, ci trovate a sinistra, subito dopo la galleria degli Scoglietti
Epifania a San Terenzo: Il Cimento Catodico
Anche quest’anno i nostri nuotatori hanno organizzato un “Cimento Invernale” nello specchio
d’acqua davanti alla spiaggia di
San Terenzo e lo hanno definito
“Catodico” forse perché doveva
essere folgorante come un raggio
o un fascio di elettroni che si propaga dal catodo all’anodo.
Non so se sia stato più o me-
no folgorante, ma è riuscito bene
veramente. Si sono dati appuntamento il giorno dell’Epifania alle
10.30 sulla passeggiata molti appassionati, uomini, donne, giovani, giovanissimi, anziani, tutte
persone che nuotano insieme
Sio Ca’ (Alfredo Lupi)
d’estate, ma che hanno stretto
** Con il termine “parmesan”
amicizia e rimangono in contatto
tutto l’anno. Erano più di quaran- indichiamo tutti i forestieri siano
ta, di San Terenzo, di Lerici, della essi parmensi, milanesi o altro.
Calevo Nestore & F. s.r.l.
Calevo Prefabbricati s.r.l.
magazzino
via Provinciale, 386
19030 Romito Magra
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stabilimento
Show room pavimenti, arredo
bagno, rivestimenti
GRUPPO CALEVO
dal 1888
LERICI IN… - febbraio 2014
Spezia e qualche “parmesan” **,
fra di loro l’anima di questi incontri, che io chiamo il “collante dell’amicizia”, l’Ing. Fabio Bertella.
Il Comitato del “Trittico Santerenzino” del patron Luigi Questa
che organizza a luglio e settembre i Memorial “Adolfo Mariani” e
“David Passalacqua” ha voluto
collaborare allestendo un bel gazebo spogliatoio e il rinfresco o
meglio il “riscaldo” dopo la nuotata. Alle 11.00 tutti in mare in un
balletto disordinato, ma allegro
ed entusiasmante. La temperatura dell’acqua era di 14°C e la
temperatura esterna 18°C, ma un
bel sole ha riscaldato i nostri temerari che si sono dati appuntamento per “il Miglio Blu” del prossimo giugno.
materiale per l’edilizia,
caminetti e stufe, ferramenta,
idraulica, centro colore
via Montesagro, 11
19021 Arcola
tel. 0187-954392
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febbraio 2014 / anno 7 - numero 2