A
Parola d’ordine: Biosicurezza
nell’allevamento
del suino...
e della
bovina da latte.
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali
PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura
Presentazione
L'eccellenza delle produzioni tipiche locali, esaltata dall'abilità
gastronomica e dal patrimonio culinario tradizionale dei nostri operatori
rappresenta il risultato finale di una filiera consolidata che affonda le proprie
radici nell'arte del coltivare e allevare. La Provincia di Cremona da tempo
valorizza, in varie sedi e con molteplici iniziative, quanto di meglio il nostro
territorio sa offrire; ricordiamo a tale proposito la Strada del Gusto Cremonese,
associazione di aziende agricole, ristoratori e trasformatori, che promuove la
conoscenza delle nostre specialità e che punta al legame fra territorio e
produzioni di qualità. I nostri cittadini sono consumatori esigenti: sono abituati a
prodotti eccellenti e legano il concetto di qualità a quello, assai importante, di
sanità e salubrità. Il “buono” deve essere, oggi piu' che mai, “sano”. Per questi
motivi, adeguandoci ai dettami normativi, vogliamo divulgare alcuni semplici
suggerimenti su come affrontare le criticità manageriali di allevamento.
Come Amministrazione Provinciale abbiamo finanziato fra i progetti approvati
dal Patto per lo Sviluppo, un'iniziativa a favore della Biosicurezza sostenuta
anche dalla Camera di Commercio di Cremona, segno del nostro fattivo
impegno a favore delle imprese agricolo-zootecniche locali e dei consumatori
che beneficeranno del miglioramento del grado di qualità sanitaria dei nostri
allevamenti.
On. Giuseppe Torchio
Presidente della
Provincia di Cremona
Giorgio Toscani
Assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca
della Provincia di Cremona.
Non è detto che i manuali tecnici, pur rigorosi nelle argomentazioni,
debbano essere necessariamente noiosi: lo testimonia quest'ultima avventura di
Gino, allevatore cremonese, che dopo i fumetti dedicati alla mungitura e all'IBR
affronta ora l'argomento “Biosicurezza”.
Perché parlare di biosicurezza? Perché i nostri allevamenti sono esposti - e
sempre più lo saranno - ai rischi legati alla diffusione di malattie vecchie e nuove
la cui trasmissione è sempre più favorita dall'enorme aumento di scambi
commerciali, di circolazione di mezzi e persone fra paesi e continenti diversi.
La prima difesa dell'allevamento, quella più efficace, non può essere affidata al
Veterinario o alla vaccinazione: è l'Allevatore stesso che deve salvaguardare la
salute dei suoi animali dagli attacchi esterni e la “biosicurezza” insegna proprio
quelle regole semplici, magari ovvie, che, proprio perché evidenti, quasi sempre
vengono trascurate.
Leggere questo libretto e mettere in pratica con rigore pochi accorgimenti, può
essere davvero il migliore investimento a tutela del nostro capitale: gli animali
che alleviamo. Buona lettura!
Dr. Riccardo Crotti
Presidente A.P.A.
Sommario
La BIOSICUREZZA AZIENDALE
pag. 3
La BIOSICUREZZA
nell’allevamento suino
pag. 5
La BIOSICUREZZA
nell’allevamento della bovina da latte
pag. 22
Per BIOSICUREZZA AZIENDALE si intende un modo di operare per
garantire la sicurezza degli animali allevati, nei confronti di batteri, virus ed
altre entità infettive che potrebbero minacciare lo stato di salute degli stessi.
Così, l'allevatore mette in atto
misure di protezione per
impedire l'introduzione degli
agenti di malattie infettive.
L'applicazione di MISURE di
BIOSICUREZZA ha lo scopo di
prevenire l'arrivo in allevamento di
patologie che comprometterebbero i
risultati produttivi.
Nessun allevatore vorrebbe avere
microscopici intrusi pericolosi e
faticosi da eliminare!
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La messa in atto dei giusti accorgimenti
può salvaguardare il patrimonio
zootecnico dell'azienda migliorando il
grado di qualità sanitaria dell'allevamento,
favorendo, così, le rese produttive e la
qualità dei prodotti alimentari che ne
derivano.
A seconda del tipo di allevamento
(bovino, suino, avicolo, ecc.), si
possono individuare dei “punti
chiave”, più o meno numerosi a
seconda della complessità
dell'allevamento stesso.
Questi “punti chiave” possono costituire
occasione di arrivo di un patogeno dall'esterno
del nostro allevamento. Essi diventano
momento di criticità. Ecco, dunque,
l'importanza di identificarli, di riconoscerne
gli elementi caratteristici e di trovare le
corrette modalità da seguire per il nostro agire.
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Iniziamo con l'allevamento SUINO,
sicuramente il più complesso da gestire
dal punto di vista delle “minacce esterne”
del suo equilibrio sanitario.
Visitiamo insieme un allevamento suino;
guardando le sue componenti strutturali
e le azioni che in esse si svolgono,
identifichiamo i vari PUNTI CHIAVE
per la BIOSICUREZZA.
Questi punti chiave possono
costituire CRITICITÀ per
l'allevamento.
Esaminiamoli insieme per
focalizzarne l’importanza.
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Il 1° è sicuramente costituito dal PERIMETRO ESTERNO
dell'allevamento che deve essere:
! con una delimitazione
completa;
! con cancelli all'ingresso
ed opportuna segnaletica;
! con dispositivo di
disinfezione all'entrata.
È fondamentale che l'entrata dei visitatori e
dei mezzi sia controllata e regolata da una
procedura che tuteli l'allevamento
dall'entrata degli agenti di infezione.
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In 2° luogo, allora, possiamo considerare l'esistenza di un'AREA di
PARCHEGGIO per gli automezzi dei dipendenti e dei visitatori.
È fondamentale che l'AREA di
PARCHEGGIO sia fuori
dall'allevamento!
I veicoli non aziendali non devono
mai entrare nella zona dove
circolano persone e veicoli
aziendali.
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Un 3° punto fondamentale, dunque, è quello di iniziare a RAGIONARE
PER ZONE.
L'esterno dell'allevamento dobbiamo
considerarlo “zona sporca” e l'interno
“zona pulita”. Tra queste due zone c'è
uno spazio intermedio che fa da “zona
filtro”.
Nella “ZONA FILTRO” si trovano i
locali con spogliatoi e docce per
dipendenti e visitatori. Gli operatori che
entrano in contatto con gli animali
devono indossare abiti o tute in dotazione
all'allevamento.
Questi devono poi essere lasciati in
posto, anche per il lavaggio, onde evitare
che facciano da veicolo per i germi o
qualunque altra entità infettiva.
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Il 4° punto critico può essere identificato con la GESTIONE SANITARIA.
Si tratta di effettuare analisi di
controllo con esami sierologici della
mandria e possono essere utili anche i
controlli sui cadaveri e sulle feci.
È buona norma tenere l'archivio dei
referti: può sempre tornare utile.
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Un 5° punto critico lo identifichiamo con l'ARRIVO in allevamento di
NUOVI ANIMALI!
La pratica della QUARANTENA
è indispensabile!
I locali ad essa destinati devono
essere separati dall'allevamento e
permettono l'osservazione dei
nuovi arrivati per:
! eventualmente, procedere a
reclami con i fornitori;
! fare prelievi di sangue per avere
una analisi sanitaria dell'animale;
! per effettuare le vaccinazioni e i
trattamenti antiparassitari.
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Un 6° punto critico lo identifichiamo con il LOCALE di INFERMERIA.
Deve essere separato dagli altri locali
di allevamento: gli animali malati
sono fonte di infezione per quelli sani.
La presenza di più locali separati, ad
uso infermeria, migliora la gestione
dei casi presenti e ne facilita la
necessaria pulizia e disinfezione al
momento dello svuotamento.
Necessita, inoltre, prevedere un’opportuna
gestione per la registrazione dei trattamenti in
modo da non inviare mai al macello animali
per i quali non sono trascorsi i tempi di
sospensione.
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Come 7° punto critico possiamo identificare
l'applicazione del VUOTO SANITARIO.
È molto importante riuscire
periodicamente a fare il vuoto
sanitario, cioè a svuotare
completamente un settore dagli
animali, poi lavarlo, pulirlo e
disinfettarlo.
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Un 8° punto critico: il controllo delle DERRATE ALIMENTARI in entrata!
Verificare periodicamente, effettuando
analisi, i mangimi e le materie prime.
Il Regolamento CE 183, applicato in
modo corretto, tutela i nostri animali
da possibili problemi della sfera
riproduttiva.
Reg CE
183/05
Senza un'alimentazione
attenta e sana, il buon
risultato del mio lavoro
sarebbe compromesso.
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Un 9° punto critico è costituito dalla presenza di topi e ratti!
Ma, vanno controllati anche gli insetti: mosche e blatte!
La DERATTIZZAZIONE è una pratica
necessaria. In tutti gli allevamenti, a causa
della presenza di cibo per gli animali, sono
presenti topi e ratti che possono costituire un
veicolo di gravi patologie.
L'attuazione di una corretta
derattizzazione viene fatta con la
distribuzione di esche avvelenate e
di trappole, la segnalazione su
una mappa della loro dislocazione
nei capannoni ed il controllo dei
morti e delle tracce.
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Il mio allevamento posso
controllarlo da solo per il
trattamento di topi e ratti. Questa
attività posso anche affidarla a
una ditta specializzata.
Le mosche, sappiamo tutti
quanto disturbano! Le
blatte (scarafaggi), però,
sono pericolosi portatori
di malattie.
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Come 10°, possiamo considerare il DEPOSITO delle CARCASSE.
Nell'allevamento suino è necessaria, a tale
scopo, una CELLA FRIGORIFERA (es.
camion frigorifero, freezer orizzontale) di
dimensioni adeguate e che funzioni bene.
Deve essere collocata fuori dal perimetro
dell’allevamento e posta su un piano
d’appoggio lavabile e disinfettabile.
Periodicamente viene svuotata,
lavata e disinfettata. Anche
l'operatore che lo fa dovrà cambiarsi
e lavare le attrezzature.
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Collegato al precedente, l’11° punto critico è costituito dalla
MOVIMENTAZIONE delle CARCASSE.
Le carcasse degli animali morti in
allevamento devono essere spostate
usando possibilmente lo stesso mezzo
che ogni volta, dopo l'uso, verrà
lavato.
Il camion che verrà a ritirare le
carcasse da smaltire dovrà rimanere
fuori dal perimetro aziendale.
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Un 12° punto critico può essere costituito dallo SPOSTAMENTO degli
ANIMALI nell'ALLEVAMENTO.
Questo va fatto da un settore all'altro
possibilmente senza mescolare gli
animali di altri settori, ma seguendo
un flusso produttivo.
Per gli allevamenti da ingrasso che
acquistano i magroni da altri
allevamenti, questa regola è ancora
più importante!
Le zone di passaggio e di sosta
devono essere ripulite da deiezioni
ed urine che vanno incanalate
verso gli scarichi per le fosse
liquami.
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Come 13° punto critico identifichiamo quello costituito dalla
MOVIMENTAZIONE degli ANIMALI di SECONDA
SCELTA e delle SCROFE RIFORMATE.
La movimentazione degli animali di
seconda scelta e delle scrofe riformate
deve essere fatta con mezzi dell'azienda,
portando gli animali fuori dal perimetro,
dove sarà fermo ad attendere il camion
per il trasporto al macello.
Gli animali che allevo sono per
me importanti e non voglio
mettere a rischio la loro salute!
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Un 14° punto critico lo individuiamo
nel CARICO degli ANIMALI di
PRIMA SCELTA.
Il carico degli animali deve avvenire
possibilmente fuori dal perimetro
aziendale.
Soprattutto è importante che gli
animali seguano un flusso che
impedisca un ritorno, indietro, nei
capannoni.
I camionisti devono indossare calzari
e tute “usa e getta” e, soprattutto, non
devono entrare nel capannone che è
“ZONA PULITA” da agenti
infettivi estranei!
Anche gli operatori aziendali non
devono, a loro volta, salire sulle rampe
di carico e sul cassone del camion: per
loro è “ZONA SPORCA” e
potrebbero portare in azienda agenti
infettivi estranei.
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Possiamo, per ultimo, considerare come 15° punto critico, quello delle
REGISTRAZIONI.
Nell'esercizio dell'attività di
allevamento è importante avere a
disposizione una documentazione
ordinata.
! Registro ingressi in allevamento
! Registro di carico - scarico dei suini
! Piano di derattizzazione
! Registro delle scorte dei farmaci o dei
trattamenti sanitari
! Documentazione relative alle analisi
sanitarie effettuate che costituiscono
una “memoria storica” delle
patologie presenti in allevamento
! Documentazione e contratti di
smaltimento carcasse, flaconi farmaci
e aghi
! Attestazioni sanitarie dell'allevamento
! Documentazione per i mangimi di
produzione aziendale (D.L.183)
È fondamentale scrivere tutto quel
che succede, in modo da tenere una
traccia utile per qualsiasi evenienza!
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Prendiamo ora in considerazione i PUNTI CHIAVE per la
BIOSICUREZZA nell' allevamento BOVINO .
Il tutto possiamo
riassumerlo in poche
regole d'oro!
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1°. Consenti l'accesso al tuo allevamento soltanto alle persone e agli
automezzi strettamente necessari.
Chi mi deve solo parlare, può
fermarsi lontano dagli
animali, fuori dalla zona di
allevamento.
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2°. Carica e scarica gli animali comprati, venduti o morti,
lontano dagli altri animali dell'allevamento.
Il camion degli animali vivi
può entrare solo se vuoto,
pulito e disinfettato!
L'animale morto lo depongo su una
platea di cemento ai margini
dell'azienda, dove potrò lavare e
disinfettare dopo che il camion delle
carcasse se ne sarà andato.
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Inoltre, predisponi la raccolta dei baliotti in modo
che il camionista e l’automezzo non entrino in
contatto con l’allevamento
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3°. Fornisci calzari e indumenti a perdere ai visitatori o stivali e
indumenti aziendali agli operatori che hanno contatti con gli animali,
quali il veterinario, il controllore, il punteggiatore, l'alimentarista, ecc…
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4°. Non devi usare l'attrezzatura che viene a contatto con letame o
liquame per manipolare gli alimenti degli animali.
Non contaminate, con le feci
degli adulti, gli alimenti dei
giovani animali!
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5°. Se ti è possibile, usa la rimonta interna!
Introduci animali da vita solo se
accompagnati dalla documentazione
sanitaria prevista.
È opportuno che non mi porti in
allevamento malattie che io non
ho, chiedendo ulteriori garanzie
sanitarie.
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6°. Isola per circa tre settimane gli animali acquistati e sottoponili ad un
esame privato prima di mescolarli ai tuoi.
Per gli animali in quarantena,
uso indumenti e attrezzi
esclusivi.
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7°. Mantieni un ambiente di allevamento in buone
condizioni, ben aerato ed asciutto.
Pulizia, aria e luce mi permettono di
tenere un ambiente ordinato e asciutto!
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8°. Assicura un grado elevato di benessere evitando tutte le cause di stress,
in primo luogo il sovraffollamento.
I miei animali devono
tranquillamente poter
soddisfare tutte le loro
esigenze.
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9°. Richiedi un controllo TBC, da effettuarsi presso l’ASL, all'assunzione e al
ritorno da Paesi a rischio, per il personale che lavora a contatto con gli animali.
Ho preso, inoltre, in seria
considerazione la possibilità
di stipulare un'assicurazione
che copra le perdite in caso
di malattie infettive.
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