associazione italiana
canYoning
NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > novembre 2007
numero
.it
20
> raduno AIC
resoconto dal Ticino
> viaggi
un Montenegro
finalmente dolce
> prime volte
figli & forre
numero
ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING
www.canyoning.it ^ [email protected]
sede c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)
segreteria c/o Emanuele Bena ^ via Sant’Ambrogio 28
10139 Torino ^ tel 347 4181305 ^ tel/fax 011 796266
20
in copertina
torrente Boggia, val Bodengo ^ Gordona ^ Sondrio
foto pietro torellini
l’editoriale
Anche questo 2007 sta volgendo verso la fine.
Unannocaratterizzatodaanomaliemeteorologichechehannotentatodimetterciibastonitra
leruote,maallafinelanostravogliadicanyoninghaprevalsosulleforzedellanatura.
Credochepossiamoannoverarequesto2007comeilpiùproficuodegliultimianni:abbiamo
superatoquota500conleiscrizioni,sononatitantigruppilocali(indice,questo,chelanostra
intuizionediiniziomandatononerasbagliatapernulla..),diversiradunieffettuati,tanteiniziative
prese ed ancora non è finita.
r e d a zi o ne
luca dallari
daniele geuna
andrea peruch
h a nno c o l l a bo r a to
jvan chemello
marco leonini
paolo madonia
fulvio pastore
paolo testa
roberto schenone
Comemoltidivoisapranno,adagostosièsvoltoil5°RadunoInternazionalediTorrentismo
organizzato dall’Associazione Italiana Canyoning.
Ilgruppoorganizzatore(MarcoeMauro)perlaprimavoltacihannoportatofuoridaiconfini
Italiani,perl’esattezzainSvizzera,ospitatidallacomunitàdiBiasca,unveroparadisodel
Canyoning.
Perquestoeventoabbiamoavutounapartecipazionemostruosa,circa260iscrittiprovenientida
tuttoilmondo.Inostriospitisisontrovatiun’organizzazionedafarpaura,avendoadisposizione
unampiocampeggiogratuito,zonedocce,possibilitàdicenaretuttiinsiemeinunabellasalaal
coperto,unasalacolazioni,lasalavideoconproiezioniquotidiane,diversigadgetedaltroancora,
quindi cosa dire? Complimenti per l’ennesima volta agli organizzatori!!!
Sonostatiscesiicanyonpiùbellidellazona,senzaesserincorsiinincidentigravi,solounpaio
di caviglie saltate...
Possiamomigliorarciancoramamoltoèstatofatto,comunque,vedremoilprossimoanno.
Afinesettembresièsvoltalaprima‘garaecologica’durantelosvolgimentodelSibilla
Canyoning.
Sisarebbedovutasvolgeresoloilsabato,mairagazzisisonoimmedesimatinellaparteed
hannocontinuatoancheladomenicaaraccoglierlasporcizia,riuscendoaportarfuoridaFosso
il Rio un bel copertone d’auto: grande Enrico!!
FortunatamenteilParcodeiSibillinièunazonapiuttosto‘pura’epulita,sisonasportatepoche
cose,deltipobottigliediplastica,qualchepezzodicordaecordinivariediversifazzolettidi
carta, pacchetti di cibo e sigarette.
L’unicorammaricoèquellodeltotaledisinteressedapartedell’EnteParcodeiSibilliniilquale,
nonostantediversemailspediteperrenderlopartecipeedinformatodell’iniziativa,nonciha
degnato di una risposta.
c o nta tti
c/o luca dallari
via barbareschi 205/20A
16149 genova
[email protected]
rea l i zza zi o ne g r a f i c a
dallarik >< graphics
i ndi c e
02
editoriale
ambiente
il manifesto ambientale
04/05
eventi
teva extreme outdoor games
06
eventi
5° raduno internazionale AIC
06
viaggi
canyoning in montenegro
07
itinerari
torrente Sabbiola e rio Secco
08/09
Signorimiei,oravilascioallaletturadiquestonotiziarioaugurandovichelavogliadiforre
continui anche durante i prossimi freddi mesi invernali.
contributi
storia di un salvataggio bestiale
10
eventi
alpi 365 expo
10
Ciao ciao
contributi
la loro prima volta...
12/13
contributi
genitori & figli in forra
14
agenda
360° info
15
associazione
organigramma e contatti
16
christian vento ^ presidente AIC
in q ue st e p agi n e ^ torrente Sorba, Varallo Sesia, Vercelli ^ foto paolo testa
AMBIENTE
AMBIENTE
AMBIENTE
AMBIENTE
AMBIENTE
l’attitudine all’altitudine
grandi problemi
> nell’UE si producono 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno
> ogni cittadino italiano produce in media 470 chili di rifiuti
l’anno
> ogni anno in Italia si producono 29 milioni di tonnellate di rifiuti
solidi urbani, 80 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e 4 milioni
di tonnellate di rifiuti pericolosi
6 mesi
2 anni
100 anni
pla
sti
ca
me
tal
lo
sig
are
tte
org
an
ici
montagna allo stato PURO
vet
ro
100 anni
4000 anni
tempi di degradazione dei rifiuti solidi
piccoli accorgimenti
> portiamo sempre con noi un sacchetto per raccogliere e
riportare indietro tutti i nostri rifiuti
> i rifiuti organici prima di deteriorarsi “sporcheranno” i
nostri amati luoghi per tutta la stagione torrentistica, a
discapito degli altri
> gli animali per fortuna sopravvivono anche senza i nostri
avanzi
> cogliere fiori selvatici può significare bloccarne la
riproduzione, e poi i fiori in foto non appassiscono
> camminare sul fondo del torrente, quando questo è
sabbioso o sassoso, può compromettere la sopravvivenza di un ecosistema ricco e vario costituito da micro
organismi e macro invertebrati
> ricordiamoci che grida e rumori disturbano gli animali e
riducono la possibilità di incontrarne
> l’auto inquina ed è rumorosa sempre, ma non sempre è
necessario parcheggiare sull’azimut dei punti di partenza
ed arrivo del percorso
> alpeggi e pascoli spesso sono proprietà private che vanno
rispettate
MANIFESTO AMBIENTALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING
*liberamente ispirate alle “Tesi di Biella” di Mountain Wilderness
PREMESSA
o Una forra (o gola) è un ecosistema che sotto certe condizioni presenta un’estrema delicatezza e vulnerabilità, e che in ogni caso, essendo
uno degli ultimi ambienti della superficie terrestre che mantiene una certa inaccessibilità, presenta caratteristiche di naturalità che vanno
di per sè conservate come valore.
o Il mantenimento di un buon stato di salute dell’ecosistema forra è sempre e comunque prevalente rispetto alla sua fruizione turistica e/o
ludico-sportiva, essendo compresa in questi casi la pratica del torrentismo, sia sotto forma amatoriale che commerciale.
CONSIDERAZIONI GENERALI*
o La forra è un ambiente in cui chiunque senta il bisogno di ambienti incontaminati può ancora sperimentare un incontro diretto con la
natura e viverne in libertà la solitudine, i silenzi, i fragori, le dimensioni, le leggi naturali, i pericoli. Il valore dell’attività torrentistica risiede
anche nella sua potenziale capacità di stimolare un rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale in grado di dare un senso non effimero
all’avventura torrentistica.
o Il desiderio di diffondere la conoscenza dell’ambiente forra e del torrentismo attraverso la messa in opera di vie ferrate o percorsi attrezzati, nonché l’adozione di sistemi di accompagnamento commerciale “usa e getta”, rischia di produrre gravi danni sia alle forre che
ai praticanti a livello amatoriale, in quanto trascura il valore della natura selvaggia come cardine della qualità del torrentismo. Hanno
preso piede approcci all’ambiente forra che, per il loro predominante carattere consumistico-spettacolare, diffondono messaggi ambigui
e favoriscono l’affermarsi di una mentalità incline a considerare la gola come un semplice supporto per attività sportivo-ricreative.
o L’unicità dei luoghi circostanti le gole è inoltre compromessa dalla penetrazione dei mezzi di trasporto meccanici. Riteniamo elementi che
possano degradare il fascino ambientale sia l’uso di mezzi aerei per depositare torrentisti in quota, sia l’utilizzo di mezzi meccanici laddove
non ne sia normalmente consentita la circolazione.
L’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING SI IMPEGNA A PROMUOVERE LE SEGUENTI NORME COMPORTAMENTALI
1) Rinunciare alla percorrenza di itinerari torrentistici, sempre e comunque ovvero in alcuni particolari periodi dell’anno, qualora questa
possa determinare danni gravi all’ecosistema presente nella gola interessata;
2) Non effettuare trasformazioni permanenti del livello di accessibilità di una forra, mettendo in opera presidi fissi quali cavi di acciaio. Ausili
di questo genere potranno essere utilizzati esclusivamente:
a) in forre già soggette a trasformazione turistica;
b) in forre il cui livello di accessibilità è di tipo escursionistico e dove un numero limitato di presidi fissi, tranne dove sia vietato per
l’esistenza di norme di protezione ambientale, serva solo ad eliminare punti di pericolo senza danneggiare l’ecosistema;
c) in forre di tipo escursionistico dove, fermo restando la verifica di compatibilità ambientale dell’intervento, per le particolari caratteristiche morfologiche sia possibile realizzare percorsi attrezzati adatti a soggetti che presentano handicap psico-fisici;
3) In sede di esplorazione di un nuovo itinerario torrentistico, non essendo certo il suo valore e non potendosi quindi escludere la mancanza
di interesse e quindi l’assenza di successive ripetizioni, utilizzare il meno possibile materiali artificiali per la posa in opera temporanea di
corde di progressione, sfruttando laddove possibile ancoraggi naturali. Si intende che il mantenimento della sicurezza di progressione è
un principio non derogabile, per cui tutto il materiale necessario e sufficiente ad assicurarla va comunque utilizzato.
4) In sede di armo stabile di un itinerario di torrentismo interessante, e quindi soggetto a ripetizioni anche frequenti, mettere in opera solo
ed esclusivamente presidi fissi atti a vincolare alla roccia corde mobili di progressione che verranno rimosse al termine della percorrenza
della gola. I presidi fissi ritenuti necessari e sufficienti sono:
a) Punti di ancoraggio per corde mobili di progressione, relative sia al superamento di verticali che di traversi orizzontali
b) Punti di ancoraggio per corde mobili destinate ad operazioni di soccorso
c) Punti di ancoraggio accessori, definendo con questo termine quei presidi fissi arretrati rispetto alle verticali, necessari a mettere in
opera corde mobili destinate a favorire la progressione di soggetti poco esperti
5) L’utilizzo di qualsiasi altro tipo di presidio fisso che non sia funzionale alla sicurezza ma solo alla comodità, quali ad esempio gradini o
cavi metallici, è da ritenersi assolutamente incompatibile con le suddette norme di comportamento.
canYoning
> news i soci per l’analisi dei suoli
4
Clue du Riolan ^ Alpes-Maritimes ^ foto Roberto Schenone
A maggio di quest’anno si è laureata Maria Grazia Turoni, studentessa di Scienze Ambientali dell’Università di
Palermo, che ha svolto una tesi di laurea sui suoli delle gole, in collaborazione con l’AIC. I risultati preliminari
si sono mostrati alquanto interessanti per la pratica delle attività torrentistiche in aree protette, in quanto
sembrerebbe che i suoli delle gole siano più poveri (in termini di evoluzione e di contenuto di materia
organica) dei corrispondenti suoli all’esterno. Allo scopo di consolidare i dati acquisiti, l’argomento verrà
sviluppato nel corso del 2007 da due altre studentesse della Laurea specialistica in Scienze Ambientali
dell’Università di Palermo (Silvia ed Annalisa i loro nomi), seguite dalla prof.ssa Adriana Bellanca.
La tesi prevederà l’analisi mineralogica, del contenuto di materia organica e degli elementi in tracce
(molti di questi ultimi sono anche indice di un potenziale inquinamento).
In questa seconda fase l’AIC avrà un ruolo ancora più attivo che nella fase precedente,
in quanto le analisi saranno condotte sui campioni raccolti dai soci durante la stagione
torrentistica 2007.
Durante l’assemblea che si è svolta in aprile a Stroncone sono state distribuite boccette di plastica
e schede da compilare a molti dei soci presenti che, devo dire con piacere e gratitudine, hanno aderito
in maniera entusiastica all’iniziativa.
Ad oggi risultano ancora scoperte le aree dell’Italia insulo-meridionale, con particolare riferimento a
Sardegna e Calabria-Puglia-Molise. Cerchiamo quindi qualche volenteroso torrentista bazzicatore di queste
aree che si faccia avanti per fornire il proprio contributo. Chi è interessato può contattare Paolo Maodnia a
questo indirizzo: [email protected]
Alberto Apolloni Jvan Chemello e Lillo Panizzon (GS CAI Malo)
Andrea Bruzzone, Sara Morando e Roberto Schenone (GOA Canyoning Genova)
Juri Montese (GS CAI Sanremo)
testo e foto paolo
quale viene alimentato da un altro torrente (il Gronda), e
la confluenza si trova anch’essa in paese. Proprio qui due
piccole rapide sono state attrezzate per simulare le tecniche
di discesa in corda davanti al pubblico stipato sui muretti e
sul ponte.
Dall’altra parte una cascata verticale di circa cinquanta metri
(la nostra salvezza!), anche se con poca portata è stata attrezzata ed è stata oggetto oltre che di dimostrazioni anche
di riprese video effettuate da operatoti Rai e Sky. Nella piccola gola all’inizio del paese è stata allestita una teleferica di
circa trenta metri, così come dal ponte del paese ma lunga
ben sessanta metri, con dimostrazioni di discesa con grande
euforia degli spettatori, e con tanto di riprese dall’elicottero.
Inoltre nelle due giornate sono state organizzate anche due
escursioni per una quindicina di neofiti, i quali hanno voluto
provare per la prima volta l’emozione del torrentismo,
nel tratto attrezzato del torrente Sorba. Con noi sono stati
sempre presenti alcuni amici, che con le loro video camere
scafandrate hanno filmato tutto l’evento. Inoltre è stato allestito uno stand con fotografie, materiali e alcuni degli ultimi
numeri della rivista AIC in omaggio ai visitatori interessati e
ai partecipanti alle escursioni.
Insomma, la manifestazione è stata un’ottima vetrina, ed ha
avuto un buon successo. È stata un ottimo veicolo pubblicitario per il canyoning: molte le persone che hanno assistito
alle dimostrazioni, che hanno visitato lo stand, quelli che
hanno partecipato alle escursioni in torrente (di cui ben otto
poi si sono iscritti al corso!).
Ovviamente contiamo di ripeterlo anche il prossimo anno,
magari inventandoci qualcosa di nuovo
testa
canYoning
5° RADUNO INTERNAZIONALE dell’Associazione Italiana Canyoning
6
Per il quinto anno consecutivo l’associazione, supportata
organizzativamente dalla sezione lombarda, ha messo in
piedi il suo classico appuntamento clou estivo, il Raduno
Internazionale di Canyoning.
Per la prima volta l’evento si è svolto oltre
i confini nazionali, a Biasca, nella Svizzera
ticinese, area ricca di splendide forre.
L’affluenza è cresciuta rispetto alle edizioni passate per la
rinomanza della zona, ai molti ancora sconosciuta perché
fuori dai percorsi classici, benché centrale a livello europeo.
Abbiamo contato più di 250 unità provenienti da tutta
Europa, italiani in testa, seguiti da spagnoli, tedeschi,
francesi, polacchi, inglesi e addirittura brasiliani e
statunitensi.
Gli ampi consensi raccolti sono stato il frutto di un
ventaglio di proposte torrentistiche a breve distanza
dal quartier generale, adatte ad ogni livello anche se
mediamente lunghe e alcune con passaggi impegnativi.
L’abbondanza d’acqua unitamente alle belle giornate
hanno fatto il loro gioco. Una combinazione che, insieme
ad un’accoglienza esemplare da parte
dell’amministrazione locale che ha fornito
gratuitamente ai campeggiatori spazi verdi, servizi e
sale al coperto, ha fatto del raduno un vero e proprio
indimenticabile happening.
La sezione lombarda ci ha dato dentro per non sfigurare
facendo le cose in grande: sala refettorio con catering
serale, dove poi venivano proiettati i vari audiovisivi
artigianali degli intrepidi registi in erba (alcuni lavori
davvero encomiabili per qualità e montaggio, segno che il
torrentismo filmato sta salendo di livello). Nella stessa sala
venivano serviti gli aperitivi del dopo-forra e per non far
mancare davvero nulla e rendere quanto più economico e
alla portata di ogni tasca, i lombardi si sono cimentati nella
somministrazione delle colazioni.
Fra i momenti salienti delle serate di proiezioni, grande
riscontro ed attenzione ha ottenuto l’intervento della
società di soccorso REGA che a braccetto con
di marco
leonini
due società idroelettriche per il contenimento
ed il rilascio delle acque hanno mostrato, con
supporto filmato, l’articolato loro intervento qualora si tratti
di recupero di infortunati o di prevenzione degli infortuni
stessi con un’adeguata informazione a noi praticanti, onde
avere sempre gli strumenti necessari per sapere a cosa si va
incontro affrontando una forra in Ticino.
L’iscrizione all’incontro dava diritto a una serie di gadgets
e regalie davvero molto gradite, fra cui l’immancabile
t-shirt ricordo, un simpatico sasso fermacarte dipinto con
l’effige associativa, un pass identificativo e dulcis-in-fundo
il fiore all’occhiello, il tanto agognato libretto delle forre di
zona, tanto utile quanto indispensabile ed ambito sia per
l’occasione che per quelle a venire.
Nella hit delle forre percorse spiccano l’Iragna, il
Cresciano, il Lodrino, l’Osogna e l’Ambra con
a seguire tutta un’altra serie di percorsi meno rinomati ma
comunque degni di essere percorsi, certi di un appagamento
ludico e tecnico che può dire di non conoscere pari.
Già da un paio d’anni era in programma questo sopralluogo nelle inesplorate ed
affascinanti terre del Montenegro, da tempo si passavano ore con il naso incollato
al monitor del computer ad ingrandire zoom dopo zoom le cartine topografiche
della zona in cui il buon Skeno intendeva mettere il naso; per non parlare di tutti
quei “voli” fatti su Google Earth. Partire dalla terra vista dal satellite,
passare all’Europa ed ingrandire sempre più sul Montenegro,
la baia di Kotor, per poi addentrarci verso l’interno e sorvolare
il Parco Nazionale del Durmitor. Caspita! Pochi giorni prima di partire,
nell’immaginario mi sembra quasi di esserci già stato. Finalmente, al secondo
tentativo e dopo aver volutamente aperto gli occhi alla dea bendata (era il 2006
quando due giorni prima di partire è saltato tutto e quest’anno ci siamo arrivati
vicini), il 3 agosto riusciamo a partire.
Increduli, visti i precedenti, ci sentiamo alla mezzanotte del venerdì: il gruppo di
Genova è in autostrada, ed il gruppo di Malo... idem.
Un calvario per arrivare a Trieste poi giù verso Spalato e Dubrovnik. Arriviamo
in quest’ultimo verso le 16 e decidiamo, dopo 17 ore di macchina, di trovare un
campeggio ed aspettare i genovesi.
L’arrivo nelle terre Croate non è certo dei migliori, un incendio dalle dimensioni
mostruose serpeggia per tutta la costa Croata. Al calare del sole sembra essere
domato, ma l’arrivo dell’oscurità abbatte ogni illusione... siamo praticamente
circondati da lingue di fuoco che si alimentano minuto dopo minuto di un terribile
vento che arriva dal mare.
Finalmente verso le 3 del mattino riusciamo a trovare gli altri, bloccati inesorabilmente
in colonna. Titubanti decidiamo di piantare la tenda e riposare, vista l’infinità di ore
trascorse in macchina. Qualche ora di sonno e poi via verso il Montenegro. In un
grigio paesaggio provato da una notte di fuoco, raggiungiamo il confine e il miraggio
del cartello “CRNA GORA” ci risolleva il morale. Attraversiamo le Bocche di Cattaro,
che penetrano per 28 Km la costa e che costituiscono una simbiosi armonica tra vari
ambienti naturali e un ricco patrimonio artistico: rappresentano il più grande fiordo
del Mediterraneo ed anche il più bello.
L’area è fortemente carsica: l’acqua delle abbondanti precipitazioni invernali scompare
nel sottosuolo, dove forma fiumi sotterranei che sfociano nel mare, causandone il
basso tasso di salinità. A causa della particolare conformazione geografica, con le
montagne che si affacciano sul mare, le Bocche di Cattaro presentano una grande
varietà climatica: si passa dal clima mediterraneo a quello sub-alpino. Con gli
occhi sgranati ed il naso incollato al finestrino, affascinati da
questi incantevoli paesaggi raggiungiamo Kotor nel tardo pomeriggio
e, mentre una parte del gruppo si mette alla ricerca di un campeggio, l’altra “punta”
subito l’uscita della forra che il giorno dopo è in programma: “Skurda”. Un deciso
solco nella montagna che parte 900 metri più in alto ed arriva tra le vecchie mura
della città, per poi buttarsi direttamente in mare.
Risaliamo per un centinaio di metri il letto del torrente e subito il paesaggio si mostra
in tutta la sua bellezza, alte pareti levigate disegnano morbide linee che risalgono la
stretta forra, praticamente però semiasciutta... Abbassiamo il naso e lo spettacolo è
già meno interessante... Qualche bella pozza di colorata acqua verde dove sguazzano
serpentini morti... Alla sera il gruppo è un po’ indeciso se buttarsi dentro... ma una
telefonata di un amico speleo di Belgrado ,già in viaggio per raggiungerci e fare la
forra con noi, risolve ogni dubbio. Il giorno seguente, una volta raggiunti gli amici
Ivan e Nemanja si parte.
Con una serpentina di curve, per quasi 20 chilometri, risaliamo il pendio fino a raggiungere l’attacco della forra. Armati di tutto il necessario cominciamo a scendere
per qualche centinaio di metri fino a raggiungere un vecchio ponte in pietra sul
fondo della valle. Qualche foto di rito e poi giù sul letto del torrente. Il primo salto,
probabilmente bypassabile, lo facciamo su uno sbarramento artificiale di una ventina
di metri, per poi inforrarci tra strette pareti e sbucare in un altro salto ben levigato
di una quarantina di metri. Tutta la progressione è un alternarsi di tratti inforrati, in
ambienti ben levigati, con tratti molto aperti dove camminando si perdono decine e
decine di metri. Alternando passaggi funambolici per non cadere in stagnanti pozze
d’acqua e accompagnati sempre da una quantità infinita di curiosi serpenti arriviamo
nel tardo pomeriggio, dopo avere superato l’incredibile strettoia finale con 12 calate
e 200 metri di dislivello, alle porte di Kotor.
Soddisfatti delle 22 calate (riattrezzare praticamente in toto) e dei 735 metri di
dislivello totali, mettiamo il bollino su uno dei 4 obiettivi del viaggio. Per festeggiare
il primo torrente ceniamo nella suggestiva e affascinante “Kotor by night”, a base
di ottima carne e buona birra... apprezzando esplicitamente il bel turismo dei paesi
dell’est... Il giorno seguente si riparte: destinazione Parco nazionale del Durmitor,
costeggiando il fiume Tara. Il canyon, 1300 metri di profondità, è il secondo canyon più
profondo al mondo dopo quello del Colorado. Questa regione custodisce un vero
e proprio tesoro naturale per la sua unicità e autenticità, tanto da essere
dichiarato Parco Nazionale e anche patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Lungo tutto il tratto stradale che costeggia il canyon siamo assorti nell’ammirare la
prepotenza del paesaggio: profonde gole e grandi valli si buttano nel fiume Tara,
quasi tutte però risentono dell’aspetto carsico dell’intera zona. Arriviamo nel tardo
pomeriggio a Žabljak, capitale del turismo montano in Montenegro. Affittati due
accoglienti mini appartamenti, ad un prezzo alquanto modico, a cena si programma
il giorno seguente: “Nevidio”. Bella discesa acquatica sul fiume Komarnica, prevalentemente suborizzontale, con tratti decisamente inforrati ed a volte veramente stretti.
In una serie di salti di medio/bassa altezza le corde non vengono mai utilizzate.
L’acqua cristallina non manca mai, anzi, bisogna fare molta attenzione ad eventuali
precipitazioni, visto che il bacino a monte ha dimensioni non indifferenti ed il rischio
di piena è alto. La forra finisce appena la valle si riapre ed un sentiero, segnalato da
un‘invisibile “ometto” di pietra, si alza verticale sulla destra ed in un’ora ci riporta
al punto di partenza, evitando di percorrere un altro chilometro di forra e qualche
oretta di rientro. Bollino numero 2.
Torniamo presto verso Žabljak e decidiamo quindi di fare un sopralluogo, con cartine in
mano, alla forra del giorno dopo. Ci spostiamo dall’altro versante per poter osservare
la morfologia del canyon che dall’altopiano del Durmitor arriva sulle rive del fiume
Tara, 600 metri più in basso. “Jezerac” ha tutte le caratteristiche per essere qualcosa di
interessante, ma il troppo calcare non è un buon segno per chi cerca acqua che scorre
in superficie. Il giorno seguente partiamo presto, sacchi in spalla ci incamminiamo
verso il punto di accesso localizzato il giorno prima. Seguendo una lieve traccia di
sentiero cominciamo a perdere quota lungo il letto asciutto del torrente. Armate le
prime calate, e abbandonato il leggero scorrimento che c’era più in alto, ci rendiamo
tristemente conto che fino alla fine ci aspetterà una “Borneo-discesa”, alternata da
sassoni, qualche salto e fitta vegetazione. Dopo 6 calate, la più alta intorno ai 25
metri, e 560 metri di dislivello, arriviamo ben “sfregiati” nel pomeriggio sulle rive
del fiume, esattamente nel punto dove i commerciali di rafting raccolgono i clienti.
Bollino numero 3.
Qualche trattativa per rimediare un passaggio evitando di farsi una quindicina di
chilometri a piedi e ci si trova nuovamente a tavola a degustare le specialità locali e
parlare della forra del giorno dopo. Altra valle che parte alla stessa altezza di Jerzerac,
qualche chilometro più a valle e sulla riva opposta: “Suhodo”. Con la macchina riusciamo a portarci, in qualche modo, all’attacco della forra. Anche qua ci accompagna
uno scorrimento d’acqua, più consistente di quello del giorno prima, e questo che ci
fa ben sperare. Troviamo quasi subito una serie di salti, uno di seguito all’altro, in
un tratto abbastanza inforrato, ma come immaginavamo l’acqua ha seguito il corso
più breve per raggiungere il fiume Tara. La forra, comunque, risulta piacevole, con
ambienti bellissimi che ci accompagnano per quasi 600 metri di dislivello e 12 calate,
di cui la più alta di circa 30 metri. In qualche periodo dell’anno, presumibilmente,
la forra presenta scorrimento. Arrivati sul fiume Tara non ci resta che improvvisare il
ritorno lungo le rive del fiume, accompagnati dai resti delle piene invernali attaccati
4-5 metri sopra noi sui rami degli alberi. Il paesaggio è comunque fantastico, con
alte pareti scoscese ed acqua cristallina che ci accompagnano per l’intero percorso.
Lungo il tragitto incrociamo un paio di imponenti risorgenze e siamo costretti ad un
paio di risalite nel bosco per evitare di andare a mollo nel fiume.
Infine raggiungiamo il punto di arrivo del rafting... dove il ruvido titolare del “pub
lungo Tara” ci guarda per la seconda volta in due giorni con l’aria di chi proprio
non riesce a capire cosa caspita mai staranno facendo questi pellegrini... Bollino
numero 4.
L’ultimo giorno di questa settimana esplorativa montenegrina, purtroppo sotto
un’incessante pioggia, lo dedichiamo ad un giro veloce sul massiccio del Durmitor
dominato da una cima incurvata chiamata Meded. Oltre a queste vette ci sono altri
“gioielli” come altopiani erbosi e vallate, ghiacciai e acque ghiacciate anche in piena
estate, aree coperte da bellissime conifere, boschi di betulle e ginepri, pittoreschi
borghi e pascoli estivi. Peccato però non si abbia più tempo a disposizione... chissà
forse più avanti...
Il Montenegro è un piccolo stato dei Balcani che si affaccia sul Mar Adriatico. Confina con Serbia, Albania, Croazia e Bosnia-Erzegovina. Precedentemente unito alla Repubblica di Serbia,
dal 3 giugno 2006 la Repubblica del Montenegro è uno stato indipendente, proclamato con un referendum sull’indipendenza nel maggio 2006, evento che ha definitivamente segnato la
fine di quella che un tempo fu la Jugoslavia. Fino al 1919 il Montenegro aveva vissuto un lungo periodo di indipendenza, prima di fatto, poi sancita dal Congresso di Berlino del 1878.
La popolazione di circa 600.000 abitanti, di cui circa 140.000 concentrati nella capitale Podgorica, è composta da varie etnie: il gruppo principale è costituito dai montenegrini (43%), i
serbi costituiscono la minoranza più importante (31%), seguiti da albanesi (15%) e bosniaci (7%). La religione più praticata è quella cristiano ortodossa, ma è rilevante anche la presenza
musulmana. Sulla costa, inoltre, vive ancora una minoranza dalmata, di religione cattolica. Da notare che le città marinare di Cattaro e Castelnuovo (Herceg Novi) fino agli anni ’20 del
secolo scorso presentavano forti minoranze italiane, derivanti dalla dominazione veneziana dei secoli scorsi, testimoniata dalle splendide cittadine medioevali di Cattaro e Perasto, i due
centri in cui attualmente vivono i residui 500 abitanti di origine e lingua italiana.
Grande più o meno come il Trentino-AltoAdige, il Montenegro ha un territorio prevalentemente montuoso, con vette che arrivano fino ai 2500 metri del Durmitor, nel nord ovest del paese.
Importanti corsi d’acqua solcano gli altipiani: il Tara forma un meraviglioso canyon lungo circa 80 km ed insieme al Piva forma la Drina, importante affluente del Danubio, mentre la Moraca,
anch’essa caratterizzata da un bel canyon, alimenta il lago di Scutari, vicino alle coste adriatiche. Il calcare domina su tutto il territorio montenegrino, dando luogo a notevoli fenomeni di
carsismo. Le coste sono molto frastagliate e solo nella parte più meridionale, al confine con l’Albania, si trovano lunghe spiagge sabbiose. Spettacolari sono le Bocche di Cattaro, un fiordo
che si insinua per chilometri all’interno della linea costiera, ed il villaggio di Sveti Stefan. Il clima è caratterizzato da estati calde ed asciutte ed inverni freddi e nevosi, ad eccezione della
costa, ben protetta dalle catene montuose del Lovcen e dell’Orjen e quindi temperata anche nella stagione fredda.
Dal punto di vista del turista il Montenegro è una meta facilmente accessibile (raggiungibile dalla Croazia, dalla Bosnia, dalla Serbia o con traghetti diretti da Ancona e Bari), molto
conveniente e, a dispetto dei pregiudizi, sicura. L’euro è la moneta che ha corso legale. Per l’ingresso dalla Croazia e dalla Bosnia è sufficiente la carta di identità. Le strade sono piuttosto
tortuose, spesso strette ed in condizioni precarie, rendendo considerevoli i tempi di percorrenza. Le strutture turistiche (alberghi e campeggi) sono molto presenti sulla costa e scarse
nell’interno, ad eccezione delle località montane di Zabljak e Kolasin.
canYoning
Nel weekend del 12 e 13 maggio si è svolto a Rassa (Val
Sesia, Piemonte) una nuova edizione del Teva Extreme
Outdoor Games, manifestazione internazionale unica
nel suo genere in Europa, organizzata dall’Associazione
T.E.O.G. Valsesia. Si tratta principalmente di quattro
competizioni (kayak, skyrunner, mtb e bouldering) dove
vengono invitati i migliori specialisti nazionali e internazionali i quali si sono esibiti nelle gare organizzate in loco
(kayak e bouldering) e nelle zone limitrofe. Dall’anno
scorso il Gruppo Speleologico CAI Varallo è
stato chiamato per presentare il Canyoning. Ci
siamo trovati davanti al fatto di “inventarci” come promuovere l’attività del Canyoning senza andare in torrente! Come
abbiamo fatto?
Beh, il paese di Rassa è attraversato dal torrente Sorba il
jvan chemello
MONTENEGRO il racconto
ontenegr
TEVA EXTREME OUTDOOR GAMES
testo e foto
7
rio SECCO
accesso
si lascia la autostrada A10 al casello di Genova
Voltri. Si prende la SS1 Aurelia in direzione
Savona, si attraversa tutta la delegazione di
Voltri ed al termine, prima del ponte sul Cerusa,
si svolta a destra in direzione Fabbriche. La
strada si inoltra nella valle per alcuni chilometri.
Raggiunta Fabbriche si prosegue fino al bivio
un salto-cascata di 6m diviso in due da un
enorme masso incastrato proprio nel mezzo
della discesa. Da qui si cammina per un tratto
dentro “La Tetra”, una piccola gola con pareti
di roccia piuttosto alte, chiusa dagli alberi, dove
il sole non riesce ad entrare.
Una specie di toboga a curve di circa 8m invita
a stendersi e lasciarsi trasportare ma in caso
di portata notevole è meglio evitare il rischio di
farsi sbattere contro la roccia. Un’altra piccola
gola piuttosto chiusa (“la Goletta”) porta all’ul-
tima calata in corda, una cascata verticale di
9 m. (“la Cascata degli Anelli”), con alla base
un laghetto e dove ci si può fermare a prendere
un po’ di sole.
Da qui inizia l’ultimo tratto del torrente: un
enorme masso invita a fare qualche tuffo
in una bella lama (“la Capriola”), con acqua
limpidissima e un poco profonda. Poco dopo
si arriva alla “Tumbulata”, due brevi toboga in
sequenza, dove bisogna prenderli al centro per
non rischiare qualche botta al fondoschiena!
cartografia
Multigraphic, Appennino Ligure 3-4 (1:25000), Istituto
Geografico Centrale 16 (1:50.000)
canYoning
avvicinamento
Dalla macchina si segue il sentiero che procede verso monte proprio sul bordo del torrente
alla sua destra orografica. Dopo circa 10’ si
passa su un vecchio ponticello il quale porta
il sentiero alla sinistra orografica. Dopo aver
passato quattro affluenti il sentiero ritorna
quasi parallelo al torrente e, quando si vede
una piccola e vecchia pavimentazione a secco
del sentiero, lì è l’ingresso del torrente.
Il tempo di avvicinamento è di circa 50’.
8
discreto
V3 A2 III
1h 45’ + 3h 30’
mt 410 (700-290)
circa 1,8 km
7, max 30 mt
2 corde da 60 mt
insufficienti (2006)
0 km
primavera e autunno
serpentino
est
molte e piuttosto comode nella prima parte, complicate dopo la cascata da 30; pochi i tratti pericolosi.
accesso
Prendendo la SS 299 della Val Sesia si arriva fino a Varallo e da qui si sale verso la
val Mastallone (direzione Fobello – Rimella).
Dopo circa 1 km, dopo il famoso Ponte della
Gula, si prende un secco tornante a destra
con indicazione per Sabbia. Ad un tornante
si prende la strada che conduce alla frazione
Crosi fino alla fine della strada asfaltata, dove
si parcheggia l’auto.
descrizione
Il torrente comincia con una calatina verticale di
circa 6m (“la Placca”) con la possibilità anche
di tuffo in una marmitta di discrete dimensioni.
Subito dopo un altro tuffo di 4m porta in un
laghetto da attraversare con una nuotata.
Una breve camminata porta ad una cascata
inclinata (“l’Ibrida”), dove a metà della stessa è
possibile staccarsi dalla corda e tuffarsi dalla
cengia dentro una piccola lama. Quindi si arriva
forse al punto più emozionante del torrente:
una cascata inclinata di 10m (“la Bella”) armata
sotto l’acqua che, quando è molta, ti piomba
tutta addosso e quasi ti sommerge, finendo
nel grande calderone dove la corrente ti spinge
fin dall’altra parte. Una discesa in corrente e
una cascatella di 5m portano alla “Doppia”,
interesse generale
difficoltà
tempi
dislivello
lunghezza
calate
corde consigliate
ancoraggi
navetta
periodo cons.
geologia
esposizione
scappatoie
in alto
> la “Cascata Bella”
qui sopra > la “Cascata degli Anelli”
a fianco > il “Saltoboga”
luogo
difficoltà
tempi
dislivello
calate
corde consigl.
navetta
Val Sabbiola, Val Sesia (VC)
V2 A2 II
50’ + 2h 30’ + 5’
mt 150 (900-750)
9, max 10 mt
1 corda da 30 mt
0 km
Ancora un altro piccolo toboga e si arriva al
pezzo forte della discesa: “il Saltoboga”, un
toboga a forma di U, dove l’acqua ti spinge
e ti fa fare un salto dentro un gigantesco
calderone (tipo Gardaland!). Divertentissimo!
Ma in alternativa si può fare un salto di 4m.
Subito un altro toboga (“l’Onda”), che in caso
di grandi portate, l’acqua ti sommerge durante
la sua discesa. Ultimo scivolo (“il Baby”) poi si
esce sulla destra riprendendo il sentiero che
porta in 3’ all’auto.
per Sambugo, sulla sinistra, poco prima della
frazione di Fiorino. Si scende per pochi metri,
si varca il Cerusa e si prende a destra. Dopo
alcuni tornanti ed un tratto quasi rettilineo si
supera il Rio Secco su un ponte. Si parcheggia
sul primo tornante dopo il ponte.
avvicinamento
dall’esterno del tornante si raggiunge il greto
del rio e lo si attraversa, passando subito in
riva sinistra. Si prende un sentiero piuttosto
evidente che sale fino ad un bivio (arrivo di
una teleferica) dove si prende a destra. La
mulattiera prosegue in salita decisa con vari
tornanti fino alla collina dove si incontra una
strada sterrata ed una cappelletta. Si prende
a sinistra direzione nord ovest e si raggiunge
rapidamente un gruppetto di abitazioni (Case
Moscone – quota 430 m). Dopo circa 50
metri si lascia la sterrata e si sale a sinistra,
raggiungendo la strada asfaltata che collega
Fiorino a Case Soggi. Si segue l’asfalto fino
alle case (quota 450 m). Dietro le case si
entra (cancello da richiudere) in un pascolo
recintato che si attraversa, incontrando un
secondo cancello. Subito prima un sentiero sale
ripido a sinistra e raggiunge un terzo cancello,
più in alto. Si entra ora in una rada pineta e si
raggiunge velocemente un palchetto di caccia.
Poco dopo una traccia sale a mezza costa in
diagonale, in direzione del rio. Si sale fino a
raggiungere una piccola sella (praticamente
una discontinuità nella linea del crinale) a quota
620 m. Poco più in basso un vecchio sentiero
si inoltra lungo le pendici della forra, con una
cengia sostenuta da muretti a secco. Terminata
la parte più aerea si prosegue per tracce fino
al rudere di Cà di Pesci, a quota 635, vicino ad
un piccolo affluente del rio. Il sentiero si perde
definitivamente, ma l’assenza di alberi rende
l’orientamento piuttosto semplice. Si prosegue
a mezza costa, prendendo leggermente quota
e superando altre due vallette affluenti di
sinistra, fino al Giasse da Rua (quota 665),
inconfondibile casetta col tetto in tegole rosse
parzialmente integro. Dal Giasse un sentiero
abbastanza marcato sale verso uno sperone
roccioso a quota 700 e da qui si raggiunge
agevolmente il primo risalto del torrente.
descrizione
si comincia la discesa superando tre risalti che
portano alla prima calata: una bella verticale di
circa 20 metri con laghetto alla base. Altre due
disarrampicate precedono una calatina di 6
metri ed un altro risalto di una dozzina di metri.
Il percorso in questo tratto è poco inforrato e
consente di uscire abbastanza agevolmente. Un
tratto di marcia di un centinaio di metri precede
una bella calata di 12 metri e vari risalti che
fanno sì che la forra diventi progressivamente
più profonda. Si incontra quindi la massima
verticale di circa 30 metri che dà inizio alla
parte più interessante del percorso, essendo
seguita immediatamente da due calate di 24 e
11 metri, con un bel tratto inforrato. Un affluente
in riva destra precede cinque minuti di marcia,
dopo i quali la forra torna a stringersi con un
tratto di laghetti e risalti che precede ancora
una bella calata di circa 10 metri. La forra è ora
piuttosto marcata anche se mai stretta, con bei
laghetti ed alcuni risalti che consentono anche
qualche bel tuffo fino a 5 metri di altezza (in
alternativa disarrampicate fino al IV grado).
Una passerella in metallo al termine del tratto
inforrato segna la fine delle difficoltà, restano
ancora pochi minuti di marcia sul greto per
raggiungere il parcheggio a valle.
nota
si può verificare il livello al parcheggio a valle.
canYoning
presentazione
Il torrente Sabbiola è un classico torrente montano di medio-bassa quota con un’alimentazione idrologica nivo-pluviale, mediamente
con una portata di circa 100 l/s, con un’acqua
molto limpida e non presenta nessun tipo di
inquinamento se si escludono quattro baite frequentate durante il periodo estivo. Il torrente è
di medio-facile percorrenza e con molte vie di
fuga in caso di emergenza. L’ingresso si trova
a circa 900 m slm ed ha un dislivello di 150 m.
È piuttosto divertente, presentando diverse
situazioni, dal tuffo alla calata, dal toboga
ad alcuni tratti a nuoto. Vista la sua portata
mediamente scarsa consiglio di frequentarlo in
presenza di un buon flusso, altrimenti sarebbe
piuttosto noioso.
Percorso ormai quasi storico ma poco ripetuto,
il Rio Secco presenta scorrimento dopo periodi
di abbondanti piogge ma se si ha la fortuna
di trovarlo nelle condizioni ideali ripaga le
fatiche necessarie a raggiungerlo. Grande
ambiente e belle calate, con un finale che lascia
spazio anche al divertimento. Molti i risalti da
disarrampicare.
roberto schenone
premessa
L’estate scorsa parlando con gli amici di
esplorazioni, di colpo mi venne in mente che
qualche anno fa avevo esplorato un torrentello in una valle laterale della nostra Val Sesia.
Già, qualche anno fa, e me ne ero scordato!
Filippo (Dall’Aglio nda) fece quell’espressione
della serie “c’è un torrente attrezzato e io non
lo so?” Organizziamo l’uscita, ma siccome
lo avevo attrezzato diversi anni fa (meno
esperienza e soprattutto senza trapano!) non
ricordavo quasi nulla del percorso. Stavolta ci
attrezziamo per bene e così dopo tanto tempo
sono ritornato a frequentare questo torrente,
a torto dimenticato. Con Elena, Filippo e Luca lo
abbiamo riattrezzato in modo più consono. La
cosa che mi ha più sorpreso durante la discesa
è stata che alcuni maillon rapide e addirittura
una piastrina erano spariti! Mah!
testo e foto
testo e foto
paolo testa
torrente SABBIOLA
9
>
BAMBI E’ CRESCIUTO
testo e foto
daniele geuna
ma continua a combinare casini...
Sabato 15 settembre, uscita del Claretto (Novalesa,Val Susa, TO), durante i 2 giorni di uscite patrocinate
dall’AIC, ritornando verso il paese con Ema, ore 16:30. Esterno/giorno.
Il dehors di uno dei due bar del paese è
affollato di torrentisti che mangiano e bevono, sembra un po’ la scena della taverna
di Guerre Stellari… riti di saluto che manco
mentre con il binocolo osserviamo le traversie di un gruppo di francesi sulle ultime
cascate, veniamo a sapere che un gruppo
di genovesi (Sergio O. e c.) che scendeva
“…beh, speriamo in un infarto…con-tuttoquel-grasso”
“…l’è na sturia dulurusa ma guarda che è
intrattabile, un bestione da 200 kili con un
forestali, enti parco, cacciatori, torrentisti,
protezione animali, fin anco curie vescovili,
per tentare il primo soccorso di un ungulato
il cui nome già non sembra voler portare bene
(…è stato ungulato!).
E invece quattro giorni dopo l’avvistamento
riesce a contattare l’ufficio delle Guardie
Venatorie della provincia di Torino nella
persona del signor Tolosano che si presta
al soccorso, anzi allerta oltre che i suoi
uomini (e donne) anche i pompieri di Susa
e il nucleo elicotteri dei VVFF di Torino che
mettono a disposizione un elicottero. Dopo
una prima ricognizione delle Guardie Venatorie (i guardia caccia di chatterlayniana
memoria), venerdì 21 settembre parte dalla
caserma dei pompieri di Susa8 una carovana
Stato, perchè un equivoco vada a vedere un
sufficienti per alzarsi in piedi e camminare
granpremio con famigli al seguito.
attraverso il greto appoggiandosi sull’arto
Il finale per questa volta è in allegria: il cervo
fratturato che si piega in posizioni innaturali
si è ripreso, è stato siringato di
poi, finalmente, la codeina fa il
suo effetto, inizia a barcollare
“Bambi è vivo e lotta antibiotici e subito portato in una
riserva naturale (ci dicevano che
e si accovaccia, al sole e fuori
con noi” (il mio sms
non bisogna portarli nei centri di
dall’acqua. Subito i ragazzi lo
che annuncia la fine
recupero per animali selvaggi, lo
raggiungono, ci danno il perdelle operazioni)
stress delle cure invece di salvarli
messo di scendere e bloccano
li uccide) e ora, pur zampettando
zampe e corna mentre il dottosu tre soli punti ha una possibilità di
re procede all’amputazione del moncherino.
sopravvivere, nel torrente sarebbe
La frattura era completa, solo un lembo di
certamente perito dopo una lunga agonia
pelle tratteneva quel po’ di zampa. Qualche
(esperimenti condotti da qualche pazzo negli
punto di sutura e un casino infernale annunU.S.A., hanno dimostrato che i cervi muoiono
cia l’arrivo dell’elicottero da Caselle che cala
di fame dopo 45/50 giorni).
gli operatori e la rete per fare il più grande
Coglierei l’occasione per ringraziare, a
salame di cervo vivo mai tentato.
di macchine alla volta del Rio Malo; tra di loro
anche Bruno Camoletto, Andrea Montarulo,
Dario e me: i virgulti di Piemonte Canyoning.
Raggiunto il sito dove giace la bestiola (peso
stimato 180 kili), vengono approntate le calate. Scendono le Guardie Venatorie e Ezio
(il veterinario d’assalto) che si cala con il
fucile a tracolla, da una cengia spara il dardo soporifero ma Bambi ha ancora energie
“Qualche minuto e volerai a valle, bello mio”
gli dico mentre lo accarezzo (quando mai mi
capiterà ancora di coccolare un cervo?) e
penso a che bellissimo gesto sia stato quello
di Dario che non si è dato per vinto alle prime
difficoltà, a quello di questa brava gente che
si è fatta un culo così, a questi servizi che
mi rendono un po’ meno infelice di pagare le
tasse e non vederle solo sfumare in voli di
Dario non si da pace, non
vuole lasciare che la bestia
muoia e incomincia un
immenso giro di telefonate
il Rio Malo (…nomen-omen) è incappato
in una vasca a monte della calata da 60,
in un esemplare di cervo maschio con una
zampa rotta.
“cacchio che peccato, non ne uscirà mai vivo,
speriamo almeno che muoia in fretta”
“…a fine estate, con tutto il grasso che ha
accumulato di freddo non morirà di certo…”
palco di corna così, se ti avvicini ti affetta
come un salame…”
Fine della storia… ma non per tutti.
“Guardare le palle di un cervo porta fortuna assai” (proverbio popolare di Venaus)
Infatti Dario (mio fratello) non si da pace, non
vuole lasciare che la bestia muoia e incomincia un immenso giro di telefonate a guardie
canYoning
torino 4/7 ottobre 2007 > Alpi 365, l’AIC c’era...
10
Invitata a partecipare ad Alpi 365 a Torino, l’Associazione Italiana Canyoning, rappresentata in quest’occasione dai soci di Piemonte Canyoning,
ha riscosso un buon successo.
Discreto lo sbattone per stampare i 3 nuovi cartelloni che illustrano la nostra attività: una mega fotona, un cartellone attività che si propone di
spiegare che cosa sia il torrentismo e uno più specifico sull’ambiente canyon: come si generano i canyon (piratato a P. Madonia, grazie postumo),
una breve parentesi poetica e un riquadro sull’inquinamento.
Abbiamo provveduto a stampare anche una serie di depliants sull’associazione in generale, utilizzando in parte
i testi dei vecchi prodotti. Buona anzi ottima l’affluenza di pubblico interaverso
ressato e, direi, ottima anche la figura della nostra associazione.
tità alpinaoanttta g n a è
en
id
l’
re
a
u
m
id
[Indiv if le s s io n e s u ll a i 365 Expo,
A parte i ringraziamenti, doverosi, a chi si è impegnato per i buoni risultati di cui
u n a r o dichiarato di Alp presentato
sopra e i volonterosi standisti/e, non sono mancate le parentesi divertenti come
l’obiettiv4 al 7 ottobre ha rap ze ]
la nascita della “criatura”, il manichino torrentista recuperato in quel di Arnad
che dal tutte le loro valen
24 ore prima che iniziasse tutto.
Alpi in
le
nome mio e del cervo, i sigg. ri Bianco,
Plano, Nemo,Villani e Peverelli dei VVFF, le
ottime Guardie Venatorie della Provincia di
Torino, il sig. Tolosano, Leone (che faceva le
riprese), Alberto, Diego, Valter, Marco, Piero,
Luca, il veterinario d’assalto il sig. Ezio e chi
si è sbattuto perché questa storia avesse
un lieto fine, sopra tutti Dario che ci ha
creduto da subito.
> calendario 2008
complimenti alle quasi
130 foto ricevute,
a quelle pubblicate
e a tutte quelle che
avrebbero meritato una
pagina che non hanno
potuto avere, per colpa
di un anno che ha solo
12 mesi.
grazie a tutti !
canYoning
tra i vichinghi, pacche che si abbattono
come portali sulle schiene, grugniti e complimenti per la velocità di percorrenza dello
squadrone “esodo” (20 tra maschietti e
femminucce) che hanno disceso il Claretto
sup. in 6 (!) ore.
“…ok, un mese fa stavamo ri-armando ma
eravamo in 11 e ce ne abbiamo messe 8 di
ore… siamo proprio un po’ schiappe” …poi,
11
’
canyon”. . . ” che cosa e un canyon?”
’
Beh dopo esserci andati ve lo possiamo raccontare: si va giu per i fiumi
ma quelli stretti, si scendono le cascate, si va sugli scivoli di pietra che
’
’
chiamano toboga e quando si puo si fanno i tuffi. Una volta ci e capitato
di incontrare una rana che aveva deposto tante uova da dove sono nati
’
tanti girini che giocavamo a prendere. E stato tutto divertente, a volte
’
’
la paura un po ti prende ma se la vinci e tutto fanrastico. Se ti capita
’
’
di scivolare e normale perche le pietre sono scivolose, fai attenzione! Al la
fine della giornata siamo stanchi ma felici , anche di poter tornare a fare
canyoning. . .
Serena, 11 an
ni
canYoning
Da sempre mio papà ha fatto torrentismo.
Quando avevo otto anni mi ha portata a fare l’Argentina con una mia amica.
È stata un’esperienza indimenticabile. L’anno dopo ho fatto il Casco, in Umbria,
con Kristian. Ha detto che ero la prima bambina che lo faceva, anche perché c’è
una cascata di 28 m !!!! Proprio quella sera gli hanno comunicato che era stato
eletto nuovo presidente dell’AIC!!! Poi ho fatto il Kramasury, in Francia, mi
è piaciuto molto, ma all’ultima calata avevo i guanti e la corda mi è scivolata
dalle mani e sono caduta in acqua, ma per fortuna sotto c’e ra una pozza bella
e profonda!
Mi sono spaventata molto. Ma non tanto da smettere di fare i torrenti!
12
Per me il canyoning è stupendo e molto divertente. Ogni volta che
vado in forra incontro gente nuova,che diventano subito miei amici.
Quando ho la possibilità mi tuffo,quando invece non posso mi calano e cerco
di andare veloce ed essere come una professionista,cosi poi mi prendo i complimenti.
In fiume incontriamo sempre i ragni d’acqua. Quest’anno ho imparato a scendere con la corda, avevo un
po’ paura, ma poi il mio papone (fiero come un budino…) mi ha incoraggiato,cosi sono scesa da sola con
sotto ad aspettarmi Gian,un mio amico,che mi teneva la corda. A me piace arrampicare ma mi piacciono
soprattutto i toboga.
Quando vado prego sempre che non piova e se per caso piove spero che non venga l’onda di piena.
0 anni
Per fortuna io non l’ho mai vista e spero che non la vedrò mai.
Teresa, 1
Il canyoning e’ uno sport molto bello dove ci sono
tante cose belle da vedere, da fare e soprattutto
cose fantastiche della natura da vedere. Ci sono
tanti amici da conoscere e si gioca molto (tuffi,
scivoli di pietra, discese con le corde, nuotate).
A volte ci sono dei precipizi che ti fanno paura
quando devi scendere con la corda. Solo che poi
se affronti le tue paure ti diverti e per di piu’
non puoi piu’ tornare indietro a quel punto e
quindi bisogna continuare ad andare avanti ed
essere coraggiosi.
Alla fine del fiume si e’ faticato molto
ma e’ cosi’ che si rende lo sport
entusiasmante.
Mi piace perche’ ci sono tanti animali
(pesci, rospi, ragni d’acqua, girini....),
perche’ mi insegna ad essere
coraggioso, perche’ ci sono tanti
nuovi amici sia adulti che bambini e
ti puoi divertire con loro.
Lo consiglio ai miei amici perche’ e’ uno sport
eccitante per bambini avventurosi e per crescere
coraggiosi ma non agitati, quindi senza paura ma
senza fare i matti.
Continuero’ a farlo fino a quando saro’ vecchio.
All’inizio forre sì, ma solo senza tuffi. La mia prima forra è
stata il Presale, sul monte Nerone, tre anni fa, forra con 5/6
tuffi bassi, ma fatti: nessuno! Avevo un po’ paura…
Invece sabato 4 agosto ’07 in Val d’Ambra, in Svizzera, ho fatto
solo tuffi e un paio di toboga, abbiamo messo la corda solo tre
volte. Romano Perotto ed altri, che erano con noi, praticamente mai.
Io mi sono tuffato in un salto da otto o nove metri e mio babbo, per non fare brutta
figura, ha fatto tutti i tuffi che ho fatto io.
Durante il raduno, alle cene nella sala Olimpia, hanno proiettato più volte il video dei Ceffi, il gruppo di Rivadossi, e deve
essere stata la visione di tutti quei tuffi (fino a trenta metri) a contagiarmi.
In Val d’Ambra io e Rebecca, che ha nove anni ed è la figlia di Fabio e Sonia di Roma, abbiamo tuffato più dei suoi genitori.
Arrivati al “salto dell’Angelo” ho fatto un pensierino sul tuffo da 12/15/17 metri, misura data a seconda di chi lo guardava.
Alla fine ci siamo calati tutti tranne i tuffatori matti. In una calatina da 2 metri con una corda fissa io e Rebecca ci siamo
calati con Giorgio che ci faceva sicura, poco più in là c’era un salto e Giorgio ci doveva tenere a freno sennò saltavamo
senza aspettare i nostri genitori. Dopo un po’ io e Rebecca ci lamentavamo perchè avevamo fame, allora ci siamo fermati a
fare merenda. Abbiamo mangiato: cioccolata, biscotti al cioccolato, frutta secca e barrette energetiche. Credevamo che c’era
ancora un’ora di forra ma invece siamo arrivati all’uscita dopo poco. Romano Perotto ha dato “il cinque” a me e Rebecca per
quanto ci siamo tuffati.
anni
Ringrazio i compagni di forra per la bella giornata in Val d’Ambra e per la pazienza che hanno avuto.
Nicola, 10
Il canyoning
secondo gli
esperti
Il prof.
Otto von
Descender,
docente di psico-motorietà
infantile in ambienti umidi,
al pari di molti suoi colleghi,
dice che il torrentismo aiuta
lo sviluppo dell’equilibrio
emozionale e delle capacità
motorie e relazionali nei
soggetti di età inferiore a bla
bla bla....
Teresa, 10 anni, dice:
UUU
AAUUUUUU
UUUUAAAAA
!!!!!
canYoning
’
..un giorno papa e mamma ci hanno detto “ venite, andiamo a scendere un
Alessandro, 10 anni
ni
rico, 10 e 7 an
Martina e En
13
GENITORI & FIGLI in forra
val d’Osogna ^ Canton Ticino ^ foto cristiano massoli
qualche semplice consiglio per le prime esperienze
Se ha letto nei vostri
occhi il piacere e
l’emozione che
si prova nel fare
canyoning, sorge
quasi naturale il suo
desiderio di provare
e condividere con voi
queste emozioni
ELEZIONI DEL CONSIGLIO
DIRETTIVO 2007/2010
PRO-CANYON 2007
Nell’ambito del progetto di
riattrezzamento e monitoraggio
dei canyon italiani hanno ottenuto
il bollino ProCanyon i rii Secco e
Grognardo in Liguria, il torrente
Ania in Toscana e la forra di
Roccagelli in Umbria. Approvati
inoltre i progetti di riarmo della
Val Pilotera (SO) e del fosso le
Vene (IM).
Questi i nominativi ormai noti dei
nuovi Consiglieri AIC e le rispettive
cariche per il prossimo triennio.
presidente: Christian Vento
vice presidente: Francesco Berti
segretario: Emanuele Bena
tesoriere: Roberto Schenone
altri consiglieri: Milena
Argiolas, Maurizio Biondi,
Matteo Maragotto
ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEI SOCI AIC
STIPULATA UNA NUOVA
CONVENZIONE CON KONG
Grazie ad essa i Soci AIC possono
godere di sconti dal 20 al
30% presso lo spaccio
aziendale, della KONG (via XXV
Aprile 4, Monte Marenzo, Lecco),
attuale sponsor tecnico del progetto
ProCanyon.
canYoning
testo fulvio
14
2° livello
Convocazione per il giorno
sabato 3 novembre in
occasione del Raduno Speleo in
Garfagnana.
Tale assemblea sarà effettuata in
prima convocazione alle ore 13.00
ed in seconda convocazione alle
ore 14.30.
pastore ^ foto andrea dalla vittoria
Ogni genitore torrentista, prima o poi, ha
pensato di fare provare l’esperienza del
canyoning al proprio figlio/a. Quando sono
ancora piccoli magari tu, appassionata/o di
forre e cascate, lasci il pargolo al marito o alla
moglie, o meglio, voi, mamma e papà, lasciate il
“cucciolo” ai nonni e vi godete qualche bella ed
impegnativa discesa in compagnia di amici.
Ma, prima o poi, pensate: “Un giorno, quando
cresce, voglio portare anche il mio bambino”.
Credo sia naturale e anche bello il desiderio di
fare condividere anche ai propri figli (o meglio:
con i propri figli) una così bella esperienza di
natura. Subito avanzano però alcuni dubbi:
“quando potremo portarlo?” e “ dove potremo
portarlo?”. Ma prima forse prima bisogna
chiedersi e soprattutto chiedergli: “vuoi
venire?”.
Certo: se ha letto nei vostri occhi il piacere e
l’emozione che si prova nel fare canyoning,
sorge quasi naturale il suo desiderio di provare
e condividere con voi queste emozioni. Ma per
lui deve essere un piacere ed una curiosità
solo sua. Se non cogliete questa curiosità,
se preferisce stare in compagnia degli amici
a giocare in cortile, lasciate stare. Forse non
è ancora il momento o forse non gli avete
passato nei geni quel vostro “furore di forra”.
Sicuramente è più divertente per lui per la
prima esperienza coinvolgere anche uno o
due amici del cuore. D’altra parte il canyoning
è una attività di montagna di carattere sociale
(lo si fa abitualmente in gruppo) e sarà per lui
più bello e giocoso poter condividere questa
esperienza con qualche amico.
Ma a partire da quale età? È difficile dirlo perché
dipende da bambino a bambino in base alle sue
qualità motorie e al suo sviluppo. Comunque
una età adatta credo sia attorno a 8/9 anni.
Fondamentale è l’individuazione di dove portarlo.
La scelta deve essere ovviamente posta su un
percorso facile, molto ben conosciuto, breve
(i tempi specie all’inizio si possono dilatare
di molto), con poca portata e in estate,
quando temperatura dell’aria e dell’acqua non
“mangiano” velocemente le riserve di energia
dei nostri bimbi. Teniamo conto che spesso
per loro spesso vale la “regola dell’on/off”:
cioè sino ad un attimo prima magari sprizzano
di energia e poi improvvisamente, quasi senza
segni premonitori, hanno la “batteria a terra”.
Quindi: percorso breve, acqua “calda” e meglio
se con possibilità di vie di uscita. Siamo lì per
divertirci e soprattutto per fare divertire loro.
Quindi niente curiosità strane di nuovi itinerari
anche se magari la guida li indica come adatti
ai principianti.
Ovviamente per i nostri bimbi/ragazzi valgono
gli accorgimenti e le regole tecniche che valgono
sempre in presenza di principianti (e non solo),
…senza mai distrazioni. Quindi assolutamente
d’obbligo due torrentisti esperti: uno sempre
davanti a tutti e l’altro che chiude il gruppo.
Quando si deve utilizzare la corda, uno fa
la manovra superiore (corda ovviamente
sbloccabile) e l’altro fa sicura dal basso
tenendo sempre il capo della corda, in modo
che, se il bimbo perdesse la presa durante la
calata, lui può tensionare dal basso la corda ed
evitare una discesa non controllata. Sull’armo
facciamo la manovra con il mezzo barcaiolo e
non con l’otto a contrasto perché i bimbi pesano
poco e se occorre dare corda (o per qualche
strano motivo recuperare corda) la cosa riesce
più facile.
È inoltre molto importante verificare sempre con
attenzione che il bimbo scenda lungo la verticale
per evitare possibili pendoli se poi “partisse”
un piede. È vero che c’è l’altro operatore in
basso che tiene il capo inferiore della corda,
ma comunque è meglio evitare. Se la roccia
è scivolosa lungo la via di calata facciamoli
sdraiare. Eviteranno di sbattere se gli “scappa”
il piede e per loro è anche più divertente. Se la
portata del percorso è veramente modesta,
consiglierei inizialmente per un paio di salti di
calare il bambino per fargli capire (senza dover
lui concentrarsi anche sul discensore) quale è
la corretta postura del corpo e la gestualità
durante le calate.
Ovviamente per le calate saremo noi genitori
a passare la corda nel discensore del nostro
bambino, ma non rinunciamo a spiegargli
sempre cosa facciamo e perché lo facciamo:
vedrete che imparano molto velocemente.
Passiamo a tuffi e toboga: questi
rappresentano certamente l’aspetto ludico del
canyoning. Figuratevi allora quale divertimento
possono costituire per i nostri ragazzi. Valgono
ovviamente le raccomandazioni generali (mai
salti forzati, sondare la pozza…) con in più la
regola di procedere molto per gradi. Quindi
mai salti mirati o con spinta o troppo alti; deve
esserci la possibilità di poter anche sbagliare
senza per questo correre pericoli: quindi
pozza di ricezione ampia e altezza del salto
decisamente modesta.
Non dimentichiamo però mai che spesso ci si
fa male nei posti e nei modi apparentemente
più semplici. Massima attenzione quindi anche
durante la progressione orizzontale indicando
sempre la presenza di appoggi scivolosi e
massima attenzione anche nelle descalate
più banali. Occorre assisterli con la massima
cura anche in questi passaggi. Al minimo
dubbio tiriamo fuori la corda dal sacco ed
assicuriamoli.
La regola generale è sempre e comunque quella
del divertimento nella calma e nella massima
prudenza per non fare prendere loro (e pure
a noi genitori) inutili paure e non correre il
rischio che la prossima volta non vogliano più
condividere con noi una così bella esperienza
di vita nella natura.
Un ultimo consiglio: se vediamo qualche
animale indichiamoglielo cercando di spiegare
(se possibile) le sue abitudini; ed ovviamente se
troviamo qualche bottiglia di plastica o altro
rifiuto facciamoglielo raccogliere e mettere nel
nostro zaino; è meglio non perdere nessuna
occasione per un po’ di educazione ambientale
(…anche per noi adulti).
1° livello
NUOVI COORDINATORI
REGIONALI AIC
2° livello
Emilia:
Alessandro Marchi
Umbria:
Claudio Macchiarini
Sicilia:
Diego Leonardi
Trentino Alto Adige:
Marcello Carli
NUOVE NOMINE
INCARICHI SOCIALI
Il ligure Christian Roccati
collaborerà con Piero Golisano,
attuale addetto stampa,
per la corretta divulgazione
dell’immagine dell’AIC e del
torrentismo attraverso gli organi
d’informazione.
Milena Argiolas, di Cagliari,
è invece il nuovo Responsabile dei
Rapporti con le Aziende per l’AIC.
3° livello
> associazione
AGENDA > info a 360°
associazione italiana canyoning
Consiglio Direttivo ([email protected])
Presidente Christian Vento ([email protected])
Vice-Presidente Francesco Berti
Segretario Emanuele Bena ([email protected])
Tesoriere Roberto Schenone
Consiglieri Milena Argiolas ^ Maurizio Biondi ^ Matteo Maragotto
Commissione Catasto Paolo Bolis ([email protected])
Commissione Scientifica Paolo Madonia ([email protected])
Commissione Tecnica Maurizio Biondi ([email protected])
Ufficio Stampa Piero Golisano ^ Christian Roccati ([email protected])
Ufficio Editoria Cosimo La Gioia ([email protected])
Ufficio Assicurazioni Sara Morando ([email protected])
Contatti aziende Milena Argiolas ([email protected])
Consulente privacy Mauro Santamaria ([email protected])
Redazione notiziario Luca Dallari, Daniele Geuna, Andrea Peruch ([email protected])
Gestione Forum Alessandro De Simoni
Webmaster Paolo Giannelli, Stefano Rossi, Gabriella Russo ([email protected])
Quote associative per l’anno sociale 2008 (con validità fino al 31/12/2007)
- socio singolo 25 euro
- socio minorenne figlio di socio singolo 12,50 euro
- socio sostenitore quota libera (minimo 40 euro) in regalo la t-shirt AIC
- associazioni e società affiliate 110 euro comprendente una tessera intestata
all’Associazione + 4 tessere singole intestate a 4 soci dell’Associazione; la quota di
iscrizione per ulteriori Soci è di 14 euro
Il pagamento può essere effettuato nei 3 seguenti modi:
1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento
online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD all’indirizzo:
www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm
2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato ad
Associazione Italiana Canyoning specificando la causale quota sociale 2008
3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA
11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” presso BANCOPOSTA Ufficio Genova
Centro Via Dante 4B/N, intestato ad Associazione Italiana Canyoning, specificando
nell’ordine di bonifico la causale quota sociale 2008
Nel caso 1 la notifica di pagamento è automatica.
Nei casi 2 e 3 va conservata la ricevuta dell’avvenuto pagamento e va data comunicazione via mail o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 347 4181305).
partners commerciali
Le offerte proposte sono riservate ai Soci AIC. Maggiori dettagli su offerte e variazioni
dei listini nella newsletter AIC (riservata ai Soci).
AET NATURE ^ www.aetcanyoning.com ^ tel +33 4 93044764
ALPINGUIDE Guide Alpine Arco Lago di Garda ^ www.alpineguide.it
[email protected] ^ tel +39 0464 422273 ^ cell +39 346 7000590
ARTISTIC SPORTSWEAR ^ www.artistic-sportswear.de
[email protected] ^ tel +49 522144442
ASPORT’S Mountain Equipment ^ www.asport-s.com
[email protected] ^ tel +39 0437 470129 ^ fax +39 0437 470172
LA VENTA Exploring Team ^ www.laventa.it
[email protected] ^ [email protected] ^ fax 0422 320981
RAFTING UMBRIA ^ www.raftingumbria.it
[email protected] ^ cell +39 348 3511798 / 328 0143735
RESURGENCE ^ www.resurgence.fr ^ tel +33 5 59217856
ROC! ^ www.rocsport.it ^ [email protected] ^ tel +39 079 200047
SPORTLAND COMPANY ^ [email protected]
coordinatori regionali
Le persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere eventi.
Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: [email protected]
Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453
Romagna Francesco Michelacci ^ tel 0547 673261 / 347 9186715
Friuli Sebastiano Broili ^ tel 348 6965069
Venezia Giulia Romy Siegl ^ tel 040 9381029 / 347 4349947
Lazio Alessandro De Simoni ^ tel 335 1905115
Liguria - Levante e Genova Gian Luca Biagini ^ tel 010 2464605 / 338 1399802
Liguria - Ponente e Nizzardo Fulvio Pastore ^ tel 0184 535923 / 348 7801533
Lombardia Mauro Santamaria ^ tel 349 1835818
Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo tel 011 2731197 / 335 6110291
Piemonte - Sesia, VC, NO, VB, Cusio-Ossola Paolo Testa ^ tel 0163 826150 / 347 0436933
Puglia Fausto Meleleo ^ tel 0832 248181 / 333 3464460
Sardegna Salvatore Ribichesu ^ tel 347 8138248
Sicilia Diego Leonardi ^ tel 329 9188187
Toscana Romano Perotto ^ tel 055 4210677 / 337 337700
Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554
Umbria Claudio Macchiarini ^ tel 347 6868569
Valle d’Aosta Andrea Mantovani ^ tel 0165 45726
Veneto - Verona Francesco Cacace ^ tel 045 7725445 / 348 3398199
Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello ^ tel 347 5968595
scuola nazionale canyoning ([email protected])
Istruttori Formatori > Maurizio Biondi (Direttore) ^ Roberto Coppo ^ Erwin Kob
(ViceDirettore) ^ Roberto Recchioni
Istruttori > Francesco Berti ^ Marco Biasioni ^ Francesco Cacace ^ Marcello Carli ^
Marco Cellitti ^ Luca Dallari ^ Alessandro De Simoni ^ Martino Frova ^ Carlo Gatti ^
Diego Leonardi ^ Maria Franca Lepre ^ Uberto Liuzzo ^ Cristiano Massoli ^ Andrea
Nadali ^ Giovanni Pizzorni ^ Stefano Rossi ^ Dino Ruotolo ^ Roberto Schenone ^
Romy Siegl ^ Paolo Spreafico
biblio-videoteca riservata ai soci AIC
50 Canyons in Central Greece G. Andreou ^ euro 35,00 ^ soci AIC euro 28,00
Canyoning in Francia R. Coppo - L. Dallari - R. Schenone ^ euro 19,00 ^ soci AIC euro 16,00
Canyoning in Lombardia P. van Duin ^ euro 25,00 ^ soci AIC euro 22,00
Canyoning nel Mediterraneo C. Conca - D. Leonardi - P. Madonna ^ euro 13,00 ^ soci AIC euro 10,00
Canyons de Madère ^ euro 23,00 ^ soci AIC euro 22,00
Canyons de Haute-Provence F. Jourdan - J.F. Florina - P. Tordjman ^ euro 20,00 ^ soci AIC euro 17,00
Canyons Slovenes F. Jourdan - J.F. Florina ^ euro 16,00 ^ soci AIC euro 14,00
Cascades Gorges & Canyons des Préalpes d’Isère et de Savoie B. Hauser ^ euro 22,00
^ soci AIC euro 18,00
Come fare canyoning C. Conca ^ euro 14,00 ^ soci AIC euro 11,50
Creta Canyoning Y. Bromirakis ^ euro 25,00 ^ soci AIC euro 24,00
Descentes de Canyons en Ardèche F. Jourdan - J.F. Florina ^ euro 20,00 ^ soci AIC euro 17,00
Descentes de Canyons en Savoie F. Martin - C. Altazin ^ euro 17,00 ^ soci AIC euro 16,00
Figlie dell’acqua e del tempo G. Antonini ^ euro 21,69 ^ soci AIC euro 17,00
Gli ambienti di Forra - Geologia e Idrologia P. Madonia ^ euro 5,00
Gole & Canyons Vol. 1 - Italia Centrale V. Carlin - T. Dobosz - G. Ecker - A. Pinotti - R. Recchioni
^ euro 18,00 ^ soci AIC euro 15,50
Gole & Canyons Vol. 2 - Italia Nord Est M. Biondi - F. Cacace - R. Schenone ^ euro 19,00 ^
soci AIC euro 16,50
Gole & Canyons Vol. 3 - Italia Nord Ovest F. Cacace - R. Jarre - D. Ruotolo - R. Schenone ^
euro 23,00 ^ soci AIC euro 19,50 (volumi 1+2+3 euro 60,00 ^ soci AIC euro 46,00)
Le Tour de l’Europe en Canyon S. Coté ^ euro 25,00 ^ soci AIC euro 22,00
Male Vesse (Vallèe de la Bléone, Francia) S. Coté ^ euro 19,00 ^ soci AIC euro 16,00
Profonde Gole M. Sivelli, M. Vianelli ^ euro 10,50
Valutazione del rischio da piena in forra P. Madonia ^ euro 4,00
l pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi:
1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento del nostro
Negozio Virtuale e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD all’indirizzo: www.canyoning.it/
acquistiaic
2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto + le spese di spedizione sul CCP n.
11855608 intestato ad Associazione Italiana Canyoning specificando la causale
3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto + le spese di spedizione sul conto BANCOPOSTA 11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” presso BANCOPOSTA Ufficio Genova
Centro Via Dante 4B/N intestato ad Associazione Italiana Canyoning specificando la causale
Per le modalità 2 e 3 è necessario versare le spese di spedizione (contattare Cosimo la Gioia,
tel 320 4010459 ^ [email protected], per conoscere l’opportuna tariffa postale)
associazioni affiliate
Ass. Aqua Germignaga (VA) ^ www.euforione.supereva.it ^ tel 0332 813001
A.S.A.N. “Su e giù” Nettuno (RM) ^ www.asan.it ^ cell 333 9238077
Movimento e Natura Volpiano (TO) ^ www.movimentoenatura.it ^ cell 320 9772806
Ass. ҮΨλsophy Institute Sutri (VT) ^ www.sigmasophy.com ^ tel 0761 609351
A.S. Olympic Rock Trieste ^ www.olympicrock.it ^ tel 040 825222
Adventure Team Triggiano (BA) ^ www.adventureteam.eu ^ cell 392 5526901
CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ [email protected] ^ cell 335 8124109
Cica Rude Clan Canyoning Genova ^ www.cicarudeclan.com ^ cell 347 5038073
Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (TO) ^ [email protected] ^ tel 0121 202711
Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114
Etna Canyoning Giarre (CT) ^ www.etnaadventure.it ^ cell 329 9188187
Etna Discovery Slam Tour Tremestieri Etneo (CT) ^ www.slamtour.it ^ tel 095 7125514
G.A. “C. Battisti” Corrubbio di Negarine (VR) ^ www.cesarebattisti.org ^ tel 045 8018833
G.E. H2otto Cesenatico (FC) ^ [email protected] ^ cell 347 9186715
G.G. Brescia “Corrado Allegretti” Rodengo Saiano (BS) ^ www.ggb.it ^ cell 347 4473822
G.G. “Emilio Roner” CAI SAT Rovereto (TN) ^ www.gruppogrotte.it
G.S. CAI Malo (VI) ^ www.speleomalo.it ^ cell 347 5968595
G.S. CAI Sezione Varallo (VC) ^ www.caivarallo.it ^ cell 347 0436933
G.S.F. Besenello Rovereto (TN) ^ www.speleocanyon.it ^ cell 349 4442044
G.S. Leccese ‘Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ tel 0832 248181 ^ cell 338 8947823
G.S. Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633
G.S.T. “G. Guedoz” Legnano (MI) ^ [email protected] ^ cell 347 9196696
G.T. Albatros Monterotondo Scalo (RM) ^ [email protected] ^ cell 328 0671599
G.T. X-Gatt Canyoning Introbio (LC) ^ www.x-gatt.com ^ tel 0341 980341
GOA Canyoning Genova ^ www.cailiguregenova.it ^ cell 333 6021775
Gruppo Zompafossi Montefranco (TR) ^ [email protected] ^ cell 392 5259385
Liguriadventure Bargagli (GE) ^ www.liguriadventure.it ^ cell 349 6762389
MKF Vara Chiavari (GE) ^ www.mkfvara.org ^ cell 338 2819725
Monrosa Canyoning Balmuccia (VC) ^ www.monrosarafting.it ^ cell 347 3200303
Odissea Naturavventura Nave (BS) ^ [email protected] ^ cell 348 2214569
Piemonte Canyoning Rivoli (TO) ^ [email protected] ^ cell 335 6110291
Scout dell’Alcantara Motta Camastra (CT) ^ www.golealcantara.it ^ tel 0942 985010
Slow Canyon Team Roma ^ [email protected] ^ cell 335 7516223
Toboga Club Latina ^ www.torrentismo.it ^ cell 329 3212271
Toscana Canyoning Team Firenze ^ [email protected] ^ cell 333 3560368
foto francesco berti
ParcoNaturaleRegionaleParcoNaturaleRegionale
del Beigua
dell’Aveto
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