associazione italiana
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NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > novembre 2010
> GPS e coordinate
proviamo a fare chiarezza
> belin che freddo!
canyoning in inverno
tra neve e ghiaccio
> sicurezza
siamo sulla strada giusta ?
25
numero
canYoning
25
numero
ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING
www.canyoning.it ^ [email protected]
sede c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)
l’editoriale
in copertina
val Maggiore ^ Ponte nelle Alpi ^ Belluno
foto francesco michelacci
“Un’altra estate torrentistica è passata. Anche quest’anno si registrano
nuove esplorazioni, un crescente entusiasmo degli appassionati, un sempre più
intenso sfruttamento commerciale della disciplina, un consolidato interesse
dei media “generalisti”, aziende che “attaccano” il mercato torrentistico
con materiali specifici e, per quanto riguarda l’AIC, il rinnovato impegno
divulgativo e la proposta di un moderno approccio al canyoning. Anche
quest’anno, ed è il rovescio della medaglia, troppe notizie di incidenti
evitabili, alcuni percorsi letteralmente invasi da orde di torrentisti
improvvisati, canyon che continuano a servire da scarico fognario per alcuni
comuni.”
Mi rivolgo ai “soci storici”: vi sembra di avere già letto queste parole?
Esatto, è proprio così, è l’incipit dell’editoriale che scrissi per il
notiziario di novembre di 8 anni fa (la versione pdf del notiziario di
novembre 2002 si trova anche sul sito AIC). Direi che avrei potuto scrivere
le stesse cose dell’estate 2010. Ho riletto poi il resto dell’articolo ed ho
verificato che, tutto sommato, AIC ed il torrentismo sono rimasti quasi fermi.
redazione
luca dallari
daniele geuna
francesco michelacci
marta tosco
Per tutti i torrentisti, AIC e non, la più bella novità di questi anni, visto
che si parla di casi di emergenza, è l’impegno del CNSAS nella creazione
di tecnici di forra specializzati. L’altro dato incontestabile è che la
diffusione di cultura torrentistica ed i materiali hanno consentito un
generale innalzamento delle difficoltà superate ed un abbassamento dei tempi
di percorrenza delle forre.
hanno collaborato
maurizio biondi
sebastiano broili
marcello carli
erwin kob
mattia pilato
Tuttavia il torrentismo come “movimento” continua a navigare a vista. Nessuno
degli attori sulla scena sembra interessato (compresa AIC) a portare avanti
discorsi unitari e coordinati, oserei dire logici. Ognuno va per la propria
strada. Riporto un’altra frase dell’editoriale di novembre 2002, ancora
molto attuale. “Un obiettivo di tutti coloro che hanno a cuore il canyoning
dovrebbe essere una maggiore collaborazione tra le varie associazioni ed enti
(banalmente: l’unione fa la forza), sia esso il centro o il “contorno” della
loro attività.” Sinceramente sono giunto alla conclusione che in pochi abbiano
a cuore il canyoning, per lo meno al di fuori della propria attività.
Per quanto riguarda AIC le novità degli ultimi 8 anni sono rappresentate
fondamentalmente dalle iniziative della serie “Forre pulite” e dal raddoppio
del numero di soci (abbiamo ormai superato i 600). La conseguente maggiore
disponibilità di denaro ci consente, tra l’altro, di stampare questo splendido
notiziario (a colori ed in numero di pagine maggiore) e di continuare il “Pro
Canyon”. Oltre ovviamente alla felice consuetudine di organizzare raduni
internazionali che anno dopo anno sono più belli ed interessanti. Continuiamo
quindi a perseguire con efficacia gli scopi statutari, ma non riusciamo a
porci un obiettivo di più ampio respiro che permetta al canyoning di uscire
da questa sorta di limbo in cui continua a vivere. Ci accontentiamo di un
tranquillo “tran tran”, interrotto solo dalla nostra specialità: farci male
da soli. È evidente che uno dei principali motivi di questa situazione è
l’instabilità dei cosidetti quadri dirigenti (parolone!), figlia della scarsa
disponibilità ad impegnarsi da parte del corpo sociale, della incredibile
litigiosità dei torrentisti, del tipico individualismo italico e dell’utilizzo
perverso di un grande mezzo quale è internet. Il 90% degli interventi su
internet nelle sue varie forme non fornisce alcuna informazione utile. Si
preferisce chiedere, contestare, esibire, confutare.
Eccoci quindi all’anno horribilis 2010, in cui un intero CD ha seguito il
presidente nelle dimissioni ed ha interrotto il proprio mandato a metà della
durata prevista. Inutile rivangare le cause o contestare le decisioni. Chi ha
seguito la vicenda si è fatto una propria idea ed ha scelto con chi stare.
Anche chi non l’ha seguita, spesso ha scelto con chi stare, affidandosi al
buon vecchio pregiudizio. Sono però convinto che la maggioranza di voi se ne
strafreghi di questa disputa da terza elementare, probabilmente “facendo la
cosa giusta”. Spero altresì che, di fronte a questa ennesima “crisi”, tutti
voi siate spinti a interessarvi e partecipare alla vita dell’associazione,
a votare per il nuovo Consiglio Direttivo, a facilitare il lavoro ai diversi
incaricati, magari con atteggiamenti più propositivi.
Cercate di pensare che il torrentismo e le forre sono una passione che
vi ha dato e vi dà moltissimo e che forse merita un minimo di impegno di
“restituzione”.
Per noi stessi, per l’ambiente, per il futuro dell’attività.
roberto schenone ^ vice presidente AIC
in queste pagine ^ Ogliana di Quarata ^ beura-cardezza ^ VB ^ foto guido armaroli
contatti
c/o daniele geuna
via madonnina 5
10065 pinerolo ^ to
[email protected]
re a l i zza zi o ne g r a f i c a
dallarik >< graphics
i ndi c e
sicurezza
incidente in ossola
04
associazione
raduno internazionale 2010
06
editoria
“vecchie” e nuove proposte
07
zoom
GPS e sistemi di riferimento
08
contributi
torrentismo invernale
10
tecnica
le grandi verticali
12
esplorazioni
Gocta 2010 - Perù
13
agenda
360° info
14
materiali
news dal mercato
15
associazione
organigramma e contatti
16
sara morando
cronaca
di un incidente
canYoning
ossola, 2010
4
La scelta di titolare il raduno estivo “Sicurarenderle fruibili nel corso del Raduno stesso.
mente Torrentismo” è stata fortemente voluta
Alla dimostrazione hanno partecipato tutti
dal GOA anche se, devo ammettere, c’è molto
i Volontari CNSAS presenti al Raduno e i
di mio nello stimolo iniziale.
Volontari dell’Ossola esperti in Soccorso
I motivi sono facilmente intuibili per il mio
in Forra.
ruolo all’interno del Corpo Nazionale SoccorL’esercitazione svoltasi nel Rio della Valletta
so Alpino e Speleologico; meno chiare anche
alle spalle dell’Hotel Magenta a Bognanco
se ben più importanti sono le motivazioni
Fonti è perfettamente riuscita nei tempi e nelle
che hanno indotto il gruppo a fare questa
modalità che ci eravamo prefissati.
scelta e a portarla avanti con tanto entusiaI torrentisti e i molti abitanti del paese hanno
smo: realizzare un raduno con dei contenuti
avuto la possibilità di vedere, a distanza ravimportanti al fine di valorizzarlo al massimo
vicinata, tutte le fasi di un soccorso in forra,
e contribuire al miglioramento di una cultura
le tecniche e i materiali utilizzati.
della sicurezza ancora acerba se non, addiritLa fase dedicata alle domande di rito è stata
tura, sconosciuta.
organizzata la sera stessa nella sede della
Il primo passo in questo cammino è stato il
Pro Loco con la presentazione di un filmato di
riattrezzamento delle forre del comprensorio
Soccorso e l’esposizione dei programmi futuri
ossolano di maggior pregio e interesse: alla
del CNSAS per quanto riguarda il Soccorso
fine dei lavori siamo stati in grado di offrire
in Forra.
3 canyon con attrezzamento Pro Canyon
Mi rammarica dover sottolineare che la sensi(Mondelli, Val Bianca e Isorno) e 5 canyon
bilità dei torrentisti presenti al Raduno è stata
interamente riattrezzati (Rasiga, Variola,
di poco superiore allo zero: una quindicina di
Antolina, Quarata e Antoliva).
partecipanti e poi la sala piena di Volontari,
Sono stati inseriti in un libretto di ottima
abitanti del paese e villeggianti. Nonostante
fattura insieme a molte altre forre e a tutte
ciò, l’iniziativa per me è stata un successo:
le informazioni necessarie per percorrere in
vedere volontari provenienti da tutte le parti
sicurezza i percorsi ossolani.
di Italia lavorare insieme, parlare la stessa
Se si pensa alla lunghezza e alle difficoltà di
lingua e portare a buon fine una ottima eserquesti canyon, unitamente al fatto che tutti
citazione è la conferma che il CNSAS sta camgli ancoraggi vecchi e lesionati sono stati
minando nella giusta direzione e ha raggiunto
rimossi e portati fuori, è stato veramente un
livelli che ci pongono all’avanguardia a livello
lavoro non da poco. Tutte le informazioni
mondiale. Continuiamo a lavorare duramente
contenute nel libro del raduno erano frutto di
nella speranza di non dover lavorare.
indagini e rilievi diretti senza notizie riportate
E per finire le discese organizzate dalla
o scopiazzature.
Scuola Nazionale Canyoning per favorire
Da non dimenticare il lavoro prel’integrazione e la conoscenza
zioso di informazione di tutte le
fra i torrentisti provenienti dai
A sera tutte le schede vari paesi.
società responsabili di impianti
venivano controllate L’iniziativa ha riscontrato un
di captazione e rilascio idrico a
al fine di verificare il ottimo successo a livello di parmonte dei canyon.
buon esito delle uscite tecipanti tanto che tutte le diPasso successivo è stato un
preciso e attento lavoro di inforscese organizzate hanno fatto il
mazione rivolto ai partecipanti al
pienone e, in alcuni casi, è stato
raduno fornendo loro tutte le informazioni
necessario dire di no a molte persone. I parsulle sicurezza racchiuse in esaustive dispentecipanti hanno avuto la possibilità di porre
se consegnate all’atto dell’iscrizione. Nulla è
domande, confrontarsi fra di loro e con gli
stato tralasciato: dalle generali informazioni
istruttori ma, più che altro, andare in forra
sulle regole per la percorrenza dei canyon
divertendosi in sicurezza e secondo lo stile
sino a quelle specifiche sulle procedure in
che contraddistingue la scuola. Il tutto in una
caso di incidente.
babele di lingue e idiomi che hanno reso la
Ogni giorno i partecipanti erano invitati a
cosa oltremodo interessante e simpatica.
compilare una scheda concernente l’uscita
Anche in questo caso, ahimè, il rammarico di
che si voleva intraprendere comprensiva del
aver dovuto dire molti no per la scarsa disponumero dei partecipanti, targhe delle autonibilità di istruttori. Sempre di più mi convinco
vetture, orari di entrata e di uscita e nome
che a non farci fare le cose non è la reale
del capo gita. A sera tutte le schede venivano
indisponibilità di tempo e di risorse, quanto
controllate al fine di verificare il buon esito
la paura di avventurarci in nuovi sentieri mai
delle uscite e comunicare le cessazione delle
esplorati. Peccato!
attività della giornata al CNSAS.
Facciamo un passo indietro. Ancor prima di
A completamento della campagna di prevenaver visto il Raduno andare a buon fine i prezione è stato scelto di inserire la giornata dedisupposti c’erano tutti per un ottimo risultato
cata al Soccorso proprio all’inizio del Raduno
ma, come al solito, avevamo fatto il conto solo
al fine di poter fornire tutte le informazioni e
con le nostre fragili umane certezze. È l’atavi-
co errore che caratterizza il genere umano: la
superbia che si sposa con la supponenza.
A una settimana dall’inizio del raduno eravamo in quel di Bognanco alla fine di una dura
giornata di lavoro a finire i lavori in due forre
diverse.
All’altezza dell’uscita del Variola avvistiamo
una macchina del CNSAS e ci fermiamo per
chiedere informazioni. Sembra che sia stato
un incidente in forra e ne abbiamo presto
conferma perché entriamo in contatto con
un ragazzo olandese che fa parte del gruppo
che ha lanciato l’allarme. Scopriamo che è un
istruttore, che stanno tenendo un corso, che
ci sono quattro allievi e che non è entrato
in forra perché si è fatto male a un piede il
giorno prima.
La sequenza degli eventi è veloce è necessita
solo di una sintetica cronaca:
1. L’allarme viene dato per telefono intorno
alle 16.30, la chiamata arriva ai Carabinieri,
si perde un po’ di tempo per trapassare le
notizie e gli allertamenti.
2. Le Squadre CNSAS sono in zona intorno
alle ore 18.00 ma si perde ancora tempo
perché non si ha la certezza che siano nel
Variola: le notizie sono frammentarie e i
dati certi sono contraddittori. La vettura
del parcheggio a monte è alla partenza
del sentiero per l’accesso alla parte bassa del Rasiga (da questo parcheggio si
può andare anche all’accesso del Variola
inferiore ma è un accesso”anomalo”), la
vettura del parcheggio a valle (scopriremo
che dovrebbe essere una moto BMW) non
è all’uscita del Variola (verrà trovata in
seguito all’uscita di una forra secca 2km
più a valle).
3. Le Squadre di ricerca terrestri avvistano
i torrentisti bloccati alla sommità della
cascata da 35m del Variola inf. intorno
alle 19.30.
4. Viene richiesto l’intervento dell’elicottero
per tentare un elisforramento; l’elicottero
arriva circa un’ora dopo e si porta sulla
verticale della cascata da 35m.
5. Negli stessi orari una squadra equipaggiata per entrare in acqua raggiunge il greto
del canyon a 3 calate dalla sommità della
35m, a circa 80m in linea d’area dalle
persone bloccate e a vista delle stesse.
6. Intorno alle ore 21.00 l’elicottero verricella
il Tecnico alla sommità della cascata da
35m. Incominciano ad arrivare notizie
dirette e precise: una persona bloccata
sotto cascata e tre sulla sosta. Il tecnico
constata l’impossibilità di effettuare uno
svincolo e nel contempo l’elicottero deve
fare rientro alla base per la sopraggiunta
oscurità.
7. Si decide di procedere al recupero lungo
le pareti e anche la squadra acquatica
desiste dal raggiungere le persone bloccate. Nel Variola ci sono circa 250 l/sec di
portata e la progressione di notte appare
troppo rischiosa.
8. Dalla sommità della cascata arriva la
notizia che le persone bloccate nell’acqua
sono due.
9. Si allestisce una linea di calata per raggiungere le persone bloccate dall’alto: un
primo tiro di circa 100m su piano inclinato
e un secondo verticale direttamente sulla
forra. Nel tratto verticale si recupera con
verricello a motore e nel piano inclinato
con contrappeso. Poco dopo le 01.00 viene
recuperata la prima persona bloccata (la
ragazza) e nel giro di 30min anche gli altri
due superstiti. Vengono portati a valle
all’uscita della forra dove sono presenti
la Centrale Mobile, l’ambulanza, i Vigili
del Fuoco e i Carabinieri. A questo punto
è palese che le persone bloccate sotto
cascata sono due. Visto che i tecnici sono
già dislocati si decide di fare un tentativo
per estrarre le persone da sotto la cascata.
La manovra riesce e le due salme vengono
assicurate fuori della cascata pronte per
essere recuperate. I volontari vengono
fatti risalire e alle 04.00 le operazioni
vengono dichiarate concluse.
10.Il mattino seguente una squadra ritorna in
forra, procede al disboscamento di alcune
piante e intorno alle 10.00 l’elicottero può
procedere al recupero.
Volutamente non ho indugiato in particolari
per non rendere ancor più straziante questo
triste racconto.
periore di certo alle loro forze (visto che erano
anche in forte ritardo rispetto ai tempi medi di
percorrenza). La risposta è stata affermativa
ma, al contempo, essendo loro gli allievi non
se la sono sentita di far rilevare questa cosa
all’istruttore.
Sul perché è avvenuta, ovvero quali sono
state le cause scatenanti, si potrebbe scrivere
un libro.
Farò un elenco crudo e impietoso e non me ne
voglia nessuno: se vogliamo dare un senso a
ciò che è accaduto dobbiamo avere il coraggio
di accettare i fatti, la forza di esaminarli con
freddezza e il buon senso di trarne insegnamento. Se saremo in grado di fare queste cose
potremo dire che non sono morti invano.
A questo punto è importante capire perché
è avvenuta questa tragedia e se sarebbe
stato possibile evitarla. Parto dalla seconda
domanda e la risposta è: SI.
Come ho detto in precedenza, la squadra di
movimento in acqua ha raggiunto la forra su-
no, uno degli istruttori si fa male e decide di
non partecipare alla discesa della giornata.
Entrare in forra da soli con degli allievi è
la madre di tutti gli errori: come fai a non
porti la domanda “e se mi faccio male
questi qua come escono?” E ancora “come
faccio a garantire la sicurezza a valle e a
monte delle cascate?”
2. Dal campeggio in Val Vigezzo la squadra
si sposta in Val Bognanco senza avere
informazioni precise sulla forra che andrà
a fare tanto che richiedono, via cellulare,
informazioni all’istruttore infortunato
che ha il libro e che li avrebbe raggiunti
in giornata. Viene consigliato il Variola
inferiore non sapendo che in quel periodo
la centrale a valle è ferma e che
Gli errori incominciano dal motutta l’acqua dell’amonte entra
Se la domanda è se
mento in cui viene ideato il cornelle parte a valle più l’eccedenza
sarebbe stato possibile del
so.
Rasiga! A questo si aggiunga
evitare la tragedia, la che la valutazione delle cascate
1. È buona norma effettuare i
risposta è si
corsi, specialmente di livello
finali del Variola (valutazione
base, in posti molto ben
comodissima vista che si fa diconosciuti. La perfetta conoscenza del
rettamente dalla strada nel punto preciso
territorio è il presupposto fondamentale
dove si esce e dove si lascia la macchina)
per non andare a cacciarsi nei guai.
non viene fatta dal secondo istruttore
2. La scelta del posto è assolutamente inavisto che viene clamorosamente sbagliata
deguata alle caratteristiche degli allievi e
l’uscita della forra.
degli istruttori. Se penso che quando ave3. Anche all’entrata della forra non viene
vo fatto l’esame per diventare istruttore
valutata la portata (e potrebbe anche
avevo abbondantemente passato le 1000
starci poiché non è così semplice la valudiscese in forra, mi lascia perplesso il fatto
tazione) ma cosa ben peggiore è che non ci
di istruttori con un curriculum di 30 forre!
si accorge in corso d’opera che le difficoltà
bito a monte della strettoia senza particolari
difficoltà scendendo su pratoni inclinati. In
quel posto sarebbe stato possibile sforrare
o, quantomeno, fermarsi. Ma sarebbe stato
possibile fermarsi anche a monte della cascata da 35m, visto che i superstiti erano fermi,
e al sicuro, proprio in quel punto e da li era
stata effettuata la chiamata di soccorso con
il telefono cellulare.
Ai superstiti è stato chiesto se non si fossero
resi conto della reale difficoltà della forra su-
Gli allievi erano alla terza forra. Di sicuro
l’Ossola non è un posto adatto per corsi se
non si è profondi conoscitori del luogo.
3. Un posto tanto lontano ti mette nella deprecabile condizione psicologica di cercare
“in ogni caso” di portare qualche risultato a
casa non fosse altro che per giustificare il
viaggio.
E proseguono dalla mattina presto del giorno
fatale.
1. Il giorno prima, durante la discesa dell’Isor-
della forra sono palesemente superiori
alle risorse della squadra. La valutazione
più semplice da fare era quella temporale:
se la forra è data per 2 ore e mezza di
percorrenza e dopo 5 ore siamo a metà
un motivo ci sarà pure!
4. E arriviamo sulla fatidica cascata da 35m:
si pone il problema di come scenderla visto
che, nonostante l’armo esposto e il possibile deviatore, si entra inevitabilmente
nel getto. Gli allievi pongono dei giusti e
canYoning
nanni pizzorni
5
canYoning
6
VAL B0GNANC0
8° raduno internazionale AIC
0SS0LA 2O1O
Conclusioni
Le mie valutazioni e i miei giudizi possono apparire come una Sentenza: se pensate questo
non avete capito nulla.
Sul momento e nei giorni successivi ho
cercato di comprendere e di dare una spiegazione all’accaduto. In un primo momento ho
liquidato tutto catalogandolo come una pura
e semplice FOLLIA. Poi ho pensato che la tragedia fosse il frutto amaro dell’inesperienza
condito con il sale della presunzione.
Oggi sono arrivato a ben altre conclusioni.
L’inadeguatezza di quei ragazzi in quella circostanza mi fa semplicemente pensare che
fossero nel posto sbagliato nel momento
sbagliato.
Lo smarrimento della ragazza che chiedeva
di attendere “l’arrivo dei compagni bloccati
sotto cascata, infreddoliti dopo le tante ore
sotto l’acqua” mi suggerisce che accadde
qualcosa che sfuggì alla comprensione umana e che quindi non può essere valutato da
estranei all’evento.
La disperazione dell’istruttore conscio degli
errori commessi mi pone non nella condizione di giudice ma di imputato in un fatto che
non coinvolge solo i sei ragazzi olandesi ma
tutto il popolo torrentistico perché a questo
punto vi chiedo:
- quante volte siete entrati in forra anche se
era la cosa sbagliata
- quante volte avete demandato in toto la
responsabilità delle scelte alla persona più
esperta
- quante volte di fronte a un consiglio lo avete
ignorato
- quante volte di fronte a una correzione avete mandato a quel paese chi ve la faceva
E non dimentichiamo che nella serata nella
quale si parlava di Soccorso, di Prevenzione
e di Incidenti nella sala c’erano 15 torrentisti
su 430 partecipanti al raduno.
Fra una birra e l’altra è facile pensare che
queste cose accadono soltanto agli altri.
E ora, mestamente, lasciatemi abbracciare
quei poveri ragazzi sopravvissuti e salutare
chi non c’è più.
La terra vi sia lieve.
Nanni
Sono davvero molto contento per come è andato il raduno. Tutto il GOA ha fatto
una splendida figura e, per chi non c’era, posso assicurare che le tante e tante
parole di ringraziamento e facce felici hanno ripagato il lavorone che il nostro
gruppo si è accollato. Ho la presunzione di pensare che per AIC fosse proprio
questa l’iniezione di fiducia necessaria in un momento così difficile.
Personalmente ho trovato enormemente gratificante l’esperienza e la faticata e sono
proprio felice di aver conosciuto così tante persone che in maniera entusiasta ci hanno dato
una mano nelle loro possibilità.
L’intera comunità di Bognanco, tra l’altro, è stata semplicemente splendida.
Nelle parole di Marco Decaroli, coordinatore del gruppo organizzatore del raduno, tutta
la soddisfazione per come si è svolto l’evento e per i tanti complimenti ricevuti.
Il tutto dopo un esordio con 70 ore di pioggia consecutive...
totale presenze 402
iscritti da sito 335 , iscritti sul posto 67
Italia 170, Francia 38,Spagna 75, Svizzera 12, Austria 1,
Germania 41, Grecia 42, Polonia 19, Usa 3, Bulgaria 1
torrentisti 381, accompagnatori 13, under14 8
partecipante più giovane: Tommaso, 8 mesi
torrentista più giovane: Nicola, 12 anni (quasi 13, dice lui)
torrentista più anziano: inutile dirlo, Romano, classe ‘31
torrenti percorsi 17, gruppi in forra 171, discese singole 1168
forra più discesa: Isorno inferiore (168 passaggi)
giorno con più discese: mercoledì 18 agosto, 234 discese
“ELDORADO TICINO” LA GUIDA DEFINITIVA
TORRENTISMO
È UN
TERMINE DAL
SIGNIFICATO
ESTESO E
DAI CONFINI
MOLTO AMPI,
CHE LASCIA
MOLTO
SPAZIO ALL’
IMMAGINAZIONE.
PERCHÉ
ALLORA
CREARSI DEI
CONFINI?
giuseppe antonini
da Figlie dell’acqua e del tempo, Società Editrice Ricerche, ottobre 2001
Capita raramente che una guida riesca ad offrire qualcosa di originale, soprattutto se
a venire recensita è una zona ormai battuta da anni. Eldorado Ticino va oltre e riesce
persino a sorprendere per
completezza, qualità
tipografica e quantità
delle informazioni.
102 percorsi recensiti, 42
dei quali poco o per niente
conosciuti, carte e profili grafici,
foto dei checkpoint di controllo
del livello dell’acqua e una
serie di menu che suddividono
i percorsi in base alle loro
caratteristiche principali, il tutto
corredato da informazioni turistiche
sul Ticinese.
Autori Luca e Anna Nizzola, lingua
inglese, formato 16.5x24 cm, 416
pagine, prezzo 48 CHF, ISBN: 97888-905017-7-7.
Per acquistarlo www.swisscanyon.ch
è TEMPO DI CANYONING IN GRECIA
è il momento di mettere fine a un ingiustizia editoriale: sono infatti trascorsi
più di 2 anni dalla pubblicazione di questo
libro e ancora non ne avevamo parlato.
Male, perché 50 Canyons in Central
Greece è una pubblicazione che merita
un posto nelle nostre librerie,
soprattutto ora che c’è inflazione di guide
sul nord Italia.
Il mitico Gorgopotamos merita da solo
il costo del viaggio, figuriamoci quello
del libro, ma è solo uno dei tanti percorsi
recensiti con dovizia di particolari e tante
foto. Come al solito profili grafici, carte e
informazioni sui luoghi, il tutto in 3 lingue
(una per la verità incomprensibile...).
Autore George Andreou, 16x22 cm, 320
pagine, prezzo 35 € che diventano 28 €
per i Soci AIC. Sul negozio virtuale AIC www.canyoning.it/acquistiaic/
NUOVA GUIDA SUI CANYON DELLA MARTINICA
La fame di esplorazioni e, di conseguenza, di
nuove guide è all’origine di questo prodotto
editoriale, a cura del club An Kanion
La – Madinina. Si tratta di una sorta di
bolletino a colori, in formato A5, realizzato
alla stregua di una topoguida dedicata ai
canyon della Martinica, isola delle Piccole
Antille, nonché dipartimento francese nel
cuore dell’arcipelago dei Caraibi.
15 percorsi con relativi profili grafici
e carta della zona oltre ad un’introduzione su
geologia, flora e fauna locali.
Gli autori promettono che il ricavato sarà
interamente impiegato per migliorare
l’attrezzamento delle forre di Martinica.
canYoning
sensati dubbi sul fatto di scendere dentro
la cascata ma non ci sono alternative visto che l’istruttore fa notare che lui deve
rimanere sulla sosta per gestire la calata.
5.Il resto è semplicemente inspiegabile: vengono buttati in acqua una decina di metri di
corda e la stessa viene attaccata con nodo
e moschettone all’imbragatura dell’allievo
che scenderà da primo! Incomincia lo svincolo e dopo una decina di metri la corda si
allenta senza che dal fondo della cascata
(che diventa una sorta di scivolo) esca
nulla.
6.L’istruttore butta giù il capo di fondo e
attacca la parte alta all’ancoraggio. Su
questo capo di corda si cala per raggiungere il compagno bloccato sotto cascata.
Immagino e spero che l’agonia sia durata
il minor tempo possibile. Al momento del
recupero le due salme risultano aggrovigliate nelle corde e in condizioni indescrivibili.
7. Di certo la manovra per affrontare la
cascata da 35m era sbagliata così come
sbagliato il tentativo di Soccorso Diretto.
Inutile e sciocco spiegare cosa si sarebbe
dovuto fare nella specifica circostanza.
7
GPS e coordinate
michele zandonati
proviamo a fare chiarezza
Lo spunto per scrivere per queste righe mi
è venuto l’estate scorsa mentre mi trovavo
in quel di Biasca. Le forre della zona sono
molto ben descritte nello splendido lavoro
di Anna e Luca Nizzola “Eldorado Ticino”.
Consultando questo libro si può notare che
le mappe riportano correttamente anche le
coordinate di ingresso e uscita dei percorsi
(fig. 02) nel formato, per esempio 690.145 –
132.630. Ma come devono essere interpretati
quei numeri?
Affrontando il problema dal principio, in
maniera molto sintetica si può dire che
la posizione di un punto sulla superficie
terrestre può essere espressa in molte e
molte maniere. Detto altrimenti, non esiste un
solo sistema di coordinate utilizzabile, bensì
ce ne sono parecchie decine. L’origine storica
della molteplicità dei sistemi di riferimento
è dovuta alla necessità dei vari stati di
sviluppare un sistema che approssimasse
01
al meglio la realtà territoriale di ogni nazione,
ciascuna con le proprie peculiarità. Un altro
indizio di come le cose non siano del tutto
scontate quando si parla di coordinate in
cartografia, lo abbiamo andando a cercare
nei parametri dei nostri ricevitori GPS
escursionistici. Più o meno tutti i modelli, nel
menu settaggi, riportano un lungo elenco di
possibilità tra sistemi di riferimento e modi
di rappresentarli.
Proprio in considerazione di ciò, per
utilizzare proficuamente il nostro ricevitore
GPS con le informazioni riportate nella guida
“Eldorado Ticino” dovremmo impostare il
sistema di riferimento svizzero, nel caso
specifico. Questo lo si può fare, per esempio
nei ricevitori Garmin, andando a scegliere
come “Formato posizione” il reticolo svizzero,
specificando inoltre il datum CH1903.
Noterete subito che nella pur lunga lista
delle opzioni non viene riportato un sistema
02
03
01: serie di ricevitori GPS (Corso
Nazionale di Aggiornamento SNS CAI,
ottobre 2008).
canYoning
02: esempio di rilievo di percorso
torrentistico (da www.swisscanyon.ch, per
gentile concessione dell’Autore).
8
03: La suddivisione del territorio italiano
nei quadranti del sistema UTM WGS84
(da Google Earth).
In alto, un GARMIN GPSmap 60csx F
italiano. Questo non perché l’Italia non abbia
un proprio sistema di riferimento, ce l’ha
eccome, solo che non è stato considerato
così diffuso da essere inserito tra le varie
opzioni.
Il risvolto positivo può essere che in questa
maniera è più facile per gli utenti adottare
il sistema WGS84, riconosciuto a livello
globale. In particolare, laddove richiesto,
è importante tenere presente che questo
sistema suddivide il globo terrestre in Fusi, o
“spicchi di sfera” numerati in senso antiorario
da 1 a 60 partendo dall’antimeridiano di
Greenwich (in pratica, per noi, dall’altra
parte del pianeta). In considerazione di ciò
si può vedere come l’Italia sia compresa
praticamente per intero nei fusi 32 e 33.
Analogamente, la Terra viene suddivisa
in Fasce diciamo “orizzontali”, per capirci,
contrassegnate dalle lettere dalla C alla X
dell’alfabeto inglese, partendo dall’emisfero
Sud, saltano la O (sono escluse le zone
polari).
L’incrocio di Fusi e Fasce va a delimitare
i Quadranti, che per quasi tutto il
territorio italiano corrispondono a quelli
contrassegnati con le sigle 32T, 32S, 33T e
33S. (Fig. 03)
Certi ricevitori sono in grado di decidere
automaticamente quale quadrante adottare,
a patto di specificare nelle opzioni del
sistema che l’apparecchio dovrà utilizzare
come “Formato posizione” quello con la sigla
UPS UTM (Universal Polar System Universal
Transverse Mercator), e come datum mappa
WGS84. L’apparecchio ci fornirà così le
coordinate in formato metrico, per esempio
in questa maniera: 32T 624307 5078101,
corrispondenti al punto di ingresso alla nota
forra del Palvico (TN).
I numeri sono effettivamente metri lineari,
riferiti rispettivamente alle coordinate Est e
Nord.
La stessa corrispondenza dovremmo andare
a cercarla anche nelle carte escursionistiche
riguardanti il territorio italiano acquistabili
nei negozi specializzati. Non fatevi trarre in
inganno, però: non è sufficiente che la carta
riporti stampigliato un “bollino blu” con una
dicitura tipo “GPS compatibile” o simili. Per
non avere sorprese dovremmo verificare sul
cartiglio quale effettivamente sia il sistema
adottato per rappresentare il reticolo
riportato sulla mappa. Possibilmente dovrà
essere UTM WGS84, se non vogliamo avere
la sorpresa che le coordinate del nostro
ricevitore GPS siano poi diverse da quelle
riportate sul reticolo della carta che abbiamo
comperato…
Anche i popolari programmi di visualizzazione del territorio da Google Earth al sito
Atlante Italiano curato dal ministero dell’ambiente (www.atlanteitaliano.it) possono visualizzare le coordinate alla stessa maniera,
così da avere una completa analogia con il
nostro ricevitore GPS.
In conclusione si può dire che una volta
stabilita la corrispondenza tra il
sistema di riferimento adottato dalla
cartografia che stiamo consultando, sia
essa cartacea che informatizzata, e il
nostro ricevitore GPS non avremmo
più dubbi circa le esatte localizzazioni
che andremo a ricercare.
Il Global Positioning System (abbreviato in GPS, a sua volta abbreviazione di NAVSTAR GPS, acronimo di NAVigation Satellite Time And
Ranging Global Positioning System), è un sistema di posizionamento su
base satellitare, a copertura globale e continua, gestito dal dipartimento
della difesa statunitense.
I moderni ricevitori GPS hanno raggiunto dei costi molto contenuti.
Dopo il telefono cellulare stiamo assistendo alla diffusione di un nuovo
cult: quello del navigatore satellitare personale. Il mercato offre ormai
soluzioni a basso costo per tutti gli impieghi e per tutte le tasche che si
rivelano efficaci non soltanto per la navigazione satellitare in sé e per
sé, ma anche per usi civili, per il monitoraggio dei servizi mobili e per
il controllo del territorio. Esistono varie soluzioni:
* Integrate: sono dispositivi portatili All-in-One che incorporano un
ricevitore GPS, un display LCD, un altoparlante, il processore che esegue
le istruzioni, date solitamente da un sistema operativo proprietario, uno
slot per schede di memoria ove memorizzare la cartografia.
* Ibride: sono dispositivi portatili (PC, Palmari, SmartPhone) che, nati
per scopi diversi, sono resi adatti alla navigazione satellitare attraverso
il collegamento di un ricevitore GPS esterno (Bluetooth o via cavo) e
l’adozione di un software dedicato, in grado di gestire la cartografia.
canYoning
inchiesta
9
francesco michelacci
Sino a qualche anno fa, a fine
Ottobre la muta si riponeva in
letargo fino ai primi di Aprile ed
oltre, le uniche uscite su corda in
canyon erano in percorsi fossili
o con poca acqua e senza pozze,
ad esempio la Foce ai Sibillini, che
molte volte si è percorsa anche a
fine Novembre.
Poi, complici alcuni inverni miti,
l’acqua che a Prodo giunge solo
per pochi mesi, la passione e la
curiosità, qualcosa è cambiato.
contributi
Abbiamo proseguito la stagione
dei canyon anche in inverno con
soddisfazione, in situazioni di
temperatura spesso a cavallo
dello 0°.
Sono naturalmente indispensabili
alcune precauzioni, prima fra
tutte adeguare l’abbigliamento.
Chi possiede una muta stagna
è già a buon punto, posto che
anche questa soluzione non è
scevra da potenziali e importanti
pericoli, il suo utilizzo ci mette al
riparo dal freddo nel migliore dei
modi. Occhio a non bucarla però,
con temperature prossime allo
zero non deve essere piacevole.
Diventano quindi d’obbligo
un copri muta, di solito una
tuta speleo, e un giubbotto
salvagente.
Chi rimane stoicamente fedele
alla muta umida dovrà integrare
con un sottomuta in lycra-pile
rinforzato con corpetti vari in
neoprene e/o aderentissime
magliette in neoprene da 1mm.
Cappuccio indispensabile sempre.
Attenzione a non esagerare,
troppi strati impediscono l’agilità
nel movimento. Calzari da 5mm,
ottimi ed affidabili. Guanti in
neoprene da 3-4 mm.
Il resto della attrezzatura sarà
quella di sempre.
Come muoversi e quali percorsi
scegliere?
Meglio cominciare con prudenza;
individuare tracciati già ben
conosciuti ed ottimamente
armati, da affrontare con
portate ragionevoli. Poi, con
l’aumentare dell’esperienza, si
potranno ampliare gli orizzonti.
l’attenzione, soprattutto se la
temperatura è relativamente
alta i distacchi sono frequenti
e pericolosi, occorre che in
ogni calata il primo a scendere
provochi la caduta degli accumuli
instabili ed eventualmente e in
presenza di condizioni che lo
consentano, venga calato per
non danneggiare la corda.
Indispensabile il martello per
scoprire gli ancoraggi ricoperti
di ghiaccio.
in forra) e bagnando, come per
le corde.
Alla fine siamo stati costretti a
non chiudere le ghiere, altrimenti
risultava difficile riaprirle, alcuni
petzl Williams tri-act si sono
rotti.
Con la dovuta precauzione, in un
caso del genere sarebbe meglio
utilizzare moschettoni senza
ghiera.
Qui alcune foto e una descrizione
della gita:
acque fredde
Vanno sempre controllati i pendii
Con accumuli importanti e pozze
soprastanti, un accumulo che
completamente gelate, divengono
dovesse staccarsi e degenerare
obbligatori piccozza e ramponi,
in valanga, potrebbe avere
ma di questo tratteremo in
conseguenze insalubri.
futuro.
La marcia nella neve porta via
più tempo ed energia, bisognerà
Con temperature sensibilmente
cercare di non sudare troppo e
al di sotto dello zero, il materiale
non entrate in acqua accaldati
gela.
per evitare lo shock termico.
A noi è successo una volta
Al seguito avremo il solito
sola, in questo caso le corde
materiale d’emergenza, ottimo
bagnate divengono simili ad un
un thermos con qualcosa di
pacchetto di spinaci surgelati
caldo, e la doppia pila.
e per utilizzarle (buffo ma mica
Sino a che
tanto) si dovranno
non saremo
immergere in
gli ambienti assumono acqua e “sciogliere”.
in presenza
aspetti magicamente L’esperienza è stata
di ghiaccio,
fiabeschi con il
nulla o quasi
fatta alla forra del
cambia rispetto
Presale lo scorso
ghiaccio e la neve
alla normale
20 Dicembre, la
progressione,
temperatura era –6°.
dovremo certamente esser più
In questo caso si deve saper
spediti nelle manovre, eviteremo
valutare l’autonomia in minuti
le calate sotto il getto e i tuffi
prima che il freddo inchiodi
non indispensabili, attenzione
completamente la corda e
però a non farsi male, una sosta
provvedere al ripristino della
forzata a basse temperature
stessa sia bagnandola che
implica rischi ben più grandi del
immergendola nuovamente.
solito.
Anche le molle dei moschettoni
gelano e forzandole si rompono, il
Con un moderato accumulo di
fenomeno si attenua lubrificando
ghiaccio è necessario aumentare
in abbondanza (prima di entrare
www.photosprint.it/forum/
topic.asp?TOPIC_ID=27
È dunque possibile praticare il
canyoning tutto l’anno?
Decisamente sì ma non ovunque
ed a patto di osservare alcune
semplici regole di elementare
prudenza quali quelle già citate.
Le sensazioni sono grandi, gli
ambienti, anche se già conosciuti,
assumono aspetti magicamente
fiabeschi con il ghiaccio e la neve
che ammantano e ricoprono gran
parte di quanto rimane fuori
dall’acqua. La possibilità di fare
belle foto, anche in forre non
eccelse, aumenta a dismisura.
Altre percorrenze, come in
forre completamente invase dal
ghiaccio o colonizzate dai nevai
mastodontici dell’Appennino
centrale, necessitano di tecniche
ad hoc che sono proprie della
progressione alpinistica su
ghiaccio e neve.
Chi intendesse misurarsi con
situazioni del genere dovrà
prima acquisire le necessarie
competenze per poi adattarle alle
discese con la muta.
le forre discese
Fosso Campione, Prodo, TR _ gennaio 2007, aria 3°, acqua 4°, niente neve né ghiaccio
Fosso della Cornacchia, Serravalle di Carda, PU _ febbraio 2007, aria 2/3°, acqua 2°, neve 10 cm, no ghiaccio
Valle della Grigna, Biennio, BS _ gennaio 2009, aria 2°, acqua 2°, qualche cm di neve, niente ghiaccio
Vajo delle Scalucce, Fumane, VR _ gennaio 2009, aria 0°, acqua 2, neve 10 cm, moderato accumulo di ghiaccio
Rio Nero, Tiarno, TN _ dicembre 2009, aria 2°, acqua 4/5°, neve 20 cm all’ingresso, niente ghiaccio
Fosso del Presale, Piobbico, PU _ dicembre 2009, aria - 6°, acqua 0°, neve 30 cm, ghiaccio moderato
canYoning
queste le forre percorse in condizioni di freddo intenso, sino ad ora:
11
a cura della scuola nazionale canyoning
le grandi verticali
canYoning
Con questa definizione particolare, la maggior
parte delle persone identifica le calate di
altezza elevata. In realtà, una grande verticale
è tale quando, per scenderla, è necessario
giuntare due corde, fosse anche di “soli”
30 metri. Può sembrare apparentemente
esagerata come definizione, ma bisogna
considerare tutte le problematiche che
derivano dall’uso di due corde, invece che
di una sola, soprattutto nell’eventualità di
dovere gestire un’emergenza.
Normalmente, la discesa su questo tipo di
calate avviene al di fuori del getto d’acqua;
questo perché, nel caso di portate elevate,
l’acqua si nebulizzerebbe al punto tale da
impedire una normale respirazione e, fattore
non trascurabile, l’eventuale peso della
colonna d’acqua sulla testa impedirebbe una
corretta gestione della discesa. In questo
modo, si evitano già in partenza molti dei
rischi connessi all’acqua.
La calata fuori dall’acqua, l’assenza di
corrente all’arrivo e un bacino di ricezione
poco profondo permettono quindi una
maggiore tranquillità nell’esecuzione delle
manovre e l’uso di tecniche per le quali
non sia necessario avere la corda a raso
d’acqua. Se un compagno dovesse rimanere
bloccato sulla corda, ad esempio a causa del
formarsi di una bocca di lupo, non vi sarebbe
la necessità di intervenire con urgenza, non
essendoci i rischi connessi ad una calata nel
getto d’acqua.
Non va inoltre dimenticata la possibilità
di sfregamenti sulla corda che, su altezze
elevate, e vista l’elasticità della corda, ne
determinerebbe comunque un considerevole
movimento abrasivo sulla roccia.
Per ancor meglio delimitare il perimetro della
problematica che vogliamo qui affrontare
citeremo alcuni esempi, noti a molti, di calate
che molto bene rappresentano le situazioni
per le quali, in queste righe, cercheremo di
evidenziare quali siano gli accorgimenti e
le accortezze che permettano un corretto
approccio al problema:
-calatona del Pisciarellone (Abruzzo)
-grandi cascate delle forre alla Reunion (Trou
de Fer, Takamaka, Dudu, ecc.)
-quintultima calata del Rio Cuestis (Friuli)
-ultima calata del Rio Meltina (Alto Adige)
-cascata dei Gracchi (monti SibilliniMarche)
12
Innanzitutto, prima di cominciare ad
approntare un qualunque sistema sarà
indispensabile avere le idee chiare su come
si evolveranno tutte le fasi della manovra, ivi
compreso il recupero delle corde.
La prima cosa da risolvere è se scenderemo in
corda singola o in corda doppia. Tranne casi
particolarissimi e da valutare volta per volta
la scelta dovrà ricadere sulla corda singola.
Tra i numerosi punti a favore di questa scelta
vanno ricordati la maggior facilità di gestione,
il dimezzato peso delle corde che talvolta può
creare un problema non da poco e la maggiore
facilità di bloccaggio del discensore.
A questo punto sarà necessario decidere
come stenderemo la corda di discesa. Sulle
grandi altezze io scarterei l’ipotesi di lanciare
il sacco con la corda e quindi rimangono due
possibilità: o filarla lungo la cascata o calare
il primo a scendere. Entrambe le opzioni sono
buone e la scelta andrà fatta volta per volta
a seconda delle circostanze. Va però detto
che la potentissima tecnica di calare il primo
non è cosa che si può improvvisare e se ne
raccomanda l’uso solo a persone già esperte
al riguardo.
In qualunque caso andrà approntato, alla
sosta, un freno che permetta di dare corda.
Visto che, in questi contesti, uno dei problemi
con i quali dovremo sempre fare i conti
sarà l’attorcigliamento delle corde, sarà
imperativo usare un sistema di freno adatto.
La scelta dovrà quindi ricadere sull’otto
verticale. Il suddetto freno ci permetterà
quindi tanto di calare (se questa è stata
l’opzione scelta) quanto di dare corda
per regolarla e di gestire gli sfregamenti.
Nell’approntare il freno si raccomanda di
non procrastinare l’inserimento della corda
nell’anello dell’ancoraggio e di farlo, quindi,
fin da subito. Normalmente detto anello può
vantaggiosamente essere usato come punto
di rinvio del freno.
L’eccedenza di corda potrà rimanere, per ora,
regolarmente insaccata dentro al kit boule e
con il capo di fondo normalmente legato.
Quando il primo sarà arrivato in fondo
provvederà a sciogliere eventuali nodi sul
capo della corda e si potrà procedere con la
discesa degli altri componenti della squadra.
È opportuno che, durante la discesa del
penultimo, la lunghezza della corda di discesa
sia incrementata di qualche metro (agendo
sul freno) in modo da permettergli, una volta
arrivato in fondo di spostarsi dalla verticale
trattenendone in mano l’estremità. Questa
manovra, apparentemente in contrasto con
le regole della corda a pelo d’acqua, è lecita
in quanto, come abbiamo visto, in questo tipo
di calate la pozza di arrivo, quando presente,
non è mai problematica.
La persona arrivata alla base della cascata
con la corda in mano dovrà quindi attendere
all’importante compito di evitare che l’ultimo
a scendere ruoti su se stesso causando
attorcigliamento delle corde. Questo si
ottiene applicando costantemente una
moderata tensione sulla corda: non tanto
elevata da impedire la discesa del compagno
ma sufficiente a tenerla ben distante dalla
verticale. Viene da se che tanto maggiore sarà
lo spostamento dalla verticale, tanto migliore
sarà l’effetto anti-rotazione. È parimenti ovvio
che la tensione dovrà essere costantemente
modulata in funzione delle esigenze dell’ultimo
a scendere.
Mentre il penultimo, arrivato in fondo alla
cascata, si posiziona nel suddetto modo per
evitare la rotazione, l’ultimo rimasto in sosta
giunta la corda di calata con quella (o quelle)
di recupero e pratica un nodo a contrasto
con moschettone in posizione opportuna.
A questo punto egli può smontare il freno.
Il sacco con la corda di recupero andrà
portato con sé appeso all’imbragatura.
Non va appeso alle longe o ad un cordino
in quanto il rischio che la corda, uscendo
man mano, vi si attorcigli è elevato. Come
di consueto il sacco andrà quindi portato
appeso al porta materiali utilizzando
due moschettoni (moschettone su
moschettone) possibilmente dal lato
opposto rispetto a quello da dove
passa la corda del discensore. Dopo
un ultimo controllo, l’ultimo potrà
iniziare la discesa.
Arrivato in fondo si allontanerà dalla
verticale portandosi appresso il
sacco con l’eccedenza di corda.
Avremo così ottenuto che le due
corde siano assolutamente
divise e non attorcigliate. Man
mano che cominceremo a
tirare la corda di
recupero, si
procederà
a lascare
la tensione
su quella di
discesa fino
a lasciarla
i n f i n e
andare.
Considerazioni e varianti:
- Se la situazione fosse tale da suggerire una discesa
in doppia di tutta la squadra, lo si potrà fare
anticipando le operazioni descritte per l’ultimo
e il penultimo e spostandole al primo ed al
secondo. L’importante è che poi le due corde
siano mantenute costantemente semitese e
distanziate. La discesa in doppia anche del
primo non è MAI opportuna.
- È noto che bisogna sempre affrontare
le cose in modo da fronteggiare il “rischio
prevalente”. Una volta appurato che
l’annegamento non costituisce un problema
su questa tipologia di cascate si può pensare
di adottare un nodo autobloccante di sicurezza
allestito con un cordino in kevlar montato sotto al
discensore.
- Se ci dovesse essere anche il minimo dubbio che la corda
possa non arrivare, sarà bene non usare l’ancoraggio
come punto di rinvio ma preferire un moschettone all’uopo
posizionato per svolgere questa funzione. Un’eventuale
passaggio del nodo nel freno, infatti, sarebbe molto più
complesso se il freno usasse l’ancoraggio come punto di
rinvio.
- In taluni casi può essere opportuno spostare, rispettivamente
sul terzultimo i compiti del penultimo e sul penultimo i compiti
dell’ultimo. In tal modo l’ultimo ha un’ulteriore ultima opportunità
per controllare che tutto sia a posto.
- È evidente che questa manovra richiede un buon livello di
affiatamento della squadra e una buona preparazione dei singolo
per ogni specifico ruolo. Pensare di attuarla correttamente in una
squadra composta da un solo leader esperto più un gruppo di
“trasportati” sarebbe un errore.
Expedición Gocta – 2010 PERU’
Una spedizione composta da 14 torrentisti spagnoli,
tra giugno e luglio di quest’anno, ha aperto e disceso
la quarta cascata più alta al mondo, il salto Gocta,
771 m di salto, situata nella regione di Amazonas,
provincia di Bongará.
La cascata è divisa in 2 parti: la superiore è alta 231 m,
quella inferiore 540 m.
Scopo della spedizione era l’esplorazione del potenziale
torrentistico delle valli della provincia di Chachapoyas
che, a quanto pare, ha le carte in regola per diventare
una delle zone di maggior interesse al mondo.
Al progetto va inoltre il merito di promuovere alcuni
obiettivi umanitari: lo sviluppo turistico dell’area
come risultato dell’attrezzamento dei suoi canyon e
l’impegno fattivo nella raccolta di materiale scolastico e
di prima necessità per le popolazione locali. Presto sarà
disponibile una pubblicazione/guida sulle megaforre
della zona.
Per maggiori info (e ne vale la pena!)
www.barrancosenperu.es
www.youtube.com/watch?v=T7K9sQafocU
canYoning
tecnica
l’otto montato in verticale funziona da freno ed evita l’attorcigliamento delle corde
a sinistra il discensore è montato su un moschettone direttamente infilato nell’anello di passaggio
della corda mentre a destra il montaggio sfrutta lo stesso anello come punto di rinvio del freno
13
FORRE PULITE
RIC 2011
Per l’annuale pulizia del nostro
patrimonio torrentistico la Banda
Bauscia ha effettuato la pulizia
del torrente Lirone, Como, lo
scorso ottobre, grazie anche alla
partecipazione di soci da Genova,
Pavia e Roma. Un grazie al CNSAS
locale e all’amministrazione di
Claino con Osteno per il supporto.
Avanti i prossimi!
Il prossimo Rendezvous
International Canyon, il decimo, si
svolgerà dal 7 al 13 aprile 2011
niente meno che in Himalaya, nel
distretto di Lamjung, Nepal.
Al momento sono previsti 270
partecipanti, 5 i percorsi attrezzati,
tutti a quote ragionevoli. L’evento
è organizzato dalla Nepal
Canyoning Association.
FIUMI SICURI IN TICINO
“Per la loro conformazione, i corsi
d’acqua possono nascondere insidie
anche per le persone più esperte.”
Questo il motivo per cui il Consiglio
di Stato Svizzero, nel settembre
2001, ha istituito la Commissione
cantonale Fiumi ticinesi
sicuri con lo scopo di elaborare
una strategia di prevenzione,
informazione e sorveglianza
sulla frequentazione dei fiumi
del Cantone Ticino. Negli ultimi
30 anni, gli incidenti mortali nei
fiumi ticinesi sono stati in media
6 all’anno, per un totale di 164,
ma grazie alla Campagna per la
Sicurezza nei Fiumi nel 2010 sono
scesi a 2.
ADIDAS EQUIPMENT
Cominciamo subito con il dire che queste scarpe ad oggi non sono in
commercio e non è dato sapere se e quando lo saranno.
Il discorso vale anche per il resto dell’attrezzatura da torrentismo
sviluppata da Adidas che, ormai da qualche anno, sta puntando sullo
sport outdoor, almeno a livello di marketing.
Canyon, Rock, Water, Air, Dirt, sono questi i cinque elementi che
definiscono gli ambiti delle attività in cui il marchio tedesco schiera
una serie di team composti da personaggi di tutto rilievo (per
citarne alcuni, i fratelli Huber nell’arrampicata e la campionessa di
deltaplano Corinna Schwiegershausen). Ma il torrentismo, si sa, non
è sport competitivo (almeno per ora), per cui tutto è riportato ad un
livello più ludico e meno agonistico ma ciò che conta è che un colosso
dell’attrezzatura sportiva dedichi risorse a sviluppare prodotti per la
nostra attività. Dal casco alla muta alle scarpe, tutto ciò che indossano
BESTARD CANYON GUIDE
Secondo la Bestard, azienda spagnola con
sede a Mallorca, la nuova Canyon Guide
promette alti livelli di durata, funzionalità
e comodità, sia negli avvicinamenti che
in forra. Costruita in Spagna, la scarpa
verrà commercializzata solo a partire dalla
primavera 2011 ma, a giudicare dalle
foto già disponibili e dalle premesse del
costruttore, dovrebbe offrire una durata
decisamente migliore di quella delle
FiveTen (ma non ci vuole poi molto).
Concepita più come scarponcino che
come scarpetta leggera, beneficia di una
ghetta superiore per evitare l’ingresso
di terra e sabbia, di suola scolpita in
Vibram-IdroGrip e di un comfort garantito
dalla soletta in EVA. Infine, protezione in
gomma su punta e tallone.
Le premesse sono buone ma il giudizio è
rimandato alla prossima primavera.
INDAGINE SUGLI
INCIDENTI IN FORRA
Sul portale francesce DescentCanyon è in corso un’interessante
indagine per creare una statistica
degli incidenti in forra.
La pagina è ovviamente in francese
ma le risposte chiuse ne agevolano
la comprensione.
www.descente-canyon.com/actus
INTERDIZIONE RIO
VARIOLA INFERIORE
Resta tuttora interdetto il rio
Variola inferiore (val Bognanco,
VCO), nel tratto dal ponte di
Monticchio fino alla confluenza
con il torrente Bogna, a seguito
dell’ordinanza emessa dal Sindaco
di Bognanco l’8 agosto scorso.
RIMANDATO AD ALTRO: SALEWA THE NINE
OPERAZIONE 600 RIUSCITA ! AIC A QUOTA 600
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TEVA AVATOR 2
Teva le definisce le calzature definitive per
stabilità, protezione e prestazione.
L’Avator 2 si ispira ai carri armati più che
alle auto da corsa, con suola cucita ad
una muscolosa tomaia in neoprene per
garantire sicurezza e tranquillità durante
la discesa. La calzata, sulla struttura
modificata della Wraptor, offre un saldo
bloccaggio del piede ed ha dimensioni
generose nell’avampiede, quindi nessun
problema anche con calzari da 5mm.
Chiusura in neoprene intorno alla caviglia
per impedire l’ingresso di detriti e suola in
gomma S2.
Più realisticamente, a detta di chi le ha
testate, il grip è buono, paragonabile a
quello delle Five Ten e la calzata facile e
comoda. Buone anche negli avvicinamenti,
un po’ meno dal punto di vista della
protezione del piede.
Peso 525 g, prezzo 92,50 €
SALEWA THE NINE
Dopo l’otto viene il nove! Con queste entusiastiche
parole Salewa presenta il suo nuovo dispositivo di
sicurezza per arrampicata sportiva, perché è
di questo che si tratta.
Se qualcuno ve lo spaccia per discensore
da torrentismo, meglio cambiare
pusher perché i contro superano di gran
lunga i pro ed alcuni sono decisamente
problematici: difficoltà a svincolarsi dalla
corda una volta in acqua, passaggio
drammatico da posizione di attesa a quella
di progressione, bloccaggio involontario e
inevitabile di un capo di corda in doppia...
inutile insistere. Di positivo ha la facilità
di bloccaggio, il peso contenuto, la struttura
monopezzo e un design molto accattivante.
Insomma, se non siete dei climbers avete trovato
un bellissimo fermacarte.
i componenti dell’Adidas Canyoning Team è firmato Adidas, zaini
inclusi. Per tornare alle scarpe, la particolarità è la suola in feltro,
ispirata alle vecchie scarpe dei pescatori, che tiene piuttosto bene ma
non contribuisce di certo alla serenità mentale di chi le usa; calzata
ottima e spazio interno buono, da rivedere la chiusura con stringhe.
C’è da augurarsi che l’esempio venga seguito da altre grosse aziende
sportive, magari cominciando dall’altra azienda di famiglia, la Puma,
e che presto si possa contare su una sana concorrenza che porti allo
sviluppo di nuovi materiali e ad un ridimensionamento del prezzo di
alcuni articoli, oggi quasi monopolizzati. Per noi che non passa forra
in cui non rimpiangiamo le insuperate Salomon Raidwater...
PROMOSSO: KONG FUTURA BODY
KONG FUTURA BODY
Dopo la recensione della maniglia Hand sul numero 24 tocca ora al
bloccante ventrale del Futura System.
Il Futura Body, con corpo in lega
d’alluminio e camma in acciaio,
pesa 80g ed ha dimensioni
estremamente contenute (82mm di
larghezza max). Questo lo rende
eccezionalmente pratico per l’uso
in forra dove lo si può tenere
costantemente montato senza
alcun fastidio. Essenziale
ed efficace, molto
interessante. Adatto a
corde da 8 a 12mm.
Prezzo intorno ai 37€.
EN567:97 con corde Ø
8-12 mm
EN12841-B:06 con corde Ø 10-12 mm
canYoning
torrente Brion, Hone ^ Aosta ^ foto luca dallari
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Associazione Italiana Canyoning
Scuola Nazionale Canyoning “Federico Tietz”
Associazione Italiana Canyoning
Vice-Presidente Roberto Schenone ([email protected])
Segretario Bruno G. Messa ([email protected])
Tesoriere Milena Argiolas ([email protected])
Consiglieri Daniele Geuna ^ Francesco Radicchi ^ Mauro Santa-Maria
Commissione catasto Paolo Bolis ^ Francesco Cacace ([email protected])
Commissione scientifica Paolo Madonia ([email protected])
Ufficio stampa Christian Roccati ([email protected])
Ufficio editoria Cosimo La Gioia ([email protected])
Contatti aziende Milena Argiolas ([email protected])
Ufficio assicurazioni Sara Morando ([email protected])
Contatti internazionali Rosemarie Siegl ([email protected])
Ambiente ed ecologia Mauro Santamaria ([email protected])
Merchandising Luca Dallari ([email protected])
Ufficio Coordinatori Regionali Daniele Geuna ([email protected]) ^
Francesco Radicchi ([email protected])
Redazione notiziario Luca Dallari ^ Daniele Geuna ^ Francesco Michelacci ^ Marta
Tosco ([email protected])
Gestione Sito Web Paolo Giannelli ^ Roberto Schenone ^ Cosimo La Gioia ([email protected])
associazioni affiliate
A.S.D. M&N – Movimento e Natura Volpiano (TO) ^ www.movimentoenatura.it ^ tel 011 9882022
A.S.D. i Lemuri GA Ceresara (MN) ^ www.lemuri.org ^ [email protected]
Associazione Aqua Varese ^ www.euforione.altervista.org ^ tel 0332 813001
Banda Bauscia Milano ^ [email protected] ^ cell 349 1835818
CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ [email protected] ^ tel 0183 273509
CAI Sezione Sanremo - Alpi Liguri Sanremo (IM) ^ cell 328 0157293
Campo Base Isernia ^ campobaseonlus.spaces.live.com ^ [email protected]
CanyonEast Udine ^ [email protected] ^ cell 348 6965069
Club CAI Perugia Etruskanyoning Corciano (PG) ^ [email protected] ^ cell 335 7957808
Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (TO) ^ [email protected] ^ tel 0121 202711
Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114
Etna Canyoning Giarre (CT) ^ www.etnaadventure.it ^ cell 329 9188187
Etna Discovery Tremestieri Etneo (CT) ^ www.slamtour.it ^ tel 095 7125514
G.S. CAI Varallo Varallo (VC) ^ www.caivarallo.it ^ cell 347 0436933
G.S. Stroncone Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633
GOA Canyoning Genova ^ www.cailiguregenova.it ^ cell 347 5171573
Grigue Canyoning Recco (GE) ^ www.griguecanyoning.org ^ [email protected]
Gruppo Canyoning Ranciga Morbegno (SO) ^ [email protected] ^ cell 335 8031018
Gruppo Escursionistico H2otto Cesenatico (FC) ^ [email protected] ^ cell 347 9186715
Gruppo Grotte ‘’Emilio Roner’’ CAI SAT Rovereto (TN) ^ www.gruppogrotte.it ^ cell 347 3667873
Gruppo Speleoforristico Besenello Besenello (TN) ^ www.speleocanyon.it ^ cell 349 4442044
Gruppo Speleologico CAI Malo Malo (VI) ^ www.speleomalo.it ^ cell 347 5968595
Gruppo Speleologico Leccese ’Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ cell 338 8947823
Gruppo Speleologico Urbinate Urbino ^ www.gsurbinospeleo.it ^ [email protected]
Gruppo Zompafossi Montefranco (TR) ^ [email protected] ^ cell 347 7009897
MKF Vara Sestri Levante (GE) ^ www.arrampicate.it ^ cell 338 2819725
Monrosa Canyoning Balmuccia (VC) ^ www.monrosarafting.it ^ cell 347 3200303 / 340 6638975
Mountain Live Storo (TN) ^ [email protected]
Piemonte Canyoning Torino ^ [email protected] ^ cell 335 6110291
SerVolare 17 San Gregorio di Catania (CT) ^ [email protected] ^ cell 349 1660782
Slow Canyon Team Roma ^ [email protected] ^ cell 335 7516223
Spaccaforra Sardegna Canyoning Sassari ^ [email protected] ^ cell 329 6111324
Tiahuanaco Bolzano ^ www.tiahuanaco.it ^ [email protected]
Toboga Club Latina ^ [email protected] ^ cell 335 7881237
Parco Naturale
Regionale del Beigua
nline> > >
Parco Naturale
Regionale dell’Aveto
Parco Naturale
Regionale di Portofino
negozio online> > >
www.canyoning.it
[email protected]
coordinatori regionali
Le persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere
eventi. Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: [email protected]
Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453
Romagna Francesco Michelacci ^ tel 347 9186715
Friuli Venezia Giulia - Carnia Sebastiano Broili ^ tel 348 6965069
Friuli Venezia Giulia Romy Siegl ^ tel 347 4349947
Lazio Fabio Ferranti ^ tel 339 7548906
Liguria Eva Trasforini ^ tel 349 5792407
Lombardia Guido Armaroli ^ tel 328 2920011
Molise Gianni Di Salvo ^ tel 333 9056966
Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo ^ tel 335 6110291
Piemonte - Val Sesia, VC, NO, Verbano-Cusio-Ossola Paolo Testa ^ tel 347 0436933
Puglia Fausto Meleleo tel ^ 333 3464460
Sardegna Silvia Campanelli ^ tel 338 1608573
Sicilia Diego Leonardi ^ tel 329 9188187
Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554
Umbria Mirco Lazzari ^ tel 339 8324904
Valle d’Aosta Andrea Mantovani ^ tel 335 5431143
Veneto - Verona Francesco Cacace ^ tel 348 3398199
Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello ^ tel 347 5968595
Scuola Nazionale Canyoning
Istruttori Formatori > Maurizio Biondi (Direttore) ^ Marco Biasioni ^ Roberto
Coppo ^ Erwin Kob (ViceDirettore) ^ Roberto Recchioni ^ Giovanni Pizzorni
Istruttori > Francesco Berti ^ Marcello Carli ^ Marco Cellitti ^ Alessandro Cerise
^ Jvan Chemello ^ Marco Cipriani ^ Filippo Dall’Aglio ^ Luca Dallari ^ Alessandro
De Simoni ^ Martino Frova ^ Carlo Gatti ^ Mirco Lazzari ^ Diego Leonardi ^ Maria
Franca Lepre ^ Uberto Liuzzo ^ Roberto Locatelli ^ Cristiano Massoli ^ Francesco
Michelacci ^ Juri Montese ^ Andrea Nadali ^ Mattia Pilato ^ Salvatore Ribichesu
^ Stefano Rossi ^ Dino Ruotolo ^ Gabriella Russo ^ Marco Saccardo ^ Roberto
Schenone ^ Romy Siegl ^ Paolo Spreafico
iscrizione
11
IC 2O
A
Quote associative per l’anno sociale 2011
- socio singolo 30 euro
- socio minorenne figlio di socio singolo 15 euro
- socio sostenitore quota libera (minimo 100 euro in regalo la Felpa AIC)
- gruppi locali e associazioni 200 euro, comprendente una tessera intestata
al gruppo più 8 tessere singole intestate a 8 soci del gruppo; la quota di
iscrizione per ulteriori soci è di 15 euro
Il pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi:
1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento
online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD, POSTEPAY all’indirizzo:
www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm
2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato
ad Associazione Italiana Canyoning, Piazza della Libertà 1, 05039 Stroncone (TR)
specificando la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail o sms
alla Segreteria ([email protected] ^ cell 333 3908515).
3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA
11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” - IBAN: IT95 M 07601 02600
000011855608 – SWIFT: BPPIITRRXXX presso BANCOPOSTA Ufficio Genova
Centro Via Dante 4B/N, intestato ad Associazione Italiana Canyoning, specificando
nell’ordine di bonifico la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail
o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 333 3908515).
Nei casi 2 e 3 si consiglia di conservare la ricevuta dell’avvenuto pagamento. Nel
caso 1 invece la notifica è automatica.
I rinnovi andranno notificati dal socio o dal coordinatore di ciascun gruppo alla Segreteria dell’Associazione, allegando copia della ricevuta di pagamento, via mail all’indirizzo [email protected] o a mezzo fax al +39 0744 1921423. Si rammenta che
i pagamenti paypal comportano onerose commissioni per l’Associazione, si
auspica pertanto l’impiego delle altre due modalità in fase di rinnovo.
negozio online > > >
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> negozio online
Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning è possibile acquistare libri, manuali, felpe e t-shirt tramite il negozio on line.
Per i soci AIC il prezzo dei libri è scontato rispetto a quello di copertina.
Per acquisti cumulativi da parte di gruppi le spese di spedizione si riducono.
Contattare preventivamente l’Ufficio Editoria [email protected] prima di effettuare il versamento. www.canyoning.it/acquistiaic
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> corsi SNC
Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning sarà presto disponibile il calendario dei corsi nazionali e locali della Scuola Nazionale Canyoning in programma per il 2011
www.canyoning.it/scuola/scuolacorsi.htm#current
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assicurazioni > > >
assicurazioni > > >
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assicurazion
> assicurazione polizza del torrentista
Essere socio dell’Associazione Italiana Canyoning dà la possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione con Inter Hannover, tramite lo
Studio Mangano s.r.l. di Roma. Le condizioni generali della polizza per l’anno 2011 saranno pubblicate non appena disponibili su: www.canyoning.
it. Per info scrivere a [email protected]
La responsabilità dei contenuti degli articoli è dei rispettivi autori che non sempre esprimono la linea di pensiero dell’Associazione Italiana Canyoning e della redazione di canYoning.
Chiunque individui all’interno di canYoning articoli coperti da copyright è pregato di contattare la redazione indicando le fonti originali dei lavori. Per collaborare scrivere a [email protected].
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