Intervista ad Antonella De Simone (Direzione Generale Brioni) Atelier Brioni, Roma, ottobre 2008 A cura di Isabella Orefice Lei conosce il progetto Archivi della Moda del ’900? Che cosa ne pensa? Il passato è la radice del futuro, è un’ottima idea. L’Italia rimane la nazione capitale della moda e, in questo momento, siamo davvero i primi nella moda femminile e in quella maschile. La moda da uomo ebbe origini in Inghilterra:il nostro attuale abito nasce dalla cultura della nobiltà inglese. Erano i nobili di campagna ad avere l’esigenza di vestirsi in modo rigido, con impermeabili e con colori scuri. Oggi la moda italiana maschile sartoriale ha surclassato la tradizione di Savile Row1. E il vostro archivio storico? 2 Noi abbiamo un progetto di archivio straordinario, perché il marchio Brioni è stato fondato nel 1945 da mio nonno e dal suo socio. Sono quattro persone ad occuparsi dell’archivio. Sarebbe davvero auspicabile trovare un archivista, una persona specializzata che ci aiuti a catalogare, a suddividere una notevole massa di materiale. Stiamo già lavorandoci da circa due anni e siamo a buon punto. È stato un lavoro immenso che vorremmo digitalizzare per renderlo accessibile. Brioni è storia, non è nata l’altro ieri. Immagino che avrete conservato bozzetti, fotografie, corrispondenza. Ci narri la sua storia. 1 Storica via londinese, sede dei più importanti laboratori sartoriali del mondo. Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] Brioni nasce nel 1945 ad opera di mio nonno, che era un sarto abruzzese. In Abruzzo è nato un ramo della sartoria italiana. L’altro è a Napoli. Dall’Abruzzo viene, ad esempio, Caraceni. Mio nonno nasce a Penne, in provincia di Pescara; molto giovane va prima a Milano, poi, per motivi di salute, a Roma, e qui inizia a lavorare insieme a Gaetano Savini, suo futuro partner presso Satos, che era un negozio di abbigliamento in via del Corso. I due diventano amici: mio nonno, il sarto, l’altro, il direttore del negozio. Quest’ultimo, un vulcano di energia, ricco di interessi e di attitudini. Un pierre ante litteram, una persona incredibile che già nei primi anni della nostra storia ha fatto un main special register, una sorta di newsletter di quel tempo: una cosa incredibile. Questi due amici dai comuni obiettivi lasciano Satos nel 1945 e, subito dopo la guerra, fondano in via Barberini un negozietto di cui conservo la foto nella mia camera: due sole vetrine e sopra la sartoria, per cui il luogo diventa subito un atelier da uomo, di alta moda. Loro hanno subito puntato in alto. Poi, gli anni Cinquanta e i primi approcci con il mercato avvenuti tramite attori americani di fama. Erano i momenti della “dolce vita” e quindi tutte le star del Cinema venivano a Roma da Hollywood. Possiedo la foto di mio nonno con Henry Fonda e con John Wayne, e con tutti quelli che oggi consideriamo dei miti. Venire a Roma da Brioni era per loro una tappa obbligata, per cui la fama di Brioni nacque prima in America, a Hollywood che non in Italia. I grandi clienti si lasciavano prendere le misure, ma erano talmente tanti che presto si giunse ad avere tanti laboratori sparsi per Roma. Fu così che mio nonno ebbe un idea geniale: trasformare questa attività assolutamente artigiana e manuale in una realtà “industriale” e cioè trasferire tutti i passaggi della lavorazione dell’abito a Penne, in Provincia di Pescara, dove affittarono un appartamento. Qui reclutarono per il lavoro quaranta persone di cui una ventina di amici suoi con cui giocava a carte d’estate. Ma erano amici sarti, perché a Penne la tradizione era tale per cui, nel 1960, un paese di pastori si era ormai trasformato in un paese di sarti. 2 L’archivio Brioni è stato dichiarato «di interesse storico particolarmente importante» nel settembre 2009. [Link ad articolo «Il Giornale»: http://www.ilgiornale.it/roma/larchivio_brioni_dichiarato_di_notevole_interesse_storico/20-042010/articolo-id=439106-page=0-comments=1] Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] Perché questo cambiamento? In realtà è una lunga e interessante storia: Cortona è un paese vicino Penne e si dice che tale Gianpaolo Tosti fosse andato alla corte di Edoardo VII di Inghilterra, e che fosse diventato famosissimo come musicista e quindi ricco. Si vestiva alla corte inglese e quando gli abiti diventavano vecchi li mandava ai parenti poveri in Abruzzo. Non si sa se questa è storia o leggenda ma praticamente la tradizione sartoriale abruzzese si basa su una fantaleggenda: tuttavia gli storici che ne danno conto in un mirabile libro dedicato ai sarti di Abruzzo ipotizzano che gli abitanti locali, smontando gli abiti, avessero scoperto i segreti dell’arte sartoriale inglese. Ma comunque è storia reale quella di mio nonno che lavorava con i suoi 22 amici e che questi conducevano botteghe di sartoria. Quindi, ognuno ne aveva una? Avevano la botteguccia o utilizzavano il salone di casa, e il lavoro consisteva in questo: ad esempio, il contadino tal dei tali doveva sposarsi ed era l’occasione in cui finalmente si faceva fare il vestito che gli veniva confezionato in un giorno. In genere questo abito era nero e il contadino se lo portava fino alla tomba. Si sposava indossando quell’abito, lo metteva quando partecipava ai matrimoni d’altri o in diverse occasioni, anche per i funerali, finché non veniva sepolto con quello stesso vestito. In effetti, il lavoro di sartoria non era un gran business… Ma che succede, allora, di questi sarti che avranno avuto negli anni Sessanta 40 o 50 anni? Sono stati straordinari, perché hanno accettato di entrare nella nuova realtà di Brioni. Il lavoro si specializza e viene addirittura chiamata un’azienda svedese specializzata nella formazione delle catene di montaggio per l’abbigliamento. Non si poteva definirla fabbrica: mio nonno la ha sempre voluta chiamare grande sartoria. Infatti, la grande sartoria consiste nel razionalizzare tutte le fasi della lavorazione. Quindi, un sarto faceva davvero tutto dalla a alla z, con un solo ragazzo che lo aiutava. Ma ogni singola fase della lavorazione veniva eseguita da una persona diversa. Mio nonno ha creato una cosa straordinaria, una vera e propria catena di montaggio sartoriale. Noi ancora non abbiamo macchine e attualmente abbiamo 1.086 persone che lavorano solo per l’abito da uomo. Una persona prende tra le mani il tessuto, lo piega in due, vi pone sopra il cartamodello e lo disegna a mano con il gesso da sarto, che è cerato. Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] Un’altra persona si occupa soltanto del taglio, un altro fa solo il puntino del reverse, un altro fa solo il “buchetto” dell’asola… Quindi si specializza in un segno… Ognuno di loro lavora su due o tre passaggi, quindi immagini il livello della specializzazione:questo il segreto dell’abito Brioni. Come ha fatto a convincere tutti a lavorare in questo modo? Con la formazione. Abbiamo, all’interno della nostra fabbrica, una scuola di sartoria perché noi dobbiamo davvero garantirci sarti altamente professionali per mantenere il valore delle tradizioni della creazione a mano. Abbiamo fondato la scuola nel 1985 in cui formiamo, ogni quattro anni, 20-22 persone delle quali tre o quattro diventano maestri sarti gli altri vengono inseriti nelle diverse fasi della lavorazione. Una dozzina di anni fa c’è stato il primo passaggio generazionale, perché ovviamente i nostri “vecchi” sarti erano andati in pensione. Ma nel frattempo, ne avevamo creati degli altri. Basti pensare che il nostro maestro sarto ha 37 anni: Angelo Petrucci maestro sarto di Brioni, il capo modellista, disegnatore che viaggia in tutto il mondo e fa i vestiti per personalità come Bush ed altri capi di Stato. Può immaginare… Quindi la scuola come un fiore all’occhiello? Sì, il cambio generazionale è avvenuto, ma conservando la tradizione, anche per la donna che ricama. Per cui se lei va a Penne trova di tutto: quello rasato, quello con gli orecchini. Fantastico! Inoltre, la scuola è patrocinata dalla comunità economica. È aperta a tutti i giovani che vogliono partecipare o vi sono selezioni? Dopo la scuola dell’obbligo i giovani motivati hanno l’opportunità di passare le nostre selezioni. Ora li dobbiamo a prendere a 16, dico «li dobbiamo» un po’ mal volentieri, perché i grandi sarti ritengono che la manualità migliore si apprende meglio in tenera età. Gli allievi studiano per quattro anni. Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] Questi giovani hanno la garanzia di un eventuale lavoro? Finora possiamo dire che sono entrati tutti da noi, ed è sicuro che noi ne abbiamo bisogno. Come avviene la selezione? Si tratta di giovani della Regione Abruzzo, dove la tradizione della sartoria fa sì che ci sia una lista d’attesa per entrare. Molti padri di questi ragazzi lavoravano già da noi. Ne inseriamo venti e, dopo quattro anni, ce ne saranno due o tre che studieranno ancora cinque o sei anni per diventare sarti. Gli altri li applichiamo alle diverse fasi della lavorazione che comunque sono delicatissime per noi. Quindi, la nostra è una scuola di sartoria in generale, non escono solo maestri sarti. Infatti, ad esempio, abbiamo in ogni reparto di lavorazione l’addetto che controlla e verifica la perfezione di ogni prodotto. Tutti entrano da noi. Mi pare che ci furono soltanto due casi per cui ciò non accadde: uno che si ammalò e un altro che è andato a vivere all’estero. La scuola rimane a Penne ? È all’interno della nostra azienda. Fortuna ha voluto che è stata costruita l’autostrada per cui, con due ore e un quarto, io sono a Penne e ci vado in continuazione. Soprattutto con la Stampa,con i nostri clienti, che almeno si rendono conto del perché devono pagare così caro un vestito e poi perché è una cosa bellissima da vedere. Conservo la foto nel mio archivio di come era questa sartoria negli anni Quaranta e Cinquanta. Noi abbiamo creato una specie di prét-à-porter a Penne con abiti fatti tutti a mano, che però oggi si possono trovare anche pronti in negozio. Quindi sono abiti fatti su taglia? Assolutamente su taglia, che poi è molto personalizzata: noi abbiamo una rete di 500 negozi multimarca che vanno da Neiman Markus ad Harrods,alla piccola boutique di Saint Moritz. Abbiamo poi una rete retail monomarca di circa 70 negozi. Tutti questi negozi all’inizio della stagione fanno un ordine, ma si tratta di un ordine personalizzato. Significa che noi facciamo un modello per Harrods e un altro per Neiman Marcus o un modello particolare per il negozio di Tokio, e ciò dipende dalle caratteristiche individuali dei clienti, dalla conformazione fisica. Ad Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] esempio, i giapponesi sono decisamente diversi dagli occidentali, hanno un rapporto differente fra le gambe il busto. Lei viaggia molto? Sì, abbastanza,prevalentemente in Europa. Va detto anche che, oltre all’ordine stagionale, c’è l’ordine speciale. Ciò significa che noi abbiamo un archivio di modelli di cartone ancora di tutti i nostri clienti speciali. Ad esempio, un cliente ci telefona da Los Angeles e dopo tre settimane noi gli mandiamo il vestito. Oltre a questo noi abbiamo una sartoria a Roma e una sartoria a Milano, dove è possibile avere il sarto che fa tre o quattro prove. Voi ogni stagione decidete una linea da portare avanti? Noi abbiamo un ufficio stile che ogni stagione studia una nuova collezione: una in estate e una in inverno. C’è un cambiamento molto relativo, ma stiamo attenti al trend del momento, alla silhouette, ai colori. Ci sono poi gli stili classici che si ripetono, perché il cliente esige assolutamente questa nostra classica ripetizione. E al femminile? Abbiamo il 10% della nostra produzione al femminile che è sempre esistita. In archivio ho una foto di Ava Gardner che dice «To my favourite tailor Brioni». Anche la linea femminile, sempre piuttosto classica, si è affermata prima con il tailleur, ma adesso abbiamo un ufficio stile dedicato alla donna. Per quanto riguarda la donna, noi abbiamo una storia che inizia nel 1945, conserviamo bozzetti da donna meravigliosi e oggi la nostra produzione è molto ricercata. Anche se Brioni è nato come moda da uomo, e questa è stata anche la nostra forza. Per quanto riguarda poi gli altri elementi dell’abbigliamento dagli anni Novanta abbiamo inglobato nel nostro gruppo dei laboratori che lavoravano a mano, delle piccole aziende che lavoravano come noi, ma senza un’apertura internazionale. Parlo di Burini, per quanto riguarda le camice, oppure di Ciceri, un laboratorio che forniva le camicie a Herbert von Karajan ed era il fornitore ufficiale delle camicie da sera di Casa Savoia, è nato nel 1897 ed ha più di 100 anni di storia: un marchio prestigiosissimo, che siamo onorati di avere con noi. Non abbiamo mai fatto fare nulla all’esterno, ma abbiamo acquisito all’interno del gruppo queste realtà, quindi abbiamo la camiceria, la Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] camiceria classica e sportiva, il leisurewear per il tempo più libero e rilassato, abbiamo le cinte, l’abbigliamento in pelle. Anche l’intimo lo facciamo attraverso Ciceri. Quanto personale avete oggi ? Il totale del gruppo è 1.700 persone, che lavorano all’interno del nostro gruppo quindi una grande realtà. In che rapporti siete con l’Accademia nazionale dei sartori? L’Accademia nazionale dei sartori ha sede a Roma, noi ne siamo soci e sponsorizziamo il loro premio Forbici d’oro dedicato ai giovani sarti, che si tiene ogni due anni. Da qualche tempo, è entrato nell’associazione il nostro maestro sarto Angelo Petrucci. Una cosa bellissima che abbiamo fatto l’anno scorso al Royal College di Londra, e che proseguiamo, è un master post laurea per i futuri designer della moda da uomo. È l’unico istituto di moda di Londra ad avere la sezione uomo, quindi ci hanno chiesto una sponsorizzazione. L’anno scorso abbiamo adottato 14 dei loro studenti mandando i nostri sarti a Londra per tenere le lezioni e quindi gli studenti sono venuti a Penne nella nostra scuola di sartoria. Un’esperienza veramente incredibile: solo tre erano inglesi, gli altri venivano da Hong Kong, dalla Cina, dall’India a studiare al Royal College che è uno dei più prestigiosi istituti di design al mondo, e quindi sono venuti da noi. Abbiamo attribuito loro un tema: lo smoking, che è il nostro capolavoro. Pensi che per realizzare un nostro abito ci vogliono dalle 18 alle 40 ore, ma per lo smoking ce ne impieghiamo 40. Abbiamo chiesto agli studenti come poteva essere, secondo loro, lo smoking del futuro e abbiamo fornito noi i tessuti. Poi hanno portato alcuni sketch e i nostri sarti li hanno realizzati. Da questo è stato creato un Premio a Milano durante la settimana della moda, con una giuria internazionale, formata dal presidente di Neiman Marcus e dal direttore di «GQ» fra gli altri. Il tema di quest’anno è la travel jacket, perché Brioni è stato il primo a creare la giacca travel con tutte le tasche esterne e interne per viaggiare in modo ideale. I giovani pensano, e hanno ragione, che in effetti nel mondo della moda maschile ci sia più spazio che non in quello della moda femminile. Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] Lei comunica un grande entusiasmo. È sentito, non è niente di falso, comunico una realtà, vera, che chi vuole può venire a verificare! Una realtà bellissima… Sì, bellissima, ad esempio porterò due giornalisti, uno da Los Angeles e uno da Ginevra, a Penne, e so già che poi vi torneranno entusiasti. In quali Paesi siete in maggiormente presenti? Gli Stati Uniti sono il nostro maggiore mercato anche se, più o meno, pari all’Italia, il terzo è diventato la Russia, seguita dalla Germania, dall’Inghilterra, dalla Francia fino ad arrivare al Giappone. Abbiamo anche negozi a Nuova Delhi, a Bombay e Pechino. Insomma siamo un po’ diffusi in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, il nostro target è molto alto, per cui noi non siamo toccati più di tanto dalle crisi in genere. Il nostro prodotto, senz’altro caro, ha in sé tutto il valore di quello che costa, anzi pensi addirittura che, a volte, i giornalisti vengono e mi dicono: «Il suo vestito non è caro», perché può costare come un altro che ha un grande valore di griffe e viene fatto in Cina completamente a macchina. Quindi, è una bella cosa da comprare, oltretutto più invecchia e più è bello, ed è vero, perché, vede quella gonna? Avrà, penso 15 anni. Dico sempre che il nostro vestito è bello, perché i materiali di cui ci forniamo, solo a Biella dal top dei top, sono dei materiali naturali meravigliosi. Noi inseriremo, infatti, nel nostro progetto un seminario a Biella, perché cerchiamo e vogliamo trovare le radici di quell’artigianato che ha fatto grande l’Italia. A Biella c’è la materia prima più bella di Italia, infatti ci riforniamo per il 90% lì, poi per il resto abbiamo un minimo di lana dall’Inghilterra, un po’ di lino dall’Irlanda e la seta a Como. Il nostro progetto vede la sua nascita e il suo lancio a Firenze, nella Sala Bianca. Dove Brioni ha messo, per la prima volta nella storia, l’uomo sulla passerella: il nostro Angelo Vittucci è entrato nello scenario della Sala Bianca nel 1952, con l’organizzazione di Giovan Battista Giorgini, che è Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] stato quello che ha dato l’apertura mondiale alla moda italiana, soprattutto maschile. Al tempo, la moda maschile era un po’…, non dico trascurata, ma meno considerata, perché è la donna la prima che si veste. In realtà oggi l’uomo tiene moltissimo all’abbigliamento. Nella storia i grandi sarti sono da donna e vestono pure loro gli uomini, per carità, ad eccezione di Chanel. Tuttavia, noi a Firenze abbiamo festeggiato il nostro cinquantesimo anniversario, non nella Sala Bianca, ma a Palazzo Corsini. Pensi che Brioni tra gli anni Cinquanta e Sessanta ha organizzato più di 400 sfilate nel mondo, sfilate sulle navi, sugli aerei. I due soci storici erano così grandi entrambi e talmente complementari… Mio nonno ha portato l’arte, ha portato l’Abruzzo a riconoscersi nella nobiltà della tradizione artigiana e a un altissimo il livello della qualità. L’altro, invece, ha portato tutto quello che oggi gli uffici stampa ormai fanno, e così ha diffuso il nome di Brioni nel mondo. Questo sono stati i grandi pregi di queste persone, quindi, i due erano assolutamente complementari. Parliamo di Roma e di Milano, oggi. Roma sta nel nostro cuore, le famiglie originarie fondatrici erano di Roma, ma a Milano noi abbiamo una sede enorme, che prende un intero palazzo. I buyer3 vengono a Milano, i principali giornalisti vanno a Milano, a Milano si organizzano cose incredibili e adesso si pensa al progetto della città della moda. Tornando a Roma, penso ancora al Cinema. Il nostro rapporto con il cinema è pazzesco perché dagli anni Cinquanta con Hollywood, abbiamo creato i vestiti di James Bond per cinque film, abbiamo vestito attori di tutti i generi, adesso vestiamo Tom Hanks per Angels and Demons, abbiamo un bel rapporto con il cinema, che dobbiamo anche implementare. Avete pubblicazioni sulla vostra storia? Assolutamente sì: nel 1995 abbiamo fatto i nostri 50 anni, se vuole le faccio recapitare questo libretto che peserà 30 Kg…. Vi è tutta la storia di buyer ‹bàië› s. ingl. [der. di (to) buy «comprare»] (pl. buyers ‹bàië∫›), usato in ital. al masch. – Compratore, acquirente. Nel linguaggio comm., indica la persona che, in grandi magazzini e negozî di confezioni, soprattutto di abbigliamento femminile, ha l’incarico di provvedere all’approvvigionamento delle merci. Nel linguaggio econ., l’espressione buyer’s market ‹bàië∫ màakit› (propr. «mercato del compratore») indica un mercato in cui la domanda è più forte dell’offerta e quindi il prezzo è soprattutto determinato dalla prima. [Vocabolario Treccani online www.treccani.it] 3 Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] Brioni, dall’origine al 1995. Vede? Questa è la travel jacket del 1964, ecco questo è mio nonno con Henry Fonda, questa è una sfilata che abbiamo fatto nell’acqua nel 1954. New York: il lusso ha l’ardire di buttare lo smoking nell’acqua, perché non lo recuperi più, e così i nostri modelli erano nell’acqua. Poi, qui vediamo i bozzetti, e questo è John Wayne, ma ne abbiamo a quintali di queste foto. In occasione del nostro cinquantesimo anniversario abbiamo presentato questo libro, un evento pazzesco a Palazzo Corsini con una Mostra dei capi storici. Pensi, c’è l’abito del 2000, perché nel 1960 si immaginava un futuro mostruoso, tuttavia abbiamo vinto il concorso del Comune di Roma per quell’abito del 2000. Vede ancora in questo libro un vestito di Frank Sinatra e poi tutto quello che abbiamo fatto in quegli anni per tutto quello che riguarda il tennis, la vela, lo sci, guardi, persino una divisa da sci che a vederla fa ridere, ma erano le cose del momento, vede il golf… Poi abbiamo un rapporto incredibile con il polo perché il nostro nome viene fuori dall’isola di Brioni nel Nord Adriatico: questi due soci si mettono insieme e: «Come la chiamiamo questa azienda?». La chiamano Brioni, perché Brioni all’epoca era l’isola più elegante al mondo, era l’icona dell’eleganza ed era il primo posto dove è stato giocato il polo nel 1922. Isola che era italiana ma la abbiamo persa ed è diventata l’isola di Tito. Noi ancora sponsorizziamo un torneo di polo a Saint Moritz. Poi vede, tutte le immagini del colore… Brioni è stato il primo nella moda maschile a introdurre il colore. Lo dico sempre quando vado a Londra: «L’Inghilterra è la culla della moda da uomo, ma voi come lo facevate questo vestito? Nero, triste…». Brioni fa questa collezione nel ’57 ma guardi che colori, viola, rosa… Il nostro archivio storico di capi è a Penne, infatti abbiamo l’idea di farci un museo, guardi che vestiti che abbiamo! Si può immaginare nel ’57 un vestito rosso o con il gilet rosa, poi la pelliccia, perché abbiamo fatto di tutto… Questo è Peter Sellers che ha sopra la testa il lampadario che c’è sotto in negozio, veniva da noi a farsi le pellicce. Vede, questi sono tutti abiti nostri: nel 1960, lo smoking con il visone, e poi gli anni Settanta con la sperimentazione e la rottura dei canoni classici della moda … e poi questi sono tutti capi che noi facciamo ancora, per africani, texani, arabi, perché il valore aggiunto di Brioni è poter fare tutto perché tutto è fatto a mano e quindi lei può chiedere quello che vuole sul suo abito, qualsiasi cosa, un collo particolare, una particolare leggerezza in Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected] cashmere, velluto, seta, o le lane extrafine che vanno di moda adesso. Quindi noi siamo capaci di fare una tasca con 50 plissettature, con i soffietti, c’è una lavorazione pazzesca, vede? Poi c’è l’extra lusso con il filo d’oro, il cashmere, la vicuña. Ad esempio, adesso abbiamo un tessuto per un vestito costa 30mila euro. Non c’è limite alla fantasia umana e alla capacità. Il lusso non scompare nella crisi generale? Qual è il vero lusso, poi? Il lusso che proponiamo noi non è il lusso dell’apparenza: è il lusso di saper esprimere al meglio quello che sei. L’importante è che non sia solo apparenza, ma che ci sia una corrispondenza con la forza che hai dentro. Secondo me quello è il vero lusso, se puoi avere i mezzi per esprimerti al massimo, sei tu che fai la moda, la moda non la devono fare gli altri, la devi fare tu… È possibile vedere l’archivio per quantificare? È un archivio con moltissimo materiale fotografico, la maggior parte è dedicata alla collezione uomo; poi c’è un’altra parte che è dedicata alla collezione donna; un’altra ancora, interessante, che riguarda i documenti, ci sono i cartellini, i programmi. I fondatori di Brioni sono morti, mio nonno è morto nel 1981 – aveva 75 anni – e l’altro verso i 78; però ci siamo noi e, a parte noi, ci sono 1.700 persone che lavorano insieme a noi. Pensi cosa sarebbe avere un archivio pubblico dove gli studenti possano prendere le idee; sarebbe una cosa bellissima e molto importante quando il reparto tessile è uno dei primi in Italia, è uno degli unici che resiste, sono quattro o cinque e la moda è uno dei più importanti, tessile di abbigliamento, quindi perché non creare una documentazione? Segreteria ANAI Via Giunio Bazzoni, 15 00195 Roma tel/fax 06-37517714 [email protected] www.anai.org Progetto “Archivi della Moda del ‘900” [email protected] [email protected]