BIBBIA
2012
04
Il Signore è il mio pastore
Salmo 23. Di Davide.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto
cammino,
per amore del suo nome.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
I PROFETI
sono personaggi che sentono dentro
di sé prepotente ciò che Dio ha
messo nel cuore di ogni uomo: la
spinta al timore di Dio e all’azione per
il bene, l’armonia e ricordano questo
messaggio in tutte le circostanze al
popolo di Israele e a tutti gli uomini.
Sono profeti
Abramo – Isacco –Giacobbe
Giuseppe – Mosé –
Giosuè – Samuele –
Natan
(Elia – Eliseo)
IL NUOVO
PROFETISMO
(i profeti che scrivono)
Inquadramento storico
Profeti pre-esilio
Regno di Israele: Amos Osea
Regno di Giuda: Isaia Michea
Nahum Abacuc Sofonia Geremia
Profeti - esilio
Isaia II° Geremia Ezechiele
Profeti postesilio
Aggeo Zaccaria Isaia III°
Malachia Abdia Gioele Daniele
Giona
931 a.C. Alla morte di Salomone
cessa l’unità del regno di Israele.
Geroboamo “usurpa” il nord,
composto da 10 tribù, e lo chiama
"Israele", con capitale Samaria;
durerà circa due secoli .
721 a.C. Fine del regno di Israele
conquistato dagli Assiri di Sargon II i
suoi abitanti sono deportati a Ninive.
780 – 721
Profeti: Amos – Osea – Michea – ISAIA
Giuda: RE Ozia, Iotam, Acaz
Israele: RE Zaccaria, Pekachia,
Osea.
Pekachia paga il tributo al re Assiro
Tiglat-Pilezer III
Osea: Salmanassar V/Sargon II
conquistano Israele e deportano il
popolo del Nord a Ninive (721)
Secolo VIII, (seconda metà):
Amos e Osea nel regno del Nord,
Isaia e Michea nel regno meridionale,
sia pure con accenti diversi,
richiamano tutti gli Ebrei al loro
dovere e alla fedeltà a Jawè, contro
la minaccia dello strapotere assiro.
720 – 616
(Solo Regno di Giuda)
Profeti: Nahum, Abacuc, Sofonia
GEREMIA.
716 - 687 ca. Re Ezechia combatte
e resiste contro Sargon II e
Sennacherib.
627: Vocazione di Geremia
606: Assiri sconfitti dai Babilonesi
Secolo VII, seconda metà:
Sofonia, Nahum, Abacuc, Geremia
alzano la voce ricordando il giudizio
che Dio sta per pronunciare contro il
popolo infedele, tramite la potenza
babilonese.
Essi operano nel regno di Giuda,
poiché Samaria è tramontata da circa
un secolo.
616 – 550
Profeti: Abacuc, Geremia
e II° Isaia
Gli Assiri non riescono a prendere
Gerusalemme
612: i Babilonesi sconfiggono gli Assiri
609: Giuda sottomesso dal Faraone
Necao
605: Nabucodonosor sconfigge Necao
598: Assedio di Gerusalemme e
parziale deportazione
586: Nabucodonosor
Distruzione di Gerusalemme
e deportazione a Babilonia
La Bibbia racconta la fine dell’Impero
Babilonese e la rinascita di Gerusalemme.
(Daniele 4 – 5)
I Sogni di Nabucodonosor
“La Statua coi piedi Argilla”
“L’Albero Possente”
Esdra e Neemia raccontano della
ricostruzione del tempio e delle mura,
ma Giuda non diventerà più popolo
indipendente.
550 - 500
536 I Persiani sconfiggono i
Babilonesi
Con Ciro Rinasce la Speranza
II° e III° Isaia, Aggeo, Zaccaria e
guidano il polo della ricostruzione.
I GRANDI PROFETI
ISAIA
GEREMIA
(Isaia, secondo e terzo)
EZECHIELE
Lamentazioni
587 a.C.
DANIELE
Isaia 765 -700
Proto-Isaia (cap. 1-39): ca. 740-700a.C. Gli
Assiri conquistano Samaria. Esortazioni alla
fiducia in Dio, trascendente e fedele;
Deutero-Isaia (cap. 40-55): 550-539 a.C.,
durante l'Esilio di Babilonia, esortazione al
popolo oppresso, il "Servo di YHWH";
Terzo-Isaia (cap.56-66): 537- 520 a.C.,
oracoli contro l’idolatria e esortazioni per la
conversione dei pagani
Geremia
(che significa Esaltazione del Signore)
(nato ad Anatot, Gerusalemme, il 640 a.C
ca., morto in Egitto nel 570 a.C. ca.
Ritenuto autore dell’omonimo libro e del
Libro delle Lamentazioni.
Geremia profetizza una dura punizione se
il popolo, traditore dell'alleanza, non
tornerà a seguire JHWH e le sue volontà.
EZECHIELE
n. 620 a.C.
Apparteneva ad una famiglia di
sacerdoti, ma visse ed operò da
profeta. Fu deportato a Babilonia
Vedeva se stesso come pastore che
doveva vegliare sul popolo oppresso.
Una delle sue visioni più famose, quella
del campo cosparso di ossa che tornano a
rivivere al soffio di Dio, viene vista dai
cristiani quale simbolo della resurrezione
della carne.
Un'altra visione è quella che mostra
quattro viventi (uomo, leone, bue e aquila;
cfr. Ezechiele 1, 10) attorno al trono
dell'Eterno. In essi si sono visti i simboli
degli evangelisti.
DANIELE
attivo durante l’esilio di Babilonia.
Nasce forse nel 605 a.C.
E’ un adolescente quando viene
deportato. Per la sua saggezza
conquista la fiducia del re
Nabucodonosor e diventa funzionario
di corte ed interprete dei sogni del re.
E’ considerato “profeta” dai Cristiani,
non dagli Ebrei.
La sua reputazione gli permette di
continuare la sua attività dopo la
conquista di Babilonia da parte dei Medi
e dei Persiani avvenuta nel 539 a.C. Il re
persiano Dario apprezza i suoi consigli,
ma alcuni nemici lo fanno cadere in
disgrazia ed il re è costretto a gettarlo in
pasto ai leoni. Fedele al suo credo,
Daniele evita miracolosamente il
supplizio e si vede graziato.
Esdra 538- 515
Aggeo – ZaccariaMalachia
480 – 460
Neemia 445430
(Esdra II)
Gioele 600 a.C. ?
Giona 500 a.C. ?
Baruc
(dopo il 164 a.C.)
Daniele
180-160 a.C.
Lettere di Geremia
120 ca.
Libro del Profeta
ISAIA
La redazione definitiva del libro è
avvenuta in Giudea nel V secolo
a.C. ad opera di un autore ignoto,
sulla base di oracoli e testi
precedenti di diversa origine.
Proto-Isaia (cap. 1-39): scritto ca.
740-700 a.C. durante il ministero
del profeta Isaia, in particolare nel
contesto della guerra siroefraimitica; contiene esortazioni
alla fiducia in Dio, trascendente e
fedele.
Deutero-Isaia (capp. 40-55):
scritto tra il 550-539 a.C., durante
l'Esilio di Babilonia; contiene
esortazioni al popolo oppresso a
non perdere la speranza nella
rinascita, dopo la prova.
Terzo-Isaia (cap. 56-66): 537-520 a.C.
scritto dopo il ritorno dall'esilio,
contiene oracoli contro l'idolatria, e
sostiene la speranza nella
conversione delle nazioni pagane.
Il tema comune che ha catalizzato la
raccolta unitaria è quello della
salvezza del popolo da parte di Dio.
Ciò che caratterizza il profeta è,
come ha affermato A. J. Heschel, «la
cognizione profonda del pathos di
Dio, presente»:
In altre parole, profeta è colui che
riesce a sintonizzarsi con Dio.
Il profeta trasmette all'umanità ciò
che “sente” avendo captato
l’ “anemos” divino che è in ogni
uomo.
Il mezzo espressivo tipicamente usato da
Isaia è l'oracolo, introdotto o
accompagnato da espressioni ricorrenti
come “oracolo di Jhwh”, Signore del
mondo, oppure Guai!, o ancora “così dice
Jhwh”. Il bersaglio dell'oracolo è vario:
Gerusalemme, come simbolo del popolo
eletto, talora biasimata per la sua
condotta, talaltra consolata con un
messaggio di speranza.
Le espressioni linguistiche e le
immagini usate da Isaia sono
spesso di notevole bellezza e
potenza, e rivelano sensibilità
poetica, unita ad una piena
padronanza della scrittura come
mezzo di comunicazione.
Il ritrovamento, tra il 1944 e il 1955,
dell'intero manoscritto di Isaia tra i rotoli
del Mar Morto, e la sua datazione al II° o
I° secolo a.C., hanno reso possibile lo
studio comparativo sui più antichi
manoscritti masoretici, risalenti al X secolo
d.C. Il confronto fra queste due copie di
Isaia ha rivelato solo piccolissime
differenze, per la maggior parte piccole
variazioni di ortografia, che hanno
ulteriormente confermato l'accuratezza del
testo Biblico masoretico.
I° Isaia
740 -700 a.C.
Capitoli 1-6: oracoli (isaiani) di alto tenore letterario e
teologico
Capitoli 7-12: il cosiddetto «libro
«libro dell'Emmanuele»
dell'Emmanuele»
(isaiano), anche se con inserzioni posteriori
Capitoli 13-23: oracoli contro le nazioni, (isaiani). Si
predice la caduta di Babilonia ad opera dei Medi . La
critica ha convalidato l'autenticità di questo capitolo.
Capitoli 24-27: è la cosiddetta «apocalisse maggiore» di
Isaia, certo opera post esilica (V
(V secolo a.C.?)
a.C.?)
Capitoli 28-33: oracoli sparsi prevalentemente (isaiani)
Capitoli 34-35: la cosiddetta «apocalisse minore» di Isaia,
opera post-esilica
Capitoli 36-39: raccordo storico; libera riproduzione degli
eventi narrati nel II° libro dei Re, Cap. 18-20.
Gli eventi che fanno da sfondo all'opera di
Isaia sono principalmente a) la guerra siroefraimitica (736 circa); l'annessione del regno
di Israele all'impero assiro (724-720); l'assedio
di Gerusalemme ad opera di Sennacherib (704
circa); b) l'ascesa della figura di Ciro il Grande,
imperatore dei Persiani (553-530). Come si
vede l'intervallo temporale è molto vasto,
coprendo circa due secoli, motivo per cui si
era posta già dal Medio Evo la questione degli
autori.
Isaia inizia la sua opera pubblica verso la
fine del regno di Ozia, re di Giuda, attorno
al 740 a.C. A quel tempo, l'intera regione
siro-palestinese è fortemente minacciata
dall'espansionismo assiro. In particolare, il
giovane successore di Ozia, Acaz, re di
Giuda è vassallo del re assiro TiglatPileser III, come anche molti principi vicini,
fra cui il re di Israele Pekach e il re di Siria
Rezin.
Questi ultimi due re tentano di ribellarsi al
giogo assiro raccogliendo una coalizione
di principi locali, ma poiché Acaz non
sembra voler correre tale rischio, essi gli
muovono guerra nel tentativo di sostituirlo
con un personaggio a loro vicino. Acaz è
preso da dubbi e timori, ma Isaia gli porta
la consolante parola divina, assicurandogli
che la fedeltà al re assiro gli risparmierà la
catastrofe che invece toccherà ai suoi
nemici.
È in questa fase che si colloca il
cosiddetto libretto dell'Emmanuele, in
cui Isaia annuncia ad Acaz la nascita
del suo primo figlio (il futuro re
Ezechia) come segno della
benevolenza di Jhwh. Questo brano è
stato successivamente interpretato
dalla tradizione cristiana come
annuncio della nascita di Gesù.
La politica prudente suggerita da Isaia risparmia al
regno di Giuda la sorte che invece tocca a Samaria,
assediata da Salmanassar V nel 724, e poi soggetta
alla deportazione da parte di Sargon II nel 720.
Tuttavia, il giogo assiro si fa più duro, ed Ezechia,
Ezechia,
successo al padre nel 727, tenta di ribellarsi nel 705
approfittando della morte di Sargon II, ma con esiti
disastrosi: il successore di Sargon II, Sennacherib,
Sennacherib,
interviene prontamente e assedia Gerusalemme. Isaia
interviene ancora a predire la fine dell'assedio, che
effettivamente Sennacherib scioglie improvvisamente
dopo pochi mesi, richiamato dalla notizia di una
congiura di corte contro di lui.
Isaia è anche uno degli ispiratori della
grande riforma religiosa avviata da
Ezechia. Questi mette al bando le
usanze idolatre e animiste che gli
ebrei avevano adottato imitando i
popoli vicini. Isaia si scaglia così
contro i pasti sulle alture, i sacrifici
umani, i simboli sessuali, gli idoli di
ogni forma e materiale.
Altro bersaglio della riforma, e delle
invettive di Isaia, sono le forme cultuali
puramente esteriori, ridotte quasi a
pratiche magiche. In particolare,
condanna senza mezzi termini il digiuno,
le elemosine, le ricche offerte, quando non
sono seguite da una condotta di vita
moralmente corretta, dal rispetto verso il
prossimo, dal soccorso alla vedova e
all'orfano, dall'onestà nell'esercizio di
cariche pubbliche.
II° Isaia
560 – 530 a.C.
Capitoli 40-55: è il cosiddetto
«secondo Isaia», profeta anonimo
del ritorno degli ebrei dall'esilio
babilonese.
La scena si sposta bruscamente in
un'altra epoca, in un luogo imprecisato,
ma forse fra gli esiliati in Babilonia. La
distruzione del Tempio e la deportazione
sono sullo sfondo, lontani e comunque
ancora dolorosi, ma appare finalmente
una speranza, rappresentata dalla figura
di Ciro il Grande, che Jhwh chiama suo
servo inconsapevole (tu non mi conosci),
affidandogli l'alta missione di consentire il
ritorno in patria degli esuli e la
ricostruzione del Tempio.
Questa parte, preceduta dai capitoli
36-39 di carattere storico, è
caratterizzata dalla quasi totale
assenza di oracoli di condanna. Salvo
l'ultima parte, in cui torna a tratti la
condanna per l'infedeltà all'alleanza,
questa parte è un messaggio di
speranza rivolto a tutta l'umanità, non
soltanto ad Israele.
III° Isaia
530 – 500 a.C.
Capitoli 56-66: è il cosiddetto
«terzo Isaia», oracoli vari uniti altri
generi letterari, databili in epoca
postesiliaca.
E’ una raccolta di testi disparati.
Sicuramente scritti qualche anno dopo
il ritorno e durante i lavori per la
ricostruzione del Tempio e delle mura
di Gerusalemme.
Si nota la presenza di persone fervide
che lavorano con impegno alla
ricostruzione, mentre altri disincantati,
osservano con negligenza chi lavora e
si lasciano contaminare dai riti pagani.
L’intero libro di Isaia è stato
tramandato per secoli come un’unica
opera, non due o più.
Anche gli Evangelisti (vedi Matteo 3,3
e Matteo 4, 14-16 con Isaia 40,3 e
Isaia 9,1-2; e Giovanni 12,38-41 con
Isaia 53,1 e Isaia 6,1-10) nel I° sec.
d.C. considerano Isaia come autore
unico del libro.
Il ritrovamento dell'intero manoscritto
isaiano fra i rotoli del Mar Morto (1QIsa,
attribuito alla fine del II secolo a.C.) ha
però indotto alcuni a distinguere almeno
due autori. Infatti il manoscritto mostra
un'evidente interruzione dopo il capitolo
39, che si ritiene intenzionale e il cui
significato potrebbe essere proprio la
netta separazione fra l'opera del primo
autore e quella del secondo.
La tradizione cristiana ha dato subito
molta rilevanza al libro di Isaia, tanto
da meritare il primo posto tra i libri
profetici nel canone biblico: già infatti
gli autori del Nuovo Testamento
vedono negli scritti attribuiti a Isaia la
prefigurazione degli eventi
caratterizzanti la vita di Gesù di
Nazareth narrati nei Vangeli.
Nel primo Isaia compare la figura
dell'Emmanuele, un bambino nato per la
salvezza del popolo ebraico, chiamato
«luce delle nazioni» e identificato con il
Messia, Gesù Cristo. Viene sottolineata la
sua nascita da una «giovane donna»
(«vergine» nella traduzione greca della
Bibbia dei Settanta), identificata con la
Vergine Maria già nel Vangelo di Matteo
(7, 14; citato in Matteo 1, 21-23).
Nel secondo Isaia compare la figura del
Servo di Javhè, considerato dalla
tradizione cristiana una prefigurazione di
Gesù sofferente e vittorioso, morto per
salvare l'umanità:
« Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è
abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti. »
(Isaia 53, 5)
Brani scelti
INTRODUZIONE
CAP. 1- 5
Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda
e su Gerusalemme nei giorni di Ozia, di Iotam,
di Acaz e di Ezechia, re di Giuda.
Udite, cieli; ascolta, terra,
perché il Signore dice:
"Ho allevato e fatto crescere figli,
ma essi si sono ribellati contro di me.
l bue conosce il proprietario
e l'asino la greppia del padrone,
ma Israele non conosce
e il mio popolo non comprende".
Guai, gente peccatrice,
popolo carico di iniquità!
Razza di scellerati,
figli corrotti!
Hanno abbandonato il Signore,
hanno disprezzato il Santo di Israele,
si sono voltati indietro;
perché volete ancora essere colpiti,
accumulando ribellioni?
La testa è tutta malata,
tutto il cuore langue.
Dalla pianta dei piedi alla testa
non c'è in esso una parte illesa,
ma ferite e lividure
e piaghe aperte,
che non sono state ripulite, né
fasciate,
né curate con olio.
Udite la parola del Signore,
voi capi di Sòdoma;
ascoltate la dottrina del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
"Che m'importa dei vostri sacrifici senza
numero?" dice il Signore.
"Sono sazio degli olocausti di montoni
e del grasso di giovenchi;
il sangue di tori e di agnelli e di capri
io non lo gradisco.
Smettete di presentare offerte inutili,
l'incenso è un abominio per me;
noviluni, sabati, assemblee sacre,
non posso sopportare delitto e
solennità.
Quando stendete le mani,
io allontano gli occhi da voi.
Anche se moltiplicate le preghiere,
io non ascolto.
Le vostre mani grondano sangue.
Lavatevi, purificatevi,
togliete il male delle vostre azioni
dalla mia vista.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
ricercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso,
rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova".
"Su, venite e discutiamo"
dice il Signore.
"Anche se i vostri peccati fossero come
scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato".
Come mai è diventata una prostituta
la città fedele?
Era piena di rettitudine,
la giustizia vi dimorava;
ora invece è piena di assassini!
Il tuo argento è diventato scoria,
il tuo vino migliore è diluito con acqua.
Ciò che Isaia, figlio di Amoz, vide
riguardo a Giuda e a Gerusalemme.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà eretto sulla cima dei monti
e sarà più alto dei colli;
ad esso affluiranno tutte le genti.
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri,
le loro lance in falci;
un popolo non alzerà più la spada
contro un altro popolo,
non si eserciteranno più nell'arte della
guerra.
Casa di Giacobbe, vieni,
camminiamo nella luce del Signore.
Il Signore inizia il giudizio
con gli anziani e i capi del suo popolo:
"Voi avete devastato la vigna;
le cose tolte ai poveri sono nelle vostre
case.
Qual diritto avete di opprimere il mio
popolo,
di pestare la faccia ai poveri?".
Oracolo del Signore, Signore degli
eserciti.
Canterò per il mio diletto
il mio cantico d'amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato scelte viti;
vi aveva costruito in mezzo una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva,
ma essa fece uva selvatica.
Or dunque, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia
vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che
producesse uva,
essa ha fatto uva selvatica?
Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la
pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli
eserciti
è la casa di Israele;
gli abitanti di Giuda
la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.
Guai a voi, che aggiungete casa a casa
e unite campo a campo,
finché non vi sia più spazio,
e così restate soli ad abitare
nel paese.
Ho udito con gli orecchi il Signore degli
eserciti:
"Certo, molti palazzi
diventeranno una desolazione,
grandi e belli
saranno senza abitanti".
Guai a coloro che si alzano presto al
mattino
e vanno in cerca di bevande inebrianti
e si attardano alla sera
accesi in volto dal vino.
Ci sono cetre e arpe,
timpani e flauti
e vino per i loro banchetti;
ma non badano all'azione del Signore,
non vedono l'opera delle sue mani.
Guai a coloro che chiamano
bene il male e male il bene,
che cambiano le tenebre in luce e la luce in
tenebre,
che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in
amaro.
Guai a coloro che si credono sapienti
e si reputano intelligenti.
Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino,
valorosi nel mescere bevande inebrianti,
a coloro che assolvono per regali un colpevole
e privano del suo diritto l'innocente.
Per questo è divampato
lo sdegno del Signore contro il suo
popolo,
su di esso ha steso la sua mano per
colpire;
hanno tremato i monti,
i loro cadaveri erano come lordura
in mezzo alle strade.
Con tutto ciò non si calma la sua ira
e la sua mano resta ancora tesa.
Le sue frecce sono acuminate,
e ben tesi tutti i suoi archi;
gli zoccoli dei suoi cavalli sono come
pietre e le ruote dei suoi carri come un
turbine.
Il suo ruggito è come quello di una
leonessa,
ruggisce come un leoncello;
freme e afferra la preda,
la pone al sicuro, nessuno gliela strappa.
Si guarderà la terra: ecco,
saranno tenebre, angoscia
e la luce sarà oscurata dalla
caligine.
Cap. 6
La vocazione
di Isaia
Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore
seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del
suo manto riempivano il tempio.
Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva
sei ali; con due si copriva la faccia, con due si
copriva i piedi e con due volava.
Proclamavano l'uno all'altro:
"Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti.
Tutta la terra è piena della sua gloria".
Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui
che gridava, mentre il tempio si riempiva di
fumo.
E dissi:
"Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra
impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti".
Allora uno dei serafini volò verso di me;
teneva in mano un carbone ardente che
aveva preso con le molle dall'altare.
Egli mi toccò la bocca e mi disse:
"Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo
peccato è espiato". Poi io udii la voce del
Signore che diceva: "Chi manderò e chi
andrà per noi?". E io risposi: "Eccomi,
manda me!".
Egli disse: "Và e riferisci a questo popolo:
Ascoltate pure, ma senza comprendere,
osservate pure, ma senza conoscere.
Rendi insensibile il cuore di questo popolo,
fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi
e non veda con gli occhi
né oda con gli orecchi
né comprenda con il cuore
né si converta in modo da esser guarito".
Io dissi: "Fino a quando, Signore?".
Egli rispose:
"Finché non siano devastate
le città, senza abitanti,
le case senza uomini
e la campagna resti deserta e desolata".
Il Signore scaccerà la gente
e grande sarà l'abbandono nel paese.
Ne rimarrà una decima parte,
ma di nuovo sarà preda della distruzione
come una quercia e come un terebinto,
di cui alla caduta resta il ceppo.
Progenie santa sarà il suo ceppo.
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bibbia 04 - Uni Ter Arese