BIBBIA 2012 04 Il Signore è il mio pastore Salmo 23. Di Davide. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. I PROFETI sono personaggi che sentono dentro di sé prepotente ciò che Dio ha messo nel cuore di ogni uomo: la spinta al timore di Dio e all’azione per il bene, l’armonia e ricordano questo messaggio in tutte le circostanze al popolo di Israele e a tutti gli uomini. Sono profeti Abramo – Isacco –Giacobbe Giuseppe – Mosé – Giosuè – Samuele – Natan (Elia – Eliseo) IL NUOVO PROFETISMO (i profeti che scrivono) Inquadramento storico Profeti pre-esilio Regno di Israele: Amos Osea Regno di Giuda: Isaia Michea Nahum Abacuc Sofonia Geremia Profeti - esilio Isaia II° Geremia Ezechiele Profeti postesilio Aggeo Zaccaria Isaia III° Malachia Abdia Gioele Daniele Giona 931 a.C. Alla morte di Salomone cessa l’unità del regno di Israele. Geroboamo “usurpa” il nord, composto da 10 tribù, e lo chiama "Israele", con capitale Samaria; durerà circa due secoli . 721 a.C. Fine del regno di Israele conquistato dagli Assiri di Sargon II i suoi abitanti sono deportati a Ninive. 780 – 721 Profeti: Amos – Osea – Michea – ISAIA Giuda: RE Ozia, Iotam, Acaz Israele: RE Zaccaria, Pekachia, Osea. Pekachia paga il tributo al re Assiro Tiglat-Pilezer III Osea: Salmanassar V/Sargon II conquistano Israele e deportano il popolo del Nord a Ninive (721) Secolo VIII, (seconda metà): Amos e Osea nel regno del Nord, Isaia e Michea nel regno meridionale, sia pure con accenti diversi, richiamano tutti gli Ebrei al loro dovere e alla fedeltà a Jawè, contro la minaccia dello strapotere assiro. 720 – 616 (Solo Regno di Giuda) Profeti: Nahum, Abacuc, Sofonia GEREMIA. 716 - 687 ca. Re Ezechia combatte e resiste contro Sargon II e Sennacherib. 627: Vocazione di Geremia 606: Assiri sconfitti dai Babilonesi Secolo VII, seconda metà: Sofonia, Nahum, Abacuc, Geremia alzano la voce ricordando il giudizio che Dio sta per pronunciare contro il popolo infedele, tramite la potenza babilonese. Essi operano nel regno di Giuda, poiché Samaria è tramontata da circa un secolo. 616 – 550 Profeti: Abacuc, Geremia e II° Isaia Gli Assiri non riescono a prendere Gerusalemme 612: i Babilonesi sconfiggono gli Assiri 609: Giuda sottomesso dal Faraone Necao 605: Nabucodonosor sconfigge Necao 598: Assedio di Gerusalemme e parziale deportazione 586: Nabucodonosor Distruzione di Gerusalemme e deportazione a Babilonia La Bibbia racconta la fine dell’Impero Babilonese e la rinascita di Gerusalemme. (Daniele 4 – 5) I Sogni di Nabucodonosor “La Statua coi piedi Argilla” “L’Albero Possente” Esdra e Neemia raccontano della ricostruzione del tempio e delle mura, ma Giuda non diventerà più popolo indipendente. 550 - 500 536 I Persiani sconfiggono i Babilonesi Con Ciro Rinasce la Speranza II° e III° Isaia, Aggeo, Zaccaria e guidano il polo della ricostruzione. I GRANDI PROFETI ISAIA GEREMIA (Isaia, secondo e terzo) EZECHIELE Lamentazioni 587 a.C. DANIELE Isaia 765 -700 Proto-Isaia (cap. 1-39): ca. 740-700a.C. Gli Assiri conquistano Samaria. Esortazioni alla fiducia in Dio, trascendente e fedele; Deutero-Isaia (cap. 40-55): 550-539 a.C., durante l'Esilio di Babilonia, esortazione al popolo oppresso, il "Servo di YHWH"; Terzo-Isaia (cap.56-66): 537- 520 a.C., oracoli contro l’idolatria e esortazioni per la conversione dei pagani Geremia (che significa Esaltazione del Signore) (nato ad Anatot, Gerusalemme, il 640 a.C ca., morto in Egitto nel 570 a.C. ca. Ritenuto autore dell’omonimo libro e del Libro delle Lamentazioni. Geremia profetizza una dura punizione se il popolo, traditore dell'alleanza, non tornerà a seguire JHWH e le sue volontà. EZECHIELE n. 620 a.C. Apparteneva ad una famiglia di sacerdoti, ma visse ed operò da profeta. Fu deportato a Babilonia Vedeva se stesso come pastore che doveva vegliare sul popolo oppresso. Una delle sue visioni più famose, quella del campo cosparso di ossa che tornano a rivivere al soffio di Dio, viene vista dai cristiani quale simbolo della resurrezione della carne. Un'altra visione è quella che mostra quattro viventi (uomo, leone, bue e aquila; cfr. Ezechiele 1, 10) attorno al trono dell'Eterno. In essi si sono visti i simboli degli evangelisti. DANIELE attivo durante l’esilio di Babilonia. Nasce forse nel 605 a.C. E’ un adolescente quando viene deportato. Per la sua saggezza conquista la fiducia del re Nabucodonosor e diventa funzionario di corte ed interprete dei sogni del re. E’ considerato “profeta” dai Cristiani, non dagli Ebrei. La sua reputazione gli permette di continuare la sua attività dopo la conquista di Babilonia da parte dei Medi e dei Persiani avvenuta nel 539 a.C. Il re persiano Dario apprezza i suoi consigli, ma alcuni nemici lo fanno cadere in disgrazia ed il re è costretto a gettarlo in pasto ai leoni. Fedele al suo credo, Daniele evita miracolosamente il supplizio e si vede graziato. Esdra 538- 515 Aggeo – ZaccariaMalachia 480 – 460 Neemia 445430 (Esdra II) Gioele 600 a.C. ? Giona 500 a.C. ? Baruc (dopo il 164 a.C.) Daniele 180-160 a.C. Lettere di Geremia 120 ca. Libro del Profeta ISAIA La redazione definitiva del libro è avvenuta in Giudea nel V secolo a.C. ad opera di un autore ignoto, sulla base di oracoli e testi precedenti di diversa origine. Proto-Isaia (cap. 1-39): scritto ca. 740-700 a.C. durante il ministero del profeta Isaia, in particolare nel contesto della guerra siroefraimitica; contiene esortazioni alla fiducia in Dio, trascendente e fedele. Deutero-Isaia (capp. 40-55): scritto tra il 550-539 a.C., durante l'Esilio di Babilonia; contiene esortazioni al popolo oppresso a non perdere la speranza nella rinascita, dopo la prova. Terzo-Isaia (cap. 56-66): 537-520 a.C. scritto dopo il ritorno dall'esilio, contiene oracoli contro l'idolatria, e sostiene la speranza nella conversione delle nazioni pagane. Il tema comune che ha catalizzato la raccolta unitaria è quello della salvezza del popolo da parte di Dio. Ciò che caratterizza il profeta è, come ha affermato A. J. Heschel, «la cognizione profonda del pathos di Dio, presente»: In altre parole, profeta è colui che riesce a sintonizzarsi con Dio. Il profeta trasmette all'umanità ciò che “sente” avendo captato l’ “anemos” divino che è in ogni uomo. Il mezzo espressivo tipicamente usato da Isaia è l'oracolo, introdotto o accompagnato da espressioni ricorrenti come “oracolo di Jhwh”, Signore del mondo, oppure Guai!, o ancora “così dice Jhwh”. Il bersaglio dell'oracolo è vario: Gerusalemme, come simbolo del popolo eletto, talora biasimata per la sua condotta, talaltra consolata con un messaggio di speranza. Le espressioni linguistiche e le immagini usate da Isaia sono spesso di notevole bellezza e potenza, e rivelano sensibilità poetica, unita ad una piena padronanza della scrittura come mezzo di comunicazione. Il ritrovamento, tra il 1944 e il 1955, dell'intero manoscritto di Isaia tra i rotoli del Mar Morto, e la sua datazione al II° o I° secolo a.C., hanno reso possibile lo studio comparativo sui più antichi manoscritti masoretici, risalenti al X secolo d.C. Il confronto fra queste due copie di Isaia ha rivelato solo piccolissime differenze, per la maggior parte piccole variazioni di ortografia, che hanno ulteriormente confermato l'accuratezza del testo Biblico masoretico. I° Isaia 740 -700 a.C. Capitoli 1-6: oracoli (isaiani) di alto tenore letterario e teologico Capitoli 7-12: il cosiddetto «libro «libro dell'Emmanuele» dell'Emmanuele» (isaiano), anche se con inserzioni posteriori Capitoli 13-23: oracoli contro le nazioni, (isaiani). Si predice la caduta di Babilonia ad opera dei Medi . La critica ha convalidato l'autenticità di questo capitolo. Capitoli 24-27: è la cosiddetta «apocalisse maggiore» di Isaia, certo opera post esilica (V (V secolo a.C.?) a.C.?) Capitoli 28-33: oracoli sparsi prevalentemente (isaiani) Capitoli 34-35: la cosiddetta «apocalisse minore» di Isaia, opera post-esilica Capitoli 36-39: raccordo storico; libera riproduzione degli eventi narrati nel II° libro dei Re, Cap. 18-20. Gli eventi che fanno da sfondo all'opera di Isaia sono principalmente a) la guerra siroefraimitica (736 circa); l'annessione del regno di Israele all'impero assiro (724-720); l'assedio di Gerusalemme ad opera di Sennacherib (704 circa); b) l'ascesa della figura di Ciro il Grande, imperatore dei Persiani (553-530). Come si vede l'intervallo temporale è molto vasto, coprendo circa due secoli, motivo per cui si era posta già dal Medio Evo la questione degli autori. Isaia inizia la sua opera pubblica verso la fine del regno di Ozia, re di Giuda, attorno al 740 a.C. A quel tempo, l'intera regione siro-palestinese è fortemente minacciata dall'espansionismo assiro. In particolare, il giovane successore di Ozia, Acaz, re di Giuda è vassallo del re assiro TiglatPileser III, come anche molti principi vicini, fra cui il re di Israele Pekach e il re di Siria Rezin. Questi ultimi due re tentano di ribellarsi al giogo assiro raccogliendo una coalizione di principi locali, ma poiché Acaz non sembra voler correre tale rischio, essi gli muovono guerra nel tentativo di sostituirlo con un personaggio a loro vicino. Acaz è preso da dubbi e timori, ma Isaia gli porta la consolante parola divina, assicurandogli che la fedeltà al re assiro gli risparmierà la catastrofe che invece toccherà ai suoi nemici. È in questa fase che si colloca il cosiddetto libretto dell'Emmanuele, in cui Isaia annuncia ad Acaz la nascita del suo primo figlio (il futuro re Ezechia) come segno della benevolenza di Jhwh. Questo brano è stato successivamente interpretato dalla tradizione cristiana come annuncio della nascita di Gesù. La politica prudente suggerita da Isaia risparmia al regno di Giuda la sorte che invece tocca a Samaria, assediata da Salmanassar V nel 724, e poi soggetta alla deportazione da parte di Sargon II nel 720. Tuttavia, il giogo assiro si fa più duro, ed Ezechia, Ezechia, successo al padre nel 727, tenta di ribellarsi nel 705 approfittando della morte di Sargon II, ma con esiti disastrosi: il successore di Sargon II, Sennacherib, Sennacherib, interviene prontamente e assedia Gerusalemme. Isaia interviene ancora a predire la fine dell'assedio, che effettivamente Sennacherib scioglie improvvisamente dopo pochi mesi, richiamato dalla notizia di una congiura di corte contro di lui. Isaia è anche uno degli ispiratori della grande riforma religiosa avviata da Ezechia. Questi mette al bando le usanze idolatre e animiste che gli ebrei avevano adottato imitando i popoli vicini. Isaia si scaglia così contro i pasti sulle alture, i sacrifici umani, i simboli sessuali, gli idoli di ogni forma e materiale. Altro bersaglio della riforma, e delle invettive di Isaia, sono le forme cultuali puramente esteriori, ridotte quasi a pratiche magiche. In particolare, condanna senza mezzi termini il digiuno, le elemosine, le ricche offerte, quando non sono seguite da una condotta di vita moralmente corretta, dal rispetto verso il prossimo, dal soccorso alla vedova e all'orfano, dall'onestà nell'esercizio di cariche pubbliche. II° Isaia 560 – 530 a.C. Capitoli 40-55: è il cosiddetto «secondo Isaia», profeta anonimo del ritorno degli ebrei dall'esilio babilonese. La scena si sposta bruscamente in un'altra epoca, in un luogo imprecisato, ma forse fra gli esiliati in Babilonia. La distruzione del Tempio e la deportazione sono sullo sfondo, lontani e comunque ancora dolorosi, ma appare finalmente una speranza, rappresentata dalla figura di Ciro il Grande, che Jhwh chiama suo servo inconsapevole (tu non mi conosci), affidandogli l'alta missione di consentire il ritorno in patria degli esuli e la ricostruzione del Tempio. Questa parte, preceduta dai capitoli 36-39 di carattere storico, è caratterizzata dalla quasi totale assenza di oracoli di condanna. Salvo l'ultima parte, in cui torna a tratti la condanna per l'infedeltà all'alleanza, questa parte è un messaggio di speranza rivolto a tutta l'umanità, non soltanto ad Israele. III° Isaia 530 – 500 a.C. Capitoli 56-66: è il cosiddetto «terzo Isaia», oracoli vari uniti altri generi letterari, databili in epoca postesiliaca. E’ una raccolta di testi disparati. Sicuramente scritti qualche anno dopo il ritorno e durante i lavori per la ricostruzione del Tempio e delle mura di Gerusalemme. Si nota la presenza di persone fervide che lavorano con impegno alla ricostruzione, mentre altri disincantati, osservano con negligenza chi lavora e si lasciano contaminare dai riti pagani. L’intero libro di Isaia è stato tramandato per secoli come un’unica opera, non due o più. Anche gli Evangelisti (vedi Matteo 3,3 e Matteo 4, 14-16 con Isaia 40,3 e Isaia 9,1-2; e Giovanni 12,38-41 con Isaia 53,1 e Isaia 6,1-10) nel I° sec. d.C. considerano Isaia come autore unico del libro. Il ritrovamento dell'intero manoscritto isaiano fra i rotoli del Mar Morto (1QIsa, attribuito alla fine del II secolo a.C.) ha però indotto alcuni a distinguere almeno due autori. Infatti il manoscritto mostra un'evidente interruzione dopo il capitolo 39, che si ritiene intenzionale e il cui significato potrebbe essere proprio la netta separazione fra l'opera del primo autore e quella del secondo. La tradizione cristiana ha dato subito molta rilevanza al libro di Isaia, tanto da meritare il primo posto tra i libri profetici nel canone biblico: già infatti gli autori del Nuovo Testamento vedono negli scritti attribuiti a Isaia la prefigurazione degli eventi caratterizzanti la vita di Gesù di Nazareth narrati nei Vangeli. Nel primo Isaia compare la figura dell'Emmanuele, un bambino nato per la salvezza del popolo ebraico, chiamato «luce delle nazioni» e identificato con il Messia, Gesù Cristo. Viene sottolineata la sua nascita da una «giovane donna» («vergine» nella traduzione greca della Bibbia dei Settanta), identificata con la Vergine Maria già nel Vangelo di Matteo (7, 14; citato in Matteo 1, 21-23). Nel secondo Isaia compare la figura del Servo di Javhè, considerato dalla tradizione cristiana una prefigurazione di Gesù sofferente e vittorioso, morto per salvare l'umanità: « Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. » (Isaia 53, 5) Brani scelti INTRODUZIONE CAP. 1- 5 Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda e su Gerusalemme nei giorni di Ozia, di Iotam, di Acaz e di Ezechia, re di Giuda. Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: "Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. l bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende". Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro; perché volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni? La testa è tutta malata, tutto il cuore langue. Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio. Udite la parola del Signore, voi capi di Sòdoma; ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di Gomorra! "Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?" dice il Signore. "Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova". "Su, venite e discutiamo" dice il Signore. "Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato". Come mai è diventata una prostituta la città fedele? Era piena di rettitudine, la giustizia vi dimorava; ora invece è piena di assassini! Il tuo argento è diventato scoria, il tuo vino migliore è diluito con acqua. Ciò che Isaia, figlio di Amoz, vide riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore. Il Signore inizia il giudizio con gli anziani e i capi del suo popolo: "Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?". Oracolo del Signore, Signore degli eserciti. Canterò per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica. Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi. Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad abitare nel paese. Ho udito con gli orecchi il Signore degli eserciti: "Certo, molti palazzi diventeranno una desolazione, grandi e belli saranno senza abitanti". Guai a coloro che si alzano presto al mattino e vanno in cerca di bevande inebrianti e si attardano alla sera accesi in volto dal vino. Ci sono cetre e arpe, timpani e flauti e vino per i loro banchetti; ma non badano all'azione del Signore, non vedono l'opera delle sue mani. Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro. Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti. Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino, valorosi nel mescere bevande inebrianti, a coloro che assolvono per regali un colpevole e privano del suo diritto l'innocente. Per questo è divampato lo sdegno del Signore contro il suo popolo, su di esso ha steso la sua mano per colpire; hanno tremato i monti, i loro cadaveri erano come lordura in mezzo alle strade. Con tutto ciò non si calma la sua ira e la sua mano resta ancora tesa. Le sue frecce sono acuminate, e ben tesi tutti i suoi archi; gli zoccoli dei suoi cavalli sono come pietre e le ruote dei suoi carri come un turbine. Il suo ruggito è come quello di una leonessa, ruggisce come un leoncello; freme e afferra la preda, la pone al sicuro, nessuno gliela strappa. Si guarderà la terra: ecco, saranno tenebre, angoscia e la luce sarà oscurata dalla caligine. Cap. 6 La vocazione di Isaia Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro: "Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria". Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: "Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti". Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse: "Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato". Poi io udii la voce del Signore che diceva: "Chi manderò e chi andrà per noi?". E io risposi: "Eccomi, manda me!". Egli disse: "Và e riferisci a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi e non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da esser guarito". Io dissi: "Fino a quando, Signore?". Egli rispose: "Finché non siano devastate le città, senza abitanti, le case senza uomini e la campagna resti deserta e desolata". Il Signore scaccerà la gente e grande sarà l'abbandono nel paese. Ne rimarrà una decima parte, ma di nuovo sarà preda della distruzione come una quercia e come un terebinto, di cui alla caduta resta il ceppo. Progenie santa sarà il suo ceppo.