MEZZOGIORNOECONOMIA VII LUNEDÌ 24 FEBBRAIO 2014 Credito & polizze PATRIMONI & FINANZA Risponde Raffaele Marcello* Analisi UniCredit Campani, siciliani e pugliesi credono nell’obbligazionario, ma meno della media Italia Conto che torna Risparmio Il Sud è poco azionista Tracciabilità dei pagamenti dei canoni di locazione, come evitare le sanzioni Calabresi e lucani i più cauti, oltre il 60% della ricchezza riposa su conti e libretti DI PATRIZIO MANNU I l saliscendi del mercato azionario ai meridionali in generale non piace; così, per tutelare il risparmio preferiscono altre soluzioni, quelle vecchia maniera: il classico libretto postale, per esempio, ma anche il vituperato e necessario conto bancario. In una fase di incertezze si gioca sul sicuro, insomma. Lo fanno soprattutto lucani e calabresi i cui portafogli sono per oltre il 60% posizionati su attività liquide, banche e poste per l’appunto: fra le due regioni i risparmi allocati in questo modo ammontano a 57 miliardi di euro). Solo un 10% si affida ad azioni e obbligazioni (per complessivi 3 miliardi i lucani, per 9 miliardi i calabresi). Leggermente diverso è il discorso se si guarda a Campania, Puglia e Sicilia, dove i risparmiatori sono un po’ meno cauti: i pugliesi affidano al mercato obbligazionario e azionario il 20% dei loro risparmi, per complessivi 26 miliardi; i campani il 17% per 37 miliardi; i siciliani su strumenti finanziari complessi puntano 29 miliardi (12 su obbligazioni e 17 su azioni), circa il 20% della ricchezza complessiva. Detto questo, depositi bancari e postali la fanno comunque da padrone, agglomerando circa il 50% della liquidità: 118 miliardi per i campani, 63 i pugliesi, 74 miliardi per i siciliani. «Una strategia — spiegano gli analisti di UniCredit Pioneer Investments che hanno fotografato il risparmio in Italia — che ha consentito loro di proteggere meglio la ricchezza in una fase di turbolenza dei mercati, con un valore procapite che nel 2013 appare in crescita in crescita rispetto al 2012 e che risulta superiore ai valori precrisi, ma che non è detto che rappresen- Confrontando i consumi delle famiglie campane con le medie nazionali si evince che in regione la spesa media nel 2013 è inferiore al dato italiano (18.600 euro pro capite). In Puglia si assiste, pur in presenza di un calo del 3,4% nel 2013 (13.400 euro pro capite), a un miglioramento, in termini percentuali, rispetto al 2012, quando i consumi erano calati quasi del 6%. Confrontando poi i dati sui consumi delle famiglie pugliesi con le medie nazionali si evince che in Puglia la spesa media pro capite, nel 2013, è inferiore al dato italiano (18.600 euro). Cosa cambia nel pagamento dei canoni di locazione? (Franco Lauro, Napoli) Dopo più di un mese dall’introduzione dell’obbligo, il dipartimento del Tesoro è intervenuto chiarendo la nuova disciplina sulla tracciabilità dei pagamenti dei canoni di locazione. Il principale aspetto oggetto di attenzione è il regime sanzionatorio: viene infatti spiegato che, affinché possano essere irrogate le sanzioni previste dalla disciplina antiriciclaggio, rileva esclusivamente l’ormai famoso limite dei 1.000 euro previsto dalla disciplina antiriciclaggio. La finalità di conservare traccia delle transazioni in contante può ritenersi soddisfatta fornendo una prova documentale, a forma libera, purché chiara, inequivoca e idonea ad attestare la devoluzione di una determinata somma di denaro contante al pagamento del canone di locazione. Difatti, con le indicazioni fornite con la nota protocollata DT 10492 del 5 febbraio 2014 del dipartimento del Tesoro, viene infatti praticamente «stravolta» la disciplina introdotta dalla Legge di stabilità 2014 con riferimento all’obbligo di pagamento dei canoni di locazione con strumenti tracciabili. Viene chiarito che non possono ritenersi applicabili le sanzioni previste dalla disciplina sulla circolazione del contante nel caso in cui gli importi corrisposti non superino i 999,99 euro e viene introdotta la possibilità di «tracciare» il pagamento semplicemente mediante una prova documentale, a forma libera, purché chiara e idonea ad attestare la devoluzione di una determinata somma di denaro contante al pagamento del canone di locazione. La modifica introdotta dalla Legge di stabilità 2014 non riguardava i contratti di locazione a uso commerciale, ma solo quelli abitativi. In considerazione di quanto sopra, pertanto, si potrebbe tranquillamente ritenere assolto il nuovo obbligo di tracciabilità dei pagamenti dei canoni di locazione a uso abitativo con la consegna della ormai nota ricevuta di pagamento. Inoltre le attestazioni di pagamento sarebbero altresì sufficienti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni e delle detrazioni previste dal fisco. Presidente Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili (scrivere a [email protected]) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Cosa c’è sopra il «mattone» ti la scelta ottimale in un contesto di graduale normalizzazione dell’economia». A risentire di questa sorta di immobilizzazione del denaro sono, ovviamente, i consumi. Osservando le regioni più «caute», in Calabria si assiste, nonostante il calo dell’1,9% per il 2013 (12.800 euro pro capite), a un deciso miglioramento, in termini percentuali, rispetto al 2012, quando i consumi erano calati quasi del 12,1%. Confrontando poi i dati sui consumi delle famiglie calabresi con le medie nazionali si evince che in regione la spesa media pro capite, lo scorso anno, è stata inferiore al dato italiano (18.600 euro pro capite). In Basilicata sui consumi si assiste a un deciso peggioramento per il 2013, con un calo del 2,1% (14.100 euro pro capite), rispetto al 2012, quando i consumi erano rimasti stabili. Se si guarda alla Sicilia, infine, si nota un miglioramento rispetto all’anno precedente, quando i consumi avevano fatto registrare un calo del 3,9%. Per i consumi la spesa media procapite è al di sotto di quella nazionale di quasi 7 mila euro nel 2013. Sul fronte campano, nonostante il calo del 3% per il 2013 (13.000 euro pro capite), si nota un miglioramento, in termini percentuali, rispetto al 2012, quando i consumi erano calati quasi del 4,1%.