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Università : Università Degli Studi Di Foggia
Facoltà : Giurisprudenza
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L' Appunto
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DIRITTO ROMANO – 6 CFU
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( Antonio Mantello- I Volume)
Prof. Francesco Maria Silla
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PRIMO CAPITOLO
IL PROBLEMA DEL DIRITTO ROMANO
Il passato è un processo in cui anche noi siamo immersi e che si sviluppa in modo
ascendente. Secondo tale visione ottimistica, la nostra è una posizione di supremazia e il
passato è strumentale al presente. Rifiutandola, si concepisce invece il passato come un
processo funzionale al presente solo poiché in esso si possono rintracciare le cause dei
limiti del presente stesso, secondo quindi una rottura tra presente e passato. Non esiste
un'unica possibile ricostruzione del passato ma esistono tante possibili ricostruzioni, una
delle quali viene di volta in volta preferita alle altre per motivi propri del soggetto
conoscente più che all'oggetto di studio. La soggettività si traduce in una questione
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ideologia e per ideologia si intende l'insieme di valori che coinvolgono ogni soggetto nel
suo esistere anche quando egli nega di averne. Tale soggettività rende difficile trovare un
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metodo sicuro ed univoco per la riappropriazione del passato. Lo studioso svedese
Gunnar Myrdal afferma che quello che conta non è stabilire il metodo ma essere
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consapevoli delle nostre premesse ideologiche per analizzare il passato in modo più
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coerente. Tutto ciò appena detto assume rilievo maggiore per una particolare circostanza
riguardante il settore giuridico: il Corpus iuris civilis di Giustiniano, imperatore d'Oriente
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nel 527 d.C. Per corpus iuris civilis , innanzitutto, non si deve intendere che sia una
codificazione in quanto è la raccolta di materiale normativo e materiale giurisprudenziale di
diritto romano, voluta dall'imperatore Giustiniano per riordinare il caotico sistema giuridico
dell'impero. L'opera fu iniziata poco dopo l'ascesa dell'imperatore e proseguì fino alla sua
morte.
Il corpus è costituito da quattro parti:
Le Institutiones ( instituere, insegnare i primi elementi) : opera didattica in quattro libri
dotata di valore anche precettivo-normativo e pubblicata il 21 novembre 533 con una
costituzione di Giustiniano, la quale sottolineava la duplice funzione attribuita all'opera
chiarendo che era destinata all'insegnamento ma al contempo era una fonte legislativa per
individuare regole e precetti nel presente e per il presente.
I Digesta ( digerire, mettere insieme in modo ordinato) o Pandectae (raccolgo tutto, in
senso enciclopedico) furono concepiti da Giustiniano con una costituzione del 15 dicembre
530 e sono un'antologia in 50 libri di brani estrapolati, secondo la tecnica del collage, dalle
opere giuridiche dei più importanti giuristi vissuti fra il secondo e il terzo secolo d.C della
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storia di Roma.
Il Codex ( Codex repetitae praelectionis, codice in seconda edizione), ossia una raccolta
di costituzioni emanate da Adriano allo stesso Giustiniano. Il Codex si distingueva dal
Digesto perchè la tecnica del collage riguardava non più gli scritti giurisprudenziali ma
direttamente gli interventi normativi e si distingueva sia dal Digesto sia dalle stesse
Institutiones perchè la valenza normativo – precettiva del materiale non è stata attribuita a
posteriori, ma è intrinseca al materiale stesso.
Le Novellae constitutiones (nuove costituzioni) coinvolgono gli atti normativi che
Giustiniano emanò dopo l'ultimazione delle precedenti tre parti, dal 535 al 565, anno della
sua morte. Per questo tale produzione non fu riunita dallo stesso Giustiniano ma da altre
figure al di fuori della cancelleria imperiale.
Questo accumulo di materiali causano svariati problemi interpretativi sui quali si affatica
l'odierna storiografia in quanto:
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- le varie parti delle compilazioni sono nate in momenti cronologicamente diverse;
- nelle stesse parti vi sono soluzioni contraddittorie;
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- mentre le Institutiones sono attente agli interventi giustinianei di riforma normativa ciò
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non avviene per i Digesta o ancora, le Novelle constitutiones introducono una disciplina
compilazione.
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nuova per singoli istituti giuridici rispetto a quella ricavabile dalle altre parti ufficiali della
due momenti:
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L'esportazione in Italia dell'opera, con tutte le sue incongruenze ed incertezze, avvenne in
1. Invio dell'opera affinchè venisse pubblicata;
2. Richiesta del papa Vigilio, soddisfatta da Giustiniano che ne confermò la vigenza anche
in Italia.
L'Italia divenne così terra di diritto giustinianeo-bizantino,almeno fino alla dominazione
longobarda, dopo la quale la situazione non fu recuperabile nemmeno con l'incoronazione
di Carlo Magno nell'800. La sopravvivenza del corpus si ebbe ad opera della Chiesa, con
sommari, riassunti e raccolte e con l'importazione dall'Oriente di nuove raccolte nei territori
ancora bizantini, fra le quali spicca quella denominata “ Leggi imperiali”, dovuta
all'imperatore Leone il Filosofo e volta al recupero del modello giustinianeo mediante
l'utilizzazione e la ridistribuzione in ben sessanta libri del materiale del Corpus iuris. La
ricomparsa della versione originale del corpus si ebbe tra XI e XII secolo d.C. in Italia con
un processo fatto di analisi testuali dirette a stabilire regole giuridiche per il presente. ll
recupero del Corpus iuris ha preso l'avvio in ambiente comunale a Bologna e autore del
recupero fu Irnerio, la cui interpretazione del corpus era basata sull'elaborazione delle
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glosse, ovvero annotazioni al testo per chiarirne il significato ma anche per effettuare una
sua analisi critica. Questo primo tentativo di manipolazione del Corpus iuris fece in modo
che Accursio, ,dopo una cernita fra le migliaia di glosse, elaborò un'opera che va sotto il
nome di Magna Glossa. Nel tardo medioevo invece si ebbe un altro tipo di studio del
corpus, basato stavolta sul commento; i commentatori approfondirono l'opera dei
glossatori, andando però alla ricerca del significato più profondo e delle rationes
sottostanti al tessuto linguistico. Tale opera risentiva della riscoperta della logica
aristotelica, grazie alla quale si capì che l'interpretazione del diritto doveva svolgersi dal
basso verso l'alto e partire dal dato reale, ossia dalla norma giustinianea. Il lavoro dei
glossatori e poi quello dei commentatori è passato alla storia con il nome di mos italicus,
per il luogo di nascita e sviluppo. Ciò avvenne con l'avvento dell'Umanesimo, nato e
sviluppatosi in Italia sotto il profilo letterario nel corso del '400 , ma maggiormente in
Francia per l'ambito giuridico, tanto da creare il cosiddetto mos gallicus, contrapposto a
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quello italiano. Si frantuma così l'unità della riflessione sul corpus avutasi nel medioevo e
si viene a concepire che esso possa essere letto in molteplici, differenti modi, se non
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addirittura calpestato e condannato. In Italia si avvertì l'esigenza tipicamente umanistica
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di guardare al segmento storico greco-romano nella convinzione che lì si potesse trovare
la chiave per risolvere i problemi esistenziali del presente. Così Giustiniano era visto come
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l'esponente dei secoli bui del medioevo e la sua opera come la manifestazione di tale
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oscurantismo, tanto che furono condannati gli stessi glossatori e commentatori per non
aver sottolineato la devastazione effettuata dall'imperatore sulle opere giuridiche
precedenti. Nella Francia cinquecentesca viceversa, grazie al ruolo d'intermediazione
avuto da un grandissimo giurista italiano, Andrea Alciato,assistiamo ad una riutilizzazione
degli atteggiamenti mentali e si dà inizio ad un nuovo indirizzo dello studio del diritto che
sostituì quello della scuola dei commentatori e segnò il momento di ingresso
dell'umanesimo giuridico: i giuristi umanisti si presentavano come feroci critici nei confronti
del mos italicus ponendo in crisi l'idea di universale certezza del diritto comune. Mentre in
Francia, si hanno due tendenze interne al mos gallicus, ossia, studio dell'esperienza
romana nella ricerca della distinzione tra il diritto giustinianeo e quello dell'epoca in cui le
opere sono state scritte e riappropriazione del contenuto del corpus senza però il rispetto
dei giuristi medievali verso l'ordine interno all'opera per l'ossequio nei confronti di
giustiniano, l'area del Sacro Romano Impero riaffermava l'importanza del Corpus iuris in
forza di un atto emanato dall'alto. Con tale atto si ebbe la recezione ufficiale del Corpus
iuris e tutto avvenne nel 1495 quando si creò il Tribunale supremo per i territori dell'Impero
con il vincolo di giudicare secondo il diritto comune. La recezione ebbe risultati
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inversamente proporzionali alla riuscita politica dell'impero perché, dopo la Guerra dei
Trent'anni e la successiva Pace di Westfalia del 1648, il nuovo assetto europeo andò tutto
a favore della Francia con il necessario tramonto dell'autorità tedesca, anche se il mos
italicus sopravvisse divenendo addirittura usus modernus, come se si volesse conservare
nei territori dell'ex impero una parvenza di unità almeno a livello giuridico. Fra il Seicento e
il Settecento si sviluppa il Giusnaturalismo, tra i cui seguaci vi furono filosofi-giuristi che
affrontarono il problema del diritto e dello stesso corpus iuris insistendo sull'idea della
ragione come strumento di conoscenza. Con il giusnaturalismo si afferma l'esistenza di un
diritto naturale, cioè di un insieme di norme di comportamento dedotte dalla natura e
conoscibili dall'essere umano e per questo il giusnaturalismo si contrappone al positivismo
giuridico in quanto quest'ultimo è inteso come corpus legislativo creata da una comunità
umana nel corso della sua evoluzione storica. Al pari dello studioso della geometria, il
giusnaturalista individuava e poneva al vertice della piramide la pietra più importante,
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ovvero un postulato come “ l'uomo è un essere sociale” con la conseguenza che a lavoro
ultimato la piramide appariva la più perfetta costruzione possibile perchè le pietre si
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riconnettevano l'una all'altra. Questa costruzione piramidale contribuì a fissare tre effetti
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importanti:
- l'elaborazione del diritto naturale come modello per il diritto positivo;
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- la tendenza a vedere il diritto naturale come costruito per l'individuo in sè, ovvero come
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la fonte di diritti e doveri dell'uomo in quanto tale;
- la predilezione per un ordine rigoroso dei precetti ( il precetto è inteso come comando o
divieto di compiere una data azione od omissione. E' un atto che deve necessariamente
precedere l'esecuzione forzata).
Il giusnaturalismo però non fu di per sè sufficiente a impedire la creazione dello stato
assoluto, tanto che gli stessi sovrani si servirono di esso, trasferendo i suoi concetti nella
sfera storico positiva. Ciò si nota in Austria, dove fu pubblicato il Codice civile per i territori
ereditari tedeschi: in esso si affermava l'attenuazione delle distinzioni sociali a favore
dell'idea giusnaturalistica dell'uomo in sè e per sè, ma per una rigorosa applicazione di tali
concetti fu necessaria la Rivoluzione francese. Nella seconda metà del '700 Kant avrebbe
ridiscusso i presupposti del ragionamento spostando l'attenzione sulla ragione come
oggetto di analisi e trasformando il giusnaturalismo in giusrazionalismo e il diritto naturale
in diritto di ragione, al fine di sottolineare che solo l'individuazione delle luci e delle ombre,
dei poteri e dei limiti della ragione potesse consentire progressi conoscitivi veri. Per la
conferma di ciò, basti citare due articoli iniziali del codice, nel testo italiano entrato in
vigore nel 1816: “ogni uomo ha dei diritti innati che si conoscono colla sola ragione, perciò
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1. la corte d
Risposta:
La corte (o, in alcuni paesi, tribunale) dei conti è un organo dello Stato, presente in vari ordinamenti, con
funzioni giurisdizionali e amministrative di controllo in materia di entrate e spese pubbliche.La corte dei
conti è solitamente prevista dalla costituzione ed appartiene al potere giudiziario, anche se, come si è
detto, è investita tanto di funzioni giurisdizionali (giurisdizione contabile), in relazione alle quali è giudice
speciale, quanto di funzioni amministrative di controllo.
È un organo collegiale o un organo complesso costituito da una pluralità di organi collegiali (sezioni,
camere ecc.), composto da magistrati contabili con uno status differenziato rispetto ai magistrati che
compongono gli organi della giurisdizione ordinaria. In certi ordinamenti ha un pubblico ministero, che
può essere interno alla corte stessa (come i
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2. perchè H3O+ è pi
Risposta:
H3O+ è l'acido coniugato di H2O
mentre
NH4+ è la base coniugata di NH3
sappiamo che tanto più forte è una base tanto più debole è il suo acido coniugato, per cui se è vero che
H3O+ è più acido di NH4+, allora deve esser
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