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Venerdì 25 Febbraio 2011
PRIMO PIANO
Saranno i gruppi Alessandro Rosso, De Agostini e Carlson Wagonlit a gestire tutti i movimenti
Viaggi di stato da 100 mln di euro
In ballo fino a 3,2 mln di prenotazioni per le trasferte della Pa
DI
STEFANO SANSONETTI
L
e cifre in gioco fanno tremare i polsi. Per trasportare la pubblica amministrazioni italiana, tra
viaggi e trasferte varie di lavoro, potrebbero essere necessarie
fino a 3,2 milioni di transazioni.
Il tutto a un costo, per le casse
dello stato, che sfiora i 100 milioni di euro. Ebbene sì, la Consip,
la società del Tesoro guidata da
Danilo Broggi che si occupa
di approvvigionamento di beni
e servizi per la pubblica amministrazione nostrana, ha appena
aggiudicato una maxicommessa
a un drappello di società che si
occuperanno proprio dei «viaggi
di stato».
Ad aver vinto la ghiotta gara
sono state la Carlson Wagonlit
Italia, che dipende da un gruppo
estero, la Seneca spa, la Cisalpina Tours, una società che indirettamente fa capo alla DeA Capital (del gruppo De Agostini),
e un raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalla
Alessandro Rosso Incentive
(nata dalle ceneri della Francorosso), dalla srl La Fabbrica
Mice, sempre appartenente
al gruppo Alessandro Rosso, e
dalla Jet*Viaggi 3000 srl. Sono
queste le aziende che firmeranno l’accordo quadro con la Con-
sip, spartendosi la bellezza di 96
milioni e 600 mila euro, per una
dorata complessivo dell’accordo
prevista in 24 mesi.
La dicitura del bando di gara
originario non lascia dubbi. L’oggetto dell’attività, si apprende
dalla lettura del documento, è
la «fornitura dei servizi di gestione integrata delle trasferte
di lavoro per le pubbliche amministrazioni». Dalla scheda
di aggiudicazione definitiva,
invece, emergono i dettagli numerici delle prestazioni. In sostanza, sulla
base dell’accordo quadro,
«i quantitativi da fornire
saranno determinati in
appalto specifico sulla
base delle transazioni effettuate
da ciascuna
amministrazione». Infine, «tali
transazioni
po-
tranno essere emesse nei limiti
e fino alla concorrenza del quantitativo massimo di 3 milioni e
220 mila». Queste potranno essere fruite nell’arco dei 24 mesi
previsti, prorogabili di ulteriori
12 mesi.
Insomma, appare evidente che
le aziende che si sono aggiudicate la ricca commessa avranno il
loro bel da fare. Ma allo stesso
tempo si troveranno a incassare un bottino piuttosto ricco.
Leggendo il capitolato tecnico, invece, si ha modo
di capire in che
modo si dovrà
realizzare
pratica-
mente il servizio. Gestione integrata delle trasferte di lavoro,
infatti, significa gestire tutte
le fasi dell’organizzazione del
viaggio, «dalla richiesta di prenotazione alla sua fatturazione».
Naturalmente i viaggi possono
essere di vario tipo, da quelli in
treno a quelli in aereo. I servizi
base, come si apprende sempre
dal capitolato tecnico, dovranno
essere i seguenti: «prenotazione,
emissione, consegna documenti
(elettronici e cartacei), cambio
prenotazione, cancellazione e
rimborso, rilascio visti, business
travel center (Btc), controllo tariffe di listino aeree/alberghiere
con gestione autonoma, customer satisfaction strutturata,
reportistica».
Per un servizio davvero completo.
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DECRITTAZIONI
di Marco Cobianchi
- Federico Ghizzoni: Unicredit non ha «all’ordine del
giorno aumenti di capitale o
cose del genere».
Voleva dire:
Alessandro Rosso
- Non farò la fine di Profumo.
Gramsci piace
alla Rauti
Antonio Gramsci piace a
Isabella Rauti. La figlia di
Pino Rauti, l’ideologo di destra che è stato definito anche come «Gramsci nero»,
ora che si trova nell’ufficio
di presidenza della regione
Lazio contribuisce al prossimo convegno della fondazione intitolata proprio a
Gramsci. In programma a
Roma a palazzo Marini nelle giornate del 10 e dell’11
marzo, l’incontro, sul tema
«La repubblica in transizione 1989-1994», punterà
l’obiettivo sui cinque anni
che hanno contribuito a
cambiare l’Italia, partendo dalla caduta del muro
di Berlino per finire con la
«discesa in campo» di Silvio Berlusconi nel teatrino
della politica. Previsti interventi di Pierluigi Ciocca,
Filippo Cavazzuti, Agostino
Giovagnoli, Marc Lazar, Silvio Pons, Giuseppe Vacca,
Valerio Zanone, Roberto
Gualtieri e Stefano Folli.
Donato de’ Bardi
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LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE (E, IN PARTICOLARE, L’ITALIA) RESTA CERCHIOBOTTISTA SULLA LIBIA
Siamo angosciati. Ma non si capisce per la sorte di chi
Per la fine degli oppositori presi a cannonate? O per quella di Gheddafi e i suoi mercenari?
DI
DIEGO GABUTTI
gare. A dimostrarlo c’è la telefonata di Siluò essere che l’opposizione a Ghedvio Berlusconi a Gheddafi dell’altro giorno.
dafi esageri con i numeri. Successe
Che bisogno c’era di chiamare il Colonnello
nel 1989 in Romania, alla caduta
per dirgli che l’Italia «non ha rifornito di
di Ceausescu e signora, quando
armi la guerriglia»? Vero che il Cavaliere,
l’opposizione (brutta gente) addebitò al
secondo le voci circolate, avrebbe chiesto
a
Conducator, appeall’autocrate libico
(s
na deposto, tremila
(speriamo ex) anche
Il
Colonnello
libico
Gheddafi
era
d
cadaveri che in una
di «non rassegnarsi
a
città chiamata Timiall’inevitabilità
e rimane un assassino e un gand
soara che disseppellì
d’una guerra civigster politico, esattamente come
le
in diretta televisiva,
le». Ma a che serve
Ceausescu (e come Milosevic, il
cchiedere proprio a
davanti alle telecaMullah
Omar
e
Saddam
Hussein).
G
mere schierate dei
Gheddafi d’evitaQuanto alla relazione italiana
rre la guerra civile
network televisivi (si
con lui e con il suo regime, essa
q
seppe, mesi dopo, che
quando c’è una
era e rimane una relazione perig
le salme erano state
guerra civile in corsso, oltretutto partiprelevate dal locale
colosa, politicamente difficile da
ccolarmente cruenta
obitorio e sotterrate
spiegare. Come andrà a finire?
e sanguinosa, e lui
in fretta e furia poco
Quale sarà il destino del gas
n
prima di convocare
ne è la causa? Berlibico,
pardon,
del
popolo
libico?
lu
la stampa internalusconi e il suo goE
se
poi
il
boccino
del
potere
v
zionale). Può darsi,
verno, sempre così
cadesse
(Allah
non
voglia)
nelle
oottimisti, stavolta
dunque, che i morti
mani dei fontamentalisti islamici?
ssono molto pessiammazzati siano
m
meno di diecimila, o
misti circa la possib
anche solo di mille,
bile evoluzione delle
«sommosse» in Libia. C
cosa che in ogni caso cii auguriamo. Detto
Come finirà? Quale
ciò, il Colonnello Muammar Gheddafi era
il destino del gas libico pardon, del popolo
rimane un assassino e un gangster politilibico? E se poi il boccino del potere cadesse
co, esattamente come Nicolae Ceausescu (e
(Allah non voglia) nelle mani dei fondacome Slobodan Milosevic, come il Mullah
mentalisti? Berlusconi, Ignazio La Russa,
Omar, come Saddam Hussein). Quanto poi
Franco Frattini con tutti i sottosegretari
alla nostra «relazione speciale» con lui e
al seguito si dicono molto preoccupati, anzi
il suo regime, era e rimane una relazione
«angosciati». Non si capisce, però, per la
pericolosa, politicamente difficile da spiesorte di chi. Per la sorte degli oppositori
P
mano, nell’agosto scorso, quando il Colonpresi a cannonate? Per la sorte di Gheddanello occupò Roma con le sue tende e la sua
fi e dei suoi mercenari? Comunque sia, si
salmeria di guardie del corpo alte, bionde e
mettano il cuore in pace: abbiamo pianto,
maestre di kung fu (altro che «bunga bunabbiamo riso, ma ormai la festa è finita.
ga», Gheddafi è un cattivo da film di James
Adesso sono affari dei libici, la rivolta è
Bond, come Ernst Stavro Blofeld e Auric
roba loro, loro il sangue versato nelle straG
Goldfinger). C’è vode, loro l’iniziativa
lu
luto stomaco, anche
politica, e la comuAbbiamo
(noi
italiani,
l’Europa
p
pochi giorni fa, per
nità internazionale,
d
dichiarare che in
compresa l’Italia
e persino gli americani) retto il
q
questi giorni tumuleternamente affamoccolo al tiranno di Tripoli per
ttuosi non si voleva
mata d’energia, non
quarant’anni, dal colpo di stato
««disturbare» il rais.
può che tifare per la
del 1969, anche quando ci voleva
B
Bene, Gheddafi sta
«guerriglia», come
stomaco robusto e faccia di cartap
per uscire di scena,
la chiama Gheddafi,
vetrata, per prendere le sue parti.
e l’idillio è finito. Con
se vuole restare in
C’è voluto coraggio anche a ospittutti quei morti amgioco. Non può parm
mazzati nelle strade,
teggiare anche un
tarlo a Roma, e baciargli addiritd
diecimila o meno di
po’ per il Colonnello,
tura la mano, nell’agosto scorso,
m
mille che siano, l’idilcome se fosse posquando il Colonnello occupò i
li
lio è finito anche se
sibile sostenere un
giardini
di
Roma
con
le
sue
tende
G
Gheddafi, facendo
simile figuro, «uno
ed
esibì
la
sua
salmeria
di
guardie
d
delle piazze libiche
dei despoti più spredel
corpo
alte,
bionde
e
maestre
di
la sua Tien’anmen,
gevoli al mondo» sekung fu (altro che «bunga bunga»)
ccome ha minacciato,
condo Paul Wolfowitz
rrimane al suo posto
sul Foglio di ieri, o
a
ancora per un po’. È
come se al Quaeda
finito anche se altre cinquecento
cin
«hostess»
avesse già conquistatoo la leadership delitaliane si convertono con la benedizione
la rivolta in Africa del nord. Abbiamo (noi
del governo Berlusconi al Libretto verde
italiani, l’Europa, persino gli americani)
del Colonnello. È ora di cambiare cavalretto il moccolo al tiranno di Tripoli per
lo, o meglio, cammello. Perché comincia a
quarant’anni, dal colpo di stato del 1969
suonare a dir poco sconcertante la lentezza
in avanti, anche quando ci voleva stomada bradipi con la quale il Cavaliere e i suoi
co, e faccia di cartavetrata, per prendere
ministri prendono le distanze dal rais.
le sue parti. Ci è voluto stomaco anche per
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ospitarlo a Roma, e baciargli addirittura la
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