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Anno XVII N° 2/2008 - 30 marzo
UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
C
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Mentre sono prossime le elezioni politiche, la gente, quella che deve votare destra
o sinistra, UDC o Arcobaleno, soffre e non arriva alla fine del mese per il caro vita
Il caro vita mette in ginocchio la gente
Ta r i f f e a l t e , b e n z i n a c a r a , s u p e r m e r c a t i c a r i , t e l e f o n i a , t u t t o …
e loro invece di fermare il caro vita, inventano il Mister Prezzi
Giorgio Lambrinopulos
D
ai viaggi con i malati
a Lourdes a «Porta a
Porta». La principessa Alessandra Borghese, capolista per il Senato nel Lazio
con l’Udc di Pier Ferdinando
Casini, ha deciso di scendere
in politica «per i valori». Romana, 45 anni, erede di una
famiglia che nei secoli ha
avuto pontefici e generali,
oggi molto vicina a Benedetto XVI, la Borghese ha spiegato come la sua candidatura
- ufficializzata dall’ex presidente della Camera - sia «la
continuazione naturale del
percorso che fatto in questi
anni» a difesa «delle donne,
della famiglia, della vita».
Precisando che dalle sue finestre ha sempre visto «sia il
Cupolone che il Colosseo».
È lei, insomma, il nome
«molto importante nel mondo cattolico» annunciato da
giorni dal partito centrista. La
principessa svela qualcosa di
sé nel suo sito personale.
Leggendo qua e là si scopre
una donna che ha orrore della
maleducazione: «... Sul treno
pochissimi cedono il passo,
aiutare una signora a sistemare una valigia è impensabile, i bagni sono impraticabili... Con lo sguardo perso
oltre il finestrino, sfinita da
tanta prepotenza mi sono
chiesta che cosa sia l’educazione». È sicura: «Non è una
distinzione di classe sociale,
un problema ideologico, ma
La Principessa Alessandra Borghese e Papa Benedetto XVI
piuttosto un tratto importante
della personalità umana. Frequentare persone ineducate,
gente che non ha ricevuto
una buona educazione e non
ha fatto nessuno sforzo per
supplire a tale mancanza, è
imbarazzante, faticoso e talvolta sgradevole. Oltre a non
sapersi comportare i maleducati hanno spesso qualche
complesso di inferiorità che
li rende goffi ed inclini ad
equivocare». «Non sono forse proprio la diffusa villania e
la generale indifferenza - aggiunge - che alimentano il
bisogno di valori cristiani
come l’amore per il prossimo, la tolleranza, la comprensione?». La principessa
si sofferma anche sulla questione delle Chiese che si
svuotano. E anche qui ha una
risposta: «I fedeli vogliono
scoprire il senso del sacro...
Indubbiamente una certa cristianità è finita... Sono passati
40 anni dal Concilio Vaticano II, sta emergendo una
nuova cristianità non più sostenuta dalle istituzioni... La
Chiesa Cattolica deve sfidare
un mondo moderno senza cedere a compromessi o facili
vie d’uscita. I Protestanti
La grande coalizione antiveltrusconista
Nicola Zuccaro
L
a campagna elettorale che culminerà nelle consultazioni politiche del prossimo 13 e 14
Aprile non è ufficialmente
iniziata che già dominano
due fenomeni strettamente
collegati fra loro : Il Veltrusconi e il Veltrusconismo.
Entrambe i termini, nuovi
arrivati nel lessico politico
italiano, pur avendo la comune matrice nelle figure
di Walter Veltroni Leader
del Partito Democratico
ed in quella di Silvio Berlusconi Leader del Popolo
per le Libertà, assumono
due significati nettamente
differenti. Per Veltrusconi
si intende quel sistema elettorale facente riferimento al
Maggioritario che, contrapposto al Proporzionale tenderebbe all’annullamento
dei Partiti Piccoli favorendo così il Bipartitismo. Per
Veltrusconismo si intende
quella corrente del pensiero politichese rappresentata
dalla volontà di introdurre
non solo nel sistema elettorale ma anche nella cultura
e politica italiana la rigida
contrapposizione fra Veltroni e Berlusconi e quindi tra
il Partito Democratico e il
Popolo delle Libertà. I due
soggetti politici rispettiva-
mente dal Centro-Sinistra
(PD) e dal Centro-Destra
(PDL) sono accomunati
dall’invito a non votare i
Partiti Piccoli perchè il voto
dato ad essi è inutile. Puntuali e immediate le reazioni
dei cosidetti Partiti Piccoli
che, per voce dei loro Segretarii, non hanno risparmiato le frecciate sin dallo
scioglimento delle Camere.
Per dovizia di particolari,
alcuni di essi sono anche
Candidati Premier. Si riepiloga l’elenco. Enrico Boselli per il Partito Socialista,
Willer Bordon per l’ Unione
Democratica dei Consumatori, Clemente Mastella per
l’Udeur, Fausto Bertinotti
per la Sinistra Arcobaleno
( raggruppa Comunisti italiani, Verdi e Rifondazione
Comunista), Pier Ferdinando Casini per la Costituente
di Centro nata dall’accordo
elettorale tra l’Udc e la Rosa
Bianca. Il quadro esposto è
frammentario al punto da
sostenere che ai nastri di
partenza della prossima
competizone la novità è la
presenza di due forme rappresentative della soggettività politica : il Partitismo (
vedi Boselli e Mastella) e il
Cartellonismo così definito
poichè la Sinistra Arcobaleno come la Costituente
Continua a pag 2
hanno inseguito la moda del
mondo : da loro i preti si sposano, le donne possono presiedere al culto, gli omosessuali dichiarati sono accettati
nel clero...». E mentre l’ UDC
prepara i suoi candidati, per
le prossime Elezioni politiche la gente, la gente che
deve votare destra o sinistra
Udc o Arcoballeno, soffre e
non arriva alla fine del mese
per il caro vita : Tarife alte,
benzina cara, supermercati
cari telefonia tutto.. e loro invece di fermare un po il caro
vita hanno inventato il Mister
Prezzi..l’ Euro e alto in con-
fronto del dollaro, il petrolio
e pagato in dollari, ma la benzina aumenta in continuazione … e la gente soffre … vediamo un po che cosa
succede: Tariffe troppo care
per l’Rc Auto. Il garante dei
prezzi, Antonio Lirosi, ha
chiesto all’Ania, l’associazione delle compagnie assicurative, di ridurre i prezzi e
fare sconti agli automobilisti
che - secondo l’Istat - nel
2007 ha subito un aumento
del 2,5% (e per l’Isvap, l’authority del settore assicurativo, del 2,3%). L’invito di
Mister Prezzi è arrivato a
conclusione
dell’incontro
con i vertici di Ania, Fabio
Cerchiai, e dell’Isvap, Giancarlo Giannini, convocati dal
nuovo garante, nominato a
fine dicembre dal governo
Prodi. Anche perché, ha osservato Mister Prezzi, le
compagnie avrebbero risparmiato un bel gruzzolo, visto
che dai numeri del settore risulta un risparmio del 10%
nel rimborso degli incidenti
stradali. Un effetto del comportamento più virtuoso degli automobilisti e dell’innovazione del «risarcimento
diretto» dei sinistri. L’Ania,
per ora, ha preso tempo e ha
risposto di dover aspettare
aprile-maggio per avere i dati
definitivi dell’anno scorso.
Lirosi ha sottolineato che
l’aumento
delle
tariffe
dell’Rc Auto è al sesto posto
fra i prodotti più segnalati dai
cittadini dopo latte fresco, pane,
pasta, benzina e gas. Mister
prezzi ha annunciato che per
settembre-ottobre dovrebbe essere possibile sul web avere un
quadro delle offerte delle varie
compagnie con le cinque più
Continua a pag 2
Giuseppe Fausto Macrì
Mari di carta
La storia di Domenico
Vigliarolo un cartografo italiano alla corte del re di Spagna
Rubbettino
pp. 223 €. 48,00
Di Domenico Vigliarolo, sacerdote-cartografo di Stilo finora semisconosciuto al grande pubblico, ma ben
noto ai maggiori studiosi del settore, è qui ricostruita la
parte biografica di maggior interesse, quella, cioè, relativa al periodo spagnolo (1582-1596), durante il quale
egli rivestì l’importante incarico di Cosmografo della
Casa de Contrataciòn (l’istituzione delegata al controllo della via delle Americhe).
Politica
2
Segue dalla prima
convenienti in modo da facilitare i
consumatori nell’individuare le tariffe
e le compagnie più convenienti. C’è
stato anche spazio per una polemica
sui dati da prendere a riferimento per
capire l’andamento del settore: il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai ha
evidenziato che «nel 2007 si è intensificato il calo del prezzo medio delle
assicurazioni, diminuito secondo stime preliminari del 2,1% rispetto
all’anno precedente. La diminuzione
era stata pari a 0,8% nel 2006 e
all’1,5% nel 2005. È in corso un reale
raffreddamento dei prezzi e quello
praticato si discosta molto dal listino».
Ma questo dato, opposto a quello indicato da Istat e Isvap, secondo Mr Prezzi è «relativo all’andamento del fatturato», dato che non è stato preso in
considerazione perché «contraddittorio e beffardo, in quanto diverso
dall’andamento delle tariffe e dei prezzi pagati dagli automobilisti». Il fatturato, ha spiegato Lirosi, «dovrebbe tener conto degli effetti del bonus, cioè
le riduzioni del premio attese da coloro che non hanno fatto incidenti. Se il
fatturato è stabile o ridotto del 2% e la
maggioranza degli automobilisti è virtuosa ma non vede effetti positivi, si-
gnifica che alzano le tariffe». Altra
osservazione di Mister Prezzi è stata
quella relativa alle difformità tra valori
medi e tariffe praticate a «diciottenni,
neopatentati e assicurati di alcuni territori, per tipo di vettura ma soprattutto
per chi ha una moto». Per diciottenni e
chi ha una due ruote secondo l’Isvap
l’aumento medio è dell’11,36% mentre per chi è in prima classe (la meno
onerosa) è del 2,83%. Cerchiai ha assicurato che l’Ania «cercherà di sensibilizzare le imprese ad andare incontro
soprattutto a diciottenni e neopatentati, le categorie più esposte ai sinistri».
Con i dati definitivi del 2007 si potrà
verificare, ha aggiunto il presidente
dell’associazione, «se effettivamente
c’è stato un risparmio del 10% nel
rimborso degli incidenti stradali, grazie alla norma sul risarcimento diretto». Anche se, ha sottolineato Cerchiai, «siamo di fronte a un reale
raffreddamento dei prezzi medi
dell’Rc Auto», grazie all’intensa concorrenza che ha potuto dispiegarsi anche per effetto dei decreti Bersani, in
particolare: abolizione degli sconti
massimi, classe di bonus immutata
per ulteriore veicoli acquistati e ritardo
dell’attribuzione della classe di malus
sino al momento del pagamento del
sinistro. Il rinvio ad aprile-maggio addotto dall’Ania, «altro non è che un
tentativo per posticipare o eludere
l’assunzione di impegni concreti», ha
affermato l’Adiconsum. L’associazione dei consumatori «resta convinta
che le compagnie abbiano i margini
per ridurre le tariffe del 10% e questo
grazie a tutti i provvedimenti approvati in questi anni: patente a punti, patentino, danno biologico, ed ultimo il risarcimento diretto». Un altro indice di
caro vita e la corsa del Euro e del petrolio: non si ferma la corsa dell’euro
sul dollaro e neanche quella del petrolio. La moneta unica europea ha toccato il nuovo record nei confronti del
dollaro Usa a 1,5371. Il dollaro ha riaggiornato inoltre il minimo nei confronti del franco svizzero a 1,0280.
Alla base dell’ennesimo scivolone del
dollaro ci sarebbe, secondo i trader,
l’allarme suscitato dalla piccola esplosione avvenuta a Times Square a New
York. Ai massimi anche il prezzo del
petrolio che sfonda, per la prima volta,
quota 105 dollari. Sul circuito elettronico i future sul Light crude toccano i
105,96 dollari al barile. A mettere il
turbo al prezzo del greggioo è la decisione di mercoledì dell’Opec di lasciare invariata la produzione del cartello.
I future sul Brent avanzano al nuovo
livello record di 102,95 dollari. Intanto, in linea con quanto si prevedeva, la
Banca centrale europea (Bce) ha la-
durne solo due e americanizzando
di fatto la scena politica italiana. L’
annullamento dei Partiti non corrisponderebbe soltanto ad una mera
operazione di matematica elettorale ma anche alla cancellazione di
quel patrimonio politico, culturale
e sociale che ha contrassegnato i
sessant’anni della Storia Repubblicana, Parlamentare e Costituizionale italiana. Se da un lato quasi
all’unisono Veltroni e Berlusconi
proseguono la loro campagna elettorale inviatndo gli italiani a non
votare per i Partiti piccoli, i leader
di questi ultimi controinvitano gli
elettori esprimendo e sostenendo
la tesi opposta. Se Storace per La
Destra sostiene che il suo Partito
sarà la sorpresa di questa campagna elettorale, Bertinotti e Casini
( guardacaso due Ex Presidenti
della Camera) invitavano nella
puntata del 3 Marzo u.s. di Porta a
Porta ( e non solo a titolo personale) Bruno Vespa a organizzare un
confronto fra i Candidati Leader.
Il conduttore replicava che sarà
la Commissione Parlamentare di
Vigilanza sulla RAI ad intervenire su un aspetto che, tra le altre
cose deve essere la garanzia di
democraticità e di pluralismo in
questa campagna elettorale. Dello
stesso parere Boselli che rivendica
l’identità socialista come Mastella che ha confermato la posizione antibipolarista della prima ora
rivelatasi poi fatale per la caduta
del Governo Prodi. Se quindi il
Veltrusconismo col Veltrusconi
propone il sistema maggioritario
quale antidoto per l’estinzione
del pluralismo partitico c’è chi
risponde riproponendo il Proporzionale. In queste settimane si sta
sviluppando nello scenario politico italiano un vasto fronte antiveltrusconista. E’ un fenomeno che
potrebbe superare la dimensione
Segue dalla prima
Fausto Bertinotti, la Sinistra Arcobaleno
di Centro nascono dall’unione di
Partiti che compongono un Cartello Elettorale. Diversa la posizone
della Destra-Fiamma Tricolore (
mentre scriviamo si apprendeva
dal Viminale della bocciatura del
rispettivo simbolo) che con Segretario Francesco Storace candiderà
Premier Daniela Santachè. Partitismo – Cartellonismo contro il Coalizionismo fondato sul duopolio
Veltroni-Berlusconi. Questi ultimi
forti delle rispettive Alleanze con
IDV e Radicali, della Lega più il
Movimento per le Autonomie di
Raffaele Lombardo, proseguono la
loro opera persuasiva sostenendo
che il Bipolarismo non è morto e
che, pur verso una trasformazione
bipartitica Centro-Sinistra e Centro-Destra esistono ancora in Italia. Dunque l’idea di coalizione per
quanto approssimativa e riduttiva
non è del tutto scomparsa. Essa viene però contrastata da chi come la
Sinistra Arcobaleno, Udeur, Partito
Socialista, Costituente di Centro,
Unione Democratica, La Destra,
sostiene che la democrazia italiana
è in pericolo perchè, un accordo
fra Veltroni e Berlusconi per una
Legge Elettorale Maggioritaria annullerebbe i tanti Partiti per intro-
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
sciato invariato i tassi di interesse
nell’Eurozona. Il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento resta così al 4%, mentre
il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi
presso la Banca centrale rimarranno,
rispettivamente, al 5% e al 3%. Il presidente della Banca centrale europea,
Jean-Claude Trichet, nella consueta
conferenza stampa a Francoforte, ha
annunciato il taglio della stime sulla
crescita di Eurolandia, decisione motivata dalla «elevata incertezza» che
pesa sui mercati: la Bce ha ridotto la
forchetta di previsione tra l’1,3% e il
2,1% dal precedente 1,5% e 2,5%.
L’istituto di Francoforte considera
«molto elevati i rischi sui prezzi». per
questo la Bce ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse. Al tempo
stesso sono state alzate le previsioni
sull’inflazione, che per il 2008 dovrebbe attestarsi fra il 2,6% e il 3,2% e
per il 2009 fra l’1,5% e il 2,7%. Le
stime precedenti indicavano, in media,
2,5% per il 2007 e 1,8% per il 2009. E
per finire la Telecom. Sono milioni i
consumatori italiani tartassati negli ultimi anni dalle bollette “gonfiate” di
Telecom Italia: 899, dialer, numerazioni satellitari, servizi a valore aggiunto, connessioni a Internet mai effettuate. Altroconsumo si è occupata
più volte negli ultimi anni delle pratiche illecite che appesantiscono le bollette telefoniche degli italiani, segnalando le truffe alla Polizia Postale e
alle Procure e cercando di risolvere
stragiudizialmente con Telecom Italia
le questioni sottoposte dai propri associati. Telecom Italia ha di recente deciso, in seguito alle contestazioni da
parte dell’Autorità per le Comunicazioni, di pagare più di 6 milioni di euro
solo per evitare sanzioni ben più pesanti. Anche l’Antitrust si è mossa,
aprendo un fascicolo per pratiche
commerciali sleali con una prima misura cautelare sugli illeciti relativi alle
numerazioni satellitari. L’AGCOM
promette che entro l’estate sarà in vigore una bolletta separata per telefonate satellitari o a numeri speciali a
valore aggiunto e che saranno introdotte modalità automatiche di blocco
con meccanismi di silenzio-assenso.
Sarà quindi possibile riattivare tali numerazioni solo su richiesta individuale
e con apposito codice PIN. Secondo
Altroconsumo l’intervento
dell’AGCOM conferma, in ogni caso,
la sussistenza di un comportamento
illecito a danno di milioni di cittadini
che, per la stragrande maggioranza,
non sono ancora stati risarciti.
Giorgio Lambrinopulos
L’on. Bruno Tabacci, coalizione La Rosa Bianca
ed il momento elettorale per proporsi come reale contenitore politico capace di promuovere alla
chiusura delle urne quella Larga
Coalizione di Governo che dovrà
convincere coi dati elettorali che
il Paese non potrà essere governato con l’inciucio di due Partiti.
Nicola Zuccaro
Direzione - Redazione - Amministrazione
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Pagina Tre
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
R
I sopravissuti
3
R
Il genocidio armeno nel libro-testimonianza dei coniugi Miller
Roberto Cavallo
“
Survivors” (Angelo Guerini
E Associati, 2007, Milano,
pagg. 244, euro19,50) è il
titolo del libro dei coniugi statunitensi Donald E. Miller e Lorna
Touryan Miller, di recente pubblicato anche nella sua traduzione italiana. Chi sono i sopravvissuti (survivors)? Sono i
pochissimi (soprattutto bambini) che riuscirono a salvarsi dal
primo genocidio del XX secolo:
quello – per gran parte ancora
sconosciuto al grande pubblico
– del popolo armeno. Donald E.
Miller insegna Sociologia delle
religioni presso l’Università della California. Con la
moglie Lorna è coautore di diversi studi sul genocidio armeno, fondati sulle
fonti diplomatiche
del tempo ma specialmente sul recupero delle testimonianze orali dei
sopravvissuti. In appendice al volume
viene infatti riportato l’elenco, disposto
in ordine alfabetico,
degli ex bambini intervistati dai due coniugi verso la fine
degli anni ’70: nati a
cavallo fra la fine
del XIX e i primi
anni del XX secolo,
al momento delle interviste queste persone erano oramai
ultrasettantenni, ma
i loro ricordi, pur
nella
molteplicità
delle esperienze e
dei diversi punti di
vista,
risultavano
sostanzialmente univoci. Gli scampati al
genocidio provenivano per lo
più dagli orfanotrofi e poi, attraverso varie circostanze, spesso
rocambolesche, erano riusciti a
seguire la scia dell’immigrazione armena in Occidente. Nel volume dei coniugi Miller le testimonianze orali sono messe a
confronto con la documentazione d’archivio relativa alle fonti
diplomatiche del tempo, riguardante rapporti e resoconti di
consoli, di incaricati di affari,
ma anche di missionari occidentali, che si trovarono a vedere
con i loro occhi alcune fasi della
deportazione armena. Nel 1915
il governo turco, entrato in guerra al fianco degli Imperi centrali
contro Russia, Francia e Gran
Bretagna, emise un decreto con
il quale ordinava la deportazione
in massa della numerosa minoranza armena (il millet armeno),
di religione cristiana e dunque
considerata potenzialmente filorussa. Solo chi si convertiva velocemente all’Islam aveva buone possibilità di salvarsi. Il
tragitto per lo più si snodava dai
villaggi della Turchia orientale,
sede dell’Armenia storica (le regioni anatoliche intorno al lago
di Van), fino a raggiungere alcune città siriane o dell’attuale
Iraq: Aleppo, Der-Zor, Mosul,
allora parti integranti del vasto
impero ottomano. Qui i superstiti, sradicati dai loro affetti e dalla loro terra, oggetto di ogni tipo
di violenza e di sopraffazione,
arrivavano seminudi e scheletrici, ormai prossimi alla morte,
dopo aver abbandonato per strada scie di cadaveri. Sono le scene che il pubblico italiano ha timidamente imparato a conoscere
grazie soprattutto all’opera della
giornalista e scrittrice Antonia
Arslan, che è anche la curatrice
del volume in questione. Il suo
romanzo La masseria delle allodole, campione di vendite e tra-
stretti a nutrirsi dell’erba che
cresceva lungo la strada. Un sopravvissuto disse che vivevano
come pecore al pascolo”
(pag.111). A scortare le colonne
di deportati, composte quasi
esclusivamente da vecchi, donne
e bambini – gli uomini infatti
erano stati fucilati nei villaggi o
erano morti al fronte, servendo
fedelmente, nonostante tutto,
nell’esercito turco – vi erano
solo pochi gendarmi: “In un’analisi retrospettiva, molti sopravvissuti si domandavano a gran
voce come era stato possibile
che un pugno di gendarmi avesse potuto scortare centinaia e
migliaia di armeni verso la morte, senza alcuna ribellione…Alcuni sopravvissuti hanno dato
delle risposte, per quanto incer-
gliela avrebbero riportata. E infatti, la bambina fu riportata indietro, ma era stata orribilmente
violata e di lì a poco morì…”
(pag.128). Comunque, sia che i
gendarmi eseguissero direttamente gli ordini governativi che
intimavano di sterminare gli Armeni, sia che commettessero
atrocità di propria iniziativa,
l’esito fu la morte di centinaia di
migliaia di deportati. Quando
non intervenivano in prima persona, lasciavano fare il lavoro
sporco alle bande di montanari
curdi o alla feccia di ex detenuti
(i famigerati chété) appositamente scarcerati dalle autorità
turche per assalire gli Armeni
durante il loro lungo cammino
di morte: “I turchi e i curdi locali si accostavano ai deportati e
dotto nel 2007 nel bel film dei
fratelli Taviani, almeno in parte
ha consentito di rompere la congiura del silenzio sul dramma
terribile vissuto dagli Armeni di
Turchia, sterminati a più riprese,
prima negli anni 1894-96 dal
governo islamico del Sultano e
poi nel 1915 da quello più laicista dei “Giovani Turchi”. L’assalto ai villaggi, gli arresti indiscriminati degli uomini adulti, le
chiese incendiate con i fedeli
chiusi dentro, tutto questo in
molti luoghi fu il preludio alla
grande deportazione che eliminò
in pochi mesi, fra la primavera e
l’estate del 1915, quasi un milione e mezzo di Armeni. Ma la
marcia forzata verso la Siria e la
Mesopotamia resta qualcosa di
unico e terribile: “La morte per
fame - come per disidratazione
– era piuttosto comune. Ai turchi locali era vietato dare cibo
agli armeni in transito e questi,
dopo essere stati depredati, avevano perso non solo le scorte
che si erano portati appresso, ma
anche i mezzi per comprarsene
altre. Di conseguenza, erano co-
te, a questi interrogativi. Ad
esempio, una delle persone interpellate, rifletteva: “Dove
avremmo potuto andare? A patire la fame su quelle montagne?
E allora continuavamo a camminare… Inoltre, alcuni sopravvissuti continuavano a credere che
le deportazioni sarebbero state
temporanee.” (pag.112). Secondo altre testimonianze, il timore
di nuocere ai pochi gendarmi
nasceva dal fatto che, eliminatone alcuni, altri ne sarebbero arrivati, con la precisa intenzione di
vendicarsi anzitutto sulle donne.
Ed infatti i resoconti sui casi di
violenza sessuale abbondano in
tutte le interviste, oltre che nei
dispacci dei diplomatici. Una
delle testimonianze più significative “…fu quella relativa a
una ragazzina che venne violentata da uno dei capi turchi della
città in cui transitava la carovana. I gendarmi avevano fatto incursione nel convoglio e avevano notato una ragazzina di dodici
anni particolarmente graziosa.
La strapparono alla madre, dicendo alla donna in lacrime che
portavano via tutti quelli che volevano. A volte le ragazze venivano rapite di notte; c’erano casi
in cui le donne e i bambini venivano trattati come animali messi
all’asta e questo fatto ci fu più
volte riferito nelle interviste”
(pag.126). Così furono molte le
donne che finirono negli harem
di qualche notabile turco; ma altre preferirono suicidarsi. Concordi testimonianze narrano di
suicidi di massa nel fiume Eufrate: “Le ragazze si gettavano
spesso a centinaia in un giorno
solo, secondo quanto riferito
dai sopravvissuti … Per quanto
ci è dato di ricostruire, queste
ragazze, tenendosi sottobraccio o per mano, si lanciavano
giù da un ponte o da un dirupo
dentro le acque impetuose
dell’Eufrate o di un altro fiume. Le motivazioni si devono
ricercare tra i seguenti fattori:
le ragazze erano fisicamente ed
emotivamente stremate; avevano assistito a violenze tremende durante la deportazione,
compresi rapimenti e stupri;
molte avevano perso membri
della propria famiglia; i loro
mezzi di sostentamento erano
ridotti al minimo e forse, cosa
più importante, avevano perso
ogni speranza di vivere.”
(pag.129). Quanto ai bambini
rapiti, chi non smarrì la propria
identità armena e cristiana crescendo in nuove famiglie musulmane, trovò scampo - dopo
aver a lungo vagabondato - in
qualche orfanotrofio istituito
al termine della prima guerra
mondiale dai missionari occidentali. Ma spesso trascorsero
mesi, e qualche volta anni,
quasi completamente soli, senza i genitori o altri adulti di riferimento che si occupassero
di loro: “I bambini sopravvissuti avevano imparato a intenerire i turchi che incontravano e
a sfruttare le occasioni a proprio vantaggio.” (pag. 140).
Quella degli orfanatrofi fu comunque una parentesi di relativa serenità destinata a durare
appena 4 anni, dal 1918 al
1922. In questo anno infatti il
nuovo leader turco, Kemal Ataturk, risollevò la bandiera del
panturchismo,
momentaneamente ammainata a causa della
sconfitta subita nella prima
guerra mondiale; così anche i
superstiti del genocidio, compresi i bambini degli orfanatrofi, dovettero abbandonare definitivamente quella che per
secoli era stata la terra dei loro
avi. La presenza armena in
Anatolia di fatto era conclusa
(fra l’altro in quel medesimo
anno, a Smirne, sulla costa mediterranea, si consumava con
l’incendio della città l’eccidio
dei greco-ortodossi e degli armeni residenti): “Alla fine del
1922 solo un ristretto numero
di armeni era rimasto in Turchia … Gli armeni sopravvissuti dovettero affrontare
il problema di trovare un posto sicuro dove sistemarsi.”
(pag. 169). Per la maggior
parte di loro questo posto sicuro fu il Libano o gli Stati
Uniti. Alla fine dei conti non
di una deportazione si trattò,
ma di un massacro senza precedenti destinato a restare
sostanzialmente
impunito.
Impunità in cui Adolf Hitler,
alcuni anni più tardi, avrebbe
consapevolmente confidato. Il
paradosso è che ad oltre novanta anni di distanza da
quella tragedia, le autorità
turche, che pure oggi ambiscono ad entrare nel contesto
dei popoli europei, neghino
con vigore il genocidio, nonostante l’abbondanza e l’evidenza delle fonti storiografiche. Ciò ha accresciuto - ed
accresce - le difficoltà degli
Armeni a dimenticare e a cicatrizzare le devastanti ferite
della memoria. Un libro dunque davvero bello da leggere
e soprattutto da diffondere,
per meglio comprendere non
solo il dramma degli Armeni
ma le ragioni dello scontro di
civiltà – si voglia o no! – in
atto ai nostri giorni.
Politica
4
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Berlusconi: Di Pietro fa orrore
I
l primo problema da affrontare
è quello dei rifiuti di Napoli, poi
la riduzione delle tasse a beneficio delle famiglie, delle imprese e
del lavoro. Lo ha detto il leader del
Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi, nel corso di ‘Radio anch’io’.
“Dopo il fallimento del governo
Prodi - ha detto -, penso che sia inutile fare campagna elettorale e non
vedo come gli italiani possano avere
ancora fiducia nelle capacità della
sinistra. Se però gli italiani dovessero far vincere la sinistra e Veltroni,
vorrà dire che se la sono cercata e se
lo meritano”. “Il nostro programma
non avrà ricette miracolose per rilanciare l’economia, ma partiremo dalla
base della vecchia ricetta liberale di
sempre: meno tasse sulle famiglie,
sulle imprese, sul lavoro”, ha detto il
Cavaliere. “Il primo provvedimento
- ha aggiunto - sarà quello dell’abolizione completa dell’Ici, il secondo
quello di detassare gli straordinari;
poi, via via, provvedimenti per una
maggiore sicurezza come ad esempio con la reintroduzione del poliziotto e del carabiniere di quartiere,
o a sostegno delle famiglie visto che
la sinistra ha cassato il bonus bebé”
“In testa a tutti i problemi però ha precisato Berlusconi - è quello
dell’emergenza rifiuti a Napoli: sto
studiando di notte come risolvere
questa situazione”.
“La realtà è che hanno la possibilità di vincere e di governare solo due
forze politiche: uno è il Popolo della
Libertà, l’altro il Pd”, ha ribadito Silvio Berlusconi, il quale si dice disposto ad un confronto televisivo con i
suoi avversari. “Se la par condicio,
legge voluta dalla sinistra, e colpevolmente tenuta in piedi in passato
da qualche mio alleato, lo permette,
perché no?”, risponde Berlusconi.
“Non ho nessuna ambizione politica, tanto meno verso il Quirinale”,
ha aggiunto. “Io - conclude Berlusconi - ho orrore di Di Pietro e lo
dico alto e forte”. Il leader dell’Idv
è “il campione delle manette”. Silvio
Berlusconi rompe il ‘patto di non
belligeranza’ tra i partiti che aveva
finora caratterizzato la campagna
elettorale e va all’attacco di Antonio
Di Pietro, il leader dell’unica forza
politica che correrà con il proprio
simbolo accanto a quello del Pd. La
scelta di alzare i toni potrebbe essere
il primo segnale in vista di una discesa in campo più massiccia del leader
azzurro, che sarà ufficializzata il
prossimo week end e la linea è sempre la stessa: attaccare Veltroni senza
nominarlo, criticando il Pd attraverso
Di Pietro. “Io ho orrore di Di Pietro
- scandisce Berlusconi dai microfoni
di Radio Anch’io - e lo dico chiaro e
forte”. L’ex pm per Berlusconi è infatti “il campione delle manette”. La
scelta dei Democratici di allearsi con
lui è “il sintomo di una cultura giustizialista che non è venuta meno”.
E, en passant, sul delicato tema del
conflitto di interessi, Berlusconi replica anche alla proposta, avanzata
giorni fa dall’Idv, di lasciare una
sola rete privata in chiaro. “Non mi
spavento mai per le cose che dice Di
Pietro - ironizza Berlusconi - perché
tanto non si realizzano mai”. Il leader
dell’Idv, che oggi è stato ascoltato in
procura a Roma per una deposizione
spontanea in merito a presunte irregolarità legate a rimborsi elettorali
all’Idv (questione al centro di un’inchiesta del ‘Giornale’ di pochi giorni
fa), respinge al mittente. Quelle di
Berlusconi, allarga le braccia, sono
L’autonomismo centrista
seppellisce il bipolarismo
B
Silvio Berlusconi
isogna aprire una fase nuova
della politica italiana”. Prima
della definitiva caduta del Governo Prodi ( correva il 2007) il Leader dell’ UDC Pier Ferdinando Casini
preannunciò, con quella dichiarazione che, prima o poi l’arcipelago della
politica italiana sarebbe stato attraversato da Manovre al Centro. Sabato
16 Febbraio u.s. il numero uno dello
Antonio Di Pietro
Pierferdinando Casini
Walter Veltroni
“contumelie mosse dalla paura per il
risultato elettorale”. “Evidentemente
- contrattacca - Berlusconi comincia a temere il risultato elettorale
se impegna se stesso e quintali di
inchiostro dei suoi giornali nella
denigrazione dell’avversario e per
il solo fatto che in un’altra vita ho
esercitato la funzione di pm facendo il mio dovere”. Insomma, lancia un affondo anche il capogruppo dell’Idv alla Camera Massimo
Donadi, Berlusconi ha “gettato la
maschera” ed é “tornato quello di
sempre”, quello che “aizza l’odio
tra gli italiani evocando sempre
toni apocalittici: il bene contro il
male, la libertà contro il comunismo...”. Anche il Pd fa quadrato
intorno a Di Pietro. “Ma il Silvio
Berlusconi che oggi dice a ‘Radio
Anch’iò: ‘Io ho orrore di Di Pietro - si chiede ironicamente il senatore veltroniano Giorgio Tonini
- e’ lo stesso che nel gli ‘94 offri’,
all’indomani delle inchieste su
Tangentopoli, la guida del ministero dell’Interno?”. In più, osserva Tonini, “contro di lui oltre alle
grida di orrore ci sono anche pagine e pagine che i giornali di famiglia gli dedicano con insinuazioni
e accuse. Non doveva essere una
campagna elettorale senza demonizzazioni?”. La stessa considerazione che fa il capogruppo del Pd
alla Camera, Antonello Soro, che
si dice tra l’altro “sconcertato”
dal fatto che “Berlusconi riprenda
un’asprezza di toni verso l’avversario politico che non è necessaria
e non giova a nessuno”. Insomma, ricorda Soro, “la cultura della
legalità é un patrimonio al quale
tutti dobbiamo sentirci partecipi,
anche Berlusconi”.
Giorgio Lambrinopulos
Scudo Crociato “ufficializzava” la
sua candidatura a Premier nonchè la
decisione votata ventiquattrore prima dalla Direzione Nazionale dello
stesso Partito. Quest’ultima votava
all’unanimità che l’ UDC correva da
sola rompendo con il PDL ( definito da Casini una proprietà privata di
Berlusconi) e con la Lega nelle prossime elezioni politiche del 13 e del 14
Aprile. Pier Ferdinando Casini non
si fermava quì e, a ventiquattrore di
distanza da quell’annuncio andava
oltre dichiarando : “ Non c’è spazio
per divisioni e personalismi. Se vi
sono state incomprensioni, oggi, è il
momento di superarle. E’ il momento di essere assieme in una battaglia
che non è solo finalizzata a sventolare un simbolo ma a molto di più:
ad affermare l’identità degli italiani.
Farò una campagna elettorale per
difendere l’identità cristiana. Non
è una campagna contro qualcuno”.
Proseguiva Casini - precisando - che
questo appello è rivolto a quanti come
noi si ritrovano nell’ Area del Centro
Moderato. Non tardava, nella serata
di Domenica 17 Febbraio, la risposta
degli altri soggetti politici centristi: l’
Udeur e la Rosa Bianca. Per il primo
a pronunciarsi era il Segretario Clemente Mastella. “ L’ Udeur è pronta
a verificare la convergenza di altre
forze sulla base di valori condivisi
fra i quali la difesa delle garanzie ai
citadini nei rapporti con la Giustizia e
la Difesa del Mezzogiorno. “ Mastella proseguiva : “ Restiamo convinti,
oggi più che mai della necessità in
Italia di una non irrilevante presenza
di un’ area di Centro di ispirazione
cristiana.” Se Udeur e UDC parlavano all’unisono, nella stessa serata,
più cauta si rivelava la posizione della
Rosa Bianca che indicava la necessità
di sedersi intorno ad un tavolo optando coì per un confronto aperto. Da
queste dichiarzioni si trae spunto per
le seguenti riflessioni: se di Sinistra
Arcobaleno, Partito Demicratico, Popolo delle LIbertà, La Destra e Partito
Socialista bisogna parlare come di
uniche novità della politica italiana si
peccherebbe di disonestà intellettuale. Senza alcuna Partigianeria Bianca, è doveroso inserire in ossequio a
quel pluralismo che contraddistingue
la storia politico-culturale
italiana, da quella di altri
paesi europei, anche la
Cosa Bianca. Qust’ultimo
visto come progetto di
dialogo permanente tra le
forze politiche di matrice
democristiana ritenendola
così una New Entry della politica di casa nostra;
è terminata ufficialmente
nel fine settimana 16-17
Febbraio la stagione del
bipolarismo proprio con
l’inizio delle manovre
centriste. Non è un caso
che Udeur e Udc siano
due espressioni politiche
che , uscite rispettivamente dal Centro-Sinistra e
dal Centro-Destra abbiano, in questo Paese evidenziato che, entrambe i
Poli, si siano rivelati, alla
prova dei fatti, dei meri
cartelli elettorali e non
delle autentiche alleanze di Governo
nonostante che sia il Partito Democratico che il Popolo delle Libertà
continuino a sostenere che la stagione
del bipolarismo è tutt’altro che conclusa. Anzi si cerca di imitare il bipartitismo anglo-americano; la comparsa
sulla scena politica della Rosa Bianca
ha marcato ancor di più l’incompatibilità Centro-Sinistra e Centro-Destra
evidenziando che sul piano culturale
(inteso come patrimonio di valori) prima ancora che politico-partitico i tempi per la costruzione di un Terzo Polo
Centrista con radici fondamentalmente democristiane siano maturi. Un
terzopolismo che potrebbe interessare
e coinvolgere anche quelle espressioni socialiste e laiche ( liberali e repubblicani) ostili alle annessioni al Partito
Democratico e al Popolo delle Libertà. Per questi ultimi soggetti politici
i tempi di inserimento a differenza
di un coagulo (post)democristiano
potrebbero essere ancor più lunghi
ma, al di là della lentezza dei relativi
tempi, si deve prendere atto che in
Italia, da poche settimane è nato un
Centro Autonomo che ha chiuso col
Bipolarismo. Un’ Area di Centro intesa come identità aggregativa capace di
rappresentare quel vasto strato politico
e sociale che risponda ai reali bisogni
degli italiani non limitandosi alla sola
salvaguardia della Cristianità. Centro
inteso anche come esigenza di stabiltà
per un Paese che ha necessità di essere governato dotandosi di una chiara e
semplice Legge Elettorale. Per quanto
scritto in precedenza l’applicazione della Proporzionale sarebbe la più indicata.
Ragion per cui la ricerca di un : “ Centro
di gravità permanente” non rappresenta
soltanto un celebre motivo musicale
degli Anni Ottanta ma anche una reale
necessità della politica italiana.
Nicola Zuccaro
Politica
Cronaca elettorale
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
P
areggio? E chi era costui?
“Gli allibratori inglesi, che sono solitamente
molto bene informati, ci danno
vincenti soltanto con un piccolissimo dubbio” dice Silvio
Berlusconi, leader del Pdl, sottolineando che per i bookmaker
“la vittoria di Veltroni viene
considerata dieci volte meno
probabile della nostra”. Sempre a proposito delle previsioni
degli allibratori, il cavaliere ha
sottolineato: “Tanto è vero che
chi punta un euro su di noi avrà
soltanto 31 centesimi di euro in
più, mentre chi punta un euro
su Veltroni avrebbe addirittura
il 310% in più”. Pareggio “Un
pareggio? Sento questa versione. E’ normale che l’altra parte
debba cercare tutti i modi per
far vedere che ha ancora qualche possibilità di poter competere con noi, ma i sondaggi che
noi conosciamo e che sono fatti
da aziende non di parte ci danno un distacco di dieci punti”
continua Berlusconi al termine
del pranzo con Gianfranco Fini
a casa di Gianfranco Rotondi, leader della Dca. Le liste
“In questo momento abbiamo
la difficoltà di dire no anche a
personaggi che nel loro settore
sono rappresentativi, per le troppe offerte”. Spiega il leader del
Pdl a proposito delle liste. “Abbiamo deciso - aggiunge il Cavaliere - di comune accordo di
non dare i nomi: li daremo tutti
alla fine. Le liste saranno fatte
di rinnovamento, ci sarà una
presenza importante di donne e
giovani e di tante persone capaci di partecipare attivamente al
processo legislativo. In questo
momento - conclude - abbiamo
la difficoltà di escludere tante persone che si sono offerte
e che provengono dal mondo
dell’università, dai settori produttivi e delle imprese”. Il Pdl
“Il Pdl si presenta compatto alle
elezioni e sarà una grande forza
politica che, sono sicuro, svolgerà un ruolo fondamentale nei
prossimi decenni del Paese” è la
convinzione espressa da Berlusconi al termine del pranzo con
Fini e Rotondi a casa del leader
della Democrazia cristiana per
le autonomie. “C’è - chiude l’ex
premier - una condivisione confortante degli obiettivi. Sono
felice”.Per par condicio: Il consiglio dei ministri ha approvato
il decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro. Il provvedimento, che attua la legge delega
123 dell’agosto scorso, dovrà
ora ricevere il parere delle commissioni parlamentari competenti e della Conferenza StatoRegioni, per poi tornare in cdm
per l’approvazione definitiva.
“Questo decreto non ha intenti
punitivi, non mette nel mirino
le imprese, ma mette al centro
la tutela della persona umana
e il suo diritto a un lavoro il
più sicuro possibile” ha detto
il premier Romano Prodi. Confindustria “Il nostro giudizio è
di insoddisfazione: si è persa
una buona occasione per dare
un ottimo servizio allo Stato”.
È quanto sottolinea il responsabile per le relazioni industriali
di Confindustria, Giorgio Usai,
al termine della riunione tra governo e parti sociali sul decreto
per la sicurezza sul lavoro. Per
Usai le sanzioni sono comminate “in modo indifferenziato:
non c’è un giusto equilibrio tra
mancanze gravi e carenze formali o documentali”. Montezemolo durissimo “Inasprendo
le pene non si salva nemmeno
una vita umana perché bisogna prevenire. L’impianto è
tutto spostato sulle sanzioni e
non sulle regole”. Lo ha detto
che, le fughe dal partito, i no ricevuti e destra come a sinistra,
l’ex ministro della Giustizia ha
deciso di non andare avanti.
“Sconfitto per una costante e
manipolata disiformazione con
la pubblica opinione - si legge
nella nota del segretario dei
Popolari-Udeur - determinata
da una scientifica operazione di
linciaggio morale contro di me,
costruita mediaticamente, politicamente e giudiziariamente”.
“Io, uomo nero” “Per queste
mi sono stati vicino”. Intanto Storace : Il simbolo de ‘’La
Destra-Fiamma Tricolore’’, e’
stato riammesso dal Viminale in
vista delle elezioni del 13 e del
14 aprile.Rispetto al precedente
simbolo, del quale il ministero dell’Interno aveva chiesto
la sostituzione, il nuovo ha lo
sfondo completamente azzurro, compare il nome di ‘’Santanche’ presidente’’ e l’icona
della Fiamma Tricolore e’ stata spostata sopra la scritta ‘’La
Luca Cordero di Montezemolo
il presidente di Confindustria
Luca Cordero di Montezemolo,
a proposito dei decreti attuativi sulla sicurezza sul lavoro. Il
leader degli industriali ha ricordato che “ogni anno l’Inail ha
un avanzo di gestione di 1,5 miliardi di euro, sono i soldi per
le imprese che abbiamo chiesto
di usare assieme ai sindacati per programmare interventi
specifici negli impianti e nelle
fabbriche”. Secondo il numero
uno di viale dell’Astronomia il
Testo Unico che il governo sta
mettendo a punto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro “rischia
di essere l’ultimo atto di una
sinistra anti-industriale e demagogica”. L’ultima mediazione
Entrando a Palazzo Chigi per
il cdm che dovrebbe approvare
il Testo Unico sulla sicurezza è
il ministro Scotti ad anticipare
l’ultima offerta del governo.
“Nei casi in cui è previsto l’arresto se l’imprenditore rimette
tutte le cose a posto gli si applica una sanzione pecuniaria da
8 a 24 mila euro”. Lo spiega il
ministro della Giustizia, Luigi
Scotti, sottolineando che si tratta di una sorta di “purgazione
della propria condotta”. Intanto l’ uomo che ha provocato la
caduta del Governo :”Sconfitto
prima ancora di essere probabilmente sconfitto sul campo,
rinuncio a candidarmi”. Clemente Mastella getta la spugna,
il leader dell’Udeur non si presenterà alle elezioni politiche.
Dopo la crisi di governo, le
vicende giudiziarie, le polemi-
ragioni sono diventato una sor- Destra’’. Sono stati riammessi
ta di uomo nero di cui liberarsi altri nove simboli, sui 21 ini- prosegue - e sul quale scari- zialmente respinti. L’Udc non
care tutte le responsabilità del sistema
politico.
Stretto
nella tenaglia, ho
retto fino a quando
ho potuto sapendo
di avere subito ingiustizie clamorose e ben cosciente
della mia onestà e
innocenza. Mentre
ringrazio quanti, anche in queste ore, mi
spingono a restare
sul terreno di gioco spiega l’ex ministro
- ho deciso di non
candidarmi al parlamento italiano per
le prossime elezioni
politiche. Spero così
di essere anche più
libero e di ritrovare
finalmente una serenità che con violenza e ad arte mi è stata tolta”. Amarezza
“Confesso che un pò
di amarezza in tutto
questo c’è -conclude
Mastella - ma forte
anche della cultura e della saggezza
contadina del mio
sud, non mi arrendo e se, e qualora ci
saranno condizioni
diverse, dò l’arrivederci a quegli amici
che generosamente
e in modo solidale Giorgio Usai
5
votera’ la fiducia a un governo
del Pd o del Pdl. Pier Ferdinando Casini ribadisce il suo no ad
alleanze dopo il voto e avverte:
‘’Non faremo sconti a nessuno.
Intervistato a un’iniziativa sulle telecomunicazioni, il leader
dell’Udc rileva come nel Pd
e nel Pdl si ripetono gli stessi
‘’vizi’’ del bipolarismo, che ha
portato forze diverse a mettersi
insieme in modo forzato. Walter Veltroni e Silvio Berlusconi ‘’affastellano’’ cose diverse
e si ritroveranno con gli stessi
problemi delle coalizioni. “A
questo punto siano i Radicali
a dirci, entro il pomeriggio, se
ritengono accettabili le nostre
proposte, giudicate da tutti generosissime. Se non arriverà
una risposta chiara, considereremo noi l’accordo impossibile.
Perché un accordo si deve fare
in due e nessuno, tantomeno
il Pd, ha la volontà di imporre
nulla ad alcuno”. Nelle file del
PD : È l’ultimatim lanciato il
coordinatore del Pd, Goffredo
Bettini , rivolgendosi ai radicali. “Con la giornata di oggi
si deve concludere serenamente
una vicenda che per noi è durata
anche troppo, tant’è che siamo
già da settimane impegnati in
una campagna elettorale - aggiunge - volta a dare al Paese,
finalmente, una prospettiva riformista innovativa e di cambiamento”. “Abbiamo più volte
spiegato, e dimostrato, che sette
delle nove candidature radicali
sono in posizione assolutamente privilegiata - prosegue Bettini - e che due sono in ottima
posizione, se pure di combattimento. Sollevare su questo argomento una campagna ai limiti
dell’ingiurioso, rivela davvero
una mancanza di sincera partecipazione e di entusiasmo a una
impresa unitaria, e una volontà
mercantilistica che impoverisce
tutti”.
Giorgio Lambrinopulos
Politica
6
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Voce all’Opinione
Le sfide della nuova Europa
I
l nuovo Trattato europeo è stato
firmato da capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi dell’Unione,
a Lisbona, il 13 dicembre 2007.
Ogni segnale positivo che provenga
dall’Unione europea va salutato con
soddisfazione, nella consapevolezza
che l’Italia e gli altri 26 Paesi membri, hanno bisogno che l’unificazione politica avanzi di pari passo con
quella economica per divenire terreno sempre più fertile per la crescita
delle conquiste socio-economiche,
raggiunte nei cinquant’anni di vita
della Comunità europea. Tuttavia
dobbiamo dire, a chiare lettere, che
il Trattato, in questione, dal punto
di vista delle Politiche comunitarie, è un passo indietro rispetto alla
vera e propria Costituzione che, nel
2005 fu bocciata dai referendum di
Francia e Olanda che, invece, se
approvata, sarebbe stato un chia-
ro segno della volontà dei Paesi
membri di mettere insieme le loro
sorti future; rappresenta, però, un
passo avanti rispetto al blocco che
c’è stato di quella iniziativa. Infatti , questo nuovo Trattato frutto di
un faticoso compromesso raggiunto nel giugno 2007, dal Cancelliere
tedesco Angela Merkel viene detto
spesso semplificato, ma è, in realtà,
molto più complesso della vecchia
Costituzione bocciata nel 2005. La
principale innovazione che entrerà
in vigore solo nel 2014, consiste
nel nuovo sistema di voto, con il
quale per formare una maggioranza
servirà il 55% degli Stati membri,
rappresentanti almeno il 65% della
popolazione. Poi, è resa obbligatoria la Carta dei Diritti fondamentali, 54 articoli sui diritti dei cittadini europei: libertà, uguaglianza,
diritti economici e sociali; lo Stato
L’Italia è malata di
corruzione
che non rispetterà i diritti di cittadinanza fissati nella Carta, potrà essere opposto alla Corte di giustizia
della Ue. Solo per Gran Bretagna
e Polonia la Carta non sarà obbligatoria. Si introduce una politica comune dell’energia e la lotta
al cambiamento climatico. Viene
esteso il potere di co-decisione legislativa con gli Stati membri su
alcune questioni importanti, come
giustizia, sicurezza e immigrazione
legale. Sarà esteso l’uso della maggioranza qualificata, soprattutto nei
campi giudiziario e della cooperazione di polizia. Gran Bretagna e
Irlanda hanno ottenuto l’esenzione
dall’applicare decisioni da loro non
approvate in questi settori. Resta il
voto unanime per la politica estera, il fisco, la politica sociale e la
revisione dei Trattati. Un Paese
potrà lasciare l’Unione europea: le
condizioni, però, dovranno essere
negoziate con i partner. E qui va
detto senza mezzi termini che tutto quanto elencato dal Trattato sarà
realtà solo a condizione che dopo
la sua firma , il processo di ratifica
avvenga senza intoppi entro l’inizio del 2009, giusto in tempo per le
prossime elezioni europee. Si pensi
che in Irlanda, dove la Costituzione
impone un referendum, i sondaggi
vedono un fronte del “no”, piuttosto, agguerrito; ma anche le ratifiche parlamentari, come ad esempio,
quella della Gran Bretagna, non si
preannunciano prive di insidie. Ma
c’è di più. L’Europa ha già di fronte
a se la prima dura prova sulla quale valutare e disegnare il suo ruolo
nuovo, futuro, negli scenari globali
del nuovo Trattato. La patata bollente è l’indipendenza del Kosovo. Dal
1° gennaio la Slovenia guida, per
un semestre, la Ue e subito è stata
chiamata ad affrontare la questione
dell’indipendenza del Kosovo. Entro maggio prossimo, è prevista, la
non facile, dichiarazione d’indipendenza del Kosovo. Questo perché,
sull’ormai inevitabile indipendenza
del Kosovo, si scontrano gli interessi contrapposti di Washington e Mosca e le rivalità e gli odi antichi che
hanno portato già a più di una guerra balcanica negli ultimi 15 anni.
Sul terreno i soldati della Kfor(circa
16mila uomini) sono quasi tutti europei, in gran parte provenienti dal
Paesi membri dell’Ue, con l’Italia e
la Germania che hanno i contingenti più nutriti(circa 2300 militari per
quanto riguarda il nostro Paese). E
qui, diciamo: la questione vera,
(ovvero l’obiettivo storico), della
nuova Ue è questa: come agiremo?
Come si organizzerà uno spazio con
27 Paesi senza che la costruzione si
sfaldi a causa della sua grandezza?
Qui che si richiede l’opera di Paesi
come l’Italia e la Germania –come,
recentemente, ha affermato il nuo-
Michael Steiner, Ambasciatore della
Repubblica Federale di Germania
vo ambasciatore della Repubblica
Federale di Germania, Michael
Steiner- che devono continuare a
spiegare, come già fanno, che di
fronte alla globalizzazione, ad un
mondo più “freddo”, c’è bisogno di
più Europa e non di meno Europa.
Dal 1° gennaio l’Europa ha festeggiato, anche, l’ingresso nell’area euro di
due nuovi Paesi che adottano come
moneta l’Euro: Malta e Cipro; con
loro arrivano a 15 i Paesi europei che
usano la moneta unica. In conclusione diciamo che dobbiamo riempire
il concetto-Europa con un contenuto
che convinca direttamente i cittadini europei. Ovvero, non ci resta che
sperare nella realizzazione di una politica europea dell’immigrazione, più
efficace, contrastando la criminalità
con mezzi legali adeguati, verso un
orizzonte di “Stato globale”.
Salvatore Resta
Mi vergogno di essere milanese
O
Tullio Lazzaro, Presidente della Corte dei Conti
E
’ una amara realtà che emerge dalla relazione del Presidente della Corte dei Conti
Tullio Lazzaro. Alla presenza del
Capo dello Stato e delle maggiori
Autorità istituzionali, sono stati
passati in rassegna i dati che ci
classificano come uno dei Paesi
più corrotti del mondo, in fondo
ad un elenco, in cui precediamo
solo alcuni paesi dell’Est, come la
Lettonia e la Grecia. Intervistato
sul tema, l’Alto Commissario per
la lotta alla corruzione Achille
Serra ha, tra l’altro, affermato:
“Mani Pulite? Rispetto ad allora
andiamo peggio. La corruzione è
un costume, una cultura. La repressione è estremamente difficile,
è una guerra impari. Come uscirne? Con la prevenzione. L’Alto
Commissariato anticorruzione si
occupa proprio della prevenzione.
Tre anni fa, questo ufficio aveva
un’autonomia finanziaria che consentiva di potersi muovere. Oggi,
il Senato ha licenziato con zero
euro il nostro bilancio, la Camera invece ha dato un obolo di un
milione di euro. L’Alto Commissariato deve essere potenziato, oppure è meglio chiuderlo. Io credo
che creare microstrutture dell’Al-
to Commissariato nei vari capoluoghi di regione, sia un contributo concreto per combattere questo
male tutto italiano: la corruzione”.
Sicilia Domani ha voluto riportare alcuni brani dell’intervista
del prefetto Serra per dimostrare
quanto la. subcultura della corruzione stia. a cuore della nostra
massima istituzione: il Parlamento! Che stanzia. un milione di
euro per combatterla! E che espone un galantuomo come il prefetto
Serra a dovere malinconicamente
dichiarare: “Mani Pulite? Rispetto
ad allora - la I Repubblica - andiamo peggio”. La verità è che il
“terremoto” del ‘92 non ha insegnato nulla ad una classe politica,
che ha perseverato negli errori, si
è ben guardata dal predisporre rimedi legislativi e che, infine, per
lavarsi la coscienza, ha istituito un
Alto Commissariato anticorruzione, privo di qualsiasi risorsa finanziaria. Non va inoltre dimenticato
che, unanimemente, i partiti e partitini hanno deciso di “decuplicare” i
loro rimborsi elettorali, compiendo
una vera e propria “rapina” di Stato
a danno dei loro elettori.
On.le Vito Scalia
ggi mi vergogno di essere milanese. Il Dalai Lama non è
bene accetto a Milano... Mai
avremmo potuto pensare che la città di
Milano, la città del Risorgimento, delle
Cinque Giornate, la capitale morale ed
economica d’Italia, potesse macchiarsi
di un simile peccato di “sudditanza” nei
confronti di un’altra nazione non certo
famosa per libertà, democrazia, rispetto
per gli altri popoli. Così recita il dizionario etimologico: l’aggettivo ben si
addice ai responsabili del Comune di
Milano che … per non rischiare di “turbare” i cinesi si sono opposti all’incontro
dei cittadini Milanesi col Dalai Lama.
Mai avrei potuto pensare che la città di
Milano, la città del Risorgimento, delle
Cinque Giornate, la capitale morale ed
economica d’Italia, potesse macchiarsi
di un simile peccato di “sudditanza”
nei confronti di un’altra nazione non
certo famosa per libertà, democrazia,
rispetto per gli altri popoli. Temeva
forse che non avrebbero firmato a favore di Milano quale sede dell’Expo? Ebbene, miei cari signori del Comune
… quale rispetto potrà avere Milano da
oggi in poi agli occhi del mondo? Se i
cinesi, compiaciuti, apporranno la loro
firma su quel progetto, sono certa che
molti altri stati – indignati per questa
decisione – non appoggeranno la candidatura di Milano e … mi si consenta,
ben a ragione! Quale fiducia può dare
una città che rinnega le sue tradizioni
più profonde di democrazia e libertà,
di orgoglio, di valori umani e spirituali?
Mi auguro che sia stata una decisione di
“pochi” perché altrimenti ci sarebbe veramente da ribaltare l’intero consiglio
comunale: con quale coraggio venite a
fare le polemiche per
partigiani, repubblichini, vi riempite la
bocca di parole come
“resistenza” “coraggio” “lotta antifascista”…? È lecito
pensare che se in Germania ci fosse ancora
Hitler… se al posto
di quella dei Cinesi
la firma determinante per l’Expo fosse
la sua … ebbene …
molto probabilmente Il Duomo di Milano
– se l’avesse chiesto
– avreste cacciato magari gli ebrei da gate ma mettete loro pure le gabelle per
Milano… per conquistare il suo ap- rientrare nella “loro” città a lavorare! ma
poggio…. E del resto… cosa ci si può allora viene spontaneo chiedersi: siamo a
aspettare da un Sindaco e un Comune “Milano” o in “Birmania”? e comunque
che: 1) distruggono un cimitero paleo- io – come spero molti altri – mi vergogno
cristiano a Sant’Ambrogio 2) minano le e mi dissocio per questa “ignominia” mifondamenta e la sicurezza della Basilica lanese! anche se non sono buddista ritenstessa – orgoglio di Milano e del Mondo- go che l’incontro col Dalai Lama poteva
per fare posto a box sotterranei? 3) per essere un importante momento di spirilo stesso motivo distruggono la darsena tualità, con una gran folla di persone di
di leonardo e tagliano alberi secolari in tutte le età che avrebbero tratto gran beneuna città già grigia e povera di verde… ficio dalla sue parole e dalla sua civiltà…
il tutto per pura speculazione di pochi e il suo solo torto? essere inviso ai cinesi ! e
contro la città intera? è vero, finalmen- così un uomo rispettato e ricercato in tutto
te ci avete aperto gli occhi: 4) donne e il mondo viene escluso dal palasharp …
uomini si incatenano agli alberi per non luogo che purtroppo accoglie ogni anno
farli tagliare e voi ve ne fregate e notte- complessi rock notoriamente “negativi”
tempo venite con le seghe e le ruspe! 5) che certamente non fanno bene ne’ ai noi milanesi amano e vogliono conservare i stri giovani ne’ alle nostre genti… ma di
propri monumenti – raccolgono migliaia manson i cinesi se ne fregano quindi…
e migliaia di firme - e voi ve ne fregate che venga pure! ma il Dalai Lama…
e create le condizioni per cui siti storici e No! E se domani ce l’avessero col Papa
bellissimi vengono minacciati e comun- ????????? oggi mi vergogno di essere mique profanati 6) migliaia di milanesi per lanese! (01/12/2007 “Liberali per l’Italia”
il caro prezzo delle case devono andare ad
abitare fuori Milano: non solo ve ne freGabriella Gandola
Politica
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
7
Ping pong elettorale e gli elettori sono più dubbiosi
E
ntra nel vivo il lavoro
del Popolo delle liberta’ per la compilazione
delle liste per le prossime elezioni politiche. Dopo il lavoro
preliminare dei giorni scorsi,
nella residenza romana di Silvio Berlusconi e’ iniziata una
riunione tra i plenipotenziari
di Forza Italia e An per iniziare a mettere nero su bianco le
candidature da presentare: intorno al tavolo gli azzurri Elio
Vito, Renato Schifani e Fabrizio Cicchitto e per il partito di
via della Scrofa Ignazio la
Russa e Altero Matteoli. “Berlusconi non ha la pretesa di
apparire come nuovo, anche
se ha rinnovato completamente la politica italiana. E’ patetico invece il caso di Veltroni,
che sta in politica da 40 anni,
ha sguazzato nella vecchia e
nuova politica e ora vorrebbe
presentarsi come nuovo. Ma
chi ci crede?” Lo afferma Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi. Per rilanciare
il Pase “basta girare pagina,
avere uno schieramento coeso
che non debba tenere insieme
chi vuole l’indipendenza del
nord e del sud. Non vediamo
un film gia’ visto, vediamo se
un disegno di innovazione riformista, e anche un salto generazionale, puo’ cambiare il
Paese”. Lo ha detto Walter
Veltroni a ‘Radio anch’io’.
“Voglio annunciare qui una
candidatura di cui sono orgoglioso, la candidatura di Achille Serra”. Così Walter Veltroni
annuncia ufficialmente a ‘Radio anch’io’ la corsa dell’ex
prefetto di Roma. La scelta di
Serra arriva dopo quella ‘’molto meditata’’ dell’ex prefetto
di Reggio Calabria Luigi De
Sena, ‘’protagonista della lotta alla ‘ndrangheta’’, come capolista in Calabria. Serra, oggi
Alto commissario anticorruzione nella P.A., “è un uomo
con il quale ho lavorato in
questi anni, con cui ho rapporti di grande stima e lealtà”, aggiunge il leader del Pd spiegando che ancora “dobbiamo
decidere dove” candidarlo.
Mentre Ciriaco De Mita,
escluso dalle liste del Pd, ‘’sostiene una tesi inaccettabile:
che un partito non va bene se
non ti candida e va bene se ti
candida”. Veltroni, dopo l’affondo di ‘Famiglia Cristiana’
contro l’accordo Pd-Radicali,
osserva: “Questa idea che i
laici e i cattolici non possano
convivere, e che persone che
hanno opinioni diverse su temi
delicati debbano ognuno farsi
un suo partito, è un’idea che ci
porta ad un assetto non di un
Paese moderno, sarebbe l’unico con un partito laico e uno
cattolico”. “In tutti i Paesi europei, occidentali, coesistono
persone che hanno sensibilità
religiose e etiche diverse
all’interno di un principio indiscutible: la laicità dello Stato”, spiega Veltroni. Quindi
annuncia la presentazione,
oggi, di una proposta di legge
“molto dura” sulla pedofilia.
Un reato che “è come un omicidio, la violenza su un bambino gli segna la vita. E’ venuto il momento di usare la mano
dura. Chi sbaglia deve pagare,
è la garanzia che i cittadini
chiedono, quando le vittime
sono i bambini”. Quanto alla
notizia ‘’sconvolgente’’ del
probabile ritrovamento dei
corpi dei due fratellini Pappalardi, Veltroni osserva che ci
sono “due possibilità: un padre che ha ucciso i figli e poi
li ha sepolti’’ ed ‘’è agghiacciante’’; ‘’ma anche due bimbi
che cadono, per un incidente,
e che per aiutarsi l’uno con
l’altro rimangono dentro e
muoiono: è una cosa alla quale non si può pensare per quanto dolore provoca l’idea della
disperazione e solitudine dei
bambini”.’’Sull’ipotesi di rimanere da solo, siccome provengo da quella che e’ l’eredita’ della ‘balena bianca’, se
qualche balenottero alla fine
finisce male, pazienza. Prima
o poi il percorso termina per
tutti’’. Sono parole dell’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, ospite questa mattina del dibattito di Omnibus
su LA7. “Rispetto al si puo’
fare del Pd, noi diciamo che si
puo’ fare molto di piu’”. Fausto Bertinotti, al termine della
riunione con le delegazioni
dei partiti della sinistra arcobaleno a Montecitorio, sottolinea i punti forti del programma della coalizione che sta
subendo gli ultimissimi ritocchi. “La parola d’ordine e’ che
il nostro e’ l’unico programma
di parte presentato in questa
campagna elettorale, e con una
rivendicazione di questa sua
collocazione, senza nessuna
propensione ecumenica -spiega il candidato premier della
Sinistra-. Su questioni come i
diritti, l’ambiente, l’economia
c’e’ una scelta nettamente di
parte, soprattutto con una netta idea di riduzione fiscale sul
lavoro dipendente”.L’Aula del
Senato oggi inizierà con l’esame del decreto dell’Election
day, per poi proseguire con il
decreto milleproroghe molto
probabilmente solo domani. A
seconda poi dei tempi, il decreto sulla proroga delle missioni internazionali potrebbe
essere esaminato nel pomeriggio di domani o al più tardi
giovedì mattina. “Molto probabilmente - spiega il presidente dei senatori del Prc Giovanni Russo Spena - oggi
esamineremo solo il decreto
sull’election day perché le
commissioni stanno ancora
esaminando gli altri provvedimenti, tra cui il decreto milleproroghe”. Quest’ultimo deve
comunque essere approvato
entro la fine del mese, pena la
decadenza. Ha destato stupore
nella sede del Pd la critica di
Famiglia Cristiana all’accordo
elettorale con i Radicali. Il
settimanale dei Paolini, infatti, è sempre stato considerato
il più benevolo tra i media cattolici verso l’Ulivo prima e il
Pd oggi. Tra i cattolici del Pd,
invece, non c’é alcuna meraviglia, e si registra anzi un “ve
l’avevamo detto” verso i vertici del partito. La richiesta
che viene fatta a Walter Veltroni è ora quella dare “garanzie” che il patto con i Radicali
non
implichi
“derive
laiciste”.E diventa quindi atte-
sissimo l’intervento che Veltroni farà al Conclave dei cattolici del Pd che si terrà
mercoledì a Roma. Ma una
prima risposta il leader Democratico la dà a stretto giro, nella tappa marchigiana del viaggio elettorale in pullman:
serve rispetto tra laici e cattolici, non anacronistiche divisioni. “Ma davvero in Italia ci
deve essere di nuovo una divaricazione fra laici e cattolici? Ma davvero nel 2008 dobbiamo tornare a mettere in
discussione che ci sono due
verità?”, dice dal palco di Porto San Giorgio, senza alcun
riferimento diretto a ‘Famiglia
Cristina’. “Le istituzioni sono
per loro natura laiche e sono
quelle che decidono. Ma ciascuno deve poter portare il suo
punto di vista nell’impegno
civile, anche quello religioso.
Le persone illuminate dalla
fede sono un arricchimento gigantesco. Ma, in una concezione moderna della politica e
della vita, ci deve essere rispetto reciproco”. Che l’intesa
con i Radicali non sia stata digerita dai cattolici lo avevano
confermate le parole di Rosy
Bindi che, in un’intervista alla
“Stampa”, ha sottolineato la
distanza dei Radicali dal programma del Pd: “Se sono coerenti non dovrebbero firmare
lo e non dovrebbero candidarsi rinunciando alle loro idee”.
E a rincarare la dose Bindi
aveva espresso apprezzamento
per la Bonino ministro e non
per la Bonino radicale: cosa
che ha provocato la risposta
sdegnata dell’interessata. E timori sono arrivati anche dal
ministro dell’Istruzione Beppe
Fioroni, che ha auspicato che
la sottoscrizione del programma da parte dei Radicali, costituisca un impegno a rispettarlo: “Altrimenti sarebbero
dei quacquaracqua”. Poi è arrivata la bordata di Famiglia
Cristiana che, con il suo milione e mezzo di copie vendute, in abbonamento, in edicola
e nelle parrocchie, è di gran
lunga il media cattolico più
influente. Assai più letto di
‘Avvenire’ che entra in circa
20.000 famiglie. Vista la simpatia mostrata negli anni scorsi dal settimanale verso Romano Prodi, l’Ulivo e ora il
Pd, il corsivo è arrivato come
un calcio sugli stinchi inaspettato. Il problema nuovo però e
che l’attacco non arriva da
“Avvenire” o da altri media
solitamente critici, ed è quello
che sottolineano molti cattolici del Pd, come il preoccupato
Pierluigi Castagnetti: “Queste
reazioni erano prevedibili dice - solo gli sprovveduti potevano pensare che non ci sarebbero state”. Il problema
ora, dice l’ex segretario del
Ppi, non è inserire nuove candidature di cattolici (pressioni
sono state fatte sui recalcitranti Andrea Riccardi e Andrea
Oliverio), ma di un “chiarimento della linea politica”,
con Veltroni che dovrebbe
dare “garanzie che il punto di
convergenza tra laici e cattoli-
ci costituito dal Manifesto dei
valori del Pd non sarà messo
in discussione” e che i radicali non solo sottoscriveranno il programma elettorale
del Pd, ma eviteranno anche
“iniziative estemporanee”.
Intanto, sottolinea Paola Binetti, i cattolici del Pd pensano a garantirsi da soli:
“Tutte le componenti cattoliche del Pd -spiega la senatrice teo-dem - hanno ritrovato unità, compattezza che
non permetterà nella prossima legislatura un atteggiamento ingenuo o distratto; ci
sarà anzi una vigilanza altissima. Siamo più uniti, più
determinati e fortemente
motivati a evitare ogni slittamento laicista”. La prova
muscolare dal fronte cattolico ci sarà mercoledì prossimo, quando tutte le componenti
dai
cattolici
democratici da Castagnetti e
Fioroni ai teodem di Binetti
e Luigi Bobba, dai Cristiano
sociali di Mimmo Lucà e
Giorgio Tonini ai prodiani
come Rosy Bindi e Franco
Monaco, si ritroveranno a
conclave per un convegno
sull’educazione al bene comune. E proprio in quella
sede potrebbe arrivare la parola tanto attesa da parte di
Veltroni, del quale è previsto un intervento che dovrà
mettere fine alla querelle. E
questa e la parte politica
della vita quotidiana in Italia ma il Popolo Italiano lasciando un po da parte le
Elezioni si è dedicato alla
settimana Baudiana di San
Remo
Giorgio Lambrinopulos
Blocco sfratti, il Governo insiste
I
l Governo (caduto) ha
dunque dato incarico a un
suo ministro di individuare il modo per varare un nuovo blocco generalizzato degli
sfratti. Siamo in presenza di
un atto senza precedenti nella
storia repubblicana. Il Governo Prodi, infatti, è in carica
solo per gli affari correnti. E
considerare “affare corrente”
un blocco degli sfratti (cioè,
una compressione dei diritti
proprietari già più volte condannata dalla Corte costituzionale) non sta né in cielo
né in terra. Se c’è ancora una
Costituzione, o se non è ancora stata stracciata del tutto,
qualcuno non dovrebbe consentirlo. In secondo luogo,
il rifondarolo Ferrero aveva
già proposto in Consiglio dei
Ministri un decreto-legge di
blocco degli sfratti qualche
mese fa e il Consiglio dei
Ministri glielo aveva respinto trasformandolo in disegno
di legge (e l’emergenza abitativa – salvo che per Ferrero – è tanta che il Parlamento
non l’ha quasi neppur preso
in considerazione e comunque non l’ha approvato neppure in uno dei due rami del
Parlamento). Ora, Ferrero ci
ha riprovato, ma non si vede
cosa sia cambiato e perché il
Governo debba darsi da fare
oggi – da Governo dimissionario – per varare un blocco
che non ha approvato ieri, da
Governo nella pienezza dei
poteri. Il ministro Ferrero,
in terzo luogo, fa il discorso
dello stanziamento dei 550
milioni di euro e dice che
basta una proroga di pochi
mesi, sino all’autunno. Ma è
una bufala, è una favola che
i proprietari di casa hanno
già sentito diverse volte dal
ministro. In pochi mesi, infatti, la mano pubblica non
ristruttura e non ricostruisce
un bel niente, neanche un
pollaio. Dal canto nostro abbiamo già detto e dimostrato
che lo stanziamento di 550
milioni di euro, se fosse finalizzato ad affittare alloggi
(come logica vorrebbe) e non
a costruire o a ristrutturare
(come vuole una logica che
non si capisce, o si capisce
fin troppo), servirebbe a dare
una casa per 15 anni a tutti,
non uno escluso, gli inquilini
interessati al blocco sfratti.
Si risolverebbe il problema,
dunque. Ma il fatto vero è
che proprio questo sembra
non si voglia. Meglio fare
azioni demagogiche, financo
in articulo mortis, continuare
a speculare su un’emergenza
che non c’è, fare beneficenza (e solidarietà) con la roba
degli altri. E fare poi finta di
meravigliarsi che certa classe
politica non goda più di alcun
credito presso l’opinione pub-
blica. Se il Governo, in quarto
luogo, otterrà di far approvare
– in un modo o nell’altro - un
nuovo blocco generalizzato
degli sfratti come propone Ferrero, Prodi sfiderà ancora una
volta la Corte costituzionale
(ma ci sarà pure un giudice a
Berlino…). Ci lascerà inoltre
con un ulteriore atto di demagogia e con un ultimo atto di
inutile ostilità nei confronti
della proprietà (che già, sentitamente, lo ringrazia per non
aver mantenuto la solenne promessa – fatta alla Confedilizia
– della cedolare per gli affitti).
Un’ultima annotazione. Tutti questi annunci demagogici
sono altrettante stilettate al rilancio dell’affitto, ovviamente:
eppure, proprio di questo, invece, il Paese ha bisogno, anche come fuga dalla crisi dei
mutui. Ma tant’è. Sulla questione degli sfratti, politici vari
e sindacato hanno anticipato di
una settimana il Carnevale. Invece, sarebbe ora di smetterla
di giocare con le parole e sulla
pelle degli inquilini, curandosi
davvero della loro sorte (così
come Confedilizia ha concretamente indicato), senza continuare a farsi una demagogica
propaganda, che ha anche dello
squallido, creando dannose illusioni.
Corrado Sforza Fogliani
Presidente Confedilizia
Politica
8
Aumentate le tasse del 7% in un anno
N
elle ultime 2 settimane si
è propinato ai cittadini la
favola che i conti dello
Stato italiano sono migliorati. Facendo sfuggire il fatto che questo
miglioramento è “relativo”. Nella
realtà assoluta, ossia quella dei
cittadini, semplicemente la super
tassazione statale è aumentata di
un ulteriore 7%, senza che questo
sia servito a fermare le spese, aumentate del 3,7%, né la voragine
del debito, che ha sfondato la cifra
di 1600 miliardi di Euro. Si può
parlare di miglioramento quando
si è ancora più indebitati di prima e pur avendo ridotto il tenore di vita si spende più di prima?
I conti non tornano affatto. Lo
Stato si è sbarazzato negli ultimi
anni dell’esercizio di competenze a favore di comuni e regioni,
allo stesso tempo non dando loro i
soldi per svolgere quelle funzioni.
Se lo Stato ha trasferito le competenze ai comuni e alle regioni ma
senza risorse, cosa che è contraria
alla normativa europea, prima o
dopo qualche sindaco si deciderà ad impugnare il fatto in sede
europea. Ma come fa lo Stato a
spendere più di prima se fa meno?
I comuni, per svolgere i servizi
assegnati, hanno dovuto trasformarsi in avvoltoi che opprimono
i loro cittadini con ogni tipo di
multa, perfino mettendo in bilancio l’incasso da multe future che è
una violazione del principio contabile della certezza delle entrate.
Per sopravvivere i comuni hanno
poi fatto ricorso al debito, ed ad
una super tassazione locale, oltre
che alla riduzione dei servizi. Il
risultato finale è che nei servizi
svolti dal comune lo Stato contribuisce solo per meno del 5%.
Come a dire che abolendo lo stato
italiano si potrebbero togliere le
tasse o ridurre al 5% e non cambierebbe nulla in termini di servizi! Per finire, oggi ci troviamo che
alcuni comuni hanno realizzato il
miracolo di aver garantito i debiti con cumuli di vera e propria
spazzatura! Il risultato globale è
che secondo alcune stime le tasse
locali sono raddoppiate negli ultimi 5 anni, in maniera regolare fra
amministrazioni democratiche e
popolari (cioè sinistra e destra). A
questa super super imposizione fiscale si è aggiunta una tassazione
nascosta costituita dall’inflazione
occultata, non più riequilibrata da
un qualche sistema di correzione
una volta svolto dalla “scala mobile” la quale però favoriva specialmente le aree improduttive
del paese. Oltre alla riduzione del
potere di acquisto di chi paga le
tasse (operai e piccoli aziende),
c’è stato un aumento dei costi generali, specie energetici, non certo
motivato dall’aumento del petrolio che in termini di Euro è aumentato di circa il 50% in 6 anni,
(oltretutto il petrolio non è il componente maggioritario del costo
finale dell’energia che per il 70%
è fatto di tasse - da cui deriva il
tesoretto). Per finire quando l’interesse era al 3% veniva presentato come stabile ed immutabile,
ma era invece ovvio che prima o
dopo sarebbe cresciuto. Anche al
5% è impensabile resti immutato
per 30 o 40 anni quanto la durata
di un mutuo. Il reddito è rimasto
costante in termini numerici, ma
perdeva di potere, l’inflazione è
crescita più del PIL, sono aumentate le spese ed enormemente le
tasse. Tutto ciò ha portato le famiglie sulla soglia della povertà,
ed ormai dentro la povertà. Le
prospettive per il 2008 sono di recessione per tutto il mondo occidentale con crolli tipo ‘29 a causa
dei mutui facili, ossia strozzinaggio bancario. È servito a qualcosa
tirare la cinghia dei cittadini? Sebbene ci siano state enormi maggiori entrate, specie dalla tasse sui
carburanti, lo Stato non ha ridotto
le sue spese, anzi le ha aumentate garantendo il parassitismo e il
pagamento a piè di lista dei buchi
di bilancio delle amministrazioni
cialtrone. Dunque, come tanto ci
viene esaltato, abbiano un minor deficit, ossia lo stato spende
percentualmente meno rispetto
a quanto incassa, ma questo non
significa affatto un miglioramento dei conti. Capiamo bene cosa
vuol dire: con questa insopportabile tassazione che sta togliendo
l’insalata dai piatti della gente,
lo Stato è sempre in deficit, ossia
non riesce a stare dentro le spese!
Infatti, le tasse statali (entrate fiscali), sono aumentate arrivando
a circa il 43,7% del Prodotto interno lordo. Fermo restando che
questo dato non comprende quelle tasse locali di cui dicevo che
sono raddoppiate negli ultimi 5
anni. In pratica ad un aumento del
7% delle tasse (da 156,9 a 168,16
miliardi), è corrisposto anche un
aumento di spese dello Stato ed
infatti le uscite correnti sono aumentate del 3,7% circa, passando
da 151,05 a 156,71 miliardi di
euro. Allora è ovvio che lo Stato
ha sforato meno dell’anno scorso,
solo dell’1,3% invece del 4%, ma
questo in una situazione in cui lo
Stato mangia tutto e uccide l’economia. Il pubblico oggi mangia il
50% del guadagno ad ogni passaggio di mercato dal produttore al
consumatore. La tassazione è così
alta che sono diminuiti i gettiti dai
dipendenti privati, e nonostante lo
stato non spenda più nulla perché
fa fare ai comuni, il debito pubblico non viene sostenuto e gli interessi da pagare sono aumentati del
12,2%. Senza considerare i debiti
fatti dai comuni e dalle regione.
Ora, se uno Stato ha l’economia
che cresce al 1% anno con una
inflazione al 3%, in pratica abbiamo una recessione reale del 2%!
Purtroppo, secondo la Corte dei
Conti i dati Istat sono incompleti
di 350.000 rilevazioni che ne rendono parzialmente inutilizzabili i
dati che fornisce. Per cui se andiamo a vedere i dati convalidati
da Eurostat, vediamo che la spesa
pubblica italiana nel 2004 era il
47,7% del PIL, è salita al 48,3%
nel 2005, raggiungendo il 50,1%
nel 2006. Crescendo ulteriormente nel 2007. Il 2008 si presenta
con la promessa di recessione.
L’Italia è il paese messo peggio in
Europa, ossia il miglior candidato alla bancarotta. Infatti gli altri
stati magari spendono di più in
termini correnti, per esempio la
Francia (ossia danno più servizi),
ma non hanno un debito da pagare
insanabile come il nostro. Negli
ultimi 10 anni sono stati spesi oltre 12 miliardi di Euro per i soli
interessi sul debito. Se pensiamo
poi che il debito nasce da una truffa di falso in contabile in quanto
la Banca d’Italia ha stampato
moneta senza avere l’oro, capiamo che questa povertà non è affatto necessaria, ma il risultato di
una mirata politica economica di
sfruttamento. La propaganda sul
benessere creato serve per mantenere la gestione così com’è, ossia
con il destino segnato per chi ha
sottoscritto un mutuo pensando
che sarebbe rimasto al 5%. Tirare
la cinghia è possibile per un po’.
Ora non c’è più possibilità per la
maggior parte della popolazione
produttiva. Non resta che moralizzare le istituzioni, le spese, i
partiti, gli sprechi, il clientelismo
e il parassitismo. È arrivato il momento di far conoscere la precarietà anche ai parassiti di Stato e
sopratutto alle regioni assistite.
Se siete arrivati a leggere fino
a qui, meritate anche di notare
che tutto ciò non è stato minimamente evidenziato dalla presunta
opposizione, che in effetti si dimostra sempre più solidale al governo e specialmente a Mastella.
Benvenuta Mastellopoli
Loris Palmerini
‘
Ndrangheta, Camorra, Cosa
Nostra e Sacra Corona Unita
sono organizzazioni diverse
per storia e radicamento sociale.
In Calabria, Campania e Sicilia
siamo di fronte a realtà criminali,
tuttora, molto forti. In Puglia, la
criminalità organizzata, in particolare quella delle tre province
ionico-salentine, ha, invece, un
profilo diverso. Qui c’è stata una
reazione della magistratura e delle forze dell’ordine tempestiva ed
efficace. Ma c’è di più. La società
civile ha resistito agli attacchi ed
ai tentativi di condizionamento
mafioso. Per altro verso, oggi, è
la Calabria la regione su cui bisogna concentrare l’attenzione. Qui
vi è una organizzazione criminale, la ‘ndrangheta, che si attesta
ai primi posti della graduatoria
mondiale del crimine organizzato. Essa è una organizzazione che
estende le sue attività a livello nazionale, ( larga presenza, economica in Lombardia , soprattutto),
ed internazionale(un recente, clamoroso esempio di presenza criminale, in Germania, a Duisburg).
Poi, pericolosa per la sua impenetrabilità: non a caso i pentiti di
quell’area criminale sono molto
pochi. Come, pure, pochi sono i
patrimoni confiscati; lo Stato riesce ad individuare solo le briciole
delle grandi ricchezze conseguite
dalla ‘ndrangheta con i traffici
illeciti. Pertanto, a nostro avviso,
con encomiabile coraggio, così si
On.le Angela Napoli
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
L’espansione
economica delle mafie
è espressa Angela Napoli, componente della Commissione Nazionale Antimafia:”’Ndrangheta e
malaffare opprimono la Calabria”.
Vediamo, ora, più da vicino, cosa
sono e come operano, oggi le mafie: sono associazioni criminali
“anomale”: certe perseguono il
profitto, ma anche il potere. Puntano a controllare il territorio con
una propria sovranità che si contrappone allo Stato. Ma sono capaci, anche, di colludere con “pezzi” fuorviati, anomali, di quello
Stato, di intrecciare relazioni con
l’economia e con pezzi di società e della politica. Pertanto, non
solo traffico di cocaina, ma anche
costruzioni, negozi, discoteche,
società di progettazione. Così, ad
esempio, in Lombardia, si muove
e si afferma la nuova generazione
della ‘ndrangheta, ovvero cambia stile, per diventare più forte.
A Milano il vero affare è ,ormai,
quello dei locali notturni. Per rendersene conto basta poco. Sempre
più spesso la security delle discoteche è coordinata da calabresi.
Vero o falso che sia, resta il fatto
che la malavita considera la politica una sorte di “ventre molle”
su cui intervenire. In tal senso si
pensi al problema irrisolto da parte della politica, della invasione
della spazzatura in Campania, sulla quale si è scatenata, anche, l’ira
dell’Unione europea. Pertanto, il
Commissario Ue all’ambiente, il
greco, Stavros Dimas, minacciando dure punizioni, con procedure
legali e multe, così si è espresso:
“ E’ il culmine di un processo di
oltre 14 anni di insufficiente applicazione della normativa europea sui rifiuti, per il quale l’Italia
è stata ripetutamente condannata
dalla Corte europea di Giustizia”. In verità, a nostro avviso,
la causa più diretta della crisi dei
rifiuti sembra essere la mancanza di azione e di volontà, quindi
una sorte di “ventre molle”, delle
compagini politiche che si sono
succedute nel corso di 14 anni, lasciando correre, anche lo smaltimento illegale dei rifiuti ad opera
della Camorra. Il tutto accaduto,
poi, guarda caso, con (insospettabile!) ordinarietà. Così, insomma,
la Camorra attua la regola generale, che- come conferma il pm
milanese, Alberto Nobili,- è quella “di non far rumore”, quando in
ballo ci sono interessi da milioni
e milioni di euro. Non a caso,
l’autorevole periodico economico britannico “The Economis” ha
definito Roberto Saviano con la
sua opera letteraria,“Gomorra”,
‘preveggente’ sul business della
pattumiera gestito dalla camorra
e sull’emergenza rifiuti registrata ultimamente a Napoli. “ Se da
Napoli ci spostiamo a Brindisi il
“modus operandi” della criminalità organizzata non si differenzia
molto. “La criminalità brindisinaha affermato Antonio Maruccia,
neo Commissario straordinario
per i Beni confiscati alle organizzazioni criminali”- è moderna,
con un profilo “economico” più
accentuato. E’ una criminalità più
legata agli affari di una città industriale e di mare. Le vicende giudiziarie degli ultimi anni dicono
che questo rapporto, città-criminalità, c’è stato”( Cfr. “Città Magazine”-Lecce, del 17-23
novembre 2007). Più in generale la Sacra Corona Unita sta
dando segnali di ampia vitalità
attraverso i tentativi di internazionalizzazione, stringendo
legami con altre associazioni
nel settore degli investimenti e
del riciclaggio(tanto è emerso
in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno giudiziario 2008
, a Lecce). Qui ci chiediamo,
per onestà intellettuale: la politica al governo che è andato
via ha fatto tutto il possibile
per dimostrare che lo Stato c’è,
per fronteggiare l’espansione
territoriale ed economica delle
mafie? Ebbene, La Commissione parlamentare antimafia ha
presentato, alla Camera, il 28
dicembre scorso, un disegno
di legge per introdurre nelle
scuole l’insegnamento dell’antimafia e un sito, on line, con
uno sportello scuola e università
per far conoscere alle giovani
generazioni la storia passata e
contemporanea, di Cosa Nostra;
ma anche per fornire informazioni dettagliate, per esempio,
su quanti sono i Comuni italiani
sciolti, per mafia, o quali sono le
rotte del narcotraffico. Peraltro,
va detto a chiare lettere, che la
lotta alla mafia non può esaurirsi
solo nelle aule di tribunale, ma
passa, inesorabilmente, per la
costruzione di un clima di giustizia e una cultura della legalità
che non può sfuggire. Infatti, nel
disegno di legge, in questione,
per diffondere la cultura dell’antimafia, fin dalla scuola, avranno
priorità le testimonianze dirette
o scritte, le documentazioni ufficiali, la storia della mafia e del
suo, attuale, intreccio tra economia, politica e società, nonché,
i rapporti internazionali delle
mafie. In conclusione, diciamo
che la politica del governo che
si è dimesso ha compiuto solo
un primo passo per consentire
un salto di qualità nella lotta
alle mafie, per colpire oltre alla
testa, all’economia e agli affari,
anche il cuore, il sentire mafioso
che quotidianamente alimenta
le nuove organizzazioni mafiose. C’è da augurarsi che il Parlamento approvi, con rapidità,
questo interessante disegno di
legge!
Salvatore Resta
Politica Europea
POLITICA EUROPEA
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
9
Necessaria una tempestiva informazione sull’ambiente
Così ha dichiarato il Commissario per l’ambiente Stavros Dimas
L
a Commissione propone
di migliorare e razionalizzare il sistema europeo di raccolta, analisi e comunicazione delle informazioni
ambientali Per attuare politiche
efficaci sono indispensabili
informazioni tempestive, affidabili e pertinenti sullo stato
dell’ambiente, che consentano
di capire, ad esempio, come sta
cambiando il clima, se lo stato
delle acque europee sta migliorando e in che modo la natura
sta reagendo all´inquinamento
e al mutamento di destinazione
dei suoli. Queste informazioni
devono essere accessibili a tutti
ed essere facilmente comprensibili. A tal fine la Commissione
propone di migliorare e rendere
più moderni e più razionali i sistemi di informazione esistenti,
mediante l’istituzione di un Sistema comune di informazioni
ambientali. L’obiettivo è duplice: collegare meglio tutti i sistemi di raccolta dei dati e i flussi
di informazione esistenti tramite l’utilizzo di strumenti moderni, come internet e le tecnologie
satellitari, e passare da un sistema di comunicazioni cartacee
ad un sistema in cui i dati siano
accessibili agli utenti alla fonte
in modo aperto e trasparente.
Il commissario per l’ambiente
Stavros Dimas ha dichiarato:
“La disponibilità di informazioni tempestive, pertinenti e affidabili sull´ambiente è assolutamente necessaria per consentire
ai responsabili politici di far
Stavros Dimas
fronte ai problemi ambientali
del nostro tempo. Ma non è sufficiente. I nostri cittadini hanno
il diritto di conoscere la qualità
dell’aria e dell’acqua del luogo in cui vivono e di sapere se
inondazioni, siccità e inquinamento minacciano i loro beni e
le loro fonti di sostentamento.
Dobbiamo migliorare il modo
in cui raccogliamo, analizziamo
e comunichiamo le informazioni sull’ambiente che ci circonda.” La necessità di condividere
le informazioni ambientali Delle centinaia di atti normativi in
vigore nell’Unione europea in
materia ambientale, più di 70
impongono agli Stati membri
la presentazione di relazioni su
aspetti specifici dell’ambiente
nel loro territorio. Ciò implica
la raccolta di una grande quantità di dati ambientali da parte
delle autorità pubbliche ai vari
livelli in tutta l’Unione europea. Tali informazioni sono utilizzate per analizzare le tendenze e le pressioni sull’ambiente
e sono essenziali per definire
le politiche e valutare se sono
efficaci e se sono attuate correttamente. Attualmente questa
mole di informazioni non è resa
disponibile né tempestivamente
né in un formato immediatamente utilizzabile e comprensibile per i responsabili politici e
i cittadini, e ciò a causa di una
serie di ostacoli di natura giuridica, finanziaria, tecnica e
procedurale. La Commissione
propone di migliorare e razionalizzare il sistema europeo di
raccolta, analisi e comunicazione delle informazioni ambientali Per attuare politiche efficaci
sono indispensabili informazioni tempestive, affidabili e pertinenti sullo stato dell’ambiente,
che consentano di capire, ad
esempio, come sta cambiando
il clima, se lo stato delle acque
europee sta migliorando e in
che modo la natura sta reagendo all´inquinamento e al mutamento di destinazione dei suoli.
Queste informazioni devono essere accessibili a tutti ed essere
facilmente comprensibili. A tal
fine la Commissione propone
di migliorare e rendere più moderni e più razionali i sistemi di
informazione esistenti, mediante l’istituzione di un Sistema
comune di informazioni ambientali. L’obiettivo è duplice:
collegare meglio tutti i sistemi
di raccolta dei dati e i flussi di
informazione esistenti tramite
l’utilizzo di strumenti moderni,
come internet e le tecnologie
satellitari, e passare da un sistema di comunicazioni cartacee
ad un sistema in cui i dati siano
accessibili agli utenti alla fonte
in modo aperto e trasparente.
Il commissario per l’ambiente
Stavros Dimas ha dichiarato:
“La disponibilità di informazioni tempestive, pertinenti e affidabili sull´ambiente è assolutamente necessaria per consentire
ai responsabili politici di far
fronte ai problemi ambientali
Imminente creazione di un
innovativo Forum sulla giustizia
I
l vicepresidente della Commissione euro- mirata La Commissione ha presentato i suoi piapea Franco Frattini ha reso pubblica oggi ni relativamente al forum sulla giustizia in una
l´imminente creazione di un innovativo “fo- comunicazione intitolata “Creazione di un forum
rum sulla giustizia”. Dal 15 aprile 2008
di discussione
sarà posto in essere un forum multidisciplisulle politiche
nare composto da operatori della giustizia
e sulle prassi
che darà un contributo ai lavori della Comdell´UE nel setmissione sulle politiche e prassi nel settotore della giure della giustizia. Il vicepresidente Franco
stizia”. La breve
Frattini, commissario responsabile del porcomunicazione,
tafoglio giustizia, libertà e sicurezza, ha diaccessibile sul
chiarato: “Questo forum risponde alle esisito web del vigenze di una consultazione più mirata nelle
cepresidente,
fasi di proposta e valutazione delle nostre
spiega i motivi
politiche e leggi nel settore della giustizia.
della creazione
Oltre a creare una piattaforma per gli opedel forum e ne
ratori che hanno a che fare quotidianamente
illustra la comcon l´attuazione delle leggi dell´UE nel noposizione ed i
stro settore, il forum consentirà un produtmetodi di lativo scambio di idee. Sono particolarmente
voro (inclusi i
lieto del fatto che il forum riunirà un ampio
risultati attesi).
gruppo di parti interessate, dai rappresenIl forum sulla
tanti del settore dell´assistenza alle vittime
giustizia viene
ai giudici delle Corti supreme, agli avvocaistituito affinti, ai rappresentanti di reti europee già esiché
s´instauri
stenti in questo campo. Riteniamo che una
un dialogo conconsultazione più mirata sia fondamentale
tinuo tra le auper disporre di strumenti europei efficaci
torità UE che
nel settore della giustizia.” Consultazione Franco Frattini
elaborano le po-
del nostro tempo. Ma non è sufficiente. I nostri cittadini hanno
il diritto di conoscere la qualità
dell’aria e dell’acqua del luogo in cui vivono e di sapere se
inondazioni, siccità e inquinamento minacciano i loro beni e
le loro fonti di sostentamento.
Dobbiamo migliorare il modo
in cui raccogliamo, analizziamo
e comunichiamo le informazioni sull’ambiente che ci circonda.” La necessità di condividere
le informazioni ambientali Delle centinaia di atti normativi in
vigore nell’Unione europea in
materia ambientale, più di 70
impongono agli Stati membri
la presentazione di relazioni su
aspetti specifici dell’ambiente
nel loro territorio. Ciò implica
la raccolta di una grande quantità di dati ambientali da parte
delle autorità pubbliche ai vari
livelli in tutta l’Unione europea. Tali informazioni sono utilizzate per analizzare le tendenze e le pressioni sull’ambiente
e sono essenziali per definire
le politiche e valutare se sono
efficaci e se sono attuate correttamente. Attualmente questa
mole di informazioni non è resa
disponibile né tempestivamente
né in un formato immediatamente utilizzabile e comprensibile per i responsabili politici e
i cittadini, e ciò a causa di una
serie di ostacoli di natura giuridica, finanziaria, tecnica e procedurale.
Giorgio Lambrinopulos
litiche in materia di giustizia, libertà e sicurezza
e gli operatori che si occupano dell´attuazione e
delle conseguenze di tali politiche. Al forum parteciperanno professionisti del settore, inclusi giudici di vari livelli, avvocati civili e penali, pubblici ministeri e altri operatori dei sistemi giudiziari
degli Stati membri. Ma - e questo è un aspetto
importante - saranno coinvolti anche altri soggetti
interessati, tra i quali esponenti del mondo accademico e rappresentanti di ONG che operano nel
settore. Costoro esprimeranno opinioni e comunicheranno esperienze come singoli, e non come
rappresentanti degli Stati membri. Valore aggiunto I vantaggi della consultazione mirata e multidisciplinare degli operatori della giustizia saranno,
in particolare, i seguenti: una legislazione più mirata ed efficace; la frequenza delle riunioni assicurerà che un gruppo di esperti possa chiarire le
esigenze degli operatori e i problemi che devono
affrontare nell´uso degli strumenti UE; valutazioni d´impatto più approfondite negli specifici
settori della giustizia, grazie ai legami diretti con
operatori dei sistemi giudiziari degli Stati membri; contributo al modello di valutazione standard
stabilito dalla comunicazione della Commissione
sulla valutazione delle politiche dell´UE in materia di libertà, sicurezza e giustizia del giugno
2006; fornire l´esperienza concreta necessaria per
la consultazione delle parti interessate e per la
fase della valutazione approfondita; riunire reti
europee esistenti specializzate nel settore della
giustizia e facilitare una discussione più coordinata e la condivisione delle conoscenze; suggerire
ambiti in cui dovrebbero essere effettuati studi e
dirigere questi studi.
G.L.
Politica Europea
POLITICA EUROPEA
10
Sostegno e stimoli per le
piccole e medie imprese
I
l vicepresidente della Commissione europea, Günter Verheugen, ha lanciato oggi Enterprise
Europe Network, una nuova, importante rete europea di supporto alle
imprese. I maggiori protagonisti del
sostegno alle imprese in Europa si
sono uniti per offrire uno sportello
unico di assistenza soprattutto alle
piccole e medie imprese (PMI) e
sviluppare tutto il loro potenziale
e capacità innovativa. Enterprise
Europe Network si articola in Europa in oltre 500 punti di contatto
per imprenditori, in grado di fornire
un´ampia gamma di servizi di supporto legati strettamente alle PMI
sull´intero territorio dell´UE e anche
al suo esterno. Alla manifestazione
di avvio erano presenti Janez Potocnik - Commissario per la Scienza e
la Ricerca, Andrej Vizjak - Ministro
sloveno dell´economia, Luc Van
den Brande - Presidente del Comitato delle regioni ed Henri Malosse
- Presidente del gruppo Datori di lavoro del CESE, nonché presidenti di
associazioni d´imprese e rappresentanti di PMI. Nel suo intervento, il
vicepresidente della Commissione,
responsabile per l´industria e le imprese, Günter Verheugen, ha dichiarato: “Enterprise Europe Network
è una pietra miliare della politica
integrata della Commissione per la
promozione dell´attività imprenditoriale e la crescita delle imprese in
Europa. Invito tutti gli imprenditori,
all´interno e all´esterno dell´UE, a
farne l´uso migliore in base alle loro
necessità”. Gli ha fatto eco Luc Van
den Brande, Presidente del Comitato delle regioni: “Il Comitato delle
regioni sostiene senza riserve questa iniziativa, esempio di una Europa che lavora insieme. Le regioni e
le città sono i motori della crescita
e della creazione di posti di lavoro
in Europa e un impegno reale verso
le PMI deve essere da esse fruibile con facilità, per essere efficace.”
Dimitris Dimitriadis, Presidente
del Comitato Economico e Sociale
Europeo, ha affermato: “L´attività
imprenditoriale è la chiave perché
l´Europa possa affrontare le sfide
della globalizzazione, creare nuovi posti di lavoro e innovare. Per
questo il lancio di Enterprise Europe Network è un passo importante
nella direzione giusta”.Enterprise
Europe Network coniuga gli sforzi
dei precedenti Eurosportelli con le
potenzialità dell´ Innovation Relay
Centre. Con la nuova rete, le imprese ricevono, come suggerisce
lo slogan, un “Aiuto a domicilio”.
Insieme a tutte le reti partner, essa
applica il principio del “non sbagliarsi di porta”. Tutte le PMI riceveranno informazioni e un servizio
personalizzato, attagliato alle loro
necessità, usando nel modo migliore le moderne tecnologie di tutte le
organizzazioni presenti nella nuova
rete. Concretamente, Enterprise Europe Network offre i seguenti servizi: Assistere le imprese nel loro divenire internazionali Si ritiene che
1 milione di PMI europee possano
essere coinvolte nel commercio e
negli investimenti transfrontalieri.
Enterprise Europe Network aiuterà
a sviluppare gli scambi tra imprese,
a lanciare nuove idee, ad alimentare
possibili cooperazioni e a stimolare le imprese a svilupparsi oltre gli
orizzonti in cui sono nate. Incontri
tra coppie di imprese aiuteranno a
individuare partner affidabili. Costruire cooperazioni tecnologiche
tra PMI, basate sul trasferimento
dell´innovazione, è un altro modo
di “divenire internazionale” e di generare profitti dal capitale investito
in ricerca. La rete assiste le PMI a
individuare i partner e a stringere
accordi con essi. Innovazione, nuovi prodotti e cogliere le opportunità del mercato unico Sostegno alle
PMI in materie tecniche come diritti di proprietà intellettuale, norme e
legislazione UE; può essere infatti
difficile per le imprese restare al
passo dei cambiamenti delle opportunità legate alla UE. Promuovere
l´innovazione: Enterprise Europe
Network incoraggia le PMI a divenire più innovative: condividere
risultati di ricerca può far scattare
Gunter Verheugen
nuove idee/opportunità. Tra l´altro,
migliorerà la collaborazione con i
cluster che tengono insieme attività diverse legate all´innovazione.
Garantire l´accesso al tecnologie
innovative aiuterà le PMI ad affrontare la concorrenza globale.
Accesso a progetti e a finanziamenti dell´UE La rete Enterprise
Europe Network mira a colmare
i deficit di conoscenze sulle varie
fonti di finanziamento che l´UE
mette a disposizione e a rendere
consapevoli le imprese delle possibilità esistenti. Soprattutto, le
PMI sono incoraggiate a partecipare a programmi di ricerca. Dare
informazione di riscontro alla
Commissione Enterprise Europe
Network collegherà nei 2 sensi gli
imprenditori e la Commissione,
trasmettendo i punti di vista in entrambe le direzioni per far sì che
politiche e iniziative preparate
dalla Commissione siano utili alle
PMI e non aumentino gli oneri
amministrativi. Il nuovo Enterprise Europe Network fa parte della
politica integrata della Commissione per promuovere l´attività
imprenditoriale e la crescita delle
imprese in Europa. Esso sosterrà
le PMI di qualsiasi settore perché
traggano vantaggi dalle opportunità del mercato unico.
Giorgio Lambrinopulos
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Indipendenza del Kosovo
Nuovo problema per la UE
U
n incontro fra le massime autorità istituzionali del Kosovo -il
presidente Fatmir Sejdiu, il primo ministro Hashim Thaci e lo speaker
del parlamento Jakup Krasniqi - dopo le
10.00 dà l’avvio oggi alle procedure
verso la dichiarazione d’indipendenza
unilaterale della provincia a maggioranza albanese dalla Serbia. La proclamazione solenne è prevista per il pomeriggio, secondo quanto confermato
ufficialmente dal governo. Un’indipendenza scrive l’ agenzia ANSA che per
Belgrado e per i serbi superstiti di questa regione rappresenta un’offesa, prima
ancora che una strappo al diritto. E che
per la gente albanese è invece una rivincita contro tutte le frustrazioni della storia e le incognite del presente. “Gëzuar
Pavarësia” (Auguri, indipendenza!) si
legge come un sospiro su decine di cartelloni. Con un solenne atto unilaterale
del suo parlamento e il sostegno dell’occidente, questa terra non sarà più provincia serba, ma uno Stato sovrano. Ma
la festa - ancorché macchiata da qualche ansia - è cominciata già stasera: al
suono dei clacson dei
caroselli di auto e in
un tripudio di bandiere rosse con l’aquila
nera al centro, di
omaggi alla memoria
dei “martiri” e d’entusiasmo patriottico. La
data tanto attesa, chiara fin dai ieri, è domenica 17: un numero
che da queste parti
non ha alcuna connotazione scaramantica.
Hashim Thaci, l’aitante ex guerrigliero
dell’Uck assurto un
mese fa al rango di
primo ministro, ha evitato fino all’ultimo qualsiasi proclama ufficiale, ma con
un giro di parole ha confermato alla fine
tutto. Non sara’ una domenica come le
altre, ha detto ai giornalisti che gli facevano la posta all’uscita di un incontro di
dialogo con esponenti della Chiesa ortodossa serba: sarà “un giorno di calma,
di comprensione e di impegno dello
Stato per il compimento della volontà
dei cittadini del Kosovo”. Poi, a sera,
l’annuncio pubblico degli schermi della
televisione. Per Thaci, passato con disinvoltura dalla mimetica alla grisaglia,
si è trattato d’altronde di restare fedele
sino in fondo alla consegna della prudenza ricevuta dai grandi sponsor della
“giornata storica del Kosovo”: gli Stati
Uniti e l’Unione Europea, decisi a limitare al massimo il pericolo di incidenti o
provocazioni, mentre nella provincia
(nella ex provincia) si affacciavano i
primi funzionari della missione civile
Eulex inviata da Bruxelles per affiancare l’amministrazione Onu dell’Unmik e
il contingente Nato della Kfor, accompagnando i primi passi di una sovranità
destinata, al di là di ogni retorica, a restare a lungo sotto tutela. Che sia indipendenza “sorvegliata”, secondo il testo
del piano del mediatore finlandese
Martti Ahtisaari recepito da Pristina e
sempre respinto da Belgrado, nessuno
lo nega. Ma poco importa, dopo gli otto
anni di protettorato Onu seguito ai bombardamenti della Nato del 1999, alla
sconfitta del regime di Slobodan Milosevic, alla fine delle repressioni anti-se-
paratiste. “Quasi non ci credo, sto per mandante di almeno 28 assassinati del
avere anch’io uno Stato”, dice all’AN- partito di Rugova. Uno che, come molti
SA Durim Hasaj, 25 anni, uno dei tanti capi dell’Uck, non ha mai spiegato la fine
disoccupati di questa terra povera che di un migliaio di rom, serbi e albanesi acper anni si è aggrappata all’idea della cusati di collaborazionismo, desaparecidos
sovranità come a una grande speranza, negli anni del primo dopoguerra”. Mini,
se non a una panacea. “Credo che mi poi, al Corriere dice di non comprendere
porterà un futuro migliore”, aggiunge “la fretta della comunità internazionale”
fiducioso. La stessa fiducia di migliaia verso il riconoscimento del Kosovo indidi giovani e meno giovani che sciama- pendente dal momento che “questi procesno in queste ore lungo il boulevard de- si non si risolvono in pochi anni,. E non si
dicato a Madre Teresa, tirato a lucido e affidano a chi ha partecipato allo sfascio.
pronto alle festa - dignitosa, ma entusia- Ci si rende conto che all’Aja non testimosta - che Thaci promette. I nuovi simbo- nierà più nessuno contro gente che comanli nazionali restano di là da venire: la da uno Stato?”. Il generale Mini non esclubandiera della futura identità kosovara, de che la proclamazione di indipendenza
come l’ha chiamata il premier, esiste, della regione possa avere un effetto domima diverrà pubblica solo fra tre settima- no: “questa proclamazione fa saltare il dine, insieme con la prima Costituzione ritto internazionale fondato sulla sovranità
del Kosovo e (forse) con un inno che degli Stati. Uno scempio voluto dagli Usa,
per nessuno conosce. Non fa nulla: lo che in questo diritto non credono e l’hanstendardo di questa celebrazione - mu- no dimostrato in Iraq. Sotto quest’aspetto,
leta da toro per l’irritazione dei serbo- il Kosovo è l’altra faccia dell’Iraq”. Per
kosovari rinchiusi nelle loro residue Mini, poi, il riconoscimento del Kosovo
enclave - è quello dell’aquila d’Albania, da parte dell’Italia “sarebbe un errore fache tappezza case e negozi, colora indu- tale, peggio di quando si riconobbe la
menti e poster e sventola, nel gelo di Croazia. Quella almeno era una Repubuna limpida giornata invernale, quasi blica federata, non un territorio sottratto a
ovunque. Accanto ad esso molte ban- uno Stato membro dell’Onu. Non credo
diere europee e moltissime americane, che l’Italia ci cascherà: il riconoscimento
enormemente popolari in un lembo del non spetta ai singoli paesi, basta l’Omvecchio continente che ama lo zio Sam brello Ue”. Pessimismo sul futuro prossicome sarebbe impossibile immaginare mo del Kosovo viene espresso, in una inaltrove. Qualcuno va in giro avvolto in tervista alla Stampa, dal generale
un drappo albanese, qualche altro in americano William Nash, che, nella metà
una sorta di mantello a stelle e strisce, degli anni Novanta, guidò le truppe Usa
combinato approssimativamente col nei Balcani. “Mosca - dice Nash - farà
tradizionale copricapo bianco a cono mancare al Kosovo l’elettricità e il sostedei Balcani del sud. Tutti i monumenti gno finanziario a Pristina e si adopererà al
dell’orgoglio nazionale sono già co- fine di impedire l’entrata del nuovo Stato
sparsi di fiori, in attesa che - chiusa la nei consessi internazionali, a cominciare
sessione straordinaria del parlamento dalle azioni unite”. Nash disegna scenari
convocata nel pomeriggio per formaliz- di grande tensione nell’area dopo la scelta
zare la secessione - venga inaugurato indipendentista della dirigenza kosovanel panorama architettonico non pro- ra: “la minoranza serba scenderà nelle
prio esaltante di Pristina anche il nuovo strade, vi saranno proteste contro l’indiobelisco dell’indipendenza: un colosso pendenza. Il centro delle protesta sarà
da 9 tonnellate. Dalle finestre e sui muri Mitrovica, ma non solo. Vi saranno prospuntano gli slogan della festa: dalle teste anche a Belgrado. Compito delle
esibizioni più comuni di patriottismo, forze Nato in Kosovo sarà di prevenire
all’insolito “Zio, è fatta!” iscritto sotto ed evitare che tutto ciò porti a violenze
l’immagine dell’eroe Adem Jashari, vit- tra la popolazione serba e quella albanetima simbolica, con tutta la famiglia, se”. Nash esclude che la Serbia possa
delle repressioni dell’era Milosevic. “E’ decidere di inviare truppe nella regione ,
una grande giornata per tutti - sorride ma ipotizza che la Nato possa cadere in
per strada Adelina Morina, 34 anni, e una trappola determinata dallo scontro
parlando con le Agenzie di stampa,lei tra le etnie: “ciò che i comandi dovranno
che di mestiere fa l’insegnante, il volto impedire è che le tensioni, destinate cersferzato dal vento - abbiamo sognato tamente a crescere, degenerino in scontri
questo momento per secoli. Non credo aperti”.
che l’indipendenza produrrà miracoli,
G.L.
ma sarebbe già bello se portasse un po’
di benessere. E un futuro senza
guerra e violenze...secondo gli
analisti politici pero : Il Kosovo indipendente serve solo ai
clan che lo potranno utilizzare
per le loro spregiudicate operazioni finanziarie, un “porto
franco” che consentirà di farne
la base di nuove banche per il
denaro dell’Est perché “Montecarlo, Cipro, Madeira non
sono più affidabili”. E’ duro il
giudizio del generale Fabio
Mini che, nel 2002 e nel 2003,
è stato il comandante della
Nato in Kosovo. In una intervista al Corriere della Sera,
Mini esprime giudizi durissimi sulla nuova dirigenza kosovara e parla anche di una “anima nera” che, dice “’e’ il Hashim Thaci
Attualità
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
C
osì ha dichiarato lo stesso Baudo: “dire che sono felicissimo
per gli ascolti sarebbe ingiusto
e spocchioso. C’é delusione sul calo
di ascolto perché abbiamo fatto un bel
lavoro, abbiamo rinnovato il festival,
abbiamo portato allegria sul palco. Ma
sono molto fiducioso, a parte la contemporaneità del fatto luttuoso che ha
spostato parte del pubblico, con una
perdita notevole dei nostri telespettatori”: così Pippo Baudo commenta i risultati degli ascolti della prima
serata del Festival di Sanremo nella
conferenza stampa al teatro Ariston.
“Esprimo un desiderio, appena vi lascio andrò in chiesa: sono convinto
che -ha proseguito Baudo - questa
inversione ci sia, che questa seconda
puntata avrà un riflesso maggiore, sarà
divertente andare sempre più in alto,
rosicchiare sempre più pubblico”. Pippo ha ringraziato “coloro i quali hanno
fatto questo festival, innanzitutto Andrea Osvart: non era facile rompere il
ghiaccio per una neofita”. Ma anche
Elio e le Storie Tese, conduttori del
Dopofestival: “Mi aspettavo una cosa
bella ma è stata bellissima, hanno portato una forza nuova, una ironia nuova
all’interno di Raiuno. Ci sono state
pagine anche vivaci - ha aggiunto riferendosi allo scontro verbale tra Toto
Cutugno e l’inviato del Corriere della
Sera - Fa parte del Dopofestival, dagli
anni prossimi magari si può mettere
un ring”. Passando a Piero Chiambretti, Baudo ha detto: “Gli voglio bene.
Magari qualcuno si aspettava che la
parità tra di noi fosse solo formale, che
invadessi il campo. Ma invece siamo
stati davvero pari, mi sono molto divertito, mi piace la sua ironia e il suo
modo di sdrammatizzare”. Chiambretti ha subito ricambiato i complimenti:
“Ringrazio Baudo, che è come Putin,
molto generoso con il suo delfino. Ieri
sera, al di là degli scherzi, è stato molto generoso, mi ha dato molto spazio,
forse anche troppo, è stato una spalla
eccellente”. “Mancano ancora quattro
puntate. Per me l’effetto B è Baudo,
che è il fiore all’occhiello del festival.
La settimana Baudiana di Sanremo
ha registrato il picco di
ascolto alle 21:43, con 12
milioni 707 mila spettatori, e la punta massima
di share alle 23:37, con il
46.55%. Il primo appuntamento con il Dopofestival - in onda dall’1:01
all’1:59 - ha avuto il
29.77% con 1 milione 77
mila telespettatori. Nel
prime time Raiuno è stata
la rete più seguita con 8
milioni 749 mila telespettatori e il 31.32%. Netto
successo Rai in prima serata, in seconda e nell’inSergio Cammariere (ha cantato la canzone “L’amore tera giornata, rispettivamente con il 54.81% e 15
non si spiega”)
milioni 312 mila spettatori, con il 55.55% e con il
Rafforzeremo con i nomi delle liste 47.22%. Risultati rilevanti - sottolinea
del Pd e del Popolo delle libertà. E Viale Mazzini - per le trasmissioni
comunque, rispetto a La7, ho guada- dedicate a Sanremo. Unomattina ha
gnato 32 punti di share”: così Piero ottenuto l’ascolto più alto nella seChiambretti alla conferenza stampa conda parte con il 32.88% e 1 milione
dell’organizzazione al teatro Ariston 211 mila; Festa Italiana ha realizzaha commentato l’esito della puntata to il 23.41% con 2 milioni 147 mila;
di ieri sera. Crollano gli ascolti del fe- La vita in diretta, nella seconda parte,
stival di Sanremo. La prima serata ieri è stata seguita da 2 milioni 903 mila
ha ottenuto nella prima parte 9 milioni persone con il 25.74%; Tg2 Costume
518 mila telespettatori pari al 35.01% e Società ha ottenuto il 14.43% con 2
di share e nella seconda 4 milioni 818 milioni 258 mila telespettatori. L’atmila con il 39.44%. Nel 2007 la prima tenzione dei telespettatori per la croserata del festival, condotto da Baudo naca, in particolare per il ritrovamento
con Michelle Hunziker, aveva avu- dei fratellini Pappalardi a Gravina,
to nella prima parte una media di 12 penalizza il festival di Pippo Baudo e
milioni 452 mila telespettatori, pari al Piero Chiambretti. A pesare sull’esor43.80%, e nella seconda di 6 milioni dio della prima serata di Sanremo
759 mila, con il 47.08%. Ieri la media 2008 - che ha avuto nella prima parte
totale delle due parti è stata di 7 mi- 9 milioni 518 mila telespettatori con il
lioni 68 mila spettatori con il 36.46%. 35% di share, il dato più basso per un
In prime time Raiuno ha fatto segnare esordio festivaliero dal 2000 ad oggi,
il 31.32%. Il festival ha probabilmente e nella seconda 6 milioni 759 con il
pagato l’attenzione del pubblico per la 47.08%, pari a una media di 7 milioni
vicenda del ritrovamento dei resti dei 68 con il 36.46% - è stata sicuramente
due fratellini Pappalardi a Gravina: gli l’ottima performance di Chi l’ha visviluppi sono stati seguiti ieri in diretta sto?, che ha seguito in diretta su Raitre
da Chi l’ha visto? su Raitre e da Studio gli sviluppi della vicenda di Gravina.
Aperto. La prima serata del festival Il programma di Federica Sciarelli
LETTERA AL DIRETTORE
L’Italia del trucco, l’Italia che siamo
S
ig. Direttore, LíAssociazione
Contro Tutte le Mafie, nellíambito della sua attività statutaria,
intenta a dimostrare che in Italia nulla
funziona, ha portato avanti inchieste ed
approfondimenti, basandosi solo su un
reportage di articoli di stampa pubblicati nel tempo e nello spazio, riconducibili
ad autori citati, preparati e coraggiosi, a
cui va il nostro riconoscimento di verità. Dati di fatto incontestabili e visionabili, pubblicati sul sito www.controtuttelemafie.it o www.ingiustizia.info . Da
questo studio díinsieme si delinea e si
rileva un quadro desolante per tutta líItalia e tutti gli Italiani, ancorché le istituzioni e i media cerchino di tacitare una
verità scottante, dove finanche la magistratura è arrivata a sequestrare il sito
dellíassociazione, al fine di oscurarne la
realtà. LíItalia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro che non cíè,
e non sulla libertà, che tutti declamano,
ma nessuno ha il coraggio di costituzionalizzare nei principi. LíItalia è sfiduciata nelle Istituzioni, sfilacciata, mal
governata; una mucillaggine sociale e
una poltiglia di massa rassegnata allíinezia e che inclina verso il peggio, che
si uccide e si ferisce nei festeggiamenti
di capodanno. Insomma: un caos organizzato. LíItalia dove non cíè libertà di
stampa e di parola. I media appartengono ad una casta foraggiata dallo Stato
e dai partiti politici; con emolumenti
stratosferici, sottoposti a dipendenza e
11
servilismo, nepotismo e clientelismo. I
giornalisti sono precari, censurati ed intimiditi dal potere politico e giudiziario.
LíItalia dove i servizi pubblici sono indecenti: emergenza idrica; posta ferma
nei depositi; rifiuti ammassati e bruciati
per le strade; telefonia in monopolio
mal funzionante ed intercettata; ferrovie nel caos, con passeggeri abbandonati o congelati, con treni affollati,
sporchi, con legionella, pulci, cimici e
zecche. LíItalia dove non cíè giustizia:
con abusi nelle carceri pieni di gente
indigente e presunta innocente; con
meno carceri per i reati più gravi; con
4 milioni di vittime di errori giudiziari.
LíItalia dove cíè illegalità e malagiustizia; con le 31.353 richieste in 3 anni di
equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo; dove si
spara nei tribunali o dove gli avvocati
sono stressati. LíItalia dove il fallimento di aziende sane è una fabbrica del
reddito per gli operatori della giustizia. LíItalia dove è impedita la difesa e
líaccesso al gratuito patrocinio. L’Italia
dove le denunce penali non sono iscritte
nel registro generale. LíItalia dove tutti sono responsabili per le loro azioni,
meno che i magistrati: casta impunita,
ai quali il peggio che li può capitare è il
trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale. LíItalia dove è norma
insabbiare i procedimenti penali contro
gli stessi colleghi magistrati e i poteri
forti e, nonostante tutto ciò, vi sia una
marea di magistrati inquisiti. LíItalia
dove la magistratura è una casta con
privilegi e segreti; definita come una
lobby mafiosa, sovversiva ed eversiva,
che influisce sul potere esecutivo e legislativo. LíItalia dove vige líimpunità
per i parlamentari, i magistrati, i commissari díesame dei concorsi truccati;
i funzionari pubblici non sono licenziati, pur condannati per gravi delitti.
LíItalia dove gli avvocati e i notai non
sono stinchi di santo, abusando del loro
status. LíItalia dove la stessa magistratura, per la pseudo lotta alla mafia:
usa líincompatibilità ambientale per i
magistrati scomodi o le lotte di potere
per le carriere; o lincia Giovanni Falcone e Agostino Cordoba; o processa
Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo
che arrestò Riina; o non confisca i beni
sequestrati alla mafia. LíItalia dove le
indagini sulla massoneria e sulle stragi
sono bloccate. LíItalia dove risulta essere governata da politici drogati, ignoranti, pregiudicati, falsi, voltagabbana,
puttanieri e mafiosi, assenteisti e costosi
per la comunità. LíItalia dove ci sono
sprechi: aeroporti inutili, compagnie
aeree e marittime inutili e dannose; opere pubbliche incompiute; voli di Stato;
auto blu; pensioni faraoniche; privilegi
faraonici ai parlamentari, ai magistrati,
ai consiglieri regionali, ai funzionari
pubblici, ai professori universitari, ai
giornali. LíItalia dove si ìregalanoî le
case pubbliche ai politici. LíItalia dove
ieri ha infatti raccolto una media di
4 milioni 400 mila spettatori, pari al
16.48%, su un target prevalentemente
di donne e di anziani, che è poi quello
che tradizionalmente segue il festival.
In particolare, Chi l’ha visto? ha ottenuto il 18.8% sul pubblico femminile
(contro il 13.5% su quello maschile)
e il 22.5% sulle fasce più anziane (dai
55 anni in su, che rappresentano ben
il 43% dell’intera platea televisiva).
Sulle donne over 55, la trasmissione di
Raitre ha fatto segnare il 25.5%. Completamente diversa era la situazione lo
scorso anno, quando il festival, allora condotto da Baudo con Michelle Hunziker, aveva fatto segnare
3 milioni e 8 punti di share in più
nella prima parte della puntata del
debutto (12 milioni 452 mila con il
43.80%, e 6 milioni 759 mila con
il 47.08% nella seconda parte, con
un a media ponderata del 44.82%).
Su Raitre c’era infatti Ballarò, che
ottenne una media di 3 milioni 100
mila pari all’11.44% (dunque oltre 1
milione e cinque punti in meno di Chi
l’ha visto?), pescando su un pubblico
totalmente diverso rispetto agli appassionati di canzonette: il programma
di Floris ebbe infatti il 17.47% sugli
over 55 e in particolare il 15.5% sulle donne più anziane. Da sottolineare
anche che nel 2007 il festival esordì
di martedì, una serata in cui il bacino
totale davanti alla tv in prime time è
tradizionalmente più ampio rispetto
al lunedì sera: lo scorso anno il 27
febbraio, data del debutto di Sanremo, c’erano infatti davanti alla tv 28
milioni 909 mila persone (contro i 27
milioni 509 mila del giorno prima),
ieri ce n’erano 27 milioni 937 mila,
quindi un milione in meno. Sulla performance di ieri non sembra invece
aver pesato la concorrenza di Canale
5 che, con il film Il principe e il pirata,
ha ottenuto nella fascia di prime time
il 16.67%, un dato sostanzialmente
stabile rispetto a quello dello scorso anno (16.12%). Studio Aperto,
che ha dedicato un’edizione straordinaria alla vicenda di Gravina, ha
ottenuto una media di 1 milione 515
mila con il 5.7% (recuperando 1.7
punti rispetto al programma precedente, Real Csi).
Giorgio Lambrinopulos
Pippo Baudo
tutti e sempre sono in conflitto di interessi. LíItalia dove le elezioni sono
truccate. LíItalia dove amministrare la
cosa pubblica significa cadere in tentazione e delinquere. LíItalia dove ci
sono appalti pubblici truccati. LíItalia
dove gli impiegati pubblici sono malati,
assenteisti e improduttivi. LíItalia dove
i militari sono condannati per tangenti,
o segretano le morti per líuranio impoverito o il vaccino. LíItalia dove la polizia, líarma dei carabinieri, la guardia
di finanza sono accusati di violenza o
altri reati, facendo fare i lavori sporchi
ai vigilantes, considerati polizia di serie B. LíItalia dove si elevano sanzioni
amministrative truffa. LíItalia dove ci
sono collaudi falsi dei veicoli. LíItalia
dove ci sono abusi edilizi ed inquinamento atmosferico, inquinamento delle
acque, inquinamento ambientale, inquinamento acustico. LíItalia dove ci sono
gli incendi boschivi redditizi. L’Italia
dove gli allievi sono più bravi degli insegnanti. LíItalia dove per trovare lavoro ti devi asservire e far raccomandare,
dove è inconsistente il collocamento
pubblico o privato, se non per creare
precariato. LíItalia dove i sindacati sono
uníaltra casta, con poteri e privilegi. LíItalia dove cíè sfruttamento dei lavoratori, addirittura sfruttamento a danno
dei giudici onorari, dei giudici di pace,
degli assistenti parlamentari, dei medici
specializzandi, dei praticanti avvocato,
dei giornalisti. LíItalia dove cíè il mobbing nelle istituzioni. LíItalia dove non
cíè tutela della salute dei lavoratori e
prevenzione degli infortuni. LíItalia
dove sono truccati gli esami scolastici
e delle patenti, oltre che i test di ammissione alle università. LíItalia dove tutti
occupano un posto di responsabilità
che non merita, in quanto sono truccati
tutti i concorsi pubblici, compresi quelli
forensi, giudiziari, accademici, notarili,
giornalistici, sanitari, televisivi, inps,
postali, scolastici, sportivi, canterini;
negli enti locali i concorsi sono truccati, o sono concorsi senza concorso,
o sono concorsi a sorteggio, o sono
concorsi parentali. LíItalia dove ci
sono compagnie assicurative riunite
in cartello, rincari RCA ingiustificati e
inadempienze risarcitorie, sinistri truffa e avvocati con magistrati collusi tra
di loro, che assicurano il risarcimento.
LíItalia dove ci sono truffe bancarie, le
mani della giustizia sui banchieri e la
piovra delle banche sulla giustizia, le
banche come la più grande rete di connivenza con la mafia, líusura bancaria.
LíItalia dove tutti evadono le tasse o ci
sono le cartelle pazze per tributi non
dovuti. LíItalia dove cíè il caro prezzi
ingiustificato. LíItalia dove cíè lo sciopero selvaggio, senza rispetto e tutela
dei diritti altrui. LíItalia dove ci sono
i falsi invalidi e le barriere architettoniche. LíItalia dove gli stranieri clandestini emulano gli italiani. LíItalia
dove i padri separati rivogliono i loro
figli. LíItalia dove di pedofilia si abusa
parlando o accusando. LíItalia dove la
politica crea clientelismo nella sanità
e, per gli effetti, crea malasanità. LíItalia dove, addirittura, lo sport e insito
di dubbi sulla sua correttezza e lealtà.
Questa è líItalia che siamo. Possiamo
anche nascondercelo, ma non si può
negare líevidenza. Grazie dellíattenzione.
Lettera firmata
Attualità
12
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Credito d’imposta quale “bonus
sicurezza” per tabaccai e negozianti
Potranno beneficiare del provvedimento legislativo attività di rivendita di genere di monopolio
e commerciali di vendita al dettaglio, all’ingrosso, e somministrazione di alimenti e bevande
S
ono stati finalmente pubblicati, sulla
Gazzetta Ufficiale
di sabato 1° marzo 2008
(Serie Generale n. 52),
due decreti del Ministro
dell’Economia e delle
Finanze che danno attuazione alle disposizioni
contenute nella Legge Finanziaria 2008 (articolo
1, commi da 228 a 237), a
favore di tabaccai e commercianti, per usufruire
del credito d’imposta denominato “bonus sicurezza” Potranno beneficiare
dell’agevolazione coloro che svolgono attività
di rivendita di generi di
monopolio e le Piccole
e Medie Imprese commerciali che esercitano
attività di vendita al dettaglio, all’ingrosso, e di
somministrazione di alimenti e bevande Entrambe le categorie potranno
usufruire, per il triennio
2008-2010, di un credito
d’imposta pari all’80%
delle spese sostenute per
la prima installazione,
sul luogo dell’attività,
di sistemi di pagamento
con moneta elettronica
(P.O.S.) e di impianti di
sicurezza per prevenire
furti e rapine Il credito
fruibile non potrà essere superiore si seguenti limiti : Per i tabaccai,
di € 1.000 (mille) per
ciascun periodo d’imposta, e quindi, complessivamente, di € 3.000 nel
triennio 2008-2010; Per
le imprese commerciali,
di € 3.000 (tremila) per
ciascun periodo d’imposta, e quindi, complessivamente, di € 9.000 nel
triennio 2008-2010. Il
credito d’imposta andrà
utilizzato esclusivamente in compensazione (in
F24) e indicato, a pena
di decadenza, sia nella
dichiarazione dei redditi relativa al periodo
Dubbi sui meriti dei
compiti a casa
C
onsultare il vocabolario, risolvere equazioni,
studiare poesie: dopo la
scuola ci sono i compiti da fare
a casa. Ma servono? Non molto
per come sono concepiti, sostengono alcuni ricercatori e direttori
d’istituto. Il loro giudizio e’ che
rendono piu’ deboli gli alunni in
difficolta’ e non e’ detto che migliorino i piu’ bravi. Gli esperti
dell’Universita’ Tecnica di Dresda (Germania) hanno interpellato 1.300 alunni e 500 insegnanti
delle scuole a tempo pieno della
Sassonia. Un terzo (33%) dei maestri riconosce di non saper valutare se i compiti abbiano qualche
effetto. In generale, i maestri non
hanno rilevato benefici particolari per i tre quarti (75%) dei loro
alunni. Anche gli scolari hanno
molti dubbi sui meriti dei compiti a casa (e questo e’ comprensibile); solo un terzo pensa d’aver
migliorato i voti grazie a loro. I
ricercatori vedrebbero di buon
occhio quest’alternativa: lezioni
di sostegno a scuola per alunni
in difficolta’, anche perche’ sono
proprio quelli che in famiglia non
trovano l’aiuto necessario. Ma
questa soluzione comporterebbe
ulteriori aggravi di spesa pubblica. Insomma il problema rimane
tutto, anche in Italia.
Il Precario lavora
anche da malato
P
recari, stagionali, artigiani
lavorano nonostante stiano male. All’assenza dal
lavoro conseguirebbe una decurtazione dalla busta paga che non
possono permettersi. Il fenomeno
riguarda anche i titolari di partita Iva. Mario Falconi, presidente
della sezione romana della Fnmg,
federazione dei medici di famiglia, sottolinea che il fenomeno
si estende sempre di più, coinvolgendo i liberi professionisti e i
laureati o diplomati di fascia alta.
Roberto Soldà commenta: “I gio-
vani che devono inserirsi nel mercato del lavoro o che avviano una
nuova attività si trovano a dover
fare sacrifici personali”. Il segretario romano dell’Italia dei Valori
conclude: “Il problema a monte è
la profonda crisi anche economica del sistema Italia che ha delle
ricadute su Roma. I nuovi tipi di
contratto non danno nessuna garanzia ai nuovi lavoratori, che si
trovano a saltare da un’attività
all’altra, penalizzando la vita personale e, in questo caso, anche la
salute “.
d’imposta in cui viene
riconosciuto sia in quelle
relative ai periodi in cui
avviene l’utilizzo. L’agevolazione è soggetta al
limite de-minimis (tetto
di 200mila euro nel triennio) e non è compatibile
con altri aiuti di stato per
gli stessi costi se il cumulo comporta il superamento di detto limite
massimo. Per poter fruire del credito d’imposta sarà necessario presentare preventivamente
un’istanza
telematica
all’Agenzia delle Entrate, secondo le modalità
che saranno fissate da apposito provvedimento del
Direttore
dell’Agenzia,
che dovrà essere emanato entro 30 giorni dalla
pubblicazione dei decreti
ministeriali in argomento (pertanto, entro il 31
marzo 2008) I crediti saranno fruibili solo dopo
aver ricevuto, sempre in
via telematica, l’assenso
da parte dell’Agenzia delle Entrate Considerato che
l’istanza dovrà contenere
l’indicazione degli estremi identificativi della documentazione
relativa
all’avvenuto sostenimento
delle spese agevolabili
(ad es. fatture, contratto di
leasing, ecc), è consigliabile, alle imprese interes-
sate, installare i sistemi di
sicurezza e/o P.O.S. prima
possibile in modo da poter effettuare l’invio telematico della richiesta del
bonus alla prima data utile
che sarà stabilita dal citato
provvedimento
attuativo
dell’Agenzia. Ciò in quanto ci si potrebbe trovare di
fronte, come più volte è
accaduto in passato, ad un
diniego per esaurimento
dei fondi disponibili per il
2008, nel qual caso si dovrebbe ripetere l’istanza
l’anno successivo (2009)
senza poter utilizzare il
credito nell’anno corrente.
Fernando Sannazzaro
Accertamenti fiscali. Ridateci Nerone
L
a questione delle cartelle di pagamento del Fisco
sta assumendo contorni
sempre più preoccupanti
(contorni da Stato di legislazione, e basta, altro
che Stato di diritto). La
decisione, poi, delle Commissioni riunite Bilancio
e A ff a r i c o s t i t u z i o n a l i
della Camera – in pratica,
di dare un colpo di spugna a comportamenti in
danno dei contribuenti illegittimi dal 2000, quindi
da più di 7 anni – è di una
gravità senza precedenti.
Ma andiamo per ordine.
Nel luglio del 2000, dunque, viene solennemente
approvato lo Statuto dei
contribuenti: una nuova
era di civiltà giuridica è
spuntata, così – almeno –
viene presentata la cosa
dal Governo del tempo,
e così sperano – ardentemente – i contribuenti.
Fra le tante belle norme
che esso reca (molte delle quali poi disattese, ma
q u e s t o è u n a l t r o d i s c o rso ancora) ce n’è una che
prescrive questo: che gli
atti dell’amministrazione
finanziaria e dei concessionari della riscossione
devono
(“tassativamente”, dice testualmente la
disposizione)
indicare,
f r a l ’ a l t r o , l ’ “ u ff i c i o p r e s so il quale è possibile ottenere informazioni complete in merito all’atto
notificato o comunicato e
il responsabile del proced i m e n t o ” . L a P. A . , p e r ò ,
perlopiù non fa neppure
caso alla prescrizione, va
avanti come se nulla foss e . G l i u ff i c i p i ù d i l i g e n t i
inseriscono una norma di
stile (tipo: responsabile
è i l D i r e t t o r e d e l l ’ u ff i cio o suo delegato) che
non serve a niente, lascia
– in buona sostanza – le
cose al punto di prima.
La questione viene allora
sottoposta all’esame della Corte costituzionale.
E la Consulta – con una
esemplare decisione, dello scorso novembre – non
solo dice che la norma è
legittima, ma ne fa anche l’elogio (sempre per
via della civiltà giuridica
che dovrebbe regnare anche in Italia) e aggiunge,
anzi, che gli atti del procedimento di riscossione
devono indicare il responsabile del procedimento
che fa capo all’esattore, e
non – come invece solitamente avveniva, nei rari
casi in cui si applicava la
citata norma dello Statuto
– del procedimento, culminante nella consegna
del ruolo all’esattore, che
si svolge presso l’amministrazione
finanziaria.
Bene, benissimo, tutto a
posto e chiaro, dunque. E
invece, il bello comincia
proprio ora. Intervengono i politici, immagino
su pressione dei burocrati. Alle Commissioni di
cui s’è detto (che hanno
all’esame la conversione
in legge del c.d. decreto
milleproroghe) spunta un
emendamento – presentatori i due relatori del
provvedimento,
t a rg a t i
Pd e Rosa nel pugno – nel
quale, in poche parole, si
dice questo: che con lo
Statuto dei contribuenti s’era scherzato, che la
nullità delle cartelle prive
delle richieste indicazioni
viene (farisaicamente, mi
si permetta) confermata,
ma solo a far tempo dalla
conversione del decreto
legge citato (pressappoco, dalla fine di febbraio
in poi). In parole chiare:
quel che è fatto è fatto, e
va anche bene; lo Statuto avrà un’applicazione
d i ff e r i t a . L a s a n a t o r i a h a
dell’incredibile. Si vara
una norma alla quale si
attribuisce grande valore,
che la Corte costituzionale conferma di grande civiltà, e in quattro e
quattr ’otto la si manda a
farsi benedire per tutto il
periodo dall’approvazione
ad oggi (per un periodo di
più di 7 anni, come già si
diceva). Ma chi deve mai
avere fiducia in uno Stato del genere? In un’Amministrazione che fa quel
che vuole, che si ritiene al
d i s o p r a d e l l a l e g g e ( p e rsino di una legge “solenne” come doveva essere
lo Statuto) e che ottiene
poi anche il formale avallo del suo comportamento – se l’aula ratificherà
l’operato della Commissione – dal Parlamento? E
si ha il coraggio, poi, di
meravigliarsi che la gente non creda più a niente,
e a nessuno? Lo Statuto
del contribuente contiene anche una norma che
stabilisce che “i termini
di prescrizione e di decadenza per gli accertamenti di imposta non possono essere prorogati”. Per
l’Ici, dal 2000 non sono
mai rimasti una volta –
una volta sola – quelli di
legge (i Comuni si danno
– meglio: si fanno dare
– anni e anni di tempo).
Nerone – si, proprio lui,
nel ’58 d.C. – stabilì il
termine massimo di un
anno per il recupero degli inadempimenti fiscali
(C. Adams, For Good and
Evil, ed. Liberilibri, pag.
1 3 8 ) . To r n i a m o a N e r o n e ,
se non è troppo tardi.
Corrado Sforza Fogliani
Presidente Confedilizia
Attualità
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
13
Rischio stangata di mille euro per famiglia
N
on si ferma la discesa
del dollaro: le quotazioni del biglietto
verde sembrano sbriciolarsi
- con un nuovo record storico dell’euro sopra la soglia
mai toccata degli 1,51 dollari
- di fronte allo spettro della
recessione americana e di un
nuovo maxi-taglio dei tassi da
parte della Federal Reserve a
marzo. Gli acquisti degli operatori dei cambi si sono accaniti fin da ieri sera sull’euro,
che continua a bruciare record
su record: oggi, con i ‘falchi’
della Banca centrale europea
sempre sospettosi verso ipotesi di tagli dei tassi e la Fed
che parla quasi apertamente
di un nuovo taglio, l’euro è
volato fino a 1,5144 dollari: il
biglietto verde vale 0,66 euro.
Già martedì sera la divisa di
Eurolandia aveva infranto
per la prima volta la soglia
degli 1,50 dollari. Quella del
biglietto verde è una vera e
propria corsa al ribasso: basti pensare che l’indice della
Fed che traccia l’andamento
del dollaro nei confronti delle sei maggiori altre valute,
scambiato a New York, oggi
è crollato a quota 74,07, minimo record da quando l’indice viene calcolato, cioé dal
1973. Contro lo yen il biglietto verde ha segnato 160,99.
A innescare la fuga dal dollaro sono state le parole del
presidente della Fed, Ben S.
Bernanke: dopo aver notato il
rallentamento economico in
atto da gennaio, il banchiere
centrale ha promesso di agire
con prontezza per aiutare la
crescita. Da tempo molti economisti - ieri il premio Nobel
Joseph Stiglitz - dicono che
gli Usa sono in recessione.
Nonostante la smentita del
presidente Bush (“non siamo
in recessione”, ha ribadito
oggi) molti operatori hanno
interpretato i commenti di
Bernanke come la velata conferma della probabile crescita
negativa in atto nella prima
economia mondiale.
E lo scenario tratteggiato
dai dati economici statunitensi sembra andare nella stessa
direzione: le compravendite
di abitazioni nuove, a gennaio, hanno segnato un calo del
2,8%, molto peggiore del
-0,7% previsto. Anche gli ordini di beni durevoli, termometro degli investimenti,
sono scesi più del previsto,
mentre le richieste di mutui
ipotecari la scorsa settimana
sono crollate di quasi il 20%.
Inevitabile le vendite di dollari sui mercati, visto che le
previsioni degli operatori
sono per una nuova manovra
aggressiva sui tassi: i futures
danno al 28% la probabilità
di un maxi-taglio del costo
del denaro da tre quarti di
punto, al 39% quella di una
nuova sforbiciata da mezzo
punto, e al 32% un taglio da
un quarto di punto. Per i mercati i tassi statunitensi scenderanno ad almeno il 2% entro metà anno. Ben presto
- avvertono però diversi economisti - la Fed potrebbe trovarsi in grossa difficoltà visto
il basso livello dei tassi raggiunto dopo le recenti manovre aggressive, e con i prezzi
petroliferi in orbita, oggi a livelli record sopra i 102 dollari. Al contrario, i futures sui
tassi Euribor non sembrano
scontare un taglio da parte
della Banca centrale europea
prima dell’estate. L’Eurotower tiene i tassi incollati al
4% da giugno scorso, per contenere le spinte inflazionistiche del petrolio e dei prodotti
alimentari. E dopo le parole
del presidente Jean-Claude
Trichet, che lo scorso 7 febbraio ha fatto sperare in un
taglio parlando di incertezze
economiche
“insolitamente
alte”, da parte dei paesi ‘falchi’, quelli cioé più attenti al
contenimento dell’inflazione
che allo stimolo della crescita, continuano ad arrivare segnali contrari ad un taglio.
“Le aspettative del mercato
sull’evoluzione dei tassi di
interesse sottovalutano in
questo momento il rischio inflazione”, ha detto oggi Axel
Weber, membro tedesco del
consiglio direttivo della Bce.
E il collega olandese Nout
Wellink è giunto a dargli
manforte: “Pensavamo che un
tasso di cambio a 1,45 dollari
sarebbe stato un ostacolo davvero forte per l’economia Europea - ha detto - invece si è
dimostrato che non è così”.
Parole di segno opposto a
quelle del vice-presidente di
COnfindustria Alberto Bombassei, secondo cui la Bce
“deve essere più vicina al
mondo delle imprese”. Sprofonda il dollaro. Le dichiarazioni del presidente della Fed,
Ben Bernanke, secondo cui la
Fed agirà “in maniera tempestica” per sostenere la crescita hanno dato il là a una nuova fase di vendite sul
“greenback”, che ha toccato il
livello record di 1,5127 nei
confronti dell’euro. E anche
il prezzo del petrolio vola oltre quota 102 dollari. Stamattina, negli scambi dell’after
hours sul Nymex, la Borsa
merci di New York, il barile
di West Texas Intermediate ha
toccato un picco da 102,08
dollari, successivamente i futures in prima scadenza si attestano in rialzo di 68 cents,
con il Wti a 101,56. Sulla
piazza internazionale di Londra il barile di Brent, il greggio del mare del Nord, aumenta di 65 cents a 100,12
dollari. Ieri è stata la giornata
nera degli indici macroeconomici statunitensi, che confermano pure che la crisi immobiliare non è ancora finita,
parte dai prezzi alla produzione che, inaspettatamente,
balzano a gennaio dell’1% a
fronte delle previsioni degli
analisti su di un aumento dello 0,4%, dopo la flessione
dello 0,1% di dicembre. Più
allarmante è la rilevazione
‘core’, al netto delle componenti volatili come alimentari
ed energia, che si attesta a
+0,4% (il rialzo più alto da un
anno a questa parte), il doppio dello 0,2% atteso dagli
operatori. A spingere verso
l’alto i prezzi sono i marcati
rincari di carburanti, prodotti
alimentari e farmaci, che fanno temere un balzo dell’inflazione malgrado la frenata della crescita. “Un’inflazione
più alta, accompagnata da una
crescita più lenta, non è di sicuro la migliore ricetta per
una moneta moneta”, rileva
John McCarthy, responsabile
del desk valutario di Ing Financial Markets. Lo spettro
che si affaccia più prepotente
sui mercati è la stagflazione,
cioé lo scenario di un’economia senza crescita e di aumento delle tensioni sui prezzi. I timori, in più, sono
legati al fatto che la Federal
Reserve, in occasione della
prossima riunione del Board
monetario (il Federal Open
Market Committee, Fomc) del
18 marzo possa avere minori
spazi di manovra per allentare la presa sul costo del denaro. Non a caso, il presidente
della Fed di Dallas, Richard
Fisher, ribadisce in giornata
che l’inflazione è motivo di
grande
preoccupazione”,
mentre le attese dei mercati
sono per le indicazioni che il
numero uno della Banca centrale Usa, Ben Bernanke, farà
nella sua testimonianza semestrale davanti commissione
Servizi Finanziari della Camera. A peggiorare il clima
che poi l’indice della fiducia
dei consumatori statunitensi,
calcolato dal Conference Board, che nel mese di febbraio
crolla a 75,0 (da quota 87,3 di
gennaio), contro le stime a
quota 82 atteso dagli economisti. La fiducia dei consumatori americani scende quindi ai minimi da cinque anni
risentendo
della
frenata
dell’occupazione e della recessione immobiliare, mentre
continuano a salire i prezzi
della benzina e dei generi alimentari. Proprio il settore immobiliare resta la spina nel
fianco dell’economia a stelle
e strisce: a gennaio si registra
il boom dei pignoramenti, in
rialzo del 90% (a quota 45.327
unità) nel confronto dello
stesso periodo del 2007. Il
dato, elaborato RealtyTrac,
rimarca il continuo aumento
del numero di notifiche delle
banche nei confronti dei mutuatari che non riescono a far
fronte al pagamento delle rate
di mutuo per il brusco rialzo
dei tassi d’interesse. I casi di
insolvenza fra la clientela cosidetta subprime, ossia con
scarsa affidabilità creditizia,
sale addirittura ai massimi da
agosto scorso che rappresenta
anche il secondo livello più
alto mai registrato da RealtyTrac. In base ai dati forniti
da Citigroup, quest’anno saranno ridefiniti mutui a tasso
variabile per un ammontare
complessivo di 460 miliardi
di dollari, con il conseguente
aumento della rata che diventerà più onerosa per i mutuatari. Unica nota positiva è il
rialzo di Wall Street che sfiora l’1% di guadagni dopo che
Ibm ha reso noto un programma di buy-back (acquisto di
azioni proprie) fino a 15 miliardi di dollari, in scia al miglioramento delle sue stime
di
profitto
sull’esercizio
2008. Mai così caro nella storia: i prezzi dell’oro nero
continuano a schizzare verso
l’alto e mettono a segno un
nuovo record, sopra quota
102 dollari al barile. Un livello mai toccato prima nella
storia, neanche ai tempi dei
grandi shock petroliferi degli
anni 70-80 che costrinsero gli
italiani alla bicicletta. E scatta l’allarme rosso sul fronte
dei prezzi. Con i consumatori
che iniziano a fare le prime
stime sull’impatto delle nuove fiammate petrolifere, stimando una stangata da 920
euro all’anno per ogni famiglia, già alle prese con i recenti aumenti della luce e del
gas e con il costo della benzina e del gasolio ai massimi
storici. Federconsumatori e
Adusbef profilano un impatto
di quasi 500 euro a famiglia
per le ricadute dirette dal ca-
ro-barile. E altri 420 per gli
effetti indiretti, legati cioé
alle conseguenze delle impennate dei prezzi del petrolio su
tutti gli altri beni: l’aumento
dell’oro nero rischia infatti di
innescare un effetto volano
che dai prezzi alla produzione, passando per i trasporti,
arriva fino a quelli dei generi
di largo consumo. Causando
una rincorsa del caro vita che
già il mese scorso si è attestato ai massimi dal 2001, al
2,9%. I consumatori parlano,
ad esempio, di “un’effetto inflattivo al 3,1%”. A mitigare
la stangata c’é comunque il
supereuro che ha spinto oggi
all’angolo la moneta americana, ai minimi di oltre 1,51
dollari per un euro. Un effetto
che attenua l’impatto: se i livelli di cambio fossero rimasti, ad esempio, ai livelli di
un anno fa il costo del barile
avrebbe un impatto di 10 euro
in più mentre un litro di gasolio costerebbe 7 centesimi
in più ed uno di benzina sarebbe 6 centesimi più caro.
Un aiuto, anche se piccolo,
quello che arriva dalla forza
del cambio che ha consentito
all’Italia di risparmiare negli
ultimi conti petroliferi 3 miliardi di euro: 26 miliardi la
bolletta 2007 contro i 29 miliardi che si sarebbero raggiunti senza l’effetto cambio.
L’emergenza
caro-greggio
continua a dominare i mercati
e preoccupare le economie
mondiali - con nuovi allarmi
arrivati oggi da autorevoli
fonti della Fed e della Bce - e
non sembra destinato a rientrare. Almeno nel breve periodo, secondo le stime di alcune banche d’affari che nei
giorni scorsi sono arrivate
anche a lanciare previsioni
per nuovi aumenti, fino a
120-150 dollari al barile.
Colpa anche della ‘speculazione’ che da tempo domina i
mercati petroliferi, ricorda il
presidente dei petrolieri italiani Pasquale De Vita, stimando nel “20% l’impatto di
questa componente sul costo
del barile”. I fondamentali l’equilibrio tra domanda e offerta mondiale di greggio non mostrano infatti segnali
di preoccupazioni, fanno notare esperti di settore. Come
dimostrano anche i dati arrivati oggi dall’altra parte
dell’oceano: nonostante un
aumento delle scorte americane, le quotazioni dell’oro
nero sulla piazza di New York
sono rimaste sui loro massimi, sopra 100,59 dollari in
una giornata che ha visto i
futures con consegna ad aprile superare per la prima volta
nella storia i 102 euro (a
102,08) e mettere a segno
così il massimo mai toccato
prima. Bruciando cioé anche
quel record di tutti i tempi
segnato nell’aprile del 1980
quando il barile segnò quota
77 dollari che attualizzati ai
corsi odierni (tenendo conto
cioé dell’inflazione) corrispondo a 101,7 dollari al barile.
Giorgio Lambrinopulos
14
da
Roma
Attualità
luci e ombre della
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Capitale
Cultura, società, costume, arte, teatro, musica, danza, attualità e vita moderna
Anatomia di una (tentata) rapina
La diretta testimonianza di un nostro collega sui
sempre più frequenti episodi di criminalità a Roma
L
e feste di fine anno hanno fatto
rinviare solo di qualche giorno
le iniziative (che tutti si augurano conclusive ed incisive) che dovranno essere assunte dai responsabili
della sicurezza degli abitanti di Roma.
Da parte dei romani - dalle istituzioni
ai semplici cittadini - c’era già stata una
presa d’atto – che è anche e soprattutto
una presa di coscienza – del problema
della sicurezza e di quello ad esso strettamente collegato della legalità, sempre più avvertiti nella Capitale. Poi la
recente liberalizzazione delle frontiere
per i cittadini dei nuovi stati ammessi
a far parte dell’Unione Europea aveva
richiamato la generale attenzione sui
rischi di riversamento nel nostro Paese di elementi malavitosi. E le autorità preposte non se ne sono state con
le mani in mano, attivando comunque
investigazioni e interventi operativi e
di prevenzione. Ma naturalmente non è
bastato e non può bastare. Non è solo
l’ex immigrato straniero (ora cittadino europeo ad ogni effetto) che lascia
il suo paese per sfuggire ai conti con
quella giustizia a dover preoccupare:
l’escalation di reati commessi anche
dalla grande e piccola criminalità nostrana è sotto gli occhi di tutti. Specie
per quanto concerne attentati di avvertimento mafioso, spaccio di droghe,
furti e rapine. Di queste ultime hanno
fatto le spese, fra i tanti, personaggi
illustri (come il regista Salvatores e il
giornalista-tv Sposini) e molto meno
illustri se non sconosciuti (come il sottoscritto). Già, anche lo scrivente – nel
suo piccolo – ha avuto il… piacere della notorietà come oggetto di (tentata)
rapina. E forse vale la pena accennarvi.
E’ un campanellino d’allarme in più
tendente a ricordare che i tempi cam-
Il pontile di Ostia
biano e forse occorre essere più attenti,
se non diffidenti,verso chi ci si avvicina in luoghi e momenti poco indicati a
certi… accostamenti. Dov’è successo?
A Roma, in via delle Gondole, strada del quadrilatero “commerciale” di
Ostia che incrocia la capofila Via delle
Baleniere, dove shopping e passeggio
si fondono fino alle ore 20,30 e dove
subito dopo il movimento pedonale si
riduce al minimo come ormai in quasi
tutte le città. Una via che dopo la chiusura dei negozi è solitamente percorsa,
oltre che dai pochi residenti rimasti in
giro, da gruppi di pendolari rientrati col
trenino della Roma-Lido. Molti, specie se stranieri, dalla Stazione preferiscono tagliare per strade più interne e
percorrere a piedi anche via delle Gondole per raggiungere le loro abitazioni
di Ostia Ponente. La gente ha fretta:
pensa ai fatti propri e dà appena uno
sguardo a chi incrocia. C’è un po’ di
diffidenza, ma tranquillità. Sono le 21,
45. Ho avuto a cena ospiti americani
che, con la mia auto, riaccompagnerò
in albergo per tempo: l’indomani dovranno prendere un aereo del mattino
che li riporterà ad Atlanta. Scendo in
istrada - che presenta il minimo movimento di quell’ora - e aziono subito
l’apri-cancello elettronico per andare
in garage attraverso il passo carraio
condominiale. Intravedo un tizio sui
trent’anni che mi sta passando accanto
come diretto dalla Stazione verso Ostia
Ponente, ma, mentre inizio la discesa
verso i box, me lo ritrovo affiancato:
scende pure lui dicendomi, in italianoromanesco: “Che, sta andando anche
lei in garage? Debbo andare a prendere
una cosa nel box di mio fratello, ma non
mi ricordo esattamente dove sta…Forse più aventi, sulla sinistra…”. In mano
mostra le chiavi di una macchina. Siccome non l’ho mai visto - ma nemmeno posso escludere che sia il fratello di
qualche abitante delle quattro palazzine
L’Umberto I°, deposito per gli abusivi
R
oma - E’ ancora il Policlinico Umberto I al centro
dell’ennesima vicenda grave ed imbarazzante che travolge
la sanità romana. Dopo la bufera,
non ancora archiviata, relativa alla
parentopopli che avrebbe assicurato alle figlie e al genero del rettore
Guarini ben tre ambiti posti da ricercatore (di cui uno presso il settore Estimo, presieduto dal Prof.
Di Paola, su cui si indaga per un
appalto da 8,8 milioni di euro relativo ad un’area parcheggio della
Sapienza e vinto dalla società Cpc,
presieduta guarda caso dallo stesso
Di Paola), l’attenzione è ora catalizzata dai venditori ambulanti che
affollano i marciapiedi antistanti
la struttura ospedaliera - con non
pochi disagi per i clienti del Policlinico costretti ad un assurdo senso alternato per accedere all’ospedale - e ne occupano i magazzini
come deposito per la merce che
poi vendono in strada. Il fenomeno
non è certo nuovo, si tratta piuttosto dell’ennesima piaga ormai
incancrenita in seno al martoriato
Policlinico, ma vedere quel via vai
di abusivi che dall’interno della
struttura ospedaliera trasportano in
strada la loro mercanzia sotto gli
occhi indifferenti dei vigilantes fa
senz’altro un certo effetto, e a nulla
sembrano valere i blitz sortiti dalla
polizia municipale, spesso sbeffeggiata dalla capillare organizzazione di venditori, complici e compari
ormai abilissimi nel far sparire la
merce e farla poi ricomparire giusto poche decine di minuti più tardi.
“E’ indecoroso”, commenta il Segretario romano dell’Italia dei Valori Roberto Soldà, “che una simile
gestione di uno degli ospedali più
importanti della città continui ad
essere avallata senza che i responsabili ne paghino le conseguenze.
E naturalmente non mi riferisco
solo ai vigilantes, che pure dovrebbero fare qualcosa in merito ad una
questione che riguarda anche la
sicurezza dell’ospedale, ma a chi
detiene la responsabilità oggettiva
della gestione del Policlinico ed
è profumatamente pagato perché
l’Umberto I funzioni come polo
d’eccellenza e non come ricettacolo di malaffare e mala gestione”.
Il Segretario romano Soldà sottolinea inoltre come non sia il singolo
episodio, seppur grave, a dover allarmare cittadinanza ed istituzioni,
ma un malcostume generale attorno al nosocomio che “attraverso
un comodo scarica barile non permette di accertare le responsabilità
gestionali della struttura, secondo
il fumoso precetto ‘tutti colpevoli,
nessuno è colpevole’”.
Una facciata dell’Ospedale Umberto
I° di Roma
del condominio - rallento il passo per
dargli la precedenza. Ma non mi sopravanza e, allora, accelero guardandomi
per due volte dietro. Noto che mi segue
da vicino e sto per prendere qualche risoluzione per allontanarmene del tutto
quando, giunti ad una svolta del garage,
il tipo mi previene e, mentre in mano,
al posto delle chiavi, gli compare un
coltello a serramanico, fa con un sorrisetto sardonico e con un tono che vuol
essere sbrigativamente persuasivo:
“Non fa’ storie e dammi il portafogli!”.
Ora mi è chiaro che sono stato ingenuo.
E la sorpresa è tale da scatenare in me
una reazione di rimozione da “shock”:
“Non può essere vero”, mi dico, “Forse
scherza”, “Forse sto facendo un brutto
sogno”. Ma il tipo è lì con la lama puntata e mi si accosta di più. In un attimo
mi passano in mente varie possibili
opzioni di sopravvivenza. Poi, giacché
non lo vedo particolarmente aggressivo, opto per il guadagnare tempo.
E, cominciando a retrocedere lungo il
corridoio dei boxes, tento di avvertirlo
bonariamente: “Guarda, che stanno per
scendere in garage anche mio nipote ed
altri…” Non si fa distogliere, allunga il
braccio non armato verso il borsello dei
documenti dell’auto che ho al braccio e
lo tira a sé. Poi mi fa “Che, stanno qua
i soldi?”. Che faccio? E’ un momento
risolutivo che può decidere di una vita:
decido di lasciarglielo, continuo ad arretrare e, siccome il garage presenta in
quel punto ampie aperture d’areazione
sui giardinetti di alcuni condomini, comincio a gridare aiuto con tutto il fiato
possibile. Il tipo non sembra adontarsene, intento com’è a svuotare il borsello, cercando fra documenti di guida e
accessori. Giungo, sempre retrocedendo e gridando, ad una svolta del corri-
doio. E’ un attimo: lui è sempre preso a
cercare fra le carte e allora decido – con
rischio - di girargli le spalle e fuggire
verso la restante parte del garage rimasta nella semioscurità. Non sento i passi di un suo inseguimento e la percorro
alla massima velocità consentita dalla
mia età ben matura, riuscendo a defilarmi da un’altra uscita condominiale
e riparare in casa con l’immaginabile,
forte sorpresa di parenti e ospiti. Chiamiamo la polizia e con un mio nipote
ridiscendo in strada anche per attendere i poliziotti. Dopo dieci minuti sono
lì: vogliono la descrizione del tipo e di
com’è andata. Poi mi precedono in garage per rintracciare sia il rapinatore,
sia il borsello (se questo sarà ritrovato
con tutto il suo contenuto, si sarà trattato solo di una tentata rapina). Dell’uomo nessuna traccia. Il borsello, tutti i
documenti e gli accessori sono sparpagliati in terra nel punto in cui il tipo ha
cercato inutilmente i “soldi”. I poliziotti decidono che è inutile proseguire le
ricerche. Ometto per ovvii motivi gli
accordi presi con loro al momento di
salutarci. Intanto all’ingresso del condominio s’è fatta parecchia gente: scopro che alcuni avevano sentito le mie
grida d’aiuto provenienti dai garage e
si erano attivati – sia pure con qualche
prudenza - per accorrere. In via delle
Gondole sembra tornata una normale sera di passeggio. Ma il problema
ingravescente della sicurezza dei cittadini di Roma resta. Qualche giorno
dopo sul litorale viene trovato riverso,
con la gola recisa, un rumeno: la stampa riferisce che. a quel che pare, è un
regolamento di conti fra connazionali.
Nei giorni successivi parlo della mia
vicenda con due autorevoli esponenti
del XIII Municipio. Mi assicurano che
qualcosa si farà e che al riguardo ci sarà
anche un incontro col Prefetto. E intanto alla conferenza stampa di fine anno,
lo stesso Prodi accenna al “clima di
insicurezza”, “alla diffidenza verso lo
straniero” , alla “necessità di un cambiamento” per lo “sviluppo del Paese”.
Speriamo!
Lino D’Orta
Sportello on line per gli albergatori
A
l via a Roma lo sportello unico on line
per gli albergatori, nell’ambito del SUAP
(Struttura Unica Attività
Produttive), il terminale amministrativo del Campidoglio per concentrare in un
solo punto tutte le pratiche
e le informazioni alle imprese. Lo “Sportello Unico
on line per le Attività Ricettive” nasce ad opera del
Comune (Dipartimento Semplificazione e Comunicazione, Ufficio Turismo Sport e
Moda) e consentirà di chiedere e ottenere via web, senza spostarsi fisicamente, le
autorizzazioni
necessarie
all’attività alberghiera. In
particolare,
collegandosi
allo sportello on line si potrà: ricevere informazioni
e orientamento (per e-mail,
chat o con prenotazione di
richiamata); scaricare i moduli e inoltrare le domande;
effettuare pagamenti; inviare documenti; chiedere il
rilascio di pareri e certifi-
cazioni di altre amministrazioni pubbliche (come Asl
e Vigili del Fuoco). Per le
imprese, un modo comodo e
veloce per conoscere lo stato
delle proprie pratiche e ricevere assistenza. Il progetto
parte con la fase sperimentale il 30 marzo. Prima della
messa a regime, Comune e
associazioni degli imprenditori collaborano per verificare il funzionamento dello
sportello on line e, se necessario, apportare modifiche e
miglioramenti. E’ il primo
passo, ha detto l’assessore
alla semplificazione Cecilia
D’Elia, “di un processo più
ampio di semplificazione al
servizio degli imprenditori
e dell’economia romana”.
Il sistema alla base dello
sportello on line per gli albergatori, fondato sull’interconnessione informatica tra
uffici pubblici, “è il modello
da attuare anche per le altre
attività imprenditoriali”.
Gianfranco Nitti
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
da
Roma
Attualità
15
luci e ombre della
Capitale
Cultura, società, costume, arte, teatro, musica, danza, attualità e vita moderna
case in affitto per le
Per una capitale eco-compatibile Niente
persone diversamente abili
Il Segretario romano Soldà lancia alcune proposte “verdi” per la città di Roma
R
oma - In seguito alle iniziative regionali che prevedono l’uso di lampade
e macchinari ad alte prestazioni
energetiche, e al progetto provinciale che impone l’utilizzo di
materiali biologici quali la carta,
la cancelleria, l’arredamento e il
materiale di pulizia dei locali, allo
scopo di ridurre emissioni inquinanti e sprechi all’interno delle
amministrazioni, anche i comuni
sono chiamati a prendere iniziative
per favorire l’eco-compatibilità.
In tal senso si muove, ad esempio,
l’iniziativa di qualche comune di
munire di pannelli solari tutti gli
edifici di nuova costruzione, garantendo un notevole risparmio
energetico nel rispetto dell’ambiente e delle tasche dei cittadini.
A tale proposito, il Segretario romano dell’Italia dei Valori Roberto Soldà invita il comune di Roma
a non tirarsi indietro, anzi, a fare
da traino per nuovi progetti che,
partendo
dall’amministrazione
pubblica, arrivino a sensibiliz-
È
Roberto Soldà, Segretario
Italia dei Valori
zare e coinvolgere il cittadino, a
cui troppo spesso si chiede di fare
il primo passo, salvo poi lasciare che resti un episodio isolato e
trascurato anche dalla stessa amministrazione. “Una città come
Roma”, commenta Soldà, “anche
attraverso piccole iniziative può
fare tanto per l’ambiente e per
l’educazione ambientale, che deve
diventare un patrimonio culturale da cui non si può prescindere.
Sono finalmente state abolite le
caldaie a carbone -obsolete, costose e inquinanti- ma ci sono numerosi altri accorgimenti tecnici che
possono migliorare sensibilmente
l’impatto ambientale di molte attività quotidiane. Innanzitutto un
uso più consapevole anche delle
caldaie di nuova generazione, e
poi il riuso e il riciclo di materiali
quali la carta nelle scuole e negli
uffici pubblici, fino ad arrivare
agli impianti fotovoltaici e ai pannelli solari. Naturalmente queste
iniziative devono essere promosse
(e incentivate economicamente,
come nel caso del fotovoltaico e
del solare) in primis dall’amministrazione pubblica, il cui esempio
servirà a sensibilizzare anche il
cittadino, troppo spesso assurto a
capo espiatorio delle leggerezze
della politica o comunque impossibilitato dal tenere una condotta
responsabile dal punto di vista civico e ambientale”.
I tesori di Napoleon
stata presentata anche in Italia,
dopo Francia, Messico e Germania, la parte del Trésor della
Fondation Napoléon di Parigi dedicata
al Primo Impero. Duecento opere sono
ospitate, dal 15 febbraio al 25 maggio,
al Museo Napoleonico di Roma, nel
nuovo spazio espositivo inaugurato per
l’occasione. La mostra “Napoleone.
Fasto imperiale. I Tesori della Fondation Napoléon” presenta anche alcune
opere del Musée de l’Armée, del Musée
de la Malmaison, di una collezione privata francese nonché due dipinti prestati dal Museo Praz. Le numerose assonanze tra la collezione francese e quella
del Museo Napoleonico fanno sì che
questa mostra si inserisca perfettamente
nel contesto storico-artistico del museo
romano. Le 200 opere esposte ñ dipinti,
disegni, miniature, arredi, abiti, porcellane, gioielli ñ permettono un vero
e proprio viaggio tra i fasti della corte
imperiale rivelando la perizia degli artisti-artigiani dell’epoca. I pezzi esposti
evocano non solo lo sfarzo ufficiale della corte ma anche i suoi aspetti più intimi
e domestici restituendo così un quadro
a tutto tondo della società napoleonica.
Non solo dipinti e disegni dunque ma
anche tantissimi oggetti legati all’uso
quotidiano come tabacchiere, accessorio molto amato dall’Imperatore, vasi,
servizi di piatti o di tazzine, nécessaires,
orologi da tasca. Preponderante è anche
la presenza di porcellane. Non mancano testimonianze relative a Napoleone
condottiero. Arricchiscono la sezione
dedicata alle campagne militari, l’Aigle de drapeau, uno dei vessilli della
Grande Armata, il casco e la corazza in
dotazione agli ufficiali dei carabinieri,
e numerose sciabole. Un disegno preparatorio per Le Sacre di Jacques-Louis
David ricorda la grande cerimonia del
2 dicembre 1804 a Notre-Dame; in
esso Napoleone è raffigurato in atto di
incoronarsi mentre nella versione finale della grande opera del Louvre l’im-
peratore è ritratto nel momento in cui
incorona la moglie Josephine. Le tappe
più importanti della complessa cerimonia sono documentate da una serie
di otto acquerelli dell’architetto Fontaine. L’ultima sezione della mostra è
dedicata all’epilogo della straordinaria
vicenda napoleonica. Gli anni trascorsi
dall’esule a Sant’Elena sono ricordati da
alcuni oggetti personali dell’Imperatore
come il nécessaire dentaire (Napoleone
dedicò sempre un’attenzione particolare
alla cura dei denti) e il nécessaire de portemanteau (con l’occorrente per la toilette) utilizzato durante le operazioni militari ad Austerlitz. La mostra è promossa
dal Comune di Roma, Assessorato alle
Politiche Culturali, Museo Napoleonico
e dal Ministero BB. CC., Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici
Artistici Storici per le Province di Pisa,
Livorno, Lucca, Massa, Carrara, Museo
Nazionale delle Residenze Napoleoniche
dell’Isola d’Elba, che sarà la seconda tappa italiana. La cura è di Giulia Gorgone
e Maria Elisa Tittoni. L’organizzazione
di Zètema Progetto Cultura. Dal 12 giugno al 12 settembre 2008 l’esposizione
si trasferirà all’isola d’Elba, nelle due
sedi del Museo Nazionale delle Residenze Napoleoniche, la Palazzina dei Mulini
e Villa San Martino di Portoferraio.
Gianfranco Nitti
I Ciaudà
Antonello De Pierro denuncia la
discriminazione nei confronti dei disabili
R
oma - Come già denunciato
diverso tempo fa dal segretario
romano dell’ Italia dei Valori
Roberto Soldà, è emerso nuovamente
l’increscioso problema riguardante la
quasi totale impossibilità per le persone diversamente abili di locare un
alloggio nella capitale. A Roma sette
responsabili di altrettante agenzie immobiliari su dieci hanno negato l’affitto a Mimmo, un ragazzo disabile,
pochissimi minuti dopo aver offerto le
più svariate soluzioni a un cosiddetto
“normale’’; questo è quanto si evince
da un’ indagine effettuata da Francesco
Palese per la trasmissione televisiva
“L’Altra Inchiesta” dell’emittente Retesole, filmato reperibile sul sito web
di YouTube (http://www.youtube.com/
watch?v=Kw5xTOGLA8M). Lo scorso 5 dicembre Mimmo, al secolo Domenico Vetere, laureando in Scienze
politiche all’Università La Sapienza,
insieme ai colleghi Mary, Totò e Graziella, organizzò un presidio di fronte
Montecitorio, proprio per denunciare il
fatto che da diversi mesi lui e gli altri
ragazzi, disabili anch’essi, non riuscivano a trovare un alloggio, in quanto a
breve avrebbero dovuto abbandonare
la Casa dello Studente in via Cesare
De Lollis. Fortunatamente tuttora la
struttura preposta alle residenze universitarie, sotto precise disposizioni
dell’assessore regionale all’Istruzione
Silvia Costa, ospita i ragazzi in attesa di
un futuro migliore. “Quando ho sentito
questa notizia sono saltato sulla sedia
- così esordisce Antonello De Pierro,
presidente del movimento nazionale
dell’ Italia dei Diritti, dopo aver preso
atto della vicenda - è veramente inconcepibile, in un momento in cui si parla tanto di abbattimento delle barriere
architettoniche, un atteggiamento così
indifferente, è davvero assurdo che ci
sia un sentimento discriminatorio così
accentuato nei confronti dei disabili.
In un paese civile è un fatto aberrante
- prosegue De Pierro - oltre all’abbattimento delle barriere architettoniche, il
vero lavoro da fare è quello di demolire
con la scure dell’impegno culturale e
sociale le barriere mentali nei confronti dei portatori di handicap. Di fronte
ad episodi di questo tipo sembra che i
decenni dall’ olocausto nazista ad oggi
non siano mai passati, sembra che la
storia non ci abbia insegnato nulla; purtroppo il lavoro da fare è ancora molto,
occorrerebbe intervenire anche legislativamente per reprimere atti di questo
genere. Il tessuto sociale italico è costellato da molti episodi di intolleranza nei
confronti dei diversamente abili, uno
dei tipi di discriminazione più diffusi
è quello perpetrato da alcuni uomini
che decidono di abbandonare le proprie
mogli o compagne al loro destino dopo
la nascita di un figlio disabile”.
Successo romano per
una band catanese
Napoleone
A
i romani piace la cantata in dialetto siciliano. La musica di una
band catanese ha, infatti, conquistato la capitale. In Sicilia sono ancora poco conosciuti, ma a Roma le loro
esibizioni dal vivo sono molto apprezzate e partecipate. Si chiamano “Ciauda”
e si contraddistinguono per freschezza
e originalità. La loro musica è fatta di
sonorità mediorientali e un po’ retrò con
testi che sono un misto tra italiano e siciliano. Raccontare con le parole la loro
musica non è facile. Molto più semplice
ascoltare le loro canzoni collegandosi al
sito internet, ciauda.it, o sintonizzandosi
sulle più importanti radio siciliane che
da qualche giorno passano alcuni dei
loro brani, fra questi
il singolo: “Unnè”. I
“Ciauda” sono Emanuele Di Giorgio (chitarra e voce), Fabio
Vassallo (contrabbassista compositore),
“Peppone “ (vocal
bass), Ezio Zaccagnini (batterista) e Angelo Dragotto (fiati
e piano). “Intorno a
noi - spiega Emanuele
Di Giorgio, anima del
gruppo e ideatore del progetto musicale
- è già nato un forte interesse. A breve
dovrebbe arrivare la produzione, la distribuzione e la promozione di un cd. Ci
piacerebbe, però, che il successo partisse
da Catania, la città nella quale abbiamo
dato vita alla band e dalla quale traiamo
l’ispirazione per scrivere le nostre canzoni”. La voce di Emanuele Di Giorgio si
plasma sulla musica, adattandosi a sonorità aggraziate, melodiche, arabeggianti
e popolari. Sul loro sito è già possibile
ascoltare alcuni dei brani che saranno
inseriti nel loro cd. Tra le canzoni che
il pubblico della rete apprezza di più ci
sono “Danzeva”, “Stiamo nel Cortile”,
“Tranquillo”, “Uva pesta”, e la bellissima “Marionette delle stelle”. La musica dei “Ciauda” è frutto di una lunga
sperimentazione. In un momento in cui
molti artisti sembrano dei cloni di altri,
i “Ciauda” , già vincitori dell “Atellana
festival “ di Caserta, hanno saputo creare
uno stile nuovo, una specie di marchio
di fabbrica. Per la band catanese è stato
determinante l’incontro con Ezio Zaccagnini, batterista e produttore artistico
napoletano, il quale ha creduto sin dal
primo momento nel progetto musicale
e ha deciso di coinvolgere il fisarmonicista e pianista Riccardo Ciaramellari, il
fonico Stefano Pettirossi e Mario Arcari,
noto per le sue collaborazioni con Fossati e De Andrè. Ciaramellari ha curato gli
arrangiamenti. Arcari ha suonato l’ocarina, il clarino e lo shanai. “E’ stato al
Lian club di Roma, il tempio della musica - racconta Emanuele Di Giorgio - che
abbiamo avuto la consapevolezza che la
nostra non era la solita musica. A maggio
dello scorso anno abbiamo avuto la possibilità di suonare dal vivo. Al termine
dell’esibizione alcuni discografici, ma
anche apprezzati colleghi musicisti, si
sono complimentati con noi. Non stavamo nella pelle, la musica marca “liotru”
aveva funzionato alla grande. E’ stato
al “Lian club” che abbiamo incontrato
Geoff Westley(noto in Italia per le sue
collaborazioni con Lucio Battisti, Claudio
Baglioni e Renato Zero). Westley rimase
affascinato dalla nostra musica. Lo colpì
molto il brano “Unnè”. Ritenendolo di
spessore internazionale decise di produrlo
per il mercato estero. Presto partiremo per
Londra dove Westley ci farà registrare in
lingua francese alcuni nostri brani”. Per
i “Ciauda” il momento più emozionante
è stato quando hanno suonato all’università La Sapienza. In quella occasione
centinaia di persone si alzarano in piedi e
cominciarono a ballare. I testi ma anche le
musiche delle loro canzoni nascono passeggiando per il centro storico catanese.
“Lo spunto per il brano “Unnè” - racconta
ancora Emanuele Di Giorgio - lo abbiamo
avuto una sera mentre eravamo vicino la
pescheria. Usciti da un pub abbiamo notato un signore anziano intento a cercare
un gatto tra le auto in sosta. Mentre noi
cerchiamo di capire cosa fa lui volge lo
sguardo verso un balcone, dove c’era una
donna, e gli dice: “Unnè” “Unnè”. E noi
tutti appresso a lui: “Unnè” “Unnè”. Ne è
venuto fuori un tormentone su cui abbiamo costruito la canzone”.
16
Speciale scuola
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Leggere che passione!
A cura di
Maria Grazia D’Ettoris
La Pier Giorgio Frassati racconta
Un Giorno in Biblioteca
Piccoli critici estrapolano
la morale da due
film visti in biblioteca
O
ggi, 6 novembre 2007,
la mia classe ed io siamo andati alla biblioteca dedicata a Pier Giorgio Frassati. Quest’uomo fù dichiarato
beato dal Papa Giovanni Paolo
II. Egli era amante dello studio
e della lettura. La professoressa, dopo aver fatto l’appello, ci
ha condotto per le vie del centro di Crotone per andare alla
biblioteca, che si trova di fronte
al Liceo Classico. Arrivati alla
biblioteca, una signora molto
gentile ci ha fatto accomodare
in una sala con delle sedie ed
ha cominciato a leggere le parti
più importanti di un libro dal
“Huckleberry Finn”. In seguito
ha proiettato su uno schermo il
film che riguardava la storia riportata dal libro e ci ha fatto notare le differenze tra la narrazione scritta e quella riportata nel
filmato. Il libro narra la storia di
un bambino di nome Huck che
era stato adottato da una signora
che voleva insegnargli le buone
maniere e integrarlo nella società. Una sera il padre di Huck
salì di nascosto nella sua stanza e quando il bambino andò
a dormire se lo vide davanti e
si spaventò perché lui urlava e
diceva che doveva andare via
con lui. Ma diceva ciò perché
Huck aveva trovato un tesoro
nascosto e quindi voleva prendergli i soldi. L’uomo lo porta
nella sua capanna, si ubriaca e
tenta di ucciderlo con un coltello. Huck prima finge di essere
morto, poi fugge su un’isola
dove incontra Jim, uno schiavo
di colore che era fuggito perché
accusato della morte di Huck.
Prima di fuggire con una barca,
i due prendono tutto quello che
può servirgli nel viaggio nella
capanna del padre di Huck. Cominciano il loro viaggio lungo
il Mississippi, perché dovevano
raggiungere gli stati americani
del nord dove la schiavitù era
stata abolita. Durante il viaggio
c’è una tempesta e vedono un
battello sbattuto contro gli sco-
M
artedì 11/12/2007
noi alunni della
II° B, accompagnati dalla professoressa
Musumeci, siamo tornati
alla biblioteca “Pier Giorgio Frassati” per il progetto Leggifilm. Questa volta
abbiamo letto il libro de
“La Fabbrica di Cioccolato” scritto da Rohald Dahl.
Un bambino di nome Charlie Becket è molto povero
e vive in una vecchia casa
di legno con i nonni Jo, Josephine,. Gorge e Georgia-
gli. Salgono a bordo e capiscono che ci sono degli assassini.
Vanno alla loro barca ma non la
trovano più e quindi prendono
una grossa zattera e proseguono
l’avventura. Vengono separati
da un battello che li sperona.
Huck finisce in una famiglia
che era in lotta con un’altra per
vari motivi e poi si riunisce con
l’amico e scappano con la zattera. Poi Huck e Jim incontrano
due furfanti che lanciano i loro
bagagli sulla zattera e vogliono
un passaggio perché sono inseguiti da alcune persone che
hanno truffato. Questi truffatori
vogliono truffare una famiglia
facendosi passare per i fratelli di un defunto per prendersi
l’eredità. Ma vengono scoperti.
Huck e Jim fuggono ma vengono raggiunti da colpi di pistola e Huck viene ferito. Jim sta
per essere impiccato quando
la figlia del defunto interviene
e blocca la impiccagione. La
storia finisce con Huck che regala il suo tesoro a Jim perché
possa vivere dignitosamente
al nord come uomo libero.
Huck riprende la vita di sempre facendo disperare la povera
mamma adottiva, perché scappa nuovamente poiché vuole
essere libero dalle imposizioni
della madre. Secondo me questa storia è molto divertente
perché è ricca di avventure,
di colpi di scena, di situazioni
particolari e strane. Mi è piaciuta perché mette in evidenza
l’importanza dell’amicizia, che
supera ogni ostacolo, anche la
differenza di razza e di età. Poi
parla della libertà che è uno dei
principi fondamentali della vita
dell’uomo e della schiavitù che
è una condizione bruttissima in
cui si trovano ancora oggi molti
popoli. Anche se questa storia è
stata scritta molti anni fa è molto attuale e ricca di sentimenti.
Daniele Pugliese
Classe I L –
Scuola “Giovanni XXIII°”
ne ed i suoi genitori. Egli
adora il cioccolato ma può
mangiarne una sola barretta, come regalo del suo
compleanno. Charlie, ogni
giorno al ritorno da scuola, ammira una fabbrica di
cioccolato, di Willy Wonka,
che però è chiusa, ma nello
stesso tempo produce misteriosamente cioccolato.
Un giorno la città impazzisce perché sul giornale è
uscito un annuncio: “Willy
Wonka aprirà la fabbrica a
cinque ragazzi che dovran-
I Commenti
Q
ualche giorno fa siamo
andati, per la quarta
volta, alla biblioteca
“Pier Giorgio Frassati”, al progetto Leggifilm, come l’anno
scorso e questa volta abbiamo
esaminato il libro e il film “la
fabbrica di cioccolato” tratto dal
libro di Rohal Dahl. Il film, però,
non era quello dell’anno scorso,
definito lugubre dalla critica, ma
quello prodotto nel ’71 dal regista Stuart anche se ci siamo un
po’ rattristati perché negli anni
settanta non c’erano tutti gli effetti speciali che ci sono nel film
con Johnny Depp. Rohal Dahl,
con questo libro, ha voluto evidenziare i bambini viziati e la
cattiva educazione che i genitori
danno ai loro figli. E noi, come
sempre, abbiamo notato le differenze tra libro e film. La storia
inizia da Charlie Buckett, un
bravo ragazzino che vive in una
povera famiglia. La madre sta
sempre a casa con i nonni che
stanno sempre a letto, due da un
capo e due da un altro, mentre il
padre è operaio in una fabbrica
di dentifricio. Qui si nota subito una differenza, ossia che nel
libro il padre è vivo, nel film,
invece, è morto e la madre fa la
lavandaia. Charlie vive in una
catapecchia alla periferia di una
grande città. Lui è molto povero
e la cosa che gli piace di più è
il cioccolato, ma per lui è un
lusso e può mangiarlo una volta
all’anno, in occasione del suo
compleanno. Un giorno Charlie passa di fronte alla fabbrica
di cioccolato. Quando va a casa
il nonno gli spiega che quella è
la fabbrica di Willy Wonka, un
uomo eccezionale, che aveva
preparato un castello di cioccolato per il principe Bonticherry e
inventato tantissime invenzioni
dolciarie, come il gelato al cioccolato che non si scioglieva mai
o le caramelle che cambiano
colore o addirittura la gomma
da masticare che non perdeva
mai sapore. Però, per colpa di
alcuni rivali invidiosi, la fabbrica chiuse. Qualche tempo dopo
la fabbrica riaprì ma non c’era
nessun operaio che lavorasse
lì. Ogni tanto si vedevano ombre di esseri piccoli e nessuno
era più entrato lì dentro. Dopo
alcuni giorni alla televisione si
sentì che Willy Wonka aveva indetto un concorso: “qualunque
bambino troverà dentro i dolci
Willy Wonka uno dei cinque
biglietti dorati, potrà entrare a
vedere di dentro la fabbrica di
cioccolato e avere una scorta di
cioccolato per tutta la vita”. Tutti iniziarono la frenetica ricerca.
Poco dopo il primo biglietto fù
trovato da Augustus, un bambino tedesco, grassottello e molto
ingordo. Il secondo da Verruca
Salt, una bambina insopportabile. Il terzo da Violetta Burgald,
che tratta male i genitori. Il
quarto da Mike, un teledipendente. Il quinto dall’inizio si
pensa lo abbia un brasiliano ma
poi si scopre che lo ha falsificato
e Charlie, con una monetina trovata per terra, prende prima la
nuova invenzione di cioccolato
e poi una barretta classica e in
quest’ultima trovò il biglietto.
Il regolamento prevedeva che
qualcuno lo accompagnasse e
lui sceglie il nonno Jo. Prima
di andare alla fabbrica Charlie
incontra un nemico di Wonka
che gli può dare moltissimi soldi in cambio di un’invenzione di
Wonka. Quando arrivano iniziano il loro giro turistico da una
sala in cui tutto è commestibile
e c’è una cascata di cioccolato. Scoprono l’esistenza degli
Umpa Lumpa, dei piccoli panetti che lavoravano in cambio di
cioccolata. Willy li ha trovati a
Umpaland e loro dovevano stare
sempre sugli alberi perché i nemici, cioè i Truffascarabocchi gli
davano la caccia e allora decise
di portarli con sé. Qui Augustus
cade nel fiume e va nella sala del
caramellato. Intanto loro vanno
avanti e arrivano nel laboratorio segreto e ad ognuno di loro
viene data una gomma da masticare che non perde mai sapore.
Poi passano nella stanza delle
oche (che nel libro sono scoiattoli, ma per ragioni grafiche
sono oche) che fanno le uova
d’oro e se, secondo una bilancia
speciale, è un uovo buono viene
lavorato, altrimenti viene buttato nella spazzatura. Intanto tre
bambini rimasti vanno in un’altra sala dove si fa la gomma da
masticare che sa di pranzo. Violetta non resiste e se ne mangia
subito una, solo che poi si gonfia
e gli Umpa Lumpa la portano in
un’altra sala. Sono rimasti solo
Charlie e Mike. Entrano nella sala del telecioccolato, cioè
che le tavoletta potevano essere
rimpicciolite e mandate dalla
realtà in una televisione. Mike
decide di testa sua di farsi
teletrasportare, diventando
però più piccolo. Anche gli
Umpa Lumpa lo portarono
in un’altra sala. E’ Charlie
allora a vincere, ma Willy
Wonka gli dice di no. Il nonno si indigna e dice di andare
a vendere la caramella, ma il
ragazzo decide di essere leale e di lasciargliela, prima di
andarsene. Willy, allora, gli
spiega che lui ha vinto perché è stato onesto ed ora diventerà erede della fabbrica,
che questo concorso era solo
una prova per vedere chi era
degno di continuare la sua
opera. Al contrario del film
dell’anno scorso, la storia
finisce nel tuboascensore. Io
sono molto contento di aver
partecipato ancora a questo
progetto, perché è stata una
giornata diversa dalle altre.
no trovare uno dei biglietti
dorati presenti nelle barrette Wonka e chi di loro vincerà avrà una fornitura di
cioccolato per tutta la vita”.
Il primo ragazzo a trovare il
biglietto d’oro è Augustus,
un bambino ingordo e divoratore di cioccolato. La
seconda è Verruca Salt, una
bambina viziata che appena chiede, ottiene. Intanto
è arrivato il compleanno
di Charlie che con estrema
calma apre la barretta ma
sfortunatamente non trova
niente. Il giorno dopo arriva un annuncio al giornale:
“il terzo biglietto è stato
trovato da Violetta Burgard,
un’accanita
mesticatrice
di Chewing-gum. Il quarto
biglietto tocca a Mike, un
teledipendente fino al punto
di non voler essere intervistato. Così rimane un solo
biglietto! Chi lo avrebbe
trovato? Dopo qualche giorno, mentre torna da scuola,
Charlie trova una monetina
per terra ed entra nel bar più
vicino, compra una barretta
di cioccolato che divora,
ma anche in questa nessuna
traccia del biglietto d’oro.
Ne prende un’altra ed è proprio in questa che lo trova!
Il quinto biglietto d’oro.
Arriva a casa e racconta a
tutti l’accaduto. E’ felicissimo, il giorno dopo dovrebbe andare alla fabbrica di
cioccolato. C’è un piccolo
problema, chi avrebbe accompagnato Charlie?. Dopo
un po’ si decide che sareb-
be stato nonno Jo che è un
grande ammiratore del Sig.
Wonka. E’ arrivato il gran
giorno… Charlie, il nonno e
tutti gli altri sono lì ad aspettare che Willy Wonka apra i
cancelli. Una volta presentatosi iniziano il giro della
fabbrica e per un motivo o
per un altro a tutti accade
qualcosa: Augustus cade nel
fiume di cioccolato, Violetta diventa blu e grassa a
causa di un Chewing-gum,
Verruca va nello scarico e
Mike si rimpicciolì; l’unico
rimasto è Charlie. Il vincitore!. Allora, tutta la famiglia si trasferì alla fabbrica
di cioccolato poiché Charlie
è l’erede di Willy Wonka.
Questa è la storia narrata
dallo scrittore mentre il film
apporta qualche differenza,
poiché è un film del 1971,
senza grandi effetti speciali. Abbiamo visto quel film
perché quello dell’anno
scorso è stato criticato per
la poca solarità. Il messaggio dell’autore è rivolto
ai genitori, poiché a volte
essi non sono in grado di
educare i figli, non insegnando loro a rinunciare e
ad accontentarsi di ciò che
si ha. Il protagonista Charlie, invece, sa rinunciare, si
accontenta del necessario e
anche meno, ma nello stesso tempo è felice.
La Fabbrica di Cioccolato
AUTORE: Giuseppe Condemi
Classe 2°B – Scuola “Giovanni XXIII”
Crotone
Agostino Pantano
Classe II° B –
Scuola “Giovanni
XXIII°”
Classe II B
Scuola “Giovanni
XXIII°”
Speciale scuola
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
17
Leggere che passione!
A cura di
Maria Grazia D’Ettoris
La Pier Giorgio Frassati racconta
Un Giorno in Biblioteca
Pubblichiamo i lavori delle classi 3° C
Scuola “M. Montessori” e 3° A della
scuola “Bernabò IV Circolo” di Crotone
I Disegni
I Tre Cani
AUTORE: Maria Vittoria Pileggi
Classe 3°C – Scuola “M. Montessori”
Crotone
I Tre Cani
AUTORE: Alisea Perticone
Classe 3°C – Scuola “M. Montessori”
Crotone
I Tre Cani
AUTORE: Daniele Pugliese
Classe 3°C – Scuola “M. Montessori”
Crotone
L’Acciarino Magico
AUTORE: Stefania Scida
Classe 3°A – Scuola “Bernabò IV Circolo”
Crotone
L’Acciarino Magico
AUTORE: Arianna Scerra
Classe 3°A – Scuola “Bernabò IV Circolo”
Crotone
INSERTO
Corriere Letterario
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
A cura di Antonio D’Ettoris
Islam contemporaneo, tra fondamentalismo e dialogo
Alberto Maira
Un CD a cura
del CESNUR
E
’ ormai in mezzo a tutti ed
ovunque. Il confronto con
quanti vi appartengono diviene sempre più inevitabile. Non
pochissimi occidentali ed italiani, inoltre, vi hanno aderito. Eppure, poco e talvolta quasi nulla,
conosciamo del suo orizzonte. In
qualche caso, le immagini che ci
siamo fatti o che ci sono state offerte sono edulcorate, imprecise,
vaghe, errate e superficiali. Ci riferiamo alla complessa realtà del
mondo religioso e culturale islamico. Per cominciare ad orientarsi,
ed in modo particolare ideato per
l’insegnamento, è stato concepito
dal Cesnur un CD di informazione
scientifica che può essere usato in
ambito scolastico, di associazioni e
gruppi, nonché da realtà - penso
alla Caritas - che per l’attività che
svolgono, necessitano di orientamento per muoversi più consapevolmente all’interno di un mondo,
quello dell’immigrazione, che
vede la presenza non irrilevante di
islamici.
Gli avvenimenti dell’11 settembre 2001 hanno generato un
grande interesse per l’islam. In una
precedente ricerca condotta dal
CESNUR con il sostegno dell’Assessorato Regionale dei Beni culturali ed ambientali e della Pubblica
istruzione della Regione Siciliana
(Berzano e Zoccatelli 2005), è
emerso che in Sicilia in dieci anni,
dal 1994 – data di un’altra ricerca
dello stesso CESNUR (Berzano e
Introvigne 1994) – al 2004, è no-
tevolmente salito l’interesse per le
religioni diverse dalla cattolica. Ma
solo il 29% si ritiene sufficientemente informato sull’islam, contro
il 34% del 1994. Evidentemente
quanto appariva sufficiente prima
dell’11 settembre 2001 oggi non lo
è più, ed emerge la consapevolezza
che dell’islam, di cui pure tanto si
parla, si sa ancora troppo poco.
Di qui l’opportunità, di un’indagine, condotta sulle fonti, e della
predisposizione di uno strumento pedagogico adeguato per uno
sguardo sull’islam, la sua storia,
la sua percezione e soprattutto le
sue caratteristiche contemporanee.
Questa iniziativa s’inserisce anche
nell’ambito di una necessaria educazione alla convivenza con il pluralismo religioso, sempre più necessaria – pur senza facili irenismi
– in una società multireligiosa e
multiculturale. Concepire il pluralismo non solo come un problema
ma anche come una risorsa richiede anzitutto una conoscenza che si
fondi su dati di sicuro valore scientifico. Prima di giudicare e reagire
occorre ovviamente conoscere.
La prima parte presenta dati fondamentali relativi all’islam sunnita, alla sua presenza in Italia (con
cenni specifici alla nostra isola),
all’islam sciita e al sufismo. Anche se l’orientamento della ricerca
e del sussidio privilegino motivatamente l’islam contemporaneo,
sono ovviamente fornite informazioni di base essenziali.
La seconda parte mette in
luce il carattere non monolitico
dell’islam. Non esiste infatti tanto l’islam quanto gli islam, diversi sia per ambiente geografico
(l’islam turco, per esempio, non
è l’islam tunisino) sia per orientamento giuridico e teologico, sia
– oggi – per il rapporto con la modernità. Qui , appunto, l’uso della teoria dell’economia religiosa
permette di distinguere fra diversi
«stili» islamici, trovando un loro
posto anche al fondamentalismo
e all’ultra-fondamentalismo, che
emergono come realtà che sono
certo di qualche rilievo ma che
non rappresentano tutto l’islam.
Non tutti i musulmani sono fon-
Pietro Aloise
Corri poeta corri
Midas
pp. €.
Pietro Aloise nudo in poesia, faticando coltiva
amore. Sfida la morte e la bellezza, sfida Dio
anche quando vuole perdono. Ribaldo e fragile,
cerca un senso per questa vita e la morte che
ci attende, come un velo di silenzio. Vorrebbe
che tutto trovasse un senso compiuto, ma nello
stesso tempo squarcia i lati bui della sua anima
con ferite in cui scorre libertà. La sua voce urla
forte, è straziante, melodica, dolcissima, è il suono dei suoi giorni che
a volte lo trafiggono. Aloise è un insaziabile ladro di vita, un rapinatore di sentimenti ed emozioni, i suoi furti si trasformano in poesia.
Versi essiccati, essenziali, che contengono la secrezione estrema della
sua esistenza. La resurrezione la esplora in questa vita fatta di peccati
sconosciuti alla sua arte. Aloise lava la sua anima immergendosi in
un’acqua fatta di parole e poi affronta l’universo da vero brigante,
sempre pronto a disegnare un fiore dove c’è una macchia di sangue.
Ci sono giorni strazianti da maledire e giorni lucenti da inseguire, lui
vive in mezzo nuotando a stile libero. E’ un poeta combattente, l’Aloise innamorato e l’Aloise furioso, nella sua bisaccia ci sono solo versi,
che sono acqua e sete, sale e miele, per tutti quelli che hanno voglia di
disperdersi in una lacrima o in un sorriso.
Cecilia, detta Ilia, vive a Barcellona con il secondo marito
più giovane di lei, e i tre figli. Ilia lavora
nella redazione di un settimanale e la
sua giornata è frenetica: sveglia alle 7,
meno di mezz’ora per lavarsi, truccarsi,
pettinarsi e vestirsi, di corsa a parcheggiare le bambine e sempre di corsa in ufficio; alla sera preparare la cena
e accogliere il marito possibilmente con un sorriso. Ilia sta per compiere
i fatidici quaranta...
Silvia Soler
39 + 1. un compleanno
difficile
Sonzogno
pp. 193 €. 16,00
“La forma di un saggio letterario sulla letteratura
Yasmina Reza
è ispirata soltanto dall’opera concreta che è l’ogL’alba,
la sera, la notte
getto della sua riflessione. E poiché ogni opera
Bompiani
letteraria degna di questo nome possiede una sua
problematica unica e inimitabile, la forma del sagpp. 188 €. 15,00
gio non può che essere, anch’essa, unica e inimitabile. La forma, ovvero: il sentiero che conduce
all’enigma sempre diverso di ogni opera studiata. E, in effetti, ciascuno dei
tredici saggi che compongono il libro di Massimo Rizzante è diverso” Milan Kundera
Gli storici del mondo classico coltivavano un affascinante genere letterario: le vite degli uomini
illustri. Yasmina Reza compie in questo libro la
Saggio sul romanzo
medesima scelta, seguendo durante i cento giorni
Marsilio
della sua campagna elettorale Nicolas Sarkozy,
uomo politico più discusso del momento. Non è
pp. 177 €. 16,00
una biografia né un pamphlet sulla destra francese:
è piuttosto il ritratto a tutto tondo di un uomo brillante, decisionista, arrogante, che vive di azione e solo nell’azione, la cui
principale ambizione è di “agitare la vita” e di “volere” a ogni costo.
Massimo Rizzante
L’albero
Ambientato sotto il regno di Ramses III, l’ultimo
Antonio Cabanas
dei grandi faraoni, il romanzo è la storia avventuIl
ladro di tombe
rosa di una famiglia di ladri di tombe. Personaggi
Tropea
storici e di finzione si intrecciano dando vita a un
pp. 499 €. 18,60
ampio affresco sull’antico Egitto, ricco di dettagli
sulla vita quotidiana, i costumi, la lotta per la sopravvivenza delle classi più povere e gli interessi di potere dell’aristocrazia.
damentalisti, e non tutti i fondamentalisti sono terroristi. Tuttavia
alcuni musulmani fondamentalisti
sono terroristi.
La terza parte, divisa in quattro sezioni, affronta in modo approfondito il tema del terrorismo
ultra-fondamentalista. Tra l’altro
è posta l’attenzione su un partito politico che aspira a, e talora
esercita, responsabilità di gover-
no. Poi su un’organizzazione clandestina :
entrambi utilizzano fra
i loro mezzi d’azione il
terrorismo suicida: Hamas
e al-Qā’ida.
Lo scopo della parte
19
successiva del CD è mostrare
come gli strumenti sociologici
utilizzati nella ricerca e chi seguirà l’itinerario proposto dal sussidio imparerà ad usare – la teoria
dell’economia religiosa e la teoria delle nicchie – possano aiutare ad analizzare anche problemi
complessi come quello del terrorismo suicida, e in qualche modo
perfino a prevedere la possibile
efficacia delle diverse politiche
che si propongono di contrastarlo. Le Appendici infine aiutano a
entrare direttamente in contatto
con il linguaggio dell’ultra-fondamentalismo e con le paradossali “ragioni” che ritiene di potere
proporre. Il quadro vuole essere
quello di uno sguardo che sia insieme «mediterraneo» e globale
sull’islam contemporaneo, che
non ignori i gravi problemi posti
dall’ultra-fondamentalismo e dal
terrorismo, ma insieme rimarchi
come quello ultra-fondamentalista è solo uno dei volti – non
certo maggioritario tra i musulmani – dell’islam. Benché questa
parola sia abusata, - la si utilizza
spesso e volentieri con estrema
superficialità - il testo conclude
che considerare tutte le forme di
islam come uguali è l’unica vera,
e pericolosa, «islamofobia» dei
nostri giorni.
Il lavoro, concepito innanzitutto
per le scuole e gli operatori culturali, offre pure lo spunto per riflettere sulle modalità scientifiche e
comportamentali, - i percorsi - per
affrontare con serietà problemi
complessi, contro ogni semplificazione e banalizzazione, con le
quali talvolta si trattano anche le
grandi questioni che meriterebbero
per loro natura e consistenza ben
altro trattamento.
Ha diretto la ricerca Massimo
Introvigne, fondatore e direttore
del CESNUR (Centro Studi sulle
Nuove Religioni).
Nel 1931, per sfuggire all’oscurantismo della
dittatura mussoliniana, Borgese si imbarca per
gli Stati Uniti e trasforma il suo soggiorno in
Giuseppe Antonio Borgese una sorta di auto-esilio, in seguito al rifiuto di
Vallecchi
giurare fedeltà al Partito nazionale fascista.
Negli articoli inviati al “Corriere della Sera”,
pp. 328 Euro 16,00
il manifesto entusiasmo per la società statunitense, esternato di fronte a un pubblico addestrato all’antiamericanismo, rappresenta una ferma presa di posizione nei
confronti della politica culturale del Regime.
A cura di Ambra Meda
Atlante americano
Quando Nicolò Carandini, plenipotenziario
Edgardo Bartoli
della nuova Italia nata dal crollo del fasciMilord
smo, arrivò a Londra circondato dai suoi
Avventure dell’anglomania
collaboratori, il funzionario di modesto
italiana
rango incaricato di riceverlo con la massima
Neri Pozza
freddezza possibile, fu colto da un attimo
di sgomento. Elegantissimo, alto, bello (dipp. 240 €. 18,00
cevano che assomigliava a Gary Cooper) il
conte Carandini non rientrava affatto nei modelli mediterranei. Sembrava
– e in fondo lo era – un lord, più vero di quelli che frequentavano la camera
dei pari: qualcosa che per un inglese non poteva esistere in natura...
È il 1984 a New Delhi, e la città è scossa dalle
violenze anti-Sikh dopo l’assassinio di Indira
Gandhi. Nella famiglia di Chhobi e Sonali, tuttavia, un piccolo clan di bengalesi rifugiatisi a
Delhi a seguito della partizione dell’India, tutto
sembra seguire il corso ordinario delle cose. La
bella Sonali si è appena vestita e come sempre ha scelto d’istinto ciò
che le dona di più...
Selina Sen
Lo specchio si fa verde
Neri Pozza
pp. 384 Euro 18,00
Nel mezzo di un’estate svedese insoliLerif GW Persson
tamente torrida, l’attenzione dell’intera
Anatomia di un’indagine
nazione converge sulla tranquilla località
Marsilio
di Växjö: Linda Wallin, vent’anni, brillante
pp.
551
€. 18,50
e attraente allieva della scuola di polizia, è
stata brutalmente uccisa nell’appartamento di sua madre. Nella penuria di uomini dettata dalle vacanze estive, è il
commissario Bäckström, arrogante ed egocentrico imbroglione, a guidare
un’indagine serratissima.
20
INSERTO
Romanzando
x
Ernest Miller Hemingway
(1899-1961)
Romanzi per Ragazzi
Laura Iuorio
Il destino degli Eldowin
Fanucci
pp. 446 €. 16,50
C’è un luogo, nel Varlas, in cui
uomini ed elfi convivono pacificamente da secoli. È la grandiosa città-stato di Azales, situata ai
piedi delle cascate Mah Quad, e
dominata dalla leggendaria stirpe elfa degli Eldowin. Ma uno spietato nemico trama nell’ombra per distruggerne il fragile equilibrio e riconquistare nel sangue il potere perduto.
Lamb Charles, Lamb Mary
Racconti da Shakespeare
Fabbri
pp. 179 €. 19,00
Scritti nel XIX secolo da
Charles e Mary Lamb, i “Racconti da Shakespeare” sono
un classico della letteratura inglese. Questi
adattamenti, o “riassunti imperfetti” destinati ai
ragazzi, ritraggono l’universo shakespeariano.
Le illustrazioni di Joëlle Jolivet sono una cornice elegante nella quale far rivivere le atmosfere
magiche e visionarie dell’autore inglese.
Jean Claude Mourlevat
La battaglia d’inverno
Fabbri
pp. 451 €. 13,20
Helen e Milena. Bart e Milos.
Una fredda sera d’inverno le due
amiche si arrampicano sulla collina, dirette al villaggio delle consolatrici; i due
ragazzi ne scendono per tornare nel loro collegio. A una svolta della strada si incontrano: un
momento che sconvolge le loro vite. Decidono
così di fuggire dai collegi in cui sono reclusi; Milena e Bart vogliono ritrovare i genitori
scomparsi.
Brad Meltzer
Il libro del fato
Garzanti
pp. 560 €. 19,60
Quattro di luglio, Washington D.C. Quando
Wes Holloway, assistente del presidente degli
Stati Uniti Leland Manning, sale sulla limousine presidenziale, non sa che la sua vita sta
per cambiare per sempre. Sembra un viaggio
di routine come molti altri, ma non appena la
macchina giunge a destinazione e si ferma parte una raffica di colpi d’arma da fuoco: Wes
viene ferito in volto ma riesce a salvarsi, il presidente è miracolosamente illeso, ma Ron Boyle, vicecapo del gabinetto e amico personale di
Wes, resta ucciso…
Banana Yoshimoto
Il coperchio del mare
Feltrinelli
pp. 140 €. 10,00
Mari si è appena laureata ed è tornata a vivere
nel suo paese natale, dove ha deciso di aprire un
piccolo negozio di granite. Quell’estate le madre
ha deciso di ospitare la figlia di una sua cara amica che sta attraversando un periodo molto difficile a causa dell’improvvisa morte della nonna.
Nonostante Mari non sia entusiasta all’idea, finirà per stringere un forte rapporto d’amicizia con
la ragazza.
Francesco Cagno
Se mi lasci sto male
Newton & Compton
pp. 320 €. 9,90
Margherita Ficarazzi è una donna dalle
forme prorompenti
ma dal cuore desolato. Affermata presentatrice,
Margherita
è l’eroina di tutti i single italiani che,
sedotti e abbandonati, si riscattano con
Se mi lasci sto male: una fortunatissima
trasmissione televisiva dedicata al mal
d’amore. Dietro un’apparenza innocua,
il programma, manovrato dai servizi segreti, serve a raccogliere informazioni
sui casi sempre più numerosi di “devianza sentimentale”…
Il libro parla di una
città nascosta, un
luogo segreto in
cui vanno a finire tutti gli oggetti
distrutti di Londra... e a volte anche le persone che si perdono o le
cui vite sono spezzate per sempre.
Tra questi, Brokkenbroll, capo degli ombrelli rotti, Obaday Fing, un
sarto dalla testa a forma di enorme
puntaspilli, e un cartone di latte
vuoto di nome Curdle.
Peer e Hilde sono
sempre a caccia
di avventure, e quando una nave approda nel loro villaggio in cerca di
equipaggio, decidono di imbarcarsi.
La “Serpe d’Acqua” è diretta verso
una terra oltre oceano abitata da un
popolo misterioso con la pelle scura.
Ma il comandante della nave è davvero solo un onesto mercante? Età di
lettura: da 10 anni.
Clive Staples Lewis
(1898-1963)
Romanzi d’Amore
China Miéville
Il libro magico
Fanucci
pp. 352 €. 17,50
Katherine Langrish
Il sangue dei troll
Fabbri
pp. 407 €. 15,50
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Camilla Baresani, Allan Bay
La cena delle meraviglie
Feltrinelli
pp. 167 €. 14,00
Una degustazione di vini piuttosto mediocri è la
scena sulla quale si intrecciano i destini di Camilla
Baresani, giornalista-scrittrice, e di Allan Bay, noto
giornalista enogastronomico e autore di diversi libri
di cucina. Durante la cena, Camilla è silenziosa e
preoccupata, mentre Allan Bay e i suoi amici Paolo e
Antonio - rispettivamente un intenditore di vini e un
esteta della tavola - parlano di una fastosa “cena delle
meraviglie” che da sempre hanno in mente di organizzare: la fidanzata di Antonio e la moglie di Paolo,
stufe di sentirli descrivere nei particolari un progetto
che sembra destinato a rimanere per sempre tale, li
prendono un po’ in giro…
Ottorino Gurgo
Ammazziamo Pulcinella!
Guida
pp. 168 €. 11,30
Napoli celebra la festa della Madonna del
Carmine. Carmelina Quagliarulo, detta “a
cuzzechella”, scorge tra la folla una figura ben
nota: Pulcinella. Ma costui non è un uomo che
indossa la maschera del personaggio, ma Pulcinella stesso, deciso a mostrarsi finalmente ai
napoletani…
È il 1984 a New Delhi, e
la città è scossa dalle violenze anti-Sikh dopo l’assassinio di Indira Gandhi.
Nella famiglia di Chhobi e
Sonali, tuttavia, un piccolo clan di bengalesi rifugiatisi a Delhi a seguito della partizione dell’India,
tutto sembra seguire il corso ordinario delle cose.
La bella Sonali si è appena vestita e come sempre
ha scelto d’istinto ciò che le dona di più: le tinte
capaci di accenderle riflessi dorati sulla pelle e di
esaltare l’ambra liquida dei suoi occhi. Chhobi, sua
sorella, una ragazza sensibile e intelligente che non
bada molto alle apparenze, non può fare a meno di
guardarla ammirata...
Chris Bohjalian
Doppio legame
Neri Pozza
pp. 352 €. 18,00
Jean Smiley
Dieci giorni sulle colline
Neri Pozza
pp. 592 €. 19,00
È la primavera del 2003 e Max ed Elena sono
appena tornati dalla cerimonia degli Oscar nella loro bella casa sulle colline di Hollywood.
Regista e sceneggiatore, Max è un habitué della
notte delle statuette, dopo averne vinta una per
la migliore sceneggiatura negli anni Settanta con
Grace, un film che ha fatto addirittura capolino in
qualche lista dei «cento migliori film del XX secolo».
Per Elena, invece, che
scrive manuali di sopravvivenza (l’ultimo a cui
sta lavorando si intitola
Come fare tutto nel modo
giusto), quella era la prima
volta…
Varia
Selina Sen
Lo specchio si fa
verde a primavera
Neri Pozza
pp. 384 €. 18,00
Laurel ha vissuto a lungo a Long Island, un
mondo fatto di lussuose abitazioni con giardini
perfettamente curati, concessionarie di auto di
lusso e cliniche specializzate in cure dimagranti.
Da bambina ha imparato a nuotare, andare in barca a vela e giocare a tennis
nel circolo sportivo di Long
Island Sound, la villa in
pietra che era stata un tempo la casa di Jay Gatsby e
alle cui pareti sono ancora
appese polverose fotografie
in bianco e nero delle sue
feste degli anni Venti, che
ritraggono persone impeccabilmente vestite e irrimediabilmente ubriache…
Danny Scheinmann
Piccoli gesti di amore
eroico
Corbaccio
pp. 390 €. 18,60
1992: Leo Deakin si risveglia in un piccolo ospedale in un luogo imprecisato
del Sud America. La sua fidanzata, Eleni, è morta e Leo, in stato confusionale,
non ricorda nulla di quanto è successo.
Accusa se stesso della tragedia e viene
risucchiato in una spirale di disperazione. Eppure Leo è sul punto di trovare
qualcosa che cambierà per sempre la
sua vita. 1917: Moritz Daniecki è un
soldato austro-ungarico fuggito da un
campo di prigionia in Siberia…
Eduard Estivill, Monte
Domènech
Racconti da leggere
prima riandare a
dormire
Feltrinelli
pp. 150 €. 12,00
Si tratta di un libro di brevi racconti, che
contengono anche un aspetto funzionale al metodo creato dal dottor Estivili.
Ciascun racconto ha a che fare con una
paura - soprattutto con quella di diventar grandi - che affiora in forma narrativa aprendo strade, rompendo stati di
paralizzazione emotiva, spianando ostacoli…
Thomas Healy
Ti presento Martin
Piemme
pp. 189 €. 12,50
Non c’è una ragione, almeno non razionale, perché Thomas un giorno decida di prendere un cane. Non aveva
mai neppure immaginato di volerne
uno. Invece leggere l’inserzione sul
giornale e precipitarsi a scegliere uno
dei sei cuccioli di dobermann in vendita è stato un tutt’uno. A questo punto,
come spesso accade, non si sa più chi
dei due sia stato a scegliere l’altro...
Chiara Marchelli
Sotto i tuoi occhi
Fazi
pp. 187 €. 13,50
In una mattina d’autunno Giorgia siede
al Caffè della Consolazione a ricordare
la sua storia con Mara, morta un anno
prima per un cancro a forma di stella.
Il signor De Smet è andato via, lontano
dal Belgio, dove ancora circola la voce
che abbia ucciso la giovane amante
anoressica e oggi, su un autobus nella
campagna del Monferrato, gli torna in
mente tutto…
INSERTO
NOVITÀ LIBRARIE
Novità Laterza
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
www.utet.it
Donald Bloxham
Il grande gioco del genocidio
Utet Libreria
pp. XVI-383 €. 24,00
Circa un milione di armeni furono uccisi
nel 1915-1916 per volontà dello Stato
ottomano. Per oltre un secolo, questo
genocidio è stato ignorato o non riconosciuto per ciò che era stato. In questo
libro, Donald Bloxham illustra le ragioni
per cui è avvenuto e, in seguito, trascurato e ne offre una nuova interpretazione,
collocandolo saldamente nel contesto della storia internazionale. Il “grande gioco” del genocidio liquida le polemiche che per quasi un secolo hanno offuscato
la comprensione del terribile destino subito dalla comunità armena nei primi
anni del Novecento.
“Il cibo italiano, quando è al suo meglio, ha il
carisma che gli deriva da un rapporto quasi poetico con il luogo e con l’identità. La ragione
Storia degli italiani a tavola principale per cui gli italiani in generale manpp. X-437 €. 20,00
giano così bene è semplicemente che la cucina
rafforza in loro il sentimento delle origini e
della identità.
John Dickie
Con gusto
Maria Fusaro propone una originale lettura
Maria Fusaro
dell’età moderna quale cruciale fase d’avvio
Reti commerciali e
di un’interazione sempre più intrecciata e ditraffico globale in età
retta tra i diversi continenti. Nella sua attenta
moderna
analisi storica le sinergie sorte, nell’arco cropp. 184 €. 12,00
nologico che va dal Quattro al Settecento, fra
commercio internazionale ed evoluzione degli
strumenti finanziari, così come il ruolo giocato
dai commerci nello sviluppo economico europeo, rivelano la
propria natura di vitale premessa alla Rivoluzione industriale del
Vecchio continente.
Questo colorito e dettagliato
ritratto storico ha per fosco palcoscenico l’Europa del Cinquecento
e per protagonista Emanuele
Filiberto di Savoia. Nel 1553,
alla morte di Carlo il Buono, il
disastro del ducato sabaudo si
era compiuto: politicamente inesistente, occupato dalle grandi potenze spagnola e francese le cui truppe
attraversavano e devastavano terre indifese e oppresse dalla miseria, indebitato vergognosamente e sommerso da ipoteche, esso rischiava di scomparire
dallo scacchiere europeo su cui peraltro, per la sua posizione geografica, avrebbe potuto aspirare alla posizione di pedina chiave.
Carlo Moriondo
Testa di ferro
Vita di Emanuele Filiberto di Savoia
Utet libreria
pp. XI-238 €. 19,00
I Bronzi di Riace e il Satiro danzante di
Mazara del Vallo, la nave romana rinvenuta
intatta nelle acque antistanti l’antica città di
Aquileia e le statue bronzee nel mare di Brindisi, le navi romane a Pisa, la città sommersa
di Baia, la nave cinquecentesca e i cannoni
francesi di Sciacca, in Sicilia. Nel corso dei secoli il mare ha inghiottito, e poi lungamente celato, tesori inimmaginabili.
Giovanni Lattanti
Navi e città sommerse
pp. VIII-211 €. 45,00
Paul Hazard
La crisi della coscienza europea
Utet libreria
pp. XLIII-367 €. 24,50
Questo non è un manuale di storia economica:
è piuttosto una visione completa della vita
economica delle aree coloniali di dipendenza
spagnola e portoghese. Il suo valore storico è
pp. XXVI-453 €. 25,00 che, a differenza di altri studi, in nessun modo
è un’approssimazione olistica o ideologica alla
disciplina dell’economia. È un’analisi che prima disaggrega i differenti
elementi - popolazione, risorse materiali, forme di lavoro, settori produttivi,
salari e prezzi, commercio e circolazione monetaria - per valutarne l’interazione, valorizzandone le forme di comportamento e il modo di reagire, per
offrire alla fine una spiegazione storica comprensibile della dinamica della
vita economica sudamericana.
A differenza dei suoi imitatori globalizzati,
John Dickie
la mafia siciliana si organizza combinando
Cosa Nostra
gli attributi di uno Stato ombra, di una
pp. XVIII-526 €.12,00
società d’affari illegale e di una società
segreta cementata dal giuramento. ‘Cosa
nostra’ ricostruisce le storie degli uomini e delle donne che sono
vissuti e sono morti all’ombra della mafia.
Ruggiero Romano
America Latina
Utet libreria
A cura di JL Briquet, A.
Mastropaolo
Politica in Italia
I fatti dell’anno e le
interpretazioni
pp. 376 €.26,00
Il 2006 è stato soprattutto un anno “elettorale”: una quota significativa dell’elettorato si è recata alle urne addirittura tre
volte. In almeno due casi - le elezioni del
9-10 aprile e il referendum costituzionale
del 25-26 giugno - le scelte degli elettori
hanno avuto ricadute di straordinaria importanza: le elezioni politiche hanno partorito una risicata vittoria del centro-sinistra.
Mario Albertini
Tut-ti gli scritti. IV. 19621964
pp. 848 €. 53,00
Il quarto volume comprende gli scritti relativi
agli anni 1962-1964, anni di crisi e di serrato
confronto per il Mfe sovranazionale dopo il
fallimento del Congresso del popolo europeo.
Albertini riteneva che per i federalisti sarebbe
iniziata una lunga marcia nel deserto e che il
loro compito dovesse essere quello di favorire
la nascita di un’opinione pubblica europea
attraverso il Censimento volontario del popolo
federale europeo.
Vera Zamagni
Introduzione alla storia
economica d’Italia
pp. 184 €.12,50
Questo volume presenta, nella prima parte, i
tratti fondamentali della storia economica del
nostro paese dall’età medievale e moderna
fino ai giorni nostri (dinamica demografica,
struttura occupazionale, evoluzione dei redditi, politiche economiche), facendo inoltre il
punto sulle più recenti interpretazioni; nella
seconda parte sono tracciate con grande chiarezza espositiva le linee delle trasformazioni
economiche dell’Italia dall’Unità a oggi.
A cura di Stuart Wolff
L’Italia repubblicana vista
da fuori (1945-2000)
Pagg. 504 €. 25,00
I temi trattati sono gli avvenimenti politici,
i processi di modernizzazione, i mutamenti
dei valori e delle identità, il Mezzogiorno,
l’economia e la società. In questo libro chi
ha personalmente vissuto gli anni della storia
recente potrà trovare uno specchio per considerare e riconsiderare le proprie convinzioni.
Cézanne era un deluso cronico, quando non
era soddisfatto di un lavoro riduceva la tela
in pezzi. Non era riuscito ad essere ammesso alla Scuola di belle arti e minacciava in
pp. 462 €. 24,00
continuazione di lasciare Parigi. Nel settembre 1861, depresso e disincantato, se ne
tornò ad Aix, e si mise a lavorare nella banca di suo padre. . Il libro
raccoglie questa e altre biografie dei maggiori pittori impressionisti.
Sue Roe
Impressionisti
Biografia di un gruppo
N I
ovità
Ennio di Nolfo
Il XXI secolo si apre su un quadro a tinte
Dagli imperi militari
decisamente forti; la dominazione americaagli
imperi tecnologici
na sul mondo del dopo guerra fredda entra
pp. X-446 €. 30,00
definitivamente in crisi, avanza strisciante la
minaccia del terrorismo globale, compaiono
nuovi protagonisti sulla scena mondiale,
dalla Cina all’India all’America Centrale e Latina, si modificano il ruolo
dell’Unione Europea e quello delle Nazioni Unite, che cambiano i loro
rapporti con l’alleato americano.
Con la trasposizione letterale di un’amplissima e
Renzo Lavatori
sconosciuta messe di scritti originali, il volume
Antologia diabolica
mostra come la figura e l’azione di Satana siano
Raccolta di testi sul diavolo
state viste e approfondite sia dai testi biblici
nel primo millennio
canonici e apocrifi, sia dagli autori più considereUtet libreria
voli dalle origini del cristianesimo fino al primo
pp. XXII-677 €. 25,00
millennio. Il risultato di questo lavoro è un provocatorio e lumeggiato ritratto del diavolo
“La maggior parte dei francesi pensava come
Bossuet poi all’improvviso i francesi iniziarono
a pensare come Voltaire: è una rivoluzione”,
scriveva Paul Hazard in questo classico, in cui
descrive i mutamenti della coscienza europea dal
Rinascimento, epoca del suo massimo fulgore,
all’Illuminismo e ai traumatici eventi della Rivoluzione francese.
www.laterza.it
21
l Mulino
www.mulino.it
Marino Freschi
La letteratura tedesca
pp. 288 €. 18,00
Il libro ripercorre la storia letteraria di lingua tedesca dai grandi poemi del Trecento (“I Nibelunghi”,
“Parzival”, “Tristano e Isotta”) alle opere dei più
celebrati autori del nostro tempo (fra gli altri i premi
Nobel Canetti, Böll, Grass, Jelinek). All’interno di
questa secolare vicenda culturale e artistica, sono
approfonditi il Settecento e il primo Novecento, due
momenti davvero epocali per la letteratura tedesca.
Anthony Giddens
La trasformazione dell’intimità
pp. 232 €. 14,00
Nella nostra epoca una serie di profondi cambiamenti ha investito i rapporti affettivi ben
oltre il terreno privato e la sessualità è stata
considerata un potenziale spazio di libertà,
fuori dalle restrizioni della civiltà contemporanea. A che punto è oggi la “rivoluzione
sessuale”? Per esplorare le trasformazioni
dell’intimità avvenute nelle società moderne,
alle quali le donne hanno contribuito in misura
fondamentale, occorre risalire alla nascita
dell’amore romantico alla fine del Settecento.
A cura di Fabio Zucca
Europeismo e federalismo
in Lombardia dal Risorgimento all’Unione europea
pp. 904 €. 50,00
La Lombardia e Milano sono anche fra le
patrie del moderno federalismo infranazionale e sovranazionale che si radica nel
pensiero di Carlo Cattaneo, si sviluppa fra
Ottocento e Novecento e arriva, attraverso Eugenio Colorni, alla fondazione del
Movimento federalista europeo avvenuta
a Milano nell’agosto del 1943. In questa
prospettiva il volume evidenzia il filo rosso
che collega pensiero e azione, Resistenza e
avvio del processo d’integrazione europea.
A cura di R. Balzani
Collezioni, musei, idemtità tra XVIII e XIX secolo
pp. 216 €. 17,50
Collezioni, musei, identità costituiscono
tre facce del prisma del patrimonio culturale, colto nella sua fase di formazione, fra Settecento e Novecento: non un
complesso di manufatti dato una volta
per tutte, ma il prodotto dell’incontro
fra un “bene” (storico-artistico, archeologico, paesaggistico, ecc.) e un particolare investimento simbolico compiuto
da una comunità.
LIBRI DA LEGGERE
22
Federica Bosco
101 modi per riconoscere il
tuo principe azzurro
Newton & Compton
pp. 256 €. 8,90
101 preziosissimi consigli contenuti in questo libro per capire
come riconoscere un principe
azzurro e scappare a gambe
levate davanti agli inaffidabili,
ai mammoni, agli sposati, agli
egoisti, ai prepotenti e ai pazzi.
LIBRI
INSERTO
è
LEGGERE
F
are ordine nel lessico,
storicizzare il feudalesimo medievale e
moderno, fornire alcune coordinate interpretative per orientarsi nel rapporto fra presente
e passato, senza incorrere nel
rischio di anacronistiche procedure analogiche o assecondare tendenze all’uso pubblico
e indiscriminato della storia»,
sono alcuni degli obbiettivi
perseguiti da Aurelio Musi,
ordinario di Storia moderna
presso l’Università di Salerno,
nel suo studio su Il feudalesimo nell’Europa moderna (il
Mulino, Bologna 2007, pp.
344, euro 26,00). Il feudalesimo — che a causa di una
ricostruzione solo ideologica
dominante nei secoli XVIII e
XIX evoca un sistema fondato su privilegi ingiustificati e
su una rigida subordinazione
gerarchica — ha costituito una
delle strutture portanti dell’Europa, contribuendo a ricostruire dal basso mediante legami
di fedeltà antichi e resistenti
una società in crisi profonda
a partire dalle invasioni barbariche del secolo V. Per quanto
indissolubilmente legata al
Medioevo, questa particolare
istituzione appartiene anche
all’età moderna, costituendo
un regime delle terre e degli
uomini, nonché un sistema
economico e di rapporti sociali. Lo studio di Musi è
dedicato appunto a mettere in
luce le caratteristiche del feudalesimo nell’Europa moderna, individuando tre distinte
aree geografiche: una settentrionale, soprattutto in Inghilterra, dove scompare alla fine
del Medioevo; una mediterranea, dove sopravvive fino
alla Rivoluzione francese
grazie a una duttilità maggiore; e una centro-orientale,
dalla Polonia alla Russia, in
cui esso rimane struttura costitutiva della società fino al
secolo XIX. Un’attenzione
particolare è dedicata al rapporto tra la feudalità e lo Stato nascente. Su ogni territorio
convivono una molteplicità di
giurisdizioni, che si configurano come poteri concorrenti
in uno stesso spazio politico:
«Nella lunga transizione che
ha segnato la vicenda dello
stato moderno l’intreccio di
giurisdizioni e il pluralismo
dei fori hanno costituito a
lungo la fisionomia tipica dei
sistemi di rapporti in Europa» (p. 52). Gradualmente il
feudatario tende a diventare
un’articolazione dello Stato
in formazione, sviluppando
alcune importanti funzioni
delegate, mentre il sovrano
Una casa senza biblioteca è
come una fortezza senza armeria
(da un antico detto monastico)
a cura di Maria Grazia D’Ettoris
C
La storia
d’Inghilterra
C
on originale inglese a fronte, viene
presentato un testo
quasi sconosciuto della
grande scrittrice inglese
Jane Austen: La storia d’Inghilterra, a cura di Franco
Venturi, La vita felice ed.,
pp. 110, € 8,50. Si tratta di
un’opera giovanile, vivace
e un po’ irrispettosa della
monarchia britannica.
(m. b.)
accentua la natura patrimoniale del feudo ma ne limita
sensibilmente i poteri giurisdizionali: «Nel Medioevo
nobile è un uomo che altri
ritengono nobile. Nell’Età
moderna nobile è un uomo
che il re ritiene nobile» (p.
111). In buona parte dell’Europa, tuttavia, il feudalesimo
continua a costituire una solida struttura, parte integrante
dell’organizzazione della società d’antico regime, mentre
in Francia, Portogallo e Italia
centro-settentrionale diventa
solo una variabile dell’articolazione complessiva della società. Sotto il profilo sociologico, infine, i titolari di feudo
costituiscono una formazione
onservali nella tua
Jenna Blum
Quelli che ci salvarono
Neri Pozza
pp. 512 €. 18,00
È un giorno del 1942 a Weimar in Germania. Un
giorno di calma anormale, quando l’Obersturmführer,
l’ufficiale nazista, fa il suo ingresso nella panetteria di
Mathilde Staudt, dove Anna si è rifugiata con la piccola
Trudie, la bambina avuta da Max Stern, il medico ebreo.
Il dottor Max Stern, anzi “il bravo dottor Max Stern”,
come lo chiamano a Weimar, è stato arrestato dalla
Gestapo per attività sovversiva e rinchiuso a Buchenwald, nel campo costruito nei boschi attorno alla città...
Luciano Pietronero
Complessità e altre storie
Di Renzo
pp. 116 €. 12,00
Ogni storia personale è un miscuglio di elementi ben identificabili e di fatti accidentali, un po’ come avviene nella dinamica
caotica. Non è dunque semplice separare
gli elementi essenziali da quelli marginali. Luciano Pietronero racconta, a quanti
manifestano interesse per la scienza, la sua
esperienza nell’università e nell’industria,
in Italia e all’estero.
Ugo Falcando
Il regno di Sicilia
Ciolfi
cetuale: «Si tratta di un gruppo
dotato di un insieme di privilegi giuridicamente riconosciuti
e socialmente riconoscibili, di
giurisdizione cioè, che condiziona la specifica valutazione
sociale, il sistema di valori.
[...] I poteri di signoria conferiscono agli appartenenti a
questo ceto risorse materiali
e immateriali che condizionano in varia misura i rapporti
economici e sociali, la relazione col potere politico ecc.» (p.
183). L’ordinamento feudale
durante la prima età moderna
entra anche nel sistema delle
relazioni internazionali: l’imperatore proteggeva i signori
dei piccoli feudi — sovrani
indipendentemente dalla scala statuale ma dipendenti dai
rapporti di forza internazionali
— dal rischio d’incorporazione in complessi territoriali
più potenti; ciò valeva anche
in quel complesso reticolo
di relazioni fra realtà diverse
esistente nel sistema imperiale spagnolo fra i secoli XVI e
XVII. L’opera, dopo aver illustrato il feudalesimo moderno
nei suoi aspetti giuridici, politici, sociali ed economici, si
chiude con un’analisi delle trasformazioni subite dalla feudalità nel Settecento e infine con
una panoramica dei tempi e dei
modi della sua abolizione nelle
diverse aree europee.
B
pp. 360 €. 16,00
L’autore uomo politico e studioso, si pensa
che fu ammiraglio del regno dal 1190. Il libro
del regno di Sicilia si occupa del periodo che
và dal 1154 al 1169. Vi si parla limitatamente della politica estera siciliana, ma molto
della vita sociale e degli intrighi politici in
Palermo, durante una età particolarmente
travagliata, esso è un eccelso capolavoro.
Chin-Ning Chu
L’arte della guerra per
donne
Corbaccio
pp. 301 €. 16,60
“L’arte della guerra” del filosofo e generale
taoista Sun Tzu, scritto nel V secolo a.C.,
è uno dei più diffusi trattati sulla gestione
dei conflitti, che dimostra ancora oggi tutta
la sua validità al di fuori dell’ambito militare. Chin-Ning Chu ne riprende i capisaldi per dimostrare alle donne come alcune
delle sue strategie possano “diventare armi
infallibili per vincere le battaglie della disuguaglianza fra i sessi”.
A cura di A. Aprà
Luigi Comencini
Il cinema i film
Marsilio
pp. 376 €. 25,00
CULTURA
Il feudalesimo nell’Europa moderna
Francesco Pappalardo
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Questo volume intende risarcire
Luigi Comencini di un debito che la
critica ha nei suoi confronti: quello
di aver esitato a individuarne la personalità autoriale, di averlo confuso con colleghi coevi
– in debito di riconoscimento anch’essi – sotto etichette
generiche (quella dell’“eclettismo” per esempio) quando
non fuorvianti. A Comencini è capitato in particolare
con i generici accostamenti alla commedia all’italiana
e alla “specializzazione” dei film con bambini. Ma il
suo cinema è ben altrimenti ricco. Se è vero che il suo
essere autore comporta anche un confrontarsi col cinema popolare, più che specificamente con i suoi generi,
se è vero che non sempre è all’altezza di se stesso (da
artigiano, quale si rappresenta, è disposto ad accettare
commissioni che non gli si addicono), è più spesso vero
che la sua personalità si esprime nella maggior parte dei
suoi film al di là dei generi, al di là dei condizionamenti
produttivi: e a volte in maniera segreta, altre in maniera
sorprendente (come nel suo documentarismo televisivo).
Giovanni Ricci
Sardegna criminale
Newton & Compton
pp. 492 €. 14,90
C’è un luogo, nel Varlas, in cui
uomini ed elfi convivono pacificamente da secoli. È la grandiosa città-stato di Azales, situata ai
piedi delle cascate Mah Quad, e
dominata dalla leggendaria stirpe
elfa degli Eldowin. Ma uno spietato nemico trama nell’ombra per distruggerne il fragile equilibrio e riconquistare nel
sangue il potere perduto. Mentre il regno corre incontro
all’inevitabile rovina, i favolosi Eldowin si avviano ignari,
fra giochi innocenti, balli di corte e sospiri d’amore, verso
il loro tragico destino. Molto tempo dopo, una combriccola eterogenea, formata da una maga in fuga, un simpatico
barbaro, due vampiri, una nana e un giovane contadino intraprende un viaggio avventuroso che la porterà dai confini orientali dell’Argelar, oppresso dall’implacabile Adras
l’Oscuro, fino al Varlas, sulle tracce della mitica città perduta.
iblioteca
Antonio Talamo
La sconveniente memoria
Guida
pp. 216 €.14,50
Maurizio Cianfarini
L’intervento psicologico
in oncologia
Carocci
pp. 143 €.16,50
Non sapere talvolta ha i suoi vantaggi. In
questo vuoto di memoria mi è cresciuta
negli anni un’idea di famiglia che riuniva tutte le imperfezioni. Così è stato fino
all’altro giorno. Avevo preferito non sapere piuttosto che ammettere l’eventualità che in un qualche particolare che mi
era stato taciuto potessi scoprire qualcosa di non armonico o di ordinariamente
umano.
Negli ultimi anni la Psiconcologia ha
fatto un notevole cammino anche in
Italia ed è gradualmente emersa, nella
pratica quotidiana con i malati, l’esigenza di ampliare l’ottica di osservazione e di attività per giungere a una
riscoperta della teoria e all’elaborazione di una tecnica adattabile in modo
specifico al singolo paziente e al suo
complesso vissuto.
Stuart Hall, Miguel Mellino
La cultura e il potere
Meltemi
pp. 66 €. 10,00
La cultura è una forma di dominio del capitalismo? Quali sono i motivi del disfacimento delle sinistre istituzionali? Queste sono solo alcune delle questioni che
vengono affrontate in questa intervista di
Miguel Mellino a uno dei più brillanti intelllettuali inglesi, Stuart Hall.
Martha C. Nussbaum
Le nuove frontiere della
giustizia
Il Mulino
pp. 464 €. 35,00
In questo volume Martha Nussbaum si
dedica ad integrare la teoria del contratto sociale di John Rawls per risolverne i
punti di labilità rispetto a tre forti asimmetrie sociali. Come trattare le persone con
disabilità fisiche o psichiche e garantirne
la piena realizzazione come esseri umani?
come estendere la giustizia a tutti gli abitanti del pianeta prescindendo dal luogo
in cui vivono e non discriminandoli per
la provenienza? come conciliare i nostri
standard di giustizia con il maltrattamento
agli animali?
Informazione Regionale
24
Il messaggio Pasquale
di Mons. Graziani
dalla
Calabria
“date a Dio il primo posto con i vostri gesti quotidiani, con la
vostra vita, ritornate a Dio nella storia, nella fede e nella memoria”
Verso una nuova scuola
C
irà Marina - L’Istituto
comprensivo Gian Teseo
Casopero di Cirò Marina
a scuola di strategie didattiche.
Sotto l’impulso del proprio Dirigente scolastico, la professoressa
Serafina Rita Anania, l’importante realtà scolastica cirotana mette
a segno l’ennesima scommessa
culturale dell’Anno in corso. Stavolta si tratta di analizzare a fondo, e digerire del tutto, le nuove
Direttive provenienti dal Ministero competente circa il metodo
d’insegnamento utile per realizzare una scuola moderna ovunque nella Penisola. Linee guida
per una nuova Scuola: ecco il
tema del Corso di aggiornamento voluto dallo stesso Istituto
comprensivo di Cirò Marina. A
illustrare la tematica in oggetto
è stato invitato l’ispettore regionale Miur Salvatore Belvedere.
Secondo il carnet cirotano, lo
stesso ispettore è stato ospite del
Casopero nella giornata di ieri,
martedì 4 marzo: è previsto un
secondo appuntamento questo
venerdì, 7 marzo. Sempre di pomeriggio e sempre presso l’Auditorium della locale Scuola Media
in via Pirainetto. Il Corso è orga-
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
nizzato su un totale di dieci ore
di audizione. Sta registrando la
grande partecipazione di tutto il
corpo docente dell’Istituto: dalla
Scuola dell’Infanzia alla stessa
Media. Ne è direttore lo stesso
Dirigente scolastico. «Non possiamo nascondere la nostra soddisfazione per la buona riuscita
anche di questo appuntamento –
è il commento a caldo della professoressa Anania – La presenza
dell’ispettore Belvedere ci onora
e premia la buona volontà del
nostro corpo docente che delle
nuove Linee guida del Ministero in materia scolastica ha subito colto il senso e l’importanza.
La Commissione interna voluta
per esprimere il proprio giudizio
ad hoc ha lavorato con dedizione e professionalità, offrendo
un quadro conclusivo tendente a
imporre un dibattito serio sul da
farsi realmente per costruire una
didattica fattiva per la nostra società. Una base di lavoro appressata dall’ispettore Belvedere che
si è soffermato sui nostri dubbi
e input, cercando di chiarirci al
meglio ogni dubbio nell’ottica di
incoraggiarci vieppiù nell’opera
didattica già intrapresa».
Comunicato per i nostri lettori
A
bbiamo ricevuto centinaia di telefonate da parte di tutti
i nostri lettori ed in particolare da quelle Regioni in cui il
nostro giornale è anche in edicola. Tutti hanno voluto sapere se il giornale ha problemi. Abbiamo risposto a tutti quelli
che hanno telefonato ma con questo comunicato desideriamo
portare a conoscenza di tutti gli altri lettori che il giornale è
ancora in piedi!. Si sono soltanto ammalati gli impianti per i
quali abbiamo dovuto chiamare tecnici specializzati. Risolveremo fra breve tempo le altre questioni legate all’allestimento
della nuova sede. Invitiamo comunque i nostri affezionati lettori
a visitarci al nostro sito internet www.corrieredelsud.it, periodicamente aggiornato soprattutto con informazioni attualissime.
La Direzione e la Redazione tutta
C
rotone – Nel corso dell’incontro di presentazione
del messaggio pasquale,
mons. Domenico Graziani ha
voluto approfondire alcuni suoi
aspetti. In primo luogo – ha esordito il nostro arcivescovo – noi
affermiamo una verità fondamentale e cioè che Cristo è risorto.
Questa verità ha determinato una
svolta radicale nella storia degli
uomini. C’è stato un superamento su larga scala dell’ebraismo e
la diffusione del Cristianesimo
nel mondo. La resurrezione non è
scientificamente dimostrabile, ma
la sua dimostrazione risiede nel
fatto che questo mistero illumina
la storia successiva”. In secondo
luogo – ha continuato mons. Graziani – la fede nella resurrezione
non è una fede in una cosa che è
solo da venire. La resurrezione è
per il presente. Nella fede nella
resurrezione troviamo
l’atteggiamento della
fiducia: “Padre nelle
Tue mani consegno
il mio spirito”. Con
la resurrezione dico
l’infinita superiorità del bene sul male.
La
proclamazione
della resurrezione è
messaggio di liberazione dall’inespresso
all’espresso. La resurrezione è liberazione delle potenzialità. Proprio dentro la
sofferenza troviamo
la possibilità del riscatto; viene fuori un
modo di interpretare
la vita in modo totalmente diverso.
come il messaggio di speranza
del Padre ai propri figli. Cristo
è risorto e con lui rinascono anche le nostre speranze, rinasce la
nostra vita; per questo la Pasqua
è l’immagine del sacrificio compiuto per la nostra rigenerazione.
Infatti, Cristo con la sua morte ci
dice che essa non rappresenta la
definitiva distruzione di tutto ma
ci invita a rinnovare il nostro spirito in questa vita. La resurrezione
è il ritorno dalla morte alla vita, il
collegamento inscindibile di essa,
e quindi non solo l’àncora a cui
aggrapparsi per accedere alla vita
eterna ma è la forza che ci aiuta
a rinascere oggi nel nostro presente. Oggi è il tempo della salvezza, ora bisogna passare oltre e
cercare di ritornare a Dio, perché
solo ritornando a Dio ci si ritrova
pienamente; Egli non è distante
dalle nostre vite, ci conosce nella
facciamo nulla per salvaguardare
quei valori che dovranno essere
la porta delle società del domani.
C’è resurrezione in tutto questo?
Ci può essere speranza nel mondo, se diciamo e ci convinciamo
di non avere più speranza? La
provvidenza esiste, ma per chi
non resta inerme e muove il suo
cuore, per chi ripone la sua fiducia in Dio, poiché Dio non è un
freno ma una marcia in più. Non
entusiasmatevi del male, ma credete nel bene per sconfiggere il
male. Oggi vi auguro di riscoprire
la vera identità di Cristo nei vostri
cuori, quel Cristo che si è fatto
povero per voi (2 Cor 8,9), quel
Cristo che, pur essendo figlio di
Dio, ha patito nella Sua carne la
sofferenza per parlarvi e dirvi che
esiste il dolore ma che vi è anche
la gioia. Vi auguro di entrare nelle
vostre Chiese per incontrare que-
Il Messaggio
“Carissimi, colgo
l’occasione in questo
momento,
Pasqua,
cardine della storia
della salvezza, per
essere vicino a voi
con queste mie poche
parole; esse hanno la
presunzione di poter
arrivare solo e unicamente ai vostri cuori,
Mons. Domenico Graziani, Arcivescovo di Crotone e S. Severina
B
uona P
a
u
asq
nostra individualità, nelle nostre
debolezze di uomini amandoci
ugualmente con tenerezza infinita. Quindi in nome di questo
amore incondizionato, non fatevi
schiavizzare dall’anti-dio, date a
Dio il primo posto con i vostri gesti quotidiani, con la vostra vita,
ritornate a Dio nella storia, nella
fede e nella memoria. E’ pur vero
che nella nostra società c’è decadenza proprio dove ci dovrebbero
essere modelli di riferimento, che
si cerca di distruggere anziché di
costruire, di strumentalizzare il
dolore invece di lenirlo. Ma c’è
solo questo? Tutti, come figli della luce, abbiamo il dovere di far
sì che non ci sia solo questo. Pensiamo a ciò che si sfascia ma non
sto Dio e di uscire per andare incontro a quel prossimo, che deve
essere davvero prossimo nel nostro cuore. Il prossimo non è solo
il vostro fratello; il prossimo è la
vostra vita, che va custodita e rispettata, il prossimo sono i vostri
figli che vanno educati non solo
nell’amore ma anche per l’amore,
il prossimo è la vostra società, le
vostre istituzioni, la vostra fede,
il vostro Dio. “Il Risorto apre
l’uomo alla chiamata della voce
di Dio, in quello spazio interiore,
santo, nel quale Dio parla all’uomo”, ascoltate quella voce e mettetevi in cammino, operando per
la pace e la pace sarà con Voi!”
A. D.
Informazione Regionale
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
dalla
Calabria
Festival di Sanremo,
“Una vita per la musica”
Michele Affidato realizza i premi e partecipa
con una sfilata di gioielli a Sanremo
Biciclettando nel blu dipinto di blu
Alla scoperta delle ferrovie dimenticate in Calabria
L
egambiente Calabria,
aderisce alla
1ª Giornata Nazionale delle Ferrovie
Dimenticate, organizzando nell’ambito del proprio
progetto “Le Vie
del Treno”, domenica 2 Marzo,
a partire dalle ore
9.30 dalla stazione di Vibo Marina,
l’iniziativa ìBiciclettando nel blu
dipinto di bluî.
Una bici-escursione lungo la tratta
dismessa delle FerLocomotore Ferrovie Calabro Lucane
rovie della Calabria
Pizzo – Vibo Valentia. E su due ruote sarà anche la manifestazioni che si inseriscopasseggiata sugli antichi binari no in un progetto più articolato
tra Crotone e Petilia Polica- e complesso. Legambiente instro (KR) per riscoprire alcuni fatti è partner in Calabria di un
importanti aspetti storici della progetto Equal, finanziato dalla
comunità petilina e del marche- Comunità Europea e dal Minisato. Per chi preferisce andare stero del Lavoro e delle Politia piedi, invece, ci sono i 6 km che Sociali, denominato “Le Vie
di escursione lungo la tratta fer- del Treno”, che nasce dalla forte
roviaria dismessa Camigliatello esigenza del nostro territorio di
Il Maestro orafo Michele Affidato e
Pippo Baudo
L
e opere e i gioielli
dell’orafo
crotonese,
Michele Affidato le cui
creazioni, che affondano innanzitutto nelle origini e tradizioni Magno Greche sono ormai
conosciuti da una sempre più
vasta schiera di addetti ai lavori. Sono state protagoniste
di due importanti avvenimenti
che si sono svolti nell’ambito
della manifestazione Sanremo
Off. L’orafo crotonese ha così
realizzato le opere con le quali
sono stati premiati nell’ambito
di “UNA VITA PER LA MUSICA” organizzata dal produttore
Giuseppe Pipicelli con il patrocinio del Comune di Sanremo,
della collaborazione del Museo
della Canzone dell’AFI, della
SIAE e dell’AIPS, personaggi
del calibro di Cristiana Ciacci,
figlia di Little Tony, Giorgio
Consolini, Filippo Gasparro
della Direzione Nazionale della
SIAE ed il patron del Cantagiro, Enzo De Carlo premiato da
Pepi Morgia, direttore artistico
del Comune di Sanremo e della
rassegna Sanremo Off. A premiare Cristiana Ciacci è stato
lo stesso Michele Affidato accompagnato dalle modelle della
“Data Bank Service” di Monica Minervini. Altro importante
evento che ha visto la presenza
di Affidato in questa permanenza nella riviera Sanremese, ha
avuto luogo presso uno dei più
famosi locali liguri, il “Victor
Morgana” dove a condurre la
serata è stato il noto presentatore RAI, Massimo Proietto. Questa volta a ricevere i premi, un
bassorilievo in argento raffigurante il logo di Sanremo Off e
la regione Calabria, sono stati il
cantautore Sergio Cammariere
ed il mitico Federico “L’olan-
dese Volante”, storica voce di
RTL 102,5. Nel corso della serata hanno sfilato i bellissimi
gioielli dell’ultima collezione
del maestro orafo crotonese che
hanno raccolto l’ammirazione
del numeroso pubblico presente
in sala. Quella di Sanremo ha
rappresentato sicuramente per
Affidato un’esperienza di successo presso il grande pubblico
ed anche presso il panorama
della critica di settore, una presenza quella di Affidato legata
non solo alla semplice rappresentazione del proprio bagaglio
tecnico ed artistico ma anche
alla promozione delle originalità legate alla terra dalla quale
proviene, la Calabria.
25
Locomotore – Tratta Potenza
Silano-Silvana Mansio (CS) con
soste obbligate per gli amanti
del birdwatching sulle rive del
lago di Ariamacina. Una serie di
Vecchia Stazione Ferroviaria di Morano Calabro
saper leggere con occhi nuovi,
recuperare e valorizzare i tanti
patrimoni ancor oggi trascurati.
Nel mese di febbraio 2007 è sta-
to presentato in Parlamento un
progetto di legge per il riuso del
patrimonio ferroviario in abbandono e per la creazione di una
rete nazionale di mobilità dolce, aperta a pedoni, ciclisti, cavalieri, utenti a mobilità ridotta
ecc. In appoggio al progetto è
stata raccolta una petizione popolare con oltre 6.000 firmatari.
Al fine di accelerare la sua marcia, ma
anche per mantenere costante nell’opinione pubblica l’attenzione al tema,
la Confederazione
delle
associazioni per la Mobilità
Dolce - Co.Mo.Do.
ha deciso di proclamare una Giornata Nazionale delle
Ferrovie Dimenticate, la cui prima
edizione è partita
domenica 2 marzo
2008 con iniziative
ed eventi sparsi per
tutta Italia. Tra le
iniziative scelte da
Legambiente Calabria vi è quella che
vede quale incantevole scenario
la tratta Vibo Pizzo – Mileto.
Tratta ricordata come la linea
ferroviaria più suggestiva della
Calabria, venne inaugurata il 2 luglio del 1917
ed il 4 ottobre del 1923
venne terminata la tratta fino a Mileto. Il percorso della linea “Pizzo
– Vibo Valenzia – Mileto” conta 28 stazioni
lungo un percorso di 65
km attraverso l’alta ed
interna Calabria. Il crollo del viadotto Ciliberto causò la sospensione
del servizio sulla tratta
Vibo Marina – Pizzo,
era il 17 novembre 1951
e la tragedia avvenuta
sull’automotrice 36, che
trasportava 70 persone
alla sua prima corsa del
giorno, decretò la chiusura della linea dopo soli
46 anni di attività. Anni
di incuria e abbandono
non sono però bastati,
a scalfire la bellezza di
quello che un tempo fu
il più bel tracciato della
Calabria.
26
Informazione Regionale
Gemellaggio Siracusa – Erchie
dalla
Sicilia
L
I due comuni uniti in occasione della festa di Santa Lucia
L
Le cene di San
Giuseppe
e Cene di San Giuseppe», una
delle più importanti feste religiose della Sicilia, si svolgeranno da giovedì 13 a sabato 22 marzo. Ricco di iniziative il programma
definito dal Comune di Salemi, dalle
associazioni locali e da numerosi
volontari che contribuiscono ogni
anno ai preparativi. Líedizione di
questíanno si svolgerà con alcuni
giorni di anticipo rispetto alle edizioni passate in considerazione che
la festività del 19 marzo coinciderà
con la «Settimana Santa». «Le ìCene
di San Giuseppeî ñ spiega il sindaco Biagio Mastrantoni - richiedono
ogni anno un impegno organizzativo
e finanziario non indifferente, reso
possibile grazie al lavoro paziente di
decine di volontari delle associazioni locali, ed in particolare della Pro
Loco. Le «Cene di San Giuseppe»
non sono solo un importante rito
religioso che coinvolge la nostra comunità, ma un grande evento culturale che richiama a Salemi migliaia
di visitatori. Noi come Comune abbiamo fatto la nostra parte perché
i visitatori abbiano la possibilità ñ
oltre a visitare i tradizionali altari
ed ammirare líarte della lavorazione
del pane ñ di conoscere i tesori díarte custoditi nei nostri musei e nelle
nostre chiese, oltre a visitare le tante
mostre allestite per líoccasione nel
centro storico» Il tradizionale «Invito dei Santi» (simbolo del banchetto eucaristico fatto dal popolo) nel
corso del quale i visitatori potranno degustare numerose pietanze, si
svolgerà nelle giornate di sabato 15
marzo alle 12,00 nella «Cena» di
contrada Pusillesi, e domenica 16
marzo alle 12 nella «Cena» promossa dal Comune nella Chiesa di San
Giuseppe Il 19 marzo alle 11,00, e
cioè la ricorrenza della festa di San
Giuseppe, si svolgerà la Santa Messa in Piazza Municipio Sempre il 19
marzo, in giro per le «Cene», sarà
possibile assistere alla «Recita della parti di San Giuseppe», ovvero le
suppliche rivolte dai fedeli al santo.
La «Pro Loco» organizza delle visite
guidate che comprendono líitinerario delle «Cene», di musei, chiese e
palazzi nobiliari. Il gruppo archeologico «Xaipe» e il «Leo Club» organizzano invece delle visite guidate
alla Fornace SantíAngelo, un tempo
fabbrica dei tradizionali «canali»
in terracotta e oggi, dopo un lavoro
di restauro, è diventato spazio culturale. Durante la festa si potranno
inoltre visitare le seguenti chiese
e musei: Chiesa di Sant’Agostino,
via Amendola; Chiesa del Collegio,
Piazza Ignazio Lampiasi; Chiesa
di Sant’Annedda, via Giuliano Falciglia; Chiesa di San Giuseppe, via
Crispi; Museo del Pane, ex Chiesa
di San Bartolomeo, via d’Aguirre; Museo degli Argenti e dei Paramenti Sacri, Chiesa di Sant’Agostino,
via Amendola; Museo Civico, via
D’Aguirre; Biblioteca Comunale,
via D’Aguirre; Fornace Sant’An-
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
gelo, via Stovigliai I visitatori che
arrivano in auto potranno lasciarla
allíingresso del paese. Ci sarà un bus
navetta nelle giornate di sabato 15,
domenica 16 e mercoledì 19 marzo da Piazza Vittime di Nassiriya a
Piazza Libertà Questo líelenco delle
«Cene di San Giuseppe» Comune ñ
Chiesa di San Giuseppe, via Crispi
(Invito dei Santi il 16 marzo alle ore
12,00), Allestimento a cura dell’associazione «Sicilia Bedda»; Caritas,
Chiesa di Sant’Antonino, Piazza Libertà; Pro Loco, Cappella dell’Immacolata, ex Chiesa Madre, Piazza
Alicia (Laboratorio artigianale dei
pani); Associazione «Pusillesi»,
Contrada Pusillesi (Invito dei Santi
il 15 marzo alle ore 12,00); Istituto
Comprensivo «Giuseppe Garibaldi», Via Leonardo da Vinci; Istituto
«Suore della Misericordia», Contrada Bagnitelli; Famiglia Ingarra
ñ Giacalone, via Rocche di San Leonardo, Cripta di SantíAgostino (a
cura dellíassociazione «Xaipe» e del
Leo Club). Eípossibile visitare altre
cene di privati cittadini, ma solo su
prenotazione contattando líUfficio
Turistico o la Pro Loco). Iniziative
e mostre Infiorata della pace sulla
scalinata di Sant’Annedda, da sabato
15 a sabato 22 marzo, via Giuliano
Falciglia, a cura della parrocchia
Chiesa Madre; Estemporanea di
pittura nei locali dell’Ex Chiesa Madre, domenica 16 marzo ore 10,30,
Piazza Alicia, a cura della Fidapa di
Salemi (Inaugurazione 0re 17 nella
Chiesa di Sant’Agostino. La mostra
resterà aperta fino al 22 marzo); Asta
di beneficenza, da giovedì 13 a sabato 22 marzo, Cripta della Chiesa
di Sant’Agostino. Il ricavato sarà
destinato al restauro di oggetti d’arte
custoditi nella Chiesa del Collegio,
Gruppo archeologico «Xaipe» e
Leo Club; Mostra-degustazione di
prodotti enogastronomici nei giorni 15, 16 e 19 marzo al Chiostro
di Sant’Agostino, via Tommaso
Terranova, a cura della Coldiretti;
Proiezione di filmati sulle «Cene
di San Giuseppe» da giovedì 13 a
sabato 22 marzo, allíauditorium di
San Giovanni; Mostra dei manufatti
in «pietra campanedda», da giovedì
13 a sabato 22 marzo, via dei Mille
10, a cura dei fratelli Scalisi; Mostra dell’artigianato locale, A cura
della Società Operaia, da giovedì
13 a sabato 22 marzo, via Giovanni Amendola; Mostra sui prodotti
dell’arte dell’intreccio, da giovedì
13 a sabato 22 marzo, casa Agueci, a
cura del Liceo Classico «Francesco
d’Aguirre» (P.O.R. - misura 3.08
annualità 2006-2007); Degustazione di sigari italiani in abbinamento
con distillati, il 22 Marzo dalle 16
alle 20, in Piazza Alicia, in collaborazione con líazienda «Conte Alambicco di Sicilia». Ingresso gratuito,
ma solo su prenotazione al numero
347 96 89 937 oppure inviando una
e-mail allíindirizzo ninoippolito@
tiscali.it.
a città di Siracusa e il comune di Erchie (vicino
Brindisi) potrebbero gemellarsi in nome della devozione
per Santa Lucia. E’ già avvenuto,
infatti, con esiti soddisfacenti,
l’incontro tra il primo cittadino di
Siracusa, Gianbattista Bufardeci
e il sindaco di Erchie, Giuseppe
Margheriti. La richiesta di gemellaggio arriva su iniziativa di Erchie, comune di 8000 abitanti, in
virtù di un fatto storico risalente al
1039. In questa occasione vi fu il
passaggio del corpo della Santa e
il suo trasferimento da Siracusa a
Costantinopoli. Durante il viaggio
le spoglie di S. Lucia sostarono
nella cripta della zona, luogo in
cui nacque il primo insediamento di Erchie e dove attualmente
sorge il santuario di S.Lucia. Il
sindaco di Erchie, nell’incontro
con Bufardeci nonché con Padre
Sebastiano Amenta (rappresentante curia di Siracusa) e Gianni
Failla (segretario alla deputazione
della cappella di Santa Lucia), ha
chiesto la presenza del gonfalone
di Siracusa nella sua città, durante la festa dedicata alla santa padrona nei giorni 1, 2 e tre aprile.
Gianbattista Bufardeci ha assicurato la presenza di Siracusa e la
sua disponibilità ad accogliere la
richiesta: “Se disporrò di tutta la
documentazione necessaria – ha
dichiarato - potrò portare la vostra
S. Lucia
istanza all’attenzione della giunta, per deliberare in tal senso, già
in una delle riunioni che terremo
prima della fine del mio mandato. Conto di preparare tutti gli atti
necessari, affinché la giunta che si
insedierà dopo le elezioni possa
concludere l’iter amministrativo
ed arrivare, così, con facilità, al
gemellaggio”.
Silvia Calanna
In attesa dell’Etna Blues Festival
I premiati della Blues Band on Stage
M
sibilità di confrontarsi con le
pietre miliari del blues. Come
dimenticare gli artisti di fama
internazionale passati sul palco dell’Etna Blues: la chitarra
elettrica di Gai Bennici, le contaminazioni contemporanee di
Li Brian, i virtuosismi di Ted
Horowitz, l’eleganza di Marcia
Ball, l’energia di Sandra Hall,
solo per citarne alcuni. Inoltre,
anche le iniziative di solidarietà hanno fatto di questa manifestazione una delle più seguite della Sicilia. Ricordiamo, la
edizione 2006 in cui parte del
ricavato dell’incasso è stato
devoluto alla costruzione di
una scuola con ambulatorio in
una località disastrata del Perù
e la VI edizione del Festival
con una serata di solidarietà in
favore dell’AIRC. I primi tre
classificati al concorso Blues
Band On Stage, verranno inseriti a pieno titolo nelle tre
serate del festival di luglio. Le
richieste di partecipazione, che
saranno esaminate dall’Asso-
ascalucia – Mascalucia si prepara, come
da tradizione, alla
nona edizione dell’Etna Blues
Festival, la kermesse estiva
organizzata dall’Associazione
Sicilia Blues, in collaborazione
con il Comune di Mascalucia e
con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche di Valorizzazione dell’Etna nonché
dell’Assessorato al Turismo
e ai Beni Culturali. La manifestazione, dedicata alla musica afro-americana, già nelle
passate edizioni ha riscosso
un successo straordinario. Sonorità ed atmosfere
che hanno condensato l’attenzione degli
spettatori con picchi
di ben 5000 presenze, tra turisti e appassionati. Si parte
dal quarto concorso
Blues Band On Stage, vetrina per le giovani band emergenti
dell’intero territorio
nazionale. La volontà
degli organizzatori è
quella di sfornare talenti, soprattutto noL’arte della lavorazione del pane
strani, e dargli la pos-
ciazione Sicilia Blues, dovranno essere inviate entro il 30
marzo. Gli artisti che dopo
essere stati valutati da una
giuria di esperti “idonei”,
Altare di San Giuseppe a Salemi
potranno cavalcare l’ambito
palco. Nelle passate edizioni la kermesse è stata occasione per far incontrare
musica, solidarietà e
promozione turistica. Le
premesse di questa nona
edizione fanno ben sperare in una continuità di
intenti. La manifestazione, una delle più riuscite
della Sicilia orientale,
non cesserà di stupire
con un cartellone denso
artisti di fama internazionale e con iniziative
collaterali degni di attenzione.
Silvia Calanna
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Informazione Regionale
dalla
Sicilia
Parliamo ancora del ponte
sullo Stretto di Messina
M
essina – Quando la stampa
francese diede la notizia
che sarebbe stata costruita a Parigi la Torre Eiffel, scoppiò
la fine del mondo: i parigini manifestarono la loro ostilità al progetto
con un’animata querelle. Ci volle
del tempo prima che si ristabilisse
ordine e pace. Giunse il giorno, dopo
laboriose trattative, di dare il via alla
realizzazione della Torre, oggi simbolo di Parigi e meta di tutti i turisti,
provenienti da ogni parte del mondo.
Non si può dire la stessa cosa per
quanto riguarda il ponte sullo Stretto
di Messina. Se ne parla dagli anni ’60
e più precisamente dal 1968, quando
fu bandito ufficialmente un concorso
internazionale, bandito dall’Anas. Il
ponte doveva prevedere un collegamento viario e ferroviario dell’isola
al continente. Ai sensi della L. 1158
del 1971 fu anche costituita una società a partecipazione pubblica. Il 31
dicembre del 1992, detta società, nel
rispetto dell’impegno assunto, elaborò e deposito un progetto di massima
del ponte a campata unica. Il progetto venne così sottoposto all’esame di un’apposita commissione di
tecnici delle Ferrovie dello Stato e
dell’Anas, fino a quella del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
E’ l’ottobre del 1997 quando detto
Consiglio dà parere favorevole alla
realizzazione dell’opera: 5.300 miliardi (stima del 1998) e 2.200 miliardi per gli allacci stradali e ferroviari.
Oggi questi conti reclamerebbero un
aggiornamento. Per la storia, il progetto fu realizzato dagli ingegneri
William C. Brown, già progettista
dei ponti Severn, Humber, Bosforo I e II e il prof. Giorgio Diana del
Politecnico di Milano, responsabile
del progetto. Tutto in piena regola.
All’International Symposium di Copenhagen – siamo nel maggio del
1998 – la comunità scientifica internazionale ha apporvato le soluzioni
adottate per il ponte a campata unica
sullo Stretto di Messina e le tecniche
di alto livello. Siamo nel 2008 e non
se n’è fatto niente. Non è possibile
farsene una ragione. Abbiamo voluto saperne di più da autorevoli esponenti politici della città. Ecco in breve quanto abbiamo appreso da fonte
bene informata. I Verdi e Rifondazione Comunista hanno osteggiato la
realizzazione dell’opera, adducendo
motivazioni che richiamano molto la
“querelle” della Torre Eiffel (impatto
ambientale, costi elevati e insopportabili per lo Stato, improduttività). Il
tutto andrebbe sopportato con uno
sforzo corale di tutte le componenti
politiche, imprenditoriali, finanziarie, sociali, sindacali, decisamente
interessate a togliere dalla condizione di emarginazione, di sottosviluppo, d’inadeguatezza strutturale, una
regione di cinque milioni di abitanti,
in particolare (Sicilia) ed un’area insulare (Calabria, Basilicata e Campania) che dalla realizzazione del manufatto muterebbero un consistente
aumento dei volumi di traffico. E’
augurabile che questo progetto venga, una volta per tutte, realizzato alla
luce del sole. Abbiamo voluto saperne di più intervistando per strada e
nei bar, molti cittadini. Abbastanza
significativa la dichiarazione resaci
da un docente di lettere, al bar mentre
sorbiva un buon caffè. Testualmente:
“le forze politiche, come si espressero nel lontano 1971, devono, oggi,
dare una prova di volontà politica
concreta a compiere una decisa svolta nella politica nazionale in favore
del Mezzogiorno, identificando nella
realizzazione del Ponte una infrastruttura di trasporto indispensabile
ed un’opera da consegnare alla storia
dell’ingegneria, ma anche l’occasione di creare migliaia di posti di lavoro con la consapevolezza di dare
soluzioni ad un problema civile e di
giustizia sociale”. “La strozzatura
dello Stretto limita l’espansione del
traffico con la conseguenza di influenzare negativamente lo sviluppo
agricolo, industriale e turistico della
E
Zuccarello e i colori
della sua terra
’ l’uomo artista che emerge
da questo incontro, così vivo
e vero, dove umanità e arte
diventano tutt’uno. Peppino Zuccarello è l’uomo di “talento” per cui i
colori della sua terra sono responsabilità, un richiamo dentro all’anima, registrati nella memoria della
sua tavolozza. E guardando le sue
opere, la tentazione è forte, quella
di rapirgli l’anima, di respirare la
sua aria, di compartecipare alla sua
essenza di mito per l’arte; un mito
mite ci ha parlato come sa fare solo
lui, con i pennelli ed il cavalletto,
con gli incanti della sua terra, con le
meteore di dettati narranti paesaggi,
scorci urbani, casali, masserie e vita
di campagna, di “cani da ferma”
dagli occhi umidi di evanescenze
espressioniste, che ci parlano delle sue sensazioni, di dolori solari
come il solstizio e l’oro delle spighe
di grano, limpidi e definibili come
attrezzi dell’anima. Si è parlato di
arte ed è stato bello stare con lui, in
Scilla mentre il sistema di traghettamento pubblico presenta perdite
annuali dell’ordine di 200 miliardi
oltre al rischio, sempre crescente,
dell’incrociarsi dei traffici marittimi longitudinali col traffico del
traghettamento pubblico e privato
in atto esistente”. Che possiamo aggiungere a questa dichiarazione che
dice tutto di tutti, sollevando anche
il pollice verso soprattutto contro i
politici? Il Ponte di Messina, una
volta realizzato, per la sua grandiosità e per la sua unicità, eserciterà
una capacità attrattiva sin dall’inizio
dei lavori, come avviene con i ponti
Humber in Inghilterra, con il Great Beld in Danimarca e con Akashi
Kai Kyo in Giappone e costituirà
territorio per l’intero Paese, presupposto irrinunciabile per uno sviluppo equilibrato. Questo ponte si deve
fare e bisogna continuare a sperare:
arriverà il giorno che si darà il via
alla realizzazione di questa opera
colossale, che cambierà il volto alla
Sicilia e non solo alla Sicilia. Sveglia, signori politici…
Silvia Calanna
Un evento dedicato all’infanzia
C
atania – Fondata l’affermazione dell’on. Raffaele Lombardo, Presidente della Provincia
regionale di Catania, che riportiamo integralmente: “tra le tante manifestazioni fieristiche
che ogni anno vengono allestite alle Ciminiere di
Catania, mancava un evento interamente dedicato
all’infanzia e a tutto ciò che ruota attorno a questo
mondo”. Detta manifestazione porta la significativa
etichetta: “Primo Expo Bimbo” (la fiera per mamme, future mamme e bambini). E’ stato un successo
di pubblico e l’ideatrice di questo evento, Barbara
Mirabella, può andarne fiera. Ne ha parlato tutta la
stampa, che ha focalizzato l’eccezionalità dell’evento. Significativa anche la dichiarazione dell’assessore alle pari opportunità della Provincia, Dr. Margherita Ferro: “l’infanzia rappresenta uno dei momenti
più delicati ed importanti: è in questo arco di tempo
che si sviluppanio molte capacità che ogni bambino,
in seguito, potrà esprimere nella società moderna.
Expo Bimbo è una fiera per le mamme e per i loro
bambini, che la Provincia regionale di Catania ha
voluto patrocinare. Incontri con studiosi ed esperti, arricchiscono le presentazioni dei corsi fatti su
27
misura per le mamme e le loro esigenze, ed anche
spettacoli con marionette e sfilate di moda per i più
piccini”. Non vogliamo fare della retorica quando
affermiamo che il mondo dei bimbi è il solo paradiso in questo nostro universo. Tante creature sono la
nostra solare realtà e al tempo stesso il nostro futuro. Nulla di più vero di quanto afferma l’on. Raffaele Lombardo: “I nostri bambini, domani, saranno
ciò che noi gli trasmettiamo oggi. Alla “dolcezza”
espositiva di nursery, di giocattoli, dell’arredamento
per i più piccoli, la lunga esperienza professionale
degli organizzatori in questo settore ha fatto si che
il programma dell’evento fosse arricchito anche da
incontri e approfondimenti in materia, con interventi
di studiosi ed esperti, dalle rappresentazioni di corsi
dedicati alle mamme o future tali…”. Che dire di
più? Sono stati tre giorni meravigliosi con importanti incontri di carattere scientifico, sociale e familiare,
che – come afferma Lombardo – “devono tornare ad
essere lo stimolo concreto per riscoprire i veri valori
della nostra società”.
Roberto Carnevale
casa sua, di cultura, di gente a posto,
in compagnia di un buon bicchiere
di …, e può darsi che la memoria
dell’agricoltore che sta dentro di
lui, se la porti dietro come un pozzo
da cui attingere l’acqua del talento,
in quanto contano i suoi quadri e il
consenso attorno ad essi. E l’impressione è che lui transguarda oltre
la visione descrittiva, per quel suo
sentire interiore teso ad esaltare la
natura e la dignità umana, di acuto
osservatore della realtà, sa rendere
con bonarietà e spesso in forma allegorica, grazie ad una suggestiva
carica espressiva del segno del colore, con cui esplora, senza orpelli,
le molteplicità della vita. Ne nascono capolavori come “Paesaggio di
Bronte” e “Vita di campagna”, e
in “Cane in ferma” sa rendere con
suggestiva efficacia l’atmosfera di
silenzio e di ascolto, il sottile fiuto
di un animale addestrato, vibrante
e vitale. Non è un naif ante litteram, ma uscito dal pennello di un
esperto della tecnica, che sceglie
una pittura varia e sommaria, attenta al carattere delle cose, più che
alla loro apparenza, evidenziando
un’originale sensibilità cromatica
nella predilezione di colori caldi,
per i bruni, i rosso-mattone, i gialli
ocra, e per i cieli in penombra blucrepuscolare, in quanto simbolista,
per lo scoccare della scintilla emozionale tra il dato sensoriale e gli
elementi spirituali. Ciò che colpisce
la nostra sensibilità, tuttavia, al di
là dell’indiscussa valenza tecnicocompositiva, è la modernità della
sua ricerca, in quel suo naturalismo
che ha scelto nella psicologia della
quotidianità, di quel suo cogliere
il momento rubato come lo scatto
fotografico sulla realtà, il prota-
gonista dei suoi dipinti, una folla
consueta di soggetti da ritrarre che
hanno nell’artista una forza e una
tensione particolari, transfigurate
nel colore, nelle stesse impressioni
che impastano il cielo e la terra, elementi essenziali per la vita, che si
fondono per renderla tale. Ogni tela
di Zuccarello risulta così la sindone
di attimi unici ed eternamente, al di
là del tempo, come echi di un sentire comune alle cose ed all’uomo.
Ed anche di frammenti del passato strappati alla cancellazione del
tempo. Il colore vivo, forte, acceso,
passionale, di straordinaria umanità, steso con pennellate pre-divisioniste, pastose, che danno maggiore
armonia e compostezza alle composizioni, anche quando traccia
linee più marcate che distinguono
le forme, e sembra voler colpire chi
guarda. Qui la natura sembra voler
sintetizzare e unire i due estremi del
dissidio: il divino e l’umano; è la
nota caratterizzante delle sue opere,
giocata tutta sul colore, sui giochi
di luce, sulla pennellata. Il messaggio di umanità che fa pensare
ad una giocosità pensosa, e ad una
serenità più distesa, ma lasciando
il dubbio se la pace interiore che
esprimono, appartengono all’animo dell’autore o se invece, attraverso esse, l’autore vada cercando un equilibrio, rispettando così
un filo conduttore che costituisce
un’unità dell’uomo romantico, ricongiunto con la natura, grazie ad
un’indagine spirituale dell’artista
verso un’apertura alla propria interiorità.
Alfredo Pasolino
Storico e Critico
d’arte internazionale
Premio “Santi Correnti”
C
atania – Alla presenza di un
folto pubblico e di autorevoli
personalità del mondo politico e culturale, nel salone delle “Ciminiere”, concesso dalla Presidenza
dell’Amministrazione provinciale, per
l’organizzazione dell’associazione culturale “L’Elefantino”, ha avuto luogo
la seconda edizione del premio “Santi
Correnti” per le lettere, le scienze, le arti
e le azioni umanitarie. Ospite d’onore
lo stesso scrittore Santi Correnti. Ha fatto gli onori di casa Stefania Bonifacio,
presidente dell’associazione culturale
“L’Elefantino” e ideatrice dello stesso
premio. Alla ribalta della serata sono
stati premiati: il sacerdote Massimo
Cucinotto per avere offerto “l’ospitalità
ai pellegrini in visita al santuario Ecce
Homo di Calvaruso, Agatina Grillo
per la falconeria, Salvatore urnari per
il turismo, Antonio Guglielmino per
la ricerca medica, Raffaele Lombardo
e Salvatore Natoli per l’attività sociopolitica, Giuseppe Ranno per le arti figurative, Antonino Recca per la ricerca,
Stefania Seria per aver fondato “l’unità
della donazione di sangue” a Catania e
Roberto Carnevale per il giornalismo.
Una serata di gran galà. Il pubblico ha
vissuto momenti di intima commozione. Dieci e lode a Stefania Bonifacio,
anche in questa occasione, ha dato una
solare riprova di esperta organizzatrice
e di regista di apprezzabile statura. La
stessa ha già deciso di portare in scena,
l’anno prossimo, la terza edizione del
premio “Santi Correnti”. Per la cronaca,
giova sottolineare, che l’ambito premio
è forse il primo e unico al mondo ad
essere intitolato ad un autorevole personaggio vivente. Un personaggio che
brilla di luce propria nella storia della
letteratura siciliana. Ci riferiamo al prof.
Santi Correnti, che gode di ottima salute e non ha mai smesso di scrivere dell
sua Sicilia e dei siciliani. Come già più
sopra sottolineato, è stato un clamoroso successo. Un successo che ha ormai
varcato lo “stretto” e gli stessi confini
nazionali. Un cordiale arrivederci alla
terza edizione del prossimo anno.
S.C.
Santi Correnti
Informazione Regionale
28
dalla
Sicilia
Acireale e i mondiali
di scherma
A
cireale - Un concorso per
giovani artisti, incontri e
conferenze sul tema sport
e scherma, stage operativi nei dieci
giorni del campionato e partecipazione degli studenti acesi alla cerimonia
d’inaugurazione. Sono gli obiettivi
ai quali lavoreranno nelle prossime
settimane il Comitato Organizzatore
dei Mondiali di Scherma Juniores e
Cadetti, in programma ad Acireale
dal 5 al 14 aprile prossimi, insieme
ai dirigenti di tutte le scuole della città. Nel corso della riunione operativa
svoltasi nella sede del Comitato, in
piazza Duomo - alla quale per conto
del Comune hanno preso parte l’assessore Nives Leonardi, la referente
per la Pubblica Istruzione, dott.ssa
Donatella Busà, presidi e rappresentanti di tutte le scuole di Acireale – è
stato stilato un programma delle attività pianificate dal Comitato Organizzatore, presieduto da Sebastiano
Manzoni, e dall’Assessorato della
Leonardi. Apprezzato e condiviso
il contenuto del progetto,
tutti i dirigenti scolastici
hanno confermato il loro
interesse a contribuire fattivamente all’ ”Operazione
Mondiali Scherma”. “Riteniamo indispensabile – ha
sottolineato il presidente
del Comitato Organizzatore, Sebastiano Manzoni - per la buona riuscita
dell’evento, rendere complici i giovani nello sviluppo del progetto stesso
dando vita a un rapporto concreto di
collaborazione tra il nostro Comitato
e il mondo della scuola. Un primo
passo in questa direzione è stato già
fatto lo scorso anno con il concorso di
idee che ha coinvolto le scuole acesi
e che ci ha consegnato la mascotte
di questi mondiali: il divertente Capitan Lumìa, un buffo limone giallo
che tira di scherma”. Fra le iniziative
elaborate dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione e dal Comitato Organizzatore c’è quello di fare realizzare
agli studenti dei pannelli decorativi
sul tema della scherma da installare
al Palazzetto dello Sport nei giorni
dei Campionati. Professionisti del
mondo sportivo e medico saranno
invece i protagonisti, insieme agli
studenti, di conferenze e dibattiti
scolastici sulla funzione educativa e
di crescita dello sport. Nei 10 giorni
del Campionato, poi, gli studenti di
Acireale potranno “lavorare” da stagisti a fianco dei professionisti che
da un anno ne curano l’organizzazione. “Sarà un’opportunità tangibile –
ha sottolineato l’assessore Leonardi
- per i giovani che si affacciano al
mondo del lavoro e che, oggi più che
mai, hanno la necessità di rapportarsi
con una realtà a loro sconosciuta, al
di là della propria specifica area di
interesse. Una esperienza “internazionale” che non capita tutti i giorni, perchè i Mondiali di Scherma di
aprile sono uno degli eventi sportivi
più importanti tra quelli mai ospitati
dalla Sicilia”. Nel periodo della ma-
nifestazione, infatti, Acireale ospiterà
circa 5.000 persone (oltre cento delegazioni da tutto il mondo). Prenderà
vita il “Village” una piccola città internazionale dell’estensione di circa
18 mila mq: un villaggio nel quale si
muoveranno tutti i meccanismi della
grande macchina organizzativa, già
in movimento da più di un anno, che
contiene al suo interno molteplici
aspetti, oltre a quelli specificatamente tecnici e legati alla scherma, quali
ad esempio: gestione, amministrazione e bilancio, visti, accreditamento, informatica, medicina, strutture e
infrastrutture, hotel, trasporti, viaggi,
turismo, catering, sponsorizzazioni
e promozione, comunicazione visiva, ufficio stampa e media. “I nostri
giovani – ha concluso Manzoni - per
quindici giorni, saranno parte integrante di una azienda vera e propria”.
Nei prossimi giorni sarà fornito alle
scuole il programma dettagliato con
il bando/regolamento del concorso e
i pre-requisiti per gli stage.
A rischio
boschi
secolari
A
ncora una volta il Sindaco
di Trecastagni e la sua giunta cercano di distinguersi
per la loro voglia di distruzione del
patrimonio ambientale della cittadina (così come è accaduto qualche
giorno addietro con le decine di tigli
trentennali di corso Europa sterminati e con le palme di piazza Marconi
abbandonate al loro destino). L’ Amministrazione comunale grazie ad un
Piano regolatore redatto dalla stessa,
ma, guarda caso, approvato solo da
un Commissario ad acta inviato dalla Regione, e con l’avallo del Piano
Agricolo Forestale, condannerebbe
all’estinzione i boschi secolari di Tracastagni (o meglio quelli non protetti
da Parco dell’Etna, in quanto fuori dal
territorio protetto del parco) sotto colate di lottizzazioni e di cemento armato, se il Piano venisse
approvato definitivamente dalla
Regione. Eppure tutti a Trecastagni conoscono la presenza di
tali boschi, tutti coloro che si occupano di amministrare un Comune sanno cos’è un bosco per
la legislazione, comunitaria, nazionale e regionale, ma chi ha il
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Bullismo, parte progetto
in dieci scuole superiori
P
alermo – Il nome è “Smonta il bullo”. È il progetto di
“educazione alla legalità
e al senso civico”, che sarà presentato domani mattina dalle 10
nella sede regionale della Cisl, in
piazza Castelnuovo, a Palermo.
Il progetto, che scatterà proprio
da domani e sarà realizzato in
diciotto mesi, coinvolgerà dieci
scuole superiori delle nove province siciliane. A promuoverlo,
la rete di oltre 100 tra imprese
e coop sociali dell’Isola, riunite
nel consorzio Solco, di Catania.
Ma l’operazione anti-bulli sarà
condotta in partnership con undici tra istituzioni e associazioni
regionali. Sono: l’assessorato alla
Famiglia della Regione, il Cenasca e l’Anolf Cisl, Anteas, le Acli
siciliane. Ancora: il consorzio Libertà e legalità, l’Anpe, la Confcoop, il Forum delle associazioni familiari, l’Age di Palermo e
la coop sociale Cos di Ragusa. A
finanziare gli interventi ha provveduto la Fondazione per il Sud,
l’istituto nato nel 2006 a Roma
sulla base del protocollo per un
“piano di infrastrutture sociali” nel Mezzogiorno, firmato da
Forum del terzo settore, associazioni del volontariato e Acri, in
rappresentanza delle fondazioni
di origine bancaria. La Fondazione per il Sud ha stanziato per il
dovere di proteggerli e salvaguardarli
invece ne nega , forse per opportunità
poco filantropiche, la loro esistenza
come se fossero invisibili. I boschi in
questione sono: Bosco Di Bella (che
si estenderebbe per oltre 5.000 mq);
Bosco di c/da Tricona (che si estenderebbe per oltre 20.000 mq); Bosco
c/da Trovato (che si estenderebbe per
oltre 2000 mq oltre alla superficie ricadente nel Comune di Pedara). Ma
anche il Bosco di c/da Frastucheto
(che si estenderebbe per oltre 10.000
mq) non sarebbe immune da rischi
di estinzione e cementificazione. Per
tali gravissimi e poco trasparenti fatti
l’ACA Sicilia ha inoltrato una dettaglia istanza alle seguenti autorità
competenti sia sotto l’aspetto amministrativo che della legalità: Prefetto, Procura della Repubblica, Ass.re
Reg.le agli Enti Locali, Ass.re Reg.le
ai BB.CC., Ass.re Reg.le all’Agricoltura e Foreste, Ass.re Reg.le all’Ambiente e Territorio, Sovrintendente ai
BB. CC. e AA. E al Direttore Reg.le
del Corpo Forestale. Sembrerebbe,
inoltre, che la Sovrintendenza dopo
aver dato parere positivo al PRG abbia mandato, in un secondo momento
e su segnalazione di un’altra associazione ambientalista, alcuni atti alla
Procura. Se tale preoccupazione è
confermata dai fatti e dai documenti
del PRG, è questo il Sindaco e la sua
Giunta lo sanno benissimo, il Sindaco di Trecastagni e tutta la sua Giunta
dovrebbe avere la dignità e l’onestà di
dare da subito le loro dimissioni.
progetto, che vedrà
in azione nelle dieci scuole altrettante
equipe di psicologi,
assistenti sociali e
pedagogisti,
298
mila euro. Altri 48
mila saranno messi
a disposizione dai
partner, per un cofinanziamento pari
al 14% dell’importo complessivo. Sono quattro
le azioni previste dalla strategia
anti-bulli, che punta a un duplice
traguardo: la definizione di “percorsi di educazione e legalità”;
e la “valorizzazione del ruolo
della famiglia” per lo sviluppo
personale e sociale dei ragazzi.
Le quattro azioni riguardano: la
redazione di una mappa regionale del fenomeno bullismo; la
“sensibilizzazione” al problema, dei giovani, delle famiglie
e del contesto sociale in cui
vivono; attività di formazione
della durata di diciotto ore. E
il via a un servizio di assistenza anche attraverso il numero
verde “Smonta il bullo”, a cui
sarà possibile telefonare pure in
modo anonimo.
Al meeting di presentazione
prenderanno parte i vertici di tutti
gli enti e delle associazioni interessati.
Un asilo nido in Perù
intitolato ad Arrigo
A
ngelo D’Arrigo rappresenta
uno dei più chiari e nobili esempi di sicilianità apprezzata a livello internazionale, per
l’impegno e i successi raggiunti con
le sue storiche imprese sportive e
scientifiche. Siamo lieti che la Fondazione che porta il suo nome annunci
Angelo D’Arrigo
la realizzazione di una importante
iniziativa, quale è la costruzione di
un asilo nido in Sudamerica, dalla
nostra sede”. Con queste parole il
presidente della Provincia regionale
di Catania, on. Raffaele Lombardo,
ha incontrato, durante una conferenza stampa nei locali del Centro direzionale Nuovaluce, Laura Mancuso,
presidente della Fondazione “Angelo
D’Arrigo” e moglie del deltaplanista catanese, scomparso nel 2006 in
un incidente aereo. L’incontro con la
stampa è servito per annunciare l’importante iniziativa che la Fondazione
sta realizzando: il Progetto Wawa
wasi, ideato per dare una mano alla
gente di Paccarictambo, villaggio
peruviano sperduto sulla cordigliera
delle Ande, a più di due ore di auto da
Cuzco, dove è stato costruito un asilo
nido con i soldi raccolti dalla Fondazione, intitolato anch’esso ad Angelo
D’Arrigo e che il prossimo 31 gennaio
sarà inaugurato dalla signora Mancuso. “Il lavoro della Fondazione – ha
detto Laura Mancuso – non può certo
cambiare il mondo, ma siamo felicissimi di essere riusciti a rendere un po’
più semplice la vita delle persone di
una piccola comunità come quella del
villaggio peruviano di Paccarictambo. Anche Angelo sarebbe stato felice
di questa realizzazione, soprattutto
per la stima che aveva nei confronti
degli abitanti di Paccarictambo: estremamente umili e dotati di una straordinaria forza d’animo”. “Non è la
prima volta – ha aggiunto il presidente Raffaele Lombardo
– che la Provincia ospita
nelle proprie sedi iniziative, come la proiezione
del video-documentario
“Nati per volare”, dedicate al grande sportivo e
scienziato catanese, che
ha tenuto alto il nome
della nostra terra. Riteniamo, infatti, che la figura di Angelo D’Arrigo
debba essere tramandata
alle generazioni future”.
E proprio dalla Provincia
di Catania, con il presidente Raffaele
Lombardo, sono state lanciate alcune
proposte per tenere vivo il ricordo di
quest’uomo eccezionale, come la intitolazione al suo nome di alcune strade
e piazze nel territorio siciliano, la realizzazione su commissione dell’Ente
di una statua in bronzo di D’Arrigo e,
ogni anno, la ricorrenza di una giornata interamente dedicata allo studio
e all’approfondimento delle imprese
sportive e scientifiche dell’atleta e
studioso catanese. Delle altre iniziative che saranno realizzate sulle imprese e sulla figura di Angelo D’Arrigo
il presidente della Provincia, Raffaele
Lombardo, ne parlerà nelle prossime
settimane con la signora Mancuso e
con il sovrintendente ai Beni culturali, Gesualdo Campo, che già
quando era assessore provinciale
alle Politiche culturali si fece promotore di eventi dedicati proprio al
deltaplanista. “Angelo – ha concluso la signora Laura Mancuso – era
orgoglioso di essere catanese e la
nostra Fondazione intende realizzare ancora molti altri progetti, in
Italia e all’estero. Il prossimo coinvolgerà la popolazione del Burundi, in Africa”.
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
dalla
Informazione Regionale
Campania
Quando il
commissario è inutile
S
i scopre, secondo
l’accusa dei magistrati, che l’emergenza rifiuti in Campania
ha contribuito ad arricchire
non solo i proprietari dei
terreni (pagati cifre astronomiche) dove allocare i rifiuti, ma anche i vertici del
Commissariato per l’emergenza rifiuti, che doveva
elaborare piani e programmi e, soprattutto, attuarli. A Rifiuti in Campania
cosa serve un commissario?
A sostituire in una determinata commissariato la Campania nofunzione un ente locale perche’ minando commissario il responinadempiente. Si puo’ nomina- sabile dell’inadempienza, cioe’
re commissario il responsabile il presidente della regione, che
dell’inadempienza? No, ovvia- attualmente e’ Antonio Bassolimente, direbbe Lapalisse (o La no. Insomma quello che e’ stato
Palice). Non si puo’ mettere a tolto con la mano destra e’ stato
guardia del tesoro chi ha tenta- ridato con quello sinistra. In
to di rubarlo. I Governi nazioquesto modo si e’ resa del tutto
nali, sia di centro-destra che di inutile la figura e l’opera del comcentro sinistra, cui compete la missario. Gli effetti si vedono.
nomina dei commissari, hanno Non poteva essere diversamente.
R
29
Scuola, concorso per
dirigente tecnico
iparte la giostra. Dopo i
concorsi per dirigente scolastico, ordinario e riservato, dopo la finanziaria
2007 ed il decreto milleproroghe che hanno sanato tutte le difformità rispetto ai bandi originari,
moltiplicando a dismisura, con
la trasformazione in graduatorie
ad esaurimento, i posti messi a
concorso, offrendo l’opportunità
a tutti coloro che avevano a suo
tempo superato le prove di ottenere, seppure dopo anni d’attesa,
un “posto al sole”, è stato bandito il 30 gennaio scorso l’atteso e
più volte annunciato concorso per
l’assunzione, presso il Ministero
della P.I., di 145 dirigenti tecnici,
ex ispettori. Da una prima valutazione reputo che saranno oltre
diecimila le domande che saranno presentate. Molti, approfittando del fatto che non è preclusa la
partecipazione a più sottosettori,
hanno deciso di presentare più
domande andando ancor più ad
ingolfare la macchina burocratica per la predisposizione delle
prove selettive. Inoltre, memori
dell’esperienza pregressa, sindacati, associazioni di categoria e
studi legali sono già all’opera. Mi
sono sovente domandato se è stata
mai fatta una quantificazione, seppure approssimativa, delle spese
sostenute dai partecipanti di tutta
Italia ai concorsi per dirigente scolastico già menzionati. Tra ricorsi
ai vari tribunali, corsi di preparazione e quant’altro, tenendo conto
solo del danaro circolato alla luce
del giorno, penso che ci attestiamo
su cifre a sei zeri di euro, svariate
centinaia di migliaia di euro. Per il
nuovo concorso già sono scesi in
campo una serie di “operatori della scuola”, attraverso le ben note
sigle, sempre le stesse, che circolano nel settore educativo e che
preparano alla prova preselettiva,
prevista dal bando con lo scopo di
ridurre i concorrenti a circa 1.450,
pari a dieci volte il numero di posti messi a concorso. Il “circa” è
determinato dal fatto che si potrebbero avere più ammessi alle
prove in considerazione di una
parità conseguita dall’ultimo in
graduatoria. E’ già si stanno predisponendo i ricorsi, ad esempio,
per il requisito minimo dei nove
anni di ruolo e sulla possibilità
di cumulare, alla bisogna, il ruolo conseguito nei diversi settori
formativi. Sono già partiti anche
i corsi di preparazione che, per
la sola partecipazione alla prova
selettiva, prevedono per ciascun
partecipante un esborso che si aggira mediamente intorno ai mille
euro. Insomma, mutatis mutandis,
sembra di assistere al remake del
film che si è già recitato, con code
ancora attuali, in occasione del
corso concorso ordinario per dirigente scolastico. Con una conclusione, che molti auspicano, possibilmente simile alla precedente,
vale a dire con un posto assicurato a tutti coloro che supereranno la preselezione, attraverso la
trasformazione della graduatoria
finale in graduatoria permanente
e, con l’opportunità, attraverso i
provvedimenti di sospensiva dei
vari tribunali amministrativi e ,
a seguire, legislativi di sanatoria,
d’incrementare a dismisura i potenziali partecipanti alle tre prove
scritte e alla prova orale. Ancora
una volta, in questo folle giro di
“investimenti” che coinvolge migliaia di docenti mortificati da
stipendi tra i più bassi d’Europa,
e, per questo, alla perenne ricerca di un ruolo più gratificante in
ambito ministeriale, almeno sotto
questo aspetto, ad essere penalizzata sarà la scuola Italiana, più
volte bocciata nei rapporti annuali
dall’OCSE, che rischia di perdere
buoni docenti per acquisire dirigenti scolastici e dirigenti tecnici
sovente inadeguati e scarsamente
motivati rispetto ai difficili e complessi compiti affidati a queste figure professionali.
vo!”. Capì, dunque, quale fosse la
sua vocazione: diffondere il Rosario. Il 13 novembre 1875, arrivò
a Pompei il Quadro della Vergine
del Rosario. L’anno seguente, con
le offerte giunte da ogni parte del
mondo, si cominciò la costruzione della nuova chiesa, completata
nel 1891. Bartolo Longo ha composto numerose preghiere, tra cui
la famosa “Supplica”, tradotta in
svariate lingue. Nel 1884, fondò il
periodico “II Rosario e la Nuova
Pompei”. Diede vita ad una vera
e propria città con le case per gli
operai, primo esempio di edilizia
sociale che preannunciava la Rerum Novarum, il telegrafo, la stazione ferroviaria, un piccolo ospedale, l’osservatorio meteorologico
e quello geodinamico. Nel 1887,
fondò l’Orfanotrofio Femminile. Nel 1892, l’Ospizio per i figli
dei carcerati. Il 5 maggio 1901,
fu inaugurata la facciata della
Basilica, eretta con il contributo
di fedeli di ogni parte del mondo
e dedicata alla Pace Universale.
Bartolo Longo è morto il 5 ottobre
1926 ed è stato proclamato Beato
da Giovanni Paolo II, il 26 ottobre
1980. Alla serata saranno presenti
l’Arcivescovo-Prelato e Delegato Pontificio di Pompei, Mons.
Carlo Liberati, il Vicario Generale, Mons. Pasquale Mocerino e
il vice-postulatore della Causa di
Canonizzazione del Beato, Mons.
Raffaele Matrone.
a domenica differenziata, la giornata ecologica
annunciata per oggi, con
costosi e policromi manifesti
affissi negli spazi pubblicitari,
a cura del Comune di Napoli (
foto allegata ), alla luce di alcuni episodi, verificabili in loco,
sembra rientrare più nella politica di mera immagine che si
sta portando avanti negli ultimi tempi, senza però una reale
messa in campo di iniziative e
risorse, nellíambito più generale di un progetto finalizzato, per
far decollare quella che non da
oggi rappresenta la vera ed unica soluzione al problema della
raccolta e dello smaltimento
dei rifiuti solidi urbani, la raccolta differenziata appunto ì. Eí
quanto afferma Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente
del Comitato Valori collinari. ìA
dimostrazione di quanto affermo, e solo per esemplificare, la
presenza di un contenitore per
la raccolta di medicinali scaduti
che vengono peraltro annoverati tra i rifiuti urbani pericolosi
e che tempo non viene svuotato,
al punto che i medicinali oramai
vengono depositi dai cittadini allíesterno di esso con rischi
conseguenti, vista la pericolosità acclarata di questi prodotti (
foto allegata ) ñ continua Capodanno -. Una situazione che gli
abitanti di via Tino di Camaino,
líimportante e trafficata arteria
del quartiere Arenella, dove si
trova il contenitore in questione,
hanno segnalato da tempo, ma
rispetto alla quale non si assumono i provvedimenti del caso,
che consistono semplicemente
nello svuotare periodicamente
ed alla bisogna il contenitore in
questioneì. ìCredo ñ continua
Capodanno - che il principale
ostacolo allíazione del commissario De Gennaro vada ricercato nella mancata collaborazione, non tanto dei cittadini,
la cui protesta nasce da serie
preoccupazioni connesse a
problemi di salvaguardia della
salute, bensì dalle istituzioni e
da chi oggi le rappresenta, che
manifestano, come nel caso in
questione, una scarsa volontà
di risolvere concretamente il
problema, anche per il futuro,
attuando nei fatti le buone pratiche legate alla raccolta differenziataì.
pericolosi lasciati
Festa di compleanno Rifiuti
nella pubblica via
per Bartolo Longo L
Bartolo Longo
E
’ tornata, per il terzo anno
consecutivo, la festa in occasione dell’anniversario
della nascita del Beato Bartolo
Longo, Fondatore della Nuova
Pompei, un modo originale per
perpetuarne la memoria e mantenerne fresco il ricordo. Il Santuario di Pompei e l’Associazione “Amici di Bartolo Longo”,
in collaborazione con l’Associazione Corale “S. Maria del Lauro” di Meta di Sorrento (NA),
hanno promosso, nel Teatro “Di
Costanzo-Mattiello”, lo
spettacolo “Cantanapoli”, revival di canzoni
napoletane, eseguite dagli artisti Mariano Oliva
(pianoforte), Gaetano
Ambrosino (violino) e
Antonio Bordo (mandolino), diretti da Roberto
Altieri. Bartolo Longo,
nato il 10 febbraio 1841
a Latiano (BR), completò gli studi di Giurisprudenza a Napoli, dove si
avvicinò allo spiritismo,
abbandonando completamente la fede cattolica
nella quale era stato educato. Grazie al professor
Vincenzo Pepe ed al domenicano padre Alberto Radente, tornò, poi,
sulla via del bene, dedicandosi totalmente alla
religione e alla carità.
Grazie alla nobildonna Caterina
Volpicelli, beatificata il 29 aprile
2001, conobbe la Contessa Marianna Farnararo De Fusco, rimasta vedova in giovane età, con cinque figli piccoli. Proprio per curare
le sue proprietà, giunse, nel 1872,
in Valle di Pompei, dove trovò la
risposta al dubbio che da tempo lo
tormentava: come avrebbe fatto a
salvarsi, a causa delle esperienze
poco edificanti della vita passata?
La Vergine lo chiamò, dicendogli:
“Se propaghi il Rosario, sarai sal-
Informazione Regionale
30
Iniziativa dei tifosi del Bari
dalla
Puglia
B
Colpe senza
colpevoli
Taranto - Dagli organi di stampa la magistratura tarantina sembra mettere le mani avanti per
giustificare un esito infausto delle
inchieste sulla ìAmministratopoliî
tarantina. Quando non si arriva al
risultato previsto dalle norme, si
dà la colpa alla ex Cirielli. Chi pagherà? «Probabilmente, nessuno.
I tempi di prescrizione sono troppo brevi e alcuni processi finiranno allíudienza preliminare. Non
è giusto illudere chi attende giustizia». Il pm Maurizio Carbone,
presidente della sezione tarantina
dellíassociazione nazionale magistrati, è brutalmente concreto. Ma
chi ha fatto sparire 901 milioni
di euro? Gli amministratori con i
bilanci truccati? I dirigenti comunali con gli stipendi gonfiati? Gli
imprenditori con gli appalti truccati? I cittadini con líassistenza
clientelare? Certo è che parlare di
prescrizione, per creare un alibi, è
un poí troppo. Dalla conoscenza
del reato si attivano le indagini:
durata 6 mesi, salvo proroga di
pari termine. Ci sono 7 anni di
tempo per evitare la prescrizio-
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
ne, come si fa per processi con
gente meno importante. Dai fatti
risulta che líamministrazione Di
Bello è accusata di aver truccato
i bilanci di 5 anni. Una domanda
sorge spontanea: se la Di Bello
si è dimessa il 25 febbraio 2006,
perché si è dato modo di reiterare
il presunto reato dal bilancio del
2001 ??? Si è causato il dissesto
per il mancato; Mancate denuncie e mancate???? Maggioranza e
opposizione, tutti collusi ??? Magistrati codardi e??? Comunque,
alla fine della fiera, in una Italia
di impuniti, è sempre il cittadino
onesto a pagare: una città al crac,
le imposte locali al massimo, ( líIci è salita dal 6,25 al 7 per cento;
la Tosap e líoccupazione del suolo pubblico raddoppiate ). Come
il cittadino italiano pagherà i 12
milioni di euro al tarantino Domenico Morrone, che ha scontato
una condanna di 15 anni, 2 mesi e
23 giorni, di cui 11 anni e 6 mesi
in carcere, perché vittima di un
errore giudiziario causato da un
magistrato tarantino, che continua
a fare il suo lavoro.
ari - La frenetica vita
redazionale conduce, il più delle volte,
alla dimenticanza di quanto
si osserva per la strada. A
farne le spese i promotori
di Compriamola. Trattasi di
una iniziativa promossa da
un gruppo di giovani liberi
professionisti baresi e tifosi
del Bari. Essa consiste nel
promuovere il Progetto di
una Public Company meglio conosciuta come forma
di azionariato popolare e
tesa, nel caso dell’ A.S. Bari,
nell’acquisto delle relative quote societarie. Correva
la mattinata di Sabato 16
Febbraio quando, nella centrale Piazza S.Ferdinando,
un coraggioso gruppo giovanile avvolto dalle sciarpe
biancorosse raccoglieva delle firme attorno ad un banchetto. Chi
scrive si avvicinava incuriosito e
alla domanda “ è interessato ad
aderire a Compriamola ? “ rispondeva compilando un modulo col quale veniva sottoscritta,
al momento, come precisava il
Comitato Organizzatore, soltanto una adesione morale. Tempi e
modalità come lo stesso ci informava, verranno comunciati con
gli opportuni accorgimenti legali.
Tornando a quella gelida mattinata di Sabato 16 Febbraio u.s.
(si proseguiva nella mattinata di
Domenica 17) si sfidava non solo
la freddezza metereologica ma
anche quella civica. Risultato? In
entrambe le mattinate sono state scritte 300 adesioni. Una cifra
accolta con soddisfazione dall’organizzazione che, unita alle più di
Denuncia pubblica
tremila ricevute su Compriamola.
it raggiungerebbe un totale parziale di 4125 adesioni. Un sasso
nello stagno dell’indifferenza che
caratterizza la cittadinanza barese
anche verso la cultura sportiva è
stato lanciato. Si deve continuare
a percorrere questa strada.
Nicola Zuccaro
La cenerentola barese
B
ari - Il mondo della cultura
barese interroga la politica cittadina. Promotore di
questa iniziativa è stata la Fondazione del “ Piccolo Piccinni” presieduta dall’ Avv. Gianvito Pugliese. Lo scorso 5 Ottobre nei pressi
dell’omonimo Conservatorio,sede
dell’omonima Fondazione e del
rispettivo Teatro è iniziata una serie di incontri durante i quali rappresentanti politici locali sia del
Centro-Sinistra che del Centro-Destra verrano interrogati
sulle problematiche del settore.
In particolare nella prima co-
schermo Bari e la Puglia vengono esaltati come laboratorio
cinematografico da Stampa e Tv
Nazionali. Si preferisce il Concerto di un cantante e/o complesso Pop piuttosto che i giovani talenti e debuttanti. Gianvito
Pugliese ne ha per tutti compresi
il Presidente della Fiera del Levante per aver concesso, nell’ultima edizione della Campionaria
un Padiglione alla Fondazione Petruzzelli, all’ Assessorato
Comunale alla Cultura di Bari
per aver concesso briciole. Risparmia in questa reprimenda la
I
l Comitato Giustalizzano
informa tutti i destintari che
il “nuovo palazzetto dello
sport” costato una moltitudine
di euro (vero danaro pubblico)
langue nella zona Unicef di
Lizzano, abbandonato da chi
dovrebbe custodire un patrimonio comunale, terminato e mai
utilizzato dalla Comunità.
Siamo venuti a conoscenza
che lo stesso è stato profanato dai soliti imbecilli che
hanno già provocato dei danni
al telone (due tagli netti, che
hanno scoperchiato e fatto
entrare acqua piovana nel palazzetto), inoltre sono spariti
tutti gli estintori e sicuramente altri strumenti presenti nel
“palazzetto”. Se si continua a
non vegliare l’immobile e se
non si interviene urgentemente sicuramente, faranno fuori
14 panchine con la rete della
pallavolo, i canestri e le porte amovibili del calcetto. Tutto questo è da addebitare, sia
ai responsabili passati che a
quelli presenti, come il Commissario Prefettizio, che pur
avendo decine di lavoratori socialmente utili, non ha voluto
ascoltare né GiustaLizzano, né
il sindacato Aut, costringendo
gli LSU a scioperare, mentre
poteva utilizzarli per custodire il patrimonio del Comune
Palazzotto dello sport di Lizzano
Il Teatro Piccinni
di Lizzano che va ogni giorno
devastato da anonimi-imbecilli.Siamo certi, che tante altre
strutture sono abbandonate
e certamente consentiranno
ai soliti imbecilli-anonimi
(chiaramente voluti da questi
responsabili) di far danni incalcolabili. Anche all’esterno
del palazzetto, la devastazione la fa da padrone, eppure
carabinieri, vigilanza e vigili
urbani non bastano per controllare questa zona. Noi di
giustaLizzano, abbiamo tentato di dare una mano a questo Commissario, che non ha
ritenuto utile dialogare, ma
bensì ha cercato di sostituirsi
alizone citata una risposta la si
attende dal Partito Democratico.
La concomitanza con le primarie del 14 Ottobre, ha indotto gli
organizzatori della Tavola rotonda a porre la seguente domanda
al nascente soggetto politico : “
Quale Cultura vuoi per il futuro
?”. E per far questo ad una classe politica barese che non brilla
quanto a presenza nel mondo
culturale occorre fornire degli
spunti e semmai un quadro della situazione nella Città di Bari.
Quanto illustrato,da Gianvito
Pugliese, non fa ben sperare per
il futuro. Numerosi i Corsi teatrali e i Concorsi Musicali annullati. Prosa, Danza e Cinema
non stanno molto meglio della
Musica anche se, per il grande
alla vecchia amministrazione, continuando a malgestire
e sprecare danaro pubblico.
Pertanto, si chiede urgentemente di intervenire per
evitare che gli sciacalli (lasciati liberi…) si approprino
del patrimonio pubblico e di
sollecitare il Commissario
ad incontrare i comitati autonomi e indipendenti, come
quello nostro, affinchè la Comunità non sia penalizzata
da una cattiva gestione commissariale.
Pasquale Greco
Portavoce del Comitato
GiustaLizzano
Regione Puglia che per mezzo
dell’Assessorato al Mediterraneo diretto da Silvia Godelli ha
fatto meglio. Dinnanzi a queste dichiarazioni rilasciate dall’
Avv. Gianvito Pugliese sosteniamo che la colpa non è solo dei
politici e della stampa nazionale
ma anche e prima di tutto degli
stessi operatori dei settori teatrale, musicale e cinematografico.
Costoro prima di muovere critiche verso un determinato colore politico dovrebbero meglio
organizzarsi al proprio interno
dotandosi di un Uffcio Stampa e
Comunicazione che meglio pubblicizzi sul territorio le proprie
iniziative e le giovani speranze.
N.Z.
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
dalla
Puglia
Informazione Regionale
31
Prezzi in caduta libera
Il fenomeno si registra per il secondo anno
consecutivo e va ad aggiungersi alla crisi idrica
La Puglia che fa
tendenza
L
a Puglia si presenta alla Bit
2008 all’insegna di progetti innovativi per il turismo,
sia nella promozione che sul versante legislativo e della programmazione. Sarà l’anno del nuovo
“Piano strategico di marketing”,
che sostituisce il precedente studio, risalente al lontano 1994; e
con l’avvio della prevista riforma,
il settore sarà indirizzato verso un
moderno sistema di amministrazione che preveda ampie deleghe
agli enti locali e un maggior coinvolgimento del sistema imprenditoriale. A breve partirà anche
il “Piano di comunicazione integrata”, con cui la Regione intende radicare con maggiore forza il
“brand Puglia” sui mercati nazionali ed esteri, individuati dal Piano triennale di promozione turistica, e sarà espletato il nuovo bando
per la partecipazione della Regione a fiere e mostre, che il Settore
ha predisposto tenendo conto dei
sensibili mutamenti in atto nel
turismo a livello mondiale. Il
2008, come prevedono gli studi di
settore, confermerà per la Puglia
i risultati delle attività intraprese
a beneficio dello sviluppo locale.
L’Assessorato per il Turismo della
regione ha chiuso nel migliore dei
modi il precedente ciclo di programmazione, impegnando tutte
le risorse finanziarie attribuite alle
misure di competenza del settore,
che erano rimaste bloccate nel
primo triennio di attuazione. Le
stime di crescita occupazionale,
connesse all’utilizzo dei fondi europei, danno riscontro molto positivo (circa 5mila nuovi contratti di
lavoro). E soprattutto sarà l’anno
della nuova programmazione comunitaria (Por Puglia 2007-2013
e POIN), in cui la valorizzazione
del patrimonio naturale e culturale diventa la principale strategia di
sviluppo turistico che la Regione
porterà avanti, con logiche di coordinamento dei settori interessati
e con politiche mirate alla organizzazione dei Sistemi Turistici
Locali, in cui pubblico e privato
siano fortemente coinvolti e coesi. Un’azione a tutto tondo, quindi. Che troverà ampia discussione
e confronto alla Borsa internazionale del turismo (Bit) a Milano dal
21 febbraio e alla quale la Puglia
partecipa con un programma ricco
di iniziative volte a promuovere il
“brand Puglia” sui mercati internazionali e a sostenere le migliaia
di aziende della filiera pugliese
che chiedono di essere supportate
nell’azione di commercializzazione dei tanti prodotti disponibili,
innovativi e diversificati. Il clou
della manifestazione è rappresentato dal tradizionale incontro con
la stampa, che il Presidente Nichi
Vendola e gli assessori Massimo
Ostillio (Turismo) e Enzo Russo
(Risorse agroalimentari) terranno
sabato 23 alle ore 10 nello stand
della Regione Puglia (Padiglione
15 – Area D60/E60). Coordinata
dal direttore del Giornale Radio
Rai, Antonio Caprarica, che ha
accettato volentieri l’invito, la
conferenza stampa ha per titolo “I
fattori di successo del prodotto turistico Puglia nella competizione
internazionale” e si articolerà sotto forma di interviste per le quali
ci si avvarrà del contributo di alcuni affermati personaggi pugliesi.
Tra i testimonial: Ennio Capasa,
di “Costume National”; Giuliano
Sangiorgi, cantante dei “Negramaro”; Alessandra Grillo, Pr e Art
director; Michele Pirro, campione
italiano di motociclismo “Classe
Superstock 1000”; Max Di Cicco,
campione italiano di Kite-surf;
Giampiero Menza, velista; Vitantonio Liuzzi, pilota di Formula
1. Al fianco degli esponenti del
Governo regionale, anche il direttore generale dell’Enit, Eugenio
Magnani; l’amministratore unico
di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola; il direttore artistico
della “Apulia Film Commission”,
Silvio Maselli; e Paula Hardy,
autrice della nuova guida internazionale dedicata alla Puglia edita
da “Lonely Planet”, recentemente
pubblicata in lingua inglese . La
Hardy spiegherà il concept legato
alla scelta editoriale e l’esperienza maturata nella nostra regione
durante il suo soggiorno. Sono
decine gli appuntamenti in cartellone, e tutti rigorosamente organizzati nello stand del Turismo:
300 metri quadri, la metà dello
scorso anno, che l’assessore Ostillio anche quest’anno ha deciso di
mettere a completa disposizione
di enti locali, associazioni, consorzi di operatori e organizzazioni
no-profit per la realizzazione di
specifiche iniziative volte a valorizzare le peculiarità del territorio e, soprattutto, la promozione
di nuovi prodotti e di segmenti
specifici richiesti dal mercato. A
tal fine, l’allestimento degli spazi espositivi è stato organizzato
in modo tale da dare ampia visibilità ai temi del turismo marino,
del turismo culturale e delle città
d’arte e del turismo rurale e naturalistico, con particolare riguardo
alla nuova legge regionale di tutela degli ulivi secolari. Adeguati
spazi saranno assicurati. tramite
appositi desk, anche ai temi del
turismo accessibile, religioso, e
dei riti connessi con la Settimana Santa, del cineturismo e degli
eventi artistico-clturali di rilevante attrattività turistica. Per ragioni di opportunità e di razionalizzazione dei costi, tutte le azioni
programmate e calendarizzate
sono dirette esclusivamente fuori
regione, e hanno precise finalità.
B
ari - Mandorli e ciliegi in
fiore. Maturazione contemporanea degli ortaggi. Il
caldo anomalo del mese di gennaio
rischia di far precipitare l’andamento del settore orticolo pugliese, in
seria difficoltà per le temperature
primaverili. Gli imprenditori agricoli stanno raccogliendo ortaggi la
cui maturazione era prevista tra febbraio e marzo, determinando una
saturazione del mercato già fermo
per una domanda che non c’è. “Si
stanno raccogliendo contemporaneamente le produzioni di gennaio,
febbraio e marzo – spiega il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro
Salcuni – fenomeno che equivale
ad una sovrapproduzione e ad una
offerta eccessiva rispetto alla stasi
dei mercati interni e del Nord Europa. I prezzi sono così bassi che
gli orticoltori in molti casi preferiscono non raccogliere il prodotto”.
I numeri disegnano una difficile
realtà commerciale: 0,35 euro/Kg
per le cime di rapa, 0,15 €/Kg per
i broccoli, 0,12 €/Kg per la bietola, mentre la cicoria, sia la viarietà
liscia sia quella con la cima di Galatina, non riesce a trovare mercato.
Drammatica la situazione per le insalate che gli imprenditori agricoli
preferiscono lasciare in campo per
risparmiare almeno i costi della raccolta. “Al clima mite delle ultime
settimane – continua il Direttore
della Coldiretti Puglia, Antonio De
Concilio – si aggiunge il problema
annoso della siccità che nei prossimi mesi assumerà proporzioni diffi-
E’ il caso della conferenza stampa
indetta per il 21 (ore 12) dall’Apt
e dalla Provincia di Foggia per
presentare, con Renzo Arbore testimonial, il “Five Festival Sud
System”: cinque Festival (“Carpino Folk Festival”, “Orsara Jazz
Festival”, “Suoni in Cava (Apricena)”, il“Festival d’Arte dei Monti
Dauni” e “FestambienteSud”) con
cui il Gargano conta di portare oltre 200 mila spettatatori sui monti
dauni, archiviando definitivamente l’immagine dello scorso luglio
di un territorio ferito dagli incendi. Tra gli appuntamenti organizzati dall’Assessorato, si segnala la
presentazione ( 22 febbraio, ore
12) della 2^ edizione del “Forum
regionale del turismo pugliese”,
che quest’anno punta i riflettori
sul nuovo Piano turistico regionale, coinvolgendo nella discussione
preliminare le istituzioni locali,
albergatori, ristoratori, sindacati,
associazioni professionali, dei commercianti e dei consumatori e tutti i
soggetti che a vario titolo operano
per la crescita del settore. I lavori
prevedevano le relazioni dell’assessore regionale sulle “Nuove
politiche turistiche”, del professor
Emilio Becheri (Università Iulm
- Mercury Srl) che ha tracciato un
bilancio del lavoro fatto finora e ne
ha focalizzato le linee guida; e di
Claudio Cipollini (Unioncamere –
Retecamere) il quale ha parlato del
nuovo Piano strategico del Turismo
in Puglia. Stesso tema per Paolo
Di Nola, di Sviluppo Italia. I lavori
erano moderati da Attilio Romita,
giornalista del Tg1.
Gianfranco Nitti
cilmente gestibili. Bisogna pensare
fin d’ora allo sfruttamento di risorse
alternative e ad incentivare il risparmio in modo virtuoso, individuando strumenti per il riuso delle acque
o per gli usi plurimi ”. Intanto, per
ottimizzare la spesa e non buttare
via niente, la Coldiretti ha elaborato
un vademecum in dieci punti con i
consigli da seguire per risparmiare mantenendo la freschezza della
frutta e verdura acquistate. Occorre effettuare acquisti ridotti e
ripetuti nel tempo; scegliere frutti
con il giusto grado di maturazione,
non appassiti, con aspetto carnoso
e non eccessivamente necrotizzati
nei punti di taglio; verificare l’etichettatura e preferire le produzioni
e le varietà locali che non essendo
soggette a lunghi tempi di trasporto
garantiscono maggiore freschezza;
preferire varietà di stagione che
hanno tempi di maturazione naturali; prediligere, compatibilmente
con le esigenze, frutti interi che si
conservano più a lungo. Per quanto
riguarda il trasporto è bene fare la
spesa poco prima di recarsi a casa
ed evitare di lasciare troppo a lungo la frutta e la verdura dove il sole
e le alte temperature favoriscono i
processi di maturazione ed è opportuno, nel caso di trasferimento con
auto climatizzata, riporre i prodotti
nel sedile posteriore piuttosto che
nel bagagliaio. E’ opportuno tenere
Pietro Salcuni
separate le confezioni delle diverse
varietà di frutta e verdura acquistate
che vanno riposte in contenitori di
carta piuttosto che in buste di plastica. Così come risulta strategico
seguire alcuni piccoli accorgimenti
anche tra le mura domestiche dove
bisogna mantenere separata la frutta
e la verdura che si intende consumare a breve da quella che si intende
mantenere più a lungo: la prima può
essere messa in un portafrutta al buio
eventualmente coperta da un tovagliolo e comunque lontano dai raggi
del sole, mentre la seconda va posta
in frigorifero, ma lontano dalle pareti
refrigeranti. In ogni caso è opportuno che la frutta venga posta stesa sul
contenitore per evitare ammaccature
e sviluppo di marcescenze.
Da maggio, nuovo volo
Bari - New York
I
l mercato statunitense è la nuova frontiera alla quale il turismo pugliese può
ora guardare con grande attenzione,
per effetto del primo collegamento di linea settimanale Bari ñ New York (JFK),
che il vettore Eurofly opererà dal prossimo 15 maggio sino al 12 settembre. Lo
ha comunicato, a margine della BIT in
corso a Milano, líAssessorato regionale al
Turismo e Industria alberghiera. Il vettore
italiano, nell’ambito dello sviluppo delle
proprie attività di medio e lungo raggio,
ha accolto positivamente le sollecitazioni
della Regione e della Società Aeroporti di
Puglia finalizzate all’istituzione di un volo
che, grazie anche ad una politica di tariffe
particolarmente appetibili, potrà contribuire all’affermazione del prodotto Puglia su
un mercato turistico dalle forti potenzialità. Tramite l’ENIT (nella quale l’assessore
regionale al turismo della Puglia,Massimo
Ostillio, è consigliere di amministrazione)
e la società controllata Promuovitalia, la
Regione ha ottenuto un risultato positivo,
che apre scenari molto interessanti. Oltre
oceano, la Puglia può infatti rappresentare
Interno di un aeroplano della flotta
Eurofly
una novità assoluta perché, collocandosi al
di fuori dei circuiti turistici più tradizionali
per la clientela statunitense, vanta uníofferta molto variegata che, sia per il tipo di
infrastrutture ricettive che per il tipo di prodotto, può intercettare il favore di chi vuole
sfuggire ad un contesto di massificazione,
privilegiando novità e diversificazione del
mercato. Questi elementi sono stati tenuti
in considerazione dal vettore che ha accolto la “sfida”, impegnandosi ad operare in
funzione della stabilizzazione del volo, pur
in presenza di clausole contrattuali estremamente rigorose e restrittive volute da
Aeroporti di Puglia in termini di puntualità,
regolarità e qualità del servizio. La cautela
con cui la Regione ha inteso operare e sta
seguendo l’iniziativa è motivata da fattori
diversi, tra cui l’assoluta esigenza di dare
certezza e continuità sul medio-lungo periodo al nuovo collegamento aereo, in una fase
difficile per i vettori, tanto a livello nazionale
che allíestero. Vi è inoltre la necessità che
- anche con il supporto promozionale che
potrà essere ulteriormente assicurato con
risorse delle Amministrazioni locali e pubbliche - gli operatori e le imprese del settore
svolgano adeguate attività di commercializzazione, per dare ulteriori contenuti e spessore allíiniziativa intrapresa. Bellezza del
territorio e facile accessibilità turistica sono
quindi gli elementi cardine sui quali la Puglia intende puntare per la conquista di nuovi mercati e per la stabilizzazione di quelli
esistenti. In questa logica l’Assessorato al
Turismo, sulla scorta di quanto già fatto in
passato, dà ulteriore consistenza allíattività
di comunicazione realizzata con Aeroporti
di Puglia sui mercati esteri stabilmente collegati con la nostra regione.
G.N
Cultura
32
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Gli incontri della Fondazione D’Ettoris
Diritti Umani, Libertà Religiosa e Mercato
Il caso cinese
L
o scorso mese di dicembre
270 cristiani venivano arrestati in Cina per avere letto
la Bibbia. Notizie come questa
sono all’ordine del giorno nel più
grande paese del continente asiatico. Un paese in cui le statistiche
contano 10 milioni di protestanti
“ufficiali” riuniti nel MTA (Movimento delle Tre Autonomia), creato nel 1950 dopo la presa di potere
di Mao Tse-tung, quelli non ufficiali, che si radunano in “chiese
domestiche” non registrate, sono
stimati invece in oltre 50 milioni.
I cattolici “ufficiali”, riuniti nella
Chiesa patriottica, sono 5 milioni. I cattolici “sotterranei” sono
12-15 milioni. Non possiamo non
rivolgere la nostra attenzione alla
Cina sia per la crescente e imponente immigrazione di cinesi in
Italia, sia perché viviamo in un
mondo globalizzato dove quanto
accade anche all’altra estremità
della Terra può avere serie conseguenze anche da noi.
Recentemente la Fondazione D’Ettoris e la Biblioteca Pier
Giorgio Frassati, in collaborazione con i Comitati per le Libertà,
hanno organizzato un incontro
dal titolo “Diritti umani, libertà
religiosa e mercato. Il caso cinese”. L’incontro è stato presentato
da Antonio D’Ettoris, presidente
della omonima fondazione, che
ha introdotto il tema ricordando
che la stampa occidentale punta
l’attenzione quasi esclusivamente
sull’aspetto economico e politico
dei problemi. Infatti, in occasione
della pacifica rivolta dei monaci buddisti in Birmania avvenuta
nell’agosto del 2007, gli organi di
informazione occidentale hanno
puntato l’attenzione sul motivo
scatenante della rivolta rappresentato dall’aumento del prezzo della
benzina. In realtà, i monaci avevano inteso ribellarsi a un regime
totalitario ateo di tipo staliniano
che, nonostante 50 anni di potere
Dott. Antonello Brandi
e di insegnamento dell’ateismo
anche nelle scuole, non era riuscito a sradicare lo spirito religioso
dal cuore dell’uomo.
Il primo intervento è stato quello di Antonello Brandi, presidente
della Laogai Foundation italiana. Brandi si è soffermato su una
breve storia dei campi di concentramento cinesi (laogai). Inaugurati da Mao Tse-tung nel 1950, seguendo il modello Staliniano dei
gulag. “Mentre i lager nazisti - sostiene Brandi - furono chiusi nel
1945 ed i gulag sovietici sono in
disuso dagli anni 90, i laogai sono
tuttora esistenti. La parola laogai
non significa altro che “riforma
attraverso il lavoro”. Sono strettamente funzionali allo stato totalitario cinese per un doppio scopo:
introdurre il terrore con il lavaggio
è più solo per il mercato interno,
ma per l’esportazione. In Cina
vige ancora il partito comunista
che controlla i tre poteri. Legislativo, esecutivo e giudiziario .
Il sindacato è sottoposto al regime, e il lavoratore è senza alcun
diritto. Il partito comunista cinese rappresenta il miglior partner
commerciale per qualsiasi impresa nazionale o multinazionale,
cinese o straniera, il cui scopo è
un alto profitto. Non è un caso
che il costo del lavoro cinese sia
il 5% del costo del lavoro nell’UE
e che la Cina abbia superato il
Giappone nell’esportazione. Ma
com’è possibile che un Paese socialista sia diventato economista?
Brandi fa riferimento a tre famosi
studiosi: Ricardo, Smith e Marx.
Essi hanno ridotto l’economia a
solo materialismo. Per liberare
l’uomo bisogna liberarlo dalle
passioni religiose. Ma guardiamo
– sottolinea Brandi - che cosa
hanno provocato queste teorie. Il
relatore si è soffermato anche su
Da Sinistra, Dott. Antonio D’Ettoris e Padre Bernardo Cervellera
del cervello per i nemici politici
e fornire un’enorme forza lavoro
a costo zero. Ve ne sono almeno
1045 oggi in Cina, dove uomini
donne e bambini sono costretti al lavoro forzato in condizioni
disumane. Lavorano e soffrono
credenti di tutte le religioni, oppositori politici e criminali comuni. Almeno 50 milioni di
cinesi hanno patito
nei laogai fino alla
metà degli anni 80,
e circa venti milioni vi sono morti.
Le condizioni di
vita sono orribili.
L’orario di lavoro
arriva fino a 18 ore
al giorno, secondo
il tipo di attività
praticata
(industria, campi, miniere). Inizialmente
la produzione nei
laogai riguardava
articoli e prodotti
di facile esecuzione, destinati al
mercato interno.
Oggi, si produce
di tutto: giocattoli
(100.00 mila per
essere esportati),
scarpe,
mobili,
computer ecc. e
la produzione non
alcuni esempi di repressione. “In
Cina – dice – tutte le religioni
sono illegali. L’unica religione è
il comunismo. Sono dunque perseguitati i cristiani, gli islamici, i
buddisti ed i credenti di ogni altra
fede religiosa. Per contrastare la
Chiesa cattolica Romana, il partito comunista ha creato la Chiesa
patriottica cinese, l’unica accettata. Dal 1994, i 2 regolamenti
per le religioni obbligano tutte le
comunità religiose a registrarsi
presso l’ufficio affari religiosi che
controlla e impedisce il lavoro
religioso e la pratica religiosa. Ci
sono molti esempi di eroismo, di
preti arrestati perché non registrati. Chi sfugge ai controlli dunque
rischia.
Ricordiamo che, se la storia dei
Laogai è venuta alla ribalta mondiale, molto lo si deve a un cinese
che ha vissuto 19 anni in questi disumani campi di concentramento,
Harry Wu. Mentre molti suoi compagni di prigionia morivano come
mosche intorno a lui, Harry Wu ha
avuto la fortuna e la forza di continuare a vivere. Egli stesso, in un
bellissimo volume pubblicato dalla San Paolo, (“Controrivoluzionario. I miei anni nei gulag cinesi”)
scrive “In quel momento seppi che
non potevo morire. Non potevo
semplicemente scivolare nel nulla
e raggiungere Chen Ming. Dovevo
mettere a frutto la mia vita e cer-
Da Sinistra, Dott. Antonio D’Ettoris, Padre Bernardo Cervelliera, Mons. Domenico Graziani, Dott. Antonello Brandi
care di cambiare la società. Solo sione religiosa dove il potere policosì la mia esistenza non sarebbe tico deve solo inchinarsi al potere
stata semplice polvere, ma avreb- di Dio. Curiosamente quanto più il
be avuto valore.” All’incontro è potere politico soffoca la religione
intervenuto anche Padre Bernar- tanto più la rafforza. La rinascido Cervellera, dal 2003 direttore ta religiosa sta avvenendo anche
dell’agenzia stampa AsiaNews del nel partito comunista. C’è così la
Pontificio Istituto Missioni Este- possibilità che il partito si sfaldi.
re. Cervellera ha ricoperto anche La libertà religiosa è necessaria
l’incarico di direttore editoriale e per ridare dignità all’uomo. Molresponsabile dell’Agenzia Inter- ti parlano dei successi della Cina,
nazionale Fides dal 1997 al 2002 ma in realtà è vicina al baratro.
e ha insegnato “Storia della civiltà Si stanno creando in Cina tutte le
occidentale” presso l’Università di basi per una rivolta sociale. Operai
Pechino e “Introduzione alle Co- che vengono licenziati, contadini a
municazione Sociali” e “Culture e cui viene sottratta la terra. C’è una
Religioni in Cina” presso la Ponti- enorme differenza tra pochi ricchi
ficia Università Urbaniana. Tra le e la stragrande maggioranza della
pubblicazioni si ricorda il bellissi- popolazione che è soffocata dalla
mo Missione in Cina edito dall’An- povertà. Solo la religione potrebbe
cora nel 2006. Padre Cervelliera creare l’ambiente favorevole per
inizia il suo discorso partendo da una riconciliazione. L’incontro è
una domanda fattagli da una gior- stato concluso da mons. Domenico
nalista: “perché dobbiamo interes- Graziani, arcivescovo di Crotone
sarci della Cina?” La risposta – – Santa Severina che ha ricordato
dice – è semplice: “perché la Cina che non possiamo non tenere conconta quasi un miliardo e mezzo to della Cina e ha invitato a leggedi persone. Ciò significa che se il re la bellissima lettera di Benedetmondo fosse come una stanza, su to XVI ai cinesi. “Anche in Cina
cinque persone una sarebbe cine- – scrive il Santo Padre – la Chiesa
se. “Bisogna premettere – continua è chiamata ad essere testimone di
lo studioso – che la cultura cinese Cristo, a guardare in avanti con
non è disumana perché è religiosa, speranza e a misurarsi — nell’ancrede nella famiglia e nei figli. Ep- nuncio del Vangelo — con le nuopure, il governo cinese ha distrutto ve sfide che il Popolo cinese deve
tutto ciò, o meglio lo ha interrotto, affrontare”.
perché in Cina c’è sempre stata la
filosofia di Confucio, e per ConMaria Grazia D’Ettoris
fucio l’imperatore
doveva obbedire
a Dio. Nel 1200
ci sono stati degli
studiosi che hanno
teorizzato il potere
assoluto dell’imperatore proprio
come il comunismo dove lo Stato
è tutto. Ma dopo
58 anni di comunismo c’è stata una
rinascita religiosa
strepitosa. Da cosa
nasce? Nasce dal
fatto che la gente
è stufa del materialismo. Il direttore
di Asia News ha
ricordato che “la
Cina ha bisogno
di una evangelizzazione cristiana”
è stato detto da un
professore di Shangai di per sé agnostico. La Cina ha
bisogno di riscoprire una dimen- Padre Bernardo Cervellera
Cultura
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
ß
N
Donne in Afghanistan
el libro “Zoya, la mia
storia” (Sperling &
Kupfer Editori, Milano, 2002), la nonna della
protagonista, un’attivista afghana di RAWA (Associazione rivoluzionaria delle donne
in Afghanistan) così ricorda
la propria esperienza matrimoniale: “…Tuo nonno era
senza cuore. Arrivava a casa
con una decina di amicie mi
ordinava di preparare subito
il pranzo. E doveva essere
un pranzo ricco, con tante
portate. Una volta gli dissi:
sono troppo stanca. Sono la
tua serva, ma anche le serve sono esseri umani…E non
abbiamo abbastanza piatti
per tutti. Lo dissi di fronte ai
suoi amici, e lui andò a prendere i suoi stivali, grossi stivali che usava per camminare nella neve, e mi colpì con
quelli. Quella fu la prima
volta che mi picchiò di fronte ai suoi amici”. La cosa
davvero strana è che nessuno dei presenti ebbe a meravigliarsi più di tanto: “…
Per loro era normale. Anche
loro picchiavano le mogli, e
nessuno aveva il diritto di
difenderle. Le picchiavano
anche quando erano incinte.
Quando finì di colpirmi con
gli stivali, mi ordinò di chiedere in prestito i piatti ai vicini e cucinare. E il pomeriggio, quando i suoi amici
se ne erano andati, mi picchiò ancora…”. Eppure questa donna, la nonna di Zoya,
non era una sposa qualsiasi,
ma la figlia di un autorevole
mullah, il quale, nonostante
fosse perfettamente a conoscenza dei maltrattamenti
subiti dalla figlia, continuava a raccomandarle dedizione e tolleranza nei confronti
del marito. Normalmente in
Afghanistan i religiosi replicano in questo modo alle denunce di violenze coniugali:
la sottomissione della donna
è giudicata cosa buona e gradita ad Allah. RAWA è un
movimento femminile di difesa e salvaguardia della dignità della donna, oggi fortemente spostato su posizioni
anti-americane e collegato
con movimenti della sinistra
europea ed italiana. Su internet sono presenti diversi siti
che fanno capo a tale movimento, che inneggiano contro i signori della guerra, ma
pure contro gli U.S.A. Visitandoli si ha chiara la consapevolezza che anche dopo la
scomparsa dei Talebani dalla
scena politica di Kabul, restano le discriminazioni verso le donne. Il burqa continua a persistere: per paura di
essere additate e diventare
oggetto di gratuita violenza,
la stragrande maggioranza
delle donne afgane continua
ad indossarlo, fra mille, piccole e grandi sopraffazioni.
Come noto il burqa impedisce di vedere bene, e talora
è causa di incidenti: il burqa
si impiglia dappertutto, va
a fuoco facilmente… Dunque secondo le femministe
Soraya
di RAWA con l’arrivo degli
uomini dell’Alleanza del
Nord e dei loro alleati statunitensi le cose non sarebbero
per nulla cambiate in questi
anni. Anzi: fondamentalisti
gli uni, fondamentalisti gli
altri…Nell’ambito del lavoro, per esempio, il posto
è a rischio per quelle donne che si facciano fotografare a volto scoperto, senza
velo. E’ così che la signora
Marzeya Basil, 44 anni, funzionaria del Ministero della
Giustizia, a fine 2002 fu licenziata perché fotografata
senza alcuna copertura sul
viso durante un incontro
ufficiale, addirittura con il
presidente George W. Bush
negli Stati Uniti. La signora Basil faceva parte di un
gruppo di 14 funzionarie governative afghane che seguivano un corso di informatica
dietro invito statunitense.
La Signora Sima Samar, già
Ministro per la Condizione
femminile all’indomani della caduta dei Talebani, nel
2002 fu costretta alle dimissioni perché accusata di aver
diffamato l’Islam; in seguito
è diventata presidente della
Commissione indipendente
per i diritti dell’uomo. “Il
libraio di Kabul” (Sonzogno
Editore, 2003), altro libro
dove si parla della condizione femminile in Afghanistan, diventato in breve tempo un best-seller, racconta di
come le donne negli autobus
siano costrette ad accalcarsi
nelle ultime tre file sovraffollate, a loro espressamente riservate anche quando
il mezzo è comunque semivuoto. Tutto ciò per evitare
il contatto e la prossimità
con gli uomini. Ancora: le
donne sono costrette a raggomitolarsi nel bagagliaio
dei taxi, avvolte nel loro
burqa, se per caso nel sedile
posteriore del mezzo pubbli-
co sieda un uomo (pagg.1213). Il Corriere della Sera
del 23 ottobre 2004, nel suo
supplemento femminile “Io
donna”, riportava la notizia
dell’uxoricidio della ventunenne Soraya. Nonostante
il marito sulle prime avesse accettato che la moglie
ricoprisse il ruolo di attrice
protagonista in un film sulla
condizione femminile in Afghanistan, successivamente
se ne era pentito. Quindi per
lavare l’onore, macchiato
dal fatto che la propria moglie si fosse esibita in pubblico, pensò bene di ucciderla. Tutto ciò proprio a causa
di un film che aveva lo scopo di far riflettere sullo stato
dei diritti civili delle donne.
La pellicola denunciava, in
particolare, la situazione di
tante giovani madri, spesso
perseguitate dalle proprie
famiglie soltanto perché non
riescono a dare alla luce un
figlio maschio, considerato
una benedizione dalla tradizione e dalle convenzioni sociali. C’è poi la triste
consuetudine della compravendita delle ragazze a
scopo matrimoniale fra clan
familiari, per non parlare
della piaga dei rapimenti e
degli stupri, che priva irrimediabilmente le giovani
del proprio onore, anche se
sono semplicemente vittime
dei loro carnefici. In questa
situazione non meraviglia
l’alto tasso di suicidio fra le
donne. Alle femministe di
RAWA e ai loro simpatizzanti occidentali bisognerebbe
però far capire che la presenza delle forze U.S.A. e di
quelle NATO della missione
ISAF non è in grado, in pochi
anni, di sovvertire credenze
religiose e costumi secolari.
Secondo alcuni opinionisti,
comunque, la caduta del regime dei Talebani ha portato, sia pure fra mille diffi-
coltà, ad un miglioramento
della condizione femminile.
Le bambine, tanto per fare
un esempio, sono ritornate
a scuola, almeno nella capitale. Alcune ragazze privilegiate hanno potuto prendere
la patente di guida. Il processo di liberazione sicuramente è ancora lungo e difficile;
anzi è appena agli inizi. In
tale prospettiva il varo della
nuova Costituzione afghana,
avvenuto il 4 gennaio 2004,
è diventato un avvenimento
importante per la gente di
questo grande Paese, stanca
di violenza e di guerre. Il 4
gennaio Hamid Karzai, allora Capo del Governo e oggi
Presidente della Repubblica democraticamente eletto,
dopo tre settimane di estenuanti trattative, riuscì a far
votare dalla Loya Jirga, la
grande assemblea tribale, la
Hamid Karzai
33
ß
nuova Costituzione dell’Afghanistan. Documento importantissimo almeno per
due motivi: innanzitutto riunisce tutte le etnie intorno
ad un comune progetto politico. In secondo luogo, non
riconosce la sharia, la legge
islamica, assicurando, almeno in teoria, pari diritti e dignità a uomini e donne. Per
un Paese che soltanto fino a
pochi anni fa considerava le
donne quali esseri inferiori,
la cui minima trasgressione
alla tradizione islamica veniva pagata con la fustigazione o con la lapidazione,
questo è diventato un risultato insperato. Ma, soprattutto, la nuova Costituzione,
in questo senso unica nel
contesto islamico, garantisce
una cospicua rappresentanza
“rosa”, prevedendo espressamente l’obbligo di due
parlamentari elette per ogni
provincia (il 27% di tutti i
seggi della camera bassa del
parlamento). Sta di fatto che
per la prima volta dopo anni
sono riapparse alla televisione afghana i volti di alcune cantanti, che erano state delle celebrità negli anni
’70 e ’80. Contro la Corte
Suprema islamica, che ha
fortemente censurato l’iniziativa della televisione, è
dovuto intervenire direttamente il Presidente Karzai,
che ancora una volta ha difeso l’autonomia del nuovo
governo in questo tipo di
decisioni (“Karzai si impone: in TV tornano le cantanti
vietate”, Avvenire, 18 gennaio 2004, pag. 11). A Kabul le donne possono girare
e lavorare con una certa libertà, anche se gli islamisti
e i loro tribunali sono sempre dietro l’angolo… Ancora molte ombre, dunque,
ma anche qualche luce sulla
condizione della donna nel
nuovo Afghanistan.
Roberto Cavallo
Cultura
34
R
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Omaggio a Scaramuzza
R
La grande Martha Argerich in Italia per 10 concerti nel quarantennale della morte del
suo maestro crotonese Vincenzo Scaramuzza, ha suonato per la prima volta a Crotone
M
artha Argerich, icona
del pianismo mondiale,
è tornata in Italia per
un ciclo di 10 concerti in cinque
città (Crotone,Cagliari,Milano,
Roma e Napoli) per omaggiare il
suo maestro Vincenzo Scaramuzza, artista crotonese, nel quarantennale della scomparsa. La pianista si è esibita per la prima volta
a Crotone al Teatro Apollo il 24
febbraio. Vincenzo Scaramuzza,
nato a Crotone nel 1885, insegna
giovanissimo pianoforte al Conservatorio di Napoli. Nel 1907
emigra in Argentina dove fonda
la sua Scuola e dove elabora uno
straordinario ed innovativo metodo di tecnica pianistica basandosi
su approfonditi studi di anatomia:
una tecnica che mira a mantenere il massimo rilassamento della
muscolatura e dei tendini anche
durante l’esecuzione dei brani
più virtuosi. Il suono rimane così,
vellutato, rotondo, mai metallico,
“picchiato”, nemmeno nei fortissimi, mentre l’esecutore non avverte alcun problema di irrigidimento
muscolare. Alla tecnica la scuola
di Scaramuzza ha poi unito una
severa formazione mentale. Alla
sua scuola si sono formati grandi
pianisti come Bruno Gelber, Enrique Baremboim (padre di Daniel),
Carmen Scalcione, Fausto Zadra,
Horacio Salgan e, naturalmente
Martha Argerich. La Argerich, è
stata allieva di Scaramuzza dai 6
ai 14 anni , e da lui, oltre alla tecnica, ha recepito l’assenza di manierismo, il rispetto della partitura,
l’essere una musicista al servizio
della musica. La manifestazione,
organizzata
dall’Associazione
Culturale Palatina Sud, nasce dalla volontà di rendere omaggio, a
quarant’anni dalla morte, ad un
musicista che ha creato una delle più grandi scuole pianistiche
esistenti, insieme a quelle russa e
francese, e che ha onorato il nostro paese tenendone altissima la
sua arte pianistica. Come protagonisti di questo omaggio sono stati
scelti i due massimi rappresentanti
odierni della scuola scaramuzziana, e tra i massimi esponenti del
pianismo internazionale: Martha
Argerich, come detto sua allieva
diretta, e Nelson Goerner, allievo
indiretto ( cioè allievo di allievi.)
Due generazioni per testimoniare
la continuità ed eredità della metodologia e dell’arte trasmessa dal
maestro. Le serate saranno pre-
Nelson Goerner
Profilo di Nelson Goerner
Martha Argerich
sentate da Simona Marchini o da
Paola Saluzzi, che illustreranno
il senso del progetto e la figura di
Scaramuzza.
I concerti
Il ciclo di dieci concerti si è
svolto così: a Roma con l’Orchestra Nazionale di S. Cecilia diretta da Yuri Temirkanov, a Cagliari
con l’Orchestra del Teatro Lirico
e a Milano con l’Orchestra Verdi,
entrambe dirette da Pedro Ignacio
Calderon, anche lui uno scaramuzziano, quello di Crotone e il
concerto finale a Napoli. Nella tappa di Crotone ha suonato Marta Argerich, accompagnata da Eduardo Hubert e Nelson Goerner, suonerà la Sonate
pour 4 mains di Mozart, la Petite
Suite pour 4 mains di Debussy,la
Sonate pour 6 mains di Rachmaninov, le Danze Sinfoniche per 2
pianoforti sempre di Rachmaninov, Danzon cubano per 2 pianoforti di Copland, e una scelta di
musiche di Piazzolla.
sione e di averla fatta ritornare
alla musica. La fama di Martha
Argerich è aumentata con le sue
interpretazioni della letteratura
virtuosistica del XIX e XX secolo. Ma il suo repertorio varia
da Bach a Bartók. Probabilmente è l’unica pianista capace
di dettare le sue condizioni nel
mercato della musica, registrando soltanto quello che desidera e
con differenti etichette. All’ini-
Nato nel 1969 a San Pedro,
nello stato di Buenos Aires, Argentina, Nelson Goerner rivela il suo dono di eccezionalità
cominciando a scrivere prima
dei tre anni. Appena il giovane
Nelson manifesta il suo talento
musicale, viene avviato, tramite
il suo insegnante personale, al
Conservatorio di Buenos Aires,
sotto la guida del Maestro Jeorge Garruba, allievo del più illustre Vincenzo Scaramuzza. Garruba, lo segue fino all’età di 13
anni, facendolo peraltro debuttare come solista fin dall’età di
11 anni. Alla morte di Garruba,
passato sotto l’insegnamento
di Juan Carlos Arabian, Nelson
Goerner si esibisce regolarmente in pubblico fino a raggiungere il primo premio nella
competizione “Franz Liszt” per
pianisti emergenti nel 1986, e
all’esibizione con la Buenos Aires Orchestra al Teatro Colon.
In questi anni si compie il suo
Chi è Martha Argerich
Martha Argerich è nata a Buenos Aires nel 1941. Ha suonato
per la prima volta il pianoforte
a 3 anni. Tre anni più tardi ha
cominciato a prendere lezioni
con Vincenzo Scaramuzza. A 8
anni ha debuttato in un concerto
a Buenos Aires suonando brani
di Mozart, Beethoven e Bach.
Ha poi suonato nei teatri Aires e
Colón di Buenos Aires. Nel 1955
si trasferì con la sua famiglia di
diplomatici a Vienna per studiare il pianoforte con insegnanti di
rilievo. Ricevette insegnamenti
da Friedrich Gulda, sua guida
principale, Arturo Benedetti Michelangeli, Nikita Magaloff e
Stefan Askenase. Nel 1957, a 16
anni, Martha Argerich vinse sia
il concorso internazionale di Ginevra che il concorso Busoni di
Bolzano, iniziando, successivamente, un intenso programma di
concerti. A 21 anni soffrì di depressione per due anni. Si trasferì a New York e nel 1965 tornò
protagonista vincendo il Concorso Chopin di Varsavia ed il Premio Radiofonico Polacco per le
sue esecuzioni dei Valzer e delle
Mazurke di Chopin. Argerich
attribuisce a Stefan Askenase e
a sua moglie il merito di averla
aiutata ad uscire dalla depres-
Eduardo Hubert
zio degli anni ‘80 Argerich si è
rivolta verso la musica da camera che sollecita l’interazione
fra i musicisti. Suona spesso con
Nelson Freire, Stephen BishopKovacevich, Gidon Kremer e
Mischa Maisky. Le sue apparizioni nei concerti sono diventate rare e suoi recitals da solista
ancora più rari. Fra le altre cose
aiuta i giovani artisti. Nel mese
di settembre del 1999, a Buenos
Aires, ha avuto luogo il primo
Concorso Internazionale di pianoforte “Martha Argerich” con
lei come presidente della giuria. Nel novembre del 1999, in
Giappone, c’è stato il Secondo
Festival di musica “Martha Argerich”, con concerti e masterclasses tenute, tra gli altri, dalla
stessa Argerich, Mischa Maisky
e Nelson Freire. Il temperamento di Martha Argerich appare
non soltanto nella sua musica,
ma anche nella sua vita privata.
Sposata soltanto una volta, dal
’69 al ‘73 col direttore d’orchestra Charles Dutoit, ha tre figlie:
Lida, Annie e Stéphanie.
perfezionamento
soprattutto
con Carmen Scalcione, allieva
prediletta di Scaramuzza. Sarà
questa un’esperienza formativa che risulterà decisiva nella
formazione di Nelson Goerner
Continua ad esibirsi in pubblico
in Argentina ed in seguito sostenuto da Martha Argerich riceve
una borsa di studio del CIMAE
(Fondazione di Arti e Scienze
del Mozarteum Argentino) che
gli permette di andare in Europa per perfezionare il suo stile
con Maria Tipo, altro incontro
essenziale del suo percorso formativo. Riceve il primo premio
“con distinzione” al Conservatorio di Ginevra nel 1990 e nello stesso anno vince il 1° premio della competizione Geneva
International Musical Execution La lunga lista delle sue
esibizioni tocca in particolare il
Teatro Colon in Buenos Aires,
il Wigmore and Queen Elizabeth Halls in London, il Leipzig Gewandhaus, il Muenchner
Herkulessaal, la Sala Verdi di
Milano e molti altri. E’ stato in-
vitato in numerosi festival, non
ultimo quello di Lucerne, della
Roque d’Anthéron, della Grange de Meslay, BBC Proms nonché l’Aldeburgh ed il Salzburg.
Ha suonato con le orchestra più
rinomati come il Philarmonia,
il LPO, il BBC Philharmonic, il
Halle Orchestra, l’Orchestre de
la Suisse Romande, l’Orchestra
del Maggio Musicale di Firenze,
l’Orchestre National de France,
il Netherlands Philharmonic Orchestra, il Leipzig MDR, l’Hannover NDR, il DSO Berlin, il
Warsaw National Philharmonic
e Sinfonia Varsovia, il Tokyo
NHK Symphony Orchestra, il
Los Angeles Philharmonic ed il
Montreal Symphony Orchestra
La sua discografia include le
opere di Chopin (Emi Classics)
unitamente a Rachmaninov, Liszt, Schumann (Cascavelle).
E ora anche
Eduardo Hubert
Nato in Argentina,di origine polacca, si è diplomato in Pianoforte
presso il Conservatorio Nazionale
di Musica di Buenos Aires seguendo la scuola ed i consigli
del M. Vincenzo Scaramuzza,ed
ottenendo parallelamente la Laurea d’Ingegneria all’Universita
di Buenos Aires Da piccolo trova una forte inclinazione per la
direzione d’orchestra esibendosi
all’età di dodici anni in una prova
con la Orchestra da Camera della Radio Argentina. Dal ‘63 anno
della sua prima presentazione in
pubblico come pianista,Hubert
ha suonato nelle principali sale da
concerto del suo paese. Trasferitosi in Italia nel ‘74 perfeziona i
suoi studi di pianoforte con Fausto Zadra di cui è stato assistente
ai corsi di perfezionamento pianistici al Conservatorio di Lausanne Ha conseguito la “Licence
de concert” e il “Prix de Virtuositè” presso il Conservatorio di
Musica di Lausanne. Ha ricevuto premi in concorsi internazionali, e si è piazzato nella rosa
dei tre primi posti nei Concorsi
a cattedra delle Scuole Superiori
di Musica di Hamburg, Freiburg e Karlsruhe. Ha avuto l’onore di
fare musica insieme a musicisti
come Martha Argerich , Radu
Aldulescu , Janos Balint , Pedro
I. Calderon , Renaud e Gautier
Capouçon , Ivry Gitlis , Gervase De Peyer , Roberto Duarte ,
Daniel Grosgurin , Pierre Pierlot
, Angelo Persichilli , Wolfgang
Meyer , Dora Schwarzberg ,
Sandor Wegh ed altri E’ coordinatore artistico del Festival
“Encuentro Martha Argerich” di
Buenos Aires. Nel ’94 ha inciso
la prima assoluta dei tre piccoli
pezzi 1894 di Arnold Schonberg
per Edi-Pan, ed anche CD per
EMI , Ricordi-Minstrels , Pentaphon e Dante Insegna Musica da
Camera presso il Conservatorio
di Pescara e collabora da molti
anni come professore nella Musikhochschule di Karlsruhe Dal
2006 collabora con il sistema
di orchestre infanto-giovanili di
Venezuela .
Cultura
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
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Cattolici tedeschi martiri del nazionalsocialismo
L
a martellante ed efficace
propaganda per la “patria
tedesca”, il risentimento
per l’ingiusto trattamento riservato con il trattato di Versailles alla
Germania sconfitta all’indomani
della guerra 1915-18 e, in seguito alla battaglia di Stalingrado del
1943, il terrore della vendetta sovietica, furono i principali fattori
all’origine del consenso esistente
fra i tedeschi, ancora durante il secondo conflitto mondiale, al regime nazionalsocialista. Questo non
toglie però il fatto che, in nome
della loro coscienza cristiana,
non pochi furono gli oppositori
di Hitler sia in ambito protestante sia cattolico. Soffermandosi
su tre soli esempi di martiri del
totalitarismo hitleriano in nome
della fedeltà a Gesù Cristo ed
alla Chiesa di Roma, possiamo
citare gli esempi dei beati cardinale Clemens August von Galen
(1878-1946) e padre Jakob Gapp
(1897-1943) e del contadino tirolese Franz Jägerstätter (1907­1943), tutti in ciò obbedienti alla
condanna del nazionalsocialismo
che papa Pio XI sanzionò nel
marzo 1937 con la famosa enciclica Mit brennender Sorge (Con
cocente preoccupazione). In essa
papa Ratti, fra l’altro, scriveva:
“Chi eleva la razza, il popolo, o
una determinata sua forma od altri elementi della società umana a
norma suprema di tutto, anche dei
valori religiosi, perverte e falsa
l’ordine delle cose creato e voluto da Dio”. Di Von Galen, detto il
“leone di Münster” che, eletto alla
sede episcopale della città tedesca
all’inizio del nazismo, il 28 ottobre 1933, scelse come suo “programma” il motto “Nec Laudibus,
Nec Timore”- “Né con le lodi né
con la minaccia” (devio dalle vie
di Dio), molto di più si sa a seguito della beatificazione avvenuta
a San Pietro il 9 ottobre 2005 da
parte di Benedetto XVI (rimando
quindi al sintetico ma efficace suo
profilo curato in tale occasione
dal prof. Oscar Sanguinetti: cfr.
Il “Leone di Münster”, in il Timone, n. 48, dicembre 2005, pp.
26-27). Mi preme qui sottolineare
come quel pontefice che ancora
oggi viene ingiustamente accusato di debolezze se non “simpatie”
verso il regime hitleriano, vale
a dire Pio XII, non solo si espose incoraggiando pubblicamente
Beato Gapp
Von Galen alla vigilia delle sue
due “grandi prediche” dell’estate del 1941 che gli costarono la
persecuzione da parte delle autorità nazionalsocialiste (fra l’altro
inviandogli una lettera, datata 16
febbraio 1941, nella quale papa
Pacelli ne elogiava lo zelo con
il quale teneva “viva nei fedeli
la coscienza dell’appartenenza
alla Chiesa universale”, contro “i
tentativi di incapsulare i cattolici
tedeschi e allontanarli dal Papa”),
ma gli conferì anche a guerra ultimata, il 18 febbraio 1946, la
porpora cardinalizia, rendendogli
così definitivo omaggio da parte
della Chiesa tutta alla condotta
intrepida mantenuta durante tutto
il periodo della dittatura. Qualche
osservazione in più nei confronti
di Jakob Gapp, sacerdote marianista (cioè appartenente alla Società
di Maria, istituto religioso fondato
nel 1817 a Bordeaux da padre Guglielmo Chaminade), proclamato
beato da Giovanni Paolo II il 2
novembre 1996, la cui memoria liturgica cade il 13 agosto, data nella quale, nel 1943, fu decapitato
a Berlino, dopo sette lunghi mesi
di carcere ed un processo di sole
due ore, su ordine della Gestapo.
Poche ore prima aveva così scritto
in lettere piene di gioia e fiducia
in Dio indirizzate a familiari e superiori: “Considero questo giorno
come il più bello della mia vita”,
“Ho attraversato dure prove, ma
adesso sono felice”. Alla sua sorte, nel dopoguerra, quasi nessuno
si era più interessato fino a quando, proprio il suo “aguzzino”,
vale a dire il pastore protestante
che fu consulente del regime nazista per gli affari religiosi Karl
Ludwig Neuhaus, responsabile
dell’“istruttoria” del suo processo-farsa, a più di cinquant’anni di
distanza, ha testimoniato in favore
della sua beatificazione. Ad esempio rendendo noto il telegramma,
inviato alla Gestapo il giorno
stesso della sua esecuzione, in cui
con queste parole raccomandava
l’opportunità di non restituire il
corpo di padre Jakob alla famiglia (esso fu consegnato infatti
all’Istituto anatomico dell’università di Berlino e, pertanto, di lui
non esistono a tutt’oggi reliquie):
I
nella teologia, nella vita personale e comunitaria, come pure nelle
culture degli uomini, purificate ed
arricchite dal Vangelo”. Sostenuti
dall’incessante azione dello Spirito Santo e dall’invito della Chiesa,
saremo guidati nella riflessione
sul testo biblico dal Dott. Salvatore Martinez,
Presidente
Nazionale del
Rinnovamento
nello Spirito.
Fiducioso della
vostra fattiva
partecipazione, vi aspetto
numerosi per
condividere insieme questa
esperienza di
fede, in vista
della
nostra
conversione».
Dopo le posi- Salvatore Martinez
guerra ingiusta e, quindi, si fece
renitente alla leva. Venne per questo ghigliottinato, a Brandeburgo, il
9 agosto 1943. “Scrivo con le mani
legate - annotò pochi giorni prima
della condanna a morte -, ma preferisco questa condizione al sapere
incatenata la mia volontà. Non sono
il carcere, le catene e nemmeno una
condanna che possono far perdere
la fede a qualcuno o privarlo della
libertà […]. Perché Dio avrebbe
dato a ciascuno di noi la ragione ed
il libero arbitrio se bastava soltanto
ubbidire ciecamente? O, ancora, se
ciò che dicono alcuni è vero, e cioè
che non tocca a Pietro e Paolo affermare se questa guerra scatenata dalla Germania è giusta o ingiusta, che
importa saper distinguere tra il bene
ed il male?” (cfr. F. Jägerstätter,
Scrivo con le mani legate. Lettere
dal carcere e altri scritti dell’obiettore-contadino che si oppose ad
Adolf Hitler, Libreria editrice Berti,
Piacenza 2005).
Giuseppe Brienza
La resistenza della Rosa Bianca
nella Germania nazionalsocialista
I
l nome tedesco rimarrà disonorato
per sempre, se la gioventù tedesca
non insorgerà ed insieme vendicando
ed espiando non schiaccerà i suoi aguzzini e non darà origine a una nuova Europa
dello spirito”. Queste furono le parole che
campeggiavano in un volantino coraggiosamente scritto da alcuni studenti di
Monaco e fatto circolare clandestinamente verso la metà del febbraio 1943 nella
Germania nazionalsocialista affogata nella tragedia della guerra mondiale. I giovani, insieme ad un professore della locale
Università, Kurt Huber (1893–1943),
avevano infatti costituito un movimento
d’ispirazione cristiana in opposizione al
regime hitleriano noto come “Rosa Bianca” che, proprio a causa di questo volantino –l’ultimo di sei, distribuiti tra la fine
del giugno 1942 ed il febbraio 1943 –,
videro stroncate improvvisamente tutte le
loro attività. Mentre stavano per distribuirlo nell’edificio centrale dell’Università,
infatti, nella mattina di giovedì 18 febbraio 1943, i due leader della “Rosa Bianca”,
Hans Scholl e la sorella Sophie, furono
Salvatore Martinez a Pompei
l Dott. Salvatore Martinez,
presidente nazionale dell’associazione
“Rinnovamento
nello Spirito Santo”, ha guidato
gli esercizi spirituali per il popolo
di Dio, presso il Santuario della
Beata Vergine del Santo Rosario
di Pompei. L’Arcivescovo-Prelato di Pompei, Mons. Carlo Liberati, ha scritto: «Carissimi, anche
quest’anno, per il tempo quaresimale, vi invito ad accostarvi,
nella riflessione e nella preghiera,
alla Sacra Scrittura. L’imminente
Sinodo dei Vescovi sulla Parola
di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, facendo proprio
l’esempio della Beata Vergine
Maria, intende favorire “la riscoperta piena di stupore della Parola di Dio che è viva, tagliente ed
efficace, nel cuore stesso della
Chiesa, nella sua liturgia e nella
preghiera, nell’evangelizzazione
e nella catechesi, nell’esegesi e
“Il Gapp, durante l’interrogatorio,
ha ripetuto più volte di aver agito in nome della fede cattolica e
ha indicato nella religione l’unica
causa dei suoi comportamenti.
Potrebbe accadere che Gapp sia
ritenuto martire della fede dalla
gente succube del cattolicesimo
e che, anziché dargli la sepoltura
che conviene a un traditore della
patria, venga esaltato, in silenziosa protesta, dal popolino credente,
come un giustiziato a causa della
propria fede” (cfr. Giovanni Ricciardi, Uomini senza patria, in
30Giorni, n. 12, dicembre 1996,
pp. 64-68). Infine Franz Jägerstätter, un semplice contadino e
padre di famiglia tirolese (aveva
una moglie, Franziska, che ne approvò sempre il comportamento,
sapendo perfettamente cosa ciò
avrebbe comportato, e tre figlie in
tenera età) il quale, chiamato alle
armi nel 1943, dichiarò in nome
della sua coscienza cristiana di
non poter servire l’ideologia nazionalsocialista combattendo una
tive esperienze degli anni scorsi,
con la guida del professor Antonio Pitta, Preside della Pontificia
Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, c’è molta attesa a Pompei
e nelle città limitrofe e si prevede,
dunque, una partecipazione molto
numerosa.
scoperti e gettati in prigione dalle autorità
naziste. In tutta fretta si organizzò contro
di loro e di altri attivisti del movimento
un processo fantoccio che si concluse per
tre – Hans e Sophie Scholl con Christoph
Probst–, il 22 febbraio ’43, con la condanna alla pena capitale, che venne applicata
fuori da ogni procedura nello stesso giorno. L’inaudita celerità del “processo”,
per il quale Hitler inviò il famigerato e
crudele presidente del tribunale del popolo, il Volksgerichtshof, Roland Freisler
(1893–1945) in persona, fa capire come
i nazisti fossero letteralmente terrorizzati dalle attività della “Rosa Bianca”. Più
tardi saranno condannati a morte ancora
altri membri del gruppo, cioè Willi Graf
(1918-1943),Alexander Schmorell (19171943), Hans Conrad Leipelt (1921-1945)
ed il professor Huber, mentre altri, più o
meno coinvolti nel movimento, subirono
pesanti condanne di altro tipo. Tutto accade nei mesi successivi alla devastante
sconfitta di Stalingrado che diffonde in
tutta la Germania, durante l’anno 1943,
la consapevolezza che Hitler ed il suo regime stanno portando il paese alla rovina
morale ed alla distruzione materiale. Le
attività della Rosa Bianca erano comunque iniziati già nel 1941, in un momento in cui molti tedeschi potevano ancora
credere in una vittoria. La resistenza degli studenti, sia di religione protestante
che cattolica, non consiste unicamente
in una reazione alla imminente distruzione della patria ma, i valori che più
profondamente li conducevano a resistere, furono l’amore per la libertà e la
difesa dei principi cristiani. Per capire
perché questi giovani furono disposti a
rischiare e poi sacrificare la propria vita,
è fondamentale ribadire come il nazionalsocialismo non fu solo un movimento politico-sociale, bensì un’ideologia
che escludeva categoricamente ogni
forma di trascendenza dalla vita umana, ponendosi alla fine l’obiettivo della
cancellazione totale delle radici cristiane non solo della Germania, ma di tutto l’Occidente che esso avrebbe voluto dominare grazie alla potenza della
violenza e delle armi. Hitler ed i suoi
collaboratori, quindi, crearono poco a
poco una pseudo-religione alternativa al cristianesimo che, fondata sulla
sedicente “razza ariana”, usava come
elementi di culto simboli pagani come
Prof. Kurt Huber
il fuoco, la bandiera, il sangue, ecc.
Ugualmente diabolica, ma coerente
all’interno di un’ideologia atea, fu poi
la campagna per l’eliminazione della
c.d. “vita senza valore” e cioè quella
degli handicappati e dei morenti (vedi
l’introduzione dell’eutanasia), che
vide la ferma opposizione dei giovani della “Rosa Bianca”. Quest’ultimo
esempio può interessare in particolare
la nostra generazione, alle prese con
una evoluzione tecnologica senza etica che rischia di violare e manipolare
allo stesso modo la vita umana innocente. I nostri giovani che cosa possono imparare della vita dei ragazzi di
Monaco? Così tenta di rispondere in
una recente intervista la Sig.ra Anneliese Knoop-Graf, una sorella di Willi
Graf, che ad 87 anni è ancora in vita
e lucida: “I ragazzi della Rosa Bianca
sono una prova che in ogni momento della storia esistono delle persone
pronte, con i mezzi a disposizione, a
lottare contro il male … e ciò nonostante ogni pericolo d’insuccesso o
addirittura della perdita della propria
vita. La Rosa Bianca ci ha lasciato
quindi la testimonianza che in ogni
epoca ci sono persone con il coraggio
di alzarsi e reagire. Questo è quello
che rimane del suo messaggio”.
Prof. Johannes Grohe
Docente di Storia della Chiesa
Pontificia Università della
Santa Croce - Roma
Cultura
ita
e
V salute
36
F
La vegetazione contro
l’inquinamento
irenze - L’importanza della vegetazione con- cidentale protegge la popolazione dalle emissioni
tro l’aria inquinata e’ stata studiata dai ricer- nocive. E anche ai margini delle strade piu’ trafficacatori dell’Universita’ Humboldt di Berlino, te del centro sono stati piantati alberi e siepi adatti
che hanno pubblicato i risultati di 45 anni. Quali a ripulire l’aria.
le piante migliori in funzione antinquinamento in
L’uso delle piante come aspirapolvere verde sacitta’? Il rapporto spiega che poiche’ il pulvisco- rebbe auspicabile anche da parte delle amministralo atmosferico s’attacca prevalentemente al bordo zioni delle nostre citta’ che, proprio per l’inquinadelle foglie, quelle piccole delle conifere sono le mento fanno registrare picchi sempre piu’ disastrosi,
piu’ adatte a fare da aspirapolvere. Lo stesso dicasi cosi’ come denunciato anche dall’Unione Europea
per le foglie porose rispetto a quelle lisce. Poi van- che ha aperto da tempo una procedura d’infrazione
no considerati altri fattori, come la mobilita’ delle nei confronti dell’Italia
foglie quando soffia il vento, la durata
delle fronde, l’altezza del fusto, la tolleranza alle emissioni nocive. Stranamente, la composizione del particolato
incide poco. Sono invece importanti
altri fattori come il clima, la natura
del terreno e le specificita’ regionali.
Una volta individuati gli elementi che
permettono di scegliere gli alberi piu’
adatti, bisogna pensare ai cespugli e al
sottobosco. Per quanto riguarda i tetti o le aiuole spartitraffico, gli esperti
berlinesi consigliano una copertura di
muschio. Uno studio che ha trovato
applicazione nella citta’ olandese di
Amsterdam. Se prima il vento portava
in citta’ il particolato del porto, delle
fabbriche e dell’autostrada, oggi una
cintura verde di 40 ettari nella parte oc- Un bosco di conifere
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
I
Caffè e aborto
Consigli
l caffe’ fa male alle donne
incinte fino a causare aborti
spontanei. Lo hanno affermato
vari studi in passato, ma tutti sono
stati tacciati di scarsa attendibilita’, o perche’ il campione era troppo piccolo o perche’ basati su dati
troppo empirici o per altre carenze
metodologiche. Una ricerca, pubblicata il 21 gennaio su American
Journal of Obstetrics and Gynecology (1), offrirebbe alla tesi dei
risultati piu’ consistenti. Gli autori
dello studio, in testa De-Kun Li,
epidemiologo del Kaiser Permanente Division of Research (Usa)
e principale autore dello studio,
assicurano che la loro ricerca,
condotta su 1.063 donne, ha tenuto conto degli addebiti mossi
alle indagini precedenti e quindi
sono stati considerati vari fattori,
tra cui l’eta’, il consumo d’alcol,
nausea e vomito in gravidanza.
Risultato: le donne incinte che
assumono oltre 200 milligrammi
di caffeina al giorno rischiano due
volte di piu’ (il doppio) d’abortire. Il rischio riguarda soprattutto
le prime dodici settimane: il primo trimestre e’, infatti, un periodo particolarmente delicato per
la gravidanza ed e’ anche quello
in cui il rischio di aborto spontaneo e’ più elevato. Allora quante
tazzine di caffe’ possono assumere le donne in gravidanza senza i
incorrere nei rischi paventati da
quest’ultimo studio? Il contenuto
di caffeina dipende dal metodo di
preparazione, dalla miscela e dalla
quantita’ di caffe’ usata. Ricordiamo che la varieta’ Robusta contiene fino al 250% in piu’ di quella
Aromatica. Vediamo il contenuto
medio. Caffe’ espresso al bar 80
mg. Caffe’ Moka 90 mg (tazza).
Caffe’ americano 110 mg (tazza).
The’ 25 mg (tazza). Coca cola e
simili 40 mg (lattina). Secondo gli
ultimi studi, quindi, una donna nei
primi tre mesi di gravidanza non
potrebbe bere piu’ di una tazzina
o tazza di caffe’.
Inceneritori, significativo
eccesso di rischio sarcoma
l’inceneritore di Brescia. Il più grande d’Europa
N
ulla si crea e nulla si distrugge, vale anche per gli
inceneritori
Gli inceneritori di ultima generazione avranno emissioni
minori di diossina (anche se
bruciando a temperature più
alte producono maggiori quantità di nanoparticelle) ma per-
ché oggi il dibattito mediatico
sull’emergenza rifiuti a Napoli
dimentica questi dati scientifici? Chi risarcirà i cittadini del
male fatto da amministratori
ignoranti e semplicisti che hanno pensato di eliminare i rifiuti
bruciandoli? Chi si prende il faticoso compito di spiegare quel
basilare principio della fisica
per cui nulla si crea e nulla si
distrugge? Perché si sta creando
lo stereotipo che gli inceneritori “eliminano” la spazzatura?
Quello che non ci troveremo
per terra come spazzatura ce lo
troveremo nel cielo come fumi
che inaleremo o nelle ceneri
contenenti sostanze altamente
tossiche. A. M. La Provincia
di Venezia ha subito un massiccio inquinamento atmosferico da sostanze diossino-simili
rilasciate dagli inceneritori,
soprattutto nel periodo 1972 –
1986; Nella popolazione esaminata risulta un significativo
eccesso di rischio di sarcoma
correlato sia alla durata che
all’intensità dell’esposizione;
Il rischio appare particolarmente concentrato nei comuni di
Stra, Vigonovo e Fiesso d’Artico che vengono interessati dai
venti prevalenti di Nord Ovest;
Gli inceneritori con più alto livello di emissioni in atmosfera
sono stati quelli che bruciavano
rifiuti urbani. Nell’ordine sono
seguiti quelli per rifiuti ospedalieri e quelli industriali, ricordando però come per quest’ultimi i problemi d’inquinamento
storicamente rilevati riguardino
in particolare una diversa matrice (acqua).
Kellogg’s
condannata
in Francia
R
oma - La societa’ Kellogg’s e’
stata condannata dal tribunale
di Bobigny (Francia) a 150.000
euro di multa per “pubblicita’ menzognera” a proposito del tasso di grassi
dichiarato sulle confezioni della gamma Special K (cereali e barrette). La
vertenza riguarda il periodo 2001-2004,
e nasce da indagini della Direzione generale per la concorrenza, il consumo e
la repressione delle frodi (Dgccrf), che
denunciava la persistenza di dichiarazioni ingannevoli sulla composizione
dei prodotti e l’utilizzo di loghi che potevano indurre i consumatori in errore.
Considerato il tempo trascorso, da 4 a 7
anni fa, non sappiamo se anche in Italia
siano state effettuate indagini analoghe,
comunque ci crediamo poco. Abbiamo
una marea di leggi che in poche, pochissime, occasioni vengono applicate.
E’ il bel Paese!
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Cultura
Alla riscoperta dei grandi d’ogni tempo che hanno
I
San Francesco in meditazione
olio su tela cm 123x 92,5
Roma, chiesa di San Pietro a
Carpineto in deposito presso
la Galleria Nazionale
d’Arte antica
saputo rendere visibile ciò che non si vedeva
A
CARAVAGGIO
Caravaggio l’antiaccademico, Caravaggio che non mistifica, che
non nasconde il suo essere concretamente uno del popolo, calato
nella veracità del suo tempo, entusiasta della cristianità dei primordi ispirata ai dettami della povertà e della semplicità.
nvito all’
37
Natività con i
santi Lorenzo e
Francesco
olio su tela
cm 268 x 197
rte
A Lissone una mostra per i fratelli De Chirico
Adriana Ginammi Crisafulli
Autoritratto di Giorgio De Chirico
A
due personalità poliedriche, dagli interessi culturali molteplici,
il Museo d’Arte Contemporanea di Fissone ha dedicato la mostra
“Colloquio, Giorgio De Chirico e Alberto Savinio” che mette a confronto la
loro produzione pittorica. La rassegna
è curata da Luigi Cavadini, direttore
artistico dello stesso Museo e da Silvia Pitagora, storica dell’arte. Il titolo
della Mostra è ispirato ad un’opera di
Savinio del 1932 che rappresenta Oreste e Pilade in una composizione che
riccheggia lo stile di entrambi i fratelli
fra classicità e modernità. Giorgio De
“Cavalli antichi” di Giorgio De Chirico
Chirico (1888-1978), uno dei protagonisti delle avanguardie del ‘900, è una
personalità complessa: pittore, scultore,
scrittore, filosofo, poeta e ricercatore di
tecniche pittoriche, il suo iter artistico è
lungo e molto diversificato, severo nei
giudizi su altre tendenze in particolare
sull’informale. Per quanto riguarda Andrea De Chirico (alias Alberto Savinio
1891-1952), come scrive Luigi Cavadini in catalogo “non c’è da stupirsi della
sua capacità di essere sopra le parti e di
operare solo in funzione della poesia”.
Lo stesso Savinio scrive: “chi ha visto
le mie pitture, chi ha letto i miei libri,
chi ha udito la mia musica, sa che il mio
unico compito è dare parole, dare forme
e colori, e una volta era pure dare suoni
ad un mio mondo poetico”. Alberto Savinio è nato ad Atene nel 1891, Giorgio
era nato tre anni prima a Volos, entrambi completano i primi studi ad Atene,
l’infanzia Greca è un’esperienza che
li accompagna sempre ed influenzerà
la loro opera. Nel 1905, dopo la morte
del padre si trasferiscono a Monaco di
Baviera dove Giorgio studia pittura e
Andrea prosegue i suoi studi musicali.
Quando nel 1910 Alberto Savinio arriva a Parigi vi giunge come musicista.
L’anno seguente lo raggiunge il fratello
ed è qui che la personalità pittorica di
Giorgio si stacca dalle suggestioni dei
pittori tedeschi e raggiunge un linguaggio autonomo che da Appollinaire sarà
definito “metafisico”. Influenzato dalla
filosofia di Nietzsche e Schopenhauer
che insegnarono il non senso della vita,
Giorgio De Chirico lo attua nella pittura con la “soppressione del senso logico in arte”, da qui la metafisica. Due
opere celebri di questo periodo sono:
“Le Muse inquietanti” ed “Ettore e Andronica”. Già dal 1911 l’artista torna ad
un genere di pittura classica, con temi
diversi: ritratti, moltissimi autoritratti,
nature morte, e i suoi celebri cavalli. In mostra i
bellissimi “Cavalli antichi” e “Cavalli e di oscuri
in riva al mare” ed alcune
delle sue celebri ed enigmatiche piazze, cariche di
atmosfera e magia come
“L’enigma del ritorno” e
“Melanconia dell’uomo
politico”. Dal 1918 G. De
Chirico è a Roma, dove è
già molto noto, frequenta
l’ambiente culturale che
si unisce al caffè Aragno
e divide il suo tempo fra
Roma, Firenze e Milano.
Celebre ormai anche in
campo internazionale soprattutto per il suo periodo metafisico, anche se
ha continuato a dipingere contemporaneamente
opere di atmosfera metafisica e opere di impianto classico. Partecipa a
moltissime mostre, espone anche a Londra e New
York, scrive molti saggi
ed esegue scene e costumi
per la Figlia di Jorio di
D’Annunzio, per la regia
“Penelope” di Alberto Savinio
di Luigi Pirandello, messa in scena al
Teatro Argentina di Roma nel 1934. Fra
i tanti riconoscimenti nel 1975 è nominato accademico di Francia; dalla fine
della guerra si stabilise definitivamente
a Roma a Piazza di Spagna ed è un assiduo frequentatore del Caffè Greco. E
a Roma muore nel 1978 a 90 anni. Ora
la sua casa romana, nel settecentesco
palazzotto dei Borgognoni, è una casa
Museo. Alberto Savinio ritorna alla pittura nel 1925 dopo essersi dedicato alla
letteratura e alla musica come pianista,
direttore d’orchestra e compositore per
il teatro e il balletto. La sua prima personale è presentata da Jean Cocteau a
Parigi e per dieci anni prosegue la sua
attività di pittore, si ispira alla statuaria
classica, alla pittura rinascimentale e
ottocentesca. Si dedica anche alle incisioni e illustrazioni di libri affiancando alla pittura una intensa attività di
scrittore collaborando a quotidiani e
periodici e realizzando anche disegni
per tappeti, stoffe, arazzi e mosaici.
Tra le tante opere esposte in mostra,
molto originali: “passeggiatrice in
riva al mare” e “Penelope” del ciclo
degli uomini con teste di animali e
due ritratti dove si sente la mano del
grande pittore che fa trasparire nelle “Ritratto della signorina Elsa” lo
sguardo sognante su un mondo che
ancora le è estraneo e nel “Ritratto del
dottor Mains” la curiosità dell’uomo
colto e sicuro di sé. Nei due autoritratti eseguiti a matita, uno del ventisette e l’altro del trentaquattro, due
occhi ironici, dietro una spessa lente, nascondono la profondità di una
mente ecclettica. La mostra espone
fra dipinti e disegni, settanta opere
che rappresentano, nei due artisti, i
vari momenti dell’appasionata ricerca di una personale espressione pittorica, nell’accostamento delle opere,
pur nella diversità dell’ispirazione,
troviamo un punto comune: le radici
affondano nella classicità onirica del
mondo greco.
Alberto Savinio
38
Affitti e condominio
Confedilizia risponde
La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti
né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti
innanzi all’Autorità Giudi­zia­ria.
I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200
Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è
possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli
indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.con­fe­dilizia.it
www.con­f e­d i­l i­z ia.­e u oppure telefonare al numero
06.67.93.489.
RIPARTIZIONE DELLA QUOTA DEI CONDÒMINI MOROSI
nazione del conduttore o in esecuzione
di un provvedimento del giudice” (Cfr.
sent. n. 4701 del 28 marzo 2003).
Si domanda se sia legittimo ripartire, a
maggioranza, tra i condòmini non morosi il debito delle quote condominiali
dei condòmini morosi.
La risposta è negativa salvo il caso
di assoluta e improrogabile necessità
di trarre aliunde somme, ad esempio
per evitare azioni esecutive da parte
dei creditori (in questo senso Cass.
sent. n. 3463 del 21 ottobre 1975).
RADDOPPIO
DELL’INDENNITÀ
DI AVVIAMENTO
Si domanda se il termine di un anno,
trascorso il quale il locatore è libero di
affittare il proprio immobile senza essere tenuto a corrispondere al precedente
conduttore il doppio dell’indennità ai
sensi dell’art. 34, l. 392/’78, debba calcolarsi con riferimento al momento della cessazione della locazione o a quello
del rilascio.
Al quesito ha risposto la stessa Cassazione che sul punto si è così testualmente espressa: “Nel sistema della legge n. 392 del 1978 la determinazione
dell’ammontare dell’indennità per la
perdita dell’avviamento commerciale
spettante nei casi previsti dagli artt. 34
e 69 al conduttore di un immobile non
abitativo va effettuata con riferimento
al momento della cessazione della locazione e non a quello del rilascio, avvenga questo per volontaria determi-
PARTECIPAZIONE ALL’ASSEMBLEA DELL’USUFRUTTUARIO
In un condominio un appartamento è
concesso in usufrutto. L’amministratore
domanda come debba regolarsi per l’invio della partecipazione all’assemblea.
La risposta emerge dal combinato
disposto degli articoli 1005 del codice civile e 67 delle disposizioni di
attuazione del codice civile, dai quali
si ricava che l’usufruttuario esercita
il diritto di voto negli affari che concernono l’ordinaria amministrazione
ed il semplice godimento delle cose e
dei servizi comuni, mentre le deliberazioni che concernono le innovazioni,
le costruzioni o le opere di manutenzione straordinaria delle parti comuni
dell’edificio, rientrano nella competenza e negli oneri posti a carico del
nudo proprietario. Pertanto, nel caso
di specie, l’amministratore dovrà invitare l’uno o l’altro dei due titolari
dei diversi diritti sull’immobile, in relazione all’oggetto delle deliberazioni,
tenendo presente che l’usufruttuario
ed il nudo proprietario potranno essere contemporaneamente presenti in
assemblea, ma dovranno manifestare
il loro voto singolarmente ed in relazione alle delibere che trattano affari
di loro competenza.
Federica Monti
Diritto societario cinese
Carocci
pp. 240 €. 22,3s0
L’apertura del vastissimo mercato cinese
ai prodotti provenienti dalle economie
occidentali e l’interesse delle imprese
di tutto il mondo ad investire in Cina
rendono il presente volume un indispensabile strumento di conoscenza e di lavoro.
L’opera si presenta quale risultato di un
attento studio del quadro normativo cinese
con particolare enfasi sulle dinamiche
e problematiche societarie.
A. Angeli, S. Salvini
Popolazione e sviluppo
nelle regioni del mondo
Il Mulino
pp. 336 €. 25,00
Se la popolazione mondiale continua oggi
ad aumentare, di fatto tutta la crescita
si verifica nei paesi in via di sviluppo,
in particolare in quelli più poveri. Nelle
regioni industrializzate si aggiunge ogni
anno alla popolazione 1 milione di individui, in quelle in via di sviluppo quasi 80
milioni. Enormi differenze che non riguardano soltanto la numerosità, ma anche la
struttura demografica.
Economia
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
A cura di Gianfranco D’Ettoris
Affitto, la via d’uscita
Corrado Sforza Fogliani
Presidente Confedilizia
L
a situazione dell’immobiliare,
è quella che è: uccisa, in Italia,
dalla fiscalità, e dalle ripercussioni (ampliate, esagerate a bell’apposta - anche - da chi intende indirizzare
differentemente gli investimenti) della
crisi americana. Dove, peraltro, i guai
derivano da una finanziarizzazione del
mercato immobiliare (i famosi subprime) che qua da noi non s’è avuta, salvo
casi isolati di megabanche. Volenti o
nolenti (colpevoli o, più realisticamente, incolpevoli) gli operatori, il mercato
immobiliare - comunque - non tira più
come una volta: possiamo dire esaurito
il ciclo, del resto crescente da 8-9 anni.
Gli operatori avvertono che, per una
ragione o per l’altra, l’attenzione si è
spostata sull’affitto, tornato ad essere più conveniente anche in funzione
dei nuovi tassi di interesse. Anche qua,
non siamo davanti a una novità, tantomeno italiana: negli Stati Uniti, mi-
DISDETTA CON INDICAZIONE DI DATA ERRATA
Un locatore, nell’intimare la disdetta,
ha indicato una data di cessazione del
contratto di locazione sbagliata. Si chiede un parere al riguardo.
E’ stato ritenuto che la circostanza
che il locatore, nell’intimare la disdetta, abbia indicato una data di cessazione del rapporto erronea, non escluda la
volontà dello stesso locatore di impedire la rinnovazione tacita del contratto
e di riottenere la disponibilità dell’immobile e, pertanto, non impedisca che
la disdetta produca i suoi effetti per
l’esatta scadenza, purché successiva
e purché la disdetta risulti inviata nei
tempi previsti (in questo senso Cass.
sent. n. 11365 del 19.12.1996).
U
tilità
Emilia Valli
La cucina del Veneto
Newton & Compton
pp. 399 Euro 9,90
Raffinata e originale, la tradizione gastronomica veneta si fonda essenzialmente su
quattro “pilastri”: la polenta, il baccalà, il
riso e i fagioli, ai quali vanno ad aggiungersi
tutta una serie di gustosi elementi legati alle
produzioni locali. La varietà della cucina
veneta è legata anche alle influenze storiche,
che contribuiscono a delineare il profilo
gastronomico di ogni singola pro vincia.
Roberto Di Quirico
L’euro, ma non l’Europa
Il Mulino
pp. 312 €. 21,60
Il volume analizza le ragioni che stanno alla base
dell’integrazione monetaria europea, per comprendere a fondo quale sia il rapporto che la lega all’integrazione politica. Ponendosi, tra gli altri, l’obiettivo
di ripensare le teorie dell’integrazione alla luce
dell’esperienza del processo di unificazione monetaria, l’autore cerca di rispondere a una domanda
cruciale: il completamento dell’unificazione monetaria deve necessariamente comportare un progresso
nel campo dell’integrazione politica? Abbiamo
ormai l’euro, ma avremo presto anche l’Europa?
lioni e milioni di famiglie sono tornate
all’affitto, dopo aver tentato la scalata
alla proprietà. Se questa è - come è
- la situazione, un Governo che fosse
davvero preoccupato del futuro dei
cittadini (e dell’avvenire dei loro figli), si getterebbe sulla valorizzazione
dell’affitto: potenziandolo, rendendolo
appetibile per gli investitori, facendolo
tornare conveniente - dunque - anche
per chi affitta. L’affitto come risorsa,
insomma (anche come via di fuga per
i mutuatari in difficoltà). Invece, no:
gravano sull’esecutivo pregiudizi ottocenteschi (contro il “padrone” di casa),
ed esigenze clientelari (che accomunano politici, sindacalisti e costruttori
nell’indicare la - falsa - soluzione del
problema nella costruzione di nuovi
alloggi, quando interi quartieri sono
appannaggio indiscriminato di occupanti abusivi e di senza titolo, e le
città presentano centri storici vieppiù
abbandonati - perlomeno dalle categorie abbienti - e caratterizzati da interi
stabili vuoti da cielo a terra). Contro
la cedolare secca sugli affitti, dunque,
si sono coalizzati i concreti interessi
di speculatori e di politici e sindacati
all’antica: così, Prodi s’è dimenticato
della promessa (scritta) a Confedilizia,
e la maggioranza ha tirato dritto, senza fornire nessuna spiegazione se non
con parole che erano semplici suoni,
senza senso. Ma non è tutto. Non solo
non si pensa al futuro, ma si considera - ancora - la casa come un bene sul
quale gravare, forti del ritornello che i
valori catastali degli immobili non rappresentano la realtà (tranello insidioso,
nel quale molti sprovveduti - ma anche
giornalisti e pretesi esperti - cadono:
il ragionamento, infatti, presuppone
la legittimità - invece insostenibile, e
impresentabile - di una tassazione ordinaria dei valori, anziché del reddito).
Col Catasto patrimoniale - che questo
Governo vuole mettere a regime, sostituendo i valori ai redditi (alle rendite
di sempre) - il gene antiproprietario
raggiunge l’apice. E’, insomma, la
cartina di tornasole di quella mentalità
ottocentesca della quale si diceva (non
a caso il suo maggiore alfiere è il viceVisco Grandi, un sindacalista emilianoromagnolo per il quale il Pd è troppo a
destra, tant’è che non vi ha aderito).
Ma è, soprattutto, la più solenne smentita del programma del centro-sinistra.
Ricordate, prima delle elezioni? A parte Casini e Fini per il centro-destra, dichiarazioni esplicite c’erano anche nel
centro-sinistra. Rutelli: “Sono molto
sensibile alla proposta della proprietà
edilizia di intervenire con una revisione che riguardi la redditività piuttosto
che i valori degli immobili”. Ancor
più esplicito Mastella: “ In Italia le
tasse si pagano in base al reddito, così
come prevede la Costituzione. Non
si capisce perché solo condòmini e
proprietari di casa debbano pagarle in
base al valore dei loro beni, perfino nel
caso non ne ricavassero alcun reddito.
Anche nell’ottica della difesa delle
famiglie, condivido l’appello che 15
organizzazioni del settore immobiliare
riunite attorno alla Confedilizia, hanno
rivolto alle forze politiche. Occorre
impostare presto un programma di revisione in senso reddituale del Catasto
cui far seguire una revisione nello stesso senso della fiscalità sulla casa”. iente imposta patrimoniale, dunque - alla
vigilia delle elezioni - e revisione del
Catasto in senso reddituale. Il Governo
- dopo le elezioni - ha però fatto esattamente l’opposto: messa a regime di
un Catasto patrimoniale, e istituzione attraverso questo - della patrimoniale.
La medicina giusta, insomma, contro
l’affitto, contro l’immobiliare in genere
ed i risparmi degli italiani tutti (lasciati al loro destino, pur di ulteriormente
rimpinguare le fameliche casse pubbliche e lo sperpero dei Comuni, in primo
luogo). E poi, si chiedono anche perché
“la casta” sia tanto distante dal comune
sentire, e - soprattutto - perché sia considerata dagli italiani per quel che è.
A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192
Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr
A cura di F. Valoroso, B. Torquati
L’economia agraria italiana e
gli scritti di Vito Saccomandi
Il Mulino
Pagg. 536 €. 38,00
Il volume ripercorre le tappe dell’impegno
scientifico dell’economista agrario Vito
Saccomandi, interpretandone il pensiero
economico e il modo di affrontare i problemi concreti dell’economia e della politica
agraria durante i suoi numerosi incarichi
istituzionali e la sua intensa attività nella
pubblica amministrazione europea e italiana.
G. Viesti, F. Prota
Le nuove politiche regionali
dell’Unione europea
Il Mulino
pp. 248 €. 20,00
Le politiche regionali dell’Unione Europea
sono state, negli ultimi anni, al centro di un
vivace dibattito sia all’interno della comunità
scientifica sia tra i policy-makers. Questo libro
illustra il ruolo che tali politiche hanno svolto
nel favorire la coesione economica e sociale.
La tesi - argomentata sulla base di un’ampia
ricerca - è che, nonostante i risultati non
omogenei e non sempre soddisfacenti degli
interventi finanziati dai Fondi strutturali, la
politica regionale ha avuto una sua efficacia.
Bruno Leoni
Collettivismo e libertà
economica
Facco/Rubbettino
pp. 311 €. 15,00
Studioso dotato di straordinaria curiosità
intellettuale, pensatore originale, organizzatore culturale, Bruno Leoni è stato
anche un incisivo commentatore della vita
pubblica italiana. Questo libro riunisce i
suoi scritti d’occasione, apparsi su 24 Ore
dal 1949 al 1967. Corsivi sempre puntuali
e controcorrente, nei quali prende le difese
del mercato e della proprietà privata in
un’era caratterizzata da un’avanzata quasi
irresistibile dell’interventismo pubblico.
Navigare in Italia
meridionale
Tirreno, Ionio, Adriatico
Effemme
pp. 280 €. 47,50
Porti e approdi, fari e fanali, pericoli e
divieti, cambusa e servizi a terra: una
guida dettagliata e di facile consultazione
per navigare senza rischi nelle acque del
Mediterraneo. È illustrata da foto a colori e offre piani nautici ed elaborazioni
grafiche basate su accurati sopralluoghi
e documentazioni ufficiali di Comuni,
Capitanerie di Porto e Marina privati.
Religione R
N° 2/2008 - ANNO XVII - 30 marzo
Herr varum, il Signor
Perché: Kurt Godel
Cosimo Galasso
Sesta Parte
La grande scoperta di Godel
P
rima di “dare un’occhiata”alla grande
scoperta di Godel è necessario richiamare
alla mente alcuni concetti, già espressi, per
metterli, meglio, “a fuoco”. Torniamo a considerare la famosa Conferenza di Parigi e centriamo
la nostra attenzione sul secondo problema di Hilbert: dimostrare che la matematica è una disciplina
priva di contraddizioni.Gli antichi Greci avevano
sviluppato la matematica partendo da una serie iniziale di verità autoevidenti -gli assiomi- dai quali,
per deduzioni successive, coerenti, si arrivava ad
estendere la conoscenza oltre quegli stessi assiomi. Ora, i primi scricchiolii, le prime avvisaglie
di cedimento delle fondamenta dell’edificio matematico –ironia della sorte- gli aveva avvertiti lo
stesso Hilbert mentre studiava le geometrie noneuclidee. D’altronde, Hilbert era, certamente, il
matematico che più d’ogni altro aveva capito la
portata innovativa del pensiero di Riemann(18261866) sulla matematica: capire gli schemi e le
strutture alla base dell’edificio matematico è, infinitamente, più importante che eseguire calcoli
noiosi. L’antefatto è interessante e meritevole
d’essere raccontato. Tutto partì da alcune considerazioni del sedicenne(!) Gauss(1777-1855), il
quale iniziò a domandarsi sulla possibile esistenza
di geometrie, perfettamente coerenti, ma che violassero il postulato d’Euclide sulle rette parallele.
Gauss, tuttavia, non ebbe il coraggio di sostenere
queste idee pubblicamente. Coraggio, invece, che
non mancò- negli anni trenta del XIX secolo- al
matematico russo N.I. Lobacevskij(1793-1856).
L’idea, però, fu scartata dagli studiosi del tempo
perché ritenuta troppo astratta: la maggior parte
credeva che ogni geometria che non soddisfacesse
il postulato d’Euclide sulle rette parallele doveva
portare, inevitabilmente, a delle contraddizioni che
n’avrebbero determinato il crollo. Tuttavia, Hilbert- che aveva la vista più lunga degli altri- ben
presto si accorse che un nesso logico inscindibile,
legava le varie classi di geometrie: in pratica, tutte
Giuseppe Savagnone
Processo a Gesù
Elledici
Pagg. 192 €. 10,00
Questo volume, attraverso un paziente confronto, attingendo alla letteratura
scientifica senza preclusioni di sorta,
considerando e in parte accogliendo le
opinioni di ogni provenienza, giunge ad
alcune conclusioni ragionevolmente sostenute che smentiscono la “condanna
capitale” cui troppo frettolosamente giungono molti detrattori che oggi vanno per
la maggiore.
Roberto Alberghetti
Beato Innocenzo da Berzo
Elledici
pp. 48 €. 3,00
Questo libretto illustrato racconta la storia
di un beato “controcorrente”, Innocenzo da
Berzo (al secolo Giovanni Scalvinoni, 18441890), francescano. Le biografie ufficiali lo
descrivono come un “fallito”, uno “senza
importanza”, “inaffidabile”. Che “mistero”
avvolge un piccolo uomo che è assurto alla
gloria degli altari, come testimone esemplare del Vangelo, definito da Giovanni XXIII
“un santo moderno” e da Paolo VI “umile
seguace di San Francesco?
le geometrie poggiavano sulle stesse basi logiche,
se crollava una, crollavano tutte. A questo punto,
Hilbert costatò, con vivida preoccupazione, che
nessuno aveva mai dimostrato la non contraddittorietà della geometria euclidea! Per due millenni
era stata ritenuta una cosa scontata: non si perse
d’animo e decise di adottare il metodo cartesiano,
riconducendo la geometria all’aritmetica. L’idea,
in sé, era semplice e geniale; in pratica, ogni punto geometrico -attraverso formule ed equazioni- era trasformato in numeri che ne fissavano,
inequivocabilmente, la sua posizione nello spazio. Naturalmente, presupposto inderogabile di
quest’operazione era la non contraddittorietà della
teoria dei numeri; altra cosa, da sempre, ritenuta
scontata. Studiando il problema Hilbert si accorse
di qualcosa veramente “inquietante”: dall’alba dei
tempi, nessuno aveva mai dimostrato, neppure,
la non contraddittorietà della teoria dei numeri!
“Fantasmi”iniziarono a vagare… La domanda di
fondo, terribile e devastante che, “silente”, emergeva era la seguente: ”Siamo assolutamente certi che
partendo da determinati assiomi non riusciamo
a dimostrare che un determinato enunciato è vero
e falso allo stesso tempo? Naturalmente, Hilbert
respinse nella sua sfera inconscia questi segnali
“inquietanti”: nei suoi “desiderata”, applicando i
metodi della matematica alla matematica, non sarebbero dovute sbucate contraddizioni d’alcun tipo
e con la soluzione del secondo problema, nel senso
da lui auspicato, l’intero edificio della matematica
sarebbe risultato ordinato e perfetto. Altri segnali
sinistri erano giunti dalla serie di paradossi logici
incontrata da B. Russel durante la stesura dei Principia Matematica; paradossi poi risolti, ma che non
lasciavano presagire niente di buono. Il 7 Settembre1930, giorno del suo congedo dalla cattedra di
Gottinga, Hilbert tenne una conferenza celebrativa
a Konigsberg, per riceverne la cittadinanza onoraria. L’ultima parte del suo intervento fu registrata in
uno studio radiofonico: la registrazione, dati i tempi, ovviamente, non è perfetta, ma ancora oggi, fra
mille disturbi e crepitii, si ode distintamente la risata di Hilbert nel ripetere il suo celebre Wir mussen
wissen Wir werden wissen, Noi dobbiamo sapere!
Noi sapremo!
I
L
iflettiamo con i
Agostino d’Ippona
Commento ai salmi
di lode. II parte
Paoline
pp. 264 €. 9,50
Dietrich Bonhoeffer proclama la
centralità di Cristo, Verbo incarnato di Dio, nella storia e nella vita
Una luce sulla crisi dell’Occidente
dell’uomo. Fu alto protagonista
cristiano
dell’opposizione al regime nazista,
Guida
del quale restò vittima; votò la sua
pp. 152 €. 9,80
vita alla difesa della pace tra i popoli, dei diritti degli Ebrei condotti
allo sterminio e della indipendenza delle chiese cristiane del potere
politico. Il lavoro di queste pagine vuole essere un modesto contributo alla conoscenza di questo martire della Verità.
Gennaro Gentile
Dietrich Bonhoeffer
Omaggio filosofico: per quanto non manJacques Derrida
chino pagine intensamente affettuose che
Toccare.
Jean-Luc Nancy
conferiscono un caldo colorito alle ricorrenti
Marietti
1820
riflessioni sull’amicizia, il volume è dedicato
pp. 408 €. 35,00
a una lettura del pensiero di Jean-Luc Nancy,
considerato sotto una particolare angolazione, la questione del tatto.
David G. Dalin
La leggenda nera del papa di
Hitler
Piemme
pp. 271 €. 16,90
Pio XII debole o addirittura compiacente
nei confronti di Hitler? La leggenda è
assolutamente falsa. Pio XII andrebbe
anzi collocato tra i “giusti” nel sacrario
dedicato alla memoria della Shoah. A
pensarla così non è un devoto cattolico,
ma il rabbino David Dalin che racconta
tutta la verità su Pio XII, smontando a
una a una le accuse comunemente rivolte a quello che è stato considerato a lungo “il papa di Hitler”.
Dalle parole degli autori emerge il ritratto di una
chiesa, quella protestante per l’appunto, che ha
cercato di rischiare se stessa nella storia, favorendo un confronto serrato tra la parola biblica e
le sfide del tempo, senza che l’istituzione si frapponga tra i due ambiti. In ciò è il fascino della
fede evangelica, la sua forza e la sua debolezza.
ibri dello
Il volume prosegue l’itinerario di crescita spirituale che si sviluppa attraverso un
approfondimento personale della fede vissuta. Quattro sono le tappe previste, a ciascuna delle quali è riservato un fascicolo
autonomo: 1. Incontrare Dio (2007); 2. Il
radicamento personale; 3. Alleati e freni;
4. Dinamica dell’atto di fede.
Jerome Murphy, O’Connor
Gesù e Paolo
San Paolo
pp. 200 €. 14,00
L’autore prende le mosse dalle discussioni sulla nascita, gli anni della giovinezza,
l’ambiente familiare dei due grandi personaggi, procedendo poi ad esaminare nel
dettaglio la loro formazione ed educazione,
la classe sociale, la posizione economica, le
circostanze politiche, le influenze culturali
fino all’esperienza delle conversioni, fino
alla loro morte. Una comparazione avvincente e illuminante che conduce il lettore
alla scoperta di nuove vie per comprendere
il messaggio di Gesù, e di Paolo.
In questa seconda parte sono commentati i seguenti salmi: 112, 134, 145, 146, 147, 150.
Sono testi che Agostino ha spiegato ai fedeli:
non sono nati, cioè, come esposizione erudita,
ma come discorsi rivolti al popolo. Per questo,
sebbene rivelino tutte le risorse del maestro di
retorica, i commenti hanno un’impronta eminentemente pastorale.
Lo spettro che oggi si aggira per l’Europa non è
Bernard Sichère
quello del “ritorno delle religioni”, o del “buon
Cattolico
Dio” di una volta, come certi laici, ossessionati
Perché non dobbiamo rassegnarci
dai loro principi, sembrano credere. È piuttosto
a un mondo senza Dio
quello del nichilismo, la feroce religione di coLindau
loro che non credono in nulla e che vorrebbero
pp. 136 €. 14,00
persino impedire agli altri di credere, o che credono in un certo numero di idoli, quali il potere, il
denaro, il dominio sugli altri.
(continua...)
Giuseppe Sovernigo
Il cammino spiritale. 2
Il radicamento nella fede
EDB
pp. 144 €. 12,00
Libri
39
S
pirito
AA. VV.
La Bibbia per te
Elledici
pp. 476 €. 22,00
Questo libro è, soprattutto per i giovani,
un compagno e una guida alla lettura della Bibbia. Le editrici che si impegnano da
sempre per il pubblico giovane hanno lavorato per oltre due anni alla realizzazione di
quest’opera, che presenta 200 passi biblici
fondamentali e propone chiavi di lettura e
di commento attraverso 700 quadri esplicativi e 25 dossier tematici. Un elegante volume illustrato.
Romano Penna
Gesù di Nazaret
La sua storia la nostra fede
San Paolo
pp. 80 €. 7,00
L’annuncio cristiano è legato alla persona
di Gesù, alla sua vita, al suo insegnamento,
alle sue opere e, soprattutto, alla sua morte
e risurrezione: storia e fede sono strettamente intrecciate. Il presente volume offre
un’indispensabile riflessione critica, senza
paure e senza pregiudizi, sulla testimonianza dei Vangeli al Gesù della storia, al centro
di molte indagini, inchieste e dibattiti contemporanei.
Ferrario, Gajewski
Il protestantesimo
contemporaneo
Carocci
pp. 135 €. 13,50
Carlo e Paola De Biase
La fede è partenza (dvd)
La Turchia di don Andrea Santoro
Città Nuova
€. 16,00
Di un martire della fede è molto raro
poter conoscere direttamente, attraverso
una commossa testimonianza televisiva,
idealità, difficoltà, passaggi della propria
storia umana e cristiana. È quanto viene
presentato in questo DVD su don Andrea
Santoro ucciso nel 2006 mentre pregava
nella chiesa di Santa Maria a Trebisonda
in Turchia, dove si trovava dal 2000, inviato come fidei donum dalla Diocesi di
Roma.
Clara d’Esposito
Io sono Bartimeo
EDB
pp. 208 €. 17,00
Nei vangeli di Marco e di Luca, Bartimeo (= figlio di Timeo) non viene neppure identificato col proprio nome di
battesimo. “Egli non ha identità. È molto
meno di un uomo e molto più di un cieco; egli disegna per noi una condizione
esistenziale, il dramma umano nella sua
interezza”. Di fronte al suo grido “Figlio
di David, abbi pietà di me!”, Gesù lo
guarisce ed egli inizia a seguirlo.
Giuseppe Brienza
Identità cattolica e anticomunismo nell’Italia del dopoguerra
La figura e l’opera di mons. Roberto Ronca
Presentazione del cardinale Fiorenzo Angelini
Prefazione di Marco Invernizzi
Nel 30° anniversario della morte di mons. Roberto Ronca (avvenuta a Roma il 25 settembre del 1977), fondatore e direttore
per un decennio del movimento civico-politico Unione Nazionale Civiltà Italica (1946-1955), si ripercorrono in questo saggio, attraverso le vicende biografiche del vescovo romano ricostruite tramite documenti d’archivio inediti, i più importanti
passaggi della politica italiana del dopoguerra. Ecco quindi vissute dal movimento ed interpretate dall’osservatorio privilegiato delle testate promosse da Civiltà Italica (l’omonimo mensile, il quindicinale L’Italiano e l’Agenzia Romana Informazioni)
le delicate vicende della ricostruzione italiana, la “scelta di campo” del 18 aprile 1948, fino a quel “centrismo” degasperiano
(1948-1953) e “post-degasperiano” di cui mons. Ronca fu il più attivo e determinato avversario. Il suo disegno politico, infatti, mirava ad intensificare l’azione anticomunista nel Paese e nella società, attraverso l’alleanza delle forze autenticamente
anticomuniste e “nazionali”. Fu il vescovo romano così ad ideare e promuovere, all’inizio degli anni ‘50, inediti esperimenti
di coalizione a livello amministrativo locale, dalla più nota “operazione Sturzo” a Roma (che fallì) alla meno conosciuta ma
significativa “lista Bartolo Longo” a Pompei (che amministrò la piccola cittadina campana dal ‘52 al 1955). Essi causarono
tanto di quello scompiglio nella politica nazionale, da generare una campagna diffamatoria contro Ronca che lo portò ad un
completo isolamento dal punto di vista umano ed ecclesiale. Da tale “caduta in disgrazia”, nel 1955, egli si riprese solo in
seguito all’ascesa al pontificato di Giovanni XXIII, che lo conosceva e lo stimava fin dai primi anni del sacerdozio.
I-88900 Crotone, via Lucifero 40
tel. 0962/90.51.92 fax 0962/90.25.28
ISBN 978-88-89341-10-0
pp. 244, + 16 ill. € 18,90
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Il caro vita mette in ginocchio la gente