(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: ALBO NAZIONALE NZ 00394 1a CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: SBARREAPERTE 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA Area d’intervento: Detenuti in misure alternative alla pena, ex detenuti Codifica: A05 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Il progetto “SBARREAPERTE” è rivolto a detenuti ed ex-detenuti e centra la sua azione su due fronti distinti ma paralleli: il reinserimento del maggior numero possibile di utenti attraverso percorsi individualizzati, e il tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica, spesso vittima di un’informazione con pesanti pregiudizi, carente e faziosa nei confronti della reintegrazione sociale di persone che hanno avuto problemi di detenzione. Le attività previste per la realizzazione degli obiettivi saranno pertanto volte, da una parte, al potenziamento quantitativo e qualitativo dei percorsi ergo-terapici per il recupero dei detenuti, dall’altra alla realizzazione di seminari, corsi, laboratori e campi di lavoro per la sensibilizzazione. Inoltre si cercherà di potenziare il dialogo con le istituzioni, locali e nazionali, per cercare sinergie, collaborazioni e reti indispensabili nell’affrontare una problematica di questa portata. CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Al 13 gennaio 2010 nelle carceri italiane troviamo 65.067 detenuti di cui 24.152 stranieri pari al 37,1%. La capienza regolamentare si attesta alle 44.055 unità. (Fonte: Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dati aggiornati al 13 gennaio 2010). Le due regioni interessate dal presente progetto sono la Toscana e l’Emilia Romagna: Tabella numero 1 NUMERO CAPIENZA REGOLAMENTARE TOTALE DETENUTI TOTALE Toscana 2010 3.215 4.321 Emilia Romagna 2010 2.382 4.483 (Fonte: Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dati aggiornati al 13 gennaio 2010) REGIONE ANNO CONTESTO SETTORIALE E DESCRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE Il contesto settoriale dove si intende realizzare il progetto è rappresentato dalle province di Rimini e Massa Carrara (con particolare riferimento all’area provinciale della Lunigiana): − Nella Provincia di Rimini è presente una struttura dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che accoglie detenuti in misura alternativa al carcere ed ex detenuti predisponendo per loro programmi specifici di reinserimento sociale che − consentano il raggiungimento di una piena autonomia. Nella Provincia di Massa Carrara sono presenti due strutture, 1 Casa famiglia e 1 Cooperativa sociale/Centro d’accoglienza. Entrambe le realtà sono volte all’accoglienza e al recupero degli utenti inseriti, tutti provenienti dalla realtà del carcere. Nella Provincia è presente inoltre la sede generale del Servizio Carcere dell’Ente, che mantiene le relazioni con le varie strutture dell’Associazione, con gli istituti di pena e con le istituzioni, sia locali che nazionali. Le due provincie prese in esame sono geograficamente distanti tra loro ma accomunate, per quanto riguarda la situazione delle carceri, dalla medesima criticità, e conseguentemente dal medesimo bisogno di offrire proposte costruttive alla condizione in cui versano detenuti, ed ex-detenuti una volta scontata la pena detentiva. Nell’analisi che segue verranno evidenziate le similitudini tra le due aree geografiche. Per questo motivo si è deciso di elaborare un unico progetto, in quanto i bisogni rilevati e i conseguenti obiettivi generali e specifici sono sovrapponibili. Situazione carceraria nelle aree geografiche di intervento del progetto Gli istituti penitenziari che verranno presi in esame sono: 1. Casa di reclusione di Massa 2. Casa di reclusione di La Spezia 3. Carcere di Rimini 4. Casa circondariale di Pesaro Delle 4 case di pena prese in considerazione 2 sono situate fuori dalle provincie di realizzazione del progetto, in quanto gli utenti già inseriti nelle sedi di attuazione arrivano principalmente dalle carceri sopra citate, con le cui direzioni da tempo è stata avviata una proficua collaborazione. In particolare: − per quanto riguarda la provincia di Massa Carrara le carceri che interessano l’area della Lunigiana sono quelle di Massa e La Spezia. A causa della particolare realtà territoriale della Lunigiana, confinante con la provincia ligure, il carcere di La Spezia viene preso in esame in maniera comparativa all’istituto di Massa, in quanto vi è stretto legame tra il suddetto istituto, la zona lunigianese e le sedi di attuazione del progetto; − per quanto riguarda la provincia di Rimini viene presa in considerazione anche la casa circondariale di Pesaro, in quanto i detenuti inseriti nella sede di progetto della provincia arrivano, in buona percentuale, dal carcere di Pesaro. Tabella numero 2 ISTITUTI CAPIENZA REGOLAMENTARE NUMERO DETENUTI PRESENTI MASSA 188 241 LA SPEZIA 186 217 RIMINI 150 188 PESARO 180 255 (dati aggiornati al 30 dicembre 2009, reperiti direttamente all’interno degli istituti) Tabella numero 3 PRESENZE DI CUI STRANIERI Uomini Donne % sul Uomini Donne Totale stranieri straniere totale ISTITUTI MASSA 241 0 117 0 241 48,5 % LA SPEZIA 217 0 126 0 217 58 % RIMINI 188 0 95 0 188 50,5 % PESARO 223 32 121 16 255 53,5 % (dati aggiornati al 30 dicembre 2009, reperiti direttamente all’interno degli istituti) Come si evince dalle tabelle 2 e 3, in linea generale la situazione carceraria degli istituti presi in esame rispecchia i trend regionali: − tutti gli istituti soffrono di un problema di sovraffollamento; − tutti gli istituti, in linea con i dati regionali, presentano un elevato numero di detenuti stranieri. Alcune considerazioni sulla recidiva degli ex detenuti: Tabella numero 4 Percentuale recidiva nei 24 mesi successivi alla scarcerazione Detenuti che scontano tutta la pena in carcere 70% Detenuti inseriti in misure alternative alla 20% detenzione (Fonte: “Servizio Carcere”, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Il dato sopra riportato è attribuibile, in linea generale, alle seguenti cause: − carenza di legami e reti familiari e amicali una volta usciti dal carcere; − carenza di progetti, pubblici e privati, utili all’orientamento e alla tutela del detenuto uscito dal carcere; − presenza di pregiudizi, largamente diffusi all’interno della società civile, nei confronti di ex detenuti che complicano fortemente la ricerca di un lavoro e di una casa. (Fonte: “Servizio Carcere”, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Se a questi dati aggiungiamo il fatto che non esistono ricerche e statistiche ufficiali che riguardano i detenuti una volta usciti dal carcere, capiamo che il mondo dell’informazione e della ricerca sono estremamente carenti in questo senso e di conseguenza l’opinione pubblica avrà un’idea fortemente pregiudiziale e stigmatizzante di tutto ciò che riguarda il mondo della carcerazione. Le uniche informazioni che riguardano la vita reale dei detenuti, e anche in questo caso solo fino a quando scontano la loro pena, ci arrivano da piccole riviste, tv e radio locali, attivate direttamente dentro ad alcune carceri, che hanno come pubblico di riferimento principalmente il mondo del volontariato e gli addetti al mestiere. Si riportano a titolo esemplificativo 4 delle principali testate giornalistiche pubblicate in carcere: Tabella numero 5 TITOLO GIORNALE PERIODICITA’ TIRATURA LETTORI Carte Bollate (Milano) Bimestrale 1.200 copie Detenuti, Magistrati di sorveglianza, Addetti ai lavori, Parenti, Circa 50 abbonati Uomini Liberi (Lodi) Mensile 8000 copie Detenuti, Parenti, Abbonati Abbonati, Detenuti, Personale ASL, Mondo del volontariato, Comuni Detenuti, Addetti ai lavori, Non solo Bimestrale 15000 copie Politici, Lettori esterni di Roma e Chiacchiere Lazio (Roma) (Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Federazione Nazionale dell’Informazione dal e sul Carcere) Ragazze Fuori (Empoli) Trimestrale 2000 copie Il carcere, nella prevalente funzione retributiva della pena, non è molto spesso in grado di svolgere un’azione di recupero sociale nei confronti di persone, nella maggioranza dei casi, già socialmente svantaggiate, con storie personali/familiari deprivate e a rischio di devianza quindi segnate dalle scarse opportunità ricevute dal loro background educativo e formativo. Ciò su cui è indispensabile investire positivamente è il rapporto tra società “civile” e carcere, due mondi che possono avvicinarsi ancor più velocemente e diffusamente in uno scenario caratterizzato: − dalla volontà esplicita e reale di depenalizzare i reati minori; − dal maggior ricorso alle misure alternative alla pena; − − dalla diffusione di pratiche di mediazione penale, di ripensamento della funzione del carcere anche in un’ottica riparativa; dalla volontà di informarsi e informare circa la reale condizione dei detenuti nelle carceri. Le sedi di attuazione del progetto “SBARREAPERTE” si trovano nei comuni di: Tabella numero 6 SEDE MULAZZO (MS) MULAZZO (MS) N. ABITANTI COMUNE 2.565 2.565 % SUL TOT. PROVINCIA 4,6 % 4,6 % RIMINI (RN) 128.600 47,2 % COMUNE CASA FAMIGLIA S. FRANCESCO 1 IL PUNGIGLIONE CASA DI ACCOGLIENZA MADRE DEL PERDONO (Fonte: ISTAT) Le 3 strutture a progetto dispongono della seguente capacità ricettiva residenziale: Tabella numero 7 STRUTTURE Casa famiglia San Francesco Cooperativa il Pungiglione Casa di accoglienza Madre del Perdono TOTALE POSTI DISPONIBILI POSTI OCCUPATI POSTI VACANTI 10 9 1 15 13 2 15 12 3 40 34 6 Dati quantitativi degli utenti inseriti nelle 3 sedi a progetto: Tabella numero 8 STRUTTURE CARCERE DI PROVENIENZA Casa di Casa Carcere di reclusione di circondariale Rimini La Spezia di Pesaro Casa di reclusione di Massa Casa fam San Francesco Cooperativa il Pungiglione Casa Madre del Perdono Altro 5 3 1 6 5 2 7 4 1 Tabella numero 9 STRUTTURE Casa famiglia San Francesco Cooperativa il Pungiglione Casa Madre del Perdono TOTALE UTENTI DI CUI STRANIERI % STRANIERI SUL TOTALE 9 3 33% 13 6 46% 12 4 33% Alla sola Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII arrivano mediamente 300 richieste di inserimento l’anno di detenuti in misura alternativa o ex-detenuti provenienti: − direttamente dai detenuti conosciuti durante i colloqui nelle carceri; − dagli uffici giudiziari competenti; − dai tribunali; − su segnalazione di parenti o amici del detenuto; − su segnalazione di educatori, psicologi e assistenti sociali operanti nelle carceri. Questo dimostra ulteriormente la necessità di attivare percorsi di riabilitazione esterni al carcere e luoghi di rieducazione dotati delle specifiche competenze utili al reinserimento della persona. La vita comunitaria dove viene accolta la persona si sviluppa attraverso attività strutturate e si svolge secondo un’organizzazione fortemente esigente, con suddivisione di responsabilità e assegnazione di compiti precisi, e anche attraverso momenti formativi ed educativi di confronto di esperienze di vita. Le strutture dell’Associazione rispondono ai bisogni delle persone sia in termini concreti che affettivo/relazionali facendo inoltre sperimentare agli accolti percorsi di recupero delle autonomie residue o assunzione di nuove abilità nella gestione di se stessi e delle relazioni con gli altri. La presenza degli operatori garantisce alle persone inserite nella comunità un sostegno e un supporto costante 24 ore su 24. Agli ospiti delle strutture vengono erogati, secondo programmi di lavoro personalizzati e da personale competente, specifici servizi di accompagnamento e supporto nello sviluppo delle autonomie personali e sociali. Nel periodo che va da gennaio a dicembre 2009 all’interno del progetto sono stati realizzati i seguenti interventi: − − − − − − − − − − − − − − 35 dimissioni alla fine del percorso di reinserimento sociale 43 nuove accoglienze con relativo inizio del percorso di reinserimento sociale 14 riallacciamenti dei legami con le famiglie di origine (su 34 utenti inseriti) 170 colloqui individuali realizzati nelle 4 carceri prese in esame 26 colloqui (a cadenza quindicinale) individualizzati con ogni utente accolto nelle strutture. Nel corso del 2009, con 34 utenti inseriti sono stati effettuati circa 900 colloqui 36 gruppi di auto-aiuto, 1 al mese in ognuna delle 3 sedi interessate 12 momenti di verifica e programmazione del percorso ergo-terapico a cadenza trimestrale, 4 per ogni sede coinvolta 45 accompagnamenti degli utenti che ne hanno avuto necessità a visite mediche generali e specialistiche 25 accompagnamenti degli utenti in tribunale in occasione di udienze o processi 50 accompagnamenti circa degli utenti che ne hanno avuto bisogno a visite psicologiche/psichiatriche per terapie individualizzate 8 gruppi scout/parrocchiali sono stati accolti nel periodo estivo per svolgere attività di volontariato a supporto delle strutture di accoglienza 27 accompagnamenti degli utenti in uscite ricreative per ognuna delle 3 sedi, 80 circa in tutto organizzazione di 1 corso di formazione e aggiornamento annuale rivolto agli operatori della struttura, della durata di 18 ore organizzazione di 2 campi ricreativi estivi per gli operatori e gli utenti coinvolti nel progetto. 1 nella provincia di Massa Carrara e 1 nella provincia di Rimini A fronte di tutto ciò sono stati 10 gli abbandoni del percorso di reinserimento sociale prima della dimissione ufficiale. Interventi specifici realizzati nella sede della Cooperativa Sociale Il Pungiglione Riconosciuta a livello nazionale per la produzione di miele D.O.P., fornisce un percorso di accoglienza ed ergoterapia a persone adulte che hanno vissuto esperienze di sofferenza e che, opportunamente affiancate da operatori specializzati, vengono impegnate all’interno di laboratori protetti: mieleria consortile per la lavorazione del miele – sup. 480mq; cereria – sup. 100mq; falegnameria per la produzione di materiale per l’apicoltura – sup. 2000mq Inoltre vengono realizzati percorsi specifici di approfondimento psicologico e relazionale, sia individuale che di gruppo. Le attività messe in essere, in specifico, all’interno della Cooperativa Sociale Il Pungiglione sono: − organizzazione di 6 momenti formativi all’anno nelle scuole del territorio sui temi relativi alla situazione delle carceri, detenzione, percorsi alternativi alla pena, testimonianze di detenuti ed exdetenuti − lavoro quotidiano degli operatori, in affiancamento agli utenti, nei vari settori della cooperativa (mieleria, falegnameria, cereria) − organizzazione di 1 evento pubblico all’anno, su tematiche legate alla detenzione, al disagio dei detenuti e alla normativa esistente Interventi specifici realizzati dalla Casa di accoglienza Madre del Perdono Le attività messe in essere, in specifico, all’interno della casa di accoglienza sono: − organizzazione di 6 momenti formativi all’anno nelle scuole del territorio su: situazione delle carceri, detenzione, percorsi alternativi alla pena, testimonianze − organizzazione quindicinale al mese, attraverso l’incarico a docenti esterni, di 1 corso di italiano per gli stranieri inseriti − organizzazione quindicinale, attraverso l’incarico a docenti esterni, di 1 corso di informatica − organizzazione quindicinale, attraverso l’incarico a docenti esterni, di 1 corso di canto e musica − organizzazione e gestione di 12 laboratori creativi: realizzazione di icone, intaglio del legno per la realizzazione di utensili e sopramobili a cadenza quindicinale Descrizione del bisogno generale Come asserito in precedenza, circa il 70 % dei detenuti, una volta scontata la pena in carcere e riacquistata la libertà, nel giro di pochi mesi, ricommette un reato. Questa percentuale si abbassa vertiginosamente per i detenuti inseriti in programmi alternativi alla detenzione, arrivando al 20 % circa. (Fonte: “Servizio Carcere”, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) A fronte di questo dato sono ancora molto pochi i centri specializzati nel recupero e reinserimento di ex detenuti e detenuti in misura alternativa, mentre le richieste di inserimento dal carcere aumentano, sono circa 300 quelle che arrivano annualmente alla sola Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. I problemi che un detenuto, generalmente, si trova ad affrontare una volta uscito sono: − la solitudine, dovuta alla perdita dei legami significativi precedenti l’ingresso in carcere; − la difficoltà nel trovare un lavoro e una casa, dovuta in particolare al pregiudizio e allo stigma che rimane una volta che si è stati condannati; − la difficoltà economica, in alcuni casi molto grave, conseguente al non riuscire a trovare un lavoro. Si rileva quindi la forte necessità di aumentare e qualificare le proposte esterne al carcere di accoglienza e reinserimento sociale, oltre all’altrettanto necessaria coscientizzazione dell’opinione pubblica relativamente alla problematica del carcere. DESTINATARI DEL PROGETTO Il progetto si rivolge ad alcune specifiche tipologie di utenza: − 10 ex detenuti attualmente inseriti nelle sedi di attuazione di progetto, di nazionalità italiana e non, che essendo arrivati alla fine della propria pena ed avendo perso ogni legame con il mondo esterno si ritrovano spesso senza casa, famiglia e lavoro. Nel 70 % dei casi sarebbero destinati a commettere ulteriori reati; − 24 detenuti in misura alternativa alla pena, attualmente inseriti nelle sedi di attuazione di progetto, di nazionalità italiana e stranieri, che, in vista della tanto attesa libertà, desiderano iniziare un percorso graduale di reinserimento nella società civile, con l’obiettivo di ridurre al minimo la probabilità di commettere ulteriori crimini; − 40 tra ex detenuti e detenuti in misura alternativa in carcere che, sulla base del trend degli ultimi anni, verranno inseriti nelle sedi di attuazione del progetto. INDIVIDUAZIONE ED IDENTIFICAZIONE DEI BENEFICIARI I beneficiari che il progetto indirettamente raggiunge sono molteplici: − le famiglie dei detenuti accolti, 14 su 34 nel corso del 2009, attraverso il recupero di una relazione troppo spesso compromessa, perduta o dimenticata e la riscoperta dell’uomo che c’è dietro all’errore commesso; − le comunità locali, in qualità di soggetti da informare correttamente sulla problematica della realtà carceraria e come potenziale attore di una rete di collaborazioni e di partecipazione attiva alla vita civile; − i rappresentanti pubblici di comuni (Pontremoli – La Spezia – Rimini – Pesaro), province (Massa Carrara – Rimini) e regioni (Toscana – Emilia Romagna), in quanto continuamente stimolati al dialogo e alla riflessione comune nell’affrontare una realtà che non può essere prerogativa di pochi ma deve diventare sempre più patrimonio di tutti; − la società civile in genere, in quanto è statisticamente provato che i detenuti inseriti in programmi di reinserimento esterni al carcere tendono a ricommettere meno reati di coloro che non usufruiscono di misure alternative (20% contro il 70%) INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO I bisogni specifici che si delineano dall’analisi del contesto e del bisogno generale sono i seguenti: BISOGNI SPECIFICI A. Elevato numero di detenuti che a fine pena, non avendo una rete di contatti parentali o amicali, è a forte rischio di recidiva. B. Forte tasso di pregiudizio e stigmatizzazione nei confronti di chi ha subito una condanna giudiziaria. DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Per capire quali fossero le richieste reali, in relazione alla problematica carceraria, ci siamo confrontati direttamente con gli operatori degli istituti. E’ emerso che c’è necessità di: − informazione chiara e usufruibile da tutti, da parte delle istituzioni pubbliche sulla reale situazione carceraria, le condizioni di vita in cui versano i detenuti, le possibili alternative alla detenzione; − realizzazione di strutture ricettive pubbliche in grado di sopperire almeno all’emergenza, demandando successivamente il reinserimento vero e proprio alle strutture già esistenti e avviate; − reale applicazione nelle carceri delle norme/leggi rispetto all’attività trattamentale volta al recupero/rieducazione del detenuto e non solo al suo isolamento dalla società; − potenziamento e implementazione di attività diversificate da mettere in essere all’interno delle strutture carcerarie, rivolte ai detenuti che non possono usufruire di misure alternative (sostegno psichiatrico e psicologico, attività artistiche e creative, attività sportive, ecc.). OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Nelle provincie interessate dal progetto si rileva la presenza di 4 sole realtà che hanno come target di intervento specifico detenuti ed ex-detenuti: 1. Comunità per doppia diagnosi, convenzionata con l’ASL locale. In questa struttura vengono accolti in forma residenziale utenti con doppia diagnosi. Generalmente sono soggetti finiti in carcere per reati contro la persona e quindi ritenuti socialmente pericolosi. Al problema giudiziario è spesso associato un problema psichiatrico. Al percorso terapeutico viene associato nella maggioranza dei casi un trattamento farmacologico. Proprio per il fatto che si tratta di individui con problemi di natura psichiatrica, oltre che giudiziaria, il numero di persone inserite in questo centro difficilmente raggiunge il massimo dei posti disponibili. 2. Comunità Centro di Crescita Comunitaria del CEIS. In questa comunità vengono accolti nella maggioranza dei casi utenti in forma residenziale finiti in carcere per reati legati all’uso/spaccio di stupefacenti. Si tratta di persone con una dipendenza e il percorso rieducativo è focalizzato su questa problematica oltre che sulle implicazioni giudiziarie. 3. Centro di accoglienza “Casa Paci”: centro di ospitalità, educativo e relazionale per ex detenuti. Offre un appoggio e un aiuto a chi non ha altri punti di riferimento, ma ha intenzione di tornare a vivere nella società in maniera corretta. Gli obiettivi principali che si pone sono la socializzazione e il reinserimento sociale. I tempi di permanenza nella struttura sono da pochi giorni per i permessi premio, a 12 mesi o più. 4. Comunità terapeutica Sant’Aquilina: accoglie ex detenuti e detenuti in misure alternative al carcere che presentano problemi di dipendenza da droghe o alcool. Il percorso rieducativo è finalizzato alla sospensione dell’uso di sostanze e al reinserimento sociale. Tabella numero 10 PROVINCIA POSTI DISPONIBILI POSTI OCCUPATI POSTI VACANTI Doppia diagnosi MS 22 16 6 Centro di crescita comunitaria MS 30 30 0 Casa Paci RN 10 10 0 Sant’Aquilina RN 45 45 0 STRUTTURA TOTALE 107 101 6 (dati aggiornati al 30 dicembre 2009, reperiti direttamente all’interno dei centri, passibili di cambiamenti dovuti al tourn-over delle accoglienze) 7) Obiettivi del progetto: OBIETTIVO GENERALE Promuovere il diritto all’assistenza e alla reintegrazione di detenuti ed ex detenuti, potenziando e migliorando i percorsi già esistenti e sensibilizzando l’opinione pubblica circa una realtà tanto problematica quanto dimenticata BISOGNO SPECIFICO 1 Elevato numero di detenuti che a fine pena, non avendo contatti parentali o amicali, è a forte rischio di recidiva. OBIETTIVO SPECIFICO 1 Potenziamento qualitativo e quantitativo dei percorsi ergo terapici di reinserimento all’interno delle strutture dell’ente coinvolte nel progetto INDICATORI DI RISULTATO RISULTATI ATTESI - organizzazione di 2 corsi di formazione annui rivolti agli operatori delle sedi di progetto, della durata di 18 ore ciascuno (attualmente è attivato 1 corso) - realizzazione di 2 gruppi di auto-aiuto mensili in - aumento del 15% degli utenti inseriti nelle strutture, passando dagli attuali 34 alla copertura totale dei posti - riduzione del 50%, da 10 a 5, degli ognuna delle 3 sedi interessate (attualmente è attivato 1 gruppo) - realizzazione di 6 momenti di verifica e programmazione del percorso ergo-terapico nel corso dell’anno (attualmente sono 4) - realizzazione di corsi di italiano e informatica con frequenza settimanale (attualmente è quindicinale) - organizzazione di 50 uscite ludo/ricreative circa nel corso dell’anno, a cadenza settimanale - inserimento di 45 nuovi utenti nelle sedi di progetto, compatibilmente con la copertura totale dei posti disponibili e le dimissioni di utenti a fine percorso rieducativo abbandoni del programma di reinserimento - aumento significativo del livello di conoscenza della lingua italiana per gli utenti stranieri BISOGNO SPECIFICO 2 Forte tasso di pregiudizio e stigmatizzazione nei confronti di chi ha subito una condanna giudiziaria. OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale attraverso un’informazione chiara e realistica sulla realtà carceraria e sulle possibili forme di reinserimento INDICATORI DI RISULTATO RISULTATI ATTESI - realizzazione di 2 eventi pubblici nel corso dell’anno di progetto sul tema della detenzione e delle misure alternative al carcere - predisposizione di una brochure informativa da distribuire a 50 realtà del territorio: scuole superiori, gruppi scout, gruppi parrocchiali - realizzazione di 10 laboratori formativi nelle scuole medie e superiori del territorio sul tema della devianza sociale e dei comportamenti al limite della legalità - accoglienza nel periodo estivo di 12 gruppi scout/parrocchiali all’interno di campi di lavoro organizzati nelle sedi di attuazione del progetto - stesura di una relazione sulle attività svolte da distribuire alle amministrazioni locali, ai gruppi e alla comunità locale in genere, 1000 copie - 30 classi di scuola media inferiore e superiore (800 studenti circa) saranno coinvolti all’interno dei laboratori - le 4 amministrazioni locali di Pontremoli, La Spezia, Rimini e Pesaro aumenteranno il livello di consapevolezza e partecipazione rispetto ad una problematica di dimensione pubblica - circa 2000 giovani del territorio tra scuole, gruppi scout e gruppi parrocchiali verranno sensibilizzati al tema della detenzione - la comunità locale (circa 20000 persone) verrà sensibilizzata e coinvolta in iniziative culturali acquisendo nozioni e consapevolezza sui temi trattati SITUAZIONE DI ARRIVO Attraverso il raggiungimento degli obiettivi generali e specifici, il progetto “SBARREAPERTE” si prefigge di: - passare dagli attuali 34 a 40 detenuti o ex-detenuti inseriti nelle proprie strutture, raggiungendo e mantenendo nel tempo la copertura totale dei posti disponibili. Garantendo un servizio ed una professionalità adeguata alle richieste dell’utenza e cercando di ultimare in tempi brevi (ove la situazione lo permetta) il programma di recupero, dando così la possibilità ad altre persone di occupare i posti liberatisi; raggiungere con un informazione chiara ed attendibile il maggior numero di persone possibile (considerando la comunità locale, i gruppi scout, i gruppi parrocchiali/giovanili e le scuole si stimano circa 25.000 persone) al fine di gettare le basi per il rientro nella società civile di detenuti ed ex-detenuti, altrimenti vittima di pregiudizi e stigmatizzazioni. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI FASI DI IDEAZIONE DEL PROGETTO L’elaborato progettuale nella sua stesura definitiva è frutto di una serie di azioni preliminari volte a valutarne la fattibilità e la potenziale efficacia. Si riportano di seguito i principali passi effettuati: − incontri di coordinamento con gli operatori delle tre strutture di accoglienza per identificare i bisogni specifici delle strutture; − incontri con il responsabile del Servizio Carcere dell’associazione per avere un quadro del fenomeno a livello nazionale e locale; − incontro con comuni, carceri e realtà territoriali per verificare margini di collaborazione; − incontro con le forze dell’ordine locali e i servizi sociali territoriali per valutare i margini di miglioramento delle relazioni e delle sinergie; − indagine sul territorio per individuare possibili partner e collaboratori rispetto alle attività del progetto; − verifica delle risorse materiali, strumentali e di personale dell’Associazione; − definizione degli obiettivi e delle attività; − stesura dell’elaborato progettuale. OBIETTIVO SPECIFICO 1 Potenziamento qualitativo e quantitativo dei percorsi ergo terapici di reinserimento all’interno delle strutture dell’ente coinvolte nel progetto AZIONI – Attività MESI Azione 1: ANALISI STATO DELL’ARTE DEGLI INTERVENTI E DELLE ACCOGLIENZE 1.1 Verifica quantitativa/qualitativa del fenomeno 1.2 Verifica degli interventi passati svolti Azione 2: FORMAZIONE DEGLI OPERATORI 2.1 Pianificazione e programmazione di due corsi di formazione/aggiornamento per operatori 2.2 Realizzazione dei corsi di formazione Azione 3: QUALIFICAZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEGLI INTERVENTI E DELLE ACCOGLIENZE 3.1 Indagine e mappatura delle richieste 3.2 Accoglienza e analisi dei bisogni 3.3 Stesura del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.5 Verifica periodica del percorso Azione 4: ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DI MOMENTI LUDICO RICREATIVI 4.1 Pianificazione delle uscite e delle attività ludico ricreative 4.2 Organizzazione logistica e strumentale 4.3 Realizzazione delle attività ludico ricreative Azione 5: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DELLE ATTIVITA’ 5.1 Valutazione dei dati disponibili 5.2 Analisi dei dati raccolti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale attraverso un’informazione chiara e realistica sulla realtà carceraria e sulle possibili forme di reinserimento AZIONI – Attività MESI 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Azione 1: VERIFICA DELLE ATTIVITA’ SVOLTE 1.1 Verifica degli interventi passati svolti 1.2 Verifica delle risorse umane e strumentali utilizzate in passato Azione 2: PIANIFICAZIONE E PROMOZIONE DEGLI INTERVENTI 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare 2.2 Valutazione delle risorse umane e strumentali a disposizione 2.3 Promozione delle iniziative Azione 3: PROGRAMMAZIONE E CALENDARIZZAZIONE DELLE INIZIATIVE 3.1 Contatti con le scuole e i gruppi interessati ai percorsi laboratoriali 3.2 Contatti con i relatori dei seminari e degli eventi pubblici 3.3 Contatti con i gruppi scout/parrocchiali interessati ai campi di lavoro estivi 3.4 Stesura di un calendario annuale delle attività Azione 4: REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ 4.1 Realizzazione dei percorsi laboratoriali 4.2 Realizzazione dei seminari e degli eventi pubblici 4.3 Realizzazione dei campi di lavoro Azione 5: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DELLE ATTIVITA’ 5.1 Incontri di verifica delle attività svolte con: scuole, gruppi parrocchiali e scout, amministrazioni locali 5.2 Analisi dei dati raccolti 5.3 Stesura e distribuzione di un report finale sui percorsi effettuati OBIETTIVO SPECIFICO 1 Potenziamento qualitativo e quantitativo dei percorsi ergo terapici di reinserimento all’interno delle strutture dell’ente coinvolte nel progetto Azione 1: ANALISI STATO DELL’ARTE DEGLI INTERVENTI E DELLE ACCOGLIENZE 1.1 Verifica quantitativa/qualitativa del fenomeno: − − − − − Reperimento di materiale aggiornato sulla condizione di vita nelle carceri prese in esame Creazione di una bibliografia di riferimento aggiornata Rilevazione di variazioni nell’informazione Elaborazione statistica dei dati raccolti Colloqui con detenuti ed ex detenuti accolti nelle strutture 1.2 Verifica degli interventi passati svolti: − − − − − Reperimento di dati sull’operato dell’associazione a livello nazionale Raccolta dei precedenti report sull’attività dei centri di accoglienza dell’associazione di tutto il territorio nazionale Incontri di equipe tra operatori per mettere in luce le difficoltà riscontrate Verifica dei punti di forza e di debolezza della metodologia adottata Discussione e valutazione di nuove proposte e progettualità Azione 2: FORMAZIONE DEGLI OPERATORI 2.1 Pianificazione e programmazione di due corsi di formazione/aggiornamento per operatori: − − − − − − Reperimento di formatori esperti nel settore Valutazione dei costi necessari per la realizzazione dei corsi Somministrazione di un questionario per verificarne i bisogni formativi degli operatori Analisi delle schede compilate dagli operatori Definizione del programma formativo dei due corsi Definizione di luogo e date dei corsi 2.2 Realizzazione dei corsi di formazione: − − − − − Comunicazione agli operatori delle date di realizzazione dei corsi Somministrazione di un questionario per valutare le conoscenze degli operatori Analisi, da parte del formatore, dei punti di debolezza Selezione di materiale didattico utile ai fini dell’insegnamento e distribuzione dello stesso agli operatori Realizzazione e verifica del corso Azione 3: QUALIFICAZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEGLI INTERVENTI E DELLE ACCOGLIENZE 3.1 Indagine e mappatura delle richieste: − − − − − − Confronto con le altre realtà sul territorio che cercano di dare risposta al medesimo bisogno Confronto con i servizi pubblici preposti all’invio degli utenti e alla cogestione dei percorsi educativi Confronto interno tra gli operatori che sostengono colloqui individuali nelle carceri Verifica delle richieste ricevute e dei bisogni specifici individuati Valutazione delle priorità delle richieste Individuazione delle possibili nuove utenze 3.2 Accoglienza e analisi dei bisogni: − − − − − − − − − − − Analisi della situazione generale del nuovo utente: situazione familiare, background sociale Individuazione di bisogni specifici (psicologici, educativi) del nuovo utente Valutazione della struttura maggiormente idonea all’accoglienza Verifica della disponibilità all’accoglienza della struttura individuata Stesura del programma di accoglienza Momento di confronto con gli utenti presenti rispetto al futuro inserimento Colloquio iniziale con il responsabile della struttura individuata Accompagnamento dell’utente in visita alle varie realtà dell’ente sul territorio Momento di accoglienza vissuto in gruppo con attività motivazionali Condivisione di motivazioni e aspettative con il gruppo Avvio delle attività quotidiane 3.3 Stesura del progetto educativo individuale: − − − − − Verifica del primo periodo di permanenza presso la struttura individuata Colloquio individuale e di gruppo Definizione, da parte dell’equipe educativa, dei bisogni specifici dell’utente Elaborazione progetto educativo individuale Ripresa delle attività quotidiane ed inizio del percorso terapeutico individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale: − − − Cura della propria persona attraverso l'educazione igienico-sanitaria-alimentare Semplici attività del fare quotidiano (cucina, riordino, lavori domestici, ecc.) Accompagnamento in tribunale per bisogni specifici dei singoli accolti − − − − − − − − − − Accompagnamento in caso di necessità a visite mediche Accompagnamento in caso di necessità a visite psicologiche/psichiatriche Accompagnamento per i bisogni quotidiani (farmacia, spese varie) Accompagnamento, quando possibile, agli incontri con i familiari Attività educativa/lavorativa in cooperativa, apicoltura: o affiancamento nella selezione e nel posizionamento delle arnie o affiancamento nella cura quotidiana delle arnie o raccolta del miele o trasporto arnie Attività educativa/lavorativa in cooperativa, mieleria: o sterilizzazione ambienti o sterilizzazione contenitori o invasettamento o etichettamento barattoli di miele o inscatolamento vasi di miele o stivaggio prodotto finito Attività educativa/lavorativa in cooperativa, falegnameria: o selezione legname o utilizzo macchine per la lavorazione del legno o assemblaggio componenti arnia (telaini, melari, coperchi, corpo dell’arnia) o verniciatura arnie o stivaggio arnie finite o pulizia macchine Attività educativa/lavorativa in cooperativa, cereria: o selezione della cera di prima e seconda qualità o utilizzo macchina per fondere cera e stampare fogli cerei o selezione fogli cerei danneggiati o inscatolamento fogli cerei o stivaggio prodotto finito o pulizie macchine Contatti con docenti per corso di italiano – informatica – canto/musica Organizzazione e gestione corsi di italiano – informatica – canto/musica 3.5 Verifica periodica del percorso: − − − − − − − − − − − Valutazione dei bisogni individuali degli utenti Individuazione e creazione di un setting idoneo ai momenti di verifica individuale e di gruppo Calendarizzazione e attuazione colloqui individuali (a cadenza settimanale) Calendarizzazione e attuazione gruppi di auto-aiuto (a cadenza quindicinale) Calendarizzazione e attuazione incontri di verifica del percorso ergo-terapico (a cadenza bimestrale) Incontri specifici legati a situazioni di emergenza Verifica degli obiettivi del progetto educativo individuale Somministrazione di questionari per valutare il percorso individuale dell’utente Elaborazione dei dati raccolti Rimodulazione, se necessario, degli obiettivi individuali e delle attività previste per i singoli utenti Implementazione, laddove se ne fosse riscontrata la necessità, delle nuove attività/obiettivi Azione 4: ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DI MOMENTI LUDICO RICREATIVI 4.1 Pianificazione delle uscite e delle attività ludico ricreative: − − − − Verifica delle offerte del territorio per possibili attività esterne Attivazione di un gruppo “Giovani” di volontari che si occupi dell’organizzazione delle uscite serali Consultazione degli utenti per valutare richieste e desideri individuali e di gruppo Calendarizzazione delle attività esterne individuate 4.2 Organizzazione logistica e strumentale: − − − − Analisi dei costi e della fattibilità delle attività richieste Definizione del luogo per un campo vacanze estivo Organizzazione del campo vacanze estivo e reperimento del numero di partecipanti Verifica degli strumenti a disposizione per i laboratori creativi da attivare al campo 4.3 Realizzazione delle attività ludico ricreative: − − − − − − − Organizzazione di due uscite mensili: pizzeria, concerti, pub, cinema, ecc. Nel periodo estivo organizzazione di 3 giornate mensili al mare Gestione e organizzazione, valutando caso per caso, di impegni esterni quali: palestra, piscina, calcio, ecc. Organizzazione di 2 campi vacanze estivi per operatori e utenti Organizzazione di partite di calcetto Gestione e organizzazione di momenti ludico/ricreativi serali all’interno delle strutture (proiezione film, giochi da tavolo, giochi a carte, ecc.) Attivazione di laboratori creativi: intaglio del legno, produzione di icone, produzione di sopramobili e monili in legno Azione 5: VALUTAZIONE DEL COMPLESSIVA DELLE ATTIVITA’ 5.1 Valutazione dei dati disponibili: − − − − Incontri d’equipe per il confronto dei dati Evidenziazione dei punti di forza e dei limiti del lavoro svolto Confronto sull’operato dei diversi operatori Definizione delle principali difficoltà riscontrate 5.2 Analisi dei dati raccolti: − − − − Reperimento di tutti i dati aggiornati a disposizione Informatizzazione dei dati Elaborazione statistica dei dati Confronto con i dati precedenti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati: − − − − Assembramento di tutti i dati reperiti Stesura e stampa di un elaborato Distribuzione diretta dell’elaborato alle Istituzioni pubbliche delle province considerate (Enti di ricerca, Università, Province, Comuni) Distribuzione dell’elaborato agli operatori coinvolti e alla comunità locale OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale attraverso un’informazione chiara e realistica sulla realtà carceraria e sulle possibili forme di reinserimento Azione 1: VERIFICA DELLE ATTIVITA’ SVOLTE 1.1 Verifica degli interventi passati svolti: − − − − Reperimento di dati su: seminari, corsi, laboratori e campi estivi realizzati Incontri d’equipe tra operatori per mettere in luce le difficoltà riscontrate Verifica dei punti di forza e di debolezza della metodologia adottata Discussione e valutazione di nuove proposte e progettualità 1.2 Verifica delle risorse umane e strumentali utilizzate in passato: − − − − Analisi e verifica dei costi delle iniziative passate Analisi e verifica delle risorse umane impiegate Analisi e verifica delle risorse strumentali utilizzate Verifica delle mancanze e degli esuberi Azione 2: PIANIFICAZIONE E PROMOZIONE DEGLI INTERVENTI 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare: − − − Incontri dell’equipe operatori per ipotizzare percorsi futuri Definizione degli ambiti prioritari di azione Divisione di ruoli e responsabilità interne 2.2 Valutazione delle risorse umane/strumentali a disposizione: − − − Analisi e verifica delle risorse umane e strumentali a disposizione Studio di fattibilità delle iniziative future e calcolo del budget di spesa Allocamento risorse umane e strumentali per le varie attività 2.3 Promozione delle iniziative: − − − Attivazione e sviluppo dei contatti con stampa, tv e radio locali Creazione e diffusione di volantini, brochure, manifesti, cartoline promozionali in occasione di eventi pubblici organizzati e in generale sulle attività dell’Associazione sul territorio Partecipazione con banchetti informativi in occasione di eventi pubblici sul territorio di riferimento Azione 3: PROGRAMMAZIONE E CALENDARIZZAZIONE DELLE INIZIATIVE 3.1 Contatti con le scuole e i gruppi interessati ai percorsi laboratoriali: − − − − Realizzazione di un progetto formativo da presentare alle scuole Distribuzione nelle scuole del territorio del progetto formativo stilato Contatto con le scuole interessate Calendarizzazione moduli formativi 3.2 Contatti con i relatori dei seminari e degli eventi pubblici: − − − − Individuazione degli argomenti da affrontare all’interno degli eventi pubblici Individuazione e contatto con i possibili relatori Calendarizzazione degli eventi pubblici Promozione degli eventi sul territorio 3.3 Contatti con i gruppi scout/parrocchiali interessati ai campi di lavoro estivi: − − − Distribuzione materiale informativo a gruppi scout/parrocchiali del territorio Contatti con i gruppi interessati e presentazione delle attività previste Definizione periodo di attuazione del campo di volontariato 3.4 Stesura di un calendario annuale delle attività: − − − Raccolta di tutte le informazioni su gruppi, percorsi laboratoriali ed eventi pubblici Stesura di un’agenda annuale di tutte le attività previste Distribuzione interna (sedi, operatori, utenti) del calendario delle attività Azione 4: REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ 4.1 Realizzazione dei percorsi laboratoriali: − − − − Individuazione di operatori, utenti o volontari interessati a partecipare agli incontri a scuola Attuazione dei moduli formativi Verifica dei moduli: efficacia, rimandi dagli studenti e dai giovani coinvolti Rimando alle classi e ai gruppi coinvolti 4.2 Realizzazione dei seminari e degli eventi pubblici: − − − − Bilancio economico: spesa per la promozione, spesa per i relatori, ecc. Individuazione dello spazio adeguato all’evento Realizzazione dell’evento Verifica: numero di partecipanti, gradimento dei partecipanti, ricaduta sociale sul territorio 4.3 Realizzazione dei campi di lavoro: − − − − Accoglienza dei gruppi nel periodo estivo Organizzazione di una piccola festa di accoglienza dei gruppi con utenti, operatori e volontari a vario titolo Gestione del campo di volontariato Verifica finale del campo: gradimento dei partecipanti e degli utenti del progetto Azione 5: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DELLE ATTIVITA’ 5.1 Incontri di verifica delle attività svolte con: scuole, gruppi parrocchiali e scout, amministrazioni locali: − − − − Incontri di valutazione delle attività in equipe Evidenziazione dei punti di forza e dei limiti del lavoro svolto Realizzazione di un questionario di verifica da far compilare a scuole-gruppi-relatori coinvolti nelle attività Distribuzione del questionario 5.2 Analisi dei dati ottenuti: − − − − Reperimento di tutti i dati aggiornati a disposizione Informatizzazione dei dati Elaborazione statistica dei dati Confronto con i dati precedenti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati: − − − − Assembramento di tutti i dati reperiti Stesura e stampa di un elaborato Distribuzione diretta dell’elaborato alle Istituzioni pubbliche delle province considerate (Enti di ricerca, Università, Province, Comuni) Distribuzione dell’elaborato agli operatori coinvolti e alla comunità locale 8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ Si riporta di seguito una tabella riepilogativa del totale delle risorse umane impegnate per la realizzazione del progetto “SBARREAPERTE” (Tabella numero 1). Le tabelle 2 e 3 entrano nel dettaglio delle specifiche professionalità e riportano in quale attività è impegnato ogni membro del personale coinvolto. Tabella numero 1 RUOLO Responsabili di struttura Coordinatori attività specifiche Educatori professionali Operatori Insegnanti Cuoco NUMERO TOTALE PERSONALE COINVOLTO NUMERO 3 4 6 5 3 1 22 Tabella numero 2 OBIETTIVO SPECIFICO 1 Potenziamento qualitativo e quantitativo dei percorsi ergo terapici di reinserimento all’interno delle strutture dell’ente coinvolte nel progetto N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITÀ ATTIVITÀ 1 Responsabile Casa famiglia San Francesco Educatore e responsabile di Casa Famiglia – Attività educative con adulti – Gestione della casa – Figura genitoriale materna – OLP di riferimento per la sede – Esperienza 3.1 Indagine e mappatura delle richieste 3.2 Accoglienza e analisi dei bisogni 3.3 Stesura del progetto educativo di percorsi di reinserimento di ex detenuti – Intrattiene le relazioni con la Questura e i Servizi Sociali 1 Educatore Casa famiglia San Francesco 1 Educatore Casa famiglia San Francesco 1 Educatore Casa famiglia San Francesco 1 Responsabile Cooperativa Il Pungiglione 1 1 1 Coordinatore Cooperativa Il Pungiglione Coordinatore Cooperativa Il Pungiglione Operatore Settore falegnameria – Falegname professionista individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.5 Verifica periodica del percorso 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 1.1 Verifica quantitativa/qualitativa del fenomeno 1.2 Verifica degli interventi passati svolti 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 4.1 Pianificazione delle uscite e delle attività 4.2 Organizzazione logistica e strumentale 4.3 Realizzazione delle attività 2.1 Pianificazione e programmazione dei corsi di formazione per operatori 2.2 Realizzazione dei corsi di formazione 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 5.1 Valutazione dei dati disponibili 5.2 Analisi dei dati raccolti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 3.3 Stesura del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.5 Verifica periodica del percorso 3.1 Indagine e mappatura delle richieste 3.2 Accoglienza e analisi dei bisogni 3.3 Stesura del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.5 Verifica periodica del percorso 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 3.3 Stesura del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.5 Verifica periodica del percorso 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 5.1 Valutazione dei dati disponibili 5.2 Analisi dei dati raccolti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale Cuoco professionista – Esperienza pluriennale nel campo della ristorazione 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale Psicologo – Responsabile di Casa Famiglia – Figura genitoriale paterna – Esperienza pluriennale di progettazione e gestione di percorsi individualizzati di recupero – Intrattiene le relazioni con le amministrazioni locali ed i rappresentanti pubblici 3.1 Indagine e mappatura delle richieste 3.2 Accoglienza e analisi dei bisogni 3.3 Stesura del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.5 Verifica periodica del percorso 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 1.1 Verifica quantitativa/qualitativa del fenomeno 1.2 Verifica degli interventi passati svolti Laurea in scienze dell’educazione – Esperienza nell’ideazione di progetti educativi individualizzati Laurea in scienze dell’educazione – Operatore di comunità – Esperienza nella gestione di gruppi educativi Laurea in scienze dell’educazione – Esperienza nell’ideazione e gestione di progetti educativi individualizzati Responsabile settore falegnameria – Educatore di comunità – Esperienza pluriennale di ideazione e gestione percorsi ergo-terapici – Apicoltore – Intrattiene le relazioni con le amministrazioni locali ed i rappresentanti pubblici Responsabile mieleria – Operatore di comunità – Esperienza nella gestione di gruppi giovani Responsabile cereria – Apicoltore – Educatore di comunità – Animatore gruppi giovani Settore agricolo – Apicoltore – Educatore di comunità – Padre di casa famiglia Cooperativa Il Pungiglione 1 1 1 Operatore Cooperativa Il Pungiglione Cuoco Cooperativa Il Pungiglione Responsabile Casa di accoglienza Madre del Perdono 1 Insegnante Casa di accoglienza Ingegnere informatico – Esperienza nella gestione di gruppi classe 1 Madre del Perdono Insegnante Insegnante di italiano – Esperienza nella gestione di gruppi classe Casa di accoglienza Madre del Perdono 1 Insegnante 1 Casa di accoglienza Madre del Perdono Operatore Diploma al conservatorio – Esperienza nella gestione di gruppi classe Operatore di comunità – OSA – Esperienza nella gestione di laboratori creativi Casa di accoglienza Madre del Perdono 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 4.1 Pianificazione delle uscite e delle attività 4.2 Organizzazione logistica e strumentale 4.3 Realizzazione delle attività 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 5.1 Valutazione dei dati disponibili 5.2 Analisi dei dati raccolti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 2.1 Pianificazione e programmazione dei corsi di formazione per operatori 2.2 Realizzazione dei corsi di formazione 3.3 Stesura del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale Tabella numero 3 OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale attraverso un’informazione chiara e realistica sulla realtà carceraria e sulle possibili forme di reinserimento N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITÀ ATTIVITÀ 1 Responsabile Casa famiglia San Francesco 1 Educatore Casa famiglia San Francesco 1 Operatore Casa famiglia San Francesco 1 Responsabile Cooperativa Il Pungiglione 1 Coordinatore Cooperativa Il Pungiglione Educatore e responsabile di Casa Famiglia – Attività educative con adulti – Gestione della casa – Figura genitoriale materna – OLP di riferimento per la sede – Esperienza di percorsi di reinserimento di ex detenuti – Intrattiene le relazioni con la Questura e i Servizi Sociali Assistente sociale – Esperienza di coordinamento strutture di accoglienza e gruppi di lavoro Animatore ed educatore Casa famiglia – Supporto all'attività della casa – Esperienza nell’animazione di gruppi Responsabile settore falegnameria – Educatore di comunità – Esperienza pluriennale di ideazione e gestione percorsi ergo-terapici – Apicoltore – Intrattiene le relazioni con le amministrazioni locali ed i rappresentanti pubblici Psicologo – Responsabile risorse umane – Centro studi – Operatore di comunità – Esperienza nella gestione di gruppi di lavoro – Intrattiene le relazioni con i gruppi parrocchiali/scout e le scuole del territorio 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare 3.2 Contatti con i relatori dei seminari e degli eventi pubblici 3.4 Stesura di un calendario annuale delle attività 4.2 Realizzazione dei seminari e degli eventi pubblici 1.1 Verifica degli interventi passati svolti 1.2 Verifica delle risorse umane e strumentali utilizzati in passato 2.2 Valutazione delle risorse umane/strumentali a disposizione 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare 2.3 Promozione delle iniziative 4.3 Realizzazione dei campi di lavoro 5.1 Incontri di verifica delle attività svolte con: scuole, gruppi parrocchiali e scout, amministrazioni locali 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare 3.2 Contatti con i relatori dei seminari e degli eventi pubblici 3.4 Stesura di un calendario annuale delle attività 4.2 Realizzazione dei seminari e degli eventi pubblici 1.1 Verifica degli interventi passati svolti 1.2 Verifica delle risorse umane e strumentali utilizzati in passato 2.2 Valutazione delle risorse umane/strumentali a disposizione 3.1 Contatti con le scuole e i gruppi interessati ai percorsi laboratori ali 3.3 Contatti con i gruppi scout/parrocchiali interessati ai campi di lavoro estivi 3.4 Stesura di un calendario annuale delle attività 1 Operatore Laurea in Statistica – Esperto nella sintesi ed elaborazione di dati Cooperativa Il Pungiglione 1 Responsabile Casa di accoglienza Madre del Perdono 1 Coordinatore Casa di accoglienza Madre del Perdono 1 Educatore Casa di accoglienza Madre del Perdono Educatore Casa di accoglienza Madre del Perdono 1 Psicologo – Responsabile di Casa Famiglia – Figura genitoriale paterna – Esperienza pluriennale di progettazione e gestione di percorsi individualizzati di recupero – Intrattiene le relazioni con le amministrazioni locali ed i rappresentanti pubblici Educatore professionale – Esperienza nella gestioni di gruppi di auto-aiuto – Esperienza in gestione di percorsi ergo-terapici – Intrattiene le relazioni con i gruppi parrocchiali/scout e le scuole del territorio Responsabile segreteria – Educatore professionale Educatore di comunità – Esperienza in attività ricreative e ludico/creative 4.1 Realizzazione dei percorsi laboratoriali 4.3 Realizzazione dei campi di lavoro 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare 2.3 Promozione delle iniziative 5.2 Analisi dei dati ottenuti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare 3.2 Contatti con i relatori dei seminari e degli eventi pubblici 3.4 Stesura di un calendario annuale delle attività 4.2 Realizzazione dei seminari e degli eventi pubblici 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare 2.2 Valutazione delle risorse umane/strumentali a disposizione 3.1 Contatti con le scuole e i gruppi interessati ai percorsi laboratori ali 3.3 Contatti con i gruppi scout/parrocchiali interessati ai campi di lavoro estivi 3.4 Stesura di un calendario annuale delle attività 4.1 Realizzazione dei percorsi laboratoriali 1.1 Verifica degli interventi passati svolti 1.2 Verifica delle risorse umane e strumentali utilizzati in passato 2.3 Promozione delle iniziative 4.3 Realizzazione dei campi di lavoro 5.1 Incontri di verifica delle attività svolte con: scuole, gruppi parrocchiali e scout, amministrazioni locali 8.3 RUOLO ED ATTIVITÀ’ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO OBIETTIVO SPECIFICO 1 Potenziamento qualitativo e quantitativo dei percorsi ergo terapici di reinserimento all’interno delle strutture dell’ente coinvolte nel progetto Il volontario: − − − − − − − − − − − − Collabora nel reperimento di materiale aggiornato sulla condizione di vita nelle carceri prese in esame Partecipa alla creazione di una bibliografia di riferimento aggiornata Collabora nel reperimento di dati sull’operato dell’associazione a livello nazionale Partecipa alla discussione e valutazione di nuove proposte e progettualità Partecipa alla somministrazione di un questionario per verificarne i bisogni formativi degli operatori Collabora nella definizione di luogo e date dei corsi per operatori Comunica agli operatori delle date di realizzazione dei corsi Partecipa alla somministrazione di un questionario per valutare le conoscenze degli operatori Assiste alla stesura del programma di accoglienza Affianca l’operatore nell’accompagnamento dell’utente in visita alle varie realtà dell’ente sul territorio Collabora nell’organizzazione di un momento di accoglienza vissuto in gruppo con attività motivazionali Assiste all’elaborazione del progetto educativo individuale − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − − Assiste gli utenti, in affiancamento agli operatori, nella cura della propria persona attraverso l'educazione igienico-sanitaria-alimentare Partecipa, in affiancamento agli operatori, alle semplici attività del fare quotidiano (cucina, riordinare, apparecchiare, ecc.) Accompagna gli utenti in tribunale per bisogni specifici dei singoli accolti Accompagna gli utenti in caso di necessità a visite mediche Accompagna gli utenti per i bisogni quotidiani (farmacia, spese varie) Partecipa, in affiancamento agli operatori, all’attività educativa/lavorativa in cooperativa: apicoltura, mieleria, falegnameria, cereria Tiene i contatti con i docenti per i corsi di: italiano, informatica, canto/musica Somministra i questionari per valutare il percorso individuale dell’utente Verifica le offerte del territorio per possibili attività esterne Partecipa alle attività del gruppo “Giovani” che si occupa dell’organizzazione delle attività ludico-ricreative Consulta gli utenti per valutare richieste e desideri individuali e di gruppo Calendarizza le attività esterne individuate Partecipa all’organizzazione del campo estivo Verifica gli strumenti a disposizione per i laboratori creativi Organizza, in collaborazione con il gruppo “Giovani”, due uscite mensili: pizzeria, concerti, pub, cinema, ecc. Organizza, in collaborazione con il gruppo “Giovani”, nel periodo estivo 3 giornate mensili al mare Partecipa all’organizzazione dei campi estivi per operatori e utenti Organizza, in collaborazione con il gruppo “Giovani”, partite di calcetto Organizza e gestisce, in collaborazione con il gruppo “Giovani”, momenti ludico/ricreativi serali all’interno delle strutture (proiezione film, giochi in scatola, ecc.) Partecipa ai laboratori creativi: intaglio del legno, produzione di icone, produzione di sopramobili e monili in legno Collabora nell’informatizzazione dei dati Collabora alla stesura e alla stampa di un elaborato finale sul lavoro svolto Collabora nella distribuzione diretta dell’elaborato alle Istituzioni pubbliche delle province considerate (Enti di ricerca, Università, Province, Comuni) Collabora nella distribuzione dell’elaborato agli operatori coinvolti e alla comunità locale OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale attraverso un’informazione chiara e realistica sulla realtà carceraria e sulle possibili forme di reinserimento Il volontario: − − − − − − − − − − − − Collabora nel reperimento di dati su: seminari, corsi, laboratori e campi estivi realizzati Partecipa alla divisione di ruoli e responsabilità interne Mantiene, in collaborazione con gli operatori, contatti con stampa, tv e radio locali Partecipa alla creazione e diffusione di: volantini, brochure, manifesti, cartoline promozionali in occasione di eventi pubblici organizzati e in generale sulle attività dell’Associazione sul territorio Partecipa, in collaborazione con gli operatori, con banchetti informativi a eventi pubblici sul territorio di riferimento Distribuisce nelle scuole del territorio il progetto formativo stilato Mantiene, in collaborazione con gli operatori, i contatti con le scuole interessate Partecipa alla calendarizzazione dei moduli formativi Partecipa alla calendarizzazione degli eventi pubblici Partecipa alla promozione degli eventi sul territorio Distribuisce materiale informativo a gruppi scout/parrocchiali del territorio Mantiene, in collaborazione con gli operatori, i contatti con i gruppi interessati e presenta le attività previste − − − − − − − − − − − − − 9) Partecipa alla definizione e all’organizzazione dei campi di volontariato Partecipa alla stesura di un calendario annuale di tutte le attività previste Distribuisce internamente (sedi, operatori, utenti) il calendario annuale delle attività Collabora nell’attuazione dei moduli formativi Partecipa ai momenti di accoglienza dei gruppi nel periodo estivo Organizza, in collaborazione con gli operatori, una piccola festa di accoglienza dei gruppi con utenti, operatori e volontari a vario titolo Partecipa agli incontri di valutazione delle attività in equipe Aiuta nell’evidenziare i punti di forza e di debolezza del lavoro svolto Partecipa alla realizzazione e distribuzione di un questionario di verifica da far compilare a scuole-gruppi-relatori coinvolti Collabora nell’informatizzazione dei dati Collabora alla stesura e alla stampa di un elaborato finale sul lavoro svolto Collabora nella distribuzione diretta dell’elaborato alle Istituzioni pubbliche delle province considerate (Enti di ricerca, Università, Province, Comuni) Collabora nella distribuzione dell’elaborato agli operatori coinvolti e alla comunità locale Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 4 10) Numero posti con vitto e alloggio: 4 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 0 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a: 1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro 2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate 3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile 4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozione del servizio civile 5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio 6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite domenicali, campi invernali ed estivi) Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non si è usufruito Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione non è possibile prendere giornate di permesso. 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato: N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. ident. sede N. vol. per sede Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita VEDI FILE SEDI PROGETTO C.F. Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato Cognome Data di e nome nascita C.F. 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza sostitutiva al servizio militare, poi come servizio civile nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nello strumento del Servizio Civile e nei valori che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco temporale di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività dell’Ente. L’Associazione ha implementato da diversi anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione dei progetti di servizio civile, con una sede locale per le varie aree, italiane ed estere, ove opera. Nel corso di tutto l’anno riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei giovani grazie anche l’attivazione di un numero verde, cosi come durante tutto l’anno portiamo avanti azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed immediata. Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “SBARREAPERTE” TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZAZZIONE: A+C = A = 82 C = 30 112 Alle suddette 112 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi un elevato grado di rilevanza. Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività: Programma di sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale A EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale (nel mese di maggio) a Rimini, e a cui partecipano tutte le zone periferiche a livello nazionale ed internazionale dell’associazione. I volontari in servizio civile di tutto il territorio si occupano della gestione del banchetto. Collaborazione fissa con il mensile “Sempre” attraverso la rubrica “Frontiere di pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero Banchetto in occasione di “Terra Futura” – Firenze mostra/convegno sulle buone pratiche di sostenibilità. I volontari di tutto il territorio nazionale vengono invitati a partecipare nella gestione dell’attività. Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc. TOTALE ORE QUANTIFICABILI B N° ORE 14 32 16 20 82 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ non quantificabili Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596 Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello nazionale. Invio, tramite posta prioritaria, di materiale promozionale ad indirizzi privati acquistati da aziende specializzate in riferimento al target giovani del territorio Realizzazione e diffusione di uno spot televisivo e radiofonico Programma di promozione del progetto “SBARREAPERTE” EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ 1 incontro pubblico in ognuna delle due province interessate dal progetto (all’atto dell’eventuale approvazione del progetto a bando) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare domanda il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei giovani che hanno concluso il periodo di SCN in progetti analoghi dell’Ente, con preferenza di quelli attivati nello stesso territorio, se presenti. Interventi nelle scuole: 6 moduli da 2 ore ciascuno per incontri informativi e promozionali nelle scuole superiori delle province interessate dal progetto. Di seguito le scuole superiori contattate. C Provincia di Massa Carrara: − Istituto “Belmesseri”, Pontremoli, MS − Istituto Tecnico per il Commercio “Einaudi”, Villafranca Lunigiana, MS − Liceo Socio - Psico - Pedagogico, Pontremoli, MS Provincia di Rimini: − Liceo scientifico Einstein, Rimini, RN − Liceo scientifico Valturio, Rimini, RN − Istituto Tecnico Industriale Leonardo Da Vinci, Rimini, RN Partecipazione con banchetti ad eventi pubblici: − Mercato Alternativo con spazio per la solidarietà − Festa locale di Massarosa − Equamente TOTALE ORE QUANTIFICABILI N° ORE 6 12 12 30 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ non quantificabili Pubblicizzazione del progetto: Promozione su siti web: 1. www.apg23.org 2. www.odcpace.apg23.org 3. www.peacelink.it 4. www.antennedipace.org 5. www.ilpungiglione.org 6. www.associazioninrete.it D Newletters a: 1. Gruppi scout a livello nazionale 2. Informagiovani del territorio nazionale 3. Centri missionari diocesani d’Italia 4. Giovani tra i 18 – 28 anni sul territorio provinciale (indirizzario acquisito da ufficio interno di Fund Raising) Promozione con inserti su riviste/quotidiani: 1. Mensile “Sempre” 2. Il Corriere Apuano 3. Toscana Oggi 4. La Nazione 5. Il Tirreno 6. La Voce 7. Il Corriere di Rimini 8. Il Resto del Carlino Promozione con spot radio / televisivi: 1. Tele Apuana Stampa e diffusione volantini (n° copie: 500) e manifesti (n° copie: 100) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 112 ORE 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso l’UNSC 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso l’UNSC 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: NESSUNO 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo particolare alle attività per il raggiungimento degli obiettivi specifici, alla promozione del progetto qual ora approvato, alla formazione specifica e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le risorse sono state suddivise in generali e specifiche. Le prime sono riferite alle azioni di promozione e l’organizzazione della formazione specifica, alcune di queste sono state ripartite in base al numero dei progetti presentati in quanto vengono sostenute dalla Sede Centrale di Gestione del SCN dell’ente. Le risorse specifiche riguardano spese aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi specifici previsti a progetto. RISORSE FINANZIARIE GENERALI A. Formazione specifica di 1° e 2° livello come da box 35 - 41 Sottovoci Risorse finanziarie Descrizione spesa Materiale didattico Organizzazione logistica del coordinatore Tutor d’aula Formatori Durante il corso vengono somministrati materiali cartacei didattici e vengono utilizzati materiali di cancelleria vari La programmazione e la preparazione del percorso formativo richiede il tempo di un coordinatore per contatti telefonici con docenti e volontari, affitto e predisposizione delle aule Come previsto nei box della formazione specifica, l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno dell’aula che faciliti la partecipazione di tutti. Il 40% dei tutors coinvolti richiedono compenso. Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma gratuita altri richiedono un compenso. Numericamente il 50% dei formatori richiede il pagamento 50 euro 150 euro 200 euro 800 euro Totale spesa A: 1200 euro B. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto Risorse finanziarie Sottovoci Descrizione spesa Elaborazione grafica materiale promozionale Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e modificato, attualizzando i contenuti e la presentazione Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia in 500 copie di volantini e 100 copie di manifesti (come da box 17) Il numero verde è attivo quotidianamente (in orario di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani interessati (come da box 17) Vengono acquistati da aziende specializzate indirizzi privati in riferimento al target giovani del territorio L’ente invia ai giovani del territorio materiale tramite posta prioritaria (mailing list – Promo Posta – spedizioni varie) L’ente partecipa come descritto nel box “sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi con propri operatori su tutto il territorio italiano. Rimborsa le spese di viaggio ai volontari coinvolti. Stampa materiale promozionale Spese Numero Verde Acquisto indirizzario target giovani Invio lettere informative Partecipazione ad eventi Totale spesa B: 25 euro 75 euro 10 euro 25 euro 75 euro 100 euro 310 euro RISORSE FINANZIARIE SPECIFICHE Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate ad alcune delle attività del progetto elencate nel punto 8.1 e alle risorse tecniche previste alla voce 25. Nell’elenco sottostante non saranno riportate tutte le azioni/attività, ma soltanto quelle per cui è previsto lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive. FASI DI IDEAZIONE DEL PROGETTO AZIONI/Attività Incontri di coordinamento con gli operatori delle tre strutture di accoglienza per identificare i bisogni specifici delle strutture Risorse finanziarie aggiuntive 250 euro Indagine sul territorio per individuare possibili partner e collaboratori rispetto alle attività del progetto Totale spesa C: 250 euro 500 euro OBIETTIVO SPECIFICO 1 Potenziamento qualitativo e quantitativo dei percorsi ergo terapici di reinserimento all’interno delle strutture dell’ente coinvolte nel progetto Risorse finanziarie aggiuntive AZIONI/Attività Azione 2: FORMAZIONE DEGLI OPERATORI 2.2 Realizzazione dei corsi di formazione Azione 3: QUALIFICAZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEGLI INTERVENTI E DELLE ACCOGLIENZE 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale: − Accompagnamento in caso di necessità a visite mediche − Accompagnamento in caso di necessità a visite psicologiche/psichiatriche 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale: − Attività educativa/lavorativa in cooperativa (apicoltura, mieleria, falegnameria, cereria) Azione 4: ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DI MOMENTI LUDICO RICREATIVI 4.3 Realizzazione delle attività ludico ricreative: − Organizzazione di due uscite mensili: pizzeria, concerti, pub, cinema, ecc. − Nel periodo estivo organizzazione di 3 giornate mensili al mare − Gestione e organizzazione, valutando caso per caso, di impegni esterni quali: palestra, piscina, ecc. − Organizzazione di due campi estivi per operatori e utenti Azione 5: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati: − Stesura e stampa di un elaborato − Distribuzione diretta dell’elaborato alle Istituzioni pubbliche delle province considerate (Enti di ricerca, Università, Province, Comuni) − Distribuzione dell’elaborato agli operatori coinvolti e alla comunità locale Totale spesa D: 1500 euro 1000 euro 1200 euro 2500 euro 500 euro 6.700 euro OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale attraverso un’informazione chiara e realistica sulla realtà carceraria e sulle possibili forme di reinserimento AZIONI/Attività Azione 2: PIANIFICAZIONE E PROMOZIONE DEGLI INTERVENTI 2.3 Promozione delle iniziative: − Creazione e diffusione di: volantini, brochure, manifesti, cartoline promozionali in occasione di eventi pubblici organizzati e in generale sulle attività dell’Associazione sul territorio Azione 4: REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ 4.2 Realizzazione dei seminari e degli eventi pubblici: − Bilancio economico: spesa per la promozione, spesa per i relatori, ecc. Azione 5: VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEI RISULTATI 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati: − Stesura e stampa di un elaborato − Distribuzione diretta dell’elaborato alle Istituzioni pubbliche delle province considerate (Enti di ricerca, Università, Province, Comuni) − Distribuzione dell’elaborato agli operatori coinvolti e alla comunità locale Risorse finanziarie aggiuntive 1200 euro 2000 euro 500 euro Totale spesa E: TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE: A+B+C+D+E 3.700 euro = 12.410 EURO 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): Parrocchia la Resurrezione: promozione del servizio civile e del progetto, raccolta e distribuzione di indumenti per la Capanna di Rimini, monitoraggio del territorio rispetto a situazioni di disagio – sportello e orientamento alle persone senza fissa dimora Galvan Center: promozione del servizio civile e del progetto, fornitura gratuita di materiale di mesticheria per attività ludico-ricreative e per banchetti promozionali Istituto Cortivo: promozione del servizio civile e del progetto Forno Tarantola S.N.C.: donazione di pane fresco alle strutture presenti a progetto Comune di Mulazzo: promozione del servizio civile e del progetto Prodotti ittici/frutta e verdura di Gussoni Marcello: donazione di pesce, verdura e frutta alle strutture presenti a progetto Jesse S.R.L. di Gasperini Gianni: donazione di prodotti ortofrutticoli e alimentari in genere alle strutture presenti a progetto VEDI ALLEGATI 3 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Si elencano di seguito le risorse tecniche e strumentali necessarie all’attuazione del progetto in riferimento agli obiettivi prefissati ed alle attività previste nel punto 8.1. OBIETTIVO SPECIFICO 1 Potenziamento qualitativo e quantitativo dei percorsi ergo terapici di reinserimento all’interno delle strutture dell’ente coinvolte nel progetto Attività Risorse tecniche e strumentali 1.1 Verifica quantitativa/qualitativa del fenomeno Presso le sedi “Casa famiglia S. Francesco 1”, “Il Pungiglione”, “Casa di accoglienza Madre del Perdono”: 3 stanze adibite per gli incontri di equipe 3 computer per la catalogazione e la gestione dei dati relativi all’utenza e al fenomeno della carcerazione 3 telefoni fissi 3 telefoni cellulare 3 fax 3 stampanti 1 fotocopiatrice ‐ 3 connessioni Internet ADSL ‐ materiale di cancelleria ‐ archivio dati ‐ data base per raccolta ed elaborazione dati 1.2 Verifica degli interventi passati svolti 2.1 Pianificazione e programmazione di due corsi di formazione/aggiornamento per operatori 2.2 Realizzazione dei corsi di formazione 5.1 Valutazione dei dati disponibili 5.2 Analisi dei dati raccolti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 3.1 Indagine e mappatura delle richieste 3.2 Accoglienza e analisi dei bisogni 3.3 Stesura del progetto educativo individuale 3.4 Realizzazione del progetto educativo individuale 3.5 Verifica periodica del percorso Presso le sedi “Il Pungiglione”, “Casa di accoglienza Madre del Perdono”: 2 stanze attrezzata per realizzare i momenti formativi per gli operatori: 4/5 tavoli circa 20 sedie videoproiettore lavagna a fogli connessione internet ADSL Presso le sedi “Casa famiglia S. Francesco 1”, “Il Pungiglione”, “Casa di accoglienza Madre del Perdono”: 3 stanze adibite per colloqui individuali/incontri di equipe e realizzazione corso di italiano e musica materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale) 7 automezzi per il trasporto degli utenti e per il lavoro della cooperativa (3 macchine, 2 pulmini, 1 furgone, 1 fuoristrada) stanza attrezzata per colloqui individuali e gruppi di auto-aiuto 2 computer per la catalogazione e la gestione dei dati relativi all’utenza 3 computer, uno per ogni struttura per utilizzo quotidiano di internet e programmi di scrittura 3 connessioni Internet ADSL 2 fotocopiatrici 3 telefoni fissi 3 telefoni cellulare 3 fax 3 stampanti materiale di consumo per pulizia ambienti struttura e affini, per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture Presso la sede “Il Pungiglione”: macchinari per: falegnameria (combinata, bindella, scorniciatrice, aspiratori, ecc.), cereria (vasche per riscaldamento, presse per stampa fogli cerei), mieleria (invasettatrice, visopercolatrice, etichettatrice, bilancia industriale) attrezzature e indumenti antinfortunistici individuali per il lavoro in cooperativa Presso la sede “Casa di accoglienza Madre del Perdono”: Stanza attrezzata per il corso di informatica: 4 computer connessione internet ADSL lavagna a fogli 4.1 Pianificazione delle uscite e delle attività ludico ricreative 4.2 Organizzazione logistica e strumentale 4.3 Realizzazione delle attività ludico ricreative Presso le sedi “Casa famiglia S. Francesco 1”, “Il Pungiglione”, “Casa di accoglienza Madre del Perdono”: 2 stanze adibite per gli incontri di equipe del gruppo “Giovani” 3 macchine 2 pulmini televisori, lettori DVD, lettori CD e altra strumentazione per la gestione del tempo libero giochi in scatola, riviste, libri, palloni carte da gioco per la gestione del tempo libero ‐ 8 biciclette ‐ 3 librerie con volumi vari ‐ materiale vario per i laboratori creativi (utensili per il lavoro del legno, colla, copale, legno) ‐ materiale vario per organizzazione campi estivi (testi guida dei campi, libretti canti, materiale per giochi ed escursioni) OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale attraverso un’informazione chiara e realistica sulla realtà carceraria e sulle possibili forme di reinserimento Attività Risorse tecniche e strumentali 1.1 Verifica degli interventi passati svolti Presso le sedi “Casa famiglia S. Francesco 1”, “Il Pungiglione”, “Casa di accoglienza Madre del Perdono”: 3 stanze adibite per gli incontri di equipe 3 computer per la catalogazione e la gestione dei dati 3 telefoni fissi 3 telefoni cellulare 3 fax 3 stampanti 1 fotocopiatrice ‐ 3 connessioni Internet ADSL ‐ materiale di cancelleria ‐ archivio dati ‐ data base per raccolta ed elaborazione dati 1.2 Verifica delle risorse umane e strumentali utilizzate in passato 2.1 Analisi e valutazione delle iniziative da realizzare 2.2 Valutazione delle risorse umane/strumentali a disposizione 2.3 Promozione delle iniziative 3.1 Contatti con le scuole e i gruppi interessati ai percorsi laboratoriali 3.2 Contatti con i relatori dei seminari e degli eventi pubblici 3.3 Contatti con i gruppi scout/parrocchiali interessati ai campi di lavoro estivi 3.4 Stesura di un calendario annuale delle attività 5.1 Incontri di verifica delle attività svolte con: scuole, gruppi parrocchiali e scout, amministrazioni locali 5.2 Analisi dei dati ottenuti 5.3 Stesura di un report finale sui percorsi effettuati 4.1 Realizzazione dei percorsi laboratoriali 4.2 Realizzazione dei seminari e degli eventi pubblici 4.3 Realizzazione dei campi di lavoro Presso le sedi “Casa famiglia S. Francesco 1”, “Il Pungiglione”, “Casa di accoglienza Madre del Perdono”: 3 stanze adibite per incontri di equipe 3 computer 3 telefoni fissi 3 telefoni cellulare 3 fax 3 stampanti materiale per momenti formativi nelle scuole (pennarelli, penne, cartelloni, video proiettore, materiale espressivo vario, ecc.) materiale vario per organizzazione dei campi di lavoro (testi guida dei campi, libretti canti, materiale per giochi ed escursioni) Presso la sede “Il Pungiglione”: Spazio attrezzato per eventi pubblici: 200 sedie circa videoproiettore e schermo riavvolgibile computer impianto audio-video CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Nessuno 27) Eventuali tirocini riconosciuti : Nessuno VEDI ALLEGATI 4 ove previsti 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: ll progetto “SBARREAPERTE” consente l’acquisizione delle seguenti competenze rinvenibili nel “PRONTUARIO PROVVISORIO ED IN PROGRESSIONE DELLE COMPETENZE EVENTUALMENTE ATTRIBUIBILI CON “DICHIARAZIONE” FORMALE DELLA REGIONE IN CAPO AI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE”, predisposto dalla Regione Emilia-Romagna, come da allegato 5: 1 - COMPETENZE DI BASE E’ in grado di: - Riconoscere il ruolo e le funzioni delle Autonomie Locali e dei loro organi di governo 2 - COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI 2e ) Utenza adulta con problemi: E’ in grado di : - Riconoscere le problematiche specifiche legate alla tipologia di utenza adulta (immigrazione, problemi legali, problemi sanitari); - Collaborare alla identificazione delle metodologie di intervento e alla costruzione della necessaria rete relazionale con servizi ed istituzioni competenti per territorio; - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi; - Accompagnare e supportare l’adulto nelle varie attività di lavoro, di studio e ricreative; - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione e di ricostruzione della rete relazionale; - Utilizzare le tecniche specifiche di animazione, attività di intrattenimento, attività sportive, attività culturali, supporto alle attività lavorative. 3 - COMPETENZE TRASVERSALI E’ in grado di: − Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’associazione. − Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia − Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non − Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari − Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità − Lavorare in team per produrre risultati collettivi − Relazionarsi e collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi in rapporto ai propri compiti ed ai risultati da raggiungere − Trasferire/mediare agli operatori professionali le specifiche richieste degli utenti − Fronteggiare situazioni di emergenza/imprevisti, controllando la propria emotività rispetto a situazioni di difficoltà. Le suddette competenze verranno certificate mediante il rilascio della “Dichiarazione delle competenze, a valere come credito formativo”, e riconosciute dalla Regione Emilia- Romagna in attuazione dell’articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del 2003 (vedi nota 1 a piè box). Inoltre Il progetto “SBARREAPERTE” rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze, rilevabili secondo il sistema di valutazione e monitoraggio accreditato presso l'Ufficio Nazionale Servizio Civile dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. 1. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto all’applicazione delle principali strategie di relazione d’aiuto. 2. Capacità di integrarsi con altre figure professionali nella costruzione e gestione del lavoro di equipe. 3. Conoscenza delle tecniche educative (animazione, gioco e socializzazione) per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. 4. Conoscenza delle strategie di reinserimento sociale. 5. Conoscenza ed esperienza pratica in merito alle principali metodologie del lavoro in rete con le istituzioni. 6. Capacità di mediazione nonviolenta dei conflitti 7. Conoscenza di base delle strategie di tutela dei diritti umani Le suddette competenze verranno certificate e riconosciute dal Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII quale Ente terzo, secondo il protocollo di intesa denominato “Protocollo di intesa fra il Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII e l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per il riconoscimento delle competenze acquisibili attraverso la partecipazione a progetti di servizio civile nazionale ai sensi della legge n 64/2001 e successive circolari e direttive”. _____________________________________________ Nota 1: 1 Si richiama il testo dell’articolo 10, comma 1, della L.R. 20 del 2003 («la Regione Emilia-Romagna stabilisce, a favore dei giovani che abbiano effettuato le prestazioni di servizio civile volontario di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) per l'intero periodo individuato nei progetti d'impiego, un'adeguata valutazione dei relativi titoli indicati dall'interessato nell'ambito della documentazione richiesta per le selezioni pubbliche finalizzate all'assunzione nei ruoli regionali, sia a tempo determinato che indeterminato.«), che costituisce riconoscimento regionale delle competenze maturate dai volontari durante il servizio civile, in coerenza le figure messe a concorso. In proposito potrebbero esserci analoghi riconoscimenti di competenze da parte degli enti locali che hanno attivato la facoltà prevista dall’articolo 11, comma 2, della stessa L.R. («Gli Enti locali possono, altresì, nei limiti delle proprie competenze, prevedere benefici e riconoscimenti a favore dei volontari in servizio civile per le stesse finalità ed entro i limiti previsti dalla presente legge, nonché dal documento di programmazione triennale di cui all'articolo 7.») o da parte di altri enti, associazioni, cooperative; Questo sistema, peraltro, si colloca in coerenza con le previsioni della L.R. 12 del 2003 "NORME PER L'UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA' DI ACCESSO AL SAPERE, PER OGNUNO E PER TUTTO L'ARCO DELLA VITA, ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DELL'ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, ANCHE IN INTEGRAZIONE TRA LORO" in particolare con l'art. 5, primo comma ("Ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la certificazione delle competenze acquisite. Il riconoscimento può essere utilizzato, anche in ottemperanza alle disposizioni comunitarie, per conseguire un diploma, una qualifica professionale o altro titolo riconosciuto. A tal fine la Regione promuove accordi con le componenti del sistema formativo e con le parti sociali per la definizione di procedure per il riconoscimento, la certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle diverse competenze, nonchè per il riconoscimento delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, utilizzabili come crediti per i percorsi formativi.") e con il successivo art. 6 ("1. Gli studenti, all'atto della prima iscrizione ad attività di istruzione o di formazione professionale successiva all'assolvimento dell'obbligo scolastico, possono richiedere il rilascio del libretto formativo personale, nel quale sono iscritti i titoli, le qualifiche e le certificazioni conseguite. 2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, definisce con proprio atto le caratteristiche del libretto formativo, nonché le modalità per il rilascio dello stesso a tutti coloro che lo richiedono. 3. Nel libretto possono essere iscritti anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi dell'educazione non formale, le competenze ed i crediti formativi comunque acquisiti e documentati, nonché dichiarazioni di autoformazione.") VEDI ALLEGATI 5 Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti ed essendo la formazione residenziale, dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi: a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 – Mercatino Conca (PU) b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Marebello (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) d) Centro diurno Santa Chiara, via Villafalletto 24 – 12045 – Fossano (CN) e) Cooperativa Rinascere, via Ungaretti 20 – 36031 – Povolaro di Dueville (VI) 30) Modalità di attuazione: La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo nazionale. 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Partendo dai contenuti previsti per la formazione generale, nella determina “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” del 4 aprile 2006, la metodologia di realizzazione prevista per la stessa è la seguente: Elementi metodologici generali: Lezioni frontali (almeno per il 50% del monte ore complessivo). Dinamiche non formali (almeno per il 20% del monte ore complessivo): − Training − Teatro dell’Oppresso (TDO) − Simulazioni − Giochi di ruolo − Materiali video − Dibattiti − Brainstorming − Lavoro di gruppo − Formazione di Gruppo − Tutoring specifico rispetto ai bisogni formativi − − − − − − − − − − Momenti di servizio ed attività comuni al gruppo Materiali cartacei (dossier etc.) Libri e testi Cd-Rom tematici Testimonianze Auto-formazione Verifiche periodiche Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio Cineforum Laboratori tematici La metodologia attiva, utilizzata nei tempi previsti dalla determina del 4 aprile 2006, è finalizzata al coinvolgimento dei volontari in: lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che su alcune tematiche trattate nelle formazione generale, quali il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti, tutti possediamo delle preconoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua in modo residenziale, cercando ove possibile di unire volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un ambiente plurale, che sia pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco. La modalità residenziale è essa stessa esperienza formativo/educativa, che impegna i volontari al rispetto, alla collaborazione, alla gestione collettiva di spazi e tempi e favorisce iniziative complementari quali: incontri con soggetti della comunità locale, giornate tematiche, serate conviviali con cucina tipica della zona di provenienza dei volontari, visite ad esperienze sul territorio. Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici compiti di: - organizzazione logistica - creazione gruppo e facilitazione relazioni interpersonali - valutazione e verifica dell’efficienza e dell’efficacia dei moduli - mediazione e gestione dei conflitti all’interno del gruppo La formazione generale è suddivisa in due corsi residenziali che verranno effettuati nel corso dei primi 5 mesi di servizio civile volontario, come da determina. 33) Contenuti della formazione: Il percorso formativo proposto si compone di contenuti utili allo sviluppo delle mansioni richieste ma ancor prima punta ad offrire ai volontari un’occasione di educazione alla cittadinanza attiva ed alla coscienza di essere attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale. Primo Corso: formazione generale “Introduzione e strumenti” Questo evento formativo verrà effettuato nel corso dei primi due mesi di Servizio Civile volontario L’identità del gruppo in formazione 1 − − − − Conoscenza fra i volontari Costruire un’identità di gruppo Condivisione di motivazioni e aspettative Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile Si tratta di un laboratorio nel quale il formatore lavorerà alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari partendo dal background individuale e di gruppo. Il gruppo, nel corso del modulo, si collocherà rispetto al servizio civile condividendo idee, aspettative, motivazioni ed obiettivi individuali. La metodologia utilizzata è quella del lavoro individuale, con l'ausilio di schede o attraverso modalità creative, e della discussione di gruppo. Presentazione dell’Ente 2 Approfondimenti − La storia − I valori − La mission dell’ente − Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi L’intervento sociale dell’ente − Modus operandi − Ambiti e tipologie d’intervento − Beneficiari − Il progetto di servizio civile I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause − Fondamenti teorici della condivisione diretta nell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII − La differenza tra condividere e prestare un servizio − Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova − La società del gratuito Durante la lezione, per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si troveranno a svolgere il servizio civile, vengono presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’ente. Saranno esplicitati gli ambiti di intervento dell’Ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXII e i fondamenti teorici da cui muove la propria attività operativa, in quanto alla base del lavoro quotidiano portato avanti nelle strutture di accoglienza dell’associazione sta proprio la condivisione diretta con gli “ultimi”, come strumento di rimozione delle cause che stanno alla radice delle ingiustizie sociali. La modalità utilizzata è frontale. Il lavoro per progetti 3 − − Metodologia della progettazione: dalla definizione degli obiettivi alla valutazione dei risultati attesi. Valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto. Si presenterà ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie. Il modulo consiste in una lezione principalmente frontale che sia avvale dell'ausilio di strumenti multimediali. 4 Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà La storia del servizio civile la sua evoluzione: − La storia dell’Obiezione di Coscienza − Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 − I valori e le finalità della legge 64/2001 − Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze Gli attori del servizio civile: − UNSC − Enti (figure coinvolte nel servizio civile) − I Volontari Il dovere di difesa della patria 5 La Costituzione italiana: − Vivere il dettato costituzionale nella quotidianità − Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 Diritti Umani: − Dichiarazione dei diritti umani − Organismi di tutela − Strumenti di osservazione e monitoraggio dei diritti umani − Strumenti e tecniche di tutela e difesa dei diritti umani La difesa civile non armata e nonviolenta 6 − − − − − − Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili Le forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta Elementi fondamentali del conflitto Dimensioni e livelli del conflitto Individuazione di strategie di gestione nonviolenta dei conflitti Gli strumenti della nonviolenza I moduli 4, 5 e 6, essendo a nostro avviso strettamente collegati, verranno affrontati in successione. Partendo dall’origine dell’obiezione di coscienza al servizio militare, e ripercorrendo la storia che ha portato alla situazione attuale, si approfondiranno il concetto di difesa civile e difesa popolare nonviolenta, riportando alcuni esempi storici, fino ad arrivare alla legge 64/2001 e al sistema del servizio civile. La costituzione, approfondita nel modulo 5, servirà da riferimento trasversale all’analisi e approfondimento delle diverse tematiche. Dedicheremo inoltre alcune ore al tema “Gestione e trasformazione nonviolenta del conflitto” in quanto riteniamo la dimensione conflittuale di centrale importanza nella relazione in generale ed in particolare nella relazione d’aiuto che caratterizzerà l’intervento dei volontari in servizio civile presso l’ente, nonché nella costruzione della pace. L’obiettivo principale sarà quello di analizzare il concetto di conflitto, mettendo in luce i luoghi comuni che ne riguardano il significato e approfondendone le caratteristiche principali e gli ambiti nei quali esso si può manifestare. Se ne evidenzierà la “dimensione creativa” mettendo in luce le potenzialità che possono derivare da una sua gestione positiva all’interno delle relazioni con se stessi e con gli altri. Si introdurrà infine il tema della gestione nonviolenta dei conflitti come modalità di prevenzione delle situazioni di guerra e di violenza, attraverso l’analisi di alcuni esempi storici. Nell'affrontare il tema, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti multimediali quali video, letture, canzoni. L'utilizzo di strumenti come il brainstorming, il confronto e i lavori di gruppo è mirato a favorire l'approfondimento e la rielaborazione dei contenuti proposti. La normativa vigente e la carta di impegno etico 7 − − La carta di impegno etico Le norme attuali Diritti e doveri del volontario del servizio civile 8 − − Ruolo del volontario Diritti e doveri del volontario in servizio civile Nei moduli 7 e 8, partendo dalla “Carta di impegno etico”, si analizzeranno le norme messe a punto dal legislatore per la gestione del Servizio Civile Nazionale, approfondendo quelli che sono i diritti e i doveri dell’ente e del volontario, alla luce della circolare sulla gestione. La modalità di presentazione sarà quella della lezione frontale, prevedendo spazio adeguato a disposizione dei volontari per domande e risposte. Secondo Corso: formazione generale “Approfondimenti e ulteriori strumenti” Questo evento verrà effettuato nel corso del quarto mese di Servizio Civile volontario L’identità del gruppo in formazione 1 − − Ri-definizione dell’identità di gruppo Recupero delle motivazioni iniziali Durante questo laboratorio si recupereranno, tramite attività interattive e dinamiche, gli aspetti motivazionali, l’identità di gruppo e le aspettative iniziali che hanno portato i volontari alla scelta del servizio civile. La difesa civile non armata e nonviolenta 2 − − − Modello M-m e modello E Pace positiva e pace negativa Il conflitto interpersonale e l’esperienza di servizio civile Si approfondirà il tema della nonviolenza, affrontato nel 1° modulo ed in più si analizzeranno alcune situazioni conflittuali che i volontari hanno vissuto o stanno vivendo nella loro esperienza di servizio civile, cercando di farne emergere potenzialità ed elementi positivi, rimanendo nell'ottica di gestire e non di evitare il conflitto. Si privilegerà una modalità attiva e partecipata con l'utilizzo di simulazioni, brainstorming, training, giochi-esercizio. Per favorire la rielaborazione e l'approfondimento delle attività proposte saranno utilizzati lavori di gruppo e dibattiti. La solidarietà e le forme di cittadinanza 3 − − − − − Ruolo del volontario in servizio civile nella società Concetto di cittadinanza attiva Ruolo delle istituzioni e del Terzo Settore Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo Il ruolo degli organismi internazionali. Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato 4 − − − Le forme di associazionismo sociale I diversi attori sociali: pubblico e privato Il volontariato: quali competenze? La protezione civile 5 − − − − Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile Concetto di rischio: P x V x E Il metodo Augustus Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni Nei moduli 3, 4 e 5 l’obiettivo è quello di offrire ai volontari una visione ampia della società e delle possibili risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e sottosviluppo. Si analizzerà il concetto di cittadinanza attiva e solidarietà sociale per poi estendere l’analisi sulle attività sociali e di volontariato delle istituzioni e del Terzo Settore. Si cercherà inoltre di allargare la riflessione in maniera più ampia possibile, consapevoli di vivere in un mondo oramai completamente globalizzato. Infine si affronterà il tema della Protezione Civile come esempio di cittadinanza attiva, facendone emergere le affinità con la tematica della difesa della patria, centrale quando si parla di servizio civile volontario. Nell'affrontare questo modulo si privilegerà l'utilizzo di una modalità attiva e partecipata da parte dei volontari, con strumenti quali schede/tracce di riflessione, brainstorming, strumenti multimediali, simulazioni, tecniche del TDO, discussioni e confronti di gruppo. Lavoro per progetti 6 − − − Verifica e valutazione della fase di inserimento dei volontari Analisi dell’andamento del servizio: punti di debolezza e punti di forza Volontari in servizio civile: quale crescita umana e professionale? Dopo circa 4 mesi dall’avvio al servizio, il formatore condurrà i volontari ad analizzare e verificare l’andamento del loro servizio sotto diversi aspetti e cercherà di rispondere ai quesiti aperti che sono sorti in questa prima fase. Allo sviluppo di questo modulo saranno utili questionari, schede di approfondimento, simulazioni. Alla fine di ognuno dei due eventi formativi si effettuerà una verifica, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad una maggiore efficacia dell’evento. 34) Durata: Moduli formativi L’identità del gruppo in formazione Presentazione dell’Ente Il lavoro per progetti Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della patria La difesa civile non armata e nonviolenta La normativa vigente e la carta di impegno etico Diritti e doveri del volontario del servizio civile La solidarietà e le forme di cittadinanza Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato La protezione civile TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE Ore lezioni frontali 3 4 3 Ore dinamiche Totale non form. ore 6 9 0 4 1 4 2 2 4 1 1 1 2 1 2 3 1 0 3 3 4 2 2 4 3 1 4 3 1 4 24 20 44 Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovani XXIII, si struttura su due livelli: − un primo livello che prevede la partecipazione contemporanea di tutti i volontari in servizio Civile, all'occorrenza suddivisi in gruppi di max 25 persone, a carattere residenziale. Questi incontri si terranno in concomitanza degli eventi di formazione generale; − un secondo livello che prevede una serie di incontri periodici, fra i volontari che prestano servizio sul medesimo territorio. La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti ed essendo la formazione residenziale, dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa. Pertanto è previsto che i corsi di formazione specifica siano tenuti nelle seguenti sedi: PRIMO LIVELLO a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 – Mercatino Conca (PU) b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Marebello (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) SECONDO LIVELLO d) Il Pungiglione, località Boceda SN – 54026 – Mulazzo (MS) e) Uffici amministrativi dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, via Valverde 10/b – 47900 – Rimini (RN) 36) Modalità di attuazione: a) In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: PRIMO LIVELLO Nome cognome CRISTINA GIUNGI NICOLA LAPENTA LUCA PIERI TANIA PRESEPI MARIA PAOLA CAMPORESI CATERINA RIVOLI Luogo di nascita Rimini (RN) Bra (CN) Bologna (BO) Rimini (RN) Forlì (FC) Rimini (RN) Data di Codice fiscale nascita 03/03/1973 GNGCST73D43H294O 09/04/1974 LPNNCL74D09B111P 07/04/1954 PRILCU54D07A944U 17/11/1975 PRSTNA75S57H294B 26/04/1975 CMPMPL75D66D704V 27/02/1975 RVLCRN75B67H294B Luogo di nascita Sassari (SS) Pisa (PI) Sarzana (SP) Data di Codice fiscale nascita 27/03/1973 CNPGNN73C67I452F 19/04/1964 CRDNDR64D19G702M 10/07/1959 DDARLL59L50I449N SECONDO LIVELLO Nome cognome GIOVANNA CANEPA ANDREA CIARDELLI ORNELLA DADA’ CRISTINA GALAVOTTI ROBERTO GERALI CLAUDIA VOLPI MAURO CAVICCHIOLI PIERA MURADOR Livorno (LI) Verona (VR) Carrara (MS) Pontremoli (MS) Milano (MI) 26/05/1967 26/04/1967 13/08/1965 30/09/1954 02/06/1961 GLVCST67E66E625Z GRLRRT67D26L781G VLPCLD65M53B832H CVCMRA54P30G870E MRDPRI61H42F205I 38) Competenze specifiche del/i formatore/i: PRIMO LIVELLO NOME COGNOME CRISTINA GIUNGI NICOLA LAPENTA LUCA PIERI TANIA PRESEPI MARIA PAOLA CAMPORESI CATERINA RIVOLI COMPETENZE SPECIFICHE Laureata in psicologia con esperienze pluriennali circa le tematiche di relazione di aiuto, relazione educativa e sviluppo e recupero psicologico. Da anni membro dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Responsabile del servizio civile, con esperienza pluriennale di intervento in aree e situazioni di conflitto, formazione al servizio civile di obiettori di coscienza, volontari ed operatori, educazione alla pace Laureato in scienze politiche con esperienza pluriennale circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza, disabilità, inserimento al lavoro, formazione di operatori sociali e pace Psicologa, iscritta all’albo. Specializzazione in psicoterapia. Esperienza circa le tematiche di relazione d’aiuto, colloqui clinici con bambini, adolescenti e pazienti affetti da disturbi psichiatrici Psicologa, iscritta all’albo. Specializzazione in psicoterapia. Esperienza circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza in età adolescenziale, disturbi borderline della personalità. Conduzione di attività di gruppo Psicologa, iscritta all’albo. Esperienza circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza in età adolescenziale, disturbi borderline della personalità. Conduzione di attività di gruppo SECONDO LIVELLO NOME COGNOME GIOVANNA CANEPA ANDREA CIARDELLI ORNELLA DADA’ CRISTINA GALAVOTTI ROBERTO GERALI CLAUDIA VOLPI MAURO CAVICCHIOLI COMPETENZE SPECIFICHE Neuropsichiatra Infantile – Dir. Medico A.s.l. 5 Pisa. Corso biennale in psicodiagnostica. Esperienza di accoglienza di persone in stato di disagio Laurea in Scienze dell’Educazione – Varie esperienze come educatore in progetti rivolti a: minori, portatori di handicap, tossicodipendenti, minori in stato di disagio, minori a rischio. Responsabile di casa famiglia Psicologa – Psicoterapeuta. Libera professionista da 15 anni. Diverse pubblicazioni. Relatrice in diversi convegni D.ssa in Scienze Servizio Sociale. Incarichi di coordinamento presso il centro di servizio sociale di Livorno - Ministero Giustizia. Relatrice in diversi convegni Responsabile Nazionale Servizio Antitratta - APG 23. Esperienza pluriennale di lavoro di recupero in strada. Corso su disagio adulto e minorile Avvocato, iscritta all’albo dal 2000 si occupa prevalentemente di ambito penale. Corso di aggiornamento nelle materie attinenti il processo minorile Responsabile Nazionale Servizio Carcere – APG 23. Apicoltore da 20 anni, specializzato nella produzione di miele PIERA MURADOR biologico con riconoscimento DOP. Membro storico dell’APG23 Laureata in Pedagogia. Insegnante con esperienza pluriennale nell’educazione e formazione permanente degli adulti e nell’educazione interculturale Si allegano Curricula Vitae VEDI ALLEGATI 6 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La metodologia adottata è classificabile come metodologia attiva in quanto favorisce il coinvolgimento dei volontari, non solo in lezioni frontali ma anche in lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. Entrambi i livelli formativi hanno come obiettivo la fornitura dei contenuti specifici necessari ai volontari per la realizzazione delle azioni previste dal progetto ma si differenziano per tempistica e periodicità degli eventi formativi. Elementi metodologici generali: − − − − − − − − − − − − − − − − − Lezioni frontali Training Teatro dell’Oppresso (TDO) Simulazioni Giochi di ruolo Materiali video Dibattiti Brainstorming Lavoro di gruppo Materiali cartacei (dossier etc.) Libri e testi Cd-Rom tematici Testimonianze e lezioni di esperti in materia Verifiche periodiche Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio Cineforum Laboratori tematici 40) Contenuti della formazione: Come indicato al punto 35 la formazione specifica si realizza su due livelli, entrambi volti a fornire le competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto. PRIMO LIVELLO I contenuti caratterizzanti di questo primo livello, che coinvolge simultaneamente tutti i volontari in servizio civile presso l'ente sono: 1. La relazione d'aiuto (durante il primo ed il secondo corso residenziale) Elementi generali ed introduttivi − Il rapporto “aiutante-aiutato” − Le principali fasi della relazione di aiuto − La fiducia − − − − − − − Le difese all’interno della relazione di aiuto Presa in carico della persona aiutata Ascolto ed empatia Gestione della rabbia e dell’aggressività Il disagio psicologico dei minori L’handicap fisico e psichico La devianza Elementi di approfondimento suddivisi per aree 1. Area Minori − Il mondo interno del bambino − Il passaggio dalla dipendenza all’autonomia − L’attaccamento − Il vissuto psicologico del bambino in affido − La gestione dell’aggressività nella relazione con il minore 2. Area Handicap Fisico e Psichico − Il vissuto psicologico della persona con handicap − Le principali forme di handicap psichico − Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative 3. Area Devianza − Le radici della devianza − Principali manifestazioni comportamentali della devianza − Analisi di casi borderline − La conquista della fiducia e la gestione dell’aggressività nella relazione di aiuto con adolescenti devianti 2. Il lavoro per progetti (nel corso dell’ultimo mese di servizio) Verifica, valutazione ed analisi di: − Obiettivi del progetto − Andamento del servizio − Competenze acquisite − Il sistema formativo L’obiettivo di questo ultimo modulo è quello di avere un quadro complessivo e una valutazione di esito, di efficacia ed efficienza del progetto. A tal fine il formatore guiderà il gruppo all’analisi e alla rielaborazione del servizio svolto cercando di cogliere i punti critici e gli aspetti problematici incontrati. Farà emergere i punti di forza e, sulla base di questi, stimolerà il gruppo a migliorare e ri-progettare l’esperienza di servizio civile. Si effettuerà un laboratorio di auto-valutazione delle competenze. In una prima fase di lavoro individuale, ogni volontario ricostruirà la storia del proprio servizio civile: analizzerà le azioni svolte e prenderà in esame le conoscenze, le capacità e le caratteristiche personali necessarie all’espletamento di ognuna di esse. Il formatore, sulla base del lavoro precedente, inviterà ognuno dei volontari a costruire un proprio profilo dal punto di vista delle conoscenze e competenze acquisite ed un ipotesi sul proprio percorso formativo e professionale futuro, che verrà esplicitato in modo assembleare. SECONDO LIVELLO Questo secondo livello si caratterizza per l'ulteriore specificità formativa, in relazione all'esperienza di Servizio Civile proposto ai volontari. La formazione verrà realizzata in itinere attraverso un lavoro strutturato con docenti per aree tematiche. L’impianto della formazione in itinere al progetto si struttura sulla base degli obiettivi generali e specifici definiti precedentemente e sulla base delle attività che il volontario dovrà svolgere. Nello specifico, attraverso i formatori segnalati e l’utilizzo degli strumenti già indicati, verranno attivati i seguenti incontri: • Viaggio formativo nella realtà territoriale dell’ente − La storia dell’Associazione sul territorio − Le strutture presenti sul territorio − Ambiti di intervento e risposte alle problematiche sociali dell’associazione sul territorio • Carcere - conseguenze della limitazione della libertà − Fondamenti psicologici della personalità − La limitazione della libertà: resistenza e conseguenze − Il profilo psicologico del detenuto • Analisi, rielaborazione e approfondimento dei contenuti emersi in occasione del primo e secondo corso di formazione generale − La condivisione diretta − La relazione d’aiuto − Area minori − Area handicap fisico e psichico − Area devianza • Modello e ruolo dell’operatore − Analisi del ruolo dell’operatore − Obiettivi e compiti dell’operatore − Competenze generali e trasversali − Conoscenze tecnico-specialistiche − Operatore / volontario: differenze ed analogie di ruolo • L’Esecuzione penale − Principi dell’ordinamento italiano in materia penale − Dal Codice all’applicazione reale: dal reato alla pena − Le misure alternative alla detenzione • Processi educativi in ambito di esecuzione penale − Principi e fondamenti − Percorsi di recupero: il trattamento intramurario − Percorsi di recupero: il trattamento esterno − L’ergoterapia • Il lavoro di Rete − Lettura e attivazioni di reti nella vita del soggetto − Sostegno delle reti: come si attivano, si sostengono e si sviluppano − Buone prassi • L’apicoltura – risorsa e strumento educativo − Il complesso mondo delle api: la vita dell’alveare e la produzione − Valenze educative: bio sistema complesso al servizio della natura − L’esperienza pratica sul campo come strumento di apprendimento 41) Durata: PRIMO LIVELLO Modulo formativo Quando La relazione di aiuto: − elementi generali ed introduttivi A − elementi di approfondimento suddivisi per aree B Il lavoro per progetti Durata Nel corso de primi quattro mesi di servizio 12 h Nel corso dell’ultimo mese 8h Durata totale primo livello (A+B) 20 h SECONDO LIVELLO Modulo formativo Quando Viaggio formativo nella realtà territoriale dell’ente Carcere - conseguenze della limitazione della libertà Analisi, rielaborazione e approfondimento dei contenuti emersi in occasione del primo e secondo corso di formazione generale C Modello e ruolo dell’operatore Durata Nel corso del primo mese 6h Nel corso del secondo e del sesto mese 8h Nel corso del terzo e del quinto mese 8h Nel corso del quarto mese Nel corso del secondo e L’Esecuzione penale settimo mese Processi educativi in ambito di esecuzione Nel corso del terzo e sesto penale mese Nel corso del quarto e settimo Il lavoro di Rete mese L’apicoltura – risorsa e strumento Nel corso del quinto e nono educativo mese Durata totale secondo livello (C) DURATA TOTALE FORMAZIONE SPECIFICA: 6h 6h 6h 6h 10 h 56 h (A+B)+C = 76 ORE Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento 03 marzo 2010 Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente Nicola Lapenta