Volume 8, numero 35 Sommario 01.09.2013 Economia Editoriale La paura del pensiero Lo stallo delle Istituzioni "Gli uomini temono il pensiero più di qualsiasi cosa al mondo, più della rovina, più della morte stessa. Il pensiero è rivoluzionario e terribile. Il pensiero non guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite e alle abitudini confortevoli. Il pensiero è senza legge, indipendente dall'autorità, noncurante dell'approvata saggezza dell'età. Il pensiero può guardare nel fondo dell'abisso e non avere timore. Ma se il pensiero diventa proprietà di molti e non privilegio di pochi, dobbiamo finirla con la paura." Bertrand Russell "Questo Governo – così come, del resto, quello che lo ha preceduto – è conseguenza di un’operazione politica voluta e diretta dal Presidente della Repubblica. E’ un Governo "anomalo": dopo quello di Monti, infatti, è il secondo dei due governi presidenziali di una Repubblica che solo formalmente è parlamentare. Letta e la sua compagine ministeriale sono il risultato di una maggioranza delle larghe intese imposta da Napolitano allo scopo di riformare la Costituzione in senso presidenziale introducendo un nuovo sistema elettorale ad hoc. E tutto questo senza alcuna legittimazione popolare. Si tratta di una svolta autoritaria, di un autentico tradimento rispetto ai padri costituenti che potrà esser bloccato solo dalla fine di questa legislatura. E già questa sarebbe una buona ragione affinché essa finisca rapidamente. Diciamolo però con franchezza. In realtà “le larghe intese” non sono mai nate e ci stiamo avvicinando semplicemente alla conclusione di qualcosa che è rimasto solo a livello embrionale: un aborto terapeutico, insomma. Certo, che una sentenza possa far cadere una legislatura è di nuovo una "anomalia", ma è difficile pensare che una volta estromesso Berlusconi dal Parlamento i suoi ministri possano restare ancora al Governo. Insomma, il matrimonio voluto da Napolitano sembra andare inevitabilmente verso un divorzio certo non consensuale (altro che pacificazione nazionale!). La crisi di Governo, lo voglia o meno riconoscere il Presidente della Repubblica, pare inevitabile. Le “larghe intese” sono servite solo a prolungare l’agonia del Paese. In un Paese normale si prenderebbe atto dell’impossibilità di continuare l’esperienza di Governo e della necessità di ritornare al voto perché è diventato ora del tutto evidente che questo Governo è il risultato artificiale di una maggioranza non corrispondente all’ultimo risultato elettorale. Le recenti dichiarazioni di Letta non fanno che confermare tutto ciò: "Il mio è Passaparola- La ripresa che non c'è Politica 25.08.2013 Minipost Come lo Stato riesce a mettere in difficoltà una azienda La menzogna di Guerisoli La Siria e "l'ora delle decisioni" Elicotteri all'amianto Le manette e i politici Costituzione in Movimento Sos Motori Minarelli MoVimento Contano solo i fatti Un giorno particolare Muro del pianto Il senso del limite I pensieri di Renzie Errare è umano, perseverare è Napolitano La Siria e la terza guerra mondiale Massimo Fini L'Italia è cotta. E adesso cuociamo per benino gli italiani Quattro voti per Letta Politica Lo stallo delle Istituzioni Il tempo delle mele è finito Trasporti/Viabilità In-giustizia ad Alta Velocità Non siamo carne da macello 1 un governo parlamentare di grande coalizione – ha dichiarato il Premier in visita in Austria – e deve la sua fiducia al Presidente della Repubblica e al Parlamento e lavorerà finché avrà la fiducia del presidente della Repubblica e del Parlamento". Cosa significa? Significa che solo formalmente il suo è un Governo parlamentare: è la fiducia di Napolitano ciò da cui dipende la stabilità e la tenuta del Governo. Del resto, anche se dovesse perdere la fiducia del Parlamento, questo Governo resterà in carica per gli affari correnti fino a che lo vorrà Napolitano (come ci ha insegnato l’esperienza Monti). E ancora: davvero il Governo Letta ha la fiducia della maggioranza parlamentare? Certo, ma una fiducia cui Pd e Pdl sono stati obbligati dal Capo dello Stato, a partire dalla sua rielezione e dalle condizioni da lui imposte per proseguire il suo mandato. Napolitano avrebbe, allora, dovuto da tempo prendere atto del fallimento della sua ipotesi di governo e rassegnare lui le dimissioni come richiesto dal capo del M5S. Avrebbe potuto limitarsi – per non gettare il Paese in una crisi istituzionale senza precedenti – a giustificare il proprio atto con la stanchezza dovuta all’età avanzata: tutti avrebbero compreso il suo farsi da parte. Diverso, invece, è minacciare le proprie dimissioni per salvare il governo: sarebbe inaccettabile, equivarrebbe ad un ricatto. Napolitano si esporrebbe a molte critiche se, oggi, dovesse decidere di rassegnare le proprie dimissioni al solo scopo di impedire le elezioni. Insomma: non c’è neppure più tempo per una fine anticipata del mandato del Capo dello Stato. Si potrebbe forse pensare di dare un mandato esplorativo al MoVimento 5 Stelle: ne avrebbe il diritto, dopo essere stato messo nell’angolo privilegiando le larghe intese. Ma che servirebbe in fondo? Solo a perdere tempo: e, ormai, tempo non ne abbiamo più. Inoltre Pd e Pdl stanno rovinandosi da soli, ed al M5S conviene lasciarli cuocere da soli, nella loro acqua: come si dice a Napoli, "O purpo se coce dint’ all’acqua soja". Il Presidente della Repubblica è dell’idea che non si possa andare a votare con questa legge elettorale ed è sicuramente un’argomentazione forte, tenendo presente che all’inizio di dicembre la Corte Costituzionale sarà chiamata ad esprimersi sull’illegittimità della medesima. Ma il problema è: questa accozzaglia di partiti non è riuscita negli ultimi otto anni a cambiare questa legge elettorale. Dovrebbero mettersi d’accordo ora? E cosi siamo allo stallo. Il Presidente della Repubblica che cercherà in ogni modo di bloccare le elezioni, ed un Parlamento che non sarà in grado di fare la legge elettorale. E intanto il Paese brucia." Paolo Becchi Come lo Stato riesce a mettere in difficoltà una azienda Il senso del limite Muro del pianto 25.08.2013 Minipost 25.08.2013 "Spesso si parla dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, ma altrettanto spesso credo che la maggior parte delle persone non capiscano effettivamente come il ritardo del pagamento possa creare tanti disagi. Ecco un esempio pratico e documentato di come le imprese finanziano il nostro stato e di come questi ritardati pagamenti possano mettere in difficoltà serie un azienda. Lo scorso 2 agosto 2013 ricevo una lettera dalla Regione Lazio in cui mi si comunica che per effetto del D.L 35/13 tale ente provvederà a pagare una prima tranche dei suoi debiti verso i fornitori. Il debito che risale al 24/1/2008 ammonta a 441,00 euro. Ad oggi sono passati 5 anni e 7 mesi! La ASL vuole lavorare con tariffe scontate rispetto al listino di circa il 25%. La prestazione effettuata avrebbe un valore di mercato di 551euro. Un'azienda che non riceve il pagamento delle proprie fatture è spesso costretta a ricorrere al fido in banca. Ipotizziamo che paghi un tasso d’interesse costante dell’8%. In 5 anni e 7 mesi questi interessi ammonterebbero a 271 euro. La mia azienda a fronte di una prestazione che 5 anni fa valeva sul mercato 551euro incasserà - forse - un netto di 170euro circa con una minusvalenza paria a 271euro, con una perdita del 69%. Secondo voi è sostenibile lavorare in questo modo ? In questo modo la mia azienda ha prestato 441euro per quasi 6 anni alla Regione a tasso zero, non credete? E poi ci si stupisce se i fornitori delle pubbliche amministrazioni aumentano i costi in modo spropositato o forniscono servizi scarsi. La mia azienda si rifiuterà di fornire ulteriori servizi alle pubbliche amministrazioni . Grazie per l'attenzione e scusate il disturbo" Raffaele Fanelli 2 Oggi, a seguito della lettura di un libretto di Petrini e Olmi, ragionavo sul fatto che il primato dell'economia nella vita dell'umanità è brevissimo, non sono neanche tre secoli, se lo facciamo partire dalla rivoluzione industriale. Prima di allora il primato dell'attività umana da chi era detenuto? Dall'agricoltura? Dall'arte? dalla letteratura? Quando sono state realizzate opere senza tempo, come quelle dei grandi maestri dell'arte e della letteratura, della musica e delle scienze, l'economia non era certamente la scienza primaria, ce n'erano almeno cinque o sei. Oggi riduciamo tutto a mere espressioni economiche, a indicatori tanto generici quanto distanti anni luce dalla rappresentazione della realtà. Chiediamo a questa disciplina di governare tutta la nostra esistenza, riducendola a un passaggio materiale su un pianeta terra. È come se dei genitori si preoccupassero semplicemente di mostrare ai loro figli l'estratto conto periodicamente, sottolineando che, grazie all'intenso lavoro di mamma e papà, la loro famiglia è in grado di permettersi il regolare pagamento del mutuo per la casa, per la macchina, per la villetta al mare, per tutti i giochi e le tecnologie più avanzate. Poco conta che quei genitori non vedano che i propri figli sono malnutriti, psicologicamente e moralmente provati e disturbati dall'assenza e dalla inettitudine dei genitori, e magari pure ignoranti e incapaci di costruire serie relazioni sociali. Oggi i nostri genitori nelle Istituzioni, dal condannato, a Bersani, a Monti, a Letta, si preoccupano e si sono solo preoccupati di mostrarci gli sforzi per avere l'estratto conto corretto. Mentre un buon padre di famiglia dovrebbe occuparsi della qualità di vita dei suoi figli, del loro accrescimento culturale, della loro maturazione equilibrata, sana, in pace e in armonia con la società e l'ambiente circostante. È giunto il tempo di ridare il giusto peso e senso all'economia, ipotizzando un nuovo riferimento culturale, nonché linguistico. È ormai insopportabile sentir parlare ministri, politici, imprenditori, al pari di come parlavano i loro pari 50 o 60 anni fa. E hanno ragione Petrini e Pallante quando dicono che questa nuova dimensione deve avere come obiettivo primario il governo del limite. Lo diceva Beppe Grillo nell'introduzione ad un testo di Pallante: la parola che i politici dovrebbero pronunciare maggiormente è la parola MENO. In qualsiasi nostra azione, sia essa economica, culturale, nei rapporti sociali, la capacità di limitarsi con saggezza deve diventare prioritaria. Un senso del limite che diventa una conquista di cui essere orgogliosi, perché nel governare i limiti scopriamo i componenti che danno gioia all'uomo. Anche perché non c'è nulla di più inaccettabile, ingiusto e ormai intollerabile dello spreco di cibo. Produciamo cibo per 12 miliardi di esseri viventi, siamo più di 7 miliardi, 1 miliardo soffre di malnutrizione, di fame, buttiamo via tra il 40-45% della produzione alimentare. Mai successo nella storia dell'umanità. Lo spreco è all'opposto della gestione del limite, e lo spreco di cibo, ai danni di persone che soffrono la fame, dovrebbe obbligare tutti i politici a tutti i livelli a rivedere tutte le loro convinzioni, soprattutto in termini di politiche agricole e di sovranità alimentare. In contemporanea, vergognosamente, i sistemi informativi ignorano le questioni, tutti attenti a sproloquiare sul condannato e sulle sue preoccupazioni. Se oggi, per disgrazia, un evento qualsiasi causasse la morte di 25.000 persone, tutti gli organi di comunicazione si dedicherebbero a parlare di questo dramma. Bè, oggi sono morte 25.000 persone per fame, e per sete, sono morte ieri, moriranno domani. Nessuno ne parla. Chiunque oggi dia valore ad espressioni quali crescita economica, espansione, PIL, e a tutti quei fondamenti economici che hanno generato il controllo delle nostre vite, ingrassando alcune parti del mondo, portando alla morte per fame e per sete altre parti del mondo, accetta questo sistema ormai criminale. Oggi, i partiti politici italiani, nessuno escluso, ad eccezione del M5S, si rifanno ancora a questi modelli criminali, portandoci verso il baratro e la disperazione. Sono convinta che i concetti a cui si rifà il M5S, quali quelli della decrescita e della sovranità alimentare, del diritto al cibo e all'acqua pubblica, dell'istruzione pubblica, dell'auto sufficienza energetica, solo per citarne alcuni, possono essere tradotti concretamente, a beneficio di tutti, solo con un ricambio politico profondissimo, che riesca davvero a esprimere persone slegate da lobby, ordini, caste, banche. Noi non molleremo mai...". Silvana Carcano, portavoce MoVimento 5 Stelle Consiglio Regionale Lombardia Il tempo delle mele è finito Politica 26.08.2013 Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. I tempi che ci attendono non sono fatti per portaborse, comparse, cortigiani, inciucisti, voltagabbana, politichini costruiti in laboratorio come Letta e Lupi, ectoplasmi che sono persino riusciti a evitare la leva militare. E' finito il tempo delle mele. Il Sistema protegge sé stesso come una belva feroce. Non cede su nulla. Nessun taglio ai privilegi, dalle pensioni d'oro, ai finanziamenti elettorali. L'indifferenza più completa verso la volontà popolare. Gli italiani trattati come servi. Questi vanno cacciati a calci nel culo. Ogni voto, un calcio in culo. Il MoVimento 5 Stelle è il primo partito italiano ed ha ottenuto soltanto una presidenza di commissione, quella della Vigilanza RAI. Le altre, che ci spettavano, tra cui il Copasir, se le sono spartite i partiti. Prima coalizzati per il voto, poi dissociati per le poltrone e per l'occupazione militare delle istituzioni. Roberto Fico ha chiesto ufficialmente chi sono le società che si incamerano un miliardo all'anno dalla RAI, le cosiddette "happy five", alla Tarantola e al consiglio di amministrazione. Questi spudorati, all'unanimità, hanno risposto che non possono fornirgli i dati. Tarantola, la avverto insieme ai consiglieri, la partita per la trasparenza della RAI è appena iniziata. Non crediate di cavarvela con un comunicato. La RAI è occupata dai partiti e dai loro manutengoli. Ci vuole una grande pulizia. Spesso mi chiedo cosa ci stiamo a fare in Parlamento, nessuna nostra proposta è stata accettata. Nessuna legge parlamentare è stata approvata. La farsa di un presidente della Repubblica eletto da Berlusconi (ricordate i suoi applausi alla nomina e il sorrisone da cumenda da guancia a guancia?) che disegna da anni strategie fallimentari come investito da un'autorità suprema, prima Rigor Montis, poi Capitan Findus Letta, sta andando avanti come se niente fosse successo. Di economia nessuno parla più mentre il Paese viene strangolato. E' necessario tornare immediatamente alle elezioni e poi, se governerà il M5S, cambiare in senso democratico la legge elettorale, farla approvare da un referendum e incardinarla in Costituzione. C'è forse qualche anima bella che crede di poterla cambiare con chi non ha mosso un dito in otto anni e che vorrebbe una Repubblica presidenziale con il Parlamento ridotto a uno stuoino? Il M5S è stato l'unico a votare in Parlamento perché il Porcellum decadesse. Le 350.000 firme di Parlamento Pulito per introdurre la preferenza sono state lasciate marcire dal 2007 da tutti i partiti, nessuno escluso, e dalle Istituzioni. Mai sentita 3 una parola in proposito da Napolitano. Qualche grande firma si informi prima di sparare cazzate. Questi non cederanno niente, neppure un'unghia incarnita. Adesso non c'è più tempo. O vanno a casa loro, o va a casa il Paese. In mezzo non c'è nulla. Prepariamoci alle elezioni per vincerle. La menzogna di Guerisoli Minipost 26.08.2013 "La parola fine l’ha messa, dopo un annetto di scambi velenosissimi, un pubblico ministero, sebbene la nebbia si fosse già un po’ diradata fra retromarce e amnesie assortite. Beppe Grillo, dice oggi la Procura di Genova, non ha mai preso soldi in nero ai tempi in cui si esibì per la Cisl, al contrario di quel che disse in radio l’ex segretario confederale del sindacato Giovanni Guerisoli. E per questo lo stesso Guerisoli, insieme a Giuseppe Cruciani, conduttore della popolare trasmissione tv La Zanzara in onda su Radio 24, rischia di finire a processo per diffamazione aggravata, alla ripresa della piena attività giudiziaria dopo la pausa estiva. Tecnicamente, quel che il sostituto procuratore Vittorio Ranieri Miniati gli ha inviato nelle scorse settimane è un "avviso di conclusione delle indagini preliminari", preludio della richiesta di rinvio a giudizio. Nei fatti, per contestare all’ex leader sindacale (e fondatore della Rete sociale e del lavoro del Partito Democratico) di aver diffamato il comico divenuto politico, il pm dimostra senza ombra di dubbio che non v’è alcune prova di pagamenti sottobanco nell'esibizione contestata. Semmai il contrario. [...] Il capo del Movimento Cinque Stelle aveva attaccato la performance di Roberto Benigni alla festa dem di Reggio Emilia, chiedendosi dove avessero trovato i soldi per permettersi un happening del genere. Lucio Presta, manager di Benigni, spiegò che non era stato fissato alcun compenso “preventivo”, ma l’attore-regista intascò una percentuale sui biglietti venduti per lo show. A distanza di qualche giorno era arrivato una sorta di contrattacco, che i magistrati oggi definiscono scomposto, per bocca di Giovanni Guerisoli, nel frattempo entrato della galassia Pd e - come detto tra i fondatori della Rete del sociale e del Lavoro. Nel mezzo d’una puntata della Zanzara, e intervistato da Cruciani, domandava ironicamente se il Grillo che sparava contro l’iniziativa democratica e i presunti pagamenti a Benigni fosse lo stesso che "per uno spettacolo del 1999", chiese alla Cisl "dieci milioni in nero". Aggiungendo che quelle condizioni furono accettate, ma che in seguito il sindacato ebbe problemi a giustificare le uscite. Come andarono, davvero, le cose? Beppe Grillo sulle prime replicò secco via twitter: "Tutto falso, querelo Guerisoli". E con il trascorrere delle settimane pure gli attuali vertici Cisl presero un po’ le distanze dal loro dirigente storico, che con il tempo aveva drasticamente ridimensionato l’impegno politico limitandosi all'amministrazione di Grottaferrata (Roma): Guerisoli forse si confonde, fecero sapere, poiché di quella serata dovrebbero esserci fatture e soprattutto si svolse tre anni prima in un altro luogo (non Numana in provincia di Ancona come fu riferito in diretta, ma appunto Rimini, ndr). Beppe Grillo, tramite il nipote avvocato Enrico Grillo, ha sporto comunque denuncia, portando carte chiare a sostenere la regolarità della prestazione. E a distanza di quasi vent’anni sull’affaire si è pronunciato infine un magistrato. Scrive quindi il pm Miniati che la circostanza del pagamento in nero è "falsa". E chi accusò Grillo, a meno che non si materializzi una transazione fuori dal tribunale con successivo ritiro della querela (procedura del tutto legale) sarà processato". Il Secolo XIX 4 Passaparola- La ripresa che non c'è Economia 26.08.2013 Tutto questo ottimismo sullo prospettive economiche sembra eccessivo, rispetto a delle questioni tecniche ancora annidate e pericolose nei bilanci delle pubbliche amministrazioni sia centrali che periferiche. Nei bilanci noi non abbiamo esattamente contezza, bisogna bene comprendere che il bilancio di un ente territoriale non è esattamente un bilancio con un conto economico e uno stato patrimoniale, il debito si manifesta nel momento in cui pago, in cui c’è l’esborso di cassa, se non pago, non ho debiti pendenti.In questa follia contabile, i conti degli enti territoriali vengono fatti per cassa e non per competenza, quindi i mancati pagamenti ai fornitori ha assunto dimensioni enormi.Alfonso Scarano Il Passaparola di Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente e Presidente di AssoTAG Sono Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente, saluto tutti gli amici del blog di Beppe Grillo. Negli ultimi giorni stiamo sentendo spesso che la crisi economica sta passando. Assisto con un certo stupore a questa rincorsa a affermazioni ottimistiche. Un ultimo report dell'Associazione degli analisi finanziari, la Aiaf, titola “È arrivata la ripresa!!!”, con tre punti esclamativi , io sarei un pochino più cauto, anche perché i numeri dell’economia sono ancora pessimi e non danno tutta quella univocità alla ripresa. Se questa ripresa fosse tutta vincolata a un mantenimento di un governo sarebbe una ripresa piuttosto debole, una ripresa che non ha motivi interni economici, comunque troppo protetta da un governo che in realtà ha rimandato troppo le troppe cose delicate da fare. In particolare i conti pubblici sono peggiorati e la ripresa non si nota granché. Per esempio dal punto di vista fiscale la raccolta delle imposte dirette è aumentata, ma delle imposte indirette è diminuita e questo a causa della crisi economica. D’altro canto stupisce a volte vedere un report tecnico che ha un titolo così categorico: "è arrivata la ripresa" con tre punti esclamativi e non affronta il tema del lavoro che ancora soffre moltissimo e probabilmente soffrirà anche di più nella ripresa del prossimo settembre. Questo report dell’Aiaf è basato su un indicatore PMI fatto da una azienda privata, la Markit, la stessa azienda che raccoglie i dati dei CDS , e che costruisce questo indicatore con delle interviste. Non sappiamo esattamente o non viene ben chiarito il dettaglio analitico del contenuto tecnico di queste interviste e soprattutto i criteri di verifica di queste interviste, per cui questo report è tutto da vedere! La follia contabile degli enti territoriali Il derivato finanziario è un contratto costruito tipicamente su un debito, nel caso dei contratti derivati sugli enti territoriali, cioè sui comuni, le regioni, le province, ma anche sul caso del MEF(Ministero dell'Economia e delle Finanze), vuole dire che su un debito con un interesse variabile il contratto trasforma questo interesse variabile in fisso e quindi nella trasformazione si rimodulano i flussi finanziari. In questo meccanismo di matematica finanziaria però si possono creare delle forbici, delle differenze di valore, e quindi il contratto derivato può creare avanzi o disavanzi. Questi sono i derivati sul tasso di interesse, poi ci sono i derivati sulle valute e su altri cosiddetti sottostanti. Il MEF ha in pancia, pare 160 miliardi di sottostante, cioè di debito su cui sono stati fatti questi derivati e un annetto fa, sono stati rimodulati 40 miliardi di sottostante circa. Questi 40 miliardi, a seconda delle notizie e le informazioni di stampa, avrebbero creato un disavanzo di 8 miliardi. Tutto questo però non riusciamo a vederlo, calcolarlo, ma lo apprendiamo semplicemente dalle dichiarazioni estemporanee e dalle documentazioni insufficienti. Come associazione dei consulenti tecnici delle procure dei tribunali abbiamo scritto a Napolitano una lettera aperta chiedendo la possibilità di poter guardare dentro a questi contratti per fare trasparenza. Teniamo molto, come tecnici in associazione a spingere la trasparenza come criterio di giusta democrazia, i cittadini dovrebbero bene conoscere se il loro comune, la loro regione, provincia, ha in pancia dei derivati finanziari o costruzioni finanziarie, che potrebbero creare rischi o disavanzi a cui poi dovranno mettere riparo potenzialmente disservizi o tagli addirittura di servizi. Tutto questo ottimismo sullo prospettive economiche sembra eccessivo, rispetto a delle questioni tecniche ancora annidate e pericolose nei bilanci delle pubbliche amministrazioni sia centrali che periferiche. Nei bilanci noi non abbiamo esattamente contezza, bisogna bene comprendere che il bilancio di un ente territoriale non è esattamente un bilancio con un conto economico e uno stato patrimoniale, ovvero se io acquisto una cosa e non la pago questo non dà luogo istantaneamente a un debito, il debito si manifesta nel momento in cui pago, in cui c’è l’esborso di cassa. In questa follia contabile, i conti degli enti territoriali vengono fatti per cassa e non per competenza, si è creato quel fenomeno grave dei mancati pagamenti ai fornitori, che ha assunto dimensioni enormi e è un po’ imbarazzante che poi si possa arrivare,a cercare di alleviare queste situazioni con pagamenti enormemente ritardati a fornitori che hanno da anni già fornito i loro servizi o materiali. Quindi c’è un grosso problema ancora di trasparenza dei bilanci, che correttamente si chiamano rendicontazioni per cassa. Lo spread e la speculizione finanziaria Letta parla di rendere più facili gli investimenti esteri, soprattutto nell’acquisto di marchi italiani, questo fatto potrebbe essere positivo, ma se non declinato in una maniera opportuna potrà diventare devastante! C' è poca critica sugli investimenti stranieri nei marchi italiani che dovrebbero essere condotti per l' utilità del Paese, sennò uno viene a fare shopping in un momento di crisi, trovando prezzi di liquidazione! Quindi non vedo un contrasto nel merito tecnico utile da questo punto di vista. E questo verrà ineluttabilmente con settembre e ottobre. Si vedrà tutta una campagna di comunicazione, "Oh che bello vengono a investire in Italia!", per poi accorgersi che la multinazionale cinese o americana, che ha comprato un marchio inizia a spostare un po’ di produzione da una parte e dall’altra. D’altro canto la questione di spingere l’economia dal punto di vista dello Stato, un leit motive keynesiano, cioè lo Stato deve favorire i fenomeni di anticiclicità dell’economia, non può essere fatto se non con investimenti, se non con esborso dello Stato. E quindi il vincolo di pareggio di bilancio, in costituzione, è una nefandezza! Ed è stato inserito opportunamente, in passato, si renderà un vincolo sciocco dal punto di vista tecnico, non accettabile da un punto di vista etico, anche perché in costituzione c’è già un altro articolo che dice che le spese dello Stato devono essere coperte! E quindi non si capisce perché se devono essere coperte in un articolo della costituzione in un altro articolo ti impone il vincolo di bilancio! Tanto è vero che il vincolo di bilancio non te lo pongono ferreo, ma te lo pongono semiferreo, nel senso che in un momento di congiuntura si può andare anche in passivo. Per esempio poi c’è tutta la questione dello spread. Lo spread è collegato matematicamente a uno strumento di speculazione finanziaria che è il Credit default swap, i mercati del credit default swap sono pericolosi perché non trasparenti e soggetti a una sorta di oligopolismo, cioè pochi soggetti multinazionali finanziari fanno la gran massa degli scambi. A raccogliere i dati sono le società private collegate a questi oligopolisti. Quindi si potrebbe creare quella situazione dei Signori dello spread, cioè che con strumenti finanziari e con pochi capitali possono manovrare la percezione del rischio, che è la misura del CDS, il CDS è una assicurazione nel caso di default del titolo. Il Credit Default Swap si acquista come se fosse una assicurazione auto o assicurazione furto e incendio della casa, ma poi devi entrare nel merito di queste questioni e scoprire che se non hai il titolo, cioè il bund o il PTP, il Credit Default Swap lo puoi compravendere lo stesso, si chiamano Credit Default Swap nudi. Si può quindi fare una enorme speculazione senza intercettazioni, infatti la Comunità Europea ha recentemente aperto un'inchiesta sull’oligopolio dei Credit Default Swap. Tutte questioni che se non si affrontano vengono delegate a tecnici che tendenzialmente hanno dei conflitti di interesse, tipicamente bancari, e che rimangono nascosti al cittadino! Bisogna fare chiarezza, sennò il cittadino fa la fine del romano che guarda l’Aruspice squartare le vittime e tirare fuori le budella e dire:"Secondo me il raccolto va bene". -"Ma come fai?"- "Ah, ho squartato io le budella!" Questo è l’arte dell’aruspicinio. La cosa curiosa è non si entra in troppe questioni economiche e finanziarie e non si definisce né sì specifica il perché di certi fenomeni. Alfabetizzazione finanziaria dal basso Io sono il Presidente di Assotag, che è la associazione dei consulenti delle procure e dei tribunali italiani, in materia economica e finanziaria. Come Assotag abbiamo lanciato da qualche mese una 5 iniziativa sulla trasparenza dei derivati finanziari, per cui qualunque cittadino o organizzazione può chiederci aiuto gratuitamente per analizzare e valutare dei derivati che il loro comune, regione o provincia abbiano stipulato. Anche gli stessi comuni, regioni e province si sono interessati a questa iniziativa per avere un conteggio indipendente di che cosa hanno in pancia. Uno dei primi che ci ha chiesto questi interventi è stato un Meetup di Roma, questo indica che c’è sensibilità nelle organizzazioni più attive e più recenti, di comprendere. Non più tardi di una settimana fa una responsabile di una biblioteca di un paese lombardo mi ha chiesto di partecipare a una serie di seminari per insegnare le parole dell’economia. Questo è necessario, è un appello, un passa parola da fare a tutti i cittadini, di interessarsi e comprendere le parole dell’economia, perché è una nuova alfabetizzazione necessaria per la democrazia. Questa iniziativa la abbiamo fatta in collaborazione con Federconsumatori, che mette a disposizione la collaborazione dei propri Avvocati per fare una cosiddetta procedura di accesso agli atti, un cittadino ha diritto di accedere ai documenti pubblici, il contratto di un derivato è considerabile un contratto stipulato, un contratto pubblico e quindi un cittadino ha tutto il dritto di comprendere se il proprio comune ha derivati e nel caso li abbia, poterli valutare. Ci deve essere una alfabetizzazione finanziaria dal basso, cioè come il cafone non sapeva né leggere né scrivere e veniva intrappolato in una cosa che gli pioveva dal cielo. Adesso chi non conosce cos'è esattamente una banca o come funzionano gli strumenti finanziari, è meno cittadino! Assolutamente meno cittadino! Non può solo delegare, non può! L’aggancio stretto dev'essere soprattutto il collegamento tra il cittadino e il suo comune di appartenenza, perché i comuni saranno i soggetti più coinvolti e più impattati dalla crisi, lo sono già. Non più tardi dell’altro giorno incontravo il vicesindaco del mio comune, zona come dire ricca, prosperosa, che stava accompagnando delle persone, non capienti per presentarle alla Caritas. Si possono risolvere i problemi di alcune famiglie dissestate, ma quando questi numeri diventeranno insostenibili la carica di sindaco sarà inappetibile! Visto le problematiche insostenibili e incapienti dal punto di vista economico, finanziario. Ho difficoltà a rendere elementare questi temi economi, però ci dovrebbe anche essere la voglia, come dire, contraria di apprendere. In questo momento storico non vale la delega! Uno deve capire da solo con la propria ragione, questo è un messaggio che lancerei effettivamente con passa parola, capire! Capire! Questo è valido assolutamente nella dialettica delle fonti. L’inaccettabilità dal punto di vista tecnico è quando l’autorità non ti dà documenti, come è stato per esempio nel caso Bloomberg per i derivati della Grecia. Bloomberg aveva scoperto che c’erano dei documenti in possesso alla BCE e allora ne ha chiesto la evidenza; la BCE non glieli ha dati ed è dovuto ricorrere al tribunale. Il tribunale gli ha dato torto, perché quei documenti avrebbero minato la stabilità, però poi contraddicendosi dicendo che erano vecchi documenti . La trasparenza sta proprio nel poter attingere alle fonti e poterle elaborare in modo tecnico. Invito tutti a interessarsi delle questioni e delle parole dell’economia e della finanza e di approfondire, sono temi delicati e non possono essere delegabili e se ritenete partecipate all’iniziativa della trasparenza sui derivati finanziari negli enti territoriali, lanciata da Assotag e da Federconsumatori. Passate parola. Contano solo i fatti MoVimento 27.08.2013 La Siria e "l'ora delle decisioni" Minipost 27.08.2013 In politica come nella vita, dopo le "speranze", alla fine contano solo i fatti. 20 Aprile 2013: i parlamentari del Pd non votano né Prodi (fondatore del Pd e dell'Ulivo e l'unico ad aver sconfitto Berlusconi nelle urne due volte) e nemmeno Rodotà (costituzionalista di sinistra e non del Movimento 5 Stelle) come presidente della Repubblica. Preferiscono rieleggere l'88enne Giorgio Napolitano insieme a Berlusconi. 29 maggio 2013: Alla Camera il Pd insieme al Pdl vota contro la mozione Giacchetti (Pd) per abolire il porcellum e tornare alla legge elettorale precedente (voto a favore solo da parte di Movimento 5 Stelle e Sel). Nello stesso giorno il Senato boccia la mozione del Movimento 5 Stelle che propone strumenti di democrazia diretta tramite referendum, leggi popolari discusse obbligatoriamente, la riduzione dei parlamentari e dei consiglieri regionali, l' abolizione delle Province, l'elezione diretta dei candidati, l'ineleggibilità per i condannati ed il limite di due mandati. 8 agosto 2013: In Senato il Pd insieme al Pdl vota "no" alla richiesta di esame d'urgenza della legge elettorale "Parlamento Pulito" proposta dal M5S (sulla base della legge popolare del 2007 mai discussa in tutti questi anni. ). La proposta conteneva anche l'elezione diretta da parte dei cittadini dei candidato a Camera e Senato. Questi i fatti, ai quali potremmo aggiungere il voto contrario del Pd sulle mozioni contro gli F35, per istituire il reddito di cittadinanza, per tagliare l'Irap e l'Imu sulla prima casa, per abolire il finanziamento pubblico ai partiti. In questo Parlamento, non per colpa dei parlamentari del M5S, non esiste una maggioranza parlamentare per cambiare in senso democratico la legge elettorale esistente contro la quale il M5S si è sempre battuto. Il Pd(menoelle) la finisca di dare la colpa ad altri per quello che non ha mai fatto in 8 anni e neanche in questi 5 mesi. Se le "speranze" non si tramutano mai in fatti, si tratta solo di prese in giro per i cittadini. Matteo Incerti 6 Sulla questione siriana, già nei primi mesi di quest'anno, mi rivolgevo a tutti con due commenti: "Vi prego" e "Cercasi pretesto"; dove raccomandavo - è compito dei più anziani mettere in guardia i giovani - di non trascurare la pretesa degli Stati Uniti di impadronirsi di tutto il Nord-Africa e il Medio Oriente, facendo volare in pezzi le relative nazioni, per poi intervenire in veste di pacieri e impadronirsi dei giacimenti di petrolio e di quella che è l'energia del prossimo futuro, cioè il gas naturale. Siria e Iran a tutt'oggi sono sfuggite a questo disegno criminale. La Libia non ha potuto farlo perché ha scontato un grave errore di Cina e Russia che non hanno avanzato in sede ONU il diritto di veto che avevano, lasciando campo libero agli Stato Uniti che sono intervenuti, addirittura preceduti dai loro servi europei, Italia in testa. Ora però la situazione si è fatta grave, perché un gran numero di civili, bambini in particolare, sono stati uccisi dal gas nervino che solo i mercenari, i tagliagole, i ribelli, bene armati e foraggiati attraverso mille triangolazioni dagli Stati Uniti possono aver diffuso. Quale interesse avrebbe avuto il governo siriano ad ammazzare civili, se non guadagnarsi impopolarità? Quindi sono stati gli Stati Uniti a fornire ai tagliagole questo gas letale. Le televisioni fanno di tutto con la loro informazione assassina per confondere le idee alla gente, quando la situazione invece è estremamente semplice, e non rimane che sperare sui deputati e senatori del Movimento 5 Stelle che in Terza e in Quarta Commissione di Camera e Senato possono far sentire la loro voce, anche se ben difficilmente poi sarà portata all'esterno. La situazione, torno a dire, è di estrema gravità e il presidente degli Stati Uniti Barak Obama, premio Nobel per la Pace - ridicolo! - ha detto che questa è l'ora delle decisioni. Una frase identica a quella pronunciata il 10 giugno del 1940 in piazza Venezia da Benito Mussolini, con le conseguenze, relative, che sono giunte, dopo una avventura terrificante. Mario Albanesi I pensieri di Renzie Elicotteri all'amianto Muro del pianto 27.08.2013 Minipost 28.08.2013 Matteo Renzi non dice mai una cosa vicina alla gente comune, all'operaio che, tornato dalle ferie, ha trovato la fabbrica chiusa, al disoccupato, all'infermiere. Niente. E' più forte di lui. Non ci riesce. Il fu giovane Renzie lo si ricorda per le sue comparsate, in giubbetto di pelle, da Maria De Filippi e per le sue blindate cene milanesi con l'alta finanza. E' l'uomo delle banche e dei capitali. Leggete le sue dichiarazioni e meditate: "Matrimoni gay? Contrario" (Matteo Renzi, 11 Dicembre 2008) "Unioni civili? Dipende da cosa c'è dentro. Per gli omosessuali? Basterebbero degli accordi privatistici" (Matteo Renzi, 11 Dicembre 2008) "Diritto all'eutanasia? Sono contrario" (Matteo Renzi, 11 Dicembre 2008) "Liberalizzazione delle droghe leggere? Contrario" (Matteo Renzi, 11 Dicembre 2008) "Io sto dalla parte di Marchionne, dalla parte di chi sta investendo sul futuro delle aziende, quando tutte le aziende chiudono, è un momento in cui bisogna cercare di tenere aperte le fabbriche" (Matteo Renzi, 11 Gennaio 2011) "Riforma Gelmini? Il ministro avrebbe dovuto avere il coraggio di chiudere la metà delle università italiane: servono più a mantenere i baroni che a soddisfare le esigenze degli studenti" (Matteo Renzi, 3 Febbraio 2011) "Referendum? Voterò "no" all'abolizione della remunerazione sull'acqua" (Matteo Renzi, 4 Giugno 2011) "TAV in Val di Susa? Quando le amministrazioni decidono, ci sono le garanzie ambientali e tutti i passaggi democratici, ad un certo punto bisogna fare le cose, altrimenti diventiamo il Paese dei ritardi, o come nel Monopoli, dove si pesca 'tornate al vicolo corto', e si ricomincia da capo" (Matteo Renzi, 4 Luglio 2011) "Sbaglia il PD ad aderire allo sciopero della CGIL" (Matteo Renzi, 30 Agosto 2011) "Mi ritrovo nella lettera della BCE. Sì all'aumento dell'età pensionabile" (Matteo Renzi, 26 Ottobre 2011) "A me dell’articolo 18, usando un tecnicismo giuridico, non me ne po' frega de' meno" (Matteo Renzi, 27 marzo 2012) Errare è umano, perseverare è Napolitano Muro del pianto 28.08.2013 "La flotta di elicotteri AgustaWestland è costruita con l’amianto. Lo dice la stessa azienda. E lo dice ai vertici del ministero della Difesa. Dal 1992. Sono 21 anni che tutti sanno e nessuno fa nulla. Questo sulla pelle dei militari italiani con conseguenze che devono venire alla luce. Per questo chiederemo al ministro Mauro di rispondere alla Camera alla nostra interrogazione. La soluzione è una soltanto: la bonifica di ogni singolo elicottero. Prima di tutto c’è sempre l’uomo". M5S Camera 7 Era inevitabile che il meccanismo democratico si inceppasse in Italia sotto i lasciti del ventennio berlusconiano. La squallida vicenda sulla ineleggibilità di Berlusconi è solo l’esempio più recente dello stato confusionario della nostra democrazia. Ma sono soprattutto le scelte di governo del presidente Napolitano che hanno manifestato un deficit di democrazia inaccettabile, spesso prendendo a pretesto i mercati finanziari per giustificare forzature anti democratiche. Sia che si voti, sia che non si vada a votare è infatti ormai il solo Presidente Napolitano a fare e disfare i governi in Italia mirando a placare i mercati finanziari a garanzia di tutti. Ma di tutti chi? E di quali mercati stiamo parlando? In nome di quale conoscenza dei mercati finanziari un ottuagenario che ha passato la vita in parlamento decide cosa sia meglio per il suo Paese? Nel novembre del 2011 i mercati avevano fatto finalmente il loro lavoro. Supportando la BCE nelle pressioni sullo spread i mercati arrivarono dove la politica italiana mai sarebbe stata capace di arrivare: le dimissioni del governo Berlusconi, ormai in balia di scandali personali e incapacità di azione di governo. Dove non potè il PD, potè il mercato. A quel punto caro presidente Napolitano si doveva andare a votare. I mercati avrebbero non solo capito e aspettato ma anche apprezzato. Lo si era già visto qualche mese prima con le elezioni spagnole. Il 28 luglio 2011 il governo Zapatero va in crisi e annuncia nuove elezioni nel bel mezzo della calda estate dello spread. I mercati attesero pazientemente l'esito delle elezioni del 20 novembre 2011 premiando quella scelta con uno spread sotto controllo. In Italia le cose andarono diversamente. Qualcuno convinse il nostro presidente che le elezioni sarebbero state un male che il mercato non avrebbe gradito ed il risultato sarebbe stato una pressione al rialzo sullo spread. Così, lei, caro Presidente, ci ha appioppato il governo Monti, ossia il Governo Merkel in Italia. Solo due anni dopo il PD capirà come la sua Caporetto politica sia iniziata proprio nel novembre 2011 quando anziché pretendere legittime elezioni sicuramente vincenti ha preferito fare melina col governo Monti delle larghe intese trovandosi (come sempre) impreparato alle elezioni e giustificando tale suicidio politico in nome dei "mercati non capirebbero" e della urgenza delle riforme. Il governo Monti fallirà. Di riforme strutturali neanche l’ombra, solo tasse e austerità. Ciò nonostante lo spread tiene grazie allo scudo anti spread annunciato da Draghi nell'agosto 2011, non certo per via di quelle riforme strutturali urgenti che giustificarono il governo Monti ma che non hanno mai avuto luce. E' Berlusconi a decidere quando si debba andare a votare e così stacca la spina al governo Monti a dicembre del 2012. Si va finalmente a votare. Le elezioni di febbraio ci danno un Paese ingovernabile e lei che fa caro presidente? Di nuovo in nome dei mercati che non capirebbero ci impone un governo di larghe intese tra "tutti i vecchi (PD+PDL) meno i nuovi (5 stelle)". Il suo secondo governo caro presidente si avvia al termine senza averci consegnato neanche una delle riforme promesse. Certo lo spread tiene ancora ma è sempre grazie a Draghi non certo a Letta se siamo ancora in gioco. E allora la vogliamo smettere di sventolare lo spauracchio dello spread e dei mercati solo quando fa comodo ai politicanti romani? La smetta signor Presidente di provare a convincere gli italiani che il governo Letta sia l’unico possibile perché i mercati non capirebbero. Ci mandi a votare caro Presidente. Si fidi degli italiani per una volta e non dei Violante di turno. Ci mandi a votare e vedremo se l’Italia non saprà dare ai mercati un governo forte e duraturo. Basta forzare il sano meccanismo democratico in nome "dei mercati non capirebbero" caro presidente. I mercati capiscono benissimo e la prova è il titolo Mediaset che ha raddoppiato in borsa da febbraio sulla scia di speculazioni di ogni tipo chiaramente considerate dal mercato favorevoli per Berlusconi, non certo per gli italiani. In-giustizia ad Alta Velocità Trasporti/Viabilità 29.08.2013 In questo scorcio di fine estate, la Procura di Torino, con codazzo di media e politici, sta "attenzionando" con particolare enfasi il movimento No Tav. Prima di Ferragosto, l'arresto dell'attivista di Varese, Giobbe, sempre per "resistenza a pubblico ufficiale", deportato al Carcere "Lorusso e Cutugno" di Torino, rilasciato almeno ai domiciliari ieri; a Ferragosto il fantasioso articolo de "La Repubblica" che suggerisce che tutti i No Tav, non volendo la ferrovia, sarebbero al soldo di Sitaf (gestore dell'Autostrada): gli stessi No TAV che poi vanno a bloccare con le manifestazioni l'autostrada stessa; ieri sei perquisizioni per i fatti della notte del 1 agosto (quando durante un blocco sarebbe stato fermato un camionista olandese con accuse di sequestro di persona [sic!] e violenza privata!), tra i destinatari il consigliere comunale di Meana, Leonardo Capella e quel Marco divenuto famoso per il video in cui disse, sbagliando, ad un poliziotto che era una "pecorella"; peccato che si trovassero entrambi altrove; oggi ancora perquisizioni a carico di un attivista per intimidazioni non meglio precisate a non si sa chi. E' strano constatare come la Procura sia particolarmente attenta su un fronte politico come è quello del movimento No Tav, mentre non è altrettanto solerte con furti, scippi, violenze di vario genere. E' nota a tutti la carenza di personale e risorse materiali. Colpisce anche la durezza delle sanzioni. Il Gip Massimo Scarabello dispone le misure cautelari (obbligo di dimora nel Comune di Residenza e divieto di uscita di casa dalle 22 alle 6) perchè "le modalità di protesta stanno sconfinando, sempre più spesso, in condotte penalmente rilevanti, e per questo pericolose, atte a ad incidere pesantemente sulle libertà altrui, sfuggendo ad ogni forma tollerabile di civica protesta". Durante le perquisizioni sono stati sequestrati ogni tipo di apparecchio digitale (macchine fotografiche, pc, cellulari...scanner!), più con intento punitivo che ai fini delle indagini, per cui basterebbero le schede ed i dischi di memoria, con gravi ripercussioni sulle vite lavorative e sociali degli indagati. Fa pensare il fatto che tra gli "attenzionati" ci fossero i consulenti dei legali che si occupano della difesa, e che il materiale sequestrato (foto, video, documenti), ora in mano agli stessi PM che si occupano di entrambi i procedimenti a carico dei No TAV, fosse quello che i legali avevano intenzione di utilizzare per le tesi difensive. Mi sembra comunque assurdo pensare che, nel 2013, la Procura sulla base di semplici indicazioni da parte di un camionista 8 olandese (un po' alterato tra l'altro!) possa disporre misure cautelari. Il sistema italiano prevede l'innocenza fino a prova contraria, e dispone misure cautelari solo in caso di estrema pericolosità sociale, con rischio di a) fuga all'estero, b) inquinamento delle prove, c) reiterazione del reato. Volendo fare un discorso serio, visto che le prime due ipotesi mi sembrano risibili, si potrebbe ipotizzare la terza. Ma visto che il reato è tutt'oggi da provare e le prove contro gli indagati mi sembrano un po' debolucce, le misure mi sembrano un po' campate in aria. Non essendo la prima volta che gli indizi di reato sono campati in aria e ancor più le misure cautelari disposte, vien da pensare il peggio. Chiediamo quindi alla Procura di Torino di dire la verità, e cioè se "per caso" sia sottoposta a pressioni politiche da parte dei due principali schieramenti partitici del paese, Pd-l e Pdl in testa. Se così fosse, chiediamo al Procuratore Caselli di dare un grande segnale, dimettendosi da Capo della Procura. E' triste pensare, infatti, che un grande magistrato dell'antimafia sopravvissuto all'epoca delle stragi di Stato, come Caselli, stia demolendo la sua carriera e la sua credibilità, finendo per essere ricordato come l'anziano oppressore di un movimento popolare per la giustizia e la libertà. Se così non fosse, saremo mica costretti anche noi a chiedere, visto che va di moda, l'AGIBILITA' POLITICA per il movimento No Tav? Davide Bono M5S Piemonte Le manette e i politici Minipost 29.08.2013 Se offri un paio di manette a dei cittadini e chiedi loro come le userebbero, la risposta potrebbe risultare non così scontata, Assessori e Sindaco di Bologna di fede PD ad esempio si sono svincolati con risposte politiche o sterili, mentre molti cittadini di manette ne vorrebbero TIR pieni per ammanettare l'intera classe politica, peccato che alla fine a decidere siano sempre loro, quei politici che molti vorrebbero fuori dalle istituzioni e dentro a un altro luogo. Nik il Nero La Siria e la terza guerra mondiale - Massimo Fini Muro del pianto 29.08.2013 Massimo Fini sulla Siria e l'intervento degli Stati Uniti "La politica di potenza imperiale che gli Stati Uniti stanno esercitando a tamburo battente da quando non c’è più il contraltare dell’Unione Sovietica, e hanno quindi le mani libere, si maschera dietro questioni morali. La Siria è un Paese che dà fastidio, perché legata all’Iran, che è l’arcinemico, non si capisce poi bene il perché, degli Stati Uniti e di Israele. Tra l’altro non si sa affatto se Assad ha usato armi chimiche, ci sono gli ispettori ONU per questo, o l’ONU non conta nulla? Evidentemente non conta nulla perché quando serve c’è il cappello ONU, se non c’è il cappello ONU si aggredisce lo stesso. Questo è avvenuto in Serbia nel '99, in Iraq nel 2003 e in Libia recentemente. Tutte azioni e aggressioni senza nessuna copertura ONU. Si dovrebbe per lo meno aspettare la relazione degli ispettori. C’è un precedente che dovrebbe consigliare prudenza, non dico agli Stati Uniti che non ne hanno, ma ai suoi alleati, ed è quello dell’Iraq, dove sostenevano che Saddam Hussein avesse le armi chimiche, di distruzione di massa, e poi non le aveva. Certo, lo sostenevano perché gliele avevano date loro a suo tempo, gli Stati Uniti, in funzione anti sciita e anti curda, però non le aveva più perché le aveva usate ad Halabja, gasando cinquemila curdi. Chi sta combattendo in Siria? Da una parte c’è il governo di Assad che, fino a prova contraria, è un governo legittimo, rappresentato all’ONU, e dall’altra parte c’è un coacervo di forze tra le più disparate, è difficile anche per gli analisti più attenti capire chi sono, sono tanti segmenti. Non Al Qaeda, che non esiste, ma ci sono gli jihadisti che sostengono una guerra totale all’Occidente, per esempio. Quindi l’intervento sarebbe controproducente, ma siccome gli americani si sono erti a poliziotti del mondo, che decidono chi ha torto e chi ragione, questo li spinge a intervenire comunque. Tra l’altro questa superiorità morale degli americani... John Kerry ha detto che quello che avviene in Siria è una oscenità morale, beh, l’oscenità morale secondo me è degli Stati Uniti. Chi ha usato veramente le armi di distruzione di massa? Parliamo del '900 e di adesso: gli Americani a Hiroshima e Nagasaki. C’è da tenere presente che Nagasaki, cosa che non si sa, fu bombardata tre giorni dopo Hiroshima, per cui si sapeva che strage si faceva con la bomba atomica. Questo diritto morale degli americani di intervenire ovunque, non è una storia che nasce oggi, nasce per lo meno dalla Serbia, cioè dal '99, continua con l’Iraq, con la 9 Libia, senza contare le due aggressioni alla Somalia, una nel 2002 e l’altra attraverso l’Etiopia nel 2008 – 2009. Chi finanzia i ribelli? Li finanziano l'Arabia Saudita, la Francia, gli stessi Stati Uniti. Siccome utilizzano la loro potenza dietro lo schermo della moralità, il fatto che sia possibile che Assad abbia usato armi chimiche li costringe a intervenire, Obama aveva tracciato una linea rossa, ma chi lo autorizza a tracciare linee rosse in altri paesi? Gli americani hanno sfondato un principio di diritto internazionale che era valso fino a qualche decennio fa, della non ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano. I diritti umani sono il grimaldello con cui in realtà intervengono dove vogliono e quando vogliono, anche perché non hanno più contraltare, la Russia non è più una superpotenza. Siamo costretti a rimpiangere tutto, anche la vecchia e cara Unione Sovietica, perché almeno faceva da muro alla poi potenza di costoro. La cosa curiosa, che in questa diciamo compagnia di gente molto morale, molto democratica, c’è l’Arabia Saudita che è nota per essere un Paese rispettoso dei diritti umani, soprattutto quelli delle donne, quindi già questo dice quale sia la vera situazione? Gli inglesi hanno responsabilità enormi in Medio Oriente, se tu vai, per esempio, a Teheran senti dire morte agli inglesi, comprendono anche gli americani, ma in particolare gli inglesi, perché? Perché hanno fatto il bello e cattivo tempo per un secolo in quella regione, potenza coloniale come erano. Mi ricordo che il sindaco di Londra, Livingstone, molto amato dai sui cittadini, dopo gli attentati londinesi, di qualche anno fa (attribuiti a Al Qaeda, in realtà erano terroristi locali) disse "Sì, certo, gli attentati terroristi sono inaccettabili, però se gli arabi avessero fatto in Gran Bretagna quello che abbiamo fatto noi per un secolo nel mondo arabo io sarei un terrorista inglese". Gli inglesi marciano di conserva con gli americani, si può anche capire per i legami, quello che non si capisce è la Francia, con queste sue idee di grandeur che abbiamo visto quanto valessero durante la seconda guerra mondiale, la linea Maginot aggirata in cinque giorni. Adesso che può agire liberamente siano socialisti, come Hollande, o conservatori come Sarkozy fa una politica di potenza. In Libia è stata soprattutto la spinta francese a combinare il disastro, perché sparito Gheddafi si sono scatenate faide interne di tutti i tipi. Le armi di Gheddafi sono finite ovunque, poi i francesi sono intervenuti in Mali perché gli islamisti stavano conquistando il Mali e questo non gli andava bene perché il dittatore maliano era un loro alleato. La superiorità tecnologica occidentale permette di tutto. Lo scandalo maggiore (non è argomento di questa conversazione) è l’Afghanistan, dove da 12 anni il segretario di stato americano John Kerry ha detto che dopo questa vicenda di Damasco, di questo quartiere, vedendo il padre che cercava di salvare i figli si è messo a piangere. Perché non piange per le migliaia di bambini e bambine uccisi in Afghanistan per a bombardamento dissennati della Nato, americani in testa, di cui noi peraltro italiani siamo complici! Possibili sviluppi? Se intervengono militarmente il rischio è che si scateni la terza guerra mondiale, perché credo che l’Iran, alleato della Siria, non resterà inerte, e anche la Russia non potrà rimanere ferma e comunque si incendia tutta la regione. Tutti questi interventi si sono sempre risolti in altri massacri, prendiamo l’Iraq, l’intervento americano ha causato direttamente o indirettamente tra i 650 mila e 750 mila morti! Il calcolo è stato fatto molto semplicemente da una rivista medica inglese che è andata a vedere i decessi durante l’epoca Saddam e i decessi durante il periodo dell’occupazione americana e quindi la cifra più o meno è questa. Quello che è peggio è che avendo squinternato questo paese si è scatenata una guerra tra sunniti e sciiti che causa centinaia di morti la settimana, di cui nessuno parla, perché intanto chi se ne frega! Ormai gli occupanti americani non ci sono più. Quindi ogni intervento cosiddetto umanitario si risolve in una strage umanitaria. E' quello che è successo quando intervennero gli americani e parte degli europei nella guerra Iraq Iran. Gli iraniani stavano per conquistare Bassora che avrebbe voluto dire la caduta immediata di Saddam Hussen. Si disse che non si poteva permettere alle orde iraniane di entrare a Bassora, perché quelle degli altri sono sempre orde, che cosa ha causato questo intervento? La guerra che sarebbe finita nell’85 con un bilancio di mezzo milione di morti è finita tre anni dopo con un bilancio di un milione e mezzo di morti. Saddam Hussein che sarebbe caduto all’istante con la conquista di Bassora è rimasto in piedi pieno di armi fornite dagli Stati Uniti e dagli occidentali. Che cosa fa una rana con un grattacielo di armi sopra? La rovescia nel primo posto che gli capita, quindi Kuwait e quindi Prima Guerra del Golfo. La storia dei missili intelligenti è grottesca. La prima volta che comparvero questi bombe chirurgiche, missili intelligenti, fu nella Prima Guerra del Golfo, nel '90, ebbene questi missili intelligenti e bombe chirurgiche hanno fatto 166 mila morti civili, di 33 mila bambini, che non sono meno bambini dei nostri bambini. E' un dato che continuo a ripetere, quando posso, è un dato accertato, perché è uscito da una fonte insospettabile, che è il Pentagono. E questi sono i missili intelligenti e gli interventi mirati? Non si può credere agli americani né sulle armi chimiche, perché c’è il precedente Iraq, e non si può credere ai missili mirati perché mirati non sono affatto. L’intervento è illegittimo da tutti i punti di vista. C’è sempre la storia dei due pesi e due misure. In Egitto un governo eletto democraticamente è stato abbattuto dall’esercito finanziato dagli Stati Uniti da sempre, per cui c’è stato un colpo di Stato, ma lì si sta zitti, perché i Fratelli Musulmani non sono nostri amici, anche se non sono affatto estremisti. Secondo me nelle guerre civili bisognerebbe che fosse il verdetto del campo a decidere, a un certo punto se Assad è effettivamente detestato dalla sua popolazione prima o poi cade, deve essere il campo a decidere, ma qualunque intervento esterno in realtà non fa che aggravare e complicare la situazione. Perché poi gli uni portano le armi a quelli, gli altri a quelli altri e così via e la cosa si prolunga invece di finire in tempi ragionevoli. Le uniche soluzioni lecite sono quelle diplomatiche, quando si possono fare, se non ci sono le due parti hanno diritto di battersi.Adesso non c’è neanche più il diritto di battersi. Io non so se in Siria abbia più ragione Assad a difendere il suo potere o gli altri a volerlo abbattere, è il campo che deve decidere, perché sennò si creano sempre situazioni totalmente provvisorie. È come la Bosnia, appunto, che può esplodere in ogni momento, perché è stata una soluzione totalmente artificiale, anche se questo è un altro discorso." L'Italia è cotta. E adesso cuociamo per benino gli italiani Muro del pianto 30.08.2013 "Anche il più zuccone e somaro tra gli italiani conosce e ricorda la frase di Massimo D'Azeglio riprodotta in calce sotto la sua immagine. Ce la insegnano a scuola in terza media, quando i professori ci spiegano il Risorgimento. Un nome, un programma. L'Italia è l'unica nazione democratica occidentale che ha scelto di definire il proprio movimento nazionale di affermazione della democrazia, attribuendogli un nome che ha un sapore mutuato dalla vita religiosa e dalla dimensione spirituale di una civiltà cattolica. In terza media (ahimè, lo rifanno anche in terza liceo, cinque anni dopo) ci spiegano "l'epica e l'epopea del Risorgimento" ma nessuno ci spiega di che cosa (prima) erano morti gli italiani. Si erano suicidati? Erano stati assassinati? Avvelenati? Erano morti di malattia? E quando si era verificato? E come? Soprattutto: perchè? La morte viene censurata e viene riproposta direttamente il concetto di Risorgimento -ovvero la resurrezione delle coscienze- senza mai spiegare il prima. Dal punto di vista della percezione subliminale, nel costruire l'immaginario collettivo della nazione, questo significa che l'italiano è risorto senza neppure morire. Esiste il Risorgimento senza che ci sia mai stata la Morte. Quindi si proviene da un Nulla. A questa epica retorica di un presupposto Risorgimento privo di morte precedente, si accompagna una successiva epopea degli italiani: l'attesa messianica del cosiddetto "Uomo del Destino", interpretato - a seconda dei momenti storici e dello schieramento - da Napoleone Bonaparte, Benito Mussolini, Josif Stalin, Bettino Craxi, Silvio Berlusconi. Ad un certo punto, questa persona irrompe sul teatro della Storia Nazionale incarnando la risoluzione di ogni problematica sociale, economica, politica, istituzionale, attraverso l'uso di stilemi, forme, simboli, parole, slogan, che infiammano la coscienza collettiva nazionale. Si promuove, così, il pensiero magico, caratteristica infantile, di società e individui regrediti, portati a non interpretare la realtà in termini razionali e pragmatici, bensì seguendo binari di illusioni e proiezioni immaginarie. In tal modo si promuove l'aspettativa di carattere magico e si giustifica l'elisione e la cancellazione del principio di assunzione delle responsabilità individuali. E' la base sulla quale si poggia una società dove non esiste il principio di cittadinanza, bensì solo e soltanto quello della sudditanza. E' la fase che stiamo ancora vivendo. Tre giorni fa, l'attuale Ministro degli Interni in 10 carica, on.Angelino Alfano, ha dichiarato ufficialmente: "La decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore è impensabile. L'esecuzione della sentenza è inaccettabile". Essendo il responsabile dell'ordine pubblico, si tratta di un'affermazione molto grave, diciamo un obbrobrio giuridico, perché implica la cancellazione della Legge che lui deve salvaguardare. Nessun giornalista gli ha chiesto ragguagli in merito. Lo ha fatto il corrispondente da Roma dell'autorevole pubblicazione britannica The Guardian. Senza scomporsi, Alfano ha risposto con bonomia, come se stesse parlando a un essere inferiore: "Forse lei non ne è al corrente, ma è scusato in quanto straniero...io non sono soltanto il Ministro degli Interni, sono anche il segretario politico del più importante partito nazionale. Quella frase non è stata detta dal Ministro degli Interni, bensì dal segretario politico del PDL. Quella sentenza è politica e quindi il giudizio del sottoscritto è politico. Oltre al fatto che sono anche vice-presidente del consiglio". Il giornalista britannico non ha detto nulla, ha preso atto che esiste "materialmente" la presenza di un soggetto politico europeo che è uno e trino allo stesso tempo. Ma basta leggere ciò che si dice in giro per l'Europa per comprendere lo sconcerto continentale per una nazione la cui classe dirigente si comporta in questo modo. Ci stanno mangiando vivi. E ne hanno ben donde. La frase di D'Azeglio che ho citato è letterale. A scuola ci propinano sempre un'altra versione, falsa, più hollywoodiana. Ci insegnano, infatti, che il nostro antenato avrebbe detto "L'Italia è fatta e adesso facciamo gli italiani". Non è così. Lui ci conosceva molto bene. La fine dell'estate, tra una nuotata e un drink, dovrebbe regalarci una bella iniezione di relax anti-stress. Ne abbiamo bisogno. Per consentirci di prepararci alla novella che il potere costituito sta preparando attraverso una perversa e diabolica manipolazione delle parole, dei concetti, della sintassi. Silvio Berlusconi, aiutato da Luciano Violante (uno dei saggi voluto dal presidente Napolitano) si appresta ad applicare la variante post-moderna della frase di D'Azeglio che, in questo autunno del 2013 che avanza, dovrebbe risuonare pressappoco così: "L'Italia è cotta. E adesso cuociamo gli italiani". E lo faranno tentando di abolire il Senso. Lo faranno attraverso le parole, le frasi, per abbindolarci e impedirci di affrontare la realtà. Tutti gli indici economici sono impietosi. Per non parlare di quelli etici, morali, istituzionali. Negli ultimi 5 anni (da quando la crisi "ufficialmente" è scoppiata) nessuna personalità politica al governo è riuscita ad applicare uno straccio di dispositivo che abbia contribuito quantomeno ad arginare il declino. La situazione è peggiorata e sta peggiorando. Il sistema si è inceppato. Non funziona più, è totalmente incartato. Secondo il PD, il PDL e la lista Monti si potrebbe andare avanti così per altri dieci, venti, quaranta mesi, nella totale indifferenza per le esigenze collettive. Ma i venti di guerra stanno infiammando il bacino del Mediterraneo e quando ci si trova in un teatro bellico, le forze in campo necessitano, giocoforza, di schierare (oltre ai generali) intelligenze, competenze, meriti. E così, visto che il PD non lo vuole fare perché non ha né il coraggio, né la forza, né il pudore di esprimersi, ci pensano "i mercati". Questa locuzione usata per infinocchiarci, stordirci, spaventarci, annebbiarci, senza mai spiegare nulla, secondo la consuetudine del pensiero magico che funziona sempre con i bambini. I magici mercati hanno parlato: vanno a picco in borsa Mediaset e tutte le sue consociate e derivate; vanno a picco tutte le banche nazionali private gestite da un management imposto e deciso dalle direzioni nazionali del PD del PDL della lista Monti. Si trascineranno appresso decine di migliaia di aziende. Faranno di tutto per farci credere che si tratta dell'effetto Siria, della instabilità, dei militari egiziani, oppure è una conseguenza delle manovre economiche della Federal Reserve statunitense. Non è così. In un momento così serio, importante e decisivo per le sorti dell'Europa, dei clown da circo non sono più tanto divertenti: diventano pericolosi. Perchè sono inutili. La loro strategia è ormai chiara anche a un bambino: vogliono cucinarci a fuoco lento, uno per uno. E noi dobbiamo rispondere loro: "ce lo chiede l'Europa, dovete andare tutti via quanto prima è possibile; lo vogliono i mercati, gli investitori internazionali, la collettività nel suo insieme, sia a destra che al centro che a sinistra". Sergio Di Cori Modigliani 11 Un giorno particolare MoVimento 30.08.2013 Io sono stanco. E' stata una giornata particolare quella di ieri con l'abolizione della parola IMU e la sua resurrezione in Service Tax che cadrà in gran parte sugli inquilini, fascia ovviamente più debole dei proprietari, una giornata in cui la coppia Violante&Napolitano ha forse trovato il cavillo mancante per salvare un pregiudicato con il rinvio della legge Severino alla Corte Costituzionale. Una legge che impedisce a chi ha condanne superiori a due anni di sedere in Parlamento. Violante, lo smemorato del processo di Palermo, è alleato di Berlusconi da più di un ventennio, a che titolo nessuno lo sa. Una giornata particolare con il pdl e il pdmenoelle che esultano per l'accensione dell'inceneritore di Parma contro cui il M5S si è battuto usando ogni forma legale. Esultano per le neoplasie future degli abitanti di Parma, per il cibo avvelenato della Food Valley. Chi mangerà in futuro parmigiano e prosciutti imbottiti di diossina? L'inceneritore è inutile e brucerà rifiuti provenienti da ogni dove, ma loro sono contenti. Loro. Io sono stanco di essere gandhiano, di osservare leggi fatte per favorire i delinquenti. Con uno sforzo enorme, un miracolo, siamo riusciti a diventare il primo MoVimento del Paese. Dietro il M5S ci sono quasi nove milioni di voti, ma questi, che hanno occupato ogni posto di potere, se ne sbattono i coglioni. Nove milioni di italiani sono rappresentati solo dalla presidenza di Vigilanza RAI con Roberto Fico, ma anche in questo caso è l'ennesima presa per il culo. Fico non può neppure sapere chi sono i cinque fornitori della RAI che si spartiscono un miliardo di euro. Nulla. Non dobbiamo contare nulla. Sapere nulla. Fare nulla. Abbiamo cercato di cambiare la legge elettorale con Parlamento Pulito, 350.000 firme buttate nel cesso perché decadute dopo due legislature in cui nessun presidente di Camera, Senato, di qualunque cazzo di istituzione ha mosso un dito. Abbiamo votato per la decadenza del Porcellum, unico gruppo parlamentare e ci hanno votato contro. Abbiamo chiesto di inserire delle modifiche, tra cui la preferenza, e ci hanno ignorato. Prendo atto che noi non esistiamo, che nove milioni di italiani sono dei fantasmi, che ogni legge partorita da loro, in particolare quella elettorale, è contro di noi e per la loro sopravvivenza. Prendo atto che non ci sono altre possibilità che mandarli tutti a casa il più presto possibile. Sono stanco di farmi prendere per il culo da questi incapaci, spocchiosi, intellettualmente depravati che hanno distrutto l'Italia. Sono stanco, ma di quella stanchezza che matura un'incazzatura formidabile. Costituzione in Movimento Quattro voti per Letta Minipost 30.08.2013 Muro del pianto 31.08.2013 Il 6 di Settembre inizierà alla Camera la discussione sulla modifica dell'art. 138 della Costituzione, l'articolo-cassaforte che stabilisce come si cambia la nostra Carta. Tre giorni dopo, il 9, si voterà e poi di corsa in discussione al Senato: in quattro e quattr'otto perché c'è urgenza di presidenzialismo. I parlamentari M5S sono stati gli unici a fare l'impossibile per mettersi di traverso a questo scempio, comprese lunghe sedute notturne in aula, e sono riusciti almeno ad evitare che il 138 si facesse a pezzi furtivamente ad Agosto. Ma ora siamo al momento decisivo. Abbiamo poco, pochissimo tempo per opporci. Pochissimo tempo per far sentire la voce dei meetup, delle liste civiche, degli attivisti, dei cittadini di tutto il Paese. Invitiamo tutti ad attivarsi, in tutte le piazze d'Italia, perché sia un autunno caldissimo: con banchetti, gazebo, eventi, materiale informativo per i cittadini che, distratti da beghe giudiziarie altrui, vengono tenuti all'oscuro del trappolone che sta scattando ai danni della nostra Costituzione e del nostro futuro. Tutto il materiale informativo sarà disponibile qui sul blog entro breve. Intanto, potete segnalarci le vostre iniziative territoriali a questo indirizzo email: [email protected] per diffonderle via Google Map. M5S Camera e Senato "Napolitano nomina quattro nuovi senatori a vita: Claudio Abbado, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia. Perché questa improvvisa “infornata”? Diciamo subito che il ruolo politico dei senatori a vita si è profondamente modificato nel corso degli anni, rispetto all’originario disegno costituzionale. L’istituto (art. 59 Cost.) fu introdotto come "limitata deroga al principio di sovranità popolare" (Alberti) al fine di assicurare nella "seconda camera" la presenza di "personalità di altissima competenza" (Ambrosini). Ma se queste personalità sono così “capaci”, perché non si candidano direttamente? Questa era la domanda – ancora attualissima – di Terracini, il quale così si oppose all’introduzione dell’art. 59 Cost.: "Se vi sono persone le quali, in possesso di requisiti di carattere particolarissimo, rifuggono dalla vita politica, è bene che dalla vita politica siano tenuti fuori perché la loro avversione rappresenta un elemento deteriore". L’idea, in ogni caso, era quella di differenziare – pur nel “bicameralismo perfetto” del nostro sistema parlamentare – il Senato dalla Camera, con la presenza, nella cosiddetta Camera Alta, di personalità di rango. Ma i costituenti non ipotizzarono che i senatori a vita potessero risultare politicamente decisivi all’interno degli equilibri tra Governo e Parlamento? L’unico che vide chiaro il problema fu, ancora una volta, Terracini: "la nomina a vita urta contro il principio del rinnovamento del Senato; ogni celebrità, per quanto viva astratta dalla vita politica, ha in definitiva di fronte ai problemi politici un suo determinato atteggiamento, che si rifletterebbe inevitabilmente sulla fisionomia politica del Senato quale risulta dalle elezioni". All'epoca, tuttavia, il rischio sembrava più astratto che reale. Tutto ciò si è, però, modificato nel corso del tempo. Una prima, rilevante, inversione del dettato costituzionale si verificò sotto la Presidenza Pertini. L’articolo 59 Cost. prevede, nel suo secondo comma, che "Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita 5 cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario". Sino agli anni Ottanta, l’articolo fu interpretato nel senso che il numero dei senatori a vita presenti in Senato fosse certo, predeterminato dalla Costituzione: mai superiore a 5. Nel 1984, tuttavia, Pertini sostenne che quel numero si dovesse riferire alla persona del Presidente della Repubblica e non alla carica di senatore: ciascun Presidente della Repubblica – in altri termini – avrebbe potuto nominare nel corso del suo mandato 5 senatori a vita (indipendentemente dal numero dei senatori complessivamente presenti in 12 Parlamento). Fu così che, con Pertini, i senatori a vita superarono il numero complessivo di 5. Al momento dell’elezione di Pertini, infatti, erano già senatori a vita Cesare Merzagora ed Amintore Fanfani. Pertini ne nominò dapprima 3 (Leo Valiani, Eduardo De Filippo e Camilla Ravera), portando così il numero a 5. Dopodiché sostenne che, ai sensi del dettato costituzionale, potesse nominarne ancora 2. E così fece, con le nomine di Norberto Bobbio e Carlo Bo. Anche Cossiga seguirà tale prassi, mentre né Scalfaro né Ciampi si discostarono dall’interpretazione “tradizionale” dell’art. 59 Cost. Ad oggi, in ogni caso, il numero dei senatori a vita resta sempre incerto, di fatto non-predeterminato dalla Costituzione. Ciò che ci interessa, però, è il cambiamento del ruolo politico dei senatori a vita che si è prodotto in questi ultimi trent’anni. A partire, infatti, dalla fine della Prima Repubblica, i senatori a vita sono stati fondamentali per determinare le sorti e la tenuta dei Governi. Così, ad esempio, il primo governo Berlusconi ottenne la fiducia al Senato con un voto in più del necessario, e ciò grazie ai voti dei senatori a vita (Gianni Agnelli, Francesco Cossiga, Giovanni Leone). Si pensi, ancora, al 2006, con l’approvazione della mozione di fiducia al nuovo esecutivo Prodi, sempre grazie all’intervento decisivo dei senatori a vita. Con la fine, in altri termini, degli equilibri politici della Prima Repubblica, il ruolo dei senatori a vita è cambiato, divenendo sempre più politicamente decisivo per la formazione e la stabilità dei Governi. Da qui le proposte ed i dibattiti per l’abrogazione dell’istituto, che hanno trovato sostenitori in schieramenti politici molto diversi tra loro. Da ultimo, anche Grillo – in un post risalente all’agosto del 2012 (esattamente un anno fa, prima della mossa odierna di Napolitano) – aveva, correttamente, notato: In Senato pochi voti possono determinare l'esito di un voto di fiducia o l'approvazione di una legge non costituzionale. E' già successo. I senatori a vita possono risultare decisivi. E' già successo. La composizione del Parlamento, in teoria, dovrebbe essere decisa solo dal popolo sovrano. Non è così. L'istituto delle nomina del senatore a vita sfugge a qualunque controllo democratico. E' una promozione di carattere feudale, baronale, come ai tempi dei valvassini e dei valvassori. Per diritto divino. Il presidente in carica può influenzare senza rendere conto a nessuno la legislatura successiva alla sua presidenza nominando chi gli aggrada. Napolitano, per la verità, aveva già dato prova di considerare la nomina dei senatori a vita uno strumento politico fondamentale: la nomina di Mario Monti, appena precedente la sua chiamata al Governo, ne è stato un esempio evidente. Ma oggi la “mossa” di Napolitano ha un significato politico ancora maggiore, se possibile, del precedente. I 4 senatori appena nominati saranno, probabilmente, decisivi nel caso in cui il Governo Letta dovesse entrare in crisi. Essi, infatti, potrebbero garantire quella manciata di voti necessaria ad un possibile Letta-bis, nel caso in cui Berlusconi dovesse cercare la crisi di Governo e le elezioni anticipate. Napolitano si dimostra, ancora una volta, il politico più accorto e il vero capo di un Governo di coalizione, delle “larghe intese”, in cui Letta è solo formalmente il Premier, ma non è, in realtà, che l’uomo del Presidente. Il Capo dello Stato – questo è noto – non vuole le elezioni, non è disposto a sciogliere anticipatamente le Camere. E, per questo, egli ha appoggiato la soluzione Violante (rinvio alla Consulta) per salvare Berlusconi. Ma, visto che essa potrebbe non rivelarsi sufficiente, Napolitano ha preparato la contro-mossa: il controllo di 4 nuovi senatori. È sufficiente sedersi ad un tavolo e fare un po’ di calcoli per capire che un Letta-bis, per ottenere la maggioranza al Senato, avrebbe bisogno – fermi i voti del Pd e dei montiani – giusto di un altro po’ di senatori passati al di là dei ranghi (chiamatelo tradimento, compravendita, libero mandato, come volete), nonché proprio di altri 3 o 4 senatori. Che siano proprio i senatori a vita di nuova nomina? L’esercizio di un potere costituzionalmente previsto è, ancora una volta, strumento per il controllo del "sistema" politico da parte del Capo dello Stato. La nomina dei 4 senatori prepara, infatti, un Letta-bis, ossia una nuova operazione politica che avrà il compito di evitare le elezioni anticipate, tenendo “bloccata” una maggioranza parlamentare del tutto fittizia e salvando, ancora per un po’, la vecchia politica dei partiti. È Napolitano che sta assicurando questa sopravvivenza, ed è pertanto dalla politica di Napolitano – nascosta dietro la sua “neutralità” costituzionale – che bisogna a tutti i costi uscire. Invece di fare nuovi senatori a vita bisognava abolire questo istituto frutto di un residuo storico più monarchico che repubblicano. Ma ormai viviamo sotto Re Giorgio, e allora non ci resta che parlare di problemi come la “grazia” o “i senatori a vita”. E cioè dei privilegi del monarca che sta pensando tutti i modi per salvare il suo Governo. E questo Paese si sveglia ogni giorno sempre più diviso tra senatori a vita e sudditi a vita. P.S. Una nota finale, sui nomi dei senatori, meriti e competenze scientifiche o artistiche escluse. Stupisce non poco la nomina soprattutto di Elena Cattaneo, la quale è – a quanto mi risulta – la più giovane senatrice a vita mai nominata, appena cinquantenne (è nata nel 1962). Sembra abbastanza inopportuno, specie in un momento come questo, garantire ad una donna di cinquant’anni, con una nomina dall’alto e quindi senza alcuna legittimazione democratica, uno stipendio vita natural durante (diciamo, statisticamente, per i prossimi trent’anni?). Un senatore a vita percepisce – comprese diaria, indennità, rimborsi – , all’incirca, 13.000 euro netti al mese (211.502 Euro lordi all’anno). Quanto ci costerà la senatrice Cattaneo? E se – come sembra uso – i senatori a vita campano più degli altri (guardate la Montalcini, ma anche Andreotti e Carlo Azelio Ciampi). Ed ecco, allora, che in tempi di crisi, dove sono difficili da trovare finanze per la cassaintegrazione, Re Giorgio si scopre particolarmente magnanimo, scaricando sul bilancio dello Stato – e su di noi – quattro nuovi stipendi, non proprio “popolari”. Viva la Repubblica!" Paolo Becchi Sos Motori Minarelli Non siamo carne da macello Minipost 31.08.2013 Trasporti/Viabilità 31.08.2013 "Emergenza alla Motori Minarelli, 56 persone rischiano il licenziamento. Uno degli operai in luglio ha scritto questa lettera al pilota della Yamaha (con ingaggio milionario!!) Valentino Rossi: "Ciao Dottore - scrive su Facebook l'operaio - sono un dipendente della Motori Minarelli di Bologna, primario partner europeo di Yamaha per la produzione di motori da scooter e moto. Mi faccio portavoce di tutti i dipendenti e sindacati per denunciare la grave situazione aziendale. Correva l'anno 2008, l'11 aprile si festeggiava il 10milionesimo motore prodotto con grande festa aziendale, grandi ringraziamenti da parte della dirigenza italiana e giapponese, e la moto campione del mondo in bella vista. A distanza di sei mesi veniamo travolti come tutti dalla crisi, con grandi scuse dalla dirigenza giapponese per gli errati calcoli di mercato e dimissioni in tronco del presidente. Nel corso di questi anni si è ricorso ad ogni tipo di ammortizzatore sociale, ma continuando a non vigilare su sprechi e organizzazione come se nulla fosse successo. Oggi Motori Minarelli dichiara di volere licenziare 56 operai, incolpevoli delle scelte fatte negli anni addietro, siamo passati dalle oltre 400 unità lavorative a circa 290, e come sempre gli errori dei dirigenti ricadono sugli operai. Mandiamo a casa chi ci ha fatto perdere lavoro, competitività e soldi!" Nicola 13 "Partiamo da un’evidenza: a Paderno Dugnano, a nord di Milano, vogliono realizzare un’autostrada a 14 corsie a cielo aperto, in sopraelevata, con ponte alto 40 metri, in pieno centro abitato, in nome di Expo, il cui disciplinare di gara è stato firmato da un funzionario indagato per turbativa d'asta. Contro quest’opera ci sono due mozioni, ignorate totalmente dal Governatore Maroni, una del Consiglio Provinciale di Milano e l’altra del Consiglio Regionale Lombardo (la 55 del 2013 approvata all'unanimità), oltre a diverse iniziative parlamentari volte a chiedere l'applicazione dei dispositivi delle due mozioni, e all’Ordine del Giorno a 5 stelle approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale Lombardo che invita la Giunta a introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, un sistema di valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche regionali di ogni assessorato. Prendiamo ora un’altra evidenza: la Commissione europea procede contro l’Italia per la mancata osservanza delle norme di qualità dell’aria in numerose zone italiane relative a un pericoloso inquinante atmosferico, il particolato fine o PM10. Queste particelle, contenute principalmente nelle emissioni del traffico e degli impianti di riscaldamento domestico, possono causare asma, problemi cardiovascolari, tumore ai polmoni e morte prematura. Un secondo e ultimo avvertimento scritto è stato appena inviato all’Italia. E valutiamo ora quanto è stato scritto nell’ultima delirante uscita di Regione Lombardia e Governo Letta (agosto 2013, che ha determinato la convocazione della Conferenza dei Servizi, ultimo atto procedurale prima dell’inizio degli scavi): il parere è favorevole all’autostrada purché, prima della messa in esercizio, “venga prodotta una relazione che stimi il numero di eventi attesi di mortalità e morbilità attribuibili all’esposizione della popolazione agli inquinanti determinati dall’opera”. In conclusione, manca solo la conta dei morti! Questa situazione è da rivoluzione civile e sorprende non sia ancora avvenuta. L’Europa ci multa perché stiamo morendo soffocati dagli inquinanti dell’aria. L’OMS chiede di arrivare al 2020 valutando la salute dei cittadini anche e soprattutto in termini di benessere più generale. E Regione Lombardia e Governo Letta ci dicono che basta contare in quanti muoiono! Quale benessere ricavano i cittadini del nord Milano ad essere gassati, in nome di Expo, che dovrebbe “nutrire il pianeta”? Forse si è aperto un nuovo padiglione di Expo, dedicato alla “carne da macello”? La cultura dei nostri governanti è da brivido! I nostri governanti non rispettano le normative europee. Non sono dotati di buon senso da buon padre di famiglia. Non sono dotati di un idea di progresso utile alla collettività. E, dichiarando per iscritto che quest’opera genererà morti da contare, dovrebbero essere denunciati per crimini contro l’umanità. L'interramento era la soluzione, per tutti. E invece, per interessi “ignoti”, il progetto interrato non è stato mai considerato e si è arrivati alla Conferenza dei Servizi del 5 settembre con un progetto devastante per la salute dei cittadini, per il territorio e per l’ambiente. E ora ci vengono a dire che in questa partita gli unici "perdenti" saranno I cittadini, di cui vanno contati i morti. I cittadini oggi non sono più disposti a farsi sopraffare, non accetteranno mai di essere ancora una volta gli unici a perdere. All’egoismo e all’insensatezza c’è un limite! Questo è il punto: o si vince tutti, o non possono essere i cittadini gli unici a perdere. Con la loro vita! Noi non siamo carne da macello! Chiunque condivida questo urlo di dolore può partecipare alla Conferenza dei Servizi che si terrà il prossimo 5 settembre, piazzale Morandi, 1, Milano. E’ terminato il tempo in cui qualche governante miope decide della nostra vita in una stanza chiusa del Provveditorato dei Lavori Pubblici". Silvana Carcano, M5S Lombardia 14