Volume 8, numero 35
Sommario
01.09.2013
Economia
Editoriale
La paura del pensiero
Lo stallo delle Istituzioni
"Gli uomini temono il pensiero più di
qualsiasi cosa al mondo, più della rovina,
più della morte stessa. Il pensiero è
rivoluzionario e terribile. Il pensiero non
guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite
e alle abitudini confortevoli. Il pensiero è
senza legge, indipendente dall'autorità,
noncurante dell'approvata saggezza
dell'età. Il pensiero può guardare nel
fondo dell'abisso e non avere timore. Ma
se il pensiero diventa proprietà di molti e
non privilegio di pochi, dobbiamo finirla
con la paura." Bertrand Russell
"Questo Governo – così come, del
resto, quello che lo ha preceduto – è
conseguenza di un’operazione politica
voluta e diretta dal Presidente della
Repubblica. E’ un Governo "anomalo":
dopo quello di Monti, infatti, è il secondo
dei due governi presidenziali di una
Repubblica che solo formalmente è
parlamentare. Letta e la sua compagine
ministeriale sono il risultato di una
maggioranza delle larghe intese imposta
da Napolitano allo scopo di riformare la
Costituzione in senso presidenziale
introducendo
un
nuovo
sistema
elettorale ad hoc. E tutto questo senza
alcuna legittimazione popolare. Si tratta
di una svolta autoritaria, di un autentico
tradimento rispetto ai padri costituenti
che potrà esser bloccato solo dalla fine
di questa legislatura. E già questa
sarebbe una buona ragione affinché
essa finisca rapidamente.
Diciamolo però con franchezza. In realtà
“le larghe intese” non sono mai nate e ci
stiamo avvicinando semplicemente alla
conclusione di qualcosa che è rimasto
solo a livello embrionale: un aborto
terapeutico, insomma. Certo, che una
sentenza possa far cadere una
legislatura è di nuovo una "anomalia",
ma è difficile pensare che una volta
estromesso Berlusconi dal Parlamento i
suoi ministri possano restare ancora al
Governo.
Insomma, il matrimonio voluto da
Napolitano
sembra
andare
inevitabilmente verso un divorzio certo
non consensuale (altro che pacificazione
nazionale!). La crisi di Governo, lo voglia
o meno riconoscere il Presidente della
Repubblica, pare inevitabile. Le “larghe
intese” sono servite solo a prolungare
l’agonia del Paese. In un Paese normale
si prenderebbe atto dell’impossibilità di
continuare l’esperienza di Governo e
della necessità di ritornare al voto perché
è diventato ora del tutto evidente che
questo Governo è il risultato artificiale di
una maggioranza non corrispondente
all’ultimo risultato elettorale.
Le recenti dichiarazioni di Letta non
fanno che confermare tutto ciò: "Il mio è
Passaparola- La ripresa che non c'è
Politica
25.08.2013
Minipost
Come lo Stato riesce a mettere in
difficoltà una azienda
La menzogna di Guerisoli
La Siria e "l'ora delle decisioni"
Elicotteri all'amianto
Le manette e i politici
Costituzione in Movimento
Sos Motori Minarelli
MoVimento
Contano solo i fatti
Un giorno particolare
Muro del pianto
Il senso del limite
I pensieri di Renzie
Errare è umano, perseverare è
Napolitano
La Siria e la terza guerra mondiale Massimo Fini
L'Italia è cotta. E adesso cuociamo per
benino gli italiani
Quattro voti per Letta
Politica
Lo stallo delle Istituzioni
Il tempo delle mele è finito
Trasporti/Viabilità
In-giustizia ad Alta Velocità
Non siamo carne da macello
1
un governo parlamentare di grande
coalizione – ha dichiarato il Premier in
visita in Austria – e deve la sua fiducia al
Presidente della Repubblica e al
Parlamento e lavorerà finché avrà la
fiducia del presidente della Repubblica e
del
Parlamento".
Cosa
significa?
Significa che solo formalmente il suo è
un Governo parlamentare: è la fiducia di
Napolitano ciò da cui dipende la stabilità
e la tenuta del Governo. Del resto, anche
se dovesse perdere la fiducia del
Parlamento, questo Governo resterà in
carica per gli affari correnti fino a che lo
vorrà Napolitano (come ci ha insegnato
l’esperienza Monti). E ancora: davvero il
Governo Letta ha la fiducia della
maggioranza parlamentare? Certo, ma
una fiducia cui Pd e Pdl sono stati
obbligati dal Capo dello Stato, a partire
dalla sua rielezione e dalle condizioni da
lui imposte per proseguire il suo
mandato. Napolitano avrebbe, allora,
dovuto da tempo prendere atto del
fallimento della sua ipotesi di governo e
rassegnare lui le dimissioni come
richiesto dal capo del M5S. Avrebbe
potuto limitarsi – per non gettare il Paese
in una crisi istituzionale senza precedenti
– a giustificare il proprio atto con la
stanchezza dovuta all’età avanzata: tutti
avrebbero compreso il suo farsi da parte.
Diverso, invece, è minacciare le proprie
dimissioni per salvare il governo:
sarebbe inaccettabile, equivarrebbe ad
un ricatto. Napolitano si esporrebbe a
molte critiche se, oggi, dovesse decidere
di rassegnare le proprie dimissioni al
solo scopo di impedire le elezioni.
Insomma: non c’è neppure più tempo per
una fine anticipata del mandato del Capo
dello Stato.
Si potrebbe forse pensare di dare un
mandato esplorativo al MoVimento 5
Stelle: ne avrebbe il diritto, dopo essere
stato messo nell’angolo privilegiando le
larghe intese. Ma che servirebbe in
fondo? Solo a perdere tempo: e, ormai,
tempo non ne abbiamo più. Inoltre Pd e
Pdl stanno rovinandosi da soli, ed al
M5S conviene lasciarli cuocere da soli,
nella loro acqua: come si dice a Napoli,
"O purpo se coce dint’ all’acqua soja". Il
Presidente della Repubblica è dell’idea
che non si possa andare a votare con
questa legge elettorale ed è sicuramente
un’argomentazione
forte,
tenendo
presente che all’inizio di dicembre la
Corte Costituzionale sarà chiamata ad
esprimersi
sull’illegittimità
della
medesima. Ma il problema è: questa
accozzaglia di partiti non è riuscita negli
ultimi otto anni a cambiare questa legge
elettorale.
Dovrebbero
mettersi
d’accordo ora? E cosi siamo allo stallo. Il
Presidente
della
Repubblica
che
cercherà in ogni modo di bloccare le
elezioni, ed un Parlamento che non sarà
in grado di fare la legge elettorale. E
intanto il Paese brucia." Paolo Becchi
Come lo Stato riesce a
mettere in difficoltà una
azienda
Il senso del limite
Muro del pianto
25.08.2013
Minipost
25.08.2013
"Spesso si parla dei ritardi dei
pagamenti
della
pubblica
amministrazione nei confronti delle
imprese, ma altrettanto spesso credo
che la maggior parte delle persone non
capiscano effettivamente come il ritardo
del pagamento possa creare tanti disagi.
Ecco un esempio pratico e documentato
di come le imprese finanziano il nostro
stato e di come questi ritardati
pagamenti possano mettere in difficoltà
serie un azienda. Lo scorso 2 agosto
2013 ricevo una lettera dalla Regione
Lazio in cui mi si comunica che per
effetto del D.L 35/13 tale ente
provvederà a pagare una prima tranche
dei suoi debiti verso i fornitori. Il debito
che risale al 24/1/2008 ammonta a
441,00 euro. Ad oggi sono passati 5 anni
e 7 mesi! La ASL vuole lavorare con
tariffe scontate rispetto al listino di circa il
25%. La prestazione effettuata avrebbe
un valore di mercato di 551euro.
Un'azienda che non riceve il pagamento
delle proprie fatture è spesso costretta a
ricorrere al fido in banca. Ipotizziamo che
paghi un tasso d’interesse costante
dell’8%. In 5 anni e 7 mesi questi
interessi ammonterebbero a 271 euro.
La mia azienda a fronte di una
prestazione che 5 anni fa valeva sul
mercato 551euro incasserà - forse - un
netto di 170euro circa con una
minusvalenza paria a 271euro, con una
perdita del 69%. Secondo voi è
sostenibile lavorare in questo modo ? In
questo modo la mia azienda ha prestato
441euro per quasi 6 anni alla Regione a
tasso zero, non credete? E poi ci si
stupisce se i fornitori delle pubbliche
amministrazioni aumentano i costi in
modo spropositato o forniscono servizi
scarsi. La mia azienda si rifiuterà di
fornire ulteriori servizi alle pubbliche
amministrazioni . Grazie per l'attenzione
e scusate il disturbo" Raffaele Fanelli
2
Oggi, a seguito della lettura di un
libretto di Petrini e Olmi, ragionavo sul
fatto che il primato dell'economia nella
vita dell'umanità è brevissimo, non sono
neanche tre secoli, se lo facciamo partire
dalla rivoluzione industriale. Prima di
allora il primato dell'attività umana da chi
era detenuto? Dall'agricoltura? Dall'arte?
dalla letteratura? Quando sono state
realizzate opere senza tempo, come
quelle dei grandi maestri dell'arte e della
letteratura, della musica e delle scienze,
l'economia non era certamente la
scienza primaria, ce n'erano almeno
cinque o sei. Oggi riduciamo tutto a
mere
espressioni
economiche,
a
indicatori tanto generici quanto distanti
anni luce dalla rappresentazione della
realtà. Chiediamo a questa disciplina di
governare tutta la nostra esistenza,
riducendola a un passaggio materiale su
un pianeta terra. È come se dei genitori
si preoccupassero semplicemente di
mostrare ai loro figli l'estratto conto
periodicamente,
sottolineando
che,
grazie all'intenso lavoro di mamma e
papà, la loro famiglia è in grado di
permettersi il regolare pagamento del
mutuo per la casa, per la macchina, per
la villetta al mare, per tutti i giochi e le
tecnologie più avanzate. Poco conta che
quei genitori non vedano che i propri figli
sono malnutriti, psicologicamente e
moralmente
provati
e
disturbati
dall'assenza e dalla inettitudine dei
genitori, e magari pure ignoranti e
incapaci di costruire serie relazioni
sociali.
Oggi i nostri genitori nelle Istituzioni, dal
condannato, a Bersani, a Monti, a Letta,
si preoccupano e si sono solo
preoccupati di mostrarci gli sforzi per
avere l'estratto conto corretto. Mentre un
buon padre di famiglia dovrebbe
occuparsi della qualità di vita dei suoi
figli, del loro accrescimento culturale,
della loro maturazione equilibrata, sana,
in pace e in armonia con la società e
l'ambiente circostante. È giunto il tempo
di ridare il giusto peso e senso
all'economia, ipotizzando un nuovo
riferimento culturale, nonché linguistico.
È ormai insopportabile sentir parlare
ministri, politici, imprenditori, al pari di
come parlavano i loro pari 50 o 60 anni
fa. E hanno ragione Petrini e Pallante
quando dicono che questa nuova
dimensione deve avere come obiettivo
primario il governo del limite. Lo diceva
Beppe Grillo nell'introduzione ad un testo
di Pallante: la parola che i politici
dovrebbero pronunciare maggiormente è
la parola MENO. In qualsiasi nostra
azione, sia essa economica, culturale,
nei rapporti sociali, la capacità di limitarsi
con saggezza deve diventare prioritaria.
Un senso del limite che diventa una
conquista di cui essere orgogliosi,
perché nel governare i limiti scopriamo i
componenti che danno gioia all'uomo.
Anche perché non c'è nulla di più
inaccettabile,
ingiusto
e
ormai
intollerabile dello spreco di cibo.
Produciamo cibo per 12 miliardi di esseri
viventi, siamo più di 7 miliardi, 1 miliardo
soffre di malnutrizione, di fame, buttiamo
via tra il 40-45% della produzione
alimentare. Mai successo nella storia
dell'umanità. Lo spreco è all'opposto
della gestione del limite, e lo spreco di
cibo, ai danni di persone che soffrono la
fame, dovrebbe obbligare tutti i politici a
tutti i livelli a rivedere tutte le loro
convinzioni, soprattutto in termini di
politiche agricole e di sovranità
alimentare.
In
contemporanea,
vergognosamente, i sistemi informativi
ignorano le questioni, tutti attenti a
sproloquiare sul condannato e sulle sue
preoccupazioni.
Se oggi, per disgrazia, un evento
qualsiasi causasse la morte di 25.000
persone, tutti gli organi di comunicazione
si dedicherebbero a parlare di questo
dramma. Bè, oggi sono morte 25.000
persone per fame, e per sete, sono
morte ieri, moriranno domani. Nessuno
ne parla. Chiunque oggi dia valore ad
espressioni quali crescita economica,
espansione, PIL, e a tutti quei
fondamenti economici che hanno
generato il controllo delle nostre vite,
ingrassando alcune parti del mondo,
portando alla morte per fame e per sete
altre parti del mondo, accetta questo
sistema ormai criminale. Oggi, i partiti
politici italiani, nessuno escluso, ad
eccezione del M5S, si rifanno ancora a
questi modelli criminali, portandoci verso
il baratro e la disperazione. Sono
convinta che i concetti a cui si rifà il M5S,
quali quelli della decrescita e della
sovranità alimentare, del diritto al cibo e
all'acqua
pubblica,
dell'istruzione
pubblica, dell'auto sufficienza energetica,
solo per citarne alcuni, possono essere
tradotti concretamente, a beneficio di
tutti, solo con un ricambio politico
profondissimo, che riesca davvero a
esprimere persone slegate da lobby,
ordini, caste, banche.
Noi non molleremo mai...".
Silvana Carcano, portavoce MoVimento
5 Stelle Consiglio Regionale Lombardia
Il tempo delle mele è finito
Politica
26.08.2013
Quando il gioco si fa duro, i duri
cominciano a giocare. I tempi che ci
attendono non sono fatti per portaborse,
comparse,
cortigiani,
inciucisti,
voltagabbana, politichini costruiti in
laboratorio
come
Letta
e
Lupi,
ectoplasmi che sono persino riusciti a
evitare la leva militare. E' finito il tempo
delle mele. Il Sistema protegge sé stesso
come una belva feroce. Non cede su
nulla. Nessun taglio ai privilegi, dalle
pensioni d'oro, ai finanziamenti elettorali.
L'indifferenza più completa verso la
volontà popolare. Gli italiani trattati come
servi. Questi vanno cacciati a calci nel
culo. Ogni voto, un calcio in culo. Il
MoVimento 5 Stelle è il primo partito
italiano ed ha ottenuto soltanto una
presidenza di commissione, quella della
Vigilanza RAI. Le altre, che ci
spettavano, tra cui il Copasir, se le sono
spartite i partiti. Prima coalizzati per il
voto, poi dissociati per le poltrone e per
l'occupazione militare delle istituzioni.
Roberto Fico ha chiesto ufficialmente chi
sono le società che si incamerano un
miliardo all'anno dalla RAI, le cosiddette
"happy five", alla Tarantola e al consiglio
di amministrazione. Questi spudorati,
all'unanimità, hanno risposto che non
possono fornirgli i dati. Tarantola, la
avverto insieme ai consiglieri, la partita
per la trasparenza della RAI è appena
iniziata. Non crediate di cavarvela con un
comunicato. La RAI è occupata dai partiti
e dai loro manutengoli. Ci vuole una
grande pulizia.
Spesso mi chiedo cosa ci stiamo a fare
in Parlamento, nessuna nostra proposta
è stata accettata. Nessuna legge
parlamentare è stata approvata. La farsa
di un presidente della Repubblica eletto
da Berlusconi (ricordate i suoi applausi
alla nomina e il sorrisone da cumenda da
guancia a guancia?) che disegna da anni
strategie fallimentari come investito da
un'autorità suprema, prima Rigor Montis,
poi Capitan Findus Letta, sta andando
avanti come se niente fosse successo.
Di economia nessuno parla più mentre il
Paese viene strangolato. E' necessario
tornare immediatamente alle elezioni e
poi, se governerà il M5S, cambiare in
senso democratico la legge elettorale,
farla approvare da un referendum e
incardinarla in Costituzione. C'è forse
qualche anima bella che crede di poterla
cambiare con chi non ha mosso un dito
in otto anni e che vorrebbe una
Repubblica
presidenziale
con
il
Parlamento ridotto a uno stuoino? Il
M5S è stato l'unico a votare in
Parlamento
perché
il
Porcellum
decadesse. Le 350.000 firme di
Parlamento Pulito per introdurre la
preferenza sono state lasciate marcire
dal 2007 da tutti i partiti, nessuno
escluso, e dalle Istituzioni. Mai sentita
3
una parola in proposito da Napolitano.
Qualche grande firma si informi prima di
sparare cazzate. Questi non cederanno
niente, neppure un'unghia incarnita.
Adesso non c'è più tempo. O vanno a
casa loro, o va a casa il Paese. In mezzo
non c'è nulla. Prepariamoci alle elezioni
per vincerle.
La menzogna di Guerisoli
Minipost
26.08.2013
"La parola fine l’ha messa, dopo un
annetto di scambi velenosissimi, un
pubblico ministero, sebbene la nebbia si
fosse già un po’ diradata fra retromarce
e amnesie assortite. Beppe Grillo, dice
oggi la Procura di Genova, non ha mai
preso soldi in nero ai tempi in cui si esibì
per la Cisl, al contrario di quel che disse
in radio l’ex segretario confederale del
sindacato Giovanni Guerisoli. E per
questo lo stesso Guerisoli, insieme a
Giuseppe Cruciani, conduttore della
popolare trasmissione tv La Zanzara in
onda su Radio 24, rischia di finire a
processo per diffamazione aggravata,
alla ripresa della piena attività giudiziaria
dopo la pausa estiva. Tecnicamente,
quel che il sostituto procuratore Vittorio
Ranieri Miniati gli ha inviato nelle scorse
settimane è un "avviso di conclusione
delle indagini preliminari", preludio della
richiesta di rinvio a giudizio. Nei fatti, per
contestare all’ex leader sindacale (e
fondatore della Rete sociale e del lavoro
del Partito Democratico) di aver
diffamato il comico divenuto politico, il
pm dimostra senza ombra di dubbio che
non v’è alcune prova di pagamenti
sottobanco nell'esibizione contestata.
Semmai il contrario. [...] Il capo del
Movimento
Cinque
Stelle
aveva
attaccato la performance di Roberto
Benigni alla festa dem di Reggio Emilia,
chiedendosi dove avessero trovato i
soldi per permettersi un happening del
genere. Lucio Presta, manager di
Benigni, spiegò che non era stato fissato
alcun compenso “preventivo”, ma
l’attore-regista intascò una percentuale
sui biglietti venduti per lo show. A
distanza di qualche giorno era arrivato
una sorta di contrattacco, che i magistrati
oggi definiscono scomposto, per bocca
di Giovanni Guerisoli, nel frattempo
entrato della galassia Pd e - come detto tra i fondatori della Rete del sociale e del
Lavoro. Nel mezzo d’una puntata della
Zanzara, e intervistato da Cruciani,
domandava ironicamente se il Grillo che
sparava contro l’iniziativa democratica e i
presunti pagamenti a Benigni fosse lo
stesso che "per uno spettacolo del
1999", chiese alla Cisl "dieci milioni in
nero".
Aggiungendo
che
quelle
condizioni furono accettate, ma che in
seguito il sindacato ebbe problemi a
giustificare le uscite. Come andarono,
davvero, le cose? Beppe Grillo sulle
prime replicò secco via twitter: "Tutto
falso, querelo Guerisoli". E con il
trascorrere delle settimane pure gli
attuali vertici Cisl presero un po’ le
distanze dal loro dirigente storico, che
con il tempo aveva drasticamente
ridimensionato
l’impegno
politico
limitandosi
all'amministrazione
di
Grottaferrata (Roma): Guerisoli forse si
confonde, fecero sapere, poiché di
quella serata dovrebbero esserci fatture
e soprattutto si svolse tre anni prima in
un altro luogo (non Numana in provincia
di Ancona come fu riferito in diretta, ma
appunto Rimini, ndr). Beppe Grillo,
tramite il nipote avvocato Enrico Grillo,
ha sporto comunque denuncia, portando
carte chiare a sostenere la regolarità
della prestazione. E a distanza di quasi
vent’anni sull’affaire si è pronunciato
infine un magistrato. Scrive quindi il pm
Miniati che la circostanza del pagamento
in nero è "falsa". E chi accusò Grillo, a
meno che non si materializzi una
transazione fuori dal tribunale con
successivo ritiro della querela (procedura
del tutto legale) sarà processato". Il
Secolo XIX
4
Passaparola- La ripresa che
non c'è
Economia
26.08.2013
Tutto questo ottimismo sullo
prospettive
economiche
sembra
eccessivo, rispetto a delle questioni
tecniche ancora annidate e pericolose
nei
bilanci
delle
pubbliche
amministrazioni
sia
centrali
che
periferiche. Nei bilanci noi non abbiamo
esattamente contezza, bisogna bene
comprendere che il bilancio di un ente
territoriale non è esattamente un bilancio
con un conto economico e uno stato
patrimoniale, il debito si manifesta nel
momento in cui pago, in cui c’è l’esborso
di cassa, se non pago, non ho debiti
pendenti.In questa follia contabile, i conti
degli enti territoriali vengono fatti per
cassa e non per competenza, quindi i
mancati pagamenti ai fornitori ha
assunto
dimensioni
enormi.Alfonso
Scarano
Il Passaparola di Alfonso
Scarano,
analista
finanziario
indipendente e Presidente di AssoTAG
Sono
Alfonso
Scarano,
analista
finanziario indipendente, saluto tutti gli
amici del blog di Beppe Grillo. Negli
ultimi giorni stiamo sentendo spesso che
la crisi economica sta passando. Assisto
con un certo stupore a questa rincorsa a
affermazioni ottimistiche. Un ultimo
report dell'Associazione degli analisi
finanziari, la Aiaf, titola “È arrivata la
ripresa!!!”, con tre punti esclamativi , io
sarei un pochino più cauto, anche
perché i numeri dell’economia sono
ancora pessimi e non danno tutta quella
univocità alla ripresa. Se questa ripresa
fosse tutta vincolata a un mantenimento
di un governo sarebbe una ripresa
piuttosto debole, una ripresa che non ha
motivi interni economici, comunque
troppo protetta da un governo che in
realtà ha rimandato troppo le troppe
cose delicate da fare. In particolare i
conti pubblici sono peggiorati e la ripresa
non si nota granché. Per esempio dal
punto di vista fiscale la raccolta delle
imposte dirette è aumentata, ma delle
imposte indirette è diminuita e questo a
causa della crisi economica.
D’altro
canto stupisce a volte vedere un report
tecnico che ha un titolo così categorico:
"è arrivata la ripresa" con tre punti
esclamativi e non affronta il tema del
lavoro che ancora soffre moltissimo e
probabilmente soffrirà anche di più nella
ripresa del prossimo settembre. Questo
report dell’Aiaf è basato su un indicatore
PMI fatto da una azienda privata, la
Markit, la stessa azienda che raccoglie i
dati dei CDS , e che costruisce questo
indicatore con delle interviste.
Non
sappiamo esattamente o non viene ben
chiarito il dettaglio analitico del contenuto
tecnico di queste interviste e soprattutto i
criteri di verifica di queste interviste, per
cui questo report è tutto da vedere! La
follia contabile degli enti territoriali Il
derivato finanziario è un contratto
costruito tipicamente su un debito, nel
caso dei contratti derivati sugli enti
territoriali, cioè sui comuni, le regioni, le
province, ma anche sul caso del
MEF(Ministero dell'Economia e delle
Finanze), vuole dire che su un debito
con un interesse variabile il contratto
trasforma questo interesse variabile in
fisso e quindi nella trasformazione si
rimodulano i flussi finanziari. In questo
meccanismo di matematica finanziaria
però si possono creare delle forbici, delle
differenze di valore, e quindi il contratto
derivato può creare avanzi o disavanzi.
Questi sono i derivati sul tasso di
interesse, poi ci sono i derivati sulle
valute e su altri cosiddetti sottostanti. Il
MEF ha in pancia, pare 160 miliardi di
sottostante, cioè di debito su cui sono
stati fatti questi derivati e un annetto fa,
sono stati rimodulati 40 miliardi di
sottostante circa. Questi 40 miliardi, a
seconda delle notizie e le informazioni di
stampa, avrebbero creato un disavanzo
di 8 miliardi.
Tutto questo però non
riusciamo a vederlo, calcolarlo, ma lo
apprendiamo
semplicemente
dalle
dichiarazioni estemporanee e dalle
documentazioni
insufficienti.
Come
associazione dei consulenti tecnici delle
procure dei tribunali abbiamo scritto a
Napolitano una lettera aperta chiedendo
la possibilità di poter guardare dentro a
questi contratti per fare trasparenza.
Teniamo molto, come tecnici in
associazione a spingere la trasparenza
come criterio di giusta democrazia, i
cittadini dovrebbero bene conoscere se il
loro comune, la loro regione, provincia,
ha in pancia dei derivati finanziari o
costruzioni finanziarie, che potrebbero
creare rischi o disavanzi a cui poi
dovranno mettere riparo potenzialmente
disservizi o tagli addirittura di servizi.
Tutto questo ottimismo sullo prospettive
economiche sembra eccessivo, rispetto
a delle questioni tecniche ancora
annidate e pericolose nei bilanci delle
pubbliche amministrazioni sia centrali
che periferiche.
Nei bilanci noi non
abbiamo esattamente contezza, bisogna
bene comprendere che il bilancio di un
ente territoriale non è esattamente un
bilancio con un conto economico e uno
stato patrimoniale, ovvero se io acquisto
una cosa e non la pago questo non dà
luogo istantaneamente a un debito, il
debito si manifesta nel momento in cui
pago, in cui c’è l’esborso di cassa. In
questa follia contabile, i conti degli enti
territoriali vengono fatti per cassa e non
per competenza, si è creato quel
fenomeno grave dei mancati pagamenti
ai fornitori, che ha assunto dimensioni
enormi e è un po’ imbarazzante che poi
si possa arrivare,a cercare di alleviare
queste
situazioni
con
pagamenti
enormemente ritardati a fornitori che
hanno da anni già fornito i loro servizi o
materiali.
Quindi c’è un grosso
problema ancora di trasparenza dei
bilanci, che correttamente si chiamano
rendicontazioni per cassa. Lo spread e
la speculizione finanziaria Letta parla di
rendere più facili gli investimenti esteri,
soprattutto nell’acquisto di marchi italiani,
questo fatto potrebbe essere positivo,
ma se non declinato in una maniera
opportuna potrà diventare devastante! C'
è poca critica sugli investimenti stranieri
nei marchi italiani che dovrebbero essere
condotti per l' utilità del Paese, sennò
uno viene a fare shopping in un
momento di crisi, trovando prezzi di
liquidazione! Quindi non vedo un
contrasto nel merito tecnico utile da
questo punto di vista. E questo verrà
ineluttabilmente con settembre e ottobre.
Si vedrà tutta una campagna di
comunicazione, "Oh che bello vengono a
investire in Italia!", per poi accorgersi che
la multinazionale cinese o americana,
che ha comprato un marchio inizia a
spostare un po’ di produzione da una
parte e dall’altra. D’altro canto la
questione di spingere l’economia dal
punto di vista dello Stato, un leit motive
keynesiano, cioè lo Stato deve favorire i
fenomeni di anticiclicità dell’economia,
non può essere fatto se non con
investimenti, se non con esborso dello
Stato. E quindi il vincolo di pareggio di
bilancio,
in
costituzione,
è
una
nefandezza! Ed è stato inserito
opportunamente, in passato, si renderà
un vincolo sciocco dal punto di vista
tecnico, non accettabile da un punto di
vista etico, anche perché in costituzione
c’è già un altro articolo che dice che le
spese dello Stato devono essere
coperte! E quindi non si capisce perché
se devono essere coperte in un articolo
della costituzione in un altro articolo ti
impone il vincolo di bilancio! Tanto è
vero che il vincolo di bilancio non te lo
pongono ferreo, ma te lo pongono
semiferreo, nel senso che in un
momento di congiuntura si può andare
anche in passivo. Per esempio poi c’è
tutta la questione dello spread. Lo
spread è collegato matematicamente a
uno
strumento
di
speculazione
finanziaria che è il Credit default swap, i
mercati del credit default swap sono
pericolosi perché non trasparenti
e
soggetti a una sorta di oligopolismo, cioè
pochi soggetti multinazionali finanziari
fanno la gran massa degli scambi. A
raccogliere i dati sono le società private
collegate a questi oligopolisti. Quindi si
potrebbe creare quella situazione dei
Signori dello spread, cioè che con
strumenti finanziari e con pochi capitali
possono manovrare la percezione del
rischio, che è la misura del CDS, il CDS
è una assicurazione nel caso di default
del titolo.
Il Credit Default Swap si
acquista
come
se
fosse
una
assicurazione auto o assicurazione furto
e incendio della casa, ma poi devi
entrare nel merito di queste questioni e
scoprire che se non hai il titolo, cioè il
bund o il PTP, il Credit Default Swap lo
puoi compravendere lo stesso, si
chiamano Credit Default Swap nudi. Si
può
quindi
fare
una
enorme
speculazione senza intercettazioni, infatti
la Comunità Europea ha recentemente
aperto un'inchiesta sull’oligopolio dei
Credit Default Swap.
Tutte questioni
che se non si affrontano vengono
delegate a tecnici che tendenzialmente
hanno dei conflitti di interesse,
tipicamente bancari, e che rimangono
nascosti al cittadino! Bisogna fare
chiarezza, sennò il cittadino fa la fine del
romano che guarda l’Aruspice squartare
le vittime e tirare fuori le budella e dire:"Secondo me il raccolto va bene". -"Ma
come fai?"- "Ah, ho squartato io le
budella!" Questo è l’arte dell’aruspicinio.
La cosa curiosa è non si entra in troppe
questioni economiche e finanziarie e non
si definisce né sì specifica il perché di
certi fenomeni.
Alfabetizzazione
finanziaria dal basso Io sono il
Presidente di Assotag, che è la
associazione dei consulenti delle procure
e dei tribunali italiani, in materia
economica e finanziaria. Come Assotag
abbiamo lanciato da qualche mese una
5
iniziativa sulla trasparenza dei derivati
finanziari, per cui qualunque cittadino o
organizzazione può chiederci aiuto
gratuitamente per analizzare e valutare
dei derivati che il loro comune, regione o
provincia abbiano stipulato. Anche gli
stessi comuni, regioni e province si sono
interessati a questa iniziativa per avere
un conteggio indipendente di che cosa
hanno in pancia. Uno dei primi che ci ha
chiesto questi interventi è stato un
Meetup di Roma, questo indica che c’è
sensibilità nelle organizzazioni più attive
e più recenti, di comprendere. Non più
tardi di una settimana fa una
responsabile di una biblioteca di un
paese lombardo mi ha chiesto di
partecipare a una serie di seminari per
insegnare le parole dell’economia.
Questo è necessario, è un appello, un
passa parola da fare a tutti i cittadini, di
interessarsi e comprendere le parole
dell’economia, perché è una nuova
alfabetizzazione necessaria per la
democrazia.
Questa iniziativa la
abbiamo fatta in collaborazione con
Federconsumatori,
che
mette
a
disposizione la collaborazione dei propri
Avvocati per fare una cosiddetta
procedura di accesso agli atti, un
cittadino ha diritto di accedere ai
documenti pubblici, il contratto di un
derivato è considerabile un contratto
stipulato, un contratto pubblico e quindi
un cittadino ha tutto il dritto di
comprendere se il proprio comune ha
derivati e nel caso li abbia, poterli
valutare.
Ci deve essere una
alfabetizzazione finanziaria dal basso,
cioè come il cafone non sapeva né
leggere né scrivere e veniva intrappolato
in una cosa che gli pioveva dal cielo.
Adesso chi non conosce cos'è
esattamente una banca o come
funzionano gli strumenti finanziari, è
meno cittadino! Assolutamente meno
cittadino! Non può solo delegare, non
può!
L’aggancio stretto dev'essere
soprattutto il collegamento tra il cittadino
e il suo comune di appartenenza, perché
i comuni saranno i soggetti più coinvolti e
più impattati dalla crisi, lo sono già. Non
più tardi dell’altro giorno incontravo il
vicesindaco del mio comune, zona come
dire ricca, prosperosa, che stava
accompagnando delle persone, non
capienti per presentarle alla Caritas. Si
possono risolvere i problemi di alcune
famiglie dissestate, ma quando questi
numeri diventeranno insostenibili la
carica di sindaco sarà inappetibile! Visto
le problematiche insostenibili e incapienti
dal punto di vista economico, finanziario.
Ho difficoltà a rendere elementare
questi temi economi, però ci dovrebbe
anche essere la voglia, come dire,
contraria di apprendere.
In questo
momento storico non vale la delega!
Uno deve capire da solo con la propria
ragione, questo è un messaggio che
lancerei effettivamente con passa parola,
capire! Capire!
Questo è valido
assolutamente nella dialettica delle fonti.
L’inaccettabilità dal punto di vista
tecnico è quando l’autorità non ti dà
documenti, come è stato per esempio
nel caso Bloomberg per i derivati della
Grecia. Bloomberg aveva scoperto che
c’erano dei documenti in possesso alla
BCE e allora ne ha chiesto la evidenza;
la BCE non glieli ha dati ed è dovuto
ricorrere al tribunale. Il tribunale gli ha
dato torto, perché quei documenti
avrebbero minato la stabilità, però poi
contraddicendosi dicendo che erano
vecchi documenti . La trasparenza sta
proprio nel poter attingere alle fonti e
poterle elaborare in modo tecnico.
Invito tutti a interessarsi delle questioni e
delle parole dell’economia e della
finanza e di approfondire, sono temi
delicati e non possono essere delegabili
e se ritenete partecipate all’iniziativa
della trasparenza sui derivati finanziari
negli enti territoriali, lanciata da Assotag
e da Federconsumatori.
Passate
parola.
Contano solo i fatti
MoVimento
27.08.2013
La Siria e "l'ora delle
decisioni"
Minipost
27.08.2013
In politica come nella vita, dopo le
"speranze", alla fine contano solo i fatti.
20 Aprile 2013: i parlamentari del Pd
non votano né Prodi (fondatore del Pd e
dell'Ulivo e l'unico ad aver sconfitto
Berlusconi nelle urne due volte) e
nemmeno Rodotà (costituzionalista di
sinistra e non del Movimento 5 Stelle)
come presidente della Repubblica.
Preferiscono rieleggere l'88enne Giorgio
Napolitano insieme a Berlusconi.
29
maggio 2013: Alla Camera il Pd insieme
al Pdl vota contro la mozione Giacchetti
(Pd) per abolire il porcellum e tornare
alla legge elettorale precedente (voto a
favore solo da parte di Movimento 5
Stelle e Sel). Nello stesso giorno il
Senato boccia
la mozione del
Movimento 5 Stelle che propone
strumenti di democrazia diretta tramite
referendum, leggi popolari discusse
obbligatoriamente, la riduzione dei
parlamentari e dei consiglieri regionali, l'
abolizione delle Province, l'elezione
diretta dei candidati, l'ineleggibilità per i
condannati ed il limite di due mandati. 8
agosto 2013: In Senato il Pd insieme al
Pdl vota "no" alla richiesta di esame
d'urgenza
della
legge
elettorale
"Parlamento Pulito" proposta dal M5S
(sulla base della legge popolare del 2007
mai discussa in tutti questi anni. ). La
proposta conteneva anche l'elezione
diretta da parte dei cittadini dei candidato
a Camera e Senato. Questi i fatti, ai quali
potremmo aggiungere il voto contrario
del Pd sulle mozioni contro gli F35, per
istituire il reddito di cittadinanza, per
tagliare l'Irap e l'Imu sulla prima casa,
per abolire il finanziamento pubblico ai
partiti. In questo Parlamento, non per
colpa dei parlamentari del M5S, non
esiste una maggioranza parlamentare
per cambiare in senso democratico la
legge elettorale esistente contro la quale
il M5S si è sempre battuto.
Il
Pd(menoelle) la finisca di dare la colpa
ad altri per quello che non ha mai fatto in
8 anni e neanche in questi 5 mesi. Se le
"speranze" non si tramutano mai in fatti,
si tratta solo di prese in giro per i
cittadini. Matteo Incerti
6
Sulla questione siriana, già nei primi
mesi di quest'anno, mi rivolgevo a tutti
con due commenti: "Vi prego" e "Cercasi
pretesto"; dove raccomandavo - è
compito dei più anziani mettere in
guardia i giovani - di non trascurare la
pretesa degli Stati Uniti di impadronirsi di
tutto il Nord-Africa e il Medio Oriente,
facendo volare in pezzi le relative
nazioni, per poi intervenire in veste di
pacieri e impadronirsi dei giacimenti di
petrolio e di quella che è l'energia del
prossimo futuro, cioè il gas naturale.
Siria e Iran a tutt'oggi sono sfuggite a
questo disegno criminale. La Libia non
ha potuto farlo perché ha scontato un
grave errore di Cina e Russia che non
hanno avanzato in sede ONU il diritto di
veto che avevano, lasciando campo
libero agli Stato Uniti che sono
intervenuti, addirittura preceduti dai loro
servi europei, Italia in testa. Ora però la
situazione si è fatta grave, perché un
gran numero di civili, bambini in
particolare, sono stati uccisi dal gas
nervino che solo i mercenari, i tagliagole,
i ribelli, bene armati e foraggiati
attraverso mille triangolazioni dagli Stati
Uniti possono aver diffuso. Quale
interesse avrebbe avuto il governo
siriano ad ammazzare civili, se non
guadagnarsi impopolarità? Quindi sono
stati gli Stati Uniti a fornire ai tagliagole
questo gas letale. Le televisioni fanno di
tutto con la loro informazione assassina
per confondere le idee alla gente,
quando
la
situazione
invece
è
estremamente semplice, e non rimane
che sperare sui deputati e senatori del
Movimento 5 Stelle che in Terza e in
Quarta Commissione di Camera e
Senato possono far sentire la loro voce,
anche se ben difficilmente poi sarà
portata all'esterno. La situazione, torno a
dire, è di estrema gravità e il presidente
degli Stati Uniti Barak Obama, premio
Nobel per la Pace - ridicolo! - ha detto
che questa è l'ora delle decisioni. Una
frase identica a quella pronunciata il 10
giugno del 1940 in piazza Venezia da
Benito Mussolini, con le conseguenze,
relative, che sono giunte, dopo una
avventura terrificante. Mario Albanesi
I pensieri di Renzie
Elicotteri all'amianto
Muro del pianto
27.08.2013
Minipost
28.08.2013
Matteo Renzi non dice mai una cosa
vicina alla gente comune, all'operaio che,
tornato dalle ferie, ha trovato la fabbrica
chiusa, al disoccupato, all'infermiere.
Niente. E' più forte di lui. Non ci riesce. Il
fu giovane Renzie lo si ricorda per le sue
comparsate, in giubbetto di pelle, da
Maria De Filippi e per le sue blindate
cene milanesi con l'alta finanza. E'
l'uomo delle banche e dei capitali.
Leggete le sue dichiarazioni e meditate:
"Matrimoni gay? Contrario" (Matteo
Renzi, 11 Dicembre 2008) "Unioni civili?
Dipende da cosa c'è dentro. Per gli
omosessuali?
Basterebbero
degli
accordi privatistici" (Matteo Renzi, 11
Dicembre 2008) "Diritto all'eutanasia?
Sono contrario" (Matteo Renzi, 11
Dicembre 2008) "Liberalizzazione delle
droghe leggere? Contrario" (Matteo
Renzi, 11 Dicembre 2008) "Io sto dalla
parte di Marchionne, dalla parte di chi
sta investendo sul futuro delle aziende,
quando tutte le aziende chiudono, è un
momento in cui bisogna cercare di
tenere aperte le fabbriche" (Matteo
Renzi, 11 Gennaio 2011)
"Riforma
Gelmini? Il ministro avrebbe dovuto
avere il coraggio di chiudere la metà
delle università italiane: servono più a
mantenere i baroni che a soddisfare le
esigenze degli studenti" (Matteo Renzi, 3
Febbraio 2011) "Referendum? Voterò
"no" all'abolizione della remunerazione
sull'acqua" (Matteo Renzi, 4 Giugno
2011) "TAV in Val di Susa? Quando le
amministrazioni decidono, ci sono le
garanzie ambientali e tutti i passaggi
democratici, ad un certo punto bisogna
fare le cose, altrimenti diventiamo il
Paese dei ritardi, o come nel Monopoli,
dove si pesca 'tornate al vicolo corto', e
si ricomincia da capo" (Matteo Renzi, 4
Luglio 2011) "Sbaglia il PD ad aderire
allo sciopero della CGIL" (Matteo Renzi,
30 Agosto 2011) "Mi ritrovo nella lettera
della BCE. Sì all'aumento dell'età
pensionabile" (Matteo Renzi, 26 Ottobre
2011) "A me dell’articolo 18, usando un
tecnicismo giuridico, non me ne po' frega
de' meno" (Matteo Renzi, 27 marzo
2012)
Errare è umano, perseverare
è Napolitano
Muro del pianto
28.08.2013
"La flotta di elicotteri AgustaWestland è
costruita con l’amianto. Lo dice la stessa
azienda. E lo dice ai vertici del ministero
della Difesa. Dal 1992. Sono 21 anni che
tutti sanno e nessuno fa nulla. Questo
sulla pelle dei militari italiani con
conseguenze che devono venire alla
luce. Per questo chiederemo al ministro
Mauro di rispondere alla Camera alla
nostra interrogazione. La soluzione è
una soltanto: la bonifica di ogni singolo
elicottero. Prima di tutto c’è sempre
l’uomo". M5S Camera
7
Era inevitabile che il meccanismo
democratico si inceppasse in Italia sotto i
lasciti del ventennio berlusconiano. La
squallida vicenda sulla ineleggibilità di
Berlusconi è solo l’esempio più recente
dello stato confusionario della nostra
democrazia. Ma sono soprattutto le
scelte di governo del presidente
Napolitano che hanno manifestato un
deficit di democrazia
inaccettabile,
spesso prendendo a pretesto i mercati
finanziari per giustificare forzature anti
democratiche. Sia che si voti, sia che
non si vada a votare è infatti ormai il solo
Presidente Napolitano a fare e disfare i
governi in Italia mirando a placare i
mercati finanziari a garanzia di tutti. Ma
di tutti chi? E di quali mercati stiamo
parlando? In nome di quale conoscenza
dei mercati finanziari un ottuagenario
che ha passato la vita in parlamento
decide cosa sia meglio per il suo Paese?
Nel novembre del 2011 i mercati
avevano fatto finalmente il loro lavoro.
Supportando la BCE nelle pressioni sullo
spread i mercati arrivarono dove la
politica italiana mai sarebbe stata
capace di arrivare: le dimissioni del
governo Berlusconi, ormai in balia di
scandali personali e incapacità di azione
di governo. Dove non potè il PD, potè il
mercato. A quel punto caro presidente
Napolitano si doveva andare a votare. I
mercati avrebbero non solo capito e
aspettato ma anche apprezzato. Lo si
era già visto qualche mese prima con le
elezioni spagnole. Il 28 luglio 2011 il
governo Zapatero va in crisi e annuncia
nuove elezioni nel bel mezzo della calda
estate dello spread. I mercati attesero
pazientemente l'esito delle elezioni del
20 novembre 2011 premiando quella
scelta con uno spread sotto controllo. In
Italia le cose andarono diversamente.
Qualcuno convinse il nostro presidente
che le elezioni sarebbero state un male
che il mercato non avrebbe gradito ed il
risultato sarebbe stato una pressione al
rialzo sullo spread. Così, lei, caro
Presidente, ci ha appioppato il governo
Monti, ossia il Governo Merkel in Italia.
Solo due anni dopo il PD capirà come la
sua Caporetto politica sia iniziata proprio
nel novembre 2011 quando anziché
pretendere legittime elezioni sicuramente
vincenti ha preferito fare melina col
governo Monti delle larghe intese
trovandosi (come sempre) impreparato
alle elezioni e giustificando tale suicidio
politico in nome dei "mercati non
capirebbero" e della urgenza delle
riforme.
Il governo Monti fallirà. Di
riforme strutturali neanche l’ombra, solo
tasse e austerità. Ciò nonostante lo
spread tiene grazie allo scudo anti
spread annunciato da Draghi nell'agosto
2011, non certo per via di quelle riforme
strutturali urgenti che giustificarono il
governo Monti ma che non hanno mai
avuto luce. E' Berlusconi a decidere
quando si debba andare a votare e così
stacca la spina al governo Monti a
dicembre del 2012. Si va finalmente a
votare. Le elezioni di febbraio ci danno
un Paese ingovernabile e lei che fa caro
presidente? Di nuovo in nome dei
mercati che non capirebbero ci impone
un governo di larghe intese tra "tutti i
vecchi (PD+PDL) meno i nuovi (5
stelle)". Il suo secondo governo caro
presidente si avvia al termine senza
averci consegnato neanche una delle
riforme promesse. Certo lo spread tiene
ancora ma è sempre grazie a Draghi non
certo a Letta se siamo ancora in gioco. E
allora la vogliamo smettere di sventolare
lo spauracchio dello spread e dei mercati
solo quando fa comodo ai politicanti
romani? La smetta signor Presidente di
provare a convincere gli italiani che il
governo Letta sia l’unico possibile
perché i mercati non capirebbero. Ci
mandi a votare caro Presidente. Si fidi
degli italiani per una volta e non dei
Violante di turno. Ci mandi a votare e
vedremo se l’Italia non saprà dare ai
mercati un governo forte e duraturo.
Basta forzare il sano meccanismo
democratico in nome "dei mercati non
capirebbero" caro presidente. I mercati
capiscono benissimo e la prova è il titolo
Mediaset che ha raddoppiato in borsa da
febbraio sulla scia di speculazioni di ogni
tipo
chiaramente
considerate
dal
mercato favorevoli per Berlusconi, non
certo per gli italiani.
In-giustizia ad Alta Velocità
Trasporti/Viabilità
29.08.2013
In questo scorcio di fine estate, la
Procura di Torino, con codazzo di media
e politici, sta "attenzionando" con
particolare enfasi il movimento No Tav.
Prima
di
Ferragosto,
l'arresto
dell'attivista di Varese, Giobbe, sempre
per "resistenza a pubblico ufficiale",
deportato al Carcere "Lorusso e
Cutugno" di Torino, rilasciato almeno ai
domiciliari ieri; a Ferragosto il fantasioso
articolo de "La Repubblica" che
suggerisce che tutti i No Tav, non
volendo la ferrovia, sarebbero al soldo di
Sitaf (gestore dell'Autostrada): gli stessi
No TAV che poi vanno a bloccare con le
manifestazioni l'autostrada stessa; ieri
sei perquisizioni per i fatti della notte del
1 agosto (quando durante un blocco
sarebbe stato fermato un camionista
olandese con accuse di sequestro di
persona [sic!] e violenza privata!), tra i
destinatari il consigliere comunale di
Meana, Leonardo Capella e quel Marco
divenuto famoso per il video in cui disse,
sbagliando, ad un poliziotto che era una
"pecorella"; peccato che si trovassero
entrambi
altrove;
oggi
ancora
perquisizioni a carico di un attivista per
intimidazioni non meglio precisate a non
si sa chi. E' strano constatare come la
Procura sia particolarmente attenta su
un fronte politico come è quello del
movimento No Tav, mentre non è
altrettanto solerte con furti, scippi,
violenze di vario genere. E' nota a tutti la
carenza di personale e risorse materiali.
Colpisce anche la durezza delle
sanzioni. Il Gip Massimo Scarabello
dispone le misure cautelari (obbligo di
dimora nel Comune di Residenza e
divieto di uscita di casa dalle 22 alle 6)
perchè "le modalità di protesta stanno
sconfinando, sempre più spesso, in
condotte penalmente rilevanti, e per
questo pericolose, atte a ad incidere
pesantemente
sulle
libertà
altrui,
sfuggendo ad ogni forma tollerabile di
civica protesta". Durante le perquisizioni
sono stati sequestrati ogni tipo di
apparecchio
digitale
(macchine
fotografiche, pc, cellulari...scanner!), più
con intento punitivo che ai fini delle
indagini, per cui basterebbero le schede
ed i dischi di memoria, con gravi
ripercussioni sulle vite lavorative e sociali
degli indagati. Fa pensare il fatto che tra
gli "attenzionati" ci fossero i consulenti
dei legali che si occupano della difesa, e
che il materiale sequestrato (foto, video,
documenti), ora in mano agli stessi PM
che si occupano di entrambi i
procedimenti a carico dei No TAV, fosse
quello che i legali avevano intenzione di
utilizzare per le tesi difensive. Mi sembra
comunque assurdo pensare che, nel
2013, la Procura sulla base di semplici
indicazioni da parte di un camionista
8
olandese (un po' alterato tra l'altro!)
possa disporre misure cautelari. Il
sistema italiano prevede l'innocenza fino
a prova contraria, e dispone misure
cautelari solo in caso di estrema
pericolosità sociale, con rischio di a) fuga
all'estero, b) inquinamento delle prove, c)
reiterazione del reato. Volendo fare un
discorso serio, visto che le prime due
ipotesi mi sembrano risibili, si potrebbe
ipotizzare la terza. Ma visto che il reato è
tutt'oggi da provare e le prove contro gli
indagati mi sembrano un po' debolucce,
le misure mi sembrano un po' campate in
aria. Non essendo la prima volta che gli
indizi di reato sono campati in aria e
ancor più le misure cautelari disposte,
vien da pensare il peggio. Chiediamo
quindi alla Procura di Torino di dire la
verità, e cioè se "per caso" sia
sottoposta a pressioni politiche da parte
dei due principali schieramenti partitici
del paese, Pd-l e Pdl in testa. Se così
fosse, chiediamo al Procuratore Caselli
di dare un grande segnale, dimettendosi
da Capo della Procura. E' triste pensare,
infatti, che un grande magistrato
dell'antimafia sopravvissuto all'epoca
delle stragi di Stato, come Caselli, stia
demolendo la sua carriera e la sua
credibilità, finendo per essere ricordato
come l'anziano oppressore di un
movimento popolare per la giustizia e la
libertà. Se così non fosse, saremo mica
costretti anche noi a chiedere, visto che
va di moda, l'AGIBILITA' POLITICA per il
movimento No Tav? Davide Bono M5S
Piemonte
Le manette e i politici
Minipost
29.08.2013
Se offri un paio di manette a dei cittadini
e chiedi loro come le userebbero, la
risposta potrebbe risultare non così
scontata, Assessori e Sindaco di
Bologna di fede PD ad esempio si sono
svincolati con risposte politiche o sterili,
mentre molti cittadini di manette ne
vorrebbero TIR pieni per ammanettare
l'intera classe politica, peccato che alla
fine a decidere siano sempre loro, quei
politici che molti vorrebbero fuori dalle
istituzioni e dentro a un altro luogo. Nik il
Nero
La Siria e la terza guerra
mondiale - Massimo Fini
Muro del pianto
29.08.2013
Massimo Fini sulla Siria e l'intervento
degli Stati Uniti "La politica di potenza
imperiale che gli Stati Uniti stanno
esercitando a tamburo battente da
quando non c’è più il contraltare
dell’Unione Sovietica, e hanno quindi le
mani libere, si maschera dietro questioni
morali. La Siria è un Paese che dà
fastidio, perché legata all’Iran, che è
l’arcinemico, non si capisce poi bene il
perché, degli Stati Uniti e di Israele. Tra
l’altro non si sa affatto se Assad ha usato
armi chimiche, ci sono gli ispettori ONU
per questo, o l’ONU non conta nulla?
Evidentemente non conta nulla perché
quando serve c’è il cappello ONU, se
non c’è il cappello ONU si aggredisce lo
stesso. Questo è avvenuto in Serbia nel
'99, in Iraq nel 2003 e in Libia
recentemente. Tutte azioni e aggressioni
senza nessuna copertura ONU. Si
dovrebbe per lo meno aspettare la
relazione degli ispettori. C’è un
precedente che dovrebbe consigliare
prudenza, non dico agli Stati Uniti che
non ne hanno, ma ai suoi alleati, ed è
quello dell’Iraq, dove sostenevano che
Saddam Hussein avesse le armi
chimiche, di distruzione di massa, e poi
non le aveva. Certo, lo sostenevano
perché gliele avevano date loro a suo
tempo, gli Stati Uniti, in funzione anti
sciita e anti curda, però non le aveva più
perché le aveva usate ad Halabja,
gasando cinquemila curdi. Chi sta
combattendo in Siria? Da una parte c’è il
governo di Assad che, fino a prova
contraria, è un governo legittimo,
rappresentato all’ONU, e dall’altra parte
c’è un coacervo di forze tra le più
disparate, è difficile anche per gli analisti
più attenti capire chi sono, sono tanti
segmenti. Non Al Qaeda, che non esiste,
ma ci sono gli jihadisti che sostengono
una guerra totale all’Occidente, per
esempio. Quindi l’intervento sarebbe
controproducente, ma siccome gli
americani si sono erti a poliziotti del
mondo, che decidono chi ha torto e chi
ragione, questo li spinge a intervenire
comunque. Tra l’altro questa superiorità
morale degli americani... John Kerry ha
detto che quello che avviene in Siria è
una oscenità morale, beh, l’oscenità
morale secondo me è degli Stati Uniti.
Chi ha usato veramente le armi di
distruzione di massa? Parliamo del '900
e di adesso: gli Americani a Hiroshima e
Nagasaki. C’è da tenere presente che
Nagasaki, cosa che non si sa, fu
bombardata tre giorni dopo Hiroshima,
per cui si sapeva che strage si faceva
con la bomba atomica. Questo diritto
morale degli americani di intervenire
ovunque, non è una storia che nasce
oggi, nasce per lo meno dalla Serbia,
cioè dal '99, continua con l’Iraq, con la
9
Libia, senza contare le due aggressioni
alla Somalia, una nel 2002 e l’altra
attraverso l’Etiopia nel 2008 – 2009. Chi
finanzia i ribelli? Li finanziano l'Arabia
Saudita, la Francia, gli stessi Stati Uniti.
Siccome utilizzano la loro potenza dietro
lo schermo della moralità, il fatto che sia
possibile che Assad abbia usato armi
chimiche li costringe a intervenire,
Obama aveva tracciato una linea rossa,
ma chi lo autorizza a tracciare linee
rosse in altri paesi? Gli americani hanno
sfondato
un
principio
di
diritto
internazionale che era valso fino a
qualche decennio fa, della non ingerenza
negli affari interni di uno Stato sovrano. I
diritti umani sono il grimaldello con cui in
realtà intervengono dove vogliono e
quando vogliono, anche perché non
hanno più contraltare, la Russia non è
più una superpotenza. Siamo costretti a
rimpiangere tutto, anche la vecchia e
cara Unione Sovietica, perché almeno
faceva da muro alla poi potenza di
costoro. La cosa curiosa, che in questa
diciamo compagnia di gente molto
morale, molto democratica, c’è l’Arabia
Saudita che è nota per essere un Paese
rispettoso dei diritti umani, soprattutto
quelli delle donne, quindi già questo dice
quale sia la vera situazione? Gli inglesi
hanno responsabilità enormi in Medio
Oriente, se tu vai, per esempio, a
Teheran senti dire morte agli inglesi,
comprendono anche gli americani, ma in
particolare gli inglesi, perché? Perché
hanno fatto il bello e cattivo tempo per
un secolo in quella regione, potenza
coloniale come erano. Mi ricordo che il
sindaco di Londra, Livingstone, molto
amato dai sui cittadini, dopo gli attentati
londinesi, di qualche anno fa (attribuiti a
Al Qaeda, in realtà erano terroristi locali)
disse "Sì, certo, gli attentati terroristi
sono inaccettabili, però se gli arabi
avessero fatto in Gran Bretagna quello
che abbiamo fatto noi per un secolo nel
mondo arabo io sarei un terrorista
inglese". Gli inglesi marciano di conserva
con gli americani, si può anche capire
per i legami, quello che non si capisce è
la Francia, con queste sue idee di
grandeur che abbiamo visto quanto
valessero durante la seconda guerra
mondiale, la linea Maginot aggirata in
cinque giorni. Adesso che può agire
liberamente siano socialisti, come
Hollande, o conservatori come Sarkozy
fa una politica di potenza. In Libia è stata
soprattutto la spinta francese a
combinare il disastro, perché sparito
Gheddafi si sono scatenate faide interne
di tutti i tipi. Le armi di Gheddafi sono
finite ovunque, poi i francesi sono
intervenuti in Mali perché gli islamisti
stavano conquistando il Mali e questo
non gli andava bene perché il dittatore
maliano era un loro alleato.
La
superiorità
tecnologica
occidentale
permette di tutto. Lo scandalo maggiore
(non
è
argomento
di
questa
conversazione) è l’Afghanistan, dove da
12 anni il segretario di stato americano
John Kerry ha detto che dopo questa
vicenda di Damasco, di questo quartiere,
vedendo il padre che cercava di salvare i
figli si è messo a piangere. Perché non
piange per le migliaia di bambini e
bambine uccisi in Afghanistan per a
bombardamento dissennati della Nato,
americani in testa, di cui noi peraltro
italiani siamo complici! Possibili sviluppi?
Se intervengono militarmente il rischio è
che si scateni la terza guerra mondiale,
perché credo che l’Iran, alleato della
Siria, non resterà inerte, e anche la
Russia non potrà rimanere ferma e
comunque si incendia tutta la regione.
Tutti questi interventi si sono sempre
risolti in altri massacri, prendiamo l’Iraq,
l’intervento americano ha causato
direttamente o indirettamente tra i 650
mila e 750 mila morti! Il calcolo è stato
fatto molto semplicemente da una rivista
medica inglese che è andata a vedere i
decessi durante l’epoca Saddam e i
decessi
durante
il
periodo
dell’occupazione americana e quindi la
cifra più o meno è questa. Quello che è
peggio è che avendo squinternato
questo paese si è scatenata una guerra
tra sunniti e sciiti che causa centinaia di
morti la settimana, di cui nessuno parla,
perché intanto chi se ne frega! Ormai gli
occupanti americani non ci sono più.
Quindi
ogni
intervento
cosiddetto
umanitario si risolve in una strage
umanitaria. E' quello che è successo
quando intervennero gli americani e
parte degli europei nella guerra Iraq Iran. Gli iraniani stavano per conquistare
Bassora che avrebbe voluto dire la
caduta immediata di Saddam Hussen. Si
disse che non si poteva permettere alle
orde iraniane di entrare a Bassora,
perché quelle degli altri sono sempre
orde, che cosa ha causato questo
intervento? La guerra che sarebbe finita
nell’85 con un bilancio di mezzo milione
di morti è finita tre anni dopo con un
bilancio di un milione e mezzo di morti.
Saddam Hussein che sarebbe caduto
all’istante con la conquista di Bassora è
rimasto in piedi pieno di armi fornite dagli
Stati Uniti e dagli occidentali. Che cosa
fa una rana con un grattacielo di armi
sopra? La rovescia nel primo posto che
gli capita, quindi Kuwait e quindi Prima
Guerra del Golfo. La storia dei missili
intelligenti è grottesca. La prima volta
che
comparvero
questi
bombe
chirurgiche, missili intelligenti, fu nella
Prima Guerra del Golfo, nel '90, ebbene
questi missili intelligenti e bombe
chirurgiche hanno fatto 166 mila morti
civili, di 33 mila bambini, che non sono
meno bambini dei nostri bambini. E' un
dato che continuo a ripetere, quando
posso, è un dato accertato, perché è
uscito da una fonte insospettabile, che è
il Pentagono. E questi sono i missili
intelligenti e gli interventi mirati? Non si
può credere agli americani né sulle armi
chimiche, perché c’è il precedente Iraq, e
non si può credere ai missili mirati
perché mirati non sono affatto.
L’intervento è illegittimo da tutti i punti di
vista. C’è sempre la storia dei due pesi e
due misure. In Egitto un governo eletto
democraticamente è stato abbattuto
dall’esercito finanziato dagli Stati Uniti da
sempre, per cui c’è stato un colpo di
Stato, ma lì si sta zitti, perché i Fratelli
Musulmani non sono nostri amici, anche
se non sono affatto estremisti. Secondo
me nelle guerre civili bisognerebbe che
fosse il verdetto del campo a decidere, a
un certo punto se Assad è effettivamente
detestato dalla sua popolazione prima o
poi cade, deve essere il campo a
decidere,
ma qualunque intervento
esterno in realtà non fa che aggravare e
complicare la situazione. Perché poi gli
uni portano le armi a quelli, gli altri a
quelli altri e così via e la cosa si prolunga
invece di finire in tempi ragionevoli. Le
uniche soluzioni lecite sono quelle
diplomatiche, quando si possono fare, se
non ci sono le due parti hanno diritto di
battersi.Adesso non c’è neanche più il
diritto di battersi. Io non so se in Siria
abbia più ragione Assad a difendere il
suo potere o gli altri a volerlo abbattere,
è il campo che deve decidere, perché
sennò si creano sempre situazioni
totalmente provvisorie. È come la
Bosnia, appunto, che può esplodere in
ogni momento, perché è stata una
soluzione totalmente artificiale, anche se
questo è un altro discorso."
L'Italia è cotta. E adesso
cuociamo per benino gli
italiani
Muro del pianto
30.08.2013
"Anche il più zuccone e somaro tra gli
italiani conosce e ricorda la frase di
Massimo D'Azeglio riprodotta in calce
sotto la sua immagine. Ce la insegnano
a scuola in terza media, quando i
professori ci spiegano il Risorgimento.
Un nome, un programma. L'Italia è
l'unica nazione democratica occidentale
che ha scelto di definire il proprio
movimento nazionale di affermazione
della democrazia, attribuendogli un
nome che ha un sapore mutuato dalla
vita religiosa e dalla dimensione
spirituale di una civiltà cattolica. In terza
media (ahimè, lo rifanno anche in terza
liceo, cinque anni dopo) ci spiegano
"l'epica e l'epopea del Risorgimento" ma
nessuno ci spiega di che cosa (prima)
erano morti gli italiani. Si erano suicidati?
Erano stati assassinati? Avvelenati?
Erano morti di malattia? E quando si era
verificato? E come?
Soprattutto:
perchè? La morte viene censurata e
viene riproposta direttamente il concetto
di Risorgimento -ovvero la resurrezione
delle coscienze- senza mai spiegare il
prima. Dal punto di vista della
percezione subliminale, nel costruire
l'immaginario collettivo della nazione,
questo significa che l'italiano è risorto
senza neppure morire. Esiste il
Risorgimento senza che ci sia mai stata
la Morte. Quindi si proviene da un Nulla.
A questa epica retorica di un
presupposto Risorgimento privo di morte
precedente,
si
accompagna
una
successiva epopea degli italiani: l'attesa
messianica del cosiddetto "Uomo del
Destino", interpretato - a seconda dei
momenti storici e dello schieramento - da
Napoleone Bonaparte, Benito Mussolini,
Josif Stalin, Bettino Craxi, Silvio
Berlusconi. Ad un certo punto, questa
persona irrompe sul teatro della Storia
Nazionale incarnando la risoluzione di
ogni problematica sociale, economica,
politica, istituzionale, attraverso l'uso di
stilemi, forme, simboli, parole, slogan,
che infiammano la coscienza collettiva
nazionale. Si promuove, così, il pensiero
magico, caratteristica infantile, di società
e individui regrediti, portati a non
interpretare la realtà in termini razionali e
pragmatici, bensì seguendo binari di
illusioni e proiezioni immaginarie. In tal
modo si promuove l'aspettativa di
carattere magico e si giustifica l'elisione
e la cancellazione del principio di
assunzione
delle
responsabilità
individuali. E' la base sulla quale si
poggia una società dove non esiste il
principio di cittadinanza, bensì solo e
soltanto quello della sudditanza. E' la
fase che stiamo ancora vivendo. Tre
giorni fa, l'attuale Ministro degli Interni in
10
carica, on.Angelino Alfano, ha dichiarato
ufficialmente:
"La
decadenza
di
Berlusconi dalla carica di senatore è
impensabile.
L'esecuzione
della
sentenza è inaccettabile". Essendo il
responsabile dell'ordine pubblico, si
tratta di un'affermazione molto grave,
diciamo un obbrobrio giuridico, perché
implica la cancellazione della Legge che
lui
deve
salvaguardare.
Nessun
giornalista gli ha chiesto ragguagli in
merito. Lo ha fatto il corrispondente da
Roma
dell'autorevole
pubblicazione
britannica
The
Guardian.
Senza
scomporsi, Alfano ha risposto con
bonomia, come se stesse parlando a un
essere inferiore: "Forse lei non ne è al
corrente, ma è scusato in quanto
straniero...io non sono soltanto il Ministro
degli Interni, sono anche il segretario
politico del più importante partito
nazionale. Quella frase non è stata detta
dal Ministro degli Interni, bensì dal
segretario politico del PDL. Quella
sentenza è politica e quindi il giudizio del
sottoscritto è politico. Oltre al fatto che
sono
anche
vice-presidente
del
consiglio". Il giornalista britannico non ha
detto nulla, ha preso atto che esiste
"materialmente" la presenza di un
soggetto politico europeo che è uno e
trino allo stesso tempo. Ma basta
leggere ciò che si dice in giro per
l'Europa per comprendere lo sconcerto
continentale per una nazione la cui
classe dirigente si comporta in questo
modo. Ci stanno mangiando vivi. E ne
hanno ben donde. La frase di D'Azeglio
che ho citato è letterale. A scuola ci
propinano sempre un'altra versione,
falsa, più hollywoodiana. Ci insegnano,
infatti, che il nostro antenato avrebbe
detto "L'Italia è fatta e adesso facciamo
gli italiani". Non è così. Lui ci conosceva
molto bene. La fine dell'estate, tra una
nuotata e un drink, dovrebbe regalarci
una bella iniezione di relax anti-stress.
Ne abbiamo bisogno. Per consentirci di
prepararci alla novella che il potere
costituito sta preparando attraverso una
perversa e diabolica manipolazione delle
parole, dei concetti, della sintassi. Silvio
Berlusconi, aiutato da Luciano Violante
(uno dei saggi voluto dal presidente
Napolitano) si appresta ad applicare la
variante post-moderna della frase di
D'Azeglio che, in questo autunno del
2013 che avanza, dovrebbe risuonare
pressappoco così: "L'Italia è cotta. E
adesso cuociamo gli italiani". E lo
faranno tentando di abolire il Senso. Lo
faranno attraverso le parole, le frasi, per
abbindolarci e impedirci di affrontare la
realtà. Tutti gli indici economici sono
impietosi. Per non parlare di quelli etici,
morali, istituzionali. Negli ultimi 5 anni
(da quando la crisi "ufficialmente" è
scoppiata) nessuna personalità politica
al governo è riuscita ad applicare uno
straccio di dispositivo che abbia
contribuito quantomeno ad arginare il
declino. La situazione è peggiorata e sta
peggiorando. Il sistema si è inceppato.
Non funziona più, è totalmente incartato.
Secondo il PD, il PDL e la lista Monti si
potrebbe andare avanti così per altri
dieci, venti, quaranta mesi, nella totale
indifferenza per le esigenze collettive.
Ma i venti di guerra stanno infiammando
il bacino del Mediterraneo e quando ci si
trova in un teatro bellico, le forze in
campo necessitano, giocoforza, di
schierare (oltre ai generali) intelligenze,
competenze, meriti. E così, visto che il
PD non lo vuole fare perché non ha né il
coraggio, né la forza, né il pudore di
esprimersi, ci pensano "i mercati".
Questa
locuzione
usata
per
infinocchiarci,
stordirci,
spaventarci,
annebbiarci, senza mai spiegare nulla,
secondo la consuetudine del pensiero
magico che funziona sempre con i
bambini. I magici mercati hanno parlato:
vanno a picco in borsa Mediaset e tutte
le sue consociate e derivate; vanno a
picco tutte le banche nazionali private
gestite da un management imposto e
deciso dalle direzioni nazionali del PD
del PDL della lista Monti. Si
trascineranno appresso decine di
migliaia di aziende. Faranno di tutto per
farci credere che si tratta dell'effetto
Siria, della instabilità, dei militari egiziani,
oppure è una conseguenza delle
manovre economiche della Federal
Reserve statunitense. Non è così. In un
momento così serio, importante e
decisivo per le sorti dell'Europa, dei
clown da circo non sono più tanto
divertenti: diventano pericolosi. Perchè
sono inutili. La loro strategia è ormai
chiara anche a un bambino: vogliono
cucinarci a fuoco lento, uno per uno. E
noi dobbiamo rispondere loro: "ce lo
chiede l'Europa, dovete andare tutti via
quanto prima è possibile; lo vogliono i
mercati, gli investitori internazionali, la
collettività nel suo insieme, sia a destra
che al centro che a sinistra". Sergio Di
Cori Modigliani
11
Un giorno particolare
MoVimento
30.08.2013
Io sono stanco. E' stata una giornata
particolare quella di ieri con l'abolizione
della parola IMU e la sua resurrezione in
Service Tax che cadrà in gran parte sugli
inquilini, fascia ovviamente più debole
dei proprietari, una giornata in cui la
coppia Violante&Napolitano ha forse
trovato il cavillo mancante per salvare un
pregiudicato con il rinvio della legge
Severino alla Corte Costituzionale. Una
legge che impedisce a chi ha condanne
superiori a due anni di sedere in
Parlamento. Violante, lo smemorato del
processo di Palermo, è alleato di
Berlusconi da più di un ventennio, a che
titolo nessuno lo sa. Una giornata
particolare con il pdl e il pdmenoelle che
esultano
per
l'accensione
dell'inceneritore di Parma contro cui il
M5S si è battuto usando ogni forma
legale. Esultano per le neoplasie future
degli abitanti di Parma, per il cibo
avvelenato della Food Valley. Chi
mangerà in futuro parmigiano e prosciutti
imbottiti di diossina? L'inceneritore è
inutile e brucerà rifiuti provenienti da ogni
dove, ma loro sono contenti. Loro. Io
sono stanco di essere gandhiano, di
osservare leggi fatte per favorire i
delinquenti. Con uno sforzo enorme, un
miracolo, siamo riusciti a diventare il
primo MoVimento del Paese. Dietro il
M5S ci sono quasi nove milioni di voti,
ma questi, che hanno occupato ogni
posto di potere, se ne sbattono i coglioni.
Nove milioni di italiani sono rappresentati
solo dalla presidenza di Vigilanza RAI
con Roberto Fico, ma anche in questo
caso è l'ennesima presa per il culo. Fico
non può neppure sapere chi sono i
cinque fornitori della RAI che si
spartiscono un miliardo di euro. Nulla.
Non dobbiamo contare nulla. Sapere
nulla. Fare nulla. Abbiamo cercato di
cambiare la legge elettorale con
Parlamento Pulito, 350.000 firme buttate
nel cesso perché decadute dopo due
legislature in cui nessun presidente di
Camera, Senato, di qualunque cazzo di
istituzione ha mosso un dito. Abbiamo
votato per la decadenza del Porcellum,
unico gruppo parlamentare e ci hanno
votato contro. Abbiamo chiesto di
inserire delle modifiche, tra cui la
preferenza, e ci hanno ignorato. Prendo
atto che noi non esistiamo, che nove
milioni di italiani sono dei fantasmi, che
ogni legge partorita da loro, in particolare
quella elettorale, è contro di noi e per la
loro sopravvivenza. Prendo atto che non
ci sono altre possibilità che mandarli tutti
a casa il più presto possibile. Sono
stanco di farmi prendere per il culo da
questi
incapaci,
spocchiosi,
intellettualmente depravati che hanno
distrutto l'Italia. Sono stanco, ma di
quella
stanchezza
che
matura
un'incazzatura formidabile.
Costituzione in Movimento
Quattro voti per Letta
Minipost
30.08.2013
Muro del pianto
31.08.2013
Il 6 di Settembre inizierà alla Camera la
discussione sulla modifica dell'art. 138
della Costituzione, l'articolo-cassaforte
che stabilisce come si cambia la nostra
Carta. Tre giorni dopo, il 9, si voterà e
poi di corsa in discussione al Senato: in
quattro e quattr'otto perché c'è urgenza
di presidenzialismo. I parlamentari M5S
sono stati gli unici a fare l'impossibile per
mettersi di traverso a questo scempio,
comprese lunghe sedute notturne in
aula, e sono riusciti almeno ad evitare
che il 138 si facesse a pezzi furtivamente
ad Agosto. Ma ora siamo al momento
decisivo. Abbiamo poco, pochissimo
tempo per opporci. Pochissimo tempo
per far sentire la voce dei meetup, delle
liste civiche, degli attivisti, dei cittadini di
tutto il Paese. Invitiamo tutti ad attivarsi,
in tutte le piazze d'Italia, perché sia un
autunno caldissimo: con banchetti,
gazebo, eventi, materiale informativo per
i cittadini che, distratti da beghe
giudiziarie
altrui,
vengono
tenuti
all'oscuro del trappolone che sta
scattando ai danni della nostra
Costituzione e del nostro futuro. Tutto il
materiale informativo sarà disponibile qui
sul blog entro breve. Intanto, potete
segnalarci le vostre iniziative territoriali a
questo
indirizzo
email:
[email protected] per diffonderle
via Google Map. M5S Camera e Senato
"Napolitano nomina quattro nuovi
senatori a vita: Claudio Abbado, Elena
Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia.
Perché questa improvvisa “infornata”?
Diciamo subito che il ruolo politico dei
senatori a vita si è profondamente
modificato nel corso degli anni, rispetto
all’originario
disegno
costituzionale.
L’istituto (art. 59 Cost.) fu introdotto
come "limitata deroga al principio di
sovranità popolare" (Alberti) al fine di
assicurare nella "seconda camera" la
presenza di "personalità di altissima
competenza" (Ambrosini). Ma se queste
personalità sono così “capaci”, perché
non si candidano direttamente? Questa
era la domanda – ancora attualissima –
di Terracini, il quale così si oppose
all’introduzione dell’art. 59 Cost.: "Se vi
sono persone le quali, in possesso di
requisiti di carattere particolarissimo,
rifuggono dalla vita politica, è bene che
dalla vita politica siano tenuti fuori
perché la loro avversione rappresenta un
elemento deteriore".
L’idea, in ogni
caso, era quella di differenziare – pur nel
“bicameralismo perfetto” del nostro
sistema parlamentare – il Senato dalla
Camera, con la presenza, nella
cosiddetta Camera Alta, di personalità di
rango. Ma i costituenti non ipotizzarono
che i senatori a vita potessero risultare
politicamente decisivi all’interno degli
equilibri tra Governo e Parlamento?
L’unico che vide chiaro il problema fu,
ancora una volta, Terracini: "la nomina a
vita urta contro il principio del
rinnovamento del Senato; ogni celebrità,
per quanto viva astratta dalla vita
politica, ha in definitiva di fronte ai
problemi politici un suo determinato
atteggiamento, che si rifletterebbe
inevitabilmente sulla fisionomia politica
del Senato quale risulta dalle elezioni".
All'epoca, tuttavia, il rischio sembrava più
astratto che reale. Tutto ciò si è, però,
modificato nel corso del tempo. Una
prima, rilevante, inversione del dettato
costituzionale si verificò sotto la
Presidenza Pertini. L’articolo 59 Cost.
prevede, nel suo secondo comma, che
"Il Presidente della Repubblica può
nominare senatori a vita 5 cittadini che
hanno illustrato la Patria per altissimi
meriti nel campo sociale, scientifico,
artistico e letterario". Sino agli anni
Ottanta, l’articolo fu interpretato nel
senso che il numero dei senatori a vita
presenti in Senato fosse certo,
predeterminato dalla Costituzione: mai
superiore a 5. Nel 1984, tuttavia, Pertini
sostenne che quel numero si dovesse
riferire alla persona del Presidente della
Repubblica e non alla carica di senatore:
ciascun Presidente della Repubblica – in
altri termini – avrebbe potuto nominare
nel corso del suo mandato 5 senatori a
vita (indipendentemente dal numero dei
senatori complessivamente presenti in
12
Parlamento).
Fu così che, con Pertini,
i senatori a vita superarono il numero
complessivo
di
5.
Al
momento
dell’elezione di Pertini, infatti, erano già
senatori a vita Cesare Merzagora ed
Amintore Fanfani. Pertini ne nominò
dapprima 3 (Leo Valiani, Eduardo De
Filippo e Camilla Ravera), portando così
il numero a 5. Dopodiché sostenne che,
ai sensi del dettato costituzionale,
potesse nominarne ancora 2. E così
fece, con le nomine di Norberto Bobbio e
Carlo Bo. Anche Cossiga seguirà tale
prassi, mentre né Scalfaro né Ciampi si
discostarono
dall’interpretazione
“tradizionale” dell’art. 59 Cost. Ad oggi,
in ogni caso, il numero dei senatori a vita
resta
sempre
incerto,
di
fatto
non-predeterminato dalla Costituzione.
Ciò che ci interessa, però, è il
cambiamento del ruolo politico dei
senatori a vita che si è prodotto in questi
ultimi trent’anni. A partire, infatti, dalla
fine della Prima Repubblica, i senatori a
vita sono stati fondamentali per
determinare le sorti e la tenuta dei
Governi. Così, ad esempio, il primo
governo Berlusconi ottenne la fiducia al
Senato con un voto in più del
necessario, e ciò grazie ai voti dei
senatori a vita (Gianni Agnelli, Francesco
Cossiga, Giovanni Leone). Si pensi,
ancora, al 2006, con l’approvazione della
mozione di fiducia al nuovo esecutivo
Prodi, sempre grazie all’intervento
decisivo dei senatori a vita. Con la fine,
in altri termini, degli equilibri politici della
Prima Repubblica, il ruolo dei senatori a
vita è cambiato, divenendo sempre più
politicamente decisivo per la formazione
e la stabilità dei Governi. Da qui le
proposte ed i dibattiti per l’abrogazione
dell’istituto, che hanno trovato sostenitori
in schieramenti politici molto diversi tra
loro. Da ultimo, anche Grillo – in un post
risalente
all’agosto
del
2012
(esattamente un anno fa, prima della
mossa odierna di Napolitano) – aveva,
correttamente, notato: In Senato pochi
voti possono determinare l'esito di un
voto di fiducia o l'approvazione di una
legge non costituzionale. E' già
successo. I senatori a vita possono
risultare decisivi. E' già successo. La
composizione del Parlamento, in teoria,
dovrebbe essere decisa solo dal popolo
sovrano. Non è così. L'istituto delle
nomina del senatore a vita sfugge a
qualunque controllo democratico. E' una
promozione
di
carattere
feudale,
baronale, come ai tempi dei valvassini e
dei valvassori. Per diritto divino. Il
presidente in carica può influenzare
senza rendere conto a nessuno la
legislatura
successiva
alla
sua
presidenza nominando chi gli aggrada.
Napolitano, per la verità, aveva già dato
prova di considerare la nomina dei
senatori a vita uno strumento politico
fondamentale: la nomina di Mario Monti,
appena precedente la sua chiamata al
Governo, ne è stato un esempio
evidente. Ma oggi la “mossa” di
Napolitano ha un significato politico
ancora maggiore, se possibile, del
precedente.
I 4 senatori appena
nominati
saranno,
probabilmente,
decisivi nel caso in cui il Governo Letta
dovesse entrare in crisi. Essi, infatti,
potrebbero garantire quella manciata di
voti necessaria ad un possibile Letta-bis,
nel caso in cui Berlusconi dovesse
cercare la crisi di Governo e le elezioni
anticipate.
Napolitano si dimostra,
ancora una volta, il politico più accorto e
il vero capo di un Governo di coalizione,
delle “larghe intese”, in cui Letta è solo
formalmente il Premier, ma non è, in
realtà, che l’uomo del Presidente. Il
Capo dello Stato – questo è noto – non
vuole le elezioni, non è disposto a
sciogliere anticipatamente le Camere. E,
per questo, egli ha appoggiato la
soluzione Violante (rinvio alla Consulta)
per salvare Berlusconi. Ma, visto che
essa potrebbe non rivelarsi sufficiente,
Napolitano
ha
preparato
la
contro-mossa: il controllo di 4 nuovi
senatori. È sufficiente sedersi ad un
tavolo e fare un po’ di calcoli per capire
che un Letta-bis, per ottenere la
maggioranza al Senato, avrebbe bisogno
– fermi i voti del Pd e dei montiani –
giusto di un altro po’ di senatori passati
al di là dei ranghi (chiamatelo
tradimento,
compravendita,
libero
mandato, come volete), nonché proprio
di altri 3 o 4 senatori. Che siano proprio i
senatori a vita di nuova nomina?
L’esercizio
di
un
potere
costituzionalmente previsto è, ancora
una volta, strumento per il controllo del
"sistema" politico da parte del Capo dello
Stato. La nomina dei 4 senatori prepara,
infatti, un Letta-bis, ossia una nuova
operazione politica che avrà il compito di
evitare le elezioni anticipate, tenendo
“bloccata”
una
maggioranza
parlamentare del tutto fittizia e salvando,
ancora per un po’, la vecchia politica dei
partiti. È Napolitano che sta assicurando
questa sopravvivenza, ed è pertanto
dalla politica di Napolitano – nascosta
dietro la sua “neutralità” costituzionale –
che bisogna a tutti i costi uscire. Invece
di fare nuovi senatori a vita bisognava
abolire questo istituto frutto di un residuo
storico più monarchico che repubblicano.
Ma ormai viviamo sotto Re Giorgio, e
allora non ci resta che parlare di
problemi come la “grazia” o “i senatori a
vita”. E cioè dei privilegi del monarca
che sta pensando tutti i modi per salvare
il suo Governo. E questo Paese si
sveglia ogni giorno sempre più diviso tra
senatori a vita e sudditi a vita.
P.S.
Una nota finale, sui nomi dei senatori,
meriti e competenze scientifiche o
artistiche escluse. Stupisce non poco la
nomina soprattutto di Elena Cattaneo, la
quale è – a quanto mi risulta – la più
giovane senatrice a vita mai nominata,
appena cinquantenne (è nata nel 1962).
Sembra abbastanza inopportuno, specie
in un momento come questo, garantire
ad una donna di cinquant’anni, con una
nomina dall’alto e quindi senza alcuna
legittimazione
democratica,
uno
stipendio vita natural durante (diciamo,
statisticamente,
per
i
prossimi
trent’anni?). Un senatore a vita
percepisce – comprese diaria, indennità,
rimborsi – , all’incirca, 13.000 euro netti
al mese (211.502 Euro lordi all’anno).
Quanto ci costerà la senatrice Cattaneo?
E se – come sembra uso – i senatori a
vita campano più degli altri (guardate la
Montalcini, ma anche Andreotti e Carlo
Azelio Ciampi). Ed ecco, allora, che in
tempi di crisi, dove sono difficili da
trovare finanze per la cassaintegrazione,
Re Giorgio si scopre particolarmente
magnanimo, scaricando sul bilancio dello
Stato – e su di noi – quattro nuovi
stipendi, non proprio “popolari”. Viva la
Repubblica!" Paolo Becchi
Sos Motori Minarelli
Non siamo carne da macello
Minipost
31.08.2013
Trasporti/Viabilità
31.08.2013
"Emergenza alla Motori Minarelli, 56
persone rischiano il licenziamento. Uno
degli operai in luglio ha scritto questa
lettera al pilota della Yamaha (con
ingaggio milionario!!) Valentino Rossi:
"Ciao Dottore - scrive su Facebook
l'operaio - sono un dipendente della
Motori Minarelli di Bologna, primario
partner europeo di Yamaha per la
produzione di motori da scooter e moto.
Mi faccio portavoce di tutti i dipendenti e
sindacati per denunciare la grave
situazione aziendale. Correva l'anno
2008, l'11 aprile si festeggiava il
10milionesimo motore prodotto con
grande
festa
aziendale,
grandi
ringraziamenti da parte della dirigenza
italiana e giapponese, e la moto
campione del mondo in bella vista. A
distanza di sei mesi veniamo travolti
come tutti dalla crisi, con grandi scuse
dalla dirigenza giapponese per gli errati
calcoli di mercato e dimissioni in tronco
del presidente. Nel corso di questi anni si
è ricorso ad ogni tipo di ammortizzatore
sociale, ma continuando a non vigilare
su sprechi e organizzazione come se
nulla fosse successo. Oggi Motori
Minarelli dichiara di volere licenziare 56
operai, incolpevoli delle scelte fatte negli
anni addietro, siamo passati dalle oltre
400 unità lavorative a circa 290, e come
sempre gli errori dei dirigenti ricadono
sugli operai. Mandiamo a casa chi ci ha
fatto perdere lavoro, competitività e
soldi!" Nicola
13
"Partiamo da un’evidenza: a Paderno
Dugnano, a nord di Milano, vogliono
realizzare un’autostrada a 14 corsie a
cielo aperto, in sopraelevata, con ponte
alto 40 metri, in pieno centro abitato, in
nome di Expo, il cui disciplinare di gara è
stato firmato da un funzionario indagato
per turbativa d'asta. Contro quest’opera
ci sono due mozioni, ignorate totalmente
dal Governatore Maroni, una del
Consiglio Provinciale di Milano e l’altra
del Consiglio Regionale Lombardo (la 55
del 2013 approvata all'unanimità), oltre a
diverse iniziative parlamentari volte a
chiedere l'applicazione dei dispositivi
delle due mozioni, e all’Ordine del
Giorno a 5 stelle approvato all’unanimità
dal Consiglio Regionale Lombardo che
invita la Giunta a introdurre, sulla base
delle raccomandazioni dell’OMS, un
sistema di valutazione dell’impatto
sanitario delle politiche pubbliche
regionali di ogni assessorato. Prendiamo
ora un’altra evidenza: la Commissione
europea procede contro l’Italia per la
mancata osservanza delle norme di
qualità dell’aria in numerose zone
italiane relative a un pericoloso
inquinante atmosferico, il particolato fine
o PM10. Queste particelle, contenute
principalmente nelle emissioni del traffico
e degli impianti di riscaldamento
domestico, possono causare asma,
problemi cardiovascolari, tumore ai
polmoni e morte prematura. Un secondo
e ultimo avvertimento scritto è stato
appena inviato all’Italia. E valutiamo ora
quanto è stato scritto nell’ultima delirante
uscita di Regione Lombardia e Governo
Letta (agosto 2013, che ha determinato
la convocazione della Conferenza dei
Servizi, ultimo atto procedurale prima
dell’inizio degli scavi): il parere è
favorevole all’autostrada purché, prima
della messa in esercizio, “venga prodotta
una relazione che stimi il numero di
eventi attesi di mortalità e morbilità
attribuibili
all’esposizione
della
popolazione agli inquinanti determinati
dall’opera”. In conclusione, manca solo
la conta dei morti! Questa situazione è
da rivoluzione civile e sorprende non sia
ancora avvenuta. L’Europa ci multa
perché stiamo morendo soffocati dagli
inquinanti dell’aria. L’OMS chiede di
arrivare al 2020 valutando la salute dei
cittadini anche e soprattutto in termini di
benessere più generale. E Regione
Lombardia e Governo Letta ci dicono
che basta contare in quanti muoiono!
Quale benessere ricavano i cittadini del
nord Milano ad essere gassati, in nome
di Expo, che dovrebbe “nutrire il
pianeta”? Forse si è aperto un nuovo
padiglione di Expo, dedicato alla “carne
da macello”? La cultura dei nostri
governanti è da brivido! I nostri
governanti non rispettano le normative
europee. Non sono dotati di buon senso
da buon padre di famiglia. Non sono
dotati di un idea di progresso utile alla
collettività. E, dichiarando per iscritto che
quest’opera genererà morti da contare,
dovrebbero essere denunciati per crimini
contro l’umanità. L'interramento era la
soluzione, per tutti. E invece, per
interessi “ignoti”, il progetto interrato non
è stato mai considerato e si è arrivati alla
Conferenza dei Servizi del 5 settembre
con un progetto devastante per la salute
dei cittadini, per il territorio e per
l’ambiente. E ora ci vengono a dire che
in questa partita gli unici "perdenti"
saranno I cittadini, di cui vanno contati i
morti. I cittadini oggi non sono più
disposti a farsi sopraffare, non
accetteranno mai di essere ancora una
volta gli unici a perdere. All’egoismo e
all’insensatezza c’è un limite! Questo è il
punto: o si vince tutti, o non possono
essere i cittadini gli unici a perdere. Con
la loro vita! Noi non siamo carne da
macello! Chiunque condivida questo urlo
di
dolore
può
partecipare
alla
Conferenza dei Servizi che si terrà il
prossimo 5 settembre, piazzale Morandi,
1, Milano. E’ terminato il tempo in cui
qualche governante miope decide della
nostra vita in una stanza chiusa del
Provveditorato dei Lavori Pubblici".
Silvana Carcano, M5S Lombardia
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Editoriale La paura del pensiero Lo stallo delle Istituzioni