Test di laboratorio di
funzionalità epatica
Prof. Mario Pazzagli,
Ordinario di Biochimica Clinica, Univ. di Firenze
( attenzione al termine funzionalità perché non sempre appropriato;
Es.: Albumina è un’indagine della funzionalità epatica di sintesi proteica,
mentre
AST/ALT sono indici di lesione cellulare epatica e non di funzionalità)
Il fegato è un organo con molteplici funzioni
quadro biochimico complesso
Fegato: Aspetti generali





Anatomia Macroscopica: peso circa 1.5 Kg, due lobi, destro
e sinistro
Vascolarizzazione: doppio sistema:
1. Vena Porta che apporta al fegato il sangue della milza e
dell’apparato digerente;
2. Arteria epatica che apporta al fegato il sangue arterioso
che viene poi drenato dalle vene sovraepatiche
Anatomia Microscopica: l’unita’ morfofunzionale del fegato
e’ il lobulo con gli angoli occupati da uno spazio portale
che generalmente contiene un ramo dell’arteria epatica,
uno della vena porta e un canalicolo biliare
Fegato: Aspetti generali
Funzioni del Fegato

SINTESI
es. Albumina, Fattori della
coagulazione…

ESCRETORIA
es. Bilirubina, Ammonio…

STORAGE
es. Vitamine, Carboidrati…
Tre livelli di test
1. Test di I livello di funzionalità
2. Test di II livello di funzionalità specifica
3. Test diagnostici di patologia epatica
1.
Test di I livello di funzionalità
a. Valutazione della capacità di sintesi e di metabolismo
(in seguito ad una compromissione estesa e prolungata)
Es.: Proteine totali, albumina, profilo elettroforetico, pseudocolinesterasi,
fattori della coagulazione (fattore VII, PT, fibrinogeno)…
b. Test di escrezione
Es.: bilirubina totale, diretta, indiretta, ammonioemia…
c. Test di citolisi
Es.: enzimi plasmatici (AST, ALT, fosfatasi alcalina…
Questo gruppo di test consente di distinguere correttamente
circa l’80% dei casi di epatopatia
2. Test di II livello di funzionalità specifica
Test di valutazione quantitativa di specifici aspetti
di funzionalità epatica.
Sono test complessi non ancora in uso nella pratica
clinica, utilizzati per ricerche in particolare per il
trapianto di fegato o per monitorare l’efficacia di
nuovi farmaci in corso di epatopatia…
Es.: Clearance dell’antipirina, del galattosio, verde
di indocianina etc…
3. Test diagnostici di patologia epatica
Test finalizzati alla diagnosi di specifiche
epatopatie
Es.: AFP, test virologici per diagnosi di epatite virale, etc…
1. Test di I livello di funzionalità
Valutazione della capacità di sintesi e di metabolismo
Proteine totali plasmatiche
(1)
Insieme di specie molecolari diverse per forma chimica, origine e funzione.
CHIMICA: proteine, glicoproteine, lipoproteine
ORIGINE: prevalenza dal fegato, immunoglobuline dalla plasmacellule, alcuni
componenti del complemento dai macrofagi, alcune lipoproteine dalle cellule
intestinali, etc..
FUNZIONI: nutritiva (albumina), tampone (non fra i più importanti),
coagulazione e fibrinolisi, trasporto (bilirubina, ormoni, lipidi, calcio) pressione
colloido-osmotica, etc…
La concentrazione plasmatica può risultare alterata sia per condizioni che
modificano il metabolismo proteico che per alterazioni della volemia.
Il valore assoluto non riflette le variazioni quantitative delle singole
unità (necessario il profilo elettroforetico o la determinazione delle
proteine specifiche).
Es.: cirrosi si ha diminuzione di albumina;aumento di IgG e le proteine totali
possono risultare normali
Proteine plasmatiche
• Molte sono prodotte a livello epatico (no Fattore VIII e immunoglobuline)
Elettroforesi delle proteine sieriche
Test di funzionalità epatica, anche
se non sono indicatori specifici di
malattie del fegato.
 SINTESI PROTEICA PIÙ EVIDENTE NELLE FORME CRONICHE.
Protidogramma:
6.0-8.0
proteine totali (met. Biureto)
6.8
g/dL
1.13-1.94 ratio albumina/globuline
%
1.55
53.0-66.0 albumina
%
60.8
1.9-4.5
globuline alfa 1
%
2.8
6.5-13.0
globuline alfa 2
%
12.6
9.0-16.0
globuline beta
%
12.0
%
11.8
10.5-21.0 globuline gamma
Proteine
totali
L’aumento delle proteine totali (meno frequente) può avvenire:
(2)
• Per disidratazione, emoconcentrazione, stasi venosa durante il prelievo (aumento
proporzionale di tutte le frazioni)
• Aumento delle gamm-globuline (nonostante il calo dell’albumina) in alcune
situazioni di cirrosi epatica, malattie autoimmuni, etc…
• In presenza di proteine abnormi (gammopatie policlonali o monoclonali) etc..
La diminuzione delle proteine totali (più frequente) può avvenire:
• Per iperidratazione (riduzione proporzionale di tutte le frazioni)
• Diminuita sintesi per insufficiente apporto alimentare. Es.: per malassorbimento,
per epatopatie croniche etc..
• Per perdita proteica dal rene (sindrome nefrosica), dall’intestino, per emorragie,
per neoplasie, per ustioni, etc..
• Eccessivo catabolismo proteico endogeno
Proteine totali
(3)
DISTRIBUZIONE DELLE PROTEINE NEGLI SPAZI EXTRAVASALI
( ruolo dei versamenti )
Le plasma proteine sono normalmente poco presenti nel liquido interstiziale ma si può
avere una anomala distribuzione proteica per alterazioni della funzionalità capillare, per
ostruzione dei vasi linfatici o per modificazioni osmotiche (es.: ipoalbuminemia che
riduce il gradiente osmotico tra plasma e tessuti e quindi facilita un movimento di acqua
verso gli spazi interstiziali).
Dosaggio: Siero (manca il fibrinogeno)
Note preanalitiche: buona stabilità
I.R.: 60-80g/L
• Può essere un parametro
utile nella cirrosi?
• Può essere utilizzato come
parametro di sintesi?
Albumina
Sintetizzata dalle cellule parenchimali del fegato, vita media 20 giorni, responsabile della
pressione ancotica 8oltre 80%), trasporta numerose sostanze (bilirubina, ormoni, calcio,
farmaci).
Iperalbuminemia (rara) in genere per disidratazione.
Ipoalbuminemia per varie cause:
• Perdita da sindrome nefrosica, perdita da ustioni o dermatiti, perdita dal tubo digerente
per lesioni della mucosa.
• apporto inadeguato di proteine (vomito, diarrea, malassorbimento, pancreatiti, coliti,
enteriti, etc..)
• Diminuita sintesi epatica (si ritiene comunque che il fattore che influenza in modo
significativo l’albuminemia nelle malattie epatiche croniche non è la funzione
epatocellulare ma la ritenzione idrica) eventualmente associata a diminuita alimentazione,
ascite, malassorbimento)
• Aumentato catabolismo (ipertiroidismo, traumi, sindrome di Cushing).
• In alcune condizioni fisiologiche (gravidanza, lattazione) Può essere usata come
• Infiammazione acuta e cronica con necrosi tissutale
indice di sofferenza
Dosaggio: Siero
Note preanalitiche: buona stabilità
I.R.: 34-48g/L
PARENCHIMALE?
RUOLO DELLE GLOBULINE [20-35 g/L]
Sono un gruppo eterogeneo di proteine (a, b e g) .
•Generalmente nelle malattie croniche, cirrosi e epatiti,
si può manifestare iperglobulinemia di grado variabile.
IPERGAMMAGLOBULINEMIE
Indicano attivazione del sistema reticolo endoteliale
contro antigeni gastrointestinali
Nella cirrosi epatica alcolica
l’ipergammaglobulinemia è associata ad un
aumento delle IgA e si assiste alla fusione
delle bande b e g.
L’alfa1-antitripsina è una proteina con attività
antiproteasica.
Risulta ridotta o assente nelle cirrosi ad eziologia
ignota o nell’ittero colestatico giovanile
Immunoglobuline
(3)
Le ipergammaglobulinemie si studiano con test immunologici
(autoanticorpi anti-nucleo, autoanticorpi anti-mitocondriali, etc..
Pseudocolinesterasi (colinesterasi)
E’ un parametro di sintesi non molto “specifico”.
E’ un enzima di secrezione presente nel plasma, da usarsi come indice di ridotta sintesi
proteica del parenchima epatico. Nelle epatiti croniche e nelle cirrosi i livelli diminuiscono
proporzionalmente al danno.
Esistono due forme chimiche circolanti; normale ed atipica. Soggetti omozigoti per la
forma atipica hanno ridotti livelli circolanti non in grado di idrolizzare alcuni miorilassanti
(es.: succinilcolina) che possono essere usati in anestesia (oggi poco utilizzati). Da non
confondersi con un enzima eritrocitario detto acetilcolinaesterasi, questo ha minore
specificità per il substrato Acetilcolina.
Si ha diminuzione in caso di:
• Avvelenamento da insetticidi
• Ipoalbuminemia, da malnutrizione o cirrosi, o da infezioni acute
• Infarto miocardico
Dosaggio: Siero
Note preanalitiche: evitare emolisi, stabile a RT per 6h a 4°C per 1 settimana
I.R.: (variabilità fra laboratori) 5-12 U/ml
Tempo di protrombina ed altri fattori della
coagulazione
(1)
Fattore di sintesi.
Buona sensibilità, buona correlazione temporale con l’andamento della
patologia.
Il tempo di protrombina (PT) è molto utilizzato in epatologia. Il fegato
sintetizza molti fattori della coagulazione, in particolare quelli K
dipendenti
Il procedimento di Quick misura la velocità della conversione della
protrombina in trombina in presenza di tromboplastina, calcio,
fibrinogeno ed altri fattori della coagulazione (V, VII, X).
A sua volta la trombina converte il fibrinogeno in fibrina. La
protrombina ed i fattori V, IX e X necessitano della vitamina K per la
loro attivazione.
1. INDICATORI DI ALTERAZIONE DELLE VIE BIOSINTETICHE
1d. Attività Protrombinica
E’ una delle indagini più sensibili per misurare la capacità funzionale
residua nelle forme acute e croniche
Il fegato sintetizza il fibrinogeno, i fattori vit. K-dipendenti (II, V, VII, IX e X)
 anomalie della via estrinseca e
intrinseca con un prolungamento del
tempo di protrombina (PT)
L’attività protrombinica viene determinata su plasma con il metodo di Quick
(37°C, Ca e Tromboplastina) che valuta il meccanismo estrinseco della
coagulazione.
Il valore teorico è compreso tra 70 e 100%.
Può essere espresso anche in secondi [12 – 14 sec].
Marcati aumenti del tempo di PT >5 sec sopra il controllo (non corretto da
trattamento con Vit K) sono un segno negativo sia nelle forme acute che
croniche.
Tempo di protrombina ed altri fattori della
coagulazione
(2)
Per PT allungato in epatopatia si possono postulare due situazioni:
• presenza di danno epatico esteso con ridotta sintesi dei fattori
della coagulazione
• carenza di vitamina K per ridotto assorbimento dei lipidi
secondario ad ittero ostruttivo o trattamento prolungato con
antibiotici.
Questa seconda evenienza può essere corretta (i.m. 25 mg Vit
K) famacologicamente. La normalizzazione del PT entro 18h
depone per ittero ostruttivo, mentre la mancata risposta per la
presenza di una grave epatopatia parenchimale.
Dosaggio: plasma (sodio citrato)
Note preanalitiche: dosaggio da effettuarsi entro 2-3h
I.R.: 11-15s, 80-100%
Metabolismo delle proteine
(2)
METABOLISMO AMINOACIDI E CICLO DELL’UREA
Un uomo normale di 70kg elimina circa 10-20g di azoto al giorno
(provenienti dall’alimentazione o da aminoacidi (AA) non riutilizzabili
attraverso lo schema:
AA
L-glutammato
NH3
ciclo di Krebs
Urea
L’NH3 liberata dagli AA, a causa della sua tossicità, deve essere
rapidamente allontanata dall’organismo (es.: come urea o glutammina)
(AMMONIEMIA).
L’Urea nel sangue è generalmente indice di funzionalità renale (nella
valutazione dei valori aumentati), ma diminuisce in seguito ad una grave
insufficienza epatica o in soggetti con alimentazione povera di proteine.
Si può avere uremia normale anche con alterazione dell’80-90% del
parenchima epatico (dato poco utile in diagnostica epatologica).
Ammoniemia
(1)
Parametro di alterato metabolismo proteico. Misura un composto
direttamente correlato alla patologia e sua evoluzione
L’ammoniemia è utile in caso di sospetta encefalopatia epatica (sindrome
caratterizzata da alterazioni neurologiche conseguenti a grave insufficienza
della funzionalità epatica e/o cortocircuiti venosi fra vena porta e circolo
sistemico). Il danno cerebrale sarebbe conseguente all’accumulo di
sostanze tossiche (ammoniaca etc..) assorbite dall’intestino non
metabolizzate dal fegato adeguatamente).
Ammoniemia
(2)
I fattori che possono determinare un aumento dell’ammoniemia sono:
• diminuita sintesi di urea da parte del fegato per alterata funzionalità metabolica o
per cortocircuiti venosi
• aumentata formazione di ammoniaca ad opera di batteri intestinali per
metabolismo proteico(eccesso nella dieta, proteine di origine ematica come
sanguinamento intraluminale da varici venosi, etc..)
L’iperammoniemia è grossolanamente correlata all’entità del danno cerebrale.
Dosaggio: plasma (EDTA)
Note preanalitiche: dosaggio instabile, aumenta rapidamente dopo prelievo,
conservare il prelievo in ghiaccio, analizzare rapidamente. Evitare emolisi
I.R.: 11-35s, 80-100%
1. Test di I livello di funzionalità
Test di escrezione
Metabolismo del gruppo eme
BILIRUBINA
(1)
La bilirubina riflette il continuo turn-over metabolico che interessa il gruppo eme
presente nell’emoglobina e nell altre emoproteine (mioglobine, citocromi, enzimi
emoproteici etc..). La maggior parte (80%) della bilirubina proviene dal catabolismo
dell’emoglobina (turn over degli RBC) che avviene nella milza, nel fegato e nel midollo.
Altre quote sono da catabolismo di emoproteine (15%) e dalla eritropoiesi inefficace
(5%).
La bilirubina così prodotta entra in circolo (ma siccome è liposolubile- ed anche tossicasi lega all’albumina fino ad un massimo di due molecole per molecola di albumina e con
differente Ka, una ad alta ed una a bassa affinità). La bilirubina legata all’albumina in
circolo viene rimosa dal fegato e coniugata all’acido glucuronico che la rende idrosolubile
e meno tossica di quella libera. La bilirubina glicuronata entra nel canalicolo biliare
mediante un processo attivo di secrezione/escrezione e finisce nel tratto intestinale dove,
mediante il circolo entero-epatico dei bilinogeni può essere riassorbita e riescreta dal
fegato.
La bilirubina glucoronata è detta DIRETTA perché reagisce direttamente con il reattivo
del dosaggio (essendo idrosolubile e biodisponibile).
La bilirubina libera è detta INDIRETTA perché reagisce con il reagente solo dopo il
distacco dall’albumina (con alcool metilico).
2. INDICATORI DELLA FUNZIONE ESCRETRICE
(E DI DETOSSIFICAZIONE)
2a. BILIRUBINA
•75 - 80% dal catabolismo dell’emoglobina.
25 - 20% dal ricambio di proteine contenenti l’Eme
(mioglobina, citocromi, enzimi)
•Circola reversibilmente legata all’albumina
•A livello epatico viene coniugata (mono- e diglucurunide nel r.e. da parte dell’enzima
microsomiale UDO-glucuroniltranferasi) e secreta
nei canalicoli biliari e da qui nella bile.
•Nell’intestino i glucurunidi sono scissi dalle
idrolasi batteriche, la bilirubina è ridotta dai batteri
inestinali ad urobilinogeno e successivamente
trasformata in stercobilina.
•Una parte dell’ urobilinogeno viene riassorbito
dall’intestino, mentre una parte raggiunge la
circolazione generale e viene escreta con le urine.
Emoproteine epatiche (15%)
lisi eritrocitaria (80%) eritopoiesi inefficace (5%)
Fe
Emeossigenasi
CO
OO
H
H
H
Biliverdinareduttasi
OO
H
H
H
H
O2
Eme (Fe-protoporfirina IX)
biliverdina (IXa)
bilirubina (IXa)
(275 mg/24h)
BILIRUBINA : l’ittero
(2)
Parametro di funzionalità secretoria
L’ittero in seguito a situazioni di iperbilirubinemia si verifica come conseguenza di
una delle seguenti condizioni:
• Iperproduzione della bilirubina nell’organismo ed incapacità della cellula epatica di
captare, coniugare ed eliminare il pigmento. Aumento della bilirubina indiretta. (es.:
incompatibilità materno-fetale di tipo Rhesus)
• Non aumento della produzione di bilirubina, ma difetto funzionale dell’epatocita
(alterazione dei meccanismi di captazione, trasporto, escrezione). Aumento della
bilirubina diretta ed indiretta. (es.: Sindrome di Gilbert, uso di farmaci epatotossici..)
•Incapacità di escrezione della bilirubina attraverso le vie biliari dovuta ad ostacolo
meccanico intra o extra epatico. Aumento della bilirubina diretta (ostruzione da
calcoli, neoplasie, epatite virale, etc..)
BILIRUBINA : l’ittero
Classificazione (storica) degli itteri:
(3)
• Pre-epatico
• Epatico
•Post-epatico
Ittero emolitico. Nell’ittero emolitico la bilirubina in eccesso e’ quella indiretta (legata
all’albumina) che non è escreta nelle urine (bilibinuria ridotta/assente).
• Ittero epatocellulare. Nell’ittero epatocellulare la bilirubina circolante è in gran
parte nella forma glicuronata (diretta) idrosolubile e quindi si ha bilibinuria più o
meno accentuata.
• Ittero ostruttivo. Nell’ittero ostruttivo si ha un aumento in circolo di bilirubina
glicuronata (Diretta) e quindi elevata bilibinuria.
Dosaggio: siero
Note preanalitiche: proteggere dalla luce intensa, stabile
I.R.: totale 3-19U/L (0.2-1.1mg/ml)
Bilirubina frazionata
Bilirubina diretta ASSENTE (<0.2 mg/dL)
Es. ESAME BILIRUBINA
Fino a 1.10
BILIRUBINA TOTALE (Met. DMSO)
0.05-0.30
BILIRUBINA DIRETTA
0.15-0.80
BILIRUBINA INDIRETTA PER DIFF.
mg/dL 0.40
mg/dL 0.14
mg/dL 0.26
1. Test di I livello di funzionalità
Test di citolisi
3. INDICATORI DI DANNO EPATICO (danno/necrosi)
ENZIMI SIERICI COME INDICATORI DI DANNO EPATOCELLULARE
3A. AMINOTRANSFERASI
ASPARTATO AMINOTRANFERASI (AST- GOT) [0 – 45 U/L] (7000 > sangue, 17h emiv.)
ALANINA AMINOTRANSFERASI (ALT- GPT) [5 – 55 U/L] (3000 > sangue, 42h emiv.)
AST citosol/mitocondri, comune a molti tessuti
(muscolo, eritrociti)
ALT citosolico, di origine prevalentemente epatica
Il rapporto AST/ALT è ≤ 1 nelle epatiti virali in
presenza di danno minimale
Nel caso di danno massimo il rapporto diviene > 1
Il rapporto AST/ALT non è comunque accettato come criterio clinico dirimente
  INDICI SENSIBILI DI NECROSI EPATOCELLARE
• Gli aumenti maggiori si hanno nel danno epatico acuto virale o tossico
AST (GOT) e ALT (GPT)
(1)
Sono parametri di necrosi o sofferenza.
AST ( aspartato-amminotrasferasi, glutamato-ossalacetato transaminasi, GOT) è
un enzima principalmente legato ai mitocondri (80%), ubiquitario (miocardio ad
elevatissima concentrazione, rene, eritrociti, cervello, muscolo), può aumentare
oltre che nelle epatopatie a causa della lisi cellulare, anche in altre condizioni
patologiche (infarto del miocardio).
ALT ( alanina-amminotrasferasi, glutamato-piruvato transaminasi, GPT) è un
enzima citoplasmatico, anch’esso ubiquitario, ma presente nel fegato in quantità
maggiori che negli altri tessuti. Il suo aumento nel siero avviene quindi solo nelle
epatopatie.
AST e ALT aumentano, principalmente, per necrosi dell’epatocita ma, anche se in
maniera minore, per danneggiamento funzionale cellulare .
AST e ALT sono indicatori sensibili, capaci di evidenziare presenza di lesioni
epatiche anche in pazienti asintomatici.
AST (GOT) e ALT (GPT)
(2)
AST
Dosaggio: siero
Note preanalitiche: evitare emolisi (attività negli eritrociti circa 6 volte superiore di
quella palsmatica), stabilità buona a RT.
I.R.: adulti (dipende dai metodi) 6-20 U/L
ALT
Dosaggio: siero
Note preanalitiche: evitare emolisi (attività negli eritrociti maggiore di quella
palsmatica), stabilità buona a RT.
I.R.: adulti (dipende dai metodi) 10-40 U/L
interferenze da farmaci epatotossici (vedi tabella 1-5)
ALT /AST
Molto elevato (10 volte I.R.) sono indici di epatite acuta (virale o da farmaci o
autoimmune)
Rapporto ALT/AST (De Ritis Ratio) circa 1 nelle epatiti acute
FOSFATASI ALCALINA
(1)
Parametro di stasi biliare (non di citolisi)
Enzima molto diffuso in vari tessuti ad organi soprattutto fegato e ossa, ma
anche intestino, rene, placenta.
Dosabili anche gli isoenzimi epatici, osseo, intestinale e placentare.
Separazione elettroforetica su poliacrilamide, prima la banda della fosfatasi
alcalina epatica, poi quella ossea, eventualmente seguita da quella
intestinale. In gravidanza segue quella placentare (in presenza di neoplasie
maligne la banda placentare è sostituita da un isoenzima detto Regan).
Sono possibili separazioni anche dopo riscaldamento del campione perché
dotate di differente termoresistenza.
FOSFATASI ALCALINA
(2)
Aumenta in due condizioni fisiologiche:
• bambini (per l’acrescimento osseo)
• gravidanza (isoenzima circolante di origine placentare)
Aumenta a causa:
• di farmaci epatotossici.
• nelle epatopatie
• in ogni forma di ostruzione delle vie biliari (da ostruzione dei canalicoli
intraepatici, es.: cirrosi biliare primitiva, fino all’ostruzione del dotto comune es.:
calcolosi biliare).
L’aumento dovuto all’aumentata sintesi da parte degli epatociti indotta
dall’aumento della concentrazione locale degli acidi biliari.
In presenza di un aumento di dubbia origine, si deve valutare anche la presenza
CONTEMPORANEA di aumento della GGT che è più specifico per la patologia
epatica.
GAMMAGLUTAMILTRANSFERASI
(GGT o gGT)
Parametro di stasi biliare (influenzato in particolare dall’assunzione di alcool)
E’ un enzima (glicoproteina) legato alla membrana plasmatica responsabile della sintesi
intracellulare di glutatione.
Aumenta:
• fortemente negli alcolisti, perché l’alcol etilico ne stimola la sintesi epatica
• anche per la sola assunzione di alcool, senza epatopatie associate.
• il danno epatocellulare, ma soprattutto la colestasi possono contribuire ad aumentare la
GGT sierica
• per induzione da farmaci (rifampicina, antiepilettici)
Uso preminente nello screeening e nel follow-up di alcolisti sottoposti a terapia. Si ritiene
un parametro più sensibile e più specifico di patologia epatica della fosfatasi alcalina.
Dosaggio: siero
Note preanalitiche: buona stabilità
I.R.: (dipende dai metodi) Uomini: 7-50 U/L; Donne a 4-27 U/L
3. Test diagnostici di patologia epatica
Alfa 1 - ANTITRIPSINA
Parametro diagnostico per deficit da alfa1-antitripsina (geneticamente determinata).
Inibitore delle proteasi seriniche extracellulari (collagenasi, elastasi) liberate dai leucociti
nella sede di infiammazione o da altri tessuti come il fegato ed il pancreas. E’ utile per
limitare danni citolitici nel tessuto sano circostante la sede dell’infiammazione.
E’ una proteina della fase acuta (come la proteina C-reattiva, C3, C4 etc..) che aumenta nel
caso di patologia epatica con infiammazione del parenchima. Successivamente l’evoluzione
in senso cronico del processo flogistico si accompagna all’aumento delle immunoglobuline.
E’ utile per la diagnosi di deficienza della alfa1-antitripsina (si conoscono almeno 75
varianti genetiche che possono determinare enfisema polmonare e cirrosi epatica precoce
ed epatoma).
Dosaggio: siero o plasma
Note preanalitiche: buona stabilità
I.R.: 0.7-2.0 g/L 90-300 mg/dL
2. Test diagnostici di patologia epatica
INDICATORE DI PROLIFERAZIONE CELLULARE
Alfa-fetoproteina (AFP) [ 10/20 ng/ml; valore soglia 50 ng/ml ]
•Proteina di trasporto, simile all’albumina
•Aumenta nel carcinoma primitivo del fegato (ma anche nei tumori
germinali)
Alfa - FETOPROTEINA
Marker tumorale.
In condizioni normali la sintesi dell’alfa-fetoproteina, l’equivalente fetale dell’albumina, si
arresta pressochè completamente entro breve tempo dopo la nascita. Un marcato aumento
della sintesi di questa proteina si osserva in circa 70-90% dei pazienti con carcinoma
epatocellulare in percentuale minore per altre forme tumorali (tumore del testicolo o altri
tumori delle cellule germinali) ed in epatopatie di natura non neoplastica (10-20%).
Nel siero materno e nel liquido amniotico risulta aumentata nella anencefalia e spina bifida
e ridotta nella trisomia 21 (sindrome di Down) (applicazioni in triplo test e diagnosi
prenatale).
Utile per il follow-up del carcinoma epatico in corso di trattamento.
Dosaggio: siero
Note preanalitiche: relativa instabilità, dosare nelle 24h
I.R.: (variabile in base alla metodologia) adulti <10 g/L
CONCLUSIONI
In presenza di malattia epatica sospetta o accertata alcuni esami di
laboratorio di primo livello possono essere indicativi delle principali funzioni
del fegato.
•La bilirubina totale e frazionata (coniugata e non coniugata)
•Gli enzimi: aminotransferasi, fosfatasi alcalina, gammaglutamiltranspepdidasi
•Le proteine plasmatiche: protidogramma, albumina e globuline
•I fattori della coagulazione: tempo di protrombina
Questi test possono orientare verso la richiesta di esami di
approfondimento:
•Marcatori virali (epatititi virali)
•Marcatori oncologici (AFP)
•Indagini immunologiche (Ab antimitocondrio nella cirrosi biliare)
•Etc.
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Test di laboratorio di funzionalità epatica