N° 3 ANNO LXIII Giugno-Luglio 2011 DISABILI QUANDO L’ASSUNZIONE È UN MIRAGGIO PENSIONATI Supplemento al numero odierno di MF/Milano Finanza - Il quotidiano dei mercati finanziari Spedizione in A.P. 45% art. 1 c. 1 L. 46/04, DCB Milano. Direttore responsabile Paolo Panerai. Registrazione Tribunale di Milano n. 266 del 14/4/1989. FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI NECESSARIO RIPIANIFICARE IL PROGETTO DI VITA CCNL: LE MOSSE SEGRETE DI ABI IL LINGUAGGIO DEI FURBI E IL BLUFF DEI BANCHIERI ATTUALITÀ ATTUALITÀ UNA BANCA DATI PER SCHEDARE LE RAPINE SPEDIZIONE IN SICILIA DEL SEGRETARIO GENERALE BCC CONTRATTO AI NASTRI DI PARTENZA UN PROGETTO DI SOLIDARIETÀ TARGATO CUORE FABI IL SOGNO DI ARUNAS Serve poco per rendere una vita felice NON DEVI METTERE MANO ALLE TASCHE BASTA UNA FIRMA PER DONARE IL TUO 5 PER MILLE “IL SOGNO DI ARUNAS” onlus C.F. 98120160175 Via Cefalonia 41/a 25124 Brescia IBAN IT34C0869211205027000270458 Banca di Credito Cooperativo di Brescia Via Crotte n. 28 – 25127 Brescia EDITORIALE FOCUS 4 > Più anni più salute FILO DIRETTO 5 > Contratto BCC ai nastri di partenza SINDACATO & SERVIZI ATTUALITÀ 6 > Una banca dati per schedare le rapine di Lando Maria Sileoni - Segretario generale FABI 8 > Contratto, la riscossa parte dalla Sicilia 10 > A.A.A. Amministratori Fondo cercansi 11 > Verba manent CCNL: le mosse segrete di ABI 12 > Lavoratori disabili, quando l’assunzione è un miraggio Il linguaggio dei furbi e il bluff dei banchieri 13 > La FABI in corsa contro la Sla 14 > Errori ed orrori di valutazione SPAZIO DONNA 15 > Parto prematuro e congedo di maternità 18 > NUMBERS PARERE LEGALE 19 > Utilizzo da parte di terzi del pc aziendale Giustificato il licenziamento del dirigente “inadeguato” L'aggressione nei confronti di un superiore gerarchico per motivi lavorativi è giusta causa di licenziamento SPAZIO APERTO 20 > La mediazione e la conciliazione nelle controversie bancarie e finanziarie PENSIONATI 21 > Necessario ripianificare il progetto di vita SALUTE 22 > Quando stare in piedi diventa un problema FISCO 23 > L’agevolazione prima casa SPECIALMENTE PER VOI 24 > Convenzioni Cure Termali NONSOLOBANCA L'ANGOLO DELLO PSICOLOGO 26 > Trasformare le difficoltà in opportunità HI TECH 27 > Cloud Pc? Meglio Windows SEGNALIBRO 27 > Formulario dei contratti di uso corrente LA FABBRICA DEI SOGNI 28 > Se la libertà fosse un colore Il rinnovo del contratto nazionale: ecco le mosse segrete dell’Abi Tutte le strategie che i banchieri hanno già deciso e che adotteranno nei prossimi giorni e mesi T utto l’impegno e gli sforzi dell’ultimo periodo, in casa Abi, si sono concentrati esclusivamente su due argomenti: l’evoluzione del confronto in atto con le Organizzazioni sindacali in merito alla proposta di riforma del Fondo di Solidarietà di settore, e l’avvio del negoziato per il rinnovo del contratto. È opportuno ricordare, intanto, che, di fronte al netto rifiuto delle Organizzazioni Sindacali di un ricorso al Fondo di Solidarietà, se non su base esclusivamente volontaria, e considerando che tale determinazione porterebbe alle banche risparmi inferiori che non applicando la vigente disciplina, l’Abi ha deciso di procedere alla disdetta del verbale di incontro del 24 gennaio 2001 sulla “Volontarietà”. D’altronde, le banche tentano da tempo di convincere seraficamente il loro pubblico che questa iniziativa non danneggerebbe assolutamente i lavoratori interessati, perché le aziende che dovessero trovarsi di fronte ad eccedenze di personale, a seguito di cambiamenti gestionali quali riorganizzazioni/ristrutturazioni, valuteranno (che concessione!) la possibilità di favorire le uscite volontarie, laddove la platea degli interessati lo consenta. Il 7 aprile 2011 l’Abi ha consegnato, perciò, la lettera di disdetta ai Sindacati, inviandola per conoscenza anche ai Ministri del Lavoro e dell’Economia. La risposta dei Sindacati non si è fatta attendere, con un rifiuto, inviato il 18 aprile, delle motivazioni poste alla base della disdetta e la richiesta di un immediato ritiro della disdetta stessa, pena eventuali conseguenti mobilitazioni a partire dal 1° luglio. L’Abi e il nuovo contratto Altro punto “caliente” è l’Accordo Interconfederale sugli assetti contrattuali del 2009, su cui le banche vogliono definire al più presto le necessarie intese attuative; anche in questo caso, la nostra controparte non intende accettare il secco NO che noi abbiamo contrapposto alla loro proposta di stabilire un regolamento propedeutico al rinnovo contrattuale, NO dettato dalla convinzione che il tema debba essere trattato esclusivamente in fase di negoziato vero e proprio. In assenza di regole – così l’Abi definisce l’attuale situa- zione - l’Abi ha pensato bene d’inventarsi una soluzione personalizzata: prendere come riferimento il Protocollo 23 luglio 1993 sugli assetti contrattuali. Non ha, perciò, perso tempo nel comunicare la propria decisione al Consiglio dei Ministri e al Ministro del Lavoro, soprattutto perché questa bella pensata determinerà due conseguenze per le banche, entrambe positive: 1. le banche godranno di una maggiore libertà nella progettazione della parte economica del rinnovo, in quanto potranno basarsi sia sull’effettivo andamento del sistema bancario, sia su un indice inflattivo meno oneroso dell’indice Ipca. 2. le banche dovranno erogare, nel mese di giugno 2011, la prevista Indennità di vacanza contrattuale, pari al 30% del tasso di inflazione. Il CASL (Comitato di Abi per gli affari sindacali e del lavoro), a dimostrazione di quanto l’Abi abbia a cuore una dettagliata e veloce soluzione al problema, ha costituito ben quattro Commissioni di studio dedicate all’approfondimento di altrettanti argomenti: 1. inquadramento e classificazione del personale; 2. semplificazione e razionalizzazione del Contratto nazionale; 3. sistema incentivante; 4. salario di produttività. I lavori delle Commissioni, iniziati lo scorso febbraio, hanno tentato d’individuare le possibili linee d’intervento riguardo i 4 argomenti sopraccitati, ma anche riguardo “area contrattuale” e “orari di lavoro”. Il 7 aprile 2011 le Organizzazioni Sindacali hanno presentato alla stampa la loro piattaforma rivendicativa, che sarà trasmessa all’Abi dopo le assemblee dei lavoratori, quindi, alla fine di questo mese. Riepilogando, per quanto concerne la parte economica, i Sindacati chiedono, per il triennio 2011-2013, un aumento medio di 205 euro mensili per i dipendenti appartenenti alla terza area, quarto livello, con sette scatti di anzianità (pari al 7,29%), più un ulteriore 1% calcolato in base alla scala parametrale. L’aumento totale corrisponderebbe perciò a 245 euro circa. PAESE CHE VAI... ITALIA CHE TROVI 29 > Il “Paese Bianco”e la magia del Sud ALTROTURISMO 30 > Il Maestro degli Angeli 31 > Il fascino dell’Egitto a Orvieto CHI C’È C’È 32 > Il cartellone di Giugno/Luglio Direttore editoriale Lando Maria Sileoni Capo redattore Lodovico Antonini Ordinario di Sociologia Generale Università di Verona Edizione Web: Marco Ammendola Comitato di direzione Gianfranco Luca Bertinotti Mauro Bossola Franco Casini Giuliano De Filippis Attilio Granelli Mauro Morelli Mauro Scarin Lando Maria Sileoni Collaboratori Luciano Quaranta, Clinica oculistica Università degli Studi di Brescia Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, Università Cattolica - Milano Elcograf, Beverate di Brivio (Lc) Luca Riciputi, esperto risorse umane e consulente aziendale Illustrazioni: Roberto Mangosi Domenico Secondulfo, Grafica: www.Majakovskij-comunicazione.com Flavia Gamberale Editing: Mariapaola Diversi Stampa: Direzione, Redazione, Amministrazione 00198 Roma - Via Tevere 46 Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4 Fax: 85.59.220 Direttore responsabile Paolo Panerai E - m ai l : re dazi o n e @fabi . it | Ed iz io ne we b : ht t p : //w w w. fa b i. it /p ub b l ica z ioni/voce- d ei- b a nca r i | w w w. fa b i. it - E- m a i l: federa zi one@ fa bi . i t EDITORIALE Hanno pensato a tutto: a come gestire i rapporti con la politica, con i Ministri dell’Economia e del Lavoro, a come “conquistare” l’opinione pubblica e soprattutto a come spostare l’attenzione dei lavoratori e dei cittadini dagli alti stipendi dei banchieri e dalle stock options milionarie. L’Abi e il nuovo contratto, l’Abi e la Confindustria, l’Abi e gli aumenti legati soltanto alla produttività, l’Abi e l’ultimatum ai lavoratori e ai Sindacati, l’Abi e la posizione politica delle Organizzazioni Sindacali, l’Abi e la guerra mediatica: argomento per argomento, ecco la posizione dei banchieri. C’è da mettersi le mani nei capelli. Per quanto riguarda la parte normativa, l’Abi, “dall’alto della sua sapienza e avanguardia”, etichetta le nostre richieste come “tradizionali e superate”. E questo perché, a suo dire, i Sindacati richiedono agibilità maggiori, come nel caso dell’area contrattuale, e, allo stesso tempo, una presenza e un controllo più estesi sui processi di riorganizzazione, anche nella fase che precede le decisioni aziendali. Insomma, le banche liquidano i Sindacati come dei “poveri ingenuotti” che non riescono a comprendere le difficoltà di un rinnovo contrattuale, in una fase economica interna e internazionale critica, che fortemente incide sulla redditività delle banche. Perché, sia ben chiaro, è tutto qui il nocciolo del LORO unico problema: la redditività delle banche. Punto. Ecco, quindi, che la sceneggiatura del film-Abi è sempre la stessa: l’Italia ancora indebolita da una crisi la cui fine sembra lontana; il Pil che ha registrato una marcata contrazione; il recupero economico del Paese, che avanza molto più lentamente rispetto a quello degli altri paesi europei. Di conseguenza, un sistema bancario la cui redditività è in vorticoso calo, essendo tornata a livelli precedenti al rinnovo contrattuale del 1999, e i principali indicatori che segnalano, per il 2009, livelli di ROE inferiori al 1997. Inoltre, il sistema bancario italiano sta subendo un difficile confronto internazionale, a causa di vari fattori: l’introduzione delle pesanti norme di Basilea 3 e di nuovi vincoli legati all’offerta di servizi e prodotti bancari; forti cambiamenti della domanda, che si è fatta più mobile e sofisticata anche grazie all’uso della banca on-line; la riduzione del numero di sportelli e la forte presenza e competitività degli operatori non bancari. Allora, ci chiediamo noi, per restituire alle banche adeguata competitività e capacità di risposta al mercato e alle sue leggi, non sarebbe forse il caso d’investire su formazione, aggiornamento, miglioramento generale della gamma dei servizi offerti, invece di affidarsi sbrigativamente a tagli indiscriminati che punirebbero esclusivamente i lavoratori? L’Abi e gli aumenti legati soltanto alla produttività Secondo l’illuminata visione dell’Abi e del suo Presidente, invece, i cambiamenti in atto richiedono inevitabilmente un ripensamento delle strategie bancarie ma, soprattutto, del complesso dei costi operativi, inclusi quelli del personale. L’obiettivo è un urgente recupero di produttività ed efficienza, costi quel che costi. “Costi quel che costi” ai lavoratori, sia ben chiaro. Anche perché, ricordano in Abi, negli ultimi dieci anni, attraverso i relativi rinnovi contrattuali, ai lavoratori bancari è sempre stata assicurata una retribuzione ben al di sopra dei livelli di inflazione; nello stesso periodo, si è registrato un aumento delle figure più costose per l’azienda, quali quadri e dirigenti: i primi sono passati dal 29,1% al 39%, i secondi dall’1,5% al 2,1%. Insomma, di che possono lamentarsi questi bancari? Hanno alle spalle un decennio rose e fiori… Ma i tempi cambiano e bisogna adeguarsi: come dire, è arrivato il momento di pagare il conto. L’Abi vede, perciò, il prossimo rinnovo contrattuale come un salto di qualità all’insegna dell’innovazione, e il primo passo sarà quello di svincolare, per la prima volta, gli in- 2 crementi economici da parametri oggettivi, come è sempre stato, per legarli, invece, ad effettivi incrementi della produttività. Esatto. È proprio questo il significato che le banche danno alla parola “innovazione”: innovazione uguale produttività. Le banche non si accontentano più stipulare rinnovi di contratto a costo zero: da oggi pretendono che gli aumenti siano legati esclusivamente ad effettivi miglioramenti di produttività ed efficienza. Il Presidente Abi ritiene che quella che sta per compiersi sia un’evoluzione culturale di portata storica, di cui l’Abi deve farsi leader ed apripista rispetto alle altre Organizzazioni imprenditoriali. Alla faccia della modestia! Il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo presenta, però, delle difficoltà, che anche Abi, pur nella veste di valoroso condottiero apripista, dovrà avere ben chiare: a) innanzitutto, è fondamentale ricordare che i rinnovi contrattuali degli altri settori industriali stipulati dal 2009 in poi hanno sempre fatto riferimento al codice Ipca, previsto dall’Accordo interconfederale del 2009; ciò significa che la posizione dell’Abi resta isolata in tale panorama. b) la mancata applicazione dell’Accordo interconfederale non soddisferà certo il Governo, che di tale accordo fu promotore. c) c’è da aspettarsi la reazione agguerrita dei Sindacati, che minacceranno mobilitazioni e scioperi. d) almeno inizialmente, l’Abi non troverà certo dei sostenitori, poiché la sua presa di posizione verrà giudicata profondamente “eretica”, e su questo non abbiamo dubbi. Ma la scaltra Abi sa che c’è un fattore fondamentale, di potente portata, a cui ricorrere in queste situazioni: deciderà perciò di riservare un ruolo da protagonista all’elemento “comunicazione”, per far arrivare all’opinione pubblica un’immagine positiva, lineare e coerente all’astuta linea d’azione intrapresa. L’Abi e la guerra mediatica L’Abi prevede la dura reazione dei Sindacati ma, ancor più, teme la reazione dell’opinione pubblica, che cercherà quindi di “conquistare” con una mirata comunicazione. Sarà, dunque, fondamentale per le banche utilizzare uno stile comunicativo vincente, che faccia arrivare all’opinione pubblica un messaggio chiaro, convincente e positivo. A questo proposito, è da tenere presente che la retribuzione annuale di riferimento dei dipendenti di altri settori economici, quali agenzie di assicurazione o commercio, risulta inferiore allo stesso valore di riferimento dei bancari, nonostante tali categorie siano già state sottoposte a rinnovo contrattuale. Questa “differenza di trattamento”, se strumentalmente accentuata, potrebbe destare un’attenzione negativa da parte dell’opinione pubblica, che vedrà i bancari come i “soliti favoriti”. Ma non è questa la carta che l’Abi giocherà nella partita della comunicazione: la differenza di remunerazione tra bancari e dipendenti di altri settori economici e le difficoltà delle banche nel sostenere un rinnovo contrattuale tradizionale, non godono, infatti, di “appeal” in termini di opinione pubblica. L’asso nella manica che, invece, l’Abi offrirà ai mass-media sarà la scarsa competitività dell’azienda bancaria italiana rispetto a quella internazionale, a cui consegue lo “spau- EDITORIALE racchio” di un aumento del costo dei servizi bancari per i clienti. Ma, soprattutto, le banche tenteranno di convincere la platea che stanno procedendo ad un rinnovo contrattuale basato non tanto sul rifiuto degli incrementi retributivi, quanto sull’introduzione di incrementi retributivi legati alla produttività. Insomma, qualcosa di peggio di un semplice “addolcire la pillola”: le banche tenteranno proprio di mascherare i mancati incrementi retributivi in una sorta di “moderna” argomentazione da proporre ai lavoratori e alle Organizzazioni Sindacali. L’Abi è, inoltre, decisa a battere sul tempo chi (la FABI in primis) punta su argomenti scottanti, come le retribuzioni dei top manager, dichiarando che le banche italiane si stanno allineando alle ultime istruzioni dettate dalla Banca d’Italia in materia di remunerazione e incentivazione. Ecco, quindi, che anche la recente dichiarazione del Presidente dell’Abi – dichiarazione pubblicata da varie testate nazionali in data 5 maggio 2011, in cui lo stesso sottolineava “la necessità di mettere un tetto agli stipendi dei vertici delle banche” - non è da confondere con una presa di coscienza ed una dichiarazione d’intenti: è semplicemente un’astuta mossa, che rientra nel tentativo di manipolazione dell’opinione pubblica. L’Abi e la Confindustria La caritatevole Associazione bancaria ricorda, poi, che la linea operativa indicata rappresenta oggi, nonostante gli ostacoli che certo incontrerà, l’unica via possibile da percorrere, non solo per le sorti del sistema bancario ma, soprattutto, per quelle dell’intero Paese. E poi - udite, udite! - l’Abi chiama in appello tutte le forze del mondo produttivo, da coinvolgere in questo recupero della produttività per “salvare” così l’Italia. Tanto di cappello a questa visione umanistica dell’Abi! Le banche, che si immolano per salvare la patria, condannata a un inclemente destino: chissà perché, ma non riusciamo a prendere seriamente questo raccontino da libro “Cuore”. L’Abi, comunque, che giudica l’Italia “un paese legato alla logica della scala mobile, un paese che rifiuta il progresso”, ritiene fondamentale il coinvolgimento di tutte le parti sociali, in particolare Confindustria. L’unione di forze con Confindustria permetterebbe alle banche di portare avanti con determinazione l’eroica battaglia, alla stregua di un esercito della salvezza, verso il recupero della situazione economica nazionale, che li legittimerebbe finalmente come Sostenitori Ufficiali della Crescita dell’Italia per presentarsi all’opinione pubblica come “salvatori della patria”. Meriterebbero d’essere immortalati in un busto. Di bronzo, naturalmente. E non finisce qui: L’Abi è convinta della necessità che l’intera “industria bancaria”, fatta di aziende ma anche di dipendenti, dimostri la lungimiranza necessaria alla sopravvivenza del settore. Lungimiranza che necessariamente coinvolge anche il rinnovo contrattuale e il Fondo di solidarietà, poiché l’auspicato aumento della produttività deriva direttamente da un aumento degli esuberi. Come dire: dovrebbero essere i dipendenti stessi a dimostrare sostegno e soddisfazione per le misure che le banche intendono adottare, perché sono proprio loro gli elementichiave della grande “famiglia Banca” che s’intende proteggere e salvaguardare! Insomma, i banchieri sperano anche che i dipendenti bancari siano dotati di una massiccia dose di masochismo. Quando si dice “oltre al danno, anche la beffa”…! L’Abi e la posizione politica delle Organizzazioni Sindacali L’Abi sa perfettamente che il prossimo confronto con le Organizzazioni Sindacali sarà particolarmente difficoltoso per tre motivazioni: - il crescente disimpegno da parte di una sigla confederale nei confronti della logica unitaria; - la presenza di un Sindacato, la FABI, caratterizzato da una forte visione politico-sindacale, che fa presa sulla categoria; - la fermezza, nelle intenzioni del Governo, di mantenere un Accordo interconfederale, quello del 2009, nato in una fase economica completamente diversa dall’attuale, e quindi, secondo le banche, non più idoneo. In questo contesto, l’Abi ritiene, quindi, tatticamente funzionale creare spazi di negoziato, che permettano alle banche libertà d’azione sulla parte economica e, allo stesso tempo, concedano ai sindacati un minimo di movimento nella parte normativa, in modo da agevolarli nel confronto con i lavoratori che essi rappresentano. In parole povere: noi (le banche) ci sistemiamo come ci pare il “grosso”, cioè l’aspetto economico, loro (i Sindacati) li facciamo contenti, concedendo un minimo di voce in capitolo sull’aspetto normativo. Così avranno qualcosa da “sbandierare” ai lavoratori che rappresentano. Insomma, pensano che noi (sindacati) siamo dei fessi. L’Abi e l’ultimatum ai lavoratori e ai Sindacati Poi, nel caso in cui le banche non riuscissero a raggiungere un risultato positivo da portare a casa, vedrete che, tatticamente, non escluderanno la possibilità di ricorrere alla minaccia di misure pesanti, come licenziamenti o delocalizzazione dei processi produttivi. L’Abi cerca di ricompattarsi al suo interno Ultimo - ma fondamentale! - aspetto è la necessità, nel settore bancario, di un fronte compatto e solido perché le banche, a differenza degli altri settori presenti sul mercato, non possono fallire: ciò significa che, essendo preclusa alle aziende in difficoltà l’uscita dal circuito produttivo, si assisterebbe a una dispersione di risorse, che andrebbe a gravare su tutte le aziende del comparto. L’Abi e la richiesta dei Sindacati di entrare nei Consigli di Amministrazione e di sorveglianza di aziende e grandi gruppi bancari Anche per quanto riguarda la richiesta, fatta in modo disordinato e disomogeneo dalle Organizzazioni Sindacali, della presenza di un rappresentante dei lavoratori nei Consigli di Amministrazione di piccole e medie aziende e nei Comitati di Sorveglianza dei grandi gruppi bancari, non dobbiamo aspettarci nulla di buono. Infatti l’Abi, anche su questo argomento, ha le idee chiare: fingere di assecondare queste richieste il più possibile, come già sta facendo qualche banchiere, pur avendo già deciso per un “no categorico”, che sarà comunicato in un secondo tempo. Statene certi: vedremo le aziende rispondere, come hanno già iniziato a fare, con un iniziale atteggiamento conciliativo, tanto per calmare un po’ le acque, seguito velocemente da una brusca e definitiva chiusura. Riepilogando, le linee strategiche generali su cui l’Abi punta la prossima “discesa in campo” sono le seguenti: - l’Abi ha come unico scopo una ripresa della produttività, da realizzare attraverso il rinnovo del contratto; - non avendo, i Sindacati, accettato l’imposizione di un regolamento preliminare, l’Abi intende fare riferimento al Protocollo 23 luglio 1993; - l’obiettivo delle banche è il contenimento del costo del lavoro e l’introduzione di nuove flessibilità gestionali (le banche non hanno alcuna intenzione di mantenere aumenti salariali garantiti legati all’inflazione, ma solo prevedere eventuali incentivi legati a produttività e ricavi). Questo è ciò che pensano i rappresentanti delle banche, quello che hanno in mente di realizzare nei prossimi giorni e mesi. La nostra risposta non si farà attendere. 3 FOCUS D allo spazio all’alta quota fino alle profondità del mare: la ricerca sta giocando a 360 gradi per identificare tecniche e medicinali per sconfiggere malattie e invecchiamento. Pur non possedendo ancora l’elisir di eterna giovinezza, la scienza può, infatti, impostare efficaci metodi di prevenzione, traendo spunto dallo studio della fisiologia umana e delle reazioni di adattamento dell’organismo posto in condizioni estreme. Sono queste le basi della medicina preventiva e predittiva, che si propone una riprogrammazione biologica dell’individuo, facendo affidamento su un’attività multidisciplinare e sulle più recenti conoscenze in campo genetico e di biologia molecolare. «È l’ottica che seguiamo con LifeCare, il progetto per la prevenzione e la cura delle malattie croniche e dell’invecchiamento, che coinvolge una squadra di specialisti differenti: ricercatori, medici, fisioterapisti, psicologi e riabilitatori, mettendo a punto un programma personalizzato», spiega Gerardo Bosco, medico nutrizionista e fisiologo dello sport che segue i programmi LifeCare presso il Policlinico di Abano Terme. Questa struttura, insieme con Villa Pini di Chieti, è una delle prime realtà ospedaliere ad adottare l’innovativo metodo. «Molte malattie di carattere cronico,apparentemente distanti come le patologie cardiovascolari, le dislipidemie, il diabete e l’osteoporosi hanno, in realtà, processi degenerativi comuni, come lo stress ossidativo e l’infiammazione», prosegue Bosco, «molti disturbi nascono da una difficoltà di adattamento dell’organismo all’ambiente, che cambia troppo in fretta favorendo cattive abitudini alimentari, sedentarietà, fumo ed eccesso ponderale. L’obiettivo è quello di agire su questi fattori, correggendo lo stile di vita e intercettando precocemente i possibili danni molecolari prima che si trasformino in vere e proprie patologie». Un aspetto caratteristico di LifeCare consiste nell’avere fatto proprie le tecniche di allenamento, riabilitazione e nutrizione studiate per atleti, astronauti e militari, che sono sottoposti a particolari sforzi e condizioni ambientali avverse, per poi inserirle nel percorso di prevenzione del paziente. «Un anziano e un astronauta hanno per esempio in comune il decadimento muscolare e la perdita di calcio», commenta Bosco, «Nello spazio, in assenza di gravità, l’invecchiamento cellulare si velocizza moltissimo. La medicina aerospaziale offre, quindi, le competenze per proporre alcune terapie fisiche molto efficaci. Il nostro protocollo prevede, oltre alla riabilitazione posturale, l’allenamento aerobico, ma anche quello anaerobico, che 4 Tutte le novità per prevenire gli acciacchi dell’età, riprogrammando l’orologio biologico PIÙ ANNI PIÙ SALUTE si dimostra valido nel migliorare il tono muscolare e contrastare l’atrofia. Utilizziamo per esempio la pedana vibratoria, che produce vibrazioni a differente frequenza trasmesse al muscolo sotto forma di energia meccanica, per indurre la contrazione muscolare. Ne consegue un aumento del tono e della forza contrattile dei muscoli sollecitati e di quelli adiacenti. A livello endocrinologico, nei soggetti trattati con vibrazioni pare inoltre riscontrarsi un aumento della produzione di testosterone e di HGH (ormone della crescita la cui riduzione con l’età concorre a favorire alcuni disturbi psicofisici, ndr)». Oltre ai training fisici la medicina aerospaziale suggerisce la disciplina psicologica del biofeedback, che aiuta il paziente a prendere controllo del suo comportamento, in particolare a percepire i meccanismi di autoregolazione dell’organismo rispetto all’ambiente e a modificarli. Una funzione corporea come la temperatura cutanea, la tensione muscolare e la frequenza cardiaca vengono monitorate con elettrodi o trasduttori. I segnali captati sono amplificati e usati per gestire segnali acustici o visivi. Il paziente può così imparare a controllare volontariamente la funzione monitorata. Importanti tecniche di respirazione richiamano invece gli allenamenti degli al- pinisti, che in alta montagna rischiano la carenza di ossigeno, e dei subacquei, che al contrario devono contrastare l’eccessiva presenza di ossigeno. Le tecniche per incrementare la meccanica ventilatoria usate dagli apneisti suggeriscono le modalità per meglio controllare il respiro, utili anche ad affrontare sbalzi d’umore e cali di concentrazione. Prima però di stabilire una terapia, LifeCare fotografa innanzitutto la salute complessiva del paziente mediante un primo questionario da compilare a casa, destinato a sondare le condizioni fisiche, psicologiche e lo stile di vita. Sulla base delle risposte e di una prima visita medica il soggetto verrà poi indirizzato all’esecuzione degli esami di laboratorio, genetici, funzionali e strumentali più adatti rispetto alla sua situazione, all’età e agli obiettivi che si prefigge. Il check-up, distinto in due diversi percorsi per uomini e donne, prevede due livelli. Quello base è rivolto alla prevenzione per una fascia d’età più giovane, sotto i 45 anni, per stimare il rischio individuale di sviluppare malattie e impostare un programma terapeutico su misura (dieta e attività fisica personalizzata in base al metabolismo, correzione di squilibri ormonali, tecniche di rilassamento e respirazione ed eventuali farmaci). Il check-up avanzato si rivolge invece a soggetti più anziani o con patologie croniche in atto, per impostare le cure più adatte. Nell’ambito delle indagini genetiche si utilizzano strumenti di laboratorio che permettono di valutare l’attivazione o l’inibizione di specifiche batterie di geni condizionanti il metabolismo, senza l’intenzione di dichiarare la probabilità di sviluppare una malattia in relazione a geni specifici. Poiché gli squilibri endocrini possono incidere in modo decisivo sul successivo verificarsi di diverse malattie, soprattutto nella donna, vengono monitorati i principali ormoni come i tiroidei, i surrenalici, i pancreatici, i renali e i regolatori del calcio. Riguardo le modificazioni della salute maschile, spesso più subdole, si presta una particolare attenzione alla prevenzione prostatica e cardiometabolica, mediante la valutazione di ormoni e marker come testosterone, cortisolo, Cea (marcatore per i tumori e altre patologie dell’apparato gastrointestinale) e quelli relativi a specifici organi. Poiché alcune alterazioni genetiche espongono il soggetto a una maggiore sensibilità a determinati nutrienti, i test di nutrigenomica sono infine indirizzati alla formulazione di un adeguato profilo dietetico. «LifeCare non si rivolge solo a pazienti che già presentano patologie, ma anche a persone sane:giovani, sportivi e professionisti che tuttavia necessitano di un programma di prevenzione su misura per adattarsi a condizioni di vita ad alto stress», precisa Bosco. Grazie all’identificazione diretta del consumo di ossigeno e della produzione di anidride carbonica diventa possibile conoscere il metabolismo individuale in modo più preciso rispetto al mero calcolo dell’età e dell’indice di massa corporea, e impostare così una dieta ben dosata”. È importante sottolineare che il metodo LifeCare si basa su evidenze scientifiche e protocolli già validati clinicamente. Quanto all’alimentazione, è stato dimostrato che gli unici due modi per allungare l’aspettativa e la qualità di vita in tutti gli esseri viventi sono la riduzione dell’introito calorico e l’aumento dell’attività motoria. «Esperimenti sull’uomo hanno confermato che basta aggiungere 5mila passi al giorno, l’equivalente di mezz’ora di camminata a buon passo rispetto alla sedentarietà, per ridurre di ben tre volte il rischio di mortalità», afferma Michele Carruba, ordinario di farmacologia all’Università degli studi di Milano. «La dieta mediterranea, variata e ricca di sostanze antiossidanti, risulta molto equilibrata e consigliabile. Gli integratori invece mostrano la loro utilità solo nel caso in cui si debba compensare l’esclusione di qualche alimento dalla dieta per allergie o altri motivi». FILO DIRETTO Il lavoro preparatorio dell’Esecutivo nazionale è pronto CONTRATTO BCC AI NASTRI DI PARTENZA Insediato da appena due mesi, il coordinamento FABI delle BCC ha già tracciato le direttrici principali per il rinnovo contrattuale: adeguamento delle retribuzioni, rafforzamento del welfare, stabilizzazione dei precari, riduzione delle disparità di trattamento tra assunti della nuova e della vecchi guardia, aggiornamento dei percorsi di carriera e regolamentazione della mobilità. Senza dimenticare la specificità del credito cooperativo: quella sua dimensione solidaristica il cui asse portante è la centralità della persona. "Come nostro solito, anteporremo il dialogo allo scontro, ma se necessario sapremo batterci anche duramente, pur di garantire un buon contratto ai lavoratori” di Luca Bertinotti, Segretario Nazionale FABI A due mesi dal suo insediamento il nuovo Esecutivo delle BCC ha avviato e sviluppato il percorso sul ragionamento e l’approfondimento sui filoni portanti del delicato rinnovo contrattuale del settore. Tutti i nuovi dirigenti, coadiuvati dalla Segreteria Nazionale, hanno suddiviso i lavori su quattro tematiche da sottoporre alla discussione e condivisione con le altre organizzazioni sindacali del settore. Questi temi sono riconducibili a quattro aree che racchiudono, in primis, la rivisitazione e l’adeguamento dell’Area contrattuale e delle politiche sociali, con una particolare attenzione ai cosiddetti “diritti d’inclusione” di lavoratori e lavoratrici del movimento cooperativo. Questo, anche in riferimento alle nuove assunzioni che saranno effettuate e per le quali si dovrà garantire, soprattutto, il carattere di stabilità e tempo indeterminato. Particolare sensibilità è stata posta circa la necessità di rafforzare il “welfare”, sia dal punto della Previdenza, sia sul versante della Cassa Mutua Nazionale, con valutazioni da parte della FABI di forte adeguamento dello statuto di questo Ente alle nuove necessità ed alle prospettive future, nonché di una gestione in forma diretta anche delle prestazioni riguardanti la “non autosufficienza”. La parte economica, al di là della correlazione con le richieste di adeguamento salariale presentate nel settore Abi, dovrà ricomprendere caratteristiche di democrazia economica, di attenzione agli assunti post 1/1/2001, di ulteriore ampliamento e decentramento di risorse verso la contrattazione regionale, nonché di estrema attenzione e governo dei sistemi di valutazione del personale e di quelli relativi ai sistemi incentivanti. Ultimo, ma non meno determinante, sarà il lavoro per migliorare i contenuti professionali dei colleghi e delle colleghe, attraverso un sistema aggiornato e contrattato dei percorsi di carriera, dei nuovi e vecchi inquadramenti, dell’ampliamento dell’area dei Quadri direttivi e delle loro prerogative. Saranno necessarie, inoltre, maggiori e migliori tutele per quanto concerne i rischi professionali e una reale e responsabile copertura dei disagi relativi alla mobilità del personale, sulla scorta del forte ampliamento del raggio chilometrico d’azione delle aziende BCC in questi ultimi dieci anni. Il risultato di questo “corposo” ed impegnativo lavoro, una volta condivisi con le altre sigle, avranno una stesura unitaria, per avviare la categoria al nuovo contratto di lavoro. Quest’ultimo, ancor più in un movimento che si basa sul solidarismo – dev’essere sempre l’asse portante e per affermare e difendere la centralità della persona. In linea con questo principio sacrosanto, tutto il Movimento Cooperativistico non può prescindere, per il mantenimento e il rafforzamento della sua fase “adulta”, dal riconoscimento dell’impegno di tutti i dipendenti che ne hanno assicurato la crescita, il pieno sviluppo ed il successo degli ultimi decenni. Ovviamente, prima di presentare qualsiasi bozza di piattaforma alla Controparte, saranno le lavoratrici ed i lavoratori della BCC ad esprimersi con una discussione ed un voto, che auspichiamo partecipati. Senza il sostegno di tutti i lavoratori, infatti, non c’è rivendicazione che tenga. Ma –ne siamo certi -la partecipazione, la condivisione di obiettivi e metodi, la determinazione nell’agire porteranno al successo lavoratori e sindacato. N U O V O E S E C U T I V O N A Z I O N A L E BCC PEDOTH WERNER Bolzano COORDINATORE MAZZUCCHI DOMENICO Trento Vice Coordinatore VIOLINI ALESSANDRO Roma Vice Coordinatore AZZOLIN DELFO ARENA GIUSEPPE Milano BENINI ROBERTO Bologna CICCONI PAOLO Fermo DONATI GIAMMATTEO Fermo GUERRA RAFFAELE Cuneo LORENZI MARCO Brescia MAZZOLDI PIERGIUSEPPE Brescia NAVA MARIO NIZZI WALTER Werner Pedoth è stato riconfermato alla guida del Coordinamento Nazionale BCC. Vicenza PANICO ALESSANDRA Lodi Bergamo Udine PIGNALOSA FRANCESCO Taranto PREZIUSO SERGIO Pescara TASSI STEFANO Firenze 5 SINDACATO E SERVIZI ATTUALITÀ L’esperimento di FABI Pavia UNA BANCA DATI PER SCHEDARE LE RAPINE Presentati, durante una vivace tavola rotonda a cui ha partecipato anche il Segretario generale della FABI, i dati inediti sulle rapine in banca raccolti nel database della FABI di Pavia: nella provincia lombarda nei primi 4 mesi del 2011 ben 12 i colpi messi a segno. Un momento di informazione e di denuncia, che è stato poi lo spunto per discutere del fenomeno rapine a livello nazionale e richiamare gli istituti di credito alle loro responsabilità. Saporito: “Il 47% dei colpi in Europa viene messo a segno in Italia”. Sileoni: “Inaccettabile il disimpegno di banche e politica sul tema sicurezza dei lavoratori” di Flavia Gamberale U n allarme lanciato alle autorità locali e ai media sul fenomeno delle rapine in banca, che nella provincia di Pavia nel primo quadrimestre dell’anno ha toccato cifre record. Ma anche una lezione, indirizzata a tutti i lavoratori, su come tutelarsi dai rapinatori. Informazione e denuncia. Questa la doppia anima della tavola rotonda “Le rapine alle banche- 20 anni di dati, statistiche e consigli su come difendersi estrapolati dalla banca dati della FABI di Pavia”, organizzata l’11 maggio dalla sezione pavese della FABI presso la sala cinema Politeama della città lombarda. Durante l’incontro, a cui hanno assistito numerosi lavoratori e al quale è intervenuto anche il Segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, sono stati presentati dati inediti sulle rapine in banca a Pavia e provincia, dove, soltanto nel primo quadrimestre dell’anno, sono stati messi a segno ben 12 colpi. Un trend che, se dovesse rimanere costante, porterebbe la città lombarda a registrare nel 2011 un incremento del fenomeno pari al 59% rispetto al 2010. I numeri sono stati raccolti direttamente dalla banca dati della FABI pavese, un database attivo da circa 20 anni, nel quale il sindacato annota scrupolosamente tutte le rapine verificatesi negli istituti di credito del territorio dal ’91 ad oggi. Un patrimonio informativo, messo a disposizione delle forze di polizia locali, utile per elaborare nuove strategie di prevenzione del fenomeno, ma anche un serbatoio cui la FABI pavese costantemente attinge per richiamare - dati alla mano - le banche alle loro responsabilità. Gremito il tavolo dei relatori: oltre al Segretario generale Sileoni, che ha aperto i lavori con una dettagliata relazione, c’erano il “padrone di casa”, il segretario coordinatore della FABI di BREVE MANUALE D’ISTRUZIONI PER LE VITTIME DELLE RAPINE Cosa non fare durante una rapina t%JTDVUFSFDPOJMSBQJOBUPSFPQQVSF ostacolarlo t'BNJMJBSJ[[BSFDPOJCBOEJUJ t'BSFNPWJNFOUJCSVTDIJ t*OOFSWPTJSFJCBOEJUJ t1FOTBSFDIFMBQJTUPMBTJBVOBSNB giocattolo t*NQFEJSFMBGVHBEFJCBOEJUJ Cosa fare durante una rapina t.BOUFOFSFMBDBMNB t$BQJSFDIJDPNBOEB t(FTUJSFHMJJNQSFWJTUJTFO[BJODFSUF[[B 6 Pavia Vincenzo Saporito, il responsabile nazionale del Dipartimento Salute e sicurezza della FABI, Loris Brizio, il V. Presidente di Aipros (associazione professionisti della sicurezza), Michele Messina, il V. Prefetto di Pavia, Giulia D’Onofrio e, in qualità di moderatore, Claudio Micalizio, il Direttore di Telepavia. Molto duro l’intervento di Sileoni contro le banche. “Il fatto stesso che l’Abi non si sia mai preoccupata d’imporre delle forme omogenee di sicurezza dimostra chiaramente la totale assenza di una politica complessiva di tutela della clientela e degli stessi lavoratori bancari”, ha attaccato senza mezzi termini il numero uno della FABI, chiamando in causa anche la politica. “Serve una legge, da noi più volte sollecitata” - ha rimarcato Sileoni - “che obblighi le banche ad adottare misure standard di sicurezza e che preveda sanzioni per quelle che non le rispettano. Lo diciamo da anni, ma i partiti, influenzati dalle lobbies del settore, su questo fronte latitano”, ha proseguito Sileoni, che ha poi sottolineato l’impegno della FABI nel tutelare al meglio i lavoratori promuovendo incontri di formazione ad hoc. E sul tema della formazione ha insistito soprattutto il segretario coordinatore di Cosa fare dopo la rapina t#MPDDBSFMBCVTTPMBPMVTDJUBEJ emergenza t7FSJGJDBSFTFDJTPOPGFSJUJ t*OGPSNBSFMF'PS[FEFMM0SEJOF tInformare gli uffici competenti della banca t"OOPUBSFUVUUFMFPTTFSWB[JPOJ su quanto accaduto t$PPQFSBSFDPOMF'PS[FEFMMPSEJOF t7FSJGJDBSFMFOUJUÈEFMCPUUJOP Cosa non fare dopo la rapina t*OTFHVJSFJMSBQJOBUPSF t"MUFSBSFMBTDFOBEFMDSJNJOF tParlare della rapina con gli altri presenti t'PSOJSFOPUJ[JFBMMBTUBNQBPBJNFEJB t5PDDBSFRVBMTJBTJDPTBOFMMBSFB in cui hanno operato i banditi t7JTJPOBSFMFJNNBHJOJEFMMBSBQJOB prima dell’arrivo delle Forze dell’ordine t3FOEFSFQVCCMJDPMJNQPSUP del bottino sottratto SINDACATO E SERVIZI ATTUALITÀ FABI Pavia, Vincenzo Saporito. Preso atto che il fenomeno esiste e che l’Italia ha purtroppo il triste primato di Stato europeo nel quale si consuma il maggior numero di rapine in banca (il 47% dei colpi, infatti, secondo le rilevazioni dell’European Banking Federation, viene messo a segno nel Belpaese), è necessario stare vicino ai lavoratori e insegnare loro come fronteggiare il rischio. Presto fatto. Nel corso della tavola rotonda è stato consegnato ai presenti un piccolo manuale con utili indicazioni su come comportarsi durante e dopo la rapina. Massima attenzione ai sintomi da stress post-traumatico, quelli che accusa un lavoratore su tre dopo essersi trovato faccia a faccia col rapinatore di turno. “Se dei capi particolarmente zelanti”, ha detto Saporito rivolgendosi ai lavoratori in platea, “dovessero fare pressioni per farvi tornare immediatamente al lavoro appena dopo la rapina e voi non ve la sentiste a causa dello shock subito, non abbiate paura di segnalarcelo”, ha detto Saporito, “sapremo come intervenire”. Il dipendente bancario ha, infatti, tutto il diritto di tornare a casa presentando, successivamente, alla banca regolare certificato medico, che non potrà non essere rilasciato. Ma il coordinatore di FABI Pavia ha anche chiesto una maggiore formazione per i precari, spostati da uno sportello all’altro e raramente informati su come agire in caso di rapina. “È imprescindibile che siano tutelati anche loro”, ha rivendicato Saporito. L'INTERVISTA Il Segretario Generale, Lando Sileoni, non ha voluto mancare all'appuntamento sulla sicurezza, organizzato da Vincenzo Saporito (a destra) e dalla FABI di Pavia Molto dibattuto, infine, il tema dei sistemi di deterrenza adottato dalle banche. Spesso inadeguati, a volte inefficaci. “Le banche”, ha spiegato Michele Messina, vice presidente di Aipros, associazione che riunisce le aziende specializzate nella fornitura di sistemi di sicurezza, “generalmente si mostrano abbastanza disinteressate verso il problema”. “Anche se sicuramente negli anni la situazione è migliorata”, ha detto Messina. I sistemi di sicurezza più utilizzati ad oggi? La videosorveglianza, una misura che ha qualche pr,o ma pure diversi contro. “Permette di filmare le rapine e di fornire così agli organi di polizia importanti elementi di indagine, ma non di prevenire la rapina”. “La verità”, ha ribattuto Saporito, “è che l’unico valido deterrente è la presenza di una guardia giurata davanti alla filiale. Ma molte banche non sono disposte ad adottare questa misura perché, a loro dire, troppo costosa (come se la sicurezza del lavoratore fosse un lusso!). Stiamo facendo pressioni affinché la guardia giurata sia posta a presidio almeno delle banche maggiormente a rischio”. Ancor prima di mettere mano al portafoglio, gli istituti di credito Rapine, gli effetti collaterali “DA QUEL GIORNO NON APRIAMO PIÙ AGLI SCONOSCIUTI” Parla F., dipendente di una banca del Pavese, dove un mese fa due rapinatori armati hanno portato via tutto il denaro presente. “Sistemi di sicurezza obsoleti. 2IPPERSWXVEÁPMEPIG¸rERGSVEPEGEWWEHMPIKRS%TVMVPErYRKMSGSHEVEKE^^M¶)WYP post- rapina: “Per fortuna nessun trauma, ma la qualità della vita lavorativa da quel KMSVRSrTIKKMSVEXE%TVMEQSWSPSEMGPMIRXMGLIGSRSWGMEQS¶ D a quando circa un mese fa si sono presentati alle porte due banditi con il passamontagna e la pistola impugnata a braccia tese, F. e i suoi colleghi non aprono più agli sconosciuti. Troppa la paura, ancora forte l’immagine impressa nelle loro menti di quei due uomini mascherati e armati che intimano al cassiere: “Apri la cassa e dammi i soldi”. “Il giorno della rapina eravamo in tre dentro la filiale. Erano circa le tre del pomeriggio”, racconta F., impiegata in banca da due anni, “lo spavento è stato tanto, ma per fortuna nessuno di noi ha riportato traumi”. Traumi no, ma sicuramente da quel giorno la qualità della vita lavorativa in questa filiale di un piccolo comune dell’hinterland pavese è nettamente peggiorata. “Ormai non ci fidiamo più di nessuno. Facciamo entrare solo clienti conosciuti e, quando si presentano facce nuove, il Direttore della filiale esce e va ad assicurasi personalmente, nei limiti del possibile, che non si tratti di rapinatori”. Del resto, i sistemi di sicurezza anti-rapina adottati dalla banca sembra servano a poco. “Sono decisamente obsoleti”, ammette F., “è vero che la filiale ha istallati la videosorveglianza e il metal detector, ma ad esempio, non è provvista di cash in cash out, cassa automatica collegata con la cassaforte che eroga denaro solo su comando del dipendente”. E, infatti, ad oggi, nell’istituto dove lavora F. i soldi sono riposti in un vecchio cassetto di legno. Aprirlo è un gioco da ragazzi. Lo sanno bene i rapinatori, che durante devono però valutare, con la massima serietà e consapevolezza e in sinergia con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, il rischio psico-fisico, a cui il lavoratore vittima di una rapina è esposto. Non pensare, dunque, solo al bottino portato a casa dal malvivente, ma soprattutto a tutelare la salute degli operatori, prevenendo i possibili danni e traumi psicofisici, che possono derivare da eventi criminosi. Questa la posizione di Loris Brizio, responsabile del Dipartimento sicurezza della FABI. “La Conferenza delle Regioni ha approvato un documento nel quale si dà ampio risalto alla necessità di procedere ad una corretta e tempestiva valutazione dei danni personali dei dipendenti conseguenti ad eventi criminosi”, ha chiarito Brizio. Ma ad oggi, purtroppo, il testo non è vincolante per le aziende di credito. “Nostro impegno come FABI”, ha concluso l’esperto, “è assicurare che le linee guida proposte dalla Conferenza delle regioni siano osservate e coinvolgere in questa operazione di prevenzione tutti gli attori più qualificati: dalle Asl agli stessi lavoratori”. “È ora che le rapine in banca”, ha concluso il responsabile del Dipartimento sicurezza della FABI, “siano considerate non solo come problemi di ordine pubblico, ma soprattutto come eventi che incidono profondamente sul benessere psicofisico delle persone, e che, come tali, devono essere gestiti e prevenuti con la massima attenzione”. l’ultima rapina hanno portato via tutti i soldi presenti nel giro di pochi minuti. Il colpo è stato quasi certamente messo a segno da “professionisti”, come suggerisce la dinamica del fatto. Un ragazzo molto giovane, viso pulito e accento del posto, è entrato in banca e ha intimato ai dipendenti di aprire le porte ai due rapinatori, armati e con passamontagna, che aspettavano fuori. A quel punto i due si sono fatti largo e, a pistole spianate, hanno ordinato al cassiere di dare loro tutti i soldi della cassa. L’operazione è durata cinque minuti. Cinque minuti di terrore per i tre impiegati che, oggi, alla luce di quanto subìto, chiedono alla banca di essere tutelati adeguatamente. La FABI ha subito sollecitato un incontro con il management per discutere di quanto accaduto e richiedere sistemi di sicurezza più consoni. “Purtroppo un evento del genere”, dice F., “non si dimentica. Ma sa qual è la cosa peggiore in tutta questa storia? Che i rapinatori ad oggi non sono stati identificati e sono ancora a piede libero”. Con buona pace del circuito di videosorveglianza. 7 SINDACATO E SERVIZI ATTUALITÀ -BiTQFEJ[JPOFwEFM4FHSFUBSJP(FOFSBMF CONTRATTO, LA RISCOSSA PARTE DALLA SICILIA Oltre 250 quadri sindacali riuniti a Siracusa, nella splendida cornice di Palazzo Vermexio, per ascoltare il Segretario generale Lando Maria Sileoni. Il numero uno della FABI ha illustrato alla base tutte le azioni che il sindacato metterà in campo nei prossimi mesi a favore dei lavoratori per difendere il contratto di categoria e il Fondo di Solidarietà. Un momento di confronto e di condivisione politica che sarà replicato anche in altre parti d’Italia di Lodovico Antonini "N oi riteniamo che la base di partenza di una discussione, di un dibattito e di una trattativa vera debba avvenire con un confronto vero sui costi di gestione delle aziende”. Il Segretario Generale della FABI non ha peli sulla lingua, quando parla agli oltre 250 quadri sindacali, provenienti da tutte le province siciliane convenuti appositamente a Siracusa per ascoltare dalla sua viva voce l’analisi della situazione, in vista del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Nella bellissima sala conferenze, intitolata a "Paolo Borsellino", di Palazzo Vermexio, la sede municipale prospiciente la magica piazza del duomo, il clima è caldo e non solo per l’ormai incipiente estate dell’Isola. La vertenza, infatti, si presenta difficile, in considerazione dell’atto unilaterale dell’Abi, che ad aprile ha disdettato l’accordo che prevedeva l’accesso volontario dei lavoratori bancari al Fondo di accompagnamento alla pensione. Per questo il sindacato, unitariamente, ha risposto con l’interruzione di tutte le trattative sull’intero territorio nazionale “È il Fondo esuberi il vero obiettivo delle banche, che vogliono riformarlo o cancellarlo, introducendo l’indennità di disoccupazione. Ma ciò significherebbe la ‘distruzione’ dell’intera categoria”. Com’è noto, il Fondo esuberi, costituito presso l'ABI grazie ai notevoli sacrifici economici e produttivi effettuati dai lavoratori dal 1999 ad oggi, è una sorta di ammortizzatore sociale di categoria, che non grava affatto sul bilancio pubblico, ma è interamente pagato dalle banche e dai lavoratori. “Nonostante l’importante funzione sociale del Fondo, le banche vorrebbero smantellarlo, licenziando i lavoratori e collocandoli obbligatoriamente in prepensionamento. Altro che responsabilità sociale!” – ha continuato Sileoni col suo affondo. “Ai banchieri interessano solamente i guadagni a due Dobbiamo rimanere tutti uniti, in un unico blocco, un’organizzazione disponibile al dialogo, ma senza indietreggiare di un solo millimetro La sala gremita per ascoltare l'intervento di Sileoni 8 Non vi so dire quale risultato porteremo a casa in questo rinnovo contrattuale: posso però dirvi che il lavoro premia sempre cifre per gli azionisti, anche in tempo di crisi, per quei 2000 privilegiati che gestiscono il sistema bancario italiano. Mentre noi del sindacato rappresentiamo 340.000 famiglie: c’è una bella differenza”. Il leader sindacale non si ferma e spiega che il sindacato ha scritto una lettera ai ministri Sacconi e Tremonti sia per coinvolgere il governo su una questione di grande rilevanza sociale, che rischiava di passare sottotraccia, sia per preannunciare all’esecutivo che sarà chiamato in causa, se dovesse permanere la chiusura di Abi. La riforma degli assetti contrattuali che definisce economicamente il recupero dell’inflazione, e di cui naturalmente si è tenuto conto nela richiesta rivendicativa, è stata sottoscritta, infatti, proprio da questo governo. Così Sileoni lancia la sfida: “Voglio vedere come l’Abi riuscirà a disimpegnarsi, con 52 contratti già stipulati in altre categorie e visto che gli attori di quell’accordo sono proprio il governo e due sindacati confederali”. La Segreteria Provinciale di Siracusa al gran completo ha voluto, in mattinata, dare il benvenuto al Segretario Generale della FABI Difficilmente, dunque, questo esecutivo potrà stare dalla parte dei banchieri. “Dobbiamo essere pronti a mobilitarci, a confrontarci in ogni momento, energicamente e su tutti gli argomenti che la controparte ci presenterà” - ha continuato il Segretario Generale della FABI. “Sarà un confronto vero, senza liturgie e vecchi schemi. Senza manfrine. Il sindacato farà il sindacato e le banche saranno costrette a prendersi le loro responsabilità anche di fronte all’opinione pubblica”. Vero è che la crisi economica che ha colpito il mondo intero e, quindi anche il sistema bancario italiano, viene oggi amplificata oltre misura da una profonda crisi culturale e generazionale che coinvolge tutta la classe dirigente del nostro paese, e i banchieri non rappresentano certamente un’eccezione. “Ma è paradossale che quei dirigenti che lamentano una forte crisi economica delle loro aziende siano gli stessi che le hanno gestite in questi ultimi 12 anni” SINDACATO E SERVIZI ATTUALITÀ Questo sarà il rinnovo contrattuale più difficile degli ultimi venti anni: noi, però, nelle cose difficili della vita ci esaltiamo – va giù duro il numero uno della FABI. Le richieste fatte dal sindacato all’Abi sono, a giudizio di Sileoni, “corrette e serie”. La rivendicazione salariale, pur nella situazione di crisi che ha caratterizzato questi anni, tiene conto della necessità di garantire il recupero e il mantenimento del potere d’acquisto delle retribuzioni, sia rispetto al triennio appena trascorso, sia rispetto alle aspettative di inflazione reale da qui al 2013. Uno degli obiettivi delle aziende, comunque “è quello di non pagare gli aumenti economici del 2011” denuncia Sileoni. Inoltre, le aziende cercheranno di frenare pesantemente l’incremento dei costi. La logica del sistema, insomma, sarà quella di cercare di escludere i lavoratori da ogni scelta e di far trovare al sindacato, a cose già fatte, situazioni di costi ed organici ulteriormente tagliati. “Il tema è grave: le banche alzeranno gli obiettivi commerciali con il rischio di disattivare i sistemi incentivanti, producendo pesanti ripercussioni sugli indicatori dei premi aziendali variabili, L a FABI conquista un posto nel consiglio d’amministrazione del Fondo pensioni dei dipendenti del Gruppo Bnl/ Bnp Paribas Italia. A entrare nel board, che controlla e decide le scelte di investimento del Fondo previdenziale integrativo di uno dei più grandi colossi bancari , Sergio Valvano, 50 anni, perugino di nascita ma cuneese d’adozione, sindacalista di lungo corso, da oltre 30 anni iscritto alla FABI, sindacato per il quale ricopre l’incarico di segretario centrale del Coordinamento Bnl. Oltre alla lunga militanza sindacale, Valvano vanta anche una profonda conoscenza della materia. é infatti diplomato alla Luiss Business School con nuovi effetti sui costi, aumentando la già evidente depressione della motivazione individuale e collettiva dei lavoratori”. Per questo il sindacato dovrà difendere, a denti stretti, gli attuali livelli occupazionali, anche attraverso nuove forme di flessibilità nel rapporto di lavoro. “È per questo che, prima dell’inizio delle trattative per il nuovo contratto, dovremo definitivamente sconfiggere l’idea dei banchieri di introdurre l’indennità di disoccupazione nel settore”. Al discorso di Lando Sileoni, più volte interrotto dagli applausi dei “passionali” siciliani, è seguito un ampio dibattito, cui hanno preso parte molti dirigenti locali. Rispondendo ad uno di questi, che chiedeva quale banca uscirà dal confrontoscontro con le banche, Sileoni ha detto: “Quella per la quale ci batteremo anche noi, con le nostre proposte e con le nostre idee, con i nostri comportamenti e con le nostre azioni, una banca legata al territorio attraverso una corretta consulenza alla clientela. Questo è il modello di banca che vogliamo”. Nel corso dei lavori è stata poi sottolineata l’attenzione massima del assieme a tutta la Segreteria Provinciale, sindacato sia verso i precari, “che devono nella sede della FABI di Siracusa nonché essere stabilizzati tutti” ha detto Sileoni il segretario regionale della FABI, Luigi - sia a favorire l’ingresso nel mondo del Zancla, che ha presieduto la riunione. lavoro di giovani, cui deve essere garantite Un infuocato tramonto siciliano, pur tra maggiori certezze nel rapporto di lavoro. nuvoloni neri che minacciavano tempesta, Tutti gli intervenuti, inoltre, hanno fatto ha salutato i dirigenti FABI ed il loro capo rilevare profonda condivisione ed orgoglio all’uscita. per la linea portata avanti dalla FABI e dal “Rosso di sera, bel tempo si spera?”. suo Segretario Generale. La FABI pare È l’augurio di tutti. davvero pronta alla lotta per “convincere” la controparte, benché riottosa. All’incontro erano Recupero inflazione 2008-2010 1,60% presenti anche i Richiesta per inflazione 2011 2,00% dirigenti nazionali siciliani, Carmelo Richiesta per inflazione 2012 1,80% Raffa, Cetty Di Richiesta per inflazione 2013 1,70% Benedetto ed il siracusano Gaetano Richiesta per aumento scala Motta, che nella 1,00% parametrale mattinata aveva ha fatto gli onori di TOTALE 8,10% casa, ricevendo il Segretario Generale, LA RICHIESTA SALARIALE DOPPIA VITTORIA FONDO PENSIONI BNL, LA FABI È NEL CDA Sergio Valvano, già segretario centrale del Coordinamento Bnl, è entrato nel board che amministra la previdenza integrativa EFJMBWPSBUPSJEFM(SVQQPNFOUSF4BOESP(PUJÏTUBUPFMFUUPOFM Collegio sindacale. Il neo-consigliere: “Massimo impegno per far fruttare al meglio i risparmi dei dipendenti attraverso scelte di investimento etiche e lungimiranti” in “Economia e management della Previdenza Complementare”. I lavoratori lo hanno eletto con oltre 2000 voti. “Un consenso veramente lusinghiero”, commenta il diretto interessato, “che testimonia come il lavoro della FABI sul territorio riscuota il plauso e la fiducia dei dipendenti”. “Da adesso fino alla fine del mio mandato”, conclude il neo-consigliere, “mi impegnerò affinché i risparmi dei lavoratori siano fatti fruttare al meglio, attraverso scelte di investimento attente, remunerative e al tempo stesso etiche”. Ma la vittoria FABI è stata doppia. Il sindacato ha ottenuto uno scranno anche nel Collegio sindacale, dove è risultato eletto Sandro Goti, anche lui sindacalista FABI di vecchia data. 9 SINDACATO E SERVIZI ATTUALITÀ Misterioso stallo nella vicenda dello scioglimento del Fondo Pensioni ex Sicilcassa A.A.A. AMMINISTRATORI FONDO CERCANSI Da una parte gli Amministratori, col mandato scaduto, dall’altra un XIWSVIXXSH¸MQQSFMPMHMQMPMSRMHMIYVSPEGYMZIRHMXErEXXIWE da numerosi e attoniti aventi diritto, che aspettano da anni di Gianni Di Gennaro, Segretario Coordinatore FABI Ragusa, Dipartimento Comunicazione & Immagine FABI Q uesta potrebbe sembrare un’inserzione di quelle che molte volte si leggono su noti quotidiani italiani, che talvolta tendono a “nascondere” offerte di ben altro turpe commercio. Invece noi, in maniera provocatoria, la lanciamo a quanti hanno interesse a concludere l’annosa vicenda del Fondo Pensioni dell’ex Sicilcassa, o ancora meglio dell’ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Una vicenda che vede coinvolti, da una parte, il Consiglio di Amministrazione del Fondo, eletto democraticamente, ma con il mandato scaduto; dall’altra, un’ampia schiera d’iscritti che attendono la vendita degli immobili, per dividere tra loro, con parametri già stabiliti e comunicati agli aventi diritto, una somma di denaro di circa 250 milioni di euro. Questo è, infatti, il valore dei prestigiosi immobili di proprietà del Fondo, posti in vendita, con risultati, fino ad ora, deludenti. Da una parte dunque, gli Amministratori, dall’altra i soci e, in mezzo, un “tesoretto” di case e palazzi che, nonostante il crollo del mercato immobiliare, sono appetibili e molto richiesti sul mercato. Allora qualcuno potrebbe chiedersi: perché non si sono venduti fino ad ora, nonostante le richieste siano state tanto numerose? Questo quesito certamente rimarrà senza risposta, visto che nessuno ha il dono della veggenza e, quindi, non riesce a spiegare i misteri che circondano la vicenda della cessione degli immobili. Le ipotesi sono molte: c’è chi dice che il patrimonio immobiliare è ancora lì, perché chi ha il compito di dismetterlo, ha già percepito almeno per tre volte, il valore dello zainetto che ha accumulato e a cui avrà diritto al momento della vendita; c’è chi si giustifica dicendo che il destino cinico e crudele ha fatto andare in fumo tutte le offerte vantaggiose, c’è, infine, chi conti- LUTTO CIAO, SARA. RESTERAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI Gocce di memoria di un passato che non potrà più tornare I l 25 giugno 2010 è stata rapita alla vita Sara Granzotto, dipendente della Cassa di Risparmio del Veneto, filiale di Belluno in via Cavour. L’artiglio impietoso della morte l’ha ghermita sulla strada che la stava portando al lavoro, proprio nel momento più bello della vita di una donna e cioè quando sta per avere un bambino. Portava in grembo il suo piccolo e le mancavano pochi giorni al congedo di maternità. La Segreteria Provinciale della FABI di Belluno la ricorda con affetto a tutti i colleghi con questa bella foto, che la ritrae serena e piena di voglia di vivere. "Rimani con noi nelle nostre menti, incancellabile, 10 nua a criticare l’operato del Consiglio, la presunta inefficienza delle organizzazioni sindacali, ma non dice nulla perché vorrebbe che fossero altri a dire e, quindi, rimanendo anonimo e codardo accusatore senza volto e senza nome. Di certo ci sono il Consiglio scaduto, gli immobili invenduti e il compito di portare a termine il mandato, da affidare a nuovi Amministratori. Ovviamente questi vanno individuati ed eletti. Su quest’argomento si sono aperti nuovi scenari, tra cui alcuni portati avanti da gruppi che si sono auto costituiti. Uno tra i più interessanti è quello che sta raccogliendo le firme per indire un referendum, che prevede la modifica dello Statuto attuale. Per quanto ci riguarda, pur non volendo interferire tra quanti si stanno prodigando, vogliamo esprimere alcune considerazioni. La prima riguarda l’ipotesi, avanzata da qualcuno, di escludere i sindacati dalla vicenda, che non ci piace NEWS Barriere per disabili sul lavoro Italia deferita a Corte di Giustizia UE Secondo l’articolo n.5 della direttiva 2000/78 ')MPHEXSVIHMPEZSVSMXEPMERSRSRrWXEXS obbligato a trovare soluzioni ragionevoli in favore dei portatori di handicap C come gocce di memoria di un passato che non potrà più tornare. Siamo felici di averti conosciuta. Ciao Sara, resterai sempre nei nostri cuori." La Segreteria Provinciale FABI Belluno e non ci convince. Comunque la si pensi, le organizzazioni sindacali sono quelle che consentono ai candidati di essere eletti e, quindi, di rappresentare gli interessi dei soci del Fondo. Inoltre, i rappresentanti dei lavoratori e, in particolare, Carmelo Raffa della F.A.B.I. Sicilia, che aveva già invitato gli amministratori in tempi non sospetti - esattamente nel luglio del 2010 - a non percepire i compensi, seppur legittimi, sono gli interlocutori che rappresentano interessi di migliaia di iscritti. L’invito di Raffa, rimasto inascoltato, avrebbe consentito a riportare serenità in un momento in cui le tensioni sono altissime. Questo gesto, infatti, avrebbe ridato fiducia a tanti soci che la fiducia l’hanno persa. La FABI è pronta a contribuire alla risoluzione del problema, che riguarda, tra l’altro, iscritti che sono molto anziani e, quindi, potrebbero non vedere conclusa, una questione annosa che li riguarda. he il nostro Paese non è in molti casi a misura di disabili lo si nota immediatamente, anche solo percorrendo a piedi una strada, in cui si scorgono barriere difficili spesso da sormontare anche per quanti stanno in perfetta salute. Che poi ci sia spesso un'evidente discrepanza tra leggi e realtà è un altro dato acquisito. Da oggi, però, l'Italia dovrà fare i conti con la Corte di Giustizia UE, poiché la Commissione Europea ha deferito il nostro Paese dinanzi ai giudici di Strasburgo, per il mancato recepi- mento dell'articolo n.5 della direttiva 2000/78 CE, che riguarda l'eliminazione delle discriminazioni sul posto di lavoro verso le categorie svantaggiate, per motivi etnici, religiosi, culturali e per disabilità. Secondo l'art.5 della direttiva di cui sopra, il datore di lavoro è obbligato a trovare tutte le soluzioni possibili, per agevolare il lavoro dei disabili, rimuovendo le barriere che ne ostacolano l'occupazione. La Commissione ha evidenziato come l'Italia abbia recepito malamente la direttiva. Di qui il deferimento. SINDACATO E SERVIZI ATTUALITÀ Una vera catastrofe estetica ha colpito il linguaggio VERBA MANENT Tutti pensano di poter discutere di tutto: dalla politica EPP¸IGSRSQMEHEPPEWXSVMEEPPEVIPMKMSRIHEPPEÁPSWSÁEEPPEXISPSKME EXXVEZIVWSYRPMRKYEKKMSWIQTPMGIGLIrMRZIGIWIQTPMGIQIRXI povero, con messaggi chiari e comprensibili, che sono invece ambigui e ottusi. Inoltre, siamo destinati ad ascoltare un turpiloquio insistente e diffuso, durante il quale sono evocati, ogni due o tre minuti, i caratteri sessuali primari di Gianfranco Amato, presidente Centro studi sociali “Pietro Desiderato” C orriamo volentieri un rischio, quello di passare per moralisti. Volentieri e con una certa tranquillità, anche perché l’aggettivo che richiamiamo è ampiamente frainteso. Vediamo. L’oggetto della critica è il linguaggio dei nostri giorni, o meglio l’uso degradato che ne viene fatto con tenace disinvoltura. Aristotele (chi sarà mai costui?) propone, per definire l’uomo, una formula rimasta celebre e tuttora attuale: “zoon logon echon”, l’animale (nel senso di essere vivente) che possiede il linguaggio, caratteristica che lo distingue dagli altri. Bene. E’ in atto, da tempo indefinito, un progressivo, evidente cambiamento della comunicazione: degli strumenti, dei soggetti, dei contenuti. Tra questi, il linguaggio, scritto o verbale, occupa un posto di prima fila. I caratteri principali del cambiamento si possono ridurre a due: la semplificazione e la volgarizzazione, mentre la ricerca delle cause appare molto più complessa, come sem- pre accade quando si tenta di risalire all’origine di fenomeni così diffusi. Proviamo a coinvolgerne una, forse la maggior responsabile di aver tracciato un orizzonte comune al pensiero che stiamo tentando di descrivere. Quella che viene definita cultura di massa sembra meglio corrispondere ai requisiti che cerchiamo. Un equivoco persistente ha segnato il percorso di tale denominazione. Una gran parte dell’opinione pubblica (soggetto per noi piuttosto indefinito, che i greci chiamavano doxa) accoglie questa evenienza come un fatto positivo. L’unico modo, si dice, per avvicinare la cultura al numero più ampio possibile di persone. L’equivoco nasce in un falso movimento. Per assolvere tale compito, infatti, la “cultura” deve scendere, deve piegarsi verso il basso, deve andare incontro alla gente. Non ci vuole molto per capire che la strada dovrebbe essere inversa: le forme della cultura devono restare dove sono, è la gente che è chiamata a salire; certo, avendo a disposizione le condizioni per poterlo fare. Fine dell’equivoco. Ma i fatti non si cambiano. E così tutti pensano di poter discutere di tutto: dalla politica all’economia; dalla storia alla religione; dalla filosofia alla teologia – attraverso un linguaggio semplice, che è invece semplicemente povero, con messaggi chiari e comprensibili, che sono invece ambigui ed ottusi. Infiniti sono gli esempi offerti dal mezzo di comunicazione più diabolico fino ad ora inventato: la televisione e i suoi sacerdoti. Non solo. Alla falsa semplicità si accompagna una vera volgarità, con ciò chiedendo scusa a Dante, il quale aveva scritto il De vulgari eloquentia in latino, poiché rivolto ad un pubblico colto. Oltre alle parole e al dialogo del quotidiano – disponibili alle orecchie di ciascuno – un buon esempio è offerto dai dialoghi, sia originali, sia doppiati, del cinema contemporaneo. Che si tratti di film italiani o di opere straniere (appunto doppiate), siamo destinati ad ascoltare un turpiloquio insistente e diffuso, durante il quale sono evocati, ogni due o tre minuti, i caratteri sessuali primari (in particolare quello maschile, anche se non più di sua esclusiva proprietà, ed un invito, verbale e perentorio, a dirigersi in un luogo oscuro. La scusa sta nella spiegazione che così è il linguaggio di tutti i giorni, e quindi l’arte (ahimé!) deve adeguarsi alla realtà, altrimenti la distanza resterebbe incolmabile (appunto!). Il tutto configura una autentica catastrofe estetica, definizione che contiene molto di più di quello che suggerisce in prima lettura. Comunque sia, catastrofe indica un rivolgimento totale e irreversibile, in seguito al quale niente sarà più come prima; tempo del non ritorno da un passato di cui si potrà avere solamente nostalgia. La percezione (ecco l’estetica) di tale catastrofe è vietata ai minori…e a quelli che si ostinano a fraintendere. NEWS È durata poco la campagna pubblicitaria di un'azienda del mercato delle rinnovabili, che aveva fatto campeggiare un cartellone promozionale, in cui veniva ritratta una donna in perizoma, con tacchi a spillo, distesa sopra un pannello fotovoltaico, con la scritta: "Montami a costo zero". La pubblicità aveva scatenato le reazioni indignate di molte associazioni, ed è stata ritirata prontamente dall'azienda, nonché redarguita dallo Iap, l'istituto di autodisciplina per la pubblicità. Adesso, le aziende e i consumatori aderenti al "Consumer's Forum", hanno siglato un accordo, per impedire che vengano poste in atto campagne pubblicitarie, che abbiano ad oggetto l'umiliazione, BASTA CON L'UMILIAZIONE, L'OFFESA E LA VOLGARIZZAZIONE DELLA FIGURA FEMMINILE l'offesa e la volgarizzazione della figura femminile. L'accordo prende le mosse dalla considerazione che la pubblicità ha un impatto notevole sulle coscienze degli individui, e nel lungo periodo diventa promotore di valori e modelli, che potrebbero distorcere la visione su categorie umane, quali ad esempio del mondo femminile, con messaggi discriminatori. Il presidente del Consumer's Forum, Sergio Veroli, ha anche annunciato la nascita di un’iniziativa che mira a premiare la migliore pubblicità dell'anno, riguardo alla figura della donna, non solo, in quanto non discriminatoria, ma anche in quanto mirante a veicolare un messaggio di modernità e di innovazione positiva 11 SINDACATO E SERVIZI ATTUALITÀ DISCRIMINAZIONI DIETRO ALLO SPORTELLO LAVORATORI DISABILI, QUANDO L’ASSUNZIONE È UN MIRAGGIO S ono laureati, in alcuni casi hanno frequentato master e corsi di specializzazione. Grazie alle nuove tecnologie e alle apparecchiature di supporto, i loro handicap fisici sono stati gradualmente debellati o comunque ridimensionati. Eppure, ancora oggi, la stragrande maggioranza delle aziende bancarie considera i disabili lavoratori di serie B. A parlare sono gli organici aziendali. Nella provincia di Milano, la piazza finanziaria più importante e in teoria più all’avanguardia in materia di politiche del lavoro, non c’è quasi nessuna banca perfettamente in regola con la legge 68/99, quella che impone alle grandi aziende di riservare una quota minima di assunzioni ai portatori di handicap, fissata al 7%. “Diciamo che a Milano il 70% degli istituti di credito si avvicina a questa soglia, senza tuttavia mai raggiungerla pienamente. Mentre, invece, c’è un buon 30% di aziende che è ancora molto lontano dal centrare gli obiettivi di legge. Non oso immaginare come stiano le cose al Sud”, commenta amaro Osvaldo Benzoni, sindacalista della FABI non vedente e membro del Comitato direttivo provinciale di Milano. Ma come se non bastasse questa categoria di lavoratori ha anche pagato pesantemente il prezzo delle ristrutturazioni aziendali che, dal 2008 ad oggi, hanno cambiato gli assetti del sistema bancario italiano. Da quell’anno, infatti, le banche hanno ottenuto l’esonero all’applicazione della norma. Niente quota minima di assunzioni riservate ai disabili. “Questa deroga, in realtà, dovrebbe valere solo per le imprese in gravi difficoltà economiche”, sottolinea Benzoni, “mentre le banche sono riuscite a spacciare per situazioni di crisi anche semplici riorganizzazioni di gruppo che Le aziende sarebbero obbligate ad assumere un quota minima di portatori di handicap. Eppure dal 2008 le banche, con la scusa della crisi, sono riuscite a eludere l’obbligo di legge. Per questo, nella nuova piattaforma contrattuale del credito, la FABI e le altre organizzazioni hanno chiesto il ripristino delle regole, oltre che una maggiore valorizzazione professionale della categoria. Benzoni (FABI): “Resiste il pregiudizio, errato, che questi lavoratori siano più un costo che una risorsa” di Flavia Gamberale hanno comportato l’attivazione del fondo di solidarietà, comunque classificato come un ammortizzatore sociale”. Una mossa che ha ulteriormente ridotto le possibilità di assunzione dei diversamente abili negli istituti di credito. E contro cui le organizzazioni sindacali, a cominciare dalla FABI, hanno scatenato la loro controffensiva in sede di apertura della trattativa per il rinnovo del contratto bancario. Nella piattaforma contrattuale presentata all’Abi ad aprile si chiede espressamente, infatti, che le norme sul collocamento obbligatorio dei portatori di handicap siano rispettate. E, soprattutto, che i lavoratori diversamente abili siano valorizzati professionalmente anche attraverso progetti di formazione che ne PAUSA SIGARETTA NEWS Fumatori assiepati, smog triplo G li uffici no-smoking, è dimostrato, fanno bene alla salute dei lavoratori. Rischiano però di minacciare quella di chi s’imbatte in capannelli di fumatori assiepati intorno ai posacenere esiliati all'esterno dei palazzi. Bastano meno di 4 tabagisti raggruppati entro 9 metri dall'androne per triplicare i livelli di smog. Nello spazio colonizzato dall'esercito della pausa sigaretta outdoor, l'aria diventa irrespirabile. Con una densità di agenti inquinanti 20 volte superiore a quella ammessa dalle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità. L'allarme arriva da uno studio condotto a Hong Kong dai ricercatori della Ontario Tobacco Research 12 Unit. Gli studiosi canadesi hanno confrontato i livelli di smog intorno ai palazzi con o senza fumatori all'ingresso, calcolando che in presenza di tabagisti le concentrazioni di sostanze inquinanti aumentano più di tre volte. Il dato è pubblicato sul 'South China Morning Post', insieme a una proposta degli scienziati: bandire le 'bionde' non solo dentro gli edifici, ma anche nel perimetro esterno, calcolando una zona franca di 9 metri intorno ai palazzi. Il fumo passivo, avverte infatti la ricercatrice Pamela Kaufman, può danneggiare gravemente la salute anche quando l'esposizione non è cronica, cioè protratta per lunghi periodi, bensì acuta o occasionale. potenzino le abilità. La sfida, però, prima che sindacale è culturale. Il preconcetto che il lavoratore disabile rappresenti per la banca più un costo che una risorsa è ancora duro a morire. “Ed è paradossale”, spiega Benzoni, “perché le istituzioni locali ed europee mettono annualmente a disposizione delle imprese dei fondi ad hoc per l’inserimento professionale dei portatori di handicap. Esistono specifici finanziamenti pubblici per l’abbattimento delle barriere architettoniche, come per l’acquisto di particolari apparecchiature d’ausilio. Sta alle aziende approfittare di queste occasioni e creare nuove sinergie”. Relegato spesso a ruoli marginali, il bancario portatore di handicap ha vita tutt’altro che facile all’interno delle aziende di credito. Se è ipovedente, nel 90% dei casi, sarà confinato al centralino, a rispondere alle telefonate. E pazienza se, magari, il lavoratore in questione ha testa e titoli per svolgere mansioni ben più impegnative. Stessa storia per chi ha problemi motori o è in carrozzella. Ne sa qualcosa Giuseppe Arena, dipendente della Federazione lombarda delle Bcc e sindacalista FABI, che della lotta alla discriminazioni dei disabili ne ha fatto prima di tutto una battaglia personale. Assunto in banca nel 1985 presso il centro elaborazione dati, è stato dopo poco “parcheggiato” in magazzino. “Essendo poliomielitico”, racconta, “i miei capi pensavano che non fossi idoneo a lavorare davanti a un pc. Ho dovuto lottare parecchio per riottenere il mio posto e convincerli che invece ero valido”. “Il problema è che non tutti i lavoratori con disabilità hanno la forza di opporsi a queste ingiustizie”. E la sua scelta di intraprendere l’attività sindacale è stata anche un po’ una rivincita contro il pregiudizio. Da anni Arena segue e difende i lavoratori disabili nelle vertenze contro le aziende bancarie. Uno schiaffo a tutti quelli che, per colpa della carrozzella, lo avevano messo ai margini. SINDACATO E SERVIZI SOLIDARIETÀ M urati nel proprio corpo. Incapaci di provvedere a se stessi autonomamente e, in alcuni casi, persino di parlare. Sono i malati di Sclerosi laterale amiotrofica, rara patologia degenerativa del sistema nervoso che in Italia colpisce circa 5mila persone. È per loro che il segretario provinciale di FABI La Spezia, Angelo Salvetti, ha organizzato “Una corsa per la Sla”. La maratona partirà l’11 giugno da Parma e si concluderà il 22 dello stesso mese a Padova. Un itinerario di 750 kilometri che si snoderà tra versante tirrenico e adriatico toccando alcune delle principali città del centro Italia, come Firenze e Perugia. L’evento sportivo coinvolgerà maratoneti professionisti, fra cui lo stesso sindacalista della FABI, e sarà l’occasione, tra una tappa e l’altra, per sensibilizzare l’opinione pubblica su un dramma che affligge migliaia di persone e per raccogliere fondi a favore dell’associazione Asla di Pordenone, ente no profit dedito al finanziamento centri di ricerca specializzati che studiano la Sclerosi laterale amiotrofica. “Ogni giorno sosteremo in un posto diverso”, anticipa Salvetti, “e con il NEWS L’INIZIATIVA DEL SAB DI LA SPEZIA LA FABI IN CORSA CONTRO LA SLA La maratona partirà da Parma l’11 giugno e si concluderà a Padova il 22. Fra una tappa e l’altra, i maratoneti organizzeranno conferenze itineranti per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia, ad oggi senza cura, che in Italia colpisce circa 5mila persone, e per raccogliere fondi da destinare a centri di ricerca specializzati sostegno delle autorità locali allestiremo vicino al nostro camper conferenze itineranti e banchetti per reperire denaro, che poi devolveremo a questa associazione. Purtroppo, ad oggi, la Sla è una malattia scarsamente conosciuta e per la quale non esistono cure. In Italia, inoltre, sono pochi i centri che si occupano di assistere i malati e le loro famiglie. Perciò abbiamo deciso di dare RISCHIO POVERTÀ T S econdo quanto rende noto il Censis gli ultraottantenni nel 2030 saranno 5,4 milioni con un incremento rispetto ad oggi del 54%. Inevitabile non pensare allora al sistema del welfare specie se si pensa che il 68% degli italiani è preoccupato per il proprio reddito in vecchiaia. Secondo il Censis ben un italiano su tre si sente a rischio di povertà e solo una percentuale minoritaria ritiene che il sistema di welfare fornisca una copertura adeguata. Ciò che più preoccupa, si legge nel comunicato stampa dell'istituto di ricerca, è la condizione di futuri pensionati. “Il 28% degli italiani è molto preoccupato e il 40% abbastanza preoccupato, per il fatto che il proprio reddito in vecchiaia sarà insufficiente a garantire un livello di vita dignitoso. I due dati sono superiori ai valori medi europei, pari rispettivamente al 20% per le persone molto preoccupate e al 34% per quelle abbastanza preoccupate”. L’invecchiamento della popolazione certamente avrà il suo impatto sui futuri scenari sociali. Sempre nel 2030 “ci saranno 4 milioni di persone non attive in più, a fronte di una diminuzione di 2 milioni di attivi”. All’invecchiamento della popolazione - continua il Censis - è poi “associato l’aumento delle malattie cronico-degenerative e delle disabilità, che richiederanno l’impegno di grandi risorse sul fronte assistenziale”. Info: il percorso della maratona: http:// www.angelosalvetti.it/PERCORSO.html Il conto corrente a cui devolvere i fondi: c/o Unicredit La Spezia - intestare a “UNA CORSA PER LA SLA F.Sp.” IBAM IT95O0200810700000101336197 Angelo Salcelli (a sinistra) vita a una campagna di sensibilizzazione e di fundraising ad hoc”. La onlus a cui saranno donati i fondi, la Asla di Pordenone, da tempo sovvenziona uno dei pochi ambulatori specializzati in terapie per i malati di Sla, quello dell’ospedale universitario di Padova. Punto di riferimento per tutto il Nord est. “Ma negli anni”, racconta il presidente Censis Sistema di protezione sociale in bilico con invecchiamento della popolazione. Nel 2030 5,4 milioni di over 80 dell’associazione, Michele Roveredo, “abbiamo anche portato avanti battaglie sociali importanti. Siamo, infatti, riusciti a fare pressioni sul servizio sanitario nazionale affinchè inserisse nella lista delle medicine rimborsabili dalla Sanità pubblica anche un farmaco costosissimo, di cui i malati di sclerosi non possono fare a meno”. Piccole grandi guerre di tutti i giorni che Roveredo affronta in nome di sua madre, da otto anni divorata dalla Sla e costretta su una sedia a rotelle. L’11 giugno ai nastri di partenza della maratona ci sarà anche lui. Correrà per la mamma, quella signora dinamica, cuoca sopraffina e perfetta donna di casa, che un giorno di otto anni fa è stata improvvisamente inghiottita dal suo stesso corpo. F.G. NEWS Pensioni di reversibilità NIENTE SOLDI PER CONIUGI GIOVANI ED ATTIVI S i preannuncia una vera e propria rivoluzione nel mondo previdenziale italiano, perché è allo studio, presso la Commissione Lavoro della Camera un progetto di legge che prevede la sospensione dell'assegno di reversibilità per il coniuge superstite in età molto più giovane rispetto al coniuge defunto. Il progetto è stato presentato da un membro della Commissione Lavoro del Senato, il quale sostiene che l'obiettivo della norma, se approvata, sarebbe quello di evitare che colf e badanti, spesso straniere, sposino uomini italiani, al solo fine di lucrarne l'assegno di pensione, dopo la morte. Il progetto di legge prevede, infatti, che qualora il coniuge superstite abbia un'età inferiore ai 35 anni e il coniuge defunto sia almeno 55enne, il primo avrà la possibilità riscuotere un assegno di inserimento lavorativo, per un periodo massimo di un anno, pari all'importo dell'assegno di reversibilità, in assenza di figli o di inabilità al lavoro. La reversibilità, quindi, sarebbe sospesa fino al raggiungimento del 65esimo anno di età. Secondo la Commissione Lavoro, infatti, non è concepibile che si paghi un assegno pensionistico di reversibilità, per oltre trent'anni a persone abili al lavoro e autosufficienti. Badanti, colf e donne alla ricerca di un marito maturo, da sfruttare post mortem, sono avvertite 13 SINDACATO E SERVIZI ATTUALITÀ *#"/$"3*&-&1"(&--& ERRORI ED ORRORI DI VALUTAZIONE L’obiettività in assoluto non esiste, ma occorre buonsenso. Una merce purtroppo rara. Contro giudizi non rispondenti al vero, il lavoratore può presentare ricorso di Giuseppe Angelini, Segretario provinciale FABI Palermo Dipartimento nazionale Comunicazione & Immagine L e aziende dovrebbero informare il lavoratore periodicamente (in realtà lo fanno raramente) sul merito della valutazione professionale e ogni anno devono attribuire un giudizio complessivo, da comunicare entro il 30 aprile. Il lavoratore può presentare ricorso, qualora ritenga il giudizio non rispondente alla prestazione svolta. Numerosi sono i ricorsi dei lavoratori, perché numerosi sono gli errori di valutazione commessi dalle aziende. Proviamo ad individuare i principali errori in cui i valutatori incorrono: L’effetto alone. “L’alone è un contorno sfumato che appare intorno ad una sorgente luminosa.” Possiamo dire, in generale, che una volta individuata una sorgente luminosa noi “vediamo” intorno ad essa una zona di chiarore sfumato, un alone, che illumina di luce impropria tutto ciò che sta intorno. Quindi, il valutatore spesso è “illuminato” per un aspetto, per esempio, comportamentale, dal valutato e non si accorge che altri aspetti sono illuminati da luce impropria. Un “brillante” venditore spesso gode dell’alone delle sue qualità, perché il valutatore, empiricamente, non “analizza” il suo portafoglio che ha fior fior di clienti. L’alone, però, può essere anche di tipo “negativo” e il venditore “mediocre” subisce l’alone del valutatore, che magari non considera che il portafoglio dei clienti è ormai asfittico. Altra caratteristica singolare dell’“alone” è che questo “illumina” in senso sia positivo sia negativo tutto ciò che il collega in passato ha realizzato. Il venditore “brillante” è stato sempre così, grazie alle sue “indubitabili” capacità, il venditore “mediocre”, se ha fatto qualcosa di buono, è stato fortunato. Effetto indulgenza / severità. Il valutatore spontaneamente sopravvaluta o sottovaluta coloro che si devono giudicare. L’indulgenza è tipica di quel “capo” che vuole essere “popolare” ed “accettato” dall’ufficio. La severità, invece, è tipica di chi, generalmente è rigido o, comunque, ha atteggiamenti improntati all'eccessivo rigore. (Formidabile il capo che è rigido con gli altri ed indulgente con se stesso: i casi si sprecano…). Effetto tendenza centrale. Il valutatore adotta di base i valori “medi” per tutti, evitando sistematicamente giudizi molto alti o molto bassi. Tipico di chi soffre d’insicurezza, pensa di non essere all’altezza del compito da svolgere, teme “ripercussioni” esterne, avendo espresso un giudizio “forte” (sia esso positivo o negativo), giudizio che rischia di non saper “sostenere”, qualora “attaccato”. Effetto contrasto. Il valutatore, anziché giudicare l’operato dell’anno precedente (come precisa il C.C.N.L.), rimane fortemente influenzato dai giudizi di più anni precedenti. Tipico di chi ha molti colleghi da valutare. Oppure, dopo aver valutato cinque persone brillanti, è molto probabile che la sesta, assolutamente normale, sia valutata al ribasso. Effetto primacy e recency. Alcuni eventi e caratteristiche della persona, che avvengono in prossimità della valutazione, rimangono in primo piano e “cancellano” importanti “precedenti”. Per esempio, se un cliente qualche giorno prima della valutazione ha disinvestito molto denaro (deve comprare un immobile) il “capo” dimentica quanto di buono è stato “raccolto” in precedenza. Effetto della prima impressione. Il valutatore, sulla base di questa “prima impressione”, costruisce la sua opinione. Sarà difficile per il “presuntuoso” attivare il processo inverso, cioè sconfessare il pregiudizio, anzi, il valutatore cercherà caratteristiche ed eventi che possano confermare “la correttezza” del suo (pre) giudizio. L Manca una specifica figura incriminatrice per contrastare il mobbing Effetto persona simile (allo stesso valutatore). Il valutatore ritiene il valutato simile a sé (nella buona o cattiva sorte) e “proietta” se stesso negli altri, ma questo non è un giudizio obiettivo perché in realtà sta giudicando se stesso (test proiettivo). Effetto stereotipi del valutatore. Sintetici e semplici esempi: favoritismi, ostilità generiche, pregiudizi, creazioni di “gruppi” di buoni e cattivi. Se si evitano questi errori si avrà un giudizio indipendente, chiaro, trasparente e “condiviso”. In una parola, come diceva Max Jacob, ci vuole “buonsenso”, che è “l'istinto del vero.” NEWS a Corte di Cassazione, con la CASSAZIONE sentenza n. 685 del 13 gennaio 2011, ha affermato che "le pratiche persecutorie realizzate ai danni del lavoratore dipendente e finaItalia in ritardo sulla delibera del Consiglio d’Europa del 2000 lizzate alla sua emarginazione (c.d. mobbing) possono integrare il delitto di maltrattamenti in famiglia esclusivamente mazia". Il principio di diritto enuncia- come, in caso di mobbing, è certamente e nell’imprescindibile esigenza di impenel caso in cui il rapporto tra il datore to dalla Suprema Corte pone l'accento percorribile la strada del procedimento dire comunque l'insorgenza o l'aggradi lavoro e il dipendente […] assuma sulla mancanza nel nostro codice penale civile, costituendo il mobbing titolo per vamento di situazioni patologiche prenatura para-familiare, in quanto carat- - nonostante una delibera del Consiglio il risarcimento del danno eventualmen- giudizievoli per la salute del lavoratore, terizzato da relazioni intense e abituali, d'Europa del 2000 che vincolava tutti gli te patito dal lavoratore, in conseguenza assicurando allo stesso serenità e rispetto da consuetudini di vita tra i detti sog- Stati membri a dotarsi di una normativa di condotte e atteggiamenti persecutori nella dinamica del rapporto lavorativo, getti, dalla soggezione di una parte nei corrispondente - di una specifica figura del datore di lavoro o del preposto. "Il anche di fronte a situazioni che imponconfronti dell'altra, dalla fiducia riposta incriminatrice per contrastare il mob- legittimo esercizio del potere imprendi- gano l'eventuale esercizio nei suoi condal soggetto più debole del rapporto in bing. I Giudici di legittimità, rigettando toriale, infatti, deve trovare un limite in- fronti del potere direttivo o addirittura quello che ricopre la posizione di supre- il ricorso di un'operaia, precisano però valicabile nell'inviolabilità di tali diritti di quello disciplinare." 14 SINDACATO E SERVIZI SPAZIO DONNA È noto come la lavoratrice in stato di gravidanza debba usufruire di un periodo di sospensione del rapporto di lavoro (congedo obbligatorio) della durata complessiva di cinque mesi, due dei quali precedenti la data presunta del parto e tre successivi alla nascita del bambino, ovvero un mese prima e quattro mesi dopo il parto a determinate condizioni (art. 16 del D.Lgs. n.151/2001). La finalità di tale istituto risiede nella tutela sia della puerpera, sia del nascituro e della speciale relazione tra madre e figlio, che s’instaura sin dai primi attimi di vita in comune ed è decisiva per il corretto sviluppo del bambino e per lo svolgimento del ruolo di madre. La casistica ha tuttavia dimostrato come, di fronte a situazioni particolari, l’applicazione pedestre della legge porterebbe ad evidenti ingiustizie. Nel caso di parto prematuro a seguito del quale si renda necessario il ricovero del neonato in ospedale, ad esempio, la lavoratrice madre si trova nella paradossale situazione di dover comunque fruire del congedo di maternità obbligatorio a partire dalla data del parto prematuro, senza però potersi effettivamente prendere cura del figlio fino a quando quest’ultimo (magari dopo alcuni mesi) non venga dimesso dall’ospedale e non entri nella casa familiare. Ne deriva che, in questi casi, l’entrata in famiglia del bambino potrebbe coincidere con il termine del periodo di congedo della madre, la quale si troverebbe così a dover riprendere la propria attività lavorativa NEWS F armaci, analisi cliniche, terapie: la medicina è declinata 'al maschile' e spesso non tiene conto delle enormi differenze che esistono tra uomo e donna e che possono essere determinanti nell’insorgenza di una malattia, nel manifestarsi dei sintomi e negli effetti che i farmaci hanno sull’organismo. Gli studi di genere hanno una vita relativamente recente. La questione venne sollevata per la prima volta nel 1991, quando la direttrice dell’Istituto Nazionale di Salute statunitense, Bernardine Healy, denunciò sul New England Medical Journal la discriminazione che i cardiologi perpetravano regolarmente ai danni delle donne. Solo nel 2002 (ben 11 anni dopo) venne istituito il primo corso di medicina di genere alla Columbia University di New York per analizzare come la stessa patologia sortisse manifestazioni e reazioni differenti su uomini e donne. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito che il concetto di equità in medicina si associa alla capacità di curare l’individuo in quanto “essere specifico” e appartenente ad un genere con caratteristiche definite. Sentenza della Corte Costituzionale n. 116 del 4 aprile 2004 PARTO PREMATURO E CONGEDO DI MATERNITÀ In tema di congedo di maternità obbligatorio, l’applicazione pedestre della legge porterebbe ad evidenti ingiustizie in caso di parto prematuro. La lavoratrice madre si trova, infatti, nella paradossale situazione di dover comunque fruire del congedo di maternità obbligatorio a partire dalla data del parto, senza però potersi effettivamente prendere cura del ÁKPMSÁRSEUYERHSRSRZIRKEHMQIWWSHEPP¸SWTIHEPI proprio nel momento in cui dovrebbe invero iniziare ad assistere quotidianamente il bimbo. La distorsione del sistema è evidente! La Corte Costituzionale - con la sentenza che si segnala - ha posto fine a questa distorsione, stabilendo che in un caso come quello pocanzi descritto la madre possa fruire, a sua richiesta e compatibilmente con le sue condizioni di salute, attestate da documentazione medica, dell’intero congedo obbligatorio, o di parte di esso, a partire dal giorno in cui il neonato entri finalmente nella casa familiare (e dunque dopo il ricovero ospedaliero). In tal modo l’istituto recupera la piena operatività sostanziale sia nei confronti della lavoratrice sia del neonato in un momento tanto delicato della vita di entrambi gli individui. Occorre promuovere la medicina di genere MEDICINA NON SOLO AL MASCHILE L’appello degli esperti: massimo coinvolgimento delle donne negli studi clinici e maggiore capacità d’interpretare i 'sintomi atipici' declinati al femminile L’urgenza di promuovere una medicina di genere è emersa soprattutto alla luce del fatto che le aziende farmaceutiche raramente testano i farmaci sulle donne: sia perché queste sono troppo impegnate e sono, quindi, più difficili da arruolare negli studi clinici, sia perché le variazioni ormonali femminili possono rappresentare un ostacolo nello studio sui farmaci da analizzare. L’errore di fondo è stato pensare che studiare le reazioni dei farmaci sugli uomini potesse ‘bastare’ per curare anche le donne. Le differenze sono, invece, molteplici: le donne vivono di più, ma si ammalano anche con maggiore frequenza e, proprio per gli stessi motivi per cui spesso sono state in passato escluse dagli studi clinici (aspetti legati alla riproduzione e agli ormoni), necessitano di farmaci appositi. Tra le malattie che colpiscono prevalentemente le donne ci sono le allergie, il diabete, le malattie cardiache e l’osteoporosi. Ed è soprattutto per le malattie cardiovascolari e per quelle psicologiche che è importante distinguere tra i due generi. A dispetto di quanto si crede comunemente, infatti, dati recenti dimostrano che le malattie cardiovascolari hanno una fortissima incidenza e sono particolarmente pericolose per le donne: la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte e uccide 4 volte di più di cancro al seno, cancro ai polmoni, incidenti e bronco-pneumopatia cronica messi insieme. Le donne con problemi cardiovascolari hanno un rischio di morire per un evento cardiaco superiore del 13% e questo, perché spesso sono sottovalutati i sintomi di un infarto in atto. In altre parole, nelle donne alcuni disturbi possono presentarsi con dei sintomi considerati 'atipici' che, quindi, vengono sottovalutati. Un dolore al petto o al braccio, ad esempio, è il principale sintomo di un’angina pectoris negli uomini, ma non nelle donne, che manifestano molto più frequentemente vomito, spossatezza e sudori freddi. La capacità di saper interpretare i sintomi di gravi patologie declinati 'al femminile' resta, insomma, una delle grandi sfide del futuro. 15 16 17 SINDACATO E SERVIZI NUMB3RS 10% Nel giro di tre anni l’e-book conquisterà il 10% del mercato del libro in Italia. Parola di Maurizio Costa, amministratore delegato del gruppo editoriale Mondadori. Una previsione confortata dal fatto che il libro digitale è un prodotto che ha già guadagnato ampie quote di mercato nei paesi anglosassoni. 29,7% Friulani popolo di navigatori. Web. Tre su 10 (il 29,7%) hanno accesso regolarmente alla rete, secondo le rilevazioni di Audiweb-Nielsen. Un dato, che colloca il Friuli Venezia Giulia al primo posto tra le regioni che più hanno dimestichezza con Internet, seguito a ruota da Lombardia e Val D’Aosta. NUMB3RS 4.200 di Flavia Gamberale Lombardia campionessa di filantropia. Nel solo 2010 le donazioni effettuate a favore delle fondazioni lombarde, gli enti no profit del territorio, sono state 4.200, per un totale di 13 milioni di euro finiti in cassa. Lo rivela uno studio della Fondazione Cariplo, che sottolinea come il denaro raccolto servirà a finanziare progetti educativi, sanitari e di assistenza agli anziani. +4,82% Timida ripresa per le banche italiane. Analizzando i bilanci 2010, si scopre, infatti, che gli utili netti a livello di gruppo sono aumentati del 4,82%, come sono cresciuti gli impieghi (+1,27%) e la raccolta dalla clientela (+5,32%). A contribuire al seppur piccolo rafforzamento del capitale è stata anche la sforbiciata ai costi operativi, ridotti in media del 2% nei primi cinque gruppi bancari. NEWS L ’aggettivo “poliedrica” è limitativo per definire la personalità di Joni Mitchell: pittrice, poetessa, musicista, cantante. Nota universalmente per la sua musica, lei preferisce tuttavia definirsi "essenzialmente una pittrice, poi una musicista". Grande esploratrice e sperimentatrice musicale, ha collaborato negli anni con grandissimi artisti, riuscendo sempre a entusiasmare il suo pubblico, fatto anche di molti giovani, che ne percepiscono bene originalità e potenza espressiva. Dimostra sin da bambina notevoli capacità nel suono di chitarra, ukulele, pianoforte; la sua grande sensibilità artistica si sviluppa però, essenzialmente, dopo una grave malattia che colpisce la sua infanzia: la poliomelite, che Joni riesce a sconfiggere, diventando, come lei stessa racconta, una persona migliore. Una dose di merito va anche ad un professore delle medie, Arthur Ktratzman, che riconosce lo spiccato talento della ragazzina e la incoraggia: «Se sai dipingere con un pennello, sai anche dipingere con le parole». Da quel momento, Joni inizia ad 18 1,25% È il Trentino1,25% la Silicon Valley italiana. Tra il 2000 e il 2008, la provincia autonoma di Trento ha investito ben l’1,25% del Pil in ricerca e sviluppo, una percentuale superiore a quella della Lombardia e della stessa Italia, che si è fermata all’1,23% 27% All’Italia il primato delle condanne. Di tutte quelle emesse dalla Corte europea nel 2010, ben il 27% riguardavano il Belpaese, finito alla sbarra soprattutto a causa dei “processi lumaca”. Al secondo posto la Turchia (17%) e al terzo la Russia (10%). 4.000 Ben 4mila. Tanti sono i lavoratori che la Nokia, società leader nella produzione di apparecchiature telefoniche, manderà a casa entro il 2012. I tagli avranno ricadute soprattutto nelle filiali di Danimarca, Finlandia e Regno unito e porteranno a una riduzione delle spese operative di un entro miliardo di euro entro il 2013. MITI DELLA MUSICA Joni Mitchell, pittrice di canzoni esprimere la propria creatività come un fiume in piena, e dedica a Mr Kratzman, nel 1958, il suo album d’esordio “To Mr Kratzman who taught me to love words”. Frequenta poco l’università, iniziando invece ad esibirsi in club musicali e festival, perché le è ormai chiaro che la sua passione per pittura, poesia e musica è tale da dover essere espressa liberamente. A Toronto, entra a far parte del variegato movimento folk. In quegli anni, i primi cantautori sono tutti profondamente influenzati, e spesso messi in ombra, dall’ingombrante figura di Bob Dylan; la ragazza canadese, però, sa il fatto suo e, lentamente, inizia a distinguersi dalla massa. Dal 1968, la sua carriera prende il volo: Joni Mitchell è destinata a divenire una delle cantautrici più importanti e influenti della storia del rock. Ottiene un Grammy, nel 1969, con l'album "Clouds"; la sua popolarità cresce tanto da spingere Frank Sinatra a interpretare la sua "Both Sides Now. Nello stesso anno, viene invitata al leggendario festival di Woodstock: non partecipa ma compone l’omonima canzone, che diventa una delle più emblematiche di quella generazione. Nel 1970 pubblica "Ladies of the Canyon", concept album dai brani malinconici, a volte taglienti, sempre legati al tema dell’inquietudine esistenziale. Uno di questi diventa in breve un successo strepitoso, ancora oggi ripetutamente interpretato: “Big Yellow Taxi” che, tra l'altro, è considerata la prima canzone ecologista. "They paved paradise to put up a parking lot" , “hanno asfaltato il paradiso per costruirci un parcheggio", esprimeva, all’affacciarsi degli anni Settanta, l’intuizione di problematiche che sarebbero poi diventate di portata enorme nei decenni a venire. Il talento di Joni non si limita al solo folk: l’artista si avvicina successivamente al jazz, dove non tarda a rivelarsi ottima autrice e interprete, grazie alla sua profonda voce. Appartiene a questo periodo il suo maggiore successo commerciale, l’album “Court And Spark”. Nel 1976, dall’incontro con Jaco Pastorius, nasce l’album “Hejira”, inserito nella lista dei 100 migliori album della storia dalla rivista Rolling Stone. Impossibile ricordare tutti i premi e riconoscimenti che le sono stati assegnati. Ne citiamo due, tra gli altri: nel 1981, viene inserita nella Canadian Music Hall of Fame, nel 1997 è ammessa alla Rock and Roll Hall of Fame. Nel 2002 Joni Mitchell abbandona ufficialmente la scena, salutando così il suo pubblico: «Voglio concentrarmi sulla pittura: mentre ho assecondato le mie ambizioni musicali in modo soddisfacente, per la pittura ho ancora molto da esplorare». Tanto di cappello all’inesauribile creatività e voglia di sperimentare di una vera artista Silvia Catalucci SINDACATO E SERVIZI PARERE LEGALE 7MGSRÁKYVEYREKVEZIZMSPE^MSRIHIKPMSFFPMKLMGSRXVEXXYEPM UTILIZZO DA PARTE DI TERZI DEL PC AZIENDALE La Cassazione ha confermato il licenziamento TIVKMYWXMÁGEXSQSXMZSWSKKIXXMZS a cura del Dipartimento Nazionale Contrattualistica FABI QUESITO Sono un iscritto alla Fabi di una banca del centro nord,vorrei sapere se vi sono rischi di carattere disciplinare ad acconsentire che terzi utilizzino il mio computer aziendale, senza autorizzazione della banca, ma con il mio assenso. Preciso d’avere un contratto a tempo indeterminato. (lettera firmata) RISPOSTA Alla domanda riteniamo possa rispondere una recente Sentenza della Corte di Cassazione del 27 gennaio 2011 e precisamente l’ ordinanza n.2056 che ha, fra l’altro, ritenuto valido il licenziamento disciplinare del lavoratore bancario che, violando le norme di sicurezza aziendale, ha consentito a soggetti non autorizzati l’uso della propria postazione informatica, che gli era stata assegnata in via esclusiva dalla azienda. La banca, infatti, aveva licenziato il lavoratore per “giustificato "L a disciplina limitativa del potere di licenziamento di cui alle leggi nn. 604 del 1966 e 300 del 1970 non è applicabile, ai sensi dell'articolo 10 della prima delle leggi citate, ai dirigenti convenzionali, quelli cioè da ritenere tali alla stregua delle declaratorie del contratto collettivo applicabile, sia che si tratti di dirigenti apicali, che di dirigenti medi o minori, ad eccezione degli pseudo-dirigenti, vale a dire di coloro i cui compiti non sono in alcun modo riconducibili alla declaratoria contrattuale del dirigente”. È quanto affermato dalla Sezione Lavoro della Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 25145 del 13 dicembre 2010, ha accolto il ricorso di un'impresa che aveva licenziato un proprio dirigente minore. I Giudici di merito avevano ritenuto fondata la L a Corte di Cassazione, con sentenza n. 8351 del 12 aprile 2011, ha stabilito che l'aggressione violenta e particolarmente vile nei confronti di un superiore gerarchico per ragioni lavorative è certamente circostanza idonea a comportare ripercussioni nell'ambiente lavorativo ed a minare radicalmente la fiducia del datore di lavoro nel proprio dipendente, rappresentando quindi giusta causa di licenziamento. Sulla base di tale principio i Giudici di legittimità hanno respinto il ricorso di un lavoratore che, nei primi due gradi di giudizio, si era visto rigettare la domanda volta ad ottenere l'accertamento dell'illegittimità del licenziamento, intimatogli per motivi disciplinari, ritenendo i giudici di me- motivo soggettivo”, in quanto lo stesso aveva permesso/concesso a terzi l’utilizzo del computer aziendale. La Suprema Corte ha statuito che la grave condotta tenuta dal lavoratore nel consentire a terzi l’utilizzo del pc aziendale, con il conseguente accesso indebito ad aree riservate, debba essere ritenuta una vera e propria violazione degli obblighi contrattuali e quindi pregiudizievole alla continuazione del rapporto di lavoro ex art. 3 della legge n.604/1966. Nel caso concreto, inoltre, è stato definito che la condotta del lavoratore bancario, non Cassazione NEWS GIUSTIFICATO IL LICENZIAMENTO DEL DIRIGENTE “INADEGUATO” domanda di reintegrazione del dirigente, affermando in via di principio che il licenziamento ad nutum riguarda unicamente i dirigenti apicali e che nel caso di specie il licenziamento non era sostenuto da un giustificato motivo ai sensi della legge n. 604 del 1966. La Suprema Corte ha precisato, a tal proposito, che la nozione contrattuale di giustificatezza adottata da alcuni contratti collettivi per la categoria dei dirigenti si discosta, sia sul piano soggettivo che sul piano oggettivo, da quella di giustificato motivo di cui all'articolo 3 della legge 15 luglio 1966, n. 604. Tale asimmetria, si legge in sentenza, "trova la sua ragion d’essere nel rapporto fiduciario che lega L'aggressione nei confronti di un superiore gerarchico per motivi lavorativi è giusta causa di licenziamento rito che il fatto contestato (diverbio con un collega di lavoro culminato con uno scontro fisico durante la pausa pranzo) fosse di gravità tale da integrare la giusta causa di licenziamento. La Suprema Corte, confermando la sentenza della Corte d'Appello - che si è pronunciata con motivazione adeguata e coerente sul piano logico - ha sottolineato che il comportamento del lavoratore ha gravemente violati i doveri di fedeltà ed obbedienza ritenendo pertanto il provvedimento dettata peraltro da ordini o disposizioni del direttore della filiale, fa venir meno l’elemento fiduciario e, quindi, è punita col licenziamento per giustificato motivo soggettivo. Soggiunge, infine, la Suprema Corte che” la indebita fruibilità di dati riservati può avvenire consentendo una assoluta e generale possibilità di accesso tramite rivelazione della password ovvero, come nella specie, cedendo la disponibilità del proprio terminale dopo averlo abilitato alla operatività con la digitazione della password di esclusiva pertinenza.” in maniera più o meno penetrante al datore di lavoro il dirigente, in ragione della mansioni a lui affidate per la realizzazione degli obiettivi aziendali, per cui la semplice inadeguatezza del dirigente rispetto alle aspettative riconoscibili ex ante o una importante deviazione del dirigente dalla linea segnata dalle direttive generali del datore di lavoro o un comportamento extra-lavorativo incidente sull'immagine aziendale a causa della posizione rivestita dal dirigente stesso possono, a seconda delle circostanze, costituire ragione di rottura di tale rapporto fiduciario e, quindi, giustificare il licenziamento a norma della disciplina contrattuale dello stesso". NEWS espulsivo pienamente proporzionato all'illecito disciplinare; ha inoltre rimarcato che il giudizio in ordine alla proporzionalità della sanzione è rimesso al giudice di merito, la cui valutazione è insindacabile in sede di legittimità se, come nel caso di specie, sorretta da adeguata motivazione. 19 SINDACATO E SERVIZI SPAZIO APERTO LA MEDIAZIONE E LA CONCILIAZIONE NELLE CONTROVERSIE BANCARIE E FINANZIARIE di Luigi Marzano – Consulente Tecnico in materia bancaria e finanziaria del Tribunale di Lecce I l decreto legislativo n. 28 del 4 marzo 2010, in attuazione di una delega contenuta nella legge 69/2009 di riforma del processo civile, ha disciplinato la mediazione civile e commerciale con l’intento di perseguire la duplice finalità, da un lato, di semplificare e ridurre i tempi, assai lunghi, dei giudizi civili; dall’altro, di disincentivare lo stesso ricorso alla giustizia civile, attraverso la previsione di modelli extragiudiziali di composizione delle liti. Come è noto, il nostro codice di rito contempla varie ipotesi di conciliazione, che devono o possono essere esperite dal Giudice o dal Consulente Tecnico d’Ufficio nella veste di Ausiliario del Giudice, ma nessuna così ampiamente regolata e disciplinata quale quella introdotta dal D.Lgs. n. 28 del 2010. Per “mediazione” si intende l’attività, svolta da un terzo imparziale, di assistenza delle parti, finalizzata alla composizione della controversia al di fuori delle procedure giudiziarie; per “conciliazione” si intende, invece, l’esito positivo del procedimento di mediazione.Il procedimento di mediazione è affidato ad appositi organismi di conciliazione costituiti da enti pubblici o privati, iscritti in un registro tenuto dal Ministero della Giustizia (gli organismi istituiti presso i consigli dell’ordine degli avvocati, presso i consigli degli ordini professionali e gli organi di conciliazione presso le Camere di commercio sono iscritti nel registro a semplice domanda); essa non preclude, comunque, l’azione ordinaria. L’oggetto della mediazione è circoscritto alle controversie civili e commerciali, che abbiano ad oggetto diritti disponibili delle parti. Il tentativo di mediazione riveste carattere obbligatorio, e costituisce, quindi, condizione di procedibilità dell’azione giudiziaria, soltanto rispetto ad alcune specifiche categorie di controversie. Si tratta di controversie in cui il rapporto tra le parti è destinato, per le più diverse ragioni, a prolungarsi nel tempo, anche oltre la definizione della singola lite, ovvero di casi di rapporti particolarmente conflittuali, rispetto ai quali, anche per la natura della disputa, risulta quindi particolarmente più fertile il terreno della composizione stragiudiziale, rispetto ad ogni altra forma di componimento. La mediazione è diventata obbligatoria 20 dal 20 marzo 2011, e riguarda le liti in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità e, soprattutto, contratti assicurativi, bancari e finanziari. In tali materie, la parte che intende agire in giudizio avrà l’onere di tentare la mediazione e, in merito a tale obbligo dovrà essere informata dal proprio avvocato, a pena di annullabilità del mandato difensivo, il quale dovrà fare sottoscrivere al proprio assistito un’apposita informativa da allegare all’atto introduttivo del giudizio. Il giudice del Tribunale, qualora rilevi la mancata allegazione del documento all’atto introduttivo del giudizio, informerà la parte della facoltà di chiedere la mediazione dinanzi ad un organismo riconosciuto dal Ministero della Giustizia e potrà sospendere il procedimento fino alla conclusione del tentativo di mediazione. In ogni altra materia la mediazione potrà essere avviata dalle parti su base volontaria, sia prima sia durante il processo. Il D.Lgs. n. 28 del 2010 disciplina, comunque, in modo approfondito il procedimento di mediazione, fornendo un panorama completo di quelli che sono i principi fondamentali a cui devono attenersi tutti i regolamenti degli organismi di mediazione che richiedono l’iscrizione al registro ministeriale. In virtù dell’entrata in vigore del suddetto decreto è diventato perciò obbligatorio introdurre, all’interno dei contratti e degli atti costitutivi e statuti degli enti, una clausola che preveda appunto il ricorso alla mediazione in caso di lite. Ciò costituisce senza dubbio un’interessante novità, soprattutto in ambito bancario, finanziario e societario. Infatti, fino ad oggi, i contratti e gli statuti assai raramente hanno fatto riferimento alla mediazione come strumento per la risoluzione delle controversie, privilegiando il ricorso all’arbitrato ovvero, in assenza di una clausola compromissoria, il ricorso al Tribunale. È opportuno, comunque, evidenziare come la mediazione e l’arbitrato non siano assolutamente tra di loro incompatibili, anzi, al contrario, assai di frequente il secondo non è altro che la logica conseguenza del mancato raggiungimento di un accordo tra le parti in sede conciliativa. La domanda di mediazione è presentata mediante deposito di un’istanza presso un qualsiasi organismo di conciliazione, senza indicare criteri di competenza territoriale. Ricevuta la domanda, spetta al responsabile dell'organismo di conciliazione nominare il mediatore. La durata massima del procedimento non può superare i 4 mesi. Nel caso di raggiungimento di un accordo, il mediatore forma il processo verbale, al quale è allegato l’accordo, sottoscritto dalle parti; se l’accordo non si raggiunge, il mediatore formula una proposta di conciliazione, che viene comunicata per iscritto alle parti, le quali hanno sette giorni di tempo per accettarla. Se le parti accettano la proposta di conciliazione, su questa si forma il processo verbale; in caso contrario, il mediatore redige comunque il processo verbale, che conterrà l’enunciazione della proposta. Il verbale contenente l’accordo tra le parti è omologato con decreto del Presidente del Tribunale e costituisce titolo esecutivo per l’espropriazione forzata, per l’esecuzione in forma specifica e per l’iscrizione di ipoteca. Al fine di incentivare il ricorso alla mediazione, il decreto legislativo prevede l’esenzione dall’imposta di bollo e da ogni spesa, tassa o altro diritto di analoga natura degli atti relativi al procedimento di mediazione, nonché l’esenzione del verbale d’accordo dall’imposta di registro (entro il limite di valore di 50.000 euro); inoltre, ai soggetti che si avvalgono della mediazione stragiudiziale è riconosciuto un credito d’imposta commisurato all’indennità versata all’organismo di conciliazione fino ad un massimo di 500 euro e ridotto della metà in caso di insuccesso della mediazione. SINDACATO E SERVIZI PENSIONATI Le pensioni stanno cambiando NECESSARIO RIPIANIFICARE IL PROGETTO DI VITA Il nostro futuro dipende anche dalle scelte che possiamo e dobbiamo fare quando l’età ancora ce lo permette S i parla molto dei problemi che gravano sul sistema previdenziale italiano e di come il welfare abbia subito trasformazioni profonde e progressive, dovute, in parte, a fattori demografici, sociali ed economico-finanziari. Una delle maggiori difficoltà è quella di come mantenere un sistema equilibrato, quando è evidente che i contributi versati dai lavoratori saranno sempre più insufficienti a coprire i costi delle pensioni, dell’assistenza sanitaria e dell’assistenza agli anziani e ai non autosufficienti. Le riforme fino ad oggi adottate hanno avuto un unico obiettivo: alleggerire la spesa pubblica dal “peso” del sistema previdenziale ed assistenziale. Oggi il dibattito si è focalizzato sul tema della “sussidiarietà”, vale a dire come “attori” diversi dallo Stato possano integrare le prestazioni previdenziali e assistenziali garantite fino ad oggi quasi esclusivamente dall’intervento pubblico. Il primo vero pilastro della “complementarietà” è costituito dalle famiglie, dalle organizzazioni del volontariato e dagli di Carlo Franchin, Responsabile Coordinamento Nazionale FABI Pensionati operatori del mercato assicurativo. Ci si interroga: quanto questo approccio privatistico dovrà integrare le prestazioni pubbliche? Tutti sono consapevoli che la futura Previdenza sarà profondamente diversa da quella di cui hanno usufruito le generazioni precedenti e i pensionati attuali. Infatti, con il passaggio al sistema contributivo, che si completerà verso il 2030, la rendita delle pensioni sarà il risultato della consistenza e della durata dei contributi previdenziali. Un meccanismo di calcolo che porterà ad avere pensioni con una rendita che oscillerà da un massimo del 68% ad un minimo del 45% dell’ultimo stipendio. Pochi, però, parlano del cosa e del come l’intervento privatistico si possa sviluppare. I futuri pensionati si devono confrontare con l’invecchiamento della popolazione, un numero di anni di lavoro maggiore, una rendita delle pensioni progressivamente più bassa e una diffusa incertezza econo- mica: come ci si può preparare ad affrontare tutto questo? Innanzitutto è necessario cominciare a ragionare sul proprio progetto di vita. Poiché la pensione pubblica, come abbiamo detto, avrà una rendita progressivamente in calo, è consigliabile, soprattutto per i più giovani, una pianificazione finanziaria, analizzando sia le proprie necessità, sia lo stile di vita desiderato. Cosa si deve prendere in considerazione: I costi fissi insopprimibili: mutuo, affitto, bollette, rimborso prestiti, tasse. I costi variabili: cibo, vestiario, trasporti; Stile di vita: viaggi, hobbies, comodità cui si è abituati. Completata la stima relativa al reddito di cui si avrà bisogno e considerato che, secondo gli esperti, i costi della vita durante l’età della pensione possono ridursi del 20 – 30% rispetto a quelli sostenuti nel periodo lavorativo, si passa a considerare le voci “attive”: I beni di proprietà; Rendite da eventuali investimenti e risparmi individuali; Reddito della pensione (con l’aiuto dei software si può determinare con buona approssimazione la rendita mensile). A questo punto, una volta acquisita la consapevolezza dell’utilità di una corretta pianificazione ognuno potrà trarre le proprie considerazioni, senza trascurare il fattore tempo, perché è cruciale iniziare presto per avere poi risultati soddisfacenti. Da prendere in considerazione che non sempre i Fondi Previdenziali Integrativi potranno essere sufficienti a colmare le diminuzioni delle rendite. Anche lavorare qualche anno in più consente non solo di aumentare la rendita della propria pensione, ma diminuisce il numero degli anni da cui si dovrà attingere ai propri risparmi. Talvolta lavorare più a lungo, se si è iniziato avanti negli anni, può essere una necessità. NEWS Anziani e salute Camminare rende più tonica la memoria P er evitare fastidiose dimenticanze nonostante gli anni, l'ideale è scendere dalla poltrona armati di tuta e scarpe da ginnastica, e concedersi lunghe passeggiate. Basta un anno di attività aerobica moderata, infatti, per migliorare la memoria spaziale negli anziani. Lo dimostra uno studio americano, pubblicato su 'Pnas'. Il progetto, condotto da ricercatori dell'University of Pittsburgh, University of Illinois, Rice University e Ohio State University, ha mostrato che l'attività fisica moderata (basta una camminata di 40 minuti) dopo un anno può aumentare le dimensioni dell'ippocampo, portando a un miglioramento della memoria spaziale negli anziani. Gli scienziati hanno arruolato 120 volontari avanti negli anni, tutti sedentari e senza tracce di demenza, e li hanno divisi in due gruppi: il primo ha fatto 40 minuti di camminata su un circuito per tre giorni a settimana, mentre gli altri si limitavano a fare allungamento ed esercizi di tonificazione. Tutti i soggetti sono stati esaminati dal punto di vista fisico e sottoposti a risonanza magnetica prima, durante e dopo l'anno di osservazione. Ebbene, i volontari che hanno fatto esercizio aerobico presentavano un aumento nel volume dell'ippocampo sinistro e destro rispettivamente del 2,12% e dell'1,97%. Le stesse regioni, invece, nei soggetti del secondo gruppo sono risultate ridotte dell'1,40% e dell'1,43%. Insomma, non basta fare esercizio regolare: la chiave sta nell'attività aerobica. I soggetti sono stati poi sottoposti a test di memoria spaziale. Interessanti i risultati: i volontari del primo gruppo, dopo un anno di walking, hanno mostrato tutti un miglioramento della memoria rispetto alla performance iniziale 21 SINDACATO E SERVIZI SALUTE L’intolleranza ortostatica si cura a Milano QUANDO STARE IN PIEDI DIVENTA UN PROBLEMA Vertigini, vista annebbiata, senso di mancamento, nausea, tremori, palpitazioni. Sono i sintomi dell'intolleranza ortostatica, una sorta di 'allergia' alla postura eretta che colpisce il 20% degli italiani P er un italiano su 5, alzarsi in piedi e abbandonare il letto, il divano o una sedia può diventare un problema. Le cause possono essere numerose, comprese l'ansia e la sedentarietà, e molte sono le forme del disturbo: da quelle più comuni specie in bambini e adolescenti, spesso lievi e passeggere, a quelle più gravi di ipotensione ortostatica che riguardano il 10-15% della popolazione, soprattutto anziani e diabetici. Per star meglio possono bastare semplici correzioni dello stile di vita, ma a volte servono dei farmaci. E una terapia ad hoc, a base di bromuro di piridostigmina, è allo studio a Milano all'Irccs Policlinico San Donato. “I disordini di intolleranza ortostatica sono alquanto frequenti - spiega l'istituto che ha ospitato un convegno "G astrite, colite, dermatite, insonnia, tachicardia, attacchi di panico, di ansia, sensazione persistente di inadeguatezza e di pericolo. Chi ha un lavoro precario ha a che fare con almeno uno di questi disturbi destinati a peggiorare con il passare del tempo se la sicurezza sul lavoro tarda ad arrivare". A lanciare l'allarme è Paola Vinciguerra, psicoterapeuta presidente dell'Eurodap, associazione europea disturbi da attacchi di panico. “Secondo un recente sondaggio online svolto dall'Eurodap su 300 persone tra i 25 e i 55 anni, il lavoro è la maggiore fonte di stress per il 70% degli interpellati. Il 60% teme i colleghi, mentre il 40% si dice completamente assoggettato al capo per paura di essere licenziato”, dichiara la psicoterapeuta. “Il luogo di lavoro è diventato ormai altamente conflittuale a causa della precarietà che impera e la sensazione di essere in pericolo ci costringe ad essere perennemente all'erta”. Arriva così lo stress da precarietà 22 sul tema - e comprendono sia forme relativamente benigne e reversibili, dovute a disfunzioni del sistema nervoso autonomo, che forme più severe di ipotensione ortostatica, dovute a malattie neurodegenerative o a severe neuropatie autonomiche. La sintomatologia dell'intolleranza ortostatica può essere legata a una mancata ossigenazione del cervello, oppure causata da un'aumentata attività del sistema nervoso autonomo. Molto diffusa, tra questo tipo di disordini, la sindrome da tachicardia posturale ortostatica, caratterizzata da battiti cardiaci accelerati (fino a 120 al minuto), che si manifesta in posizione eretta e che cessa in posizione orizzontale”. Come sempre, il primo passo verso la cura più adatta è “una diagnosi corretta dei sintomi per evitare valutazioni frettolose e fuorvianti”, sottolineano gli esperti del Policlinico di San Donato Milanese. Se, infatti, “i disordini di intolleranza ortostatica nei giovani possono essere causati da altri fattori come stati d'ansia, ipovolemia”, ossia diminuzione del volume di sangue circolante e sedentarietà, e possono essere curati e risolti in maniera più semplice, l'ipotensione ortostatica negli anziani può spesso essere correlata a un eccesso di farmaci (soprattutto quelli contro la pressione alta) o essere associata ad altre patologie”. Le varie terapie sono state descritte da Paola Sandroni, professore di neurologia al College of Medicine Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota, Usa: “Per le forme di intolleranza ortostatica più lievi può essere sufficiente rimuovere eventuali fattori responsabili della sintomatologia (ad esempio farmaci) e utilizzare semplici accorgimenti pratici. Ad esempio aumentare l'assunzione di sale e fluidi nella dieta e assumere piccoli e frequenti pasti”, oppure “evitare di restare a lungo immobili in posizione verticale e mantenere elevata la testa in posizione supina per non essere mai completamente orizzontali”. Inoltre, raccomanda la specialista, “è bene curare la forma fisica con un quotidiano esercizio, e nella vita di tutti i giorni non esporsi a temperature troppo elevate ed evitare La psicologa SALUTE A RISCHIO PER I PRECARI Dormono poco e si ammalano di più che si aggiunge allo stress normale da lavoro dato dagli impegni quotidiani e dalle preoccupazioni lavorative. Secondo la Vinciguerra, “difficoltà ad addormentarsi, incubi e risvegli mattutini precoci sono i primi sintomi di questa condizione che, per altro, si ripercuote su tutta la giornata, quindi sul lavoro stesso, con sonnolenza, stanchezza, disturbi della memoria e della concentrazione, ansietà, irritabilità, che a loro volta aumentano lo stress, portando in un circolo vizioso”. L'esperta dà quindi alcuni consigli contro lo stress da precarietà lavorativa: combattere la sensazione di non avere vie d'uscita; cominciare a cambiare i 'devo' con i 'voglio'; personalizzare gli obiettivi; trovate il coraggio di cambiare; mettersi al centro della propria vita, pulirla dalle cose e dalle relazioni inutili che si sopportano per il quieto vivere. E ancora. Avere chiaro il percorso che si vuole intraprendere, focalizzando attenzione ed energie sul primo passo da fare; trovare nuove idee; non guardare gli altri come se fossero tutti più bravi e fortunati di noi, copiare, imparare, migliorare; dare più spazio a ciò che davvero si vuole fare e non solo a ciò che si deve fare; riposare; fare attività fisica. di utilizzare indumenti eccessivamente stretti”. Se “nei casi meno severi questi accorgimenti possono essere sufficienti a controllare i sintomi - prosegue l'Irccs San Donato - spesso, tuttavia, un intervento farmacologico è necessario”. In particolare, "sono stati evidenziati gli ottimi risultati ottenuti nella cura dell'ipotensione ortostatica dall'utilizzo del bromuro di piridostigmina, un farmaco originariamente impiegato nella cura della miastenia gravis. Lo studio clinico dei ricercatori della Mayo Clinic Medical Center di Rochester ha, infatti ,dimostrato come la somministrazione di questo farmaco migliori l'ipotensione, aumentando la vasocostrizione e la pressione sanguigna", spiega l'istituto. “Per la prima volta in Italia, proprio qui all'Irccs Policlinico San Donato evidenzia Giovanni Meola, ordinario di neurologia all'università degli Studi di Milano e direttore del Dipartimento di neurologia e del Centro malattie meuromuscolari al San Donato stiamo utilizzando la terapia a base di bromuro di piridostigmina e i risultati si confermano positivi e incoraggianti”. SINDACATO E SERVIZI FISCO L ’agevolazione “prima casa” non compete solo a chi compra una casa, non avendone nessuna in proprietà o in comproprietà, bensì può essere “sfruttata” anche da tutti coloro che, pur avendo la proprietà o la comproprietà di altre case, si trovino nella situazione di vantare tutti i presupposti che prevede la legge e che andremo dettagliatamente ad analizzare. Infine la legge consente l’agevolazione “prima casa” anche a chi paradossalmente non andrà mai ad abitare nella casa acquistata con l’agevolazione “prima casa”. Per poter usufruire di queste agevolazioni, come detto, devono ricorrere determinati presupposti e cioè: a) vi sia un atto rientrante nel perimetro degli atti traslativi a titolo oneroso della proprietà di case di abitazione non di lusso, oppure degli atti traslativi costitutivi della nuda proprietà, dell’usufrutto, dell’uso dell’immobile. b) L’immobile oggetto dell’atto sia ubicato alternativamente: - nel territorio del Comune in cui l’acquirente ha o stabilisca entro 18 mesi dall’acquisto la propria residenza o se diverso - nel Comune in cui l’acquirente svolge la propria attività oppure - qualora si tratti di soggetto trasferito all’estero per regioni di lavoro, nel Comune in cui ha sede o esercita l’attività il soggetto da cui dipende - qualora si tratti di cittadino italiano emigrato all’estero che acquisti la prima casa sul territorio italiano, in qualsiasi Comune del territorio nazionale. c) Si tratti di un trasferimento a favore di L’AGEVOLAZIONE PRIMA CASA Riduzione al 3 % dell’aliquota dell’Imposta di Registro e abbattimento alla misura fissa delle Imposte Ipotecarie e Catastali. Nel caso invece di acquisto da società con le agevolazioni possiamo applicare l’Iva ridotta al 4% e le Imposte Ipotecarie e Catastali in misura fissa di Leonardo Comucci – Esperto fiscale una persona fisica d) L’acquirente rilasci alcune dichiarazioni nell’atto di acquisto e più nel dettaglio: - “di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune in cui è situato l’immobile da acquistare”. - di non essere titolare, neppure per quote, anche in regime di comunione legale su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni di cui sopra e) Oggetto dell’atto di acquisto deve essere un fabbricato dotato delle caratteristiche proprie delle “case di abitazione non di lusso”. Una volta ottenuta l’agevolazione “prima casa”, si tratta di non incappare in una delle ipotesi in cui la legge commina la revoca dell’agevolazione . I casi più frequenti sono i seguenti: - il non aver trasferito la residenza nel Comune (attenzione non è necessario stabilire la residenza nella nuova casa oggetto dell’acquisto) ove è ubicato l’immobile oggetto dell’acquisto entro 18 mesi dalla data del rogito. - rivendere la casa acquistata con l’agevolazione prima di 5 anni dalla data del rogito di acquisto. In questo ultimo caso, la legge prescrive che non si fa luogo ad alcuna delle conseguenze sanzionatorie, se il contribuente, entro un anno dall’alienazione dell’immobile acquistato con l’agevolazione prima casa, procede all’acquisto di altro immobile da adibire a propria abitazione principale. Le conseguenze sanzionatorie prevedono il pagamento delle imposte di registro, ipotecarie e catastali nella misura ordinaria (sottraendo ovviamente dal dovuto l’importo già versato e calcolato applicando l’agevolazione) e il pagamento di una sanzione pecuniaria pari al 30 per cento della differenza tra le imposte ordinarie applicabili e quelle pagate con l’applicazione dell’agevolazione oltre ovviamente agli interessi di mora. V, infine, precisato che l’acquisto con l’agevolazione “prima casa” può essere effettuato anche da parte di un soggetto minorenne, non presentando questo atto particolari difficoltà (a parte la necessità dell’autorizzazione giudiziale). I requisiti per l’ottenimento dell’agevolazione vanno, infatti, individuati in capo al solo minorenne, senza condizionamenti derivabili dai membri del nucleo familiare di cui egli fa parte. Per ciò che riguarda uno dei requisiti principali per l’ottenimento dell’agevolazione è, di regola, quello della residenza nel Comune ove è ubicato l’immobile da acquistare. Va ricordato che il minore ha il domicilio nel luogo di residenza della famiglia oppure, se i genitori sono separati o divorziati, il minore ha il domicilio del genitore con il quale convive. Concludiamo, infine, con una osservazione: come abbiamo visto un presupposto molto forte per beneficiare dell’agevolazione è quello della residenza nel Comune dove è ubicato l’immobile oggetto dell’acquisto, residenza che deve essere verificata alla data della stipula dell’atto di compravendita o, comunque, deve esserci una dichiarazione del compratore che si obbliga a stabilire la residenza entro 18 mesi dall’acquisto, ovviamente sempre per beneficiare delle agevolazioni. Non vi è, invece, nessuna previsione normativa circa il mantenimento della residenza anagrafica in detto Comune per un periodo minimo; conseguentemente essa può quindi essere spostata altrove anche immediatamente dopo il rogito, a meno che da questo trasferimento di residenza il fisco non possa desumere che della norma agevolativa è stato fatto un utilizzo volutamente “abusivo” e, cioè, che non sussisteva nessuna seria motivazione per il contribuente di fissare la sua residenza nel Comune ove è sito l’immobile acquistato con l’agevolazione, se non quella di appropriarsi del benefico fiscale. È possibile anche un immediato trasferimento della residenza dopo la stipula dell’atto di acquisto con l’agevolazione prima casa, ma solo ove esso sia supportato da valide ragioni, debitamente provate. Chi avesse quesiti di carattere generale attinenti alla materia fiscale, può inviarli al numero di FAX 06 233 222 788. 23 SINDACATO E SERVIZI SPECIALMENTE PER VOI CONVENZIONI CURE TERMALI 2011 TERME DI ACQUI (AL) TERME DI CASTROCARO (FO) TERME DI FIUGGI (FR) TERME DI PORRETTA (BO) tel. 0144.324390 - fax 0144.356007 www.acquiterme.it Sconto del 20% per cure termali (esclusi i pacchetti); del 10% per cure estetiche; del 15% per prodotti termali. La presentazione di una ricetta medica riportante la prescrizione di una cura termale convenzionata consentirà l’applicazione dello sconto sulla seconda cura comunque effettuata nell’anno solare Tel. 0543/767114 Fax 0543/768135 www.termedicastrocaro.it Abbonamento per n. 9 o 12 prestazioni curative: sconto del 5%. Abbonamento per n. 9 o 12 massaggi terapeutici: sconto del 20% (escl. Abbonamenti bassa stagione) Gli sconti non sono praticati alle prestazioni prescritte da SSN. Massaggi complementari presso il centro “Magiche Acque” Abbonamento per n. 6-9-12 prestazioni: sconto del 5%. Listini e ulteriori offerte a richiesta, in formato elettronico, presso il Sab di Verona. Tel. 0775/5451-0775/545435/37 Riduzioni per cure idropiniche dal 01 giugno al 31 ottobre; per il centro urologico, trattamenti fisioterapici ed inalatori riduzioni per l'intero anno solare Tel. 0534/22062 Fax 0534/24260 [email protected] www.termediporretta.it Sconto del 15% a tutti coloro che intenderanno usufruire del soggiorno alberghiero, ad esclusione di ponti, festività, mese di agosto. Sconto del 10% sul listino delle cure termali a pagamento, escluso SSN e massoterapia. Sconto del 5% sul programma benessere, escluso massoterapia. Gli sconti non sono cumulabili con altre forme di promozione. TERME DI BIBIONE (VE) Tel. 0431/441111 – Fax 0431/441199 email [email protected] www.bibioneterme.it Sconto del 10% per le terapie termali e fisioterapiche (escluse le visite specialistiche, la diagnostica, gli esami di laboratorio). Validità per i periodi dal 13.03.11 al 31.05.11 e dal 1.10.11 al 26.11.11. TERME DI CERVIA E BRISIGHELLA (RA) Tel. 0544/9900111 - Fax 0544/990140 email: [email protected] Sconto del 10% sui prezzi ufficiali delle cure (almeno 6 trattamenti acquistati in un'unica soluzione) TERME DI CASTEL SAN PIETRO (BO) Tel. 051.941247 – fax 051.944423 Sconto del 15% su tutte le cure ad esclusione dei massaggi, la riabilitazione motoria differenze cure. Sconto 15% sui trattamenti di estetica per minimo 6 trattamenti. Assistenza medica gratuita durante il ciclo di cure.Tariffe agevolate per il soggiorno presso l’ Hotel delle Terme www.albergodelleterme.com [email protected], 3 stelle, direttamente collegato ai reparti cure. TERME DI CHIANCIANO (SI) Tel. 0578/68255 www.termechianciano.it www.termesensoriali.it email: [email protected] Sconto del 20% (10%) sulle singole cure non prescritte da SSN. Dettaglio a richiesta presso il Sab di Verona. Per prenotazioni ed informazioni è attivo tutti i giorni un servizio di Call Center al 848800243 TERME DI LEVICO E VETRIOLO (TN) Tel. 0461/706481 Fax 0461/702359 email: [email protected] Sconto del 10% sulle tariffe ordinarie delle prestazioni termali ordinarie e fisioterapia non prescritte da SSN. Sconto del 5% sulle tariffe ridotte delle prestazioni termali ordinarie e fisioterapia non prescritte da SSN. La prenotazione dovrà essere effettuata almeno 10 giorni prima dell’arrivo alle Terme TERME DI LIGNANO SABBIADORO (UD) Tel. 0431/422217 Fax 0431/424488 www.termedilignano.it Aperto dal 1° maggio al 30 settembre 2011 Sconto del 15% nei mesi di maggio/settembre sulle tariffe di listino per le cure termali. Sconto del 10% nei mesi di giugno/luglio sulle tariffe di listino per le cure termali. Lo sconto di riferisce a tutti i trattamenti erogati all'interno dello Stabilimento Termale ad eccezione delle visite e prestazioni mediche e di fisioterapia. Cassazione dà ragione ai correntisti TERME DI SALICE (PV) Tel 0383/93046 Fax 0383/92534 email [email protected] www.termedisalice.it Sconto del 10% su tutte le cure, pubblicate su apposito listino, non autorizzate dal SSN, ad esclusione di eventuali pacchetti già scontati. Visita medica di ammissione gratuita. Assistenza medica gratuita durante il ciclo delle cure. TERME DI SALSOMAGGIORE E DI TABIANO (PR) Stabilimento di Salsomaggiore: Tel. 0524582611 Fax 0524576987 Stabilimento di Tabiano: Tel. 0524.564111 – fax 0524.564299 NEWS STOP ALL’ANATOCISMO FORSE Sentenza storica. Non c'è motivo per derogare al divieto di cui all'art. 1283 c.c. Ma il decreto “mille proroghe” accorcia i termini di prescrizione L e sezioni Unite della Corte di Cassazione (Sentenza n.24418/2010) hanno dichiarato nulle le clausole bancarie, che prevedono l’anatocismo, ossia il calcolo passivo (per i clienti) degli interessi sugli interessi (c.d. capitalizzazione trimestrale). La sentenza potrebbe avere un effetto dirompente su una questione che va avanti ormai da più di dieci anni. La capitalizzazione trimestrale è una tipologia di calcolo con cui le banche applicano ai conti correnti tassi passivi, su cui, a chiusura del trimestre, vengono applicati nuovamente i tassi, dando vita così all'anatocismo cioè al calcolo degli interessi sugli interessi. In passato le banche si erano difese, dichiarando che tale modalità di calcolo degli interessi è un uso nel campo bancario italiano, addirittura risalente a più di un secolo 24 fa. La Cassazione aveva però rilevato una disparità di trattamento nel calcolo degli interessi passivi e di quelli attivi per la banca. Infatti, al cliente, il tasso d’interesse non si applica sugli interessi già maturati a suo favore, ma solo sulla somma versata/depositata. In favore del cliente non si è mai riscontrata l’applicazione degli interessi a chiusura del trimestre. Come si legge nella parte motiva della sentenza "è stata dichiarata nelle pregresse fasi del giudizio di merito la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale degli interessi a carico del cliente, che figurava nei contratti di conto corrente bancario di cui si tratta, in conformità all’orientamento di queste sezioni unite, secondo cui la legittimità della capitalizzazione trimestrale degli interessi a debito del correntista bancario va esclusa anche con riguardo al periodo anteriore alle decisioni con le quali la Suprema corte, ponendosi in contrasto con l’indirizzo giurisprudenziale sin lì seguito, ha accertato l’inesistenza di un uso normativo idoneo a derogare al precetto dell’art. 1283 c.c.". Purtroppo, nelle pieghe del decreto “mille proroghe” c’è una norma che accorcia i termini di prescrizione, a danno dei risparmiatori. PER USUFRUIRE DELLE CONVENZIONI È NECESSARIO PRESENTARE LA TESSERA IN CORSO DI VALIDITÀ Sconto del 10% sui prezzi di listino della stagione 2011 che inizia il 26 marzo. Listini disponibili presso il Sab di Verona Hotel Terme Principe Tel.049/8600844 Fax 049/8601031 [email protected] www.principeterme.com Categoria 3 stelle. Sconto del 10% sui prezzi di pensione per soggiorni di minimo 3 giorni, esclusi ponti, festività e periodi di alta stagione. Lo sconto è esteso ai famigliari alloggiati nella stessa stanza. Terme di Salsomaggiore sconti medi del 20% per cure termali e percorsi vascolari presso lo stabilimento Zoja; sconti del 10% sui trattamenti estetici e di benessere presso le Terme Berzieri. Terme di Tabiano sconti medi del 20% per cure termali, trattamenti riabilitativi, trattamenti estetici e di benessere. Tariffe agevolate per il soggiorno presso gli Hotel di proprietà delle Terme Grand Hotel Porro S e Hotel Valentini. Sconti del 10% su hotel associati ADAST, ASAT, AASTA. TERME LUIGIANE – Acquappesa (CS) Tel. 0982 94052/94054 fax 0982 94478/94705 www.termeluigiane.it La struttura termale TERME NUOVE è convenzionata col SSN. Il GRAND HOTEL DELLE TERME pratica prezzi convenienti in pensione completa (56,80/65,60/85 Euro rispettivamente in bassa/media/alta stagione). NEWS TERME DI ABANO/MONTEGROTTO (PD) AbanoRitz HotelTerme 5 stelle Tel.049.8633444/445 – fax 049.667549 www.abanoritz.it email: [email protected] Sconto del 15% sul prezzo di pensione (BB HB FB), ad esclusione dei periodi di alta stagione. sione sono compresi: l’uso delle 2 piscine termali, palestra, ginnastica in piscina. TERME DI BOARIO (BS) Hotel Smeraldo 3 stelle TOP Tel. 049.8669555 – fax 049.8669752 email: [email protected] www.smeraldoterme.it Sconto del 15% sui prezzi di pensione completa o mezza pensione. Tel. 0364/525011 Fax 0364/525444 [email protected] www.termediboario.it Trattamenti termali e salute sconto 5%; Spa sconto 10%; ingresso al Parco sconto 10%, ad esclusione dell’ingresso serale Hotel Harrys’ Garden 3 stelle sup. Tel. 049.667011 – fax 049.8668500 email [email protected] www.harrys.it Sconto del 15 % sul prezzo di pensione escludendo il periodo Natale/Capodanno e i servizi di Wellness & Relax Hotel Terme Bellavista Tel. 049/793333 Fax 049/793772 [email protected] www.bellavistaterme.com Categoria 3 stelle. Sconto del 10% sul soggiorno sui prezzi di listino Hotel La Serenissima Tel. 049/8669100 Fax 049/8669610 hotel. [email protected] Categoria 3 stelle. Sconto dell’ 10 % sul prezzo di pensione completa a tutti gli iscritti e familiari. Nel prezzo della pen- Hotel Terme Millefiori 3 stelle Via Flavio Busonera 67 35031 Abano Terme PD Tel. 049.8669424 Fax. 049 8669116 [email protected] www.termemillefiori.it Via Agatocle, 2 Gestione Grand Hotel delle Terme 92019 Sciacca (AG) tel. 0925-23133 fax 0925-87002 email: [email protected] [email protected] www.grandhoteldelleterme.com Info turistiche: [email protected] Azienda turismo Sciacca Tel. 0925 21182 -Fax 0925 84121 sconto 10% unico, in cui inserire tutti gli indicatori soggettivi di soddisfazione. Il Comitato valuterà, inoltre, anche l'opportunità di identificare un set di indicatori che tenga conto non solo dei domini, ma anche di diversi soggetti sociali: giovani, donne, anziani, disabili. Si tratterà di valutare, cioè, se le dimensioni hanno lo stesso peso per tutti, oppure se alcuni aspetti particolari, legati a soggetti sociali specifici, siano d’importanza primaria per il benessere del Paese. La prima fase del lavoro durerà circa 18 mesi e per garantire il coordinamento tra Cnel e Istat è stato istituito un apposito 'Gruppo di supporto'. TERME DI SCIACCA (AG) Cnel e Istat cercano un nuovo indicatore DAL PIL AL BEP? Dovrà misurare benessere e progresso A lla ricerca di un nuovo Pil che vada oltre il criterio di 'crescita' e misuri anche il progresso ed il benessere sulla base del quale costruire, per il Paese, politiche economiche e sociali tagliate 'su misura'. Saranno il Cnel e l'Istat ad unire le forze e a tentare di realizzare il nuovo indicatore: il Comitato ad hoc nato di recente servirà proprio a questo: a dare una risposta ad un dibattito appassionato tra economisti e politici in corso da decenni. E non si tratta di pura teoria; già Robert Kennedy nel suo memorabile discorso all'Università del Kansas, nel '68, aveva indicato la necessità di andare oltre un Pil che fa del progresso, inteso come crescita, il fine ultimo di ogni programma di politica economica. Ma lo stato di salute di un sistema politico ed economico non è solo questo. Sotto la spinta di nuove esigenze sociali, ambientali, globali, infatti, l'indicatore, per alcuni non è più capace di leggere le trasformazioni in corso. Il Comitato di Indirizzo, dunque, varato dal presidente del Cnel, Antonio Marzano, e dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, avrà il compito di individuare i criteri di selezione degli indicatori che serviranno a rappresentare efficacemente le dimensioni del benessere e del progresso del nostro Paese. E con il sostegno di una Commissione scientifica Istat, dovrà - in una prima fase - identificare i ''domini'' fondamentali da adottare per la misurazione del benessere in Italia: dalle condizioni di vita materiali alla salute, dall'istruzione alle competenze, dalla governance ai diritti di base, dall'ambiente alle relazioni sociali. Poi integrare la soddisfazione verso aspetti specifici della vita nei domini corrispondenti, o identificare un dominio 25 NONSOLOBANCA ANGOLO DELLO PSICOLOGO Resilienza sul lavoro e nella vita privata TRASFORMARE LE DIFFICOLTÀ IN OPPORTUNITÀ Le persone resilienti sono quelle che, immerse in circostanze EZZIVWIRSRSWXERXIXYXXSVMIWGSRSEJVSRXIKKMEVIIJÁGEGIQIRXI le contrarietà, dando nuovo slancio alla propria esistenza, VEKKMYRKIRHSTIVÁRSQIXIMQTSVXERXM di Denise Gulino - psicologa R esilienza? Un concetto oggi più che mai ampiamente utilizzato in ogni ambito della vita, personale e professionale. Una dote non necessariamente innata, ma che può essere acquisita nel tempo attraverso le esperienze, ognuno di noi nel nostro piccolo e nella nostra quotidianità può, giorno dopo giorno, imparare ad essere resiliente. Con il termine resilienza viene definita la proprietà di un materiale di resistere agli urti improvvisi senza spezzarsi. Per trasposizione, in psicologia e sociologia, resilienza intende la capacità di un individuo di far fronte a eventi negativi e traumatici e di riorganizzare positivamente la propria vita di fronte alle difficoltà, resistendo con successo alle situazioni avverse e anzi imparando a sviluppare competenze dalle situazioni avverse, rafforzando la fiducia in se stessi e nel proprio agire. Questa capacità dell'uomo di affrontare e superare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente è una qualità, oggi più che mai, preziosa e all’attenzione di tutti, considerati i continui mutamenti con cui l’uomo deve scontrarsi ogni giorno e la precarietà che sembra dominare ogni ambito della vita. In un momento di incertezza economica come quello attuale, saper essere reattivi, emotivamente stabili ed equilibrati è un grande vantaggio sia sul piano professionale sia su quello personale. In pratica, le persone resilienti sono quelle che, immerse in circostanze avverse, nonostante tutto (e talvolta contro ogni previsione), riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, dando nuovo slancio alla propria esistenza, raggiungendo perfino mete importanti. Tale qualità risulta essere efficace nelle relazioni interpersonali, sia all’interno del nucleo familiare nella gestione della quotidianità, sia in una organizzazione aziendale, per esempio nei rapporti con supervisori, colleghi, clienti. 26 ed è, quindi, strettamente legato al concetto di resilienza è quello di hardiness, che sottintende invulnerabilità psicologica e personalità resistente. Partendo da una realistica valutazione del proprio livello di hardiness, si può imparare ad affrontare lo stress seguendo un percorso formativo, sia individuale sia di gruppo, volto a educare alla resilienza, percorso che porta a potenziare le proprie competenze emozionali e relazionali. Ma dove possiamo apprendere e potenziare la resilienza? Resilienza sul lavoro Oggi più che mai per un manager è essenziale saper essere reattivo ed emotivamente stabile per trasformare gli eventi stressanti in eventi positivi, ogni evento stressante diventa uno stimolo che affrontato in modo resiliente determina un risultato/obiettivo raggiunto e non una sconfitta. Pertanto, secondo una logica causa–effetto, ad ogni risultato conseguito (anche grazie al mio essere resiliente) aumenterà la mia resilienza e ciò determinerà un perfezionamento nelle capacità di affrontare i problemi aumentando ancora più la mia resilienza. In azienda, a tutti i manager sono richieste prestazioni sempre di più alto livello, ma spesso le persone non sono "allenate" a far fronte allo stress: non dispongono degli strumenti necessari a utilizzare le risorse migliori anche in momenti di grande pressione e quindi non riescono a mantenere la propria efficacia operativa e nel contempo un ottimale equilibrio psico-fisico. Sono poche le persone capaci di non farsi sopraffare dall'elevato livello di pressione, senza essere vittima di un eccessivo logorio e mantenendo buoni livelli di performance. Ovviare a questo problema, aumentando il proprio livello di resilienza, significa trasformare le situazioni logoranti, i cambiamenti, i "disastri professionali" in opportunità di crescita e di sviluppo personale. Resilienza nella vita privata L’importanza di imparare ad essere resilienti non riguarda solo l’ambito lavorativo, ma anche la vita personale. Chi affronta problemi familiari dolorosi, ma anche sport agonistici, se è resiliente non verrà intaccato da quell’ansia, che talvolta ci soffoca nelle difficoltà. La resilienza è più della semplice capacità di resistere alla distruzione, proteggendo il proprio IO da situazioni difficili, ma è anche la possibilità di reagire positivamente a scapito delle difficoltà e la voglia di costruire utilizzando la forza interiore propria degli essere umani. Non è solo sopravvivere a tutti i costi, ma è avere la capacità di usare l’esperienza, nata da situazioni difficili, per costruire il futuro. Un concetto psicologico che fa riferimento alla capacità di contrastare le condizioni di stress È una capacità che può essere appresa e che riguarda prima di tutto la qualità degli ambienti di vita, in particolare i contesti educativi, qualora sappiano promuovere l’acquisizione di comportamenti resilienti. Tutte le agenzie educative, famiglia e scuola in primis, dovrebbero fornire gli strumenti utili a rinforzare tali qualità, incoraggiando a non arrendersi di fronte alle difficoltà che si incontrano lungo il percorso della vita e, invece, persistere nel raggiungimento dei propri obiettivi. Per allenarsi ed essere resilienti bisogna, inoltre, puntare sull’introspezione, cioè riflettere su ciò che accade, e ritornare sulle esperienze, per capire cosa è andato male e cosa bene. Altre doti da sviluppare sono la creatività e la voglia di inventarsi nuove situazioni e mai accontentarsi della prima idea. Bisogna poi sapere accettare le sfide e cercarle, buttarsi, anche se non si hanno tutte le capacità e “inventarsi”. Infine, coltivare l’empatia, la fiducia e la capacità di relazionarsi positivamente. Sorridere per contagiare gli altri e scambiarsi opinioni e rinnovarsi insieme. La vita regala a ognuno esperienze positive e negative. Coloro che coltivano speranza e resilienza riescono a gioire delle prime e a superare le seconde, diventando più forti...come citava il filosofo tedesco F. Nietzsche “Ciò che non mi distrugge, mi rende più forte”. NONSOLOBANCA HI TECH MOLTI LIMITI PER I COMPUTER BASATI SU GOOGLE CHROME Cloud pc? Meglio Windows D opo dieci anni dal progetto di network computer di Larry Ellison, risoltosi in un flop commerciale, Google ha lanciato sul mercato i primi notebook basati sul sistema operativo Chrome, che possono essere considerati gli eredi di questa filosofia. Non a caso uno dei personaggi chiave a credere all’epoca alle prospettive dei network computer fu proprio Eric Schmidt, allora chief technology officer di Sun Microsystems e successivamente ceo di Google. I primi esemplari di pc portatili basati sul sistema operativo di Google, come quelli della serie 5 di Samsung, sono infatti caratterizzati da una filosofia di funzionamento molto diversa rispetto ai notebook e agli stessi netbook, ossia i piccoli pc portatili nati soprattutto per sfruttare le risorse offerte da internet. Il browser di Google, Chrome, non svolge, infatti, il solo ruolo di programma per navigare sulle pagine web, ma è il cuore dell’intero computer, all’interno del quale installare applicazioni per fruire di servizi online come Facebook o, naturalmente, l’intera suite di Google, da Gmail a Documents. Tutte le attività si svolgono così online, dove sono conservati anche i documenti dell’utente, dal momento che il computer dispone di un disco fisso a stato solido di soli 16 Gb di capacità sufficienti a memorizzare il sistema operativo, qualche programma e poco più. Una filosofia simile, per alcuni versi, a quella adottata da Asus con il primo netbook, l’Eee pc, basato però su di una versione di Linux. Per questo tutti i pc basati su Chrome devono costantemente essere connessi a internet per funzionare, anche se Google sta lavorando per consentire una seppur parziale operatività in caso di mancanza temporanea di collegamento. Nel caso di Samsung Serie 5, la connessione è garantita dall’ormai classica scheda WiFi affiancata, nel modello al top, da un modem Umts integrato. Nonostante caratteristiche non certo al top, i prezzi sono però decisamente elevati, dal momento che il modello con la sola scheda Wi-Fi sarà in vendita da fine giugno a 399 euro e quello con scheda 3G a 449 euro. Prezzi decisamente superiori a quelli tipici di netbook con caratteristiche hardware simili e, in più, il vantaggio di un disco fisso di generose capacità e un sistema operativo completo e ben rodato come Windows 7, che permette di utilizzare qualsiasi genere di software, compreso Chrome e le varie applicazioni disponibili. L’unico vero vantaggio del Chromebook, come viene definito da Google, è dato dalla velocità di accensione, inferiore a dieci secondi per via della rapidità del disco allo stato solido e della leggerezza del sistema operativo, nato per fare poche cose e quindi decisamente essenziale. Un vantaggio che non compensa però le limitazioni di questa architettura a partire da uno dei suoi punti deboli strutturali, ossia la dipendenza pressoché totale dalla connessione costante a internet e i molti interrogativi che pone in tema di privacy dei dati, un tema di cui il grande pubblico non comprende pienamente le implicazioni e le possibili minacce. La lezione di Sony Playstation, con dati S.Sciarra (a cura di) Giudiziaria, e quelli concernenti la volontaria giurisdizione. I riferimenti normativi sono analizzati e commentati alla luce della giurisprudenza più recente e significativa. Tutte le formule testuali sono contenute altresì nel cdrom allegato, strumento flessibile e immediato che ne consente la personalizzazione con aggiunte e modifiche. Articolato su di otto capitoli (diritto di famiglia, successioni e diritti ereditari, donazioni, diritto di proprietà, obbligazioni, impresa e diritto del lavoro, società e rapporti associativi, opere dell’ingegno) il testo è, innegabilmente, uno strumento prezioso per lo svolgimento della quotidiana pratica professionale e si caratterizza per aggiornamento e scientificità dei contenuti. SEGNALIBRO FORMULARIO DEI CONTRATTI DI USO CORRENTE Giuffrè Editore, Milano 2010 Pagg. 806, € 78,00 di Luca Riciputi, Consulente aziendale ed esperto Risorse umane I l volume contiene un’ampia casistica di formule contrattuali d’immediato utilizzo pratico, con specifico riferimento a quelli che sono gli atti e i negozi di più ricorrente utilizzo nella quotidiana attività professionale e di impresa, siano essi tipici o atipici, plurilaterali o unilaterali. Sono, altresì, contemplati i formulari degli atti connessi, riferiti all’Autorità di milioni di utenti sottratti, dovrebbe fare riflettere in questo senso. I vantaggi del cloud sono comunque innegabili ed è quindi prematuro ipotizzare un insuccesso per questa nuova ondata di network pc. Con un prezzo decisamente più basso, e una maggiore stabilità della piattaforma oggi ancora in versione beta come tradizione dei prodotti Google, potrebbe esserci spazio per questa categoria di dispositivi in un mercato maturo come quello dei pc. Sempre che questo spazio non sia occupato dai tablet. 27 NONSOLOBANCA SE LA LIBERTÀ FOSSE UN COLORE… di Valerio Carangella S e la libertà fosse un colore sarebbe sicuramente il blu, con tutta la sua profondità, almeno secondo uno dei registi che hanno segnato la storia del cinema dell’ultimo ventennio: Krzysztof Kieślowski. Film Blu è il primo di una trilogia (rilanciata di recente da San Paolo Editore, in un cofanetto imperdibile a prezzo speciale) che il regista polacco ha dedicato ai tre colori della bandiera francese e, di conseguenza, al motto della rivoluzione francese, "Liberté, Égalité, Fraternité". In questo film, premiato a Venezia nel '93 col Leone d'Oro, il regista ha voluto ritrarre uno degli aspetti della libertà più sottili ed intimi, meno evidenti ma non per questo meno importanti: la libertà emotiva. E lo fa raccontandoci una storia molto intima, sezionando delicatamente l’animo umano e conducendo lo spettatore nell’intimità di Julie (J. Binoche), che deve affrontare la morte, a causa di un incidente d’auto, del marito Patrice de Courcy, celebre compositore e della loro figlia di sette anni. Tenta di ricominciare da zero, senza alcuna elaborazione del lutto, sbarazzandosi di tutto quel che la lega al passato. Ma in realtà dietro quella forza fasulla, quell’assenza di lacrime e di dolore, si cela il tentativo estremo di rimozione dell’accaduto: da quel momento in poi i suoi sforzi sono tutti rivolti a compiere una sorta di suicidio mentale, dissociandosi da tutte le memorie del passato e facendo tabula rasa di tutti i ricordi. Si spinge fino a distruggere il manoscritto dell'ultimo lavoro del marito, una composizione scritta per la celebrazione dell'Unione Europea. Malgrado il suo desiderio di affondare nel nulla (reso visivamente dall’ immagine ricorrente, di Julie che s’immerge in una piscina blu), il passato ritorna prepotentemente attraverso piccoli dettagli, che la costringono a far i conti con il dolore che ha dentro e a liberarlo, in tal modo, aiutata dal caso, è risucchiata dentro la vita e decide di “tornare ad amare”. Forza trainante del film è anche la protagonista J. Binoche che, con la sua potenza espressiva, è riuscita a farsi “filmare la sua intimità” (come il regista stesso ha dichiarato), e a reggere la scena per l’intera narrazione, incarnando Q 28 TUTTO SULLA DISABILITÀ SITO BEN STRUTTURATO E DI FACILE ACCESSO. TRE MILIONI DI PAGINE LETTE OGNI MESE di Bruno Pastorelli te, prima di Google), ipotizzò una testata giornalistica specifica per la Disabilità da pubblicare on-line. Tre ragazzi – un imprenditore, un esperto web e un giornalista - progettano il nuovo sito e, dopo un periodo di ricerca e formazione (l'utilizzo del web allora non era così scontato), pubblicano on-line DISABILI.COM. ai primi di aprile del 1999. Nel 2005 il sito è ceduto ad una casa editrice libera ed indipendente, in quanto non appartiene ad alcuna associazione o ente del settore, ed ospita tutti quelli che hanno consigli ed informazioni per migliorare la qualità di vita dei disabili. DISABILI.COM ha una Trois Couleurs: Film Blue Francia/Polonia, 1993. Regia: Krzysztof Kielowski. Sceneggiatura: Krzysztof Kielowski e Krzysztof Piesiewicz. I nterpreti: Emmanuelle Riva, Juliette Binoche, Benoit Regent, Yann Tregouet, Florence Pernel. “Se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sarei nulla”. www.disabili.com AVVISO AI NAVIGANTI uanti di noi sanno o conoscono che cosa sia la “disabilità”? Se andiamo su Wikipedia.it troviamo: “La disabilità è la condizione personale di chi, in seguito ad una o più menomazioni, ha una ridotta capacità d'interazione con l'ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale”. Per fortuna che oggi, a differenza di ieri, quando chi era disabile era segregato in casa per evitare quella che veniva considerata una vergogna sociale, si sono fatti passi da gigante, sia con leggi sia con l’informazione. Il portale che vi presento oggi è riferimento per tutti coloro che vogliono saperne di più sulla disabilità. Nasce dall’idea di un giovane imprenditore che, nel lontanissimo 1998, (pensa- perfettamente la poetica di Kieślowski, caratterizzata dall'assenza di effetti speciali, da dialoghi essenziali e da sceneggiature che concentrano laceranti dilemmi etici ed esistenziali. Il regista si affida, per l’epilogo, esclusivamente alla potenza delle immagini e della musica, che scorrono parallelamente alle parole dell’Inno all’Amore (tratto dal tredicesimo capitolo della prima lettera di San Paolo ai Corinti), in un crescendo emotivo visionario ed evocativo, raggiungendo momenti d’intensa liricità; così come solo i grandi artisti sanno fare. E Kieślowski è stato uno di questi: un’artista. redazione composta da giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti e fornisce informazioni in tempo reale con aggiornamenti quotidiani. Si mantiene con gli spazi pubblicitari a disposizione delle aziende e col sostegno tanti anni lo seguono costantemente. Questi alcuni dati sul portale disabili.com: 3milioni di pagine lette ogni mese; aderiscono a DISABILI. COM oltre 200 associazioni di tutta Italia; la redazione redige e invia a oltre 14.700, 200 aziende del settore e 2,500 tra quotidiani e periodici nazionali, con un area PRESS riservata alla stampa. NONSOLOBANCA PAESE CHE VAI, ITALIA CHE TROVI Cisternino IL “PAESE BIANCO” e la magia del Sud di Vale Q ualche volta capita di sentire il peso di una vita che scorre rapida, talmente veloce da non aver neanche il tempo di assaporarla, intrisa di modernità e tecnologia, di relazioni che si sfiorano ma non si incontrano. E quando si rallenta per qualche istante, si sentono echi lontani di vite d’altri tempi che, come un richiamo alle origini, conducono in luoghi magici il cui cuore pulsa al ritmo della natura. Cisternino, piccolo gioiello pugliese, custodisce gelosamente questo cuore pulsante fatto di piccole case ad un piano che si arrampicano su di un colle, di vicoli, cortili ciechi e scalette esterne che formano tante piccole piazzette, private e pubbliche al contempo, in cui ci si può affacciare alla ricerca di momenti di vita condivisa. La calce bianca e la pietra, elementi con cui è stato costruito l’intero borgo, gli donano una luminosità ed un colore diventati ormai una delle sue principali peculiarità. Sono bianche le case, le vie, le piazze, tutto armonizzato non da un piano architettonico prestabilito, ma da una “architettura spontanea” che segue le esigenze di vita del paese. Cisternino gode di una posizione privilegiata, arroccata su di un colle che domina la Valle d’Itria (parte meridionale dell’altopiano delle Murge, nella Puglia centrale), da cui è possibile ammirare lo splendido paesaggio che la valle offre: distese di uliveti, vigneti e mandorli, il sole che sbuca tra i coni dei Trulli (le tipiche ed esclusive abitazioni in pietra a forma di cono) e la splendida vista sul mare, distante non più di 15-20 km. Anche l’aria che si respira è quella di un paese ricco di storia, le cui origini si perdono tra antiche leggende e vicende storiche importanti, le cui testimonianze sono conservate con cura dagli abitanti del borgo. La torre normanno-sveva risalente all’XI secolo, recentemente restaurata; la Chiesa di S. Nicola, nota come Chiesa Madre, edificata nel XII sec. sulla precedente chiesa basiliana dell'VIII sec.; la primitiva chiesa, databile intorno all'anno 1000, scoperta recentemente al di sotto della contigua chiesetta del Purgatorio (XVII sec.), il Cimitero di Sant' Anna Fuori le Mura ed il Santuario della Madonna d'Ibernia, situato a 3 km dal centro abitato. Secondo la tradizione, la Vergine Maria con un'apparizione indicò lei stessa, lasciando un'orma del piede sulla roccia, il punto preciso dove voleva che sorgesse il santuario. Tra arte, storia e natura non vanno dimenticati i profumi ed i sapori tipici della tradizione culinaria del Sud: olio extravergine d’oliva da degustare crudo, adagiato sul pane fragrante cotto nel forno a legna; vino Doc da accompagnare ai taralli fatti a mano o a piatti tipici del posto, come il purè di fave con cicorie selvatiche e le famose orecchiette con le cime di rapa, o nella variante con pomodoro fresco e cacioricotta; e per finire in dolcezza biscotti e dolci mezzelune di pasta che nascondono un ripieno di marmellata e noci, o fruttini variopinti di pasta reale e mandorle locali. Per poter soddisfare il palato, senza allontanarsi dal centro storico, è d’obbligo una tappa alla Taverna della Torre (via S. Quirico, 3), proprio accanto alla Torre normanno-sveva. Da diversi anni Cisternino viene spesso ricordata anche per le sue macellerie con annesse osterie nel centro storico, in cui è possibile comprare la carne e farla cucinare, per poi consumarla nel locale adiacente o nei posti allestiti lungo le stradine o nei vicoli del centro storico: sempre nello spirito di quella vita condivisa che caratterizza la gente del posto. EVENTI E SAGRE Da non perdere, nel mese di Agosto, la festa dei santi patroni di Cisternino, San Quirico e Giulitta. Manifestazione cittadina che rispetta tutte le più importanti tradizioni locali, come decorazioni luminose, processioni, concerti bandistici e fuochi pirotecnici. Tra le manifestazioni folkloristiche più attese c'è la festa della Pasquetta (“Pasquarèdde”, nel dialetto del paese) che si svolge presso il Santuario della Madonna d'Ibernia, dove ci si reca con dei dolci tipici per ricevere prosperità e fecondità. Non a caso, quella d'Ibernia è la Madonna della vita, della fertilità e dell'abbondanza. Tra le sagre più rinomate, invece, non vanno dimenticate la sagra delle orecchiette (sempre nel mese di agosto) e la sagra dell'uva (nel mese di settembre) DOVE MANGIARE IL RIFUGIO DEI GHIOTTONI via Nazionale dei Trulli 116 72015 Fasano Tel. 0804414800 MASSERIA SAN DOMENICO Str. litoranea 379, località Petolecchia Sud-Est: 2 km I 72010 Savelletri – Tel. 0804827769 OSTERIA DEL TEMPO PERSO via Tanzarella Vitale 47 I 72017 Ostuni – Tel. 0831304819 LA TANA via Mascagni 2 74015 Martina Franca – Tel. 0804805320. DOVE DORMIRE HOTEL AIA DEL VENTO, via Locorotondo, 79; per un soggiorno più caratteristico, invece, B & B Antica Aia, un’antica masseria a trulli risalente alla fine dell’800, completamente ristrutturata rispettando le caratteristiche originali in pietra, situato in C.da Panza, 100 29 NONSOLOBANCA ALTROTURISMO IL MAESTRO DEGLI ANGELI GUARIENTO E LA PADOVA CARRARESE di Arturo Trittico- la Crocifissione con i santi Giovanni Battista, Bartolomeo, Andrea e Caterina, 58x70, Tempera su tavola, Düsseldorf, Collezione privata Gruppo di dieci angeli seduti con globo e flabello gigliato (Serafini?), 119x107, Tavola Padova, Musei Civici, Museo Bottacin Angelo che pesa le anime e combatte con un diavolo (Dominazioni?), 80x57, Tavola Padova, Musei Civici, Museo Bottacin GUARIENTO e la Padova Carrarese Padova, Palazzo del Monte (e altre sedi), fino al 31 luglio orari: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19; sabato e festivi dalle 9 alle 20 biglietti: Palazzo del Monte di Pietà: intero 8 euro, ridotto 6 euro informazioni e prenotazioni: tel. 049 2010010 30 D i lui si conoscono soprattutto gli Angeli, anzi le Gerarchie Angeliche composte da Angeli, Arcangeli, Podestà, Serafini, Cherubini, Troni e Dominazioni che, riprodotti ovunque, sono diventati parte dell’iconografia universale, tanto diffusi da far dimenticare chi li dipinse e cosa effettivamente rappresentino. Fino al 31 luglio, a Padova, nella rinnovata e ampliata sede espositiva di Palazzo del Monte, una grande mostra riunisce per la prima volta – data la difficoltà di riunire le sue opere disperse in musei di mezzo mondo – la quasi totalità della produzione del “Maestro degli Angeli”. Guariento da Arpo fu il primo artista di corte a Padova. Di lui non si conoscono l’anno e il luogo di nascita, ma è tuttavia documentata la sua attività, tra il 1338 e il 1367, che lo colloca tra i precorritori del gotico internazionale. Per i Carraresi, Signori di Padova, creò il suo capolavoro: la decorazione della Cappella della loro Reggia, con le famosissime gerarchie angeliche, affascinanti per la complessità iconografica, per la bellezza Schiera di angeli armati (Arcangeli?), 110x107, Tavola Padova, Musei Civici, Museo Bottacin della pittura e la delicata e sfumata trasparenza dei colori. Ma Guariento non si dedicò solo agli Angeli: per i Carraresi – e per altri non meno illustri committenti, tra cui i Dogi di Venezia – realizzò tavole di soggetto sacro e ritratti di eleganza cortese, resi con un delicato colorismo. Nella mostra, la figura di Guariento è posta a confronto con gli altri maestri con i quali la sua pittura presenta legami nelle sue varie fasi: Giotto, Pietro e Giuliano da Rimini, Vitale da Bologna, Paolo e Lorenzo Veneziano, Giusto Menabuoi, Altichiero, Jacobello del Fiore, Nicolò di Pietro, Giambono. Tutto a comporre un racconto che prima d’ora non era mai stato proposto al pubblico e che, per rarità, preziosità e qualità delle opere esposte, potrà difficilmente esserlo una seconda volta. La grande monografia sul Guariento allestita a Palazzo del Monte è l’epicentro di una più ampia esposizione che indaga, per la prima volta in modo compiuto, la “Padova Carrarese”. Questa si dipana in diverse sedi espositive: i Civici Musei agli Eremitani, Palazzo Zuckermann, il Museo diocesano e la Casa del Petrarca ad Arquà, per allargarsi poi ad un itinerario entro ciò (ed è davvero molto) che tutt’ora si può ammirare della Padova Carrarese. La città trecentesca rivive in questa mostra, attraverso la cartografia, i modelli, i codici che illustreranno i principali esponenti della Signoria e la letteratura dell’epoca. Monete, ceramiche, oreficerie, avori, intagli in legno, sculture, illustreranno la civiltà materiale del secolo XIV, ma anche i raggiungimenti della scienza nel periodo di maggior splendore vissuto da Padova. Itinerari accompagnano, quindi, il visitatore a scoprire i principali luoghi e monumenti del Trecento padovano. Tra essi la Reggia Carrarese (affrescata dal Guariento) e il Museo Diocesano. In questo ultimo (posto di fronte a Palazzo del Monte, sede della mostra sul Guariento) altri angeli, stavolta contemporanei, accolgono il visitatore. Sono quelli di Omar Galliani proposti nella mostra loro dedicata, allestita nella magnifica scenografia del Salone dei Vescov. NONSOLOBANCA ALTROTURISMO A Orvieto, una mostra originale riunisce circa 250 reperti – molti di grande importanza – concessi da una quindicina di musei e istituzioni culturali italiane. Il taglio di questa ampia rassegna è evidenziato dal sottotitolo: “Il ruolo dell’Italia pre e post-unitaria nella riscoperta dell’antico Egitto”, ovvero ciò che gli egittologi partiti dal nostro paese hanno saputo fare intorno alle sponde del Nilo, attratti dallo spirito d’avventura, talvolta dalla sete di facili guadagni, molte altre volte dall’obiettivo di approfondire le conoscenze sull’antica Terra dei Faraoni. La mostra attraversa almeno tremila anni di storia dell’umanità. Dalla terra d’Egitto vennero tratte idee culturali, culti, divinità, usi e costumi; poi, quasi a voler catturare il senso di mistero e di eternità di quella mag- IL FASCINO DELL’EGITTO A ORVIETO di Arturo ica civiltà, vennero asportate le testimonianze materiali: i grandi obelischi che raggiunsero Roma, o ciò che veniva trafugato dalle tombe. Un fascino che dall’antichità contagiò il Medio Evo e incantò il Rinascimento, quando principi e intellettuali si contendevano reperti considerati molto più che semplici curiosità archeologiche. Ma è alla fine del Settecento e soprattutto Frammento parietale figurato (dio Osiride). Museo Egizio di Firenze, Collezione Strozzi-Sacrati Modellino ligneo con scena di agricoltura. Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie durante l’Ottocento, che oasi e sabbie d’Egitto vengono battute palmo a palmo dagli Europei – e tra loro molti gli Italiani – alla ricerca di quanto sopravviveva di un’epoca trascurata dalla dominazione turca. L’egittologia moderna ha una precisa data di nascita, l’anno 1822, quando Jean-François Champollion decifra, grazie alla stele di Rosetta, la scrittura geroglifica. Con lui, in una spedizione congiunta francotoscana che percorse l’Egitto (1828-1829), c’era l’italiano Ippolito Rossellini. In realtà, come la mostra documenta, protagonisti di una “corsa all’Egitto” furono uomini che al fascino dei Faraoni univano spesso quello del commercio antiquario. Due di loro hanno creato le basi per altrettanti musei. Giovanni Battista Belzoni, padovano, mise insieme, per il suo committente Henry Salt, il nucleo fondante della collezione egizia del British Museum; Bernardino Drovetti, piemontese, console di Francia in Egitto, riunì una collezione non meno vasta che, venduta ai Savoia, è oggi il nucleo fondante del Museo Egizio di Torino. Ma è sulla figura di Ernesto Schiapparelli che la mostra si sofferma in modo più ampio. Schiapparelli scoprì la tomba di Nefertari e la sepoltura dell’architetto reale Kha, perfettamente conservata, prima di essere direttore del Museo Egizio di Firenze e poi di quello di Torino. Curioso il labirinto di relazioni e punti di contatto fra le tante storie che si affrontano e ricco il patrimonio archeologico che ne risulta e di cui la mostra dà conto. L’osservazione di sepolture preistoriche e di manufatti dello stesso periodo, che rivelano l’alta tecnologia della cultura egizia già in questa fase, porta il visitatore a comprendere come l’egittologia italiana non abbia trascurato nemmeno la meno nota preistoria egiziana. Sulle tracce delle missioni archeologiche italiane, si possono ammirare elementi di corredo funerario che illustrano varie epoche, come reperti che giungono dal Medio Egitto e risalenti al 1900 a.C., e altri che provengono dalla Valle delle Regine e databili al 700 a.C. circa. I numerosi spunti offerti dai materiali esposti permettono inoltre di affrontare in modo esaustivo alcuni aspetti della vita quotidiana nell’antico Egitto, di approfondire temi affascinanti come la conservazione di materiali delicati quali le stoffe, e di analizzare le informazioni che i ricercatori contemporanei possono trarre dalle analisi diagnostiche più all’avanguardia. Sarcofago antropomorfo femminile dalla Valle delle Regine, Tebe Scavi Schiapparelli IL FASCINO DELL'EGITTO Il ruolo dell’Italia pre e post-unitaria nella riscoperta dell’antico Egitto Orvieto, Museo Claudio Faina e Palazzo Coelli, sino al 2 ottobre orario: 9.30 – 18.00 biglietti: 4,50 euro intero; 3, 00 euro ridotto Info e prenotazioni: tel. 0763-341511 e 0763-393835; www.museofaina.it; [email protected] 31 C'È C'È s ycu tol u A di I CH I L C A R T E L L O N E MOSTRE D’ARTE ED EVENTI MUSEALI YVAN SALOMONE. REAR VIEW MIRROR Acireale (CT), Galleria Credito Siciliano Fino al 3 luglio CHAGALL. IL MONDO SOTTOSOPRA Verona, Palazzo Forti Fino al 10 luglio VERONESI / KERN Palermo, Politeama Garibaldi, il 17 e 18 giugno Alberto Veronesi – direttore Olga Kern – pianoforte M. Ravel: Alborada del gracioso; Rapsodie espagnole; Bolero S. Rachmaninov: Variazioni su un tema di Paganini op.45 TAMARA DE LEMPICKA. LA REGINA DEL MODERNO Roma, Museo Vittoriano Fino al 10 luglio FERNANDA PIVANO. VIAGGI, COSE, PERSONE Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese – Refettorio delle Stelline Fino al 18 luglio PICASSO, MIRÓ, DALÌ. GIOVANI E ARRABBIATI: LA NASCITA DELLA MODERNITÀ Firenze, Palazzo Strozzi Fino al 17 luglio DREAMTIME. LO SPIRITO DELL’ARTE ABORIGENA Nuoro, MAN Fino al 28 agosto UECO CONCERTO 15 FINALE CON GRIEG E CAJKOVSKIJ Milano, Conservatorio – Sala Verdi, il 30 giugno United Europe Chamber Orchestra Massimo Palumbo – pianoforte Suela Mullaj – violino E. Grieg: Concerto in la min. per pianoforte orchestra op. 16 P.I. Cajkovskij: Concerto in re magg. per violino e orchestra op. 35 VANITAS. Lotto, Caravaggio, Guercino nella Collezione Doria Pamphilj Genova, Villa del Principe Fino al 25 settembre MUSICA CLASSICA MADAMA BUTTERFLY Bari, Teatro Petruzzelli, dal 1° al 5 luglio ARCADI VOLODOS Bergamo, Teatro Donizetti, il 6 giugno Brescia, Teatro Grande, il 7 giugno A. Volodos – pianoforte ORCHESTRA CHERUBINI - RICCARDO MUTI Ravenna, Pala De André, il 7 luglio ROMEO ET JULIETTE Milano, Teatro alla Scala, dal 6 al 23 giugno TURANDOT Palermo, Teatro di Verdura, dal 12 al 17 luglio CLAUDIO ABBADO E L'ORCHESTRA MOZART Brescia, Teatro Grande, il 9 giugnoC. Abbado – direttore L. Navarro – oboe - I. Faust – violino W. A. Mozart: Sinfonia n. 35 in Re maggiore K 385 Haffner; Concerto per oboe in Do maggiore K 314; Concerto per violino e orchestra n. 5 in La maggiore K 219 L. van Beethoven: Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op. 68 Pastorale GERSHWIN/COPLAND/SHAW/BERNSTEIN Milano, Auditorium, dal 9 al 12 giugno Xian Zhang – direttore - M. Fröst – clarinetto Musiche: G. Gershwin, A. Copland, A. Shaw, L. Bernstein AIDA COLOSSALE Milano, Stadio Meazza, l’11 giugno BRAHMS, EIN DEUTCHES REQUIEM Pavia, Aula Magna - Collegio Ghislieri, il 15 giugno Karin Selva – soprano Christain Senn – basso Alessandro Marangoni e Antonio Tarllo – pianoforte Giulio Prandi – direttore NABUCCO COLOSSALE Torino, Teatro Olimpico, il 22 giugno ORCHESTRA DI VALENCIA - ZUBIN MEHTA Ravenna, Pala De André, il 29 giugno ARTICOLO 9. I PAESAGGI D’ITALIA Marsala (TP), Convento del Carmine Fino al 31 agosto GRIGORY SOKOLOV Bergamo, Teatro Donizetti, il 10 giugno Brescia, Teatro Grande, il 12 giugno G. Sokolov – pianoforte PHILHARMONIA ORCHESTRA - E.P.SALONEN Ravenna, Pala De André, il 18 giugno DONATO RENZETTI Napoli, Teatro San Carlo, il 29 e 30 giugno D. Renzetti – direttore Orchestra e Coro Teatro di San Carlo C. Debussy: Notturnes L. Bernstein: Chichester Psalms E. Elgar: Enigma Variazioni GIO PONTI. IL FASCINO DELLA CERAMICA Milano, Palazzo Pirelli Fino al 31 luglio LA CENERENTOLA Bologna, Teatro Comunale, dal 10 al 21 giugno M. Mariotti – direttore Libretto: J.Ferretti Musica: G. Rossini Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna Regia: D. Abbado D I LA BOHÈME Roma, Teatro dell’Opera, dal 16 al 26 giugno James Conlon – direttore Libretto: L. Illica e G. Giacosa Musica: G.Puccini Regia: F. Zeffirelli GORAN BREGOVIC - Weddings and Funeral Orchestra Sgonico (TS), Tendone all'aperto, il 15 luglio PAGLIACCI Napoli, Teatro San Carlo, dal 17 al 22 luglio GIOVANNI ALLEVI Ascoli Piceno, Piazza del Popolo, il 22 luglio RIGOLETTO Macerata, Sferisterio, dal 23 luglio al 6 agosto LUDOVICO EINAUDI - NIGHTBOOK TOUR Sarzana (SP), Castello Firma Fede Fortezza, il 2 agosto FESTIVAL ESTIVI HJF - HEINEKEN JAMMIN' FESTIVAL 2011 Mestre (VE), Parco San Giuliano, dal 9 all’11 giugno Coldplay, Cesare Cremonini, Beady Eye il 9 giugno Negramaro, Fabri Fibra, Interpol il 10 giugno Vasco rossi, All time Low, Pretty Reckless l’11 giugno ROCK IN ROMA Roma, Ippodromo Capannelle, dal 18 giugno al 29 luglio 30 Seconds To Mars Il 18 Giugno Avenged Sevenfold Il 21 Giugno Korn + Special Guest Il 29 Giugno Subsonica Il 30 Giugno Black Label Society Il 3 Luglio Dream Theater Il 4 Luglio Afterhours Il 6 Luglio Fabri Fibra Il 9 Luglio THE CHEMICAL BROTHERS LIVE il 13 luglio FRANCO BATTIATO il 15 luglio CAPAREZZA il 16 luglio ALMAMEGRETTA il 17 luglio G I U G N O - L U G L I O Ben Harper il 19 luglio DANIELE SILVESTRI il 18 luglio ELIO E LE STORIE TESE il 21 luglio JAMIROQUAI il 22 luglio MOBY il 24 luglio GRU VILLAGE 2011 Grugliasco (TO), Shopville Le Gru, dal 19 giugno al 6 agosto Giusy Ferreri il 19 giugno Giacobazzi & Pizzocchi il 21 giugno Baz & Pino Campagna il 28 giugno Emma il 29 giugno Mario Biondi il 9 luglio Made in Sud il 12 luglio Marco Carta il 13 luglio Peter Hook il 15 luglio Regina - Queen Tribute Show il 16 luglio SONISPHERE 2011 FESTIVAL Imola (BO), Autodromo Enzo e Dino Ferrari, il 25 e 26 giugno IRON MAIDEN, Slipknot, Motörhead, Rob Zombie, Labyrinth e altre band il 25 giugno LINKIN PARK, Alter Bridge, The Cult, Guano Apes, The Damned Things e altre band il 26 giugno MELODIA DEL VINO - L'Armonia Dei Sensi Sedi varie in Toscana, dal 28 Giugno all’8 Luglio Yulianna Avdeeva Firenze, Teatro Verdi, Il 28 Giugno Nelson Goerner San Casciano in Val Di Pesa (Fi), Villa Le Corti, il 30 Giugno Sergej Krylov/ Marc Laforet Gavorrano (Gr), Rocca Di Frassine, il 2 Luglio Gautier Capucon / Jerome Ducros Capannori (Lu),Villa Marchi Fanin, il 4 Luglio Emmanuel Rossfelder Montalcino (Si), Castello Banfi, il 6 Luglio Giovanni Bellucci Roccastrada (Gr),Tenuta di Montemassi, l’8 Luglio LUCCA SUMMER FESTIVAL Lucca, Piazza Napoleone, dal 1° al 24 luglio Francesco Guccini il 1° luglio An Evening with Burt Bacharach and Mario Biondi il 5 luglio Zucchero l’8 luglio Arcade Fire il 9 luglio Elton John and His Band il 14 luglio Joe Cocker + BB King il 15 luglio Amy Winehouse il 16 luglio Ben Harper plus Robert Randolph & the Family Band il 18 luglio Liza Minnelli il 19 luglio James Blunt il 21 luglio Enrico Brignano il 23 luglio Jamiroquai il 24 luglio MILANO JAZZIN' FESTIVAL Milano, Arena Civica, dal 2 al 28 luglio Davide Van De Sfroos il 2 Luglio Arcade Fire + Special Guest il 5 Luglio An Evening With Burt Bacharach And Mario Biondi il 6 Luglio George Benson l’ 11 Luglio Cypress Hill - Public Enemy il 12 Luglio Cyndi Lauper il 13 Luglio Skunk Anansie il 19 Luglio Ben Harper Robert Plant il 20 Luglio Caro Emerald il 25 Luglio Subsonica il 26 Luglio FERRARA SOTTO LE STELLE Ferrara, Piazza del Castello, dal 5 al 21 luglio www.ferrarasottolestelle.it MUSICA POP, ROCK & JAZZ ZUCCHERO - CHOCABECK TOUR 2011 Verona, Arena, dal 2 al 7 giugno Codroipo (UD), Villa Manin, il 7 luglio Lucca, Piazza Napoleone, l’8 luglio Taormina (ME), Teatro Antico, il 19 luglio Palermo, Velodromo, il 21 luglio Roma, Stadio Olimpico, il 23 luglio Cagliari, Anfiteatro, il 25 luglio Cosenza, Stadio San Vito, il 28 luglio Lecce, Stadio del Mare, il 2 agosto Pescara, Stadio Adriatico, il 4 agosto VASCO ROSSI Ancona, Stadio del Conero, il 5 giugno Mestre (VE), Heineken Jammin' Festival, l’11 giugno Milano, Stadio Meazza, il 16, 17, 21, 22 giugno Messina, Stadio San Filippo, il 26 giugno Roma, Stadio Olimpico, il 1° e 2 luglio BOB DYLAN Milano, Alcatraz, il 22 giugno RAPHAEL GUALAZZI Udine, Piazzale del Castello, il 27 giugno Sarzana (SP), Castello Firma Fede Fortezza, il 4 luglio ANDREA BOCELLI Siracusa, Teatro Greco, il 1° luglio KORN Collegno (TO), Parco Generale Dalla Chiesa, il 1° luglio RINGO STARR & HIS ALL STARR BAND Milano, Arena Civica, il 3 luglio ROGER WATERS Assago (MI), Mediolanum Forum, il 3 e 4 luglio SKUNK ANANSIE Udine, Castello, il 6 luglio Pistoia, Piazza Duomo, l’8 luglio Napoli, Acciaieria Sonora, il 9 luglio Ferrara, Piazza Castello, il 10 luglio Milano, Arena Civica, il 19 luglio Roma, Ippodromo delle Capannelle, il 20 luglio SUBSONICA Bergamo, Arena Estiva Fiera di Bergamo, il 7 luglio CARLOS SANTANA Perugia, Umbria Jazz Festival, il 12 luglio Bari, Arena, il 21 luglio Taormina (ME), Teatro Antico, il 22 luglio CYNDI LAUPER Milano, Arena Civica, il 13 luglio LORENZO JOVANOTTI - ORA IN TOUR 2011 Sarzana (SP), Stadio Miro Luperi, il 14 luglio FRANCO BATTIATO Roma, Ippodromo delle Capannelle, il 15 luglio Modena, Piazza Roma il 27 luglio LIGABUE CAMPOVOLO 2.0 Reggio Emilia, Campovolo, il 16 luglio BON JOVI Udine, Stadio Friuli, il 17 luglio PAUL SIMON Milano, Arena Civica, il 17 luglio KEITH JARRETT TRIO Napoli, Teatro San Carlo, il 18 luglio DEEP PURPLE - Live with Orchestra Verona, Arena, il 18 luglio UMBRIA JAZZ 2011 Perugia, Arena Santa Giuliana, dall’8 al 17 luglio www.umbriajazz.com MOBY Roma, Ippodromo delle Capannelle, il 24 luglio BOLGHERI MELODY FESTIVAL San Guido di Bolgheri (LI), dal 9 al 30 luglio www.bolgherimelody.com BRYAN FERRY Castagneto Carducci (LI), Arena Mario Incisa della Rocchetta, il 28 luglio PORRETTA SOUL FESTIVAL Tribute to Otis Redding - XXIV edizione Porretta Terme (BO), Rufus Thomas Park, dal 21 al 24 luglio www.porrettasoul.it STING - Symphonicity Tour Venezia, Piazza San Marco, il 29 luglio GIANNA NANNINI - IO E TE TOUR 2011 Castagneto Carducci (LI), Arena Mario Incisa della Rocchetta, il 30 luglio La Redazione declina ogni responsabilità per cambiamenti di programmi, date e luoghi degli eventi segnalati. 32 MY GENERATION edizione web del bimestrale d'informazione a cura del Coordinamento FABI Giovani - numero 01|2011 in attesa di registrazione Il bimestrale young di [email protected] a cura del Coordinamento FABI Giovani ONLINE SU WWW.FABI.IT/PUBBLICAZIONI/MY-GENERATION FORZA E CREATIVITÀ Attualità Equilibri Precari Un passo avanti per i giovani Sei incinta? E io ti licenzio! FEDERAZIONE AUTONOMA B A N C A R I I TA L I A N I 9LNPZ[YH[PZ\ O[[W!^^^MHIPP[ YLNPZ[YHaPVULPZJYP[[PO[TS L[YV]LYHPSLYPZWVZ[L H[\[[LSL[\LKVTHUKL ^^^MHIPP[