LA VALIGIA DELLE FIABE 1 La valigia delle fiabe FONDAZIONE TEATRO RAGAZZI E GIOVANI Onlus testo e regia di Graziano Melano e Vanni Zinola con Vanni Zinola collaborazione alla messa in scena Tiziana Ferro grafica Enrica Costantino e Corinna Gosmaro Allestimento ideato alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani Ogniqualvolta si utilizzino e si riproducano le schede, è sempre necessario citare la fonte: “a cura del Progetto Teatro Ragazzi e Giovani Piemonte” LA VALIGIA DELLE FIABE 2 SCHEDA DIDATTICA LA TRAMA SOMMARIO LA TRAMA 2 LE TEMATICHE PRINCIPALI 2 LE TECNICHE E I LINGUAGGI UTILIZZATI LE SCENOGRAFIE 3 3 LE FONTI 4 LA CREAZIONE DELLO SPETTACOLO 4 I PROTAGONISTI 4 GLI APPROFONDIMENTI POSSIBILI 5 UN TEATRO IN OGNI CLASSE 6 INFO E SPORTELLO 6 Le valigie che un magico narratore porta con sé nei suoi viaggi, racchiudono le fiabe. Con tutto il suo bagaglio l’uomo percorre il mondo intero e quando apre una delle sue valigie appaiono oggetti, suoni, immagini sorprendenti. Aladino, I tre porcellini, Hansel&Gretel, Cenerentola, Biancaneve, la Bella Addormentata, Cappuccetto Rosso, schiudono per un attimo il coperchio e lasciano intravedere un mondo incantato a chi abbia voglia di indossare lenti speciali. LE TEMATICHE PRINCIPALI Il viaggio appare come un’occasione per far comunicare tra di loro compartimenti che non sono poi così stagni: apparentemente Gretel e la Bella non interagiscono e paiono appartenere ciascuna alla propria storia, ma è tangibile l’aria che accomuna tutte le storie, l’aria di un mondo magico che salva dalla brutalità dell’indifferenza e dalla frammentazione della realtà. Dunque la magia apparirebbe come un atteggiamento di colui che vuole assaporare la vita e giocare con la realtà delle cose, senza per questo essere meno vicino alla verità (infatti il narratore-viaggiatore è più che mai presente e comunicativo). Portare con sé altri pezzi di mondo e fare dono di parti di sé è il gioco di chi apre e chiude valigie per svuotarle o riempirle e per trasportarle lontano, più lontano possibile, che è in fondo molto vicino. Il narratore porta con sé tutta la propria memoria, che si è riempita di tutte le fiabe che ha ascoltato e raccontato. E’ come se tutte le fiabe, pur raccontando cose diverse, raccontassero una sola storia, molto profonda e vicina all’esperienza umana: la vita, appunto. Assistiamo dunque a un gioco di scoperte, sorprese e contaminazioni continue tra una fiaba e un’altra, che è come dire tra un’esperienza di vita e un’altra. Ci piace definire questa mescolanza di fiabe un “elogio del disordine”, in altri termini il tributo al principio pedagogico definito “Rottura del contratto didattico”. Esso consiste nell’invitare la capacità di adattamento del bambino a dare risposta a degli stimoli inaspettati, una sorta di spiazzamento continuo avente funzione creativa, poiché scompiglia le nozioni apprese per tali, per farle rivedere sotto una nuova luce. LA VALIGIA DELLE FIABE 3 LE TECNICHE E I LINGUAGGI UTILIZZATI “Storie, storie storie per far festa mille storie nella testa storie brutte storie belle storie secche come frittelle storie belle storie brutte storie molli come Il suono magico delle parole sembra uscire dalla valigia come da una scatola di carillon, che, una volta aperta, schiude tutto un mondo di incanti e poesia. La simpatia del narratore, che illumina le sue storie con occhi vispi e lucidi, riempie uno spazio fatto di niente, che si apre come un libro a sorpresa. E così, dal ciglio di una strada dove vecchie valigie sgangherate passerebbero inosservate, incredibilmente nascono scenografie in miniatura, che appagano l’occhio al punto di farci immergere in esse con una totalità quasi fisica. Il linguaggio di scena deriva dunque dalla volontà di abbinare parola e oggetto cercando le azioni che sostituiscono le parole e le parole che sostituiscono le azioni. Il gioco delle contaminazioni si fa interessante proprio ai margini tra una fiaba e l’altra. Quando il narratore deve passare da una storia all’altra è un’assonanza verbale che opera il trasferimento, quando l’animatore di oggetti deve “girare pagina” e passare a un’altra fiaba è un oggetto che opera il trasferimento.La parola entra solo laddove è indispensabile. E’ molto più interessante lasciar supporre, indovinare, interpretare piuttosto che fare una narrazione descrittiva e didascalica. “E’ come una stimolante partita a ping pong con l’intelligenza di chi ascolta”. pastasciutte storie così, tanto per dire fatte apposta per dormire storie grandi come il mare per poterci salutare” LE SCENOGRAFIE In scena troviamo un uomo, addormentato, accanto a lui delle valigie. Poi l’uomo si sveglia, si guarda intorno, le tocca, le sposta, e finalmente… le apre. E con loro si apre una diversa visione del mondo. L’uomo non è più quello di prima, poiché in lui riverbera la luce del mondo delle fiabe. Ogni valigia è come lo scrigno di un tesoro; la valigia-scrigno è un oggetto labile, che ora c’è e poi non c’è più, come il teatro. Una storia ora è così poi non è più, poiché ha cambiato casa, ha incontrato altri personaggi, ha subito delle contaminazioni. Ciascuna valigia racchiude in sé un piccolo mondo scelto con cura nella forma e nell’uso dei materiali: da una escono oggetti naturali per un’ambientazione rustica, da un’altra colori contrastanti e vivaci, che ricordano la pop art, da un’altra ancora bamboline e pizzi per un ambiente rococò, etc. Le valigie aperte rimangono in scena fino alla fine e quando viene il momento del congedo, per lo spettatore si prepara un commiato visivo con la sensazione del colore e della materia di quest’immagine conclusiva, che fa pensare a un’installazione di arte contemporanea. LE FONTI E LA CREAZIONE DELLO SPETTACOLO Le ragioni che hanno portato alla creazione di questo spettacolo sono principalmente tre: LA VALIGIA DELLE FIABE 4 La volontà di cogliere, attraverso il principio della contaminazione, ovvero del travaso di informazioni da una storia all’altra, una sana provocazione per il bambino di oggi: la rottura degli schemi (e non delle regole) e la conseguente liberazione creativa. La storia personale dell’attore protagonista, che da anni segue con passione il filone dello spettacolo di narrazione e ama lavorare sul racconto e sulla fiaba. L’idea di mettere in pratica un lavoro svolto da Graziano Melano all’Università degli studi di Torino, che partiva dal testo di GIANNI RODARI, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, Torino, Einaudi, 2001. I PROTAGONISTI La Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, già Teatro dell’Angolo, è uno dei più importanti tra i diciotto Teatri Stabili d’Innovazione per ragazzi e giovani riconosciuti dal Ministero per i Beni e le Attività culturali - Dipartimento dello Spettacolo. Nato alla fine degli anni Sessanta dall'incontro di attori-improvvisatori con una realtà sociale in continua trasformazione, la Fondazione TRG, in trent’ anni di attività, ha avuto modo di far apprezzare i propri spettacoli, tra i quali “Terra Promessa”, “Robinson & Crusoe” e “Pigiami”, non solo in Italia e in vari paesi europei, ma anche in Australia, Canada, Israele, Messico, Russia, U.S.A., ricevendo numerosi premi e riconoscimenti e diventando una delle compagnie più apprezzate dal pubblico e dalla critica per la ricerca teatrale svolta. Ogni anno effettua oltre duecentocinquanta rappresentazioni di cui almeno cinquanta all'estero e organizza circa quattrocentocinquanta rappresentazioni di compagnie ospiti. A Torino, dove gestisce la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, (prima Teatro Araldo), e in Piemonte, in collaborazione con numerose amministrazioni locali, organizza stagioni teatrali all'interno di progetti di ricerca su tematiche di attualità, rassegne, laboratori, corsi di aggiornamento per ragazzi, giovani, insegnanti e famiglie. Vanni Zinola è impegnato da decenni in una poetica di teatro rivolto alle nuove generazioni e, al contempo, aperto alla sensibilità del pubblico adulto; partecipa alla nascita del Teatro Mobile a Roma nel 1971; collabora poi con la Compagnia dei Burattini di Torino di Giovanni Moretti e a spettacoli teatrali e televisivi su testi di Gian Renzo Morteo. Da allora si dedica continuativamente alla drammaturgia per l’infanzia e la gioventù partecipando a progetti e spettacoli con il Teatro Stabile di Torino e proposte di didattica musicale con il Teatro Regio. E’ tra i fondatori del Teatro dell’Angolo, ora Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, con cui opera fin dagli esordi come autore ed attore di spettacoli rappresentati nei più importanti circuiti italiani ed europei. LA VALIGIA DELLE FIABE 5 Una attenzione costante ha dedicato alla lettura ad alta voce con la partecipazione a programmi radiofonici e iniziative editoriali destinati alla diffusione del “saper ascoltare”. Predilige gli spettacoli di narrazione, in cui poter lavorare sul racconto e attingere al vastissimo repertorio delle fiabe. GLI APPROFONDIMENTI POSSIBILI Per approfondire il discorso sulle fiabe, vi consigliamo la consultazione dei seguenti testi: BETTELHEIM, Il mondo incantato V.J.PROPP, Morfologia della fiaba,1928 CH. PERRAULT, Storie e racconti del tempo passato. I racconti di mamma l’Oca, 1697 F.LLI GRIMM, Fiabe per bambini e per famiglie A.N. AFANASEV, Raccolta di fiabe russe P.CH.ASBJORNSEN – J.MOE, Raccolta di fiabe norvegesi G. PITRE’, Raccolta di fiabe siciliane A.JOLLES, Forme semplici, 1930 Gianni Rodari introduce così la sua Grammatica della fantasia : “Quello che io sto facendo è di ricercare le "costanti" dei meccanismi fantastici, le leggi non ancora approfondite dell'invenzione, per renderne l'uso accessibile a tutti. Insisto nel dire che il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi, con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia, alla portata di tutti.” Rodari non era geloso dei suoi trucchi del mestiere. Nel suo libro mette in tavola le carte del suo gioco. Dandoci la possibilità di scoprire la genesi di molte sue creazioni fantastiche. Lo scopo della Grammatica è di servire da stimolo per genitori ed insegnati che dovrebbero, a loro volta, fabbricaRe insieme ad i bambini le proprie storie. “ Io spero che il libretto possa essere utile a chi crede nella necessità che l'immaginazione abbia il suo posto nell'educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola.” Se l’obiettivo immediato è fornire ai bambini degli stimoli per mettere in moto la loro fantasia, l'obiettivo più a lungo termine è di far loro acquisire un modo libero di operare. Lasciatevi guidare dalle parole di Calvino dell’ Introduzione a Fiabe italiane, Mondadori 1993, pp. XIV-XV: “… le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto LA VALIGIA DELLE FIABE INFO 6 per la parte di vita che appunto è farsi il destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta con sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano. E in questo sommario disegno, tutto (……) e soprattutto la sostanza unitaria del tutto, uomini bestie piante, cose, l'infinita possibilità di metafmorfosi di ciò che esiste". WEB SITE: www.fondazionetrg.it MAIL: [email protected] [email protected] Per apprezzare maggiormente il discorso sulla qualità dell’immagine, che abbiamo fatto intendere quanto sia importante in un processo di comunicazione visiva anche teatrale, vi invitiamo a portare i vostri bambini in visita alla GAM di Torino e al Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli. Può essere interessante approfondire il concetto di “rottura del contratto didattico”. Si tratta di una teoria messa a punto da Verscaffel et al., (“Computer-based learning environments and problem solving”), che rileva come i ragazzi, fin dalla scuola elementare, sono solitamente posti di fronte ad una serie molto lunga di “problemi scolastici”, che risolvono in modo stereotipato e meccanico, senza riflettere né fare riferimenti al mondo reale. Si potrà quindi aiutarli ad eliminare le consuetudini ponendo loro problemi che in un primo momento possono imbarazzarli perché non pongono la domanda alla quale sembrano alludere. UN TEATRO IN OGNI CLASSE Un teatro che non finisce: spinti dai recenti incanti, sperimentate la gioia del momento creativo e l’emozione di essere protagonisti del teatro. Vi proponiamo… Vedendo lo spettacolo i bambini hanno appreso che le fiabe non sono intoccabili, non sono dogmi immutabili. Si può giocare con esse, smontarle, ribaltarle, ricrearle. Adesso provate a smontarle e rimontarle voi. Disegnate i personaggi di alcune fiabe che conoscete bene ispirandovi alle illustrazioni di Emanuele Luzzati. Ritagliate le sagome, incollatele su un cartoncino rigido e con un po’ di scotch incollate alla base della sagomina una stecca di legno. Ora mettete una musica un po’ “magica” e fate entrare nello spazio scenico tutti i bambini con le sagomine in mano. Quando la musica si interrompe i bambini si immobilizzano. Toccate sulla spalla il primo bambino, che inizierà a raccontare la storia partendo dal suo personaggio. Nel fare ciò il bambino si dirige verso un altro bambino includendo il nuovo personaggio nella storia (es.“C’era una volta Biancaneve….. un giorno decise di andare a trovare il lupo cattivo……..il quale si imbatté in una carrozza sulla quale era seduta una splendida fanciulla…..). Si avrà così un continuo passaggio di testimone e una breve interazione fra i due personaggi che si incontrano. Divertitevi a mescolare questa “insalata di fiabe” facendo cambiare posizione ai bambini. Buona creazione!