Etiopia chiama Notiziario n. 32 dicembre 2015 Tariffa Associazioni senza Fini di Lucro: Poste Italiane s.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, C.S.N. -Novara- n° 2/2015 Taxe Perçue - Tariffa riscossa CPO Domodossola - Contiene Inserto Redazionale 1 Etiopia chiama - n.32/2015 L E T T E R A DEL PRESIDENTE C arissimi benefattori e volontari, questo 2015 sta per finire, un bilancio provvisorio, ad oggi, purtroppo non è confortante. Vivendo in Per ridare speranza Etiopia, attorno a me vedo ancora tanta povertà; vedo tanti, tantissimi bambini che aspettano il vostro grande aiuto attraverso l’adozione a distanza. Sono decine e decine di migliaia coloro che stanno soffrendo la fame: piccoli e grandi. Accorato appello del Quest’anno per la mancanza di piogge il 40% della presidente popolazione è stato colpito dalla siccità. La situazione è Roberto Rabattoni molto peggiorata. Credetemi, di tutti i progetti che stiamo “fate ancora altre realizzando il più importante è sempre l’Adozione a Adozioni a distanza” distanza. Da tanti anni abbiamo capito che questa forma di aiuto è importantissima, per questo ci siamo uniti alla Provincia dei frati cappuccini, alla Diocesi di Indibir, alla Provincia delle suore francescane, alla Provincia delle suore di Sant’Anna, alle suore orsoline, alle suore della Divina Provvidenza, ad Elshadai che è un’associazione laica come noi, alle suore equadoregne. Siamo uniti in otto congregazioni per poter arrivare in tempo a salvare più bambini possibili. Quest’anno è l’anno più difficile. Mi viene da dire: “perché Signore così tanta povertà? Perché loro e non noi? Perché sono nati dalla parte sbagliata del mondo e noi dalla parte giusta?”. La risposta la so, ce l’ha data Gesù dicendoci: “I poveri saranno sempre con voi …” insomma, ci sta dando una grande opportunità: quella di aiutarli! Quando, come me, vivi sempre in mezzo alla sofferenza è facile capire il disegno di Dio, ma è drammatico vederre bambini morenti come li vedo io. Aiutiamoli! Aiutateci ad aiutarli, a ridare loro la vita, la speranza. Bastano soltanto 50 centesimi di 2 Etiopia chiama - n.32/2015 L’immagine a sinistra, dal punto di vista qualitativo è certamente una brutta fotografia, ma abbiamo voluto proporvela ugualmente perchè esprime perfettamente ciò che il nostro Presidente ha trovato. Siamo nel Distretto di Numu Cumba, nei pressi del villaggio di Nekemte, dove già abbiamo oltre 2.500 bambini in adozione a distanza. In questo luogo, Roberto Rabattoni e il nostro staff si sono recati per raccogliere i nominativi di bambini bisognosi di aiuto, in accordo con le autorità locali. Il salone era affollato da un incredibile numero di persone che fin dall’alba ha atteso in rispettoso silenzio. Altre erano all’esterno e altre ancora sarebbero arrivate nel corso della giornata. euro al giorno, soltanto 50 Le foto di queste pagine e delle centesimi, per alleviare questa due successive sono state scattate presso il villaggio di Nekemte lo sofferenza; tutti lo possiamo scorso ottobre. Ritraggono momenti fare senza rinunce. Prendeteli della registrazione dei bambini per 50 centesimi, guardateli, di l’avvio di nuove adozioni a distanza. cosa vi private se li mettete in un salvadanaio ogni giorno? A niente, ma per loro rappresentano la vita. Credetemi, possono ridare la vita. Vi invito a riflettere su quanta sofferenza possiamo alleviare se apriamo la porta del cuore al Signore. Cari benefattori e cari volontari dobbiamo fare di più. Tante mamme e tantissimi bambini qui hanno perso la speranza e quando non hai più niente in cui sperare, muori, ti senti abbandonato da tutti: è finita. Come direbbe Papa Francesco, apriamo la Porta Santa del nostro cuore, apriamola e così possiamo salvare tanti bambini innocenti che sono nati dalla parte sbagliata di questa ingiusta terra. Vi mando le fotografie che ho scattato nel Distretto di Numu Cumba, vicino al villaggio di Nekemte. Un luogo sperduto, gente poverissima, gente tristissima, bambini tristissimi! Non ho mai visto poveri così rassegnati, tanto da non essere nemmeno disperati. Erano senza speranza, ma la notizia della nostra venuta ha riacceso un lumicino nella loro pesante vita. Ora abbiamo i nominativi di 600 bambini che hanno bisogno di qualcuno che dia loro da mangiare, che garantisca quei 15 euro che faranno la differenza, che li aiuteranno a rialzarsi, che ridoneranno loro il sorriso e la speranza. Mettetevi una mano sulla coscienza, davvero non riuscireste ad adottare anche uno di questi bambini? Vi chiedono solo 50 centesimi al giorno. Fatelo, non abbiate paura, il Signore vi aiuterà e sarete molto più felici anche voi. 3 Etiopia chiama - n.32/2015 L E T T E R A DEL PRESIDENTE Immagini che testimoniano un dramma interiore Vi racconto il caso di un bambino orfano e in attesa di essere adottato giuridicamente, abbinato ad una famiglia di Varese. Viveva nel nostro Villaggio Madonna della Vita di Addis Abeba, aveva circa 8 mesi e lo vedevo sofferente, non aumentava di peso e non sorrideva mai, era sempre triste. I medici e le infermiere dicevano che stava bene, ma io ero preoccupato, così telefonai ai futuri genitori chiedendo se potevano venire in Etiopia. Sono partiti subito. Arrivati, la mamma è rimasta circa un mese a letto con il suo bambino. Giorno dopo 4 Etiopia chiama - n.32/2015 giorno lo vedevo rifiorire. Ora è in Italia con i suoi genitori, l’ho visto alla festa di Montichiari ed era irriconoscibile: un bambino bellissimo. Il miracolo l’ha fatto la sua mamma adottiva dandogli amore, affetto e speranza. Adottare un bambino a distanza equivale a fargli sentire che c’è qualcuno accanto disposto a garantirgli il futuro. Non negate la speranza di potersi rialzare a queste migliaia di bambini, continuate ad aiutarli, aiutatene altri ancora. Vi voglio dire un’altra cosa. Sapete benissimo quanti profughi all’anno arrivano a Lampedusa e in tutta Europa perché lì intravedono la speranza di potercela fare, di poter ritrovare una vita serena. Sono tantissimi. Scappano dalle guerre, ma tanti scappano dalla fame e dalla miseria per trovare un futuro migliore. È la speranza che li muove e che li porta a rischiare la vita. Penso che abbiano ragione, ma non sanno cosa trovano, la maggioranza non viene accettata, quando sbarcano pensano di essere sulla “terra promessa”, ma in realtà per loro continua l’odissea e cominciano a capire che non sono accettati; dopo un viaggio di grandi sofferenze incominciano a perdere la speranza. La prima sofferenza è abbandonare la loro terra, papà, mamma, fratelli, sorelle, figli per trovare una terra migliore, trovare un lavoro. Per aiutare i propri cari mandando qualche risparmio a casa. Tanti, migliaia di uomini, donne e bambini, muoiono in mare, ma quello che non fanno vedere le televisioni è quanti di loro muoiono ancor prima di vederlo; muoiono nei deserti più che in mare, muoiono di stenti, di fame e di sete. Vi dico questo perché ne ho visti migliaia e migliaia, ho visto tanti scheletri mangiati dagli animali. Avrete visto che tra i clandestini che arrivano sulle nostre coste ci sono pochissimi etiopi e quei pochi arrivano da altri paesi, dove abitavano. Il Governo etiope fa controlli rigorosi lungo tutti i confini così che non possano uscire perché sanno che morirebbero nel deserto o in mare e chi arriva in Europa non sarà accettato. Questo Governo è molto attento ai suoi figli, meglio che restino e che vengano aiutati sul posto. Ho spiegato questo perché l’adozione a distanza è il progetto più importante: con una piccola rinuncia di 50 centesimi possiamo aiutare tanti, tanti, tanti. Mi rivolgo a voi tutti, benefattori, volontari, sacerdoti e a tutte le persone di buona volontà. In verità vi dico che tutte le vostre offerte arrivano ai destinatari, dal donatore al beneficiario direttamente su un libretto bancario a zero costi di gestione. Aiutateci, aiutateci, ve lo chiedo nel nome del Signore. Con il vostro impegno potremo ridare speranza a tanti ancora. Credetemi, prego perché possiate accogliere questo mio appello. Fate conoscere questo progetto, sostenere un bambino a distanza, permettendogli di vivere nel suo paese, con la sua famiglia, aiuta tutti e ridà speranza, ridà il sorriso. Stiamo realizzando a Gimbi il “Centro di accoglienza San Pio da Pietrelcina” (vedi articolo a pag. 8), un centro per accogliere più disabili possibili, ciechi, paralizzati, come è già stato realizzato ad Areka con il “Centro San Giovanni Paolo II” dove questi bambini vivono una vita dignitosa. Abbiamo tante richieste ancora, con il vostro aiuto possiamo accoglierne di più. Questi bambini sono i nostri angeli sulla terra. Sempre a 15 km da Gimbi stiamo realizzando le strutture per sviluppare un grosso allevamento di mucche, pecore, capre (vedi articolo a pag. 12). Vogliamo distribuire capi di bestiame alle famiglie povere per non lasciare che i loro bambini muoiano di fame. Anche questo è un progetto importante che aiuterà migliaia e migliaia di famiglie poverissime. I vitelli che nasceranno nel nostro allevamento li distribuiremo a famiglie povere, a loro volta ogni famiglia che riceve l’animale si impegna, quando nascerà un vitello, a darlo a un’altra famiglia e così via. In poco tempo gli effetti si moltiplicheranno a macchia d’olio coinvolgendo migliaia di famiglie. Se ci impegniamo tutti, potremo dire che accadrà come per il miracolo di Gesù dei cinque pani e due pesci: tutti hanno mangiato ed è avanzato molto altro. Insieme possiamo realizzarlo! Carissimi benefattori, vi prego, aumentiamo il numero di adozioni a distanza per ridare la speranza a chi l’ha persa: passate parola a parenti, amici, conoscenti. Vi ringrazio con immensa gratitudine a nome di questi bambini che ritroveranno la speranza e la vita, a nome mio e a nome del Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus. Vi auguro un Santo Natale e ogni bene per il 2016. Il Signore vi ricompenserà di beni spirituali e materiali. Roberto Rabattoni 5 Etiopia chiama - n.32/2015 A D O Z I O N E A DISTANZA INFANZIA Riduci la distanza!! ATTENZIONE!!! Il conto corrente bancario destinato alle adozioni a distanza e alle offerte è CAMBIATO Adozione a distanza Prendete nota delle nuove coordinate bancarie del Centro Aiuti per l’Etiopia onlus: BANCA PROSSIMA Agenzia di Milano IBAN IT41 T033 5901 6001 0000 0121 076 BIC/SWIFT BCITITMX In ogni caso tutti i versamenti, anche se erroneamente indirizzati al conto Intesa Sanpaolo IBAN IT48 E030 6945 5100 0000 1664 172, confluiranno automaticamente sul conto di Banca Prossima. L a distanza di sicurezza fra la vita e la morte di un bambino etiope sono solo 50 centesimi al giorno: esattamente quanto Fai conoscere il nostro progetto Adozione a distanza ai tuoi amici e riduci la distanza fra i bimbi etiopi e la certezza di poter crescere! 6 Etiopia chiama - n.32/2015 è Ricordati di scrivere nella causale di versamento: se l’offerta è destinata all’adozione a distanza “Erogazione liberale + codice” del bambino se l’offerta è destinata ad un progetto in particolare “Erogazione liberale + nome progetto” Abbiamo a Etiopia chiam pensato ZA ONE a DISTAN 32 IR speciale ADOZI allegato al n. dicembre 2015 di realizzare e allegare a questo numero un inserto “speciale Adozione a distanza” per trasmetterti la complessità del progetto e l’importanza del sostegno per il futuro dei bambini e dei ragazzi che ne beneficiano. LE A D O Z IDOI NE a ZA STAN è Per qualsiasi informazione: Tel 0323/497320 - cell 392 9544913 Sportello telefonico attivo lunedì/mercoledì/venerdì 9:00/12:30 martedì/giovedì 14:00/17:30 Fax 0323/583062 e-mail: [email protected] SP EC IA dai al tuo bambino adottato a distanza e quanto tanti altri tuoi amici potrebbero dare se tu farai loro conoscere il nostro progetto. Tu che ogni mese risparmi 15 euro sai che il tuo piccolo sacrificio è ripagato dalla consapevolezza che l’adozione Per noi meno di a distanza è la forma di 50 centesimi solidarietà più efficace per ridurre la mortalità infantile al giorno, e permettere a un bambino per loro la vita di continuare a vivere con la propria famiglia. Tu che ogni mese risparmi 15 euro sei felice per avere dato cibo nutriente, acqua potabile, istruzione e cure mediche al “tuo” bambino etiope. Rendi felice anche un tuo amico: raccontagli di noi, che moltiplichiamo la felicità portando il vostro contributo in Etiopia, dove migliaia di bambini nelle città degradate o negli sperduti villaggi sugli altipiani senza il vostro aiuto rischiano la vita. è Rimangono invariati i dati per le altre modalità di versamento: - c/c Postale N° 11730280 IBAN: IT95 U076 0110 1000 0001 1730 280 BIC/SWIFT BPPIITRRXXX intestato a Centro Aiuti per l’Etiopia onlus - Carta di credito sul sito www.centroaiutietiopia.it dalla pagina “Dona ora” anza per rida re sper 1 ADOZIONE - inserto Speciale - n.32/2015 Etiopia chiama a DISTANZA 7 Etiopia chiama - n.32/2015 COOPERAZIONE INTERNAZIONALE INFANZIA ATTIVITÀ PRODUTTIVE 1 Un grande progetto per minori disabili o sieropositivi abbandonati a Gimbi Il Centro di accoglienza San Pio da Pietrelcina I l progetto prevedere la realizzazione di un Centro di accoglienza per bambini disabili o sieropositivi abbandonati, un laboratorio di arti e mestieri e la coltivazione dei terreni non edificati. Gli obiettivi Il centro che sorgerà a Gimbi sarà intitolato a “San Pio da Pietrelcina” e assicurerà assistenza, istruzione, formazione e cure riabilitative a minori vulnerabili. Consentirà inoltre di porre le basi per lo sviluppo agricolo locale e offrirà ai giovani un’opportunità di formazione professionale. Ospitalità Il centro di accoglienza includerà gli alloggi per un centinaio di bambini, un’aula scolastica, sala pc, un ambulatorio per le visite mediche e l’attività di fisioterapia, un ufficio, una cucina, un refettorio, le camere per il personale e i locali di servizio all’intera struttura. Formazione professionale Il progetto prevede la realizzazione di laboratori arti e mestieri per la formazione professionale: questi permetteranno di ampliare le conoscenze dei ragazzi, nel 8 Etiopia chiama - n.32/2015 3 4 8 7 6 5 10 9 Avrà le stesse finalità umanitarie del centro di Areka inaugurato nel 2011 11 rispetto dei saperi e usanze locali. I laboratori consentiranno la formazione di fabbri, falegnami e meccanici. I ragazzi, anche se disabili, potranno assicurarsi un futuro lavorativo e una vita autonoma e dignitosa. Sviluppo agricolo Il terzo punto qualificante del Centro di San Pio sarà la coltivazione del terreno circostante agli edifici, di per sé molto fertile. Sarà possibile coltivare frutta, verdura, mais e caffè. Un agronomo fornirà consulenza per sviluppare e affinare le tecniche di coltivazione. Il raccolto potrà essere utilizzato per il fabbisogno del centro e l’eccedenza sarà destinata alla popolazione locale. I braccianti potranno apprendere nuove tecniche favorendo così il loro impiego anche all’interno dei villaggi di provenienza. 2 13 12 1 - Tratto di recinzione e scalinata 2 - La casa dei maschi e quella delle femmine 3 - Un locale interno della casa dei maschi 4 - Sala pranzo e giochi bambini 5 - Il noviziato 6 - I tukul per gli ospiti 7 - Lavanderia, dispensa, cucina, sala da pranzo e salotto ospiti P roseguono i lavori per la costruzione del Centro di accoglienza San Pio da Pietrelcina a Gimbi, una casa accogliente dove bambini disabili o sieropositivi abbandonati potranno crescere, studiare, giocare e beneficiare di cure medico-riabilitative. Attualmente i lavori sono stati completati all’80%: la dimostrazione è nelle foto che pubblichiamo. Il reportage fotografico è stato realizzato da Roberto Rabattoni lo scorso ottobre. Negli ultimi mesi si sono verificate 8 - La casetta degli autisti e servizi igienici 9 - L’accesso alla terrazza 10 - La terrazza per gli ospiti 11 - 12 - 13 - Parte degli arredi difficoltà nel reperimento dei materiali per le finiture: parte di essi devono infatti essere acquistati ad Addis Abeba, a oltre 400 km da Gimbi. É probabile quindi che l’inaugurazione del Centro e la sua completa operatività slitti di qualche mese. 9 Etiopia chiama - n.32/2015 C O O P E R A Z I O N E INTERNAZIONALE Planimetria del Centro ATTIVITÀ PRODUTTIVE Contribuisci al progetto con importi di qualsiasi entità: nella causale del versamento scrivi: “Centro di accoglienza di Gimbi” i bambini che verranno accolti a strutture ultimate te ne saranno infinitamente grati. L'Etiopia è suddivisa amministrativamente in 9 regioni dette anche stati regionali, a cui si aggiungono due città autonome, Addis Abeba e Dire Daua. L’Etiopia è uno stato federale e le regioni godono di larga autonomia: ogni stato regionale ha un proprio parlamento e un proprio governo locale. Legend - Legenda Confine di Zona Confine di Regione Confine Internazionale - Lago Gimbi 10 Etiopia chiama - n.32/2015 Gimbi si trova 440 km a ovest di Addis Abeba nella Regione dell’Oromia, zona amministrativa West Wellega (vedi cartina in basso). É una località di circa 39.000 abitanti situata a 1.845 metri sul livello del mare, particolarmente povera e non ancora raggiunta da interventi di sviluppo o di aiuto umanitario. L’agricoltura è il settore predominante e occupa buona parte della popolazione. A Gimbi, come nel resto dell’Oromia, la coltura più importante per superficie coltivata e reddito prodotto, è quella del caffè. Sugli altopiani occidentali si alternano foreste rigogliose a piantagioni di caffè e, man mano che ci si avvicina alle basse pianure, fanno la loro comparsa campi di teff (un cereale endemico utilizzato per l’enjera, piatto tipico locale), bananeti e piantagioni di manghi. Giacimenti di ferro e fosfato sono conosciuti fin dagli anni ’80 ma non sono ancora stati sfruttati commercialmente. Condizioni climatiche: le temperature non superano mai i 29°C né scendono A Gimbi come ad Areka Agricoltura sostenibile a Gimbi A Gimbi il Cae ha deciso di implementare, parallelamente al centro di accoglienza, un progetto di sviluppo: “Un’agricoltura sostenibile per Gimbi”. In quest’area il terreno è fertile ma la grande povertà che affligge la popolazione locale non consente di dar vita a coltivazioni strutturate. La mancanza di competenze tecniche che massimizzino la produttività confina la produzione a livello di sussistenza. La sicurezza alimentare e la lotta contro la malnutrizione possono essere combattute rafforzando la capacità produttiva dei contadini. Per questo, analogamente a quanto realizzato ad Areka, parte del terreno su cui sorgerà il centro di accoglienza, verrà destinata alla coltivazione. Sarà sviluppata una piantagione multicolturale stabile in grado di sopportare lunghi periodi di siccità alternati a periodi di intense piogge. In questo modo sarà possibile ottenere una produzione agricola disgiunta dagli eventi atmosferici stagionali. L’attività agricola offrirà lavoro a braccianti della zona che con la consulenza di un agronomo, svilupperanno e affineranno le loro tecniche di produzione. Con l’apprendimento di nuove metodologie, i sotto lo zero. La stagione più piovosa va da aprile a settembre; in marzo e in ottobre le piogge sono meno intese. Gli altopiani occidentali hanno un clima umido durante tutto l’anno, a differenza dei bassopiani circostanti che nei mesi tra dicembre e febbraio sono interessati da periodi di siccità. Etnie: Nel distretto di Gimbi il gruppo etnico più numeroso è quello degli Oromo contadini le trasferiranno anche nella coltivazione dei terreni dei loro villaggi incrementando la produttività e, di conseguenza, migliorando il benessere alimentare della popolazione. Inoltre i raccolti risponderanno alle necessità alimentari dei bambini ospiti del Centro. Come contribuire: - con 20 euro partecipi all’acquisto delle sementi - con 45 euro contribuisci all’acquisto delle attrezzature - con 100 euro contribuisci all’acquisto di un aratro Causale del versamento: “Un’agricoltura sostenibile per Gimbi” (95,3%); gli Amahara rappresentano solo il 2,49% degli abitanti e gli altri gruppi etnici il 2,21%. L’afaan oromoo, conosciuta anche come oromiffa, rappresenta la lingua madre per oltre il 97% della popolazione mentre l’amarico, lingua ufficiale del Paese, è utilizzata solo dal 2,08%. Per quanto riguarda la religione il 50,07% è Protestante, il 35,33% Cristiano Ortodosso e il 12,99% Musulmano. 11 Etiopia chiama - n.32/2015 C O O P E R A Z I O N E INTERNAZIONALE ATTIVITÀ PRODUTTIVE 2 Un’opportunità per un futuro autonomo Allevamento a Gimbi D a qualche mese è stato avviato a Gimbi, a 15 km dal Centro di accoglienza San Pio, un altro importante progetto di sviluppo. Stiamo infatti realizzando le strutture per dar vita a un allevamento di bestiame: stalle, locali per conservare il foraggio, per immagazzinare il mangime e un laboratorio per la conservazione e trasformazione del latte che i beneficiari del progetto potranno utilizzare gratuitamente. L’obiettivo è quello di offrire una prospettiva di sviluppo autonomo in quest’area particolarmente povera non ancora raggiunta da interventi emergenziali o di cooperazione. Terminati i lavori edili saranno acquistati 100 bovini, 300 pecore, 300 capre, 200 asini e 2.000 galline. I capi saranno affidati ai nuclei familiari più bisognosi che potranno vendere i prodotti dell’animale non utilizzati per l’autoconsumo. Gli animali che nasceranno saranno assegnati ad altre famiglie indigenti moltiplicando esponenzialmente il numero di persone coinvolte. La “stalla comunitaria” supporterà i beneficiari nell’allevamento occupandosi del foraggiamento, dei controlli sanitari e della mungitura. Per realizzare il progetto è stato siglato un accordo con il Ministero delle Donne, le autorità governative locali e gli anziani dei villaggi che individueranno le famiglie più bisognose che parteciperanno al progetto. 12 Etiopia chiama - n.32/2015 3 1 Lavoro e opportunità di sostentamento autonomo Cosa puoi fare Puoi sostenere l’acquisto degli animali e la costruzione degli edifici - con importi di qualsiasi entità finanzi la costruzione - con 5 euro contribuisci all’acquisto di un pollo - con 20 euro partecipi all’acquisto del foraggio e dei mangimi - con 50 euro contribuisci all’acquisto delle attrezzature - con 180 euro contribuisci all’acquisto di 1 pecora o 1 capra - con 260 euro contribuisci all’acquisto di 1 asino - con 800 euro contribuisci all’acquisto di 1 bovino le cifre esposte comprendono il sostentamento degli animali per il primo anno di allevamento. Nella causale del versamento scrivi “Allevamento a Gimbi” 3 4 7 5 6 1 - La tracciatura di una stalla 2 - Struttura per l’accoglienza dei volontari: 7 camere con bagno, un salone per il pranzo e sala riunioni 3 - Lavanderia e dispensa 4 - Una delle stalle 5 e 6 - Magazzino 8 50.000 5 x 1000 per il pozzo Lo scorso novembre abbiamo al Villaggio ricevuto l’accredito di 174.317,23 euro relativi alla Madonna raccolta del 2013. Grazie alle 5.829 persone che hanno deciso della Vita di scegliere il CAE, 400 in più rispetto all’anno precedente. Prevediamo di utilizzare i fondi per i numerosi progetti attivi a Gimbi descritti in queste pagine. A queste iniziative sono stati destinati anche i 175.702,31 euro del 2012. L’Autorità d'Ambito n.1 del Verbano Cusio Ossola e Pianura Novarese ha approvato un contributo di 50.000 euro per la realizzazione di un pozzo al Villaggio Madonna 7 - Stalla circolare: sotto, destinata ai bovini, al primo piano per pecore e capre. Al centro, un’apertura circolare di 1,80 m di diametro servirà per incanalare mangime e foraggio 8 - Particolare della soletta della Vita. Quello esistente che attingeva a una falda ormai in esaurimento, è stato quindi sostituto. Profondo 120 metri, il nuovo pozzo, è dotato di due punti di distribuzione, uno dei quali all’esterno del villaggio. In questo modo anche la popolazione che vive nel quartiere ha accesso gratuito all’acqua. Il servizio idrico di Addis Abeba, dove si trova il villaggio, presenta carenze strutturali che non garantiscono una fornitura costante. Con l’opera realizzata è stato possibile superare questa criticità. 13 Etiopia chiama - n.32/2015 C O O P E R A Z I O N E INTERNAZIONALE SALUTE Una donna Etiope che chiedeva aiuto di Francesca Altimari, volontaria CAE Viaggi della speranza P er 12 lunghi anni Sam non ha potuto giocare e andare a scuola a causa di una grave malformazione: ora è un bambino felice. Tutto è cominciato la scorsa primavera quando ho ricevuto una telefonata da Ferdos Hassen, un’amica etiope che vive in Italia ormai da diversi anni e che si fa chiamare “Sara”. Mi ha chiesto di incontrarci perché voleva mostrarmi un video ricevuto tramite il famoso social network Facebook. Il video mostrava una donna etiope che chiedeva aiuto per il proprio figlio dodicenne. Il ragazzino, di nome Saleamalek, è nato con una grave anomalia dell’apparato muscolo-scheletrico e genito-urinario, consistente nella mancanza sia della porzione inferiore della parete addominale sia della parete anteriore della vescica e dell’uretra. In parole povere, il bambino sin dalla nascita aveva la vescica aperta verso l'esterno, e l'urina gli colava costantemente sulla pancia e sulle gambe. Questa malformazione lo costringeva a vivere seduto su una “sedia gestatoria” sotto la quale una bacinella raccoglieva i fluidi maleodoranti che il ragazzo espelleva in continuazione dalla ferita. Sam, come è chiamato affettuosamente non ha mai potuto avere una vita normale, avere amici e andare a scuola. Bosè, la mamma di Saleamalek, abbandonata dal marito e dal servizio sanitario, non adeguato a fornire le cure necessarie al figlio, ha deciso di affidarsi a dei suoi conoscenti per organizzare una raccolta fondi lanciando un appello sul web. Purtroppo le persone coinvolte, si sono rilevate dei truffatori che volevano approfittarsi della situazione e sono state denunciate alle autorità etiopi competenti. 14 Etiopia chiama - n.32/2015 “Ora potrò giocare a calcio e andare a scuola” Si dice “Dio scrive dritto su righe storte”: il videomessaggio postato su Facebook raggiunge la mia amica Sara che conoscendo il mio impegno come volontaria per il Centro Aiuti per l’Etiopia onlus, non perde tempo. Ho quindi contattato immediatamente Giovanna Minoggio presso la sede dell’associazione per informarla di questa situazione e, con una prima ed auspicata risposta positiva da parte di Roberto Rabattoni, presidente della Onlus, la speranza ha iniziato a concretizzarsi. Sam viene quindi convocato presso gli uffici dell’associazione in Addis Abeba per una prima valutazione del suo stato di salute che appare da subito grave. Io ero tranquilla e fiduciosa dal momento stesso in cui ho saputo che il ragazzino era giunto al Villaggio, perché sapevo con certezza che Sam ora era in ottime mani e che sarebbe iniziato per lui il viaggio verso la guarigione. Un cammino reso possibile grazie al sostegno del Centro Aiuti per l’Etiopia onlus che si è fatto carico delle spese mediche che ne sono conseguite in Etiopia e in Italia. Il caso è stato dapprima sottoposto all’attenzione del dottor Vittorio Ferrari, specialista in oncologia a Brescia e volontario dell’associazione, il quale si è rivolto al prof. Rigamonti, primario di Chirurgia e Urologia pediatrica dell’ospedale “Busto Garolfo” di Trieste. A seguito della sua diagnosi, il CAE si è attivato per consentire a Sam e alla sua mamma di venire in Italia e permettere al bambino di essere curato. A Trieste Sam è stato accolto presso la “Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin onlus” che ha contribuito a sostenere le spese mediche. Alcuni volontari CAE li hanno sempre assistiti e accompagnati in questo “viaggio della speranza”. Come racconta lo stesso prof. Rigamonti: “Quando è arrivato, Saleamelak soffriva molto, anche psicologicamente. Non si alzava dal letto e restava a fissare la TV accesa. Anche sua mamma… parlava a fatica. E invece, quando si è risvegliato dopo dieci ore sotto i ferri, la prima cosa che mi ha chiesto è se avrebbe potuto giocare a pallone con gli amici. Oggi è un bambino felice”. Saleamalek è uno di quei bambini che possono ritenersi fortunati. Grazie al Cento Aiuti per l’Etiopia onlus e al susseguirsi di gesti di altruismo e generosità, Sam ha ricevuto una seconda possibilità e può permettersi un “lusso” che molti bimbi e suoi coetanei in Etiopia, ancora oggi, non possono avere: quello di fare progetti e guardare al futuro. “Adesso sono tanto contento – racconta Sam - avevo paura di quest’operazione ma sapevo anche che era l’unica cosa che potessi fare. Ora potrò giocare a calcio e andare a scuola… E da grande voglio fare il medico!”. Sam rimarrà in Italia ancora per qualche mese. Riceve costanti controlli sanitari e sta prendendo lezioni di chitarra e di italiano. L a storia di Salemelak raccontata da Francesca, una nostra volontaria, è toccante. Così come lo sono state quelle di Mahelet, Lealem, Bereket, Betelehem e ... tanti altri che in tutti questi anni è stato possibile curare in Italia grazie al progetto “Viaggi della speranza”. In Etiopia sia le strutture sanitarie pubbliche che quelle private presentano grandi lacune strutturali ed organizzative ed offrono risposte solo alle patologie meno gravi. Inoltre non esistendo forme mutualistiche, i pazienti sono costretti a pagarsi la degenza, i costi ospedalieri e i farmaci. Patologie diagnosticabili e curabili in Italia possono non lasciare scampo in Etiopia: molti malati possono guarire solo rivolgendosi alle cure in strutture ospedaliere all’estero ma i costi sono ingenti e rendono di fatto impossibile farvi ricorso. “Viaggi della speranza” è nato con l’obiettivo di offrire assistenza e cure in strutture specializzate a malati affetti da patologie fra le più svariate: neoplasie, malattie cardiovascolari, neoplasie ematologiche, emofilia, gravi patologie cardiache, malattie degenerative del sistema nervoso centrale. Il progetto prevede il trasporto in Italia dei pazienti (se minori anche dei genitori), i costi di permanenza e i costi aggiuntivi per i ricoveri e le cure presso strutture ospedaliere. Purtroppo negli ultimi anni le risorse pubbliche sono notevolmente diminuite e vengono concesse con estrema difficoltà, spesso addirittura negate. In assenza di fondi pubblici l’aiuto, ancora una volta, può solo arrivare dal buon cuore di noi tutti. Cosa puoi fare - con 200 euro contribuisci alle spese di degenza in una struttura ospedaliera in Italia - con 800 euro sostieni le spese di viaggio per l’Italia di un malato Per contribuire indica nella causale del versamento “VIAGGI DELLA SPERANZA”. 15 Etiopia chiama - n.32/2015 C O O P E R A Z I O N E INTERNAZIONALE SALUTE Chirurgia a Gimbi: 900 donne di Diletta Zennaro, volontaria CAE Operazione gozzo Le 400 donne sottoposte ad intervento chirurgico nell’ultimo semestre si vanno ad aggiungere alle 500 pazienti che dall’avvio del progetto, hanno beneficiato di cure mediche adeguate e risolutive. Lasciamo spazio a Diletta, del gruppo volontari CAE di Rovigo, che nel corso del suo ultimo viaggio in Etiopia ha potuto incontrare alcune donne affette da struma tiroideo. V erde degli alberi, giallo dei campi, rosso della terra. Ethiopia. Ma Etiopia non è solo questo, lo sto scoprendo passo dopo passo. Ho avuto l’opportunità di intraprendere un viaggio di un mese e mezzo che mi sta regalando emozioni incredibili sotto tutti i punti di vista. Il tutto ha avuto inizio grazie alle esperienze di due mie care amiche, già volontarie, Anna ed Helen, le quali due anni fa hanno iniziato la loro avventura presso il centro di accoglienza “Giovanni Paolo II” di Areka. La scorsa estate si è aggiunta una nuova persona al gruppo, Carlotta, e ora è toccato a me entrare a far parte di questa stupenda e grande famiglia. I loro racconti mi hanno sempre dato emozioni fortissime, la gioia che ci hanno sempre messo nel raccontare le loro esperienze la definirei immensa e piena di amore. E così ho deciso, dopo la laurea in infermieristica, di intraprendere il mio viaggio. Trascorsa una settimana circa ad Addis Abeba presso il Villaggio “Madonna della vita”, ho avuto la possibilità grazie a Roberto Rabattoni di visitare il nuovo centro di accoglienza in costruzione a Gimbi, un villaggio bellissimo immerso nella foresta. Inoltre ho visitato l’ospedale locale (Foto in alto e a lato), l’ala costruita dal CAE e la sala operatoria parzialmente finanziata grazie ad un progetto molto importante perché ha avuto luogo, in 16 Etiopia chiama - n.32/2015 Dalla raccolta fondi in Italia, all’aiuto concreto in Etiopia Italia, nelle zone dove vive il nostro gruppo. Ed è proprio su questo che vorrei soffermarmi un momento. L’idea di Andrea e Cinzia Barbuiani (genitori di Helen) è di fare ogni anno una serata di beneficenza alla quale si vuole dare una finalità ben precisa. Quest’anno l’obiettivo era la sponsorizzazione degli interventi per il gozzo; problema molto diffuso in questa terra d’Etiopia. La serata prevedeva una cena e successivo intrattenimento musicale, si è svolta nella splendida cornice di Villa Cà Tiepolo ad Albarella in provincia di Rovigo, località nella quale per tutta la settimana antecedente all’evento, è stata allestita una mostra fotografica da parte dell’amico Luca Zonari Canè. La buona riuscita della serata è stata determinata dalla collaborazione dello staff del ristorante “Zafferano” che agli ordini dello chef Adriano, ha preparato un ricco buffet per oltre 450 persone. Tutto questo grazie al supporto di una squadra di oltre 20 sponsor locali, che hanno consentito di coprire tutte le spese vive sostenute, cosicché l’intero importo raccolto, pari ad oltre 15.000 Euro, è stato integralmente devoluto al Centro Aiuti per l’Etiopia onlus per finanziare gli interventi chirurgici. Io, come molti altri ragazzi, ho partecipato a questo grande evento, e oggi toccare con mano i risultati ottenuti grazie a quel lavoro è stata un’emozione molto forte. Ho avuto l’onore di conoscere il chirurgo (Foto in basso) che ha salvato moltissime vite, ho potuto vedere il registro delle operazioni eseguite (oltre 900) e le foto del pre e post operazione. I risultati sono veramente incredibili e mi fanno credere che bisogna avere speranza perché grazie a questa sala operatoria, è stata cambiata la vita a persone che altrimenti non avrebbero avuto futuro. Le operazioni non riguardano solamente il gozzo, ma anche molte altre disfunzioni gravi che compromettevano la vita dei pazienti. Essere volontari significa dedicarsi agli altri e dare il proprio aiuto a chi più ne ha bisogno, regalare un sorriso, porgere una carezza, rendere felici chiunque abbiamo di fronte. Ciò che io e le altre ragazze del gruppo, pensiamo, è che con questa opportunità siamo cresciute moltissimo ed ogni volta che si torna in questa terra l’emozione è indescrivibile a parole ed è sempre come fosse la prima volta. Devo ringraziare le mie care amiche, per la forza che mi hanno dato per affrontare al meglio tutto questo. “Quello che tu puoi fare é solo una goccia nell’oceano, ma é ciò che dà significato alla tua vita”. Penso che questa frase rispecchi in parte ciò che volevo trasmettere con questo mio messaggio. Sintesi del progetto Lo struma tiroideo (gozzo) è una malattia endemica in aree economicamente depresse come l’Africa, l’India e diversi paesi dell’Asia centrale dove la popolazione ha un’alimentazione povera di iodio. Sebbene la semplice somministrazione di iodio attraverso la dieta può essere sufficiente per ridurre questa malformazione, nei casi riscontrati l’aumento volumetrico della ghiandola tiroidea e il conseguente rigonfiamento del collo sono tali da richiedere l’asportazione chirurgica. Le donne colpite da questa patologia, subiscono la progressiva compressione della trachea e della laringe con la conseguente difficoltà a respirare e mangiare. Il progetto attivato in collaborazione con l’ospedale di Gimbi assicura cure mediche adeguate e risolutive. Obiettivi Assicurare cure mediche adeguate alle donne affette da struma tiroideo Cosa puoi fare L’intervento di asportazione è possibile con 160 euro Puoi contribuire a sostenere le spese mediche indicando nella causale di versamento “OPERAZIONE GOZZO” 17 Etiopia chiama - n.32/2015 V I TA DELL’ASSOCIAZIONE Un po’ di Etiopia anche a Montichiari di Vincenzo Amato Festa delle famiglie M ontichiari. La festa è qui, ma il cuore batte a migliaia di chilometri di distanza, in Etiopia, dove non è festa anche se la gente quando la incontri e ti vede non manca di regalarti un sorriso. Oggi però c’è un po’ di Etiopia anche a Montichiari per la Festa delle famiglie del Centro Aiuti per l’Etiopia onlus. Quanti siamo? Mille e cinquecento, duemila, forse più. Non ha importanza. Oggi ci si incontra e si pensa a cosa fare. Da Addis Abeba è venuto il Presidente del CAE Roberto Rabattoni e ci ha dato una notizia che molti già conoscevano anche se la stampa ne ha parlato poco. C’è un’emergenza umanitaria in Etiopia dove, a causa della siccità, almeno otto milioni di persone, rischiano la fame. L’allarme e la richiesta di aiuto è arrivato nel corso della festa che viene organizzata con le famiglie italiane che hanno adottato giuridicamente bambini nati nel Paese africano. Alla manifestazione di Montichiari era presente il Vescovo etiope Monsignor Musiè Ghebreghiorghis che ci conferma: “Purtroppo la situazione è drammatica in quanto le grandi piogge sono state scarse e le piccole piogge, quasi inesistenti - afferma il prelato ciò significa che milioni di contadini quest’anno faranno un pessimo raccolto nemmeno necessario a sfamare la famiglia. Il governo si sta muovendo ed ha stanziato milioni di euro, ma noi cristiani abbiamo il dovere di aiutare la popolazione”. Il CAE, l’organizzazione creata 32 anni fa da Roberto Rabattoni che opera nel Paese africano a favore dei più bisognosi, si è già mossa e vede in primo piano i gruppi famiglia del Nord Italia, ma anche di province del Sud come Benevento. “Dobbiamo raccogliere fondi per realizzare 18 Etiopia chiama - n.32/2015 “... chi è stato in Etiopia può confermare che la fede smuove le montagne” progetti che siano a supporto della popolazione - afferma Rabattoni - ci stiamo già attivando in questo senso, ma il bisogno è davvero tanto. Collaboriamo con le autorità delle varie regioni amministrative dell’Etiopia e le nostre strutture sono in grado di fornire il necessario purché dall’Italia non venga a mancare il sostegno”. A Montichiari l’impegno di tutti si è concentrato sulla raccolta fondi a favore degli ultimi. Nello specifico il ricavato della giornata servirà ad aiutare i bambini di Gimbi, la seconda cittadina dell’Oromia, una delle regioni più povere della già povera Etiopia e dove il CAE sta realizzando un centro di accoglienza intitolato a San Pio da Pietrelcina, con annessi anche dei laboratori per insegnare ai giovani un mestiere. Quello di Gimbi è un progetto tanto ambizioso quanto importante. La struttura sta sorgendo sul modello di quella già realizzata ad Areka dove è diventata una vera isola felice nell’inferno verde del Wollayta. “Nulla è impossibile quando si ha Fede – ci ha ricordato Rabattoni – e che la Fede smuove le montagne chi è stato in Etiopia lo può confermare”. Oggi però si fa festa anche se il pensiero è sempre in Etiopia. Tra le iniziative messe in atto quest’anno dal CAE, interessante è stato il concorso fotografico che ha coinvolto decine di persone che conoscono il Paese africano e che con questo concorso si sono sentite coinvolte nelle attività del centro. Le foto più belle sono state scelte da una apposita giuria e sono diventate i calendari 2016 da parete e da tavolo, che sono già in distribuzione e sosterranno le spese di mantenimento dei bambini disabili assistiti presso il centro accoglienza di Areka. Nel pomeriggio le psicologhe dell’Ente (dott.ssa Paolinelli e dott.ssa Vadalà) con due genitori adottivi (Livia e Enrico) hanno condotto un gruppo di riflessione sull’esperienza adottiva, chiedendo ai genitori adottivi di raccontare la propria storia. Sottolinea la dott.ssa Vadalà “per una volta volevamo far parlare le coppie. Per conoscere la loro storia, i cambiamenti che sono avvenuti nella famiglia dopo l’arrivo di Momenti della giornata dello scorso 25 ottobre uno o più figli. Perchè è importante condividere con le famiglie le gioie ma anche le difficoltà dell’adozione e dar loro uno spazio in cui possono essere protagonisti. Spesso emerge la fatica di integrare ogni elemento con le proprie peculiarità, ma anche la gioia dei momenti felici vissuti insieme.” La giornata, poi, passa in un soffio: la Messa, il pranzo con la famiglia e gli amici, due chiacchiere con chi non vedevi dall’anno scorso, i giochi dei bambini, le bancarelle e... è già sera, è ora di ripartire, la strada per qualcuno è lunga. Ciao, ci vediamo l’anno prossimo! 19 Etiopia chiama - n.32/2015 Buona volontà ottimismo coraggio di Barbara Carrer Testimonianze Q uella di Getahum Tamrat, rifugiato politico di origine etiope che dopo una serie di drammatiche peripezie tra cui la prigione e la tortura, è stato "adottato" dal Comune di Giavera del Montello, è una di quelle belle storie che dovrebbero iniziare con "c'era una volta" e terminare con "e vissero felici e contenti". Nonostante il suo percorso esistenziale contenga tutti gli elementi per un buon romanzo di avventura, non si tratta di una favola, ma di vicende di vita vera il cui lieto fine veste i colori dell'impegno, dell'integrazione, del rispetto per le differenze come mezzo di arricchimento e non come motivo di discriminazione. Oggi Gaetano (come lo chiamano i suoi concittadini) è responsabile di reparto in un'industria metalmeccanica, consigliere direttivo dell'Avis, fa parte dell'Enpa e dell'organizzazione della festa multietnica "Ritmi e danze dal mondo". Il tutto nel "diffidente" Nord Est che, a detta sua, lo ha accolto a braccia aperte, dimostrandogli aiuto e solidarietà. Il suo segreto? Buona volontà, ottimismo, coraggio e una buona dose di fortuna. Fatti incredibili, viaggi rocamboleschi, colpi di stato che hanno per protagonisti nobili defraudati e dittatori tiranni, lei non si è fatto davvero mancare nulla, ma iniziamo dal principio... "Appartenevo ad una nobile ed abbiente famiglia, mia madre era una contessa etiope e mio padre un rettore universitario eritreo. Dopo il colpo di Stato che portò al potere il dittatore Mengistu, papà venne fucilato davanti all'Università di Addis Abeba da un gruppo di guerriglieri come migliaia di presunti oppositori politici. Abbiamo dovuto pagare per riavere il suo corpo". Poi cosa accadde? "Fino all'età di 12 anni rimasi nella villa di famiglia, poi mia madre morì di polmonite e io rimasi solo. Al dolore del lutto si aggiunse un ulteriore fatto drammatico: il colonnello Abebe Chala, alleatosi con una fazione ribelle, piombò in casa nostra e se ne impossessò senza nessun diritto, 20 Etiopia chiama - n.32/2015 Giunto in Italia con un “viaggio della speranza” si è stabilito qui sbattendomi fuori. Nessun parente mi accolse perché mia madre era stata diseredata in quanto compagna di un eritreo e i parenti di mio padre erano contrari a quell'unione per la stessa ragione". Dove andò allora? "Per due anni vissi per strada chiedendo l'elemosina, poi feci un incontro che mi cambiò la vita, quello con Padre Mosè. Il sacerdote mi raccolse e mi portò all'orfanotrofio di San Francesco ad Addis Abeba dove rimasi per due anni finché non mi arrestarono e mi sbatterono in carcere senza darmi una motivazione. Rimasi in galera per tre anni subendo violenze e percosse di ogni genere al punto che un colpo in testa con un tubo di ferro mi ridusse alla completa cecità" Continui... "Cieco e distrutto fisicamente e psicologicamente tornai da Padre Mosè e lì feci il secondo incontro importante della mia vita: quello con Roberto Rabattoni, presidente del Centro Aiuti per l'Etiopia onlus che mi portò a Milano per fare un'operazione agli occhi che mi ridiede la vista". Ma i guai purtroppo non erano finiti. "Dopo la convalescenza il visto era scaduto e dovetti tornare al mio Paese cambiando la mia identità per far perdere le mie tracce e non essere nuovamente arrestato dal regime". Com' è arrivato in Veneto? "Dopo aver lavorato a Milano per otto mesi presso un ristoratore disonesto che mi ha sfruttato senza pagarmi, vivendo abusivamente in un alloggio abbandonato, dopo aver tentato più volte, da clandestino, il viaggio verso Londra (dove sognavo di andare a fare il cuoco) stipato a bordo di un tir, ho incontrato Don Bruno Baratto che gestiva la Casa Accoglienza per lavoratori emigrati a Giavera del Montello" E lì si è integrato alla perfezione a quanto so... "Ho cambiato mille lavori "a chiamata", svegliandomi alle tre del mattino e facendo chilometri in bicicletta con qualsiasi condizione climatica fino ad arrivare alla mia attuale occupazione: un' industria metalmeccanica. Da un contratto di nove giorni sono diventato responsabile di reparto, integrandomi perfettamente con i miei concittadini. Ho fatto la patente, sono consigliere direttivo dell'Avis e volontario dell'Enpa". La sua è quella che si può definire una storia a lieto fine che dà speranza. Cosa le manca ora per essere pienamente felice? "Vorrei che i miei genitori avessero visto dove sono Come racconta in questa intervista, Getahun ha perso la vista a seguito delle violenze e maltrattamenti subiti in carcere. Le sue condizioni lasciavano poche speranze: da cinque anni era cieco da un occhio mentre l’altro era seriamente compromesso. Grazie al progetto “Viaggi della speranza” è stato possibile curarlo in Italia, e nel 2002 è stato operato al Policlinico di Milano e ha ripreso la vista. Le condizioni cliniche di Getahun erano tali da richiedere il trasferimento in Italia per essere sottoposto a cure specialistiche. Ma per chi vive in Etiopia anche una patologia meno grave può essere un problema insormontabile: il servizio sanitario a pagamento di fatto esclude gran parte della popolazione dall’accesso a cure mediche adeguate. Anche l’acquisto di farmaci di base può essere un problema insormontabile. La salute è un lusso per pochi. Il progetto “Cure mediche” si prefigge di coprire i costi di prestazioni mediche, cure e interventi chirurgici in strutture ospedaliere ad Addis Abeba. Malati provenienti da località distanti centinaia di chilometri dalla capitale trovano ospitalità gratuita presso il Villaggio Madonna della Vita ad Addis Abeba. Grazie alla raccolta fondi destinata a questa iniziativa sono centinaia le persone che si sono potute curare. Cosa puoi fare - con 20 euro contribuisci all’acquisto di medicinali - con 35 euro contribuisci alle spese ospedaliere per ricoveri - con 50 euro sostieni i costi per esami medici approfonditi Per contribuire indica nella causale del versamento “CURE MEDICHE” arrivato ora e potessero condividere la mia gioia". Cosa prova per chi le ha tolto tutto? "La vendetta non potrebbe restituirmi i miei cari e la sofferenza genera solo altra sofferenza. Da cristiano credo nel perdono anche se un fondo di rabbia rimane". In Veneto ha conosciuto il razzismo? "Non ho mai avuto problemi di discriminazione, ad eccezione di un mio collega in pizzeria che mi definiva "sporco negro". Ho preferito non reagire e dimostrare con i fatti chi ero. Alla fine mi ha stimato, tanto da chiedermi di dare lezioni di inglese alla figlia. Qui, come nel resto dell'Italia, ho trovato grande solidarietà". Cosa pensa dell'attuale e grave problema dei profughi? "In Africa ci sono due grandi piaghe: la povertà e la guerra. Le persone che fuggono dal loro paese, affrontando un viaggio in condizioni disumane con grandi spese, lo fanno per evitare di morire, per cercare uno spiraglio di luce infondo al tunnel. Il problema è complesso e l'Italia da sola non può risolverlo, ci deve essere cooperazione a livello internazionale" Il 30 giugno 2015 è un giorno che rimarrà nella memoria di Getahun: ha ottenuto la cittadinanza italiana. Con lui a festeggiare l’amministrazione comunale di Giavera del Montello assieme a tanti amici. E le lacrime di felicità non erano solo quelle di Getahun. 21 Etiopia chiama - n.32/2015 V O L O N TA R I ITALIA Lezione di vita recepita Testimonianze N el mese di maggio c’è stata data l’opportunità di conoscere il Centro Aiuti per l’Etiopia onlus. Un pomeriggio due volontari del CAE sono venuti a scuola e hanno incontrato gli alunni delle classi terze di Gravellona Toce (VB). Sono riusciti sin da subito ad ottenere la massima attenzione dei bambini e con parole semplici, ma toccanti, hanno presentato loro la triste e cruda realtà in cui vive il popolo etiope. Sono state quindi mostrate delle belle e significative fotografie che rappresentavano “dure” scene di vita quotidiana, misere abitazioni e il povero ambiente in cui quella provata popolazione è costretta a vivere. I nostri scolari erano come ipnotizzati dalle immagini, specialmente da quelle che ritraevano i loro più sfortunati coetanei che con pezzetti di legno in mano si mostravano contenti e sorridenti. Forse, proprio in quei momenti, si sono resi conto di come sia diversa la loro vita e che spesso diano per scontato alcune cose, che così scontate non sono: avere una casa confortevole e accogliente, indossare vestiti puliti e della propria taglia, avere tutti i giorni acqua e cibo, che molto spesso si spreca, avere giochi con cui potersi divertire, avere la possibilità di andare a scuola per imparare e costruirsi le basi fondamentali per il proprio futuro; ma soprattutto poter vivere da bambino, curato dalla propria famiglia senza avere la paura di non sapere se ci sarà un domani. A quel punto però i bambini hanno potuto vedere un barlume di speranza per quella povera gente: il CAE, che da quando opera in Etiopia cerca, anno dopo anno, di offrire aiuti concreti, ma soprattutto insegnamenti e istruzione per realizzare opere che danno la possibilità di vivere una vita più sicura e più dignitosa. In quel pomeriggio di maggio i nostri alunni hanno ricevuto un’importante lezione di vita che credo sia 22 Etiopia chiama - n.32/2015 Spiedo per il nuovo centro di accoglienza di Genny Rodella “Le bambine portano i bambini piccoli” disegno di Beatrice stata recepita da tutti: sono usciti da quell’incontro con la consapevolezza di essere bambini fortunati che spesso si lamentano per inezie, non riconoscendo tutto ciò che di bello hanno intorno a loro senza fatica alcuna. Con la loro testimonianza, i volontari CAE, hanno saputo sensibilizzarci al grave problema umanitario di quel popolo interessandoci e coinvolgendoci grazie al vero e profondo amore per gli altri di cui sono fortemente animati. Le maestre delle classi terze “Un bambino povero che non mangia da mesi” disegno di Patrick Iniziative solidali D omenica 4 ottobre sono state più di 300 le persone che hanno partecipato allo Spiedo Solidale del Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus. La festa si è svolta presso il Parco La Fontanella, organizzata da due genitori adottivi: Aldo e Genny in stretta collaborazione con l’Associazione Amici Miei e grazie al prezioso aiuto di amici parenti e tanti volontari. L’associazione Amici Miei presta la sua fondamentale collaborazione per la riuscita della giornata ormai da 5 anni, quest’anno ha preparato spiedo per più di 550 persone, tra pranzo e porzioni d’asporto. Il ricavato della giornata -15.000 euro- servirà per la costruzione del Centro di accoglienza San Pio da Pietrelcina di Gimbi, una zona molto povera dell’Etiopia. Il centro accoglierà bambini orfani, disabili e sieropositivi che non avrebbero altrimenti possibilità di sopravvivere. Racconta Genny: “Ci siamo ritrovati il mattino presto per preparare tavoli e pranzo, i cuochi dello spiedo hanno iniziato il lavoro già dal sabato sera. Alle 12:00 hanno iniziato a distribuire lo spiedo d’asporto e poi di seguito aperitivo risotto spiedo e polenta per chi partecipava al pranzo. Una mamma adottiva volontaria dell’associazione, Pastori Alessandra, ha fatto un intervento spiegando chi è e cosa fa l’Associazione “Centro Aiuti per l’Etiopia onlus”, e come si possa, con la piccola cifra di 15 euro al mese, aiutare migliaia di bambini a sopravvivere, tramite l’adozione a distanza, garantendo appunto cibo, istruzione e cure mediche. Il pomeriggio Laura e Alessia hanno divertito i più piccoli con il truccabimbi, e il dj Arcangelo ha fatto divertire i grandi con la ruota della fortuna, con ricchi premi gentilmente offerti da negozianti di Castel Goffredo e paesi limitrofi. La festa si è conclusa con l’estrazione della lotteria. Grazie di cuore a tutti quanti hanno partecipato e contribuito alla riuscita della giornata.” I volontari CAE Il Centro Aiuti per l’Etiopia onlus è nato e cresciuto grazie ai suoi volontari. Nel corso degli anni il loro numero è cresciuto considerevolmente in tutta Italia tanto da portare alla nascita di gruppi organizzati su base provinciale. Oggi sono 32 e sono costituiti prevalentemente da famiglie adottive. I Gruppi volontari CAE costituiscono il cuore pulsante dell’Associazione. Si prodigano per aumentare il numero dei bambini sostenuti attraverso il progetto adozione a distanza e organizzano raccolte fondi con iniziative solidali di vario genere (feste, mercatini, cene, concerti, rappresentazioni teatrali). 23 Etiopia chiama - n.32/2015 COSA PUOI FARE Un pensiero in un momento particolare Unica al mondo contribuirai ad assicurare il mantenimento e le cure specialistiche ed onerose di cui necessitano i 110 bambini con disabilità psicofisiche o affetti da HIV che ospitiamo nel nostro Centro di accoglienza “San Giovanni Paolo II” di Areka in Etiopia. 2016 Seguici su Calendario da tavolo 2016 (dimensioni cm 16,5 x 16 h con spirale metallica e supporto in cartoncino) Centro Aiuti per l’Etiopia - ONLUS Calendario Calendario da parete (dimensioni cm 32 x 47 h) I più grandicelli, compatibilmente con il loro grado di disabilità, sono inoltre accompagnati in un percorso di formazione che consentirà loro, raggiunta la maggiore età, di acquisire un livello sufficiente di autonomia. Sono oltre 100 i minori in difficoltà, sieropositivi o affetti da forme più o meno gravi di disabilità che non avrebbero altrimenti possibilità di sopravvivere. L’offerta che riceviamo per questo calendario ci permetterà di continuare a prenderci cura dei minori del Centro di accoglienza “San Giovanni Paolo II” di Areka, in Etiopia. Cerchiamo volontari disponibili a collaborare sia nelle nostre missioni in Etiopia presso le nostre strutture di Addis Abeba, Areka e Gimbi sia a supporto delle attività di raccolta fondi in Italia. Per informazioni vai sul nostro sito in cosa puoi fare -> volontariato -> diventa Centro Aiuti per l’Etiopia - ONLUS Via Quarantadue Martiri 189 - 28924 Verbania (VB) Tel. 0323 497 320 – Fax 0323 583 062 E-mail: [email protected] - sito: www.centroaiutietiopia.it mattino di Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 9:00 alle 12:30 pomeriggio di Martedì e Giovedì dalle 14:00 alle 17:30 Per donare: in Banca C/C bancario IBAN: IT41 T033 5901 6001 0000 0121 076 Banca Prossima – Agenzia di Milano in Posta C/C postale n. 11730280 – IBAN: IT95 U076 0110 1000 0001 1730 280 entrambi intestati a Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus con Carta di credito sul sito www.centroaiutietiopia.it nella sezione “dona ora” Le donazioni a favore del Centro Aiuti per l’Etiopia sono deducibili o detraibili Versione per ragazzi o adulti Calendario Seguici su Puoi scegliere fra le due versioni, ciascuna in formato A/5 (cm 10,5 x 148,5) Per informazioni: [email protected] tel. 0323/497320 Oppure visita il nostro sito: www.centroaiutietiopia.it e clicca su “Cosa puoi fare”, “Regali speciali”, “Bomboniere solidali”. Grazie iao, sono Gaia, ho 12 anni e vivo in un piccolo paese vicino alla Svizzera, Varzo (VB). Quest’anno ho ricevuto il sacramento della Santa Cresima e ho deciso, invece che comprare le classiche bomboniere, di utilizzare quei soldi per adottare un bambino a distanza. Qualche giorno prima della cerimonia è arrivata la busta contenente le informazioni e la foto di lei...Tinsae, la mia sorellina a distanza che ha 9 anni e vive nella capitale etiope. Mi faccio spesso delle domande su di lei e sono felice di poter condividere la mia vita, anche se in un modo un po’ speciale, con lei! Anche se mai la incontrerò, occupa già un posticino nel mio cuore. Questo è stato il mio modo di vivere la mia Cresima e il mio modo di vivere la mia vita: cantandola, valorizzandola, avendone cura e condividendola perché come diceva Madre Teresa “la Vita è Vita” ed io ho preferito aiutare una persona unica nel mondo, piuttosto che spendere soldi per comprare bomboniere tutte uguali. Gaia Via Quarantadue Martiri 189 - 28924 Verbania (VB) Tel. 0323 497 320 – Fax 0323 583 062 E-mail: [email protected] - sito: www.centroaiutietiopia.it mattino di Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 9:00 alle 12:30 pomeriggio di Martedì e Giovedì dalle 14:00 alle 17:30 Pergamene solidali Versione per bambini Calendari 2016 C (nella foto la piccola Gaia Maiello) Una pergamena solidale CAE ti permette di festeggiare ogni tappa importante della vita senza dimenticare la solidarietà. Battesimo, Comunione, Cresima, compleanno, laurea, matrimonio, anniversario di nozze, sono tutte grandi occasioni per ricordare i bambini in difficoltà e fare anche a loro un regalo. Con il tuo contributo sosterrai bambini bisognosi attraverso i progetti del CAE per la tutela dell’infanzia. Il CAE ti offre pergamene solidali stampate a colori su carta pergamena sui due lati e nelle due versioni qui illustrate, sul retro possiamo personalizzarle su tua indicazione come desideri con un testo o immagine. Richiedici i Supporto calendarietto.indd 1 10/9/2015 12:24:30 AM Per informazioni o per ricevere a casa una o più copie, telefonare alla sede dell’Associazione (0323 497320): LUNEDì, MERCOLEDì e VENERDì dalle 9:00 alle 12:30 e MARTEDì e GIOVEDì dalle 14:00 alle 17:30, o inviare una mail a: [email protected] Come sempre, chiediamo un’offerta minima di 5 Euro per il calendario da parete e di 3 Euro per il calendario da tavolo. N.B.: Per importi inferiori ai 20 Euro è richiesto un contributo di 5 Euro per le spese di spedizione. GRAZIE ! La tua famiglia è disposta a diventare la famiglia di un malato? Se la tua famiglia è disposta a fare questa esperienza che diventerebbe sicuramente indimenticabile, contatta la sede della nostra Associazione, riceverai tutte le informazioni in merito. volontario Cerchiamo Medico Fisiatra e fisioterapisti per un progetto di riabilitazione a favore dei bambini disabili ospiti del Centro di Accoglienza San Giovanni Paolo II di Areka: per presentare la candidatura vai sul nostro sito in cosa puoi fare-> volontariato -> diventa volontario Info: Centro Aiuti per l’Etiopia onlus - Verbania, tel. 0323/497320 24 Etiopia chiama - n.32/2015 Abbiamo bisogno di te! 25 Etiopia chiama - n.32/2015 Sante messe in suffragio Le messe in suffragio vengono celebrate ogni giorno da Padre Berhè (Cappellano della Comunità italiana in Etiopia) presso la chiesa del Centro di accoglienza “San Giovanni Paolo II” di Areka. Se desideri ricordare i tuoi cari puoi fare una donazione indicando nella causale del versamento il nome del defunto. Le offerte saranno devolute ai poveri della città. Per un aiuto basta una firma 5 x 1000 Fai del bene a costo zero ! Semplicemente destinando il 5 x 1000 al Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus. É un contributo a carico dello Stato senza oneri per il contribuente e non sostituisce l’8 x 1000. Come fare ? É sufficiente, nei modelli CUD, 730 e UNICO, apporre la tua firma nell’apposito spazio dedicato al 5 x 1000 nel primo riquadro a sinistra riservato al “Sostegno del volontariato e delle Distribuzione Organizzazioni Non Lucrative (Onlus)” e indicare il nostro codice fiscale 0 1 2 6 3 2 0 0 0 3 0 notturna di sacchetti di cibo per le vie della Capitale La Chiesa a forma di del centro accoglienza di Tukul Areka Dove consegnare il modello ? CUD 2015: in busta chiusa in banca, all’ufficio postale, al commercialista, al CAF, ecc.. 730/1-bis 2015: al datore di lavoro o al CAF UNICO 2015: in busta chiusa al commercialista o via internet Da leggere “La nostra storia” - Racconti di adozione - Scritto, pensato e raccolto da genitori che vivono l’esperienza dell’adozione giuridica, è un volume che non ha altra pretesa che quella di essere una raccolta di testi a tema, non vuole dare suggerimenti o soluzioni, ma semplicemente far conoscere il mondo di emozioni che pervadono questa avventura. Offerta minima: 12 Euro (184 pag. - 16 a colori) Per informazioni o richieste di invio di una o più copie telefonare alla sede dell’Associazione (0323 497320) al lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9:00 alle 12:30 e al martedì e giovedì dalle 14:00 alle 17:30. N.B.: Per importi inferiori a 20 Euro è richiesto un contributo di 5 Euro per le spese di spedizione. “Ameseghenallo” - Il viaggio del cuore di un medico veterinario - Ameseghenallo, in amarico “grazie”, è la storia di un viaggio. I protagonisti sono animali e i loro proprietari, la piccola Medhanit nell’incontro con l’autore, suo padre, ed infine Roberto Rabattoni, ritratto nell’esperienza vissuta da Gianandrea Bonometti durante i suoi viaggi di scoperta dell’Africa Orientale. L’autore ripercorre la sua vita affettiva e professionale narrando vicende allegre, tristi o drammatiche, lasciando sempre accesa la Luce della Speranza. Offerta minima: 20 Euro (300 pag. - 15 illustrazioni) 26 Etiopia chiama - n.32/2015 Per le tue donazioni: - c/c bancario: Banca Prossima filiale di Milano (MI) IBAN: IT41 T033 5901 6001 0000 0121 076 - BIC/SWIFT BCITITMX - c/c Postale N° 11730280 IBAN: IT95 U076 0110 1000 0001 1730 280 - BIC/SWIFT BPPIITRRXXX intestati a Centro Aiuti per l’Etiopia onlus - Carta di credito sul sito www.centroaiutietiopia.it dalla pagina “Dona ora” nella Causale indica il progetto cui vuoi destinare la tua donazione Ricordiamo che tutte le offerte sono deducibili o detraibili Per informazioni Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus Via quarantadue Martiri 189 - 28924 Verbania (VB) - Tel 0323/497320 - cell 392 9544913 Sportello telefonico attivo lunedì/mercoledì/venerdì 9:00/12:30 martedì/giovedì 14:00/17:30 Fax 0323 583062 - e-mail: [email protected] - www.centroaiutietiopia.it 27 Etiopia chiama - n.32/2015 “Crediamo che la violenza e il fanatismo siano sempre da deprecare da qualunque parte questi provengano. Preghiamo per chi ha perso la vita in tutte le stragi, per i feriti, i sopravvissuti e siamo vicini alle loro famiglie. Crediamo che non esistano altre battaglie da combattere se non quella contro la povertà e l’ignoranza.” Centro Aiuti per l’Etiopia onlus SOMMARIO L’Associazione 2 Lettera del Presidente 6 Adozione a distanza Cooperazione internazionale 8 Centro di accoglienza Gimbi 11 Agricoltura a Gimbi 12 Allevamento a Gimbi 14 Viaggi della speranza 16 Operazione gozzo 18 Festa delle famiglie Testimonianze 20 Buona volontà 22 Lezione di vita Volontari Italia 23 Spiedo solidale Cosa puoi fare 24 Pergamene solidali 25 Unica al mondo Centro Aiuti per l’Etiopia -ONLUS- Via quarantadue Martiri, 189 - 28924 Verbania (VB) Italia Tel. 0323/497320 - Fax 0323/583062 28 Etiopia chiama - n.32/2015 Etiopia chiama Notiziario di informazione del Centro aiuti per l’Etiopia Anno XVI, n. 32, dicembre 2015 Centro Aiuti per l’Etiopia -Associazione ONLUSVia quarantadue Martiri, 189 28924 Verbania Fondotoce (VB) Tel. 0323/497320 - Fax 0323/583062 e-mail: [email protected] sito:www.centroaiutietiopia.it Autorizzazione Tribunale di Verbania n. 4 del 28/08/2006 Direttore Responsabile: Enrico Guenzi Redazione: Via quarantadue martiri, 189 - Verbania Fondotoce (VB) Periodicità: Semestrale Editore: Centro Aiuti per l’Etiopia Stampa: Postel S.p.A. - 16153 Genova (GE) Hanno collaborato: F. Altimari, V. Amato, B. Carrer, G. Maiello, G. Rodella, D. Zennaro. Nello Speciale “Adozione a distanza”: M. De Boni, P. Guzzardi Le immagini sono dell’archivio del CAE o gentilmente concesse dalle famiglie R. De Stefani, M. Gorlani, A. Pastori, G. Rodella, G. Torri, D. Zennaro e da G. Maiello e V. Amato. Seguici anche su facebook