Istituto Comprensivo Scialoia -Milano
Anno XI – n°10 - Giugno 2011
Anno XVIII di pubblicazione
“… Lentamente muore chi non legge, chi non ascolta musica, chi abbandona un progetto prima di
iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce…”
Pablo Neruda
Questa bella frase può essere considerata una guida per tutti coloro che vogliono aiutare i bambini
a diventare uomini e donne consapevoli domani.
Proprio per questo, in questo intenso anno di lavoro, le attività proposte dai docenti sono state
molto diversificate, arricchenti e stimolanti quindi mi auguro che abbiano lasciato in ogni scolaro
- in particolare agli studenti di III media che concludono il primo ciclo di istruzione –
un messaggio significativo teso alla crescita e allo sviluppo di capacità personali .
In particolare penso al progetto “Raccordo-Accoglienza” che quest‟anno ha celebrato, attraverso le
proposte dei nostri ragazzi dei tre ordini di scuola, i 150 anni dell‟Unità d‟Italia e che si è concluso
con la partecipazione all‟evento organizzato dal giornale di zona ABC il giorno 19 Marzo 2011. I
pannelli realizzati per quella occasione ora abbelliscono gli atri e i laboratori delle scuole e sono la
testimonianza del grande impegno che c‟è stato.
Anche gli altri lavori svolti dalle diverse classi, dall‟infanzia alla primaria e alla secondaria di primo
grado (spesso documentati sul blog dell‟istituto e sintetizzati sul giornalino on-line “Bolle di
sapere”) mostrano che tutta la scuola presta attenzione alla persona, cura l‟integrazione, punta alla
continuità tra i diversi gradi di scuola, sviluppa l‟orientamento verso le scelte future nella ricerca
continua del miglioramento.
Importante, inoltre, la sempre costante collaborazione dei genitori sia nel quotidiano lavoro dei figli,
sia nell‟attuazione di alcuni progetti per rendere accoglienti gli ambienti scolastici e per contribuire
alla realizzazioni di particolari momenti conclusivi quali la marcia non competitiva negli spazi verdi
della nostra zona, le feste per il Natale, l‟adesione alle proposte di Lega-Ambiente…
Certo nel corso dell‟anno non sono mancati i problemi e le difficoltà , la scuola rispecchia la società
complessa e quindi non siamo esonerati dal dover affrontare situazioni difficili. Sempre però ci
siamo rimboccati le maniche, ci siamo messi in discussione in vista di un positivo graduale
cambiamento con l‟impegno di tutti: bambini, ragazzi, docenti, collaboratori scolastici, impiegati di
segreteria e genitori.
A tutti il mio sincero e sentito ringraziamento per l‟impegno, la disponibilità e la pazienza che
hanno dimostrato.
Felice Estate!
Ida Morello
sezione GIALLA
Ingredienti: farina,
acqua, elementi vegetali.
Questa attività ha una
grande importanza dal
punto di vista sensoriale ed
emotivo per il bambino.
Viene stimolata:
La conoscenza del proprio corpo tramite l’uso del tatto,
della vista, dell’olfatto e dell’udito
Il superamento delle sensazioni di riluttanza nei confronti
dell’appiccicoso
Si scaricano sull’impasto alcune tensioni affettive e si
canalizza l’aggressività
I bambini vengono fatti sedere intorno
ad un grande tavolo precedentemente
preparato
con
dei
sacchi
della
spazzatura e viene dato ad ognuno di
essi un po’ di farina, facendo in modo
che essa cada a pioggia.
I bambini vengono invitati a giocare con la farina,facendola
volare con le mani, soffiandola, sparpagliandola… ed infine
radunandola in modo da formare un vulcano nel quale
introdurre un po’ di acqua tiepida.
I bambini
devono impastare la farina fino a rendere l’impasto
compatto e morbido e giocandoci un po’ formare una palla
oppure un biscione o una frittata.
A questo impasto verrà
aggiunto un elemento
vegetale (zafferano,
barbabietola, spinaci) in
modo da ottenere un
impasto colorato.
La realizzazione dell’impasto colorato sarà una scoperta
gratificante a prodotto finito.
Il laboratorio delle curiosità
piccoli esperimenti - grandi scoperte
Tippi coniglio curioso ci guida alla scoperta delle
caratteristiche, segreti e magie dell’acqua.
Siamo i bambini della sezione BLU abbiamo 4 anni e siamo
appena ritornati a scuola dopo le vacanze estive.
Quanti bei ricordi …. Ma la cosa che ci manca di più è …
IL MARE
Come possiamo ricreare la magia del mare nella nostra sezione ?
Tippi ci suggerisce tante attività , tanti giochi e tanti ESPERIMENTI !!!
Abbiamo così scoperto che:
… l’acqua è trasparente ma se il cielo è blu diventa….
… l’acqua del mare è salata
e il sale fa galleggiare di più
… si può ricreare la magia delle onde con una bottiglia di plastica
… alcune sostanze si sciolgono nell’acqua , altre no, altre la colorano.
GIOCO DEI MISCUGLI
… si può colorare con il fango
… e con la sabbia che è così vicina al
mare si può anche disegnare
Siamo i bambini di cinque anni della
sezione Rossa
Il giorno 7 marzo 2011 si è svolta la
nostra uscita didattica presso l’orto
botanico di Brera, per vivere un’
esperienza bellissimaaaaaaaaaaaaa:
“PERORSO SENSIORALE CON I SEMI”
Prima d’ora, non avevamo mai visto
tanti semi: così diversi tra loro per la forma, il colore, la grandezza ecc …
Li abbiamo attentamente osservati,
toccati e imparato parole nuove.
Ecco le nostre mani che si tuffano
tra i semi di lino, lisci come la seta,
tra i semi di fagioli di varie
grandezze, tra i ruvidi noccioli di
pesche.
Che divertimento!!!
Sapete che anche i semi emettono dei suoni: deboli, forti, cosi diversi tra loro,
basta solo agitarli.
Ed ecco la nostra orchestra con i semi.
CHE MUSICA PER LE NOSTRE ORECCHIE!!!
E per concludere in bellezza il nostro percorso:
La semina del grano cosi
prezioso per la nostra
alimentazione.
TANTI AUGURI A MAMMA E PAPA’
dai bambini della sezione arancione
ecco il nostro pensiero per
mamma e papà un bel disegno e …
Un appendiabiti speciale decorato con tanto amore
Vi vogliamo bene!!!!!!!!!!
Ciao! Siamo i bambini della sezione Verde. E’ il primo anno che
trascorriamo il Carnevale nella
scuola
dell’Infanzia,
e
abbiamo imparato che in
questo periodo è possibile
scherzare,
travestirsi,
mascherarsi
e divertirsi ad
essere quello che non si è. Noi
ci
siamo
travestiti
da
pagliacci, con le maschere che avevamo costruito noi stessi!
Con l’aiuto delle nostre insegnanti abbiamo costruito un piccolo
pagliaccio
utilizzando
l’anima dei rotoli di
carta igienica
ed un pagliaccio enorme da
appendere
al
soffitto
utilizzando dei bicchieri di
plastica.
Per rendere più allegro il
salone, infine, abbiamo usato
delle bottiglie di plastica e la
carta di tutti i colori.
Bottiglie, bicchieri, rotoli di
carta igienica, carta … sì,
abbiamo scelto materiali di
recupero e riciclabili, perché
ci si può divertire anche
senza inquinare!!
VERBALIZZIAMO L’ESPERIENZA :
Abbiamo:
- Versato lo zucchero e il sale in un bicchiere di plastica
trasparente
- Osservato che lo zucchero
hanno lo stesso colore bianco
e il sale
- Notato che i granelli sono uguali
- Versato lo zucchero e il sale in due bicchieri d’acqua
- Osservato che
cucchiaino
mescolando con un
si sono entrambi sciolti nell’acqua
- Scoperto che assaggiando possiamo capire se l’acqua è salata o
dolce. Per far ciò usiamo la… lingua!
ABBIAMO SCOPERTO IL
Sezione TURCHESE
Il giorno 24 di settembre 2010, la sezione Rosa
e la sezione Turchese, della Scuola d’Infanzia
Scialoia, hanno aderito all’iniziativa “Puliamo il
mondo”, progettata dalla Lega Ambiente.
Abbiamo scelto di coinvolgere i bambini in
questa iniziativa, perché riteniamo importante
per la loro crescita, sviluppare una sensibilità ed
un rispetto verso la natura, coinvolgendoli, fin
da piccoli, in un atteggiamento consapevole di
conservazione e cura del Verde .
Nel nostro giardino, il giorno
precedente
all’iniziativa,
un
nonno ed una mamma molto
disponibili, hanno vangato la zona
adiacente al viale di ingresso alla
Scuola, in modo che fosse
possibile per i nostri bambini
piantare piante e fiori, che alcuni
genitori ci avevano procurato.
Nelle sezioni si è discusso di ecologia e dai bambini sono emerse
l’esigenze di poter
vivere più a contatto
con la natura, di
voler uscire spesso
dalle loro case per
andare ai giardinetti,
per godere giornate
all’aperto, anche con
i propri familiari. E’
qui che le insegnanti
hanno fatto percepire
ai bambini la necessità di difendere i pochi spazi verdi della città,
tenendoli puliti e hanno fatto la proposta di iniziare con la”pulizia”
del giardino della nostra scuola. Così, muniti di berretti, pettorine e
guanti, (fornitici dall’ANSA), siamo usciti fuori a ripulire da legnetti,
sassi e cartacce il prato.
Ora, l’ingresso della Scuola è più fiorito ed abbellito dalla nostra
aiuola, che viene regolarmente innaffiata dai bimbi a turno, ed ai
vetri dell’ingresso abbiamo appeso, orgogliosi, i tre cartelloni con i
disegni che rappresentano la giornata di questa esperienza
all’aperto, vissuta insieme!!!
Ins. Mariateresa
Peluso
Anche quest‟anno l‟Istituto Comprensivo di via Scialoia ha dedicato particolare
attenzione al progetto di lingua inglese per le Scuole dell‟Infanzia di via P. Rossi e
Scialoia, per un totale di 36 ore.
L‟idea di fondo è che la lingua inglese, inserita nel quadro generale dell‟educazione
linguistica, è uno strumento che favorisce una maggiore elasticità mentale dei bambini.
Essa accrescere le relazioni interpersonali, consente l‟arricchimento globale della
personalità di ciascuno, potenzia le capacità espressivo-creative, la socializzazione e
favorisce lo sviluppo delle capacità metalinguistiche e creative, relazionandosi
costantemente con il “tema” affrontato dalle insegnanti di sezione durante il corso
dell‟anno, in questo caso la “scoperta dei cinque sensi”.
Alla luce di ciò è offerta agli alunni la possibilità di vivere il primo incontro con la
lingua inglese mediante modalità volte a promuovere la creatività in situazioni ludiche,
attraverso un approccio graduale e progressivo.
L„introduzione della lingua inglese alla scuola dell‟infanzia, pertanto, non si configura
come un insegnamento precoce, ma come una sensibilizzazione del bambino verso un
codice linguistico diverso dal proprio, che in seguito lo porterà ad un apprendimento
attivo della lingua.
OBIETTIVI SPECIFICI
Comprendere e rispondere ad un saluto: Hello! – Hi! / Goodbye! – Bye bye!
Presentarsi e chiedere il nome dell‟interlocutore: I‟am… My name is… What‟s
your name?
Identificare e abbinare le parole alle figure geometriche dei blocchi logici:
triangle, circle, square, rectangle.
Sperimentare i miscugli tra i colori primari, per scoprire i colori secondari:
green, orange, purple.
Imparare, infine, tutti i colori dell‟arcobaleno, attraverso la canzoncina
“I CAN SING A RAINBOW”.
I CAN SING A RAINBOW
Red and yellow and pink and green
Purple and orange and blue
I can sing a rainbow,
sing a rainbow,
sing a rainbow too.
Listen with your eyes
Listen with your ears,
and sing everything you see,
I you can sing a rainbow,
sing a rainbow,
sing a rainbow too.
Saper esprimere qual è il proprio colore
preferito attraverso la struttura:
“ my favorite colour is…”
Red and yellow and pink and green
Purple and orange and blue
I can sing a rainbow,
sing a rainbow,
sing a rainbow too!
Contare e identificare i numeri entro il 10. Giocare col mimo e imparare la
pronuncia con la canzoncina “One Two Three Four Five”
Porre domande sui numeri: what‟s the number? It‟s…
One Two Three Four Five
One, two, three, four, five.
Once I caught a fish alive,
Six, seven, eight, nine, ten,
Then I let it go again.
Why did you let it go?
Because it bit my finger so.
Which finger did it bite?
This little finger on the right.
Riconoscere il nome degli animali della fattoria: cow, horse, sheep, bird, cat, dog…
Saper collegare le parole agli animali corrispondenti: Mach the words with the
pictures.
Costruire il proprio animal farm (the cook) con materiali da riciclo (rotolo
interno di carta igienica) attraverso un vero e proprio lavoro laboratoriale.
E‟ importante dare unità, continuità al processo
didattico e scoprire la "dimensione religiosa"
partendo dalla quotidianità.
Ai bambini di tutte e tre le fasce di età è stato
proposto il seguente percorso:
"Se non me lo chiedono, io so benissimo che cos'è il
tempo; ma se me lo chiedono... mi sembra di non
saperlo
e di non riuscire a spiegarlo ".
Sant’Agostino
Il tempo è una dimensione inalienabile
nell’esistenza di ognuno di noi; il bambino
avverte quotidianamente e manifesta il
desiderio di avere " tempo" per giocare, per
stare con mamma e papà ecc. gradatamente impara a calcolare il tempo medesimo
scandendo i ritmi quotidiani (adesso, dopo, più tardi oggi, domani, ieri, mattino –
pomeriggio - sera, la settimana, le stagioni, gli anni ecc).
L’adulto può aiutare il bambino ad apprezzare e
valorizzare il quotidiano, che non è per nulla monotono,
ma è grandioso perché è nel quotidiano che viviamo la
nostra vera vita: lavorando, imparando, giocando,
mangiando, parlando e facendo mille altre cose che
riteniamo importanti.
E’ proprio nel piccolo e semplice quotidiano che il Figlio
di Dio si è fatto uomo, lavorando, vivendo in famiglia,
occupandosi di cose terrene e celesti.
La macchina del tempo,
ha guidato i bambini, a
scoprire fatti accaduti
tanti
anni
fa,
a
sperimentare e a vivere
nel
quotidiano
il
messaggio della pace,
dell’amore,
della
fratellanza e a cogliere i
segni
della
vita
cristiana.
ADA – ASSOCIAZIONE
NONNI AMICI
A metà gennaio i bambini di prima hanno avuto l’opportunità di conoscere,
grazie agli incontri effettuati (2 per classe) con i nonni amici, “la terza
dimensione”. E’ stato realizzato da ogni alunno, con l’esperienza di pittura
OLIO SU TELA , un bel dipinto: un sole al centro del quadro, verso il quale,
per dare il senso della profondità, sono stati diretti i colori del cielo, del mare
e della spiaggia. Il tutto è stato compiuto con il metodo di spalmatura del
colore con le dita per facilitarne l’esecuzione ai bambini.
A conclusione del Progetto, nel periodo di Carnevale, i nonni amici hanno
organizzato una simpatica festa e in quell’occasione hanno consegnato i
quadretti incorniciati a tutti i bambini.
PROGETTO
“AMICI PER LA FRUTTA”
CLASSI PRIME
L’adesione al progetto ha ricevuto largo consenso nelle classi prime. Il fascicolo
ricevuto è risultato molto accattivante per le immagini colorate, le letture e le
attività con gli stickers. Gli alunni sono in grado, ora di riconoscere i frutti di
ogni stagione e ne sanno distinguere le principali caratteristiche. L’argomento si
è prestato per svolgere diverse attività interdisciplinari: un cartellone con tutti i
frutti presenti nelle varie stagioni, un istogramma relativo al frutto preferito,
una canzone e maschere di carnevale a forma di frutto. Il progetto ha
incentivato nelle classi il consumo della frutta a merenda.
Il Progetto “Amici per la frutta” si è inoltre prestato a diverse attività
interdisciplinari: ecco di seguito l’istogramma dei frutti preferiti dai bambini
delle classi prime.
EVVIVA… EVVIVA… IL CARNEVALE CON LA FRUTTA !!!!!
LABORATORIO TEATRALE
“IL SENTIRE DEI BAMBINI ”
Storie da vedere, toccare e mangiare…
Durante quest’anno scolastico, le classi prime hanno partecipato ad un
laboratorio teatrale.
Abbiamo scelto questa attività scolastica perché crediamo fortemente che il
teatro sia di grande aiuto ai bambini i quali possono sentirsi liberi di dare sfogo
a creatività e fantasia prendendo, così, coscienza delle proprie potenzialità.
Durante il percorso di attività teatrale ogni bambino ha sviluppato fiducia e
autostima, ha arricchito il proprio linguaggio, ha imparato a riconoscere le
proprie emozioni, ad improvvisare, ad accettare e risolvere gli imprevisti.
Il progetto prevede:
- rilassamento corporeo;
- scelta del testo e lettura;
- lavoro sul corpo, sulle emozioni, sullo spazio, sulla voce e sui gesti;
- individuazione delle scene dei personaggi e degli ambienti;
- interpretazione delle scene da un punto di vista grafico-pittorico;
- individuazione degli attori;
- prove.
DRAMMATIZZAZIONE
DELL’AUTUNNO
Sono un albero al vento
I miei rami hanno un movimento
lento
I piedi ben piantati sono radici
profonde
Le mie foglie sono stanche
E cadono in tante
Respiro aria fresca
E poi la espiro col fiato
E poi mi addormento…
RILASSAMENTO
CORPOREO
…il
vostro corpo si rilassa
riscaldato dal vostro respiro
…trova pian piano la sua
posizione
…chiudete
gli
occhi…ascoltate il vostro respiro
che entra…che esce e arriva al
vostro cuore…
I COLORI CHE HO DENTRO…
DRAMMATIZZAZIONE DELLA STORIA “DOV’E’ LA LUNA”
ATTIVITA’ GRAFICO-PITTORICA
DRAMMATIZZAZIONE DELLA STORIA “GIRA, GIRANDO GIRO’”
Il laboratorio teatrale si concluderà con una rappresentazione
teatrale (data da definire)
Vi aspettiamo!!!
Referenti del progetto
Ilaria Marchese e Pasqua Todisco
Classi seconde
Brera,
un posto nuovo, grande,
strano, interessante, colorato,
antico e… magico.
C’erano tante sale e tanti
quadri famosi
(Gerard e Francesco)
All’ingresso della
pinacoteca c’era la statua
di Napoleone
(Davide)
E’ stato emozionante
disegnare guardando il
quadro dei fratelli Bellini
(Martina)
Mi è piaciuto il quadro del
“Cristo morto” perché ci
seguiva quando ci
spostavamo
(Luca)
Mi ha fatto ridere la statua di
Napoleone perché non aveva la
maglietta, era nudo.
(Russell)
La cena di Emmaus mi ha colpito perché
era tutto buio, una luce forte illuminava
il pane e il bicchiere
(Michael Omar)
Ero molto emozionato, perché entravo
in un posto meraviglioso pieno di quadri
molto antichi.
(Michael e Narciso)
La predica di S.Marco in Alessandria è
un quadro che occupa tutta la parete di
una stanza. Si vedono tante persone
vestite in modo strano che ascoltano S.
Marco. C’erano due cammelli e una
giraffa.
(Leonardo, Sara Wang e Vadym)
Anche noi abbiamo provato a riprodurre
i quadri che abbiamo visto a Brera: è
stato divertente e ci siamo sentite
delle artiste.
(Elisa e Sara Negurà)
Son piccina ricca di vitamina
quella che non vi fa
raffreddare e influenzare
e tanto mi dovete ringraziare!
Son rinfrescante e zuccherina
con tanti sali minerali
meglio di una merendina.
(Classe II A)
(classe II A)
Non ti vuoi ammalare?
Allora è me che devi mangiare!
Sono il Kiwi arrivo dalla Cina
con tanta vitamina!
Ho la buccia marroncina
e la polpa verdolina.
(Classe IIC)
Suona la campana!
Mangiami sono la banana!
Se mi mangerai, il
campionato vincerai!
(Classe IIC)
Siamo tante ciliegine
rosse e assai carine,
se ci inizi a gustare
il tuo cuore puoi aiutare.
(CLASSE II C)
Sono l'uva:i miei acini
puoi mangiare
e la tua pelle bella
farai diventare! (Classe II B)
TI viene l'acquolina in bocca?
Forse pensi a me: son l'albicocca!
Ho tanta vitamina A
che alla pelle protezione dà!
(CLASSE II B)
Sono l'arancia:
sono tonda e arancione.
Chi mi mangia è un golosone!
Dopo un pieno di vitamina C
starete bene per tutto il
dì.
(Classe II B)
Sono dolce e succosa
e tantissimo acquosa,
Faccio bene all'intestino
se mi mangi ogni mattino!
( Classe II A)
Da poco è iniziata la primavera.
La mattina ci svegliamo sempre presto
perchè sentiamo il cinguettio degli
uccelli che volano nel cielo limpido e
sereno.
Le rondini ritornano dai paesi caldi e
vanno nei loro nidi dove depongono le
uova da cui nasceranno i loro piccoli.
Le giornate si allungano e inizia il primo
caldo, ma qualche volta cade una
leggera pioggerellina.
La gente indossa vestiti meno pesanti e
i bambini, pieni di gioia, vanno a giocare
all‟aperto.
Il paesaggio è più colorato, fiorito e
pieno di profumi.
Gli alberi cominciano a riempirsi di
gemme e gli alberi da frutto fioriscono
e presto daranno i loro frutti. Nel
bosco gli animali si risvegliano dal
letargo invernale e gli insetti
svolazzano di qua e di là.
In questa stagione si festeggia la
Pasqua, molto attesa dai bambini perché
ricevono delle buonissime uova di
cioccolato.
Ci piace questa stagione perché si sente
nell‟aria un‟atmosfera di felicità e
allegria.
Classe 3^B
Della fantastica esperienza di SCUOLA
NATURA ci portiamo nel cuore come
gradito ricordo, la visita all‟ acquario di
Genova.
Giovedì 27 Gennaio, nel pomeriggio,
siamo andati a visitare l‟ acquario di
Genova con il pullman.
L‟acquario si trova nel vecchio porto
della città dove quel giorno soffiava un
forte vento.
All‟entrata abbiamo visto una grande
vasca con una stella marina, un sacco di
pesci e anche un riccio di mare.
Poi, proseguendo, siamo andati a vedere
un filmato in 3D intitolato Sammy.
Poi abbiamo visto dei terribili squali e
un dolcissimo delfino che faceva tante
piroette per noi.
In un‟ altra vasca c‟erano anche dei
terribili pirania che sembravano tanto
affamati!
In seguito abbiamo visto la rana
“pomodoro” che viveva sola nei terreni
umidi, un serpente arrotolato ad un
ramo e le razze che abbiamo perfino
accarezzato.
Dopo un po‟ abbiamo notato le foche,
dei pinguini che si divertivano
tuffandosi nelle acque gelide del loro
habitat e anche un piccolo coccodrillo.
L‟ acquario ci è piaciuto davvero molto
perché abbiamo scoperto la grandezza
della natura marina!
Classe 3^ D
iccolo inverno vedo sciogliersi
icca la primavera arriverà
nsoluta stanchezza porterà via
entre tutti dormono
ncora
ie e sentieri ormai sono
sterni nel cuore della notte e
rima stagione di caldo
igogliosa di gemme e fiori
nsetti che svolazzano nell‟aria
agica atmosfera,
lberi fioriti e colmi di colori.
eramente stupenda
aggi
rriveranno nel bel mattino
meravigliosa.
aggi di sole luminosi
Classe 3^D
ttraversano il cielo limpido.
Classe 3^B
Martedì 22 febbraio, durante la mattinata, siamo andati in sala video e
abbiamo incontrato due signore: una si chiamava Laura mentre l‟altra
Antonella. Ci hanno parlato dei diritti dei bambini e di quello che avremmo
fatto. Hanno proiettato un film e abbiamo iniziato a vederlo. Questo
filmino parlava di un bimbo che voleva fare il giro del mondo e portava con
sé un quaderno. Salito sul treno saluta il nonno e parte.
Durante questo viaggio vede una mamma e il suo bimbo che non avevano
molto da mangiare e disegna sul suo quaderno un bambino che divide
un‟arancia a metà e la dà a un povero; vede dei ragazzi che dormivano per
terra e disegna due letti; vede una ragazza che accudisce la sua sorellina
e così disegna una famiglia. Dopo vede dei ragazzi che rubano una bici, dei
bambini che disegnano per terra e il vento gli spazza via il disegno. Poi
vede la guerra e allora disegna una pistola, le bombe e degli oggetti
pericolosi e gli fa una croce sopra. Per ultima cosa vede un bimbo
costretto a portare i giornali e disegna un signore che lavora e un bimbo
che gioca. Alla fine torna a casa dal nonno e dalla sua famiglia.
Finito il film abbiamo rappresentato i diritti: nel mio gruppo c‟erano
Messa, Sophie, Federico e abbiamo rappresentato il diritto alla famiglia,
gli altri il diritto alla scuola al mangiare e al gioco. Dopo aver ritagliato
delle figure e averle incollate, le abbiamo decorate con dei disegnini e
abbiamo scritto il nostro nome. L‟abbiamo mostrato ai compagni e io ho
spiegato cosa avevamo attaccato e l‟abbiamo incollato su un cartellone più
grande.
Ci siamo seduti tutti sulle panchine e ci hanno dato un libretto dove
c‟erano scritti tutti i diritti dei bambini, ci hanno anche dato un adesivo
con su scritto il numero il numero di Telefono Azzurro. Abbiamo anche
parlato dei doveri che i bambini hanno e, poi, siamo tornati in classe.
E‟ stato veramente molto bello e interessante e mi sono proprio divertita!
GAIA III C
Lunedì mattina siamo partiti per Pietra Ligure. Arrivati, siamo saliti in camerata e
abbiamo scelto i letti. Dopo siamo scesi a mangiare e il cibo era molto più buono di
quello della Milano Ristorazione. Finito di mangiare siamo saliti a disfare le valigie e
abbiamo scelto l‟armadio seguendo l‟ordine dei letti. Nel pomeriggio siamo andati in
spiaggia e ho raccolto dei sassi bellissimi, dei vetrini e dei resti di conchiglia. Elena ha
trovato un vetrino azzurro chiaro molto bello. Dopo cena siamo andati in discoteca: io
indossavo una calzamaglia rosa, una gonna rosa a fiori viola e una maglietta bianca.
Dopo aver ballato come veri ballerini siamo tornati in camera, ci siamo messi il pigiama,
lavato i denti e siamo andati a letto. La mattina, dopo la colazione, siamo andati di
corsa a prendere l‟autobus per andare alle grotte di Borgio Verezzi. Arrivati alle
grotte la guida ci ha detto che sono state scoperte da tre ragazzi, Tito, Lillo e
Valentino. Erano veramente belle! Tornati nella colonia, nel pomeriggio abbiamo
partecipato al laboratorio “Pasticciando” dove abbiamo impastato il panettone del
pescatore. Dopo cena abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale molto bello.
La mattina seguente siamo stati al frantoio; qui ci hanno spiegato come funzionano le
macchine e abbiamo mangiato pane e olio. Arrivati alla colonia siamo andati a mangiare
e subito dopo siamo usciti e ci siamo seduti su un muretto per aspettare Capitan Tony.
Con lui siamo stati in spiaggia dove ci ha parlato del mare e ci ha fatto giocare a
bandiera: mi sono divertita molto con Capitan Tony! La sera siamo stati in ludoteca e
ho disegnato dei disegni bellissimi. Il giorno dopo, durante la mattina, abbiamo visto un
filmato sull‟acquario di Genova per prepararci alla visita prevista per il pomeriggio.
All‟acquario ho visto gli squali, i delfini e ho accarezzato le razze, verso sera siamo
ritornati alla casa vacanza, e, dopo cena, siamo andati in discoteca dove mi sono
divertita ancora di più della volta precedente perché c‟era meno gente.
Venerdì mattina siamo andati a fare una passeggiata a Pietra Ligure. Abbiamo visto un
pozzo e la nostra educatrice ci ha raccontato la sua storia e ci ha portato a
vedere i resti di un castello su una grande
saliti in camerata, abbiamo fatto le valigie
tornare a casa.
In questi cinque giorni mi sono divertita un
per la mia compagna Greta che giovedì
infermeria.
roccia. Nel pomeriggio siamo
e la doccia….tutti pronti per
mondo, però mi è dispiaciuto
e venerdì li ha passati in
SERENA III C
Voglio un mondo divertente
Pieno di brava gente,
voglio un mondo di pace
dove sempre la guerra tace
voglio un mondo pieno di vita
dove la gioia sia infinita
voglio un mondo pieno di emozioni
dove si premiano le buone azioni
esiste un mondo così bello?
No, esiste nel nostro cervello.
E‟ nei nostri pensieri
capaci di grandi pensieri.
F oglie d‟autunno
O rti coperti di tanti colori
G iochi col vento.
L „albero è spoglio e l‟
I strice sta dormendo
E‟ arrivato l‟autunno.
GIANCARLO III C
CLASSE III C
R uvidi, rotolano giù dalle valli
I mportanti e spinosi
C rescono e cadono giù dagli alberi
C olorati di marrone
I in autunno come per magia si aprono.
SOPHIE III C
F oglie rosse
O arancioni
G ialle e verdi
L e porta via
I l vento
E leganti e leggere.
SARA, MATTEO B., SHUENG III A
P rimule, margherite
R ondini e
I nsetti.
M agnifici
A lberi pieni di
V erdi gemme
E fiori variopinti.
R inasce la natura…
A rriva la primavera.
GABRIELE III A
Finalmente è arrivata la primavera!
Gli animali si risvegliano e le rondini
tornano cinguettando.
Le giornate sono più lunghe, c‟è caldo e più luce.
I bambini hanno la possibilità di andare al parco ad ascoltare la natura e giocare in
mezzo all‟erba verde brillante.
L‟abbigliamento è più leggero così finalmente possiamo lasciare a casa sciarpe,
cappelli, giubbotti pesanti.
Le gemme sbocciano sugli alberi ricoprendoli di bellissime foglie verdi e lisce come
seta..
Fiori di mille colori ricoprono i prati e ritornano anche coccinelle e farfalle che
svolazzano leggere nell‟aria frizzante di primavera.
Il vento quando arriva è fresco e piacevole.
Su nel cielo c‟è il sole che riscalda sempre di più.
La primavera è la stagione più bella perché rinasce la natura e anche gli uomini sono
più felici.
(Denise 3 A)
Il giorno 24 gennaio con i miei compagni siamo partiti per “Scuola Natura” a Pietra
Ligure.
Appena arrivati abbiamo conosciuto Mara, una delle nostre educatrici, che ci ha fatto
vedere la nostra camerata e ci ha spiegato l‟organizzazione della colonia.
Nel pomeriggio siamo andati in spiaggia a giocare e abbiamo fatto un bel castello di
sabbia, poi siamo ritornati nella casa vacanza e abbiamo giocato a Monopoli.
Dopo cena siamo andati in discoteca a ballare e ci siamo divertiti tanto. Alle dieci
siamo andati a letto perché ormai era tardi e noi eravamo davvero molto stanchi, la
maestra ci ha letto la fiaba di Aladin e ci siamo addormentati tutti.
Il giorno dopo appena alzati, vestiti e lavati è arrivata Mara e con lei e le nostre
maestre siamo andati a visitare le grotte di Borgio Verezzi con la guida. In alcune
parti delle grotte abbiamo fatto delle foto e abbiamo visto stalattiti e stalagmiti che si
univano e formavano delle colonne, infine abbiamo visto dei laghetti con dei colori
bellissimi. Nel pomeriggio siamo andati con il capitano Toni in spiaggia e mentre
andavamo ci ha fatto cantare una simpatica canzone. In spiaggia Toni ci ha fatto
giocare al tiro alla fune e ci ha insegnato tante cose interessanti sul mare e a fare i
nodi marinari.
Dopo cena siamo andati a vedere uno spettacolo teatrale.
Giovedì mattina dovevamo andare al porto di Loano con le nostre maestre ma si è
alzato un fortissimo vento e quindi siamo rimasti in colonia a giocare.
Giovedì pomeriggio siamo andati all‟acquario di Genova dove abbiamo visto tanti
pesci e i bellissimi delfini. Inoltre ci siamo divertiti un mondo a toccare le razze.
La sera eravamo talmente stanchi che siamo andati subito a letto.
Venerdì abbiamo fatto un giro a Pietra Ligure e abbiamo mangiato un dolcetto al
cioccolato tipico della Liguria.
Questa settimana mi è piaciuta perché abbiamo fatto tante belle uscite e poi perché
sono diventato più amico dei miei compagni.
(Emanuele 3 A)
Lunedì 31 Gennaio ci siamo recati al teatro “Il Trebbo” a Milano ad
assistere e partecipare allo spettacolo: “ In viaggio sul Nilo”.
Era uno spettacolo particolare e ci siamo divertiti molto, perché c‟erano gli
attori che raccontavano e recitavano ma soprattutto ci facevano
interpretare dei personaggi o mimare degli avvenimenti che accadevano.
Abbiamo “remato” su un‟imbarcazione lungo il Nilo, abbiamo ”visitato”
monumenti, piramidi, templi, tombe…..
Abbiamo fatto il gioco delle spighe di grano sulla musica delle “Quattro
Stagioni: Estate ” di Antonio Vivaldi.
Abbiamo partecipato alla vita di tutti i giorni del popolo Egizio, al corteo
del Faraone alla sua morte e imbalsamazione, alla costruzione di una
piramide: uno di noi è stato scelto per rappresentare il Faraone, che è stato
messo su una portantina e condotto in corteo; alla sua morte è stato messo
in un sarcofago e infilato nella piramide che avevamo costruito.
ANK-UGIA-SENEB
VITA- PROSPERITA’- SALUTE
Questo è il saluto in uso tra gli antichi Egizi!
Gli Egizi con un occhio vedevano il fiume, l‟acqua, la vita. Con l‟altro
occhio vedevano il deserto, il nulla ( Sahara = grande nulla), la morte.
Concedi ogni giorno
Piacere al mio cuore
Questa è la preghiera che gli antichi Egizi rivolgevano al Dio Sole.
… Sarebbe bello poter studiare sempre la storia guardando e
partecipando agli spettacoli a teatro…
Venerdì 4 Febbraio siamo andati a Torino per visitare il museo egizio che
è uno dei più importanti d‟Europa, il secondo al mondo, dopo quello del
Cairo, ad avere reperti dedicati al mondo egizio.
Divisi in tre gruppi, ciascuno con la propria guida, abbiamo iniziato la
visita attraverso:
Papiri
Mummie e sarcofagi
vasi canopi
animali imbalsamati
e
papiri
oggetti di vita quotidiana
Attraverso la raccolta di tutti questi reperti archeologici abbiamo
ricostruito la storia della civiltà egizia.
Il giorno 2 Dicembre ci siamo recati, con i mezzi pubblici all'acquario
civico di Milano.
Quando siamo arrivati siamo stati divisi in tre gruppi e abbiamo iniziato a
seguire la nostra guida.....
Il nostro viaggio è iniziato alla foce del FIUME dove l'acqua dolce diventa
acqua salmastra.
Il primo incontro è stato con gli STORIONI;
questi pesci erano già presenti ai tempi dei dinosauri, possono essere
lunghi oltre tre metri, hanno la testa che termina con un becco adunco cioè
ricurvo, la bocca è priva di denti e il corpo è rivestito di scudi ossei; la
pelle è liscia come gli squali e non hanno le squame.
E' pescato per la bontà delle sue carni e per le uova dalle quali si ottiene il
caviale.
Siamo poi passati davanti ad una vasca nella quale erano presenti pesci che
vivono nel fondale roccioso. Erano le ORATE che mangiavano le cozze; la
PAVONELLA con una striscia rossa.
Quando questi pesci nascono sono tutte femmine poi crescendo diventano
maschi e il colore diviene verde.
Proseguendo abbiamo incontrato i SARAGHI, il PAGELLO e il PESCE
BALESTRA.
Quest‟ultimo pesce mangia i ricci e ha gli occhi molto distanti dalla bocca.
Abbiamo poi incontrato, durante il nostro cammino il ROMBO e la
SOGLIOLA. Questi pesci hanno un occhio migratore.
Essi infatti si sono adattati alla vita sul fondo del mare, mangiando vermi e
molluschi. Alla nascita i pesci piatti hanno un occhio su ciascun lato della
testa e nuotano in prossimità della superficie. Dopo alcune settimane, un
occhio migra gradualmente sull'altro lato , e il pesce si adagia sul fondo
appoggiandosi sul fianco " cieco".
Ci siamo infine spostati in una vasca dove era rappresentato l'ambiente
dello stagno nel quale viveva un LUCCIO. Questo pesce di fiume è un
voracissimo predatore di pesci più piccoli, lungo talvolta fino a due metri;
ha il muso a spatola e la bocca munita di numerosi denti, circa trecento,
rivolti all'indietro. Mangia rane, anatre, serpenti.
Ecco le foto di alcuni pesci.
saraghi
sogliola
Dal 21 al 26 marzo la nostra classe, insieme alle sezioni B e C e agli insegnanti, si è
recata a Pietra Ligure, una cittadina della Liguria, situata nella Riviera delle Palme.
Abbiamo vissuto giorni intensi ed esperienze straordinarie.
Lunedì abbiamo approfittato del bel tempo per visitare la
spiaggia privata della Colonia; ci siamo rilassati giocando e
godendoci un meraviglioso panorama.
Le vere attività hanno avuto inizio martedì mattina,quando abbiamo raggiunto a piedi
Loano. Qui la nostra educatrice ci ha spiegato come è fatto un porto; Loano è un
porto turistico, abbiamo avuto modo di vedere sia le infrastrutture del porto
(banchine, frangiflutti, ancore da terra), sia alcuni pescatori che
riparavano reti da pesca. Nel porto erano attraccate anche semplici
barche e in particolare le tipiche barche dei pescatori dette
“gozzo”. Prima di rientrare abbiamo percorso vie strette chiamate “carruggi” dette
così perché un tempo passavano solo i carri.
Nel pomeriggio siamo partiti per Genova, maggior porto commerciale d‟Italia. In città
abbiamo visitato l‟Acquario di Genova. Pesci di tutte le forme e colori, foche e
pinguini, delfini, squali, rettili ci hanno accompagnato in questa visita. Tutte le diverse
specie di animali vivono in adeguati microambienti che rispettano l‟habitat naturale e
il tema della biodiversità.
Mercoledì mattina, a piedi, siamo andati a visitare il convento dei
Carmelitani. Oltre che pregare i frati, nel loro chiostro coltivano
alcune piante (rosmarino, limoni, aloe,agavi e lavanda) che utilizzano per la
preparazione di prodotti officinali (saponette, grappe e dolci).
Nel pomeriggio, sulla spiaggia, Capitan Toni ci ha insegnato i segreti del mare:

i nodi caratteristici dei marinai (semplici, savoia, inglese, cappuccino);

l‟alfabeto fonetico internazionale;

l‟ascolto del mare ad occhi chiusi.
Giovedì
mattina
abbiamo visitato le Grotte di Borgio Verezzi, che ci hanno permesso di effettuare un
viaggio lungo 800 metri all‟interno della Terra. Durante questo percorso abbiamo
incontrato fantastiche figure che con la nostra fantasia si sono trasformati in
animali e oggetti immaginari: “il piede di Gulliver”, “il castello”,
“l‟orecchio
dell‟elefante”, “la Madonnina”, “il presepe”. La responsabilità di queste meraviglie è
stata l‟acqua che, con un paziente e millenario lavoro ha scavato le rocce sciogliendo il
calcare formando ampie sale con stalattiti e stalagmiti.
Nel pomeriggio abbiamo esplorato Pietra Ligure; un volontario ci ha raccontato la
storia di S. Nicolò.
Venerdì mattina abbiamo visitato un frantoio; qui siamo venuti a conoscenza di tutte
le operazioni per la produzione dell‟olio extra vergine d‟oliva. L‟ulivo rappresenta da
sempre un elemento fondamentale del paesaggio ligure. Gli uliveti sistemati a
terrazzi, caratterizzano i territori collinari. La varietà di olive più diffusa è la
“taggiasca”, un‟oliva violacea la cui polpa produce un olio pregiato.
Gli alunni della classe V A
CONCORSO “CIAK SI GUIDA”
Noi alunni delle classi quinta A e B abbiamo aderito al progetto “Sicuri
sulla strada” in collaborazione con i vigili urbani del Comune di Milano, con
lo scopo di sensibilizzare noi giovani sul rispetto delle regole alla guida
per la salvaguardia della propria e delle vite degli altri. Abbiamo appreso
non solo i segnali stradali più importanti,
ma anche l‟importanza del lavoro che i Vigili Urbani fanno costantemente
per la tutela della sicurezza dei cittadini in senso generale.
Il nostro formatore, un agente di Polizia Municipale, ha reso gli incontri
molto interessanti, poiché ha lasciato spazio alle nostre domande,
curiosità e ci ha anche fatto provare un‟esperienza diretta sulla strada.
Abbiamo creato due “palettine”, una con la scritta “bravo automobilista”
ed un‟altra con la scritta “multa” e, insieme a lui, abbiamo fermato alcune
autovetture per controllare che avessero tutti i documenti in regola:
patente e libretto, assicurazione ecc. Alla fine, tutti d‟accordo,
decidevamo di mostrare l‟una piuttosto che l‟altra “palettina”…
Inoltre, al fine di comprendere meglio il valore del rispetto delle regole
stradali, sempre invogliati dal nostro formatore, abbiamo partecipato al
concorso “Ciak si guida”.
Dopo aver stilato un piccolo copione, abbiamo prodotto un breve video
aiutati da alcuni Vigili Urbani presenti nella nostra zona.
Ecco alcune foto scattate durante le riprese…
Giorno 15 aprile siamo andati all‟ Auditorium di largo Mahler a Milano,
per assistere alla premiazione dei video delle diverse scuole che hanno
aderito al concorso.
CHE SORPRESA!!! NON CREDEVAMO ALLE NOSTRE ORECCHIE!!!
ERAVAMO I PRIMI CLASSIFICATI, SU TUTTE LE SCUOLE PRIMARIE
PARTECIPANTI DI MILANO, ALLA QUARTA EDIZIONE DI “CIAK SI
GUIDA”, IL FILM FESTIVAL DELLA SICUREZZA STRADALE.
Il nostro video è stato definito dalla giuria ”semplice e ben congeniato
nel rappresentare i rischi legati all’abuso dell’alcool alla guida”.
Come premio al nostro Istituto è stato consegnato un PC, una statuetta
che rappresenta un “GHISA” ed anche il premio di Quattroruote,
partnership dell‟iniziativa.
E‟ stato un evento importante, hanno partecipato il direttore di
Quattroruote, rivista specializzata nel settore delle auto, che ci ha
premiati, il comandante dei vigili urbani, il Sindaco Moratti, il vicesindaco
Decorato, l‟assessore Moioli.
Grazie a quest‟iniziativa il nostro video parteciperà al Giffoni Festival…
Per concludere abbiamo creato un cartellone che ripercorre le fasi del
progetto, da mettere in mostra in occasione della festa di fine anno…
ECCONE ALCUNI ELEMENTI!
Le ideatrici… ins. Daniela Mirenda
e
Mariateresa Peluso
PER NOI E LE NOSTRE INSEGNANTI È STATA UNA BELLISSIMA
ESPERIENZA !!!
Vi invitiamo a vedere il video… con la certezza che anche voi lo
apprezzerete… buona VISIONE!!!
Noi alunni della classe 5C in occasione del 150° anno dell‟UNITA‟ d‟ ITALIA
abbiamo ricercato dei PROVERBI delle REGIONI ITALIANE e riportiamo
alcuni di essi:

LIGURIA
- LAMPI,TROI E VENTU
A TERA
-lampi, tuoni e vento, brutta
giornata
 CAMPANIA
- CHI VOLE: VAI, E CHI
NOBBOL MANNA
-chi vuole qualcosa va a
prendersela
Chi non la vuole la manda a
prendere
 MARCHE
-CHI PADIGA FA LA GOBBA,
CHI RUBBA FA LA ROBBA
-chi lavora si spacca la schiena e
chi ruba fa i soldi
 LOMBARDIA
- LA GATTA PRESSUSA FA I
MICETT ORB
- la gatta frettolosa fa i micini
ciechi
 CALABRIA
-QUANDU
U
DIAVULU
T‟ACCARIZZA,VOLI
L‟ANIMA
-quando il diavolo ti accarezza,
vuole l‟anima
 VENETO
- CHI CHE NO GA‟ TESTA
GA‟ GAMBE
-chi non ha la testa, ha le gambe
 SARDEGNA
-FORA DAE CORU, FORA
DAE PENSAMENT
-lontano dal cuore, lontano dal
pensiero
 ABRUZZO
- A LAVVA‟ LA COCCE
ALL‟ASIN SPICH
TEMP,ACQUE E SAPON
-a lavare la testa all‟asino sprechi
tempo e sapone
 BASILICATA
-TI PUZZA A VOCCA I
LATTI!
-ti puzza la bocca di latte
 UMBRIA
-QUANDO SOI TROPPI
GALLI A CANTA‟ IN SE‟ FA
MAE GIORNO
 MOLISE
-U SCARPARE VA SENZA
SCARPE
-il calzolaio va senza scarpe
 TRENTINO ALTO ADIGE
-CHI ARTE NUSA
FAR,BUTEGA SERA
- chi non sa fare il suo mestiere
chiude la bottega
TUTTI INSIEME NELLA PROPRIA DIVERSITA’ CULTURALE
PER FORMARE UNA GRANDE NAZIONE:L’ITALIA
Noi bambini delle classi IIIB, IIIC e IIID, anche quest‟anno abbiamo lavorato,
guidati dalle nostre insegnanti Maria Barbasso e Mariateresa Peluso, sui temi delle
diverse festività, ci siamo divertiti a preparare canti e cartelloni…
In occasione del Natale, per esempio, abbiamo ripassato le “words”
apprese gli scorsi anni inerenti a tale festività e ne abbiamo apprese di
nuove attraverso giochi e flash cards…
Ci siamo divertiti nel cercare le Christmas words
e abbiamo utilizzato le stesse anche per esercitarci su alcune strutture
della lingua inglese.
Per concludere abbiamo realizzato dei cartelloni sul tema del Natale…
Anche in occasione della Pasqua ci siamo esercitati sulle “Easter words”
apprese gli scorsi anni e ne abbiamo apprese altre, sempre con la stessa
tecnica…
Abbiamo anche ricordato la storia del “Easter Bunny” …
e abbiamo creato la nostra “Easter Card”…
Questi lavori sono stati molto interessanti e divertenti… così è stato più
semplice e divertente imparare…
Anche noi alunni della classe VB abbiamo lavorato su Happo and the happiness.
Giorno 27 aprile abbiamo assistito allo spettacolo teatrale.
E‟ stato molto divertente vedere rappresentata da persone vere, la storia che precedentemente
avevamo letto, questo ci ha dato modo di comprenderne meglio il significato.
L‟indomani abbiamo iniziato il lavoro sulle schede operative ed anche lì abbiamo approfondito la
storia in modo interattivo…
Dopo averne compreso la trama (the Plot) ed averla scritta in italiano ognuno sul proprio quaderno,
insieme alla nostra insegnante Mariateresa Peluso, l‟abbiamo trascritta in lingua inglese…
rappresentando i tre momenti più importanti col disegno.
E’ stata proprio una piacevole esperienza…
Anche quest‟anno i
bambini che si avvalgono
della IRC (insegnamento
Religione
non
Cattolica)
solo…
e
hanno
realizzato
l‟ormai
tradizionale
presepe
costruito interamente a
mano
utilizzando
polistirolo
il
e seguendo
una particolare tecnica
che tende a ricreare l'effetto delle vecchie costruzioni e che vuole rappresentare la
vecchia città di Greccio dove san Francesco realizzò il primo presepe al mondo.
Il nostro presepe, che ha avuto come titolo «”La” sorgente di acqua viva», ha
posto la sua attenzione sul tema del degrado ambientale e della salvaguardia del
creato.
In particolare, alla luce di quanto esprime Francesco d‟Assisi attraverso il
“Cantico delle Creature” chiamando l‟acqua “sorella” e definendola “tanto umile e
preziosa”, abbiamo voluto invitare tutti a difendere questo bene da coloro che
vogliono appropriarsi di questo dono prezioso rendendo privato ciò che nasce per
tutti. “Sorella acqua” non può essere venduta, da lei non si può ricavare profitto, al
contrario occorre liberarla dalla stretta morsa della finanza, che soffoca l‟impegno a
battersi per il bene comune e non privato.
Ecco parchè abbiamo voluto realizzare nel nostro presepe una sorgente di
acqua pura che parte da Gesù, “sorgente di acqua viva”, e giunge nelle case, tra le
piante, tra gli alberi… incoraggiando così tutti coloro che stanno spegnendo nel loro
cuore la gioia e la forza di lottare per difendere “nostra madre terra”, creata con e per
amore aldilà di ogni lingua, razza e nazione.
La scelta del tema e la bellezza del presepe ci ha portato anche quest‟anno a
VINCERE IL PRIMO PREMIO DIOCESANO “La stella di Betlemme”. Molte
scuole di ogni ordine e grado hanno aderito al concorso dei presepi organizzato dalla
FOM (federazione oratori Milano) ma, mi preme sottolineare, come poca è stata la
partecipazione delle scuole statali. A tal proposito, il direttore diocesano degli oratori
si è con noi particolarmente complimentato sottolineando come: “sia più facile per
una scuola privata, magari gestita da religiosi e/o religiose, realizzare un presepe
piuttosto che in una scuola statale, dove spesso gli interessi sono ben altri”.
Approfitto cari miei alunni per complimentarmi con voi… grazie di cuore per
quello che, nella semplicità del vostro cuore, siete riusciti a realizzare… un grazie a
chi, nel silenzio, ha contribuito per regalare un sorriso ai bambini e infine, un grazie a
te, o Dio, per avermi donato la possibilità di bambini così tanto splendidi.
Maestro Lorenzo
"Quello che noi facciamo e' solo una goccia nell'oceano,
ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno".(Madre Teresa)
Nel mese di Aprile, noi docenti, genitori e alunni dell‟Istituto Comprensivo di
via Scialoia, abbiamo aderito all‟iniziativa promossa dall‟associazione “insieme nel
mondo”, associazione di volontari, che seguendo l‟insegnamento di Gesù, cercano di
migliorare le condizioni di vita delle persone nei Paesi poveri, realizzando progetti di
solidarietà. Abbiamo così aderito ad uno dei loro tanti progetti attraverso la raccolta
di abiti usati e giocattoli inutilizzati che, dopo essere stati riciclati, il ricavato sarà
devoluto per la costruzione di una scuola.
È stato un grande successo: l‟aula insegnanti per qualche giorno è stata
sommersa da sacchi grandi e piccoli. Questo potrebbe sembrare per qualcuno un
gesto straordinario, ma per il nostro istituto ciò che sembra essere straordinario è
ordinario perché sappiamo bene come, in realtà, si tratta di un semplice gesto di
amore che ogni uomo è chiamato non solo a ricevere ma anche a dare convinti che
“essere non amati, non voluti, dimenticati è la povertà più grande… peggio di non
avere niente da mangiare”.
Le foto sotto riportate, illustrano il momento in cui questi sacchi pieni di vestiti e
giocattoli sono stati caricati sul furgoncino pronti per raggiungere la loro
destinazione.
maestro Lorenzo
Noi bambini delle classi
terze, sorretti dalle classi quinte e
guidati dal maestro di religione
Lorenzo con la collaborazione
delle nostre insegnanti di classe,
abbiamo aderito ad un concorso
organizzato dalla CEI (Conferenza
Episcopale Italiana) in occasione
della giornata nazionale dedicata
all‟Eucaristia
dal
titolo:
“Eucarestia e vita. Le meraviglie
del creato” che si terra ad Ancona
l‟11 settembre prossimo.
La nostra scuola si trova in
una zona ad alto flusso migratorio infatti è frequentata da tanti bambini provenienti
da molto lontano (cinesi, filippini, sudamericani, egiziani…). Tale realtà fatta di
“tanti colori” ci ha portato a orientare la nostra programmazione verso progetti che
favoriscono lo scambio tra le diverse culture e l‟arricchimento scolastico e formativo:
questo ci ha portato a prevedere la preparazione di un plastico grazie al quale
sottolineare che vivere una vita eucaristica significa avere la capacità di accogliere
tutti, di trovare strategie tali da portare ogni bambino ad integrarsi nella vita
scolastica in maniera positiva mettendo in pratica l‟insegnamento di Gesù: «vi ho
dato l’esempio…» e ancora «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi».
Il plastico che abbiamo realizzato ha come titolo: CON GESU’, UNITI
NELL’AMORE e si divide in quattro parti:
- al centro i “pesci”, simbolo di
Gesù, Figlio di Dio, realizzata con la
tecnica del mosaico dai nostri compagni
più grandi (classi quinte);
- nei quattro lati la riproduzione degli
ambienti di vita quotidiana di noi bambini con diverse tecniche di pittura: la
scuola indicata con la classe, il giardino e il refettorio
(2 riquadri); la casa (1
riquadro); la comunità parrocchiale (1 riquadro).
Queste sono le realtà di vita quotidiana che ognuno di noi ogni giorno è
chiamato a vivere (scuola, famiglia, parrocchia e/o oratorio). In esse incontriamo la
diversità, nuovi amici, tanta gioia nel cuore, il desiderio di stare con gli altri, di
condividere, di accogliere, amare …
Spesse volte il maestro Lorenzo ci ricorda quanto sia importante accogliere nel
nostro cuoricino gli SMS di Gesù perché con Lui, tutto diventa più bello…
Siamo certi che se ci impegniamo a partire da Lui (uniti) e a Lui ritornare
(l‟Amore) realizzeremo il grande sogno che Dio ha nel cassetto: costruire la civiltà
dell‟amore . Ecco il motivo per cui il mosaico è stato posto al centro del plastico,
proprio per ricordarci come è Lui che deve animare la nostra vita di cristiani, il nostro
“fare” scuola, il nostro vivere insieme agli altri, il nostro voler bene a mamma e
papà, la nostra gioia di andare in parrocchia e oratorio...
Le discipline che sono state coinvolte nella realizzazione del plastico sono state le
seguenti:
Religione Cattolica.
GEOGRAFIA: spazio – ambienti.
STORIA: diversità dei popoli.
ARTE E IMMAGINE: tecnica del mosaico, lavori in polistirolo, manipolazione
del das, costruzione di oggetti con l’ utilizzo del legno, uso dei colori acrilici.
TECNOLOGIA – INFORMATICA: stampe, presentazione fasi lavorative in ppt
(power-paint)
Nelle ore di IRC e delle altre discipline coinvolte sono state utilizzate le
seguenti metodologie:
 lezioni frontali per classi parallele presso il laboratorio di informatica;
 lavori in piccoli gruppi per lo svolgimento di attività laboratoriali finalizzate
alla realizzazione del plastico presso il laboratorio di pittura;
 attività interdisciplinari;
 uso del metodo dell‟apprendimento;
 uso di tecniche specifiche quali:
- mosaico;
- creazione di tasselli in ceramica per mosaico;
- manipolazione con il das per la costruzione dei personaggi;
- costruzione edifici in polistirolo;
- lavorazioni in legno;
- utilizzo dei colori acrilici e a tempera.
Tutti i bambini (italiani e stranieri), (normodotati e con difficoltà), (avvalenti e
non all‟IRC) abbiamo lavorato “alla grande” dimostrando partecipazione, interesse
ed entusiasmo poiché attraverso un‟attività pratica e vicina alla loro età hanno alla
fine compreso l‟alto valore educativo e culturale dell‟iniziativa.
Sono stati inoltre coinvolti i genitori degli studenti sia attraverso la richiesta del
materiale di lavoro necessario per la realizzazione del plastico, sia mediante una
attività conclusiva (in occasione delle iniziative di fine anno) volta a spiegare
ai genitori - mediante presentazione in power point - il significato del progetto e
tutte le fasi lavorative eseguite dai propri figli.
Non ci resta che attendere con ansia l‟esito della commissione che valuterà il
nostro lavoro e cercherà di cogliere il contenuto teologico che abbiamo voluto dare.
Se ci classificheremo primi a livello nazionale (magari!!!), vinceremo una
lavagna interattiva (LIM) da collocare con molta probabilità nella nostra aula di RC
e l‟udienza dal Papa Benedetto XVI.
le classi III
Il trenta marzo ci siamo svegliati presto e alle sette e un quarto
siamo partiti per Torino. Il viaggio è durato circa due ore;
finalmente alle nove e trenta siamo arrivati. La prima tappa
prevista è stata a palazzo Madama in cui abbiamo visitato il
museo: all’ interno giacevano i resti dell’antica Torino romana. Ci
hanno mostrato un video che illustrava le diverse fasi di
trasformazione di Torino: dall’antichità a oggi. Poi salendo al
piano superiore la guida ci ha fatto notare che i tappeti esposti
erano azzurri anziché rossi perché l’azzurro era il colore dei
Savoia. Poco dopo siamo andati a visitare il Duomo, in stile
rinascimentale, fatto di marmo bianco con una cupola. Ci siamo
recati quindi a palazzo reale circondato frontalmente da una
cancellata azzurra con foglie d’oro che raffigurano il volto di
personaggi importanti. Sopra il palazzo c’era una piccola cupola
dove era racchiusa la sindone, portata via l’11 aprile del 1997
poiché, a causa di un incendio, si era un po’ rovinata. Torino è una
città con molti portici lunghi precisamente 14 km. Abbiamo
osservato
attentamente
le
case
dell’epoca
rinascimentale.
Avevano a piano terra le botteghe, al primo piano i magazzini e al
secondo piano le case dei nobili che avevano soffitti molto alti.
Negli altri piani invece c’erano le stanze dei servi. In alcune zone i
negozi erano piccolissimi perché i proprietari per non pagare le
tasse restavano in piedi tutto il giorno. Abbiamo visto da fuori il
primo Cottolengo e abbiamo scoperto che c’erano solo due bagni
ai lati della città. C’era una casa che sembrava che avesse un
piercing, molto originale anche perché sul muro esterno si
vedevano due grosse macchie di sangue blu come quello dei
nobili.
(Eleonora e Martina 1C)
Mercoledì 30 marzo siamo andati in gita a
Torino
e
abbiamo
visitato
il
borgo
medievale. L’entrata principale era un
ponte levatoio, vicino al quale c’era una
figura di un personaggio mitologico che
doveva
incutere
timore
a
quelli
che
entravano. A sinistra c’era l’alloggio dove i
pellegrini potevano mangiare, riscaldarsi e
dormire. A destra c’era il forno dove
contadini si facevano cuocere il pane dal
fornaio in cambio di soldi o benefici in
natura. Davanti in alto c’era un’immagine
di persone che ballavano mascherate.
Queste persone a Carnevale andavano in
giro per la piazza a beffeggiare i passanti
che incontravano.
Al centro della piazza c’era un pozzo dal
quale si poteva attingere dell’ acqua.
Vicino al forno c’era una catena alla
quale chi commetteva dei reati veniva
incatenato, lasciato un po’ di giorni
senza cibo e maltrattato dai passanti.
Più avanti c’era
una bottega dove si
faceva la carta ricavata dai panni di
cotone. C’erano altre botteghe e case. In
fondo c’era una chiesa e vicino tre
bastoni usati dai pellegrini e lasciati
come ex voto. Inoltre abbiamo visto
l’immagine di San Giorgio che uccideva
un drago. Una Rocca sovrastava il
borgo ed era l’abitazione dei soldati e
del feudatario.
Giorgio e Davide
TORINO: LA ROCCA
MEDIOEVALE
DEL VALENTINO
Nel 1884 il Castello medioevale del Valentino, quale sezione di arte antica
dell’Esposizione Generale Italiana di Torino, fu costruito riproducendo fedelmente
costruzioni piemontesi e valdostane del XV secolo.
La Rocca è riccamente arredata e riprende in parte lo stile del Castello di Fénis.
E’ stata costruita in stile gotico, tipico del Quattrocento in Piemonte.
Il Castello costituisce il punto focale del Borgo e, al suo interno, si possono
ammirare molte stanze. In mezzo al Castello c’è un cortile, circondato da stanze.
Superato l’ingresso si accede ad un atrio, dal quale si può entrare direttamente in
una camerata dove dormivano i soldati: ancora oggi ci sono armi e letti di paglia.
Il capo dei soldati dormiva nel letto più vicino al camino per riscaldarsi meglio,
anche se di notte i camini venivano spenti per evitare che si sviluppasse un
incendio. Subito dopo la camerata dei soldati c’è la cucina, dove si preparavano cibi
come fagiani, cinghiali, .....
Si passa poi alla sala da pranzo, dove c’è un enorme tavola: sul trono sedeva il
Signore, riscaldato anche alla schiena da un tessuto.
Il pranzo era servito sulla tavola e i fagiani venivano portati con le piume per stupire
gli ospiti. Poi venivano riportati in cucina, dove venivano spennati.
Al piano interrato ci sono le carceri, nelle quali erano rinchiusi i prigionieri.
Al primo piano c’è la stanza da letto del Signore, con un enorme camino.
C’è anche la cameretta del guardiano, che controllava l’accesso al ponte levatoio.
Vicino alla camera da letto del Signore c’è la sala baronale, dove si svolgevano le
assemblee e dove venivano prese le decisioni. Prima di questa stanza c’è l’antisala
baronale, che era una specie di sala d’attesa.
Sempre al primo piano c’è una cappella, che era una piccola chiesa interna al
Castello, divisa in due parti: una riservata ai nobili, ricca di decorazioni, e l’altra per
le persone più povere, con scarse decorazioni. C’è inoltre un oratorio e la stanza
della damigella, con un letto a baldacchino, per non disperdere il calore.
(Micaela)
Mercoledì 6 Aprile, nell’aula di scienze, abbiamo
incontrato un’esperta, che ha spiegato alla classe le fasi
per preparare il formaggio e i principi nutrizionali del
latte. Ha anche illustrato alla classe i vari tipi di latte in
commercio: latte crudo, latte fresco pastorizzato, latte
pastorizzato, latte UHT, latte ad alta digeribilità e il
latte in polvere. I derivati del latte sono: panna, burro e
yogurt. Nel latte si distinguono due gruppi di proteine:
la caseina e le proteine del siero. Per preparare il
formaggio, dopo aver portato il latte a 35°- 40°, bisogna
seguire tre fasi:
-
la COAUGULAZIONE ACIDA, che consiste nell’acidificare il latte
-
la COAGULAZIONE ANZIMETICA, che prevede l’aggiunta di caglio, che è estratto dallo
stomaco di animali lattanti, ma può avere anche origine vegetale o batterica
-
la CAGLIATA ottenuta si introduce in formine bucherellate e, continuando a fare un
movimento rotatorio per far uscire il siero, si ottiene il formaggio primo sale.
Abbiamo quindi ottenuto dei piccoli formaggini,
che abbiamo gustato con dei crackers.
(Elena e Micaela)
Il 18 novembre la professoressa Renieri durante la lezione del professor Gorgoglione mi ha chiamato
perché ero stato sorteggiato come membro della commissione elettorale, rappresentante della I B. Per la I
A c'era Ilaria e per la I C Micaela, che ha svolto il ruolo di Presidente.
Una volta arrivati nella stanza dove di solito avvengono i colloqui genitori-insegnanti, abbiamo preso una
scatola sul cui coperchio era stato fatto un largo taglio: era l'urna.
La professoressa Renieri ci ha spiegato come funzionavano le votazioni per eleggere il rappresentante
degli studenti di prima media per il Consiglio di Zona 9 Ragazzi/Ragazze.
Quando è arrivata la prima classe i votanti si sono avvicinati al banco dove io e Micaela facevamo firmare
per la presenza e spiegavamo che dovevano andare verso gli altri due banchi, mettere, sul foglio che gli
davamo, una crocetta sul quadratino a fianco del nome del candidato scelto. Poi dovevano piegare il foglio
in quattro e imbucarlo nell'urna.
Quando hanno votato tutti i ragazzi, io, Micaela, la professoressa Renieri e la professoressa Calderara
abbiamo aperto i fogli dividendoli per candidato in mucchietti.
Ilaria non era presente perché era dovuta rientrare in classe per una verifica di inglese.
C'erano due schede nulle perché su una sono stati votati tutti i candidati e sull'altra è stata messa la croce
non nel rettangolino ma a fianco del nome.
Mentre facevamo lo spoglio noi della commissione elettorale abbiamo fatto dei commenti sulle votazioni.
Abbiamo notato che ci sono stati dei problemi durante le elezioni: alcuni non firmavano la presenza vicino
al proprio nome, ma a quello di un compagno; qualcuno prendeva la penna, mentre invece doveva usare la
matita; certi ragazzi andavano al banco dove c'era un'altra persona che stava votando, cosa vietata, perché
il voto deve essere segreto. In questi casi c'era Ilaria che aveva il compito di allontanare le persone che
andavano a parlare con altri.
Dopo aver contato le schede è risultato che Joel Persico, della classe I B, ha vinto con 24 voti.
Il compito del rappresentante sarà di essere presente alle riunioni al Consiglio di Zona e discutere di
attività da proporre ai ragazzi per sviluppare la nostra partecipazione nella scuola.
Simone Strozzi - I B
All'inizio dell'anno è stata fatta una votazione su quale sarebbe stato il rappresentante delle classi Prime per
il consiglio di Zona 9 Ragazzi e Ragazze.
I concorrenti erano tanti , ma, come sempre, solo uno vince . Ero molto ansioso di sapere il risultato delle
elezioni e quando ho scoperto di aver vinto io, quell' ansia è diventata emozione, perché stavo già pensando
a come sarebbe stata questa nuova esperienza.
Il 24 febbraio è stato il grande giorno in cui mi sono recato al consiglio di zona. Alessandro Capiello, il
rappresentante delle Seconde, invece, era assente e quindi doveva essere sostituito da Roberta Banfi, che
aveva ottenuto nelle elezioni il secondo posto.
Giunti all'edificio imponente dove ha sede il consiglio di zona, accompagnati dalla professoressa Renieri,
siamo entrati in una sala rettangolare divisa in tre parti: in fondo alla sala, di fronte alla porta d'entrata,
c'erano dei tavoli con delle poltrone in cui si sono sedute la presidente della commissione Giovanna Mizzau
e la presidente del consiglio di zona Beatrice Uguccioni. Gli altri tre lati della sala erano occupati da tavoli
disposti a ferro di cavallo, con importanti poltrone rosse; qui mi sono comodamente seduto io insieme ai
ragazzi rappresentanti delle varie scuole. Infine, di fianco alla porta d'ingresso, c'erano delle sedie che sono
state utilizzate dagli insegnanti.
Eravamo riuniti soprattutto per scegliere il lavoro più significativo per le scuole elementari e le scuole medie
relativo al tema "COSA VUOL DIRE ESSERE CITTADINO ITALIANO", su cui avevamo lavorato nel
Primo Quadrimestre. Ad ogni scuola è stata assegnata una sigla; la nostra era 4S e comprendeva il disegno a
fumetti realizzato dalla mia compagna Chiara e degli slogan fatti dalle Seconde Medie.
A me piaceva soprattutto il lavoro che alla fine è stato premiato per le scuole elementari: veniva fuori
l'immagine dell'Italia che è fatta da regioni diverse che offrono al territorio nazionale prodotti diversificati e
ottimi: le arance non sono prodotte in Sicilia per la Sicilia, ma per tutti! Nel cartellone c'erano anche scritte
riferite agli stranieri che sono una presenza attiva in Italia e che dobbiamo saper accogliere. Mi è piaciuta
anche questa parte del cartellone.
La mia insegnante ci ha fatto notare in particolare la frase inserita alla sinistra della cartina geografica
d'Italia:
"Non dura a lungo il dominio fondato sulla spada.
Se vogliamo essere considerati cittadini italiani dobbiamo trattare gli stranieri con generosità.
Vedo che in molti popoli vi sono qualità da imitare.
Non possiamo governare un paese se non insegniamo qualcosa a gli altri popoli e a nostra volta non
apprendiamo qualcosa da essi."
Il testo è un adattamento "italiano" di un discorso fatto da Alessandro Magno:
Non mi sono spinto sino al cuore dell'Asia per sconvolgere i popoli che vi abitano, né per distruggere una
metà della terra, ma perché tutti coloro che io sottometto non debbano rammaricarsi delle mie vittorie. Per
questo motivo i vinti fanno parte dell'esercito con voi e spargono il loro sangue anche per voi, mentre se
fossero trattati con superbia si ribellerebbero. Non dura a lungo il dominio fondato sulla spada; eterna è
invece la riconoscenza per i benefici ricevuti. Se noi vogliamo possedere l'Asia noi dobbiamo trattare i vinti
con generosità e clemenza; la loro lealtà renderà stabile ed eterno il nostro impero.
Vedo che in molti popoli vi sono qualità che non dobbiamo vergognarci di imitare; non possiamo pretendere
di reggere un così grande impero se non insegniamo qualcosa agli altri popoli e a nostra volta non
apprendiamo qualcosa da essi.1
Queste parole sono importanti e trovo giusto che abbia vinto questo lavoro, anche se, al momento dello
spoglio delle schede, io ero agitato per l'ansia e avrei desiderato che la mia scuola vincesse.
Joel Persico - I B
1
Curzio Rufo, Storia di Alessandro Magno, VIII, 8 - Traduzione a cura di G. Baraldi in Prosatori di Roma, Zanichelli
C'era una volta un re che viveva in un castello e che era molto triste perché sua figlia era stata rapita
da un drago. Dopo aver pianto tutti i giorni perché la sua amata figlia non si trovava, il re chiese aiuto,
mandando dei messaggeri , in giro per i regni che dicevano: "Chi salverà la figlia del re dal drago, la
sposerà e gli verrà data anche una bella ricompensa!"
Così il principe del regno vicino, visto che nessuna fanciulla del paese gli piaceva, decise di andare a
cercare la principessa.
Si mise in cammino e per la strada incontrò un falegname a cui erano morte la moglie e la figlia.
Il falegname gli propose un accordo: "Se mi aiuterai a fabbricare mobili per tre giorni, ti darò un
oggetto magico per liberare la fanciulla dal drago".
Il primo giorno il principe si alzò all'alba e dopo aver fabbricato dieci mobili andò a dormire.
Il secondo giorno si svegliò all'alba e dopo aver fabbricato quindici mobili, andò a dormire.
L'ultimo giorno, cioè il terzo, svegliatosi all'alba lavorò tutto il giorno fabbricando venti mobili.
Il falegname rispettò la sua promessa e gli disse: "L'oggetto magico si trova in uno di questi mobili".
Il principe rispose dicendo: "Ma come posso trovare l'oggetto magico con tutti questi mobili?"
Il falegname gli disse: "L'oggetto magico si trova nel mobile che pesa di meno".
Il principe allora si mise subito al lavoro: alzò con fatica ogni mobile e, arrivato al decimo, si accorse
che era il più leggero e, aprendolo, vide che dentro c'era solo un sacchettino.
Lo prese e disse: "Mi hai fatto fare tutto questo lavoro solo per trovare un sacchettino?"
Il falegname gli rispose: "Quel sacchettino contiene una polvere magica che, appena buttata sul
drago, lo immobilizzerà per un' ora".
Il principe lo ringraziò e gli chiese dov'era la grotta del drago.
Il falegname gli rispose dicendo: "La grotta del drago si trova tra due montagne uguali; attraversata la
valle, la troverai".
Il principe si mise subito in cammino e dopo una settimana arrivò davanti alle due montagne,
attraversò la valle e trovò la grotta.
Ci entrò e buttò subito la polvere sul drago che si immobilizzò.
Il principe liberò la principessa che era legata a una roccia.
Prima di ritornare al castello passarono dal falegname e il principe gli disse: "Io ho immobilizzato il
drago, ma fra un' ora si potrà muovere e scatenerà tutta la sua furia sul tuo villaggio e sul nostro
regno!"
Il falegname ridendo gli rispose: "Io ti volevo mettere alla prova, volevo vedere se ti interessavi al mio
villaggio, se sarai un re giusto come lo è il padre della principessa che ama il suo paese così come i
suoi cari. Ma non ti preoccupare: quella polvere immobilizza per tutta la vita".
Il principe, la principessa e il falegname ritornarono al castello dove ci furono subito le nozze tra la
figlia del re e il principe.
La ricompensa in denaro venne data al principe e questi la consegnò al falegname, che si trasferì a
palazzo come consigliere del re.
Dopo due anni la principessa e il principe ebbero tre figli e tutti insieme vissero per sempre felici e
contenti.
Rebecca Cerberi - I B
Un re aveva una figlia che non rideva mai. Per quanti balli e feste spettacolari il re facesse,
la ragazza restava seria e muta come una pietra di cimitero.
Il re chiamò a corte giullari e saltimbanchi che provenivano da lontani paesi,ma sua figlia
continuava a non ridere.
C'era una lunga fila di persone alla porta del castello che aspettavano il proprio turno per
entrare a palazzo e poter fare ridere la fanciulla. La voce ormai si era sparsa anche in luoghi
lontani.
Il tempo passava ma la situazione, agli occhi del re, peggiorava, perché si sentiva sempre
più vecchio e avvilito.
Un giorno il re decise di mandare suo figlio, che era un bravo cavaliere, a cercare la persona
adatta a far ridere la principessa.
Il principe attraversò, dopo tanta strada, un bosco molto fitto. La luce del sole faceva fatica
a entrare; più si inoltrava più si faceva buio.
La paura di aver perso la strada s'impossessò di lui, quando all'improvviso sentì una voce.
"Cerchi forse qualcosa?" disse la voce.
"Ma tu chi sei?" chiese il principe.
"Sono un poveraccio e vivo qui nel bosco da tanto tempo con il mio amico riccio".
Il principe incominciò a spiegargli tutta la triste storia di sua sorella.
"Io- disse il poveretto – penso di poterti aiutare perché gli aculei del mio riccio sono magici.
"Se tu mi porti da lei io certamente la farò ridere".
Il principe, molto esitante, si convinse a portare il poveretto al castello.
Giunti alla porta bussarono e gli fu subito aperto; il re volle immediatamente vedere chi fosse
arrivato.
L'idea di quel riccio magico piacque molto al re che organizzò l'incontro con sua figlia, dopo
aver tolto un aculeo al riccio e aver espresso il desiderio che sua figlia incominciasse a
ridere. Il re, il principe e il poveretto con il riccio entrarono nella stanza della fanciulla. Il
principe mise l'aculeo del riccio fra i capelli della sorella. Lei guardò il riccio che si
appallottolò, il suo muso sparì e sembrò una vera pallina; questo imprevisto meravigliò la
fanciulla che scoppiò per la prima volta in una fragorosa risata. La vita, da quel momento, al
castello cambiò in meglio, il re visse felicemente ancora tanti anni, il poveretto fu accolto al
castello e fu ben voluto da tutti, infine la fanciulla si sposò e alla nascita del suo primo figlio
poté raccontargli una storia che incominciava così: "Un re aveva una figlia che non rideva
mai…"
Arianna Varisco - I B
In una savana vicino a un piccolo lago viveva un leon.Il suo
ruggito era debole e faceva fatica a spaventare gli altri
animali. Un giorno un coccodrillo e un'antilope, cattivi e
prepotenti arrivarono al piccolo lago e non permisero agli altri
animali di avvicinarsi all'acqua.
Gli animali avevano tanta sete e il leone era triste perché non
poteva
fare
niente,
il
suo
ruggito
non
impauriva
né
il
coccodrillo né l'antilope.
Una formica andò a consolare il leone che le parlò del problema
del ruggito debole. La formica suggerì al leone di andare a
ruggire in una grotta, se voleva impaurire gli animali cattivi e
conquistare la foresta. Il leone andò a provare in una grotta
vicina
e
riuscì
a
ruggire
forte,
talmente
forte
che
il
coccodrillo e l'antilope lo sentirono. Quando arrivò al lago,
vide l'antilope che fuggiva a gambe levate. Il coccodrillo invece
era uscito sulla riva e si muoveva goffamente; il leone ne
approfittò per balzargli addosso e uccise il coccodrillo. Tutti
da quel momento poterono di nuovo bere. Da quella volta nessuno
tra i coccodrilli o le antilopi ebbero il coraggio di andare a
infastidire il leone.
Alessandro Gao e Arianna Varisco - I B
C'erano due amici: un leone e una volpe. Vivevano in un circo dove si esibivano. Un giorno il leone scappò perché
nelle esibizioni che faceva non diventava mai famoso. Il direttore, quando se ne accorse, si spaventò e corse subito
dall'amica del leone, la volpe, che disse:
"Lui è scappato perché quando si esibiva riceveva pochi applausi. Vuole tornare dove è nato; forse là farà fortuna."
Intanto il leone riuscì a raggiungere la savana; qui trovò un corvo che gli diede una pozione magica per diventare un
animale famoso. Tutte le persone che andavano a fare safari fotografici iniziarono a volerlo fotografare, in qualsiasi
momento del giorno e della notte. Le sue fotografie facevano il giro del mondo. I turisti aumentarono e tutti
volevano vedere solo lui. Il povero leone non aveva mai un attimo di quiete e un giorno decise che non ne poteva più
di tutta quella popolarità. Andò quindi a cercare il corvo, lo trovò e gli disse:
"Voglio ritornare dov'ero prima!"
Il corvo gli disse:
"Al ruscello troverai un pesciolino d'oro, lo dovrai mangiare e tornerai dove eri prima." Il leone andò al ruscello,
mangiò il pesciolino, si ritrovò nel circo davanti al suo capo, che fu felice di rivederlo e gli fece fare subito
un'esibizione; tutti questa volta lo applaudirono, forse perché non voleva fare a tutti i costi bella figura, ma perché
era semplicemente se stesso. Dopo lo spettacolo poté starsene tranquillo a parlare con la sua amica volpe.
Yasmin Rouchdi e Alessandro Esposito - I B
C'era una volta un'aquila molto ambiziosa e superba. Si
credeva la più forte di tutta la montagna perché riusciva a
catturare prede che altre non riuscivano a catturare.
Si era specializzata ad afferrare gli animali piccoli: i
suoi preferiti erano le formiche.
Un giorno l'aquila incontrò una formica che, per non farsi
mangiare, le disse: "Non mangiarmi! Se vuoi dimostrare di
essere la più forte, la più originale aquila dei cieli e
essere incoronata regina delle aquile, devi diventare
vegetariana entro tre giorni. Nessuna aquila sarebbe in
grado di fare questo! Tu sì!".
L'aquila, sicura della sua superiorità, accettò.
Il primo giorno mangiò dei frutti.
Il secondo giorno cominciò a mangiare foglie che le
piacquero molto.
Il terzo giorno assaggiò i muschi..
Così tornò dalla formica che le disse: "Tu con la tua
superbia, hai allontanato i tuoi amici e i tuoi cari.
Nessuno ti vuole più come regina perché non sei più
un'aquila."
Così, triste se ne andò in cerca di un altro territorio
dove stare, volendo mantenere il primato di essere
vegetariana.
A poco a poco iniziò a perdere le penne e a non essere più
in grado di volare. Così morì.
Chiara Greco e Rebecca Cerberi - I B
Nel progetto di potenziamento linguistico
che ha visto impegnate le classi prime
nella realizzazione di FUMETTI, le abilità
linguistiche sono state utilizzate per
produrre testi che avessero l‟
IMMAGINE e l‟ ONOMATOPEA come
strumento di COMUNICAZIONE.
Gli alunni sono partiti dall‟ analisi dei
fumetti da loro più letti per cogliere le
caratteristiche strutturali e linguistiche.
Lo spunto è servito per la realizzazione, a
gruppi , di FUMETTI su tematiche
relative agli argomenti trattati.
La pubblicità è uno degli strumenti
di marketing maggiormente utilizzati
per ATTIRARE l’attenzione di
potenziali clienti su prodotti,
attività e servizi.
La pubblicità ci assedia e ci
colpisce da ogni parte, senza soste
e con ogni mezzo: nel chiuso della
nostra casa mediante la radio, la
TV, i giornali; per strada, mediante
cartelloni, manifesti volantini; nei
bar, al cinema, nei locali pubblici.
Oggi giorno la pubblicità ci assale
ovunque. Quando camminiamo per
strada grandi manifesti ci invitano
a comprare questo o quel prodotto;
se accendiamo la radio o la
televisione una voce suadente,
sempre accompagnata da musichette
accattivanti, ci convince che quel
dentifricio è più sbiancante di
quell'altro; quando apriamo un
giornale decine di pagine sono
occupate da spazi pubblicitari di
profumi, automobili veloci, cibi
raffinati, sofisticati prodotti
elettronici, merendine super
vitaminizzate.
A volte si vorrebbe fuggire da
questa morsa pubblicitaria ma… ci si
sente quasi braccati perché,
dovunque ci si nasconda, un'altra
réclame è in agguato per catturare
la nostra attenzione e invogliarci a
seguire le varie mode.
La pubblicità è alla base del
commercio, è il fulcro di tutta
l’economia di uno Stato, e questo lo
considero una dei suoi aspetti
positivi.
Però non è sempre così bella e utile
come ci appare: infatti, come spesso
accade, la pubblicità non è molto
onesta, anzi, cerca in tutti i modi
possibili di convincerci a comprare
una determinata cosa, anche al punto
di fare giri di parole per rendere
il prodotto migliore agli occhi del
telespettatore. È proprio per questi
ultimi punti che io sono del parere
che la pubblicità, oggi come oggi,
non è una buona cosa. Sicuramente il
numero di volte elevato che viene
trasmessa (a volte mi capita di
vedere due o tre volte lo stesso
pezzo in 5 minuti) porta il
telespettatore alla noia; e sempre
parlando di noia le pubblicità
spezzano i film e le trasmissioni in
troppe parti. Ma questi, a mio
avviso, sono solo gli aspetti
negativi più leggeri della
pubblicità: le cose peggiori
cominciano quando pensiamo che questi
potentissimi strumenti di
informazione ci fanno il LAVAGGIO DEL
CERVELLO. Con quelle loro canzoncine
che si imprimono nella mente, con le
persone riprese che sono sempre
belle, felici e sorridenti, alla fine
ci convincono che quel prodotto è
buono per davvero. Un altro aspetto a
cui bisogna fare molta attenzione è
la fedeltà delle pubblicità. Se una
certa cosa ha alcune
controindicazioni, o alcune
caratteristiche che possono risultare
d'intralcio alla vendita, le
troveremo sempre scritte a caratteri
microscopici o pronunciate a velocità
impressionante. Questo perché i
produttori si mettono la coscienza a
posto scrivendo anche i lati negativi
di un certo prodotto, ma noi veniamo
“INGANNATI” perché è difficilissimo
riuscire a leggere tutte le scritte
che vengono presentate in uno spot
pubblicitario. Ci tengo a precisare
una cosa: come ho detto all'inizio,
la pubblicità è un ottimo mezzo per
informare le persone dei più vari
oggetti in vendita, e questa è una
cosa buona. L'unico problema che
porta a dirmi che, al giorno d'oggi,
la pubblicità non è una buona cosa, è
che quest'ultima sta andando pian
piano degenerando, e che sta
diventando uno strumento troppo
potente e in grado di manipolare le
menti della gente.
Concludendo ribadisco la mia tesi
lanciando un messaggio ai
telespettatori di tutte le età: “Non
lasciatevi ingannare dalle apparenze,
controllate sempre il vero valore
delle cose pubblicizzate e, cosa più
importante, riflettiamo sempre e
domandiamoci se quel prodotto ci
potrebbe servire veramente.
Nicole Salvitto 2^C
E' importante la Pubblicità?
La pubblicità ha di sicuro
fama di autori, stilisti
del
un
ecc
perché
ruolo
dominante
nella
…
ecc
…
tuttavia
si
falso,
in
questo
molti
può
spot
notare,
in
nostra vita perché se non
credo influenzi
ci fosse non avremmo molte
molto
delle cose che possediamo.
credo
che
Le domande spontanee che mi
parte
delle
vengono
lascino sopraffare dall’
inserite delle “verità
attore
nascoste”
in
mente
pensando
ad essa sono:
Cosa
farei
senza
la
pubblicità?
ognuno
che
gli
stessi
più
La
un
alla
prima
noi
e
maggior
persone
si
dall’attrice
sponsorizza
il
perché
pubblicità
vestiti se non ci fosse?
risposta
la
o
prodotto;
Indosserei
di
sono
presenti
nelle
sempre
donne
con
fisico
o in altre parti poco
visibili
che
ci
sono
cioè
cose
menzionate in piccolo
che
possono
fare
differenza
prodotto.
Un
altro
fattore
in
inducono lo spettatore a
negli
comprare
prodotti
studiarli
per
insegnato
che
volte
parole,
meglio
può
non
averla
ingannare
mio,
fa
tempo;
sarebbe
e,
perché
a
perdere
ma
non
i
parer
offerti
molto
eguagliare
i
canoni;
molte
volte
far
invece
ameno di pensare che se non
questa
ci
irraggiungibile
fosse
posso
solo
molte
cose
che
bellezza
è
una
un
utilizziamo quotidianamente
finzione
ma
mai
non
modello
da
seguire,
le
poiché
avremmo,
non
ne
forse
saremo
a
conoscenza.
perché
idea
che
rimango
è
dell’
meglio
una
che
mi aiuta a non credere
irraggiungibile
casi
la
nel
domanda è che probabilmente
certi
che
fondo allo schermo,
spot
è
che
mi
le
ha
molte
le
immagini, o i suoni mi
possono
trarre
in
inganno.
Ad
ogni
modo,
credo
che la risposta che mi
ha
spinto
questo
a
tema
scrivere
sia
alla
donna vera ma imperfetta
perché credo che nella
sì,
che una finta e irreale.
vita non è importante
perché io non vesto marche
Oltre
come si appare ma come
prestigiose
ma
pubblicità su di me non
comuni
ha molto effetto perché
Mentre
la
seconda
vesto
risposta
domanda
e
è
costose
vestiti
accessibili
acquistati
commerciali
a
tutti
in
centri
qualsiasi.
Credo che la pubblicità sia
anche
un
accrescere la
modo
per
questo
capisco
sempre
che
maggior
la
la
meglio
parte
delle pubblicità hanno
si è.
Beatrice Silvestrini
2^C
E adesso tu non ci sei più
MATTI
buonanotte principessa
volevo salutarti per l'ultima volta
resterai nei miei pensieri
quante notti in bianco pensandoti
e quante lacrime per te
fa troppo male guardare
una foto mia senza te
la sofferenza mi spacca il cuore
vorrei che tu tornassi qua
la tua mancanza mi crea dolore
ma tu non ci sei e questa è realtà
io sono qua che ti aspetterò
adesso so
che non finirò di soffrire per te
di stare male
di pensarti e poi
la notte ti mando un mio saluto
E adesso tu non ci sei più
buona notte principessa
volevo salutarti per l'ultima volta
resterai nei miei pensieri
E adesso tu non ci sei più
buona notte principessa
volevo salutarti per l'ultima volta
resterai nei miei pensieri
la tua mancanza ormai mi ha distrutto
sono consapevole tu non puoi tornare
in questo mondo io mi sento sperduto
ma tanto non serve
né parlare né pensare
arriverà un giorno o l'altro
il momento di riabbracciarti
adesso ci osservi sdraiata dall'alto
mentre noi da qua giù
non smettiamo di pensarti
io sono qua che ti aspetterò
adesso so
che non finirò di soffrire per te
di stare male
di pensarti e poi
la notte ti mando un mio saluto
E adesso tu non ci sei più
buona notte principessa
volevo salutarti per l'ultima volta
resterai nei miei pensieri
E adesso tu non ci sei più
buona notte principessa
volevo salutarti per l'ultima volta
resterai nei miei pensieri
E adesso tu non ci sei più
COMMENTO
Questo brano mi piace tanto perché mi fa ripensare e mi
emoziona, anche perché mi ricorda alcuni attimi della mia
vita. Parla di un ragazzo che vuole mandare un messaggio
alla ragazza da lui molto amata, probabilmente si sono
lasciati e lui l'ha presa molto male, infatti dice:
“...volevo salutarti per l'ultima volta...” “...vorrei che tu
tornassi qua...” “...sono consapevole che tu non puoi
tornare...”. E tante altre bellissime espressioni che fanno
capire la sua sofferenza ma soprattutto l'amore che ha lui
nei suoi confronti.
BANFI ROBERTA 2°C
YOU’VE GOT A FRIEND
JAMES TAYLOR
-WHEN YOU’RE DOWN AND
TROUBLED
AND YOU NEED HELPING AND
AND NOTHING, OH NOTHING IS
GOING RIGHT
CLOSE YOU’RE EYES AND
THINK AT ME
AND SOON I WILL BE THERE TO
BRIGHER UP
EVEN YOUR DARKEST NIGHT
RIT: YOU JUST CALL AUT MY
NAME
AND I KNOW WHEREVER I AM
I’LL COME RUNNING (OH! YES
BABY)
TO SEE YOU AGAIN
TU HAI UN AMICO
JAMES TAYLOR
-QUANDO TU SEI ABBATTUTO E
PREOCCUPATO
E HAI BISOGNO DI AIUTO E
NIENTE OH! NIENTE STA
ANDANDO DRITTO
CHIUDI GLI OCCHI E PENSA A
ME
E PRESTO IO SARO’ LÌ A
MIGLIORARE LE COSE
APPIANDO LE TUE NOTTI PIU’
BUIE
RIT: CHIAMA SEMLICEMENTE
IL MIO NOME
E TU SAI OVUNQUE IO SONO
IO VERRO’CORRENDO
PER VEDERTI ANCORA
WINTER, SPRING, SUMMER OR
FALL
ALL YOU’VE GOT TO DO IS CALL
AND I’LL BE THERE
YOU’VE GOT A FRIEND
-IF THE SKY ABOWE YOU SHOLD
GROW
DARK AND FULL OR CLOUDS AN
THAT OLD
NORTH WIND SHOULD BEGGIN
TO BLOW
KEEP YOUR HEAD TOGETHER
AND CALL MY NAME AUT LAUD
NOW SONN I’LL BE KNOCKING
UPON YOUR DOOR
RIT: YOU JUST CALL AUT MY
NAME
AND YOU KNOW WHEREVER I
AM
I’LL COME RUNNING (OH! YES I
WILL)
TO SEE YOU AGAIN
WINTER, SPRING, SUMMER OR
FALL
ALL YOU’VE GOT TO DO IS CALL
AND I’LL BE THERE (YE! YE! YE!)
-AIN’T GOOD TO KNOW
YOU’VE GOT A FRIEND
WHEN THE PEOPLE CAN BE SO
COLD
THEY HURT YOU AND SURCH
YOU
THEY’LL TAKE YOUR SAUL IF
YOU LET THEM
BUT DON’T YOU LET THEM
RIT: YOU JUST CALL AUT MY
NAME
AND YOU KNOW WHEREVER I
AM
I’LL COME RUNNING
TO SEE YOU AGAIN
WINTER, SPRING, SUMMER OR
FALL
ALL YOU’VE GOT TO DO IS CALL
AND I’LL BE THERE (YES I WILL)
YOU’VE GOT A FRIEND
INVERNO, PRIMAVERA, ESTATE
O AL CADERE DELLE FOGLIE
TUTTO QUELLO CHE DEVI FARE
E’ CHIAMARE
E IO SARO’ LÌ
TU HAI UN AMICO
-SEI IL CIELO SOPRA DI TE
DIVENTASSE BUIO E PIENO DÌ
NUVOLE
E SE IL VENTO DEL NORD
COMINCIASSE A SOFFIARE
E INSIEME SI MANTERRANNO
SULLA TUA TESTA
CHIAMA IL MIO NOME E
PRESTO IO STARO’ BUSSANDO
ALLA TUA PORTA
RIT: CHIAMA SEMPLICEMENTE
IL MIO NOME
E TU SAI OVUNQUE IO SONO
IO VERRO’ CORRENDO (OH! SI
VERRO’)
PER VEDERTI ANCORA
INVERNO,PRIMAVERA, ESTATE O
AL CADER DELLE FOGLIE
TUTTO QUELLO CHE DEVI FARE
E’ CHIAMARE
E IO SARO LÌ (YE! YE!YE! )
-E’ BELLO SAPERE CHE HAI UN
AMICO
QUANDO LA GENTE PUO’ ESSERE
COSÌ FREDDA
LORIO TI DANNEGGERANNO E
CERCHERANNO
SE TU LÌ LASCERAI MA NON LÌ
LASCERAI
RIT: CHIAMA SEMLICEMENTE IL
MIO NOME
E TU SAI OVUNQUE IO SONO
IO VERRO’CORRENDO
PER VEDERTI ANCORA
INVERNO, PRIMAVERA, ESTATE
O AL CADERE DELLE FOGLIE
TUTTO QUELLO CHE DEVI FARE
E’ CHIAMARE
E IO SARO’ LÌ (Sì VERRO’)
TU HAI UN AMICO
COMMENTO ALLA CANZONE
QUESTA CANZONE E’ STATA SCRITTA DA JAMES TAYLOR PROBABILMENTE PER FAR SAPERE AD UN
SUO AMICO CHE LUI CI SARA’ SEMPRE NONOSTANTE TUTTO E CHE BASTERA’ CHIAMARLO PER
AVERE UN AIUTO.
NELLA PRIMA E NELLA SECONDA STROFA IL CANTANTE METTE IN EVIDENZA CHE ANCHE NEL
MOMENTO PIU’ BRUTTO DOVE NIENTE VA PER IL VERSO GIUSTO LUI CI SARA’, NELLA TERZA
STROFA GLI RICORDA CHE HA ED AVRA’ SEMPRE UN AMICO. NEL RITORNELLO DICE CHE ANCHE SE
È INVERNO, PRIMAVERA O ESTATE GLI BASTERÀ CHIAMARLO E LUI CI SARA’.
QUESTA CANZONE MI PIACE MOLTO NON PER IL RITMO O PER LA MUSICALITA’ MA PER IL
MESSAGGIO CHE TRASMETTE.
BEATRICE SILVESTRINI 2^C
Lunedì 28 marzo noi, gli alunni delle classi seconde, ci siamo recati al Forum di Assago per
assistere ad una manifestazione sportiva; le attività sono state dimostrate da persone
diversamente abili. Questa iniziativa prende il nome di: “I GIOVANI PER I GIOVANI”.
Come intrattenimento di apertura è stata fatta una simulazione di percorso ad ostacoli per non
vedenti: alcuni cani addestrati dovevano riuscire a portare il loro padrone all'uscita di un
piccolo labirinto. La prima attività sportiva praticata è stata il torball, che è un gioco sportivo
a squadre per non vedenti, in cui si fronteggiano due team composti ciascuno da 3 giocatori
(con 3 riserve). È lo sport più praticato dai non vedenti in Italia. In seguito delle persone
diversamente abili hanno fatto una partita di calcio in piena regola: con portiere, attaccanti,
difensori e centrocampisti. Un altro sport praticato è stato il basketball. A questo sport hanno
partecipato delle persone paraplegiche. Qualcuno aveva perso la sensibilità nelle gambe,
mentre altre persone avevano le gambe amputate. Come ultima esibizione dei ragazzi e delle
ragazze diversamente abili ci hanno proposto, in completo da marinaio, un balletto di
ginnastica ritmica. Secondo me questa giornata è stata molto istruttiva per vari motivi:
soprattutto per far capire ai ragazzi che anche se esteticamente siamo tutti diversi,
interiormente siamo tutti uguali. Devo inoltre aggiungere che la mia scuola aderisce sempre a
queste iniziative.
AZZALI BEATRICE 2°C
Finalmente siamo
arrivati !!
Ecco il paesaggio
che ci ha accolti
…fantastico…
Eppure all‟inizio ci
ha fatto sentire …
isolati dal resto del
mondo !!!
Giorgia V. - Valeria
La Casa Vacanza ci è
apparsa subito molto
accogliente e gli
educatori
simpatici…lo spazio
per il gioco era
assicurato…Che
bello!!
Fang Fang- MishellShuwei- Xianwen
Nella casera
all‟inizio l‟aria
sembrava
irrespirabile…la
puzza di formaggio
e di letame era
troppo forte…
Alessandro C.Manuel - Rexs Umut
… ma che
emozione poter
vedere da vicino le
mucche e
accarezzare i
vitelli !!!
Sara- NicolettaGiorgia B.
Un‟arrampicata difficile,
alla scoperta del proprio
coraggio…
ma sicuramente
un‟esperienza bellissima,
che vorrei ripetere
all‟infinito!!!
Roy- Alessandro L.Mahmoud
Quando l‟istruttore aveva spiegato
le modalità dell‟arrampicata,
sembrava tutto chiaro e semplice da
rifare…
Ma a metà percorso ho cominciato a
dubitare delle mie capacità e della
possibilità di arrivare alla fine:
per fortuna è stato un successo!!!
Francesca- Valeria- MelissaGiorgia V.
Quando ho visto la
professoressa che
affrontava in tutta
tranquillità il
percorso, mi sono
detta che ce l‟avrei
fatta anch‟io, invece
ho avuto talmente
tanta paura che il
panico non mi ha
permesso di
continuare, ma…
… dovessi tornare,
riproverei
sicuramente
l‟esperienza, che
ha divertito
moltissimo tutti i
miei compagni.
Francesca
Eccoci nel bosco,
alla scoperta di
alberi, fiori e
suoni…ed anche
delle strane usanze
di chi vive in
montagna: i
bracconieri
cacciano varie
specie di uccelli
protetti, pur di
portare a casa
qualche soldo in
più!
La classe 2°B
La vita dei minatori doveva essere
davvero difficile e faticosa ed è stato
molto interessante scoprire il loro
lavoro attraverso la visita alla
miniera…vedendo la riproduzione
dei loro attrezzi e del loro modo di
vivere!!!
Alessandro L. - Alessandro C.Manuel- Sara- Nicoletta
LETTERE…LETTERE…LETTERE
Milano 28.2.2011
Cara Margherita,
sono Sara, come stai? È da questa estate che non ci sentiamo e così ti ho scritto
per chiederti come ti trovi nella nuova scuola e se ti è passata la tua paura di
non conoscere nessuno.
Ti scrivo questa lettera oggi, perché fra tre settimane esatte io e la mia classe
partiremo per una settimana a Scuola Natura, è fantastico!!
Adesso ti racconto tutta la storia: noi, cioè tutta la mia classe, è dall’inizio
dell’anno che ci speriamo e che cerchiamo di convincere i prof. a portarci. Ma ci
sono stati molti problemi, perché tutti i nostri prof. avevano deciso di bloccare i
viaggi di istruzione. Ma quando hanno deciso di portare le terze in Germania, la
nostra carissima prof. Elvevi, insieme alla prof. Tomasi, ha pensato di far
partire la richiesta al Comune, per poter partecipare a Scuola Natura. Noi
abbiamo aspettato molto una risposta e…finalmente è arrivata: saremmo andati a
Zambla dal 21 al 26 marzo, che bellezza !!! Eravamo felicissimi e abbiamo fatto
talmente tanto rumore che sono venuti a chiederci cosa stava succedendo.
Siamo veramente fortunati, visto che siamo l’unica seconda ad andare e la nostra
soddisfazione più grande è stata andarlo a dire alle altre seconde… dovevi
vederli, morivano d’invidia e noi eravamo soddisfattissimi che due nostre prof.
avevano scelto di portare noi. Un forte contributo l’ha dato la prof. Elvevi e così,
per ringraziarla, abbiamo organizzato una festa per il suo compleanno che le è
piaciuta moltissimo. Abbiamo perso parecchio tempo a parlare di scuola natura e
di cosa bisogna portare. Adesso, però, è tutto sistemato e noi non vediamo l’ora
che sia il 21 marzo per partire. Io ho la sensazione che ci divertiremo un mondo
e che staremo moltissimo tempo insieme. Con noi ci sarà anche un’ altra scuola di
Milano: non mi preoccupa molto, perché saremo in stanze diverse e faremo gite
separate, solo nelle attività serali staremo insieme.
Quando ho saputo la divisione delle stanze sono stata felicissima, perché sono con
le mie migliori amiche : le due Giorgine, Nicoletta e Valeria.
Staremo benissimo insieme, ma mi dispiace per Francesca che non sarà con noi,
perché ha litigato con Valeria e ha voluto stare nell’ altro gruppo. Abbiamo
provato a farle cambiare idea, ma ha una testa dura e non ci siamo riuscite.
Le gite in programma sono molto interessanti, ma quelle che secondo me saranno
le più belle sono l’arrampicata e il parco avventura. Alle gite ci divertiremo un
mondo e saranno speciali, perché starò con tutti i miei migliori amici.
In questa settimana ho intenzione di scattare un sacco di foto e di raccoglierle
tutte in un album. Sono felicissima e so che sarà un’ esperienza indimenticabile.
Spero di non averti annoiato e spero anche che un’esperienza così la vivrai anche
tu. I particolari te li racconto poi quest’ estate al mare, in spiaggia.
Con affetto la tua amica Sara
P.S.: salutami anche Ceci, Mati e Sofi.
Milano,28/2/11
Caro Luca,
ciao come stai? Io sto bene. Da quanto tempo non ci
sentiamo!!
Sai, il 21 marzo andremo a Scuola Natura, peccato
che duri solo cinque giorni, io avrei voluto che
durasse di più, almeno 10 giorni.
Per questa iniziativa, provo un sentimento strano,
che è misto di preoccupazione e eccitazione:
andremo in montagna cioè a Zambla Alta, avrei
voluto andare al mare.
Meno male che andiamo solo noi della 2B e non
tutte e tre le seconde, però ci saranno altre scuole,
chissà se farò amicizia, questi ragazzi saranno
simpatici o antipatici, bulli o studiosi?
Devo ancora decidere cosa fare in pullman: sarà
una noia tremenda? Ogni giorno faremo una cosa
diversa: l‟arrampicata, andremo da un apicoltore,
l‟orientamento, il parco avventura e molto altro.
Il mio preferito sarà sicuramente il parco
avventura, perché salteremo degli ostacoli e
soprattutto ci sporcheremo.
Di sicuro questa esperienza sarà indimenticabile,
pensando bene questa è la prima volta che vado a
Scuola Natura .
Spero di non avere paura durante l‟arrampicata.
Finalmente una settimana lontano dai miei genitori
e da mia sorella, anche se mi mancherà un po‟.
A Scuola Natura di sicuro ci saranno i burloni e
spero che non facciano a me gli scherzi.
E ringrazio la prof. Elvevi che ci porterà .
Adesso ti saluto, stammi bene e non fare il “cretino”
come al solito.
Ciao dal tuo amico
Rexs
Milano,28/2/11
Cara Lili,
come stai? Io non molto bene, visto che negli ultimi giorni
mi sono intromessa in affari che non mi riguardano
affatto, tra genitori e figli. Va beh, non voglio più parlare
di queste cose, che mi irritano pure un po’. Ma ti racconto
che grazie alla prof. Elvevi noi il 21 marzo andremo a
Scuola Natura a Zambla Alta (in provincia di Bergamo) e
durerà cinque giorni e io sono al settimo cielo, perché cosi
non avrò tra i piedi mio fratello, i miei genitori e la
scuola!!!Ma avrei sperato che durasse un po’ di più, cosi
avrei giocato di più.
Sono molto eccitata e piena di ansia al pensiero di andare
a Scuola Natura e in più non so nemmeno come
preparare adeguatamente la valigia! E visto che partiremo
alle 9.00 circa con un’altra scuola che si trova in via Mincio
e abbiamo saputo che i maschi sono un po’ cosi……ho
paura che mi facciano degli scherzi. Il tragitto durerà 3
ore e visto che io soffro il mal d’auto temo che vomiterò,
ma spero con tutto il mio cuore di no .Una volta arrivati
porteremo le nostre valigie nelle camerate e mi immagino
già che quasi tutte le femmine chiederanno aiuto ai
maschi. Faremo tante esperienze nuove: il bosco
(l’orientamento), l’arrampicata(ho un po’ di paura perché
è la prima volta che faccio questa esperienza ), la
Contrada che è la parte vecchia del paesino di Zambla
(spero che sia divertente visto che ogni volta che vado a
visitare una città mi annoio da morire!!) . L ’ultima sera noi
andremo in discoteca, cioè non proprio in una discoteca,
ma attrezzeremo la sala pranzo come una discoteca . E il
sabato mattina torneremo di nuovo a Milano, dove
ricomincerà la mia solita vita . Che disperazione!
Spero che mi scriverai al più presto e mi racconterai cosa
hai fatto negli ultimi giorni.
Ciao… ciao… baci… baci…
La classe 2° B racconta…
Shuwei
OMICIDIO SUL CAMPO DI BEACHVOLLEY
L„omicidio del dottor Rossi era stato annunciato con una lettera anonima alla quale nessuno aveva dato
importanza e che ora era nelle mani del commissario Kent .
Il giorno prima il dottore era stato ritrovato disteso sulla sabbia del campo da beachvolley, visto che il suo
hobby era proprio quel gioco ; la lettera diceva :” Nel giorno in cui il fulmine cadrà in lontananza, qualcuno
verrà fulminato dalla mia intolleranza.”
Dopo essere stato portato via , il dottore venne sottoposto all‟autopsia , al cui termine si era capito che il
dott. era stato realmente folgorato e che questo aveva causato un‟emorragia al cuore e quindi una morte
rapida.
Il commissario con la sua squadra perquisì la spiaggia in cerca di indizi , quando l‟agente Bianchi trovò nel
campo da beachvolley delle scaglie in lega metallica: un ottimo conduttore di elettricità; successivamente
si scoprì che il dottore aveva rapporti con la signorina Matilde, divorziata da poco. Al commissario Kent
venne il sospetto che fosse l‟ex marito il colpevole, ma la strada era sbagliata.
Si scoprì che il giorno del delitto l‟ex era a New York per affari. Tutte le strade che c‟erano da percorrere
erano sbagliate; al commissario Kent venne l‟idea di ritornare alla spiaggia per cercare altri indizi; infatti
trovò sopra un tetto un‟antenna con tre fili che andavano dritti al campo di volley; il commissario Kent
seguì i fili che si diramavano per tutto il campo… chiamò i colleghi e disse di andare a prendere i figli di
Matilde per interrogarli, perché aveva appena trovato un pezzo di collana che apparteneva alla figlia,
avendola vista quando era andato a trovare Matilde per farle delle domande, ormai stava per risolvere il
caso…doveva solo ritrovare “un cattura-fulmini” ossia un pezzo di metallo che attrae i fulmini.
E lui sapeva esattamente dove doveva cercare…intanto i colleghi interrogavano i figli, ma loro si
rifiutavano di rispondere, però, dopo che fu entrato con il pezzo di metallo in mano, il commissario
Kent andò dai ragazzi accusandoli di omicidio colposo. A quel punto i ragazzi senza scelta
confessarono: avevano messo il polo metallico trovato sotto il tagliaerba sull‟antenna aspettando il
fulmine, quando il fulmine arrivò folgorò il dottore, fortunatamente gli altri giocatori indossavano
scarpe isolanti. Il commissario fece condannare i ragazzi a ventisette anni di carcere, la madre triste e
allo stesso tempo arrabbiata se ne andò senza voltarsi e così il commissario Kent risolse “ Il caso del
dottore che giocava a beachvolley”.
Zhu Alessandro
Due anni fa sono andata a Como, con mia zia e mio zio che si stavano per
sposare e allora hanno fatto un video in ricordo del loro matrimonio. Siamo
andati su due isolette bellissime. La prima isoletta presentava campi fioriti e
nell’acqua ho visto le oche e i cigni: erano veramente belli. Poi mentre
osservavo varie meraviglie ho preso un gelato e camminando, camminando ho
trovato una piuma bianca molto lunga per terra: era quella di un pavone ed era
bellissima. Volevo portarla a casa, ma mio zio mi ha detto di lasciarla per terra,
forse credevano che io avessi strappato la piuma al pavone e l’ho buttata. Ne ho
visti tanti altri, bellissimi e bianchi come le margherite. Poi ho visto una gallina
diversa dalle altre: era piccola, aveva la voce diversa dalle galline normali ed
era di colore nero, rosso, viola, verde, giallo e arancione, era meravigliosa. Se
penso che all’inizio non volevo andare con i miei zii, e poi mi sono divertita
molto e ho fatto tante foto. Poi siamo ritornati sulla barca e siamo andati
sull’altra isola. Era deserta ,c’era solo il lago. Mia zia era seduta vicino
all’acqua, si è tolta le scarpe ed è andata a bagnarsi i piedi. Ed io con un mazzo
di rose e con una fotocamera, le ho fatto una foto e poi ho visto il sole che stava
tramontando. Dopo il tramonto siamo ritornati tutti a casa, mi sono piaciute
anche le case: sono una meraviglia perché alcune assomigliano a un hotel con
la piscina: uno spettacolo meraviglioso.
Chen Xianwen
La mia pagina di diario è dedicata al mio carissimo papà, perché è rimasto nel profondo del
mio cuore. Lui era una persona ricca, che, a Santo Domingo, Ecuador tutti conoscevano; io
sono stata con lui fino ai 6 anni, ma poi mi hanno separata da lui contro la mia volontà. Lui
si chiamava Luis Alonso Jimenez ed era simpatico, io adesso sono triste e molte volte quando
penso o guardo le sue foto mi metto a piangere e questo succede perché lui e io non ci possiamo
più vedere, nè sentire, perché lui è morto e questo mi fa molto male ed è per questo che mi
metto a piangere; però da una parte sono triste e dall‟altra sono contenta, perché so che lui è
in un posto migliore e non soffre più; senza di lui mi sento sola e penso e vedo che con la sua
morte la mia vita è completamente cambiata. Adesso vi voglio raccontare un episodio che ho
vissuto con lui.
Un bel giorno, per me molto speciale, perché era il giorno del mio compleanno, il mio papà mi
aveva preparato una festa a sorpresa, mi ha fatto scendere in salotto e ho trovato un bel
cagnolino che ho chiamato Jack , io l‟ ho abbracciato e gli ho detto grazie per il regalo. Dopo
mi ha fatto preparare e siamo andati al suo lavoro e tutti mi dicevano: BUON
COMPLEANNO! E io li ringraziavo, dopo alcune ore ho detto a mio padre che avevo fame,
di portarmi a casa, ma lui mi rispose di no, perché non c‟era nessuno, ma non era vero.
Qualche minuto dopo ho visto mia sorella che parlava con mio padre e si comportava in modo
strano e ho sentito dire a mio padre che la casa era pronta ,io allora ho chiesto per cosa era
pronta e loro hanno risposto che non era molto importante, ma che ora potevamo tornare a
casa. Quando sono arrivata, la mia casa era tutta buia, ma quando sono entrata in salotto e
ho acceso la luce tutta la gente ha urlato: buon compleanno! e ho abbracciato mio padre e mia
sorella e li ho ringraziati molto. Quel giorno non me lo dimenticherò mai, perché è stato
l‟ultimo compleanno che avrei festeggiato con la mia famiglia e mio padre e ho ricevuto tanti
regali. Questa frase che sto per scrivere la disse mio padre a mia sorella il giorno che io e lei
partivamo per l‟Italia: “L‟aquilone non vola senza la coda” cioè la coda ero io e l‟altra parte
dell‟aquilone era mia sorella, se lei fosse
tornata, dovevo tornare anch‟io!!! Purtroppo mio padre è morto l‟11 maggio
dell‟anno dopo il mio primo anno di scuola media in Italia.
Mishell Elisabeth Jimenez Romero
I bambini erano felicissimi, perché per Natale avevano ricevuto un bellissimo regalo interattivo, che li
trasportava nei luoghi che desideravano. All‟inizio credevano che fosse un comunissimo giocattolo come
quelli per imparare le parole… Un giorno i genitori erano usciti per celebrare il loro anniversario di
matrimonio, lasciando i bambini con una babysitter (che credevano ottima). Prima di uscire, i genitori
dissero a Stephanie, la babysitter:
-Torneremo verso le dieci circa.
E Stephanie rispose, con aria angelica:
-Non si preoccupi. Quando tornerete troverete la casa come l‟ avete lasciata.
Appena si accese il motore, i bambini corsero alla finestra per salutare i genitori, ma appena la macchina
partì, la babysitter portò i bambini a dormire.
-Ora voi, da bravi, andate a contare le pecorelle, mentre io vi svuoto il frigo e guardo la televisione. Su,
forza, smammare!!
Così andò in cucina e cominciò a prendere tutto quello che trovava nel frigo e nella dispensa; poi,
precipitandosi in sala, si sedette davanti alla televisione e cominciò a fare zapping tra i canali, capitando su
uno che in quel momento stava trasmettendo “S.O.S. Tata”, uno dei suoi programmi preferiti quando era di
turno. Intanto i bambini si erano rintanati in un angolino della loro cameretta con il nuovo gioco. Marco, il
più grande dei tre fratellini, cominciò per primo a giocare:
-Parola di sei lettere che comincia per „C‟ e finisce con „A‟.
I tre fratellini cliccarono tutte le lettere fino ad arrivare ai tre tentativi finali.
-Canafa.
-Canapa.
-Canada.
Ci fu un flash e dopo qualche secondo si ritrovarono a Stratford, Ontario, in Canada. Si meravigliarono che
potesse esistere un così bel posto come quello e dal momento che iniziavano a intravedere le luci dell‟alba,
cominciarono a girare per le vie in esplorazione.
-Questo posto è bellissimo, vorrei restarci per sempre…
Disse Luca, il fratellino di mezzo…
-Anche io…
Rispose Marco. Ci fu un altro flash e appena riaprirono gli occhi si ritrovarono nell‟angolo della loro
cameretta.
-Siamo a casa…
Disse con tono triste Davide, il fratellino più piccolo. Mentre i bambini continuavano a indovinare parole, la
babysitter guardava „Chi vuol essere milionario‟.
-Ornitorinco… Mammifero acquatico che depone uova… Dovrei esserci io, invece di quell‟ignorante!!
Disse con tono scocciato… Dopo qualche secondo si ritrovò al posto del concorrente. Intanto, i bambini
erano al Madison Square Garden (MSG). Si stavano divertendo molto. Poi andarono a Londra, sul London
Eye. Ad un tratto si bloccò a mezz‟aria e il cielo si oscurò. I tre fratellini riuscirono a tornare a casa e a
salvarsi dal temporale che stava per incombere sulla città di Londra. Si fecero le sette e la babysitter era
tornata perdente, perché per giocare bisogna avere diciotto anni. I bambini la ignorarono e continuarono a
giocare ed a viaggiare…
-Argentina.
Disse Luca, con tono soddisfatto (per aver indovinato lo stato). E poi puff, eccoli a Buenos Aires. Non ci fu
tanto da fare, nel senso che girare per le strade era il massimo…
Andati via da lì cominciarono a viaggiare dalla Spagna alla Francia, dall‟Africa all‟Italia… Girarono tutto il
mondo, fino ad arrivare tra gli Appennini italiani. Anni prima, la zia Tragia era andata in montagna con
degli amici e una sera, mentre si avviava verso il rifugio, intravide una nebbiolina che si aggirava fra le
cime. Pensando che fosse solo nebbia, continuò tranquillamente a camminare. Quando si voltò per
controllare se nessuno la seguiva, si ritrovò questa nebbiolina davanti . Da quel giorno, nessuno aveva
portato i bambini in quel posto, per paura che si spaventassero. Ad un tratto il pc era come bloccato e i
bambini non riuscivano a tornare a casa, così dovettero cercare riparo nella speranza di farlo ripartire.
Cominciarono a sentire una strana musica e delle voci inquietanti provenire dalle montagne… Sul piccolo
schermino comparve una scritta. Se ne accorse Marco e avvertì i fratelli.
-Guardate… „S_ _ _ _ _ _ e‟.
-Risolviamolo…
Rispose Davide . Man mano che tentavano di risolvere l‟enigma , la musica e le voci si facevano sempre più
vicine e più forti. Due dei bambini cercavano di risolvere la parola che era magicamente apparsa sullo
schermo… Il terzo controllava la situazione attorno a loro …
-Scavate .
Tentò Marco
-No, manca una lettera.
Ribattè Luca.
-Scaricate.
Tentò ancora Marco.
-E‟ troppo lunga… Scap…
Ribattè ancora Luca.
-SCAPPATE!
Urlò Davide.
Chiusero lo schermo e cominciarono a correre. Mentre correvano a Luca venne un‟illuminazione…
-Eccola la parola! Scappate…
Una volta scritta la parola si ritrovarono nei loro letti con la luce spenta. La babysitter, che sosteneva di aver
sentito un urlo proveniente dalla camera dei bambini, andò a controllare se era tutto a posto .
-State dormendo??
Chiese con voce sospettosa… Nessuno rispose… non si era accorta che al posto dei bambini c‟erano solo
dei cuscini.
-Chi tace acconsente -concluse Stephanie.
Chiuse la porta e tornò a guardare la tv. Intanto il trio spericolato era alle Maldive, a godersi spiaggia e
relax… Tornati a casa si accorsero che mancavano meno di cinque minuti alle dieci. Riposero il loro
„teletrasporto‟ sul mobiletto e appena sentirono le voci dei genitori, corsero ad abbracciarli. La babysitter
ricevette quello che le spettava e se ne tornò a casa.
-Vi siete divertiti?? Che cosa avete fatto??
Chiesero i genitori.
-Niente.
Dissero innocentemente i bambini.
Melissa Angela Torelli
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ag
gn
nii!!
A SCUOLA NON SOLO STUDIO:
MA ANCHE INCONTRI, VIAGGI…
A scuola, in terza media, è prevista, tutti gli anni, una gita all’estero, in Germania poiché
durante il ciclo dei tre anni studiamo il tedesco. Probabilmente è la “gita”che aspettavo di più,
da quando sono entrata nella scuola media. E’ strano pensare che il momento della partenza e
del ritorno a casa sia arrivato così in fretta, e che ora è solo un bel ricordo che sembra risalire
a tanto tempo fa. Mi è capitato di andare all’estero con la mia famiglia, ma con i compagni
tutto ha avuto un fascino diverso: emozionante, divertente… semplicemente unico. Ho provato
un senso di libertà mai avuto prima: non è stato come a scuola natura, dove le attività sono
molto più programmate e noi ragazzi siamo più controllati. Cercare il posto dove mangiare con
gli amici, aiutarci con il tedesco o l’inglese, quando dovevamo comprare qualcosa, è stato
divertente oltre che molto istruttivo, perché ci siamo scontrati con una realtà in cui non
potevamo fare altro che applicare le nostre conoscenze linguistiche. L’albergo è stata
l’occasione migliore per passare il tempo con i nostri amici. Per questo spesso la sera
andavamo a letto tardi, poiché di giorno, i ritmi frenetici per visitare il più possibile la
Baviera, non ci lasciavano molto tempo di svago, per noi…
Un’esperienza che mi è piaciuta particolarmente è stata la visita alla scuola di Landsberg.
Inizialmente era la più temuta poiché dovevamo fare una presentazione in tedesco sull’Italia,
ma poi si è rivelata molto divertente. Grazie a questa visita ho stretto amicizia con alcuni
ragazzi tedeschi, con i quali sono ancora in contatto tramite e-mail o facebook. Così mi sono
portata a casa e nel cuore anche un pezzettino di Germania.
Penso che questa gita abbia coronato tutte le esperienze di tre anni: avrò un altro stupendo
ricordo della mia III ° D !
La gita in Germania è stata davvero emozionante per tutti, sia per gli alunni che per i
professori. Soprattutto non si è sentita la pressione della scuola e poi tutte le varie classi si
sono unite e hanno formato un’unica grande “famiglia”.
Oltre ad accrescere la nostra cultura, abbiamo avuto modo di rapportarci meglio tra di noi e
anche con alunni tedeschi con cui ancora adesso siamo in contatto.
In una settimana abbiamo visto luoghi interessanti e significativi. Ci siamo divertiti, abbiamo
parlato in inglese e in tedesco, ma soprattutto abbiamo imparato a cavarcela da soli e a
convivere con altre cinque persone!
Giulia Algeri e Irene Aldovini 3°D
La primavera è arrivata, il calendario è aperto sul mese di aprile, anche quest‟anno
scolastico, l‟ultimo anno alle medie, sta per finire.
Già dal primo giorno di scuola, a settembre, non
si faceva altro che parlare di quanto avremmo
dovuto studiare, di come questo fosse l‟anno più
impegnativo in vista degli esami. In effetti è stato
ed è ancora un anno molto intenso sia per lo
studio che per le esperienze fatte.
Quella che certamente resterà più a lungo nei
nostri ricordi è il viaggio a Salisburgo e a Monaco
di Baviera, perché molti di noi non erano mai stati all‟estero, perché eravamo tutti
insieme fra compagni e amici, perché abbiamo visto nuove città e luoghi importanti e
conosciuto nuovi amici.
(Jacopo Eccli – III D)
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Durante il nostro viaggio in Germania abbiamo avuto la possibilità di visitare anche una scuola tedesca
per osservare le abitudini e i metodi di studio di questo paese. Giovedì, quindi, era in programma la
nostra visita al Dominikus-Zimmerman-Gymnasium, una scuola che comprende un percorso
d’istruzione che, secondo la suddivisione italiana, va dalla 1 media alla 5 superiore. La visita era
suddivisa in tre parti: un percorso guidato da studenti della scuola, un presentazione dell’Italia nelle
classi, un’ora in cui abbiamo assistito ad una lezione normale e in cui abbiamo conosciuto dei ragazzi
tedeschi, con alcuni dei quali, tutt’ora ci sentiamo.
Ma partiamo dal pomeriggio precedente, quando i professori ci hanno divisi in gruppi e ci hanno
assegnato le parti di presentazione, da recitare nelle classi, che abbiamo studiato distesi sull’erba
dell’Englisch Garten.
Eravamo tutti abbastanza agitati e per questo abbiamo continuato a ripassare anche la sera in ostello.
Giovedì mattina, durante il viaggio in pullman, la tensione era forte e anche qui, foglietti alla mano,
abbiamo continuato a ripetere i discorsi che di lì a poco avremmo fatto davanti ad una classe 7 o 8 (le
nostre 3 media o 1 superiore). Arrivati a Landsberg, la città dove si trovava la scuola, davanti all’edificio
e ancor più quando ne abbiamo varcato l’entrata, siamo rimasti stupiti dalla grandezza di esso e da
come era tenuto bene. Ci siamo accomodati nell’ampio atrio in cui il preside della scuola ci ha parlato in
tedesco riguardo lo svolgimento della giornata. Subito dopo abbiamo iniziato la visita accompagnati da
due studenti tedeschi . La scuola era immensa: piena di aule, laboratori attrezzati, due grandi palestre
una biblioteca… tutto impeccabile!
Al nostro gruppo avevano assegnato una classe che non studiava l’italiano ma noi non lo sapevamo
perché la professoressa con cui era in contatto la nostra scuola ci aveva detto il contrario.
Appena entrati, i ragazzi tedeschi ci hanno rivolto uno sguardo dubbioso o un’espressione divertita.
Subito io e quelli del mio gruppo ci siamo sentiti a disagio… dopo pochi minuti ci hanno dato il loro
computer e abbiamo iniziato la presentazione. Prima però abbiamo fatto sentire loro la canzone: alcuni
provavano a cantare mentre altri ridevano e basta ( sicuramente per la canzone!).
Più tardi abbiamo cominciato la presentazione. Ci sono stati problemi di comprensione: gli alunni
tedeschi non hanno capito nulla di quello che dicevamo perché parlavamo in italiano. La seconda ora è
stato molto più rilassante e simpatica. Ci siamo spostati in un’altra classe e dopo averci fatto assaggiare
un muffin al cioccolato e un cioccolatino, ci siamo mescolati e ci siamo seduti, un tedesco e un italiano,
di fronte e ci siamo fatti delle domande sui nostri hobby, i nostri personaggio famosi preferiti, le nostre
abitudini…Ci siamo divertiti molto e ci siamo scambiati i contatti di facebook.
Finita l’esperienza a scuola siamo andati in centro a Landsberg, dove sempre divisi in gruppetti, ma
stavolta mischiati a gruppetti di ragazzi tedeschi, abbiamo svolto una specie di caccia al tesoro in città,
un Rally Stadt, in cui abbiamo avuto l’occasione, inoltre, di girare e vedere la cittadina.
Questa gita è stata un’esperienza davvero speciale e particolare dove tutti noi abbiamo imparato molte
cose e ci siamo esercitati a parlare inglese e tedesco. E soprattutto abbiamo stretto amicizia con persone
di nazionalità diversa dalla nostra.
Irene Aldovini e Giulia Algeri 3°D
In Germania ci siamo divertiti un sacco ma la cosa più divertente ed indimenticabile sono state le notti
all‟ostello, perché era il momento più rilassante della giornata!
Durante la sera ci divertivamo ad andare a bussare alle porte delle altre stanze e poi scappare oppure
andavamo nelle altre camere a giocare a carte e raccontavamo di come fosse andata la giornata.
Ogni tanto dovevamo fare anche i nostri compiti di tedesco, gli “arbeitsblatter” e vi assicuro che non
erano una passeggiata!!!
Io e le mie compagne di stanza, Camilla, Valeria e Rosanna, passavamo il tempo a chiacchierare ed a
fare la manicure oppure nei corridoi dell‟ostello ci divertivamo a correre e scivolare sul pavimento, il
bello era ovviamente non farsi scoprire dai prof…voi penserete che siamo un po‟ pazze, ma per noi è
stato uno spasso!
Poi mi ricordo che la prima notte nell‟albergo di Salisburgo, io e le mie amiche avevamo deciso di
dormire tutte insieme nel lettone e abbiamo parlato quasi tutta la notte e ci siamo finalmente
addormentate solo alle 3 del mattino!
A Monaco invece la serata la trascorrevamo tutti nella discoteca dell‟ostello. Abbiamo ballato e ci
siamo scatenati senza disturbare le persone che già dormivano ed inoltre potevamo giocare a biliardo.
Ci addormentavamo sempre tardi, anche dopo l‟una di notte, come minimo!
Una sera invece, siccome il giorno successivo dovevamo andare ad un scuola nella cittadina di
Landsberg, ci siamo preparati tutti per i lavori che dovevamo presentare ai ragazzi tedeschi. I
professori, per farci lavorare ci avevano promesso che saremmo andati in discoteca solo dopo aver
imparato bene la parte assegnataci perciò tutti abbiamo studiato e molti hanno chiesto anche ai prof.
di poter essere ascoltati…che scemi, per la paura che avevamo di fare una brutta figura non ci siamo
accorti che l‟unica prof. che in realtà poteva giudicare la nostra preparazione era la prof. Lionello, gli
altri ci ascoltavano e annuivano…ma in realtà non capivano niente!!!Comunque sono stati molto
disponibili e ci hanno trasmesso molta sicurezza infatti il giorno dopo abbiamo fatto quasi tutti una
bella figura.
In discoteca poi io non ci sono andata perché ero veramente esausta ma mi hanno raccontato che si
erano scatenati e hanno ballato tanto e soprattutto mi hanno raccontato che le prof. hanno organizzato
un trenino sulle note di “Volare”dei Gipsy King che in realtà aveva lo scopo di portare tutti nelle
stanze a dormire. Che bello, si sono divertiti tutti comprese le professoresse!
Beh, l‟esperienza della Germania come potete capire non è stata solo costruttiva a livello didattico
ma è stata anche molto importante per valorizzare le amicizie tra di noi!
VISITA A DACHAU
Un sentiero di ghiaia, una torretta di controllo, un cancello di ferro.
Così inizia la nostra visita e, benché ora sia solo un museo, si avverte
ancora tutto l‟orrore di quel luogo. La proiezione di un filmato ci
introduce ai campi di concentramento.
Dachau fu aperto nel 1933 in un vecchio deposito di armi, svuotato dopo
la prima guerra mondiale. Fu dapprima un campo di detenzione per gli
oppositori politici, i criminali, gli omosessuali e gli zingari e poi “campo
di lavoro” in cui tenere anche gli ebrei.
Dei 200.000 prigionieri ne morirono circa 40.000. La vita dei detenuti
viene descritta dalla “via dei prigionieri” all‟interno del museo. Ogni
categoria di detenuto era indicato con un triangolo di stoffa di diverso
colore applicato sulla divisa.
La giornata lavorativa durava dall‟alba al tramonto, i prigionieri erano
sottoposti ad un rigido appello, non potevano riposare e mangiavano
pochissimo. Le punizioni erano durissime e chi si ammalava o si
infortunava veniva trasferito e moriva in un campo di sterminio. Spesso i
prigionieri erano usati come cavie umane e sottoposti ad esperimenti. I
prigionieri abitavano in baracche sovraffollate che dovevano essere tenute
pulitissime per non incorrere in punizioni. I dormitori consistevano in una
serie di cuccette su due piani che venivano riempite con paglia per
formare il materasso. Ogni prigioniero aveva un armadietto stretto ed
alto. Il confine del lager era segnato da un rialzo: chi lo superava era
fucilato per aver tentato di
evadere. Fuori dal “campo di lavoro” si
trovavano i forni crematori: 2 nella struttura vecchia e 4 in quella nuova
più una camera a gas mai entrata in funzione.
Nel campo di Dachau
sono stati costruiti, di recente, tre monumenti per non dimenticare. Infine
nell‟abbandonare il campo la celebre scritta”il lavoro rende liberi” spicca
sul cancello di ferro all‟ingresso. Penso che questa visita sia stata molto
importante non dimenticare per evitare che possa ripetersi.
Silvia Moia III D
Noi ragazzi di terza media quest'anno ci siamo recati per un viaggio-studio in
Germania. Lì era tutto fantastico, i paesaggi, i monumenti, ma le cose che mi
hanno divertito di più in assoluto sono stati i momenti trascorsi in pullman.
Sembrerà strano ma ci divertivamo un sacco a bordo del nostro amato pullman!
Non vedevamo l'ora di accomodarci su di esso dopo una lunga camminata, non
vedevamo l'ora di sederci per raggiungere la prossima meta, non vedevamo l'ora
di raggiungerlo per stare con i nostri amici.
In particolare mi ricordo un momento molto divertente. Dovevamo imparare la
canzone “L’Italiano” di Toto Cotugno per quando saremmo andati alla scuola
tedesca e le prof. hanno avuto la simpaticissima idea di farcela cantare al
microfono in modo che sentissero tutti quanti, i nostri amici, i nostri compagni di
scuola. E' stata la mezz'ora più divertente dell' anno. All'inizio i poveri
''disgraziati'' chiamati al microfono cantavano insieme e poi ognuno faceva
un pezzo da solo.
I più ''spigliati'' erano i ragazzi, mentre le
ragazze si nascondevano vergognandosi; ma
pure io avrei fatto così... Il bello di questa
iniziativa era che non potevi rifiutare di andare
''ans Mikrofon'', come diceva la prof. Lionello.
A consolare i poveri canterini e a
Tutti ridevano a crepapelle quando gli altri
far ridere ancora di più i beati
cantavano, ma appena si dovevano pronunciare i
ascoltatori
nomi dei successivi ''cantanti provetti'' si sentiva
organizzati dai prof! Mi spiego
in tutto il bus il silenzio totale e vedevi molti
meglio...gli studenti non erano gli
fare riti per non essere chiamati, incrociare le
unici che cantavano, ma abbiamo
dita o fingere di dormire, fare finta di stare male
o fare i compiti. Era allucinante come 60 alunni
temessero di sentire il loro nome; tanto era
strano che ci
guardavamo preoccupati e
c‟erano
i
cabaret
pure potuto assistere ai
prof.
che parlavano in tedesco e che
cantavano
il
ritornello
della
facevamo previsioni su chi potevano essere le
canzone. Insomma da ridere a
future vittime che dovevano andare a cantare.
crepapelle!
Tutto ciò accadeva in una manciata di secondi.
Alice Ceccardi 3°C
INCONTRI RAVVICINATI CON L’AUTORE
DAL DIARIO DI DON ABBONDIO
Caro diario,
questa volta non so proprio cosa fare.
L‟ho capito subito che quei due tipacci loschi erano là per me e che mi stavano aspettando… cosa avrei potuto
fare? Non è gente che si ferma davanti all‟abito religioso quella! Sono solo un povero prete indifeso, mentre loro
sono grandi e forti e il loro padrone con tutti i soldi che ha può fare qualsiasi cosa. Cattiveria e soldi muovono il
mondo, questa è la verità. Il mondo è pieno di gente malvagia e i deboli e gli indifesi non li protegge nessuno. Ma
non posso cambiarlo da solo questo mondo e quindi sì, farò quello che mi hanno ordinato. Non sono un cuor di
leone, è forse un crimine? Non sono un soldato, non sono una guardia… sono solo un povero curato io, un umile
servo di Dio. E sono prima di tutto un uomo. Un povero e debole uomo indifeso che ha scelto di servire Dio proprio
per stare lontano dai guai della strada e dalle insidie della vita. Misericordia… cosa mai avranno combinato quei
due ragazzi per infastidire un uomo come… come… non voglio neanche nominarlo! Non importa, non voglio
sapere cosa è successo, meno so, meglio è! Comunque non posso da solo mettermi contro un uomo così potente
quindi farò quello devo fare o meglio non farò quello che devo fare… Niente matrimonio, così sia. Né domani, né
mai! Quando Renzo domani verrà per mettersi d‟accordo farò finta di niente, sì, fingerò di essermi dimenticato
delle nozze con Lucia ecco! Poi prenderò tempo, gli dirò che mancano delle carte e senza quelle carte niente
matrimonio. Ma Renzo insisterà, lo so come è fatto quel ragazzo, allora gli dirò che sto anche male. Del resto è
vero, sto molto male. L‟incontro con quei due loschi individui mi ha fatto venire il mal di pancia e mi sento svenire.
Dirò a Perpetua che sto male e poi mi metterò a letto. Sono solo un povero prete, cos‟altro potrei fare? Sono una
foglia in balia della tempesta. “Buona notte messere”, mi ha detto quel brutto ceffo. Ma chi dormirà mai questa
notte?
Jacopo Eccli – III D
LETTERA DI DON ABBONDIO AD ALESSANDRO MANZONI
Egregio signor Alessandro Manzoni,
vorrei innanzitutto congratularmi con lei per il grande successo ottenuto da questa meravigliosa opera storica di
cui anche io faccio parte. Tuttavia mi consenta di informarla circa alcune mie considerazioni.
Le ho scritto questa lettera perché desidero parlare con lei di alcune scene della storia, che mi riguardano e che non
ritengo corrette.
Ad esempio, lei mi ha fatto incontrare con i bravi di Don Rodrigo…quanto mai l‟avesse fatto! Lei lo sa che sono
molto pauroso e quella è stata un‟esperienza orripilante, da non ripetersi mai più.
Un altro avvenimento che non ritengo sia giusto è il matrimonio a tradimento. Lo sa anche lei che volevo sposare
quei due giovani innamorati il più presto possibile, ma quel signorotto arrogante si è messo in mezzo e se l‟è presa
con il sottoscritto. Signor Manzoni, come possono arrabbiarsi con un povero prete e minacciarlo di morte? La mia
paura era ormai la compagna di tutti i miei giorni e oltretutto il povero Renzo è venuto a rimproverarmi per la mia
esitazione!
La mia figura sembra molto codarda e un po‟ è vero e lo confesso ma se lei, mio signore, si fosse soffermato sulla
paura che mi incutevano i Bravi e don Rodrigo e sulle loro “brutte” maniere di trattare le persone che non gli
obbedivano, sarei stato meno contestato e il mio personaggio avrebbe avuto un‟immagine meno meschina.
La ringrazio per la sua attenzione.
Le porgo i miei più cordiali saluti
Don Abbondio
Irene Aldovini 3^D
Luglio 1827, Milano.
Cara Madre quando riceverete questa lettera io sarò già a Firenze.
Ho deciso di trasferirmi lì perché ritengo che Firenze sia una città ricca di persone colte
e, soprattutto, perché ritengo che il dialetto fiorentino sia il più raffinato della penisola.
Per questi motivi ho avuto alcuni scontri sia con Ugo Foscolo, sia con Giacomo Leopardi.
Il primo è convinto che il trionfo del dialetto fiorentino
abbia arbitrariamente impedito l‟uso letterario di tutti gli altri volgari.
Per Leopardi, invece, non ha senso adottare il fiorentino rinunciando agli altri dialetti,
perché ci sono termini divenuti già nazionali o perché sono importati da lingue straniere.
Ritiene inoltre che nel suo presente si devono valorizzare gli apporti che offre il
linguaggio popolare che, in taluni casi, può rinnovare la lingua letteraria. Insomma Madre,
entrambi sono in disaccordo con il mio pensiero e ne sono alquanto dispiaciuto, dato che
li considero scrittori competenti ma soprattutto uomini colti e capaci. Ma non sono
demoralizzato, anzi, magari un giorno capiranno e approveranno le mie idee.
Ho deciso quindi di riscrivere “Fermo e Lucia”, come sai pubblicato nel 1822 e di
riscrivere i dialoghi in fiorentino anche se i personaggi vivono in Lombardia. Ho optato
però di mantenere la storia dei volumi già pubblicati e magari di correggerla qua e là se
necessario. Spero di finire il lavoro in poco tempo, anche se i dialoghi sono impegnativi; e di pubblicarla, in modo
che tutti si possano abituare a leggere e comprendere il dialetto fiorentino, che anch‟io come tanti altri spero
diventi la lingua letteraria nazionale.
Con la speranza di poterVi rivedere presto Vi porgo un saluto affettuoso
Vostro Alessandro
Arianna Malaga 3A
Caro Diario…
Recanati, 30 marzo
Sono ancora qui nella mia piccola stanza, a Recanati. Ti scrivo per ricordare quelle che, secondo i miei piani,
saranno le ultime ore trascorse nella mia casa paterna. È notte fonda, sto scrivendo alla flebile luce di una candela;
probabilmente tutti i mie familiari dormono. È l‟occasione giusta, ora o mai più!
Quanto tempo passato a progettare questa fuga: ora che è il momento però non riesco a muovere un passo al di
fuori della pesante porta di legno di camera mia. La stanza dà su un corridoio dove si affacciano le camere dei miei
genitori e dei miei fratelli. Non dovrò fare rumore. Passato l‟ostacolo più difficile, attraverserò per il lungo la
grande sala da pranzo, a quel punto dovrei solo aprire il portone di casa e precipitarmi fuori, verso la libertà.
Sono abbastanza preoccupato ma mi devo far coraggio se voglio lasciare questa prigione! Prima di mettere in atto
la fuga preparo giusto l‟occorrente per i primi giorni e raccolgo qualche moneta, che potrà essermi utile. Per
avanzare nell‟oscurità della notte utilizzerò una piccola candela in modo da non attirare l‟attenzione della mia
famiglia. Non so cosa mi accadrebbe se venissero a sapere dei miei piani di fuga, perciò è meglio che agisca subito e
bene, senza esitazioni! Prima di uscire passerò dalla cucina e prenderò un pezzo di pane per domani mattina. Una
volta fuori, non so dove andrò ne cosa farò: di certo lascerò Recanati e non avrò i vincoli imposti dai miei severi
genitori…speriamo in bene.
Ora però devo andare, approfitto ancora delle ultime ore di buio per non destare sospetti anche in paese. Purtroppo
portarti con me, diario, sarebbe ingombrante e scomodo, devo far posto allo stretto necessario; spero che una volta
lasciato il mio natio borgo selvaggio possa fare conoscenze, vivere una vita migliore e più felice e realizzare tutti i
miei sogni.
Giacomo
Giulia Algeri terza D
Collegio dei Barnabiti, Milano
Ore 21:30
Sono arrivato in collegio ieri in tarda serata e le mie prime impressioni non sono delle migliori. Qui
sono tutti molto severi e i ragazzi molto rispettosi e ligi al dovere, nessuno osa mettere in discussione
punizioni o regole molto dure. I signori maestri non hanno un velo di comprensione sui loro visi pieni
di disprezzo per noi giovani. Il cibo (se quello che ci danno si può chiamare così) è povero e se ci
lamentiamo veniamo messi in punizione e dobbiamo lavare tutti i pavimenti (questo è il castigo
“migliore”). Il coprifuoco è alle 21:00. Se qualcuno viene visto nel corridoio, viene espulso dalle lezioni
per tre giorni. La mattina ci svegliano alle 6:00, la colazione dura mezz‟ora e il resto della giornata si
passa nelle classi a studiare nuove formule di geometria, a imparare a memoria delle poesie o dei testi,
a cantare e suonare nell‟ora di musica, a correre intorno alla scuola nell‟ora di ginnastica. Certe volte
vengono organizzate delle gite nei monasteri più famosi della città o nelle chiese dove si fanno dei
ritiri. Nel tardo pomeriggio si ritorna nel collegio dove ci lasciano due ore per fare i compiti assegnati.
A cena si riuniscono per mangiare tutti i ragazzi delle varie camerate in un grande salone riempito da
lunghe tavolate apparecchiate in modo essenziale. Dopo la cena, abbiamo un momento di svago nella
sala della ricreazione: possiamo finire i compiti, leggere, creare progetti, chiacchierare o rilassarci. Alle
nove suona una campanella che avvisa la fine della giornata e si sente la voce del direttore del collegio
che raccomanda di andare a letto e di stare ognuno nelle proprie stanze.
Essendo l‟ultimo arrivato sono capitato in una stanza insieme a due ragazzi, molto studiosi che
parlano poco e interagiscono solo tra di loro con gesti e occhiate studiate appositamente. Per questo
con loro non ho modo di relazionarmi e neanche con gli altri ragazzi che pensano solo a non finire in
punizione e a eseguire tutti gli ordini. Ce ne sono solo tre o quattro arrivati pochi giorni prima di me,
con cui ho parlato un po‟ di tempo, che mi sembrano del mio stesso parere sul collegio e sul metodo di
studio.
Ora devo andare a dormire, i professori passano nelle camere per vedere se dormiamo e se mi vedono
sveglio, sono guai seri per me. Spero di riuscire a finire i miei studi e a farmi una buona cultura e
soprattutto spero di sopravvivere dentro a questo inferno.
Alessandro
3^D Irene Aldovini
LETTERA A GIACOMO
LEOPARDI
Recanati, 4 aprile 1830
Caro Giacomo,
sono Silvia. Sì, proprio quella Silvia a cui hai dedicato il tuo canto del destino e che,
nei secoli verrà ricordata come quella povera ragazza sfortunata morta troppo
giovane che non ha fatto nemmeno in tempo a parlare d‟amore con le sue amiche,
perché non ha vissuto il fior degli anni suoi. Sono diventata l‟immagine della
giovinezza stroncata, delle speranze cadute e te lo devo dire: questo proprio non mi
piace. Io non ero così! Non sono io la ragazza che hai dipinto nella tua poesia.
Primo: Io non amavo cantare mentre ero intenta alle opere femminili, non sopportavo
né filare, né fare i mestieri, ero obbligata a farlo. Certo, avessi avuto la possibilità di
studiare come hai fatto tu, di passare tanto tempo sugli “studi leggiadri” o sulle
“sudate carte”, forse avrei avuto più voglia di cantare. E forse non mi sarei nemmeno
ammalata di tisi. Se i miei fossero stati più ricchi, se non fossi vissuta in una casa
tanto umida, chissà. Secondo: Quando mai io e te abbiamo ragionato e parlato della
vita, del destino, della nostra gioventù? Non mi hai mai degnata di uno sguardo.
Comunque se per questo nemmeno tu eri il mio tipo, non eri certo divertente!
Terzo: Sono morta giovane, è vero, ma sono stata felice. Ho amato i miei genitori e ho
amato la vita e la natura cosa che tu non sei mai riuscito a fare. Non mi piace che il
mio nome sarà per sempre associato a un‟idea di tristezza, di infelicità, di caduta
delle speranze e dei sogni perché io non ero così. “All‟apparir del vero tu misera
cadesti” hai scritto; odio questi versi. Ho vissuto poco ma al massimo, te lo posso
assicurare, sono stata sfortunata ma felice. Smettila di vivere nel passato e guarda
avanti: hai la fortuna di essere vivo, impara a essere ottimista. Vedere tutto nero è
più facile che continuare a sperare.
Addio Giacomo.
Silvia
Di Jacopo Eccli – III D
Incontri per pensare
l‟associazione „narconon‟ e l‟ex tossicodipendente
Il 22 novembre nella sala riunioni delle elementari c’è stato l’incontro con un ex
tossicodipendente dell’associazione narconon che ci ha parlato della sua esperienza con le
droghe. Aveva iniziato a drogarsi più o meno alla nostra età per colpa di due suoi amici più
grandi che lo avevano convinto a provare a fumarsi una “canna” dicendo che avrebbe
potuto smettere quando voleva e che non gli avrebbe fatto male. Forse per paura di essere
deriso in seguito ad un rifiuto, aveva provato e aveva avvertito una sensazione di potenza e
grandezza che lo aveva fatto “sballare” e lo aveva convinto a ripetere l’esperienza. In poco
tempo era diventato tossicodipendente e aveva iniziato a provare ogni tipo di droga. Le
sensazioni legate all’assunzione delle sostanze stupefacenti erano positive e il suo corpo si
era lentamente assuefatto (abituato) alle dosi iniziali così che, per riprovare le stesse
sensazioni, aveva dovuto aumentare le dosi. Per potersela procurare aveva iniziato a
rubare dei soldi in casa sua e, dopo un litigio con i genitori per questo motivo, era andato a
vivere per un po’ di tempo sotto ai ponti. Dopo aver seguito il programma di
disintossicazione del progetto narconon ha smesso di drogarsi ed è guarito. Ci ha inoltre
raccontato dei danni che le droghe procurano al cervello e all’organismo e cosa provocano.
Le droghe più pericolose sono gli allucinogeni poiché provocano allucinazioni e sensazioni
distorte della realtà. Le più comuni sono :

ecstasy

eroina
Altre droghe comuni sono la cocaina e la marijuana. I modi più comuni per assumere le
droghe sono l’inalazione, l’aspirazione, l’assunzione e l’iniezione.
Quali sono pertanto gli effetti causati dalle droghe?
(estratto da Wikipedia)
“Effetti psicologici”

Distorsione cognitiva e delle capacità
“Effetti fisiologici”

recettive, sensazione di aumento delle
percezioni




Vasocostrizione locale (ad esempio,
nasale)

Leggera anestesia locale (ad esempio,
Accentuazione della reattività fisica e
gengivale e dentale, da cui l'uso
mentale
passato in odontoiatria)
Riduzione dello stimolo ad

Aumento della frequenza cardiaca
addormentarsi, della fame e sete

Aumento della contrattilità del
Euforia (da cui l'uso passato come
ventricolo sinistro
antidepressivo e come trattamento

Aumento della pressione arteriosa
dalla tossicodipendenza da oppiacei)

Iper- produzione di adrenalina
Maggiore socievolezza e facilità di

Aumento della produzione di
relazione

Riduzione del senso di fatica

Incremento della libido
endotelina

Diminuzione della produzione di
ossido nitrico

Aumento dell'aggregabilità piastrinica
nel sangue”
Spesso vengono mescolate insieme più
droghe, in cocktail che possono essere
letali. E’ il caso dello “speedball”, il potente
mix di eroina e cocaina che provocò la
morte di diversi personaggi famosi e causò
problemi di cuore e di articolazione della
parola a musicisti e attori.
Abbiamo trovato questo incontro molto interessante ed istruttivo
e pensiamo che non ci si debba drogare perché ci teniamo alla
nostra vita, al nostro cervello e soprattutto bisogna ragionare con
la propria testa e non farci guidare solo dalle “dritte” che ci danno
gli amici.
Silvia Moia, Angelika Buceta,Weite Ye, Marcella Meneses 3°D
Uno degli incontri che mi ha colpito di più è stato quello con un ragazzo di
circa 25 anni ex tossicodipendente dell’associazione Narconon che alla mia
età ha iniziato a drogarsi con ogni genere di droga, leggera e pesante. Ci ha
raccontato la sua storia, la sua sofferenza e il motivo per cui forse è caduto
in quel giro. Ci ha parlato dei vari tipi di droghe e dei loro effetti, di come
annullano la personalità e rallentano le funzioni celebrali. Ci ha messo in
guardia sulla dipendenza che creano e sugli effetti dannosissimi che hanno
sulla salute. Noi gli abbiamo fatto molte domande ma forse quelle più
importanti ce le siamo tenute dentro.
A casa, quella sera, i miei genitori mi hanno raccontato della figlia di amici
loro che vive in comunità e che da anni cerca di uscire da quel giro.
Ci sono associazioni come quelle di cui fa parte il ragazzo che è venuto da
noi a scuola che si occupano di prevenzione e di accogliere i ragazzi che si
perdono, di seguirli nel percorso di riabilitazione e poi di accompagnarli
nuovamente nella vita di tutti i giorni quando sono pronti. Ci sono psicologi,
medici e assistenti sociali che lavorano in queste associazioni. Le
dipendenze sono tante non solo dalla droga ma c’è anche quella dall’alcool
e persino dai videogiochi.
Per me questo incontro è stato interessante perché non avevo mai sentito
parlare così chiaramente di droga e non avevo mai conosciuto qualcuno che
fosse riuscito a disintossicarsi e potesse essere lì a parlarne con noi. L’idea
che avevo di una persona che si droga mi metteva a disagio, all’inizio infatti
anche questo ragazzo non mi ha fatto una buona impressione. Quando poi
ha cominciato a parlare, ho capito che era una persona normale. Ho capito
che più che dei “drogati” bisogna avere paura della droga stessa.
Jacopo Eccli – III D
TRA POESIA E PROSA
L'adolescenza è un periodo secondo me abbastanza difficile ma che gli adulti ricordano
come il migliore della loro vita. I cambiamenti sono tanti e importanti ma molti vengono
affrontati più per necessità che per crescita. Gli adolescenti sono insicuri, ribelli,
conformisti: le diversità vengono viste più come difetti che pregi. Devi vestirti in un certo
modo, parlare in un certo modo, non andare troppo bene a scuola (anche se ci sono
ragazzi che riescono ad essere popolari anche andando benissimo), uscire con certa
gente, fare certe cose … Ovviamente non sempre è così, perché queste “regole” non sono
obbligatorie, ma se non le rispetti vieni guardato male, preso in giro o peggio, ignorato.
Le ragazze che piacciono di più non sono essenzialmente le più belle (almeno così
pensiamo noi ragazze), ma le più oche, civette e piacenti. Ai ragazzi invece sembra
piacere rubare le ragazze di altri. La maggior parte dei ragazzi deve rimorchiare ad ogni
costo, illudere le ragazze più semplici e farle soffrire, essere volgari e pieni di sé.
Naturalmente ci sono le eccezioni, ma noi ragazze preferiamo la prima categoria, quasi
ci piaccia star male! Il rapporto con i genitori è piuttosto problematico: liti, discussioni,
opinioni differenti su ogni minima cosa. Una volta non mi interessava niente, solo scuola
e amici. Da un po’ di anni invece penso a come vestirmi, ad essere accettabile fisicamente,
ad essere simpatica a tutti, a piacere… la scuola e la famiglia sono passati in secondo
piano, contano solo l’amore, l’amicizia, la musica e “le superficialità”.
Io prima non pensavo alle cose superficiali, all'apparenza, al modo
di vestirsi ma a furia di provare ad interessarmi di queste cose, ho
finito quasi per metterle al primo posto di ogni cosa! A me non è mai
piaciuto dire quello che provo, forse ho paura del giudizio altrui e mi
sento patetica, ma a quest’età se non hai un tuo punto di vista sei
visto come un debole. Fisicamente poi i cambiamenti sono devastanti
e non sempre piacevoli, ma se tu sei in ritardo e non hai determinate
caratteristiche fisiche, vieni preso in giro. È una vita complicata, ecco:
qualunque cosa fai c’è sempre un risvolto negativo. A quest’età è tutto
puramente superficiale e la bellezza è, se non obbligatoria,
essenziale: i ragazzi non devono essere belli, non glielo chiede
nessuno ma se sei una ragazza e non sei bella è difficile che piacerai a
un ragazzo a quest’età.
Eleonora Godi 3C
ODE ALLA FELICITA’
Lasciate che sia felice,
come una giornata di sole,
come se tutta l’energia solare si
trasmettesse dentro di me.
Lasciate che sia felice,
come un delfino,
come se stessi partecipando ad uno
spettacolo in fondo all’oceano.
Lasciate che sia felice,
come una farfalla,
come se volassi tra i fiori nel sole che si
riflette sulla rugiada.
Lasciate che sia felice,
come un uccello liberato dalla gabbia,
come un bambino a cui è stato regalato
un sorriso.
O
OD
DE
EA
AL
LL
LA
AT
TR
RIISST
TE
EZ
ZZ
ZA
A
Lasciate che sia triste
come un cane che si lecca le ferite
come quando si spegne il fuoco nel
camino.
Lasciate che sia triste,
come un albero spoglio,
come se dovessi vivere gli ultimi anni
della mia vita.
Lasciate che sia triste,
come un piccolo passerotto chiuso
nella gabbia,
come quando nessuno si prende cura di
me.
Lasciate che sia triste,
come un cuore spezzato,
come se fosse la fine del mondo.
Classe 3B
“La terribile interrogazione di Storia; come sopravvivere al
Prof. e alla Prima Guerra Mondiale...”
Un capitolo intero da studiare per domani, venti pagine, non ce la farò mai!
Sono sicura, domani interrogherà me ed io non saprò niente! Cosa posso fare??
Sono stata proprio stupida a non portarmi avanti con lo studio, avrei potuto
evitare questo spiacevole inconveniente!
Ora l'unica cosa che mi resta da fare è iniziare a studiare e vedere se posso
rimediare... Apro il libro, cerco la pagina... Adesso sono decisa a studiare, devo
imparare velocemente il nuovo capitolo! Per mia sfortuna mi trovo davanti la
Prima Guerra Mondiale!! Inizio a leggere... È un insieme di date e luoghi
impossibili da ricordare. Ed ora?!? Con tutto l'impegno che posso metterci non
riuscirò mai a prendere un bel voto, comunque non mi scoraggio troppo e
decido di provarci lo stesso.
Con mia grande sorpresa riesco a studiare tutte le pagine assegnate, certo non
le so benissimo, ma penso che riuscirò comunque a prendere un voto discreto.
Il giorno seguente a scuola vengo assalita da un'ansia terribile che dura per
tutta la giornata, dato che l'ora di storia è l'ultima... Ho dei brutti presentimenti
e questi mi rendono molto nervosa.
Ed ecco, è il momento, il Prof. entra in classe, sembra perfino più severo e
minaccioso del solito.
Pronuncia la solita frase: “Bene ragazzi ripassate che adesso interrogo” e
contemporaneamente inizia a sfogliare il registro per decidere chi sarà
interrogato. Questi pochi minuti sembrano ore, sono nel pallone, non riesco a
ricordare niente, la Prima Guerra Mondiale sembra essere nella mia testa, data
la confusione che provo! Spero solo che non dica il mio nome, ma invece... :
“Ghislandi Giulia interrogata”.
Resto in silenzio per ben cinque minuti , anche il Prof. e tutti gli altri miei
compagni non dicono niente, sembra che il tempo si sia fermato, lo desidererei
tantissimo, almeno potrei scappare via; ma purtroppo non è così.
Penso che devo farmi coraggio e dire qualcosa, quelle date, luoghi e
avvenimenti letti ieri sera; devo superare quest'ansia.
Inizio a parlare, improvvisamente molte informazioni mi ritornano in
mente, mi sembra di essere in quel periodo storico ed assistere a tutto
ciò che accade, riesco così ad esporre in modo discreto la lezione.
Purtroppo non riesco a prendere un voto alto, perchè il mio studio,
non è stato approfondito e dettagliato, ma comunque mi posso
accontentare di un giudizio discreto.
Da questa esperienza posso però trarre degli insegnamenti utili che
mi serviranno anche in futuro.
È meglio portarsi avanti e fare le cose quando si ha tempo e non
ridursi sempre all'ultimo minuto, in fondo c'è anche un proverbio che
afferma questo: “Chi ha tempo, non perda tempo”. È importante dire
quello che si sa e che si pensa, invece che stare in silenzio per paura
di sbagliare o di fare brutte figure!
Ghislandi Giulia 3A
Salve a tutti, oggi vorrei raccontarvi un fatto che mi si e' verificato alcuni
giorni fa. Ma iniziamo dal principio! Era lunedì, ed ero appena tornato a casa da
scuola. Ho mangiato e mi sono piazzato davanti alla tv per un ' ora e mezza circa,
quindi ho cominciato a fare i compiti per il giorno dopo. Ho aperto il
mio diario e
ho letto : storia, studiare da pagina 88 a pagina 97 (la prima guerra mondiale).A
prima vista mi è venuta un po' di ansia, dieci pagine da studiare non sono poche,
però' mi sono detto:posso farcela!In fondo sono solo le 16:30 e gli altri compiti li
ho già fatti! Mentre stavo per aprire il libro, e' arrivata mia madre che mi ha
detto di prepararmi, perché l' appuntamento con il dentista era stato anticipato ad
oggi, e dovevamo andare subito. Al suono di quelle parole sono rimasto pietrificato,
e mi chiedevo:e adesso cosa faccio? Come faccio a studiare?Avrei potuto dire a mia
mamma di inventare una scusa con il dentista c'era però un problemino. Come vi ho
già
detto
era
lunedì,e
io
avrei
potuto
benissimo
studiare
storia
il
fine
settimana,sono sicuro che se avessi detto a mia mamma che non potevo andare dal
dentista per studiare storia lei mi avrebbe sicuramente “tirato le orecchie”.Per cui
non avendo voglia di discutere sono andato dal dentista. Non l' avessi mai fatto
Sono tornato a casa alle otto e dieci e dovevo ancora mangiare. Si erano fatte già
le nove e io ero disperato. Ero talmente disperato che leggevo e non capivo niente.
Erano le dieci ormai e io avevo imparato a malapena solo tre pagine. Sono andato a
letto con il cuore in gola e non ho dormito tutta notte. Continuavo a cercare di
pensare positivo,ma chi volevo prendere in giro?
Non sapevo quasi niente,e la paura aveva preso il sopravvento. L'unica cosa che
speravo in quel momento era che la Prof. non mi interrogasse il giorno dopo, ma
io ero uno dei pochi ancora senza voto. La mattina ero sveglio, fermo, immobile
nel mio letto,ad aspettare le parole di mia madre,che mi avrebbero annunciato di
alzarmi e di prepararmi per andare a scuola. Al suo richiamo mi sono agitato
ancora di più .Ecco che adesso arriva il bello. Sono davanti a scuola, scendo
dalla macchina e mi dirigo verso l'entrata. La lezione di Storia era alla prima
ora.
Camminavo
a
ciondoloni
come
un
ubriaco,
per
la
stanchezza
della
notte
insonne,e avevo le mani che mi tremavano. Sono entrato in classe con un nodo allo
stomaco. Mi sentivo agitato come un topolino che aspettava di finire nelle fauci
di un serpente. Non ricordo di essere mai stato così in panico in tutta la mia
vita scolastica, anche perché non volevo che la Prof perdesse la considerazione
che aveva nei miei riguardi ;l'ho vista entrare , io avevo il magone,mi veniva da
piangere, ero disperato.”La terribile interrogazione di storia;come sopravvivere
alla Prof e alla prima guerra mondiale”. Era la resa dei conti; la Prof si e'
seduta,ha aperto il registro e ha detto: Mandelli!Uhmmmm in quel momento sono
sicuro che il mio cuore si e' fermato. Io risposi ccccccosa c'e' Prof. E lei: mi
puoi
prestare
il
libro
così
interrogarmi!!!!!!!!!MAMMA
NIENTE!!!!!!!Mi
talmente
bianco
sono
che
che
MIA
io
,
alzato
e
se
raggio
un
possa
MI
HA
le ho dato
di
seguire?
sole
FATTO
il
libro;
mi
Non
aveva
VENIRE
UN
e sono
avesse
intenzione
di
INFARTO
PER
tornato
illuminato
io
a
posto
l'avrei
sicuramente riflesso. Ma torniamo al registro .Dopo averlo aperto ho visto il suo
dito muoversi e scorrere l'elenco dei nomi e sento: Mandelli! Noooooo!!!Ssssi
Prof.?!Mandelli,non e' che mi puoi anche prestare una penna per cortesia? La
penna?! ALLORA LEI MI VUOL TORTURARE! Tenga Prof . E sono ritornato al posto. Poi
ha detto: preparatevi che adesso
interrogo...Mandelli (cosa vorrà adesso?),
Mandelli comincia a parlarmi della prima guerra mondiale. In quel momento sono
diventato cadaverico e non sapevo cosa dire. Quando ad un tratto: DRIIIINNNN, ERA
LA CAMPANELLA
ANTI INCENDIO. Non ci credevo, non capivo se era reale ciò che
sentivo nelle orecchie.. Ebbene sì. Io ero al settimo cielo dalla gioia, mi
sentivo sollevato e alleggerito dalla paura di essere interrogato. Così sono
sceso in giardino insieme ai miei compagni di classe, e sono tornato in aula alla
fine della lezione. Ero riuscito
a “superare” l’ interrogazione di storia, nel
migliore dei modi, cioè senza essere interrogato.
P.S. Dopo due giorni la Prof. mi ha interrogato sul serio, ma io ero preparato!
Ho preso..... A proposito l'allarme antincendio era solo una simulazione!
Alessandro Mandelli 3A
“La prima giornata di guida di un neo-patentato in
mezzo al traffico della metropoli”
Era il primo giorno che Alessandro andava in giro e guidava
per la città da solo senza avere vicino l’istruttore di scuola
guida che gli spiegasse come mettere le mani sul volante, o
come si usano i pedali per il freno…o le marce…
Non sapeva come fare, non si sentiva ancora pronto a girare
per la città tutto solo in quella mini macchina e circondato da
gente a piedi che gli tagliava la strada.
Quel giorno Alessandro aveva tre faccende da sbrigare:
-andare a ritirare un documento all’agenzia di scuola guida;
-passare in tintoria per ritirare un vestito;
-comprare 3 casse d’acqua da portare alla nonna.
Alessandro ha iniziato il suo giro partendo dal ritiro del
documento all’agenzia di scuola guida. Lì trovare il parcheggio
non è stato facile, ci avrà messo “15 minuti” per riuscire a fare
tutte quelle manovre, ma alla fine ce l’ ha fatta, pur avendo alle
sue spalle una lunga coda che continuava a strombazzare a ad
urlargli dietro… Ritira quel documento e si rifionda nella sua mini
macchina che lo aspettava lì fuori. Il suo secondo impegno era
quello di ritirare un vestito che aveva lasciato in tintoria.
Ma non sapete che fatica!!
Anche qui, sempre per colpa del parcheggio ci avrà messo
almeno venti minuti!! Comunque, ha superato pure questo ed è
passato però ad un altro livello di difficoltà: a chi dare la
precedenza dopo essere uscito dal parcheggio? Ad Alessandro
sembrava di essere un bambino che non conosceva neanche le
cose più semplici. Gli era venuto persino il dubbio di lasciar
perdere la macchina e di proseguire la sua strada a piedi.
Ritirato il vestito è quindi ripartito subito per il terzo obiettivo:
comprare tre casse d’acqua per la nonna.
Intanto in macchina ad Alessandro sembrava di essere
disorientato, non si ricordava più nemmeno la strada per
arrivare all’ Esselunga, ma il peggio è che non si
ricordava neanche quella per tornare a casa!!
Riuscito poi a trovare il supermercato, anche qui con la
fatica per il parcheggio, è entrato ed è poi uscito con le
tre terribili casse d’ acqua, peeeesaaaantissimeeee. Le
ha caricate in macchina e si è indaffarato a cercare la
strada
di
casa.
Beh,
poi
a
casa
ci è
arrivato
fortunatamente!!
Dunque si può dire che per Alessandro non è stata affatto
una giornata leggera. Imparerà primo o poi a guidare
decentemente e a non farsi prendere dal panico?? Boh!!
Intanto continuerà ad esercitarsi tutti i giorni anche solo
per fare un giro dell’isolato.
Valeria Brioschi 3°A
Alla fine delle elementari guardavo con incertezza e paura il mio futuro alle medie: avevo
paura di non potercela fare, avevo mille pensieri. Per prima cosa avevo paura degli
insegnanti, dei nuovi amici che avrei incontrato e temevo che non mi accettassero per
quello che sono. Era tutto diverso non avevo più due o tre insegnanti per tutto il giorno, ma
bensì uno per ogni materia, bisognava dare del lei agli adulti.
Era tutto molto strano all'inizio non sapevo come comportarmi ma dopo un pò mi sono
lasciata andare e ora e da tre anni che sono qua tra gioie, divertimento, paure, difficoltà con i
miei compagni e gli insegnanti che mi hanno accompagnato in questo periodo. Alcuni dei nostri
insegnanti sono cambiati, ne abbiamo conosciuti altri anche loro simpatici e bravi...Il primo e il
secondo anno sono stati belli e ogni volta alla fine dell'anno scolastico c'era quella paura di
andare davanti all'entrata della scuola e guardare quel cartellone con il tuo nome scritto sopra
con scritto promosso o bocciato. Per fortuna nel mio c'era scritto promosso e provavo tanta
gioia, tanta emozione di avercela fatta, di non essermi mai arresa di non dover lasciare i miei
compagni di andare avanti con loro, continuare con la mia classe ormai per me una famiglia...
Quest’ anno è stato molto difficile per me rispetto agli altri due, ma non mi voglio arrendere
voglio andare avanti dare il meglio di me stessa. Sono cambiata molto grazie ai miei errori mi
ritengo più matura ho imparato nuove cose che prima non sapevo... Quest’ anno ci sono gli
esami e la paura c'e ed è tanta, spero di farcela.
In questi anni, ci sono stati anche dei successi come il raggiungimento di un obiettivo che per
me era difficile da raggiungere. Sono soddisfatta, mi sento realizzata. Ho dovuto fare anche
delle scelte che mi saranno di aiuto per il mio futuro... Quest’ anno e l'ultimo anno con i miei
compagni ci sono stati dei litigi che si sono sempre risolti per fortuna. Mi dispiace ma bisogna
dividerci andare avanti ognuno per la sua strada, ma goderci insieme tutto il tempo che ci
resta, resteranno molti ricordi nei nostri cuori... Questa e la mia esperienza alla scuola media
che mi ha cambiato tanto.
Marcella Meneses 3°D
Liceo scientifico, classico, linguistico,
Io, in principio ho trovato questa esperienza
istituto tecnico, tre o cinque anni?!? Come
difficoltosa perché non avevo le idee ben
fare a scegliere?!?!?
chiare, ma una volta compreso il tipo di studi
Noi studenti delle classi di terza media
che desideravo intraprendere, ho iniziato a
abbiamo dovuto affrontare questo dilemma:
divertirmi.
la scelta della scuola superiore. E' stata
Trovavo simpatica l'idea di andare a vedere
un'esperienza nuova e strana, che ci ha
varie scuole durante le giornate degli open
“costretto” a scegliere anche per il nostro
day. Giornate in cui gli studenti di terza media
futuro. E' stata una prova divertente, ma allo
potevano visitare i vari istituti ai quali erano
stesso tempo stressante e difficile.
interessati; dove sia i docenti che gli alunni
Credo che sia stata semplice per chi aveva
erano disposti ad illustrare la scuola ed a
già le idee chiare sull'indirizzo di studi che
parlare con i ragazzi per chiarire i loro dubbi e
desiderava intraprendere, ma complicata per
confrontarsi.
chi ancora non sapeva cosa scegliere.
Io ho “visitato” parecchie scuole prima di
Poiché la maggior parte di noi, ancora non
trovare quella giusta, dove ho intenzione di
sapeva l'indirizzo che avrebbe intrapreso,
iscrivermi. Credo che sia valsa la pena vedere
abbiamo svolto con i nostri professori di
molte scuole perché mi sono fatta un'idea
italiano e matematica un lavoro di
generale sull'organizzazione di ogni istituto e
orientamento.
alla fine ho potuto scegliere quello che si
Durante queste ore di lezione, gli insegnanti
avvicinava di più alle mie esigenze e alle mie
ci hanno ascoltato, per comprendere meglio
aspettative.
quali erano i nostri interessi e ci hanno fatto
Per me è stata un'esperienza carina e
svolgere alcune esercitazione che ci hanno
importante, che sarei disposta a rifare, magari
aiutato a capire quali fossero i nostri punti di
per altri può essere stata un'esperienza
forza e le nostre aspirazioni.
stressante e possibilmente da dimenticare,
Alla fine di questo lavoro, grazie ai consigli
certo è che dobbiamo cominciare ad operare
e all'aiuto che i professori hanno saputo
delle scelte e credo che il corso di studi
darci, tutti siamo riusciti a fare questa
successivo alla scuola media, sia la prima
difficile scelta.
importante scelta della nostra vita.
Ghislandi Giulia 3A
Ho sempre pensato che la scelta della scuola
superiore fosse difficile, ma adesso lo è
ancora di più. Dopo aver preso la tua
decisione hai rimorsi e tanti timori: sarà
giusto l’indirizzo scelto? Riuscirò a inserirmi
bene nella classe?.. Sarà triste, inoltre,
lasciare la mia classe e tutti i ricordi, brutti o
belli, che mi porterò dietro a lungo;
sicuramente ci saranno anche pianti l’ultimo
giorno di scuola. Ho scelto di frequentare il
liceo linguistico e sono arrivata a questa
conclusione nel corso dei tre anni. Sono
riuscita a individuare le materie che più mi
piacciono e più mi interessano: inglese e
tedesco. Mi sono appassionata alle lingue
straniere attraverso gite, attività, spettacoli
teatrali svolti in ambiti scolastici ed anche
attraverso le mie insegnanti che mi hanno
saputo trasmettere la passione per le lingue.
Da grande sogno di diventare traduttrice di
libri, un’ aspirazione che mi piacerebbe non
restasse solo tale, ma diventasse realtà.
Camilla Cerberi 3A
QUALCUNO PENSA CHE NON SI POSSA PIU’ FARE A MENO
DEL TELEFONO CELLULARE CONCORDI?
Io credo che il cellulare sia un mezzo di comunicazione indispensabile.
Certo si potrebbe sicuramente vivere senza di esso, ma ormai la maggior
parte delle persone lo considera di estrema importanza e utilità.
Se noi passeggiamo in città, notiamo di sicuro persone con il cellulare in
mano, alle prese con una chiamata o intento a scrivere messaggi. La
maggior parte della popolazione infatti possiede un telefono cellulare.
La domanda che potrebbe venirci spontanea è : perché il cellulare è così
diffuso e importante da considerarsi indispensabile?
Bene, oggi cercherò di fare alcune ipotesi che rispondano a questa domanda.
Una parte della popolazione mondiale lo sceglie perché è un dispositivo in grado di metterci in
contatto velocemente con polizia, pronto soccorso, vigili del fuoco, carabinieri ed altri numeri utili
che potrebbero esserci d'aiuto in caso di necessità.
Altre persone scelgono di possedere un telefono cellulare per rimanere in contatto con parenti o
amici che si trovano in luoghi lontani o perché indispensabile per il lavoro che svolgono.
Mentre il resto delle persone, come i giovani desiderano avere un cellulare per parlare con i loro
amici, per organizzarsi per delle uscite in compagnia, per tenersi in contatto durante le vacanze
estive o semplicemente per raccontare i propri segreti. Queste sono alcune ipotesi che credo
possano rispondere alla domanda di prima e credo che siano anche la risposta alla diffusione così
veloce nel mondo dei telefoni cellulari.
Alcune persone credono che sarebbe meglio vivere senza telefoni cellulari, perché essi trasmettono
le informazioni, gli eventi, i momenti di gioia o tristezza in modo sciatto; ma per me non è così. Un
messaggio è composto da parole e le parole riescono a trasmette emozioni e a rappresentare il
nostro stato d'animo. Altri ancora, credono che sia meglio guardare in faccia la persona con cui si
sta conversando, ma se questo non è possibile per le distanze, il cellulare almeno può “accorciarle”,
perché ci permette di ascoltare la voce della persona lontana facendocela sentire vicina.
In conclusione, credo che il cellulare possa essere considerato uno strumento davvero utile e
necessario e quindi indispensabile.
Ghislandi Giulia 3A
La TV è come una torta:
anche se è buona, quando è troppa…fa male!
Che grande invenzione la televisione! Puoi venire a conoscenza di tutto quello che accade nel
Mondo direttamente da casa tua e in tempo reale, oppure puoi vedere la partita della tua squadra
del cuore comodamente seduto sul divano! E poi a chi non piace trascorrere la serata d‟avanti
ad un bel film o serial? Ormai esiste anche la Replay Tv, la quale ti permette di vedere una
puntata della tua serie preferita che il giorno prima non eri riuscito a vedere!
Ma vi siete mai chiesti cosa, di tutto quello che va in onda, è veramente utile?
Sicuramente i telegiornali sono utili perché ti informano su avvenimenti di cronaca, anche se
quasi sempre le notizie che passano sono brutte; poi ci sono i documentari di natura scientifica
o storica, ma spesso li trasmettono in tarda serata; si la partita, ma guardare il match dal vivo
allo stadio è tutta un‟altra storia …e poi? E poi ci sono i reality show! “Grande fratello”, “Isola
dei famosi” sono gli esempi più in voga! Questi programmi, seguitissimi dalla maggior parte
delle gente, come purtroppo attestano diverse inchieste, sono diseducativi perché mettono in
luce un‟idea sbagliata della vita, abitudini ed atteggiamenti che non corrispondono alla realtà
della nostra quotidianità: le donne sono tonte e sempre mezze nude e gli uomini ne conquistano
tre con uno schiocco di dita!
Senza parlare dei valori che trasmettono, estremamente superficiali! Per la gente dei reality è
fondamentale nella vita essere belli, furbi e soprattutto scaltri e bravi a prendersi gioco del
prossimo! E noi ragazzi spesso ci facciamo anche influenzare!
L‟uso della tv dovrebbe diminuire, che ne pensate? Guardare troppa tv equivale anche ad avere
meno tempo libero per incontrare gli amici o per leggere un bel libro e per coltivare i propri
interessi, magari fare sport. Diminuire le dosi di televisioni infatti potrebbe limitare il problema
dell‟obesità che sta caratterizzando le giovani generazioni italiane; secondo delle statiche, la
maggior parte dei bambini ingrassa proprio d‟avanti alla tv perché passa troppe ore seduto e
soprattutto a sgranocchiare snack e “schifezze”! E poi passare troppe ore d‟ innanzi allo
schermo atrofizza il cervello che assorbe passivamente tutto quello che viene trasmesso e gli
occhi possono iniziare a dare problemi di vista!Insomma, la televisione è sicuramente una bella
creazione per alcune aspetti ma è meglio non abusarne perché è davvero come una torta, anche
se è buona, quando è troppa…fa male!
Domenico Gargano e Iacopo Tognoni
VISITA AL RIFUGIO ANTIAEREO 87 DELLA SECONDA
GUERRA MONDIALE
Martedì 12 aprile siamo andati a visitare dei rifugi aerei sotterranei nella scuola di via
Bodio a Milano. Appena arrivati, la preside della scuola ci ha accolti e ci ha presentato in
breve quello che più tardi avremmo visto. All’epoca della Seconda Guerra Mondiale tutte le
scuole avevano un rifugio sotterraneo per ripararsi dagli attacchi aerei.
Questo rifugio si trova sotto la scuola e ha una forma circolare come il giardino della
ricreazione. Il rifugio era suddiviso in varie stanze: guardando a sinistra si potevano vedere
vari locali che facevano da classi temporanee dove gli insegnanti continuavano la lezione come
se non stesse accadendo niente di preoccupante. Invece a destra il rifugio era riservato al
popolo. Tutto il rifugio poteva contenere 450 persone.
Inoltre tenevano delle scorte di cibo, sale, acqua perché se la bomba scoppiava vicino al rifugio,
e crollava l’edificio sopra al rifugio, le macerie si accumulavano e bloccavano l’uscita di
sicurezza, e le persone che erano dentro dovevano aspettare l’arrivo dei soccorsi e non
sapevano quando sarebbero arrivati.
Ci raccontava la preside che a quei tempi viveva una signora di nome Anna che si dedicava
alla cucina, cucinava il risotto per tutti perché quando si ha la pancia piena, si è meno
preoccupati e quindi cercava di tranquillizzarli facendoli mangiare.
Oltre alle classi e alla cucina c’erano anche i bagni e una vasca dove si conservava l’acqua
potabile per lavarsi e poi più avanti un “magazzino” dove venivano lasciate le scorte di grano.
Il rifugio ha dei cunicoli che lo congiungono ad altri rifugi sotterranei che si trovano sotto la
stazione centrale. Fuori dal rifugio, per indicare l’entrata veniva disegnata una “R” mentre per
l’uscita venivano disegnate due frecce.
Siamo entrati poi in un altro locale dove ci hanno fatto vedere un video dove Mussolini diceva
al popolo milanese che sarebbe iniziata, di lì a poco, la Seconda Guerra Mondiale e la cosa che
più mi ha impressionato è che le persone più contente dell’inizio della guerra erano i bambini
perché li avevano cresciuti nella convinzione che le guerre facevano bene all’Italia.
Questa gita è stata, per me, una delle uscite più interessanti che abbiamo fatto quest’anno
perché abbiamo parlato di un fatto vicino a noi e sentito perché sono passati pochi anni e
perché è stata una delle più grandi catastrofi della storia di cui anche Milano ne ha subito le
conseguenze: lo possiamo vedere dai documenti storici e da luoghi che la guerra non ha
risparmiato.
Irene Aldovini 3°D
Tristezza e rammarico, sono le prime sensazioni che ci vengono in mente pensando al rifugio
antiaereo della scuola elementare di via Bodio risalente alla Seconda Guerra Mondiale che lunedì
18 aprile 2011, noi classi terze siamo andati a visitare.
Non riusciamo ad immaginare completamente come vivevano i milanesi allora, il panico, la
sofferenza, l‟ansia che provavano ogni giorno. Il rifugio antiaereo (o ricovero) numero 87 è
un‟importante testimonianza che ci rimane di quel terribile periodo, è un frammento fondamentale
per ricostruire il più realmente possibile, la vita che quella povera gente era costretta a vivere.
La scuola, costruita nel 1926, era originariamente intitolata alla madre del Duce, Rosa Maltoni
Mussolini, che era una maestra. Cambiò nome quando la guerra finalmente ebbe fine; ora si chiama
“Giacomo Leopardi”. La visita ci è stata illustrata dalla preside della scuola che ci ha spiegato cosa
accadeva in caso di bombardamento e come era organizzato il rifugio. All‟epoca c‟era già il sentore
che potesse scoppiare nuovamente una guerra mondiale infatti la scuola fin dall‟inizio era stata
predisposta per ospitare nei sotterranei un cosiddetto “ricovero” sia per gli alunni della scuola che
per i civili. Per Milano ci sono molti rifugi antiaerei ma questo è uno dei pochi visitabili, era uno
dei primi e dei più grandi della città: poteva ospitare 450 persone. Il rifugio di Via Bodio si presenta
ora in buone condizioni. Sono stati riportati a vista i pavimenti originali, i muri con le volte a sesto
ribassato in mattoni vivi perfettamente conservati, con tutte le scritte e le indicazioni di allora. I
sotterranei hanno un andamento circolare, percorrono tutto il “ferro di cavallo” della scuola e ne
collegano i due bracci, passando sotto via Bodio. La struttura era molto grande, dei corridoi senza
fine, che mettevano molta inquietudine; il rifugio 87 era fornito di: 10 celle, 2 gabinetti e una
riserva d‟acqua potabile in caso si dovesse stare dentro tanto a lungo. La cosa che ci ha colpito di
più è che la scuola aveva la riproduzione delle aule anche nel rifugio; questo sta ad indicare come
ormai tutti erano così abituati a subire attacchi aerei che avevano adottato questa sistemazione per
cercare di non far perdere lezioni agli scolari. I bambini erano molto coraggiosi, quando erano a
scuola, al sicuro nei rifugi dopo il suono delle sirene, contavano quanto tempo ci metteva la bomba
a scoppiare in modo tale da immaginare dove sarebbe caduta(un po‟ come succede con i tuoni e i
lampi), lo facevano per rassicurarsi che non fosse caduta proprio sulle loro case. Quando tornavano
a casa infatti non sapevano mai cosa aspettarsi, magari non era successo niente o magari avevano
perso la casa o addirittura un familiare! Nonostante queste paure e questi pensieri, la loro vita
all'interno dei ricoveri doveva continuare... i ragazzi dovevano continuare le lezioni, le donne
badare ai bimbi più piccoli e cucinare.
All'interno del rifugio era presente infatti anche una cucina, dei bagni e acqua potabile, nonché
docce e panche; queste attrezzature erano indispensabile poiché le sirene suonavano spesso e molte
volte era necessario restare all'interno dei ricoveri per ore o anche giorni.
Nei sotterranei inoltre è stata trovata una porta che i racconti di chi ha vissuto quei momenti
indicano come l‟accesso ad un altro percorso sotterraneo che collegava il rifugio alla stazione
ferroviaria di Bovisa, in genere veniva utilizzato dai ricercati o i partigiani per scappare lontano da
Milano mediante i treni.
Quando le bombe venivano sganciate quasi mai si riusciva a centrare il bersaglio prestabilito, infatti
gli edifici maggiormente colpiti furono quelli civili. Dai milanesi viene ricordato con molto dolore
il bombardamento avvenuto il mattino del 20 ottobre del 1944 sul quartiere di Gorla e della
Bicocca. Purtroppo fu colpito un istituto scolastico proprio nel pieno della rampa che portava al
rifugio colpendo tutti i bambini e i maestri che correvano ai ripari. Quelle bombe colpirono però
anche lo stabilimento della Pirelli uccidendo molti operai ed operaie. In via Ponale vi è ancora una
lapide dedicata ad una operaia ritrovata morta in quel punto proprio dopo l‟esplosione. All‟interno
dello stabilimento vi è una grande lastra marmorea sulla quale vi sono i nomi di tutte le vittime. I
bimbi invece sono ricordati con il Monumento ai piccoli martiri, eretto in una piazzetta del quartiere
Gorla.
Tutte le persone che hanno vissuto queste esperienze durante il secondo conflitto mondiale non
sono sui libri di storia perché non erano uomini importanti, condottieri, politici o generali, ma in
realtà quelle povere persone sono le uniche che hanno saputo veramente cosa volesse dire la
guerra, la distruzione, la miseria e la disperazione. Sono loro che con le loro vite hanno in realtà
scritto le pagine di storia della seconda guerra mondiale.
Classi III A – III C
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2011 - IC Scialoia