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Rigoletto
di
Mike Clark
A Mantova
un canale di riserva con un ponte radio; ma installare delle
fibre ottiche attraverso la città sarebbe stato improponibile,
quindi abbiamo noleggiato due fibre ‘spente’ già installate,
alle quali abbiamo collegato le nostre apparecchiature. Naturalmente non ci sono fibre per tutti i set quindi al teatro
c’è un nodo dove sono commutate, in direzione Palazzo Ducale, Palazzo Te e Rocca di Sparafucile. In quest’ultima sono
state stese appositamente, perché non c’erano neanche le
linee telefoniche.
“Per quanto riguarda la messa in onda, abbiamo un caporete nei vari set: Palazzo Te nel primo atto, nel secondo Palazzo Ducale e nel terzo Rocca di Sparafucile, tutto fatto
con due stazioni satellitari HD.
“Invece di dedicarsi alle riprese, le sezioni audio dei nostri
OB van svolgono un ruolo fondamentale di ‘servizio’, smistando i segnali audio per la diffusione sui set, oltre a gestire la capillare rete di intercom che viaggia su rete LAN ADSL
aziendale, con ISDN di riserva, come se fossimo in sede RAI”.
A Mantova, Fizzardi si è dedicato alla produzione vera a
propria, ed il progetto audio è stato curato da Tony Ciano:
“Sono il responsabile Radio RAI per la parte audio – ci spiega – e coordino una squadra di tredici persone. I servizi tecnici del nostro reparto di ingegneria hanno il compito dello
sviluppo e della gestione degli impianti”.
Dopo il grande successo
internazionale di “Tosca nei luoghi e
nelle ore di Tosca” in diretta da Roma
(1992), e di “La Traviata a Paris”
in diretta dalla capitale francese
(nel 2000), “La Via della Musica”
ha portato di recente a Mantova il
Rigoletto di Giuseppe Verdi.
U
n altro “film in diretta”,
ideato e prodotto da
Andrea Andermann, con
Placido Domingo nel ruolo di Rigoletto e la regia di Marco
Bellocchio. La fotografia firmata
da Vittorio Storaro (vincitore di
ben tre Oscar) e l’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai diretta dal
Maestro Zubin Mehta.
Le riprese video in HD sono state
curate dalla Direzione Produzione TV, mentre le riprese audio in
digitale dalla Rai Direzione Radio.
Come avvenne a Roma e a Parigi,
la particolarità del progetto consisteva nel fatto che gli interventi
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dei cantanti-attori e del coro si sono svolti a distanza tra
loro, con l’orchestra in un set a lei dedicato (il Teatro Bibiena), distante dalle altre location, ma ad esse collegato
“bidirezionalmente” tramite fibre ottiche. Collegamenti
di un’importanza fondamentale, perché hanno permesso
ai cantanti di mantenere la coerenza temporale con l’orchestra tramite un monitoraggio musicale dell’orchestra ed
uno video col “gesto” del direttore. Il direttore, a sua volta,
doveva visualizzare i movimenti scenici dei cantanti e, insieme all’orchestra, ascoltare l’audio dei loro interventi.
Alcuni dei personaggi chiave di questa imponente produzione, andata in onda in diretta su Rai1 e in mondovisione
sabato 4 e domenica 5 settembre 2010 in 138 nazioni, ci
spiegano nel dettaglio la gestione dei potenti mezzi messi
in campo.
Prima di spiegare gli aspetti strettamente tecnici,
Fiervisaggio Giorgetti, uno dei quattro tecnici che hanno
eseguito l’allestimento audio sotto il coordinamento di
Claudio Conti, illustra alcuni dei problemi logistici: “Il fatto
che i set siano in luoghi monumentali sotto tutela comporta
certe restrizioni; a Palazzo Te, ad esempio, finite le prove,
dobbiamo scollegare tutti i cavi, chiudere le finestre per la
notte e ricollegarli la mattina seguente! Al Palazzo Ducale, i cavi transitano nel giardino per poi salire ai piani superiori, mentre alla Rocca di Sparafucile abbiamo dovuto
passarli sopra gli alberi per evitare che le fibre ottiche si
danneggiassero.
“Dobbiamo assicurare – continua
Fiervisaggio – una copertura uniforme per i radiomicrofoni dei
solisti in tutti gli ambienti, anche
quelli in cui i cantanti si muovono
molto, anche all’esterno. Questo
si è ottenuto installando parecchie antenne diversity.
“I solisti sono equipaggiati con
due microfoni Sennheiser MKE 1,
connessi al nuovo sistema di radiomicrofoni con una gamma
di frequenza commutabile di
184 MHz, composto dai trasmettitori bodypack SK 5212‑II e relativi
ricevitori EM 3732‑II. Ognuno dispone di due trasmettitori in due
distinte gamme di frequenza per
garantire la ridondanza: il gruppo a frequenza inferiore va da
501 MHz a 589,5 MHz mentre il
gruppo superiore occupa la banda da 661,5 MHz a 763,5 MHz. Per
evitare problemi di frequenze ci
avvaliamo della collaborazione
con Dino Tedesco di RAI Way, che
si occupa del loro coordinamento,
seguendoci costantemente e analizzando lo spettro radio.
“Anche posizionare i microfoni
per riprendere il coro è stato piuttosto impegnativo: non si devono
vedere e, oltretutto, alcune stanze sono anche molto riverberanti,
ma si potevano trattare acusticamente soltanto in parte, altrimenti l’intervento si sarebbe visto nelle riprese video”.
Il Direttore di produzione RAI è Claudio Fizzardi: “Questa
è una delle produzioni più impegnative che io abbia mai
fatto durante i miei trent’anni alla RAI – ci racconta – iniziati
come tecnico audio. Sono impegnati due OB van, l’Esterno 1 e l’Esterno 2 di Milano, con un totale di circa 45 persone di staff prettamente tecnico. Un’altra unità – una regia
mobile componibile contenuta in una serie di flightcase – è
stata installata al Teatro Bibiena.
“Fra le difficoltà da risolvere – continua Fizzardi – una delle
principali era quella dei ritardi dovuti alle apparecchiature.
Il ‘tempo zero’ è infatti fondamentale, sia per l’attacco del
maestro che per la sincronia tra labiali e suono. Anche per
questo, invece di un LCD o un plasma, il monitor usato dal
maestro è uno dei nostri rari monitor CRT HD.
“Il trasporto dei segnali delle inquadrature del direttore
d’orchestra avviene tramite fibre ottiche ed abbiamo anche
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Ciano continua: “Il progetto prevede una regia musicale fissa in teatro, basata su una console Stage Tec Cantus,
che riprende l’audio dell’orchestra. Vi lavorano due tecnici,
una consulente musicale, un microfonista ed una persona
responsabile per l’impianto. Tramite una serie di ‘base device’ Nexus, sempre della Stage Tec, il suono dell’orchestra è
inviato ai tre set – Palazzo Te, Palazzo Ducale e Rocca di Sparafucile – dotati di altrettante regie musicali identiche, ciascuna con due console Yamaha: una M7CL ed una DM2000.
“Un altro gruppo di tecnici audio si sposta fra queste tre
location, con uno zaino speciale per i radiomicrofoni”.
Dario Chiapino, uno dei fonici nella regia musicale al teatro (l’altro era Ciro Lutricuso), spiega: “Facciamo le riprese
per sezione, con un totale di quaranta ingressi, compresi un
paio di canali con effetti sonori, come temporale, tuoni, etc.
Oltre al mix ‘totale’, ho creato nove gruppi separati: violini
primi, secondi, viole, violoncelli, contrabbassi, strumentini,
ottoni, percussioni e coro. Come effettistica esterna abbiamo un lieve riverbero, ottenuto con un Lexicon 480 e, ad
esclusione del primo atto, quando trattiamo alcuni strumenti per creare l’effetto di una banda in lontananza, per il
resto il suono è ‘pulito’.
“La maggior parte dei microfoni – continua Dario – sono
Schoeps, con capsule MK5, commutabili fra cardioide e omndirezionale. Altri, come quello sulla gran cassa, hanno le
capsule MK2, perché questa riesce scendere fino a 20 Hz. Sui
contrabbassi abbiamo dei Neuman U89, con polare cardioide allargata, ed un Microtech Gefell M930 per il trombone
basso, con il fuoco leggermente più lungo dei Neumann. Sui
timpani abbiamo dei Neuman KM100 e, sopra il maestro,
tre DPA 4006 omnidirezionali, nella classica configurazione
triangolare detta ‘Decca Tree’. Altri due 4600 sono appesi
ai palchetti sopra l’orchestra, dedicati esclusivamente alla
registrazione ambientale per il DVD in programma”.
Il tecnico delle M7CL, Maurizio Trevisan, mixa le voci soliste, inviate poi a Marco Diodato al timone delle DM2000,
su cui arrivava anche l’orchestra dal Teatro Bibiena. Diodato gestisce effetti e coro, effettuando un mixaggio finale e
mandando il segnale alla console Stagetec Aurus delle regie
televisive, nell’OB van, dove viene unito all’audio dei contributi VTR.
Ciano continua: “Tutto il lavoro svolto – prova per prova ed
anche le dirette – è registrato su due multitraccia, in previsione del DVD in surround 5.1. La squadra utilizza per la prima volta un Apple MacPro, equipaggiato con scheda RME
HDSP MADI e software Apple Logic Studio Mac, oltre a due
Alesis HD24 come backup”.
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Giorgetti aggiunge: “Le registrazioni permettono ai fonici
di riportare i canali sul banco per provare aperture e chiusure microfoni e tutto il resto anche in assenza dei cantanti e
dei musicisti, una procedura ulteriormente facilitata grazie
ad una scheda per l’acquisizione video che permette di registrare anche un video di riferimento”.
1: Il direttore di produzione RAI Claudio Fizzardi.
2: Fiervisaggio Giorgetti, tecnico audio.
3: Sandro Oliva, fonico responsabile per la gestione dei
mixer Yamaha per la diffusione audio sui set.
4: I fonici nella regia musical al teatro, Dario Chiapino
e Ciro Lutricuso.
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Come microfoni, oltre alle dodici coppie di Sennheiser MKE1
dei solisti, per il coro e gli “effetti” (passi, etc) sono stati utilizzati mezzi fucili Sennheiser MKH 416 e Schoeps CCM 4,
CCM 21 e CMC 6 + MK41. Abbiamo impiegato anche dei
BLM 03 (sempre Schoeps) per il quintetto che ha suonato
in una scena di ballo. Per dare un po’ più di fuoco al suono
del coro è stato utilizzato uno stratagemma insolito: una
persona che conosce bene l’opera aveva un paio di MKE1
applicati all’altezza delle spalle del suo costume e si andava
a posizionare vicino al coro.
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Vittorio Magro è il responsabile dei sistemi di monitoraggio
audio e video, forniti dal service Mixer di Romanengo (CR).
Spiega: “Riceviamo il segnale della telecamera dedicata al
Maestro Mehta dalla RAI e abbiamo installato dei monitor
nei vari set, in modo che i cantanti possano sempre seguire
la sua direzione. L’aspetto più importante dell’audio – ma
anche il più problematico – è la necessità di assicurare che i
cantanti sentano bene la musica dell’orchestra, ma evitando
che i diffusori vengano ripresi dalle telecamere o che rientrino nei microfoni dei cantanti.
“La diffusione è richiesta anche nelle aree di passaggio, per
la tempistica degli spostamenti e, nelle sale dove cantano, è
necessario avere delle casse senza una quantità di bassi esagerata, quindi sono stati scelti dei diffusori K‑Array impostati in modo da produrre un suono abbastanza ‘medioso’”.
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Al Teatro Bibiena, Vincenzo Pastorino usa una PM5D; riceve
tutta l’orchestra e una parte del coro dalla Cantus della RAI, già
divisa in sezioni, per un totale di circa venti canali, distribuiti
alle cuffie dei 62 componenti dell’orchestra tramite un sistema
Aviom ed un sistema Easy Listening della AD Ware – quest’ultimo per gli archi – entrambi gestiti da Eugenio Iannone.
Sandro Oliva è il fonico responsabile per la gestione dei
mixer Yamaha dedicati alla diffusione audio sui set, due
DM1000 – uno posto a Palazzo Te e l’altro nella casa di
Rigoletto, ricostruita nel giardino del Palazzo – mentre una
02 è impiegata a Palazzo Ducale ed una 03 a Rocca di Sparafucile. Spiega Sandro: “A Palazzo Te ed a Palazzo Ducale,
alle console arriva l’orchestra mixata in stereo dal Cantus
nel teatro, un mix stereo delle voci di tutti i cantanti, un
mix del program che va in onda e le varie sigle. I segnali
viaggiano in digitale via fibra dal Bibiena ai set e li prendiamo dal Base Device della Stagetec. Per la diffusione a Rocca
di Sparafucile mi arrivano tutte le voci separate, perché c’è
un punto nell’opera in cui due cantanti sono all’esterno e
due all’interno, quindi devono sentirsi reciprocamente. Ho
comunque una consulente musicale che segue la partitura
al mio fianco, indicandomi, ad esempio, quando l’orchestra
riprende a suonare ad un livello normale in seguito ad un
‘pianissimo’, durante il quale ho dovuto alzare il volume per
i cantanti”.
Vittorio Storaro afferma: “Nel grande progetto di Andrea
Anderman di girare questi ‘film in diretta’, portando l’opera
lirica, di cui lui è un grandissimo appassionato, nei luoghi e
nelle ore, per quanto possibile, dal vero rispetto al libretto,
la prima opera, Tosca, insieme a Giuseppe Patroni Griffi è
stata per me la grande scoperta di un mezzo che permetteva di unire un po’ tutte le arti – teatro, scrittura, musica
lirica, cinema e televisione – e dell’importanza della diretta
TV. La Traviata a Parigi ha portato avanti uno stile ormai conosciuto di questo modo di essere in mezzo all’opera, sui
set dal vero con i protagonisti, e vivere con loro le emozioni
che il libretto descrive e l’opera esalta. Marco Bellocchio,
invece, ha voluto affrontare l’opera con una visione più
introspettiva, molto più sul personaggio, concentrando la
visualizzazione dell’opera molto sui primi piani dei prota-
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5: Vittorio Magro, responsabile dei sistemi di
monitoraggio audio e video.
6: Tony Ciano con il rack Nexus (sotto) ed i ricevitori
Sennheiser (sopra).
7: Vittorio Storaro, il direttore della fotografia.
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gonisti. Bellocchio ha usato questo ‘montaggio’, come ama chiamarlo, tra tanti primi piani, con
tagli molto vicini e molto stretti.
Per me è stato ovviamente molto
più complesso, perché avevo uno
spazio molto più piccolo per potere visualizzare il movimento delle
ombre e della luce”.
8: Il regista Marco Bellocchio osserva
le prove dell’orchestra da un
palchetto del Teatro Bibiena.
9: La console Stagetec Aurus
all’interno di uno degli OB Van.
Storaro spiega che il suo lavoro
di progettazione dell’illuminazione per un film ‘normale’ parte normalmente dallo scritto e
dal concetto centrale che si vuole
esprimere. Capito questo, cerca di
trovare un concetto fondamentale su come strutturare la narrativa
sul piano visivo, quindi come tradurlo in luce a colori.
“Il viaggio che io tentavo di fare
a Mantova – racconta Storaro –
era di passare da questa grande
immagine del potere di un personaggio come il Duca di Mantova,
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che simbolicamente rappresenta tutti gli uomini potenti,
ad una più realista in cui molte persone vanno a seguito di
un grande personaggio, senza rendersi conto che le cose
che dicono possono nuocere agli altri. Effettivamente c’è
un parallelo fra la storia di Rigoletto e il mondo moderno.
Comunque la cosa importante è sempre l’aspetto iniziale: il
concetto”.
Per quanto riguarda i proiettori utilizzati per le riprese, Storaro spiega: “Uso dei proiettori costruiti sulle mie indicazioni dalla Iride, l’azienda del mio ex capo elettricista, Filippo
Cafolla. Ho sempre sentito la necessità di esprimermi tramite due opposti: la luce e l’ombra. Uso una luce ‘multiforme’, come la chiamo io, che è una luce che avvolge, molto
morbida, come la luce nei quadri di Vermeer, poi una luce
che separa luci e ombre, come quella di Caravaggio, di cui
sono appassionato da molti anni al punto che credo di avere
preso il suo modo di rappresentare il dramma umano del
conflitto interno che abbiamo fra il nostro inconscio e la
nostra coscienza. Quindi ho studiato questi proiettori, che
sono modulari, in modo che possano darmi sia delle grandi
aree di luce uniforme e soffusa, sia una luce molto incisiva,
per avere una separazione di luce e ombra”.
Oltre ad Angelo Rizzo, responsabile RAI per il coordinamento e la gestione di impianti elettrici e luci, hanno collaborato con Storaro anche i due figli di Cafolla, Fabio e Daniele,
responsabili delle console e dei dimmer, ai quali Storaro dà
grande importanza, preferendo usare tutte le luci sotto il
controllo di dimmer.
Concludendo, Storaro dice: “Questo volo che io tento di
fare fra la grande illuminazione, le grandi visioni delle cose
nel primo atto, per arrivare alla tragedia di Rigoletto, l’ho
dovuto descrivere in uno spazio molto piccolo, il che è stato
un pochino più complesso, però mi sembra che siamo riusciti a fare qualcosa di interessante”.
A commentare l’esito dell’impressionante lavoro svolto da
tutte le persone coinvolte nella produzione, le parole di
Andrew Bracewell, direttore tecnico del mezzo inviato a
Mantova dalla BBC, con un team capeggiato da Peter Maniura, responsabile della divisione Musica Classica & Performance del broadcaster britannico, con il compito di presentare in diretta l’evento per il pubblico del Regno Unito: “Io
ho visto molti grossi eventi, ma questo è stato uno dei più
incredibili che abbia mai visto. Il modo in cui hanno fatto
funzionare tutto è stato veramente fantastico!”.
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