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...da “Noi in Fidas”
di Bruno Pizzul
Quando solidarietà
fa rima con felicità
Mai avrei immaginato di trovare, soprattutto tra i giovani, una così forte consapevolezza che
soltanto rapportandosi agli altri in chiave di solidarietà e attenzione esiste la speranza di
assaggiare barlumi di felicità ed in questo i donatori hanno di che riconoscersi
“Felicità raggiunta si cammina per te
sul fil di lama…” i ragazzi dell’Istituto
Canossa di Fidenza hanno scelto
questi versi di Eugenio Montale come
filo ispiratore per una loro ricerca sulla
felicità.
Vi ci sono dedicati con giovanile entusiasmo, per nulla scoraggiati dalla
consapevolezza che da sempre l’uomo si interroga sul tema e nessuno è
mai riuscito nemmeno a proporre una
definizione accettabile di quest’antica
e apparentemente irraggiungibile
aspirazione umana.
Al di là delle infinite speculazioni filosofiche da cui si evincerebbe esser la
felicità pura utopia per il semplice
motivo che, comunque, non può durare per sempre, gli studenti hanno
organizzato il loro lavoro sistemandolo organicamente per sezioni (letteratura, arte, musica, scienze, sport…).
Hanno intervistato specialisti e uomini
della strada, hanno raccolto testimonianze e riflessioni e, quale atto conclusivo del lungo lavoro, si sono confrontati in un convegno al quale ho
avuto il piacere di partecipare come
testimone del mondo sportivo.
Attraverso quali strade si può raggiungere la felicità? Ogni relatore ha portato il proprio contributo specifico,
indicando come, attraverso la creazione letteraria, artistica e musicale, la
ricerca scientifica, la pratica sportiva,
si possa approdare a momenti di
grande gratificazione personale, con
la straordinaria sensazione di gustare
momenti o frammenti di autentica felicità. Inutile tener dietro ai sofismi di
quanti ritengono lessicalmente improprio dire “sono felice”.
Nella vita personale e di relazione ci
sono tante occasioni per pronunciare
queste parole, efficace sintesi di uno
AVVISO
AI DONATORI
SOSPESI
Al termine del periodo di
sospensione i donatori riceveranno l’invito a ripresentarsi ai
Centri Trasfusionali. Chi eventualmente non lo ricevesse può
recarsi lo stesso per la donazione o per ulteriori controlli.
Per informazioni, rivolgersi:
FIDAS
Verona,
Viale
dell’Agricoltura 1, Verona telefono 045/8202990.
stato d’animo particolarissimo. Ogni
singolo relatore ha raccontato, sulla
propria personale esperienza e conoscenza, gli stimolanti percorsi di un
fare che porta a singolari situazioni di
soddisfazione e appagamento: è stato
interessantissimo ascoltare testimonianze così differenziate e addirittura
sorprendente verificare come i giovani
studenti fossero attenti e affascinati.
La cosa che però più mi ha colpito è
constatare come tutti abbiano individuato un costante filo conduttore
riconducibile alla solidarietà e all’attenzione verso gli altri. Chi scrive,
dipinge, suona, studia, gioca lo fa per
se stesso, per raggiungere determinati obiettivi e risultati personali, ma
soprattutto per relazionarsi con gli
altri, per dare qualcosa, per condividere conquiste e gratificazioni. Come
se non fosse possibile esser felici solo
per se stessi. Una sorta
di tensione solidaristica
irrinunciabile perché il
senso di appagamento
personale assuma contorni e significati concreti e valutabili. Il
donare, il dare, il condividere. Mai
avrei immaginato di trovare, soprattutto tra i giovani, una così forte consapevolezza che soltanto rapportandosi
agli altri in chiave di solidarietà e
attenzione esiste speranza di assaggiare barlumi di felicità.
Vivendo questa singolare esperienza
mi sono scoperto a pensare come
proprio i donatori di sangue, interpreti
del gesto d’amore più umano e immediato, siano i depositari di un patrimonio straordinario, quasi avessero a
disposizione una riserva costante di
felicità. Travolti dai ritmi vertiginosi cui
ci condanna il moderno sistema di
vita, ci facciamo spesso distrarre e
perdiamo d’occhio i veri valori: rincorriamo disperatamente chimeriche
soddisfazioni che non ci lasciano nulla
di positivo e dimentichiamo che si può
esser contenti o addirittura felici
anche con un semplice gesto di
amore e di condivisone. A costo di
sembrare esageratamente buonista
chiuderò con le parole del sommo
Shakespeare: “La mia generosità è
come il mare e non ha confini e il mio
amore è altrettanto profondo, ambedue sono infiniti e così più do a te più
ho per me”. I donatori hanno di che
riconoscersi e di che esser contenti.
Anzi, felici.
La musica quale messaggio per divulgare
la cultura della donazione
Nell’ambito delle iniziative volte a
divulgare la cultura della donazione,
soprattutto tra le nuove generazioni,
i giovani della Fidas Verona e la
sezione di Lugo di Valpantena,
hanno organizzato due serate musicali ben riuscite.
Il Gruppo Giovani sono stati presenti al discopub Trend-Up di Negrar.
All’interno del locale i giovani hanno
allestito un loro stand informativo
dove hanno contattato i ragazzi presenti e parlato loro della donazione.
Lanciare il messaggio della donazione era lo scopo della serata e per far
capire ai ragazzi che si può concilia-
re uno stile di vita giovane ed essere ugualmente donatori di sangue.
Per la cronaca l’inizio era per le ore
23 e chi all’uscita consegnava il
biglietto-invito aveva una sconto di 2
euro.
La serata ha visto esibirsi dal vivo il
gruppo “Illeciti musicali” che hanno
suonato cover di vario genere e
autori diversi.
Dal rock di Ligabue, Negrita e Litfiba
passando per il funky di James
Brown e simili.
La seconda manifestazione, come
detto, è stata organizzata dalla
sezione Fidas di Lugo presso la sala
polifunzionale
mons.
Antonio
Fassani. All’insegna del Karaoke +
discoteca + simpatia = Zanga Music.
Dalle ore 21, con un continuo susseguirsi di interpretazioni musicali,
intervallate da spot promozionali, è
andata in onda una serata divertente e ben riuscita.
Nella foto: a sinistra, giovani Fidas
durante una serata musicale;
nella foto a destra
un ammicante biglietto-invito
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FILO DIRETTO
lettere, richieste, curiosità, opinioni in redazione
LE RISPOSTE ALLE LETTERE SONO A CURA
DELLA PRESIDENZA PROVINCIALE
Esclusione temporanea dalla
donazione
Gentile redazione, ho sentito affermare
che in Italia può capitare che vengano
applicati “due pesi e due misure” per lo
stesso caso in tema di esclusione temporanea della donazione. È possibile
che centri trasfusionali, persino della
stessa città, si comportino in modo
diverso nella valutazione della stessa
patologia? Qual è la vostra opinione?
Marco Benetti
I criteri di esclusione temporanea o permanente alla donazione di sangue sono
uniformi per tutti i servizi trasfusionali e
dettati dal D.M. 26 gennaio 2001. È
peraltro a giudizio del medico che effettua la selezione del donatore e che
applica tale normativa e le relative linee
guida, emanate dalle società scientifiche, valutare ogni singolo caso.
Come si svolgono
le donazioni in aferesi?
È vero che si può donare un singolo elemento del sangue? Vorrei capire come
si svolgono le donazioni in aferesi.
Davide Compri
Si può donare un solo componente del
sangue, cioè solo plasma, solo piastrine
o solo globuli bianchi, mediante la procedura di aferesi che consiste nel prelievo di sangue intero, separazione degli
elementi del sangue, raccolta dell’emocomponente desiderato e reinfusione
delle parti rimanenti. Per l’esecuzione di
tale procedura, che avviene in più cicli,
esistono apposite apparecchiature.
Peso meno di 50 Kg. Posso
donare sangue?
Gentile redazione, vorrei sapere come
FIDAS Sezione di Fumane
Ricordo di Dino Righetti
Una vita per i Donatori, per il volontariato
Riceviamo e volentieri
pubblichiamo, per ricordare la memoria di un
uomo forte e generoso,
la lettera che la figlia
Clara ha inviato in risposta a quella che il presidente provinciale Fidas
ha inviato alla famiglia in
occasione della scomparsa di Dino Righetti,
presidente della sezione
di Fumane.
Fumane, 31 dicembre
2003
Caro Presidente, non so come
ringraziarLa. Ricevere la Sua lettera,
insieme al mio libretto, mi ha fatto un
piacere immenso, mi ha commosso e
allo stesso tempo mi ha reso la persona
più felice a questo mondo. Sentire le sue
parole descrivere il mio papà mi hanno
fatto ricordare quanto è stato importante
per me. Ho sempre seguito mio padre
fin da piccolina in tutte le cose che ha
costruito con tanto amore. È stato ed è
tutt’ora per me un grandissimo esempio;
è stato ed è il mio migliore amico. Ora mi
manca tanto, troppo, anche se cerco di
non pensarci molto. Le tante volte che
mi ritrovo a pensare a lui, cerco di ricordarmelo com’era, cerco di ricordarmi i
momenti più belli e teneri che ho avuto
la fortuna, anche per poco, di passare
con lui. E forse proprio questi ricordi
consentono anche, a me e alla mia famiglia, di non pensare alle terribili sofferenze che ha sopportato il mio papà in quei
due lunghissimi mesi: lui, uomo forte
com’era, si è visto costretto ad essere
curato e appoggiato, anche per le cose
più semplici e naturali, da altre persone;
lui, uomo curato e preciso com’era, si è
visto trasformare in una persona distrutta dal cancro. Eppure nei suoi occhi,
nonostante la sofferenza, c’è sempre stato fino
all’ultimo giorno una
forza e un amore che
non avevo mai notato
prima in lui. Sa, ho sempre creduto in Dio e ci
credo tutt’ora, ma in quei
giorni mi chiedevo come
il Signore potesse permettere che una persona
soffrisse in quel modo e
soprattutto una persona
che aveva dato molto
come il mio papà. Mi ha insegnato tanto
questa brutta esperienza, mi ha fatto
crescere, diventare più forte, diventare
una donna e apprezzare le cose belle e
incredibili che ogni giorno ci offre la vita.
Sono contenta di continuare i progetti
che lui ha fatto nascere, in cui ha creduto e che ha portato avanti. Il mio cuore si
riempie di gioia e di tenerezza ripensando al 15 ottobre, giorno in cui felice sono
andata a trovare il mio papà in ospedale; quello è stato il giorno della mia prima
donazione di sangue e quando sono
andata a dirglielo il suo volto si è illuminato di felicità, di orgoglio e di fierezza.
Ecco a cosa penso quando sono triste e
quando mi manca tanto il mio papà.
Penso a quel giorno. Per me è una gioia
poter donare sangue; forse è uno dei
modi che mi permette di avere e sentire
ancora qui vicino a me, anche se non
più fisicamente, il mio caro papà Dino
che mi ha dato veramente tutto. Spero di
non essermi dilungata troppo, rischio
che corro ogni volta che parlo e scrivo di
mio padre. Mi sentivo di risponderLe e
soprattutto di farlo così. Auguro di cuore
anche a Lei e alla sua famiglia che il
Nuovo anno porti tanta e tanta serenità.
La ringrazio ancora. Con affetto e stima.
Clara Righetti
mai una persona che pesa meno di 50
kg non può donare sangue. Io sono una
ragazza di 21 anni che pesa 44 kg per
1.60 di altezza e sarei veramente interessata a donare il sangue, ma so che
c’è una legge che lo vieta. Ci sono forse
dei rischi?
Loredana Piccoli
Lo studio della fisiopatologia umana ha
permesso di dimostrare che un soggetto adulto sano tollera, senza conseguenza, la perdita fino al 13% del suo
volume ematico. Questo vuol dire che a
una persona di circa 50 Kg di peso, nel
quale circolano circa da 3,7 a 4,3 litri di
sangue, ne possono essere sottratti con
una donazione in condizioni di sicurezza al massimo 480 centimetri cubici,
prelievo per gli esami di laboratorio
compreso. La donazione di sangue nell’ambito della Comunità Europea è stata
fissata in 450 centimetri cubici. È stato
necessario fissare un quantitativo standard innanzi tutto per uniformare l’unità
di misura della trasfusione, affinché un
paziente trasfuso con le sacche a
Dublino o a Siviglia o a Milano avesse
per definizione ricevuto la stessa quantità di sangue. Poi si è stabilito arbitrariamente in 450 il volume del prelievo, in
quanto una donazione del genere poteva essere fatta senza problema da qualunque adulto pesasse almeno 50 Kg
(oltre il 90% della popolazione tra i 18 e
i 65 anni). Ecco dunque perché, se un
donatore pesa meno di 50 Kg, non può
donare: rischierebbe di essere sottoposto ad un prelievo superiore al 13% del
suo patrimonio ematico, evento che
potrebbe creargli un danno, cosa che,
a sua volta, contravviene al primo
comandamento di chi opera in un
Servizio di Medicina Trasfusionale “ 1°:
Non far male a chi dona!”.
Le domande del questionario
e l’agopuntura
Un po’ di anni fa ho donato il sangue e
nel questionario mi chiedevano se
facessi l’agopuntura. Hanno deciso di
proseguire quando ho dichiarato che gli
aghi erano miei personali. Potete spiegarmi perché sono risultata idonea e per
che motivo. Per quanto tempo, invece,
avrei potuto essere resa non idonea?
(lettera non firmata)
L’uso promiscuo di aghi (compresi quelli da agopuntura) è ed è tuttora causa di
numerosi casi di trasmissione di epatite
e di AIDS. In tutto il mondo occidentale,
però, sono ormai anni che l’impegno di
set di aghi “usa e getta” o personalizzati ha scongiurato definitivamente questo
rischio. Si deve però ancora constatare
che qualche imprudente, soprattutto in
corso di viaggi all’estero, si sottopone al
rituale del tatuaggio senza usare questa
precauzione. È per questo che nel questionario tipo adottato nei centri di raccolta del paese si riscontra questa
domanda. L’idoneità prevista per questi
casi è di un anno; precedentemente era
di sei mesi, tempo giudicato più che
ragionevole, anche in considerazione
del tempo di incubazione di queste
malattie e della sensibilità dei test effettuati. Evidentemente il legislatore ha
subito in questa circostanza il pressing
dell’opinione pubblica e dei media,
sempre troppo attenti agli aspetti scandalistici del mondo della trasfusione.
Vademecum
del donatore
Chi può donare…
… tutte le persone in buona salute, di
età compresa tra i 18 e i 65 anni
… chiunque abbia un peso non inferiore ai 50 kg.
… tutte le persone che non sono state
affette da particolari disturbi: epatite
virale, affezioni cardiache, malattie
veneree, ecc… il tuo colloquio con il
medico chiarirà i tuoi dubbi.
Perché donare…
…perché spesso una trasfusione
costituisce il mezzo indispensabile per
salvare la vita ad un ammalato
…perché gli interventi chirurgici più difficili richiedono grandi quantità di sangue
…perché potremmo averne bisogno tutti.
Dove
e come donare…
…presso i Centri Trasfusionali nelle
strutture ospedaliere.
L’accertamento dell’idoneità del donatore viene eseguita da un medico
…a digiuno da almeno 8 ore, possibilmente nelle prime ore del mattino, astenendosi dal bere alcolici e bevande zuccherate nelle ore precedenti il prelievo
…vincendo tutte le nostre piccole
paure e superando l’indifferenza verso
i problemi sociali.
Da sapere che…
…il donatore non corre alcun pericolo
di infettarsi, in quanto il materiale
impiegato è sterile e monouso
…il donatore è periodicamente sottoposto ad una visita completa di esami clinici a tutela preventiva della sua salute.
Centri Trasfusionali
veronesi
“dove si può donare”:
Ospedale di B.go Trento Vr
Ospedale di B.go Roma Vr
Ospedale di Legnago
Ospedale di Villafranca
Ospedale di Bussolengo
Ospedale di S. Bonifacio
Ospedale di Negrar
Ospedale di Bovolone
Ospedale di Tregnago
altri…
045 8072150
045 8074321
0442 632535
045 6338224
045 6769256
045 6138466
045 6013111
045 6999577
045 7808366
Per informazioni chiama
“FIDAS VERONA”
DONATORI VOLONTARI
DI SANGUE
Viale dell’Agricoltura 1
Verona
Tel. 045/ 8202990
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SPORT E SOLIDARIETÀ - Prosegue la proficua collaborazione con l’Hellas Verona
GIANLUCA PEGOLO
www.fidasverona.net
Con il “mitico” berrettino
22
ANNI
Grande disponibilità dei giocatori gialloblù e dei giornalisti delle tv locali per
diffondere la cultura della donazione - Con la società attuate altre iniziative
TANTE GOCCE DI SUDORE
DIFENDI LA VITA
LO SPORT
DONA SANGUE
LA VITA
UNA GOCCIA DI SANGUE
GIANLUCA PEGOLO - PORTIERE HELLAS VERONA, NAZIONALE UNDER 21
PER INFORMAZIONI CHIAMA
TEL. 045 8202990
FIDAS VERONA
DONATORI VOLONTARI DI SANGUE
VIA DELL’AGRICOLTURA N°1 - VR
Con il “mitico” berrettino rosso…
Penso proprio che si possa ritenere
un mito, tanto si è rivelato un’idea vincente. Parlare del berrettino della
Fidas Verona e della preziosa collaborazione con la squadra di calcio
dell’Hellas, vuol dire certamente parlare di una delle iniziative più importanti ed efficaci per la promozione del
dono del sangue che i giovani della
Fidas Verona propongono: riesce
infatti ad arrivare direttamente a centinaia di migliaia di sportivi di tutta
Italia.
L’iniziativa è nata sei anni fa quando
da poco era diventata operativa la
Fidas con l’unificazione di varie associazioni di donatori di sangue. Un
intraprendente attivista del Gruppo
Giovani, chiedendosi come poter far
conoscere a tutta la città e la provincia il nome Fidas, ebbe una brillante
idea: visto che il calcio è uno sport
molto popolare, perché non proporre
alla società dell’Hellas Verona di far
portare ai propri giocatori un berrettino e quindi fare una sorta di gemel-
laggio? La cosa venne proposta ai
vertici della società e l’iniziativa fu
accolta con grande disponibilità.
Furono fatti confezionare da una ditta
specializzata dei cappellini rossi con
il logo dell’Hellas Verona ed il marchio Fidas. Così, ogni volta che il
Verona gioca al stadio Bentegodi,
alcuni giovani rappresentanti Fidas
sono presenti nelle varie sale stampa
per consegnare ai giocatori il berrettino da portare durante le interviste del
dopo-partita.
Un grosso plauso va rivolto a tutti i
giocatori gialloblù che sempre, e con
grande disponibilità, accettano di sottoporsi al “rito” domenicale che i giornalisti tv Gianluca Tavellin, Gigi
Visentini e altri loro colleghi, puntualmente propongono ai loro telespettatori.
Con il passare del tempo molte associazioni federate alla Fidas, sono
venute a conoscenza della nostra iniziativa e da tutte le parte d’Italia sono
giunti complimenti. Perfino durante il
Meeting Nazionale Giovani Fidas,
tenutosi lo scorso anno nella nostra
città, il gadget più ambito dei giovani
delegati era proprio il “mitico” berrettino.
Ma la collaborazione con l’Hellas
Verona prosegue intensa anche con
altre iniziative. Il portiere Gianluca
Pegolo fa da testimonial e presta la
sua immagine per la stampa di manifesti, depliants e calendari che vengono distribuiti dalle 70 sezioni Fidas
Verona su tutto il territorio provinciale.
Altri giocatori, quali Mazzola, Melis,
Cossu, Dossena, Biasi assieme a
Pegolo, compaiono sul tabellone
luminoso dello stadio e, con uno slogan molto efficace, invitano gli sportivi a donare sangue.
Noi pensiamo che questo sia un lavoro di semina molto efficace e ben
fatto che certamente sta dando e
darà frutti anche negli anni a venire.
Concludendo non ci resta che fare un
caloroso augurio al vecchio e glorioso Hellas di ritornare presto ai livelli
che gli competono e perciò forza
Verona, forza Fidas e occhio alle
interviste del dopo-partita.
Silvano Muraro
Nelle foto: in alto a sinistra, il portiere
Gianluca Pegolo testimonial Fidas
Verona; a destra, il “mitico” berrettino;
al centro, alcuni giocatori dell’Hellas
Verona come appaiono sul tabellone
luminoso allo stadio.
Si svolgerà a Fonzaso, vicino a Feltre, il 26 e 27 giugno con la partecipazione di ben 6 formazioni di sezioni Fidas Verona
Un torneo di calcio per “fare” nuovi donatori
Vi possono partecipare soltanto donatori o aspiranti donatori - Al di là del risultato,
sarà sicuramente una festa dello sport, una festa della Fidas - Promosse numerose iniziative collaterali
Anche un torneo di calcio può servire
ad avvicinare alla donazione; è l’obiettivo dichiarato dagli organizzatori della
due giorni sportiva che, sponsorizzata
dalla Fidas Regionale, si svolgerà nei
giorni 26 e 27 giugno a Fonzaso, vicino a Feltre. La sua formula è molto
particolare e prevede incontri di breve
durata con l’utilizzo dei giocatori tipo
basket, con entrata e uscita durante il
gioco. La nota più importante però è
che possono partecipare soltanto
donatori o aspiranti donatori; l’esperienza acquisita dal precedente torneo
giocato due anni fa e che
ci ha portato oltre 20
nuovi donatori, è stato un
ulteriore stimolo per la
partecipazione di ben 6
squadre di 12 giocatori di
Fidas Verona.
Sono infatti rappresentate le sezioni di S. Martino
B.A., Lavagno, Perzacco,
Castelletto,
Dossobuono ed il
Gruppo Giovani provinciale, sulle 24 squadre provenienti da tutte
le
provincie
del
Veneto. Non c’è dubbio, una nutrita rappresentanza.
Sarà una festa dello
sport, una festa per
giovani e meno giovani, una festa della
Fidas che permetterà
la conoscenza e lo
scambio di esperienze tra i donatori
ma soprattutto porterà, al di là del
risultato sportivo, nuove amicizie. Per
chi non partecipa un invito a Fonzaso
RICORDA!
per assistere, applaudire e divertirsi
agli incontri e alle numerose iniziative
promosse dagli amici feltrini.
Andrea Campara
Prima di fare un viaggio o prima di andare in ferie, passa
al Centro Trasfusionale. C’è qualcuno che ha bisogno di te!!!
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Fidas Castelletto: una sezione
piccola ma molto attiva
Il nuovo presidente, Stefano Trettene, ha indicato la via per lo sviluppo che deve
passare attraverso la visibilità del gruppo - Nel 2003 raddoppiati donatori e donazioni
...da “Noi in FIDAS”
Ogni dono
è unico
ed
irripetibile
di Aldo Ozino Caligaris - presidente Fidas nazionale
Una piccola sezione, quella
di Castelletto, la più piccola
dell’associazione Fidas Verona, ma che, a seguito di
un forte rinnovamento all’interno della stessa, sta
aumentando con costanza
sia nel numero di donatori
che in quello delle donazioni. Il nuovo presidente,
Stefano Trettene (in alto
nella foto) ha indicato la via
per lo sviluppo che deve
passare attraverso la visibilità del gruppo con iniziative,
incontri e partecipazione
alla vita associativa di zona.
Durante l’assemblea della
sezione ha ribadito: "Siamo
pochi, ma ogni mese ci troviamo uno o due nuovi aspiranti donatori e questo ci
conferma che a fine anno i
nostri aderenti saranno più
che raddoppiati". Infatti, stillando un consuntivo di fine
anno, notiamo che i numeri
dicono che i donatori attivi
sono passati da 10 a 29
mentre le donazioni sono
salite a ben 57, con un
incremento percentuale da
vero record. Fra le varie attività promozionali, i volontari
della sezione Fidas di
Castelletto hanno partecipato anche al torneo di calcio
organizzato dalla Fidas di
Perzacco, ove si sono classificati al secondo posto
finale. Altra iniziativa, inerente al “Progetto scuola”, è
stata quella effettuata presso la scuola materna di
Castelletto (foto al centro)
con consegna di un piccolo
dono ai bambini nella ricorrenza di S. Lucia.
Analizzando i dati relativi al
2003, il risultato ottenuto è
assai lusinghiero e di questo
i donatori sangue Fidas di
Castelletto devono veramente andarne orgogliosi.
S. Nazaro e Ferrovieri insieme
per la “Giornata del Donatore”
La sezione di S.Nazaro e
Ferrovieri, presiedute da
Flavio Maddalena e Aldo
Boron, ha celebrato l’annuale “giornata del Donatore”. Il programma della
manifestazione prevedeva
il ritrovo dei partecipanti, la
S. messa, nella chiesa di
S. Nazaro e Celso, il pranzo sociale presso una nota
trattoria cittadina. Nella
sua relazione, il presidente
della sezione di S.Nazaro
ha voluto sottolineare che
la sezione, dopo un periodo di stasi, pian piano sta recuperando e l’adesione di nuovi
donatori consente di guardare
avanti con fiducia; Aldo Boron,
a nome della sezione
Ferrovieri, ha voluto ricordare,
fa l’altro, che nel prossimo
anno sarà festeggiato il 50° di
fondazione, fatto questo che la
annovera fra le prime sorte in
Italia. Ha concluso la festa
delle due sezioni, la premiazione dei donatori benemeriti.
Sono stati premiati: con diploma di benemerenza: Bissoli
Gianluca, Macchiella Rita e
Tirelli Alberto; diploma con
medaglia di bronzo: Bilancio
Orlando, Frigo Raffaele, Maddalena Marco, Sona Gianfranco, Terramozzi Luigino,
Turetta Roberto, Visentini
Mirko, Zantedeschi Ivana e
Zoccatelli Andrea; diploma con
medaglia d’argento: Cenzon
Fabio e Cherulli Claudio; diploma con medaglia d’oro:
Combatti Paolo e Migliorini
Maurizio; diploma con croce
d’oro: Biasi Renzo, Boscagin
Roberto, Fioroni Gianfranco e
Maddalena Flavio; distintivo
d’oro al merito: Faccio
Gianfranco, Riolfi Claudio e
Sartori Daniele.
Appena puoi passa al Centro Trasfusionale.
Qualcuno ha bisogno di te.
Ogni donazione di sangue o di un
suo componente costituisce un
atto che motivazioni, disponibilità, emozioni e finalità lo rendono
un evento con caratteristiche uniche e non ripetibili, sebbene ogni
unità di sangue donato sia apparentemente identica ad un’altra.
Ogni donazione, con il suo contenuto di energia vitale che le
appartiene, rappresenta una speranza, un’indispensabile risorsa,
spesso la salvezza per la vita di
un altro uomo. Per le uniche ed
irripetibili donazioni di sangue
dei donatori Fidas, sono oggi ad
accogliere la responsabilità della
Presidenza nazionale (nella foto)
e con essa la Direzione editoriale
del giornale “Noi in Fidas”. Per
molte centinaia di migliaia di
donazioni degli ultimi diciotto
anni siamo sinceramente grati ed
onorati della Presidenza, operata
per la Fidas da Dario Cravero,
con disponibilità, competenza,
determinazione, esuberanza nel
valorizzare ognuna di queste
donazioni ed accrescerne il significato e l’importanza. Un GRAZIE
unico ed irripetibile per il dono
dei valori, degli insegnamenti, dei
risultati conseguiti e, perché no,
di quella “spigolosità tipicamente
piemontese” che Dario Cravero
consegna come preziosa eredità
ad ognuno di noi. Per ogni donazione di sangue, e per ogni donatore, devono essere garantiti pari
dignità, valore e rispetto ovunque
avvenga ed in qualunque
momento. Non esistono i primi e
gli ultimi della donazione di sangue: il donatore ha il primato
della sua volontaria generosità e
l’umiltà della sua anonima gratuità ma anche il diritto che tale primato e che tale essenzialità gli
siano riconosciuti ovunque e
comunque. Ogni donatore deve
sentirsi doveroso strumento sussidiario della salute dei concittadini, deve essere accolto e gratificato per la donazione effettuata,
deve poter capire il motivo di un
eventuale rifiuto alla sua disponibilità. Il valore della donazione di
sangue, atto generoso volontario
e gratuito, non si misura in termini economici, di risorse e di
bilanci, sebbene la donazione
rappresenti, poiché fonte indispensabile, l’elemento base di
produzione e di servizio della
medicina trasfusionale e conseguentemente la garanzia di molte
pratiche mediche e chirurgiche.
Ogni programmazione sanitaria
ed a qualsiasi livello, nazionale,
regionale o aziendale, deve tener
conto delle valutazioni di obiettivi, di risorse e di costi per ogni
singola prestazione sanitaria. La
non autosufficienza nazionale per
sangue ed emoderivati denota
che non tutte le strade siano
state perseguite, che non tutti gli
sforzi siano stati compiuti nel
considerare la donazione di sangue elemento di indispensabile
garanzia al funzionamento del
sistema. Sistema che ha come
attori protagonisti le federazioni
ed associazioni di donatori, la
medicina trasfusionale e le istituzioni. È necessario riaffermare
con determinazione che la donazione ed il donatore debbano
essere al centro dell’attenzione e
dell’attività che siamo chiamati a
svolgere, in qualità di Presidente
nazionale, di Consiglieri eletti, di
Dirigenti e di Volontari, nel
rispetto di quel significato di univocità ed indispensabilità dell’atto ma nella consapevolezza che
pari dignità e pari trattamento gli
siano sempre riservati. La Fidas
ha il compito di facilitare la divulgazione e la promozione del dono
del sangue, in ogni ambito sociale e per ogni fascia di età; ha l’impegno di garantire contributi unitari ed adeguati per la copertura
dei costi delle attività svolte; ha
l’onere di mantenere e rafforzare
il ruolo indispensabile della
donazione nella ridefinizione
della normativa del sistema trasfusionale nazionale; il tutto
mantenendo il doveroso rispetto
reciproco con le associazioni
consorelle. La Fidas ha peraltro,
in quanto federazione di
Associazioni autonome, il dovere
di rispettare le singole autonomie
ma ha anche il diritto di garantire, attraverso le proprie rappresentanze centrali e periferiche, il
giusto riconoscimento, per significato e valore, di ogni donazione.
Mi sia permesso il pensierino del
mattino, sebbene di uno di questi
mattini torbidi d’umidità e di
calore e non solo meteorologicamente parlando, che l’orgoglio di
essere donatore e di ogni dono
del sangue, unico ed irripetibile,
costituisca la forza cementante
della Federazione e rappresenti,
con dignità e determinazione, il
valore ed il peso della Fidas nell’ambito del volontariato e della
solidarietà.
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