La crescita del settore
pubblico
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Fatti stilizzati
• La spesa pubblica è aumentata in tutti i paesi
industrializzati con ritmi superiori a quelli del
settore privato.
• Da cui la quota di G sul PIL è fortemente
aumentata.
• Nel 1800, in Europa era pari circa al 10% PIL
ora raggiunge e supera il 50%.
• In Italia, 60% PIL, 1/8 popolazione attiva e
impiegata dallo Stato e le imposte assorbono
circa il 50% delle risorse.
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Gli indicatori di crescita
• Imposte ed altri prelievi obbligatori (entrate);
• Impiegati pubblici;
• La spesa pubblica.
Nessuno è completamente soddisfacente perché...
Le imposte trascurano il fatto che le attività dello Stato possono essere
finanziate oltre che con le entrate anche con l’emissione di moneta e
il debito pubblico (sottostima).
La consistenza degli impiegati pubblici trascura di fatto tutta l’attività
redistributiva cioè i trasferimenti (sottostima).
La spesa pubblica trascura l’utilizzo delle agevolazioni fiscali.
Inoltre, nessuno degli indicatori è in grado di cogliere l’attività di
regolamentazione.
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Fonte G. Brosio 1998
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Modelli con causazione semplice
Teorie
Societarie
Politiche
Wagner
Limite all’espansione
Liberal-democratico
Marxista
Peacock-Wiseman
Livello tollerabile
di imposizione
Goldscheid-Schumpete
O’Connor
Elettore mediano
Gruppi di interesse
Baumol
Produttività
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A.Wagner (1883)
• Secondo W. non esiste un limite
desiderabile alla crescita del settore
pubblico.
• La spesa è determinata dal livello del
reddito. Se il reddito cresce la spesa
pubblica farà altrettanto.
• Un reddito maggiore permetterà la
soddisfazione di bisogni di ordine
superiore.
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• Se assumiamo che l’elasticità della domanda di
questi consumi rispetto la reddito sia >1 allora
dovremo concludere che la domanda di questi
consumi crescerà indefinitamente. A patto che vi
sia la volontà di finanziarli con imposte.
• Ma, per quanto faccia riferimento ad una
democrazia rappresentativa manca ogni
riferimento alle decisioni politiche.
• Come tutti i socialisti della cattedra W. Ha una
visione organicistica dello stato: lo stato ha una
propria esistenza indipendente da quella dei
cittadini.
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Modelli societari e politci:
Peacock e Wiseman (1961)
• I governi amano aumentare la spesa
• I cittadini non desiderano pagare nuove imposte.
• Esiste cioè un limite all’espansione della spesa
pubblica che sta nella valutazione che i cittadini
fanno dei benefici costi delle nuove imposte.
• Questo limite è il “livello tollerabile di
imposizione fiscale” cioè il livello massimo di
prelievo che i cittadini sono disposti a sopportare
tenuto conto dei benefici ricevuti dalla spesa e
dal loro livello di reddito.
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• In periodi normali, la spesa pubblica cresce in
ragione del reddito, ma in corrispondenza di
eventi peculiari (guerre, disastri naturali…) il
livello di imposizione tollerabile aumenta.
• Passata la crisi il tale livello non ritorna più al
passato perchè: a) i cittadini non intendono
rinunciare ai servizi pubblici finanziati da quel
livello di imposizione; b) perché il nuovo livello di
tassazione e diventato normale.
• Si dice che il settore pubblico ha spiazzato
quello privato.
• La tesi di P. e W. È di difficile verifica empirica
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Modelli lieral-democratici:l’elettore
mediano (Meltzer e RIchard)
• L’imposta negativa sul reddito: chi ha
meno di un reddito prefissato dallo stato
riceve un sussidio, mentre chi ha di più di
quel reddito paga un’imposta.
• Il bilancio dello stato deve essere in
pareggio, ciò avviene se i cittadini con
reddito medio sopportano T=0.
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Implicazioni redistributive
• La tassazione può indurre i cittadini a lavorare meno.
• Per gli elettori “poveri” lo schema di tassazione preferito è I1. Per gli
altri dipende dalle T vigenti. Quelli con un reddito tra A e B
preferiranno I2 perché attua una maggiore redistribuzione.
• Sistemi di voto e scelta dello schema redistributivo:
• Se il suffragio è limitato allora l’elettore decisivo si colloca
relativamente a dx su Yd.
• Se il suffragio è universale si spiega l’aumento dell’attività
redistributiva da parte dello stato (salgono anziani, giovani che
necessitano di formazione) perché votano categorie che non
riescono a percepire un reddito sul mercato.
• Ma se è vero che si è registrato un aumento della spesa pubblica in
corrispondenza dell’introduzione del suffragio universale lo è
altrettanto che la crescita è costante….
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Modelli lieral-democratici:i gruppi di
interesse (Peltzman, Demsetz ’80)
• Il fattore fondamentale di crescita è dato
dall’asimmetria degli interessi.
• La società è percorsa da innumerevoli
linee di divisione, ogni gruppo è portatore
di un interesse e vuole che siano approvati
provvedimenti che lo soddisfano.
• Per ottenere ciò è disposto ad appoggiare
altri gruppi in una prospettiva di reciprocità
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• I cittadini soffrono di “illusione finanziaria”.
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I modelli di ispirazione marxista
•
•
a)
La crescita della spesa è inarrestabile.
CI sono tre tipi di spesa pubblica:
Spesa di investimento sociale (infrastrutture) serve alla
riproduzione della forza lavoro .
b) Spesa per il consumo sociale (sanità, sicurezza sociale)
serve alla riproduzione della forza lavoro (riduce il
costo che grava sui capitalisti).
c) Spese sociali serve a legittimare il sistema capitalistico.
Comprende spese non strettamente legate a bisogni
primari (attività culturali) che alleviano lo sfruttamento
dei lavoratori e assicurano l’armonia sociale.
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Baumol: il divario di produttività
(1967)
• Si differenzia dagli altri modelli perché non
è basato su di un fattore esterno alla
spesa (guerra, sistema elettorale,
suffragio..) ma sulle caratteristiche di
alcuni servizi in particolare i servizi di tipo
personale.
• B. si sofferma sulle condizioni tecniche
produttive connesse alle produzioni
pubbliche.
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•
Le attività economiche si possono
suddividere in
a) Progressive: suscettibili di un continuo
progresso tecnologico, dove
l’accumulazione di capitale permettono
un aumento della produttività di ogni
lavoratore (manifatture)
b) Stagnanti: non suscettibili di progresso
tecnologico (concerti)
Molte produzioni pubbliche hanno la
caratteristiche di appartenere a b)
(scuola, sanità,assistenza).
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• Nel primo settore aumenta la produttività
(con la stessa q.tà di L posso ottenere
>Q), mentre nel secondo si può ottenere
più quantità solo se si usa più lavoro.
• Gli aumenti di produttività del settore
progressivo permettono aumenti di salario.
• Ma i salari tenderanno a crescere anche
nel secondo settore.
• Ne segue che i costi del settore stagnante
tenderanno a crescere allo stesso tasso
dell’aumento di produttività.
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• Se assumiamo che la domanda di servizi
personali sia elastica rispetto al reddito si
avrà uno spostamento continuo di
lavoratori dal primo settore al secondo.
• Il modello spiega la crescita del settore
pubblico limitatamente ai servizi ma non
spiega la crescita dei trasferimenti.
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