13 Corriere della Sera Lunedì 21 Marzo 2011 MI Cultura &Tempo libero Stradivari benefico All’asta per il cuore in San Marco questa sera da Forma Un prezioso Stradivari del 1726 imbracciato da Matteo Fedeli nel «Doppio concerto» di Mendelssohn e la messa «dell’incoronazione» di Mozart. È il concerto che Mauro Ivano Tenaglia, coro e orchestra dell’Accademia Concertante di Milano, offrono domani in San Marco (ore 21, € 30-100, tel. 02.39.01.44.15). Il ricavato sarà devoluto al finanziamento di borse di studio per i giovani ricercatori dell’Istituto Mario Negri, che festeggia i cinquant’anni di attività. (e.pa.) Verranno battuti scatti di Francesco Cocco, Elliot Erwitt (nella foto, una sua immagine), Mauro Galligani, Maurizio Galimberti, Ferdinando Scianna e altri grandi autori oggi alla Fondazione Forma (p.zza Tito Lucrezio Caro 1, ore 18.30) per l’asta benefica Art for Heart. I proventi delle vendite saranno interamente devoluti alla Fondazione «Per il tuo cuore», onlus che opera nella ricerca nel campo delle malattie cardiovascolari. Da vedere Novità del Festival del Cinema africano e asiatico è la sezione film comici scelti da Gino e Michele: «Spassosi e non banali» Da giovedì al Teatro della Luna Di culto «Ecco come ridono magrebini e pachistani» Michele Mozzati: «Non perdete Les Barons» D rammi sociali impegnati o assorti poemi visivi: i film africani o di altri Paesi lontani che arrivano nei festival rientrano quasi sempre in queste categorie. Ma chi ha detto che nel Burkina Faso o in Iran non si rida? Anzi, si girano addirittura commedie. La grande novità del Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina che si apre oggi è una sezione di film divertenti, intitolata «E tutti ridono...». Gli otto titoli sono stati scelti da Gino (Vignali) e Michele (Mozzati), fondatori di Zelig e autori comici dagli anni Settanta. «Non siamo esperti, siamo spettatori comuni», esordisce Michele. «Ma la proposta che ci ha fatto Alessandra Speciale (co- Il programma direttrice del festival, ndr) ci ha incuriosito. L’Italia ha saputo coltivare la commedia, sono il primo a rimpiangere l’epoca di Monicelli, Risi, Scola... Volevamo vedere se esiste qualcosa di simile in Paesi che hanno una cultura cinematografica più giovane. Qualcosa che sia un prodotto di massa, ma abbia dignità di contenuti e di forma». La risposta? «Naturalmente esiste. La cosa straordinaria è che i film in programma spesso sono campioni di incassi, ma parlano di cose non banali. L’iraniano Fire Keeper tratta di vasectomia: il protagonista continua a fare figlie femmine, e per questo decide di sottoporsi a un intervento che gli provoca incubi in cui si vede condannato all’inferno. Nel film del Burkina Faso, Une femme pas comme les au- dei fratelli Coen, all’insegna dello humour nero. Il giorno dopo, in 4 sale, via al programma: 80 titoli tra film, corti e docu. Il concorso «Finestre sul mondo» spazia dalle Filippine (Ways of the Sea di S. Dayoc) al pluripremiato Un homme qui crie di M. Saleh Haroun. Numerose le iniziative alla Casa del pane - Casello di Porta Venezia: dal 22 ogni giorno mostre, incontri, tè e dj set. Le sale: San Fedele, Spazio Oberdan, Gnomo, Rosetum, Centre Culturel Français; biglietto 5 €; abb., 18-26 € www. festival cinemaafricano.org (a.p.) Zhang Yimou rifà i Coen in «nero» Un film di Zhang Yimou inaugura il 21˚ Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, dal 21 al 27 marzo. A Woman, a Gun and a Noodle Shop (nella foto, oggi alle 20.30, Auditorium San Fedele), è la penultima fatica del regista di «Lanterne rosse»: un remake in costume di Blood Simple tres, una donna decide di avere due mariti. Se gli uomini possono prendere due mogli, perché non il contrario? Peccato che i due mariti siano gelosi». Oltre al talento comico, è evidente il coraggio di questi registi. «Le commedie sono sempre uno spaccato della società», continua Michele. «Il fatto che esistano, significa che c’è la possibilità di parlare e di confrontarsi. Magari il discorso non è approfondito, però è importante che buttino dei semi». Un colpo di fulmine? «Il primo film della sezione, Les Barons (in programma il 23), dove giovani maghrebini in Belgio teorizzano di non fare niente nella vita. E poi il film di chiusura, Tere Bin Laden (il 27): un giovane pachista- Sopra, il cast del musical «Happy Days», regia di Saverio Marconi. A sinistra, i protagonisti del telefilm cult che spopolò negli anni Ottanta Zelig presenta Gino e Michele (in sala al San Fedele il 23, alle 19) hanno selezionato 8 film, presentati ogni giorno da comici di Zelig Bollywood Il film La place. In alto, i magrebini di Les Barons no che non è riuscito a emigrare negli Usa trova un allevatore di polli che somiglia a Bin Laden, e decide di girare un video. È un film di Bollywood, in parte anche un musical: secondo me ha la freschezza e la serenità giusta per affrontare certi problemi. Ci dice che non si può basare la vita sulla paura». È traducibile la comicità di questi film? «Posto che li abbiamo visti in doppiaggi improbabili o con sottotitoli a singhiozzo, direi che un film girato a Panama o ad Algeri non è meno comprensibile di uno ambientato a Los Angeles. Comunque mi piace che questi film si vedano a Milano, che cerca di essere più internazionale. È solo lo scambio culturale e anche fisico che trasforma una città in una metropoli. Una città che vuole crescere ma non capisce questo, rimane provinciale». Alberto Pezzotta © RIPRODUZIONE RISERVATA Hey, che musical! «Happy Days» ora parla italiano È quasi l’ora di «Happy days», musical sui giorni felici della Milwaukee anni Cinquanta, resa familiare dall’omonimo telefilm che spopolò negli anni Ottanta. Per la prima volta in Italia, il piccolo mondo rétro della sitcom guadagna la scena grazie alla regia e all’adattamento di Saverio Marconi per la Compagnia della Rancia, al debutto giovedì alle 21 (prima a inviti) al Teatro della Luna: il musical originale di Garry Marshall, su musica e libretto di Paul Williams, assume una sua veste italiana grazie alle traduzione di Michele Renzullo, con liriche di Franco Travaglio. All’appello non mancherà nessuno: il rosso Richie Cunningham (Luca Giacomelli), il papà Howard (Giovanni Boni), la casalinga Marion (Sabrina Marciano), la sorellina-sottiletta Joanie (Maria Silvia Roli), l’amico Potsie (Cristian Ruiz), Ralph Malph (Davide Nebbia). E naturalmente lui, l’inconfondibile: pollici alzati, capelli a banana, jeans, giubbotto in pelle, un ego granitico da ultimo macho. Accompagnato dall’immancabile «Ehi!», il mito di Fonzie tornerà a noi con il viso simpatico di Riccardo Simone Berdini-Fonzarelli Berdini sulle orme di Henry Winkler, «Fonzie è un cavaliere, ho «original» cercato di rubarne lo stile: l’interprete oggi 65enne con cui il bacino scivolato in avanti, scambia mail. Riccardo, l’aria sicura, il ciuffo...» 27 anni, triestino con famiglia romana, non ha fatto troppa fatica: «Ero già stato Pinocchio nel musical della Rancia – racconta — è stato Marconi a chiamarmi. Comunque il provino l’ho fatto lo stesso: alla fine eravamo in quattro». Per conquistare un posto al sole in «Happy Days» si sono presentati 700 candidati, ma il ruolo di Arthur Fonzarelli era il più ambito: «Fonzie è il bullo dal cuore gentile – spiega Berdini — un cavaliere vecchio stile, la moto è il suo cavallo, crede nei valori positivi, l’amicizia, la famiglia, anche se sembra più trasgressivo degli altri». Non è ignaro del rischio-confronto: «È un personaggio impresso nella memoria collettiva, in Italia il doppiatore l’ha reso più signorile. Più cerchi l’imitazione, più tradisci il personaggio. Ho cercato di rubarne lo stile, il bacino scivolato in avanti, l’aria sicura. In scena indosserò una parrucca». La vita di Riccardo non è «donne e motori». «Mi sono diplomato all’Accademia Bernstein di Bologna, tre anni da prigione militare: ora sto scrivendo due musical, testi e musiche, collaboro con il Teatro Rossetti di Trieste. Il mio mito? John Williams (il compositore di “Star Wars”, “Indiana Jones”, “E.T” e “Schindler’s List”, ndr). Vorrei interpretare Phantom del “Fantasma dell’Opera” e Jean Valjean dei “Misérables”». Valeria Crippa © RIPRODUZIONE RISERVATA Da giovedì alle 21 al 10 aprile al Teatro della Luna, Assago (Mi), biglietti 23/74 euro, tel. 02.48.85.77.516