lunedì, 12 ottobre 2009 - Breviario per aspiranti terroristi - di Flavio Camilli
In un libro molto importante e molto bello come Robinson Crusoe (Daniel Defoe, 1719), un'orma
sulla sabbia e il conseguente salvataggio del selvaggio Venerdì trasformano il lungo monologo del protagonista, solo per
ventiquattro anni, in un dialogo. Dall'individuo alla società. Il naufrago, a quel punto, diviene "padrone", instaurando con il
"negro" che gli è devoto un rapporto di sudditanza diretta, anche se benevola.
Non c'è dubbio che il colonialismo ha dato vita ad una serie di rapporti e di ritratti, soprattutto letterari (basti pensare a tutta la
letteratura caraibica che nasce come reazione al neocolonialismo da cui cerca di affrancarsi), tra e di padroni e schiavi che
difficilmente sono inseribili nella mega categoria del "buon selvaggio".
Breviario per aspiranti terroristi, libretto di Mathias Énard (edito dall'elegante Nutrimenti ? con illustrazioni di Pierre
Marquès), si pone proprio come effetto dell'esistenza di tale categoria. Se con le leggendarie caravelle l'uomo europeo ? e
"civile" ? non avesse portato anche la corruzione, come potrebbe spiegarsi la naturale attitudine di Virgilio, il nostro
protagonista, all'odio e alla volontà di distruzione? In neanche novanta pagine, l'autore francese ci presenta un rapporto
padrone-schiavo che si trasforma progressivamente in quello tra maestro e allievo, una relazione che, nonostante
l'irreprensibile severità dell'insegnante e ribellioni ideologico-amorose, non tarda a sdoganare la sterile unilateralità del
passaggio di informazioni per divenire scambio di opinioni, quando, in seguito a dieci lezioni ben identificate, l'allievo arriva
al livello del maestro.
Materia d'addestramento è il sacro compito del terrorista. Lo schiavo Virgilio ci racconta passo per passo i comandamenti
che il suo maestro, profeta di un nuovo tipo di terrorismo, va impartendogli con il passare dei giorni.
Un terrorista è prima di tutto un artista, poi un cuoco, un chimico, un effetto per una causa. Fuggendo tutti gli stereotipi a cui
siamo, purtroppo da tempo, abituati, l'anonimo insegnante ha una "buona" parolina per tutti: da Robespierre alle moderne
associazioni del terrore, tutti declassati come grossolani dilettanti, intrappolati dall'ideologia o dalla religione. Non c'è Dio a
cui immolare la propria esistenza, né idea politica che valga la pena. Per il maestro e per il suo allievo la causa è anche
l'effetto: il risveglio. Per questo dieci minuti di pornografia animale in tutte le tv mondiali sono più destabilizzanti della morte
di migliaia di persone: gli ultimi anni ci hanno abituato al sangue e all'agonia in diretta. Ciò che veramente è inatteso è lo
scuotersi delle coscienze dal torpore mediatico che ci ammanta come nebbia e ci impedisce di "vedere".
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Ma attenzione, Mathias Énard non ci racconta di una coppia di santi: la detonazione è fondamentale per l'atto terroristico,
un'esplosione che è metaforica solo qualche volta, che fugge l'idealismo come il diavolo l'acqua santa e che fa del simbolico
il suo obiettivo e non la sua ragione scatenante.
La scienza del terrore tuttavia non si esaurisce con il sacrificio e ciò che rimane è più importante dell'atto di terrorismo stesso:
"Se vuoi dedicare la vita alla distruzione e agli artifici, devi trovare qualcosa con cui riempire il vuoto e il silenzio che
seguono l'esplosione. Altrimenti non avrai ottenuto e distrutto un bel niente. Affinché una cosa esploda davvero, affinché
scompaia, è compito dell'artificiere non solo collocare l'ordigno ma anche dare un nome al vuoto che questo crea, riempirlo:
altrimenti, in una forma o in un'altra la cosa distrutta tornerà alla luce. (...) Solo la causa persiste nel nulla creato dalla
deflagrazione. E la nostra causa è nobile, Virgilio, questa è l'unica cosa che conta."
Con una scrittura lineare ma chirurgica, precisa nelle descrizioni e nelle istruzioni, lontana da metafore e sentimentalismi
forse abusati, Mathias Énard elenca più che raccontare senza per questo risultare sterile. Breviario per aspiranti terroristi è
infatti un'opera originale e geniale che provoca nel lettore reazioni di comico stupore o agghiacciante terrore, un ricettacolo di
idee sensatissime e di considerazioni oculate sul cancro del nostro tempo, una malattia che corrode il secolo e che ha mostrato
la faccia nei suoi primi anni ma che viene osservato, questa volta, come se fosse la cura più che il morbo.
Data l'assoluta concretezza di questo breviario, ci auguriamo solo che non finisca nelle mani di qualche fanatico, la peggior
specie di artisti del terrore.
Informazioni
Breviario per aspiranti terroristi, Breviarie des artificiers; Mathias Enard
Nutrimenti
Traduzione di Alice Volpi
Illustrazioni di Pierre Marquès
96 pp., brossura, EUR 14,00
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