RIGOLETTO di Giuseppe Verdi …....O Terra, quale vulcano ha spalancato il suo cratere? Chi ha ridotto alla disperazione il Cristiano, l'Ottomano......? Chi è quel Cesare, quel Cristo, quel guerriero o quell'apostolo che getta ogni paese l'uno contro l'altro ? Quale braccio ti fa tremare, Terra, per assecondare il suo volere ?La Terra, terrorizzata, risponderebbe: “TRIBOLET !” Oh, rallegrati, povero giullare, afferra la sovranità del tuo orgoglio. La vendetta di un Pazzo fa vacillare il mondo ! Victor Hugo “Le Roi s'amuse” - 1832 Comune di Copparo SABATO 29 MARZO 2014 ∙ ORE 21 TEATRO COMUNALE DE MICHELI RIGOLETTO ORCHESTRA “CITTÀ DI FERRARA” DIRETTORE FABRIZIO MDIILANI MELODRAMMA IN TRE ATTI G. VERDI SU LIBRETTO DI F. M. PIAVE CORO GIUSEPPE VERDI . REGIA MARIA CRISTINA OSTI “Rigoletto” è la prima delle tre opere della Trilogia popolare verdiana. “Popolare” perché lo stile è quello maggiormente apprezzato dal pubblico che amava l'autore, “popolare” perché per la prima volta s'intrecciano ai drammi di corte realtà del popolo, “popolare” perché ancor oggi è tra le più rappresentate al mondo. Abbiamo voluto trasferire la corte mantovana ipotizzata da Giuseppe Verdi in quella ferrarese, con i colori della ricca provincia rinascimentale, contornata dalle acque e dalle sue nebbie. Maria Cristina Osti HANNO COLLABORATO Palcoscenico: CARLA CENACCHI, MARTINA CAPIOTTO, CESARE LANA, IRENE SIGNORINO, LARA PASTI, MICHELE GAMBERONI, PAOLO GARBINI Le parti solistiche sono scelte tra i vincitori del IV Concorso Lirico Internazionale “Città di Ferrara” in collaborazione con Circolo Musicale “Varos Zamboni” Trucco - parrucco: SALONE VANITY, PARRUCCHIERI UNISEX Costumi: DOTAZIONE DEL RIONE CRUSAR , ASSOCIAZIONE DEI RIONI DI COPPARO E MARIA CRISTINA OSTI SI RINGRAZIA: IL SIGNOR GIOVANNI PALESTRINA E TUTTE LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO LEGATE A QUESTO PROGETTO, LA DITTA SILLA DI COPPARO PER LA REALIZZAZIONE STAMPA DEL PIEGHEVOLE, LA DIREZIONE E I TECNICI DEL TEATRO DE MICHELI. in collaborazione con le associazioni: INFO tel. 0532 871634 www.teatrodemicheli.it ATTO PRIMO primo quadro Palazzo del Duca. Una magnifica sala, cortigiani e paggi che vanno e vengono, l'atmosfera è di generale allegria e vizio. Il Duca tra gli invitati, racconta a Borsa, un suo cortigiano, di una bella ragazza del popolo incontrata tre mesi prima, che egli corteggia in incognito seguendola ogni domenica dalla chiesa fino a casa; la ragazza vive in una modesta abitazione in un vicolo oscuro e ogni sera riceve la visita di un uomo misterioso. Il racconto s'interrompe quando un gruppo di dame e cortigiani attraversano la sala attirando l'attenzione del Duca. Tra loro la Contessa di Ceprano, di cui il Duca loda apertamente la bellezza nonostante la presenza del marito di lei. Nella ballata "Questa o quella per me pari sono" il Duca coglie l'occasione per esprimere la sua filosofia, secondo la quale una donna vale l'altra, oggi gliene può piatere una, domani un'altra. Compare nella sala Rigoletto, il gobbo buffone di corte, che si prende gioco del Conte alludendo al fatto che la moglie stia cedendo alle avances del Duca. Approfittando della breve assenza del Duca e di Rigoletto, un cortigiano, Marullo, comunica che Rigoletto ha un'amante che va a trovare tutte le sere; la notizia suscita ilarità tra i cortigiani. Il Duca e Rigoletto tornano nella sala discutendo su come sbarazzarsi del Conte di Ceprano. Rigoletto, con aria malevola e canzonatoria, suggerisce per il Conte la prigione, l'esilio o l'esecuzione capitale mediante il taglio della testa. Ceprano e gli altri cortigiani ascoltano le parole di Rigoletto e ciò non fa che acuire il sentimento di rabbia che essi covano nei confronti del buffone: ognuno di loro è stato tra le vittime della sua tagliente lingua. La ridente baldoria si placa improvvisamente all'ingresso del Conte di Monterone, infuriato perché il Duca ne ha sedotto la figlia. L'ironia e la beffardaggine di Rigoletto si abbattono anche su questi e alla reazione del Conte il Duca ne ordina l'arresto. Mentre viene portato in prigione, Monterone lancia una terribile maledizione contro il buffone. Rigoletto rimane terrorizzato. secondo quadro Giardino della casa di Rigoletto. E' notte. Rigoletto sta tornando verso casa con l'angoscia della maledizione di Monterone, quando viene avvicinato da Sparafucile, un sicario di professione originario della Borgogna che gli offre i propri servizi. Sparafucile spiega a Rigoletto come le sue vittime vengano attirate dalla avvenente sorella. Rigoletto sottolinea di non aver queste necessità per il momento e, rimasto solo, riflette su quanto siano simili lui ed il sicario: entrambi sono pagati per ferire, uno con la lingua, l'altro con il pugnale. Qui Rigoletto incontra Gilda, sua figlia, alla quale raccomanda di non allontanarsi da casa temendo le vendette dei cortigiani, affidandola a Giovanna la custode per vegliarla. Gilda chiede al padre notizie sulla madre morta ma non c'è risposta. Non visto, il Duca, entra nel giardino e allunga una borsa con del denaro a Giovanna, la sola a vederlo. Rigoletto saluta la figlia, suscitando lo stupore del Duca. Gilda prova rimorso per aver mentito al padre avendogli tenuto nascosto il fatto di essere stata spesso seguita da un giovane incontrato in chiesa. Lei ne è innamorata. I cortigiani raggiungono il giardino per vendicarsi di Rigoletto. Vedendo il buffone gli fanno credere di voler rapire la Contessa di Ceprano, nel palazzo accanto a casa sua, per portarla dal Duca; lo invitano così a partecipare, bendandolo. Quando il buffone si accorge di essere stato ingannato la figlia è già stata rapita dai cortigiani. ATTO SECONDO Sala del palazzo. Il Duca non ha trovato Gilda e ne è rattristato. I cortigiani gli raccontano di aver rapito quella che credono essere l'amante di Rigoletto, con il suo stesso aiuto. Il Duca intuisce che si tratta di Gilda e la raggiunge nella stanza del palazzo. Fa il suo ingresso Rigoletto distrutto dal dolore; mascherando i suoi sentimenti in maniera canzonatoria chiede del Duca, gli viene risposto che dorme. Un paggio annuncia che anche la Duchessa vuole sapere dove sia il marito, i cortigiani fingono che sia a caccia. A questo punto Rigoletto capisce che il Duca è con Gilda; deriso dai cortigiani che gli consigliano di cercare altrove l'amante, Rigoletto grida che questi è sua figlia. Gilda entra nella sala in lacrime di vergogna facendo comprendere di essere stata violata. Rigoletto giura vendetta. Rigoletto Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse musica di Giuseppe Verdi Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 11 marzo 1851 Konstantinos Latsos Daniel Luis Vicente Giulia Della Peruta Gianfranco Secondi Nino Batatunashvili Ilaria Verzucoli Luca Marcheselli Luca Bauce Stefano Rizzati Marco Veneziale Giada Baroni Natascia Pedriali Duca Rigoletto Gilda Sparafucile Maddalena Giovanna Conte di Monterone Marullo Matteo Borsa Conte di Ceprano Contessa di Ceprano un Paggio ATTO TERZO Locanda di Sparafucile, fuori città sulle rive del fiume. Sparafucile è seduto ad un tavolo, Rigoletto e Gilda lo spiano dall'esterno. Gilda confida al padre di essere ancora innamorata del Duca e di essere certa che egli ricambi il suo amore. Rigoletto le chiede di attendere e osservare. Infatti entra nella locanda il Duca, sotto mentite spoglie, chiede di Maddalena, ordina del vino e una stanza per la notte. Lo raggiunge Maddalena, sorella di Sparafucile. Il Duca tenta di abbracciarla ma la donna ridendo gli si sottrae. Sparafucile incontra Rigoletto che gli commissiona l'uccisione del Duca dopo aver invitato Gilda a travestirsi per precederlo a Verona. Temporale. Il Duca si prepara a passare la notte con Maddalena che prega il fratello di non uccidere il giovane. Sparafucile pensa alla somma di denaro e quando Maddalena propone di uccidere Rigoletto al posto del Duca e salvare così la ricompensa, Sparafucile afferma che il suo onore gli impone di non uccidere i propri clienti. La discussione tra i due continua quando sulla strada compare Gilda vestita con abiti maschili. Sparafucile e Maddalena giungono ad un compromesso: se prima del ritorno di Rigoletto, a mezzanotte, qualcuno busserà alla porta della locanda, sarà ucciso al posto del Duca. Gilda assiste alla scena e decide di sacrificare la propria vita per l'amato. Bussa alla porta della locanda dicendosi un mendicante e viene pugnalata. A mezzanotte Rigoletto arriva a rivendicare la preda. Sparafucile gli consegna un sacco che, egli dice, contere il corpo del Duca. Si offre di buttarlo nel fiume, ma Rigoletto risponde che per soddisfazione vuole farlo lui solo. Sparafucile scompare. Quando Rigoletto sta per gettare il sacco nel fiume, sente da lontano la voce del Duca cantare la sua canzone sulla volubilità delle donne ("La donna è mobile").Egli apre il sacco e scorge il volto della figlia ferita. Gilda è ancora viva e spira tra le braccia del padre invocando la madre. La maledizione di Monterone si è compiuta. Maria Cristina Osti Michela Franceschini ballerina Coro GIUSEPPE VERDI Ferrara ORCHESTRA CITTA' DI FERRARA MAESTRO CONCERTATORE E DIRETTORE Fabrizio Milani REGIA Maria Cristina Osti