In 3^ di copertina? I partecipanti (Rivedere correttezza nominativi e loro ruoli/funzioni) Pisa, 25 ottobre 2012: Giovanni Belfiore, Eleonora Bartolini, Igli Zannerini, Marzia Mancini, Luciano Innocenti e Paolo Ghezzi. Firenze, 1 dicembre 2012: Cesare Menchetti (Siena); Fabrizio Lodovichi (Intercom. Collesalvetti); Saverio Renda (Zonale Livorno); Claudia Firenze (Zonale Empolese); Gianluca Ciapetti (Zonale Scandicci); Alessandro Balloni (Zonale Fiorentina); Marco Tofani (Prato); Paolo Fabbri (Pistoia); Carlo Sestini (Grosseto); Silvano Giannetti (Lunigiana); Giancarlo Battistini (Lunigiana); Giovanni Glori (Pontedera); Silvano Ciompi (Pontedera). Prato, 18 gennaio 2013: Silvia Fanella – Avis Prato (PO): Luciano Innocenti – Avis Prato (PO); Gianluca Perri – Avis Carmignano (PO); Alessandro Balloni – Avis Zonale Fiorentina (FI); Giancarlo Casaioli – Avis Montemurlo (PO); Mario Moradei – Avis Prato (PO); Roberto Troni – Avis Zonale Fiorentina (FI); Gianna Masini – Avis Firenze; Chiara del Vincio – Avis Poggio a Caiano (PO); Mauro Fiordi – Avis Montemurlo (PO); Marco Tofani – Avis Provinciale Prato (PO); Igli Zannerini – Avis Pistoia (PT); Marzia Mancini – Avis Pistoia (PT). Firenze, 2 febbraio 2013: Gino Schifano (vicepres. Avis Massa Marittima); Mauro Franceschi (pres. Avis Massa Marittima); Leonardo Lulli (Avis Livorno); Aurora Dallazeta (Avis zonale Lucca); Arianna Cattani (Pres. Avis zonale Massa Carrara); Silvia De Fazio (Tesoriere Avis Zonale Massa Carrara); Maurizio Ceccotti (Avis Collesalvetti); Saverio Renda (Avis zonale Livornese); Fernando Mastri (Avis Casale – Lunigiana); Marco D’Alonso (Pres. Avis Pontedera); Claudio Pupilli (Avis Poggibonsi); Simona Mariniello (Avis Lucca); Alessia Bertolucci (Avis Lucca); Isabella Canati (Avis Lucca). LE POLITICHE DI RETE PROMOSSE DA AVIS TOSCANA: UNA VALUTAZIONE PARTECIPATA Premessa Nel bilancio sociale 2012 si è deciso di dedicare un approfondimento sulle politiche di rete e sull’impegno di Avis Toscana a favore del fare rete all’interno del sistema associativo Avis regionale. È così stato avviato un processo partecipato che ha coinvolto progressivamente livelli e responsabilità sempre più ampie in termini di presenza territoriale. Nel complesso sono stati 5 gli incontri realizzati nel periodo compreso tra ottobre 2012 e febbraio 2013. Il primo incontro ha permesso, grazie al coinvolgimento della presidenza e della direzione regionale1, di individuare attività e servizi che favoriscono il fare rete e – in termini più generali – le politiche e i programmi a favore del networking associativo. Per evitare il rischio di essere autoreferenziali e favorire una prima raccolta di elementi valutativi, quanto prodotto nel primo incontro è stato proposto ad un secondo gruppo composto da dirigenti locali e regionali che per anzianità associativa in Avis e/o per il loro ruolo potessero dare un contributo costruttivo e critico al progetto di valutazione. La riflessione si è concentrata su attività e servizi a favore del fare rete, ma ha permesso di cambiare prospettiva di analisi: la nuova chiave di lettura ha riguardato sia una prospettiva interna (intra‐associativa) del fare rete ma anche una prospettiva esterna (estra‐associativa) con Avis inserita in reti con altri soggetti. Riguardo alla prospettiva interna, il confronto ha ulteriormente distinto la questione tra la dimensione associativa istituzionale e la dimensione associativa operativa con le attività e i servizi che promuovono e favoriscono il fare rete. Questa chiave di lettura è diventata la base dei successivi incontri. Per graduare e rafforzare la proposta di riflessione da portare alle associazioni di base è stato realizzato un ulteriore incontro intermedio con i dirigenti del secondo livello associativo: associazioni provinciali e zonali. Al percorso hanno partecipato complessivamente 39 persone appartenenti al livello regionale, provinciale, zonale e di base. Gli incontri hanno permesso quindi di riflettere su due “macro‐aspetti”: la rete e la valutazione di Avis Toscana rispetto al fare rete. Definizione e utilità del fare rete Cosa vuol dire fare rete? La riflessione condivisa con i partecipanti al percorso ha permesso di individuare alcuni aspetti che definiscono la rete e il fare rete. L’elemento, quasi meccanico, alla base di una rete è il fatto di avere soggetti in relazione tra loro. Ci sono poi soffermati sugli aspetti che qualificano questo stare insieme, soprattutto pensando al contesto associativo. Si è/fa rete quando: si condividono obiettivi comuni; si condividono le risorse dei singoli (competenze, capacità, denaro, ..); si utilizzano strumenti operativi comuni; si adottano approcci (e valori) condivisi; si ha un’immagine comune. È emerso che la rete è un luogo dove è fondamentale lo scambio e la circolazione dell’informazione, sia in senso verticale che orizzontale; un luogo dove si favoriscono le relazioni/scambi tra soggetti diversi, “simili ma non uguali”, appartenenti ad altri sistemi associativi, istituzionali, produttivi. All’interno di una rete si possono creare relazioni “peer‐to‐peer” che favoriscono lo scambio non gerarchico. La rete è una modalità che potenzia le risorse dei singoli, favorendo la realizzazione di attività comuni ma, affinché la rete raggiunga i risultati attesi, i singoli devono rinunciare a parte del potere individuale a favore del sistema e del vantaggio comune. La rete è caratterizzata dall’interdipendenza ovvero dalla reciproca dipendenza: anche se si è autonomi quando si fa parte di una rete le conseguenze del nostro agire colpiscono tutta la rete. Dall’altra parte, una rete può assorbire più facilmente di altre forme gli eventi negativi grazie alla qualità dei suoi soggetti coinvolti e delle relazioni esistenti. Perché è utile fare rete? Già nel momento in cui ci si è trovati a descrivere la rete si è scivolati verso gli elementi che ne determinano l’utilità. Soffermandosi però in modo più puntuale, gli aspetti di forza (utilità) del fare rete aiutano a capirne l’importanza e la “fragilità”: l’utilità spesso rappresenta infatti anche una criticità. La rete è utile perché favorisce un risparmio delle risorse grazie alla loro condivisione, ad una maggiore razionalizzazione ed efficienza; permette una migliore circolazione e diffusione dell’informazione e delle buone pratiche; rafforza l’efficacia dell’agire comune favorendo il perseguimento degli scopi. La rete, grazie alle sue modalità e al coinvolgimento di attori diversi, aiuta a far 1
Presenti: Luciano Franchi, Alessandro Falciani, Donata Marangio, Viviana Bossi e Angela Spulcioni. crescere non solo il sistema (associativo) ma anche i singoli che ne fanno parte. La rete può aiutare nello sviluppo associativo ad esempio nell’apertura di sezioni in territori dove l’associazione non è presente e “spingendo” per superare forme di protagonismo locale. Lo scambio, spesso diretto, delle informazioni aiuta inoltre a conoscere meglio il contesto in cui si opera e la comprensione dei bisogni. Essere inseriti in reti eterogenee dove sono presenti anche altri soggetti, esterni al sistema associativo Avis, renderebbe più facile la conoscenza dell’associazione all’esterno e la promozione più efficace dei suoi valori. Quali sono gli aspetti che favoriscono e/o ostacolano il fare rete? La rete, per avere i caratteri descritti e produrre i risultati sperati, ha bisogno però di determinate condizioni dal momento che esistono comportamenti e situazioni che possono favorirne o danneggiarne lo sviluppo. Chi ha partecipato ai lavori ha potuto evidenziare numerosi aspetti che giocano – se presenti o meno – in un senso o nell’altro: disponibilità a mettere a disposizione le proprie risorse; efficace ed effettiva circolazione dell’informazione, in tutti i sensi; conoscenza reciproca e fiducia; apertura mentale; apertura al cambiamento; presenza di modalità organizzative e decisionali adeguata; presenza di strumenti appropriati; chiarezza e condivisione del linguaggio; condivisione dei valori e degli obiettivi; capacità di gestire le dinamiche interne (es. generazionali); disponibilità e capacità di collaborazione; trasparenza; capacità di assumersi le responsabilità; la disponibilità di risorse economiche. Infine, un aspetto negativo su cui ci si è soffermati riguarda il peso negativo che ha sullo sviluppo del sistema associativo è l’eccessivo campanilismo e individualismo: l’eccesso di autonomia e l’autoreferenzialità sono fattori estremamente negativi che indeboliscono i risultati dell’impegno al coinvolgimento, alla partecipazione e al rafforzamento di un’appartenenza comune. La valutazione delle politiche di rete Come anticipato in premessa, i tre ambiti su cui ci si è soffermati nella valutazione delle politiche di rete di Avis Toscana hanno riguardato la dimensione associativa; la dimensione operativa e di service; il sistema di relazioni esterne. Fare rete, essere associazione. L’associazione, di per sé, è una rete e ha dei luoghi istituzionali che promuovono la rete: Assemblea Regionale, Consiglio Regionale, Conferenza di Organizzazione. Anche la presenza di ruoli associativi (cariche), la loro attività e il modo in cui vengono vissuti possono avere un impatto, positivo o negativo, sul fare rete. I partecipanti hanno confermato l’importanza di entrambi questi fattori: i luoghi istituzionali quale momento di condivisione e confronto e le modalità di interpretazione dei ruoli associativi quale mezzo di partecipazione e collegamento tra livello regionale e la base locale. In tutto questo, la comunicazione è un fattore centrale per lo sviluppo della rete associativa dovendo favorire la condivisione e la circolazione dell’informazione. Si è sottolineata l’importanza della figura dirigenziale ad ogni livello e della necessità di un atteggiamento proattivo, di ricerca dell’informazione e della sua trasmissione. In questo, potrebbe rivelarsi utile sostenere soprattutto le nuove generazioni di dirigenti attraverso specifici percorsi formativi e specifici strumenti. Lo stesso bilancio sociale, e il percorso sviluppato, ha la funzione di favorire lo scambio e la condivisione all’interno dell’associazione ma anche la comunicazione verso l’esterno permettendo una migliore conoscenza di Avis. Politiche, attività, iniziative e servizi a favore della rete associativa. Il “fare rete” in associazione può essere favorito da politiche (indirizzi strategici) che si traducono nei fatti in iniziative e servizi. Tra le numerose attività, è possibile individuarne alcune particolarmente favorevoli al networking associativo: i percorsi consulenziali regionali (es. bilancio sociale); i processi di incontro e di confronto (es. buone pratiche); lo sviluppo e la diffusione di strumenti informativi e informatici; l’organizzazione di eventi (es. Forum). Gli stessi servizi offerti dall’associazione regionale favoriscono la crescita del sistema associativo, mantenendo alto il grado di relazione: la consulenza offerta alle associate (es. qualità/accreditamento, utilizzo di strumenti nazionali, tematiche fiscali); la condivisione e l’utilizzo di strumenti comuni; il monitoraggio dei pagamenti; l’affiancamento e il supporto (segreteria, magazzino…); la formazione; il servizio civile; l’informazione (es. newsletter e sito internet ma anche la segnalazione del fabbisogno di sangue e dei suoi componenti attraverso SMS). L’appartenenza di Avis ad un sistema esigente come quello trasfusionale crea però difficoltà laddove si trovano a lavorare insieme operatori stipendiati e volontari: tempi e modalità spesso non sono compatibili e i dirigenti volontari si trovano in difficoltà. I rapporti stessi tra attori istituzionali (CRS), sanitari (Centri trasfusionali) e le stesse associazioni richiedono impegno costante per migliorare la comunicazione e lo sviluppo di forme operative compatibili. Fondamentale in tutto questo il processo di informatizzazione e il supporto offerto a livello regionale rispetto all’utilizzo degli strumenti adottati, un utile contributo verso una maggiore armonizzazione ed efficienza. Infine, si è sottolineata l’importanza di dare sempre maggiore diffusione ai prodotti e agli strumenti di qualità elaborati a livello regionale: un esempio è il libretto “Buone prassi del donatore” che viene riconosciuto come uno strumento utilissimo ma poco diffuso. Politiche, scelte, attività di rete esterna. Nel fare rete, ha rilevanza non solo la dimensione “intra‐associativa” ma anche quella “estra‐associativa”: gestire e rafforzare i rapporti con gli altri soggetti esterni ad Avis, interni o meno al Sistema Trasfusionale, può rappresentare un’opportunità di crescita e di rafforzamento dell’associazione stessa. A titolo di esempio, essere presente e protagonista nel Centro Regionale Sangue; condividere la sede con altre realtà associative; far parte di associazioni/coordinamenti di secondo livello (es. Cesvot); promuovere e condividere politiche (es. riorganizzazione del STT); partecipare ad eventi (es. Giornata della Donazione); organizzare iniziative con altri soggetti (es. Anci, Comunità migranti…). In tutti questi contesti, ad Avis Toscana viene riconosciuta la capacità di essere presente e positivamente attiva. L’importanza che viene riconosciuta ad Avis Toscana riguarda la necessità di essere sempre più in grado di avere una relazione con gli attori territoriali (es. aziende sanitarie, enti locali, …) e di riuscire a portare a livello regionale le istanze locali. Particolare importanza riveste una maggiore apertura verso interlocutori politici, economici, sportivi, associativi: gli accordi regionali favoriscono infatti, a caduta, i contatti e le collaborazioni a livello locale. Sarebbe auspicabile comunque un incremento dei rapporti e dei momenti di condivisione con altri soggetti simili, favorendo anche un ritorno di informazione rispetto ai progetti dove si è impegnati e – in una prospettiva ottimistica – arrivare fino a costruire una sorta di forum virtuale con le altre associazioni del dono per confrontarsi su problematiche e trovare soluzioni comuni. 
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