Una formazione oncologica
trasversale e mirata
Vincenzo de Pangher Manzini
UO di Oncologia
ASS n. 2 “Isontina”
Premessa
•I pazienti
•Il personale
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I bisogni del paziente oncologico
F Manzin, G Fabbroni, P Silli, MG Todisco,
V de Pangher Manzini
Unità Operativa di Oncologia
Ospedali di Gorizia e di Monfalcone
ASS n. 2 “Isontina”
Lavoro condotto con un contributo della Lega Italiana per la Lotta contro i
Tumori, sezione provinciale di Gorizia, e con un contributo della
Fondazione della Cassa di Risparmio di Gorizia
I bisogni formativi
del personale
in Oncologia
V de Pangher Manzini, AL Frigo
ASS n. 2 “Isontina”
Isontina”, Unità
Unità Operativa di Oncologia
E Labor
“Quelli di Clo”
Clo”
2
Il gruppo di studio misto
•
•
•
•
Cinque pazienti
Un familiare
Un’infermiera professionale
Un medico oncologo
Temi
•La comunicazione della diagnosi
•L’informazione
•Il coinvolgimento della famiglia
•Il tempo diagnostico
•Il tempo terapeutico
•Il contatto con altri malati di cancro
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Il punto di vista
dei malati
Gruppo di studio
• Cinque malati
• Supervisione di una Psicologa e di
un’Infermiera dell’Oncologia
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Forte bisogno di una
“figura di riferimento”
per il malato e la famiglia
per tutto il decorso
della malattia
La Cartella d’Identità Clinica
• E’ stata compilata su di sé da 180 operatori
sanitari di vari reparti e servizi abituati ad
utilizzare la cartella clinica sui pazienti
• Due psicologhe erano a disposizione quale
supporto nella compilazione
• E’ stata offerta la possibilità di una
restituzione personale del lavoro
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Obiettivi
• Individuare i bisogni formativi percepiti
dagli operatori sanitari dell’Ospedale e del
Distretto di Monfalcone
• Promuovere una formazione trasversale
nell’ottica della continuità assistenziale e
dell’integrazione fra Ospedale e Territorio
Metodi
• Un questionario costruito
sulla falsariga di una
cartella in modo tale da
formare la Cartella
d’Identità Clinica (C.I.C.),
creata da “Quelli di Clo”,
Laboratorio inFormazione per la Persona
• L’analisi dei dati emersi è
stata presentata sotto
forma di un breve
racconto, una storia
fantastica pubblicata in un
piccolo libretto
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Risultati
180 questionari
• Bisogni relazionali
• Bisogni organizzativi
I bisogni relazionali
• Sensazione di inadeguatezza relazionale con il
paziente oncologico
• Timore di un coinvolgimento personale che
travalichi quello “normale” per la professione
• Bisogno di una specifica formazione psicooncologica rivolta in modo particolare alla
comunicazione
• Esigenza della presenza stabile di una psicologa
all’interno del gruppo, dedicata non solo al
paziente ed ai familiari ma anche al personale
stesso
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I bisogni organizzativi
• Necessità del potenziamento delle risorse
umane (e quindi desiderio di poter dedicare
più tempo al malato)
• Sensazione di una dirigenza lontana e poco
attenta alla realtà quotidiana
• Molto limitati i bisogni di carattere
strettamente tecnico
Conclusioni
• Forte desiderio di migliorare la relazione con il
paziente, perfezionando da un lato la qualità della
comunicazione (necessità di una formazione
specifica) ed aumentando dall’altro il tempo
dedicato al contatto con il malato (necessità di un
organico adeguato)
• Bisogno di misure o strumenti “protettivi” atti a
salvaguardare il personale dalle ricadute negative,
sia sulla sfera professionale che su quella privata,
di un rapporto difficile e coinvolgente,
caratterizzato dalla costante presenza della
sofferenza e della morte
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Giornata di formazione per
Medici di Medicina Generale
sulle cure palliative
Monfalcone, 30 novembre 2002
La continuità assistenziale
nel
malato neoplastico
Le tre sfere
Competenze
tecniche
Aspetti culturali
Organizzazione
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L’integrazione
• La condivisione di tutto il percorso
• La capacità di operare in collaborazione
• L’identificazione degli strumenti per
giungere alla miglior integrazione
Servizio Sanitario Nazionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Azienda per i Servizi Sanitari n°2 “Isontina”
CORSO DI FORMAZIONE
IN ONCOLOGIA
Accreditato ECM
non si può combattere il cancro se non si combatte con e per il paziente
David A. Karnofsky
Unità Operativa di Oncologia
Dirigente Responsabile:
dr. Vincenzo de Pangher Manzini
in collaborazione con
“Quelli di Clo”
Laboratorio in-Formazione per la Persona
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PROGRAMMA
1) "L’ACCOGLIENZA"
La relazione con il paziente oncologico
Relatore: Vincenzo Lombardi, pedagogista (Quelli di Clo)
Data: 14 e 15 novembre 2003
2) "LA COMUNICAZIONE"
Aspetti comunicativi in oncologia
Relatrici: Dr. sa Maria Antonietta Annunziata, psicologa
Dr. sa Maria Grazia Todisco, psicologa
Data: 15 dicembre 2003
3) “I PERICOLI"
Le competenze relazionali nel rapporto d’aiuto; il rischio del
burn-out
Relatrice: Dr.sa Graziella Cavanna, psicopedagogista
Data: gennaio 2004
4) "LA COLLABORAZIONE"
L’integrazione all’interno dell’ospedale e tra ospedale e
territorio
Relatore: Dr. Marco Maltoni, oncologo
Data: febbraio 2004
5) "LE VARIE VOCI; E’ LA STRADA GIUSTA?"
I bisogni del malato e del personale in Oncologia, e prima
sintesi critica del percorso formativo compiuto
Relatori: Dr. V. de Pangher Manzini, oncologo: il malato
Dr.sa Anna Luisa Frigo, oncologo: il personale
Enzo Labor, pedagogista: la formazione
Data: marzo 2004
6) "ACCANTO, E NON SOLO ALLA FINE”
Le cure palliative nel paziente oncologico
Convegno della durata di una giornata
Data: aprile 2004
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Obiettivi della formazione
• Condividere con tutti gli operatori sanitari
dell’Azienda che incontrano il paziente
oncologico un approccio rispettoso dei suoi
bisogni
• Garantire la continuità assistenziale
• Costituire un Gruppo Oncologico di Azienda
Un gruppo eterogeneo
•
•
•
•
•
•
Animatrici
Caposala
Fisioterapiste
Infermieri
Medici
Psicologhe
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Abbiamo iniziato
un nuovo
percorso formativo
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L’accoglienza
• I partecipanti si
presentano ed iniziano
a conoscersi
• La sera tornano a casa
- perplessi - e
riflettono - inquieti sulla giornata
• Immediata, si genera
un’auto-selezione
La comunicazione
• Forte contrasto tra chi
riteneva di esserne già
padrone e chi l’esperto - ne delinea
le tecniche e nello
stesso tempo si
confronta, di persona,
con le difficoltà della
loro applicazione
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I pericoli
• Le proprie sfere e le sfere
dell’altro (degli altri)
• Un intreccio complesso,
difficile da districare
• Un primo tentativo di
approfondimento
finalizzato al controllo dei
pericoli
• Inevitabile, il
coinvolgimento famigliare
e quindi le lunghe
chiacchierate casalinghe
La collaborazione
• Alcune esperienze, già
consolidate ed
operative, esistono e
funzionano bene
• Si basano su un
preciso modello
culturale ed
organizzativo
• Utile allacciare
rapporti
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Le varie voci; è la strada giusta ?
• L’analisi della
propria realtà
(pazienti ed
operatori)
• .. Il personale ..
• .. Il personale ..
• .. Il personale ..
• .. Il personale ..
Accanto, e non solo alla fine
• Per la prima volta una
rete delicata, fragile,
ricca di intrecci si è
intessuta fra i
componenti del corso
• Il primo abbozzo del
gruppo oncologico
• Ma … “i ma …” sono
tanti
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Conclusioni
Ad ogni giornata sono emerse la grande
disponibilità e la profonda motivazione di
un Personale ricco di risorse (purtroppo
quasi sempre non espresse), desideroso e
capace, se adeguatamente sostenuto, di
tendere al continuo miglioramento della
propria attività professionale
Il gruppo Oncologico
• Formazione oncologica permanente
• Organizzazione dell’assistenza, della
diagnosi, della terapia,
dell’integrazione
• Problemi etici (le scelte “difficili”)
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