ASSOCIAZIONE NAZIONALE degli URBANISTI e dei PIANIFICATORI TERRITORIALI e AMBIENTALI Venezia, 20/01/2014 Prot. n° 02/2014 Spett. SEGRETERIA SNA Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare [email protected] Oggetto: Consultazioni SNA Vista la nostra non condivisione sulla metodologia e struttura del documento, già manifestata in sede consultiva, non riteniamo utile intervenire su di esso, inviando pertanto alcune brevi considerazioni collaborative, vista la metodologia di consultazione concordata, al fine di fornire un promemoria rispetto al Ns intervento in sede di consultazioni, offrendo la Ns piena disponibilità ad un ulteriore apporto collaborativo, più fattivo e pregnante. Strategia Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici: consultazioni pubbliche ad hoc DOMANDE DOMANDA 1: La SNA Italiana ha come obiettivo principale quello di fornire una visione strategica su come rendere il nostro Paese più resiliente agli impatti dei cambiamenti climatici. La SNA è stata elaborata dalla comunità scientifica nazionale (circa 110 scienziati) e ha visto il coinvolgimento dei decisori politici fin dall’inizio tramite incontri di un Tavolo Istituzionale e un primo coinvolgimento degli stakeholder tramite la messa on line di un questionario nel ottobrenovembre 2012. La SNA, applicando un approccio settoriale e intersettoriale, fornisce raccomandazioni per costruire capacità adattiva in differenti settori e a differenti scale spaziali (nazionale, regionale, locale) e per ridurre i costi sociali. La SNA Italia non include una assegnazione di priorità a settori di azione e un’analisi dei fondi necessari per attivare le azioni di adattamento. Questo spetta ad un Piano Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici che deve anche presupporre un monitoraggio delle misure adottate e una valutazione della loro efficacia. • Quali dovrebbero essere i passi futuri dopo la finalizzazione della SNA? Non si ritiene sufficiente il Documento elaborato, in quanto non solo manca la formulazione di un framework logico, ma anche l’individuazione di uno scenario comune di riferimento e l’individuazione Associazione Nazionale degli Urbanisti e dei Pianificatori Territoriali e Ambientali via Mezzacapo 15, 30175 VENEZIA MARGHERA – tel 041.920.484 fax 041.930106 – e-mail [email protected] - http://www.urbanisti.it ASSOCIAZIONE NAZIONALE degli URBANISTI e dei PIANIFICATORI TERRITORIALI e AMBIENTALI di azioni (concrete, scarsamente individuabili nel testo proposto) modulate secondo priorità, efficacia e costi, in modo da attivare con ragione di causa un PNA. In particolare manca una valutazione dell’assetto normativo vigente in funzione del suo impatto rispetto ad una strategia di adattamento, oltre che una valutazione del suo stato di attuazione, in modo da poter valutare come molti degli aspetti evidenziati (si pensi al rischio idrogeologico) possano essere attualmente affrontati, o come sia necessaria una integrazione normativa, prima di attivare politiche sovrapponentesi ed eventualmente contraddittorie. Serve inoltre una maggiore integrazione tra strategia SNA e pianificazione territoriale ambientale ed urbanistica, in modo da razionalizzare un intervento, che innanzitutto deve essere politico, ovvero normativo, ovvero, ancora, gestional / amministrativo … si pensi, ad esempio, alla necessità di: • Costruzione di scenari climatico/idrologici in mutazione, comportante un relativo obbligo di valutazione in termini di pianificazione (urbanistica, gestionale, del rischio …) • Adeguamento legge urbanistica alle nuove funzioni, che non sono più (da tempo) quelle di controllo edilizio della trasformazione territoriale, con una ridefinizione, ad esempio, degli standard in funziona ambientale; • Ridefinizione dei contenuti VAS, oltre che delle relative metodologie, da ripensare in funzione delle strategie di cui in oggetto. Qui non si tratta di ridurre al minimo i rischi del climate change, ma di recuperare il tempo perduto nel campo della sicurezza idrogeologica e territoriale in genere. DOMANDA 2: L'adattamento ai cambiamenti climatici non è un problema solo per i governi. Il settore privato è considerato un elemento fondamentale del processo decisionale per l’adattamento. In un sistema globalizzato, vincoli di risorse naturali, interruzioni nella produzione o nella logistica, le crisi finanziarie ed economiche stanno spingendo il settore privato ad agire sull’adattamento, indipendentemente dagli impegni presi dal settore pubblico, in molti paesi. Il ruolo delle imprese non è solo quello di rendere la propria struttura resiliente ai cambiamenti climatici, ma ha anche il potenziale di fornire soluzioni innovative alla sfida dell'adattamento, incluso il monitoraggio dei rischi climatici, la pianificazione della risposta di adattamento, la gestione del rischio di catastrofi, i mezzi di finanziamento, e lo sviluppo di nuove tecnologie. Ad esempio è importante che la SNA italiana possa avviare una proficua collaborazione tra le istituzioni pubbliche ed il settore assicurativo riguardo alla problematica della riduzione/gestione del rischio di disastri. • Quali potrebbero essere le più immediate opportunità di partnership pubblico-privato nei vari settori individuati dalla SNA? • Quali incentivi potrebbero essere previsti per promuovere la partecipazione del settore privato nell’attuazione della SNA? Associazione Nazionale degli Urbanisti e dei Pianificatori Territoriali e Ambientali via Mezzacapo 15, 30175 VENEZIA MARGHERA – tel 041.920.484 fax 041.930106 – e-mail [email protected] - http://www.urbanisti.it ASSOCIAZIONE NAZIONALE degli URBANISTI e dei PIANIFICATORI TERRITORIALI e AMBIENTALI Le domande paiono essere fondamentalmente mal poste: appare ovvio che qualsiasi azione ipotizzata nella SNA ed assunta nel PNA ovviamente presenta delle positive ricadute in termini di sicurezza (e quindi di risparmio) agli operatori economici, così come ogni azione ipotizzata comporta una positiva ricaduta, in quanto attiva risorse economiche nei diversi settori (peraltro in modo “trasversale” e, quindi, con un maggiore moltiplicatore). All’interno di una strategia nazionale, invece, dovrebbe proprio essere previsto un check delle risorse attivabili, direttamente (attraverso una valorizzazione delle risorse e delle tecnologie attivabili e valorizzabili all’interno del Sistema Paese, in modo da orientare le scelte – con una azione trasparente – verso una crescita di tecnologie attente all’ambiente o comunque rivolte alla riduzione dell’impatto ambientale, estensivamente inteso) ed indirettamente (valutando l’indotto coinvolto), al fine di individuare un bilancio economico tra risorse investite e vantaggi creati. Questa forma di check strategicamente dovrebbe trasformarsi in una sistematica ricerca di partnership tecnico economiche, capace non solo di apportare risorse economiche ma anche di impostare nuove strategie: tale approccio permette una azione collaterale di “disseminazione”, capace sia di suddividere costi sia di diffondere opportunità. Non si condivide in toto l’azione di tipo assicurativo: oltre ad essere una delle pochissime azioni concrete formalizzate nel documento proposto, essa corre il rischio di semplicemente imputare costi creati dalla collettività al singolo soggetto, oltre ad affrontare solamente l’aspetto economico, non quello della sicurezza personale. Una tale azione potrebbe essere percepita come una resa di fatto della Pubblica Amministrazione, inane a fronte del problema, oltre che ad un occulto, proditorio aumento della pressione fiscale. Probabilmente altre sono le strategie da perseguire, quali, ad esempio, l’obbligo di dichiarazione del livello di rischio dell’edificio nelle transazioni, nei CDU, nei libretto d’uso e manutenzione: questo comporterebbe una maggiore trasparenza nel mercato e, quindi, una riduzione del rischio di immettere edifici a rischio nel mercato. DOMANDA 3: La misura di adattamento “non strutturale” di comunicazione, informazione e sensibilizzazione dei vari portatori di interesse rispetto ai cambiamenti climatici è considerata un elemento trasversale della SNA e specificamente menzionata in alcuni settori nei quali tale azione è particolarmente necessaria. • Quali sono le principali esigenze in termini di informazione ed educazione sui cambiamenti climatici e l’adattamento per i cittadini/le amministrazioni locali che potrebbero essere incluse nella SNA? Vista la natura “trasversale” della SNA, oltre alla sua importanza e strategicità, appare ovvio che la strategia di comunicazione non possa non essere che “pervasiva”, ovvero interessante ogni livello comunicativo (ed ogni occasione). In questo senso, presupponendo che ogni comunicazione non può prescindere dal comunicato (e viceversa), oltre al necessario rilievo che deve essere dato al sistema partecipazione/informazione, si consiglia una implementazione di ogni azione prevista dalla SNA con un intervento partecipativo/informativo/comunicativo, in modo da aumentare l’efficacia/efficienza della azione stessa. In particolare, si insiste sulla sensibilizzazione / informazione della tecnostruttura (sia pubblica che privata) sul tema dei cambiamenti climatici e sulla SNA, puntando sugli strumenti (sia normativi che Associazione Nazionale degli Urbanisti e dei Pianificatori Territoriali e Ambientali via Mezzacapo 15, 30175 VENEZIA MARGHERA – tel 041.920.484 fax 041.930106 – e-mail [email protected] - http://www.urbanisti.it ASSOCIAZIONE NAZIONALE degli URBANISTI e dei PIANIFICATORI TERRITORIALI e AMBIENTALI disciplinari) utilizzabili a tale scopo. Si tratta di una azione facilmente organizzabile, utilizzando le consolidate reti tra le autonomie locali e le organizzazioni professionali esistenti e già attive nel campo della formazione. DOMANDA 4: Nel corso del primo questionario on-line condotto tra ottobre e novembre 2012 è emersa la percezione che l’adattamento debba includere anche un cambiamento dei comportamenti degli individui, inteso principalmente come transizione verso un uso sostenibile delle risorse e abitudini più “amiche dell’ambiente”. Secondo alcuni rispondenti l’adattamento dovrebbe essere incluso in una strategia di crescita sostenibile. • Le trasformazioni sociali e il cambiamento dei comportamenti individuali quali modalità di adattamento, come dovrebbero essere promossi, e da chi? • Come si potrebbe favorire lo sviluppo sostenibile tramite la SNA? Si tratta di una ulteriore carenza del documento: si tratta, infatti, di una tematica centrale, poco sviluppata. La diffusione di una cultura “amica dell’ambiente” è componente fondamentale di una strategia adattiva, madre di tutti i comportamenti e dei processi trasformativi. Va quindi costituito un apposito piano di diffusione / comunicazione / sensibilizzazione, per sua natura pervasivo e transettoriale, individuando target, obiettivi, sistemi di comunicazione, contenuti da veicolare, soggetti preposti, monitoraggio degli effetti indotti. DOMANDA 5: Nel corso del primo questionario on-line condotto tra ottobre e novembre 2012 è emersa l’opinione che la SNA dovrebbe essere contenuta in una più ampia strategia nazionale su energia e clima (in cui mitigazione e adattamento abbiano un ruolo bilanciato). Questo permetterebbe di sfruttare al meglio le possibili sinergie ed evitare il cosiddetto “mal-adattamento”. Tuttavia bisogna considerare che questo risultato, che implica alle volte una sovrapposizione concettuale tra adattamento e mitigazione/efficienza energetica, è anche il frutto della poca attenzione che l’adattamento riceve a livello di piani regionali, provinciali o municipali e alla generalizzata carenza di informazione sul tema. • Quali sinergie potrebbero essere favorite fra azioni di mitigazione ed adattamento nei vari settori identificati nella SNA? La domanda, peraltro basata sulle risposte in precedenza ottenute dalle consultazioni, appare viziata da un difetto di posizionamento logico. La SNA non dovrebbe porsi a monte o a valle di una strategia energia/clima, ma bensì come strategia “trasversale”, pervasiva di tutte le politiche strategiche proposte. I cambiamenti climatici, interagendo con tutte le componenti ambientali, modificano il layout di riferimento di tutte le azioni antropiche, anche le più elementari, scatenando livelli di crisi tra di loro intersecantesi. Pertanto deve essere concepita come un “modus operandi” valutativo, un articolato framework di analisi / valutazione / azione. Associazione Nazionale degli Urbanisti e dei Pianificatori Territoriali e Ambientali via Mezzacapo 15, 30175 VENEZIA MARGHERA – tel 041.920.484 fax 041.930106 – e-mail [email protected] - http://www.urbanisti.it ASSOCIAZIONE NAZIONALE degli URBANISTI e dei PIANIFICATORI TERRITORIALI e AMBIENTALI L’identificazione di tale framework dovrebbe essere la prima preoccupazione della SNA, che invece prevede ancora una debole articolazione logica: si veda ad esempio la articolazione per settori di azione presente nel documento, che prevede una non omogenea articolazione per ambiti ecosistemici, economici, comportamentali etc., tra loro giustapposti e sovrapposti, senza dare ragione sia della complessità che dell’interazione. Appare necessario proprio un lavoro di costruzione di un quadro di riferimento concettuale delle interazioni tra le azioni che superi la mera “colletta” delle ricerche specialistiche compiute. DOMANDA 6: Nel corso del primo questionario on-line condotto tra ottobre e novembre 2012, la gestione del territorio e il dissesto idrogeologico appaiono tra le questioni che preoccupano maggiormente i rispondenti. • Quali sinergie si possono creare tra la SNA ed altri strumenti esistenti che favoriscano l’adattamento sul territorio nazionale mirato alla riduzione del rischio idrogeologico? Come si diceva, il Documento presenta evidenti lacune proprio sul fronte della analisi dello stato della pianificazione territoriale ed ambientale, sia dal punto di vista della normativa che della sua applicazione. Si ribadisce che non si tratta di una mancanza di lieve entità, in quanto si tratta di un momento strategico importante per: • Valutare, rispetto alla SNA, l’adeguatezza della normativa esistente ed il suo stato di applicazione; • Valutare il margine di manovra dato dalla normativa esistente per rispondere alle esigenze degli scenari individuati dalla SNA. • Individuare le implementazioni tecniche necessarie per la SNA ai diversi livelli normativi; • Eventualmente introdurre modifiche normative che permettano il perseguimento degli obiettivi della SNA e l’implementazione delle strategie / strumenti individuati. Rimanendo a disposizione per ogni necessità, cordiali saluti. Il presidente dott. urb. Alessandro Calzavara Per corrispondenza: Alessandro Calzavara via Mezzacapo 15 30175 Marghera (Venezia) e.mail: [email protected] Associazione Nazionale degli Urbanisti e dei Pianificatori Territoriali e Ambientali via Mezzacapo 15, 30175 VENEZIA MARGHERA – tel 041.920.484 fax 041.930106 – e-mail [email protected] - http://www.urbanisti.it