Diocesi Di como Visita Pastorale Vita diocesana ■ AMMALATI La visita alla Casa di Riposo “AmbrosettiParravicini” Diocesi Di como Visita Pastorale Ci sarebbe voluta un’intera visita pastorale solo per loro, gli ospiti della casa di riposo AmbrosettiParravicini di Morbegno. Tanta, infatti, era la voglia di parlare con il Vescovo da parte degli anziani utenti che, per l’occasione - insieme al personale medico, infermieristico/ assistenziale e di animazione - venerdì 25 febbraio al pomeriggio, hanno modificato abitudini e orari, per fare due chiacchiere con il loro pastore. Da principio mons. Coletti ha incontrato il consiglio di amministrazione e di seguito ha visitato entrambi i padiglioni della struttura, salendo a salutare chi non riesce a scendere al piano terra. Tante le primule colorate messe ad ornamento della casa, simbolo della primavera che il Vescovo ha contribuito a portare presso gli ospiti che, hanno potuto gustare la sua semplicità e la schiettezza. ■ GRAZIE “Il Settimanale” rigrazia quanti a Morbegno e in tutte le comunità della Bassa Valtellina - fino ad ora visitate - hanno dato il loro contributo per permetterci di raccontare le tappe di questo lungo cammino. Sabato, 5 marzo 2011 15 DUE IMMAGINI DELLA TRE GIORNI DEL VESCOVO A MORBEGNO. A SINISTRA LA CELEBRAZIONE DELLA CRESIMA in san giovanni E A DESTRA Il momento di preghiera con i bambini che ha preceduto la partenza del vescovo. Non poteva mancare nella tre giorni un momento di incontro e confronto con i giovani. Un’occasione in cui non sono mancati spunti di riflessione Giovani: “imparate ad alzare lo sguardo” “S e fossi un animale, quale saresti?”,“Hai sogni nel cassetto?”, “Una gioia e una paura dei diciotto anni...”. Poi qualche altra domanda leggera per rompere il ghiaccio e entrare in confidenza con il Vescovo. Perfino una danza di gruppo e una breve gara canora tra lui e i ragazzi, entrambi impegnati sulle note di due canzoni dal titolo identico, “Terra promessa”, ma di genere decisamente diverso (l’uno quello cantato dal Vescovo - un brano liturgico, l’altro - quello dei giovani un pezzo di Eros Ramazzotti). Così si è scandito l’appuntamento tra i ragazzi della nostra parrocchia e mons. Coletti in visita pastorale: e proprio attraverso il contatto informale e l’affabilità dei modi, il Vescovo Diego è riuscito a trattare con tono simpatico e piacevole molti temi impegnativi, interagendo con i giovani riuniti sabato sera nell’aula ipogea del complesso di S. Giuseppe. Nelle oltre due ore di incontro i ragazzi presenti, circa una sessantina, hanno Maturità potuto conoscere più da vicino la sua figura e la sua persona e ascoltare la sua parola, le sue impressioni, i suoi suggerimenti. Immediatamente chiara è stata la capacità del Vescovo di entrare in confidenza con i suoi interlocutori: discorsi a cuore aperto, qualche confidenza sulla sua giovinezza, qualche battuta di spirito, ma soprattutto una passione evidente per tutti coloro che gli sono affidati, i giovani in particolare. I temi affrontati durante l’incontro sono stati diversi: la fede vissuta dai ragazzi, le grandi occasioni e i rischi della vita d’oggi, il rapporto con chi non fa parte dell’ambiente parrocchiale e altro ancora. Soprattutto, il vescovo ha ripetutamente messo in guardia i nostri giovani dal rischio di banalizzare la loro esistenza, cedendo ad un mondo che li vuole solo consumatori compiaciuti e poco riflessivi: nella tentazione di volere che tutto giri attorno a sé, si sminuisce la vera libertà, la capacità di rapportarsi con gli altri, la gioia di prendere in mano la propria vita per darle una direzione con scelte pensate e coltivate nell’impegno. Mons. Coletti ha indicato un antidoto a questo: il ritorno alla parola. Cioè il ritorno all’ascolto dell’altro, lo sforzo di raccontare e comunicare a viva voce agli altri ciò che si vive. La parola, ascoltata, pronunciata e letta, stimola il pensiero critico contro il prevalere dell’emotività fatua ed evanescente, contro i sentimenti che durano solo un attimo ma che, nonostante questo, rischiano di diventare l’unico motore della vita. “Nessuno vi deve portare via uno dei beni più grandi che possediate: la possibilità di ragionare con la vostra testa!” ha detto con trasporto ai presenti. Questa parola che ha il potere di sottrarre l’uomo all’omologazione - ha proseguito il vescovo - è anche una via a Cristo, che è lui stesso Parola che salva la nostra vera libertà: ci proietta al di fuori delle mode e dei luoghi comuni e libera la nostra vita dal gioco dei nostri bisogni egoistici. Concludendo il suo lungo intervento, il Vescovo ha lasciato un messaggio finale ai suoi giovani ascoltatori, una sorta di sms in cui ha condensato i suoi consigli e le sue attenzioni di pastore: “La cosa più bella nella vita è essere disposti a morire per qualcuno diverso da noi. Solo sollevando lo sguardo dal nostro ombelico - ha detto con tono confidenziale - solo donando la vita per qualcun altro, riusciamo a darle davvero un senso. Questo è vero, ed è bello: questo è anche il segreto della vita più intima di Dio stesso”. Al cinema Iris di Morbegno una mattinata di confronto tra il Vescovo e i giovani di 5° superiore “Inseguite la vostra vocazione” V enerdì 25 febbraio i giovani delle quinte superiori del mandamento di Morbegno hanno accolto il Vescovo della diocesi di Como, monsignor Diego Coletti. L’incontro si è svolto in mattinata, presso il cinema Iris di Morbegno. La proposta è stata lanciata da alcune figure di riferimento all’interno della vita oratoriale locale e si è realizzata grazie alla collaborazione dei rappresentanti degli studenti. Hanno aderito all’iniziativa i licei artistico e scientifico Nervi, l’istituto professionale Romegialli e l’istituto tecnico Saraceno. A partire dal racconto della sua vocazione, fino al dibattito sulle questioni bio-etiche, il discorso del vescovo si è snodato tra gli interrogativi posti dagli stessi ragazzi, riguardanti sia l’ambito ecclesiale che quello personale. Le domande poste a Coletti sono il frutto di un lavoro di riflessione svolto in alcune quinte nel mese di febbraio. Il messaggio che il Vescovo ha voluto lasciare ai giovani è quello di non accontentarsi di una vita che è solo qui e adesso, ma di liberarsi dal ruolo di consumatori per il quale questa società ci programma, perché consumare non è vivere meglio; ricorda che, se non si fa precisa attenzione, la vita di ognuno viene pian piano rubata e non pienamente vissuta. Nessuno è un’isola e affinché la democrazia non si riduca ad una veste superficiale, ognuno deve tener ben presente la propria responsabilità verso gli altri, rifiutando l’egoismo e l’indifferenza. In questa ricerca della salvezza, la fede cristiana non assume la funzione di un libretto di istruzioni per l’uso: ognuno deve affrontare con serie- tà il dono della vita, scoprire la sua vocazione ed inseguirla senza paura di giocarsi il tutto per tutto perché la fede in Gesù è liberante per ogni uomo, rende la vita più aperta, più sbocciata. Nonostante la scarsità di tempo, la portata degli argomenti è stata notevole ed altrettanto esauriente la risposta e la disponibilità del Vescovo, il quale si è complimentato coi giovani per l’alta qualità delle domande. Ha concluso augurando ad ognuno di loro di essere e divenire uomini e donne liberi di pensare con la propria testa per impegnarsi a migliorare se stessi e il mondo. PAGINE A CURA DELLA COMUNITA’ DI MORBEGNO 1 Vita diocesana Diocesi Di como Visita Pastorale Sabato, 22 gennaio 2011 ■ AMMALATI La visita alla Casa di Riposo “AmbrosettiParravicini” Diocesi Di como Visita Pastorale Ci sarebbe voluta un’intera visita pastorale solo per loro, gli ospiti della casa di riposo AmbrosettiParravicini di Morbegno. Tanta, infatti, era la voglia di parlare con il Vescovo da parte degli anziani utenti che, per l’occasione - insieme al personale medico, infermieristico/ assistenziale e di animazione - venerdì 25 febbraio al pomeriggio, hanno modificato abitudini e orari, per fare due chiacchiere con il loro pastore. Da principio mons. Coletti ha incontrato con il consiglio di amministrazione e di seguito ha visitato entrambi i padiglioni della struttura, salendo a salutare chi non riesce a scendere al piano terra. Tante le primule colorate messe ad ornamento della casa, simbolo della primavera che il Vescovo ha contribuito a portare presso gli ospiti che, hanno potuto gustare la sua semplicità e la schiettezza. ■ GRAZIE “Il settimanale rigrazianti quanti a Morbegno e in tutta le comunità della Bassa Valtellina fino ad ora visitate hanno dato il loro contributo per permetteci di raccontare le tappe di questo lungo cammino. DUE IMMAGINI DELLA TRE GIORNI DEL VESCOVO A MORBEGNO. A SINISTRA LA CELEBRAZIONE DELLA CRESIMA E A DESTRA LA MESSA CELEBRATA CON I BAMBINI. Non poteva mancare nella tre giorni un momento di incontro e confronto con i giovani. Un’occasione in cui non sono mancati gli spunti di riflessione Giovani: “siate pronti ad alzare lo sguardo” “S e fossi un animale, quale saresti?”,“Hai sogni nel cassetto?”, “Una gioia e una paura dei diciotto anni...”. Poi qualche altra domanda leggera per rompere il ghiaccio e entrare in confidenza con il Vescovo. Perfino una danza di gruppo e una breve gara canora tra lui e i ragazzi, entrambi impegnati sulle note di due canzoni dal titolo identico, “Terra promessa”, ma di genere decisamente diverso (l’uno quello cantato dal Vescovo - un brano liturgico, l’altro - quello dei giovani un pezzo di Eros Ramazzotti). Così si è scandito l’appuntamento tra i ragazzi della nostra parrocchia e mons. Coletti in visita pastorale: e proprio attraverso il contatto informale e l’affabilità dei modi, il Vescovo Diego è riuscito a trattare con tono simpatico e piacevole molti temi impegnativi, interagendo con i giovani riuniti sabato sera nell’aula ipogea del complesso di S. Giuseppe. Nelle oltre due ore di incontro i ragazzi presenti, circa una sessantina, hanno Maturità potuto conoscere più da vicino la sua figura e la sua persona e ascoltare la sua parola, le sue impressioni, i suoi suggerimenti. Immediatamente chiara è stata la capacità del Vescovo di entrare in confidenza con i suoi interlocutori: discorsi a cuore aperto, qualche confidenza sulla sua giovinezza, qualche battuta di spirito, ma soprattutto una passione evidente per tutti coloro che gli sono affidati, i giovani in particolare. I temi affrontati durante l’incontro sono stati diversi: la fede vissuta dai ragazzi, le grandi occasioni e i rischi della vita d’oggi, il rapporto con chi non fa parte dell’ambiente parrocchiale e altro ancora. Soprattutto, il vescovo ha ripetutamente messo in guardia i nostri giovani dal rischio di banalizzare la loro esistenza, cedendo ad un mondo che li vuole solo consumatori compiaciuti e poco riflessivi: nella tentazione di volere che tutto giri attorno a sé, si sminuisce la vera libertà, la capacità di rapportarsi con gli altri, la gioia di prendere in mano la propria vita per darle una direzione con scelte pensate e coltivate nell’impegno. Mons. Coletti ha indicato un antidoto a questo: il ritorno alla parola. Cioè il ritorno all’ascolto dell’altro, lo sforzo di raccontare e comunicare a viva voce agli altri ciò che si vive. La parola, ascoltata, pronunciata e letta, stimola il pensiero critico contro il prevalere dell’emotività fatua ed evanescente, contro i sentimenti che durano solo un attimo ma che, nonostante questo, rischiano di diventare l’unico motore della vita. “Nessuno vi deve portare via uno dei beni più grandi che possediate: la possibilità di ragionare con la vostra testa!” ha detto con trasporto ai presenti. Questa parola che ha il potere di sottrarre l’uomo all’omologazione - ha proseguito il vescovo - è anche una via a Cristo, che è lui stesso Parola che salva la nostra vera libertà: ci proietta al di fuori delle mode e dei luoghi comuni e libera la nostra vita dal gioco dei nostri bisogni egoistici. Concludendo il suo lungo intervento, il Vescovo ha lasciato un messaggio finale ai suoi giovani ascoltatori, una sorta di sms in cui ha condensato i suoi consigli e le sue attenzioni di pastore: “La cosa più bella nella vita è essere disposti a morire per qualcuno diverso da noi. Solo sollevando lo sguardo dal nostro ombelico - ha detto con tono confidenziale - solo donando la vita per qualcun altro, riusciamo a darle davvero un senso. Questo è vero, ed è bello: questo è anche il segreto della vita più intima di Dio stesso”. Al cinema Iris di Morbegno una mattinata di confronto tra il Vescovo e i giovani di 5° superiore “Inseguite la vostra vocazione” V enerdì 25 febbraio i giovani delle quinte superiori del mandamento di Morbegno hanno accolto il Vescovo della diocesi di Como, monsignor Diego Coletti. L’incontro si è svolto in mattinata, presso il cinema Iris di Morbegno. La proposta è stata lanciata da alcune figure di riferimento all’interno della vita oratoriale locale e si è realizzata grazie alla collaborazione dei rappresentanti degli studenti. Hanno aderito all’iniziativa i licei artistico e scientifico Nervi, l’istituto professionale Romegialli e l’istituto tecnico Saraceno. A partire dal racconto della sua vocazione, fino al dibattito sulle questioni bio-etiche, il discorso del vescovo si è snodato tra gli interrogativi posti dagli stessi ragazzi, riguardanti sia l’ambito ecclesiale che quello personale. Le domande poste a Coletti sono il frutto di un lavoro di riflessione svolto in alcune quinte nel mese di febbraio. Il messaggio che il Vescovo ha voluto lasciare ai giovani è quello di non accontentarsi di una vita che è solo qui e adesso, ma di liberarsi dal ruolo di consumatori per il quale questa società ci programma, perché consumare non è vivere meglio; ricorda che, se non si fa precisa attenzione, la vita di ognuno viene pian piano rubata e non pienamente vissuta. Nessuno è un’isola e affinché la democrazia non si riduca ad una veste superficiale, ognuno deve tener ben presente la propria responsabilità verso gli altri, rifiutando l’egoismo e l’indifferenza. In questa ricerca della salvezza, la fede cristiana non assume la funzione di un libretto di istruzioni per l’uso: ognuno deve affrontare con serie- tà il dono della vita, scoprire la sua vocazione ed inseguirla senza paura di giocarsi il tutto per tutto perché la fede in Gesù è liberante per ogni uomo, rende la vita più aperta, più sbocciata. Nonostante la scarsità di tempo, la portata degli argomenti è stata notevole ed altrettanto esauriente la risposta e la disponibilità del Vescovo, il quale si è complimentato coi giovani per l’alta qualità delle domande. Ha concluso augurando ad ognuno di loro di essere e divenire uomini e donne liberi di pensare con la propria testa per impegnarsi a migliorare se stessi e il mondo. PAGINE A CURA DELLA COMUNITA’ DI MORBEGNO