CHIESA
VISIT
AP
ASTORALE
VISITAP
APASTORALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 20 MARZO 2010
Incontrando
in due
occasioni
alunni,
docenti
e genitori
il Vescovo
ha ricordato
l’importanza
della
formazione
non solo
accademica
ma anche
umana e
l’esigenza di
un’autentica
“alleanza
educativa”
N
ella mattinata di venerdì 12 marzo,
mons. Coletti ha visitato il Liceo scientifico Terragni di Olgiate Comasco, unica scuola
secondaria di secondo grado
presente nella zona pastorale
Prealpi con oltre novecento
alunni provenienti da diversi
paesi. Ad accoglierlo c’era la
preside, Erminia Colombo, e
i suoi più stretti collaboratori, insieme agli insegnanti di
religione cattolica ed i rappresentanti dei docenti. All’incontro erano presenti anche don
Stefano Cadenazzi, direttore
UN VESCOVO TRA I BANCHI
fotoservizio RR
dell’Ufficio per la Pastorale
della scuola, e mons. Lorenzo
Calori, parroco di Olgiate.
“Una mattinata - ha sottolineato la preside nel suo saluto –
in cui vedere il Liceo nella sua
quotidianità”. Passando lungo i corridoi dell’Istituto, il
vescovo Diego ha salutato personalmente qualche alunno
entrando in alcune aule per un
breve dialogo con i presenti.
Ai ragazzi il Vescovo ha parlato della sua esperienza di studente, ma anche ascoltato gli
alunni e la descrizione di quello che sarà il Liceo Terragni
con l’avvio del prossimo anno
scolastico, in cui sono previsti gli indirizzi Linguistico,
Scientifico e delle Scienze applicate. Rivolgendosi agli studenti il Vescovo ha evidenziato l’importanza di una forte motivazione allo studio, invitandoli a considerare la
scuola come una vera “ricchezza” che devono imparare a
“meritarsi”. Senza però, dimenticare che il mondo ha
bisogno di uomini e donne con
conoscenze scientifiche, ma
unite a una “passione per
l’umano”. Il Vescovo ha ricordato la sua lunga esperienza
di insegnante di filosofia, durata circa vent’anni, : una materia che insegna a pensare e
a ricercare il senso, cose di cui
oggi c’è parecchio bisogno.
“Perché lo studio - ha spiegato - non deve servire solo ad
“Insegnanti, dovete avere coraggio”
C
12
AL LICEO TERRAGNI DI OLGIATE COMASCO
ALL’ISTITUTO SANTA MARIA ASSUNTA DI VILLA GUARDA
«
P A G I N A
oraggio!” E’ questo il monito lanciato lo
scorso 12 marzo da mons. Diego Coletti
nel corso della sua visita all’Istituto
Santa Maria Assunta di Villa Guardia.
L’incontro era riservato ai docenti della
scuola, ma il Vescovo, con la sua affabilità, non ha
mancato di salutare anche gli alunni che, pieni di
entusiasmo e incuranti dell’etichetta, gli sono corsi incontro chiedendogli persino di firmare autografi. Nel suo discorso – non un monologo, al Vescovo premeva infatti che gli insegnanti esponessero
le loro problematiche – pur sottolineando a più riprese la bellezza dell’insegnamento, ha ribadito
quanto la missione dell’educazione sia difficile in
una società che sempre più crea un’umanità
robotica, dove raramente nel parlato
passa una comunicazione del pensiero.
Il Vescovo che a maggio cesserà il suo incarico di Presidente
della Commissione
Episcopale per l’educazione cattolica, ha
richiamato gli insegnati al loro fondamentale ruolo nella
formazione degli uomini e delle donne
del terzo millennio.
“Ricordo gli anni in
cui frequentavo la
scuola – ha detto il Vescovo – vi era una totale
mancanza di libertà di espressione, i docenti stavano attenti a non influenzare gli alunni, e questo
non sentirmi influenzato, anziché arricchirmi, mi
ha solo fatto sentire più povero”. Il Vescovo è partito da questo ricordo di gioventù per sottolineare il
potere-dovere della scuola, a maggior ragione di
quella cattolica, di trasmettere i valori racchiusi
in ogni singola disciplina di insegnamento, facendo emergere il sapere in tutta la sua straordinaria
ampiezza di orizzonti. Perché l’attuale società tende a creare persone che non pensano con la propria
testa, come computer che non producono pensiero
in maniera autonoma e creativa. “Oggi chi pensa
con la propria testa è avvertito dal sistema come
un pericolo; al contrario, se sei un buon consumatore, il sistema ti premia”. Ed è su questo aspetto
che l’educatore deve profondere il massimo impegno. Ma non solo. L’insegnante deve anche trasmettere l’idea della gratuità dell’amore, perché “se
questa viene a mancare, il giovane perde l’integrità dell’anima”. Infatti, nel momento in cui il giovane percepisce di non valere per se stesso, ma
solo in proporzione alla sua capacità di soddisfare le aspettative che nutrono in lui le persone che
gli vogliono bene,
allora rischia di
perdere quei valori a cui è ancorata
la propria dignità
e quindi se stesso.
L’insegnamento,
pertanto, non deve
risolversi in un
mero passaggio di
informazioni, ma
deve aspirare a costruire un reticolo
di relazioni improntate all’amore, scintilla che fa
divampare il fuoco
della conoscenza.
Cosa si richiede allora all’educatore? “Coerenza”,
invita mons. Coletti. Insegnanti e genitori devono
porsi questa domanda: “I nostri ragazzi quale pensano sia lo scopo per cui viviamo?”. Bisogna saper
comunicare ai giovani che lo scopo della vita non è
salvare sé stessi. Infatti, conclude il Vescovo con
l’ultima di una serie di citazioni, anche Gesù ha
disatteso l’esortazione della gente intorno alla
croce che gli diceva: “Salva te stesso”.
ILARIA COLLINA
accumulare dei dati ma deve
contribuire alla crescita della persona in tutti gli aspetti,
formandola per la vita.” Il dialogo con i ragazzi è stata l’occasione per spiegare nuovamente il motivo della sua visita: conoscere anche la realtà del Liceo per capire di più
la realtà diocesana che è stato mandato a servire. Un incontro che è avvenuto nel rispetto di una sana laicità. A
tal proposito, durante i colloqui nelle aule, è emersa la
necessità di doversi ben intendere su cosa significhi il termine “laicità”. Un concetto
discutibile qualora fosse il tentativo di destrutturare le identità, di azzerare le diversità,
al fine di essere tutti uguali.
Una sana laicità, infatti, non
chiede privilegi per alcuno ma
tende a favorire le identità
affinché la ricchezza di ciascuno possa giovare al bene di
tutti attraverso il dialogo e il
confronto. In Italia, in considerazione della rilevante presenza della Chiesa cattolica, il
sospetto è quello dell’invadenza e della prevaricazione. Ma
la scuola statale laica è chiamata a mettere a disposizione di tutti tutto quanto fa parte dell’identità del Paese dal
punto di vista culturale, e
quindi anche la presenza della cultura e della religione cristiana cattolica.
L’incontro con gli alunni del
Terragni ha visto affiorare
anche
alcune
delicate
tematiche di attualità. Il Vescovo ha ricordato che il cristiano, che vive della sua fede
in Cristo Gesù, ha anche delle ragioni da presentare, a
sostegno di un dialogo e in vista di un confronto che abbiano come fine il bene comune.
Tante sono state le domande
dei ragazzi: dal crocifisso in
classe al testamento biologico, e quindi eutanasia e abor-
to, ma anche qualche accenno a tematiche riguardanti il
matrimonio, la morale sessuale, la libertà, il lavoro, le
relazioni con gli altri. Argomenti che avrebbero richiesto
un adeguato tempo di presentazione e quindi di confronto.
Mons. Coletti ha richiamato
quanto importante siano la
lettura, “cibo della mente”, e
lo studio, per imparare a pensare e a parlare. Li ha poi invitati a riflettere sul senso
della vita; a chiedersi, in ultima analisi, qual è lo scopo
dell’esistenza. In quanto nella risposta a queste domande
sta la differenza. Dopo l’incontro con alcune classi, vi è stato l’incontro con il Consiglio
d’Istituto in aula magna: i rappresentanti dei docenti, dei
genitori e degli alunni. Il Vescovo ringraziando per l’accoglienza ha voluto evidenziare
la stima della Comunità cristiana verso una scuola che
vive la sua responsabilità
educativa e formativa nei confronti delle nuove generazioni.
Il Vescovo di Como ricordava quindi ai presenti
come sia assolutamente necessaria “un’alleanza educativa”. La famiglia, la scuola,
la comunità civile prese singolarmente, non vanno molto lontane nell’onorare l’intelligenza e il cuore dei ragazzi;
c’è bisogno di “lavorare in
rete”. Il saluto e l’intervento
del rappresentante dei genitori in Consiglio di Istituto hanno sottolineato la buona
sinergia che vi è al Liceo
Terragni tra genitori e docenti: una disponibilità a costruire insieme in vista del futuro
dei figli, contribuendo ciascuno per la sua parte, nella consapevolezza che è assai importante che i ragazzi sentano la
vicinanza e l’interesse dei genitori. Un applauso ha concluso l’incontro ed accompagnato lo scambio dei regali, tra i
quali una copia del calendario
realizzato dagli alunni delle
classi prime con le foto del
trekking di inizio anno ed
un’offerta da parte dei docenti e del personale della scuola
per il Fondo di solidarietà della Diocesi di Como. Come ha
ricordato agli studenti questo
cammino di crescita, culturale e umano, che stanno compiendo al Liceo, dovrà diventare per loro fecondità di vita.
Si tratta di esperienze che saranno tenuti a mettere a disposizione di coloro che incontreranno perché anche attraverso la scuola si costruisce il
futuro del nostro Paese.
DON OMAR CORVI
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