Gli archivi d’impresa Università degli Studi di Cagliari - Facoltà di Studi Umanistici Laurea in Beni culturali e Spettacolo Laurea in Lettere Corso di Archivistica e Biblioteconomia (mod. A) a.a. 2015-2016 Dott.ssa Eleonora Todde Distinzione tra: ARCHIVI ECONOMICI prodotti da soggetti giuridici, di natura pubblica o privata, che agiscono istituzionalmente nel mondo economico non solo per finalità produttive, ma anche di sostegno e di controllo alle attività produttive vere e proprie ARCHIVI D’IMPRESA prodotti dai soggetti giuridici definiti impresa o da imprenditori (solitamente sono di natura privata) Definizione del soggetto produttore di archivi d’impresa imprenditore impresa azienda Definizione di azienda Codice civile Art. 2555: l’azienda è il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa si tratta di beni materiali Definizione di imprenditore Codice civile Art. 2082: è imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi Art. 2083: sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia Art. 2093: sono imprenditori anche gli enti pubblici che operano secondo criteri di economicità Definizione di impresa Indica l’attività organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni o servizi. L’organizzazione dei fattori produttivi (capitale, persone, impianti, etc.) è la loro combinazione finalizzata al conseguimento di un obiettivo, secondo uno schema preciso di rapporti e di interrelazioni tra i fattori stessi Quando si inizia a parlare di archivi d’impresa in Italia? 1954 la pubblicazione “Gli Archivi di Stato al 1952” edito dall’Ufficio centrale degli Archivi di Stato Esigenza di estendere il concetto di archivio privato (oltre gli archivi nobiliari e domestici) a quel materiale documentario delle imprese economiche Si auspicava anche la protezione della documentazione sottoposta a costante distruzione art. 2220 Codice civile: le scritture mercantili e imprenditoriali, specie contabili, possono essere scartate dopo 10 anni Questo limite viene a cadere in caso di notifica di notevole interesse storico da parte della Sovrintendenza archivistica competente per territorio Anni Cinquanta e Sessanta Pubblicazioni: Aziende di credito (1956) Istituto bancario San Paolo di Torino (1963) Inventari dell’Accademia economico-agraria dei georgofili e dell’Archivio Storico del Banco di Napoli (1972) 1972 versamento di una parte dell’Archivio Storico della Terni presso il locale Archivio di Stato menomato da scarti indiscriminati 6 ottobre 1972 tavola rotonda sugli archivi delle imprese industriali Relazione introduttiva di Franco Bonelli, professore di storia economica dell’Università degli Studi di Siena Pone l’attenzione sullo stato di abbandono del materiale documentario e sul disinteresse dell’amministrazione archivistica italiana Critiche mosse all’amministrazione archivistica italiana: impreparazione culturale e professionale degli archivisti degli Archivi di Stato ad affrontare la documentazione di un archivio d’impresa Le Scuole di Archivistica, Paleografia e Diplomatica degli Archivi di Stato (regolamento del 1911) sono sbilanciate verso la documentazione antica (medioevale e moderna) Mancanza di preparazione verso la documentazione più contemporanea mancanza di opportunità formative in grado di colmare queste lacune mancanza di capacità autonoma di programmare la realizzazione di inventari e altri mezzi di corredo disinteresse degli archivisti verso gli archivi d’impresa a fronte degli impulsi dati dalla storiografia economica Risposta del Direttore generale degli Archivi di Stato, Giulio Russo: • Problemi dell’organizzazione amministrativa del settore archivistico carenza numerica del personale e ristrettezze economiche (mancanza di fondi da mettere a disposizione) • richiesta di collaborazione e appoggio da parte del Ministero dell’industria e commercio Richiesta di sollecitazione, attraverso delle circolari, agli operatori economici a provvedere all’ordinamento dei propri archivi Si propone la richiesta di collaborazione delle sovrintendenze e l’eventuale deposito del materiale presso l’Archivio di Stato competente per territorio Propone l’istituzione di un archivio regionale dell’industria, del commercio e dell’agricoltura Sempre sotto la diretta supervisione delle varie sovrintendenze L’unica possibilità è il deposito volontario o coatto presso gli Archivi di Stato 1. mancanza di spazio necessario per accogliere il materiale 2. mancanza di preparazione specialistica Regolamento delle Scuole di Archivistica, Paleografia e Diplomatica prevede che i programmi siano affidati alle scelte dei direttori e nessun aggiornamento normativo ha spinto per l’introduzione dell’archivistica d’impresa Claudio Pavone Capo dell’Ufficio studi e pubblicazioni della direzione generale degli Archivi di Stato Limite della tavola rotonda del 1972: preponderanza degli storici economici sugli archivisti professionisti e gli imprenditori Invito alla collaborazione tra queste figure quando ci si trova ad operare su un archivio d’impresa Relazione di Stuart J. Woolf, professore di storia in Inghilterra illustra l’esperienza inglese e l’attività del Business Archives Council nella conservazione degli archivi d’impresa Associazione privata di studiosi e dirigenti d’impresa Conservazione riceve regolarmente notizie sulle imprese in liquidazione che possono essere a rischio e possono essere di interesse storico dal Board of Trade Ricerca attraverso censimenti (per settore e per regione) Ordinamento degli archivi delle imprese promozione della conservazione e della salvaguardia attraverso la creazione di Associazioni private, Centri di Studi e Fondazioni realizzazione di censimenti (anche settoriali) formazione di figure con specifiche competenze professionali realizzazione di corsi sensibilizzazione verso il settore degli archivi di impresa (non solo statale) incremento dell’interesse reazioni alla tavola rotonda: a partire dagli anni Ottanta creazioni di associazioni di settore e di Centri di studi che si occupano di archivistica d’impresa Vengono effettuati i primi censimenti (anche parziali e in ambiti circoscritti) ricognizioni del patrimonio archivistico sono demandati per legge alle Sovrintendenze archivistiche ma sono stati coinvolti, in qualità di promotori/coordinatori/rilevatori, anche altri soggetti: 1. Province 2. Comuni 3. Università 4. Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI) 5. Associazioni culturali 1982 1. Convegno “Beni culturali, ricerca storica e impresa” promosso dall’Ansaldo 2. Seminario “Salvaguardia e valorizzazione degli archivi d’impresa” promosso dall’Azienda municipalizzata dei trasporti di Genova 3. Pubblicazione della guida Archivi di imprese industriali in Toscana curata dalla Sovrintendenza archivistica per la Toscana 1984 Numero monografico della Rassegna degli Archivi di Stato (n. XLIV) che raccoglie alcune relazioni presentate ai convegni del 1982 e alla presentazione della guida toscana Introduzione a cura di Paola Carucci Articolato in tre sezioni: 1. Gli archivi di impresa in Italia e all’estero 2. Discussioni e proposte pareri e considerazioni provenienti da ambienti esterni all’amministrazione degli Archivi di Stato 3. Iniziative ed esperienze esempi di attività promosse dalle imprese, dagli archivisti e dagli storici Argomenti fondamentali affrontati: problema normativo censimento e gestione degli archivi formazione del personale automazione utilizzazione di fonti non tradizionali nella storiografia delle imprese Osservazioni sulla normativa degli archivi d’impresa 1. richiesta di una dichiarazione esplicita della natura di bene culturale per gli archivi di impresa 2. contestazione delle norme del codice civile sull’obbligo decennale della conservazione delle scritture contabili 3. necessità di introdurre nuove norme che favoriscano la conservazione degli archivi dichiarazione di notevole interesse storico è sufficiente anche l’accertamento indiretto dell’esistenza dell’archivio poiché il privato è obbligato per legge a dichiarare l’esistenza di un archivio qualora sia in possesso di documentazione anteriore agli ultimi 70 anni data la natura dell’archivio privato l’imposizione di vincoli potrebbe indurre una maggiore tendenza alla distruzione occulta o accidentale delle carte contestazione delle norme del Codice civile che rendono obbligatoria la conservazione delle scritture contabili per 10 anni (art. 2220) in assenza di tale norma potrebbero essere distrutte dopo solamente 1 o 2 anni soprattutto se la loro conservazione comporta delle spese che l’azienda reputa non necessarie, superflue per la produzione nuove norme sulla conservazione degli archivi d’impresa propone la modifica delle legge che riduca da 70 anni a 40 anni il limite cronologico che fa scattare l’obbligo dei privati all’atto di notifica dell’archivio in loro possesso d.p.r. n. 1409 del 1963 ripartisce le fonti in archivi prodotti dallo Stato, archivi degli enti pubblici e archivi privati sancisce anche la diversa incidenza dello Stato la formulazione astratta della normativa lascia ampi margini di intervento all’amministrazione archivistica statale in campo di archivi privati TIPOLOGIE DOCUMENTARIE PRESENTI ALL’INTERNO DI UN ARCHIVIO DI IMPRESA citate nella normativa unitaria: Codice di commercio del Regno d’Italia promulgato il 25 giugno 1865 articoli 16-27 Codice di commercio R.D. 31 ottobre 1882 n. 1062 articoli 21-28 Codice civile del 1942 articoli 2214-2219 (modificati nel 1991 e nel 1994) tipologie documentarie citate nel Codice di commercio del 1865 (deriva dal Codice di commercio napoleonico) 1. 2. 3. 4. libro giornale carteggio commerciale (lettere) copialettere libro degli inventari includeva anche il bilancio con il conto dei profitti e delle perdite 5. libro mastro citato nella normativa asburgica 1. LIBRO GIORNALE un registro in cui vengono annotate le entrate (le vendite) e le uscite (spese, acquisti) in ordine rigorosamente cronologico senza suddivisioni di merci o di acquirenti/venditori a partire dal Codice di commercio napoleonico sono obbligatorie la numerazione delle pagine e la preventiva sottoscrizione e vidimazione da parte dell’autorità (tribunali di commercio) di ciascun foglio oltre alla vidimazione di chiusura dopo l’introduzione dell’informatica è stato soppiantato dal volume (stampa dati da pc) e dalla banca dati il Codice civile introduce anche l’obbligo della bollatura LIBRO MASTRO le registrazioni sono disposte in ordine cronologico all’interno delle singole partite ma sono suddivise per intestatari di partita assume la forma di un registro o di un volume necessita di cartulazione e di indicizzazione dei nomi 2. CARTEGGIO COMMERCIALE (LETTERE) La legge non prescrive l’uso del registro di protocollo e del titolario di classificazione per gli archivi delle imprese Sarebbe utile la loro adozione non per la valenza giuridica-probatoria ma per una migliore organizzazione dell’azienda Carteggio COMUNE SPECIALIZZATO quasi sempre allegato: fatture, assegni, lettere di cambio, cambiali, polizze di carico, estratti conto Tipologie documentarie di origine tardo-medievale LETTERE IN ARRIVO registro in cui in cui si ricopiava un sunto delle lettere contenenti delle commesse permetteva il controllo dell’esatta sequenza degli adempimenti 3. REGISTRI COPIALETTERA Registri delle copie/minute delle lettere in partenza in uso a partire dal XV secolo VELINARIO Volume di copie realizzate con metodi meccanici (carta carbone, fotocopie, stampe da pc) DIFFERENZA COPIE E MINUTE COPIE copie integrali o riassuntive di lettere già formalmente compiute e perfezionate MINUTE redazioni preparatorie del documento finale termine utilizzato per distinguere la copia trattenuta dal mittente dall’esemplare spedito (ORIGINALE) 4. INVENTARIO l’elenco dei beni ad una certa data è uno strumento di lavoro antico e diffuso in diversi ambiti sia pubblici, sia privati e anche in ambito ecclesiastico ESTRATTO-CONTO si ricava dal libro mastro BILANCIO si ricava dal libro mastro è una scrittura riassuntiva e sintetica in grado di fornire la consistenza patrimoniale e la capacità reddituale di una impresa in un preciso momento SCRITTURE OBBLIGATORIE PER LA TUTELA DEI LAVORATORI introdotte tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo libro matricola libro paga libretti di lavoro registro infortuni LIBRO MATRICOLA reso obbligatorio dal R.D. 13 marzo 1904 n. 141 “Regolamento per l’esecuzione della legge 31 gennaio 1904 n. 51 per gli infortuni degli operai sul lavoro” il R.D. 25 gennaio 1937 n. 200 ne conferma l’obbligatorietà e ne ribadisce le caratteristiche formali registra in ordine cronologico i dipendenti assunti dati obbligatori da inserire: - numero d’ordine di iscrizione - cognome e nome - paternità - data e luogo di nascita - data di entrata in servizio - data di licenziamento - categoria professionale - abituale occupazione - misura del salario giornaliero deve essere legato e cartulato deve avere il timbro dell’istituto assicuratore in ogni pagina nell’ultima pagina deve essere registrato il numero totale dei fogli, la data e la firma (per evitare contraffazioni) LIBRO PAGA stessa normativa introduttiva del libro matricola per ogni operaio viene indicato: - cognome e nome - numero di matricola - numero delle ore lavorate in ciascun giorno - retribuzione la registrazione delle ore lavorate si effettua quotidianamente la registrazione relativa alla retribuzione può essere svolta entro tre giorni LIBRETTO DI LAVORO registro personale di piccolo formato veniva rilasciato dal Comune di residenza e depositato presso il datore di lavoro per tutta la durata del rapporto lavorativo alla cessazione del servizio veniva restituito al dipendente viene introdotto da Napoleone il 01 dicembre del 1803 doveva contenere le generalità del lavoratore, la sua professione e il nome del datore di lavoro viene abolito con la legge del 2 luglio 1890 in Italia diverse normative citano documenti affini (libretto personale di paga, tessera di assicurazione per l’invalidità e la vecchiaia, libretto di lavoro per le donne assicurate per la maternità) la legge 10 gennaio 1935 n. 112 impone il libretto di lavoro obbligatorio per tutti i prestatori d’opera e stabilisce l’abolizione di ogni altra forma di libretto di lavoro Informazioni contenute nel libretto di lavoro: - generalità del lavoratore - grado di istruzione - idoneità fisica al lavoro - nome del datore di lavoro - infortuni sul lavoro e durata dell’assenza - malattie e durata dell’assenza - numero della tessera di invalidità e vecchiaia divieto di inserire valutazioni sulla condotta e obbligo di riconsegna al lavoratore alla cessazione del servizio REGISTRI DEGLI INFORTUNI legge 17 marzo 1898 n. 80 sull’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro non parla di tipologie documentarie per la tutela dei lavoratori, ma elenca gli elementi necessari alla compilazione della denuncia La normativa nasce per il settore minerario e poi si estende agli altri settori la legge 18 giugno 1899 n. 230, 231 e 232 sulla prevenzione degli infortuni nelle miniere e nelle aziende che trattano materie esplodenti vengono sempre enunciate le modalità di denuncia e mai per la tenuta del registro che invece si ritrova in molti archivi a partire dagli anni Venti il registro degli infortuni diventa obbligatorio con il D.P.R. 27 aprile 1955 n. 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” e la sua forma è stabilita dal D.M. 12 settembre 1958 le pagine devono essere numerate e il registro vidimato prima di essere utilizzato Sono riportati i seguenti dati: data, matricola, cognome e nome, paternità, età, luogo di nascita, luogo di cura, causa e circostanza dell'infortunio, qualità della lesione, durata prognosticata dell'incapacità, certificato di continuazione di cura (data e prolungazione giorni), certificato definitivo (data e esito), osservazioni. DOCUMENTAZIONE SANITARIA: • scadenziari degli infortuni • diario dell’infermeria • registro denunce malattie professionali • denunce degli infortuni e delle malattie professionali • libretti sanitari SCADENZIARIO DEGLI INFORTUNI: è esclusivamente riservato agli usi dei Sanitari incaricati del Servizio infortunistico ed è tenuto presso le infermerie degli stabilimenti ha lo scopo di documentare e di seguire lo svolgimento e il decorso dell’infortunio dal momento del sinistro fino alla guarigione, facilitando al medico il controllo delle prescrizioni da lui impartite all’infortunato e l’espletamento regolare dei certificati prescritti per legge. DIARIO DELL’INFERMERIA: sono registrati: - numero progressivo - giorno e ora - nome e cognome - paternità - matricola - qualifica - reparto - causale - diagnosi - cura REGISTRO DELLE MALATTIE PROFESSIONALI Sono registrati il numero d'ordine, matricola, nome e cognome, mansione e reparti, anzianità lavorativa, data visita, data 1° certif. medico, diagnosi, reperto radiologico, rilievi clinici e osservazioni. LIBRETTI SANITARI Sono registrati: matricola, reparti di lavoro e relative date, generalità, prima visita con data, anamnesi personale, esame obiettivo generale, esame obbiettivo sistematico, esami di laboratorio, diario visite successive, diario malattie ed infortuni.