danza Vi aspettiamo al “DOPO TEATRO”! sab 27 aprile 2013 ll bar del foyer è aperto anche dopo lo spettacolo per un drink accompagnato da piccoli e appetitosi spuntini. Buona degustazione! Progetto Supporter Giovanna Trinca “Cameo” coreografia e danza Giovanna Trinca musica Franz Schubert scultura Carlo Schiavon Sulle note di un Lieder di Franz Schubert una donna in abito rosso crea una partitura di gesti intimi e delicati, di movimenti intensi e veloci, con giochi di braccia in slanci di energia tagliente. Cameo è un ritratto dove il corpo si lascia plasmare e si abbandona a ogni forma nascente ed esprime, nell’essenza della danza, una personale visione di bellezza in uno scambio continuo con tutto ciò che sulla scena è presente: il corpo, il tempo, lo spazio e la musica. Una scultura fa da sfondo e contrappunto al continuo divenire della coreografia. L’Incontro con la Danza è curato da Valeria Crippa, giornalista e critico di danza e teatro musicale per il “Corriere della Sera” e per “Io Donna” GRUPO CORPO BRAZIL PROGRAMMA SEM MIM (creazione 2011) coreografia Rodrigo Pederneiras musica composta da Carlos Núñez e José Miguel Wisnik (da canzoni di MARTÍN CODAX) scene e costumi Paulo Pederneiras costumi Freusa Zechmeister PARABELO (creazione 1997) coreografia Rodrigo Pederneiras musica Tom Zé and José Miguel Wisnik scene Fernando Velloso and Paulo Pederneiras costumi Freusa Zechmeister luci Paulo Pederneiras GRUPO CORPO direttore artistico Paulo Pederneiras coreografo Rodrigo Pederneiras répétiteur Carmen Purri direttore tecnico Pedro Pederneiras la compagnia Alberto Venceslau, Andressa Corso, Carol Rasslan, Carolina Amares, Cassilene Abranches, Danielle Ramalho, Dayanne Amaral, Edson Hayzer, Elias Bouza, Filipe Bruschi, Gabriela Junqueira, Grey Araújo, Helbert Pimenta, Janaina Castro, Malu Figueirôa, Mariana do Rosário, Williene Sampaio, Rafael Bittar, Rafaela Fernandes, Silvia Gaspar, Uátila Coutinho, Victor Vargas, Yasmin Almeida assistenti al coreografo Ana Paula Cançado, Carmen Purri, Miriam Pederneiras maître de ballet Bettina Bellomo pianista Anna Maria Ferreira coordinatore tecnico Gabriel Pederneiras équipe tecnica André Pederneiras, Átilla Gomes, Eustáquio Bento, Stefan Bottcher sartoria Alexandre Vasconcelos, Maria Luiza Magalhães amministratore Marcelo Cláudio Teixeira direttore amministrativo Kênia Marques assistente del direttore amministrativo Marcel Gordon Firing segreteria Flávia Labbate documentazione Cândida Braz comunicazione Cristina Castilho social media Ana Paula Oliveira coordinatore alla programmazione Cláudia Ribeiro produzione Patrícia Galvão assistente alla produzione Michelle Deslandes partner Grupo Corpo La compagnia contemporanea brasiliana Grupo Corpo, fondata da Paulo Pederneiras a Belo Horizonte nel 1975 ha debuttato ufficialmente l’anno successivo con il suo primo lavoro Maria Maria, su musiche originali di Milton Nascimento, un libretto di Fernando Brandt e la coreografia di Oscar Araiz: un successo immediato che sarebbe andato in scena nei sei anni successivi e in oltre quattordici paesi. Sebbene questo primo lavoro sia stato un immediato successo di pubblico e critica, però l’identità artistica del gruppo e il suo riconoscimento artistico sono stati frutto di un lungo e faticoso cammino, di fatto iniziato nel 1978. Nel primo periodo dell’esistenza di Grupo Corpo l’influenza di Araiz è stata evidente a vari livelli. Ad ogni modo la vera personalità e natura della formazione è stata plasmata da Paulo Pederneiras, responsabile delle scene, costumi e luci degli spettacoli del gruppo e dal danzatore Rodrigo Pederneiras, che ha lasciato il palcoscenico nel 1981 per dedicarsi completamente alla coreografia. Il secondo grande successo mondiale della compagnia, Preludios, sui 24 Preludi di Chopin, è del 1985 e segna un nuovo passo nella storia di Grupo Corpo. Iniziando a lavorare su musiche “colte” la formazione inizia infatti a combinare la tecnica classica con la rilettura contemporanea di forme di danza tipiche del suo paese: tale scelta diventerà il suo tratto caratteristico. Dalla metà degli anni ’90 Grupo Corpo ha intensificato le sue presenze internazionali. Ad oggi, si esibisce con oltre 80 rappresentazioni dall’Islanda alla Corea del Sud, dagli Stati Uniti al Libano, Canada, Italia, Olanda, Israele, Francia, Giappone e Messico. Parabelo L’ispirazione al Brasile, e la colonna sonora contemporanea commissionata a Tom Zé e José Miguel Wisnik hanno portato il coreografo a definire Parabelo la sua creazione “più brasiliana”. Prendendo spunto dai canti di lavoro e di preghiera, dalla memoria dei ritmici baião e dagli esuberanti e sempre attuali intricati punti e contrappunti ritmici, emerge una coreografia caratterizzata da anche ondeggianti e battiti di piedi. È un affascinante dichiarazione di maturità e d’insegnamenti espressivi, che Pederneiras ha sviluppato attraverso anni di lavoro partendo da Missa do Orfanato e Sete ou Oito Peças para um Ballet. L’estetica delle offerte votive, che provengono dalle chiese di provincia, ispirano Fernando Velloso e Paulo Pederneiras alla creazione di pannelli di dimensioni imponenti in grado di supportare la messinscena della coreografia. Grazie all’intensità dei colori velati dal tulle nero e svelati solo nel piccolo ed essenziale spazio delle scarpette dei danzatori, la costumista Freuse Zechmeister crea un gioco di luci e ombre che “veste” i danzatori nella prima parte del brano. Solo nell’esplosivo finale, le calzamaglie sono liberate dal velo, mettendo così in evidenza i loro colori caldi e gioiosi. Sem Mim Il mare (di Vigo, in Portogallo) che porta via e fa tornare l’amato dà vita e movimento a Sem Mim (Senza di me). Il balletto è fortemente ispirato dalla musica originale composta da Carlos Nunez di Vigo e dal brasiliano José Miguel Wisnik, che si basa su alcuni testi di antiche canzoni galiziane e portoghesi riunite nel ciclo dei “Canti del mare di Vigo” di Martin Codax. In queste sette canzoni, del XIII secolo, il poeta esprime sempre la voce della donna innamorata che piange l’assenza o celebra l’imminente ritorno del suo amato. Ansiosa di riunirsi a lui, si affida al mare, visto come madre e amica, tanto che per placare il proprio desiderio, va a bagnarsi nelle sue onde. Le parole del canto medievale hanno suggerito a Rodrigo Pederneiras una coreografia che passa dalla calma alla furia e che seguendo l’andamento dei flussi del mare suggerisce la distanza e la tensione tra maschile e femminile, con un gioco di sinuosi e scattosi movimenti del busto. Dalla combinazione di forme geometriche e organiche Paulo Pederneiras costruisce un set metamorfico che si trasforma durante il balletto per rappresentare diversi paesaggi ed elementi: il mare, le montagne, nuvole, barche, l’aurora. Freusa Zechmeister applica sui costumi color carne delle iscrizioni ispirate al Medio Evo, trasformando i corpi dei danzatori in mezzi che enucleano la simbologia di un’epoca e crea l’illusione di una scena popolata di uomini e donne al naturale, la cui nudità è coperta solo da uno dei segni più arcaici della cultura marittima, il tatuaggio.