ROTARY CLUB CITTADELLA 31 gennaio 2011 numero 18 IMPEGNAMOCI NELLE COMUNITÀ UNIAMO I CONTINENTI DISTRETTO 2060 ITALIA ANNATA ROTARIANA 2010-2011 PRESIDENTE STELVIO ROCCO IL BOLLETTINO Conviviale del 17 Gennaio: In Egitto con Belzoni Serata su G.B. Belzoni…The Great Belzoni come lo chiamavano gli inglesi che gli erano tanto affezionati. Un omaggio ad un padovano la cui vita è stata degna di un romanzo d’avventura, o di un film d’azione tipo Indiana Jones. La carovana di ciclisti e di accompagnatori scortati da soldati egiziani in armi, per il rischio terrorismo di quella terra, si è snodata, a novembre del 2009, per venti giorni a toccare, rivivere e documentare l’avventura umana e archeologica di un uomo nato a Padova, il 5 novembre 1778 e destinato a diventare il padre dell’egittologia. Di questo ha parlato il relatore, che qui scrive anche, il socio Ugo Silvello che ha partecipato come storico a quell’avventura. Si è partiti dall’Italia con una comitiva di Veneti (padovani, vicentini, veneziani, veronesi) e una volta al Cairo, via in bici dal Basso all’Alto Nilo, per circa 2000 chilometri e per venti giorni: dal 30 ottobre al 19 novembre. È stato un viaggio con la lentezza dell’andare in bicicletta. Quella lentezza che assomiglia agli spostamenti di Belzoni, con gli asinelli, con le feluche e le zattere lungo il Nilo, il fiume degli dei. Da una tappa all’altra con una guida eccezionale: i diari di Belzoni che descrissero le sue scoperte e poi con i libri dei molti biografi e studiosi che si occuparono di lui dall’Ottocento ad oggi e narrarono di questa figura di eccezionale interesse. Va in scena Indiana Jones! Seguiteci ora passo passo o meglio pedalata per pedalata nel verde delle rive del Nilo; lungo villaggi e palmeti; nei riflessi blu delle acque del fiume dei faraoni che abbiamo avuto quasi sempre in vista alla nostra destra o alla nostra sinistra; nell’ocra delle sabbie del deserto che abbiamo attraversato per centinaia di chilometri sulla strada militare che porta all’antica Berenice sul Mar Rosso; nelle albe quando siamo partiti in carovana; nello spettacolo dei templi; nei tramonti quando il sole scivola dietro l’orizzonte in pochi minuti. E’ stato un viaggio speciale. Uno speciale viaggio dedicato a quel Giovanni Battista Belzoni che certo da piccolo, in contrada Paolotti, poco lontano dal Portello, a Padova, quando lo vedeva, la gente lo seguiva con lo sguardo dicendo:” L’è el fiolo de Jaco Bolzon e dea Teresa Pivata…l’è un scavesacolo… no i xe buni de tegnerlo, el ga mile grij par a testa chel tosato!” Joanin Bolzon si è vergognato sempre un po’ sia di essere un Bolzon e sia di essere padovano. Questo glielo rimproveriamo! Lo dimostra il fatto che si è fatto chiamare Belzoni e che si è fatto per tanto tempo passare per un romano e poi quando non poteva negare di essere padovano, a tutti i costi voleva che la sua famiglia avesse origini romane. Niente da fare! Era solo padovano e si chiamava Bolzon (un cognome, comune nelle province di Padova, Vicenza e Treviso). Ce lo riprendiamo così con tutta la sua veneticità di origine, con il suo italiano a dir poco singolare, con la sua voglia e la sua ammirazione per Roma, le sue rovine, la sua storia e con il suo essere europeo e internazionale e quindi aperto al mondo e alle culture. Visse infatti in Francia, in Olanda, in Egitto, viaggiò in Russia ed ebbe fortuna soprattutto in Inghilterra, la sua seconda patria che lo accolse e gli donò fama e grande considerazione e stima e anche una brava sposa, Sarah Barne. E’ stato un viaggio nel mito e nella culla della civiltà occidentale. Quando nelle nostre pianure qualche gruppetto di indigeni si aggregava e si accasava nei ripari sottoroccia o per costruire palafitte, scheggiare selce o ciottoli, impastare ciotole di argilla e cacciare per vestirsi di pelli e chiamiamo oggi quel loro tempo: età del Bronzo media e recente, ebbene, lì, lungo il Nilo, si costruivano piramidi alte poco meno di centocinquanta metri, si scolpiva e si lisciava, come fosse seta, una delle pietre più dure della terra, il granito; si ricavavano bassorilievi degni di una grafica avanzatissima; si curavano malattie con interventi chirurgici; si migliorava il carro da guerra; ci si acconciava i capelli come da una moderna parrucchiera; ci si truccava come nei camerini delle televisioni di oggi e si scriveva con speciali ed eleganti forme geroglifiche. Come non pensare che forse erano scesi sulla terra degli alieni?! Alcune interpretazioni e letture storiche, oggi, vanno anche in questa direzione suggestiva e per gli studiosi, fantascientifica. Il mondo che Belzoni fece scoprire e mostrò all’occidente, pareva aver proceduto per qualche migliaio di anni con velocità doppia, tripla, quadrupla, rispetto ad altri mondi e civiltà. L’Ottocento europeo rimase a bocca aperta quando Belzoni dischiuse, come in uno scrigno, la civiltà egizia, quando mostrò l’entrata della piramide di Chefren o aprì la tomba del faraone Seti I e portò in Europa il suo sarcofago di alabastro, quanto mostrò l’incredibile magnificenza del tempio e delle sale ipogee di Abu Simbel fatti edificare da Ramses II. Ramesse II (un personaggio incredibile) con la maestosità, l’imponenza e la forza architettonica di Abu Simbel, questo faraone aveva edificato il più grande omaggio al suo egocentrismo. Abu Simbel è il tempio per antonomasia. Un tempio costruito ad ammonimento ai “nubiani” a sud; un simbolo dell’ordine…un inno a se stesso…forse una sfida alla morte”Qui Ramses supererà la lunga notte della morte e sopravviverà PER SEMPRE!” Quello che tirò fuori Belzoni, dal silenzio di millenni di storia, per gli intellettuali d’Europa e per i giornali dell’epoca fu quasi isteria, curiosità pura, una sorta di manna per catturare l’attenzione dei lettori e dei salotti culturali. Belzoni divenne famoso, conteso da tutti, in poco tempo, quasi un divo e poi, è da dire, che era alto due metri, bello, occhi azzurri, capelli fluenti, un fisico (da Ercole si diceva allora) da modello si direbbe oggi…da scritturarlo subito per un calendario. Non era un segreto che tutte le donne rimanessero estasiate nel vederlo. Succedeva anche agli uomini e successe a personaggi del calibro di Byron, Dikens, Scott che ne ammirarono chi l’eloquenza, chi la levatura morale e chi la bellezza. Lui certo era un irruento, un sanguigno. Era intuitivo, tenace, grande osservatore, ambizioso e insieme generoso. Non era attaccato alla ricchezza se non alla ricchezza che deriva dall’essere curiosi e avventurosi. Come non riconoscere in questi tratti il “nuovo” che stava ROTARY CLUB CITTADELLA sopraggiungendo. Quel clima nuovo che si veniva a creare, a cavallo tra Settecento e Ottocento, nel passaggio tra Illuminismo e Romanticismo. Belzoni nacque in una Padova che certo viveva, con la sua prestigiosa università, una situazione di primazia culturale. Era il tempo di Melchiorre Cesarotti, filologo e umanista che simpatizzò con fasi alterne per Napoleone. Ma se dovessimo collocare il Belzoni lo dovremmo incastonare nel pieno del Romanticismo. Cosa c’è di più romantico della vita di quest’uomo?! La sua vita pare un quadro di Gericault o Delocroix. La vita di Belzoni è immersa nell’avventura, nell’esotismo, nel fascino per la storia e l’archeologia, nella religiosità anche e nell’esaltazione dell’individuo che con le sue forze e la sua volontà si afferma. Ci sono gran parte dei temi cari al romanticismo nella vita di questo personaggio. E ci sono nel personaggio i caratteri che oggi danno vita ai film più di successo con un mix di avventura, esplorazione, misteri del passato, tesori, azione rocambolesca… E che dire della sua uscita di scena?! Poteva un personaggio di questa fatta morire in un letto nella casa che la sua famiglia si era costruita, col suo aiuto, a Monselice, magari trascorrendo un vecchiaia ad accudire l’orto e i nipotini?! Non poteva certo! Uscì di scena infatti con una morte leggendaria e ad appena 45 anni; sulla via per la mitica Timbuctù e alla ricerca delle sorgenti del Niger. Anche ciò che seguì la sua morte fino ad oggi, evoca l’avventura e l’esotismo. Che il suo corpo e le sue ossa non siano mai rientrate in patria e che egli giaccia sepolto a due metri di profondità, sotto un grande albero, in un villaggio del Ghana… vien voglia, romanticamente, di riportarlo a casa facendolo viaggiare un’ultima volta nelle terre che lui ha amato, che l’hanno amato e che più gli han dato nella vita: l’Egitto, l’Italia, l’Inghilterra più di tutto e Padova dove è nato. Il gruppo del “Belzonionbike” è stato dunque insieme per venti giorni con questo personaggio che ha contagiato tutti, i sette ciclisti veneti - Alessandro Bizzotto, Alberto Fiorin, Aldo Maroso, Giuseppe Pavan, Giovanni Rebellato, Romeo Rubin e Antonio Toniolo – e gli altri sette accompagnatori (Franca Lovisetto, Armenio Vettore, Donato De Silvestri, Pierluigi Fornasier, Giancarlo Murer, Ugo Silvello, Aladino Tognon) che, ognuno con le proprie competenze (organizzatrice della spedizione, presidente Ail, disegnatore, fotografo, cineoperatore, storico, trainer group e motociclista), hanno documentato questa avventura. 1. C’è stato però un altro aspetto di questo viaggio rievocativo che va oltre quello storico-culturale e oltre quello sportivo ed è stato quello legato alla solidarietà e al volontariato: il viaggio è stato infatti una delle spedizioni ciclistiche de “I mille colori della Vita”, organizzate negli ultimi sette anni dall’AIL, Associazione Italiana contro le Leucemie e Linfomi di Padova, per far conoscere il messaggio e l’operato dell’associazione (che sostiene la cura dei bambini leucemici ricoverati presso il reparto oncoematologico pediatrico di Padova, la ricerca, 31 gennaio 2011 numero 18 l’acquisto di medicinali non convenzionati, offre aiuto alle famiglie in difficoltà e borse di studio). 2. Il momento più alto di tutto il nostro viaggio si è concretizzato, da questo punto di vista, il 1 novembre, alla vigilia della partenza in bici da Il Cairo, con il gemellaggio tra l’AIL di Padova e il Children’s Cancer Hospital Egypt 57357, che ha ufficializzato un programma comune di collaborazione per la formazione e la specializzazione di infermieri, la cura di bambini affetti da patologie tumorali gravi presso l’ospedale di Padova, l’interscambio di medici, scambi culturali e di associazionismo, l’organizzazione di eventi per la raccolta fondi per sostenere le due realtà ospedaliere. Alla cerimonia ufficiale ha preso parte anche il primario del reparto di encoematologia di Padova prof. Modesto Carli e doveva esserci anche la presidentessa della Fondazione Children’s Cancer Hospital 57357, la first lady Suzanne Mubarak. Il viaggio in bici ha voluto attualizzare la storia e ha voluto, forse romanticamente, credere che Giovanni Battista Belzoni abbia potuto, con la sua figura, fare qualcosa anche nell’oggi: far battere il cuore con delle emozioni, risvegliare la nostra curiosità per la dimensione esplorativa della vita (“Sono uno storico, ecco perché amo la vita” diceva Henry Perenne), aiutare oggi, a contribuire con il gemellaggio tra gli ospedali di Padova e del Cairo, a unire le due sponde del Mediterraneo che Belzoni tante volte aveva attraversato e a contraccambiare, dopo duecento anni, con il dono-scambio di competenze mediche, quei regali (statue, papiri, sarcofagi ecc) che egli aveva fatto a Padova, prelevandoli dalla storia dell’Egitto e che si trovano ora nel museo civico della città di Padova (sala egizia). 3. All’esposizione son seguite interessanti domande di Gianfranco Velo Dalbrenta, Giorgio Dal Pian, Fabrizio Leopardi… su Ramesse II e la battaglia grandiosa di Kadesh contro la potenza degli Ittiti (battaglia combattuta in Siria, sulle rive del fiume Oronte, nel 1274 a. C.) sulla propaganda sulle vittorie in guerra di Ramesse II che poi non erano state proprio delle vittorie; sulla frattura storica avvenuta dopo il declino della grande civiltà egizia con la storia successiva degli egiziani e sul tentativo attuale di riappropriarsi, da parte degli egiziani, di quel loro splendido passato; sulle pitture dell’oasi di Al Faiyun che promanano un particolare fascino e che sono di epoca romana e che come ha osservato anche Vittorio Lazzarin hanno uno stile di grande “modernità”; sul peso in tonnellate della testa del Memnone (Ramesse II, il Ramesseum) estratta da Belzoni dalla sabbia del deserto e del peso (dibattuto, incerto, ipotizzato in modo errato in 2, 8, 80 ecc tonnellate) e che ora sveliamo, dopo averlo verificato, essere stato ed essere di 12 tonnellate. Centoventi quintali di granito trasportati da bravo ingegnere su rulli fatti di tronchi di palma, su incarico del britannico Henry Salt, dalla piana di Deir El Bahari al Nilo. La serata si è conclusa dopo una vasta rassegna anche di foto del viaggio e di documentazione varia, proposta con un Power Point lanciato con gli efficienti mezzi multimediali del Rotary, curati dall’infaticabile Giovanni Albanese. E infine, a Stelvio, the president, si è accesa una lampadina…perché non fare un giro di qualche giorno al museo egizio, ora che tutti dicono straordinariamente rinnovato e bellissimo!? 4. Fuori la nebbia ci aveva attesi paziente proprio…era ancora tutta là… forse aveva capito che per noi doveva avere un po’ di fascino e non voleva farcelo mancare durante il ritorno alle nostre abitazioni!? È strano vagare nella nebbia!\ Solo è ogni cespuglio e pietra,\ nessun albero vede l’altro,\ ognuno è solo Ö (Hermann Hesse). Conviviale del 24 Gennaio: Ripercussioni della crisi economica nel Nord Est italiano Rigel, la più luminosa, una supergigante blu; Betelgeuse, la supergigante rossa; Bellatrix, la donna guerriera; Saiph, una stella azzurra; Meissa, la testa e poi Mintaka, Alnilan e Alinitak che formano la famosa cintura che secondo alcuni è stata copiata dagli antichi egizi con le tre piramidi di Giza: sono le principali stelle della costellazione di Orione, il grande cacciatore che ci guarda ogni sera dal cielo d’inverno. Noi piccoli rotariani in piccole scatole tecnologiche, le auto, a gruppi ed a coppie ci muovevamo solerti per arrivare, puntualissimi, come nello stile rigoroso del Club Rotary Cittadella, al Camin di Bassano. Sera fredda sotto il cielo limpido. Freddo da “buanse” (geloni) se fossimo stati in altri tempi. In attesa di un relatore intrappolato nel traffico, si discorreva ai tavoli dell’interclub con Bassano-Castelli e con Vicenza Breganze. Si apprez- ROTARY CLUB CITTADELLA zava anche la puntualità del nostro club di Cittadella…un valore la puntualità? Certo si diceva…merito dei nostri rotariani come Vittorio Andretta ed altre importanti figure che ha creato sane abitudini nonché tutti i Presidenti che si sono succeduti. E’ un valore, forse piccolo, ma è un valore. La puntualità è non far aspettare gli altri e quindi è un omaggio agli altri è come dire agli altri:”Ti rispetto, sei importante per me…non ti faccio attendere per essere con te”. La puntualità è anche potere? Non arrivo in orario e quindi ti faccio aspettare…tu mi devi aspettare e se mi aspetti allora IO sono più importante di te (up-down)? Le donne che si fanno aspettare agli appuntamenti vogliono farsi desiderare, si dice… ma in realtà mandano al maschio un primo segnale di scarsità e dominanza. Grazie quindi per il valore della puntualità! La serata ha avuto come protagonista, Giuseppe Bortolussi del CGIA di Mestre (Associazione Artigiani Piccole Imprese di Mestre), esperto di economia. Abbiamo capito con chiarezza che la crisi economica del 2009-10 negli Usa non è stata la stessa cosa che in Italia. L’Italia ha sue caratteristiche che son state analizzate e che vedono forme di debolezza infrastrutturale che risalgono all’oggi e allo ieri. In economia il tutto è più delle parti e bisogna avere una visione globale e anche locale per capire al meglio i meccanismi delle crisi. Ma perché è scoppiata questa crisi che ha attanagliato il mondo portandolo ad un passo dal tracollo come nel 1929? Ci sono varie teorie: chi dice essere stata la guerra in Iraq a causa dei costi della quale, lo stato guida, gli Usa, ha stampato moneta in abbondanza…tanto gran parte andava all’estero e non creava inflazione interna. Tanto denaro liquido in circolazione ha creato sovra richiesta e sovra produzione. Insieme a ciò, negli Usa, è stata perseguita la politica della promozione dell’acquisto di case di proprietà (erano al 60% negli Usa contro oltre l’80% in Italia). In questa politica si è inserita una certa faciloneria delle banche con i famosi “subprime” (prestiti non ottimali concessi ad un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore) concessi ai privati SENZA adeguate garanzie (mentre in Italia il prestito riguarda tendenzialmente l’80% dei costi casa e si richiede che ci sia una garanzia almeno di un 30-35%, negli Usa…valà che vai bene…han concesso prestiti senza garanzie a gente che poi non poteva restituire). Tali prestiti, che erano crediti per le banche, son stati cartolarizzati e ceduti come garanzia attraverso titoli immessi nel mercato (i famosi titoli tossici). Ne è nata una catena di Sant’Antonio che aveva alla 31 gennaio 2011 numero 18 base un sistema “malato” il cui virus infettante era invisibile nel mercato, ma c’era ed era appunto nell’insolvibilità, cioè nell’incapacità di chi aveva ricevuto il prestito di poterlo restituire perché…per faciloneria…le banche non avevano chiesto garanzie…tanto in qualche modo si farà, pareva. Potremmo dire che la crisi è scoppiata con i modi di un bluff al poker e quando l’avversario ha detto “vedo” e si son dovute mostrare le carte…bluff… non si aveva nulla per vincere. Quando il mercato ha detto “vedo” si è visto che non c’era sostanza (capitale, immobili, posto di lavoro, stipendi) per restituire quanto si era ricevuto in prestito perché le banche appunto non garantivano più i prestiti. Da noi la frase ricorrente che si avvicinava a questa ottica distorta era” Ma noi facciamo tutto con i soldi delle banche…”. Certo le banche danno prestiti, ma poi le rate del mutuo o del prestito vanno pagate e…questo è un particolare non trascurabile. Grande responsabilità del mondo finanziario, delle banche dunque e dei famosi controllori che non controllavano e certificavano come validi titoli e bilanci che erano carta straccia!!! Ecco che anche le ideologie più liberiste, quelle repubblicane (negli Usa con Bush), quelle friedmaniane (da Milton Fri- edman, l’economista fondatore della scuola monetarista, l’anti Keynes, il sostenitore del libero mercato e del laissez faire in politica economica) son diventate “socialiste” interventiste e lo stato, come invece sosteneva Keynes, ha messo mano nell’economia (mai dire mai). E anche l’Italia è caduta nel baratro, ma meno di altri stati perché le banche chiedevano e chiedono più garanzie sui prestiti e perché i titoli tossici avevano circolato certo anche da noi, ma non in quantità forse così forte. L’Italia, però aveva altre “tossicità”. Eccole! Con l‘euro stop alla svalutazione, quindi poiché i salari salivano più della produttività (grazie anche alle lotte e alla forza del sindacato), un tempo il meccanismo veniva “sanato” attraverso la svalutazione (gli aumenti eccessivi portavano a una diminuzione del potere di acquisto e quindi si aveva più carta moneta in busta paga, ma solo apparentemente si era più ricchi). Altra tossicità…in Italia costano in media di più di altre nazioni i trasporti, l’energia e la giustizia e poi ci sono mille complicazioni burocratiche che scoraggiano al massimo gli investimenti dall’estero che sono appunto più e più limitati che in altri stati come la Turchia, la Polonia ecc.. In Italia prevale la piccola industria (il 98% delle aziende ha meno di 50 di- pendenti) che non è certo un male perché “piccolo” è, se non bello, ma NECESSARIO, flessibile, responsabile e specializzato. E il Veneto? Il Veneto, come il “Made in Italy”, ha quattro ruote motrici: la meccanica, l’arredamento, l’abbigliamento e l’alimentare e ha resistito meglio di altre regioni alla crisi grazie anche alla “qualità” che nasce dalla contrattualizzazione con ditte esterne di una serie di lavorazioni (se un lavoro non viene ben fatto si recide il contratto con la piccola ditta affidataria e quindi la qualità è garantita meglio che non attraverso il controllo interno di un caposquadra della grande fabbrica). E il futuro? Chi produce veramente ricchezza? Non sono forse il settore primario (agricoltura) ed il secondario (industria)? Non è così vero! Siamo in paesi ricchi e solo il 25% del Pil è in questi settori, mentre il 70% è nel terziario…dunque? Dunque certo agricoltura e industria producono ricchezza, ma nei paesi più sviluppati occupano e occuperanno sempre meno persone perché, in questi settori è possibile una forte meccanizzazione. La meccanizzazione invece è molto meno possibile nel terziario (servizi, scuole, ospedali, banche, palestre, agenzie viaggi, turismo….). Ci sarà dunque un mondo sempre più “TERZIARIZZATO” in cui si impone però l’imperativo della QUALITA’ e della produttività. Il tempo scorreva rapido in un fiume di parole e concetti e si è raggiunta un’ora più tarda del solito, ma la curiosità e l’attenzione sono state alte grazie alla bravura e chiarezza del relatore che pare sia stato apprezzato molto. Son seguite molte domande sul petrolio, sui suoi costi, sul nucleare, sul ruolo del mondo finanziario, sulla formazione professionale. Alla fine i doni al relatore da parte del nostro Presidente Stelvio, da parte del Presidente ospitante Francesco Salsa e del vice presidente incoming Mons. Gasparini di Sandrigo. Serata impegnativa però…Carlo Svegliado segnalava che chissà se per l’ora, se per i ravioli al radicchio di Treviso, se per il brasato di manzo al Cabernet o per il timballino di mele del menù o per la fatica della giornata, qualche socio aveva la “pupilla sbiava”. ROTARY CLUB CITTADELLA 31 gennaio 2011 numero 18 Conviviale del 27 Gennaio: Tanto va il cliente in banca che ci lascia il capitale? Incontro con l’esperto di finanza Gianluigi De Marchi “Ci può essere un’economia buona…etica?” Con questo interrogativo ha aperto il post cena Flavio Tura, Presidente del Club Rotary Bassano Castelli. Eravamo là insieme, Club di Bassano e Cittadella, nell’ospitale sala dell’Hotel Camìn. Il relatore della serata, rotariano di Torino, laurea in economia e commercio, consulente finanziario, giornalista ecc. è stato autore di una trentina di libri. Serata interessante da cui siamo usciti scompigliati nel nostro atteggiamento verso le banche. Il relatore è stato molto critico verso il mondo della finanza e verso il mondo bancario. Il titolo di un suo recente libretto era appunto “Tanto va il cliente in banca che ci lascia il capitale”. L’insieme dei ragionamenti ha portato a diffondere un clima di disincanto verso le banche. Tutto sommato, in provincia almeno, il direttore di banca era, nella nostra memoria credo, una figura che con il parroco, il medico, il farmacista costituiva un riferimento positivo. De Marchi è entrato in questo sistema di fiducie e l’ha sbaragliato. E’ stato quasi un “Attenti al lupo” nei riguardi delle banche. Chi gestisce il nostro denaro dovrebbe avere una grande responsabilità, ma invece c’è tanta incompetenza: previsioni fallaci, conflitti di interesse, manipolazioni… E’ stato un affondare le mani nel risparmio gestito. Quel risparmio che promette grandi risultati grazie agli “esperti” e ai cosiddetti maghi della finanza. Ma quali risultati si è chiesto De Marchi…MEGLIO TILLY ! Chi è Tilly? Una scimmia macaco che tra una serie di cubi colorati rossi e verdi sceglieva a caso e quando sceglieva verde si investiva e quando rosso si disinvestiva su certe azioni. In parallelo degli esperti operavano le loro scelte ponderate da esperti appunto. RISULTATO finale. Tilly ha guadagnato l’1,5% e gli esperti lo 0,7%. Meglio Tilly quindi, cioè meglio la casualità dunque! Come dire che la borsa non può essere prevista! Ma a che cosa serviranno, allora le trasmissioni delle otto-nove di mattina su Radio Uno con esperti che danno consigli?! Niente, niente dice De Marchi come deludenti sono i risultati della finanza “creativa” che ha promesso per un decennio di creare ricchezza e invece l’ha distrutta. La finanza non crea niente, non produce, non trasforma, ma trasferisce solamente. E via con una serie di esempi: Cirio, Parmalat, Argentina ecc. , da far rizzare i capelli in un mondo in cui prima dell’interesse del risparmiatore vengono gli interessi di tutti i vari funzionari interni alle banche. Insomma un quadro di sospetto e di scetticismo da cui è risultato che le banche sono “Un male necessario”. Come uscirne? Con leggi, controlli e sanzioni che però in Italia sono “all’italiana”. Poi si è parlato della finanza etica che vede la banca con un ruolo sociale, non un profittificio, come un mezzo e non un fine. Si è parlato del microcredito e della sua positività nelle realtà povere del mondo. Si è parlato di tanto altro, ma su tutto ha aleggiato un forte sospetto sul mondo finanziario e su quanto di male ha fatto negli ultimi anni. “Vogliamo un mondo finanziario MIGLIORE!” Questo è stato il segnale generale. Siamo usciti, credo, disincantati, con meno fiducia in questo mondo delle finanze che tanti danni ha provocato alle tasche dei risparmiatori negli ultimi anni. Che dire? Quando entreremo in banca la prossima volta o incontreremo un promotore finanziario, se lo guarderemo con gli occhiali di Gianluigi De Marchi, dovremo stare attenti al portafogli perché…”Tanto va il cliente in banca che ci lascia il capitale”. Forse non pochi hanno pensato di mettere i loro risparmi sotto il vecchio, fidato materasso. CONVIVIALE del 17 Gennaio 2011 PRESENTI / ASSENTI SOCI ATTIVI Giovanni Aldo Giancarlo Vittorio Loris Franco Gino Otello Flavio Alberto Armando Antonio Francesco Gianfranco Ferruccio Fernando Antonio Giorgio Nino 55 ALBANESE ANDREATTA ANDRETTA ANDRETTA BEGHETTO BERNARDI BERTO BIZZOTTO BONIFAZI BORDIN BORDIN BRACCIO BRACCIO CAMPAGNOLO CARIOLARO CERCHIARO CETERA COLONNA COLONNA soci attivi assenti non giustificati SOCI ONORARI Rino Mario Norberto Livio percentuale presenza di soci attivi 62% SOCI DISPENSATI +1 G D G G G G G 11 2 Nando COPPO Alberto CRIVELLARO Vasco CRIVELLARO Giorgio DAL PIAN GiampietroDIDONÈ Giuseppe DIDONÈ Massimo DONATI Giacomo FABRIS Rodolfo FRANCESCHETTO Andrea GABRIELLI Lino GALLO Renzo GARDIN Annalisa ISOLI Vittorio LAZZARIN Fabrizio LEOPARDI Lanfranco LIONELLO Pietro MAIOLINO Antonio PAGANINI Luigi PASQUALE G soci attivi assenti Giustificati 8 Antonio PASQUALE D Livio PASSADORE Giancarlo PAVIN Massimo PAVIN Paolo PERIN G Luigi RAGNI Silvio RIONDATO Stelvio ROCCO Armando SARTORE Ugo SILVELLO Arcangelo SORGENTE Carlo SVEGLIADO Piergiorgio TONIOLO Costante TURCO Gianfranco VELO DALBRENTA Nazzareno VELO Alberto VIELMO SOCI ATTIVI PRESENTI 33 11 CALOGERO CANCELLIER CARIOLARO CAZZADORE Ennio Alberto Riccardo Dino DORIS FAVARETTI MARCHESE MARCHIORELLO Gianni Elvino Maria MARCHIORELLO ORTOLAN PASQUALE ALTRI PRESENTI 3 Totale presenti alla conviviale 36 Auguri: Buon compleanno a Fernando Coppo il 31 gennaio, Rosetta Pasquale il 1 febbraio, Pietro Maiolino il 2 febbraio e Ida Sorgente il 3 febbraio. FEBBRAIO 2011 - Il programma del mese 7 FONTANIVA Ristorante Al Sole presso centro sportivo al Sole ore 20.00. Serata a cura di Rodolfo Franceschetto. Parteciperà il Coro Valcanzoi, che si esibirà in alcuni pezzi forti del proprio repertorio. Serata aperta ai coniugi 14 AMMISSIONE NUOVI SOCI Serata aperta ai coniugi 21 SERATA A CURA DEI SOCI CACCIATORI - Programma in via di definizione 28 TEATRO SOCIALE ore 20.30 - I NUOVI TALENTI. Manifestazione musicale a favore dei giovani neodiplomati dei Conservatori del Triveneto NOTIZIA DI SEGRETERIA Il Segretario invita i soci che compensano l’assenza con presenza presso altro club a comunicargli direttamente e tempestivamente data e luogo della compensazione, via sms od email ai recapiti sottoindicati. Grazie ROTARY CLUB CITTADELLA Stradella dell’Officina, 8 35013 CITTADELLA (PD) - Fax +39 049 9403535 Presidente Vice Presidente Segretario Tesoriere Prefetto Redazione Bollettino Stelvio Rocco Lanfranco Lionello Giovanni Albanese Aldo Andreatta Gino Berto Ugo Silvello +39 348 2644496 +39 335 7604861 +39 348 5133100 +39 348 3426201 +39 348 4420070 +39 349 7135755 [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] CONVIVIALI ogni LUNEDÌ alle ore 20.00 HOTEL RISTORANTE FILANDA Via Andrea Palladio, 34 Cittadella ´PD) Tel. +39 049 9400000 http://www.rotary2060.it/club_index.php?club_id=15 http://rotarycittadella.blogspot.com/ Biblos digitale